30Giorni-N5

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ANNO XXX N.5 - 2012 - 5 ANNO XXX N.5 - 2012 - 5 www.30giorni.it MENSILE SPED. ABB. POST. 45% D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/04 N.46) ART.1, COMMA 1 DCB - ROMA. In caso di mancato recapito rinviare a Ufficio Poste Roma Romanina per la restituzione al mittente previo addebito. ISSN 0390-4539 «Vieni, dunque, Signore Gesù... Vieni a me, cercami, trovami, prendimi in braccio, portami» Sant’Ambrogio Diretto da Giulio Andreotti nella Chiesa e nel mondo Diretto da Giulio Andreotti nella Chiesa e nel mondo

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    Vieni, dunque, Signore Ges...Vieni a me, cercami, trovami, prendimi in braccio, portami

    SantAmbrogio

    Diretto da Giulio Andreottinella Chiesa e nel mondo Diretto da Giulio Andreottinella Chiesa e nel mondo

  • In copertina:Il bacio alla croce,

    Giovanni Segantini,Kunstmuseum St.Gallen, St. Gallen,

    Svizzera

    DIREZIONE E REDAZIONEVia Vincenzo Manzini, 45 - 00173 Roma - ItaliaTel. +39 06 72.64.041 Fax +39 06 72.63.33.95Internet:www.30giorni.it E-mail: [email protected]

    Vicedirettori Roberto Rotondo - [email protected] Cubeddu - [email protected]

    RedazioneAlessandra Francioni - [email protected] Malacaria - [email protected] Mattei - [email protected] Quattrucci - [email protected] Valente - [email protected]

    GraficaMarco Pigliapoco - [email protected] Scicolone - [email protected] Viola - [email protected]

    Ricerca iconograficaPaolo Galosi - [email protected]

    CollaboratoriPierluca Azzaro, Franoise-Marie Babinet, Pina Baglioni, Marie-Ange Beaugrand, Maurizio Benzi,Lorenzo Bianchi, Lorenzo Biondi, Massimo Borghesi, Lucio Brunelli, Rodolfo Caporale, Lorenzo Cappelletti, Gianni Cardinale, Stefania Falasca, Giuseppe Frangi, Silvia Kritzenberger, Walter Montini, Jane Nogara, Stefano M. Paci, Felix Palacios, Tommaso Ricci, Giovanni Ricciardi

    Hanno inoltre collaborato a questo numero: il cardinale Jorge Mario Bergoglio, Pietro Calogero, il Patriarca di Mosca e di tutte le Russie Kirill,il cardinale Jean-Louis Tauran, il cardinale Donald Wuerl

    Segreteria [email protected]

    Ufficio legaleDavide Ramazzotti - [email protected]

    3OGIORNI nella Chiesa e nel mondo una pubblicazione mensile registrata presso il Tribunale di Roma in data 11/11/93, n. 501.La testata beneficia di contributi statali diretti di cui legge 7 agosto 1990, n. 250

    Societ editriceTrenta Giorni soc. coop. a r. l. Sede legale: Via V. Manzini, 45 - 00173 Roma

    Consiglio di amministrazioneGiampaolo Frezza (presidente) Massimo Quattrucci, Giovanni Cubeddu, Paolo Mattei, Roberto Rotondo, Michele Sancioni, Gianni Valente

    Direttore responsabileRoberto Rotondo

    StampaArti Grafiche La Moderna Via di Tor Cervara, 171 - Roma

    Distribuzione in libreriaMessaggero distribuzione srlPadova tel. 0498930922Milano tel. 027490679Roma tel. 0666166173

    UFFICIO ABBONAMENTI E DIFFUSIONEVia V. Manzini, 45 - 00173 RomaTel. +39 06 72.64.041 Fax +39 06 72.63.33.95E-mail: [email protected] luned al venerd dalle ore 9,00 alle ore 18,00e-mail: [email protected]

    AbbonamentiItalia 45; Europa 60; Africa e Brasile 25; resto del mondo 70. Una copia 5; una copia con libro 6.Arretrati il doppio del prezzo di copertina

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    Mensile sped. abb. post. 45% D.L. 353/2003 (conv.in L. 27/02/04 n.46) art.1, comma 2 - DCB - Roma

    Questo numero stato chiusoin redazione il 10 giugno 2012

    Finito di stampare nel mese di giugno 2012

    Sommarioanno XX

    X

    N. 5 ANNO 2012

    3OGIORNInella Chiesa e nel mondo

    Direttore Giulio Andreotti

    Inserto

    In ricordo di don Giacomo Tantardini35 Vieni, dunque, Signore Ges... Vieni a me, cercami,

    trovami, prendimi in braccio, portami

    36 Il mio amico don Giacomo del cardinale Jorge Mario Bergoglio

    40 Unamicizia fiorita sotto il segno di santAgostino di Pietro Calogero

    43 Nel solco delle Beatitudini la testimonianza di don Giacomo Tantardini Omelia del cardinale Angelo Sodano nella santa messa esequiale

    per don Giacomo Tantardini

    47 Il cristianesimo: una storia semplice di don Giacomo Tantardini

    Vieni, dunque, Signore Ges... Vieni a me, cercami, trovami, prendimi in braccio, portami

    (SantAmbrogio Expositio in psalmum 118)

  • In questo numero

    Anno della fede16 Un rosario per tutto il mondo

    Intervista con il cardinale Fernando Filoni di G. Valente

    18 Il prefetto delle Chiese giovani di G. Valente

    24 Torniamo a santAgostinoIntervista con il patriarca di Venezia Francesco Moraglia

    di G. Valente

    25 Un patriarca per la gente di G. Valente

    Dialogo interreligioso30 Aver visto il Papa che prega

    del cardinale Jean-Louis Tauran

    Cristianesimo70 Con la preghiera costante

    e fiduciosa il Signore ci libera dalle cateneLudienza generale di Benedetto XVI in piazza San Pietro,

    mercoled 9 maggio 2012

    Stati Uniti78 Ci che ci rende una cosa sola

    del cardinale Donald Wuerl

    Russia82 Molti sono venuti in cerca

    di un miracolo del Patriarca di Mosca e di tutte le Russie Kirill

    Rubriche

    6 Lettere da tutto il mondo

    Intervista a tutto campo con il cardinale Fernando Filoni,

    prefetto della Congregazione perlEvangelizzazione dei popoli

    Torniamo a santAgostino.Intervista con Francesco Moraglia,

    patriarca di Venezia

    3OGIORNI - 5 - 2012 5

    Anno della fede

    Anno della fede

    Quello che conta nel dialogointerreligioso. Appunti e riflessioni

    del cardinale Jean-Louis Tauran

    Dialogo interreligioso

    pag. 16

    pag. 30

    pag. 24

    CREDITI FOTOGRAFICIKunstmuseum St. Gallen, St. Gallen, Svizzera/Foto Flury, Pontresina:Copertina, p.35; Romano Siciliani: pp.11,18; Paolo Galosi: pp.16,38,43,78-79; Osservatore Romano: pp.17,18,20,32; Afp/Getty Images: p.19;Associated Press/LaPresse: pp.20,22,30,31,70; Alessandro Digaetano: p.21; Federico Roiter: pp.24,29; Foto tratta dal libro Con voi e per voi, edito da Cid/Gente Veneta: p.25; Valter Liotto: p. 27; Per gentile concessione del Pontificio consiglio per il dialogo Inter Religioso:pp.30-31; Massimo Quattrucci: pp.37,44,45,46; Franco Cosimo PaniniEditore: p.53; Scala, Firenze: p.57; Per gentile concessione della Foundation of St Andrew the First-Called Apostle: pp. 82,83,84,85.

  • CUBA

    Quien reza se salva e 30Das sonomagnifici per una terra di missione

    LAvana, 1 marzo 2012

    AllAssociazione Piccola Via onlus.Cari fratelli,pace e salute!Vi scrivo dalla mia amata Cuba, Paese di missione,per ringraziarvi del catechismo [Quien reza se sal-va]; anche 30Das uno dei vostri splendidi regali.Sia il catechismo sia la rivista 30Das hanno un al-to livello di insegnamento e informazione cattoli-ca; sono magnifici per una terra di missione, inparticolare per le comunit contadine come quellein cui lavoriamo.

    Abbiamo anche un progetto cui abbiamo datoil nome del beato cubano Jos Olallo Valds attra-verso il quale portiamo aiuto alle famiglie con figlidisabili, tetraplegici, o affetti da gravi malattie. Nes-suno si occupa di queste famiglie. Sono in tutto do-dici, per le quali chiedo solo la vostra misericordia,assieme a quella di Ges: abbiamo bisogno soprat-tutto di materiale per la pulizia e di latte in polvere.

    Diverse volte ho invitato qui a Cuba il signor Giu-lio Andreotti e i suoi collaboratori. Invito anche voi.A Cuba gli italiani sono molto amati e qui lavoranoanche molti sacerdoti.

    Grazie di tutto,

    Sergio Len Mendiboure, missionario

    MESSICOADORATRICI PERPETUE DEL SANTISSIMO SACRAMENTO

    MONASTERO DI NUESTRA SEORA DE LA ESPERANZA

    Cento copie di Quien reza se salvaper le mie pecorelle

    Cotija, Michoacn de Ocampo, 9 marzo 2012

    Sia lodato il Santissimo Sacramento.Stimata Associazione Piccola Via onlus,vi saluto cordialmente augurando che la Pace di Cri-sto inondi il vostro apostolato e ciascun membrodellAssociazione.

    Lettere da tutto i l mondo Lettere da tutto

    6 3OGIORNI - 5 - 2012

    Chi si confessa bene diventa santo.Bene, cio in osservanza a quanto laChiesa richiede per fare una buona con-fessione. Questa intuizione ha accompa-gnato don Giacomo Tantardini negli ulti-mi anni della sua vita. La ripeteva spesso,quella frase: agli amici, nelle omelie.Unintuizione, spiegava, fiorita dopo lamorte di don Luigi Giussani, come unapiccola grazia ricevuta. Ma che aveva ilsuo fondamento nellattenzione che donGiacomo ha sempre prestato al sacra-mento della confessione. Fin dagli inizidegli anni Ottanta, come ausilio al suoapostolato tra giovani e adulti, aveva fat-to stampare un piccolo libretto, Il sacra-mento della penitenza o confessione. Aquesto libretto, nel 2001, volle aggiunge-re le preghiere pi semplici della vita cri-stiana. Nasceva cos Chi prega si salva,tradotto in diverse lingue (francese, ingle-se, spagnolo, tedesco, portoghese, cine-se) e diffuso in tutto il mondo. Nel 2005,questo piccolo libro di preghiere ha avuto

    il privilegio di ricevere laprefazione dellallora pre-fetto della Congregazio-ne per la Dottrina della fe-de, il cardinale JosephRatzinger, divenuto poipapa Benedetto XVI. Chiprega si salva, ripetevadon Giacomo, la cosapi cara, pi bella, piimportante che abbiamai fatto 30Giorni.

    CHI PREGA SI SALVA

  • 73OGIORNI - 5 - 2012

    Innanzitutto, mi congratulo per la vostra bella rivi-sta 30Giorni che fa tanto bene alle anime. Tutti i suoitemi ci rafforzano nella fede, e sono molte le animecontemplative alle quali fanno tanto bene. Chiederche il vostro apostolato sia benedetto.

    Ho pensato molto a quanto sto per dire e sonostata sempre incerta se farlo. Vorrei che mi faceste lacarit di inviarmi cento copie di Quien reza se salva,ma sono povera, non ho denaro. Ma, come diceva lanostra beata madre fondatrice, ho uno Sposo moltoricco!. Confidando in Lui e nella Sua divina prov-videnza ve li chiedo gratuitamente. Lui che moltoricco, vi ricompensi come solo Lui sa fare. Dite aGes che la sua sposa vuole questi libri perch hamolte pecorelle che non sanno pregare n fare lesa-me di coscienza per la confessione.

    Io posso solo offrirvi le mie povere preghiere da-vanti al Santissimo Sacramento giorno e notte.

    La nostra beata madre fondatrice Mara Magdale-na de la Encarnacin interceda per lAssociazione.

    Dio vi ricompensi! Contate sulle mie preghiere.

    suor Mara Iolanda de Jess, adoratrice perpetua del Santissimo Sacramento

    FILIPPINE CLARISSE CAPPUCCINE DEL MONASTERO DI SANTA CLARA

    Who prays is savedcome dono per i fedeli

    Laoag City,13 marzo 2012

    Gentile senatore Andreotti,pace e bene!Vorremmo ancora una volta esprimere la nostragratitudine per la gentilezza e la generosit mostra-te nei nostri confronti con linvio regolare di copiegratuite di 30Days. La sua rivista, cos ricca di infor-mazioni, da tempo per noi fonte costante di noti-zie sulla Chiesa e sul mondo esterno, e per questomeraviglioso dono le siamo davvero riconoscenti.Siamo ormai prossime al culmine dei festeggiamen-ti per gli ottocento anni della fondazione dellordinedi Santa Chiara e siamo liete di comunicarle che,

    o i l mondo Lettere da tutto i l mondo Lettere da tutto i l mondo

    Sopra, il santuario della Madonna del Bosco a Imbersago (Lecco);

    a destra, la statua lignea di Maria e Ges bambino

    allinterno del santuario

  • 8 3OGIORNI - 5 - 2012

    proprio mentre vi scriviamo, le reliquie della nostramadre, santa Chiara, sono qui nelle Filippine, por-tate dallambasciatore delle Filippine presso la San-ta Sede, e stanno facendo il giro delle varie comuni-t di clarisse dellarcipelago. Al riguardo, chiediamoumilmente a lei e ai suoi collaboratori alcune copiegratuite di Who prays is saved. Abbiamo pensatoche sarebbe un magnifico dono per i fedeli che l11agosto 2012 si uniranno a noi per le celebrazioni inoccasione della festa della nostra madre. Vorrem-mo chiedervene almeno cinquecento copie, ma senon sar possibile, saremo felici di quante potreteinviarcene. Grazie infinite e il Signore continui a be-nedire voi e tutte le vostre intenzioni, mentre noicontinueremo a pregare per il buon esito della vo-stra missione.

    Con ogni rispetto, vostra,

    suor Mara Lilia Javier, ccs, e comunit

    Laoag City, 25 aprile 2012

    Gentile signor senatore,pace e ogni bene!Vorremmo ancora una volta esprimere la nostragratitudine per la vostra gentilezza e generosit neinostri confronti per la pronta risposta alla nostra ri-chiesta di copie gratuite di Who prays is saved.Grazie infinite per aver con tanto impegno realizza-to il nostro desiderio. Il Signore, insuperabile pergenerosit, vi ricompensi per le vostre fatiche. Daparte nostra promettiamo di ricordare tutte le vo-stre intenzioni nelle nostre preghiere, soprattuttoquando siamo in ginocchio davanti al SantissimoSacramento.

    Dio ci benedica tutti.Rispettosamente vostre,

    per suor Mara Lilia Javier, ccs, e comunitsuor Mara Ana de san Jos

    Lettere da tutto i l mondo Lettere da tutto

    A destra, la Madonna

    con il Bambino e le due

    ragazze dellapparizione

    di Gallivaggio: il gruppo

    ligneo, del 1631,

    conservato

    nella nicchia

    dellaltare maggiore

    del santuario di

    Gallivaggio (Sondrio),

    foto in basso

  • 93OGIORNI - 5 - 2012

    REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGOPARROCCHIA NOTRE-DAME DE LASSOMPTION

    Qui prie sauve son me per i bambini e le famiglie

    Boma, 19 marzo 2012

    Signor direttore,la ringrazio perch ho ricevuto i rosari: sono davve-ro necessari per i bambini. Ma ci servono ancora deilibretti Qui prie sauve son me, molto richiesti daibambini e dalle famiglie cristiane della nostra par-rocchia e diocesi.

    Grazie per quanto ha fatto finora. Dio la benedica!

    Roger Phanzu-Kumbu

    GUINEA-BISSAUMISSIONE CATTOLICA DI CANCHUNGO

    Quem reza se salvada distribuire ai giovani

    Canchungo, 27 marzo 2012

    Spettabile 30Giorni, a causa del mio cambio dindirizzo, ho ricevuto soloora alcuni numeri arretrati.

    Per lo stesso motivo, non ho ricevuto neppure ilcd di canti gregoriani. E pensare che conservo an-cora il Liber usualis comperato negli anni Cinquan-ta quando ero nel seminario minore!

    Inoltre, faccio una proposta: di mandarmi ledi-zione in portoghese di 30Dias, in modo che servaanche ai miei confratelli. Qui in Guinea-Bissau ilportoghese infatti la lingua ufficiale, anche se poisi parla il kriol. Vorrei consigliarvi questo per tuttele copie che inviate in Guinea-Bissau, anche se, na-turalmente, non compete a me questa proposta.

    Inoltre vorrei che mi inviaste alcune copie diQuem reza se salva, sempre in portoghese, che iodistribuir a coloro che hanno unidea vocazionaleo a qualche buon giovane. Per questo vi mandocento euro.

    Scusate per il disturbo.

    padre Rino Furlato, ofm

    o i l mondo Lettere da tutto i l mondo Lettere da tutto i l mondo

    Sopra e a destra,

    due immagini

    del santuario

    della Madonna

    delle Lacrime

    a Lezzeno (Como)

  • 10 3OGIORNI - 5 - 2012

    PANAMPARROCCHIA SAN PIETRO APOSTOLO

    I fedeli continuano a chiedere Quien reza se salva

    Santa Fe, 23 aprile 2012

    Stimati fratelli,mi chiamo Arcelio Castro e lavoro da nove mesinella parrocchia di San Pietro Apostolo di Santa Fe,

    nel nord della regione diVeraguas, a Panam.

    Desidero innanzitut-to ringraziare di cuoretutti coloro che hannolavorato allelaborazio-ne del libretto Quien re-za se salva, in particola-re i direttori Giulio An-dreotti e Roberto Ro-tondo. Ne ho ricevute,qualche mese fa, cin-quecento copie tramiteil Monastero de la Visi-tacin a Panam: sonogi state distribuite unaper ogni famiglia e sonostate accolte molto be-ne, anche da coloro che

    si erano allontanati dalla pratica religio-sa. Molti lo hanno chiesto in prestito perpoterlo leggere a casa, con calma.

    I fedeli continuano a chiedere il li-bretto. Scrivo per questo motivo, cioper fare richiesta di altre cinquecentocopie. Se sar possibile, potete inviarleallo stesso indirizzo, cio al Monasterode la Visitacin di Panam. Se fosse ne-cessario un contributo, vi chiedo di co-municarcelo. Da parte nostra continuia-mo a chiedere a chi ha beneficiato dei li-bretti preghiere per i donatori, e io stes-so offro alcune messe.

    Dio vi benedica abbondantemente peril sostegno alla nostra parrocchia.

    Fraternamente,

    padre Arcelio Castro

    Lettere da tutto i l mondo Lettere da tutto

    Sotto, veduta del santuario di Tirano (Sondrio):

    accanto al campanile in stile romanico-lombardo,

    la maestosa cupola realizzata nel 1580;

    a destra, la statua della Madonna di Tirano

  • 113OGIORNI - 5 - 2012

    MESSICOADORATRICI PERPETUE DEL SANTISSIMO SACRAMENTO

    DEL MONASTERO SAN GIOVANNI BATTISTA

    Riceviamo con immensa gratitudineQuien reza se salva e le altrepubblicazioni

    Coscomatepec, Veracruz, 25 aprile 2012

    Stimato senatore Giulio Andreotti,sia lodato il Santissimo Sacramento!

    Riceva un saluto fraterno in Ges risorto: le au-guriamo di cuore che Lui la benedica con abbon-danza e ricompensi la sua generosit verso la no-stra comunit monastica.

    Siamo le suore adoratrici perpetue del Santissi-mo Sacramento del monastero San Giovanni Batti-sta di Coscomatepec. La nostra missione testimo-

    niare la presenza di nostro Signore Ges nellEucari-stia, prostrate ai Suoi piedi giorno e notte, offrendola nostra continua preghiera e adorazione per linte-ra umanit. Per questo, con immensa gratitudine, cirivolgiamo a lei, nel ricevere dalla sua grande gene-rosit la rivista 30Das, il libretto Quien reza se sal-va, El Hijo no puede hacer nada por su cuenta eLos cantos de la Tradicin. Non essendo in condi-zioni di pagare il bene che ci fa, chiediamo a Dio nel-le nostre preghiere e mettiamo nelle mani di MariaSantissima di Guadalupe le sue necessit e quelle

    o i l mondo Lettere da tutto i l mondo Lettere da tutto i l mondo

    Sopra, linterno della Santa Casa nella Basilica

    della Santa Casa (foto a destra), a Loreto (Ancona)

  • 12 3OGIORNI - 5 - 2012

    di tutte le persone che collaborano alla pubblicazio-ne di questo arricchente materiale che ci informa eci forma per la nostra vita spirituale. Lultima voltache abbiamo ricevuto la rivista stato nel dicembrescorso, non sono ancora arrivati i numeri pi recen-ti; speriamo di continuare a beneficiare mensilmen-te della rivista e delle altre pubblicazioni da lei dirette.

    Certe che Ges Eucaristia sar la sua ricompen-sa e quella dei suoi cari e collaboratori, la salutiamo.

    Affezionatissima in Cristo,

    madre Esperanza del Corazn de Jess e comunit

    COLOMBIAVICARIATO APOSTOLICO

    DI SAN VICENTE PUERTO LEGUZAMO

    Vorrei dare Quien reza se salvaai catechisti

    San Vicente, 1 maggio 2012

    Stimato senatore Giulio Andreotti,sono un sacerdote diocesano del vicariato aposto-lico di San Vicente Puerto Leguzamo, vasta re-gione (96mila chilometri quadrati) dellAmazzoniacolombiana; il mio lavoro, da oltre dieci anni, quello di vicario della pastorale e responsabile deisettori di Catechesi, Animazione biblica e Pontifi-cie opere missionarie. Siamo in pochi e abbiamopi di un incarico. Mi rivolgo a lei per chiederlecortesemente di inviarci un buon numero di copiedel libro Quien reza se salva perch vorrei dare aicatechisti e agli animatori della Parola uno stru-mento buono come questo affinch continuino nelloro ministero di catechesi.

    Questa una Chiesa locale con molte necessit emolte sfide, dato che spesso si verificano scontri frasoldati dellesercito nazionale, guerriglieri delle Farc(Forze armate rivoluzionarie della Colombia), nar-cotrafficanti e gruppi paramilitari, che creano conti-nua apprensione nella nostra popolazione e comu-nit. Lopzione per i poveri e la nostra vocazionemissionaria ci chiedono di stare sempre con la no-stra gente e di essere voce profetica per denunciare

    Lettere da tutto i l mondo Lettere da tutto

    Sopra, licona della Madonna della Salute

    venerata nella Basilica romana dei Santi

    Cosma e Damiano, nella foto a destra

  • 133OGIORNI - 5 - 2012

    soprusi e irregolarit che da ogni parte violano i di-ritti umani e il diritto internazionale umanitario. Sia-mo una Chiesa credibile e ben accetta dai fedeli. Lesfide sono tante, ma la fede e la speranza nel Risor-to ci confortano e ci incoraggiano a continuare nel-la missione affidataci. Grazie mille per lattenzioneche vorr dare alla presente.

    padre Ricardo Tovar Snchez

    LIBANOORDINE DEI PADRI CARMELITANI

    Qui prie sauve son me, strumentosemplice e pratico per la preghiera

    Hazmieh, 11 maggio 2012

    Carissimo direttore,la pace del Signore sia sempre con lei!La ringrazio per la rivista 30Jours che mi arriva sem-

    pre. Ho letto molto sul libro Qui prie sauve son meche ha fatto tanto bene a tutte le persone che ne han-no beneficiato. Per questo, con la presente, le chie-do, se possibile, di inviarcene un centinaio di copie,dato che molti dei nostri giovani (gruppi di preghiera)vorrebbero poter utilizzare questo strumento tantosemplice e pratico per la preghiera.

    Il buon Dio continui a mantenerla in buona salu-te e benedica la sua missione nella Chiesa.

    padre Makhoul Farha, ocd, superiore provinciale dei Carmelitani in Libano

    o i l mondo Lettere da tutto i l mondo Lettere da tutto i l mondo

    A sinistra,

    il santuario

    della Madonna

    del Divino Amore

    a Roma; sotto,

    licona venerata

    nel santuario

  • 14 3OGIORNI - 5 - 2012

    BENINMONASTERO ETOILE NOTRE-DAME

    Qui prie sauve son me aiuta a pregare bene

    Parakou, 29 maggio 2012

    Signor direttore,le scrivo per ringraziarla per linvio di 30Jours, rivi-sta cos ben documentata e con una veste graficamolto bella. Ma non tutto. Qualche anno fa le ave-vamo chiesto alcune copie del libretto Qui prie sau-ve son me. Tutte le copie sono state diffuse in po-chissimo tempo per il bene spirituale di quanti nehanno beneficiato. Ora sono in molti a chiederequesti libretti che li aiutano a pregare bene. Questoeviterebbe anche che trovassero rifugio nelle stte,molto numerose in Benin.

    Se potesse quindi rinnovare il suo gesto genero-so, gliene saremmo profondamente grate. Un rin-graziamento anticipato da tutte le persone che, gra-zie a lei, si avvicineranno a Dio.

    Rispettosamente,madre Bibiane Igbaro

    Lettere da tutto i l mondo

    La statua della Madonna nella grotta di Lourdes;

    sotto, la facciata della Basilica

  • L o scorso 19 febbraio toc-cato a lui il compito di rivol-gere a Benedetto XVI lindi-rizzo di omaggio a nome dei nuovicardinali creati nel Concistoro delgiorno prima. In quelloccasione,sua eminenza Filoni ha posto il ser-vizio cardinalizio dei nuovi porpo-rati sotto la protezione di Maria,Madre della Grazia. Adesso, la suastrategia per vivere limminenteAnno della fede un semplice ro-sario. Una corona di preghiere daoffrire per lannuncio del Vangeloin ogni continente. Il modo pisemplice per domandare al Si-gnore il dono della fede, per s eper gli altri. Si tratta di una Campa-gna di preghiera mondiale per le-vangelizzazione che deve accom-pagnare lAnno della fede, allaquale ha dato la propria benedizio-ne il papa Benedetto XVI l11maggio scorso, in occasione dellu-dienza concessa ai Direttori nazio-nali delle Pontificie opere missio-narie, che saranno gli animatoridelliniziativa nei propri Paesi.

    Fernando Filoni, prefetto dellaCongregazione per lEvangelizza-zione dei popoli, ha girato il mondoe sa come funziona. Di lui si cono-sce la natura riservata, linsofferen-

    za al pettegolezzo, la grande capa-cit di lavoro, la prontezza nellan-dare al cuore dei problemi, cercan-do le soluzioni con senso di realt. Eil fatto che queste doti non disegna-no il profilo di un burocrate vati-cano, ma lasciano trasparire unasapienza spirituale e uno sguardosulle cose della Chiesa e del mondoche semplice e concreto. Come lacorona di un rosario.

    30Giorni lo ha incontrato nelsuo studio, nello storico Palazzo ro-mano di Propaganda Fide, affaccia-to su piazza di Spagna. Alla Con-gregazione per lEvangelizzazionedei popoli oggi fanno capo pi dimille circoscrizioni ecclesiastiche,tra le quali la stragrande maggio-ranza delle diocesi africane, asiati-che e dOceania, oltre a universit,seminari, ospedali, scuole.

    Anno della fede

    LAnno della fede prima di tutto un anno in cui noi dobbiamopregare per la fede, e domandare al Signore il dono di essa.Intervista a tutto campo con il cardinale Fernando Filoni, prefetto della Congregazione per lEvangelizzazione dei popoli. Dalle ordinazioni dei vescovi cinesi alla campagna di preghiere per lannuncio del vangelo in ogni continente

    Un rosario per tutto il mondo

    di Gianni Valente

    16 3OGIORNI - 5- 2012

    Fernando Filoni riceve la berretta cardinalizia da papa Benedetto XVI

    nel Concistoro del 18 febbraio 2012

  • Quando diventato cardi-nale, nella sua nota biograficapubblicata sullOsservatoreRomano cera scritto che dabambino la sua abitazione eraproprio di fronte alla chiesa delsuo paese. Evidentemente, si trattato di un particolare im-portante, nella sua vita

    FERNANDO FILONI: Dio offretante possibilit, e costruisce la no-stra storia sulla base di ci che sia-mo. Frequentavo la parrocchia, ser-vivo messa ai sacerdoti e stando conloro intorno allaltare intuivo il sen-so della loro dedizione. Finch ilparroco una sera chiese a tutti noichierichetti: ma nessuno di voi que-stanno entra in seminario? Alzai lamano e dissi: io! Cera della sponta-neit infantile, in quello slancio. Macentrava anche il fatto di essere cre-sciuto avendo davanti agli occhi lafede di pap e mamma, nelle cosedi tutti i giorni.

    Gli anni della sua prepara-zione al sacerdozio furonoquelli del Concilio Vaticano II.

    I nostri superiori durante i pastici facevano leggere le cronache delConcilio. La tv, anche se in bianco enero, ci forniva visivamente limma-gine delluniversalit e della variega-ta diversit umana della Chiesa: ilPapa, i patriarchi dOriente e i ve-scovi che in processione entravanoin San Pietro. Bianchi, neri, con labarba, occidentali, orientali...Quando iniziai Teologia al semina-rio di Viterbo, il Concilio era finito.

    Gli scranni che erano serviti per lecongregazioni generali dei padriconciliari furono mandati nei variseminari. Con quelli arrivati a Viter-bo fu approntata laula di teologia.Quindi assistevamo alle lezioni se-dendo sugli scranni dei padri conci-liari. E provavamo a immaginarechi si fosse seduto su quei seggi cheora occupavamo noi.

    Il suo motto episcopale Lumen gentium Christus.

    3OGIORNI - 5- 2012 17

    Sopra, Benedetto XVI

    con il cardinale Filoni

    in occasione delludienza

    con i direttori nazionali

    delle Pontificie

    opere missionarie,

    nella Sala Clementina,

    l11 maggio 2012;

    a destra, il cardinale Filoni

    in occasione

    della presa di possesso

    della diaconia di Nostra

    Signora di Coromoto

    in San Giovanni di Dio, a

    Roma, il 23 febbraio 2012

  • Richiama le prime parole dellacostituzione dogmatica sullaChiesa, il documento pi im-portante uscito dal Concilio.

    Eravamo stati colpiti dal grandedibattito sulla Chiesa che aveva co-stituito il cuore del Concilio: Lu-men gentium Christus, tutto intre sole parole. Linizio della costitu-zione conciliare richiamava il miste-ro e la missione della Chiesa. Se laChiesa non riflette la luce di Cristo,non ha motivo di esistere. Anche anoi era chiesto di annunciare e testi-moniare Cristo. Questa la missio-ne che la Chiesa ha affidato anche ame. Da sacerdote, e poi da vescovoe anche da nunzio.

    Dopo lordinazione sacer-dotale, lei venne a Roma percontinuare gli studi. Viveva esvolgeva il suo servizio pasto-rale in una parrocchia, e inse-gnava in un liceo romano. Co-me ricorda quel periodo?

    Il mio vescovo mi aveva per-messo di andare a Romaper completare gli studi.Scelsi di stare in parroc-chia, e non in un collegio.Sono stati anni molto bel-li. La parrocchia era quel-la di San Tito, che ora stata intitolata a San Leo-nardo Murialdo. Insegna-vo religione al liceo classi-co Vivona, presso la sede

    Anno della fede

    A sinistra, padri conciliari alluscita della Basilica di San Pietro durante i lavori del Concilio Vaticano II. Il motto episcopale

    di Filoni, Lumen gentium Christus, richiama il titolo della costituzione dogmatica sulla Chiesa del Concilio; a destra, Benedetto XVI

    firma lenciclica Caritas in veritate il 29 giugno 2009; al suo fianco monsignor Filoni, allora sostituto alla Segreteria di Stato

    Fernando Filoni nato il 15 aprile1946 a Manduria, in provincia diTaranto, in una famiglia originariadi Galatone (Lecce), in cui il padreprestava servizio nellarma dellaFinanza. Ha compiuto gli studi gin-nasiali a Nard, i liceali a Molfetta,presso il seminario regionale pu-gliese Pio XI e quelli di Teologia aViterbo, presso il seminario SantaMaria della Quercia. stato ordi-nato sacerdote da Antonio RosarioMennonna, vescovo di Nard, il 3luglio 1970. Trasferitosi a Roma,ha frequentato la Pontificia Univer-sit Lateranense, conseguendo lalaurea in Diritto canonico, e lUni-versit statale La Sapienza, dovesi laureato in Filosofia. Presso laPro Deo (oggi Libera Universit In-ternazionale degli Studi Sociali) haottenuto il diploma in Scienze etecniche dellopinione pubblica,specializzandosi in giornalismo. Altermine degli studi, il cardinale vi-cario di Roma, Ugo Poletti, gli haproposto di entrare nella PontificiaAccademia Ecclesiastica.

    Nel 1981 ha iniziato la sua mis-sione diplomatica al servizio dellaSanta Sede in Sri Lanka. Poi sta-to destinato in Iran dal 1983 al1985. Dopo alcuni anni di servizioprestati in Segreteria di Stato, nel

    1989 stato trasferito prima in Bra-sile, dove rimasto fino al 1992, epoi ad Hong Kong. Nellallora colo-nia britannica la Santa Sede avevaaperto una "Missione di studio" formalmente collegata alla nunzia-tura presso le Filippine per segui-re da vicino la situazione dellaChiesa in Cina. La sua permanen-za ad Hong Kong durata fino algennaio 2001, quando GiovanniPaolo II lo ha nominato arcivesco-vo titolare di Volturno e nunzio pon-tificio in Giordania e Iraq. A Bagh-dad rimasto durante gli ultimi dueanni del regime di Saddam Hus-sein, e poi durante la guerra e per itre anni successivi, fino al marzo2006, quando Benedetto XVI lo hatrasferito come nunzio nelle Filippi-ne. Nel giugno 2007 stato nomi-nato sostituto della Segreteria diStato, ufficio che ha ricoperto finoal 10 maggio 2011, gior-no della sua nomina aprefetto della Congre-gazione per lEvangeliz-zazione dei popoli. Be-nedetto XVI lo ha creatocardinale nel Concistoroordinario pubblico del18 febbraio 2012.

    G.V.

    Il prefetto delle Chiese giovani

  • distaccata che divent poi il liceoSocrate. Ho conosciuto centinaiadi ragazzi e ragazze. Erano gli an-ni Settanta, il tempo della conte-stazione. Per me, che studiavoteologia, il dialogo continuo conloro era un aiuto a confrontarequello che stavamo studiando conla vita concreta. Anche per i ra-gazzi, credo, era unesperienzainteressante sentir parlare di teo-logia e di storia della Chiesa al difuori delle banalizzazioni che sitrovavano su tanti giornali.

    Come arrivato al serviziodiplomatico della Santa Sede?

    Quando i l mio vescovo michiese di rientrare in diocesi nemancavo da otto anni il cardinalvicario Ugo Poletti, col suo modobonario e accattivante, mi disse:La tua diocesi ha gi tanti sacer-doti! Dalla Segreteria di Stato michiedono se c disponibilit.Pu sembrare un incidente di per-corso. Ma per me passato an-che di l il filo rosso che Dio trac-cia nella vita di ciascuno di noi.

    Dopo un periodo in SriLanka, le i fu mandato inIran. Comera quel Paese inquegli anni?

    Era il periodo durissimo dellaguerra tra Iran e Iraq. I bombarda-menti arrivavano fino a Teheran.Era una guerra cruentissima, concentinaia di migliaia di morti. LaSanta Sede aveva l unantica mis-sione, da quando una rappresen-tanza del papa Urbano VIII si erastabilita a Isfahan nel 1629 su ri-chiesta dello sci Abbas il Gran-de, artefice di un rinascimentoculturale e politico persiano. Unapresenza che sempre rimastatra alterne fortune, fino allallac-

    ciamento dei rapporti diplomaticipieni tra Iran e Santa Sede, avve-nuto nel 1953. Io l ho potutocondividere la vita della comunitcristiana locale, composta di ar-meni cattolici e ortodossi, cattoli-ci latini e caldei. Per loro la vitanon era sempre facile. Ma erava-mo molto rispettati. Cera stato ilcaso degl i impiegat i pres i inostaggio nellambasciata degliStati Uniti. Ma anche quella vi-cenda aveva creato una stima ver-so la nunziatura, che aveva af-frontato la difficile questione daun punto di vista umanitario, sen-za intervenire sul terreno politico.E questo era stato apprezzato.

    Dopo altre tappe diploma-tiche (Segreteria di Stato,Brasile), lei fu mandato adHong Kong, punto dosserva-zione privilegiato sulla CinaPopolare. Allora era ancoradiffusa lidea che unampiaparte della cattolicit cinese,su pressione delle autoritcivili, fosse condotta a dar vi-ta a una Chiesa nazionale in-dipendente. Quale fu la suaesperienza a questo riguar-do?

    Quando ero seminarista ero ri-masto colpito dalle testimonianze difedelt al Vangelo che venivano dal-la Cina. Avevo letto le memorie diGaetano Pollio, larcivescovo diKaifeng che era stato imprigionatoed espulso nei primi anni del regi-me maoista, diventando pi tardiarcivescovo di Otranto e poi di Sa-lerno. Ero ammirato da come, nellesofferenze, aveva servito la Chiesae amato il popolo cinese. Quelle vi-cende mi tornavano in mente, do-po aver avuto lincarico ad HongKong. Erano gli anni dellaperturavoluta da Deng Xiaoping. Ora ve-diamo bene quanto fosse lungimi-rante la visione di Deng. La SantaSede voleva che la propria posizio-ne internazionale non fosse identifi-cata con Taiwan, dove c una sedediplomatica vaticana. Quindi adHong Kong era stata aperta unaMissione di studio, che si dovevaoccupare della Cina Popolare, oltreche dellallora colonia britannica edi Macao. Era il momento in cui an-che la Chiesa in Cina si andava rior-ganizzando. La Santa Sede volevacomprendere come stava evolven-do la situazione. E manifestare lapropria vicinanza ai cattolici cinesiche mostravano il loro grande desi-derio di vivere la loro fede in comu-nione con il Vescovo di Roma. Unvincolo di comunione che i vescovicinesi avevano continuato a confes-sare anche nelle persecuzioni.

    Come considerava le divi-sioni esistenti nella Chiesa ci-nese tra i cosiddetti ufficialie i clandestini?

    193OGIORNI - 5- 2012

    Un rosario per tutto il mondo

    La citt di Falluja, in Iraq, colpita da pesanti bombardamenti nel novembre 2004

  • La divisione non era lesito di di-namiche ecclesiali, ma di circostan-ze storiche e politiche. Era una si-tuazione di sofferenza e di prova. Ebisognava aiutare la Chiesa in Ci-na, sia larea cosiddetta under-ground sia quella non corretta-mente detta patriottica, a guar-dare la situazione in prospettiva fu-tura. Per farmi capire, a quel tem-po, dicevo che la situazione del cat-tolicesimo cinese era paragonabilea una sorgente la cui acqua, a uncerto punto nel suo scorrere, veni-va impedita, si divideva e trovavadue vie di scorrimento. Una partecercava il modo di continuare ascorrere allaperto. Laltra avevatrovato il modo di scorrere sotto lasuperficie della terra. Le due cor-

    renti, nate dalla stessa fonte, eranocomunque destinate a ritrovarsinellunit del mare. E il mare dice-vo allora il cuore di Dio. Le duecomunit ecclesiali, se fossero ri-maste nella fede degli apostoli, sisarebbero ritrovate poi un giornounite in Cristo. Certo, da quando ledue correnti si sono separate ci so-no state tante complicazioni. Macredo che prima o poi si arriver auna soluzione.

    Poi, come nunzio, lei ha vis-suto la cruciale esperienza inIraq. Dove rimase anche sottole bombe.

    Mi sono trovato l nel periodoterminale del regime di SaddamHussein, mentre pesavano in unmodo incredibile le sanzioni poste

    dallOnu per piegare il regime. Lavoce della Chiesa era profetica.Ripetevamo dovunque solo quelloche vedevamo: che in realt lesanzioni colpivano il popolo, enon il regime.

    Come rilegge oggi gli inter-venti militari in Iraq e quelloche ne seguito, per quella-rea del mondo e soprattuttoper le sue comunit cristiane?

    La guerra stata sbagliata in s.Non si pu pensare di portare la de-mocrazia con la guerra. A quel tem-po cerano le condizioni per unatrattativa. Saddam aveva manife-stato anche a me che questa era lasua richiesta. Ma come ogni leader,in particolare nel mondo arabo, sesi voleva trattare con lui non biso-

    gnava umiliarlo. mancata la com-prensione della situazione. Sotto ilregime i cristiani soffrivano ingiusti-zie, come tutta la societ. Ma il regi-me, per mantenere la pace interna,tutelava almeno la libert di culto.La guerra non si giustificava dalpunto di vista politico e della giusti-zia internazionale. Perch lIraqnon era intervenuto negli attentatidell11 settembre. E la questionedelle armi di distruzione di massaera un pretesto. Un mese primadellinizio dei bombardamenti, Sad-dam aveva ottenuto dallassembleadei capi trib lapprovazione dellalegge con cui lIraq si impegnava anon dotarsi di armi di distruzione dimassa. Tutti dicevamo che era im-portante che questo avvenisse, cheera un segnale della sua disposizio-ne a collaborare. Ma non serv aniente. Evidentemente la guerraera stata gi decisa. E gi allora sicapiva che dopo sarebbe arrivato ilcaos, e la guerra ha destabilizzatonon solo la piccola comunit cristia-

    20 3OGIORNI - 5- 2012

    Anno della fede

    A sinistra, battesimi

    in una parrocchia di Dili, Timor Est;

    sotto, Benedetto XVI con il cardinale

    Filoni in occasione delludienza

    con i direttori nazionali delle

    Pontificie opere missionarie, nella

    Sala Clementina, l11 maggio 2012

  • na, ma ogni aspetto della vita delPaese, procurando decine di mi-gliaia di morti. Questo ci che ab-biamo ancora sotto gli occhi.

    Dopo una breve parentesinelle Filippine, lei statochiamato a Roma come sosti-tuto alla Segreteria di Stato.Come erano i ritmi e le moda-lit di lavoro?

    Il sostituto uno dei primi colla-boratori del Papa. Risponde diret-tamente a lui e al segretario di Sta-to. Per me stato un periodo moltobello, soprattutto perch mi ha datola possibilit di conoscere da vicinoBenedetto XVI e di avere un contat-to frequentissimo con lui, che unpadre, un maestro, ed estrema-mente amabile. Sono quelle ric-chezze e quei doni di grazia che chiha ricevuto si porta sempre con s.E di cui si pu solo ringraziare Dio. Iritmi e le modalit, anche se impe-gnativi, erano parte dellufficio.

    Adesso lei prefetto dellaCongregazione per lEvangeliz-zazione dei popoli. Quali sono icriteri che la orientano nel com-pito che le stato assegnato?

    La Congregazione de Propa-ganda Fide carica di storia. Chilavora qui deve sentire il grande re-taggio di questo dicastero che sta-to e continua a essere cos impor-tante per aiutare la vita delle Chiese

    in tutto il mondo. La sua prima ra-gion dessere lannuncio del Van-gelo dovunque. E dato che la Chie-sa ora radicata anche in molti diquelli che un tempo erano territoridi missione, Propaganda Fide con-tinua a offrire il suo servizio ai ve-scovi, ai sacerdoti, ai religiosi e ailaici di quelle Chiese particolari. Es-sa in questo modo contribuisce aesprimere la sollecitudine del Papaper tutte le Chiese: una formulaevocativa, che mi colpisce sempre.Nel tempo, anche le Chiese pi gio-vani acquisiscono una loro consi-stenza in termini di seminari, sedi,scuole, universit, assistenza sanita-ria nelle citt e nei villaggi. Lannun-cio del Vangelo si esprime anchenel venire incontro alle necessitdelle popolazioni. Vedo una sag-gezza antica nella scelta di aver affi-dato a Propaganda Fide il servizio ela cura a favore delle nuove Chiesenon solo riguardo agli aspetti stret-tamente ecclesiali, ma anche nelsostenere le opere materiali graziealle Pontificie opere missionarie, larete nata dallintuizione di PaolinaJaricot, la venerabile morta in po-vert nelle strade di Lione propriocentocinquantanni fa.

    La propagazione della fe-de assimilabile a una stra-tegia di espansione culturalee religiosa?

    La dinamica propria dellevan-gelizzazione viene da Cristo stes-so. Lui, linviato del Padre, cheha mandato i suoi discepoli ad an-nunziare il Vangelo dapprima adue a due, e poi ridando loro que-sto mandato in pienezza e in mododefinitivo prima dellAscensione.Le strategie di espansionismo ri-spondono a una logica commer-ciale o politica. Il dinamismo inte-riore della fede, in verit, non pa-ragonabile a tutto questo. Lo si ve-de in atto nei Vangeli: quando i pri-mi discepoli incontrarono Gesnon gli chiesero se non di starecon lui, di conoscerlo, di ascoltar-lo: Maestro dove abiti?. Venite evedete. E rimasero con lui. Noncera strategia, non cera idea diespansione, cera il desiderio diconoscerlo, perch nessuno parla-va di Dio come lui. Evangelizzare faticoso. Lo sapeva bene san Pao-lo e lo sanno bene i nostri missio-nari. Levangelizzazione pagaogni anno un alto tributo anche disangue, ma i nostri missionari, co-me lApostolo delle genti, hannola consolazione di Dio, come persan Paolo, il quale, dopo innume-revoli persecuzioni, ebbe in sognoil Signore che gli diceva: Corag-gio! Come hai testimoniato perme a Gerusalemme, cos neces-sario che tu mi renda testimonian-za anche a Roma (At 23, 11).

    Come prefetto di Propa-ganda Fide, lei si trova di nuo-vo a trattare le vicende dellaChiesa in Cina. Gli organismigovernativi continuano a vo-ler esercitare forme di con-trollo sulla nomina dei vesco-vi. Come si pu affrontarequesto problema?

    Bisogna uscire dallidea erroneache il vescovo sia un funzionario.Se non si esce da questa logica, tut-to rimane condizionato da una vi-sione politica. Per diventare funzio-nari di un partito o di un governo cisono determinati criteri. Quelli usa-ti per la nomina di un vescovo sonodifferenti. E questa peculiarit va ri-spettata. Quello che noi chiedia-

    213OGIORNI - 5- 2012

    Un rosario per tutto il mondo

    Fedeli in preghiera nei pressi del santuario di She Shan, vicino a Shanghai,

    in occasione dellannuale pellegrinaggio del 24 maggio

  • mo dovunque, non solo in Cina, che i vescovi siano buoni vescovi,degni del compito che viene loro af-fidato. E cio che siano uomini diDio e anche che siano capaci diuno sguardo dinsieme sulla vitadella loro Chiesa particolare, perconfermare i fratelli e ordinare sa-cerdoti nella fede e nella grazia diDio. Ci vuole una idoneit partico-lare, spirituale, e una maturit psi-cologica, che implica anche equili-brio e prudenza. Nella scelta dei ve-

    scovi che si fa anche in Cina sonoquesti i criteri che stanno a cuore al-la Santa Sede. Ben sapendo natu-ralmente che anche i vescovi sonocittadini del proprio Paese, e che,come tali, devono essere leali versola propria patria, dando a Cesarequel che di Cesare, ma non a sca-pito del dare a Dio ci che di Dio.Come successori degli apostoli, richiesto loro di essere fedeli in tut-to alla dottrina della Chiesa. Que-sto non un ordine del Papa. Lovogliono prima di tutto i fedeli. So-no i fedeli quelli che in concretopoi giudicano lidoneit e la dignitdei propri vescovi: li amano o liemarginano. Il bene prezioso chesta a cuore al Papa e ai pastori inCina, e che ci chiesto dal Signo-

    re, la cura pastorale del popolo diDio, il quale in Cina ha uno straor-dinario sensus fidei, purificato daanni di sofferenza.

    Qual il compito della San-ta Sede nei confronti dellaChiesa in Cina?

    La Chiesa una realt di comu-nione. Non una struttura vertici-stica, dove lunico problema sia difar passare gli ordini che arrivanodallalto. Il magistero non ha ilcompito di affermare certe idee o

    convinzioni del Papa o dei vescovi.La sua funzione propria la salusanimarum, quella di confermareil popolo di Dio nella fede e nella fe-delt a Cristo, di vivere, nella co-munione con tutta la Chiesa, nellafedelt al Papa. In Cina, come al-trove, dove si verificassero diffi-colt, bisogna intervenire, e maga-ri correggere, se necessario. Maanche in questo processo nessunodecide da solo. C il concorso deifedeli, il consenso dei sacerdoti edei vescovi. La Chiesa vive in que-sto mondo e cammina nella storia. essenziale che anche sui rapporticon la realt civile e politica i vesco-vi, i sacerdoti, i religiosi e i fedeliaiutino la Sede Apostolica fornen-do elementi di valutazione. Lunica

    cosa che non si pu fare separaree contrapporre il Successore diPietro ai vescovi, oppure i sacerdo-ti ai vescovi, e mantenere lunitdel popolo di Dio. Qui ritorna il di-scorso della Lumen gentium: se laChiesa Popolo di Dio e Corpo diCristo, non si possono mettere incontrasto gli elementi che appar-tengono tanto alla sua tradizionequanto alla sua realt vivente.

    Benedetto XVI ha indettoun Anno della fede. In chemodo lei e il suo dicastero sa-rete sollecitati dalla prospet-tiva suggerita dal Papa a tut-ta la Chiesa?

    Noi, come Congregazione,guardiamo allAnno della fede nel-la prospettiva del primo annuncio.E crediamo che lAnno della fedesia prima di tutto un anno in cuinoi dobbiamo pregare per la fede,cio domandare al Signore il donodi essa. Senza questo, anche tuttele nostre opere e la rete di aiuti cheabbraccia tutto il mondo, in parti-colare quello missionario, perde-rebbero la loro vera ragion desse-re. Per questo abbiamo pensato aun piccolo segno concreto: diffon-deremo un semplice rosario i cuigrani intermedi tra una decina elaltra saranno di diversi colori, arappresentare i cinque continenti,a significare che quella decina particolarmente dedicata alle esi-genze dellevangelizzazione e del-la fede in quel continente (i colorisono: bianco per lEuropa, rossoper lAmerica, giallo per lAsia,azzurro per lOceania e verde perlAfrica). Lo diffonderemo in tuttoil mondo, raccogliendo le richiestee le adesioni anche tramite inter-net. Cos chiunque vorr, potrpregare la Madre di Ges per lan-nuncio del Vangelo in ogni conti-nente. Mi piace pensare allinvitoche, a Cana di Galilea, Maria rivol-geva ai servitori: Fate quello chevi dir. Se ascolteremo questo in-vito, siamo certi che il Signorenon far mancare alla Sua Chiesail vino pi buono della fede per tut-to il mondo. q

    22 3OGIORNI - 5- 2012

    Anno della fede

    La recita del rosario nella Cattedrale dellImmacolata Concezione a Pechino

  • 24 3OGIORNI - 5 - 2012

    N on saremo in grado dioffrire risposte ade-guate senza una nuo-va accoglienza del dono della Gra-zia; non sapremo conquistare gliuomini al Vangelo se non tornan-do noi stessi per primi a unaprofonda esperienza di Dio. CosBenedetto XVI ha parlato ai ve-scovi italiani riuniti in assembleaplenaria, lo scorso 24 maggio.Mentre si avvicina lAnno della fe-

    de, il Successore di Pietro nonperde occasione per suggerirelunica cosa che sembra starglidavvero a cuore. Sono tempi con-fusi, da guardare comunque conuno sguardo riconoscente per lacrescita del grano buono anche inun terreno che si presenta spessoarido. Tempi in cui anche lattua-lit ecclesiastica sembra renderepi evidenti e luminose le paroledi Ges: Senza di me non potete

    far nulla (Gv 15, 5). Io sono convoi tutti i giorni, fino alla fine delmondo (Mt 28, 20).

    In questa cornice monsignorFrancesco Moraglia ha vissuto i pri-mi passi del suo ministero comenuovo patriarca di Venezia. Le sue

    di Gianni Valente

    Parlare della Chiesa solo in termini di programmazione porta ineluttabilmente a pensare che, alla fine, siano gli uominiallinizio dellatto di fede. E questa la trasposizione, in termini pastorali, del pensiero di Pelagio. Intervista con Francesco Moraglia, patriarca di Venezia

    Torniamo

    In queste pagine, il nuovo patriarca

    di Venezia Francesco Moraglia

    durante la cerimonia di insediamento

    il 25 marzo 2012

    Anno della fedeAnno della fede

    a santAgostino

  • 253OGIORNI - 5 - 2012

    risposte, nellintervista che segue,sono un aiuto semplice a vivere co-me tempo propizio limminente An-no della fede. Sgombrando il campoda ogni rischio di auto-occupazio-ne ecclesiale.

    Benedetto XVI, durante ilsuo viaggio in Portogallo, ave-va detto: Spesso ci preoccu-piamo affannosamente delleconseguenze sociali, culturali epolitiche della fede, dando perscontato che questa fede ci sia,ci che purtroppo sempremeno realista. Poi ha convoca-to un anno della fede. Cosa havoluto suggerire il Papa in que-sto modo?

    FRANCESCO MORAGLIA:Convocando lAnno della fede, ilSanto Padre ha voluto indicarequella che da sempre quindi an-che oggi la realt fondante la vi-ta del credente e della Chiesa, os-sia la fede.

    proprio la concezione che si hadella fede a determinare il conse-guente modo dintendere il cristia-nesimo; ed essendo la fede liniziodella vita cristiana, allora, per la fedevale ci che levangelista Marco dicea proposito della parabola del semi-natore: se non comprendete que-sta, come potrete intendere tutte lealtre parabole? Insomma: a secondadellidea che abbiamo della fede, siorigina e dispiega un tipo di cristia-nesimo o un altro.

    I giornali scrivono: questoAnno serve a rivitalizzare lafede. Ma questo in nostro po-tere? Siamo noi la Chiesa, ilPapa, o i fedeli gli artefici del-la nostra fede?

    La Chiesa, il Papa, i fedeli, co-me anche i teologi, non stanno al-lorigine dellatto di fede e della vi-ta del credente.

    Per questo dobbiamo fare atten-zione al nostro modo di parlare.Nellambito umano ed ecclesiale illinguaggio riveste importanza fon-damentale; ora, parlare della Chiesasolo o principalmente in termini diprogrammazione, come pure ridur-

    re levangelizzazione a una questio-ne di linguaggio, porta ineluttabil-mente a pensare che, alla fine, gliuomini allinizio dellatto di fede.Cos tutto viene ridotto a unopera-zione umana. Ma questa a benconsiderare la trasposizione, intermini pastorali, del pensiero di Pe-

    lagio; a mio modo di vedere, oggi,pi che mai, deve risuonare il nomedi Agostino, alla cui scuola tutti, pa-stori e fedeli, dobbiamo ritornare.

    Per tornare alla sua domanda: laChiesa, il Papa e i fedeli possono propriamente parlando rivitalizza-re la fede, innanzitutto, ponendo-

    F rancesco Moraglia, secon-dogenito di quattro figli (duefemmine e due maschi), natoa Genova il 25 maggio 1953 daun pap avvocato scomparsolo scorso febbraio e una mam-ma insegnante e poi casalinga. stato ordinato sacerdote il 29giugno 1977.

    Nel 1979 stato nominato vi-ceparroco in una parrocchia delcentro di Genova, incarico cheha mantenuto fino al 1988. Nel1981 ha conseguito il dottoratoin Teologia dogmatica e nel 1986ha iniziato la docenza presso lI-stituto Superiore di Scienze reli-giose ligure, insegnando Teolo-gia dogmatica fondamentale eTeologia sacramentaria. Dal1994 e fino al 2007 stato anchepreside del medesimo Istituto.Dalla fine degli anni Ottanta hainsegnato anche Cristologia, An-tropologia, Teologia sacramen-taria e Storia della teologia pres-so la Facolt teologica dellItalia

    settentrionale, sezione del Se-minario di Genova.

    Dal 1990 fino al 2007 statoassistente diocesano del Meic(Movimento ecclesiale di impe-gno culturale). A partire dal 1995 stato nominato presidente del-la Commissione diocesana per iproblemi pastorali dei movimentireligiosi alternativi e delle stte,e anche a partire dal 1996 di-rettore dellUfficio diocesano perla cultura e luniversit.

    Il 6 dicembre 2007 stato no-minato vescovo della sede epi-scopale di La Spezia Sarza-na Brugnato. A ordinarlo ve-scovo, il 3 febbraio 2008, statoil cardinale Angelo Bagnasco.

    Nellaprile 2010 stato nomi-nato presidente del consiglio diamministrazione della Fondazio-ne comunicazione e cultura dellaCei, da cui dipende Tv2000.

    Benedetto XVI lo ha nominatopatriarca di Venezia il 31 gennaio2012. Il 29 maggio 2012 statoeletto presidente della Conferen-za episcopale del Triveneto.

    In concomitanza con l in-gresso e con i primi mesi di mini-stero pastorale presso la Sere-nissima, al nuovo Patriarca so-no stati gi dedicati due istant-book editi da Cid/Gente Veneta:Francesco, Patriarca dei duemari (con prefazione di DinoBoffo) e Con voi e per voi (conprefazione di don Sandro Viga-ni). Da essi sono tratte alcunefoto di queste pagine.

    G.V.

    Un patriarca per la gente

  • la con rinnovata forza al centro dellavita ecclesiale e proponendola co-me metodo di vita, meglio, come ilcaso serio del cristiano.

    Come inizia, la fede? Pu es-sere il risultato di un piano edu-cativo che faccia emergere ilsenso religioso delluomo?

    La fede, essendo il termine del-la grazia, puro dono! Non vor-rei, infatti, che, soprattutto nel-lattuale contesto, stemperando ilvigore di tale affermazione si finis-se come ho gi detto per quali-ficare la fede in termini troppoumani. Certamente, lespressio-ne: la fede pura grazia, va intesanel senso che la fede sempre civiene offerta in modo umano, os-sia interpellando la nostra libert emai prescindendo da essa comedalla nostra responsabilit.

    Come si mantiene, si nutre ecresce la fede? Come non siperde? questione di tenacia?

    La fede si mantiene semplice-mente vivendola quotidianamentenella compagnia della Chiesa; gior-no dopo giorno, quindi, la si nutree accresce appartenendo al mondodella fede e rinnovando ogni gior-no la scelta della fede; in altri termi-

    ni, lasciandosi portare dalla fede ericordando che nella concretezzadella vita alla fine, per il cristianotutto dono. Certamente, scoprir-si creature e gioire desserlo, per-cepirsi nelle proprie persone e nel-la propria storia come parti di untutto, di un progetto che sempre ciprecede e accompagna, questa,possiamo dire, la grazia allopera.Trovo particolarmente efficace le-spressione usata da Benedetto XVIin Porta fidei: La fede crescequando vissuta come esperienzadi un amore ricevuto e quando vie-ne comunicata come esperienza digrazia e di gioia.

    Quando si parla della fede, irichiami allo Spirito, alla Gra-zia, a Ges, a volte appaionocome formulari rituali, premes-se obbligate del gergo eccle-siale, per poi passare al di-scorso vero dove laccento ca-de sulla strategia, sulla formu-la da adottare, sul piano educa-tivo affidato a noi.

    Talvolta capita anche che questirichiami siano quasi del tutto assentidal linguaggio di chi pur si professacristiano! Cos vengono meno ifondamentali della vita battesimale.

    La cosa ancor pi grave se pensia-mo che il linguaggio la massimaforma espressiva della cultura diuna persona; in certa catechesi, peresempio, si passati dalla confes-sione di Ges salvatore, a Ges in-teso come maestro, poi amico, infi-ne come forza spirituale.

    Ma se la fede, che nella vita del-la persona e della Chiesa essen-zialmente dono e compimento,viene svilita in questa sua dimen-sione, e tutto tende a essere pro-grammazione pastorale e costru-zione umana, imbrigliando lo Spi-rito in scelte organizzative, alloraanche la salvezza diventa un fattodi pura progettazione teologica eorganizzazione pastorale. Gliesempi si possono moltiplicare,qui mi limito a indicarne uno inambito celebrativo liturgico: lipe-rattivismo creativo e un certo pro-tagonismo dinanzi allassemblea.

    In molti discorsi, la fede vie-ne identificata e contrario, co-me se la sua affermazione fos-se innanzitutto una risposta atendenze e filoni culturali dellamodernit in cui viviamo. Cosapensa di questa modalit diapproccio? La fede ha comeprima movenza espressiva laconfutazione culturale dellanon-fede?

    S, vero, il rischio indicato esi-ste realmente.

    La fede, prima di tutto, devesse-re fedele a s stessa, ossia deve direGes Cristo, dirlo bene, dirlo a tutti,dirlo in modo comprensibile e apartire come insegna la Dei Ver-bum dalla Parola di Dio trasmessadalla Chiesa.

    La critica che era rivolta a certamanualistica coincideva proprio dallasciarsi prendere da determinatequestioni che si volevano confu-tare finendo, per, col ridurre o ad-dirittura distorcere, in manierainaccettabile, le verit di fede che, diper s, si volevano annunciare.

    26 3OGIORNI - 5 - 2012

    Anno della fede

    Ges e la samaritana,

    particolare dei mosaici della Basilica

    di San Marco a Venezia

  • Concretamente, per appro-fittare delloccasione dellAn-no della fede, cosa occorre fa-re? Prendere iniziative? Farediscorsi?

    La fede risposta a una perso-na alla persona di Ges Cristo ;allora i discorsi, le conferenze, iconvegni da soli sono ancora insuf-ficienti innanzi alla realt umano-di-vina della fede; sarebbero sufficientise la fede si collocasse, unicamente,sul piano umano, se fosse una pura

    scelta etica o una tesi filosofica. Lafede, invece, chiede dessere colta evissuta nella sua realt sacramenta-le, ovvero, realt umana e divina.

    Sono convinto, quindi, per fareun esempio, che una pi intensapartecipazione e curata educazionealla celebrazione liturgica, da partedel popolo di Dio pastori e fede-li , in vista di una rinnovata vita dicarit verso Dio e il prossimo, siauna proposta consona, un giustopunto di partenza, in vista dellAn-no della fede.

    Si tratta, lo ripeto, di coinvol-gere lintera comunit ecclesialenellevento della Pasqua mor-te/risurrezione di Cristo; in talmodo siamo subito condotti alcentro dellevento salvifico che

    pu cogliersi solo nella fede; ilcuore dellatto eucaristico si con-nota, appunto, come myste-rium fidei.

    Se la fede un dono di gra-zia, allinizio e in ogni passodel cammino, questo che co-sa comporta per la Chiesa,per la sua forma e per le suedinamiche?

    Comporta innumerevoli cose.Ne indico una che, per, mi sem-bra aiuti a comprendere: alludo al-

    luso dellaggettivo possessivonostra, messo dinanzi al sostan-tivo Chiesa; questo un mododesprimersi che dice vicinanza,affetto, simpatia verso la Chiesama se non si ha lavvertenza di te-nerlo unito allaltra espressione:Sua Chiesa, il rischio di farciconsiderare la Sposa di Cristo co-me una nostra creatura, un nostroprodotto, una realizzazione uma-na che, alla fine, proprio perchnostra possiamo sempre e dinuovo ricostruire o decostruire apiacimento. Invece, la Chiesa, in-nanzitutto, Sua, ossia di Cristoche, secondo la bella simbologiapatristica dei primi secoli, ripresapoi nel Medioevo, il sole, mentrela Chiesa si pone come myste-

    rium lunae ed totalmente illumi-nata dal sole.

    A volte, anche nella nostrarecente attualit ecclesiale,questa percezione del puntosorgivo della Chiesa sembraper molti cristiani offuscarsi,con una sorta di rovesciamen-to: da riflesso della presenzadi Cristo, si passa a percepirela compagine ecclesiale comeuna realt impegnata ad atte-stare da s stessa la propriapresenza rilevante nella sto-ria. E tale attestazione di sstessa viene presentata comeun modo per dimostrare lacredibilit del cristianesimo. Acosa possono portare questedinamiche?

    Se si perde di vista che leventocristiano qualcosa di reale e stori-co, che riguarda la carne e il sangue,allora questo fatto ci conduce a unavisione spiritualista che non riescepi a intercettare luomo concretofatto, appunto, di carne e sangue.

    In tal modo, se si perde di vistache la Chiesa corpo di Cristo, allo-ra, in ogni frangente, la Chiesa saralla ricerca della sua legittimazione eaffermazione, divenendo autorefe-renziale. Pensiamo ai due discepolidi Emmaus che non si accorgonodel Risorto, continuano a parlaredei loro problemi, delle loro tristezzee non riescono ad aprire gli occhi sudi Lui e a vederlo.

    il dramma sempre possibiledellautoreferenzialit della Chiesa,che vuol dire: smarrimento della suaidentit sacramentale; la Chiesa, in-fatti, ci ricorda ancora il Vaticano II,nella Lumen gentium, sacramen-to di Cristo e, cos, lappannarsi ditale realt non di poco conto.

    Analogamente, a volte sem-bra che lintenzione di attesta-re la fede nel mondo sia da affi-dare a iniziative straordinarie oaddirittura spettacolari.

    Ma incamminarsi per questastrada vuol dire essere in contrastocon quanto Ges ha detto e fatto nelVangelo, e con la stessa realt del vi-vere umano, fatto di gesti quoti-

    273OGIORNI - 5 - 2012

    Torniamo a santAgostino

  • diani. La Chiesa, in tal modo, si au-toliquiderebbe; non si pu vivere, in-fatti, di cose straordinarie, ma ordi-narie: le cose di ogni giorno; il Van-gelo non per pochi eletti e non fatto di cose vissute una tantum. Alcontrario, questione di salvezzatutti i giorni e per ogni uomo.

    Linizio dellAnno della fedecoincide con i cinquantannidallinizio del Concilio Vatica-no II. Alcuni attribuiscono di-rettamente a quellevento lacrisi di fede, arrivando a inter-pretarlo come lorigine dellar-retramento del cristianesimoo addirittura come lo strumen-to di penetrazione di un pen-siero non cattolico nella Chie-sa. Lei che cosa ne pensa?

    La mia ordinazione sacerdotale avvenuta nel 1977, quindi possodire desser nato teologicamente ecome sacerdote dopo il grandeevento ecclesiale del Concilio ecu-menico Vaticano II. Se rileggiamo itesti conciliari, se ne interpretiamolo spirito a partire dalla lettera enon contro la lettera, se non cislanciamo in affermazioni del tipoper fedelt al Concilio bisogna an-dare oltre il Concilio (frase in cuiognuno pu trovare quello che, divolta in volta, pi gli aggrada), allo-ra non possiamo che considerare ilConcilio come una vera grazia perla Chiesa del nostro tempo. Anchequi, ancora una volta, BenedettoXVI ci ha indicato la strada maestraparlando dellermeneutica dellariforma nella continuit e prenden-do le distanze da ogni ermeneuticadella rottura.

    LAnno della fede ha il suoprecedente in quello indetto daPaolo VI nel 1967, che culminnella proclamazione del Credodel popolo di Dio. Come visselei personalmente quella sta-gione, come la ricorda?

    Allora ero un adolescente, ave-vo quattordici anni; ricordo bene,per, che si percepiva nei media, econseguentemente nella societ, lacrescita di un clima di sospetto e co-munque avverso al magistero della

    Chiesa. Appariva con chiarezza iltentativo di dividere la compagineecclesiale, contrapponendo il ma-gistero soprattutto quello del Pa-pa ai fedeli, considerati il vero po-polo di Dio. Si dimenticava, o forsenon si voleva ricordare, che la Lu-men gentium, parlando del popo-lo di Dio come del detentore del po-tere profetico e carismatico, affer-ma, citando Agostino: Luniversa-lit dei fedeli non pu sbagliarsi nel

    credere quando dai vescovi finoagli ultimi fedeli laici (cfr. santA-gostino, De praedestinationesanctorum 14, 27: PL 44, 980)mostra luniversale consenso inquestioni di fede e di morale. Era-no anni in cui, con unopportunacatechesi, si sarebbe dovuto mag-giormente sostenere e accompa-gnare la fede dei semplici dinanziallo strapotere degli specialisti.

    LAnno della fede coincidecon una crisi economica chesta travolgendo anche le so-ciet del benessere. Qualcu-no dir che si cerca rifugionello spirituale per sopporta-re i problemi materiali. Cosa

    centra, la fede, ad esempio,con la perdita del lavoro chesta angosciando anche in Ita-lia milioni di persone?

    Corrisponde a unidea erratadi fede, quella di chi si rifugia nellafede solo per non soccombere aiproblemi materiali; il credente,infatti, colui che aderisce al Si-gnore Ges a prescindere dal fat-to che le cose, umanamente, va-dano bene o male.

    La fede, soprattutto, non ri-guarda qualcosa che collateraleal l uomo. Luomo non gicompiuto in s a prescindere dalsuo rapporto con Ges Cristo. Alcontrario, la fede ci che portaa compimento lumano rispet-tandolo nella sua specificit e au-tonomia.

    Detto questo, certamente la fe-de sostiene in modo particolare co-loro che attraversano momenti dif-ficili, aiutandoli a viverli e inserirli inun orizzonte pi ampio; con que-sto, per, la fede non malleva il cre-dente dal compiere tutti i passi cheumanamente deve compiere e daci che in suo potere di fare.

    28 3OGIORNI - 5 - 2012

    Anno della fede

  • In una storiella che circolava inambito teologico, alcuni anni fa, siracconta che una nave sta affon-dando e, allora, il comandante or-dina: Gli atei alle pompe, i cre-denti a pregare!.

    Lei nato e cresciuto a Ge-nova e ora patriarca di Ve-nezia. C qualche tratto par-ticolare che connota e acco-muna la fede delle genti dimare?

    Lamore alla propria storia e illegame alle proprie radici, il man-tenere vivi i ricordi e le tradizioni,il valore dato alla religiosit popo-lare e, ancora, intendere il sensodella vita come viaggio, landareverso una meta. Quindi, in ultimaistanza, una grande apertura al fu-turo e agli altri. Daltra parte, ilmare unisce sponde di Paesi econtinenti diversi, il mare rendepossibili la comunicazione tra gliuomini attraverso incontri e scam-bi commerciali ma soprattutto cul-turali; infine, il mare, proprio nellasua immensit, diventa simbolo diDio e della sua infinit.

    E lei cosa direbbe, dellasua fede? Come germinata?Quali avvenimenti e incontrilhanno nutrita?

    La mia fede, come assenso allerealt credute, , adesso, la mede-sima di quando tanti anni fa mipreparavo alla prima comunionee di quando facevo il chierichetto;questa la ritengo una cosa bellissi-ma perch dice una volta di pi laverit del Vangelo. Alludo allinvi-to di Ges: lasciate che i bambinivengano a me; la fede, cos, appa-re come realmente per tutti:bambini e adulti, semplici e dotti,ricchi e poveri; qui appare, in unsenso vero, tutta la democrati-cit della fede.

    La modalit dadesione, quin-di, non tocca la sostanza dellattodi fede che , appunto, nella gra-zia, adesione al mistero e non ela-borazione culturale. Proprio perquesto, i differenti e molteplicimodi dadesione, pi o meno col-ti, non toccano la fede stessa, os-sia, il s che salva.

    E quali indicazioni dar atutti per vivere lAnno dellafede?

    Lindicazione riscoprire la fe-de nelle sue caratteristiche pro-prie, superando ogni possibile ri-duzione e distorsione. Il rischio difarne una realt intellettuale o sen-timentale, non cogliendola pi co-

    me evento salvifico che porta acompimento lumanit; luomo,da solo, non pu farcela, e la fedegli permette di compiere la suaumanit; la fede completa ci chela mia creaturalit soltanto intrave-de e preannuncia.

    Per questo, lindicazione di me-todo che Ges d ai suoi, quando lichiama allapostolato, fonda-mentale. Alla domanda: maestro,dove abiti? Ges risponde invitan-doli a seguirlo. Anche noi alliniziodi questAnno della fede, comeprima cosa, dobbiamo riscoprirela vita ecclesiale come sequela Ch-risti. Si tratta di vivere non sola-mente nella Chiesa ma, come di-ceva quasi un secolo fa RomanoGuardini, la Chiesa. E per far que-sto fondamentale ricentrarsi inuna preghiera pi autentica inspecie quella liturgica e anche ri-scoprire il gesto umile del pellegri-naggio, segno di un cammino co-mune verso la meta, che il Signo-re Ges, inizio e compimento dellanostra fede.

    Papa Luciani, anche lui pa-triarca, fece da papa le sueprime catechesi su fede, spe-ranza e carit. Questa figurain che modo pu offrire spuntidi edificazione nellattivitpastorale?

    Questanno ricorre il centena-rio della sua nascita, e cercheremodi celebrarlo in modo degno. Da al-cuni stato considerato duro o ad-dirittura rimproverato di esseretroppo fedele al Papa e al suo ma-gistero. In realt lui ha cercato finoalla fine di poter comporre le cosee trovare soluzione ai problemi. E,a pi di trentanni dalla sua morte,nel popolo e nelle parrocchie ri-masto un ricordo vivissimo di Lu-ciani. I veneziani, sia di terra che dimare, conservano un ricordo gratoe affettuoso del passaggio di que-sto patriarca. Lo ricordano comeun uomo di Dio, un pastore che halasciato un segno tra il popolo, an-che con la concretezza della suaomiletica e con la sua capacit didialogo e ascolto. q

    293OGIORNI - 5 - 2012

    Ges risorto e lapostolo Tommaso, particolare dei mosaici della Basilica

    di San Marco a Venezia

    Torniamo a santAgostino

  • R ecentemente un professo-re dellUniversit di Tunisisi rivolto ai suoi studenticos: Siate attenti a non lasciarcadere le vostre penne, perch al-trimenti nelle vostre mani rimar-

    ranno i coltelli. un avviso sag-gio. Pi la situazione precaria,pi il dialogo necessario, perchnon c alternativa. Certamentenoi cristiani nelle scuole, nelleuniversit e negli ospedali che

    manteniamo nei Paesi a maggio-ranza musulmana abbiamo curadi testimoniare lamore verso tuttie senza condizioni o distinzioni, e inostri amici musulmani apprezza-no sinceramente tale atteggia-

    Chiesa Dialogo interreligioso

    30 3OGIORNI - 5- 2012

    del cardinale Jean-Louis Tauran

    quello che conta anche nel dialogo con lislam. Appunti e riflessioni del presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo interreligioso

    Aver visto il Papa che prega

  • mento. Giorno dopo giorno, lavo-rando in questo Pontificio Consi-glio, riscopro una dimensione tal-volta accantonata: i nostri amicimusulmani rispettano la gente cheprega. Una liturgia o unEucaristiaben preparate e ben celebrate co-stituiscono una valida testimo-

    nianza cristiana. Mi ricordersempre, quando ero alla Segrete-ria di Stato, quanto mi disse unambasciatore di religione musul-mana, venuto a fare la tradizionalevisita di congedo: Dopo tre annidi missione presso la Santa Sede,ci che pi mi ha colpito non lavostra posizione politica sul MedioOriente o il prestigio della diplo-mazia pontificia, ma laver visto ilPapa pregare. Credo che ci siaper noi come un invito a esseresempre persone di fede, a nonaver mai paura di manifestarla.Ovviamente possono esistereostacoli esterni (la discriminazioneper motivi religiosi) o anche inter-ni (ignoranza, peccato) che fannos che la nostra testimonianza nonsia sempre luminosa.

    importante che chi entra indialogo abbia unidea chiara delcontenuto della propria fede e unprofilo spirituale ben determinato:non pu esserci un dialogo fonda-to sullambiguit. Purtroppo, tantigiovani cristiani hanno unidea su-perficiale del contenuto della lorofede; ecco perch una grandegrazia avere un papa come Bene-

    detto XVI, che sa testimoniare einsegnare che la nostra fede non un sentimento o unemozione forse lo anche, in alcuni momen-ti e di certo non un mito. GesCristo esistito, stato uomo tragli uomini, vissuto in un periodoe in un luogo storicamente deter-minati, morto ed risorto. PapaBenedetto ci parla anche dellequi-librio tra ragione e fede. In unaomelia in Germania, diceva: Lafede semplice. Crediamo inDio principio e fine della vitaumana. In quel Dio che entra in re-lazione con noi esseri umani. Masi domandava: una cosa ragio-nevole?, e precisava: Noi credia-mo che allorigine c il Verbo eter-no, la Ragione e non lIrraziona-lit (santa messa a Regensburg,12 settembre 2006).

    Accanto alla fede e alla ragio-ne, importante anche lamicizia.Il dialogo interreligioso non undialogo tra le religioni, ma tra icredenti chiamati a testimoniarenel mondo di oggi che non di solopane vive luomo. Tutto cominciacol rispetto per finire con una ri-spettosa amicizia. Quando sia-

    313OGIORNI - 5- 2012

    Sopra, fedeli

    iracheni in una

    chiesa caldea

    di Baghdad

    Nella pagina

    accanto,

    Benedetto XVI

    durante la recita

    del rosario;

    qui a sinistra,

    il cardinale

    Jean-Louis Tauran

    tra gli studenti

    del centro

    di formazione

    professionale

    Inter-Faith,

    a Bokkos, in Nigeria

  • mo di fronte a qualcuno che credee prega diversamente da noi, oc-corre prima prendersi il tempo diguardarlo, di capire le sue aspira-zioni spirituali; poi dopo passere-mo in rassegna ci che ci distinguee ci che invece ci unisce. E se unpatrimonio comune esiste, a quelpunto spetta a tutti noi offrirlo allasociet circostante, perch il dia-logo religioso non destinato allamia comunit, ma allaltra, a quel-la del mio interlocutore. Il dialogo unapertura che ci chiama ad av-vicinarci con delicatezza alla reli-gione e alla cultura degli altri.

    Che cosa mi aiuta di pi nel miolavoro? La testimonianza ammire-vole dei cristiani che ho avuto lagrazia di incontrare in Paesi nelMedio e nellEstremo Oriente e re-centemente in Africa. La loro ade-sione convinta alla fede, la loro fe-delt alla Chiesa, laffetto filiale chehanno per il Papa, tutto questo un grande aiuto per tutti. Ges lin queste piccole comunit. la fe-de dei semplici, disponibili ad acco-gliere il vescovo che li visita, a chie-dere una benedizione, perch san-no attraverso una fede intuitiva chela Chiesa una famiglia.

    Certo, dopo la mia ordinazio-ne sacerdotale non immaginavodi dover vivere il mio sacerdoziopraticando il dialogo, prima di-plomatico, oggi interreligioso,anche se, sulle immagini della miaordinazione sacerdotale, avevofatto stampare le parole di Paoloai Corinzi: In nome di Cristosiamo ambasciatori: per mezzonostro Dio stesso che esorta. Visupplichiamo in nome di Cristo:lasciatevi riconciliare con Dio(2Cor 5, 20).

    Il dialogo interreligioso mi hapermesso, devo confessare, di ap-profondire la mia fede, perchquando chiedo a un altro come vivela propria fede, so che lindomaniverr posta a me la stessa doman-da. Nel mondo pluralista di oggi,saremo sempre di pi chiamati arendere ragione della speranzache in noi ma sempre con ri-

    spetto e dolcezza, come racco-mandava Pietro (1Pt 3, 15-16).

    Recentemente mi trovavo inNigeria, e sono stato invitato a vi-sitare una scuola professionale,fondata da un sacerdote, dove so-no accolti per due anni ragazzi,sia musulmani sia cristiani. Hoammirato il mutuo rispetto che di-mostravano, la gioia di stare insie-me e anche la dimensione religio-sa che quel sacerdote ha saputoistillare in loro, senza relativismoo sincretismo.

    Sono convinto che possibilevivere assieme nelle societ umanedilaniate da tanta violenza ed esse-re, quali credenti, fermenti di per-dono, di riconciliazione e di pace

    Infine, pi di una volta m sta-to chiesto se don Tauran riescea dare testimonianza allinternodei suoi impegni istituzionali.

    Non so se la mia vita sia statauna credibile testimonianza, perdopo la mia ordinazione sono statosempre abitato da una convinzio-

    ne: devo essere prima sempre sa-cerdote, qualsiasi siano le circo-stanze. La cosa importante per unsacerdote ma anche per i fedeli che, attraverso la nostra vita di ognigiorno, chi non conosce Ges,possa indovinare la sua presenzain mezzo a noi. Onde limportanzadi una Chiesa unita e missionaria.

    Fra qualche giorno pronun-cer a Rouen il panegirico di Gio-vanna dArco e mediter su alcu-ne frasi che ella pronunci primadi morire. Vorrei menzionarneuna che ho imparato sin dagli annidel Seminario: Dieu fait ma route/ Dio traccia il mio cammino. Lacosa importante nella vita di ognicristiano, e a maggior ragione perun sacerdote o un vescovo, il col-tivare la libert interiore per poterpermettere a Dio di realizzare,malgrado i nostri limiti, il suo pro-getto: radunare tutti gli uomini inununica famiglia.

    (Testo raccolto da Giovanni Cubeddu)

    32 3OGIORNI - 5- 2012

    Chiesa Dialogo interreligioso

    Benedetto XVI in ginocchio davanti allaltare della tomba di san Francesco

    con alcuni capi e rappresentanti delle Chiese, delle Comunit ecclesiali

    e delle religioni del mondo, in occasione dellIncontro di Assisi, il 27 ottobre 2011

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    La redazione di 30Giorni suggerisce un piccolo gesto di carit che non costa nulla:

    devolvere il cinque per mille allAssociazione Piccola Via onlus

  • INSERTO

    IN RICORDO DI DON GIACOMO TANTARDINI27 marzo 1946 19 aprile 2012

    Vieni, dunque, Signore Ges...Vieni a me, cercami, trovami, prendimi in braccio, portami

    (SantAmbrogio Expositio in psalmum 118)

  • RICORDO

    Ges e Giovanni, particolare

    dellUltima cena, Giotto, Cappelladegli Scrovegni, Padova

    Il mio amico don Giacomo

    36 3OGIORNI - 5- 2012

  • R icordatevi dei vostri ca-pi, i quali vi hanno an-nunciato la parola diDio; considerando attentamentelesito finale della loro vita, imita-tene la fede (Eb 13, 7). Cos, lau-tore della Lettera agli Ebrei ci

    esorta a tener presenti quelli che cihanno annunciato il Vangelo eche gi sono partiti. Ci chiede diricordarli, ma non in quel modoformale e, a volte, commiserevo-le, che ci fa dire quanto era buo-no!, una frase che si sente spesso

    nel peristilio dei cimiteri. Quel tipodi memoria un semplice ricordodi formalit sociale. Ci chiede, in-vece, di ricordarli a partire dalla fe-condit della loro semina in mezzoa noi. Ci chiede di ricordarli con lamemoria del cuore, quella me-

    373OGIORNI - 5- 2012

    Il cardinale Jorge Mario Bergoglio durante lomelia nella Basilica di San Lorenzo fuori le Mura il 18 febbraio 2012

    Durante la cerimonia delle cresime a San Lorenzo fuori le Mura pregammo per la sua salute... e lui ringrazi con un gesto che era di speranza di guarire e, allo stessotempo, di affidamento. Il cardinale Bergoglio ricordaGiacomo Tantardini, sacerdote

    del cardinale Jorge Mario Bergoglio, sjarcivescovo di Buenos Aires

  • moria deuteronomica che costrui-sce sulla roccia, che plasma vite emarchia cuori. S, il nostro cuoresi edifica sulla memoria di quegliuomini e quelle donne che ci han-no fatto avvicinare a sorgenti di vi-ta e di speranza a cui potranno at-tingere anche quelli che ci segui-ranno. la memoria dellereditricevuta che dobbiamo, a nostravolta, trasmettere ai nostri figli.

    Cos, con questa memoria, ri-cordiamo don Giacomo e ci chie-diamo: che cosa ci ha lasciato?Quali impronte di lui troviamo sulcammino della nostra vita? Ososemplicemente dire che ha lascia-to le impronte di un uomo-bambi-

    no che non ha mai finito di stupir-si. Don Giacomo, luomo dellostupore; luomo che si lasciatostupire da Dio e ha saputo dischiu-dere il cammino affinch questostupore nascesse negli altri.

    Don Giacomo, un uomo sor-preso che, mentre guardava il Si-gnore che lo chiamava, continua-mente si chiedeva, quasi non riu-scisse a crederci, come il Matteodel Caravaggio: io, Signore? Unuomo stupito di fronte a questa in-descrivibile sovrabbondanza del-la grazia che vince sullabbondan-za meschina del peccato, di quelpeccato che ci sminuisce, sempre;un uomo stupito che si sentito

    38 3OGIORNI - 5- 2012

    RICORDO

    Lasciate che i bambini

    vengano a me,Carl Vogel von

    Vogelstein,

    Galleria dArte

    Moderna,

    Firenze

    Cos, per grazia, si pu perseverare nel cammino, fino alla fine: luomo-bambino si abbandona fra le braccia di Ges mentre chiede che passi questocalice, e viene preso e portato in braccio, con le manigiunte e gli occhi aperti. Lasciandosi sorprendereancora una volta, per il dono pi grande

    Il cardinale Bergoglio con don Giacomo Tantardini in una foto del marzo 2009

  • cercato, atteso e amato dal Signo-re molto prima che fosse lui a cer-carlo, ad attenderlo e ad amarlo;un uomo stupito che, come quellidel lago di Tiberiade, non osavachiedergli chi fosse perch sapevabene che era il Signore.

    E questuomo stupito si la-sciato, pi di una volta, interroga-re: Mi ami?, per rispondere conla semplicit ardente dellamore:Signore, tu lo sai che ti amo. Edera cos perch questuomo-bam-bino nutriva il suo amore con lasemplice ma sapienziale prontez-za della contemplazione di tuttaquella Grazia che lo superava.

    Don Giacomo era cos. Nonaveva perduto la capacit di sor-prendersi; rifletteva a partire daquello stupore che riceveva e ali-mentava nella preghiera. A volte,dava limpressione che questasensibilit lo provasse, lo stancas-se o lo rendesse irrequieto, e que-sto non raro in un uomo daltemperamento umano forte, sulquale la Grazia non ha cessato dilavorare nella sua conversione al-la mansuetudine.

    Lultima immagine che ho di luimi commuove: durante la cerimo-nia delle cresime a San Lorenzofuori le Mura, con le mani giunte,gli occhi aperti e stupiti, sorridentee serio allo stesso tempo. L, pre-gammo per la sua salute... e luiringrazi con un gesto che era disperanza di guarire e, allo stessotempo, di affidamento. Cos, pergrazia, si pu perseverare nelcammino, fino alla fine: luomo-bambino si abbandona fra le brac-cia di Ges mentre chiede chepassi questo calice, e viene presoe portato in braccio, con le manigiunte e gli occhi aperti. Lascian-dosi sorprendere ancora una vol-ta, per il dono pi grande.

    Ringrazio Dio nostro Signoredi averlo conosciuto. rivolto an-che a me quel considerate lesitodella sua vita e imitatene la fededella Lettera agli Ebrei.

    Buenos Aires, 6 maggio 2012

    393OGIORNI - 5- 2012

    Il mio amico don Giacomo

  • M i accolse, don Giaco-mo, con una timida ca-rezza degli occhi e unlieve infantile rossore quando il 1aprile 2003 gli fui presentatonellaula magna dellUniversitdi Padova, appena prima cheiniziasse la terza lezione del ciclodi Convegni dedicati allattualitdi santAgostino.

    Laula era piena di giovani inattesa della sua parola. Giovaneera anche il viso di don Giaco-mo, su cui formavano un magico

    intreccio i colori acquerellati del-la pelle, la porpora e lambra. In-tonata ai colori era perfino la suavoce, mobilissimo e raffinato di-stillato di una inesauribile sor-gente di idee.

    La lettura e il commento di te-sti agostiniani sulla grazia e sullabellezza della fede cristiana ri-suonarono nellaula per circaunora. Nel mio immaginario lafigura di don Giacomo crebbe adismisura e quando, al terminedella lezione, egli mi chiese di

    elaborare un contributo per la le-zione successiva non me la sen-tii, pur cosciente dei miei limiti,di negarglielo.

    Fu cos che i l 20 maggio2003, introducendo nella stessaaula la quarta lezione che sareb-be stata tenuta da don Giacomo,trattai il tema della giustizia ter-rena in santAgostino e ne illu-strai lattualit specialmente neirapporti con la politica.

    Prima di affrontare gli argo-menti preparati per la lezione,relativi a tuttaltro oggetto, donGiacomo volle intervenire sullaconcezione agostiniana dellagiustizia.

    Confesso di averlo ascoltatocon ammirato stupore per la suacapacit di raggiungere in tem-po brevissimo una sintesi alta ecompleta della tematica appenatrattata.

    Segno, pensai, di genuino ta-lento speculativo e di profondaconoscenza del pensiero del Ve-scovo di Ippona che, maturata alculmine di un processo di identi-ficazione con questultimo, ne-cessario che io ricordi qui neitratti essenziali.

    Di quello che il procuratoreci ha adesso illustrato, osserv

    RICORDO

    I convegni sullattualit del santo dIppona allUniversit di Padova diventano occasione di unamicizia, profondae duratura, tra un sacerdote, don Giacomo Tantardini, e un magistrato, Pietro Calogero, che di don Giacomoconsegna a 30Giorni il suo commosso ricordo

    di Pietro Calogero

    Unamicizia fiorita sotto il segno di santAgostino

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    Don Giacomo Tantardini con Pietro Calogero

  • don Giacomo, mi hanno colpi-to soprattutto tre cose, che misembrano profondamente ago-stiniane e profondamente attua-li. La prima laccenno al fattoche la giustizia in senso umano,il cui compito dare a ciascuno ilsuo, un bonum della citt ter-rena, una cosa buona di quellacitt che Agostino descrive con ilrealismo evidenziato dallepiso-dio dellincontro dellimperatoreAlessandro Magno con il pirata(a commento del quale egli sichiede: Remota itaque iustitiaquid sunt regna nisi magna la-trocinia?, messa dunque daparte la giustizia, a che cosa si ri-durrebbero i regni se non a gran-di bande di ladri?).

    La seconda cosa che mi haparticolarmente colpito, conti-nu don Giacomo, che que-sta giustizia ha come radice lanatura umana, la persona uma-na. Agostino sa benissimo che ilpeccato originale ferisce la na-tura umana in quanto tale. Ep-pure egli difende la natura uma-na affermando che nessun pec-cato tale che pu distruggereextrema vestigia naturae ,quellultima soglia della naturaumana creata buona e in cui ha-bitat veritas, non nel senso checrea la verit ma nel senso chenella natura umana c la possi-bilit di riconoscere la verit, cla possibilit di riconoscere labellezza, c la possibilit di ri-conoscere il bene. Una naturaumana ferita bens dal peccatooriginale ma in cui limmaginedel Creatore non affatto di-strutta. Una natura umana incui rimane lapertura alla bellez-za, alla verit, alla bont, allagiustizia. Una natura umana fe-rita, eppure capax Dei.

    Lultima cosa di cui sono ve-ramente grato al procuratore,concluse don Giacomo, sono gliaccenni finali alla storicit dellagiustizia umana e alla sua relati-vit. Credo che questa sia la cosache Agostino mette pi in evi-

    413OGIORNI - 5- 2012

    Il battesimo di santAgostino in un affresco trecentesco conservato

    nella chiesa degli Eremitani a Padova

  • denza, in maniera originale, ri-spetto anche ad altre sottolinea-ture pure presenti nella filosofiacristiana: la storicit e la relativitdella giustizia della citt terrenarispetto a quella giustizia che dono gratuito di Dio. Ma questastoricit e questa relativit sonopossibilit di fecondit, sonopossibilit di valorizzare tutti imodelli storici senza imporre nul-la agli altri, sono facilit di dialo-go. Proprio per tale storicit il Decivitate Dei di una immediatez-za e di unevidenza continue.Agostino descrive con realismole cose cos come sono. Questorealismo permette di non impor-re nulla e di valorizzare ogni pos-sibilit positiva. Questo accenno ci che mi ha pi colpito dellecose ascoltate, insieme alle am-pie citazioni di Cicerone nel suodialogo sulla res publica.

    Molto interessante e attuale che nella concezione delluomo,nella concezione dei bona natu-rae, dei beni della natura, Ago-stino non valorizza la tradizioneneoplatonica, ma valorizza latradizione romana di Varrone edi Cicerone. Anche a livello cul-turale mi sembra realmente unadelle cose pi interessanti e at-tuali. Agostino, che normalmen-

    te viene fatto passare come uncristiano platonico, nella conce-zione della natura umana e deibeni essenziali della natura uma-na valorizza la tradizione roma-na relativista (dico relativista nelsenso in cui prima il procuratoreCal