34ª Gesù Cristo Re dell’Universo - Su ali d'aquila ... · Il cristiano che non fosse orientato...

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Liturgia domenicale per bambini e ragazzi 34ª Gesù Cristo Re dell’Universo • B • 1 1. PAROLA-CHIAVE Gesù re 2. TRAGUARDO Attraverso la lettura del Vangelo guidare i bambini a conoscere Gesù nostro maestro e re, un sovrano però particolare. 3. AMBIENTAZIONE Il lungo succedersi delle domeniche del Tempo ordinario finisce oggi; l’abbiamo iniziato un po’ dopo il Natale; l’abbiamo presto lasciato per vivere il Mistero pasquale durante circa quattro mesi, dal mercoledì delle Ceneri alla festa del Corpo e Sangue di Cristo; abbiamo ritrovato le domeniche ordinarie per quasi venti settimane; esse hanno avuto 34ª Gesù Cristo Re dell’Universo Anno B 12ª Domenica del Tempo Ordinario 34ª Gesù Cristo Re

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Liturgia domenicale per bambini e ragazzi

34ª Gesù Cristo Re dell’Universo • B • 1

1. PAROLA-CHIAVE Gesù re 2. TRAGUARDO Attraverso la lettura del Vangelo guidare i bambini a conoscere Gesù nostro maestro e re, un sovrano però particolare. 3. AMBIENTAZIONE Il lungo succedersi delle domeniche del Tempo ordinario finisce oggi; l’abbiamo iniziato un po’ dopo il Natale; l’abbiamo presto lasciato per vivere il Mistero pasquale durante circa quattro mesi, dal mercoledì delle Ceneri alla festa del Corpo e Sangue di Cristo; abbiamo ritrovato le domeniche ordinarie per quasi venti settimane; esse hanno avuto

34ª Gesù Cristo Re dell’Universo Anno B

12ª

Domenica

del

Tempo

Ordinario

34ª

Gesù

Cristo

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successivamente il sapore delle vacanze, i nuovi colori del ritorno e le tinte miste dell’autunno. Ma quest’ultima domenica non è come le altre, è la festa di Gesù Cristo, Re dell’universo. Potrebbe essere una festa di fine anno, che conclude un lungo cammino fatto insieme, dove si raccoglie quello che abbiamo spigolato lungo la via... Potrebbe essere una festa creata apposta per rompere la monotonia delle domeniche che si susseguono e che si assomigliano... In realtà, è una festa del futuro, che chiude quest’anno proiettandoci lontano, in avanti, alla fine dei tempi, o all’inizio del mondo nuovo. In questa Messa tutto ci parla del futuro verso il quale camminiamo nella fede. La visione di Daniele (1ª lettura) è il ritorno del Figlio dell’uomo, che riceve il regno universale ed eterno. Giovanni vede apparire lo stesso personaggio, mentre viene sulle nubi del cielo (2ª lettura). Rispondendo a Pilato, Gesù lascia intravedere un regno futuro che non è di questo mondo. Così, alla fine di questo anno liturgico, noi guardiamo al di là dei mesi che si succedono sui nostri calendari; guardiamo fino alla fine... fino al compimento del regno. Questa prospettiva è essenziale alla fede cristiana; è tanto importante che si ricorda sia alla fine che all’inizio dell’anno (cf la 1ª domenica di Avvento, fra otto giorni...). Il cristiano che non fosse orientato verso il ritorno di Cristo alla fine dei tempi sarebbe un credente amputato. Sapere che il Signore ritornerà alla fine dei tempi è tanto importante quanto sapere che egli è venuto. L’anno finisce, ma il nostro cammino non si ferma. Egli è venuto, viene, verrà. Il Messia, il Cristo, per i Giudei era discendente del re Davide. Era dunque atteso come un re (cf Gv 1,49; 6,15). Si capisce allora la domanda ripresa due volte da Pilato (18,33.37). Gesù si è astenuto dal chiamarsi o dal farsi chiamare re e anche messia, a motivo dell’ambiguità di questi titoli. Gli avversari di Gesù, invece, dando a questi titoli il loro possibile significato politico, lo accusano di portare avanti una lotta politica (cf Gv 19,12). Così Pilato ha potuto vedere in Gesù un agitatore che avrebbe spinto le folle giudaiche contro i loro capi, complici dei Romani (18,33.35).

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Gesù precisa di essere veramente re, ma che il suo regno non deriva dal mondo: non appartiene al genere dei regni terreni (v. 36a), e quindi non ha bisogno della forza per stabilirsi e conservarsi (v. 36b). Il regno messianico è sottomissione e testimonianza resa alla verità. Gesù è re perché è venuto soltanto per rendere testimonianza alla verità (v. 37c). Egli non ha bisogno di nessuna violenza per stabilire il suo regno. Ogni uomo che cerca la verità lo riconoscerà e ascolterà la sua voce (v. 37d). 4. SALUTO La gioia del ritrovarsi deve sempre caratterizzare i momenti di comunione e l’animatore cercherà di rendere accoglienti non solo i cuori, ma anche gli ambienti. 5. VERIFICHIAMO L'AGIRE DELLA SETTIMANA • Siamo riusciti ad assumere un atteggiamento di vigilanza? • Nella settimana cerchiamo di pregare, di trovare uno spazio per

Gesù? • Là dove è possibile siamo generosi, pronti a dare il nostro aiuto a

chi lo richiede? E ora prima di metterci in ascolto di Gesù gli chiediamo perdono:

Celebrante: Cristo Gesù, Re e Signore dell’Universo, dinanzi al tuo amore e alla tua misericordia, in ginocchio imploriamo: perdono e pietà!

(Celebrante e assemblea in ginocchio)

Kyrie (cantato)

Due lettori

1° L. : Gesù di Nazaret, Figlio del Dio vivente, unico re e pastore degli uomini:

2° L. : Tu sei venuto non per essere servito, ma per servire!

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(silenzio)

1° L. : Cristo Risorto, Figlio del Dio vivente, re di pace e di giustizia:

2° L. : Tu sei il testimone fedele della vita e dell’amore di Dio!

(silenzio)

1° L. : Gesù, nostro Signore, Figlio del Dio vivente, re e giudice alla destra del Padre:

2° L. : Tu ritornerai per riunirci nella casa del Padre!

Kyrie (cantato)

(Si possono creare nel gruppo e/o far presentare dai ragazzi stessi) 6. ORAZIONE Oggi, o Cristo Re, affermiamo nella verità della fede che tutta la storia umana avrà come suo compimento te stesso. Ti riconosciamo nostro Re, perché sei la verità del Padre, e con te si impara che vivere è lottare, amare, morire. Chi regna sulla nostra esistenza? Il lavoro? La stima? Il potere? Il successo? Tu sei Re pronto a salire sul trono ed essere incoronato. La croce è il tuo trono; una corona di spine la tua corona; il tuo Regno non è di questo mondo. Il tuo Regno non è solo ciò che ci aspetta dopo, ma è anche ciò che c’è dentro di noi, nella capacità di diventare migliori di ciò che siamo.

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Il tuo Regno è regno di verità e genera gioia e speranza; il nostro regno, invece, è di infedeltà, egoismo e meschinità che generano paura, ingiustizia, morte. La tua regalità è regalità d’amore. Rendi partecipi, o Cristo Re, anche noi del tuo Regno che è giustizia, pace, amore.

7. ASCOLTIAMO GESÙ Per l’ascolto della Parola ci alziamo in piedi. Dal Vangelo secondo Giovanni (18, 33b-37) In quel tempo, Pilato disse a Gesù: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?». Pilato disse: «Sono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?». Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù». Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce». 8. SEGNO (Compiamo il gesto in silenzio)

Accanto al Vangelo poniamo un’icona del Cristo Risorto e piccole lampade accese.

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9. DIALOGO CON l’ANIMATORE • Quali sono stati, per voi, i punti o i tempi forti di quest’anno? • Quali sono i racconti dei miracoli che avete sentito quest’anno? Alla fine dell’anno liturgico possiamo provare a rispondere: • Chi è Gesù? • Perché è venuto? • Che cosa attende da noi? 10. RIFLESSIONE DELL’ANIMATORE La Parola di oggi introduce il tema della venuta finale del Signore Gesù.

Oggi la comunità credente chiude il tempo dell'anno liturgico alzando lo sguardo sul volto di Cristo, Signore della storia. Le onde convulse delle vicende umane, gli intrecci di violenza e di pace, i contrasti di luce e di tenebre approdano lì: nel mistero di Cristo Re dell'universo. A lui spetta l'ultima parola. E così, di fine in fine del tempo sacro, si arriva alla fine definitiva della storia, in cui il Cristo Risorto consegnerà il regno a Dio Padre. È soprattutto Giovanni a fissare lo sguardo

sul mistero di Cristo re. D'altra parte ciò è del tutto coerente con il quarto evangelo, riccamente cristocentrico. Mentre infatti i racconti sinottici si diffondono sul mistero del «regno» e sulla sua crescita nei solchi della storia, il vangelo di Giovanni riflette sulla regalità di Cristo e sulla sua singolare identità di fronte ai poteri del mondo. Per sedici volte il titolo di re viene attribuito a Gesù; soprattutto nel racconto della passione, dove ritorna per dodici volte. E questo non a caso. Perché è la passione la strada per attuare la regalità messianica. Anzi per rivelare il vero volto di Messia sofferente e salvatore del mondo. Nel vivo della passione (c. 18) ecco infatti la drammatica icona; ecco le due regalità, una di fronte all'altra: Pilato e Gesù.

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Nella fantasia di molti, un re è felice perché possiede potere e ricchezza, perché fa quello che vuole, è al centro dell'attenzione, non ha nessuno sopra di lui. È un'immagine alquanto negativa, invece, per chi non si sente preso in considerazione o per chi è sottomesso all''egemonia di un altro, dipendente da qualcuno che gli fa da padrone. E ci sono tanti padroni ai quali ognuno si assoggetta suo malgrado: membri della famiglia, colleghi di lavoro, regole subite più che scelte, sguardi altrui, o addirittura appuntamenti, corse contro il tempo, necessità personali o familiari. Per cui l'idea di affibbiare a Cristo quel titolo regale può portare a qualcuno un certo disagio, se si dimentica che tale denominazione è stata proprio il capo d'accusa che ha portato il Signore alla condanna e alla crocifissione. Perché il Maestro ha accettato questa qualifica politica che doveva fornire il pretesto per ucciderlo? «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?», chiede Gesù a ciascuno. E la domanda che apre i cuori alla verità: «Dici che sono re, perché sogni il potere? Perché se mi elimini dalla tua vita, speri di regnare più tranquillamente sul tuo piccolo feudo? Oppure senti la mia regalità come una tua possibile liberazione?». E se la sovranità di Cristo fosse un antidoto alla brama di potere che cova in ogni essere umano? «il mio regno non è di quaggiù», perché è il regno dell'amore che serve l'altro, che gli lava i piedi, che fascia le sue ferite, che sostiene la sua libertà e lo accompagna nel suo laborioso cammino per affrancarsi da ogni dipendenza. I potenti sembrano liberi ma, in realtà, finché restano legati ai valori di questo mondo, ne sono schiavi. Il regno di Dio è lo spazio dove non solo Gesù, ma tutti sono re, perché liberi di amare, ossia di rendere felice l'altro. Cristo è re perché è indipendente da tutto quello che gli impedirebbe di operare il bene e perciò è in grado di offrire a tutti questa stessa regalità. Nel momento della condanna a una morte orrenda, Cristo resta libero di amare, non si lascia sommergere dalla negatività, continua a trasformare il male dell'ingiustizia nel bene del perdono. La stessa libertà si apre davanti a chi vede Dio presente in tutto e gli permette di manifestarsi attraverso i suoi gesti. 11. ATTIVITÀ

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Proporre l’angolo di preghiera alla fine dell’anno liturgico può aiutare il bambino a crearsi spazi propri per incontrare Gesù, Signore e re. 12. PREGARE

L’attività è

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Celebrante: Invochiamo Gesù Cristo, nostro Signore, Re e Salvatore, dicendo insieme:

“Sii tu benedetto!”

Guida: - Gesù, Figlio diletto del Padre, Sapienza divina, splendore della sua gloria, sii tu benedetto!

- Gesù, Figlio di Adamo, discendenza di Abramo, germoglio santo di Davide, sii tu benedetto!

- Gesù, dono del Padre, concepito per opera dello Spirito, figlio della Vergine Maria, sii tu benedetto!

- Gesù, luce delle genti, gloria di Israele, attesa delle nazioni, sii tu benedetto!

- Gesù, battezzato nel Giordano, consacrato dallo Spirito, inviato dal Padre, sii tu benedetto!

- Gesù, tentato nel deserto, orante sul monte, glorioso sul Tabor, sii tu benedetto!

- Gesù, inchiodato sulla croce, seppellito nella terra, risuscitato dai morti, sii tu benedetto!

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Celebrante: Signore Dio, che accogli la nostra invocazione, rendici capaci di seguirti sulle strade di questo mondo, uniti nell’amore, santi nell’umiltà, missionari nella verità. Per Cristo nostro Re e Signore.

oppure (secondo schema)

Celebrante: Esaltiamo Cristo, il Signore dei viventi, e cantiamo con voce unanime:

“Gloria, gloria, cantiamo al Signore!”

Guida: Tu hai donato la vita per le tue pecore: sostieni con il tuo amore i pastori del tuo popolo!

- La tua vittoria è la Croce: riunisci tutti gli uomini sotto l’ala della tua misericordia!

- Tu hai reso testimonianza alla verità: fa’ crescere la pace e la giustizia su questa terra!

- Tu ci benedici in questa Eucaristia: fa’ di noi tutti un solo corpo nello Spirito!

Celebrante: Cristo, re del mondo, Cristo, nostro fratello, donaci di essere gli uni per gli atri testimoni della tua presenza e, poiché tu ci ami, esaudisci la nostra preghiera ora e sempre.

13. AGIRE Cercheremo attraverso il passo evangelico di imitare Gesù nell’umiltà e nel compiere azioni di aiuto, non pretenderemo nulla in cambio.