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Il paesaggio
• Insieme degli elementi sensibili, naturali o antropici, di un territorio.
Il paesaggio come un sistema bimodulare, formato da due subcomponenti (una naturale, l’altra antropica), in rapporto dinamico nel corso dei secoli. Paesaggio come sintesi tra Natura e Cultura.
UomoNatura Mappa concettuale del paesaggio
Tempo
Componente naturale del paesaggio: ricomprende tutti quegli agenti naturali, endogeni ed esogeni, che modellano la superficie terrestre
Gli agenti endogeni sono quelli legati ai vulcani…
In alto: Stromboli
A sinistra: Etna
…oppure ai terremoti
Faglia di S.Andreas - California
Gli agenti esogeni sono quelli legati ai fenomeni atmosferici, in primis le piogge e i corsi d’acqua superficiali
Gran Canyon (USA), scavato dal fiume Colorado
Calanchi, forme create dalle piogge su rocce argillose impermeabili
Il Carsismo
Alcune rocce, come i calcari o i gessi, hanno una particolarità: sono minerali solubili (in altre parole si scioglie parzialmente in acqua). Ogni litro di acqua scioglie infatti circa 2 grammi di gesso.
Tale fenomeno chimico di dissoluzione dà origine ai fenomeni carsici.
Il termine carsismo deriva da “Carso”, una regione tra Italia e Slovenia dove tali fenomeni sono molto comuni.
I fenomeni carsici si dividono tra superficiali (o epigei) e sotterranei (o ipogei).
Tra primi ricordiamo le doline, piccole valli tronco-coniche o a forma di imbuto sul cui fondo si aprono gli inghiottitoi (cioè le imboccature delle grotte);
Tra i fenomeni carsici sotterranei ricordiamo invece le grotte (o sistemi carsici), spesso concrezionate.
Schema ideale di un sistema carsico. La cavità di entrata delle acque è detta inghiottitoio; quella di uscita risorgente.
Un altro agente esogeno è costituito dai venti
Il vento può modellare le sabbie, ma anche le rocce
Esistono inoltre fenomeni geomorfologici naturali a metà strada tra l’endogeno e l’esogeno.
Ad es. gli Tsunami, termine giapponese che indica un’onda anomala causata da un terremoto sottomarino
Un altro fenomeno geomorfologico naturale a metà strada tra l’endogeno e l’esogeno è costituito dai Jokulaup, termine islandese. Essi si hanno quando un’eruzione vulcanica fa sciogliere un ghiacciaio soprastante un cratere
Lo stesso fenomeno si verifica ad es. in Kamchatka (Russia), terra di ghiacci e di fuoco
La componente antropica del paesaggio è data da tutta quella serie di interventi attuati dall’uomo sull’ambiente naturale, modificandolo e piegandolo alle proprie esigenzeDiga delle tre gole -
Cina
Esistono varie tipologie di paesaggio antropico
Esistono varie tipologie di paesaggio antropico: se gli interventi sono legati all’agricoltura si parla di paesaggio agrario;
Terrazzamenti a risaia (Guangxi, Repubblica Popolare Cinese)
se gli interventi sono legati al settore secondario si parla di paesaggio industriale;
Inizi del ‘900: paesaggio industriale inglese legato a miniere di carbone
Oggi la nostra società è post-industriale, basata sul Terziario e Quaternario.
Questi ultimi due settori danno però una minora impronta sul territorio e sul paesaggio, producendo “beni” o fornendo servizi spesso “immateriali”.
I processi in atto ci sono, ma non si vedono!
Riguardo alle città si parla di paesaggio urbano
Montegridolfo (RN): borgo murato medievale
Lo skyline di Pudong, il nuovo quartiere di Shanghai
Esiste inoltre una dimensione temporale del paesaggio: i rapporti tra componente naturale e componente antropica evolvono cioè nel tempo.
Se durante la preistoria era ovviamente la componente naturale del paesaggio a prevalere su quella antropica, negli ultimi secoli (e ancora di più negli ultimi decenni) è stata la componente antropica del paesaggio a prevalere su quella naturale.
Oggi, grazie alla tecnologia, l’uomo è il principale agente geomorfologico della Terra
Il paesaggio è spesso paragonato ad un palinsesto:
teoricamente, una pergamena in cui si scrive e riscrive più volte, cancellando le scritte cronologicamente precedenti.
Fuori di metafora, il paesaggio è in continua evoluzione, e nel corso del tempo si aggiungono elementi nuovi e se ne cancellano dei vecchi.
Chi studia il paesaggio deve saperlo “scomporre” nelle sue varie fasi, come tanti lucidi sovrapposti, attribuendo ad ogni elemento una sua cronologia
Strumenti per lo studio del paesaggio
• Cartografia
•Immagini da satellite e
foto aeree
• cartografia storica
E’ utile per ricostruire le trasformazioni, a volte radicali, che sono avvenute in un territorio nel corso dei secoli.
Posso cioè confrontare una carta storica di una zona con una carta odierna e rilevare i cambiamenti verificatisi.
E’ come sfogliare un virtuale “album fotografico” del territorio
Un esempio: i Fiumi Uniti presso Ravenna.
Il Montone ed il Ronco, i due corsi d’acqua dalla cui confluenza si originano appunto i Fiumi Uniti, sino agli inizi del XVIII secolo avvolgevano infatti “a tenaglia” l’area urbana di Ravenna.
L’originaria foce dei Fiumi Uniti, prima della diversione artificiale, in una carta del Bellardi di inizio ‘700
N
Per scongiurare alluvioni (a quell’epoca resi tra l’altro più frequenti dal periodo di deterioramento climatico noto come “Piccola Età Glaciale”) i 2 corsi d’acqua furono oggetto di una diversione
artificiale, completata nel 1739, che li portò ad una confluenza più arretrata e ad uno sbocco nell’Adriatico posto laddove oggi sorgono Lido Adriano e Lido di Dante, più a sud rispetto a quello originario.
La foce dei Fiumi Uniti oggi in un’immagine da satellite
La ricostruzione di questi eventi non sarebbe possibile senza la cartografia storica!
Un ulteriore fonte di informazioni circa il paesaggio e la sua evoluzione nel tempo è dato dalla toponomastica (i nomi dei luoghi):
• Toponimi (es. Granarolo, Budrio, Bagnacavallo)
• Idronimi (es. Fosso Vedro/Vetro)
• Fitotoponimi (Gualdo, Madonna del Bosco, Madonna dell’Albero, Migliarino, Mercato Saraceno)