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La Svizzera Pesciatina

3.2 evoluzione del paesaggio

Dal confronto tra i documenti storici (scritti, carte ed immagini) e l’assetto attuale di quella porzione di territorio, sul confine dell’appennino tosco-emiliano, denominata Svizzera Pesciatina, emerge che la valle risulta avere una propria individualità geogra-fica e sociale caratterizzata, innanzi tutto, da un bacino idrografico unitario ed un limite oro-idrografico ben definito, nonché da una vita antropica omogenea, che ha saputo adattarsi all’altitudine e alla morfologia territoriale attraverso le sistemazioni terraz-zate; pur subendo in tempi passati numerose vicende storico-politiche, ha mantenuto le caratteristiche paesaggistiche d’impianto. I luoghi, nel loro complesso, sono rimasti pressoché invariati e l’evoluzione del paesaggio non si è subordinata all’incombente fenomeno dello spopolamento delle zone montane, che ha coinvolto anche questa parte di territorio, bensì è risultata sentinella di conservazione dell’ambiente che pare essersi cristallizzato nella sua forma originaria. Tutta la valle è caratterizzata dalla presenza dei terrazzamenti che consentono l’utilizzo delle risorse agricole delle aree montuose e collinari intorno ai borghi medioevali arroccati.

Da un punto di vista architettonico-ambientale risalta la conformazione tipica dei terrazzamenti, ancora oggi fortemente interconnessi con i borghi delle “Dieci Castel-la”, che costituiscono l’unico sistema di sfruttamento agricolo del rilievo collinare e montano, andando da un lato a modificare la morfologia del terreno senza snaturarne il profilo e dall’altro mediando il passaggio tra edificato e bosco: ben visibile attraverso il confronto fotografico storico dei dieci borghi arroccati. Perché un terrazzamento funzio-ni e risulti “favorevole” è necessario combinare una serie di circostanze quali: i fattori di esposizione, di pendenza, di assolazione e la geologia del terreno. Queste attenzioni, fin dai tempi passati, non erano volte soltanto alla buona riuscita di una sistemazione ter-razzata, ma erano il fondamento sulla base del quale venivano sviluppati i paesi, questo è’ il dato che ha creato quel fortissimo legame antropico col territorio che, nonostante l’abbandono di parte dei terrazzamenti, è sempre ben visibile e “vivo”. Le particolari condizioni geografico-climatiche della zona hanno contribuito alla conservazione del paesaggio così peculiare: un luogo dai sistemi viari tortuosi lontano dalle grandi vie di comunicazione, una struttura idrografica articolata, dei versanti con pendenze a vol-

te proibitive, sono alcuni degli elementi che hanno contribuito a limitare l’intervento dell’uomo mantenendolo integro. I terrazzamenti, insieme ai castagneti a cui si alterna-no, rappresentavano un tempo la più importante forma di utilizzo del territorio da cui veniva tratto il sostentamento. Caratteristica intatta dei luoghi è infatti l’affiancamento dell’attività agricola a quella forestale, cosicché non è raro trovare accanto alle colture arboree o erbacee il castagneto ed il bosco che consentono di individuare ancora oggi, ad occhio nudo, i due paesaggi tipici della Svizzera Pesciatina che, a seconda dell’altitu-dine, si distinguono in montano e collinare.

I TERRAZZAMENTI: complesse geometrie per lo sfruttamento agricoloAlcuni elementi più di altri hanno reso possibile l’integrità del paesaggio della

Svizzera Pesciatina, la cui struttura fondata sull’alternanza tra sistema urbanistico dei borghi, intorno coltivato e vegetazione boschiva ne rende fragile l’equilibrio; fra questi sicuramente il sistema dei terrazzamenti che ha sagomato e ridefinito i confini dei centri abitati tenendo lontano l’inarrestabile avanzamento delle zone boschive. Caratteristici del paesaggio agrario toscano e non solo, queste costruzioni sono rimaste sostanzial-mente intatte: geometrie per lo sfruttamento agricolo dei terreni in pendio, i quali venivano trasformati in una serie più o meno continua di piani in successione disposti a formare una “gigantesca scalinata” di presentazione “visiva” delle “Dieci Castella”. Gli impianti risultano essere più o meno appariscenti, per forma e per fattura, a seconda delle sistemazioni utilizzate: ripiani terrazzati, ripiani ciglionati, con muri a secco o in terra battuta. Vere e proprie opere di ingegneria: pendenze, impianti, trame, scale; per non parlare delle opere di regimentazione idraulica: canaletti, acquidocci, guadagni, tut-te opere che destano incredulità ai nostri occhi, strumenti perfetti per uno sfruttamento totale delle risorse, mezzo di profonda comunione tra l’uomo ed il territorio.Al fine di tratteggiare l’evoluzione del paesaggio, sono state prese tre aree campione rappresentative della Svizzera Pesciatina e messe a confronto analizzando l’uso del suolo intorno ai centri abitati in tre periodi significativi cioè la metà del 1800 (catasto pre-unitario), il 1954 (volo GAI) e la situazione odierna (2007). Ne emerge una sorta di dualità tra le colture esistenti, variabili nel tempo, ed il sedime che le accoglie, rimasto

a cura di Lucas Frediani

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uniformemente stabile nel tempo a parte alcune eccezioni, come se esso fosse il minimo comun denominatore dei borghi, il minimo spazio possibile coltivato e curato esterno al centro abitato. Esso oggi risulta molto simile a quello rilevato alla metà del 1800. È proprio dall’analisi puntuale di queste caratteristiche che possiamo oggi affermare che, nonostante siano cambiate le colture e le necessità degli abitanti, il paesaggio impresso dai terrazzamenti non ha cambiato la sua struttura fondamentale rimanendo radicato all’impianto “storico”.

CONTESTO AMBIENTALE D’IMPIANTOIl territorio della Svizzera Pesciatina risulta essere molto variegato partendo da una zona

montana con una maggiore acclività del terreno e un ritmo delle sistemazioni a terrazzamenti più serrato, passando per una zona intermedia con acclività mista, più accentuata a ridosso dei paesi con trama dei ripiani stretta e dal numero più elevato, arrivando a sistemazioni più dolci verso valle dove i ripiani si sviluppano anche ad ampiezze notevoli. Alcuni parametri geografici possono aiuta-re a capire meglio la distribuzione dei terrazzamenti:• Altimetria Dal un punto di vista prettamente altimetrico la distribuzione delle sistemazioni terrazzate si sviluppa prevalentemente nella fascia compresa tra i 200 ed i 600 metri, ma sin dal fondo valle possiamo riscontrarne una discreta presenza che persiste anche oltre il limite anzidetto, anche se notevolmente diradati e fortemente limitati sia dalla preponderante presenza di boschi di castagno, sia per le sopraggiunte avversità climatiche che rendono chiaramente difficoltose certe coltivazioni.• Pendenza dei crinali La fascia entro la quale si riscontra la maggior presenza di terrazzamenti sta tra il 20% ed il 30%, oltre queste percentuali le caratteristiche di pendenza risultano difficili da domare per l’uomo, determinando quindi un impianto dalla problematica gestione e dalla scarsa sfruttabilità, anche se vengono riscontrate sistemazioni di versante terrazzati su pendenze limite, non solamente nell’immediato intorno dei paesi a Nord, ma anche nei centri più a valle. • Esposizione Visto l’orientamento Nord-Sud dell’intera valle, la Svizzera Pesciatina risulta esposta in modo omogeneo secondo tutti i punti cardinali ponendola in condizioni favorevoli per la distribuzione dei terrazzamenti sui suoi versanti. Le sistemazioni risultano esposte partendo da Sud-Est a

FIG.27 USO DEL SUOLO AL 1954

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Sud-Ovest abbracciando così una buona parte del territorio.

SPECIFICITÀ DEI TERRAZZAMENTI NELLA SVIZZERA PESCIATINALa forma tipologica di gran lunga prevalente nella Svizzera Pesciatina è il ciglionamento con

trama a “gira-poggio”, generalmente di forma rettangolare e costituito da un minimo di 5-6 ripiani per arrivare ad un massimo di circa 25. In numero nettamente inferiore ci appaiono i terrazzamenti con muro “a retta” in pietra. La loro profondità risulta ovviamente variabile a seconda della accli-vità del pendio, dove questa è maggiore, la profondità varia tra gli 80 cm ed 1 m, mentre nelle zone dove l’acclività risulta essere meno accentuata, i ripiani raggiungono mediamente i 4 metri. Anche l’altezza dei ripiani può variare a seconda della asperità del pendio, andando da una minima di 80 cm ad una massima di 3,20 m. Naturalmente a fronte di una acclività accentuata i terrazzi avranno un andamento decisamente serrato, con ripiani e altezze ristretti, casi del genere possiamo trovarne in tutto il territorio analizzato. Si hanno ripiani inclinati a tutte le quote, si passa da ripiani ampi con lievi inclinazioni degli orti e dei vigneti ai piedi dei paesi, a quelli più stretti e accentuati là dove termina la piana paesana ed il versante si getta nella gola sottostante, raramente comunque si trova-no ripiani prettamente orizzontali, come del resto anche la verticalità del ciglio, sola prerogativa dei terrazzamenti con paramento in pietra.

Oggi la manutenzione dei ripiani si è ridotta, ad eccezione di quei terrazzi dove vengono messe in atto colture che ricevono regolari attenzioni, e situati vicino ai centri abitati, mentre la maggior parte di essi presenta una manutenzione scarsa, la minima attuabile, limitata al solo taglio periodico dell’erba e alla improvvisata sistemazione di qualche grossolano cedimento. Sia i ripiani in buono stato che quelli in cattivo stato hanno relazioni differenti con i nuclei abitati. Dobbiamo notare che la maggior parte di quelli ben tenuti ruotano nelle immediate vicinanze dei centri, anche se non è raro trovarne anche di abbandonati, segno di proprietà ormai disinteressate. Altri relativamente lontani dai centri risultano curati e creano delle isole all’interno della vegetazione boschiva. Lo stato delle colture nelle sistemazioni terrazzate è variabile, generalmente buono là dove i terrazza-menti sono in buono stato, quindi proprietà ed appezzamenti riconducibili ad elementi prettamente insediativi. Spesso si nota una forte disomogeneità nella cura delle piante, in special modo in quei terrazzamenti localizzati sui versanti ripidi dove si tende a trascurare le colture più lontane dalle

FIG.28 I TERRAZZAMENTIFIG.29 DETTAGLIO DI TERRAZZAMENTI

territorio di san quirico

terrazzamenti al 2002 (volo AIMA)

oliveti

terrazzamenti al 1954 (volo GAI)

superfici aperte (coltivate)

Castelvecchio

San Quirico

Aramo

Fibbialla

Medicina

Pietrabuona

Vellano

Sorana

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abitazioni. Più ci si allontana dai centri, minore è la cura delle colture, cosa che supponiamo sia imputabile alla mancanza di interesse nello sfruttamento del territorio.

EVOLUZIONE DELLE COLTUREAlla fine del 1800 la netta prevalenza di colture promiscue, rivelava la preponderante specia-

lizzazione del territorio verso la coltivazione della vite, ma soprattutto dell’olivo, trovando qui le condizioni morfologiche più favorevoli, il clima relativamente mite, con escursione termica mode-rata, rendendo la zona favorevole a tali colture. La distribuzione geografica del vitigno, era per la maggior parte sulla fascia altimetrica compresa tra i 100 e i 400 metri, in aree di acclività incluse tra il 15% ed il 30%; da notare come risultasse forte la relazione tra questa coltura ed i nuclei abitati: è intorno ad essi che infatti si sviluppavano maggiormente. La distribuzione dell’olivo era invece estesa a tutta l’area, anche in zone non così vicine ai centri, visto che lo si trovava anche a quote al-timetriche importanti, per poi lasciare spazio al regno incontrastabile del castagno, peraltro diffuso a varie altezze, vero e proprio motore dell’economia e del sostentamento del tempo. Intorno ai centri era praticata l’orticoltura, in particolar modo sui ripiani che circondavano le dimore dove i terreni erano pianeggianti e umidi, affiancati da lavorativi fruttati e gelsati.

Quello che risalta dal primo confronto con il vecchio catasto, alla fine del 1800 e l’uso del suolo al 1954, è che si riduce sensibilmente il frazionamento delle colture, che al 1954 appaiono nettamente più omogenee di un tempo, mentre possiamo valutare l’avanzamento del bosco nei con-fronti delle colture, segno evidente sia di una diminuita cura nei confronti del sottobosco, che della perdita vera e propria della sua vitale importanza, infatti l’industrializzazione ed il terziario hanno allontanato dalla pratica agricola molte braccia, cambia in questi anni drasticamente l’economia ali-mentare che era incentrata quasi esclusivamente proprio sui prodotti derivati dal bosco di castagno. La mancata cura di cui il bosco in genere era soggetto, ha portato alla trasformazione del sottobosco in selve, che hanno lentamente aggredito il lavorativo. Oggi, per quanto riguarda il paesaggio più prettamente montano, le colture sono concentrate quasi esclusivamente nelle immediate vicinanze dei centri abitati, mentre nelle zone più a valle, dove troviamo case sparse o in piccoli gruppi sono intervallate da colture di vario genere. Il bosco ha continuato la sua opera erosiva, inglobando parte delle colture lasciate abbandonate, e ricopre attualmente una buona percentuale di territorio. La

Aree Coltivate al 2004

vigneti

superfici non boscate

oliveti

oliveti

colture promiscue

vigneti

Aree Coltivate al 1954

FIG.30 LE COLTURE

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1954 2007 in evidenza i terrazzamenti1824

FIG.31.a USO DEL SUOLO _ PESCIA (NORD)

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FIG.31.b USO DEL SUOLO _ PONTITO

1954 2007 in evidenza i terrazzamenti1863

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1954 2007 in evidenza i terrazzamenti1864

FIG.31.c USO DEL SUOLO _ S.QUIRICO

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diversificazione sia tra i seminativi che tra gli arborati si è ridotta e l’oliveto è rimasto la principale coltura importante e diffusa del comprensorio, alla quale ancor oggi viene dedicata una regolare attenzione.

SVIZZERA PESCIATINA: IERI, OGGI, DOMANI.Un prezioso contributo alla verifica e conferma dell’evoluzione del paesaggio,

intendendo con questo termine non il “cambiamento” dei luoghi ma un sostanziale man-tenimento delle peculiarità, autenticità e integrità del territorio, è arrivato dal confronto fotografico, che sintetizza le mutazioni tra il paesaggio odierno e quello della prima metà dello scorso secolo, possibile tramite il raffronto con gli scatti storici raccolti da nel libro “Toscana Segreta” (1967), e quelli realizzati recentemente andando a ricercare la stessa posizione di scatto e la stessa focale, evidenziando poi su di esse le mutazioni paesistiche più evidenti. Ad una prima analisi, alla regolarità che il paesaggio mostra-va nei primi decenni del ‘900, si contrappone una quasi completa mutazione caotica lasciando posto ad una prevalente situazione di inselvatichimento, o come i naturalisti amano definire, “naturalizzazione”; rimane però intatto, fondamentale e costante nel tempo, il sub-strato del paesaggio sia agrario che architettonico, rivelando la vera realtà della Svizzera Pesciatina com’era, dov’era ieri, oggi, domani: tutti i confronti fotografici storici delle “Dieci Castella”, presi in esame, esprimono dunque, per quanto riguarda la percezione visiva, il mantenimento delle caratteristiche architettoniche, viabilità, intorno coltivato e bosco, rimanendo così inalterata la struttura “edificato-viabilità-corona-bosco” che ha da sempre caratterizzato questo territorio.

Si rilevano altresì modifiche più o meno marcate delle “corone” che cingono le “Dieci Castella” evidenziando una variazione delle colture presenti alle annate fotogra-fate, mantenendo intatti però nella sostanza i terrazzamenti più prossimi alle abitazioni. Queste modifiche delle colture nella maggior parte dei casi risultano messe in risalto dalle irregolarità delle sistemazioni adottate (molto regolari in passato, molto irregolari al presente) ma non si traducono, nella realtà, in effettive variazioni “sul campo” rima-nendo in linea di massima le aree coltivate simili, anche se ridotte, per tipologia e di-mensioni. L’inselvatichimento del sottobosco e non, sia delle “corone” intorno ai centri

abitati che dei castagneti da frutto limitrofi oggi trasformati in boschi di robinia misti al castagno, avvenuto negli ultimi sessant’anni non ha però intaccato la struttura principale del paesaggio che rimane ancora costituita da: nuclei storici edificati, “Corone” intorno con sistemazioni a coltura dei terrazzamenti (oggi ridotte ma ancora visibili) e boschi di robinia misti al castagno (un tempo castagneti da frutto).

BIBLIOGRAFIA

L.FREDIANI, S.GUASTAPAGLIA, A.TIBERIO: “Valleriana: Evoluzione del Paesaggio Agrario” - Tesi di Laurea in Architettura Relatore Prof. F.Pardi - Correlatore F.Monacci - Firenze 2007

G. ANSALDI: “ Valdinevole Illustrata “ Vol. I - Vol II - 1879

P.O.BALDASSERONI: “Istoria della città di Pescia e della Valdinievole ” - Arnoldo Forni Editore - 1784 F.BARONI: “ Un gioiello della Valeriana – S. Quirico, la Chiesa e il castello ” Editrice Baroni -Lucca 1925 G.BIFFOLI & P.C.SANTINI: “ Toscana Segreta” - Vallecchi Editore - Firenze1967

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F.PARDI: “ Le trasformazioni del paesaggio storico nelle colline toscane, in storia del territorio e storia dell’ambiente.La toscana contemporanea. - ( acura di ) S.Neri Serneri, F.Angeli, Milano-2002 M.P.PUCCINELLI: “ La Valdinevole “ - Società Geografica Italiana - Roma 1970

M.P.PUCCINELLI: “ Appunti storici sulla rete stradale del territorio “ - Società Geografica Italiana - 1996

Rilievo fotogrammetrico GAI (1954)

Rilievo fotogrammetrico AIMA (2002)

V.C.T. Catasto pre-unitario - Archivio storico di Pescia

Aramo

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FIG.32 EVOLUZIONE

Pontito

VOLO GAI 1954 FOTO ATTUALE VOLO AIMA 2002FOTO STORICA

Sorana

Stiappa

Castelvecchio

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S.Quirico

VOLO GAI 1954 FOTO ATTUALE VOLO AIMA 2002FOTO STORICA

Aramo

Fibbialla

Vellano