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IGNIS ARDENS S. Pio X e la sua terra Pubbl. Bimestrale n. 1 Anno CII GENNAIO - FEBBRAIO 2006 Spedizione in abbonamento postale Gruppo IV Quota abbonamento annuo: Italia €. 20 sul c.c.p. n°13438312 Estero (via area) €. 35 Redazione - Amministrazione Via J. Monico, 1 31039 Riese Pio X (Treviso) Tel. 0423 483105 - Fax 0423 750177 Direttore: Giovanni Bordin Direttore Responsabile: Pietro Tonello Autorizzazione del Tribunale di Treviso n°106 del 10 maggio 1954 Tipolitografia “ERREPI” di Berno Primo Via Castellana, 50 31039 Riese Pio X (TV) Tel. 0423 746276 - Fax 0423 746663 S OMMARIO OMMARIO PRESENTAZIONE DI QUESTO NUMERO DI IGNIS PAG. 3 C C o o n n o o s s c c e e r r e e P P i i o o X X 29-10-1905: MONUMENTO INNALZATO A RIESE IN ONORE DI SUA SANTITÀ PIO X PAG. 4 LA PRIMA ENCICLICA DI PAPA PIO X PAG. 5 ECCO LE ATTIVITÀ DI UN GRUPPO DI NOSTRI EMIGRATI IN CANADA PAG. 8 GIORNATA MONDIALE DELLE MIGRAZIONI PAG. 7 GIORNATA MONDIALE DEI MALATI DI LEBBRA PAG. 9 GIORNATA ANNUALE DELLA VITA PAG. 10 GIORNATA MONDIALE DEL MALATO PAG. 10 LO “STORICO VIAGGIOIN ARGENTINA E BRASILE 10-26 FEBBRAIO 2006 PAG. 11 INTERESSANTI RIFLESSIONI DI UN PARTECIPANTE: PIO X EL’EMIGRAZIONE SUD-AMERICANA PAG. 18 C C R R O O N N A A C C A A P P A A R R R R O O C C C C H H I I A A L L E E IN RICORDO DI... AMANZIO PIVETTA, AMALIA FAVRETTO BALDIN, OLGA VACILOTTO VED. SCOLLI, BUCI TIBURZIO GIACOMELLI, GIOVANNI MARCHESAN PAG. 20 VITA PARROCCHIALE PAG. 23 IGNIS ARDENS IGNIS ARDENS 52 °

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IGNIS ARDENSS. Pio X e la sua terra

Pubbl. Bimestrale n. 1Anno CII

GENNAIO - FEBBRAIO 2006

Spedizione in abbonamento postaleGruppo IV

Quota abbonamento annuo:Italia €. 20

sul c.c.p. n°13438312Estero (via area) €. 35

Redazione - AmministrazioneVia J. Monico, 1

31039 Riese Pio X (Treviso)Tel. 0423 483105 - Fax 0423 750177

Direttore:Giovanni Bordin

Direttore Responsabile:Pietro Tonello

Autorizzazione delTribunale di Treviso n°106

del 10 maggio 1954

Tipolitografia “ERREPI”di Berno Primo

Via Castellana, 5031039 Riese Pio X (TV)

Tel. 0423 746276 - Fax 0423 746663

SSOMMARIOOMMARIO

PRESENTAZIONE DI QUESTO NUMERO DI IGNIS PAG. 3

CCCCoooonnnnoooosssscccceeeerrrreeee PPPPiiiioooo XXXX

29-10-1905: MONUMENTO INNALZATO

A RIESE IN ONORE DI SUA SANTITÀ PIO X PAG. 4

LA PRIMA ENCICLICA DI PAPA PIO X PAG. 5

ECCO LE ATTIVITÀ

DI UN GRUPPO DI NOSTRI EMIGRATI IN CANADA PAG. 8

GIORNATA MONDIALE DELLE MIGRAZIONI PAG. 7

GIORNATA MONDIALE DEI MALATI DI LEBBRA PAG. 9

GIORNATA ANNUALE DELLA VITA PAG. 10

GIORNATA MONDIALE DEL MALATO PAG. 10

LO “STORICO VIAGGIO” IN ARGENTINA E BRASILE

10-26 FEBBRAIO 2006 PAG. 11

INTERESSANTI RIFLESSIONI DI UN PARTECIPANTE:

PIO X E L’EMIGRAZIONE SUD-AMERICANA PAG. 18

CCCCRRRROOOONNNNAAAACCCCAAAA PPPPAAAARRRRRRRROOOOCCCCCCCCHHHHIIIIAAAALLLLEEEE

IN RICORDO DI...

AMANZIO PIVETTA, AMALIA FAVRETTO BALDIN,

OLGA VACILOTTO VED. SCOLLI,

BUCI TIBURZIO GIACOMELLI, GIOVANNI MARCHESAN PAG. 20

VITA PARROCCHIALE PAG. 23

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Questo è il primo numero del 2006. Come il solitoiniziamo col pubblicare cose che riguardano S. Pio X.Ricordiamo il centenario dello scoprimento del Bustodi S. Pio X, collocato nel munumento, inauguratocento anni fa nella piazzetta davanti alla casa natale diPapa Pio X.

Ricordiamo poi il primo documento ufficiale di S.Pio X: prima Enciclica del suo pontificato: E supremiApostolatus Cathedra. Documento programmatico delPapa per tutti gli anni che ha governato la Chiesa diCristo, e che ricordiamo con ammirazione.

All’inizio del nuovo anno, abbiamo celebrato 4 gior-nate di un certo interesse pastorale in Parrocchia: levogliamo ricordare anche a tutti i nostri fedeli lettori,per renderli partecipi della nostra vita pastorale vissu-ta oggi a Riese Pio X.

La parte centrale di questo numero è dedicato all’im-portante avvenimento celebrato nel mese di febbraio:la visita alle Comunità Italiane e particolarmente aiRiesini nel Mondo, per partecipare al 5° ConvegnoMondiale dei Riesini a Rosario-Argentina. Abbiamovisitato l’Argentina: Buenos Aires e Rosario; ed ilBrasile, quella parte del Brasile verso l’Uruguay el’Argentina, dove anche i nostri paesani di Riese sonoemigrati oltre cento anni fa. Abbiamo incontratosoprattutto i discendenti di quei pionieri che hanno dis-sodato quei terreni che oggi sono tanto fiorenti ma, chehanno richiesto immense fatiche e lavoro.

Abbiamo trovato tracce di cognomi di Riese: Gardin,Massaro, Bandiera e Zamprogna. Abbiamo potutoammirare una grande e bella Chiesa moderna, costrui-ta al centro della città di Caxias, intitolata al nostro S.Pio X.

Ci siamo incontrati con il sacerdote, pure lui discen-dente da italiani, che è stato l’animatore e il padre dellaparrocchia: Mons. Erminio Tarasconi, che da oltre 20anni è stato inviato dal suo Vescovo a formare unanuova parrocchia dedicata a S. Pio X e quindi a diffon-dere e sostenere la devozione al Santo Pontefice.

È stata una vera gioia per noi visitare questa bellaChiesa, pregare insieme, e venire a conoscere cheanche laggiù vien reso un grande onore a S. Pio X.Abbiamo presentato anche a lui, le felicitazioni e gli

Mons. Giovanni Bordin

arciprete

auguri per le nozze sacerdotali da poco celebrate. Ungrato e fraterno ricordo anche da questa rivista.

Un’altra visita che ci ha tutti colpito, è quella cheabbiamo fatto ai resti di una missione dei Gesuiti, chenel secolo XVI e XVII, hanno fatto vivere e prospera-re con gli Indios Guaranì. Pensando a quello che è suc-cesso quando la gloriosa esperienza si è conclusa tra-gicamente con la distruzione non solo delle costruzio-ni, ma soprattutto delle aggregazioni fiorenti deiGuaranì, abbiamo sofferto riflettendo sulla cattiveriadi noi uomini, dei cattolici europei di quei secoli, delgiudizio severo della storia umana.

Altro momento forte è stata la visita a Caxias, cittàcostruita dai nostri emigranti italiani, constatando ilprogresso raggiunto in poco più di un secolo, e ammi-rando la prosperità attuale, diversa dalla situazione ditutto il resto del Brasile. Nella festa dell’uva poi, siamostati trattati da veri graditi e stimati ospiti, soprattuttoper l’interesse del gruppo El Pajon, che ringraziamo dicuore e che è stato ospite del nostro Comune di Riese,nel settembre passato. Siamo stati accolti nella tribunadelle Autorità Civili, dove abbiamo incontrato anche ilVescovo S.E. Paolo Moretto, discendente da una fami-glia Moretto emigrata il secolo scorso da Cornuda.Con lui abbiamo passato tutto il tempo della sfilataparlando a lungo delle sue visite in Italia e a Cornuda,delle sue amicizie attuali con Mons. Bruno Gumiero,già parroco di Cornuda in questi anni, e con Mons.Cleto Bedin, prevosto attuale di Montebelluna e origi-nario pure lui di Cornuda.

Anche da questo periodico un cordiale ricordo e salu-to, augurandoci che un giorno possa passare per Riesee così ricambiare della sua gradita ospitalità.

Una parola sulla conclusione del viaggio fatta a S.Paulo, ospiti delle Suore della Misericordia, le conso-relle di Suor Passiflora e Floretta Contarin, che hannodato la loro vita Missionaria in Brasile, e che abbiamovisitato ove ora riposano per la Rissurrezione finale,nel cimitero di Tietè. Siamo grati per l’ospitalità delleSuore e per le belle giornate passate con loro.

Il Signore le ricompensi con tante benedizioni nelloro ministero di carità, soprattutto verso le ragazzebrasiliane abbandonate dalle loro famiglie.

PRESENTAZIONE DI QUESTO NUMERO DI IGNIS

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“In occasione dell’inaugurazione del bustodi Pio X ci fu grande giubilo, tra i cittadini diSua Santità.

Grandi preparativi erano stati allestiti dalComune e dal solerte Comitato appositamenteeletto per solennizzare la festa.

Tutto il paese era tappezzato di stampati suiquali si leggeva: “Viva Pio X - Viva il figlio diRiese - Viva il Papa dei poveri”.

Il Municipio e il comitato avevano fattoattaccare dei manifesti inneggianti al SantoPadre. Parteciparono alla grande festa tutti i

29-10-1905: Monumento innalzato

a Riese in onore di Sua Santità Pio X

Vescovi del Veneto, con alla testa il Patriarca diVenezia.

Intervennero infinite società cattoliche earciconfraternite e molti rappresentanti dellastampa di ogni colore.

Il Pontificale nella chiesa parrocchiale di S.Matteo fu celebrato da Mons. Longhin,Vescovo di Treviso, assistito da Mons.Previtali, da Don Paolo Pisanello e da Mons.Parolin, nipote del Papa Pio X.

Terminata la Messa, il lungo corteo dellachiesa giunse a Piazza Pio X ove sorge il monu-

mento.Alle 11,30 precise, cade la

tela che copre il busto di SuaSantità, tra gli applausi e gli evvivadel numeroso pubblico.

Prende la parola il Dott.Saccardo, direttore della “Difesa delpopolo” il quale esordisce con lealte parole di Dante:“Chi d’esto loco fa parolanon dica Riese, che direbbe pocoma Oriente, se proprio dir vuole”.

Il Dott. Saccardo con unosplendido discorso tesse gli elogidel Santo Padre e terminò affidan-do, a nome del Comitato, il monu-mento al Sindaco di Riese.

CONOSCERE PIO XCONOSCERE PIO X

Sono passati cent’anni e alcuni mesi da quando, con la prima cerimonia che ha cambiato il voltodi Riese e la coscienza cristiana del suo popolo, è stato inaugurato il busto di Pio X che sorge nellapiazzetta antistante la casa natale del Santo.

In un vecchio giornale dell’epoca “La vera Roma”, è stata trovata la cronaca di quella memo-rabile giornata. Vogliamo leggerla assieme?

G. F. F.

Parlarono quindi il sindaco, cav. Andreazza eun contadino di Tombolo.Fu poi cantato un inno del prof. DomenicoCanal, musicato dal maestro Luigi Zanon.Eccolo:

D’ogni suol, d’ogni lingua i devotiqui convengon nel nome di Dioa vedere la culla di Pioe le preci nel tempio innalzar.Alla vista dell’umile ostelloe dei solchi percorsi bambino,dei credenti lo stuol pellegrinoreverente si suole pastrar.Dove impera il Gerarca del mondo,il figliuolo di Riese possente,in tal giorno volgiamo la mentecol suo nome scolpito nel cor.Benedetta la gloria fulgentedi quest’umile lembo di terra,benedetto l’ave che rinserrala pia Madre del sommo Pastor.

Ci fu dopo, un fraterno banchetto per tutti gliintervenuti, ove si brindò a Sua Santità Pio X.

Alle ore 16 solenne Te Deum.Verso sera fuochi d’artificio.

Parroco e Sindaco spedirono un telegrammafiliale e gratulatorio al Papa.

Il quale rispose attraverso il segretario Card.Merry del Val.

Ecco le parole:

“Figlio e Padre di codesta nobile terra,l’Augusto Pontefice è lieto che ai concittadinie ai poveri sia data l’effige di chi tanto li amae, ringraziando del pubblico attestato di affet-to, benedica la sua Riese e quanti si compiac-quero favorire l’elezione del monumento”.

La festa di Riese resterà a perpetua memoria.Il Papa disse: “Il monumento è sorto a per-

petuo ricordo della nobile comunanza di affet-to, con cui a Lui, è legata la sua terra natia”.

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La Prima Enciclica di Papa Pio XGinesta Fassina Favero

L’“Enciclica” è una delle forme più qualifica-te attraverso cui si esprime il magistero dellaChiesa, mediante le parole del Papa raccolte inun documento rivolto a ogni cristiano cattolico,non solo, ma ad ogni uomo di buona volontà.

La prima Enciclica, per ogni Pontefice rivesteun valore tutto particolare ed è definita pro-grammatica perchè in un centinaio di pagine,più o meno, il neo-eletto Vescovo di Roma,comunica in forma scritta ciò che più gli sta acuore.

Nel gennaio 2006 u.s., è uscita la prima enci-clica di Benedetto XVI che tratta il grande tema“Deus catitas est” (Dio è amore).

Il Papa attuale, in realtà, con questo tema,entra nel programma centrale del cristianesimo

che è, come dice S. Giovanni, la religione del-l’amore, della carità: “Chi sta nell’amore dimo-ra in Dio e Dio dimora in lui”.

I giornali, commentando questa lettera, hannofatto riferimento alle prime encicliche dei Papidell’ultimo secolo, cominciando da quelle di S.Pio X che si intitola “E supremi apostolatuscathedra” (Dalla cattedra del supremo apostola-to).

In essa, che porta la data del 4 ottobre 1903,festa di S. Francesco d’Assisi e mese sacro alRosario di Maria, dopo una prefazione commo-vente, che esprime l’umiltà e i motivi di rilut-tanza alla somma carica, il Papa accenna almorbo di quei tempi, cioè la defezione e l’allon-tanamento da Dio e prevede che la società, che

Seguono i suggerimenti di curare l’insegna-mento religioso “poichè là dove domina l’igno-ranza fa più larga strage l’incredulità”; di prati-care la carità “la cui fiamma dissipa ogni tene-bra e apporta la luce e la pace di Dio”; di favo-rire la società e le organizzazioni cattoliche, poi-chè “i tempi che corrono richiedono azione,osservanza fedele e integra delle leggi divine,professione franca ed esterna della fede”.

Da ciò avrà vantaggio la stessa esistenza ter-rena, perchè “i nobili e i ricchi sapranno esseregiusti e caritevoli a riguardo degli umili e que-sti potranno con tranquillità e pazienza portarele strettezze di uno stato angoscioso, i cittadiniobbediranno alle leggi e si guarderà qual dove-re, la riverenza e l’amore verso i governanti, lacui potestà non viene se non da Dio”.

La lettera si chiude con una preghiera fiducio-sa a Dio, con la speranza dell’intercessione dellaVergine Maria e dei Santi, perchè “la restaura-zione del genere umano in Cristo sarà opera delSignore misericordioso”.

I cristiani di allora accolsero con gioia ilsolenne documento; videro in esso la via daseguire additata con ispirata parola.

Perciò seguirono prontamente l’insegnamentodi Pio X avvalorato dal suo esempio e dall’esor-tazione: “Poniamoci all’opera prendendo

coraggio da Coluiche ci conforta”.

La letturadell’Enciclica diBenedetto XVI“Dio è amore” ela riflessione sullaprima scritta da S.Pio X, quanto maiattuale, aiutino asperare quanti,guardando almondo sconvoltodei nostri giorni,provano sconfortoe amarezza.

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non crede più, andrà in rovina, secondo le affer-mazioni del profeta: “Quelli che si allontananoda Te, periranno”. Dovere allora del Pontefice èquello di parlare, di proporre il programma delsuo supremo governo: “Instaurare omnia inChristo” (Incentrare tutto in Cristo), affichè siatutto e in tutto Cristo.

La sua vita e le sue forze sono rivolte a questocompito e di fronte a chi in quei tempi aveva ini-ziato la lotta sacrilega contro la Chiesa, riaffer-mava che non vi era possibile fondamentosociale se non con Gesù Cristo. Sono stolti edannosi i sogni dei materialisti.

Occorre richiamare gli uomini alla disciplinadella Chiesa. Deve sparire la sostituzione del-l’uomo a Dio, devono tornare in onore le leggi ei consigli del Vangelo; sia santo il matrimonio,sia la gioventù educata cristianamente, ritorninol’obbedienza civile e l’equilibrio sociale.

L’Enciclica affronta anche il problema dell’e-ducazione del clero. Si formino in Cristo i semi-naristi, gli ordinandi, i neo sacerdoti, perchè nonanelino ad altro che a Dio e al bene della anime.

Il Papa, dice il documento, vigilerà “perchè imembri del clero non siano tratti dalle insidie diuna certa scienza umana e fallace, che non insa-pora di Cristo e che con larvato argomento dà ilpasso al razionalismo”.

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QUATTRO GIORNATE RICCHE DI SIGNIFICATO

CRONACA PARROCCHIALECRONACA PARROCCHIALE

La Giornata Mondiale delle Migrazioni

G. F. F.

Domenica 15 gennaio u.s. (seconda dome-nica dopo l’Epifania) in tutte le Parrocchie siè tenuta la Giornata mondiale delleMigrazioni. Il tema di quest’anno: “Cieli eterra nuova il Signore vi darà” è stato pro-posto dall’attuale Pontefice, quale rinnovatoinvito a leggere il fenomeno delle migrazio-ni in chiave di fede biblica.

Nella parrocchia di Riese a tutte le Messesi è pregato per gli emigranti, per quelli chesono venuti qui, tra noi, e per i nostri concit-tadini che vivono in terre lontane.

I Sacerdoti, nelle Omelie, hanno trattatol’argomento “emigrazione” invitando i fede-li a considerare fratelli, perchè figli dellostesso Padre, il Signore Dio, tutti quelli chenoi chiamiamo extra comunitari.

Gli immigrati sono persone che, spintedalla fame, dalla miseria, da situazioni poli-tiche insopportabili, lasciano la loro terrad’origine, i loro cari e cercano lavoro, pace etranquillità in un paese straniero e dove c’ètutto un altro sistema di vita, come fu untempo per i nostri.

Vengono qui da ogni parte: dalle repubbli-che dell’Est, dalla Nigeria, dal Senegal, dalMarocco, dalle Filippine. Hanno culture, lin-gue, religioni diverse dalla nostra, alle qualiportiamo tutto il rispetto, esigendo però daparte loro lo stesso rispetto per le nostre cre-denze e le nostre tradizioni. Fra gli immigra-ti ci sono anche dei cristiani cattolici che neiloro paesi hanno conosciuto lo stesso Gesù ericevuto lo stesso battesimo che abbiamoricevuto noi. Verso questi va rivolta una spe-

ciale attenzione per aiutarli a conservare ealimentare la fede.

Guardiamo a tutti i nostri fratelli conocchio benigno ricordando che, un tempo,anche noi Veneti siamo stati degli emigranti.

Le statistiche ci dicono che tra il 1880 e il1925 partirono dal Veneto circa 3.682.000persone. Lasciarono la patria, la famiglia, illuogo dove erano nati e si recarono in terrastraniera in cerca di lavoro perchè qui il panescarseggiava. Si imbarcarono su piroscafichiamati “navi Lazzaro”. A loro era riservatoil ponte dove erano costretti a trasferirsi almattino per permettere le pulizie dei dormi-tori che si trovavano tutti nella parte bassadella nave.

Arrivati a destinazione li attendeva unlavoro duro e pesante. Molti di loro sonoritornati al paese natio “con un gruzzolod’or” come canta una vecchia canzone, altrisi sono sistemati bene nella patria di adozio-ne meritando di essere chiamati “Italiani,brava gente”.

Nel loro cuore resta però sempre la nostal-gia della Patria lontana. Lo dimostra il fattoche ovunque hanno formato associazioni chehanno mantenuto il legame con il paese d’o-rigine, con le sue tradizioni e la sua cultura.Noi li ricordiamo con affetto e siamo a lorospiritualmente uniti.

Certamente anche gli immigrati che vivo-no fra noi penseranno spesso con rimpiantoalla terra natia. Cerchiamo di capirli e, nelrispetto reciproco, dimostriamo a loro lanostra solidarietà.

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Cari concittadini e amici di Riese Pio X, emi-grati in Canada. Il 29 ottobre 2005 celebreremol’Autunno Trevisano in onore di S. Pio X. Mi ègradita pertanto l’occasione per inviarvi un salu-to ed un invito a questo meraviglioso incontroannuale che si ripete ormai da ben 33 anni, intesoa rinnovare e consolidare il legame tra noi e inostri paesani di Riese, Poggiana, Spineda eVallà, insieme a tutti i Trevisani, simpatizzanti esoci dell’ATM e devoti del Santo Patrono e deiconcittadini sparsi nel mondo. Ringraziamo ditutto cuore P. Edward Henhoeffler, Parroco dellaChiesa di St. John, per la sua continua disponibi-lità, collaborazione e assistenza. L’AutunnoTrevisano dello scorso anno ha avuto un notevo-le successo con un gran numero di presenze, siaalla Santa Messa che alla cena presso l’ItalianCanadian Club. Vi ringraziamo immensamenteper il vostro generoso contributo al progetto di P.Amelio. Grazie alla vostra bontà è riuscito adacquistare i macchinari necessari per il suo nuovoOspedale, sito nelle zone più remote delleFilippine. Ed è anche a nome suo che vi ringra-ziamo di cuore. Ringraziamo il nostro sindacoGianluigi Contarin e Angelo Stradiotto, ex presi-dente dell’Associazione Trevisani nel Mondo diRiese per la loro presenza, anche se breve, allafesta. Grazie anche per il meraviglioso ritratto diSan Pio X. Le più calorose congratulazioni alMons. Giovanni Bordin, che celebra quest’annoil suo Giubileo (50 anni) di vita sacerdotale.

Preghiamo per lui e lo affidiamo alla protezio-ne di S. Pio X, affinchè continui a servire Riesecome lo ha fatto in tutti questi anni.

Domenica 11 settembre 2005 è stata inaugura-

ta a Riese Pio X una Piazza a ricordo di tutte levittime di attentati terroristici.

Oltre che alla piazza “11 settembre” con par-cheggi vicino alla scuola elementare, progettorealizzato dall’arch. Pandolfo, è stato inauguratoed inserito nella stessa il monumento “Due TorriGemelle” stilizzate in marmo (offerto dalla dittaAndreola) e davanti le bandiere degli Stati delmondo che a vario titolo sono legati al comune diRiese Pio X. Alla cerimonia erano presenti rap-presentanti delle ambasciate più colpite, oltre chead Autorità civili e religiose.

“Un’opera a ricordo di tutte le vittime di atten-tati al terrorismo”, commentava il vice sindacoLuca Baggio, e di questo noi Riesini nel mondopossiamo esserne molto fieri.

Il Viaggio per l’Argentina e il Brasile dal 10 al26 Febbraio è tutto esaurito. Abbiamo scopertoche c’è una chiesa in Fort Lauderdale Florida,dedicata a S. Pio X. La stessa ha in atto un pro-getto dal titolo “S. Pio X Brick Garden” il giardi-no di mattoni di S. Pio X. Abbiamo manifestatola nostra solidarietà con l’acquisto di un mattone.

Il progetto sarà realizzato per l’inizio 2006.Vi chiediamo infine di essere così gentili ad

informarci di un eventuale decesso di un nostroconnazionale. Ci permetterà così di inviare lenostre condoglianze alla famiglia.

Ed infine, prima di lasciarvi desidero salutare anome mio e di tutti voi, il nostro SindacoGianluigi Contarin, Mons. Giovanni Bordin,Paola Vietti e tutti gli amici della giunta e consi-glio Comunale. Un particolare saluto ai Parrocidelle parrocchie di Poggiana, Spineda, Vallà, aDon Canuto Toso e alla Sede Centrale ATM diTreviso. Di nuovo saluti e ARRIVEDERCI!!!

Benny Monico - Presidente

Ogni anno i riesini residenti in Canada si riuniscono in autunno per festeggiare il più famosoRiesino, S. Pio X, per ricordare e per sentirsi ancora uniti nel nome di Riese. Pubblichiamo l’invi-to del Presidente del Comitato S. Pio X di Guelph a partecipare a questa festa.

Settembre 2005

Ecco le attività

di un Gruppo di Nostri Emigrati in Canada

Un’altra importanteriunione dei Riesini nelmondo del Canada è la“Spaghettata di aprile”.Scrive ancora BennyMonico, l’instancabileorganizzatore e animato-re del Comitato S. Pio Xdi Guelph, formato ben33 anni fa.

“La spaghettata diaprile è riuscita magnifi-ca. La Messa è stata cele-brata da p. Luigi Santi,originario di Vallà, a suffragio di Mons. Liessi e Romano Pigozzo, ambedue confondatori delComitato Pio X. Dalla festa è stata ricavata una somma che è stata devoluta per l’assistenza dellevittime sopravvissute dello Tsunami dell’Asia.”

Abbiamo avuto aiuti da tanti, ma specialmente, scrive Benny, dal Club Italiano, per questa gran-de causa.

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Il Presidente e Manager del Club Italiano, Benny Monico,con la rappresentante della Croce Rossa, Kim Jenni.

Giornata Mondiale

dei Malati di Lebbra

La lebbra è una malattia che purtroppo èancora diffusa nei paesi poveri dell’Africa edell’America del Sud.

Chi ne è colpito è spesso ridotto all’inca-pacità di muoversi a causa delle moltedeformazioni agli arti e in tutto il corpo.

Per fortuna la scienza medica è arrivata ascoprire il modo efficace per debellare que-sta terribile malattia, dalla quale ora si puòguarire anche con una cura non moltocostosa.

Ma c’è chi non ha i mezzi per curarsi.Per raccogliere fondi per venire in aiuto

ai poveri lebbrosi, da 53 anni l’ultimadomenica di gennaio, si celebra la Giornatamondiale dei malati di lebbra.

Inoltre, dal 1961, è sorta un’associazione,l’AIFO, che soccorre economicamente imissionari e i laici che operano nei diversilebbrosari.

Domenica 29 gennaio scorso, alle Omeliedi tutte le Messe, i nostri Sacerdoti hannocercato di sensibilizzare i fedeli invitandolia collaborare efficacemente alla lotta con-tro la lebbra ponendo la loro offerta nell’ur-na centrale della chiesa.

Il ricavato è stato poi inviato all’UfficioDiocesano Missionario allo scopo di soste-nere quei luoghi di cura dove Suore eMissionari cattolici danno un sicuro segnodi speranza a chi con la lebbra deve convi-vere quotidianamente.

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Giornata Annuale della Vita

“Rispetto della vita”.Questo è il tema scelto dai Vescovi Italiani

per l’annuale giornata della vita che è statacelebrata domenica 5 febbraio u.s.

Rispettare la vita significa prendersi curadell’altro sia nella fase della vita nascente odi quella terminale, sia lungo tutto l’arcodell’esistenza.

La vita che incontriamo nella nostra stradasono altrettanti appelli all’aiuto, al servizio.Raccogliere questi appelli è la grande faticaquotidiana alla quale il Vangelo ci chiama.

I Sacerdoti di Riese, in questa giornata,hanno invitato i fedeli a riflettere sul coman-

damento “Non uccidere” e a pregare perchèil Signore faccia capire a tante persone chenon si può, con l’aborto, sopprimere una vitadicendo che si concede una certa libertà discelta alla donna, nè si può troncare, conl’eutanasia, un’esistenza quando si pensache sia diventata un peso. Oltre che pregareè necessario anche dare un aiuto a chi hacerti problemi e non sa come risolverli.

Perciò ogni cristiano è stato invitato a met-tere la sua offerta per soccorrere, mediante ilMovimento per la vita che ha sede a Treviso,tutte le persone, specialmente le mamme chesono in difficoltà.

Giornata Mondiale del Malato

Per la Giornata mondiale del Malato, cheda quattordici anni si celebra l’11 febbraio,giorno in cui la liturgia fa memoria dellaMadonna di Lourdes, Benedetto XVI hainvitato la pubblica opinione a riflettere suiproblemi inerenti al disagio mentale che col-pisce ormai un quinto dell’umanità.

Il problema coinvolge un numero semprepiù crescente di persone. A spingerle neldisagio mentale nei nostri paesi è come diceil Papa nel suo messaggio “l’incidenza nega-tiva della crisi dei valori morali che accre-sce il senso di solitudine minando e persinosfaldando le tradizionali forme di coesionead iniziare dall’Istituto della Famiglia”.

In altri luoghi il prolungarsi di conflittiarmati, il dilagare del terrorismo, il succe-dersi di immani catastrofi, oltre a causare unnumero impressionante di morti, hannogenerato, nei superstiti, traumi psichici talo-

ra difficilmente recuperabili.Per curare tutti questi malati e venire in

aiuto alle loro famiglie sarebbero necessarienon solo leggi adeguate, ma anche pianisanitari che prevedono risorse per la loroconcreta applicazione.

Il Papa ha rivolto la sua accorata parola atutti: ai governanti, ai sanitari, alle organiz-zazioni e associazioni del volontariato, aisingoli fedeli. Ascoltando il suo appello, iparrocchiani di Riese, l’11 febbraio scorso,si sono recati al Santuario delle Cendrole e,durante la Messa che è stata lì celebrata,hanno chiesto al Signore, mediante l’inter-cessione della Vergine Santa, benedizioni econforti per tutti i malati, non solo per quel-li mentali; capacità e costanza per chi li assi-ste, impegno da parte di chi di dovere, per-chè a tutte le persone sofferenti non manchi-no le cure adeguate.

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Riese Pio X promuo-ve di tanto in tanto deiConvegni per i Riesinisparsi in tutto il mondo,allo scopo di far ritro-vare parenti ed amiciche hanno dovutolasciare l’Italia neglianni di grande povertàper noi, e così rinsalda-re le parentele ed amici-zie, nel nome del piùgrande cittadino diRiese, S. Pio X.

Il 5° Convegno deiRiesini nel mondo si èsvolto il 15 febbraio u.s.nella città di Rosario in Argentina, dove moltefamiglie riesine sono emigrate più di 100 annifa. Col presidente della Trevisani nel Mondodi Riese Pio X Guerrino Maggiotto, abbiamosteso una cronaca del viaggio fatto dal 10 al26 febbraio u.s.

“Il 5° Convegno dei Riesini nel mondotenutosi a Rosario, Argentina, è stato voluto eorganizzato per mantenere un impegno presoin occasione della rimpatriata avvenuta nel2003 dal Comitato Riesini nel mondo con ledelegazioni del Canada, Australia, Argentinae per realizzare una delibera del ConsiglioComunale. Ha aderito anche la Parrocchia delCapoluogo, la Pro-Loco e l’ATM di RiesePio X. Siamo partiti da Venezia in 47 personee via Francoforte, con destinazione BuenosAires. L’organizzazione è stata portata avantidal Signor Sindaco in persona da diversimesi, coordinato dalla Pro-Loco e

dall’Associazione Trevisani nel Mondo diRiese Pio X, con l’adesione cordiale delleParrocchie.

Il Sindaco, prof. Gianluigi Contarin, eraalla guida del numeroso gruppo, che in rap-presentanza del Comune era accompagnatodall’assessore al bilancio rag. GiuseppeCallegari e dal presidente del ConsiglioComunale Loris Guidolin.

Per l’Associazione Trevisani nel Mondo ladelegazione era formata dal sottoscritto presi-dente, Guerrino Maggiotto e dai consiglieriGiuseppe Cuccarolo con la moglie Anna, e daGianni Porcellato con la moglie, signora Pia.

Il parroco Mons. Giovanni Bordin deside-rando partecipare anche al 5° Convegno,avendo partecipato a tutti e quattro i prece-denti, aderì volentieri all’iniziativa, unendosiai partecipanti dall’Italia.

La Pro-Loco era rappresentata dal rag.

Lo “Storico Viaggio” in Argentina

e Brasile 10-26 Febbraio 2006Guerrino Maggiotto e Giovanni Bordin

Il gruppo posa per la foto ricordo nella Cappella delle Suore a Tietè

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Ruggero Ambrosi con la mogliesignora Anna.

I rappresentanti dell’Australia -Giuseppe Daminato e sua figliasignora Pia - si unirono a noi,facendo tutto il viaggio insieme.

Qualche altra delegazione deiTrevisani nel Mondo si è unita,come quella di Montebelluna conla partecipazione del suo presiden-te Arnaldo Bordin e alcuni altrimembri, e quella di Caerano S.Marco, rappresentata dai coniugiMorlin e Bonora.

Prima tappa:Buenos Aires.Abbiamo avuto alcuni importan-

ti incontri e visite, dove abbiamo salutatol’anziana signora Berno Gina vedovaGuidolin, emigrata da Riese tanti anni fa eaccolti cordialmente dall’Associazione stori-ca “La Trevisana” della grande città diBuenos Aires.

La prima domenica abbiamo colto l’oppor-tunità per visitare e partecipare allaParrocchia Cristo Rey, dove da quasi

trent’anni lavora il sacerdote Mons. GiuseppeGarbuio, trevisano di Caerano S. Marco.

Abbiamo trovato una chiesa piena di fedeliche ci aspettava - purtroppo siamo arrivati inritardo - con loro abbiamo condiviso la parte-cipazione alla Messa concelebrata da Mons.Garbuio, Bordin e Don Renato Gazzola,venuto per incontrare i suoi parenti discen-denti da zii emigrati tanti anni fa.

Mons. Garbuio è stato mandato dal Vescovoargentino nella lontana periferiadi Buenos Aires per costituireuna nuova parrocchia, tra gentepovera e proveniente dalle cam-pagne argentine.

Abbiamo potuto constatare imeravigliosi frutti del suo mini-stero sacerdotale: gente devota,con tanti giovani.

Anche il nostro gruppo havoluto lasciare un segno di soli-darietà: nell’andare è stata orga-nizzata una raccolta di fondispontanei per le necessità piùurgenti della comunità CristoRey.

I Sacerdoti concelebrano nella Chiesa di Cristo Rey

La Chiesa di P. Josè Garbuio

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Seconda tappa:Città di Rosario.Qui il legame con l’Italia è ancora molto forte,

anche dopo 3-4 generazioni. Siamo stati ricevu-ti in forma ufficiale dal Sindaco con la sua giun-ta e nei saluti è stato ricordato quanto grande èstato il contributo degli Italiani per questa città.

Durante il giorno ufficiale del 5° ConvegnoRiesini nel Mondo, è avvenuto l’incontro conaltre autorità di Rosario. Ospiti del Gruppo diRiesini costì residenti siamo stati guidati allavisita della bella città da un giovane doc riesinoMariano Gazzola, presidente del CAVA organiz-zazione regionale per emigranti - originario diSpineda, molto impegnato con i giovani figli diemigranti veneti. Con lui ci ha accolti con festal’Associazione Trevisani nel Mondo di Rosario,con il suo presidente Enrico Cavallin, originariodi S. Gaetano di Montebelluna.

Il Convegno è stato celebrato nella sede dellaFamiglia veneta trevigiana, accolti dal presiden-te Sig. Zagolin - vicentino di origine - il cuifiglio Fabio è stato il nostro “angelo custode”per tutta la permanenza del viaggio, che ricor-diamo con fraterna gioia e riconoscenza. IlConvegno è iniziato con la S. Messa, concele-brata da Mons. Bordin e Don Renato Gazzola,per tutti i nostri cari defunti emigrati da Riese eper tutti i discententi vivi e anche per noi.

Nell’omelia è stato ricordato l’impegno deinostri riesini, portato dall’emigrazione italiana,non solo per lo sviluppo economico, ma ancheper i valori della nostra cultura e della nostrafede cristiana. Quindi ha parlato il nostroSindaco e i rappresentanti della Pro-Loco edell’ATM di Riese Pio X.

La seduta si è conclusa con una cena all’ita-liana amorevolmente curata e offerta, gestita eservita da signore italiane, guidate dalla Sig.Zagolin.

Da Rosario abbiamo fatto un’escursione aMarcos Juarez, una città abitata da molti emi-grati e discendenti di Trevisani.

Le Associazioni ATM locale e FamigliaVeneta ci hanno atteso e accolto calorosamente.Il Signor Emilio Zacchia, con la sua famiglia cihanno fatto festa. Accolti nel suo podere, abbia-mo passato alcune ore in gioiosa allegria, con unpranzo offertoall’Argentina, a basecioè di tanta buonacarne! Il signorZacchia è partito daResana; è nipote delparroco diCrespignaga DonEmilio Zacchia,cofondatore conMons. Erasmo Pilladella ScuolaProfessionale di Fonte. Conosceva i grandi pro-blemi dei nostri giovani allora che emigravano,senza una formazione professionale.È stata una gioia per il Signor Emilio e suofiglio che addirittura ci hanno fatto gustare unaserata di musica e di scenette che ricordavano lavita nostra di un tempo.

Concluse le giornate argentine, siamo partitiin pullman per il nord dell’Argentina. Un lungopercorso di ottocento Km. circa, per poter rag-giungere il Brasile.

Non potevamo oltrepassare le meravigliosecascate di Iguaça, senza goderne la meraviglio-sa vista. Abbiamo attraversato le città di SantaFè e di Corrientes, dopo aver visitato anche iresti di una famosa Missione Gesuitica degliIndios Guaranì.

Le Missioni Guaranì.Una parola più particolare desideriamo fare su

questa Missione dei Gesuiti tra gli IndiosGuaranì, realizzate dal 1609 al 1768.

Sono diventate le più importanti azioni socia-li e culturali di catechizzazione cristiana degliindios dell’America del Sud. Questo fatto fustraordinario e coinvolse più di 150.000

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Guaranì durante 159 anni, in 30 città del Brasile,Argentina, Paraguay.

La struttura di queste “missioni”, ha generatoun sistema economicamente valido e un mododi vita basata principalmente sui valori spiritua-li, che ha permesso di risolvere i problemiriguardanti l’uguaglianza, la giustizia e ladignità umana.

L’indio veniva trattato come un essere umanocon la possibilità di mostrare le proprie capa-cità. E questo fu il grande merito dei Gesuiti.Ogni comunità raggruppamento si chiamava“Riduzione” e aveva una scuola, e corsi chepreparavano a tutte le professioni e mestieri,un luogo per le vedove e per gli orfani e unlavoro particolare per ogni abitante. Tale siste-ma però non era ben visto dai coloni e politicispagnoli e portoghesi del tempo, provocandopermanenti conflitti, finche le massime auto-rità spagnole e portoghesi scatenarono unaguerra sanguinosa contro di loro. Di questagrande esperienza vissuta dai Guaranì e daiGesuiti, rimangono solo le rovine a testimo-nianza della grandezza di quest’esperienza. InEuropa c’era forte tensione e lotta contro laChiesa e i Gesuiti furono accusati di essere icomandanti dell’esercito Guaranì - perciò furo-no espulsi dalle terre americane e così si con-cluse la grande esperienza delle MissioniGuaranì. Dopo le Missioni furono amministrateda spagnoli civili e inviarono altri religiosi, ma

non ci fu integrazione e così i Guaranì si disin-tegrarono. L’abbandono della regione fu quasitotale: tutto fu saccheggiato e distrutto, e gliStati si impossessarono di ogni cosa, incame-rando terre e rovine rimaste. In questo nostroviaggio abbiamo potuto ammirare le meraviglienaturali di questi luoghi, panorami e localitàincantevoli e molte aree dove i nostri sono anda-ti, in cui grandi difficoltà economiche esistonoancora. Da Foz do Iguaçu siamo passati inBrasile, lasciando l’Argentina e il Paraguay.

Visita a Nova Palma, IV Colonia It.La prima grande città che abbiamo incontrato

in Brasile è stata S. Maria - Rio Grande do Sul,dove abbiamo visitato la IV colonia degli italia-ni. Troveremo le altre prime tre a Caxias, aPorto Alegre e a Bento Gonzales. Abbiamo visi-tato così Nova Palma, dove un sacerdote studiòper molti anni e raccolse i nomi di tanti emigra-ti, anche dei nostri.

Eravamo attesi da un emigrato veneto, il prof.Rossato con Antonio Niton che ci spiegarono lavera e dolorosa storia dei nostri emigranti. DaRiese scoprimmo che nel periodo 1875-1882arrivarono da queste parti le famiglie Gardin,Massaro, Gatto e Bandiera. Quanti sacrificihanno affrontato questi pionieri in queste terre,arrivati in una realtà geografica molto povera efaticosa.

Una visione parziale delle Cascate di Iguaçu

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Un discorso particolare ora sulla visita e lapermanenza a Caxias do Sul.

Eravamo attesi dagli Amici del Gruppo “sulPajon”, che a settembre u.s. ci visitarono efurono ospiti del nostro Comune di Riese.

Per descrivere la gioia e il calore dell’acco-glienza non bastano le parole.

Abbiamo trovato una bellissima chiesacostruita in onore di S. Pio X, nel centro dellacittà.

Il sacerdote Erminio Tarasconi, che da oltre20 anni lavora qui dopo aver avuto dal suovescovo l’incarico di costruire una chiesa inonore di S. Pio X, e formare una comunitàparrocchiale, è l’artefice intelligente e volen-teroso di un complesso di costruzioni, comesi usa qui da noi: bella chiesa al centro, casacanonica, oratorio, campi e palestra per losport, chiesa servita da un gruppo di sacerdo-ti e che calamita molti fedeli di tutta la città.

La Festa dell’Uva a Caxias.Ci siamo compiaciuti e complimentati, dopo

aver insieme pregato il nostro Santo Pio X.A Caxias abbiamo vissuto un altro grande

momento di festa in occasione dell’annuale“festa dell’uva”.

La stagione in quell’emisfero della terra è ilcontrario della nostra.

Da noi l’inverno, laggiù l’autunno, con laraccolta dei frutti e la vendemmia.

Moltissime, infatti abbiamo visto, essere lecoltivazioni a vigneto.

Siamo arrivati proprio quando la città diCaxias celebrava la festa dell’uva, con una sfi-lata storica che inglobava anche le manifesta-zioni carnevalesche del Brasile.

Gli amici del Gruppo “sul Pajon” avevanoottenuto per noi un posto particolare nella tri-buna delle autorità, con la presenza accanto aMons. Bordin del vescovo di Caxias, S.E.Mons. Paolo Moretto, figlio di emigrati diCornuda.

Alla sfilata hanno partecipato oltre 7.000persone con vecchi canti e balli italiani: nonsembrava di essere in Brasile, ma in Italiacom’era tanti anni fa! Il Sindaco di origine ita-liana, trentino, ci ha ricevuto e accolto con tuttigli onori di ospiti di riguardo, offrendoci del-l’ottima uva! Siamo grati agli Amici delGruppo “sul Pajon” che si sono dimostrati cor-diali e ospitali oltre ogni nostra attesa.

Da Caxias ci siamo portati a visitare la gran-La facciata della Chiesa S. Pio X

de città di Porto Alegre dove Marino Bardin diSelva del Montello ed Elio Zanette dell’ATMlocale ci hanno ricevuto e accompagnato pervisitare i punti più importanti della città - con

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una sorpresa - un giro in battello sul fiume chebagna la città.

Anche qui abbiamo visitato le Autorità, ilSindaco di origine italiana con tutta la Giunta.

È una città con un milione e mezzo di abitan-ti, di cui il 40% di origine italiana, dove anchel’impronta industriale - ormai assai diffusa -parla tanto di intelligenza e bravura italiana.

Un riesino, discendente dalla famigliaZamprogna, ora ha una grande fabbrica metal-meccanica che dà lavoro a numerosi operai, siaa Porto Alegre, come a S. Paulo.

La giornata passata in questa città si è con-clusa con una indimenticabile cena al Club ten-nis Italia, alla quale ha partecipato anche ilConsole italiano Padaro, che ci ha rivolto unsaluto tanto gradito: egli ha ribadito l’impor-tanza di queste visite come la nostra, per rial-lacciare e rinsaldare i legami con la madrepatria. Prima di concludere la nostra visita nellostato di Rio Grande do Sul, siamo andati avedere anche la città di Bentos Gonzales, pocolontano da Porto Alegre, e chiamata anche

Una fontana di vino... al centro città

L’ingresso alla città di Bentos Gonzales; è a forma di botte di vino,perchè anche questa città produce molto vino

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“colonia italiana”, perchè natacon gli emigranti Italiani.

Gli italiani partita dall’Italiaarrivavano in piroscafo alPorto, e dopo i controlli sani-tari venivano inviati alle colo-nie, dove cioè dovevano farnascere le nuove aggregazionie i nuovi paesi. Qui abbiamoammirato una città che ha nelvino il suo punto di forza.Addirittura abbiamo ammiratoi monumenti al vino! Anchequi siamo stati ricevuti dalSindaco della città, compli-menti e cordialità.

Ultima tappa:S. Paulo, bella, caotica, immensa.Tutto in Brasile, durante il carnevale, viene

dimenticato, anche la miseria, come ci hanno

spiegato le Suore missionariedella Provvidenza che cihanno ospitato, molto fuoricittà, nella loro Casa RosaMistica di Tietè, dove raccol-gono ed educano i tanti ragaz-zi e ragazze della strada,abbandonati cioè dai lorogenitori e raccolti da questeSuore, partiti pure lorodall’Italia come missionarie eche operano in un grandiosoloro Ospedale aGuarantinquete’ e case di edu-cazione appunto per ragazzi

abbandonati.Non abbiamo potuto visitare più di tanto S.

Paulo, ma quanto è stato sufficiente per ren-derci conto della grandiosità e dei gravi pro-blemi che affliggono una città come questa.

Abbiamo visto il Museo dell’Emigrazione,molto interessante, che custodisce i luoghidove arrivarono i nostri emigrati e da dovevenivano smistati verso l’interno sterminatodel Brasile.

Per tutti noi questo viaggio è stato una gran-de soddisfazione e sorpresa.

Mai avremmo immaginato che fosse cosìforte il loro attaccamento alle radici, anche sevissuto ormai da terze e quarte generazioni.

Amano la loro terra che li ha accolti, convi-vono con diverse culture in armonia: ma dopo130 anni dal loro arrivo, ancora conservano uncaro ricordo della nostra terra italiana e vivonoil grande valore della fratellanza.

Alla conclusione di questa cronaca, sentiamoil bisogno di ringraziare quanti si sono adope-rati per la riuscita di questo viaggio: sono statiriallacciati i contatti con i nostri emigrati, chehanno, negli anni difficili, per noi rimasti inItalia, dato un contributo anche economico nonindifferente, e ora danno una testimonianzaviva e apprezzata di italianità.

Le Autorità con il signor Bardin, a Porto Alegredavanti al Municipio

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Il 5° Convegno Mondiale Riesini nelMondo, organizzato dal Comune di Riese PioX in collaborazione con la locale sezionedell’A.T.M., la Pro-Loco e la Parrocchia di S.Matteo e ufficialmente celebrato mercoledì 15febbraio 2006 nella città argentina di Rosario,ha idealmente completato quello che fu il per-corso oltre oceano dei nostri emigrati.

Dopo il 2° Convegno, nell’agosto del 1997,a Guelph (Canada) per l’America del Nord e il3° nell’agosto del 2001, in Adelaide per il con-tinente australiano, quest’ultimo Convegno havoluto essere un ricordo e una doverosa testi-monianza all’emigrazione italiana, veneta, tre-vigiana e riesina verso l’America del Sud ini-ziata, salvo sporadiche partenze negli anni pre-cedenti, nel 1875 e proseguita, sia pure inmaniera più diluita nel corso del tempo, sino alsecondo dopoguerra.

“Merica, Merica, Merica, cossa saràla staMerica...”.

Si chiedevano i primi emigranti giunti,magari in numerosa famiglia, in quei luoghiallora veramente fuori dal mondo: fu lavoromassacrante, difficoltà, disagi e sofferenze diogni genere prima di diventare, purtroppo nonper tutti, “...un bel massolino di fior”.

Ma sui ricordi dolorosi di quel lontano pas-sato è prevalsa la generale fraterna accoglien-za, con momenti di autentica e vivace allegria,riservataci dai nostri conterranei, in verità ora-mai pochi, o dai discendenti, magari di terza oquarta generazione, nelle innumerevoli tappedel nostro viaggio e nei diversi luoghi di incon-tro:• Buenos Aires, capitale dell’Argentina, tappad’arrivo dall’oltre mare dei lavoratori stranieri,

accolti per la quarantena nell’immenso Hotelde Immigrantes;• Guernica, che nella Parrocchia di Cristo Reyalla modesta struttura della sua Chiesa puòcontrapporre l’impegno trascinante del suoParroco e l’esemplare devozione dei suoi fede-li;• Rosario, sede del Convegno, un tempo unodei maggiori porti al mondo per il commerciodei cereali e oggi giustamente orgogliosa delsuo Monumento Nacional a la Bandera;Marcos Juares, sede della Sociedad Italianafondata nel 1903 (patrimonio storico dellacittà);• Corrientes, dove con vera e piacevole sor-presa siamo stati accolti e festeggiati da ungruppo folcloristico locale;• San Ignacio Mini, con le imponenti rovinedelle antiche missioni gesuitiche nelle terre deiGuaranì;• Foz de Jguaçu, tra spettacolari cascate, corsid’acqua e l’incanto del Parco Nazionale;Santa Maria, che ricorda la sua italianità con laSociedad de Cultura Italo-Brasileira DanteAlighieri e la Corale Giuseppe Verdi;• Nova Palma, centro della 4ª Coloniadell’Emigrazione Italiana nel Rio Grande doSul e custode di una fortissima documentazio-ne sulle famiglie che contribuirono alla colo-nizzazione di quelle terre (da Riese: Bandiera1887: 11 persone; Gardin 1886: 22 persone;Massaro 1887: 15 persone);• Caxias do Sul, con la imponente Chiesadedicata a San Pio X nella omonimaParrocchia e la spettacolare sfilata di carri alle-gorici e figuranti nelle rinomata Festadell’Uva, alla quale abbiamo assistito alla tri-

Interessanti Riflessioni di un Partecipante

Pio X e l’Emigrazione Sud-Americana

Ruggero Ambrosi

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buna centrale grazie all’interessamento e alcostante impegno degli amici del Gruppo sulPaion;• Porto Alegre, capitale del Rio Grande do Sule punto di partenza delle carovane dei coloniverso l’interno;• Bento Gonçalves, che accoglie i visitatoriattraverso l’immenso arco stilizzato di unabotte, testimonianza delle distese di vigneti edelle innumerevoli cantine della zona;• San Paolo, la più popolosa città del Brasile,immensa metropoli con le contraddizioni tipi-che di tutti i conglomerati così vasti; di gran-dissimo interesse il Memorial do Imigrante,che recupera in parte l’antica Hospedaria deImigarntes fondata nel 1888;• Tietè, a oltre un centinaio di chilometri daSan Paolo, dove siamo stati accolti dalle genti-lissime sempre sorridenti Suore dellaProvvidenza, ordine istituito dal sacerdote friu-lano San Luigi Scrosoppi, cui appartenevanoanche le nostre due concittadine sorelleContarin, che per tanto tempo hanno operato inquelle zone e che nel cimitero della cittadinasono ora sepolte.

Una grande riconoscenza a S. Pio X.Come in tutti i Convegni precedenti anche in

quest’ultimo, nelle varie cerimonie religiose ecivili, negli incontri ufficiali o conviali, unaattenzione particolare è stata riservata allafigura di San Pio X, sia come Patrono univer-sale degli emigranti Trevigiani nel mondo, siaper la sua opera sull’emigrazione.

Opera iniziata da Vescovo quando, dopo averpersonalmente assistito alla partenza daCastelbelforte di un gruppo di famiglie per ilBrasile, inviò alla Diocesi di Mantova il 19agosto 1887 una lettera pastorale con tutte leopportune indicazioni ai parroci su un argo-mento di tale rilevanza.

Da Papa, raccomandò al Vescovo diPiacenza, Mons. G.B. Scalabrini, in partenza

per il Sud America e ricevuto in udienza priva-ta il 14 giugno 1904, di fornirgli esatte e detta-gliate informazioni sulle condizioni degli emi-grati per poter emanare gli auspicati provvedi-menti a loro favore.

Cosa che Mons. Scalabrini si premurò difare, sia per iscritto nel corso del suo lungoviaggio da luglio a dicembre - sullo stesso per-corso da noi effettuato, ma in senso inverso -sia in un successivo Memoriale inviato al Papaall’inizio del 1905, divenuto il progetto inizia-le di una pastorale migratoria che vedrà il suocompimento nel Motu Proprio del 15 agosto1912 “De catholicorum in exteras regionesemigratione”in cui Pio X, nel ribadire la curapaterna e la incessante sollecitudine dellaChiesa nei confronti degli emigrati, stabilivache per i bisogni spirituali degli stessi venisseaggiunta alla Sacra CongregazioneConcistoriale una nuova Sezione con il compi-to, inotre, di tenere tutti gli utili rapporti con levarie associazioni “pro emigranti”.

Un ultimo richiamo, infine, per quantoriguarda le popolazioni originarie sudamerica-ne, gli indios e il Pontificato di Pio X: il 7 giu-gno 1912 il Papa emanava la Lettera Enciclicaagli Arcivescovi e ai Vescovi dell’AmericaLatina “De misera indorum conditione suble-vanda” (Profondamente commosso per lo statolacrimevole degli Indi dell’America del Sud...)che ci riporta ancora a Mons. Scalabrini nellasua visita alla tribù Guaranì e alla testimonian-za del suo domestico, C. Spallanzani, riportatanella monumentale biografia di MarioFrancesconi “Giovanni Battista Scalabrini” -Città Nova Editrice, pagg. 1306: “Ricordo chein questa occasione ricevette dal capo dellatribù in dono due ampolle di metallo per laMessa che erano appartenute ai MissionariGesuiti scacciati da quei luoghi dal GovernoPortoghese, ampolle che il Servo di Dio(Mons. Scalabrini) portò in dono al SantoPadre Pio X”.

2020

Amanzio Pivetta

Amanzio Pivetta il 3 ottobre u.s. è ritornato alla Casadel Padre... Era oriundo di Venezia, ma buona partedella sua vita l’aveva trascorsa a Riese dove era cono-sciuto e stimato.

Uomo modesto, di grande fede, dedito alla famiglia,in gioventù aveva provato la dura esperienza dell’emi-grazione, dimorando per diversi anni in Svizzera eCanada.

Negli anni ‘60 era rientrato in Italia per convolare anozze con la sua sposa e rimanere in Italia.

La sua è stata una vita semplice, fatta di operosità e sacrifici, finchè il Signore,ritenendolo pronto per il Cielo, l’ha chiamato a sè per dargli il premio dei giusti.

Alla moglie e ai familiari va’ una preghiera e un pensiero di conforto: la fede cri-stiana ci trasmette la certezza che i nostri cari scomparsi, uniti a Cristo risorto,Signore dalla vita, sono accanto a noi spiritualmente e ci accompagnano nel nostrocammino terreno.

Amalia Favretto Baldin

Martedì 17 gennaio u.s. nella chiesa parrocchialedi Riese, dove, per tanti anni, si era recata ogni giornoper assistere alla S. Messa, Amalia ha ricevuto l’estremosaluto dai parenti, dagli amici e da quanti l’hanno cono-sciuta e stimata per la sua rettitudine e la sua bontà.Donna di grande fede e di preghiera è stata una ottimasposa e una madre adottiva paziente e comprensiva.

E proprio nella preghiera ha attinto la forza peraccettare serenamente il male che, nell’ultimo periodo

della sua vita, l’ha inesorabilmente colpita.Ora vive in Dio e da lassù, veglia sul marito rimasto solo, e sulla famiglia del figlio

adottivo.La Comunità parrocchiale, auspicando che il Signore li aiuti a non cedere sotto il

peso del dolore, ma a trovare rassegnazione e pace nella certezza che Amalia è sem-pre spiritualmente presente, porge le più vive condoglianze.

IGNIS ARDENSIGNIS ARDENS52° IN RICORDO DI...IN RICORDO DI...

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Olga Vacilotto ved. Scolli

La sua improvvisa e repentina morte ha gettato nel

dolore più profondo tutti i suoi cari e nella tristezza gli

amici e i conoscenti, perchè Olga era una buona e brava

donna.

Rimasta vedova in giovane età provvide economica-

mente alle sue tre figlie con il suo lavoro di sarta; con la

parola e con l’esempio le educò cristianamente; con la

sua solerzia veramente materna le aiutò a inserirsi posi-

tivamente nella vita.

Per la sua fede cristianamente vissuta, per il suo onesto operare, per il suo silen-

zioso soffrire, il Signore le darà la pace eterna nella vita che non ha fine.

Alle figlie, ai generi, ai nipoti e ai parenti tutti la Comunità parrocchiale porge sen-

tite condoglianze.

Buci Tiburzio Giacomelli

Dopo un lungo periodo di sofferenza, il 27 gennaio

scorso ha concluso la sua giornata terrena.

Uomo onesto e laborioso, ottimo padre di famiglia,

probo cittadino che, a suo tempo, seppe difendere la

patria in armi, lascia in chi lo conobbe un buon ricordo

di sè e nella moglie, nei figli, che ha tanto amato, e nei

nipoti, dei quali era orgoglioso un profondo rimpianto.

Il vuoto, causato dalla sua dipartita, sia colmato dalla

certezza cristiana che la sua vita non gli è stata tolta, ma

trasformata in una migliore che durerà eternamente.

La comunità parrocchiale partecipa al dolore dei suoi cari e porge condoglianze.

IGNIS ARDENSIGNIS ARDENS 52°IN RICORDO DI......

2222

IGNIS ARDENSIGNIS ARDENS52°

Giovanni Marchesan

Nel luglio 1942 nella casa colonica dei Marchesan in

Riese Pio X, da una umile famiglia composta da cinque

fratelli e i genitori nasceva Giovanni.

Trascorse un’infanzia con un grande spirito religioso

e di collaborazione tra tutte le famiglie che vivevano

assieme dedicandosi all’apicoltura.

Giovane intraprese il lavoro di muratore e ancora gio-

vane emigrò a 18 anni in Svizzera, lavorando per 6

anni, ritornando poi in Italia definitivamente in seguito

alla morte del padre, costruendo una dignitosa dimora per i suoi e la famiglia che

formerà nel 1971.

Avendo provato la fatica lavorativa per ottenere un normale benessere, ha cercato

di dare il possibile alla propria famiglia e di far studiare i suoi figli.

Giovanni per molti è stato un buon amico soprattutto con coloro che come lui ama-

vano la montagna e le passeggiate.

Quando finalmente poteva vivere serenamente, la sorte gli è stata avversa, cau-

sandogli un incidente sul lavoro che gli ha dato 4 anni di dura sofferenza.

Quello che è stato Giovanni lo hanno dimostrato tutte le persone che negli anni di

malattia sono sempre andati a trovarlo, e che hanno partecipato al cordoglio fune-

bre.

La moglie e i figli lo ricordano come marito affettuoso e padre sempre presente.

Si augurano che i suoi consigli e il suo amore per la vita siano una guida continua

per chi è rimasto.

Grazie di tutto Moglie e Figli

La comunità parrocchiale partecipa al dolore dei suoi cari con la preghiera e con

l’auspicio che Egli, dal luogo beato ove si trova, vegli su di loro, li protegga e li aiuti

a trovare in Dio rassegnazione e conforto.

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RIGENERARIGENERATI TI ALLAALLA VITVITAA

MONICO ANDREA di Giancarlo e Guglielmin Cristina; nato il 1° Ottobre 2005; battezzato l’8gennaio 2006.

UNITI IN MAUNITI IN MATRIMONIOTRIMONIO

COMINELLA LUCA e FORNER PAOLA; coniugati l’11 febbraio 2006.

ALLALL’OMBRA’OMBRA DELLADELLA CROCECROCE

FAVRETTO AMALIA coniugata con Baldin Beniamino; deceduta il 15 gennaio 2006, di anni 73.

VACILOTTO OLGA vedova di Scolli Riccardo; deceduta il 25 gennaio 2006, di anni 78.

GIACOMELLI TIBURZIO coniugato con Gardin Alfia; deceduto il 27 gennaio 2006, di anni 87.

MARCHESAN GIOVANNI coniugato con Bandiera Anna; deceduto il 6 febbraio 2006, di anni 63.

FAVRIN MARIA vedova di Gaetan Tullio; deceduta il 17 febbraio 2006, di anni 91.

D’ISEP CARLOTTA vedova di D’Incà Gelindo; deceduta il 22 febbraio 2006, di anni 91.

BERNO DANILO coniugato con Beltrame Silvana, deceduto il 25 febbraio 2006, di anni 65.

IGNIS ARDENSIGNIS ARDENS 52°VITA PARROCCHIALEVITA PARROCCHIALE