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30/11/2010 Lezione di Psicologia dell’adolescenza Università degli Studi di Parma Facoltà di Psicologia Università degli Studi di Parma L’Autonomia Emotiva in adolescenza Alessandro Musetti [email protected]

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L’Autonomia Emotiva in adolescenza

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L’autonomia emotiva in adolescenza Letteratura

Bibliografia per l’esame

- Lo Coco A., Pace U. (2009), L’autonomia emotiva in adolescenza, il Mulino, Bologna.

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L’autonomia emotiva in adolescenza Letteratura

Bibliografia di approfondimento

- Beyers W., Goossens L., van Calster B. e Duriez B. (2005), An alternative substantive factor structure for the emotional autonomy scale, in “European Journal of Psychological Assessment”, 21, 147-155.

- Goossens L. (2006), The many faces of adolescent autonomy: Parent-adolescent conflict, behavioral decision-making, and emotional distancing, in A. Jackson e L. Goossens (eds.) “Handbook of Adolescent Development” (pp. 135-153), Psychology Press, New York, NY.

- Meleddu M., Scalas L. F. (2002), Validazione di una versione italiana dell’Emotional Autonomy Scale, in “Bollettino di Psicologia Applicata”, 238, pp. 43-57.

- Ryan R. M., Lynch J. H. (1989), “Emotional autonomy versus detachment: Revisiting the vicissitudes of adolescence and young adulthood”, Child Development, 60, 340-356.

- Steinberg L., Silverberg S. B. (1986), “The vicissitudes of autonomy in early adolescence“, Child Development, 57, 841-851.

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Definire l’autonomia adolescenziale

Autonomia deriva dal greco autòs e nòmos (legge): il significato letterale è riferito quindi alla capacità di darsi, da se stessi, una propria legge.

1. Nell’ottica della psicologia dello sviluppo, uno dei principali compiti evolutivi dell’adolescente è considerato la capacità di gestire da sé la propria vita attraverso il perseguire scelte adattive (Lo Coco e Pace, 2009).

2. Sia i genitori che i coetanei sono implicati in questo processo che comporta lo sviluppo di un senso di autocontrollo, responsabilità, indipendenza e capacità gestionale.

3. Diventare autonomo è un’evoluzione che comporta, da parte dell’individuo, lo sviluppo di abilità previsionali e di ipotesi progettuali proprie (Cicognani e Zani, 2003).

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Autonomia (1)

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Tre domini: comportamentale, cognitiva ed emotiva (Collins, Gleason e Sesma, 1997; Zimmer-Gembeck e Collins, 2003).Esistono delle differenze socioculturali nello sviluppo dell’autonomia: in India ad esempio è stata rilevata una maggiore dipendenza dai legami familiari (Kakar, 1978), più recentemente Biswas (1992) ha però rilevato che anche gli adolescenti indiani gradualmente stanno diventando più indipendenti dai genitori. Chirkov e Ryan (2001) hanno rilevato che al di là delle differenze tra cultura americana e russa l’autonomia supportata dai genitori e dagli insegnanti è un buon predittore di motivazione accademica e benessere percepito.

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Autonomia (2)

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Gli adolescenti maggiormente incoraggiati ad essere autonomi dai genitori sono facilitati nell’instaurare relazioni sociali positive (McElhaney e Allen, 2001). L’ambiente familiare sembra essere il fattore connesso con più forza con lo sviluppo dell’autonomia (Hill e Holmbeck, 1986; Murtaugh, e Zetlin, 1990; Steinberg, 2001).L’autonomia è spesso considerata un fattore che gioca un ruolo fondamentale nello sviluppo adolescenziale di abilità di azione non dipendente dalle figure di riferimento (Hill e Holmbeck, 1986; Chassin, Presson e Sherman, 1989; Ormond, Luszcz, Mann e Besvick, 1991; Crockett e Petersen, 1993; Geuzaine, Debry e Liesens, 2000).

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L’autonomia emotiva

psicologia

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Autonomia emotiva: le origini

Steinberg e Silverberg (1986) propongono il costrutto di Autonomia Emotiva (EA) nel lavoro

Steinberg L., Silverberg S. B. (1986), “The vicissitudes of autonomy in early adolescence“, Child Development, 57, 841-851.

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Il lavoro di Steinberg e Silverberg (1986) Le radici teoriche del costrutto

- L’Autonomia Emotiva è concettualizzata da Steinberg e Silverberg (1986) con un esplicito riferimento alla teoria di Peter Blos del secondo processo di separazione/indi-viduazione: l’autonomia emotiva è l’esito del processo.

- Secondo Blos il compito principale dell’adolescente è di ritirare parte dell’investimento affettivo rivolto ad oggetti internalizzati (introiezioni arcaiche dei legami oggettuali primari) per poter rivolgere quote pulsionali verso oggetti esterni, in particolare extra-familiari.

- Numerosi altri psicoanalisti avevano già introdotto la questione senza però strutturare il fenomeno in un secondo processo di separazione/individuazione (ad es. Bernfeld, 1923; Landauer, 1935; A. Freud, 1936; Hartmann, 1950).

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Il lavoro di Steinberg e Silverberg (1986) Le radici teoriche del costrutto

- L’adolescenza. Un’interpretazione psicoanalitica: [la] rottura di questo legame oggettuale implica necessariamente, in

modo più o meno grave, la frammentazione o la perdita del senso di identità (Blos, 1962, p. 240).

- Il secondo processo di individuazione dell’adolescenza : l’individuazione implica che la persona in via di sviluppo si assuma una

maggiore responsabilità per ciò che fa e per ciò che è piuttosto che depositare questa responsabilità sulle spalle di coloro che lo hanno cresciuto (Blos, 1967, p. 168).

- L’adolescenza come fase di transizione:- [l]’individuazione dell’adolescente è il riflesso di quei cambiamenti

strutturali che accompagnano il distacco emotivo dagli oggetti infantili interiorizzati (Blos , 1979, p. 105).

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Il lavoro di Steinberg e Silverberg (1986) Il costrutto

L’Autonomia Emotiva si riferisce al distacco, avvenuto o in corso, dalle figure di riferimento (Steinberg e Silverberg, 1986).

Le componenti del costrutto sono quattro:1. Non-dipendenza dai genitori2. Individuazione3. Percezione dei genitori come persone4. Deidealizzazione parentale

Le prime due sono di natura prettamente emotiva, mentre la terza e la quarta di natura cognitiva.

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Il lavoro di Steinberg e Silverberg (1986) Il costrutto

1. La non-dipendenza dai genitori implica la capacità di fare affidamento sulle proprie risorse nella soluzione di un problema

2. L’individuazione implica la capacità di sapersi gestire e di percepirsi come persone autonome

3. La percezione dei genitori come persone implica la capacità di percepire i genitori al di là del ruolo genitoriale.

4. La deidealizzazione implica la capacità di abbandonare le percezioni infantili dei genitori.

La struttura quadrifattoriale dell’Emotional Autonomy Scale nella sua versione italiana è stata confermata da uno studio di Meleddu e Scalas (2002) che hanno somministrato il questionario a 1100 soggetti di età compresa fra i 10 e i 16 anni. L’indagine ha evidenziato buone caratteristiche di validità e affidabilità e le medesime proprietà della misura originale rispetto al genere, al livello scolastico e socioeconomico.

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Il lavoro di Steinberg e Silverberg (1986) Lo strumento: Emotional Autonomy Scale

Eas (Steinberg e Silverberg, 1986). - Numero item: 20- Numero sottoscale: 4- Nella versione originale di Steinberg e Silverberg (1986) i soggetti

devono indicare il loro grado di accordo su una scala Likert a 4 punti.

- Esiste una versione dello strumento sviluppato su una scala a cinque punti (Schmitz e Baer, 2001). In uno studio di validazione italiana la scala di risposta è a 5 punti (Ingoglia, 2001).

- In uno studio di validazione italiana successivo (Meleddu e Scalas, 2002) i soggetti rispondono su una scala Likert a tre punti.

- Attualmente è in corso di validazione una versione italiana dello strumento con una scala di risposta equivalente a quella originaria (Corsano et al.).

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Il lavoro di Steinberg e Silverberg (1986) I risultati di ricerca

Come atteso l’autonomia emotiva è fortemente connessa con l’età. I punteggi che aumentano in modo lineare

F (3, 713) = 21.23 p< .001- Le differenze nell’età sono evidenti e statisticamente

significative per tre sottoscale:- Deidealizzazione F (3, 713) = 15.29 p< .001- Non-dipendenza dai genitori F (3, 713) = 30.50 p< .001- Individuazione F (3, 713) = 21.96 p< .001

- Fa eccezione la sottoscala Percezione dei genitori come persone

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Autonomia emotiva La letteratura internazionale

L’autonomia emotiva potrebbe essere facilitata da un attaccamento positivo con i genitori che non da alti livelli di detachment (Ryan e Lynch, 1989; Furhman e Holmbeck, 1995): in alcuni studi punteggi elevati di EA sembrano essere adattivi in un contesto di marcato stress familiare (Lamborn, 1990), in altri studi sembra che punteggi elevati di EA siano più adattivi in caso di maggiore sostegno familiare (Lamborn e Steinberg, 1993).

Esistono problemi legati alla concettualizzazione dell’EA derivati dall’analisi fattoriale confirmatoria dell’EAS (Schmitz e Baer, 2001).

All’interno del framework teorico del processo di separazione individuazione i costrutti sono definiti in modo eterogeneo (Honess e Robinson, 1993; Masche e Walper, 2003).

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Autonomia emotiva La letteratura internazionale: il detachment debate

Esiste un acceso dibattito in letteratura noto come “detachment debate” , esso è stato introdotto all’attenzione internazionale nel lavoro

Silverberg S. B. e Gondoli D. M. (1996), Autonomy in adolescence: A contextualized perspective, in G. R. Adams, R. Montemayor e T. P. Gullotta (eds.), “Psychosocial development during adolescence” (pp. 12-61), Sage, Thousand Oaks, CA.

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Autonomia emotiva La letteratura internazionale: il detachment debate

Se da una parte Steinberg e Silverberg (1986) hanno osservato che lo sviluppo dell’autonomia emotiva segue un percorso di sviluppo fisiologico e adattivo, dall’altra Ryan e Lynch (1989) affermano come lo strumento non misuri realmente l’autonomia emotiva intesa come capacità di governare sé stessi e di autoregolarsi, bensì il distacco emotivo che può assumere anche connotazioni negative. Molti degli studi, svolti in questo senso, hanno evidenziato una relazione tra l’autonomia emotiva e il disadattamento psicosociale del ragazzo (Garber e Little, 2001; Ingoglia et al., 2004, 2005; Lo Coco, Pace, Zappulla, 2000; Lo Coco et al., 2001), sottolineando come l’autonomia emotiva tenda ad essere associata a comportamenti devianti (Beyers e Goossens, 1999; Lo Coco et al., 2001), ad un uso maggiore di sostanze stupefacenti (Turner, Irwin e Millstein, 1991), ad ansia sociale (Papini e Roggman, 1992) e a un maggiore disagio psicologico (Beyers e Goossens, 1999).

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Autonomia emotiva La letteratura internazionale: lo stato dell’arte

L’autonomia emotiva degli adolescenti può essere considerata uno dei costrutti psicologici più discussi tra quelli che descrivono il processo di separazione individuazione adolescenziale. Nella letteratura psicologica sull’adolescenza, l’autonomia emotiva è stata usata come un ‘concetto ombrello’ contenente costrutti psicologici alla base di competenza, originalità e agency (Grotevant e Cooper, 1986; Hill e Holmbeck, 1986; Ryan e Deci, 2000; Beyers, Goossens, Vansant e Moors, 2003) o del complesso e ambivalente processo di separazione dai genitori nella percezione degli adolescenti (Blos, 1962; Steinberg e Silverberg, 1986; Lamborn e Steinberg, 1993; Steinberg, 2005).

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Autonomia emotiva Nuove prospettive

Beyers, Goossens, Van Calster e Duriez (2005) hanno proposto una struttura fattoriale alternativa che migliora la validità di costrutto ottenuta dai modelli precedenti. Il lavoro di riferimento è

Beyers W., Goossens L., van Calster B. e Duriez B. (2005), An alternative substantive factor structure for the emotional autonomy scale, in “European Journal of Psychological Assessment”, 21, 147-155.

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Il lavoro di Beyers, Goossens, Van Calster e Duriez (2005) La nuova struttura fattoriale

7 fattori semplici1. Deidealizzazione2. Non dipendenza3. Non imitazione4. Privacy5. Indifferenza percepita6. Sfiducia7. Alienazione percepita 2 fattori sovraordinati1. Separazione2. Distacco

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Il lavoro di Beyers, Goossens, Van Calster e Duriez (2005) La nuova struttura fattoriale

- La Separazione ha un significato positivo e consiste in una separazione dalla rappresentazioni infantili dei genitori non accompagnata da sentimenti negativi nei loro confronti (Beyers e al., 2005, p. 154).

- Il Distacco ha un significato negativo, talvolta addirittura con tinte paranoidee, ed è fortemente connesso con la sfiducia e senso di lontananza emotiva nei confronti dei genitori (ibidem).

- In tal senso si ipotizza che la Separazione degli adolescenti sia associata con maggiore benessere, e il Distacco invece con maggior disadattamento (Beyers et al., 2003; Beyers et al., 2005).

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La prossima lezione

Due ricerche italiane sull’Autonomia Emotiva

- Corsano P., Musetti A., Majorano M. e Cigarini E. (2009), Autonomia emotiva e sentimento di solitudine in adolescenza,

Poster presentato alle Giornate di Studio della sezione di Psicologia dello Sviluppo e dell’Educazione, Bari, 4-5 Dicembre 2009.

- Musetti A., Majorano M., Michelini G., Pelosi A. e Corsano P. (2010), Autonomia emotiva e processo di separazione/ individuazione in adolescenza, Poster presentato al XXIII Congresso Nazionale della Sezione di Psicologia dello Sviluppo e dell’Educazione, Bressanone, 26-28 Settembre 2010.

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