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Paesaggio agrario è “… quella forma che l’uomo, nel corso ed ai fini delle sue attività produttive e agricole, coscientemente e sistematicamente imprime al paesaggio naturale …” Emilio Sereni, Storia del paesaggio agrario, 1961 Sereni inoltre introduce il principio di inerzia del paesaggio agrario Emilio Sereni, Storia del paesaggio agrario, 1961 1 Sereni legge il paesaggio dimostrando come esso sia il prodotto della sedimentazione di forme colturali, di rapporti proprietari e rapporti di produzione, che sopravvivono alle ragioni che li hanno originariamente determinati costituendo la premessa (e il limite) per le successive trasformazioni. Ogni fonte storiografica non si limita ad essere solo “un dato o un fatto storico ma bensì un fare, e un farsi di quelle genti vive: con le loro attività produttive, con le loro forme di vita associata, con le loro lotte, …”. SEGNI E RETI DEL PAESAGGIO AGRARIO

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Paesaggio agrario è“… quella forma che l’uomo, nel corso ed ai fini delle sue attività produttive e agricole, coscientemente e sistematicamente imprime al paesaggio naturale …”Emilio Sereni, Storia del paesaggio agrario, 1961

Sereni inoltre introduce il principio di inerzia del paesaggio agrario

Emilio Sereni, Storia del paesaggio agrario, 1961

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Sereni legge il paesaggio dimostrando come esso sia il prodotto della sedimentazione di forme colturali, di rapporti proprietari e rapporti di produzione, che sopravvivono alle ragioni che li hanno originariamente determinati costituendo la premessa (e il limite) per le successive trasformazioni.

Ogni fonte storiografica non si limita ad essere solo “un dato o un fatto storico ma bensì un fare, e un farsi di quelle genti vive: con le loro attività produttive, con le loro forme di vita associata, con le loro lotte, …”.

SEGNI E RETI DEL PAESAGGIO AGRARIO

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Perché progettare con il paesaggio

Le due diverse scuole pensiero (quella scientifico ecologica e quella estetico percettiva) negli anni si sono sempre più influenzate e fuse l’una con l’altra e si può affermare che dagli anni Settanta varie definizioni hanno cercato di dare una comprensione olistica di paesaggio, inteso come sistema e come entità fisico-geomorfologica visiva ed estetica che comprende i fattori abiotici e biotici, i processi storici, culturali e naturali, come espressione unitaria di significato e significante, ovvero “la cosa e allo stesso tempo l’immagine della cosa.” (Franco Farinelli, L’arguzia del paesaggio, Casabella, 575-576, 1991).

Convenzione Europea del paesaggio, 2000

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scomposizione del paesaggio nelle singole tematiche che lo compongono, studio e redazione di un inventario contenente le singole caratteristiche

ricomposizione delle precedenti informazioni tramite regole combinatorie

Il fine è quello di comprendere le dinamiche che legano i vari componenti

La lettura del paesaggio

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Il paesaggio come sistema di segni: stratificazione e sedimentazione

“Riferirci al paesaggio non è certamente l’unico modo di guardare alle trasformazioni in un paese, ma è un modo estremamente carico di significati. Il paesaggio è sempre il risultato definitivo e incancellabile di ogni trasformazione, lo sbocco ultimo, incarnato nel territorio, di tutto un mutamento avvenuto anteriormente: il mutamento sociale, il mutamento dei modi di produrre, dei modi di abitare, trascorrere i giorni, guardare al mondo alla vita”.

Eugenio Turri, Semiologia del paesaggio italiano (1979), Longanesi e C., Milano, 1990, pag. III

In pratica esso può essere rappresentato da un sistema di segni che forniscono utili informazioni sulla sua organizzazione spaziale e funzionale .

Codice – Segno - Struttura

Forma, dimensione e collocazione spaziale

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“Posso così ridurre il corpo umano a una rete di rapporti che identifico nello scheletro, e dare dello scheletro, una rappresentazione graficamente semplificata. Ho individuato così una struttura comune a più esseri umani, un sistema di relazioni, di posizioni e di differenze tra elementi discreti, rappresentabili in linee di diversa lunghezza e posizione. È chiaro che questa struttura è già un codice : un sistema di regole a cui quel corpo deve sottostare, pur attraverso le variazioni individuali”

Una struttura è un modello costruito secondo certe operazioni semplificatrici che mi permettono di uniformare fenomeni diversi da un solo punto di vista…

La struttura è un modo, che elaboro, per poter nominare in modo omogeneo cose diverse.Umberto Eco, La struttura assente. La ricerca semiotica e il metodo strutturale (1968), Bompiani 2002

I segni del paesaggio possono essere paragonate alle parole, parole che poi noi scegliamo per comporre una frase, e dalla frase al tema, al racconto, e via via…Le parole assumono un significato grazie alla loro disposizione - collocazione all’interno della frase:il vecchio cappottoil cappotto vecchiocappotto il vecchio

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I segni del paesaggio

Una significativa lettura del paesaggio, soggetto dinamico e in continua evoluzione derivante dall’ineluttabile e inesorabile processo di stratificazione, può avvenire mediante l’interpretazione dei segni presenti, i quali possono individuare la struttura portante del paesaggio stesso.

In pratica il paesaggio può essere rappresentato da un sistema di segni che forniscono utili informazioni sulla sua organizzazione spaziale e funzionale . La semiologia difatti “si occupa di quegli elementi significativi che recano una determinata e misurabile quantità di informazioni (i segni), e che, sotto un altro profilo, possono dirsi le «forme disegnate» sul territorio da eventi naturali o antropici”.Valerio Romani, Il paesaggio dell’Alto Garda bresciano, Grafo Edizioni, Brescia, 1988, pag. 88.

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Fiumi, corsi d’acqua, autostrade, strade, sentieri, linee ferroviarie, scansione dei campi, siepi, terrazzamenti, corridoi visivi, …. permeano il paesaggio di vita.

Le reti… ecologico-ambientali, storico-culturali, estetico-percettive

Tutte le reti insistono nel medesimo ambito spaziale

Il paesaggio come sistema complesso

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Alcuni rischi… dal punto di vista del paesaggio

Banalizzazione dei luoghi

Immagini di Ugo Sani (Ri-Vista n.18)

Copiare le forme, lo stile, senza comprendere le regole che stanno “dietro” e il sensoNon riconoscere le diversità e le identità

Nell’architettura del paesaggio la dicotomia tra vecchio e nuovo tra storico e moderno, tra conservazione e sviluppo non esiste, perché il paesaggio si evolve, muta. E perché questo cambiamento avvenga nella miglior direzione possibile, il paesaggio necessita di essere progettato in modo responsabile, consapevolmente e senza mimetismi, guardando alle regole del passato più che alle forme del passato.Vedi Biagio Guccione, 2013, I paesaggi del terzo millennio: quali paesaggi, quale verde sostenibile per domani, Linea Verde Luglio/Agosto 2013, pagg. 32-35.