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Spedizione in abbonamento postale Roma, conto corrente postale n. 649004 Copia € 1,00 Copia arretrata € 2,00 L’OSSERVATORE ROMANO GIORNALE QUOTIDIANO Unicuique suum POLITICO RELIGIOSO Non praevalebunt Anno CLX n. 176 (48.500) Città del Vaticano lunedì-martedì 3-4 agosto 2020 . y(7HA3J1*QSSKKM( +"!"!:!z![! All’Angelus il Papa prega per il popolo del Nicaragua, ricorda il “Perdono di Assisi” e auspica nuove forme di solidarietà Senza lavoro famiglie e società non vanno avanti Dopo l’attentato alla cattedrale di Managua Silenzio e preghiera «La povertà», provocata dalla «mancanza di lavoro... è e sarà un problema della post-pandemia». E per risolverlo occorrono «tanta soli- darietà e tanta creatività». Con un’aggiunta personale al testo pre- parato per l’Angelus domenicale del 2 agosto, Papa Francesco ha auspi- cato «che, con l’impegno convergen- te di tutti i responsabili politici ed economici, si rilanci il lavoro», per- ché — ha spiegato — senza lavoro le famiglie e la società non possono andare avanti». L’appello del Pontefice è risuona- to al termine della preghiera maria- na di mezzogiorno, recitata dalla fi- nestra dello studio privato del Palaz- zo apostolico vaticano con i fedeli presenti in piazza San Pietro — nel rispetto delle misure di sicurezza adottate per evitare il diffondersi del contagio da covid-19 — e con quanti lo seguivano attraverso i media. Nella circostanza il pensiero del Papa è andato «anche al popolo del Nicaragua che soffre per l’attentato alla Cattedrale di Managua, dove è stata molto danneggiata — quasi di- strutta — l’immagine tanto venerata di Cristo»; e alla ricorrenza del “Perdono di Assisi”, «il dono spiri- tuale che san Francesco ottenne da Dio per intercessione della Vergine Maria. Si tratta — ha chiarito — di un’indulgenza plenaria che si può ricevere accostandosi ai Sacramen- ti... e visitando una chiesa... recitan- do il Credo, il Padre nostro e pre- gando per il Papa e le sue intenzio- ni». Inoltre, «l’indulgenza può esse- re anche destinata a una persona de- funta», ha aggiunto il vescovo di Roma, rimarcando l’importanza di «rimettere al centro sempre il perdo- no di Dio, che “genera paradiso” in noi e intorno a noi». Anche prima dell’Angelus, nel consueto commento al Vangelo della domenica, Francesco aveva sottoli- neato la necessità di incamminarsi lungo «il percorso della fraternità, che è essenziale per affrontare le po- vertà e le sofferenze di questo mon- do, specialmente in questo momento grave». Prendendo spunto dal «pro- digio della moltiplicazione dei pani» riportato dall’evangelista Matteo (14, 13-21), il Papa aveva infatti indivi- duato «due atteggiamenti contrari» nella risposta alla folla affamata che reclamava cibo: quello dei discepoli, che dicendo a Gesù “congedali” fan- no in concreto la «proposta di un uomo pratico, ma non generosa: “...che si arrangino”»; e quello di Gesù, che «pensa in un altro mo- do», infatti egli «attraverso questa situazione, vuole educare i suoi ami- ci di ieri e di oggi alla logica di Dio», ovvero quella «del farsi carico dell’altro; di non lavarsene le mani; di non guardare da un’altra parte». Del resto, ha sottolineato, «il “che si arrangino” non entra nel vocabola- rio cristiano». Mentre al contrario nel dizionario dei cristiani, ha osservato Francesco, c’è un’altra «parola che si ripete nel Vangelo quando Gesù vede un pro- blema... “Ne ebbe compassione”. Compassione non è un sentimento puramente materiale; la vera com- passione è patire con, prendere su di noi i dolori altrui». Ecco perché, ha concluso, «forse ci farà bene oggi domandarci: quando leggo le notizie delle guerre, della fame, delle pan- demie... ho compassione di quella gente?». PAGINA 8 MANAGUA , 3. È stata una giornata di silenzio e di preghiera quella vis- suta ieri dall’arcidiocesi di Mana- gua, capitale del Nicaragua, a due giorni dall’attentato alla cattedrale dell’Immacolata Concezione, quan- do un uomo incappucciato ha lan- ciato una bomba molotov nella cappella del Sangue di Cristo. Le fiamme hanno bruciato un antico crocifisso, molto venerato dal popo- lo nicaraguense, lo stesso dinanzi al quale si era inginocchiato in pre- ghiera san Giovanni Paolo II nel suo viaggio nel paese nel febbraio 1996. La giornata di silenzio e preghie- ra è stata indetta dall’arcivescovo di Managua, cardinale Leopoldo José Brenes, che ha definito l’attacco «un atto terroristico». Il porporato ha chiesto ai fedeli di perdonare l’autore del gesto. «Questa azione malvagia ha ferito anche tutti noi, sacerdoti, religiosi e religiose, fedeli, uomini e donne di buona volontà» ha dichiarato Brenes, secondo quanto riporta Vatican News. La Giornata di preghiera e silen- zio è stata vissuta in tutte le chiese, le parrocchie e negli altri luoghi di culto dell’arcidiocesi, nonché nelle case e attraverso i social network. Diverse le modalità di adesione proposte ai fedeli: restare in silenzio durante tutto il giorno; pregare da- vanti al crocifisso; digiunare; recita- re il Rosario; promuovere quindi «la pace nei cuori per non cadere nella tentazione della provocazione e dell’odio», come si legge in un comunicato sul sito web del Consi- glio episcopale latinoamericano (Celam). Nella nota, a firma di tutta la presidenza, si esprime solidarietà «alla Chiesa nicaraguense che ac- compagna instancabilmente il suo popolo», nonostante «i problemi strutturali dell’ordine economico e sociale», cui si aggiungono i rigori della pandemia e le avversità a cui i nicaraguensi «resistono radicati nel- la fede, dalla quale attingono forza e speranza per superare le difficol- tà, con un’esemplare dimostrazione di generosità e fratellanza». «Con- danniamo — continua la nota — questo e qualunque altro atto di sa- crilegio o profanazione che attenti contro la vita spirituale dei fedeli e l’opera evangelizzatrice della Chie- sa, specialmente in questi tempi dif- ficili di pandemia in cui viviamo». La nota del Celam si conclude con l’auspicio che le autorità chiari- scano al più presto le dinamiche di questo atto di violenza, «che non è mai accettabile, in alcun modo, da qualunque parte provenga». Tutti — sottolinea il Consiglio episcopale latinoamericano — «dobbiamo con- tinuare a compiere sforzi per vivere in pace e in armonia, lavorando per lo sviluppo dei nostri popoli». L’attacco alla cattedrale di Mana- gua s’inquadra nella più ampia e complessa crisi politica e sociale che il Nicaragua vive ormai da circa due anni. Secondo quanto riporta l’Efe, che cita la ong Centro nicara- guense dei diritti umani (Cenidh), negli ultimi venti mesi sono stati re- gistrati ben 24 attacchi a sacerdoti e chiese. «Tutti questi attacchi alla Chiesa cattolica confermano che il regime del presidente Ortega viola il diritto alla libertà di coscienza, pensiero e religione, stabilito nella Costituzione del Nicaragua e nella Dichiarazione universale dei diritti umani» ha affermato il Cenidh. La crisi in Nicaragua è scoppiata in seguito alle proteste popolari causate dalla riforma delle pensioni. Le proteste hanno portato a scontri sempre più violenti, nei quali han- no perso la vita — secondo bilanci non ufficiali — oltre trecento perso- ne. I negoziati tra governo e oppo- sizione sono attualmente in stallo. Ai giovani riuniti a Medjugorje Oltre la cultura del provvisorio I contagi nel mondo superano i 18 milioni Oms: la pandemia durerà ancora a lungo A colloquio con il nuovo direttore Andrea Arcangeli Per una sanità vaticana sempre piu efficiente ALLINTERNO Nuovi sbarchi a Lampedusa Alarm Phone chiede aiuto per 71 migranti in mare PAGINA 2 CONTINUA A PAGINA 8 GINEVRA, 3. La pandemia non è fi- nita: ci aspetta ancora un «periodo molto lungo» alle prese con il confi- namento e le misure restrittive. Que- sto uno dei punti nodali del comu- nicato dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Ieri si è infatti riunito il comitato per le emergenze per fare il punto sulla pandemia di coronavirus e valutare se mantenere lo stato d’allerta massima decretato sei mesi fa. Il comitato «ha sottoli- neato la lunga durata prevista di questa pandemia di covid-19, rile- vando l’importanza di sforzi soste- nuti a livello comunitario, nazionale, regionale e globale». Il direttore dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus ha dichiara- to che la diffusione del covid-19 «continua a costituire un’emergenza sanitaria pubblica di interesse inter- nazionale, accettando il parere espresso dal comitato di emergen- za». Il direttore generale «ha sottoli- neato i progressi nella comprensione globale del virus dalla dichiarazione dell’emergenza sanitaria pubblica di interesse internazionale proclamata il 30 gennaio 2020» si legge nella nota. «L’Oms continua a valutare il livello di rischio globale per il co- vid-19 come molto elevato» e per questo occorre «continuare a mobili- tare organizzazioni e partner multi- laterali globali e regionali per la pre- parazione e la risposta al covid, per supportare gli Stati membri nel mantenimento dei servizi sanitari, accelerando nel contempo la ricerca e l’eventuale accesso a diagnostica, terapie e vaccini». Nel mondo, intanto, i contagi nel mondo hanno superato i 18 milioni di casi, con pesantissime ricadute sull’economia mondiale. Il Sud America continua a essere, in questa fase, l’epicentro della crisi. Nella so- la giornata di ieri il numero dei morti provocati dal virus nell’intera America latina ha superato quota 200.000. Il numero di morti da covid-19 in Brasile ha superato la soglia dei 94.000: è quanto emerge dai conteg- gi della Johns Hopkins University. Nelle ultime 24 ore sono stati regi- strati nel Paese 541 ulteriori decessi, un dato che ha portato il bilancio delle vittime dall’inizio della pande- mia a quota 94.104. Allo stesso tem- po, il totale dei contagi è salito a quota 2.733.677, di cui 25.800 nelle ultime 24 ore. Da segnalare anche la situazione in Argentina, dove è stata superata la soglia dei 200.000 contagi. Nelle ultime 24 ore sono morti nel Paese 52 pazienti che erano ricoverati nei reparti di terapia intensiva degli ospedali. La Colombia ha invece fatto segnare 320 morti nelle ultime 24 ore, con contagi in aumento di circa 11.000 unità. di NICOLA GORI O ltre duecentoventimila ana- lisi di laboratorio, cinquan- taduemila prestazioni di medicina interna e trentaduemila di specialistica in un anno. Sono solo alcuni dati dei servizi offerti dagli ambulatori della Direzione di sanità ed igiene dello Stato della Città del Vaticano. Una sanità snella, effi- ciente, che si occupa di tutti quanti vivono all’interno delle Mura leoni- ne, oltre ai dipendenti e ai pensio- nati della Santa Sede. Una sanità che ha affrontato prontamente l’emergenza per la pandemia da co- vid-19 ed è preparata per una even- tuale seconda ondata dell’infezione. Ne abbiamo parlato con il neo di- rettore, il professor Andrea Arcan- geli, che il 1° agosto ha assunto l’in- carico. Lei opera in Vaticano dal 1999, qual è la caratteristica che contraddistingue la sanità all’interno di questa realtà? La Direzione di sanità ed igiene si occupa della tutela e della salute dei residenti nella Città del Vatica- no e di tutti i dipendenti della San- ta Sede sia attivi, sia pensionati. La sua opera si attua attraverso un ser- vizio che mette a disposizione degli assistiti sia un ambulatorio di medi- cina generale, aperto anche alle ne- cessità urgenti, sia un poliambula- torio specialistico dove sono rap- presentate le principali branche specialistiche. Inoltre, la Direzione è dotata di un servizio diagnostico di radiologia ed ecografia e di un laboratorio di analisi cliniche che permette l’esecuzione di tutti i prin- cipali esami. Oltre a questo, si oc- cupa anche della gestione sanitaria degli eventi e delle udienze che si svolgono durante l’anno, sia in pre- senza del Papa, sia in altre occasio- ni. Ci sono alcuni raduni e incontri, in cui le persone coinvolte sono mi- gliaia, come le udienze del mercole- dì. Tutte le emergenze mediche che si verificano in piazza San Pietro vengono gestite dalla nostra Dire- zione che opera con medici e infer- mieri che dispongono di attrezzatu- re di soccorso e ambulanze. Come medico rianimatore ha fatto parte dell’équipe che ha curato Gio- vanni Paolo II dal febbraio all’aprile 2005. Cosa l’ha colpita di più in quei giorni dell’agonia e della morte del Pontefice? Lo abbiamo seguito sia durante il ricovero al Policlinico Gemelli, sia nel periodo di permanenza nell’ap- partamento papale fino all’ultimo giorno in cui spirò. Ciò che mi è ri- masto più impresso in quelle ore in cui fui a stretto contatto con lui, so- no state la serenità con cui affrontò la malattia e la fiducia che aveva nei nostri confronti. Forse la cosa che ricordo meglio avvenne una notte in cui ero di turno: le suore che lo assistevano gli stavano leg- gendo un testo in polacco. Io non conoscendo la lingua non capivo. A un certo punto, le religiose pronun- ciarono dei termini scientifici che fui in grado di comprendere e mi resi conto che gli stavano leggendo qualche testo sulla fecondazione ar- tificiale, argomento allora molto di- battuto. Mi accorsi così che anche in quel momento di malattia, Gio- vanni Paolo II continuava a svolge- re efficacemente il suo ruolo di gui- da della Chiesa. A quel tempo ero medico rianimatore. E fino a un an- no fa prestavo la mia attività nel Policlinico Gemelli come responsa- bile dell’unità operativa di Terapia intensiva post-operatoria. Come nuovo direttore di sanità ed igiene in Vaticano quale realtà si tro- va a gestire? Può offrirci qualche da- to? La nostra attività si esplica in di- versi settori. Posso fornire alcune cifre relative allo scorso anno. La struttura dispone di un organico PAGINA 8 #CantiereGiovani PER COSTRUIRE E ALIMENTARE UNALLEANZA TRA LE GENERAZIONI Il libro di Michele Trabucco «Storia di Behn» Un incontro tra i banchi di scuola ROBERTO CETERA A PAGINA 4 OSPEDALE DA CAMPO Assistenza ai migranti nel sud-est asiatico Chiamati a servire i volti di Cristo PAOLO AFFATATO A PAGINA 7 In India volontari cattolici aiutano a seppellire le vittime del virus Morire con dignità PAGINA 7 Immagine computerizzata del covid-19 realizzata da Nexu Science Communication (Reuters)

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L’OSSERVATORE ROMANOGIORNALE QUOTIDIANO

Unicuique suum

POLITICO RELIGIOSO

Non praevalebunt

Anno CLX n. 176 (48.500) Città del Vaticano lunedì-martedì 3-4 agosto 2020

.

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SKKM(

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All’Angelus il Papa prega per il popolo del Nicaragua, ricorda il “Perdono di Assisi” e auspica nuove forme di solidarietà

Senza lavorofamiglie e società non vanno avanti

Dopo l’attentato alla cattedrale di Managua

Silenzioe preghiera

«La povertà», provocata dalla«mancanza di lavoro... è e sarà unproblema della post-pandemia». Eper risolverlo occorrono «tanta soli-darietà e tanta creatività». Conun’aggiunta personale al testo pre-parato per l’Angelus domenicale del2 agosto, Papa Francesco ha auspi-cato «che, con l’impegno convergen-te di tutti i responsabili politici edeconomici, si rilanci il lavoro», per-ché — ha spiegato — senza lavoro lefamiglie e la società non possonoandare avanti».

L’appello del Pontefice è risuona-to al termine della preghiera maria-na di mezzogiorno, recitata dalla fi-nestra dello studio privato del Palaz-zo apostolico vaticano con i fedelipresenti in piazza San Pietro — nelrispetto delle misure di sicurezzaadottate per evitare il diffondersi delcontagio da covid-19 — e con quantilo seguivano attraverso i media.

Nella circostanza il pensiero delPapa è andato «anche al popolo delNicaragua che soffre per l’attentato

alla Cattedrale di Managua, dove èstata molto danneggiata — quasi di-strutta — l’immagine tanto veneratadi Cristo»; e alla ricorrenza del“Perdono di Assisi”, «il dono spiri-tuale che san Francesco ottenne daDio per intercessione della VergineMaria. Si tratta — ha chiarito — diun’indulgenza plenaria che si puòricevere accostandosi ai Sacramen-ti... e visitando una chiesa... recitan-do il Credo, il Padre nostro e pre-gando per il Papa e le sue intenzio-ni». Inoltre, «l’indulgenza può esse-re anche destinata a una persona de-funta», ha aggiunto il vescovo diRoma, rimarcando l’importanza di«rimettere al centro sempre il perdo-no di Dio, che “genera paradiso” innoi e intorno a noi».

Anche prima dell’Angelus, nelconsueto commento al Vangelo delladomenica, Francesco aveva sottoli-neato la necessità di incamminarsilungo «il percorso della fraternità,che è essenziale per affrontare le po-vertà e le sofferenze di questo mon-do, specialmente in questo momentograve». Prendendo spunto dal «pro-digio della moltiplicazione dei pani»riportato dall’evangelista Matteo (14,13-21), il Papa aveva infatti indivi-duato «due atteggiamenti contrari»nella risposta alla folla affamata chereclamava cibo: quello dei discepoli,che dicendo a Gesù “congedali” fan-no in concreto la «proposta di unuomo pratico, ma non generosa:“...che si arrangino”»; e quello diGesù, che «pensa in un altro mo-do», infatti egli «attraverso questasituazione, vuole educare i suoi ami-ci di ieri e di oggi alla logica diDio», ovvero quella «del farsi caricodell’altro; di non lavarsene le mani;

di non guardare da un’altra parte».Del resto, ha sottolineato, «il “che siarrangino” non entra nel vocabola-rio cristiano».

Mentre al contrario nel dizionariodei cristiani, ha osservato Francesco,c’è un’altra «parola che si ripete nelVangelo quando Gesù vede un pro-blema... “Ne ebbe compassione”.Compassione non è un sentimento

puramente materiale; la vera com-passione è patire con, prendere su dinoi i dolori altrui». Ecco perché, haconcluso, «forse ci farà bene oggidomandarci: quando leggo le notiziedelle guerre, della fame, delle pan-demie... ho compassione di quellagente?».

PAGINA 8

MA N A G UA , 3. È stata una giornatadi silenzio e di preghiera quella vis-suta ieri dall’arcidiocesi di Mana-gua, capitale del Nicaragua, a duegiorni dall’attentato alla cattedraledell’Immacolata Concezione, quan-do un uomo incappucciato ha lan-ciato una bomba molotov nellacappella del Sangue di Cristo. Lefiamme hanno bruciato un anticocrocifisso, molto venerato dal popo-lo nicaraguense, lo stesso dinanzi alquale si era inginocchiato in pre-ghiera san Giovanni Paolo II nelsuo viaggio nel paese nel febbraio1996.

La giornata di silenzio e preghie-ra è stata indetta dall’arcivescovo diManagua, cardinale Leopoldo JoséBrenes, che ha definito l’attacco«un atto terroristico». Il porporatoha chiesto ai fedeli di perdonarel’autore del gesto. «Questa azionemalvagia ha ferito anche tutti noi,sacerdoti, religiosi e religiose, fedeli,uomini e donne di buona volontà»ha dichiarato Brenes, secondoquanto riporta Vatican News.

La Giornata di preghiera e silen-zio è stata vissuta in tutte le chiese,le parrocchie e negli altri luoghi diculto dell’arcidiocesi, nonché nellecase e attraverso i social network.Diverse le modalità di adesioneproposte ai fedeli: restare in silenziodurante tutto il giorno; pregare da-vanti al crocifisso; digiunare; recita-re il Rosario; promuovere quindi«la pace nei cuori per non caderenella tentazione della provocazionee dell’odio», come si legge in uncomunicato sul sito web del Consi-glio episcopale latinoamericano(Celam).

Nella nota, a firma di tutta lapresidenza, si esprime solidarietà«alla Chiesa nicaraguense che ac-compagna instancabilmente il suopopolo», nonostante «i problemistrutturali dell’ordine economico esociale», cui si aggiungono i rigori

della pandemia e le avversità a cui inicaraguensi «resistono radicati nel-la fede, dalla quale attingono forzae speranza per superare le difficol-tà, con un’esemplare dimostrazionedi generosità e fratellanza». «Con-danniamo — continua la nota —questo e qualunque altro atto di sa-crilegio o profanazione che attenticontro la vita spirituale dei fedeli el’opera evangelizzatrice della Chie-sa, specialmente in questi tempi dif-ficili di pandemia in cui viviamo».

La nota del Celam si concludecon l’auspicio che le autorità chiari-scano al più presto le dinamiche diquesto atto di violenza, «che non èmai accettabile, in alcun modo, daqualunque parte provenga». Tutti —sottolinea il Consiglio episcopalelatinoamericano — «dobbiamo con-tinuare a compiere sforzi per viverein pace e in armonia, lavorando perlo sviluppo dei nostri popoli».

L’attacco alla cattedrale di Mana-gua s’inquadra nella più ampia ecomplessa crisi politica e socialeche il Nicaragua vive ormai da circadue anni. Secondo quanto riportal’Efe, che cita la ong Centro nicara-guense dei diritti umani (Cenidh),negli ultimi venti mesi sono stati re-gistrati ben 24 attacchi a sacerdoti echiese. «Tutti questi attacchi allaChiesa cattolica confermano che ilregime del presidente Ortega violail diritto alla libertà di coscienza,pensiero e religione, stabilito nellaCostituzione del Nicaragua e nellaDichiarazione universale dei dirittiumani» ha affermato il Cenidh.

La crisi in Nicaragua è scoppiatain seguito alle proteste popolaricausate dalla riforma delle pensioni.Le proteste hanno portato a scontrisempre più violenti, nei quali han-no perso la vita — secondo bilancinon ufficiali — oltre trecento perso-ne. I negoziati tra governo e oppo-sizione sono attualmente in stallo.

Ai giovani riuniti a Medjugorje

O ltrela cultura

del provvisorio

I contagi nel mondo superano i 18 milioni

Oms: la pandemia durerà ancora a lungo

A colloquio con il nuovo direttore Andrea Arcangeli

Per una sanità vaticanasempre piu efficiente

ALL’INTERNO

Nuovi sbarchi a Lampedusa

Alarm Phonechiede aiutoper 71 migrantiin mare

PAGINA 2 CO N T I N UA A PA G I N A 8

GINEVRA, 3. La pandemia non è fi-nita: ci aspetta ancora un «periodomolto lungo» alle prese con il confi-namento e le misure restrittive. Que-sto uno dei punti nodali del comu-nicato dell’Organizzazione mondialedella sanità (Oms). Ieri si è infattiriunito il comitato per le emergenzeper fare il punto sulla pandemia dicoronavirus e valutare se mantenerelo stato d’allerta massima decretatosei mesi fa. Il comitato «ha sottoli-neato la lunga durata prevista diquesta pandemia di covid-19, rile-vando l’importanza di sforzi soste-nuti a livello comunitario, nazionale,regionale e globale».

Il direttore dell’Oms TedrosAdhanom Ghebreyesus ha dichiara-to che la diffusione del covid-19«continua a costituire un’e m e rg e n z asanitaria pubblica di interesse inter-nazionale, accettando il parereespresso dal comitato di emergen-za». Il direttore generale «ha sottoli-neato i progressi nella comprensioneglobale del virus dalla dichiarazionedell’emergenza sanitaria pubblica diinteresse internazionale proclamatail 30 gennaio 2020» si legge nellanota. «L’Oms continua a valutare illivello di rischio globale per il co-vid-19 come molto elevato» e perquesto occorre «continuare a mobili-tare organizzazioni e partner multi-

laterali globali e regionali per la pre-parazione e la risposta al covid, persupportare gli Stati membri nelmantenimento dei servizi sanitari,accelerando nel contempo la ricercae l’eventuale accesso a diagnostica,terapie e vaccini».

Nel mondo, intanto, i contagi nelmondo hanno superato i 18 milionidi casi, con pesantissime ricadutesull’economia mondiale. Il SudAmerica continua a essere, in questafase, l’epicentro della crisi. Nella so-la giornata di ieri il numero deimorti provocati dal virus nell’interaAmerica latina ha superato quota200.000.

Il numero di morti da covid-19 inBrasile ha superato la soglia dei94.000: è quanto emerge dai conteg-gi della Johns Hopkins University.Nelle ultime 24 ore sono stati regi-strati nel Paese 541 ulteriori decessi,un dato che ha portato il bilanciodelle vittime dall’inizio della pande-mia a quota 94.104. Allo stesso tem-po, il totale dei contagi è salito aquota 2.733.677, di cui 25.800 nelleultime 24 ore.

Da segnalare anche la situazionein Argentina, dove è stata superatala soglia dei 200.000 contagi. Nelleultime 24 ore sono morti nel Paese52 pazienti che erano ricoverati nei

reparti di terapia intensiva degliospedali. La Colombia ha invecefatto segnare 320 morti nelle ultime24 ore, con contagi in aumento dicirca 11.000 unità.

di NICOLA GORI

Oltre duecentoventimila ana-lisi di laboratorio, cinquan-taduemila prestazioni di

medicina interna e trentaduemila dispecialistica in un anno. Sono soloalcuni dati dei servizi offerti dagliambulatori della Direzione di sanitàed igiene dello Stato della Città delVaticano. Una sanità snella, effi-ciente, che si occupa di tutti quantivivono all’interno delle Mura leoni-ne, oltre ai dipendenti e ai pensio-nati della Santa Sede. Una sanitàche ha affrontato prontamentel’emergenza per la pandemia da co-vid-19 ed è preparata per una even-tuale seconda ondata dell’infezione.Ne abbiamo parlato con il neo di-rettore, il professor Andrea Arcan-geli, che il 1° agosto ha assunto l’in-carico.

Lei opera in Vaticano dal 1999, qualè la caratteristica che contraddistinguela sanità all’interno di questa realtà?

La Direzione di sanità ed igienesi occupa della tutela e della salutedei residenti nella Città del Vatica-no e di tutti i dipendenti della San-ta Sede sia attivi, sia pensionati. Lasua opera si attua attraverso un ser-vizio che mette a disposizione degliassistiti sia un ambulatorio di medi-cina generale, aperto anche alle ne-cessità urgenti, sia un poliambula-torio specialistico dove sono rap-presentate le principali branchespecialistiche. Inoltre, la Direzioneè dotata di un servizio diagnosticodi radiologia ed ecografia e di unlaboratorio di analisi cliniche chepermette l’esecuzione di tutti i prin-

cipali esami. Oltre a questo, si oc-cupa anche della gestione sanitariadegli eventi e delle udienze che sisvolgono durante l’anno, sia in pre-senza del Papa, sia in altre occasio-ni. Ci sono alcuni raduni e incontri,in cui le persone coinvolte sono mi-gliaia, come le udienze del mercole-dì. Tutte le emergenze mediche chesi verificano in piazza San Pietrovengono gestite dalla nostra Dire-zione che opera con medici e infer-mieri che dispongono di attrezzatu-re di soccorso e ambulanze.

Come medico rianimatore ha fattoparte dell’équipe che ha curato Gio-vanni Paolo II dal febbraio all’aprile2005. Cosa l’ha colpita di più in queigiorni dell’agonia e della morte delPontefice?

Lo abbiamo seguito sia durante ilricovero al Policlinico Gemelli, sianel periodo di permanenza nell’ap-partamento papale fino all’ultimogiorno in cui spirò. Ciò che mi è ri-masto più impresso in quelle ore incui fui a stretto contatto con lui, so-no state la serenità con cui affrontòla malattia e la fiducia che avevanei nostri confronti. Forse la cosache ricordo meglio avvenne unanotte in cui ero di turno: le suoreche lo assistevano gli stavano leg-gendo un testo in polacco. Io nonconoscendo la lingua non capivo. Aun certo punto, le religiose pronun-ciarono dei termini scientifici chefui in grado di comprendere e miresi conto che gli stavano leggendoqualche testo sulla fecondazione ar-tificiale, argomento allora molto di-battuto. Mi accorsi così che anchein quel momento di malattia, Gio-vanni Paolo II continuava a svolge-re efficacemente il suo ruolo di gui-da della Chiesa. A quel tempo eromedico rianimatore. E fino a un an-no fa prestavo la mia attività nelPoliclinico Gemelli come responsa-bile dell’unità operativa di Terapiaintensiva post-operatoria.

Come nuovo direttore di sanità edigiene in Vaticano quale realtà si tro-va a gestire? Può offrirci qualche da-to?

La nostra attività si esplica in di-versi settori. Posso fornire alcunecifre relative allo scorso anno. Lastruttura dispone di un organico

PAGINA 8

#CantiereGiovaniPER COSTRUIRE E A L I M E N TA R E UN’ALLEANZA TRA LE GENERAZIONI

Il libro di Michele Trabucco «Storia di Behn»

Un incontro tra i banchi di scuola

ROBERTO CETERA A PA G I N A 4

OSPEDALE DA CAMPO

Assistenza ai migrantinel sud-est asiatico

Chiamati a servirei volti di Cristo

PAOLO AF FATAT O A PA G I N A 7

In India volontari cattolici aiutanoa seppellire le vittime del virus

Morire con dignità

PAGINA 7Immagine computerizzata del covid-19 realizzata da Nexu Science Communication (Reuters)

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L’OSSERVATORE ROMANOpagina 2 lunedì-martedì 3-4 agosto 2020

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Contagi in calo ma meno tamponi mentre il governo si prepara a prorogare le misure contenitive

Virus, l’Italianon abbassa la guardia

Quarant’anni fa la strage di Bologna

Il doveredella verità

Dopo il rogo di un anno fa

Partono i lavoriper il restauro

dell’o rg a n odi Notre-Dame

PARIGI, 3. Iniziano oggi i lavori diripulitura e restauro del grande or-gano di Notre-Dame, danneggiatonel devastante incendio del 15 apriledello scorso anno che coinvolse lacattedrale di Parigi. Lo ha reso notol’ente pubblico incaricato dei lavoridi ristrutturazione della chiesa, pre-cisando che l’organo sarà smontatopezzo per pezzo in vista del restau-ro che dovrebbe concludersi nel2024.

L’incendio è avvenuto il 15 aprile2019, nel tardo pomeriggio. Lefiamme hanno provocato danni si-gnificativi, tra cui il crollo del tetto,e ha causato il ferimento di tre per-sone: due agenti di polizia e un vi-gile del fuoco, intervenuti per spe-gnere le fiamme.

Secondo il presidente franceseEmmanuel Macron, il restauro diNotre-Dame è un «simbolo della re-silienza», tanto più prezioso nell'at-tuale crisi. «Ricostruiremo Notre-Dame in cinque anni, l'ho promes-so. Faremo di tutto per rispettarequesta scadenza» ha detto Macron.L'emergenza sanitaria e il confina-mento hanno bloccato il cantiere:dal 16 marzo tutto si è fermato, glioltre duecento operai sono a casa inattesa di capire quando sarà possibi-le ricominciare. Il cantiere aveva giàsubito pause e ritardi. Dopo 12 mesinon è ancora finita la messa in sicu-rezza della cattedrale, e della rico-struzione si comincerà a parlare for-se l'anno prossimo.

Nuovi sbarchi a Lampedusa

Alarm Phone chiede aiuto per 71 migranti in mare

Barcone alla deriva nel Mediterraneo

Uccisi cinque soldatiin un duplice attacco in Mali

In Sud Africa500.000 casi

di coronavirus

Crolla una digain Sudan:

distrutte 600 case

KHARTOUM, 3. Centinaia di abita-zioni sono state distrutte o allagatein Sudan, nello stato meridionaledel Nilo Azzurro, in seguito al crol-lo di una diga causato dalle pioggetorrenziali. Le autorità locali nonhanno ancora reso noto il bilanciodelle vittime.

L’inondazione ha investito unauna vasta area sulle coste del NiloAzzurro. Il crollo è avvenuto nel di-stretto di Bout, «distruggendo oltre600 case, e provocando l’allagamen-to di molte altre», precisano fontilocali, riferendo che i residenti era-no stati evacuati. La zona è al mo-mento isolata e non è possibilequantificare i danni con precisione.Il cedimento, a quanto si apprende,è avvenuto due giorni fa, ma ancoranon sono note le cause dell’inciden-te.

Il crollo ha provocato la tracima-zione di un bacino di 5 milioni dimetri cubi di acqua potabile, desti-nata prevalentemente ad uso agrico-lo. Ogni anno, nei mesi di giugno eluglio, in Sudan si verificano a fortipiogge che spesso causano graviinondazioni. Già nella giornata digiovedì, le autorità meteorologichedel Sudan, hanno avvertito dell’arri-vo di piogge da medie a forti, ac-compagnate da raffiche di vento invarie aree del Paese.

CITTÀ DEL CA P O, 3. Resta alta laguardia in Africa per l’accelera-zione della pandemia da covid-19. Al momento 725 mila casi e 15mila morti. Preoccupa in partico-lare il Sud Africa dove è statosuperato il mezzo milione dicontagi, mentre i decessi sonocirca 8.153. Crescono i contagianche in Tunisia, dove nelle ulti-me 24 ore sono stati riscontratialtri 11 positivi, portando a 1.552il totale. I decessi sono invece 51.

ROMA, 3. Sono passati 40 anni eBologna continua a non dimentica-re, chiamando a raccolta tutto ilPaese. L’anniversario della stragedel 2 agosto 1980 è vivo ed è statopartecipato anche senza il corteoistituzionale, per le precauzioni anti-covid, ma con un sentito e ineditocollegamento da piazza Maggiorecon la stazione ferroviaria, ora inti-tolata alle vittime, durante il minutodi silenzio alle 10.25, orario del-l’esplosione.

Il quarantennale dell’attentato piùgrave del dopoguerra in Italia (85morti e 200 feriti) ha coinvolto lemassime cariche istituzionali, dalpresidente della Repubblica SergioMattarella, che giovedì si era recatoa Bologna, alla presidente del Sena-to, Maria Elisabetta Alberti Casella-ti, ieri sul palco a piazza Maggiore,dal presidente del consiglio, Giusep-pe Conte, al presidente della Came-ra, Roberto Fico, che hanno inviatomessaggi, a testimoniare la vicinan-za di tutto lo Stato ai familiari, dasempre in cerca di verità e giustizia.

«In occasione del quarantesimoanniversario della strage della sta-zione desidero, a distanza di pochigiorni dalla mia visita a Bologna edall’incontro nel luogo dell’attenta-to, riaffermare la vicinanza, la soli-darietà e la partecipazione al doloredei familiari delle vittime e alla cittàdi Bologna, così gravemente colpitidall’efferato e criminale gesto terro-ristico» si legge in una dichiarazio-ne di Mattarella. «Riaffermando, alcontempo, il dovere della memoria,l’esigenza di piena verità e giustiziae la necessità di una instancabileopera di difesa dei principi di liber-tà e democrazia».

Nel suo intervento Casellati hasottolineato l’importanza della tra-sparenza delle istituzioni. «Siamo

tutti qui per ricordare che le istitu-zioni hanno un debito di verità neiconfronti di Bologna e dell’i n t e roPaese e verità significa prima di tut-to conoscenza e trasparenza» hasottolineato, aggiungendo: «Diamofinalmente risposte a una città chein questi 40 anni non si è mai dataper vinta, non ha mai smesso di far-si domande e di credere nella stradadella giustizia. Perché rendere giu-stizia non significa soltanto identifi-care e punire i responsabili. Signifi-ca soprattutto accertare, chiarire ericostruire puntualmente ogni fatto,ogni dinamica, ogni interesse, ogni

finalità». Al termine del discorso diCasellati sono stati letti i nomi ditutte le vittime della strage.

Per la città è intervenuto il sinda-co, Virginio Merola: «In questi 40anni — ha detto — Bologna è statoun esempio riconosciuto di parteci-pazione democratica e di impegnocivico, di come si lotta per difenderela democrazia che ci ha consegnatola resistenza. Noi restiamo fedeli al-la Costituzione antifascista e ribellialla violenza e a ogni dittatura».

Un messaggio di speranza è statolanciato anche dall’associazione deifamiliari delle vittime. «Le speranzedi ottenere una completa veritàsull’episodio più atroce della storiadel nostro Paese cominciano a rea-lizzarsi» ha detto il presidentedell’associazione Paolo Bolognesi.«Il 2 agosto 1980 non scoppiaronocaldaie, non fu una fatalità, non unerrore di comunisti palestinesi, mauna spietata volontà di terroristi fa-scisti, una bomba nera con la coper-tura sistematica di settori importantidello Stato» ha aggiunto, citando inun passaggio del suo discorso anchedue condannati, Giusva Fioravanti eFrancesca Mambro: «Non hannomai collaborato, oggi sono piena-mente liberi e spesso trattati comestar. È sconvolgente».

In piazza Maggiore erano presen-ti mille persone, il massimo consen-tito dalle restrizioni per la pande-mia. Come detto, il tradizionale cor-teo dalla piazza alla stazione non haavuto luogo. In piazza era presenteanche l’autobus 37, simbolo dellastrage, perché 40 anni fa fu utilizza-to per trasportare feriti in ospedalee poi i morti.

Un momento della cerimonia a piazza Maggiore (Ansa)

È mortoJohn Hume

Nobel per la pace

DU B L I N O, 3. È morto oggi JohnHume, premio Nobel per la paceper il suo contributo alla riconci-liazione in Irlanda del Nord. 83anni, Hume, cattolico, ex inse-gnante e attivista per i dirittiumani, è stato fino al 2001 il lea-der del Partito socialdemocraticoe laburista (Sdlp), di cui fu tra ifondatori nel 1970. Ricevette ilpremio Nobel nel 1998, l’annodella firma dell’accordo di pacedel Venerdì santo.

ROMA, 3. Contagi ancora in calo,per il secondo giorno di fila, pur te-nendo conto del crollo dei tamponi(meno 17 mila) in 24 ore, e 8 vittimetutte in Lombardia: l’andamento delcoronavirus in Italia segue un anda-mento oscillante, ma per la primavolta dopo settimane si registranonuovi casi in tutte le regioni, nessu-na esclusa. Intanto, si moltiplicanole segnalazioni di positivi e poten-ziali focolai, spinti dalle più disin-volte abitudini estive.

A Civitavecchia due navi da cro-ciera, senza passeggeri, sono statemesse in isolamento dopo la scoper-ta di tre casi fra gli equipaggi. ARoma è stato chiuso un centro esti-vo. Per un giorno la Lombardia tor-na a far parlare di sé registrandotutti i deceduti in Italia, ma per nu-mero di nuovi contagiati individuaticon 38 è dietro a Emilia Romagna(49) e Veneto (45). Tra le prime re-gioni anche il Lazio con 17 casi, ilPiemonte con 15 e il Friuli VeneziaGiulia con 10.

Il governo si appresta nel frattem-po a prorogare l’obbligo di masche-rina nei luoghi chiusi accessibili alpubblico, dai negozi appunto aiconvogli ferroviari, anche oltre ferra-gosto. In sostanza, secondo quanto

trapela, saranno tutte confermate lemisure anti-contagio, a partire daquelle valide per i mezzi di traspor-to. «Il rischio c'è, attenti ai compor-tamenti irragionevoli» ammonisceda Bari la virologa Maria Chironna,«ci aspettano 2-3 settimane criti-che».

Anche nel resto d’Europa l’allertaè alta. I contagi sono in aumentosoprattutto in Grecia e nei Balcani.La Gran Bretagna studia nuove mi-sure di contenimento.

Da segnalare l’impennata di casiin Russia. Sono 5.394 i nuovi casidi covid-19 registrati nelle ultime 24ore. Sale così a 856.264 il totale deicontagi nel Paese, il quarto al mon-do in termini assoluti. Stando aidati ufficiali, 79 persone sono dece-dute in Russia nelle ultime 24 ore acausa del virus Sars-Cov-2 per untotale di 14.207 morti dall’iniziodell’epidemia. Lo riporta il centrooperativo nazionale anticoronavi-ru s .

ROMA, 3. Prosegue l’e m e rg e n z asbarchi nel Mediterraneo, con nuo-vi arrivi a Lampedusa. In acquemaltesi, 72 persone su un gommonee altre 22 su un secondo barcone,ormai senza carburante, sono rima-sti in attesa dei soccorsi. Lo ha se-gnalato l’organizzazione non gover-nativa Alarm Phone, lanciando l’al-larme sabato scorso per circa 71 mi-granti, tra cui donne e bambini,partiti dalla Libia che si trovavanoin difficoltà in zona Sar (Searchand rescue — Ricerca e soccorso)maltese.

«Abbiamo perso il contatto conle 71 persone in pericolo a bordo diun gommone. Erano disperati (...)Temiamo un respingimento verso laLibia», scrive su twitter Alarm Pho-ne. Domenica pomeriggio l’ong halanciato una richiesta di aiuto perun’altra imbarcazione in difficoltàin acque maltesi dopo essere statacontattata da 22 persone in fugadalla Libia. «Le autorità sono in-formate. Chiediamo al Rcc di Mal-ta di non ritardare ancora una voltai soccorsi» scrive la ong.

A Lampedusa prosegue intantoincessante il transito di migranti,nonostante l’allarme lanciato nelleultime ore dal sindaco, il quale ave-va paventato la chiusura del Centroche ospita gli immigrati, a rischiocollasso dopo aver raggiunto quasila soglia di mille presenze. Nelleultime ore si registrano una trentinadi nuovi arrivi con due approdi di-rettamente sulla terraferma e uno al

porto. I migranti sono stati tuttitrasferiti nell’hotspot, dove — dop oalcuni trasferimenti verso PortoEmpedocle per alleggerire la strut-tura — resteranno 712 persone.

Anche ieri, dopo gli ultimi sbar-chi, sono giunti sul posto gli opera-

tori per eseguire i tamponi, ma lamaggior parte degli ospiti, è statoconstatato, non indossa le masche-rine. Proprio per far fronte a unasituazione sempre più critica, nelleprossime ore è atteso, davanti aLampedusa, l’ancoraggio della nave

con mille posti per alleggerire lastruttura sull’isola e quella di PortoEmp edo cle.

Parallelamente, sull’altro versantedello Stivale, sono esplose di nuo-vo le tensioni nel ghetto di BorgoMezzanone, alle porte di Foggia.Nell’insediamento abusivo, immer-so nelle campagne pugliesi, una ris-sa tra diversi migranti è sfociata lanotte scorsa nell’incendio di unadecina di baracche e nel ferimentodi tre persone.

Sul fronte politico prosegue inve-ce l’attenzione verso gli sbarchi dal-la Tunisia del ministro degli Esteriitaliano, Luigi Di Maio, il quale neigiorni scorsi aveva annunciato lasospensione dei fondi per la coope-razione. E a proposito della nuovaondata migratoria dalla Tunisia, daBerlino arrivano manifestazioni disolidarietà nei confronti delle auto-rità italiane: «Non lasciamo l’Italiada sola, non ripetiamo errori delpassato». Lo ha affermato il mini-stro degli esteri tedesco, HeikoMaas, sottolineando che «l’Italia èstata colpita di sorpresa da una for-te ondata di migranti dalla Tunisianelle scorse settimane». «Di impor-tanza decisiva è anche la collabora-zione con i paesi di provenienza»,continua Maas. «Per questo scopoci impegneremo nell’ambito dellapresidenza del semestre europeo»,che fino a dicembre è della Germa-nia, ha concluso il ministro. «Ades-so serve una risposta di tutta l’Eu-ropa» ha ribadito Di Maio.

BA M A KO, 3. Almeno cinque soldatimaliani sono stati uccisi e cinqueferiti, ieri, durante due attacchi si-multanei nel Mali centrale. La re-gione è teatro dall’inizio dell’annodi numerosi attacchi attribuiti aijihadisti. Lo rendono noto le forzearmate maliane, precisando che ilbilancio resta ancora provvisorio.Alcuni militari risultano ancora di-sp ersi.

Un primo scontro è avvenutotra il villaggio di Goma-Coura e lacittà di Diabaly, nella regione diSégou, dove è stato preso di mira

un convoglio militare impegnatonel pattugliamento. Contempora-neamente, un campo dell’esercito èstato attaccato a colpi di artiglieriaa Goma-Coura. La base è già statateatro di una strage alla fine digennaio di quest’anno e gli abitan-ti vivono nella paura. Allora eranomorti una ventina di militari. L’at-tacco è stato poi rivendicato dalGruppo di sostegno all’Islam e aiMusulmani (Gsim).

Nel duplice attacco sono statidistrutti anche numerosi veicoli erubati diversi pickup.

Page 3: A colloquio con il nuovo direttore Andrea Arcangeli …...Spedizione in abbonamento postale Roma, conto corrente postale n. 649004 L’OSSERVATORE ROMANO Copia € 1,00 Copia arretrata

L’OSSERVATORE ROMANOlunedì-martedì 3-4 agosto 2020 pagina 3

La decisione giudicata sconsiderata dall’associazione dei corrispondenti della Casa Bianca

Stati Uniti, convention repubblicanavietata ai media

Oltre 47.000 contagi in un giorno

Negli Usa nuova fasedella pandemia

WASHINGTON, 3. La convention delpartito repubblicano statunitense, inprogramma dal 21 al 24 agosto aCharlotte, in North Carolina, saràvietata agli organi di informazione.Non era mai accaduto e la decisioneè stata definita «sconsiderata»dall’associazione dei corrispondentidella Casa Bianca. «Il partito repub-blicano dovrebbe riconsiderare laquestione», ha affermato il presiden-te dell’associazione, Zeke Miller, ag-giungendo che «la nomination diuno dei principali candidati presi-denziali è soprattutto un affare degliamericani».

Quello che doveva essere lo showmediatico per rilanciare le chance dirielezione del presidente DonaldTrump rischia, così, di tramutarsi inun semplice passaggio burocratico,dove un pugno di delegati — solo336 su 2.500 — discuterà e voterà pertutti gli altri rigorosamente a portechiuse, e darà a Trump il mandatoper correre per la seconda volta perla presidenza. Negli ambienti dellostaff della campagna elettorale diTrump e del partito si ipotizza an-che una presenza del presidente aCharlotte solo per ringraziare priva-tamente i delegati.

Il responsabile della comunicazio-ne del partito repubblicano, MichaelAhrens, ha tuttavia precisato che«non è stata presa alcuna decisionefinale, stiamo ancora lavorando sullalogistica e sulle opzioni per la coper-tura da parte dei media sulla basedelle linee guida riguardanti il nu-mero di persone che possono parte-cipare all’evento».

Il provvedimento di tenere fuorigiornali, tv, radio è stato annunciatoda un portavoce del comitato orga-nizzatore della convention, ed è sta-to motivato ufficialmente con le mi-sure restrittive imposte dalle autoritàlocali per fronteggiare la diffusionedel coronavirus. Si vuole evitare in-somma che l’afflusso in città di mi-gliaia di persone comporti il rischiodi una ulteriore impennata dei con-tagi a causa degli inevitabili assem-bramenti.

Senza la straordinaria coperturamediatica che abitualmente ogniquattro anni accompagna la conven-tion repubblicana, su cui il presiden-te contava per avere una spinta deci-siva nei sondaggi, che al momento, atre mesi esatti dalle presidenziali, lovedono dietro al rivale democraticoJoe Biden. Tutt’altro, insomma, ri-spetto al megacomizio che era statoimmaginato dalla Casa Bianca aJacksonville, in Florida, poi cancella-to perché proprio nell’epicentro del-

la pandemia. Il coronavirus, dunque,sembra stia stravolgendo l’agendadella campagna elettorale in cuimolte delle prassi e delle regole sonoormai saltate. L’evento di Charlotteera già stato fortemente ridimensio-nato a causa della pandemia edell’opposizione delle autorità localiallo svolgimento in piena regoladell’evento che avrebbe richiamatomigliaia di persone tra delegati,ospiti e giornalisti. E il presidenteTrump aveva spostato la seratadell’incoronazione a Jacksonville, inFlorida, ma come già detto è statopoi costretto a cancellare l’evento.

Intanto il capo dello staff dellaCasa Bianca, Mark Meadows, par-lando ieri alla Cbs, ha dichiarato che«avremo le elezioni il 3 novembre edil presidente vincerà». Gli ha fattoeco il consigliere per la campagnapresidenziale, Jason Miller, secondocui «il voto si terrà il 3 novembre, ilpresidente Trump vuole che si ten-gano il 3 novembre», smentendo uf-ficialmente l’ipotesi di un rinvio delvoto, avanzata dallo stesso Trump sutwitter, per via delle sue perplessitànei confronti del voto per posta.

Sul versante democratico c’è atte-sa per l’ufficializzazione da parte diJoe Biden della figura del vicepresi-dente. In corsa sembrerebbero esser-ci tre donne afroamericane.Trump scende dall’Air Force One al Tampa International Airport, in Florida (Reuters)

WASHINGTON, 3. Gli Stati Unitistanno affrontando una «nuova fa-se» della pandemia, che ora si stadiffondendo in maniera più ampia,sia nelle aree urbane che in quellerurali, e che non è ancora sottocontrollo. Ad affermarlo questavolta è l’altra virologa della taskforce della Casa Bianca contro ilcoronavirus, Deborah Birx, tenden-zialmente più allineata alle direttivedel presidente Trump, rispetto adAnthony Fauci. Birx, intervistatadalla Cnn, ha dichiarato che ora lapandemia nel Paese è differente damarzo e aprile, spiegando come cisia «una diffusione straordinaria

dei contagi sia nelle città così comenelle zone rurali che finora si cre-devano più protette o immuni dalvirus». Questo sta spingendo le au-torità locali a raccomandare di in-tensificare le misure precauzionalianche in queste aree. «Non impor-ta dove vivi negli Stati Uniti, deviindossare una mascherina», ha ri-badito Birx.

Domenica sera gli Stati Uniti,hanno registrato 47.508 nuovi casidi contaminazione rispetto alla seradi sabato e 515 decessi per compli-cazioni legate al covid-19. Il datocomplessivo ammonta a oltre 4,65milioni di casi e 154.860 vittime.

Catturato bossdel cartello

di Santa Rosain Messico

CITTÀ DEL ME S S I C O, 3. Le autoritàmessicane hanno catturato José An-tonio Yépez Ortiz, alias El Marro,leader del cartello di Santa Rosa deLima — da lui stesso fondato nel2017 — nello Stato di Guanajuato nelcentro del Messico, specializzato nelfurto di carburante, dagli oleodottiPemex, e nelle estorsioni e rapimen-ti. El Marro era considerato uno deiprincipali criminali ricercati nel Pae-se, al quale da più di una anno ilgoverno centrale stava dando la cac-cia. La sua banda sta combattendo,da almeno un paio di anni, una san-guinosa battaglia contro il cartello diJalisco nello stato di Guanajuato,rendendolo uno dei più pericolosi eviolenti del Paese. Solo nei primi seimesi di quest’anno sono state oltre2.200 le vittime.

In una breve dichiarazione, l’uffi-cio del Procuratore Generale diGuanajuato ha reso noto che YépezOrtiz è stato catturato insieme conaltre cinque persone e un arsenale diarmi. Inoltre durante l’operazione èstata salvata anche una donna d’affa-ri che era stata rapita.

Il presidente messicano,AndrésManuel López Obrador, in un vi-deomessaggio dal Palazzo presiden-ziale, trasmesso attraverso i socialnetwork, si è complimentato con ilministero della Difesa che «ha por-tato a termine questo arresto, che èimportante, molto importante», assi-curando che il suo governo non pro-teggerà nessun gruppo criminale or-ganizzato.

Distrutti più di 60 chilometri quadrati

California devastata dalle fiamme

Elicottero in azione in uno roghi in California (Epa)

L’uraganoIsaias

verso la Florida

Picco di casi in AustraliaMelbourne dispone il coprifuoco

Oltre 1,8 milionidi infezioni

in India

NEW DELHI, 3. Il bilancio com-plessivo delle infezioni di corona-virus in India ha superato la so-glia di 1,8 milioni, confermandosiil terzo Paese al mondo per nu-mero di casi dopo gli Stati Unitie il Brasile. Lo riferisce la JohnsHopkins university secondo cui inuovi contagi registrati nelle ulti-me 24 ore sono stati, per il quartogiorno consecutivo, oltre cinquan-tamila, 52.972 per l'esattezza. Allostesso tempo, il numero totale deimorti per cause riconducibili alcovid-19 è salito a quota 38.135,con 717 decessi nell'ultimo bollet-tino quotidiano.

Intanto il ministro degli Interniindiano, Amit Shah, ha annuncia-to su Twitter di essere risultatopositivo al coronavirus. Shah, fi-gura chiave del governo indianonella lotta al coronavirus, ha spie-gato di sentirsi bene ma è statoricoverato comunque in ospedalesu consiglio dei medici, chieden-do a coloro con cui è entrato incontatto negli ultimi giorni «diisolarsi e di fare un controllo».

Molti Stati indiani stanno im-ponendo lockdown mirati neltentativo di controllare la diffu-sione del virus. Nell'Uttar Prade-sh, le autorità hanno riferito ieridella morte di un ministro del go-verno statale, Kamala Rani Va-run, dopo diversi giorni di ricove-ro in ospedale.

Non calal’allertain Iran

TEHERAN, 3. In Iran 208 personesono morte nelle ultime 24 oreper il coronavirus, portando il to-tale dei decessi a 17.190, mentre inuovi contagi sono stati 2.685,che portano il totale a 309.437. Loha annunciato la portavoce delministero della Salute iraniano,Sima Lari, nel suo briefing quoti-diano. Al momento, ha aggiunto,4.089 contagiati sono in terapiaintensiva, mentre il totale di quel-li finora guariti sono 268.102. Itest compiuti in Iran sono in tota-le oltre 2 milioni e mezzo.

Emergenza anche in Turchia.Salgono a 230.873 i casi di Covid-19 nel Paese con 982 contagi regi-strati nelle ultime 24 ore. Le nuo-ve vittime sono 17, per un totaledi 5.691 decessi confermati. I ma-lati gravi ammontano a 582. I pa-zienti guariti crescono di 996 earrivano a 214.535. I test comples-sivi effettuati sono 4.800.823. Loha riferito nel suo bollettino quo-tidiano il ministro della Saluteturco Fahrettin Koca.

Intanto, il Kuwait ha vietato ivoli provenienti da 31 Paesi rite-nuti ad “alto rischio”. Il provvedi-mento è già entrato in vigorementre nel Paese si registranonuovi casi. Nella lista di Paesiconsiderati ad “alto rischio” ci so-no anche Italia, Spagna, Cina,Iran, Brasile, India, Pakistan,Egitto, Libano e Iraq.

WASHINGTON, 3. L’uraganoIsaias, che ha colpito Cuba e leBahamas, si sta dirigendo inqueste ore verso la Florida, chedovrebbe subirne l’impatto giàoggi, con venti a oltre 110 kmorari e violente piogge. Lo hafatto sapere il centro nazionaledegli Stati Uniti per gli Uraga-ni, che ha sollecitato le autoritàlocali a prepararsi. Il centro hainoltre avvisato che durante lanotte Isaias potrebbe riguada-gnare potenza. Il governatoredello stato, Ron DeSantis, inserata ha invitato i cittadini diPalm Beach a lasciare le lorocase. Il presidente Usa, DonaldTrump ha dichiarato preventiva-mente l’emergenza per potermobilitare eventualmente fondifederali per la Florida.

CANBERRA, 3. Dopo una nuova on-data di contagi di coronavirus lostato australiano di Victoria ha di-chiarato ieri lo stato di emergenzae ha imposto una serie di misure dicontrollo a Melbourne, la secondacittà più popolosa dell’Australia: sicomincia dal coprifuoco notturnoper arrivare al divieto di celebrarematrimoni, misura mai applicatadurante la pandemia.

Il Premier dello Stato di Victo-ria, Daniel Andrews, ha annunciatoche le restrizioni entreranno in vi-gore oggi alle 18:00 (ora locale) elo resteranno almeno fino al 13 set-t e m b re .

Secondo quanto riporta la Bbc, iresidenti a Melbourne non sarannoautorizzati a percorrere più di 5 km(3,1 miglia) da casa loro, l’e s e rc i z i osarà limitato a una volta al giornoe una persona sarà in grado di fareshopping solo una volta alla setti-

mana — per le cose più essenziali.Inoltre, è stata disposta la chiusuradi tutte le attività commerciali nonessenziali nella capitale. I settoricome quello della produzione dellacarne dovranno ridurre invece leattività da venerdì prossimo.

Dopo i primi successi nel repri-mere il virus, l’Australia ha avutomeno casi di molti altri paesi, regi-strando circa 17000 infezioni e 200morti.

Ma i casi stanno crescendo rapi-damente nello stato di Victoria.nelle ultime 24 ore lo stato austra-liano ha riportato 671 nuovi casi dicovid-19 e sette morti portando co-sì il totale dei contagi a 11.557 edelle vittime a 123. «Dobbiamo fa-re di più. Dobbiamo andare oltre.È l’unico modo per superare que-sta situazione» ha dichiarato An-drews in una conferenza stampa.

Rientratala navicella

SpaceX

WASHINGTON, 3. Ammaraggioperfetto nel Golfo del Messico perla navicella della missione spazialeSpaceX di Elon Musk partita loscorso 30 maggio verso la Stazio-ne spaziale internazionale. Gliastronauti Bob Behnken e DougHurley, dopo 19 ore di viaggio pertornare a Terra, sono stati estrattidalla capsula Crew Dragon, al lar-go di Pensacola, in Florida. Si ètrattato del primo ammaraggio diun veicolo spaziale Usa dal 1975,quello in occasione della missioneAp ollo-Soyuz.

La missione, inoltre, ha anchesegnato il primo lancio di astro-nauti effettuato dal suolo statuni-tense a distanza di 9 anni. I pros-simi lanci in programma sono pre-visti per il 20 settembre 2020 e il30 marzo 2021.

Persone con mascherina nel centro di Manhattan (Reuters)

WASHINGTON, 3. Ancora una voltala California devastata dagli incen-di, con l’area a est di Los Angelesdivorata dalle fiamme finite fuoricontrollo. Ma stavolta è diversodalle altre volte, perché la calamitàtocca uno stato già messo in ginoc-chio dal virus, nuovo epicentro del-la pandemia negli Usa con un bi-lancio record di vittime e mezzomilione di persone contagiate, piùdi New York.

Sono almeno 8 mila le persone acui è stato ordinato di evacuarel’area della Cherry Valley, colpitada un’ondata di calore con tempe-rature oltre i 40 gradi, da una lungasiccità che non dà tregua — nellazona è da fine giugno limitato ilconsumo dell’acqua — e battuta daventi che alimentano un maxi rogo.Questo, nato da due focolai, èesploso venerdì e ancora non è sta-to domato dai vigili del fuoco e daitanti volontari all’op era.

Le immagini, che hanno imme-diatamente fatto il giro dei social,mostrano una enorme lingua difuoco che circonda la valle e avanzapericolosamente mentre gli elicotte-ri dei vigili del fuoco cercano difermarle lanciando migliaia di litridi acqua. Secondo i media localisono oltre trecento i pompieri im-pegnati per spegnere l’enorme rogodal quale si innalza un’ enorme co-lonna di fumo che ha raggiunto lestrade vicine. Moltissimi anche i vi-deo postati sui social da gente dipassaggio che ha ripreso la follecorsa del fuoco alimentata dal ven-

to. Le fiamme finora hanno brucia-to oltre 60 km quadrati di terreno,diversi Centri di evacuazione sonostati istituiti e le persone strappatealle loro case vengono sistemate inrifugi, alberghi, scuole.

Un’operazione complessa quelladel soccorso alle famiglie, che devetenere conto dei protocolli legati

all’emergenza covid-19 e alle restri-zioni in vigore nello stato, con test(ove possibile), misura della tempe-ratura, mascherine e distanziamentosociale. Il timore è che la situazionepossa trasformarsi in un ulterioremomento di diffusione dei contagidel virus che ha già duramente col-pito la zona.

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L’OSSERVATORE ROMANOpagina 4 lunedì-martedì 3-4 agosto 2020

Un incontrotra i banchi di scuola

Nel libro di Michele Trabucco «Storia di Behn»

«Lo specchio delle nostre miserie» chiude la trilogia di Pierre Lemaitre

Caos non calmoTra segreti che ingabbiano ma non sempre vincono

di SI LV I A GUSMANO

«J eanne aveva par-torito e visto ilneonato nel-l’istante in cui leveniva strappato.

Quest’immagine da sola giustifi-cava tutta l’energia che Louisestava investendo nel progetto diritrovare Raoul. Ormai non erapiù per lui che agiva, ma perJeanne, quella madre che avevatanto sofferto».

Aprile 1940: il sabato Louise,trentenne maestra elementare aParigi, dà una mano come ca-meriera al signor Jules. Nel ri-storante a Montmartre non siparla che della “strana guerra”scoppiata da pochi mesi conl’invasione tedesca della Polo-nia, una brutta faccenda che

Perché tanto più la guerra siavvicina, quanto più — p erragioni che nulla hanno a chefare con il conflitto — Louise ve-de allontanarsi l’esistenza, seb-

Il romanzo copre pochi mesi,che tuttavia sembrano secoli.Non solo per la quantità di coseche accadono, che si scoprono,che si ribaltano, ma perché pa-

Il romanzo copre pochi mesiche tuttavia sembrano secolinon solo per le cose che accadonoma perché è come sei personaggi venisseroprogressivamente ricostruiti

non si pensa coinvolgerà anchela Francia. Le cose andranno di-versamente, come sappiamo, manon sarà solo questo a sconvol-gere la vita della ragazza in queiterribili mesi.

di ROBERTO CETERA

Un romanzo sui nostriagitati tempi, un sag-gio sull’inclusione,una ricerca epistemo-logica sull’ora di reli-

gione a scuola, una riflessione suldialogo tra le religioni. L’ultimo li-bro di Michele Trabucco Storia diBehn. Un incontro tra i banchi discuola (Roma, Intrecci Edizioni,

lersene sostenendo che è l’unica ora“di libertà”, la sola in cui gli è datodi poter esprimere le proprie opinio-ni sulla vita e sul mondo. La spiega-zione invece che spesso fornisconogli studenti stranieri e di altra reli-gione è di altra natura, diciamo piùculturale.

Raccontava tempo fa un inse-gnante di religione di una sua stu-dentessa cinese, buddista, moltobrava a scuola e innamorata del-

tutto investono sulla relazione e sul-la crescita umana.

La storia è principalmente centra-ta sul rapporto tra il professore direligione, che è anche il soggettonarratore, e questo strano studenteafgano misteriosamente piombatonella provincia italiana. Con questoartifizio letterario il racconto per-mette di affrontare diverse tematichelegate alla scuola e non solo.

La scuola, ovvero a cosa servestudiare, il lavoro ovvero come cer-carlo e renderlo appagante, e poi iproblemi connessi all’immigrazione,l’inclusione nella scuola, il ruolo re-ligioso ma anche politico dell’Islamnel mondo d’oggi, e poi la fede, lapreghiera, la modernità, la famiglia,

2020, pagine 128, euro 14) è tuttoquesto, e anche di più.

Lo spunto narrativo lo dà Behn,studente afgano e islamico precipi-tato, non si sa bene come e perché,dentro una scuola italiana dove sitrova a doversi cimentare anche conla “famigerata” ora di religione.

Come è noto, l’insegnamento del-la religione nella scuola italianaadotta un sistema semi-confessiona-le, nel senso che la confessionalità èrichiesta all’insegnante e non ancheagli studenti, che possono ben esse-re di altra religione o semplicemente

l’Italia, suo paese d’adozione. «Ioamo l’Italia e sicuramente voglio vi-vere qui. Perché faccio religione?Perché se studio storia dell’arte sco-pro che qui l’arte è indissolubilmen-te legata alla religione, che se stu-dio italiano non capirò mai abba-stanza Dante o Manzoni se non co-nosco la morale cattolica, e lo stes-so vale per la filosofia, o per il lati-no che studiamo, che non è quellodei romani, ma quello ecclesiastico.Insomma ho capito che se non stu-dio la vostra religione non sarò maiuna vera italiana».

Particolare dalla copertina del libro

Quella bambina dallo sguardo che parla

Il protagonistaè uno studente afgano e islamicoche frequenta una scuola italianadove si trova a cimentarsicon l’ora di religioneFatto che offre lo spuntoper una riflessionesulle relazioniculturali e psicologichetra insegnanti e studenti

Le religioni non sono ideologieche possono essere discusse e criticatema esperienze che possono essere validamente comunicatesolo da chi le viveE come scrive il vescovo di Vicenza Beniamino Pizziolil dialogo tra le religioni si nutrepiù della dimensione spiritualeche del confronto dottrinale

non credenti. E invero non si trattadi un caso limite, perché il parados-so è che per quanto una stragrandemaggioranza di ragazzi e ragazzecontinuino a scegliere di avvalersidell’ora di religione, è anche veroche l’insegnante deve spesso de-streggiarsi in una classe con unamaggioranza di alunni che non so-no affatto cattolici e neanche cre-denti.

Trabucco è anche nella vita inse-gnante di religione, e lo si capiscebene dal raffinato dettaglio con cuidescrive l’ambito delle relazioni cul-turali ma anche psicologiche tra in-segnante e studenti, e anche deglistudenti tra loro.

In genere gli studenti non cre-denti giustificano la scelta di avva-

Trabucco con perizia e vivacitànarrativa ci immerge in questo mon-do di relazioni trasversali e intercul-turali, che erano inimmaginabili so-lo due decenni fa. Un mondo dovesi intrecciano in scontri e incontriidee e persone, innovazione e re-gressione, soddisfazioni e delusioni.

Il breve romanzo comincia pro-prio raccontando l’inizio dell’annoscolastico in una scuola superioredella provincia italiana. Una scuolaprofessionale, con studenti pocomotivati, poco disciplinati ma moltovivi umanamente. Quel tipo discuole da cui non pochi tra gli inse-gnanti di lettere o matematica in ge-nere cercano di fuggire, mentre so-no il pane per i denti degli inse-gnanti di religione (quelli bravi) che

l’affettività, il bene e il male. Il tut-to condito anche da un pizzico disuspence, fintanto non si rivelano iveri motivi della venuta di Bhen inItalia.

Ma in fondo tutto è sovrastatodall’esplicitazione esemplare di cosaeffettivamente è, e a che cosa servel’ora di religione. E risulta anche ri-velato in fondo anche il senso diquella “semiconfessionalità” di cuiparlavamo sopra, e che è spesso mo-tivo delle critiche radicali di chi vor-rebbe sostituire l’ora di religionecon una presuntamente più neutraleora di “storia delle religioni”. Le re-ligioni, e in modo specifico il cri-stianesimo, non sono ideologie chepossono essere spiegate, discusse ecriticate. Sono piuttosto esperienzeche possono essere validamente co-municate solo da chi le vive. Chi dinoi, d’altronde, non preferirebbe es-

#CantiereGiovaniPER COSTRUIRE E A L I M E N TA R E UN’ALLEANZA TRA LE GENERAZIONI

bel mezzo di un caos che la co-stringerà a ripensare le sue origi-ni, e quindi la trama della suastessa vita. Ed è scoprendo l’im-pensabile che Louise si riavvici-nerà a quella madre così pococapita.

Chiudendo la trilogia inaugu-rata con Ci rivediamo lassù ( P re -mio Goncourt, 2013) e prosegui-ta con I colori dell’incendio(2018), Lo specchio delle nostremiserie (Milano, Mondadori2020, pagine 498, euro 20, tra-duzione di Elena Cappellini)conferma il talento dello scritto-re francese Pierre Lemaitre nelmettere sapientemente in rela-zione piccole e grandi macerieumane nel vasto puzzle dellaStoria.

gina dopo pagina è come se iprotagonisti — vivi e pulsanti —venissero progressivamente rico-struiti, messi a fuoco con altritoni e colori attraverso la lentedi segreti che legano, ingabbia-no, uccidono. Ma non semprevincono.

Nonostante tutti i colpi chela vita infligge ai personaggi,nonostante tutti gli scombusso-lamenti causati dalla Storia,infatti, lo specchio può restitui-re altro. «Si era salvata, ma nonaveva niente con sé, assolu-tamente niente, per un attimoebbe la sensazione di essereuna giovane donna nuda, checorreva lungo un boulevard».Per un attimo, ma è solo un at-timo.

Lo stravolgimento che scaturiràdallo scoppio della seconda guerra mondialeporterà la giovane Louisemaestra elementare a Parigia ripensare le sue originie quindi la trama della sua stessa vitaFino a scoprire l’impensabile

Diego Velazquez, «Las Meninas» (1656, particolare)

sere preliminarmente edotto sul’Islam da un competente e profon-do Imam piuttosto che da un dottoe neutrale storico delle religioni?

Il dialogo tra le religioni (la cuiimprescindibilità è sottolineata nelcommento al libro del vescovo diVicenza Beniamino Pizziol) si nutrepiù dell’esperienza spirituale che delconfronto dottrinale. In definitivaun bel libro che ogni insegnante direligione dovrebbe leggere e dalquale trarre anche dei buoni spuntiper le sue lezioni.

di GABRIELE NICOLÒ

È uno dei capolavori che contiene in sé ilmaggior numero di enigmi ancora irrisolti. LasMeninas (1656) è considerata l’opera principaledi Diego Velazquez che, per realizzarla, avrebbeusato una camera oscura. Questa teoria,avanzata in passato dal pittore britannico DavidHockney, è stata confermata — riferisce «TheTimes» — da un recente studio. Rileva ilgiornale londinese che l’idea che uno strumentodel genere possa essere stato utilizzato dalpittore andaluso equivale — per i puristi dell’arte— ad un’eresia. Miguel Usandizaga, professoredi arte presso la Catalonia PolytechnicUniversity, sostiene che la perfezione del quadronon sarebbe stata possibile senza una cameraoscura che offrisse a Velazquez l’opportunità dilavorare su un “negativo” che gli assicurasseun’esecuzione impeccabile. Un esempio di taleperfezione è incarnato dalla bambina posta alcentro della tela, il cui sguardo — che sembraparlare — è rivolto senza diaframmi allospettatore: pare interrogarlo e sollecitarlo aentrare in comunicazione con lei e con gli altrisoggetti della tela. La centralità del ruolo dellabambina è poi sottolineata da altri sguardi, cioèda quelli che le vengono rivolti da alcunipersonaggi del quadro, come a evidenziarne lasupremazia in uno scenario affollato di gente e

ricco di rimandi e sfumature. Tra i pregi delquadro figura l’ineffabile equilibrio tra staticità emovimento: i soggetti sono così stilizzati dasembrare immobili, ma la profondità che l’artistadà al quadro (grazie anche alla porta apertasullo sfondo) conferisce a ogni figura unapotente dinamicità.

bene sospesa eun po’ a s s u rd a ,che ha sin lìconosciuto. Ilpiano per lei èduplice.

Se infatti, co-me milioni dipersone, si ri-troverà in mez-zo alla stradadi un Paesesprofondato nelbaratro, primaancora sarà nel

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L’OSSERVATORE ROMANOlunedì-martedì 3-4 agosto 2020 pagina 5

I novant’anni di Clint Eastwood su «La Civiltà Cattolica»

Una vitache rincorre il fato

Pubblichiamo stralci da un articolo uscitonell’ultimo numero del quindicinale dei ge-suiti «La Civiltà Cattolica».

di CL AU D I O ZO N TA

Clint Eastwood, classe 1930, èregista, attore, produttore ci-nematografico statunitense epiù volte vincitore di Oscar,Golden Globe e David di

Donatello. Negli anni Sessanta ha imper-sonato spesso il volto del cowboy «buo-no» e «giusto» nei western diretti daSergio Leone, in particolar modo nellacosiddetta «Trilogia del dollaro»: Per unpugno di dollari (1964), Per qualche dollaroin più (1965) e Il buono, il brutto, il cattivo(1966). Gli anni Settanta lo vedono so-prattutto impegnato nel ruolo dell’isp et-tore Callaghan, Dirty Harry, duro e dallapistola facile, che cerca di riportare, conmetodi al limite della legalità, la giustiziafra le strade violente di San Francisco.Ma è soprattutto con gli anni Novantache Eastwood comincia la sua ascesa co-me regista e interprete di film che appar-terranno alla storia del cinema.

Con il film Gli spietati (U n f o rg i v e n )(1992), Eastwood porta a compimentol’insegnamento di Sergio Leone — al qua-le, insieme a Don Siegel, è dedicato ilfilm —, dirigendo e interpretando un we-stern che sancisce il culmine e forse an-che la fine di questo genere. Se infatti icowboy dei film western sono stati sem-pre personaggi dal grilletto veloce, senzascrupoli né rimorsi nell’ammazzare induelli o in imboscate, ne Gli spietati iprotagonisti — William Munny (ClintEastwood) e Ned Logan (Morgan Free-man) — mostrano l’incedere del tempoche ha piegato il loro fisico, e le audaciimprese e scorrerie sembrano un lontanoricordo. Uccidere non sembra poi così

facile, come afferma William Munny do-po che il giovane e inesperto SchofieldKid dichiara di aver ammazzato uno deiresponsabili dello sfregio al volto di unaprostituta: «È una cosa grossa uccidereun uomo. Gli levi tutto quello che ha etutto quello che sperava di avere».

Tuttavia il finale del film sarà ancoraall’insegna della vendetta, secondo la piùclassica tradizione western, nei confrontidi chi ha ucciso.

La misericordia, ossia il farsi prossimonei confronti degli umiliati della vita, èpresente nel film Gran Torino (2008).Eastwood indossa i panni di Walt Ko-walski, un duro reduce della guerra diCorea, il quale, dopo la morte della mo-glie, stringe amicizia con un adolescente,Thao, e con la sua famiglia. Questo fattolo porterà a fronteggiare una banda vio-lenta di giovani criminali.

Il film si apre con un funerale, nelquale le parole del giovane sacerdote ri-suonano vuote e di circostanza, i giovaniparenti sembrano aver perso il senso delsacro e della morte, i figli stessi di Ko-walski sono ormai distaccati da un padreche «vive ancora negli anni Cinquanta».

Come in molti film di Eastwood, la fa-miglia non è il luogo degli affetti e dellaconcordia — come possiamo vedere anchein Million Dollar Baby e nel più recenteThe Mule (2018) — e sembra rappresenta-

re piuttosto il luogo dell’i n c o m p re n s i o n ee della separazione.

Se nel film Gli spietati è la vendettache riporta un equilibrio, nel film G ra nTo r i n o , sebbene le ultime scene faccianopensare a un duello finale a colpi di ar-ma da fuoco, la giustizia viene attuatamediante l’immolazione del protagonista.

Eastwood indaga attraverso il cinemagli aspetti essenziali dell’esistenza, por-tando sul grande schermo quelle proble-matiche e tematiche sulle quali ogni uo-mo riflette e alle quali cerca di dare unarisposta. In Million Dollar Baby (2004),vincitore di quattro Oscar (miglior film,miglior regista, migliore attrice protago-nista, miglior attore non protagonista)mette in scena una storia di ascesa e ri-scatto sociale di una ragazza che decidedi intraprendere la carriera pugilistica.

La pugile Maggie Fitzgerald (HilarySwank), proveniente da una piccola cittàdel Missouri, riesce a convincere il bur-bero Frankie Dunn (Clint Eastwood) adallenarla. Questi è un uomo solitario,con forti sensi di colpa, il cui unico ami-co sembra essere Scrap (Morgan Free-man), un ex pugile rimasto cieco da unocchio durante un incontro che Frankienon ha voluto interrompere.

I protagonisti sono entrati tutti in con-tatto con la violenza e la povertà dellavita: riprendendo la metafora della boxe,potremmo dire che sono andati al tappe-to, ma hanno avuto «la forza in qualchemodo di rialzarsi». E se la prima partedel film è l’ascesa continua della talen-tuosa ragazza e del legame sempre piùforte tra lei e il suo allenatore — quasi amostrare come dalla vita ci si possa ri-scattare —, improvvisamente, a causa diuna scorrettezza della violenta campio-nessa in carica Billie Astrakhov, la giova-ne Maggie cade a terra battendo la testaproprio contro lo sgabello che Frankieaveva posto all’angolo per farla riposareal termine del round. La caduta la rende-rà tetraplegica.

Il film sembra avere un’imp ostazionepropria della tragedia sofoclea: il fato siripresenta sempre, non lasciando alcunoscampo, neanche fuggendolo. Proprio ilmomento di massima ascesa — la sfidacon la campionessa in carica — coincideanche con il precipitare verso un abissoda cui Maggie non riuscirà più a uscire.La caduta mostrerà la fragilità e la me-schinità degli affetti familiari, con la ma-dre e la sorella di Maggie che cercheran-no di portarle via i soldi guadagnati coni suoi successi.

L’unico che rimane fedele alla ragazzaè Frankie, che sembra aver stretto con leiun’alleanza di sangue, che sarà versato fi-no alla fine. Sul fronte opposto, avevastipulato un altro patto di fedeltà e digiustizia: il malmesso ex pugile Scrap,che tiene aperta la palestra di Frankie,interviene duramente contro il capo di

un gruppo di pugili boriosi che avevanomalmenato, all’interno della palestra, ungiovane ragazzo, anch’egli solitario e conproblemi psicologici.

Quelle di Maggie, Frankie e Scrap so-no vite solitarie che si sono incontrate eche verranno portate al limite. Spesso laluce inquadra questi volti di tre quarti,mostrando la luminosità e l’oscurità chepervade le loro vite. Non ci sono vincito-ri, ma vinti che continuano la propria vi-ta mostrando una pietas, espressa nelleproprie contraddizioni e nei propri dubbiesistenziali.

Nel 2009 Eastwood dirige il filmInvictus, un bio-pic sulla vita di NelsonMandela, interpretato dall’inseparabileattore e amico Morgan Freeman e trattodal romanzo Playing the Enemy: NelsonMandela and the Game that Made a Na-tion, di John Carlin, liberamente ispirato

costruzione sociale e umana di un popo-lo attraverso il perdono dei soprusi rice-vuti a causa di una lunga politica razzi-sta. Ognuno deve imparare e accettare ilmondo dell’altro, anche se ciò può costi-tuire un elemento di odio e di rancore.

I personaggi portati sullo schermo daEastwood non hanno nulla di eroico, nelsenso comune del termine, ma sono uo-mini e donne che, trovandosi all’internodi una situazione limite, obbediscono al-la coscienza, sempre tra le luci e le om-bre della propria umanità. Non a caso,nella regia cinematografica del registaamericano i volti dei protagonisti, comeabbiamo già affermato, sono spesso in-quadrati con una luce laterale che, se ri-schiara in maniera forte una parte delvolto, lascia l’altra zona nell’ombra onell’oscurità. Sono le tinte forti dell’esi-stenza, della gravità delle scelte, nellaconsapevolezza che forse non andrà tuttob ene.

Ma anche in questa tortuosità della vi-ta, di abissi che si aprono, speranze chesi chiudono, dolori che si devono affron-tare, rimane l’idea che l’unica vera stradaconsista nell’affrontare l’esistenza nellaconsapevolezza che la vita si esprime at-traverso la relazione con l’altro. Interes-sante, a questo riguardo, è il delicato fi-nale di H e re a f t e r (2010), in cui la giorna-lista Marie Lelay e il sensitivo GeorgeLonegan, dopo avere attraversato peripe-zie che li hanno condotti a riflessioni me-tafisiche, s’incontrano in un caffèall’aperto a Londra. In questo incontro,sembra suggerire Eastwood, c’è tutta lavita: il presente, unico tempo dato, che èpresupposto per un futuro che richiederàscelte di responsabilità e di bellezza, co-me avviene nella storia d’amore di MarieLelay e George Lonegan, che sembra ini-ziare proprio al termine del film.

Nella sua regia cinematograficai volti dei protagonisti sono spesso inquadraticon una luce laterale che rischiara in maniera forteuna parte del voltoma lascia l’altra zona nell’ombra o nell’oscuritàSono le tinte forti dell’esistenza e della consapevolezzache forse non andrà tutto bene

Gioia terrestre, un privilegio degli uomini negato agli deiAl via la ventesima edizione del Festival delle lettere d’amore a Torrevecchia Teatina

Una lettera dedicata a Giovanni Paolo II

Clint Eastwood in «Gran Torino» (2008)

I suoi personaggi non sono eroi nel senso classico del terminema uomini segnati profondamente dall’esistenzache compiono scelte di umanità nei confronti del prossimoEd esprimono il senso di responsabilità civilein una quotidianità rapida e incombenteche non permette tempi di attesama chiede una risposta che può portare anche all’e r ro re

Hilary Swank e Morgan Freeman in «Million Dollar Baby» (2004)

Parole scrittecon lessico alto e sicuroo in italiano zoppicanteOgni parola ha un peso e uno spaziosecondo un ordine preciso

a fatti di cronaca. In questofilm il regista sceglie tintemolto chiare per far risaltarei personaggi, in particolareNelson Mandela che, unavolta ottenuta la presidenza,cerca in tutti i modi di ricu-cire le ferite provocatedall’apartheid, utilizzando ilgioco del rugby come scom-messa per una riappacifica-zione e una ricostruzionedel tessuto sociale del SudAfrica.

Anche in questo casoEastwood vuole raccontareuna storia che da una possi-bile, e anche logica, sceltadi vendetta — una voltaasceso al potere, Mandelaavrebbe potuto vendicarsidi tutte le ingiustizie com-piute dai bianchi durantel’apartheid nei confronti delsuo popolo: una scelta chetutti si aspettavano — sfo ciain un’altra soluzione, piùcomplessa, ambiziosa: la ri-

di GIULIA ALBERICOe FLAMINIA MARINARO

Niente è più prezioso,potente, delicato, fero-ce o dolcissimo di unaparola. Una parolapuò salvare la vita o

comunque cambiarla e la parolascritta è un patrimonio inestimabileda proteggere. Chi si nasconde tra lerighe di una lettera d’amore? Qualeanima vibra mentre l’inchiostro siadagia su un foglio bianco? Massi-mo Pamio è un poeta prima di tut-to, oggi direttore del Museo — unicoal mondo — della Lettera d’A m o re .

Tutto è iniziato vent’anni fa forsecon le parole che ha indirizzato allasua sposa, Pina, parole d’amore e dipassione. Massimo e Pina hanno ini-ziato a collezionare carteggi, episto-lari, brevi messaggi che contenesseroun messaggio d’amore, declinato neltempo e nei contenuti per poi fon-dare a Torrevecchia Teatina, nel set-tecentesco palazzo Valignani un ap-

puntamento ormai giunto alla vente-sima edizione.

Un festival molto, molto partico-lare. Dal 6 al 9 agosto esposte in unedificio-museo di grande suggestio-ne, migliaia di lettere d’amore. Tuttipossono partecipare, con messaggi

deli di tutto il mondo, che ricostrui-scono l’operato straordinario delPontefice, dai primi giorni del pon-tificato fino alle ultime ore del gran-de Karol morente. «È stato un do-no da parte dei “papab oys”», rivelaPamio, commosso mentre lo sguar-

tra una lieve foresta di parole chedanzano davanti ai suoi occhi comefarfalle.

Sfogliandoli riconosciamo le paro-le di Barbara Alberti, Remo Rapino,Rita El Khayat, Stevka Smitran, Ar-naldo Colasanti, Antonio Spagnuo-lo, Maurizio De Giovanni, RenatoMinore, Ernesto Livorni, Maria Ja-tosti, Rolando D’Alonzo, Anna Ven-tura, mescolate con quelle di Mirel-la, Paola, Giacomo, Etienne, Jack etutti coloro che continuano a scrive-re per amore.

Massimo e Pina volevano dar vitaa un luogo magico dove fare sognaree riscoprire la forza dell’amore, vole-vano ridare vigore a quel piccolo ca-polavoro di «gioia terrestre, privile-gio degli uomini e negata agli dei»come pensava Emily Dickinson estrappare ai WhatsApp o agli emoti-con il dominio delle nostre emozio-ni. Ci sono riusciti. E dal 6 al 9 ago-sto, Torrevecchia Teatina d’A b ru z z oè pronta a trasformarsi ancora unavolta in una delle più belle favoled’amore mai raccontate.

di tenerezza, di speranza,di amore filiale e materno,amore frutto di devozionedi fedeli ma anche di lega-mi ritrovati o di sentimentimai dimenticati, purchéracchiudano l’a m o re .

Parole scritte con lessicoalto e sicuro, letterario, oin italiano zoppicante e in-certo come quello degliemigranti che avevano var-cato un oceano di tormenti pur diraggiungere la terra promessa. Ogniparola nel Museo di Massimo e Pinaha un peso e uno spazio, tutto è col-locato secondo un ordine preciso.

Due sale — le più grandi — sonostate dedicate a Giovanni Paolo II.Lì dentro, esposte nelle teche, le mi-gliaia di lettere indirizzategli dai fe-

do vaga tra quelle tracce di profon-da gratitudine.

Un’altra sala è dedicata a letteredi nostalgia e sofferta lontananza dichi, spesso costretto dal bisogno, èdovuto emigrare nelle Americhe. Ein un’altra ancora lettere cucite insie-me, come stelle filanti, piovono dallavolta dove il visitatore può muoversi

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L’OSSERVATORE ROMANOpagina 6 lunedì-martedì 3-4 agosto 2020

Colloquio con padre Vito Nardin, preposito generale dei rosminiani, sul male nel mondo

I flagelli quotidianie la via della salvezza

di ROBERTO CU TA I A

In che cosa consiste il male delmondo? La storia dell’umanitàstraripa di ingiustizie, misfatti,

nefandezze, crudeltà, barbarie, tuttesituazioni che sono nel mondo mache si radicano, si danno e si anni-dano nell’uomo. Lo richiama merito-riamente il concilio Vaticano II, nellacostituzione pastorale sulla Chiesanel mondo contemporaneo Gaudiumet spes quando afferma: «Gli squili-bri di cui soffre il mondo contempo-raneo si collegano con quel più pro-fondo squilibrio che è radicato nelcuore dell’uomo». Ne parla in que-

sta intervista a «L’Osservatore Ro-mano» il preposito generale dell’Isti-tuto della Carità (rosminiani), padreVito Nardin, che interverrà al ciclodi lezioni dedicati alla Te o d i c e a diRosmini.

Nel Vangelo secondo Marco, Gesù di-ce: «Sono le cose che escono dall’uomoa contaminarlo». Da dove viene ilmale?

Gesù dà la risposta giusta e com-pleta alla folla di allora e all’uomodi ogni luogo e tempo. Giusta, per-ché l’uomo ha in sé il virus che cau-sa il male di cui si lamenta. Davantialla sofferenza si tende ad attribuir-

ne la causa e la responsabilità ad al-tri. Ė completa, perché esclude checi sia un’altra origine, ed enumera,viceversa, ben dodici pandemie uma-ne. Papa Francesco ne addita anchealtre: «la fame, la guerra, i bambinisenza educazione, l’egoismo indiffe-rente». Inoltre, Gesù rassicura che ilPadre interviene, attraverso il Figliopovero per scelta, “flagellato” p eramore dei suoi che non l’hanno ac-colto. L’uomo non è solo davanti aqualsiasi male, perché Gesù stesso èil “Flagellato” che prende su di sétutti i flagelli, anche quello attuale.

Per questo Rosmini nella «Teodicea»(n. 195) scrive «il subietto del malesono le creature limitate». Prova che ilmale nel mondo è determinato dalla fi-nitudine dell’uomo?

Per ogni evento occorre ricercare eidentificare la causa. La frase di Ro-smini è una conferma di quella delVangelo di Marco, con termini diffe-renti. “Subietto” significa “primo” insenso assoluto, che esclude un altro“primo” generativo o sorgivo. Ognifiglio ha una madre, quella sola.Non si può scaldare il fuoco, né ba-gnare l’acqua. Se l’uomo è creaturadi Dio che è il Bene, non può venireda lui il male, ma dalle creature per«la loro limitazione o fallacità. Sa-rebbe assurdo pensarle prive di essa,perché sarebbero infinite, come ilCreatore» (ivi).

La pandemia di questi mesi ha riaper-to un tema assai caro all’uomo di ognitempo. Come si coniuga esistenza diDio e male nel mondo?

La riapertura di questo tema è sta-ta imprevista e improvvisa. Per circasettanta anni siamo vissuti in un pe-riodo di generale crescita economicae sociale — non accompagnata dauna proporzionata crescita spirituale— lasciando alle spalle situazioni divari tipi di malattie, povertà, emigra-zione. Ora siamo toccati sul vivo,come un mal di denti intollerabile.Non è, purtroppo, un fatto nuovo.Cento anni fa il problema era lostesso e anche la domanda su Dio.Se molta gente ha continuato a cre-dere in Dio, è segno che una rispo-sta l’hanno trovata. Anche ora, moltimedici, infermieri, volontari, politici,sacerdoti che hanno dato il meglio,

Dio che è Provvidenza. Il fine cheDio si è proposto si realizza princi-palmente nell’incarnazione. In Cri-sto sono accumulati «tutti i beni, idoni e le grazie» per la salvezzadell’umanità. La stessa legge di ac-cumulo, fatte le debite proporzioni,vale per i santi. Anche se pochi ri-spetto ad una popolazione, possonosalvare gli altri (cfr. Genesi, 18). Ilmondo creato è il migliore non per-ché ci si sta meglio di altri possibili,ma perché produce il massimo risul-tato di bene.

Alla stessa conclusione non era arrivatoperò un contemporaneo di Rosmini,Giacomo Leopardi. Rispetto a quellacultura fiancheggiata da Leopardi cheaccantonava Dio dal mondo — così inun certo senso anche Cartesio — Ro-smini polemizzò con forza. Non credeche nei tempi in cui viviamo prevalgala logica del recanatese?

Il poeta di Recanati e il filosofodi Rovereto erano contemporanei.Hanno avuto in partenza condizionisimili dalla famiglia e dall’ambientesociale. Le posizioni sono poi anda-te su linee direttrici sempre più lon-tane. Per Rosmini metterei in contodue importanti opere, note da alloraa tutti gli italiani e non solo, chehanno consolidato la sua fiducia nel-la Provvidenza. Nel 1826 aveva rice-vuto una delle prime copie de I Pro-

messi Sposi, ove la Provvidenza è laguida delle vicende. Proprio in queltempo egli scrive i primi due libriche formeranno la Te o d i c e a insiemeal terzo ultimato nel 1845. Successi-vamente, dedica l’intera giornata del21 marzo 1833 alla lettura de Le mieprigioni di Silvio Pellico, pubblicatoda poco, ove brilla la sua fiducianella Provvidenza e i tesori spiritualiche si ricavano dal dolore.

Dunque la «Te o d i c e a » , l’opera datata1845 di Rosmini per l’attualità (emer-genza covid-19, guerre, disastri, eccete-ra) si presenta come un ottimo stru-mento per una ermeneutica e compren-sione del male?

Molti lettori di questa e altre ope-re rosminiane ne riconoscono gli in-flussi benefici. Padre Clemente Re-bora, poeta rosminiano, partecipedella stessa aridità di Leopardi, finoall’età di 40 anni è un «carro vuotosul binario morto». Coinvolto diret-tamente nelle tragedie della primaguerra mondiale ne descrive la trage-dia, ne subisce le conseguenze permolto tempo. Finalmente arriva aleggere Rosmini, «genio sovrano,splendente di umano e divino sape-re». Legge la Te o d i c e a , opera tesa a«difendere e lumeggiare il disegno eil governo e le arcane vie, amabili eadorabili sempre, del Signore». Bea-to chi arriva a vedere «Gesù amore,

che spreme il suo Sangue per noi!».A capire «che cosa siano i flagellidel Flagellato per la nostra salvezzae vita e risurrezione!».

Anche l’uomo del terzo millennio, cosìcome avvenne per Giobbe che non è pu-nito ma provato da Dio, nella fede, è(ri)chiamato nella coscienza a una fe-deltà a Dio?

“La pazienza di Giobbe” è undetto entrato nel linguaggio popola-re. Quel messaggio, quel libro dellaBibbia è sublime e immortale. Nonteme il confronto letterario con latragedia greca. Il valore è ben mag-giore se si considera che in questa ledivinità rinunciano a dare risposte,delegando ateisticamente il fato adesigere l’assenso dell’uomo davanti aterribili tragedie familiari e sociali.Una delle prove più difficili perl’uomo di tutti i tempi è il dolore in-nocente. Rosmini mostra che la fe-deltà eroica di Gesù innocente è da-ta anche ai suoi discepoli. Potremmochiamarla “re s i l i e n z a ”, un termineattuale in questo sforzo di reagire al-la pandemia. Non si può realizzarela “città di Dio” senza sforzo.

E per concludere: nel «Gorgia» diPlatone, Socrate sottolinea: «E i sa-pienti dicono, o Callicle, che cielo e ter-ra, dèi e uomini sono tenuti insiemedalla comunanza, dall’amicizia, dallatemperanza, e dalla giustizia … oamico, ordine, e non invece, disordine odissolutezza». È tempo di ripensare auna filosofia e teologia in chiave meta-fisica autentica/pura?

La coralità interdisciplinare dei“sapienti” è raccomandata da PapaFrancesco nella costituzione Ve r i t a t i sgaudium, ove Rosmini è opportuna-mente citato. Non trovo augurio mi-gliore che, come già auspicato dasan Giovanni Paolo II nella Fides etra t i o , 74, cresca «il fecondo rapportotra filosofia e parola di Dio». Ė ilmomento, come suggerito da Rebo-ra, di inserire nel coro anche Rosmi-ni, come «una sicura e fedele eorientante voce attuale della perennedottrina della Chiesa, e della sua in-comparabile ragionevolezza vittorio-sa, davanti a tutte le crescenti esi-genze attuazioni umane».

Riflessioni sul silenzio

Il linguaggio di Dio

Lezioni di Teodicea

È intitolato «Lezioni di Teodicea. Dio, il male e il doloreinnocente», ed è il tema che illustra quattro lezioni invideoconferenza sulla piattaforma Webex e in diretta streaming suFacebook, dal 25 al 28 agosto (dalle ore 18 alle 19), che il Centrointernazionale di studi rosminiani di Stresa, in collaborazione conla Pontificia università Lateranense, propone come segno dicontinuazione dei simposi dedicati al roveretano, sospesiquest’anno a causa della pandemia. La partecipazione, libera egratuita, sarà possibile tramite l’iscrizione, entro il 10 agosto,all’indirizzo [email protected]. Il teologo GiuseppeLorizio terrà la lezione inaugurale su «Ateismo tragico e giustiziadivina», intervenendo anche il 27 agosto con «La teodicea ieri eoggi. La banale tragicità del male». «La “Teo dicea” di AntonioRosmini» è invece la lezione del direttore del Centrointernazionale di studi rosminiani, Umberto Muratore, previstaper il 26 agosto. Il ciclo di incontri sarà concluso dal prepositogenerale dei rosminiani, intervistato in questa pagina, cheaffronterà l’argomento «Per ogni male la cura di Dio».

Marcello Venusti, «Madonna del silenzio» (XVI secolo)

In un libro sull’etica della cura e della compassione

Lo sguardo dell’a l t ro«Isolati si muore. Amati si vive»: daqui uno psicologo, Simone Olianti, eun teologo, Alfredo Jacopozzi, partonoper sviluppare una riflessione su que-sto tempo, segnato dalla pandemia,con il libro «Lo sguardo dell’altro -Per un’etica della cura e della com-prensione» (Noventa Padovana, Edi-zioni Messaggero Padova, 2020, pa-gine 161, euro 12). Pubblichiamo laprefazione del cardinale arcivescovo diPerugia - Città della Pieve.

di GUA LT I E R O BASSETTI

Abbiamo alle spalle le imma-gini delle nostre città desertee silenziose, il tempo incerto

e sospeso trascorso nelle nostre ca-se, quasi un letargo incompatibilecon i nostri ritmi umani, da cui cistiamo risvegliando a fatica. Ma ri-mangono ancora nel cuore, profon-damente segnato, le immagini do-lorose dei cortei funebri di camionmilitari che sotto i teloni mimeticihanno portato via piccole storie divita, spente d’un tratto da una sto-ria più grande, che negli ultimitempi ha preso un andamento disa-stroso. Sono state usate, forse,espressioni troppo forti per parlaredi questa pandemia, spesso parago-nata a una vera e propria guerra.Una cosa è certa, anche se non cisono rovine e detriti per le strade,ci sono sicuramente macerie moralie sociali nella vita di molte perso-ne. Più che di guerra, metaforainappropriata, sarebbe meglio par-lare di cura. Hanno bisogno di cu-ra la nostra vita interiore e le no-stre relazioni familiari e interperso-nali, e il nostro meraviglioso piane-ta, troppo spesso depredato dal-l’avidità umana e dalla ingordigia.Angosce, preoccupazioni, rabbia,dolore, frustrazioni, paure, diso-rientamento stanno segnando ilquotidiano di molti. Come pure ilpeso di gestire molte domande sen-za risposta. C’è, inoltre, la tenutaeconomica del nostro Paese da te-nere presente. Più l’emergenza du-rerà, più è probabile che dovrem-mo confrontarci con una crisidrammatica. Quale prospettiva ab-biamo di fronte a tutto ciò?

Sentiamo quanto mai urgenti leparole che più volte ha pronuncia-to Papa Francesco, soprattutto neigiorni più acuti della pandemia.Dobbiamo ritrovare la concretezzadelle piccole cose, delle piccole at-tenzioni da avere verso chi ci stavicino, famigliari, amici. Capire chenelle piccole cose c’è il nostro teso-ro. «Ci sono gesti minimi — ha

detto il Papa — che a volte si per-dono nell’anonimato della quoti-dianità. Gesti di tenerezza, di affet-to, di compassione, che tuttavia so-no decisivi, importanti. Sono gestifamiliari di attenzione ai dettagli diogni giorno che fanno sì che la vitaabbia senso e che vi sia comunica-zione e comunione fra di noi. Diochiede a noi di non allontanarci, diessere vicini l’uno all’altro, di ma-nifestare di più la nostra vicinanza,di farla vedere di più» (Omelia aSanta Marta del 18 marzo 2020).La cura si nutre di prossimità, disolidarietà, di compassione, di pa-zienza e di perseveranza. Agli spe-cialisti e ai tecnici dei diversi settoridella politica e della società compe-te l’obbligo di trovare soluzioniidonee per affrontare i diversiaspetti della crisi. A tutti noi, inve-ce, è richiesto di sentirci responsa-bili nel mettere in atto quei gestiche danno alla vita un orientamen-to nuovo. Ma i gesti hanno biso-gno anche di essere accompagnatida parole significative, che aiutinoa pensare e a orientare profonda-mente i nostri cuori verso un’auten-tica solidarietà, per uscire tutti in-sieme da questa curva della storia.

Alcune di queste parole segnale-tiche le possiamo trovare in questoprezioso libretto, scritto da SimoneOlianti e Alfredo Jacopozzi, ormaida tanti anni docenti universitari eguide premurose nei corsi di cresci-ta personale, ritiri ed esercizi spiri-tuali. “A l t ru i s m o ”, “compassione”,“cura” e “dono” sono le parole chegli autori hanno scelto per compor-re queste pagine: parole che hannola loro radice nella fede cristiana eche qui trovano la loro declinazio-ne nelle diverse discipline, dalla fi-losofia alle religioni, dalla psicolo-gia all’antropologia. Dunque, paro-le che toccano l’intelligenza e scal-dano il cuore, soprattutto paroleluminose per il tempo che stiamovivendo. A Simone e Alfredo mi le-gano una profonda amicizia e unaffetto paterno e sento la loro mis-sione e il loro servizio di amore allepersone, specialmente nei confrontidei piccoli, tanto vicini alla miamissione. A questo loro breve maintenso lavoro auguro davvero ognibene, perché quanta più passionesi nutre nel prendersi cura dell’uo-mo, tanto più è possibile trovarsisulla strada di Dio, come ce lo haben detto l’Abbé Pierre: «Ho cer-cato Dio e non l’ho trovato, hocercato la mia anima e non l’hotrovata, ho cercato il fratello e viho trovato anche Dio e la mia ani-ma».

La domanda fondamen-tale dell’uomo di tutti itempi è questa: «Dov’èDio?». Dio non è nelfrastuono, nel caos, nelrumore, ma, come per ilprofeta Elia, «nellabrezza leggera del ven-to divino» (cfr. 1 Re, 19,12). Il silenzio è ilgrembo della Parola diDio ed è la “p a ro l a ”originante e originale ditutte le parole. Dal si-lenzio nasce la parola,la scrittura, l’arte, lamusica, la poesia, lasantità e tutta la bellez-za che Dio ha messosulla terra. Il silenzio èil “vaccino” contro la

di EMILIANO ANTENUCCI

I l silenzio è la lingua di Dio edè il linguaggio dell’amore. Diocrea il mondo in silenzio, s’in-

carna nel grembo silenzioso di unaDonna e redime l’uomo nel silenziodi una croce. Le opere più grandidi Dio si compiono, sotto l’ombradello Spirito Santo ed in silenzio.

di parole profane, di false spirituali-tà. È un’ascetica dello spirito chemutila, che pota l’albero della vitaspirituale dalle parole inutili e tantoseveramente che a volte sembra pri-varlo della sua spontaneità, dellasua vitalità, di ogni curiosità, erudi-zione, conversazione, del suo biso-gno di esprimersi, del suo bisognodi comprendere, di incontrare gli al-

Il silenzio è il linguaggio di Dio,il gemito dei santi, la penna colora-ta degli artisti, la nota fondamenta-le dei musicisti, la brezza leggeradel vento, il canto della natura, ilsussurro degli angeli, il palpito delcuore, l’ultimo grido dei defunti.Guardo Maria, la Vergine del silen-zio e penso spesso alle parole di unmistico: «Il destino della Vergine èquello di stare in silenzio. È la suacondizione, la sua via, la sua vita.La sua è una vita di silenzio cheadora la Parola eterna. Vedendo da-vanti ai suoi occhi, al suo seno, frale sue braccia, questa stessa Parola,la Parola sostanziale del Padre, mu-ta e ridotta al silenzio per la condi-zione particolare della sua infanzia,la Vergine si rinchiude in un nuovosilenzio, dove viene trasformatasull’esempio del Verbo incarnatoche è suo Figlio, il suo unico amo-re. E la sua vita passa così da un si-lenzio ad un altro, da un silenziod’adorazione ad un silenzio di tra-sformazione. Maria tace, avvintadal silenzio del Figlio suo, Gesù.Uno degli effetti sacri e divini delsilenzio di Gesù, è quello di mette-re la sua santissima Madre in unavita di silenzio: silenzio umile, pro-fondo, che sa adorare la sapienzaincarnata in modo più santo e piùeloquente di quanto non riescanosia le parole degli uomini che quel-le degli angeli. Il silenzio della Ver-gine non è l’effetto di balbuzie e diimpotenza; è un silenzio di luce edi estasi, un silenzio più eloquente,nelle lodi a Gesù, dell’elo quenzastessa... (Pierre de Bérulle, Opuscu-les de pieté, 39). Maria, Vergine delsilenzio, maestra e madre spirituale,ci insegni ad accogliere il dono delsilenzio per ascoltare Dio e tacereper non cadere nella tentazione del-lo sparlare degli altri, dell’invidia edella calunnia.

dittatura del rumore che c’è nellasocietà e il “chiacchiericcio” che allevolte è lo “sp ort” più praticato an-che nella Chiesa. È fondamentalefare silenzio, per ascoltare la vocedi Dio dentro di noi, e anche noistessi e gli altri. Fare silenzio per“ru m i n a re ” la Parola di Dio e dona-re agli altri parole autentiche, lumi-nose e piene di speranza.

Il grande Papa Paolo VI scrive:«La prima maniera di pregare èquella di tacere. Non avremo maifatto abbastanza posto degno al si-lenzio, al raccoglimento. Il silenzioci si presenta sotto una forma nega-tiva, e ciò con esclusione di rumori,

tri, di comunicare con gli altri e dinutrirsi dell’altrui comunicazione.[...] Bisogna essere poveri di spirito(Ma t t e o , 5, 3) cioè silenziosi, e con-centrare tutta l’attività spirituale nel-la parola interiore. Bisogna che im-pariamo a tacere, a raccoglierci, astare soli, ad adorare in silenzio e acomporre interiormente qualche pa-rola degna di Dio, ad estasiarciall’eco delle parole del Signore,ascoltarle, ripeterle, scandirle, la-sciarle depositare nel fondo dell’ani-ma poi decantarle da ogni profanitàfinché diventino limpide e consola-trici» (Me d i t a z i o n i , Dehoniane. Bo-logna, 1994, pagina 67).

sione di Rosmini — senzarinunciare ad esigere lanecessaria disciplina puòfare molto.

E questo perché, comeLeibniz, anche Rosmini af-ferma che il mondo creatoda Dio è «l’ottimo fra ipossibili»?

Rosmini si propone diconciliare le sentenze, ilpiù possibile. Leibniz è ilpiù citato, doposant’Agostino e san Tom-maso. Le riflessioni ro-sminiane sono rivolte adimostrare che l’umanitàè amata infinitamente da

l’hanno fatto non contro Dio o sen-za Dio. Inoltre, oggi abbiamo piùmezzi per reagire e per curare, ancheper merito della scienza. Anche un“governo senza orgoglio”, — e s p re s -

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L’OSSERVATORE ROMANOlunedì-martedì 3-4 agosto 2020 pagina 7

L’assistenza delle Chiese ai migranti nel sud-est asiatico in tempo di pandemia

Chiamati a servirei volti di Cristo

D all’incontro del Comitato esecutivo del Wcc

Imp egnoecumenicoper la pace

In India volontari cattolici aiutano a seppellire le vittime del virus

Morire con dignità

OSPEDALE DA CAMPO«Io vedo con chiarezza che la cosa di cui la Chiesa ha più bisogno

oggi è la capacità di curare le ferite e di riscaldare il cuore dei fedeli,

la vicinanza, la prossimità.

Io vedo la Chiesa come un ospedale da campo dopo una battaglia...

Curare le ferite, curare le ferite... E bisogna cominciare dal basso»

di PAOLO AF FATAT O

È una delle emergenze che la dif-fusione del coronavirus ha acui-to: quella della presenza di mi-

granti, rifugiati e richiedenti asilo.Una questione che tocca diversi Statidel sud-est asiatico come Thailandia,Malaysia, Singapore, Myanmar, chegià negli anni scorsi si sono ritrovatialle prese con crisi di vario genere,che hanno affrontato, nelle singolenazioni, con politiche e strumenti le-gislativi spesso improntati alla ghettiz-zazione e ai respingimenti, se non allacompressione dei diritti fondamentali.In tale scenario si è fatta presentel’azione pastorale delle Chiese locali,che hanno messo in campo program-mi di assistenza umanitaria, sostegnoeconomico e sociale, istruzione, con-sulenza psicologica e anche di forma-zione e dono dei sacramenti per i ri-fugiati di religione cristiana.

Uno degli Stati in cui la crisi sani-taria ha contribuito a peggiorare lecondizioni dei profughi è la Thailan-dia. L’approccio delle autorità di mi-granti e di rifugiati, giunti in granparte da altri Paesi dell’Asia in cercadi occupazione ha suscitato criticheda parte delle organizzazioni per latutela dei diritti umani. Come segnalal’ong Fortify Righs sono stati in pas-sato frequenti gli abusi su rifugiati erichiedenti asilo, costretti a un regimedi reale detenzione, accusati di violarela legge Thai sull’immigrazione. Trale migliaia di detenuti sparsi in tuttoil Paese nelle strutture di detenzione,che continuano a espatriare, si segna-lano molti cristiani pakistani il cuiunico crimine è il fatto di non esserein possesso di un visto valido per ri-manere in Thailandia. I pakistani cri-stiani che lasciano la loro patria percercare rifugio nel sud-est asiaticofuggono da persecuzione, minacce erappresaglie. Anche per i bassi costidel viaggio e per la facilità di ottenereun visto turistico, molti arrivano inThailandia, ma ben presto il loro so-gno svanisce: la Thailandia è uno deiPaesi che non ha firmato la Conven-zione sui rifugiati del 1951 né il suc-cessivo Protocollo del 1967. Così chiarriva affronta un intricato percorsoburocratico e si vede ben presto priva-to di diritti e protezione. «A questopunto il rifugiato, che ancora ufficial-mente non è tale, diventa un illegale eun criminale», spiegano i volontaricattolici thailandesi, parte di una co-munità che conta 400.000 fedeli inuna nazione con 69 milioni di abitan-ti, in prevalenza buddisti. Privi di unlavoro legale e dell’assistenza sanita-ria, i profughi sono costretti a situa-zioni di clandestinità, sono vittime ditraffici loschi o occupati in condizionidi schiavitù. «Donne e bambini sonoimprigionati senza distinzione. Leparrocchie, la gente comune, alcuneorganizzazioni, portano aiuto e assi-stenza a persone abbandonate a sestesse», proseguono i volontari. Du-rante l’emergenza legata al coronavi-rus un’ondata di commenti xenofobiha invaso i social media thailandesi,dopo le segnalazioni dello scoppio difocolai di covid-19 nelle strutture didetenzione per immigrati clandestini.In questo scenario, l’o rg a n i z z a z i o n eassistenziale legata all’arcidiocesi diBangkok ha rafforzato l’opera di so-stegno della Chiesa verso migranti eprofughi, «persone fragili, bisognosedi aiuto, che non hanno voluto lascia-re la loro patria, ma sono stati costret-ti a farlo» a causa di abusi, discrimi-nazioni, ingiustizie e violenze legate areligione, cultura, etnia, ha raccontatoil sacerdote di Bangkok padre Som-mai Mathurossuwan, responsabile delservizio loro dedicato nell’arcidio cesi.

Anche nella vicina Malaysia, metadi milioni di lavoratori migranti, leautorità hanno adottato un approccioduro nel trattare determinate comuni-

tà straniere, con l’obiettivo dichiaratodi contenere la diffusione del virus. Ecosì centinaia di migranti e richiedentiasilo sono stati arrestati, e tra lorodonne e bambini, in una strategiache, secondo le Nazioni Unite, si rive-la controproducente: «La paura del-l’arresto e della detenzione spingequeste popolazioni vulnerabili a na-scondersi e a non cercare cure, conconseguenze negative per la propriasalute e creando ulteriori rischi per ladiffusione del covid-19». La gestionedel rapporto con i migranti, caratte-rizzata nei mesi scorsi da deportazionie arresti, ha visto crescere le intimida-zioni ai giornalisti che si sono occupa-ti del caso e suscitato la preoccupazio-ne delle organizzazioni di difesa della

detto padre Ng, osservando che la co-munità cattolica malaysiana, il 4 percento su 32 milioni di abitanti, in unasocietà multietnica e multireligiosa,intende «fare la propria parte» per ilbene comune.

A tal fine, le Chiese locali avverto-no che nelle due nazioni confinantiThailandia e Malaysia, i profughicontinuano a rischiare di contrarre ilcovid-19 in residenze sovraffollate, ba-raccopoli e centri di detenzione e oc-corrono, dunque, politiche differenti.

Non è dissimile la situazione a Sin-gapore, dove quasi 25.000 lavoratorimigranti, molti dei quali giuntidall’India e dal Bangladesh, sono ri-sultati positivi al coronavirus negli af-follati dormitori dove risiedono. La

long e Ukhia, in territorio bengalese,al confine orientale con il Myanmar,accampati in estesi campi temporaneipoco oltre la frontiera. La Chiesa ben-galese, un “piccolo gregge” di400.000 fedeli in un contesto al 90per cento islamico, grazie all’imp egnodella Caritas e con l’aiuto di altreagenzie umanitarie, si prende cura deirohingya, tanto più nei mesi della crisilegata al coronavirus: da un lato siopera per la prevenzione e per l’infor-mazione sulla malattia, dall’altro sicontinuano a fornire servizi sociali, diassistenza medica e di istruzione. In-fatti, l’assistenza umanitaria finoraerogata non prevede di istituire lescuole: il governo di Dacca sembranon voler insegnare agli sfollati la lin-gua bengalase temendo che, una voltaappresa, essi possano facilmente fer-marsi e integrarsi nella nazione. È laChiesa cattolica, allora, insieme conaltre associazioni, a organizzare il ser-vizio di istruzione per bambini e gio-vani nei campi profughi, anche se nonsi tratta di scuole formalmente ricono-sciute. La Chiesa locale da tempochiede «una soluzione globale chenon può essere lasciata solo sulle spal-le del Bangladesh», ma che coinvolgala comunità internazionale e le Nazio-ni Unite, grazie a un piano di azioneche veda la partnership dei governi eche tuteli pienamente la dignità, la li-bertà e i fondamentali diritti umanidei rohingya.

Nelle diverse nazioni asiatiche, giàalle prese con crisi sociali legate alleondate migratorie, i frequenti maltrat-tamenti e abusi sui diritti umani indu-cono i lavoratori stranieri a languire aimargini della società. Tale esclusionepuò comportare gravi problemi socialie anche sanitari, specialmente duranteuna crisi come l’attuale pandemia. Tral’altro la maggior parte dei lavoratorimigranti proviene da contesti svantag-giati, ha un basso livello di alfabetiz-zazione e di istruzione e, come ha co-municato di recente l’O rganizzazioneinternazionale per le migrazioni(Oim), è disinformata sul covid-19, acausa delle barriere linguistiche e perla mancanza di un accesso adeguatoalla tecnologia digitale. L’azione pa-storale e sociale delle comunità catto-liche, in questa cornice, diventa dun-que tanto più preziosa e importante,per diffondere una sensibilità intrisadi compassione e di misericordia.

libertà di espressione. All’inizio di lu-glio è stato diffuso in rete il docu-mentario Locked Up in Malaysia Lock-down in cui si documenta l’arresto dimigranti privi di documenti durantela pandemia di covid-19, ma le autori-tà malaysiane hanno respinto le accu-se di razzismo e discriminazione.«L’impatto del lockdown e la pauradella pandemia hanno causato unacrisi umanitaria tra i lavoratori infor-mali, che sono perlopiù migranti stra-nieri», ha spiegato a «L’O sservatoreRomano» il sacerdote gesuita padreAlvin Ng, raccontando l’impegno del-la commissione per la pastorale deimigranti nell’arcidiocesi di Kuching,che ha coinvolto sacerdoti, religiosi elaici volontari nell’impegno di solida-rietà. «Che si tratti di gente del postoo di stranieri, tutti sono il volto diCristo che siamo chiamati a servire,con la preghiera, con un pensiero, conaiuto finanziario, con un sorriso o ildono di un pacco di cibo o un bic-chiere d’acqua, in nome di Dio», ha

ci, ai quali la Chiesa cattolica di Sin-gapore, con i suoi 300.000 fedeli su5,5 milioni di abitanti, dedica atten-zione e cura pastorale, accompagnan-doli anche nel cammino spirituale eorganizzando per loro apposite litur-gie e il dono dei sacramenti. Alcuni diloro sono impegnati in movimenti ec-clesiali come Couples for Christ, onell’iniziativa pastorale «Abundantand Better Life Abroad», che mira aconsentire agli stranieri di condurreuna vita prospera e felice, pur se lon-tano dalla loro patria, incentrata sullacondivisione della parola di Dio, an-che in tempo di pandemia.

Un’altra emergenza già in atto, ag-gravatasi con lo scoppio della pande-mia, è quella relativa ai rifugiatirohingya che, in Bangldesh, si ritrova-no in un limbo: hanno timore di tor-nare in Mynamar, ma anche il gover-no di Dacca non ne promuove la realeintegrazione nella società. Oltre unmilione di profughi vivono ammassatinelle località di Cox’s Bazar, Kutupa-

città-stato è fortementedipendente dalla mano-dopera straniera, dato chesono 1,4 milioni i lavora-tori stranieri impiegatiprincipalmente nell’edili-zia, nei lavori manuali enel servizio domestico.Circa 200.000 immigrativivono in soli 43 dormito-ri, in stanze che accolgo-no fino a 20 persone. Trai migranti, numerosi sonoi cattolici (giunti dalle Fi-lippine e da altri Paesiasiatici) che lavorano co-me collaboratori domesti-

NEW DELHI, 3. «La sepoltura delle persone decedute acausa della pandemia è diventata un grave problema nel-la società. Alcuni non sanno cosa fare e a chi rivolgersiquando i loro cari muoiono di coronavirus»: è quanto hadichiarato padre Mathew Navarakkattu, direttore dellapastorale giovanile della diocesi di Idukki, in India, dovenei giorni scorsi una trentina di sacerdoti e 40 giovani sisono uniti per dare degna sepoltura alle vittime del co-vid-19, a prescindere dalla loro appartenenza religiosa.Un’opera di misericordia che mostra la vicinanza dellaChiesa alle sofferenze della popolazione. Inoltre, il grup-po di volontari collaborerà con il governo locale nella di-stribuzione di cibo, medicine e altri servizi nei centri diquarantena del distretto. «Circa una cinquantina di per-sone — ha spiegato il sacerdote — hanno già seguito unapposito corso di formazione da parte dei dipartimentisanitari locali e, in quest’opera, seguiranno le direttivedel dipartimento di salute. Vogliamo mostrare vicinanza,solidarietà e prossimità anche nel tragico evento dellamorte».

Sempre in Kerala, l’organizzazione cattolica SahrudayaSamaritans, che si occupa di progetti di carità e solidarie-tà nell’arcidiocesi di Ernakulam-Angamaly, ha formatouno speciale team che è già operativo e ha assistito alcu-ni casi.

Un’altra diocesi che ha sposato l’iniziativa è quella diFaridabad, dove si sono riuniti un gruppo di 12 sacerdoti,

10 suore e 25 laici per amministrare i sacramenti, assisteree contribuire alla sepoltura delle vittime di coronavirus.«Circa 250 persone di 30 parrocchie — ha detto padre Ju-lius Job, coordinatore del team di Faridabad — si sonoofferte volontarie, anche se la necessità era di quattromembri per ciascuna parrocchia». La diocesi vuole assi-curarsi che a chiunque muoia per covid-19 nella diocesivenga data una degna sepoltura. Padre Job tiene a preci-sare che «il gruppo non solo assisterà al funerale, maraggiungerà le persone con covid-19 per i loro bisognispirituali». Anche l’arcivescovo di Faridabad, monsignorKuriakose Bharanikulangara, ha invitato i suoi sacerdotia farsi prossimo e ad aiutare per la sepoltura dei parroc-chiani, ma ha specificato che, pur se in principio l’ideaera rivolta ai cattolici nella diocesi, «siamo disposti adestendere il nostro servizio a persone di altre fedi».

— il Comitato esecu-tivo ha voluto ancheindicare un program-ma di lavoro per ri-lanciare il ruolo delWorld Council ofChurches non solonel movimento ecu-menico, ma anchenel contesto attualein un tempo in cuiappare quanto mainecessaria la testimo-nianza condivisa deicristiani per favorireun ripensamento del-la società. Come haricordato Agnes A-buom, moderatoredel Wcc, le Chiesedevono essere sem-pre più portatrici disperanza in un mo-mento in cui la pan-demia del covid-19

Il logo dell’Assemblea generale del Wcc a Karlsruhe

sta seminando paura, dolore emorte in tutto il mondo. Sempreper Abuom, nel suo interventodi apertura della riunione delComitato, il Wcc deve rafforzarela sua azione di informazionesulle dimensioni e sui pericolidella pandemia, invitando a se-guire quanto viene richiesto dal-le organizzazioni internazionaliper combattere il coronavirus,così come è stato fatto findall’apparire della pandemia.Tra gli argomenti discussi ampiospazio è stato dato anche allereazioni alla decisione turca diriconvertire Aghia Sophia inmoschea.

La pandemia del covid-19 èstato il convitato di pietra dellariunione: oltre a una revisionedel budget del 2021, reso neces-sario proprio per la diffusionedel virus, il Comitato ha chiestoun’ulteriore revisione del docu-mento Called to TransformativeAction: Ecumenical Diakonia inmodo da aggiungere una rifles-sione sull’azione ecumenica del-le Chiese nel tempo del covid-19. In attesa di questa revisioneil Comitato ha espresso un giu-dizio più che positivo sul docu-mento tanto da proporre la suacircolazione, per uso interno, trai membri del Wcc e dei partnerecumenici. Si è parlato anchedelle conseguenze della pande-

geria a causa delle ricorrenti vio-lenze subite dai cristiani; si èmanifestata una viva preoccupa-zione per la condizione del Li-bano che, dopo anni di guerracivile, è entrato in una crisi eco-nomica e istituzionale per laquale il Wcc ha chiesto «riformeurgenti e strutturali per dare sta-bilità, unita e sovranità al Liba-no». Infine, si è dato un giudi-zio più che positivo sull’esp e-rienza del pellegrinaggio di giu-stizia e pace in Asia dove si èrealizzata una piena condivisio-ne tra dimensione globale e lo-cale nella ricerca della pace, fon-data sulla giustizia. Accanto allepreoccupazioni per il deteriora-mento della situazione in MedioOriente, in particolare a Gerusa-lemme, il Comitato ha fatto unprimo bilancio delle iniziativeper la pace in Corea per il 70°anniversario dell’inizio delleostilità, mentre le ultime parolesono state rivolte a quanto intutto il mondo si sta facendo,per il 75° anniversario delle ato-miche su Hiroshima e Nagasaki,chiedendo che vengano smantel-lati definitivamente gli arsenaliatomici, come segno concretoper la pace che tutti i cristianisono chiamati a costruire perannunciare Cristo, Salvatore del-le genti.

di RICCARD O BURIGANA

La prossima assemblea ge-nerale del World Councilof Churches (Wcc) si terrà

a Karlsruhe, in Germania, dal 31agosto all’8 settembre 2022: èquanto ha deciso il Comitatoesecutivo del Wcc, che si è riu-nito, nei giorni scorsi, in moda-lità webinar. L’assemblea dell’or-ganismo ecumenico era stataprogrammata per i giorni 8-16settembre 2021, ma l’e m e rg e n z asanitaria aveva portato al suorinvio, con la conseguente can-cellazione degli incontri prepa-ratori. Con questa decisione —lo slittamento di un anno, conla conferma della sede e l’ag-giornamento dei temi da trattare

mia per le persone più deboli,soffermandosi sulla condizionedegli indios in Brasile e sul dif-fondersi di nuove forme di raz-zismo. Su quest’ultimo aspettosi è deciso di rinviare alla riu-nione del Comitato prevista pernovembre la definizione di unnuovo piano di interventi controil razzismo alla luce di quanto ilWorld Council of Churches stafacendo in questa direzione.Durante l’incontro, come accadesempre in queste occasioni, ilComitato ha voluto esprimere laposizione dell’organismo ecume-nico su alcune realtà locali: èstata rinnovata la denuncia «perla situazione di endemica insicu-rezza per molte comunità e unvasto numero di persone» in Ni-

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L’OSSERVATORE ROMANOpagina 8 lunedì-martedì 3-4 agosto 2020

All’Angelus il Papa prega per il popolo del Nicaragua, ricorda il “Perdono di Assisi” e auspica nuove forme di solidarietà

Senza lavorofamiglie e società non vanno avanti

Con il segno della moltiplicazionedei pani «Gesù vuole educare i suoiamici di ieri e di oggi alla logicadi Dio», quella «del farsi caricodell’altro»: è la lezione che Francescoha tratto dal Vangelo domenicaledel 2 agosto, commentato dalla finestradello studio privato del Palazzoapostolico vaticano prima di recitarela preghiera mariana di mezzogiornocon i fedeli presenti in piazzaSan Pietro — nel rispetto delle misuredi sicurezza adottate per evitareil diffondersi del contagio da covid-19— e con quanti lo seguivano attraversoi media.

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!Il Vangelo di questa domenica cipresenta il prodigio della moltiplica-zione dei pani (cfr. Mt 14, 13-21). Lascena si svolge in un luogo deserto,dove Gesù si era ritirato con i suoidiscepoli. Ma la gente lo raggiungeper ascoltarlo e farsi guarire: infattile sue parole e i suoi gesti risanano edanno speranza. Al calar del sole, lefolle sono ancora lì, e i discepoli,uomini pratici, invitano Gesù a con-gedarle perché possano andare aprocurarsi da mangiare. Ma Lui ri-sponde: «Voi stessi date loro damangiare» (v. 16). Immaginiamo lefacce dei discepoli! Gesù sa benequello che sta per fare, ma vuolecambiare il loro atteggiamento: nondire “congedali, che si arrangino,che trovino loro da mangiare”, no,ma “che cosa ci offre la Provvidenzada condividere?”. Due atteggiamenticontrari. E Gesù vuole portarli al se-condo atteggiamento, perché la pri-ma proposta è la proposta di un uo-mo pratico, ma non generosa: “con-gedali, che vadano a trovare, che siarrangino”. Gesù pensa in un altromodo. Gesù, attraverso questa situa-zione, vuole educare i suoi amici diieri e di oggi alla logica di Dio. Equal è la logica di Dio che vediamoqui? La logica del farsi carico dell’al-tro. La logica di non lavarsene lemani, la logica di non guardare daun’altra parte. La logica di farsi cari-co dell’altro. Il “che si arrangino”non entra nel vocabolario cristiano.

Non appena uno dei Dodici dice,con realismo: «Qui non abbiamo al-tro che cinque pani e due pesci!»,Gesù risponde: «Portatemeli qui»(vv. 17-18). Prende quel cibo tra lesue mani, alza gli occhi al cielo, reci-ta la benedizione e comincia a spez-zare e a dare le porzioni ai discepolida distribuire. E quei pani e queipesci non finiscono, bastano e avan-zano per migliaia di persone.

Con questo gesto Gesù manifestala sua potenza, non però in modospettacolare, ma come segno dellacarità, della generosità di Dio Padreverso i suoi figli stanchi e bisognosi.Egli è immerso nella vita del suo po-polo, ne comprende le stanchezze,ne comprende i limiti, ma non lascia

che nessuno si perda o venga meno:nutre con la sua Parola e dona ciboabbondante per il sostentamento.

In questo racconto evangelico sipercepisce anche il riferimentoall’Eucaristia, soprattutto là dove de-scrive la benedizione, la frazione delpane, la consegna ai discepoli, la di-stribuzione alla gente (v. 19). E vanotato come sia stretto il legame trail pane eucaristico, nutrimento per lavita eterna, e il pane quotidiano, ne-cessario per la vita terrena. Prima dioffrire sé stesso al Padre come Panedi salvezza, Gesù si cura del ciboper coloro che lo seguono e che, purdi stare con Lui, hanno dimenticatodi fare provviste. A volte si contrap-pone spirito e materia, ma in realtàlo spiritualismo, come il materiali-smo, è estraneo alla Bibbia. Non èun linguaggio della Bibbia.

La compassione, la tenerezza cheGesù ha mostrato nei confronti dellefolle non è sentimentalismo, ma la

manifestazione concreta dell’a m o reche si fa carico delle necessità dellepersone. E noi siamo chiamati adaccostarci alla mensa eucaristica conquesti stessi atteggiamenti di Gesù:[anzitutto] compassione dei bisognialtrui. Questa parola che si ripetenel Vangelo quando Gesù vede unproblema, una malattia o questagente senza cibo. “Ne ebbe compassio-ne”. Compassione non è un senti-mento puramente materiale; la veracompassione è patire con, prenderesu di noi i dolori altrui. Forse ci faràbene oggi domandarci: io ho com-passione? Quando leggo le notiziedelle guerre, della fame, delle pande-mie, tante cose, ho compassione diquella gente? Io ho compassionedella gente che è vicina a me? Sonocapace di patire con loro, o guardoda un’altra parte o dico “che si ar-rangino”? Non dimenticare questaparola “compassione”, che è fiducianell’amore provvidente del Padre esignifica coraggiosa condivisione.

Messaggio del Pontefice ai partecipanti all’incontro annuale dei giovani a Medjugorje

Oltre la cultura del provvisorio

Maria Santissima ci aiuti a percor-rere il cammino che il Signore ci in-dica nel Vangelo di oggi. È il per-corso della fraternità, che è essenzia-le per affrontare le povertà e le sof-ferenze di questo mondo, special-mente in questo momento grave, eche ci proietta oltre il mondo stesso,perché è un cammino che inizia daDio e a Dio ritorna.

Al termine dell’Angelus il Ponteficeha pregato per il «popolodel Nicaragua che soffre per l’attentatoalla Cattedrale di Managua»,ha parlato dell’indulgenza plenariaofferta dal “Perdono di Assisi”e ha auspicato un rilanciodell’occupazione soprattuttoin vista del post-pandemia

Cari fratelli e sorelle,penso al popolo del Nicaragua chesoffre per l’attentato alla Cattedraledi Managua, dove è stata moltodanneggiata — quasi distrutta — l’im-magine tanto venerata di Cristo, cheha accompagnato e sostenuto duran-te i secoli la vita del popolo fedele.Cari fratelli nicaraguensi, vi sono vi-cino e prego per voi.

Da ieri e fino alla mezzanotte dioggi ricorre il “Perdono di Assisi”, ildono spirituale che San Francescoottenne da Dio per intercessione del-la Vergine Maria. Si tratta di un’in-dulgenza plenaria che si può ricevere

accostandosi ai Sacramenti dellaConfessione e dell’Eucaristia e visi-tando una chiesa parrocchiale ofrancescana, recitando il Credo, ilPadre nostro e pregando per il Papae le sue intenzioni. L’indulgenzapuò essere anche destinata a unapersona defunta. Com’è importanterimettere al centro sempre il perdo-no di Dio, che “genera paradiso” innoi e intorno a noi, questo perdonoche viene dal cuore di Dio che è mi-s e r i c o rd i o s o !

Saluto con affetto voi qui presen-ti, romani — tanti! — e pellegrini: ve-do gli alpini di Palosco lì, li saluto!Anche tanti brasiliani lì, con le ban-diere. Saluto tutti, anche i devotiall’Immacolata, sempre presenti.

E allargando il pensiero a tuttiquanti sono collegati, auguro che inquesto periodo molti possano viverequalche giorno di riposo e di contat-to con la natura, in cui ricaricare an-che la dimensione spirituale. Nellostesso tempo auspico che, con l’im-pegno convergente di tutti i respon-sabili politici ed economici, si rilanciil lavoro: senza lavoro le famiglie ela società non possono andare avan-ti. Preghiamo per questo è e sarà unproblema della post-pandemia: lapovertà, la mancanza di lavoro. E civuole tanta solidarietà e tanta creati-vità per risolvere questo problema.

A tutti auguro una buona dome-nica. E per favore, non dimenticatevidi pregare per me. Buon pranzo ea r r i v e d e rc i !

Per una sanità vaticana sempre piu efficienteCO N T I N UA Z I O N E DALLA PA G I N A 1

In occasione dell’annuale incontro dei giovani aMedjugorje, nella sera di sabato 1° agosto èstata data lettura di un messaggio inviato dalPapa ai partecipanti. Il testo originale in croatoè stato consegnato dall’arcivescovo Luigi Pezzuto,nunzio apostolico in Bosnia ed Erzegovina. Nepubblichiamo di seguito la versione italiana.

Carissimi!L’incontro annuale dei giovani a Medjugorjeè un tempo ricco di preghiera, di catechesi, difraternità. Esso offre a tutti voi la possibilitàdi incontrare Gesù Cristo vivo, specialmentenell’Eucaristia, celebrata e adorata, e nella Ri-conciliazione. E così vi aiuta a scoprire un al-tro modo di vivere, diverso da quello che of-fre la cultura del provvisorio, secondo la qua-le nulla può essere definitivo ma conta sologodere il momento presente. In questo climadi relativismo, nel quale è difficile trovare lerisposte vere e sicure, le parole-guida del Fe-stival: «Venite e vedrete» (Gv 1, 39), rivolte daGesù ai discepoli, sono una benedizione. An-che a voi Gesù rivolge il suo sguardo e vi in-vita ad andare e a stare con Lui.

Non abbiate paura! Cristo vive e vuole cheognuno di voi viva. Egli è la vera bellezza egiovinezza di questo mondo. Tutto ciò cheLui tocca diventa giovane, diventa nuovo, siriempie di vita e di senso (cfr. Esort. ap. Chri-

stus vivit, 1). Lo vediamo proprio in quellascena evangelica, quando il Signore chiede aidue discepoli che lo seguono: «Che cosa cer-cate?». E loro rispondono: «Rabbì, dove di-mori?». E Gesù dice: «Venite e vedrete» (cfr.Gv 1, 35-39). E loro vanno, vedono e rimango-no. Nella memoria di quei discepoli rimasetalmente impressa l’esperienza dell’i n c o n t rocon Gesù, che uno di loro registrò perfinol’ora: «Erano circa le quattro del pomeriggio»(v. 39).

Il Vangelo ci racconta che dopo essere statia casa del Signore, i due discepoli diventaro-no dei “mediatori” che permettono ad altri diincontrarlo, di conoscerlo e di seguirlo. An-drea andò a dirlo subito a suo fratello Simonee lo condusse da Gesù. Quando vide Simone,il Maestro gli diede subito un soprannome:“Cefa”, cioè “Pietra”, che diventerà il nomePietro (cfr. Gv 1, 40-42). Questo fa vedere cheincontrando Gesù si diventa una nuova per-sona, e si riceve la missione di trasmetterequesta esperienza ad altri, ma sempre tenendolo sguardo fisso su di Lui, il Signore.

Carissimi giovani, avete incontrato questosguardo di Gesù che vi chiede: «Che cosacercate?»? Avete udito la sua voce che vi di-

ce: «Venite e vedrete»? Avete sentito quell’im-pulso a mettervi in cammino? Prendetevi iltempo per stare con Gesù, per riempirvi delsuo Spirito ed essere pronti all’affascinanteavventura della vita. Andate incontro a Lui,state con Lui nella preghiera, affidatevi a Luiche è esperto del cuore umano.

Questo bellissimo invito del Signore: «Ve-nite e vedrete», raccontato dal giovane e ama-to discepolo di Cristo, è rivolto anche ai futu-ri discepoli. Gesù vi invita ad incontrarlo equesto Festival diventa un’occasione di poter“venire e vedere”. La parola “v e n i re ”, oltre adindicare un movimento fisico, ha un senso piùprofondo, spirituale. Indica un itinerario difede il cui fine è “v e d e re ”, cioè fare l’esp erien-za del Signore e, grazie a Lui, vedere il sensopieno e definitivo della nostra esistenza.

Il grande modello della Chiesa dal cuoregiovane, pronta a seguire Cristo con freschez-za e docilità, rimane sempre la Vergine Maria.La forza del suo «sì» e di quell’«avvenga perme» che disse all’angelo ci colpisce sempre. Ilsuo «sì» significa coinvolgersi e rischiare, sen-za altra garanzia che la certezza di essere por-tatrice di una promessa. Il suo «Ecco la servadel Signore» (Lc 1, 38) è l’esempio più bello

che ci racconta cosa succede quando l’uomo,nella sua libertà, si abbandona nelle mani diDio. Che questo esempio vi affascini e vi gui-di! Maria è la Madre che veglia «su di noisuoi figli che camminiamo nella vita spessostanchi, bisognosi, ma col desiderio che la lu-ce della speranza non si spenga. Questo è ciòche vogliamo: che la luce della speranza nonsi spenga. La nostra Madre guarda questo po-polo pellegrino, popolo di giovani che leiama, che la cerca facendo silenzio nel propriocuore nonostante che lungo il cammino ci siatanto rumore, conversazioni e distrazioni»(Christus vivit, 48).

Cari giovani, «correte attratti da quel Voltotanto amato, che adoriamo nella santa Eucari-stia e riconosciamo nella carne del fratellosofferente. Lo Spirito Santo vi spinga in que-sta corsa in avanti. La Chiesa ha bisogno delvostro slancio, delle vostre intuizioni, dellavostra fede» (ibid., 299). Nella vostra corsaper il Vangelo, animata anche da questo Fe-stival, affido tutti voi all’intercessione dellaBeata Vergine Maria, invocando luce e forzadallo Spirito affinché possiate essere veri testi-moni di Cristo. Per questo prego e vi benedi-co, e chiedo anche a voi di pregare per me.

Roma, San Giovanni in Laterano,29 giugno 2020

Con il segno della moltiplicazione dei pani(cfr. Mt 14, 13-21) Gesù vuole educare i suoi amici

di ieri e di oggi alla logica di Dio:la logica del farsi carico dell’altro. #VangelodiOggi

(@Pontifex_it, 2 agosto)

composto da 33 persone impegnatenell’ambito sanitario non medicoquali: infermieri, biologi, tecnici diradiologia e di laboratorio. Inoltre,la Direzione si avvale della collabo-razione di circa 90 medici suddivisitra internisti e specialisti nelle prin-cipali specialità. Il nostro ambulato-rio lo scorso anno ha fornito 52.000prestazioni di medicina interna e ol-tre 32.000 di medicina specialistica.Il numero degli esami di laboratorioè stato di oltre 220.000 analisi. Sonostati eseguiti anche 5.000 esami dia-gnostici con più di 3.000 ecografiedi vario tipo. Senza dimenticare leoltre 35.000 prestazioni infermieristi-che. Un servizio iniziato circa 4-5anni fa per volere di Papa Francescoè rappresentato dall’assistenza pressol’eliporto del Vaticano. Il Papa hainteso mettere a disposizione l’eli-porto a beneficio dell’ospedale Bam-bino Gesù, che è molto vicino al Va-ticano. Ogni volta che arriva un eli-cottero offriamo assistenza sanitariaal piccolo paziente. Durante l’annoci sono circa 80-100 atterraggi dibambini che sono diretti al nosoco-mio pediatrico. Grazie a questa atti-vità, gli accessi al pronto soccorsodel Bambino Gesù sono nettamenteaumentati. La Direzione offre ancheil servizio di sicurezza e salute sul

lavoro con oltre 5.000 prestazioni ef-fettuate in un anno. Senza dimenti-care il nuovo servizio di fisioterapiache viene fornito nell’ambulatorio dapoco aperto e che conta un fisiatra etre fisioterapisti.

Quali sono state le misure adottate du-rante l’emergenza sanitaria a causa delcovid-19?

Le autorità del Vaticano, in parti-colare la Segreteria di Stato, all’ini-zio della pandemia mi hanno nomi-nato commissario speciale. In primapersona, quindi, con la collaborazio-ne di tutta la Direzione, mi sono oc-

cupato della gestione dell’e m e rg e n -za. Posso dire che per quanto ri-guarda il nostro settore, nelle fasipiù acute della pandemia, marzo-aprile, abbiamo sospeso, come avve-nuto negli altri Paesi, tutta l’attivitàambulatoriale di routine e ci siamodedicati ai servizi di urgenza. Abbia-mo predisposto un percorso dedica-to all’ingresso della Direzione perdifferenziare gli eventuali pazienticon sospetto di infezione covid-19,in modo da minimizzare la possibili-tà di diffusione del contagio. A talescopo abbiamo anche adibito a que-sta specifica funzione un ambulato-rio medico mobile, un camper che di

solito si utilizza in occasione deglieventi con grandi afflussi di persone.Lo abbiamo usato per gestire i pa-zienti con sospetta malattia che pre-sentavano uno stato febbrile o sinto-mi riconducibili all’infezione. Quan-do necessario abbiamo anche esegui-to tamponi rino-faringei che abbia-mo poi indirizzato al Policlinico Ge-melli e all’ospedale Bambino Gesù.L’attività ambulatoriale è rimasta so-spesa fino a metà maggio ed è poiripresa con criteri diversi, cioè conappuntamenti più diradati per evita-re eccessivi affollamenti nelle sale diaspetto. A questo scopo, abbiamoorganizzato un’area di attesaall’esterno della Direzione, al fine dipoter rispettare le norme sul distan-ziamento. Per fortuna non abbiamoosservato molti pazienti affetti dacovid-19. Uno è stato un pazientevenuto per effettuare la visita di as-sunzione, è il nostro primo caso.Siamo venuti successivamente a co-noscenza che era affetto da covid-19e abbiamo messo in atto tutte le mi-sure di profilassi per chi era venutoa contatto con lui. Ci sono stati an-che altri casi tra i dipendenti, ma so-no stati gestiti negli ospedali e neiservizi territoriali italiani. Quando cisono stati casi di positività abbiamofatto analisi e tappeto. In questigiorni, stiamo facendo un’analisi sie-rologica alla ricerca degli anticorpi

specifici a tutto il personale che sitrova a diretto contatto con il pub-blico, come gendarmi, guardie sviz-zere pontificie, addetti al magazzinodel Governatorato e all’Annona e di-pendenti dei Musei Vaticani. Per oral’indagine ha dato esiti soddisfacen-ti, in quanto nessuno è risultato por-tatore di anticorpi.

La Città del Vaticano è pronta per af-frontare dal punto di vista medico unaeventuale recrudescenza del virus?

Certamente, come tutti i servizisanitari siamo sicuramente più pre-parati a un’eventuale seconda ondatapandemica possibile per i mesi au-tunnali, con la speranza che non siverifichi. Prima di tutto le conoscen-ze della malattia sono migliorate equindi tutti i medici sono più prepa-rati. Inoltre, sono state individuateterapie più efficaci. Noi ovviamentesiamo in grado di affrontare pazienticon sospetto di infezione. Abbiamodegli ospedali di riferimento, come ilPoliclinico Gemelli, dove inviare ipazienti, poiché non essendo unospedale, ci limitiamo ad individuarei sospetti e poi li affidiamo alle au-torità sanitarie italiane.

Come si diventa medici del Vaticano?Bisogna esserlo a tempo pieno o si puòesercitare la professione anche all’ester-no?

La politica della direzione è quelladi avere dei medici che operano an-che all’esterno. Questo ci permettedi avere dei professionisti che hannoun’esperienza consolidata e ciò cipermette di mantenere alto il livelloqualitativo delle prestazioni. Tutti imedici del Vaticano svolgono quindiun’attività esterna e la condividonocon noi. Molti lavorano negli ospe-dali, altri nei servizi territoriali e du-rante le ore libere dai turni prestanola loro opera anche qui.

Prima parlava di sicurezza sul lavoro.Quali controlli effettuate?

Si tratta di un servizio che prestia-mo attraverso un’entità autonomacomposta da tecnici e specialisti del-le materie antinfortunistiche. A coor-dinare la struttura c’è l’a rc h i t e t t oPier Paolo Di Mattia, che si occupadi tutto quanto riguarda le normeantinfortunistiche negli uffici e neilaboratori del Vaticano. Insieme coni vigili del fuoco predispongono icontrolli sul rispetto delle norme el’adeguatezza dei piani antincendio edi smaltimento dei rifiuti speciali.Durante la pandemia da covid-19questo servizio si è occupato di re-carsi nei vari luoghi di lavoro per laverifica del rispetto dei protocolli in-dicati dalle autorità vaticane, il tuttonell’ottica della prevenzione del con-tagio.

Andrea Arcangeli