33ª Domenica del Tempo Ordinario - Su ali d'aquila | Just another … · 2012-11-11 · gli...

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Liturgia domenicale per bambini e ragazzi 33ª Domenica del Tempo Ordinario • B • 1 1. PAROLA-CHIAVE Incontro a Gesù 2. TRAGUARDO Accogliere il messaggio di Gesù sulla fine dei tempi. 3. AMBIENTAZIONE Giunti ormai al termine dell’anno liturgico, la Chiesa ci fa rivolgere lo sguardo di fede verso la venuta finale del Signore Gesù. Con un affresco apocalittico, tracciato con i colori e le ombre smaglianti e terrificanti del genere letterario giudaico comune ai tempi di Gesù, l’evangelista Marco ci presenta la venuta finale del Figlio dell’uomo sulle nubi, con grande potenza e gloria. 33ª Domenica del Tempo Ordinario Anno B 12ª Domenica del Tempo Ordinario 33ª Domenica del Tempo Ordinario

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Liturgia domenicale per bambini e ragazzi

33ª Domenica del Tempo Ordinario • B • 1

1. PAROLA-CHIAVE Incontro a Gesù 2. TRAGUARDO Accogliere il messaggio di Gesù sulla fine dei tempi. 3. AMBIENTAZIONE Giunti ormai al termine dell’anno liturgico, la Chiesa ci fa rivolgere lo sguardo di fede verso la venuta finale del Signore Gesù. Con un affresco apocalittico, tracciato con i colori e le ombre smaglianti e terrificanti del genere letterario giudaico comune ai tempi di Gesù, l’evangelista Marco ci presenta la venuta finale del Figlio dell’uomo sulle nubi, con grande potenza e gloria.

33ª Domenica del Tempo Ordinario Anno B

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L’universo intero è sconvolto, sempre secondo la visione apocalittica, dalla venuta del Salvatore: egli riunirà i suoi eletti dai quattro venti portando a compimento il piano di salvezza di Dio. Nessuno sa quando scoccherà quest’ora ultima e decisiva per la storia del mondo e dell’umanità. Ma il cristiano conosce già il Signore risorto e glorioso che alla fine verrà. «In quei giorni, dopo quella tribolazione, il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, le stelle cadranno dal cielo e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte» (vv. 24-27). Precedentemente Gesù aveva parlato della grande «tribolazione» di Gerusalemme (vv. 14-23). Travalicando i tempi e adoperando un evidente linguaggio «apocalittico», che non va preso alla lettera e vuole esprimere solamente l'eccezionalità e novità del fatto, egli annuncia qui il suo ritorno come «giudice» alla fine della storia. Questo adunarsi degli «eletti» risponde alle attese dell'ebraismo, con la differenza che nell'Antico Testamento veniva presa in considerazione solo la riunione delle dodici tribù d'Israele; qui invece si parla della «nuova» comunità dei credenti. L'immagine del «Figlio dell'uomo», che «viene sulle nubi del cielo» (v. 26), si ispira chiaramente a Daniele (7,13-14), dove appare appunto questa figura celestiale che viene condotta davanti al trono dell'Altissimo e le vengono dati poteri divini. Qui denota Gesù Cristo in quanto, con la sua risurrezione, è entrato ormai nella gloria del Padre, «siede alla sua destra» (Mc 16,19) e alla fine ritornerà per radunare i suoi «eletti» nel regno che durerà per sempre. I versi che seguono dovrebbero in parte rispondere alla curiosità de-gli apostoli di sapere «quando» certe cose dovrebbero accadere, come abbiamo sopra ricordato (v. 4); d'altra parte, è anche chiaro che Gesù non vuoi per niente rivelare ciò che lui stesso dice di ignorare. Probabilmente ci troviamo davanti a parole dette in circostanze diverse, apparentemente anche contraddittorie, che però nell'intenzione dell'evangelista vogliono creare un clima di «attesa», che non deve disarmare neppure per un attimo, proprio perché «colui che deve venire» può venire ad ogni momento.

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«Dalla pianta di fico imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l’estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, è alle porte.» (vv. 28-32). Ci sono dunque dei «segni», che possono far pensare che il Signore sia già «alle porte» (v. 29), come il fico che, quando si intenerisce e mette le foglie, annuncia già l'estate (v. 28). La fine di Gerusalemme ha potuto essere un «segno» per gli uomini di quella «generazione» (v. 30). Tutto, in realtà, può essere e diventare annuncio della fine; ma «quando» essa davvero verrà nessuno lo conosce, «neanche gli angeli nel cielo e neppure il Figlio dell'uomo, ma solo il Padre» (v. 32). Così siamo costretti ad essere sempre «vigilanti», come nei pochi versi, che seguono e concludono il discorso, si dice in maniera esplicita, specie con la parabola del servo-portinaio: «Vigilate dunque, perché non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino, perché non giunga all'improvviso, trovandovi addormentati» (vv. 35-36). È così che l'attesa escatologica, come è già stato accennato, non è un disimpegno, per il cristiano, dalle opere e dal lavoro di ogni giorno, ma una ragione di più per rendere se stesso, le cose e il mondo più degni di far parte, anzi, di costituire il «regno» definitivo di Dio. 4. SALUTO Provare a sensibilizzare i bambini non solo nel saluto che vicendevolmente si scambiano, ma a sperimentare il saluto interiore, quello riservato a Gesù che è possibile fare in qualunque momento e a qualunque ora della giornata, nel segreto del proprio cuore. 5. VERIFICHIAMO L'AGIRE DELLA SETTIMANA • Siamo riusciti a vivere con maggior umiltà? • Abbiamo condiviso qualcosa con un amico più in difficoltà? • Siamo capaci di rinunciare a dei nostri soldi per depositarli in chiesa

a favore dei poveri della comunità? E ora prima di metterci in ascolto di Gesù gli chiediamo perdono:

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Celebrante: Il Signore è il Signore del tempo e della storia. Il nostro avvenire, come quello del mondo, è nelle sue mani: Egli è il Dio che ha creato l’universo e lo porta a compimento. Di che cosa aver paura?

(breve silenzio)

Apriamo il nostro cuore a Colui che tornerà nella potenza e nella gloria, certi di essere amati e perdonati.

(si potrebbe cantare il Kyrie!)

Guida: - Signore, assiso alla destra del Padre: abbi pietà di noi!

- Cristo, che verrai sulle nubi del cielo con potenza e gloria: abbi pietà di noi!

- Signore, che ci rendi vigilanti nell’attesa del tuo ritorno: abbi pietà di noi!

Celebrante: Dio onnipotente, nel quale riponiamo ogni speranza, abbia misericordia di noi...

(Si possono creare nel gruppo e/o far presentare dai ragazzi stessi) 6. ORAZIONE

Insegnaci, Signore, ad amare la vita e a preferire l’unione dei cuori a tutti i tesori del mondo. Insegnaci, Signore, a restare saldi nella fede, e gioiosi nella carità

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a causa del tuo Nome. Insegnaci, Signore, a rimettere ogni cosa nelle tue mani e a darci coraggio gli uni agli altri nella speranza e nella fedeltà. Insegnaci, Signore, a vivere nella pace, nella tua pace.

7. ASCOLTIAMO GESÙ Per l’ascolto della Parola ci alziamo in piedi. Dal Vangelo secondo Marco (13, 24-32) In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «In quei giorni, dopo quella tribolazione, il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, le stelle cadranno dal cielo e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria. Egli manderà gli angeli e radunerà i suoi eletti dai quattro venti, dall’estremità della terra fino all’estremità del cielo. Dalla pianta di fico imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l’estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, è alle porte. In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto questo avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno. Quanto però a quel giorno o a quell’ora, nessuno lo sa, né gli angeli nel cielo né il Figlio, eccetto il Padre».

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8. SEGNO (Compiamo il gesto in silenzio) Accanto al Vangelo poniamo un’icona di Gesù. 9. DIALOGO CON l’ANIMATORE • Con quali immagine si apre oggi il passo evangelico? • Come descrive la venuta di Gesù l’evangelista Marco? • Quale simbolo presenta per prepararci all’attesa del Signore Gesù? 10. RIFLESSIONE DELL’ANIMATORE La Parola di oggi introduce il tema della venuta finale del Signore Gesù. Il bambino che non è stato bravo durante la giornata, teme il ritorno del padre la sera. Mi pare che il terrore con il quale le generazioni, una dopo l'altra, hanno considerato la fine dei tempi, sia un residuo di quel panico infantile. Abbiamo paura d'incontrare Dio. Non tanto forse paura di morire, quanto timore di quello che verrà dopo, di essere puniti perché non siamo stati buoni. Restiamo fissi nell'idea che il Signore ci aspetti per sistemare i conti. Eppure il vangelo trabocca della compassione e della misericordia di Dio. La parabola della pecorella smarrita parla di un pastore che, senza l'ombra di un rimprovero, prende la fuggitiva sulle spalle, con infinita tenerezza. Il padre del figlio prodigo, lungi dal biasimarlo, gli apre le braccia, la casa e fa festa per lui. È possibile che le immagini terrificanti usate dallo stile apocalittico siano profetiche, ci sarà forse una fine del mondo molto dolorosa. Il male, infatti, è certamente in grado di distruggere il creato e persino gli spazi siderali, non per una punizione divina, bensì come conseguenza del peccato, che è sempre, alla fine dei conti, un tentativo distorto per star meglio. Gesù, per parlare della fine dei tempi, usa il paragone del fico il cui «ramo diventa tenero» quando si avvicina l'estate. E una metafora dolce, che evoca qualche cosa di piacevole. Il fico, inoltre, nel linguaggio biblico, esprime la conoscenza, in particolare quella del cuore, quella che nasce da una sintonia profonda. E come se il Signore dicesse: quando queste cose accadranno, sarà segno che

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l'umanità comincerà ad entrare in comunione con il Padre, che finalmente conoscerà la dolcezza di Dio. I nostri fratelli ebrei c'insegnano un'attesa trepidante e colma di gioia del Messia, mentre noi, cristiani, temiamo il momento in cui apparirà. Eppure Gesù ci ha rivelato che Dio è amore e che, per entrare nel suo Regno, dobbiamo diventargli simili, che siamo invitati, anche noi, a condividere il bene che abbiamo, che siamo, con il prossimo. Tutto quindi inizia e si compie nella tenerezza. Ciò che avviene è solo l'amore, che avvolge tutto, anche se non lo sappiamo cogliere, perché siamo ottenebrati dalla paura. Quando l'uomo inizia a saper amare, intuisce le finezze dell'attenzione al fratello, lo fa star bene, eli-minando le cause del peccato. Instaura così il regno dell'amore sulla terra. 11. ATTIVITÀ 12. PREGARE

Celebrante: Signore, fonte di ogni gioia, abbiamo ascoltato la tua promessa: Tu ritornerai un giorno tra noi! Indicaci il sentiero che conduce alla vita, perché possiamo contemplare il tuo volto.

Guida: Preghiamo insieme dicendo: “Dio, nostra speranza, ascoltaci!”

L’attività è

tratta da questa

pubblicazione

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Due Lettori:

1. Per gli uomini e le donne di speranza, Signore, fonte di misericordia, ti preghiamo:

2. Per gli uomini e le donne che creano amore e perdono, Signore, sorgente di carità, ti preghiamo:

1. Per gli uomini e le donne che aiutano gli esclusi a ritrovare la loro dignità, Signore, fonte della vita, ti preghiamo:

2. Per gli uomini e le donne vittime della menzogna e dell’inganno, Signore, sorgente della verità, ti preghiamo:

Celebrante: Signore Dio, che ci conduci verso la vita, donaci il tuo Spirito perché guidi il nostro cammino nella verità, nella giustizia e nella pace. Per Cristo, nostro Signore.

13. AGIRE Spesso Gesù chiede ai suoi discepoli di farsi trovare pronti. Questa settimana proviamo ad assumere un atteggiamento costante di vigilanza e attesa di Lui.