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117 La Svizzera Pesciatina Se assumiamo che un paesaggio culturale è quello che si configura come espressione della cultura della società che lo ha abitato e lo abita, in senso antropologico-culturale, come “cultura materiale” e come “memoria artificiale” di una civiltà, quello della Valleriana rappresenta certamente un caso esemplare di paesaggio culturale consolidato proprio dalla definizione sismondiana di Svizzera Pesciatina che ne identifica chiaramente la natura. Il paesaggio dunque come complesso di segni visibili ed interpretabili, impressi dall’uomo sul territorio e come espressione del rapporto uomo/natura, come testo leggi- bile 68 e struttura complessa di iconemi (Turri, 1998), è la chiave di lettura secondo la quale andremo a sottolineare i carat- teri di peculiarità, autenticità ed integrità della Svizzera Pesciatina. In questa sezione si presenta uno studio comparativo tra quella che è la percezione visiva del paesaggio a grande scala, desumibile dal tematismo dell’uso del suolo e dal mosaico paesaggistico e la percezione visiva del paesaggio a piccola scala con l’ausilio della “carta della visualità” (Romani, 1988) dalla quale potrà emergere “la narrazione dei luoghi” attraverso la viabilità principale. Dal punto di vista semiologico-visuale, questo paesaggio costituisce un insieme percettivamente omogeneo in cui le “Dieci Castella”, arroccate lungo i costoni e in posizione tale da innescare strette relazioni di intervisibilità reciproca, costitu- iscono uno dei temi chiave di lettura, attuale e passata, della memoria di questo territorio. Un paesaggio culturale in cui è possibile individuare ambiti percettivamente omogenei con straordinarie qualità paesag- gistiche ed insediative, in grado di trasportare nel tempo - ad un’epoca passata, quella medievale appunto, periodo a cui far risalire la fioritura di questi borghi fortificati (landmark fondanti di questo luogo) - e nello spazio ad un ambito geografico diverso (cfr. PRIMA PARTE 2.1.3 Sismondi e la Svizzera Pesciatina). Attraverso l’innescarsi di queste relazioni visuali, oltre che funzionali, e in virtù della particolare configurazione-innesto delle “Castella” nel mosaico paesaggistico, queste architetture separate nello spazio, diventano realtà strettamente inter- connesse, un unicum inscindibile, un macrocosmo che vive della complementarità di tutti gli elementi costituenti. Strutture strettamente connesse per caratteri architettonici, cromatici e materici, per le loro strette relazioni visuali e per la loro origi- nale collocazione nel paesaggio, con nuclei abitati incastonati tra i terrazzamenti/ciglionamenti del castagneto da frutto ed i terrazzamenti/ciglionamenti dei coltivi che disegnano linee nel paesaggio (vedi foto p.113). 68 “nel paesaggio c’è tutto, c’è l’uomo nella sua totalità […] il paesaggio può essere il segno o il documento totale e definitivo del rapporto uomo- mondo” Turri, 1983 3.3 percezione del paesaggio a cura di Debora Agostini

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La Svizzera Pesciatina

Se assumiamo che un paesaggio culturale è quello che si configura come espressione della cultura della società che lo ha abitato e lo abita, in senso antropologico-culturale, come “cultura materiale” e come “memoria artificiale” di una civiltà, quello della Valleriana rappresenta certamente un caso esemplare di paesaggio culturale consolidato proprio dalla definizione sismondiana di Svizzera Pesciatina che ne identifica chiaramente la natura. Il paesaggio dunque come complesso di segni visibili ed interpretabili, impressi dall’uomo sul territorio e come espressione del rapporto uomo/natura, come testo leggi-bile68 e struttura complessa di iconemi (Turri, 1998), è la chiave di lettura secondo la quale andremo a sottolineare i carat-teri di peculiarità, autenticità ed integrità della Svizzera Pesciatina. In questa sezione si presenta uno studio comparativo tra quella che è la percezione visiva del paesaggio a grande scala, desumibile dal tematismo dell’uso del suolo e dal mosaico paesaggistico e la percezione visiva del paesaggio a piccola scala con l’ausilio della “carta della visualità” (Romani, 1988) dalla quale potrà emergere “la narrazione dei luoghi” attraverso la viabilità principale.

Dal punto di vista semiologico-visuale, questo paesaggio costituisce un insieme percettivamente omogeneo in cui le “Dieci Castella”, arroccate lungo i costoni e in posizione tale da innescare strette relazioni di intervisibilità reciproca, costitu-iscono uno dei temi chiave di lettura, attuale e passata, della memoria di questo territorio.

Un paesaggio culturale in cui è possibile individuare ambiti percettivamente omogenei con straordinarie qualità paesag-gistiche ed insediative, in grado di trasportare nel tempo - ad un’epoca passata, quella medievale appunto, periodo a cui far risalire la fioritura di questi borghi fortificati (landmark fondanti di questo luogo) - e nello spazio ad un ambito geografico diverso (cfr. PRIMA PARTE 2.1.3 Sismondi e la Svizzera Pesciatina).

Attraverso l’innescarsi di queste relazioni visuali, oltre che funzionali, e in virtù della particolare configurazione-innesto delle “Castella” nel mosaico paesaggistico, queste architetture separate nello spazio, diventano realtà strettamente inter-connesse, un unicum inscindibile, un macrocosmo che vive della complementarità di tutti gli elementi costituenti. Strutture strettamente connesse per caratteri architettonici, cromatici e materici, per le loro strette relazioni visuali e per la loro origi-nale collocazione nel paesaggio, con nuclei abitati incastonati tra i terrazzamenti/ciglionamenti del castagneto da frutto ed i terrazzamenti/ciglionamenti dei coltivi che disegnano linee nel paesaggio (vedi foto p.113).

68 “nel paesaggio c’è tutto, c’è l’uomo nella sua totalità […] il paesaggio può essere il segno o il documento totale e definitivo del rapporto uomo-mondo” Turri, 1983

3.3 percezione del paesaggio a cura di Debora Agostini

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3.3.1 percezione del paesaggio su grande scala

La percezione a grande scala è relazionata alla struttura del mosaico paesaggistico69 di cui sintetizziamo di seguito gli elementi peculiari, in quanto fortemente condizionanti le forme percepite.

LE PRINCIPALI TESSERE DEL MOSAICO PAESISTICO DELLA SVIZZERA PESCIATINA. La matrice su cui si fonda il mosaico paesistico della Svizzera Pesciatina è quel-

la costituita dalle superfici forestali composte prevalentemente da boschi d’alto fusto a prevalenza di castagno, quindi boschi di conifere, ed ancora nuclei di Robinia. (v. carta uso de suolo). Questa matrice forestale, che ricopre tutte le aree collinari, sia in ambito lucchese che pistoiese, si interrompe a lasciar spazio alle aree aperte collocate nelle immediate vicinanze delle “Castella”, ove sono presenti colture promiscue ed altre tessere a “dimensione minuta”, soprassuoli radi o aperti. Come è possibile individuare dall’immagine di contesto le forme di questo “intaglio” a corona, che segue la colloca-zione delle “Castella”, contraddistinguono solo l’area della Svizzera Pesciatina, mentre al contorno la distribuzione del bosco risulta essere più “casuale” rispetto ad una “parti-colare” come quella dell’ambito in esame (FIG.33).

Gli schemi dei pattern generati dai vari usi del suolo di cui alla figure FIG.33.a-h, con-fermano la connotazione del paesaggio di tipo prevalentemente semi-naturale e antropico a prevalenza di boschi, in cui i seminativi (compreso vigneti e oliveti) costituiscono solo una minima quota, non determinante almeno dal punto di vista quantitativo, ma rile-vanti dal punto di vista qualitativo e percettivo, per il carattere derivante dal prevalere delle colture promiscue, (cfr. “Tableau de l’agricolture Toscane”, SISMONDI) non interessato da processi di specializzazione di qualsiasi tipo. L’articolazione dei ciglionamenti, pur se disomogenea, costituisce ancora uno degli elementi caratterizzanti il paesaggio, anche se,

69 riferimenti e fonti dei dati: Corine Land Cover (http://www.centrointerregionale-gis.it/script/corine-download.asp), “Carta dell’Uso del Suolo del Comune di Pescia” (http://www.comune.pescia.pt.it/download/Uso_del_Suolo.pdf), la “Carta delle Risorse Forestali” (http://www.comune.pescia.pt.it/download/Risorse_Forestali.pdf) e le elaborazioni di cui al “Quadro conoscitivo del Piano Strutturale” (ottobre 2007) pubblicato on-line sul sito del Comune di Pescia (http://www.comune.pescia.pt.it/download.php?categoria=37

per ragioni socio-economiche, tra cui importanti processi migratori della popolazione, queste strutture risultano soggette ad un processo di abbandono importante (cfr. PRIMA PARTE 3.2 evoluzione del paesaggio) che determina fenomeni di invasione dei campi da parte di rovi ed arbusteti.

Il terrazzamento/ ciglionamento, se pur non presenti caratteri peculiari in sé, risulta importante perché sembra sottolineare, con linee visibili soprattutto nelle stagioni inver-nali, quell’intreccio costituito da insediamento-castagneto e seminativo, così descritto dallo stesso Sismondi: “Nelle radure meglio esposte delle montagne e intorno ai paesi i contadini hanno dissodato il terreno secondo il sistema in uso nelle colline ed hanno so-stituito ai castagni la vite, l’olivo, e il gelso sotto i quali seminano alternativamente gra-no e fagioli[…]”70. “I castagneti che ammantano una parte degli Appennini sono l’unica ricchezza degli abitanti. Furono piantati indubbiamente in tempi antichi e si mantengono ancora grazie all’industriosità umana, senza richiedere nessuna cura. Tutte le volte che il terreno è dissestato dalle acque, si costruisce un muretto a secco per frenare la rovina […]. Queste cure hanno conferito ai castagneti una certa somiglianza con gli oliveti […]71.

Altra tessera del mosaico paesistico, che risulta importante dal punto di vista vi-suale, è rappresentata dal sistema insediativo che, a differenza dell’espansione dilagante subita nella pianura, risulta sostanzialmente intatto nel contesto della Svizzera Pesciatina. Questo è avvenuto anche per ovvie condizioni di minore appetibilità dei suoli e quindi minore propensione all’edificazione, che ha reso possibile una buona conservazione del sistema insediativo, almeno secondo una lettura a scala vasta. Certamente ha contribuito a questa conservazione ed integrità anche la particolare conformazione, un ambito chiu-so, introverso e comunque indipendente ed autosufficiente.

70 G. ROSSI (a cura di), “Quadro dell’agricoltura Toscana”, edizioni ETS, Pisa, 1995 (orig. :J.C.L. Simone de Genere, “Tableau de l’agricolture toscane”,J.J. Paschoud, Genève,1801), p. 14271 G. ROSSI (a cura di), op.cit. ETS, Pisa 1995, p.132

a cura di Debora Agostini

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La Svizzera Pesciatina

FIG.33.cseminativi

FIG.33.dvigneti

FIG.33.a ideogramma delle principali tessere

FIG.33.a-bLa matrice su cui si fonda il mosaico paesistico della Svizzera Pesciatina è quella costituita dalle

superfici forestali composte prevalentemente da boschi d’alto fusto a prevalenza di castagno, interca-lati a nuclei di conifere ed altri di robinia (primo anello) a questa matrice prevalente si unisce l’anello intermedio delle aree aperte e coltivate o in abbandono (secondo anello) cui si sovrappongono le “Castella”. La matrice forestale che ricopre tutte le aree collinari, sia nell’ambito sia lucchese che pis-toiese, si interrompe a lasciar spazio alle aree aperte che si collocano nelle immediate vicinanze delle “Castella”, ove sono presenti colture promiscue e altre tessere a “dimensione minuta”. Come è possibile individuare dall’immagine di contesto le forme di questo “intaglio a goccia” contraddistinguono solo l’area della Svizzera Pesciatina mentre al contorno la distribuzione del bosco risulta più “casuale”.

FIG.33.c-eA conferma del carattere e della connotazione del paesaggio prevalentemente seminaturale della

Valleriana, si riportano gli schemi dei pattern generati dai vari usi del suolo in cui i seminativi (compreso vigneti e oliveti) costituiscono solo una minima quota non determinante per il paesaggio in esame dal punto di vista quantitativo (si veda la grana del mosaico QC del P.S.), ma interessante per il carattere derivante dal prevalere delle colture promiscue,(cfr. “Tableau de l’agricolture Toscane” - SISMONDI) non interessato da processi di specializzazione di qualche tipo.

FIG.33 PRINCIPALI TESSERE DEL MOSAICO PAESISTICO DELLA SVIZZERA PESCIATINAelaborazioni del Quadro conoscitivo del Piano strutturale pubblicato sul sito del Comune di Pescia

FIG.33.bideogramma della configurazione ad anelli concentrici

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La Svizzera Pesciatina

FIG.33.finsediamenti

FIG.33.garee nude

FIG.33.hcolture arboree

FIG.33.eoliveti

FIG.33.f-hAltra importante tessera del mosaico paesistico è costituita dal sistema insediativo che, a differenza

della espansione dilagante avvenuta nella pianura, risulta sostanzialmente intatta nel contesto della Svizzera Pesciatina. Questo è avvenuto anche per ovvie condizioni di minore appetibilità dei suoli e quindi minore propensione all’edificazione, che ha reso possibile una buona conservazione del sistema insediativo, almeno secondo una lettura a scala vasta.

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La Svizzera Pesciatina

pascoli e praterie

sistemi particellari complessi

colture agrarie con spazi naturali

boschi di latifoglie

boschi di conifere

boschi misti di latifoglie e conifere

oliveti

FIG.34 USO DEL SUOLO D’AREA VASTA

Un elemento di estraneità è invece costituito dalle tessere di recente creazione (anni ‘90 circa del Novecento) delle colture arboree, soprattutto abeti, che costituiscono sicuramente uno dei pochi elementi di discontinuità all’interno del mosaico della Svizzera Pesciatina.

In sintesi dall’analisi dell’Uso del suolo72 (FIG.34-35) emerge la presenza delle seguenti cate-gorie nell’ambito della Svizzera Pesciatina: aree a pascolo naturale e praterie, boschi di latifoglie, boschi di conifere, boschi misti di conifere e latifoglie, oliveti, sistemi colturali e particellari com-plessi, aree prevalentemente occupate da colture agrarie con presenza di spazi naturali importanti (evidentemente dovute ai processi di ri-naturalizzazione per colonizzazione da vegetazione sponta-nea).

LA CONNOTAZIONE SEMIOLOGIA-PERCETTIVA DEL PAESAGGIOPer interpretare un paesaggio occorre anzitutto effettuare una lettura selettiva di quelle forme

che diventano significanti: in quanto non si riducono alla loro dimensione concreta e materiale (l’es-sere cose nel territorio) ma perché diventano elementi semantici ad elevata comunicatività, in grado di ricondurci ai processi che li hanno prodotti. Sono segni importanti che definiscono il rapporto tra fattori abiotici e biotici, influenzati dalle specifiche condizioni ambientali e morfologiche e che rivelano direttamente o indirettamente l’opera dell’uomo. Quindi traducendo gli usi del suolo in elementi semiologici,73 in segni prevalenti o iconemi74 possiamo rileggere le tre categorie descritte per il mosaico paesistico che danno luogo a specifiche configurazioni corrispondenti alle cristalliz-zazioni di cui ci parla Guadagnucci: “Le creazioni paesaggistiche stabilite – dalle abitazioni alle chiese, alle strade, alle attività produttive, alle sistemazioni territoriali. Agli insediamenti urbani, e così via – non sono che cristallizzazioni dei modi di vivere e concepire il mondo proprio di un gruppo umano, l’esito dell’interazione con l’ambiente, i documenti tangibili del divenire storico”.75

72 Fonte: “Corine Land Cover Toscana” e “Uso del Suolo del Servizio Pianificazione Risorse del Territorio della Provin-cia di Pistoia”, 200473 La “carta della semiologia” (naturale e antropica) è stata introdotta in letteratura da V. ROMANI, “Il paesaggio dell’Alto Garda Bresciano:studio per un piano paesistico”, Grafo, Brescia,1988.74 E. TURRI, “Il paesaggio come teatro”, Marsilio, Venezia, 1998.75 L. GUADAGNUCCI, “Culture e paesaggi. Storia locale della Svizzera pesciatina”, Liguori ed., 1994, p.11

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FIG.35 USO DEL SUOLOdettaglio sulla Svizzera Pesciatina

aree urbanizzate

boschi cedui di latifoglie vrie

aree produttive (prevalentemente cartiere)

boschi cedui coniferati

boschi d’alto fusto di latifoglie in prevalenza di Castagnovigneti

oliveti

boschi di conifere varie

boschi misti di conifere e latifoglieprati stabili (foraggerie permanenti)

aree a pascolo naturale e praterie

vivaismo in pieno campo brughiere e cespuglieti

colture promiscue e seminativi

boschi cedui di latifoglie a prevalenza di Robinia

boschi cedui di latifoglie a prevalenza di Castagno

Queste cristallizzazioni che definiscono uno specifico paesaggio culturale sono facilmente rintrac-ciabili in questo ambito ben definito sia dal punto di vista morfologico (cfr. PRIMA PARTE 3.1 struttura del paesaggio) che antropico, caratterizzato da una peculiare distribuzione delle forme secondo anelli concentrici (vedi FIG.33b) di “strutture ed elementi portanti”: l’anello costituito dai soprassuoli chiusi delle superfici boscate (composte da boschi cedui di latifoglie a prevalenza di faggio, boschi cedui di latifoglie a prevalenza di Castagno, boschi cedui di latifoglie varie, boschi cedui di latifoglie a prevalenza di Robinia), l’altro anello delle aree aperte dei seminativi su ciglioni (composto da ol-iveti anche parzialmente in condizione di abbandono, colture arboree e promiscue) ed infine l’anello costituito dagli incastellamenti (con rari vigneti, orticoltura).76

76 Uno dei riferimenti è costituito dalle elaborazioni del mosaico paesaggistico come desunte dal “Quadro conoscitivo del Piano Strutturale del Comune di Pescia”, pubblicato on-line sul sito del Comune medesimo in formato .ppt (http://www.comune.pescia.pt.it/download.php?categoria=37)

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mosaico a dominanza di soprassuoli chiusi con massima densità di copertura

mosaico a dominanza di soprassuoli radi con media densità di copertura

mosaico a dominanza di soprassuoli aperti

FIG.36 SEMIOLOGIA DEL MOSAICO PAESISTICO

cfr. elaborazioni di cui al Quadro conoscitivo del Piano Strutturale (ottobre 2007) pubblicato online sul sito del Comune di Pescia http://www.comune.pescia.pt.it/download.php?categoria=37

FIG.37 ESPANSIONE INSEDIATIVA: cfr. 1880-1994si noti il ridotto incremento dell’edificazione nella Svizzera Pesciatina

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3.3.2 percezione del paesaggio a piccola scala

Questa distribuzione particolare ad anelli concentrici risponde in parte ai caratte-ri geografici dell’area, così come chiarito da Guadagnucci: un “territorio aspro dagli scoscesi declivi, incertamente terrazzato, [che] si distingue per la cattiva qualità alla vocazione agronomica”77, ed offre di sé “un’immagine chiaramente connotata dai carat-teri dell’isolamento (certo sempre relativo) rispetto agli spazi esterni. Collocata a nord del capoluogo comunale, la montagna pesciatina si incunea nei contrafforti appenninici, fino ad affacciarsi, coi rilievi posti a nord di Pontito, sulla Val di Lima, nel cuore della montagna pistoiese, […] la Svizzera Pesciatina ha storicamente visto condizionate le possibilità di contatti con l’esterno da difficoltà nei collegamenti di notevole rilievo legate sia alla natura dell’assetto territoriale nonché alla lontananza rispetto a linee di comunicazione importanti.”78

E se per Guadagnucci “fra i vari agenti che potremmo definire naturali e che inter-vengono a qualificare modi e generi di vita, [individua in particolare] il fattore posizio-ne – rispetto a società e comunità esterne, città, linee di comunicazione, etc. – [come] tra quelli che maggiormente influiscono sui processi di sviluppo e di crescita socio-economica.”, possiamo altresì sottolineare che, proprio questo fattore posizione, influi-sce conseguentemente anche sui processi di trasformazione che possono indurre, come spesso accade, anche a fenomeni di degenerazione. Così questi aspetti, che sembrano connotare negativamente l’area di studio rispetto ad un presunto e perseguito svilup-po, nel caso particolare, questo isolamento, risulta essere anzi un punto di forza che ha permesso di mantenere integro il paesaggio contribuendo a caratterizzarlo con una forte identità culturale oltre che fisica. “Questa condizione di relativa separatezza ha molto contribuito a rendere culturalmente omogenea la Svizzera Pesciatina: la condivisione, a livello di ‘spazio vissuto’, di abitudini, frequentazioni, punti di ritrovo e modi di agire, ha cioè conferito alla popolazione locale qualità sociali accomunanti, forgiate attraverso relazioni e contatti intessuti fra le singole comunità viventi in luoghi particolari […].

77 L. GUADAGNUCCI, op.cit., Liguori editore, 1994, p.15.78 L. GUADAGNUCCI, op.cit., Liguori editore, 1994, p.16.

Così si è potuto sviluppare un senso di appartenenza alla comunità svizzero-pescia-tina, pur affiancato nell’immaginario collettivo dal sentito e partecipato campanilismo di villaggio79”.La viabilità quindi, come linea che disegna il paesaggio direttamente ed indirettamente, incidendo sulle forme, ma anche sui comportamenti, costituisce un elemento interessante (cfr. PARTE PRIMA 2.2.2 viabilità storica) di qualificazione del paesaggio locale e di lettura dello stesso. In particolare l’esigua e ristretta viabilità carrabile che collega ad oggi tutte le “Castella”, che presenta tratti di notevole qualità panoramica, è stata costruita solo nel secolo scorso a partire dagli anni Trenta, quando fu aperto un primo tratto della rotabile a servizio della Val di Torbola, mentre i percorsi di raccordo che uniscono le altre frazioni risalgono agli anni Cinquanta, se non addirittura, agli anni Settanta (il tratto carrabile che unisce Stiappa a Pontito). Questa esclusione dei luoghi dalla viabilità “veloce”, ha quindi accentuato i legami tra “Castella” che avvenivano tramite percorsi non carrabili appunto e determinavano un sistema fondato sull’auto-sussistenza economica e produttiva che ha inciso sulle forme visibili del paesaggio80.

VISUALITÀ, INTERVISIBILITÀ ED ELEMENTI CONNOTATIVI.“… grossi paesi addossati al loro pendio e così vicini che, con un richiamo ad alta

voce, ci si può sentire dall’uno all’altro. Nella valle di Pontito, che non ha neppure tre miglia di effettiva lunghezza, si vedono sette grandi borghi disposti ad anfiteatro sulle montagne che li circondano e dall’uno di questi se ne scorgono altri sette situati intorno …” Sismondi 81

79 L.GUADAGNUCCI, op.cit., p. 21.80 Quei paesaggi che ad oggi appaiono appena coltivati erano un tempo coltivati a lino, canapa e grano, al fine di assicurare anche filati per tessuti oltre che farina per pasta e pane.81 G. ROSSI, op.cit. Ets, Pisa, 1995, p.129.

a cura di Debora Agostini

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La Svizzera Pesciatina

La carta della visualità 82 assoluta (FIG.38) “descrive il paesaggio percepibile, definendone il valore e la vulnerabilità visiva. È una fase analitica, in cui si esplorano i limiti e le continuità degli ambiti, oltre a segnalare gli elementi che li caratterizzano.” 83

Questo strumento di interpretazione del paesaggio è utile a definire le linee di forza e di tensione tra elementi e quindi le relazioni e rapporti percettivi tra tessere paesistiche e il complesso nel suo in-sieme. E’ una costruzione comunque oggettiva “in quanto si limita a considerare il fenomeno visivo come ad un rapporto fra linee e punti” 84. In questo senso “i crinali principali diventano il limite visivo e nello stesso tempo un riferimento visuale che permette di ri-conoscere un luogo e permette di ricostruirne o rileggerne la storia naturale. L’analisi visiva permette di definire le modalità con cui si esplica la percezione del paesaggio; il come e il quando vedo, (punti panoramici, crinali, occlusioni, aperture, luoghi di massima intervisibilità o ambiti chiusi) e si concentra su riferimenti oggettivi (il crinale è per tutta la popolazione, all’interno di una valle, un limite visivo che non per-mette di vedere oltre). I criteri qualitativi derivano invece dagli oggetti presenti che attirano su di sé l’attenzione per la loro forma, posizione, colore, significato e rappresentazione, oppure costitu-endo dei detrattori.”85

In questa carta la strada è assunta quindi come elemento narrativo che permette di appropriarsi del paesaggio e riconoscerne, i punti panoramici, gli ambiti percettivamente omogenei e la quinta che funge da orizzonte visivo sin dalla valle pesciatina (FIG.41).

La struttura visuale e percettiva del paesaggio della Svizzera Pesciatina può essere letta quindi attraverso il tema della strada, come filo conduttore che permette di entrare in contatto e scoprire i nodi di questo sistema comprendente le dieci “Castella”.

82 La carta della visualità allegata è stata redatta in collaborazione con Emanuela Morelli

83 V. ROMANI, op.cit., pag. 92

84 V. ROMANI, op.cit., pag 9685 E. MORELLI, “La connotazione semiologica del paesaggio”, in G. PAOLINELLI et. Al., LOTO. “Londscape Oppor-tunities. Frammentazione paesistica: permanenze ed interferenze nel territorio di Conegliano”, Regione Veneto, Venezia

FIG.38 CARTA DELLA VISUALITÀ, ED ELEMENTI CONNOTATIVIla “narrazione dei luoghi” attraverso la viabilità (redatta con E. Morelli)

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La Svizzera Pesciatina

quinte visive

ambito ad elevata intervisibilità

ambito chiuso

FIG.39 IDEOGRAMMA DEI PRINCIPALI AMBITI TRASVERSALI fig.40 IDEOGRAMMA DEI PRINCIPALI AMBITI LONGITUDINALI

fonte della base: Guadagnucci 1994 pag. 19

strada intorno a boschi di caducifoglie con visibilità potenziale (nei mesi invernali e autunnali) - e comunque dotata in alcuni punti di aperture sulla valle

strada ad alta visibilità in direzione della valle

strada con visibilità strettamente legata al fondovalle

punti panoramici (la visualità è proporzionata alla dimensione dell’apertura e della lunghezza delle frecce)

punti panoramici (la visualità è proporzionata alla dimensione dell’apertura e della lunghezza delle frecce)

crinali - limiti visivi (ma anche linee di alta intervisibilità)

porzione (alta) di versanti - quinte visive anche a grande distanza (pianura pesciatina)

cime e poggi - elementi caratterizzanti

versanti o porzioni di essi morfologicamentedefiniti e con alta acclività

tratto di valle stretta con visualità raccolta sotto i versanti

aree pianeggianti di fondovalle - strette e lunghe

aree boscate a prevalenza di caducifoglie

corsi d’acqua

“Castella”, landmark principali, luoghi ad elevata intervisibilità

chiese e pievi

terrazzamenti

ELEMENTI DEL TERRITORIO

DETRATTORI

LANDMARK ANTROPICI

VIABILITA’ SU STRADA

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La Svizzera Pesciatina

Questi landmark si inseriscono a corona all’interno del bacino del Fiume Pescia, in cui sono individuabili tre ambiti percettivamente omogenei (FIG.39): quello della “porta” della Valleriana, all’apertura della valle, con versanti scoscesi che chiudono il sistema in modo netto e ben definito, quello intermedio, caratterizzato da una elevata intervisibilità tra le “Castella”, e infine quello della quinta visiva che definisce il margine Nord del pa-esaggio della Svizzera Pesciatina, l’arco definito dalle Pracchie e dal Battifolle, versante su cui si adagiano Stiappa e in parcolare Pontito, la “Castella” “sentinella” della Svizze-ra Pesciatina, caratterizzata dalla maggiore intervisibilità rispetto alle altre “Castella”.

All’interno di questi ambiti principali si snoda la visibilità su strada, stagionalmen-te occlusa da vegetazione, ma comunque potenzialmente panoramica (importante per i fini della valorizzazione turistica del sito), con punti panoramici e di apertura visuale che costituiscono dei nodi significativi per la fruizione dell’area. L’analisi visuale del paesaggio oltre a mettere in evidenza i tre ambiti che percorrono in senso trasversale la Svizzera Pesciatina, ha permesso di ri-conoscere due ambiti che corrono in senso longi-tudinale corrispondenti alla diversa conformazione fisica delle due principali valli: Val di Torbola e Val di Forfora: due unità percettivamente diverse e complementari entro le quali, percorrendone le strette e tortuose strade, è possibile leggere due aspetti diversi delle castella (FIG.36): quello di strutture costruite a mezza costa, quindi morbidamente adagiate sui versanti lievemente scoscesi (ambito della Val di Torbola) e l’altro inserito nel “canalone” disegnato dal Pescia di Pescia (Val di Forfora), fortemente connotato da un sistema di cartiere che, da elementi polari, diventano struttura lineare e all’interno del quale possiamo ri-conoscere “architetture di limite”, con un carattere ardito, diverso da quello percepito dall’altro ambito, quello di strutture costruite a precipizio.

Sull’importanza del sistema lineare lungo fiume delle cartiere, o di altri opifici scriveva lo stesso Sismondi: “Il fondo della valle che si estende da Pontito a Pescia, di cui ho già descritto la bellezza dei campi e della popolazione, è occupata da numerose fabbriche che vengono messe in opera dalla Pescia. Oltre a qualche fucina o segheria vu si notano, in particolare, più di venti cartiere e tre filatoi di seta. Il numero delle

cartiere e la portata delle loro attività suscitano indubbiamente stupore […]. Le cartiere di Pescia sono circa un quarto di quelle della Toscana86 …”.

Dei due ambiti suddetti, il primo (della Val di Torbola) è caratterizzato da una no-tevole ampiezza visiva, delimitato dalle sommità dei rilievi adiacenti con elevato livello di panoramicità, e da cui è possibile percepire chiaramente l’andamento morfologico di tutto il bacino, compreso il punto in cui i due crinali si stringono avvicinandosi sino quasi a toccarsi, punto verso il quale è concessa la vista delle aree di fondovalle verso il Padule di Fucecchio e di Bientina.

L’altro ambito (Val di Forfora), percorso dal Pescia di Pescia, punteggiato da picco-li mulini, nel primo tratto, e cartiere, nel secondo, è caratterizzato invece da versanti scoscesi, e rupi che disegnano una valle stretta, con un bacino visivo piuttosto limitato e introverso. I collegamenti percettivi tra la pianura e le colline sono ristretti identifi-cando ancora questo paesaggio come un ambito chiuso, che vive in parte di vita propria, carattere introverso che ne ha permesso la salvaguardia dei caratteri originari, una buona integrità e una ridotta espansione insediativa. La struttura morfologica è così chiara e definita che non risulta mai possibile perdere l’orientamento e ci riconduce, dal punto di vista percettivo e semiologico, alla configurazione chiusa, “a goccia”, disegnata dai grandi crinali che comprendono punte come quella del Monte Battifolle e del Monte Lignana.

Le “Castella” e la viabilità costituiscono quindi uno dei segni principali che conno-tano il paesaggio, componenti visuali caratterizzate da strette relazioni percettive, oltre che funzionali tra le diverse architetture, e come è possibile evincere della elaborazioni di intervisibilità (FIG.43) queste relazioni visuali costituiscono senza dubbio un primo ed importante elemento di peculiarità ed autenticità. Quasi tutte le “Castella” riescono a “vedersi”, esclusa Pietrabuona, incuneata su un piccolo promontorio nel fondovalle.

86 G. ROSSI (a cura di), “Quadro dell’agricoltura Toscana”, edizioni ETS, Pisa, 1995 (orig. :J.C.L. Simone de Geneve, “Tableau de l’agricolture toscane”, J.J. Paschoud, Genève,1801), p. 145.

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La Svizzera Pesciatina

sistema lineare delle cartiere lungo il fiume Pescia

profilo a “v” dei costoni di ingresso alla valle

la quinta disegnata dai versanti di Pontito e del Monte Battifolle

FIG.41 IMMAGINI RAPPRESENTATIVE ruolo delle quinte visive ad elevata intervisibilità e della struttura morfologica in cui si inserisce la Svizzera Pesciatina

percezione del paesaggio su grande scalaDOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA (fone: autrice)

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FIG. 42 continuità visiva ambito aperto relazioni di intervisibilità

rapporti visivi tra le “Castella”

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Aramo visto dalla via delle cartiere

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Anche la loro conformazione e il rapporto che intercorre tra queste e le tessere del paesag-gio circostante risulta essere originale e sufficientemente integro, intendendo l’integrità ovviamente in termini dinamici, come coerenza dei processi evolutivi e come aderenza alle peculiarità del paesaggio, come livello di congruità delle trasformazioni che ha per-messo la conservazione della leggibilità delle forme e delle emergenze, la comprensibilità del sistema delle relazioni funzionali e la continuità dei caratteri formali.

L’elaborazione della “carta della visualità” (FIG.38) ha dunque cercato di mettere in evidenza tutti gli elementi che connotano il paesaggio culturale della Svizzera Pesciatina dal punto di vista percettivo identificando in primis i crinali come strutture fondative della identità locale in quanto limiti fisici (che hanno contribuito come abbiamo detto a determinare una comunità specifica) e in quanto limiti visivi, ma anche come linee di alta intervisibilità, punto di contatto con il territorio circostante e luoghi con elevate potenzia-lità escursionistiche. Sono state individuate in secondo luogo le quinte visive, costituite dalla porzione alta del bacino riconoscibile anche a grande distanza (in particolare dalla pianura pesciatina si veda FIG.41). Questo contribuisce a localizzare anche dall’esterno, questo specifico paesaggio culturale, rendendolo facilmente distinguibile come particolare ed originale. Altro elemento fortemente caratterizzante è costituito da cime e poggi – elementi morfologici che prestandosi al rapporto instancabile con l’insediamento umano vanno a costituire il sostrato prediletto delle forme antropiche costituendo anch’essi punti notevoli del paesaggio locale.

Anche la fitta rete di corsi d’acqua, che, ricordiamo, ha determinato, l’appellativo di Vallis Riana87, forse appunto dalla presenza di numerosi rii, è stata segnalata come strut-tura che innerva il paesaggio della Svizzera Pesciatina anche se la percezione di questi av-viene solo in ambiti ristretti e, indirettamente, attraverso la rigogliosa vegetazione che si esprime nelle estese superfici boscate a prevalenza di caducifoglie, costiuenti una matrice fondante del mosaico paesistico in esame.

87 E. REPETTI, 1833-1845

FIG.43.a...da Pontito

FIG.43.b...da Stiappa

FIG.43 INTERVISIBILITA’

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FIG.43.d...da S.Quirico

FIG.43.e...da Sorana

FIG.43.f...da Aramo

FIG.43.c ...da Castelvecchio

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FIG.43.h ...da Fibbialla

FIG.43.i...da Medicina

FIG.43.l...da Pietrabuona

FIG.43.g ...da Vellano

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La carta sottolinea inoltre i landmark antropici, come le “Castella”, quali luoghi ad elevata visibilità ed intervisibilità, che definiscono nel loro insieme la chiave di volta dell’identità locale, quasi inscindibili dal sistema di ciglionamenti, frammentato ma comunque ben identificabile. Questi borghi sono situati generalmente nei punti di inver-sione di pendenze, su costoni o crinali, ovvero si appoggiano ai luoghi in cui il versante diviene più scosceso e risultano quindi in grado di essere percepiti in modo diverso in funzione del punto di percezione: percorrendo strade alte o strade incuneate nel fon-dovalle. A questa griglia, che identifica in modo omogeneo l’intero ambito, si sovrap-pongono elementi particolari che contribuiscono a definire delle specificità e delle sotto-aree. Tra questi elementi figurano sia i versanti, o porzioni di essi, morfologicamente definiti e con alta acclività, sia tratti di valle stretta con visualità raccolta sotto i versanti, che si localizzano in particolare nella vallecola della Val di Forfora con le peculiarità di cui abbiamo detto descrivendo il sotto-ambito delle cartiere e del Pescia di Pescia.

Aree pianeggianti di fondovalle, spesso strette e lunghe, corrispondenti all’orienta-mento dei crinali e su cui insistono cartiere che vanno a comporre un vero e proprio “si-stema di cartiere di fondovalle” strettamente correlate all’ambito fluviale, e ben percepi-bili in particolare dal versante di Vellano, come elemento lineare in grado di connotare fortemente il sub-ambito di paesaggio (vedi FOTO p.141). Sono segnalati quindi altri “land-mark secondari”, come chiese e pievi, che vanno a connotare e specificare puntualmente le forme degli insediamenti e costituiscono a loro volta elementi ad elevata visibilità.

Sono stati segnalati infine gli elementi di visibilità su strada che permettono di identificare le potenzialità future per la gestione del sito come:• strada intorno a boschi di caducifoglie con visibilità potenziale (nei mesi invernali e autunnali) - e comunque dotata in alcuni punti di aperture sulla valle; • strada ad alta visibilità in direzione della valle;• tratti di strada in cui le “Castella” vengono percepite come luoghi dominanti sulla valle essendo situati sul versante ripido;• strada con visibilità strettamente legata al fondovalle;

• punti panoramici (la visualità è proporzionata alla dimensione dell’apertura e della lunghezza delle frecce).

Dalla “carta della visualità” emerge infine l’assenza o rarità di elementi detrattori importanti (se non due punti in particolare in prossimità della “Porta” della Svizzera Pesciatina), le stesse cave non sono elemento rilevabile ad occhio nudo nel paesaggio, che risulta pertanto abbastanza integro (dal punto di vista percettivo), ad esclusione del processo di abbandono dei coltivi che riesce ad incidere significativamente nelle forme e che interessa in particolare le aree più lontane dai centri abitati, in parte in via di recupe-ro per fenomeni legate al part-time e alla graduale “riscoperta” di questi luoghi.

Non si individuano quindi fenomeni di frammentazione o particolari elementi di discontinuità o di degrado, se non i succitati fenomeni di abbandono legati a processi economico-sociali di più ampia portata uniti a fenomeni puntuali, ed una tendenza che va certamente contrastata e controllata che possiamo indicare come fenomeno dell’ ”al-terazione cromatica”, elementi per i quali il piano di gestione potrà facilmente indicare soluzioni.

DENTRO LE CASTELLA“I paesi o, come sono chiamati, i castelli, presentano, al pari delle strade, l’imma-

gine di un popolo un tempo ricco e laborioso che, dopo averli costruiti, ha perso il solo scopo che poteva spingerli al lavoro.” Sismondi 88

I tratti distintivi della percezione a piccola scala sono sintetizzabili in alcuni elementi caratterizzanti e ricorrenti all’interno delle “Dieci Castella”, elementi che concorrono alla connotazione e allo stesso tempo alla definizione dell’unitarietà di cui abbiamo già detto. Anzitutto facciamo riferimento alla loro scarsa compromissione ed elevata integrità urbanistica, l’impianto infatti resta lo stesso sino all’800 e scarsi sono

88 G. ROSSI (a cura di), op.cit., ETS, Pisa, 1995, p.131.

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gli incrementi registrabili al 1950 o successivamente89 . In secondo luogo ricordiamo la loro particolare disposizione rispetto alla struttura fisica (cfr. PARTE PRIMA3.1 strut-tura del paesaggio) quasi sempre su poggi e lungo i costoni, posizione che permette una elevata visibilità (scelta strategica per gli incastellamenti medievali). Infine ricordiamo l’intreccio virtuoso tra “Castella” – terrazzamenti e colture promiscue – castagneti.

Percorrendo le strade dei paesini invece possiamo individuare i seguenti caratteri che sono stati documentati in un sintetico abaco:• la presenza di grandi arcate e vie voltate atte a sorreggere architetture massicce• percorsi e vie con configurazioni vorticose o irte, spesso lastricate con grandi pietre squadrate, mentre gli acciottolati sono propri della viabilità campestre• grandi paramenti in pietra raramente intonacati• landmark locali come campanili e rocche• fontane e fontanili (“pilloni”)• tabernacoli e piccole cappelle• porte e portali in pietra

Infine per ripercorrere i caratteri salienti della morfologia dei castelli riportiamo un estratto del testo del Repetti del 1833-1845:

“PIETRA BUONA, (già Petra Bovula) in Val di Nievole - Risiede sopra il risalto di un poggio alla cui base scorre da settentrione a scirocco sino a libeccio la Pescia maggiore, o la Pescia di Pescia, […] Dell’importanza di questo castello, difeso da alte mura e da una rocca piantata sopra una rupe di maci-gno, […]. Dell’antica chiesuola di S. Matteo a Pietra Buona esistono tuttora i muri sullo scoglio presso la rocca”.

MEDICINA - DI VALL’ARIANA sulla Pescia minore - Risiede sopra il fianco meridionale del monte di Battifolle, fra la Pescia minore, o di Collodi, che scende alla sua destra, e la Pescia maggiore, che scorre

89 si veda tavola Q07 del “Quadro conoscitivo del Piano Strutturale”, pubblicato sul sito del Comune di Pescia formato ppt

alla sua sinistra, in mezzo ad un’estesa selva di castagni, e sull’erta strada mulattiera che guida a Vellano.

FIBBIALLA di Valle Ariana sulla Pescia di Collodi - È posto in poggio sullo sprone meridionale che scende dal monte di Battifolle fra le due fiumane che di Pesciamaggiore e di Pescia minore, ossia di Collodi portano la denominazione

ARAMO nel Lucchese - Risiede in monte sulla ripa destra del fiume Pescia.

VELLANO, già AVELLANO nella Val di Nievole - Risiede in poggio sotto la confluenza di due rami della Pescia maggiore.

SORANA - Castello, con chiesa parrocchiale (SS. Pietro e Paolo), già filiale della pieve d’Aramo, nella Comunità e circa miglia toscane 1 a maestrale di Vellano, Giurisdizione di Pescia, Diocesi medesima, una volta di Lucca, Compartimento di Firenze. Risiede in monte sulla ripa destra della Pescia Maggiore, ossia Pescia di Pescia, fra Vellano, Castelvec-chio ed Aramo.

STIAPPA, o SCHIAPPA DI VILLA BASILICA sulla Pescia di Collodi - Villaggio con chiesa parrocchiale (S. Maria Assunta), nel piviere di S. Quirico di Ariana, Comunità Giurisdizione, e circa 6 miglia toscane a settentrione grecale di Villa Basilica, Diocesi e Ducato di Lucca. Risiede sul fianco meridonale dell’Ap-pennino di Battifolle a ponente della Pescia di Collodi, fra il rio Stiappa ed il rio di Ponte che serve di confine al territorio del Ducato di Lucca con quello di Castelvecchio di Vellano nel Granducato.

ARIANO di Val di Nievole (Arrianum) - Villaggio con chiesa plebana (S. Quirico) già succursale di quella di S. Giovanni Battista e S. Tommaso a Castelvecchio nella Comunità Giurisdizione, e 5 miglia toscane a settentrione di Villa Basilica, Diocesi e Ducato di Lucca, che è di 12 miglia toscane a libeccio. Risiede in poggio sulla sinistra ripa del torrente Treggiaja nel fianco australe del monte di Battifolle sull’estremo confine del Ducato di Lucca a contatto della Comunità di Vellano del territorio Granduca-le. Si fa menzione di questo luogo di S. Quirico in un istrumento enfiteutico del 980.

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ARIANA (VALLE) in Val di Nievole - È la vallecola della Pescia di Collodi, nel confine orientale del Duca-to di Lucca. – Ha suo principio nel fianco meridionale del monte di Battifolle alle sorgenti delle due Pe-scie, una delle quali, la Pescia maggiore, le serviva di limite dal lato di oriente sino alle pendici di Monte Carlo, mentre dal lato occidentale abbracciava tutto il valloncello della stessa Pescia di Collodi compreso il piviere di S. Pietro in Campo. Da questa Valle prendeva il nome un’antica pieve della Diocesi di Lucca (SS. Giovanni Batista e Tommaso di Ariana, ora di Castelvecchio), e lo dava eziandio a una politica Vicarìa della Repubblica lucchese. Quali popoli appartenessero alla prima lo dice il catalogo delle chiese della Diocesi di Lucca redatto nel 1260. Esso nota otto parrocchie suffraganee del piviere di Ariana, oltre l’ospedale a Veglia; le quali erano:1. S. Quirico di Arriano; 2. S. Frediano d’Aramo; 3. SS. Pietro e Paolo di Sorana; 4. S. Martino di Medicina; 5. S. Jacopo di Lignano; 6. S. Maria di Stiappa; 7. S. Andrea diPontito; 8. S. Pietro di Lucchio.90”

90 E. REPETTI, “Dizionario Geografico Fisico Storico della Toscana”, Edizioni Tofani, Firenze, 1833-1845

BIBLIOGRAFIA

AA.VV., “Toscana Segreta”, Vallecchi editore, Firenze, 1967

Atti del convegno “I castelli della Valdinievole”- Buggiano Castello, giugno 1989 - editi dal Comune di Baggiano

L. GIADAGNUCCI, “Culture e paesaggi. Storia Sociale della Svizzera pesciatina”, Liguori editore, Napoli, 1994

A. M. PULT (a cura di), “Pescia e la Valdinievole, la costruzione di una identità territoriale”, Edizioni polistampa, 2006

V. ROMANI, “Il paesaggio dell’Alto Garda Bresciano: studio per un piano paesistico”, Grafo, Brescia,1988.

G. ROSSI (a cura di), “Quadro dell’agricoltura Toscana”, edizioni ETS, Pisa, 1995 (traduzione dal francese di: J.C.L. Simonie de Genere, “Tableau de l’agricolture toscane”, J.J. PascGeneve,1801)

E. TURRI, “Il paesaggio come teatro”, Marsilio, Venezia, 1998.

E. REPETTI, “Dizionario Geografico Fisico Storico della Toscana”, Edizioni Tofani, Firenze 1833-1845

ALTRE FONTI

“Corine Land Cover” (http://www.centrointerregionale-gis.it/script/corinedownload.asp)

“Carta dell’Uso del Suolo del Comune di Pescia” (http://www.comune.pescia.pt.it/download/Uso_del_Suolo.pdf)

“Carta delle Risorse Forestali” (http://www.comune.pescia.pt.it/download/Risorse_Forestali.pdf)

“Quadro conoscitivo del Piano Strutturale” (ottobre 2007) pubblicato on-line sul sito del Comune di Pescia (http://www.comune.pescia.pt.it/download.php?categoria=37)