A colori moca press(ing) giugno 2013

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“Generalmente sono di piccola statura e di pelle scura. Non amano l’acqua, molti di loro puzzano perché tengono lo stesso vestito per molte setti- mane. Si costruiscono barac- che di legno ed alluminio nel- le periferie delle città dove vivono, vicini gli uni agli al- tri. Quando riescono ad avvi- cinarsi al centro affittano a caro prezzo apparta- menti fatiscenti. Si presentano di solito in due e cercano una stanza con uso di cucina. Dopo pochi giorni diventano quattro, sei, dieci. Tra loro parlano lingue a noi incomprensibili, probabilmente antichi dialetti. Molti bambi- ni vengono utilizzati per chiedere l’elemosi- na ma sovente davan- ti alle chiese donne vestite di scuro e uomini qua- si sempre anziani invocano pietà, con toni lamentosi e petulanti. Fanno molti figli che faticano a mantenere e sono assai uniti tra di loro. Dicono che siano dediti al furto e, se ostacolati, violenti. Le nostre donne li evitano non solo perché poco attraenti e selvatici ma perché si è diffu- sa la voce di alcuni stupri consumati dopo agguati in strade periferiche quando le donne tornano dal lavoro. I nostri governanti hanno aper- to troppo gli ingressi alle frontiere ma, soprattutto, non hanno saputo selezionare tra coloro che entrano nel nostro Paese per lavorare e quelli che pensano di vivere di espedien- ti o, addirittura, attività cri- minali. Vi invito a controllare i documenti di provenienza e a rimpatriare i più. La nostra sicurezza deve essere la prima preoccupazione”. (Relazione dell’Ispettorato per l’Immi- grazione del Congresso ame- ricano sugli immigrati italia- ni negli Stati Uniti, Ottobre 1912). È singolare come una delle popolazioni più discri- minate (e il succitato docu- mento ne è la prova!) possa essere oggi così razzista verso altre popolazioni che vengono in Italia. Nelle ultime setti- mane a tenere banco è la po- lemica sul cosiddetto “Ius soli”. L’espressione, che po- trebbe sembrare incompren- sibile, in realtà è il principio secondo il quale è assegnata la cittadinanza di uno Stato a tutti i nati all’interno di quel- lo Stato, indipendentemente dalla nazionalità dei genitori. Attualmente l’unica legge vigente è la n. 91 del 1992 che indica il principio dello ius sanguinis come unico mezzo di acquisizione della cittadinanza a seguito della nascita. Centinaia di migliaia di giovani, nati e cresciuti qui, sono costretti però a vivere con il permesso di soggiorno e, per questo motivo, non hanno gli stessi diritti e possibilità che lo Stato garantisce ai suoi cit- tadini. Tutto ciò fino al compi- mento della maggiore età, anno in cui possono richiedere la cittadi- nanza italiana. E qui scattano altri proble- mi, perché l'iter buro- cratico è lungo e con- torto e non sempre si conclude positiva- mente. Così molti ragazzi, pur senten- dosi italiani, abban- donano questa oppor- tunità, lasciando spa- zio alla frustrazione e sentendosi altamente discriminati dalla società. Ora la polemica ha assunto i connotati di una vera e propria battaglia ideolo- gica, con una propaganda me- schina sulla pelle di migliaia di persone, soprattutto consi- derando il divario tra alcune parti politiche e i cittadini, non a caso il 71% degli italiani è favorevole a concedere la cittadinanza ai bambini, figli di stranieri, ma nati in Italia. Da questi dati infatti si percepisce una spaccatura netta tra politica e cittadini e la modifica dell'attuale legge sulla cittadinanza potrebbe essere un primo passo per una società diversa e nuova. La Redazione [email protected] Visita il nostro sito internet www.mocapress.org Contattaci [email protected] MoCa Press(ing) Giugno 2013 La mia miglior… 2 Sempre in direzione.. 2 L’album della gioia 2 Laureato e ora? 3 Ti amo da morire 3 Amnesia– Prima... 4 Classifica libri 4 Sull’allergia alle... 5 Un cineforum… 5 Classifica film 5 Sommario: Leggi direttamente dal tuo telefono cellulare le ultime notizie del nostro sito, attraverso questo codice QR Dritti verso i diritti

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Page 1: A colori moca press(ing) giugno 2013

“Generalmente sono di piccola

statura e di pelle scura. Non

amano l’acqua, molti di loro

puzzano perché tengono lo

stesso vestito per molte setti-

mane. Si costruiscono barac-

che di legno ed alluminio nel-

le periferie delle città dove

vivono, vicini gli uni agli al-

tri. Quando riescono ad avvi-

cinarsi al centro affittano a

caro prezzo apparta-

menti fatiscenti. Si

presentano di solito

in due e cercano una

stanza con uso di

cucina. Dopo pochi

giorni diventano

quattro, sei, dieci. Tra

loro parlano lingue a

noi incomprensibili,

probabilmente antichi

dialetti. Molti bambi-

ni vengono utilizzati

per chiedere l’elemosi-

na ma sovente davan-

ti alle chiese donne

vestite di scuro e uomini qua-

si sempre anziani invocano

pietà, con toni lamentosi e

petulanti. Fanno molti figli

che faticano a mantenere e

sono assai uniti tra di loro.

Dicono che siano dediti al

furto e, se ostacolati, violenti.

Le nostre donne li evitano non

solo perché poco attraenti e

selvatici ma perché si è diffu-

sa la voce di alcuni stupri

consumati dopo agguati in

strade periferiche quando le

donne tornano dal lavoro. I

nostri governanti hanno aper-

to troppo gli ingressi alle

frontiere ma, soprattutto, non

hanno saputo selezionare tra

coloro che entrano nel nostro

Paese per lavorare e quelli che

pensano di vivere di espedien-

ti o, addirittura, attività cri-

minali. Vi invito a controllare

i documenti di provenienza e

a rimpatriare i più. La nostra

sicurezza deve essere la prima

preoccupazione”. (Relazione dell’Ispettorato per l’Immi-grazione del Congresso ame-ricano sugli immigrati italia-ni negli Stati Uniti, Ottobre

1912). È singolare come una delle popolazioni più discri-minate (e il succitato docu-mento ne è la prova!) possa essere oggi così razzista verso altre popolazioni che vengono in Italia. Nelle ultime setti-mane a tenere banco è la po-lemica sul cosiddetto “Ius soli”. L’espressione, che po-trebbe sembrare incompren-sibile, in realtà è il principio secondo il quale è assegnata la cittadinanza di uno Stato a tutti i nati all’interno di quel-lo Stato, indipendentemente dalla nazionalità dei genitori. Attualmente l’unica legge vigente è la n. 91 del 1992 che indica il principio dello ius sanguinis come unico

mezzo di acquisizione della cittadinanza a seguito della nascita. Centinaia di migliaia di giovani, nati e cresciuti qui, sono costretti però a vivere con il permesso di soggiorno e, per questo motivo, non hanno gli stessi diritti e possibilità che lo Stato garantisce ai suoi cit-tadini. Tutto ciò fino al compi-mento della maggiore età,

anno in cui possono richiedere la cittadi-nanza italiana. E qui scattano altri proble-mi, perché l'iter buro-cratico è lungo e con-torto e non sempre si conclude positiva-mente. Così molti ragazzi, pur senten-dosi italiani, abban-donano questa oppor-tunità, lasciando spa-zio alla frustrazione e sentendosi altamente discriminati dalla

società. Ora la polemica ha assunto i connotati di una vera e propria battaglia ideolo-gica, con una propaganda me-schina sulla pelle di migliaia di persone, soprattutto consi-derando il divario tra alcune parti politiche e i cittadini, non a caso il 71% degli italiani è favorevole a concedere la cittadinanza ai bambini, figli sì di stranieri, ma nati in Italia. Da questi dati infatti si percepisce una spaccatura netta tra politica e cittadini e la modifica dell'attuale legge sulla cittadinanza potrebbe essere un primo passo per una società diversa e nuova.

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La mia miglior… 2

Sempre in direzione.. 2

L’album della gioia 2

Laureato e ora? 3

Ti amo da morire 3

Amnesia– Prima... 4

Classifica libri 4

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Un cineforum… 5

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Dritti verso i diritti

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Vorrei parlarvi della mia miglior nemica: Ipocrisia. È una persona odiosa, insop-portabile e intollerabile, anche più di Compassione. Ipocrisia è offensiva, inoppor-tuna, fastidiosa, inutile e irritante. Subirne la presenza in certi momenti crea ancor più nervosismo. Quel volto pallido e dall'espressione costruita che, con un falsissimo “mi-dispiace-immensamente”, se ne lava le mani di te: di immenso c'era solo l'apparenza, era difficile non accorgersene. Avrei voluto dire a Ipocrisia quan-to mi ha fatto schifo averla costantemente sopportata dandole il beneficio del dub-bio, quanto sono stata sciocca a non ascoltare chi mi ha sempre suggerito di igno-rarla, quanta rabbia mi ha dato aver dovuto dare ragione a coloro che mi avevano messo in guardia. Ancor di più, mi crea rabbia sapere che Ipocrisia circoli felice, soddisfatta e innocente per le strade, inconsapevole della sua stupidità. Ecco il motivo di queste mie due righe: non lasciamo che Ipocrisia circoli impunita, non permettiamole di prender piede nelle nostre vite e di sentirsi, dunque, in diritto di

prenderci in giro quando siamo più vulnerabili. Quando la incontrerete voltatele la faccia senza indugio, non preoccupatevi di risultare maleducati. Inoltre, ricordate di ricambiare Ipocrisia con la sua stessa moneta alla prima occasione utile perché, come si suol dire: ” fa come ti fanno ca non è mai peccato!”.

Rita Mola

[email protected]

Papa Francesco è piaciuto subito, ha entusiasmato i cattolici e strappato un cauto sorriso anche ai più scettici. È un papa che fa notizia perché dice buongiorno, buo-nasera e buonanotte, insomma perché comunica in modo diretto e immediato con la gente. È un papa che usa le parole del quotidiano, una figura di cui si avvertiva la necessità per ricreare o rinsaldare il legame con i propri fedeli. I primi, ad ac-corgersi dello straordinario consenso nato intorno a Bergoglio, sono stati loro: i mercanti nel tempio. Dopo neanche un mese erano già pronte per la stampa busti-ne di figurine con annesso album per la raccolta. L’hanno chiamato L’album della

gioia, 400 adesivi per conoscere la vita di Papa Francesco e riscoprire la gioia del-la fede. Eccoli qui i mercanti che speculano ancora una volta sui sentimenti e an-che sulle tasche della gente. Sì certo la spesa a prima vista non è esorbitante, ma, se proviamo ad immaginare chi possano essere i destinatari di tale prodotto, forse

giungeremo a conclusioni diverse. Ai bambini piacciono, giustamente, gli eroi e le eroine dei cartoni; gli adolescenti preferi-scono i protagonisti dei talent-show; una buona fetta di adulti non compra l’album del papa perché non ritiene sia una ne-cessità. Restano gli anziani (quelli con una pensione tutt’altro che dignitosa) e, probabilmente, anche i disperati; è un pro-dotto pensato per chi, in questo grave momento di crisi, ha bisogno di un appiglio. Peccato però che quest’àncora li privi di una cifra che potrebbe essere a loro necessaria. Caro Papa Francesco, non sarebbe ora di cacciare i mercanti dal tempio?

Marialuisa Giannone

[email protected]

Pagina 2

Don Andrea Gallo era una di quelle persone che piacciono a prescindere, sì a pre-scindere se si è credenti o meno, a prescindere se si è di destra o di sinistra. Mer-coledì 22 Maggio se n’è andato sommessamente, dopo una malattia che l’aveva consumato. Eppure lo ricordo sempre con quella sciarpa rossa e l’immancabile sigaro e mi sembra proprio strano parlare di don Gallo al passato. Ciò che mi ha colpito di questa persona è stato il suo essere sempre diverso dagli altri, era il simbolo della Chiesa di strada ed aveva fatto dell’essenzialità e della sobrietà la sua forza. In fondo non faceva altro che attuare i principi del Cristianesimo, tan-te e troppe volte dimenticati proprio da chi dovrebbe tenerli ben in mente. Ama-va scuotere le coscienze addormentate con tutte le sue forze, con un impeto vitale incredibile e tutto il suo operato ne è la prova. È stato il fondatore della Comuni-tà di San Benedetto al Porto, da sempre è stato impegnato per la pace e nel recu-pero degli emarginati, chiedendo anche la legalizzazione delle droghe leggere. Simpatico è l’episodio del 2006 quando si fece multare, compiendo volutamente una disobbedienza civile, fumando uno spinello nel palazzo comunale di Genova per protestare contro la legge sulle droghe. La Chiesa negli ultimi anni si era “arresa”, non aveva più tentato di richiamare all'ordine il “Prete di strada” rivoluzionario e anticonformista, anche se gli atteggiamenti sovversivi lo facevano apparire agli occhi di una parte dei fedeli cattolici un cattivo esempio di religioso, ribel-le oltre che poco consono alla propria missione di prelato, anche per il fatto che nelle sue dichiarazioni e le sue celebrazioni religiose venivano illustrati e commentati fatti e problemi politici. Se ne va il prete dei tossici, dei poveri, dei trans, e dei disperati, se ne va quel prete che tutti avremmo voluto incontrare. Bello, ciao!

Laura Bonavitacola

[email protected]

MoCa Press(ing) Giugno 2013

L’album della gioia

Sempre in direzione ostinata e contraria

La mia miglior nemica

Page 3: A colori moca press(ing) giugno 2013

Così ho svolto il mio periodo di formazio-ne presso la Soprintendenza BAP (Soprintendenza per i Beni Architettoni-ci e Paesaggistici, organo periferico del Ministero per i Beni e le Attività Cultu-

rali) di Avellino e suggerisco a chiunque abbia svolto un percorso di studi simile al mio di fare un’esperienza del genere. Sono venuta a conoscenza di questa pos-sibilità direttamente dal mio Ateneo; per accedervi ci sono diversi steps da seguire e diverse cose che bisogna necessaria-mente sapere, ma necessaria e fonda-mentale è l’esistenza di una convenzione tra l’Università e la sede ospitante. In-fatti il processo di tirocinio richiede l’in-contro di tre soggetti: il tirocinante, l’en-te ospitante e l’Università che guida il processo e ne garantisce il buon funzio-

È una domanda che tutti, giunti alla conclusione della propria carriera acca-demica, si fanno. C’è chi decide di conti-nuare a studiare, c’è, al contrario, chi cerca subito di entrare nel mondo del lavoro. Le scelte di noi studenti italiani non sono analoghe, ma, a dire il vero, sembra che di scelte ne siano rimaste ben poche. Eppure tra crisi, delusione e sconforto c’è sempre l’Università che può darci una mano. Come? Mi presen-to: sono Fiorella, neo-laureata nella Spe-cialistica in Archeologia e Storia dell’Ar-te alla Federico II di Napoli; una ragaz-za con tanta voglia di fare e di affermar-si, ma con una laurea di cui “tutti” par-lano male. Certo è che per queste disci-pline non si deve mai smettere di stu-diare, per questo ho colto l’opportunità al volo. Di cosa sto parlando? Si tratta di una scelta, fatta a mie spese, con l’u-nico obiettivo di mettersi sempre in gio-co: il tirocinio post laurea! Nota stonata può essere che non si configura come rapporto di lavoro, pertanto non prevede alcuna retribuzione. Cosciente di questo e delle mie capacità sono voluta andare avanti e optare per un percorso che si adattasse ai miei studi e che potesse, quanto più possibile, sfondare il muro divisorio che l’età e l’università avevano, involontariamente (o quasi), imposto.

namento. L’obiettivo è quello di agevo-lare, come indicato dalla Legge 196/1997 art.18, "le scelte professionali mediante la conoscenza diretta del

mondo del lavoro". Con l’approvazione il 13/08/2011 del Decreto legge n.138, art. 11, la durata massima dello stage è di 6 mesi, comprese le eventuali pro-roghe e il tirocinio può essere concesso nei 12 mesi successivi alla data del conseguimento del titolo. La Soprin-tendenza BAP di Avellino offre la pos-sibilità di effettuare significative espe-rienze formative all’interno della pro-pria struttura a studenti universitari, laureandi, neolaureati in materie affe-renti il patrimonio storico-artistico, alle attività istituzionali e alla promo-zione delle attività culturali. Cosa che è successa anche a me, infatti ho ini-ziato collaborando alla gestione del sito web, partecipando alle attività della Biblioteca, sperimentando le mie capacità nel campo della catalogazio-ne per essere poi coinvolta in maniera attiva nell’organizzazione degli eventi della struttura. Magari questi sei me-si non porteranno a nulla di concreto, ma di sicuro io, e chi come me vorrà compiere una scelta simile, potrò dire di averci provato.

Fiorella Gambone

Pagina 3

Laureato e ora?

Credo che nessuna frase sia più efficace per spiegare la magia, la bellezza dell’amore come il classico “ti amo da morire”. Amare nel mio personale vocabolario esistenziale è sinonimo di gioia, vita, ubriacatura dei sensi. L’amore è contagioso, aiuta a vivere meglio. Eppure leggendo i tanti episodi di violenza sulle don-ne di questi mesi, qualcosa sembra essersi spezzato in questo cerchio magico. Una scia di sangue sembra aver profanato il tempio dell’amore. A malincuore abbiamo dovuto inserire un nuovo vocabolo nel nostro linguaggio utilizzato per indicare l’omicidio della don-na in quanto donna: Femminicidio. Tale parola, inse-rita per la prima volta in una sentenza del 2009, non è espressione di una semplice sequela di fatti privati, ma una tragedia che parla al femminile e parla a tutti indistintamente. Basti pensare che ogni 3 giorni circa una donna in Italia viene uccisa da un marito, compagno o ex compagni di vita e addirittura nel mondo “ la violenza domestica” è la prima causa di morte tra le donne tra i 16 e i 50 anni. In cuor mio credo che nessun appello, inchiesta, libro o la migliore delle leggi potrà fermare tale violenza se non si supera la concezione della disuguaglianza fra donne e uomini. Eppure scrivere, parlarne, scendere in piazza per rivendicare diritti, creare opinione aiuta più di mille leggi a far sì che si possa svelare il vero volto di una parola che da poco abbiamo imparato a pronunciare, ma che ha radici antiche. Radici che storicamente affondano nell’humus della cultura patriarcale e maschilista italiana talmente restia ai cambiamenti sociali che solo negli anni ‘70 è stata capace di inserire il divorzio e l’aborto nella sua legislazione e addirittura nell’81 ha abolito il delitto d’onore.

Gianluca Capra

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Ti amo da morire

MoCa Press(ing) Giugno 2013

Riceviamo e pubblichiamo

Page 4: A colori moca press(ing) giugno 2013

Michele faceva il barista pure nei giorni festivi e nell’afa pomeridiana quando non c’era nessuno per strada e tutti i negozi erano serrati. Infatti era la festa nazionale del 25 aprile e l’unico bar aperto era il suo. Ci andai a prendere qualche bottiglia di vino con gli ultimi soldi che avevo in tasca. Michele era da tempo relegato in quella periferia e for-se come me era già da tempo rimasto totalmente solo. Da quando avevo la-sciato i miei, per poi pentirmene, e da quando la mia ragazza, che non se n’era pentita, il tempo si era cristallizzato. Il bar in cui di solito uscivamo la sera era un posto con una sala molto ampia, do-ve tutto l’arredamento e finanche la pavimentazione era in ferro come se potesse amplificare la sensazione di vuoto, freddezza e solitudine. Nella se-ra, quando scendeva sempre una legge-ra nebbiolina sulle case, dovuta alle fabbriche intorno, c’era la luce di quel

dimenticarsi Margherita. Marco era single da tre anni e ancora si ubriaca-va e ogni tanto tirava pensando anco-ra a Valentina. Storie simili anche per gli altri, tutti rifiuti e rifiutati, semivi-vi a vagare nel limbo di un inferno senza alcuna colpa specifica. A volte li guardavo dall’alto in basso e pensavo di essere migliore, altre volte capivo che pure io in fondo ero molto simile a loro e probabilmente da fuori somiglia-vo in tutto a uno di loro. Anche io ave-vo la mia storia rimasta impigliata e insabbiata nel cervello, il mio limbo dentro la scatola cranica. Erano pas-sati degli anni anche per me, quattro o cinque, non lo ricordavo neppure e il pensiero di Anna mi martellava lo spirito, la coscienza, non mi faceva alzare dal letto e non mi faceva dormi-re.

[email protected]

Pagina 4

bar e sempre i soliti sei o sette soggetti dentro. Ciascuno aveva un peso insoste-nibile dentro la testa, forse dovuto al fatto d’aver avuto troppe donne in pas-sato ma più probabilmente era causato

dal pensiero della loro ultima storia. Erano stati lasciati tutti, ecco perché erano lì. Franco era stato lasciato da cinque anni e ancora non riusciva a

MoCa Press(ing) Giugno 2013

Amnesia– Prima Parte

La Narrativa… a cura di Luigi Capone

Inviaci un tuo articolo, lo pubblicheremo!

Classifica libri

1. Inferno di Dan Brown € 25.00 2. ZeroZeroZero di Roberto Saviano € 18.00 3. La verità sul caso Harry Quebert

di Dicker Joel € 19.50 4. Il bambino segreto

di Camilla Lackberg € 19.00 5. Adorata nemica mia

di Marcela Serrano € 16.00 6. Un bel sogno d'amore

di Andrea Vitali € 17.60 7. I 55 giorni che hanno cambiato l'Italia.

Perché Aldo Moro doveva morire? La

storia vera di Ferdinando Imposimato € 7.90

8. In cammino con Francesco. Dopo il con-

clave. Povertà, giustizia, pace di Andrea (don) Gallo € 12.00

9. Oltre la rottamazione di Matteo Renzi € 15.00

10. Il complesso di Telemaco. Genitori e

figli dopo il tramonto del padre di Massimo Recalcati € 14.00

http://www.lafeltrinelli.it/fcom/it/home/pages/classifiche/

toplibri.html

“La presente pubblicazione non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene pubblicata senza alcuna periodicità.

Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n°62 del 7-3-2001”

Page 5: A colori moca press(ing) giugno 2013

Governo-pastrocchio, politica poco credibile e crisi economica profondissima, sono tre condizio-ni, intimamente connesse, che rendono la vita civile del nostro Paese quantomeno complessa. E sottolineo l'aggettivo "civile", perché strani brividi populisti e autoritari percorrono l’acritica opinione pubblica italiana spacciandosi per pragmatismo o per innovazione. In questa eterna campagna elettorale, forse più che in altre, se ne sono sentite di tutti i colori, dai rimborsi cash di tasse al mantra fascistoide "tutti a casa". Improbabili occupazioni di aule parlamentari, battaglie campali sugli scontrini, proposte shock per depenalizzare reati di stampo mafioso fino a strampalate proposte, anche queste dal retrogusto di manganello, che affamano l'editoria per mero gusto ideologico. Alla base, c'è sempre e soltanto un carattere, che sembra quasi un mar-chio di fabbrica: la totale allergia alle regole. Con diverse gradazioni e sensibilità, il "facciamo

un po' come cazzo ci pare " di guzzantiana memoria, si coniuga in diverse forme e non rispar-mia nessuno, nemmeno i "movimenti" che profetizzano il nuovo che avanza. Ne abbiamo per tutti i gusti. Dai "Lisciatori di pelo" agli evasori fiscali, depenalizzatori incalliti di reati, gente convinta che il consenso valga più delle leggi dello Stato. Ma anche marpioni di partito che si litigano feudi, difendono posizioni di privilegio e che, senza aver mai nemmeno uno straccio d’idea nuova, "inciucerebbero" con chiunque, pur di apparire più intelligenti. Nel catalogo del 2013, si sono aggiunti nuovi sponsor di comportamenti illeciti e pericolosi. L'invidia sociale e la de-responsabilizzazione, sono diventati concetti positivi: "io sono pulito, gli altri no". Non si è mai capito chi siano gli altri. L'inconcludenza, l'approssimazione e l'ostentazione, dal retrogusto maoista, della differenza quasi antropologica tra "noi", i buoni, i nuovi, gli onesti e "loro", i vecchi, "mariuoli" e "morti". Il "doppiopesismo" che esige dagli altri di rendicontare le caramelle salvo gridare al golpe quando viene chiesto di essere trasparenti. Per non parlare dello sdoganamento delle epu-razioni, perché chi non la pensa come me "si deve togliere dalle palle". Ecco, queste sono tutte le novità che le nuove elezioni hanno portato in dono ad un arco parlamentare già discretamente orripilante. La soluzione? Non ce l'ho. Ma se si cambia solo la forma, restando immutate le pessime abitudini che abbiamo e nutrendo una tolleranza spropositata verso intollera-bili comportamenti, prepariamoci a restare nella stessa identica inguaiata situazione attuale. Se ci va bene.

Luigino Capone

[email protected]

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Sull'allergia alle regole

Il 18 maggio, in un interessantissimo convegno tenutosi al tribunale di Sant’Angelo dei Lombardi, il segre-tario generale della

FP CGIL di Avellino, Marco D’Acunto, metteva in evidenza come toglie-re il trasporto pubblico da Sant’Angelo a Lioni il sabato sia deleterio per le giovani generazioni, perché rende loro molto difficile, se non impossi-bile, andare al cinema. È assolutamente vero! Lasciamo perdere la di-saffezione di molti a questo meraviglioso intrattenimento (che assoluta-mente non può essere soppiantato da film scaricati illegalmente e maga-ri con qualche parola in russo ogni tanto!), ma non c’è niente di più effi-cace, toccante e memorabile di un film per raccontare la vita. Ed io che curo, ormai dai tempi de “Il Pendolo”, il giornalino del liceo, rubriche pseudo-cinematografiche ogni volta penso che solo con un film puoi arri-vare allo stomaco ed al cuore della gente, magari con il frame giusto al momento giusto o con la colonna sonora da brividi o con la frase perfetta (io, ad esempio, nella mia vita penso e ripenso alla frase “Mi sono sve-

gliata con dentro un grande senso di aspettativa ed ho pensato, ecco,

questo deve essere il preludio della felicità … non mi ha sfiorato l’idea

che era quella la felicità, era quello il momento”, frase concepita da Vir-ginia Woolf, ma meravigliosamente pronunciata da Maryl Streep in The Hours). E allora penso che sarebbe bello, e forse addirittura necessario, organizzare in questo paesino montano un po’ spento un cineforum pen-sato soprattutto per i giovani, in cui magari mettere dentro film come “L’onda” di Dennis Gansel o anche “The blind side” di John Lee Han-cock, e anche senza dibattiti post-proiezione (che pure sono la parte più bella dei cineforum) forse le menti riuscirebbero ad ossigenarsi! Lancio qui l’idea, in questo piccolo mondo virtuale di MoCa, ma conto di farlo con il Forum dei Giovani e magari questa estate avremo qualcosa da vedere in alternativa ai balli sotto le stelle!

Giuseppina Volpe

[email protected]

Un cineforum “social”!

MoCa Press(ing) Giugno 2013

Classifica film

1. Fast & Furious 6

Distribuzione: Universal Pictures

2. La grande bellezza

Distribuzione: Medusa Film

3. Il grande Gatsby

Distribuzione: Warner Bros.

4. Epic

Distribuzione: 20th Century Fox

5. Iron Man 3

Distribuzione: Walt Disney Pictures

6. La casa Distribuzione: Warner Bros.

7. Hansel & Gretel - Cacciatori di

streghe

Distribuzione: Universal Pictures

8. Effetti collaterali

Distribuzione: M2 Pictures

9. Viaggio sola

Distribuzione: Teodora Film

10. No - I giorni dell'arcobaleno

Distribuzione: Bolero Film

Fonte: http://www.comingsoon.it/

BoxOffice/Italia/?refresh_ce

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via Don Minzoni 70,

83048 Montella (AV)