2.4 - RELAZIONE GEOLOGICA E...

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Comune di Vicoforte – Montaldo di Mondovì Provincia di Cuneo – Regione Piemonte PROGETTO: Impianto idroelettrico SUL TORRENTE CORSAGLIA RELAZIONI AMBIENTALI Elaborati ai sensi dell’art.4, comma 1 lettera A) e allegato E della L.R. n.40 del dicembre 1998 2.4 - RELAZIONE GEOLOGICA E GEOTECNICA Committente: Consulet Servizi S.r.l. Largo Folconi, 5/26 17100 – Savona e-mail: [email protected] Progettazione: Ing. Luca Basteris Via Isonzo n°10 – Borgo San Dalmazzo – CN Tel. 349 6181609 – [email protected] Arch. Francesco Tomatis Via Martiri della Libertà n°50 – Cervasca Tel. 328 4645637 – [email protected] Via XI Settembre n°15 – Borgo San Dalmazzo – CN Tel. 0171/260644 – Fax 0171/721800 P.IVA 03154180040 www.spraesolare.com Dott. Gabriele Bruno Geologo Via Vittorio Emanuele III n° 60 - 12084 Frabosa Soprana - CN Tel. 347 3204088 [email protected] Professor Giacomo Olivero e Agr. Guido Soldi Dottore in Scienze Agrarie Via Piè di Carle n.35 Sanfrè 12040 - CN Studio Dalmasso Geometri – Ingegneri Corso Santorre di Santarosa n°42 12100 Cuneo – CN Tel. 0171/602515 [email protected] DATA REDATTO VERIFICATO APPROVATO Settembre 2013 GB GB LB REV. DATA DESCRIZIONE REDATTO VERIFICATO APPROVATO file:

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Comune di Vicoforte – Montaldo di Mondovì Provincia di Cuneo – Regione Piemonte PROGETTO:

Impianto idroelettrico SUL TORRENTE CORSAGLIA

RELAZIONI AMBIENTALI Elaborati ai sensi dell’art.4, comma 1 lettera A) e allegato E della L.R. n.40 del dicembre 1998

2.4 - RELAZIONE GEOLOGICA E GEOTECNICA

Committente: Consulet Servizi S.r.l. Largo Folconi, 5/26 17100 – Savona e-mail: [email protected]

Progettazione: Ing. Luca Basteris Via Isonzo n°10 – Borgo San Dalmazzo – CN Tel. 349 6181609 – [email protected]

Arch. Francesco Tomatis Via Martiri della Libertà n°50 – Cervasca Tel. 328 4645637 – [email protected]

Via XI Settembre n°15 – Borgo San Dalmazzo – CN Tel. 0171/260644 – Fax 0171/721800 P.IVA 03154180040 www.spraesolare.com

Dott. Gabriele Bruno Geologo Via Vittorio Emanuele III n° 60 - 12084 Frabosa Soprana - CN Tel. 347 3204088 [email protected] Professor Giacomo Olivero e Agr. Guido Soldi Dottore in Scienze Agrarie Via Piè di Carle n.35 Sanfrè 12040 - CN Studio Dalmasso Geometri – Ingegneri Corso Santorre di Santarosa n°42 12100 Cuneo – CN Tel. 0171/602515 [email protected]

DATA REDATTO VERIFICATO APPROVATO

Settembre 2013 GB GB LB

REV. DATA DESCRIZIONE REDATTO VERIFICATO APPROVATO

file:

....................................................................................................................................1. PREMESSA 3

1.1 Obiettivi del lavoro 3

1.2 Elaborati forniti dal committente 3

1.3 Elaborati allegati 3

....................................................................2. DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI IN PROGETTO 4

....................................................................................................3. METODOLOGIE D’INDAGINE 4

4. RISCHIO IDROGEOLOGICO ED IDRAULICO SULLA BASE DEGLI ELABORATI CONTENUTI ............................................................................................................................................NEL PAI 5

............................................................................................5. INQUADRAMENTO TERRITORIALE 7

.......................................................................................................6. NORMATIVE GEOLOGICHE 7

......................7. INQUADRAMENTO GEOLOGICO, GEOMORFOLOGICO E IDROGEOLOGICO 13

7.1 Caratteristiche geologche, morfologiciche e strutturali 13

............................8. CARATTERISTICHE GEOLOGICHE E GEOMORFOLOGICHE DI DETTAGLIO 14

8.1 Dinamica dei versanti 14

8.2 Inquadramento territoriale delle tre zone studiate 14

8.3 Caratteristiche geologiche e geomorfologiche di dettaglio 14

8.4 Caratterizzazione geotecnica dei terreni 16

8.5 Circolazione delle acque sotterranee 18

.....................................................................................................9. EVENTO ALLUVIONALE 1994 19

9.1 Zona A 19

9.2 Zona B 20

9.3 Zona C 20

................................................................................10. CLASSIFICAZIONE SISMICA DEI TERRENI 21

.......................................11. ASPETTI GEOLOGICO-TECNICI LEGATI ALL’OPERA IN PROGETTO 22

11.1 Terreni di fondazione 23

11.2 Circolazione delle acque superficiali e sotterranee 23

11.3 Stabilità dei fronti di scavo 23

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............................12. ANALISI DEL TRACCIATO E INDICAZIONI PROGETTUALI DI DETTAGLIO 24

12.1 Zona A (Allegato 5A) 24

12.2 Zona B (Allegato 5B) 24

11.3 Zona C (Allegato 5C) 24

.........................................................................................................................13. CONCLUSIONI 26

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1. PREMESSA

1.1 Obiettivi del lavoro

Lo scrivente è stato incaricato dalla ditta S.P.R.AE di Borgo San Dalmazzo (Cn) di redigere la relazione geologica-geotecnica, comprendente anche la caratterizzazione sismica dei terreni relativi a “Impianto idroelettrico sul Torrente Corsaglia” nei Comuni di Montaldo Mondovì e Vicoforte Mondovì.

Il lavoro sviluppato sotto l’aspetto geologico, geomorfologico e idrogeologico è stato svolto al fine di verificare la fattibilità geologica dell’intervento ed individuare i principali aspetti geologio-tecnici da considerare nella realizzazione del progetto esecutivo.

1.2 Elaborati forniti dal committente

Per poter redigere correttamente la presente relazione geologico-tecnica, sono stati forniti allo scrivente, dalla S.P.R.A.E. con sede a Borgo San Dalmazzo in via XI settembre 15 (CN), i seguenti elaborati tecnici:

a) Progetto del nuovo impianto.

b) Carta catastale con ubicazione dell’opera di presa, condotta forzata e centralina idroelettrica

c) Ortofoto con ubicazione dell’opera di presa, condotta forza e centrale.

1.3 Elaborati allegati

Alla presente relazione geologico-tecnica sono stati allegati i seguenti elaborati:

• Allegato 1: carta corografica dell’area in esame, scala 1:10.000.

• Allegato 2: carta corografica con le tre zona di studio, scala 1:5.000.

• Allegato 3: cartografia PAI e fotointerpretazione evento alluvionale 1994, scala 1:5.000 e immagini evento.

• Allegato 4: estratto quaderno n. 4, “Provessi di dissesto ed effetti indotti nell’area delle Valli Monregaleri”, Tavola n. 20 (pagg. 1/2/29/30/45)

• Allegato 5: particolari cartografici delle tre zone con relativi album fotografici.

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2. DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI IN PROGETTO

L’intervento in progetto prevede le seguenti opere:

• Una traversa posta diagonalmente sul letto del T. Corsaglia. Sarà provvista di una scala per la risalita della litofauna e un canale per il DMV (Deflusso Minimo vitale). A ridosso della traversa, sulla sponda destra idrografica del T. Corsaglia, si prevede una vasca di carico delle dimensioni totali di circa 30 m x 10 m e della profondità massima di circa 6 m dal p.c. (Piano Campagna). L’opera comprende la v. di carico, la camera di carico, lo sfioratore del troppo pieno, canalizzazione di restituzione sul T. Corsaglia e l’imbocco della condotta forzata di diametro di 2000 mm.

• Una condotta forza di diametro di 2000 mm e della lunghezza totale di circa 1300 m.• Un locale centralina idroelettrica.

Per una precisa e dettagliata descrizione delle opere in progetto si fa riferimento agli elaborati progettuali.

3. METODOLOGIE D’INDAGINE

I dati relativi alle caratteristiche geologiche, geomorfologiche ed idrogeologiche dell’area in esame, sono stati ottenuti mediante:

a) Analisi della cartografia e degli studi geologici esistenti riferiti alla aree sede d’intervento:

• Carta Geologica d’Italia , Foglio 80 (Cuneo).

• Variante Strutturale al P.R.G.C. n. 10/08 di Vicoforte Mondovì

• Variante Strutturale al P.R.G.C. n. 7 di Montaldo Mondovì

• Guide Geologiche Regionali - Alpi Liguri della Società Geologica Italiana, itinerario n. 7, “Terza parte: da Frabosa Sottana a Mondovì, via Moline-Roburent-S.Giacomo-Corsaglia”.

• La Banca Dati Geologica on-line di Arpa Piemonte.

• Il Geoportale Nazionale on-line.

• La pubblicazione “Eventi alluvionali in Piemonte” 1994 e 1996 - Regione Piemonte.

• “Evento Alluvionale del 5-6/11/1994” - Quaderno n. 4 - Regione Piemonte.

• “Sistema Informativo” on-line della Difesa del suolo - Regione Piemonte.

b) Eseguendo un foto-interpretazione del volo relativo all’evento Alluvionale del 1994

c) Eseguendo un rilevamento geologico e geomofologico tramite un sopralluogo diretto sul terreno.

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4. RISCHIO IDROGEOLOGICO ED IDRAULICO SULLA BASE DEGLI ELABORATI CONTENUTI NEL PAI

Per quanto riguarda il Piano di Stralcio per l’assetto Idrogeologico del Fiume Po (PAI), l’area è suddivisibile in due zone. La prima a monte di località Martinetto risulta inserita in zona Ee (Esondazione elevata) sono in sinistra idrografica del Torrente Corsaglia; mentre in destra non rientra in nessuna della fasce di pericolotià PAI. La zona a valle di Martinetto è inserita in zona Ee per buona parte del tratto considerato. (pericolosità PAI - sito Geoportale e DISUW).

Nell’ambito della cartografia PAI, viene data indicazione del ”Area di esondazione a pericolosità elevata (Ee)” in corrispondenza della zona della centrale e del tratto finale (opera di restituzione).

Immagine 1: Estratto geoportale nazionale con ubicazione opera in progetto.

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Opera di presa

Condotta forzata

Centralina

Cartiera

Immagine 2: estratto PAI - sito Regione Piemonte DISUW, con ubicazione opera in progetto.

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Opera di presa

Condotta forzata

Centralina

5. INQUADRAMENTO TERRITORIALE

Il nuovo impianto in progetto si colloca nei Comuni di Vicoforte Mondovì e Montaldo Mondovì. L’opera di presa e la vasca di carico sono interamente impostati sul Comune di Montaldo Mondovì, nei pressi dei depositi ghiaiosi della cava di Moline (Rocce Samprin), in tale zona la condotta prosegue con direzione E, al limite tra il Comune di Vicoforte Mondovì e il Comune di Montaldo Mondovì. L’ultima parte dell’opera interessa il Comune di Vicoforte Mondovì, quali il locale centralina idroelettrica e la restituzione delle acque nel Torrente Corsaglia (Allegato 1)

La zona d’interesse, della seguente relazione geologico-tecnica, risulta impostata sempre lungo la sponda destra del Torrente Corsaglia. Nel dettaglio l’opera si posiziona a NE rispetto al ponte Reviglione e ad E di Moline. Dapprima interesserà un tratto di prato fino alla Strada Provinciale 360 e, da li in avanti, seguirà una direzione principalmente NE lungo il ciglio destro della strada provinciale. Poco a N di Loc. Martinetto verrà posizionata lungo un canale esistente (di proprietà della cartiera di Torre Mondovì - Zona B- Allegato 5B - F11 e F12). Successivamente la condotta forzata termina con la restituzione delle acque nel T. Corsaglia, poco più a monte della confluenza con il T. Roburentello.

Per un inquadramento topografico di dettaglio è possibile fare riferimento alla Carta Tecnica Regionale (CTR) agli elementi n. 227030 e 227070, in scala 1:10.000 (Allegato 1).

6. NORMATIVE GEOLOGICHE

La presente viene redatta in conformità a quanto richiesto dalle disposizioni dettate dalle norme di attuazione del P.R.G. dei Comuni di Montaldo Mondovì, Vicoforte Mondovì e in ottemperanza alle norme legislative in materia, in particolare:

a) D.M. 14 gennaio 2008: norme tecniche per le costruzioni

b) L.R. 45 del 09 agosto 1989: “Nuove norme per gil interventi da eseguire in terreni sottoposti a vincolo per scopi idrogeologici”.

c) D.P.G.R. n. 10/R del 29 luglio 2003: regolamento regionale recante: “Disciplina dei procedimenti di concessione di derivazione di acqua pubblica (L.R. 29 dicembre 2000, n. 61).

d) L. n. 183 del 18 maggio 1989: Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico (PAI)- NdA.

e) Da quanto desunto dalla “Carta di Sintesi della Pericolosità ed Idoneità Geomorfologica e all’Utilizzazione Urbanistica” (Tav. A6), allegata al progetto definitivo del P.R.G.C. di Montaldo Mondovì - Variante n. 7 - (elaborati adeguati al Parere Regione Piemonte Settore Prevenzione Territoriale del Rischio Geologico - prot. n. 23999 D.B. 14/20 del 16.03.2012), l’area oggetto di studio ricade:

• Classe IIIa2 (Zona A - Opera di presa): porzioni di territorio non edificate caratterizzate da forme di attività geomorfologica recente od in atto (dinamico

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fluvio-torrentizia, dissesti) a pericolosità molto elevata, non utilizzabili ai fini urbanistici (Immagine 3 e Allegato 2).

• Classe IIIa1: (Zona A - Condotta): porzioni di territorio a pericolosità elevata che presentano caratteri geomorfologici o idrogeologici tali da impedirne l’utilizzo qualora indeficate (dissesti quiescenti, aree con elevata propensione al dissesto) - (Immagine 3 e Allegato 2)

• Classe III (Zona A e Zona B - Condotta): Porzioni di territorio non edificate, caratterizzate da condizioni di pericolosità geomorfologica tali da impedirne l’utilizzo qualora inedificate, con l’eccezione delle aziende agricole secondo quanto indicato dalle N.T.A - (Immagine 3 e Allegato 2).

f) Dalla “Carta di sintesi della Pericolosità Geomorfologica e dell’Idoneità all’Utilizzazione Urbanistica” (Tav. A6), allegata al progetto definitivo del P.R.G.C. di Vicoforte Mondovì - Variante Strutturale n. 10/8 (DD.G.R. n. 31-3479 del 06.08.2001; n. 45-6656 del 15.07.2002 e n. 1-8753 del 18.03.2003 - Procedura di condivisione del Quadro di dissesto in conformità ai criteri del PAI approvato con D.P.C.M. del 24.05.2001), l’area in progetto ricade:

• Classe III (Zona C - Condotta e Centrale): porzioni di territorio non edificate, caratterizzate da condizioni di pericolosità geomorfologica tali da impedirne l’utilizzo qualora inedificate, con l’eccezione delle aziende agricole secondo quanto indicato dalle N.T.A. (Immagine 4 e Allegato 2).

• Classe IIIa2 (Zona C - Opera di restituzione): porzioni di territorio non edificate caratterizzate da forme di attività geomorfologica recente od in atto (dinamico fluvio-torrentizia, dissesti) a pericolosità molto elevata, non utilizzabili ai fini urbanistici (Immagine 4 e Allegato 2).

Immagine 3: estratto Carta di sintesi della Pericolosità Geomorfologica e dell’Idoneità

all’Utilizzazione Urbanistica - Comune di Montaldo Mondovì e ubicazione opera in progetto.

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Immagine 4: estratto Carta di sintesi della Pericolosità Geomorfologica e dell’Idoneità all’Utilizzazione

Urbanistica - Comune di Vicoforte Mondovì e ubicazione opera in progetto.

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Opera di presa

Centralina

Condotta forzata

Cartiera

Immagine 4: estratto Carta di sintesi della Pericolosità Geomorfologica e dell’Idoneità all’Utilizzazione

Urbanistica - Comune di Vicoforte Mondovì.

Secondo quanto imposto dal P.R.G.C. dei due Comuni di Montaldo Mondovì e Vicoforte Mondovì le aree in classe IIIa2 vengono classificate come “aree a pericolosità elevata - Ee” come specificato anche nelle norma tecniche di attuazione PAI (art. 9).

Al paragrafo 9.2.4 della relazione geologico-tecnica allegata al P.R.G.C. di Vicoforte Mondovì (pagina 70) e al paragrafo 8.2.3 della relazione geologico-tecnica allegata al P.R.G.C. di Montaldo Mondovì (pagina 53) vengono specificati gli interventi, così come specificati anche dall’art. 9 del PAI

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(N.d.A), consentiti nella classi a pericolosità elevata. Al punto 8 (P.R.G.C. di Vicoforte Mondovì) e al punto a5 (P.R.G.C. di Montaldo Mondovì) in tali aree sono con consentiti:

• la ristrutturazione e la realizzazione di infrastrutture lineari e a rete riferite a servizi pubblici essenziali non altrimenti localizzabili e relativi impianti, previo studio di compatibilità dell’intervento con lo stato di dissesto esistente validato dall’Autorità competente. Gli interventi devono comunque garantire la sicurezza dell’esercizio delle funzioni per cui sono destinati, tenuto conto delle condizioni idrauliche presenti.

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7. INQUADRAMENTO GEOLOGICO, GEOMORFOLOGICO E IDROGEOLOGICO

7.1 Caratteristiche geologche, morfologiciche e strutturali

Dal punto di vista geologico, l’area in esame, appartiene alla Alpi Liguri, le quali risultano costituite da unità tettoniche giustapposte e trasportate verso l’esterno dell’arco alpino e, successivamente, sono state coinvolte nelle deformazioni di età e direzione appennica.

La valle Corsaglia nel tratto compreso della presente memoria tecnica è impostato su termini appartenenti ad due unità tettoniche-strutturali delle Alpi, nota in letteratura come “Unità Brianzonese Ligure” e “Unita Piemonte”.

Nel dettaglio l’area di studio rientra nel Dominio Piemontese, il quale risulta suddiviso in:

a) Unità di Villanova: è costituita da affioramenti permo-scitici (verrucano e quarziti) e meso-triassici (calcari e dolomie). Si presenta sradicata rispetto alle altre formazioni.

b) Unità di Montaldo: presenta soprattutto i suoi termini tardo e post-liassici, costituiti essenzialmente da scisti calcarei e calcari quarzoso micacei metamorfici, noti in letteratura come “Calcescisti” e tipici della successione Piemontese.

Nel dettaglio nella zona di studio affiorano le seguenti formazioni:

a) Unità di Montaldo:

• Calcescisti calcarei: si presentano grigio-chiari e scuri, micacei, con lenti filladiche nerastre e intercalazioni di spessore anche pluridecamentrico, di brecce; presenti anche orizzonti arenaceo-siltoso-pelitici derivanti da rocce pre-triassiche e olistoliti di rocce di varia natura (Cretaceo sup.).

b) Unità di Villanova:

• Dolomie di Villanova: calcari e dolomie prevalenti, da straterellate a massicce, frequentemente laminate, di colore grigio; calcari moarmorei straterellati, talora con quarzo e miche detritici (Ladinico-Anisico).

Il fondovalle del Torrente Corsaglia è costituito, principalmente, da depositi Quaternari di origine fluvio-torrentizia. Questa formazione è costituita principalmente da ghiaie eterometriche, di pochi metri di spessore, con ciottoli di dimensione da centimetrica a decimetrica, immerse in una matrice sabbioso-argillosa in matrice grigio.

L’aspetto geomorfologico della zona in esame è interessata da diverse condizioni, quali quelle stratigrafiche, fluviali, glaciali, climatiche e non ultime quelle antropiche. Il Quaternario impostato prevalentemente sul fondovalle del Torrente Corsaglia.

Il comportamento dei torrenti nella zona di studio, sono stati condizionati dall’assetto strutturale seguendo le direttrici tettoniche principali. Il Torrente Corsaglia segue, in questo tratto, un andamento con direzione SW-NE, il fondovalle risulta sub-pianeggiante, con larghezze, nel tratto considerato, di 300 m (zona SW di Moline) e minima in corrispondenza di loc. Martinetto (circa 70-80 m).

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L’alveo presenta un andamento unicursale sinuoso, con processi morfodinamici riconducibile a erosione di fondo e laterale. Lungo tutto l’alveo si riconosce una scarpate principale (2/4 m), che separa i depositi attuali da quelli relativamente più antichi che sono caratteristici del fondovalle.

8. CARATTERISTICHE GEOLOGICHE E GEOMORFOLOGICHE DI DETTAGLIO

8.1 Dinamica dei versanti

Nel tratto considerato dalle opere in progetto non sono note situazioni di dissesto per frana attiva o quiescente e le indagini in sito non hanno evidenziato problematiche significative. L’opera in progetto sarà impostata solo tratto di settore di fondovalle, posizionati sempre ad una certa distanza dai versanti.

8.2 Inquadramento territoriale delle tre zone studiate

Per una migliore comprensione e descrizione l’area in oggetto è stata suddivisa in tre zone, di seguito descritte (Allegato 2):

a) Zona A: si trova in destra idrografica rispetto al Torrente Corsaglia, nella parte a più a W dell’area d’intervento, a S del abitato di Moline e a E della loc. Martinetto. Per una corretta valutazione delle problematiche geologiche e geomorfologiche, in tale area, è stato considerato un tratto più ampio, che comprende, il ponte Reviglione (zona a S di Moline) posto più a monte dell’opera di presa fino alla S.P. 360, dove la condotta forzata attraversa il manto stradale.

b) Zona B: è subito a E della precedente. Prende in considerazione tutto il tratto della condotta forzata. Si può suddividere ulteriormente questo tratto in due porzioni, in base a dove è posizionata la tubazione; il primo si trova lungo ciglio destro della strada provinciale 360; il secondo, subito a N del nuovo ponte (bivio per Moline), la condotta prosegue verso E lungo un antico canale (già in uso dalla cartiera di Torre Mondovì), sino ad arrivare ad incrociare nuovamente la S.P. 360.

c) Zona C: si trova E della Zona B e a W della cartiera (Comune di Torre Mondovì). Comprende l’ultimo tratto della condotta forzata, tra l’incrocio con la S.P. 360 e la restituzione sul Torrente Corsaglia nonchè la zona d’imposta del locale centralina.

8.3 Caratteristiche geologiche e geomorfologiche di dettaglio

Le caratteristiche geologiche di dettaglio sono state ricavate dalla bibliografia esistente e da un’indagine dettagliata sul terreno.

In base alle zone di studio descritte nel paragrafo precedente vengono di seguito descritte le caratteristiche geologiche e geomorfologiche d’interesse (Allegato 2).

a) Zona A: è impostata prevalentemente sui depositi alluvionali (Quaternario) del fondovalle del Torrente Corsaglia.

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Dal punto di vista geomorfologico, l’area si trova in un allargamento della valle principale

(larghezze trasversali comprese tra i 350 m - ponte Revigilone - e i 250 m - zona opera di

presa). L’abitato di Moline è impostato su un conoide alluvionale e, di fatto, si trova ad una

quota maggiore rispetto alla piena straordinaria (Tr. 500 anni). Tra il ponte Revigilone e

l’opera di presa, il T. Corsaglia risulta incassato all’interno dei depositi alluvionali quaternari,

con altezze pari a 3/4 m (localmente anche 5 m), dato che fa supporre ad una erosione di fondo in atto. Sempre in questo tratto, l’alveo presenta una pendenza più blanda, si notano in

effetti più depositi alluvionali (quali blocchi e ghiaie) lungo il corso d’acqua, dovuti al

dissiparsi dell’energia durante le piene straordinarie (i depositi fini vengono asportati).

Poco più a valle dell’opera di presa, lungo il corso d’acqua principale, si nota la presenza di

roccia in posto, il che fa pensare ad un spessore dei depositi quaternari sempre relativamente

blandi.

Dal punto di vista geologico in quest’are, il fondovalle del T. Corsaglia presenta per lo più

depositi alluvionali attuali (ciottoli e ghiaie), tranne nel tratto subito a valle dell’opera di presa

che è impostato in roccia. Dall’osservazione delle scarpate si possono riconoscere i depositi

quaternari più antichi, costituiti da ciottoli essenzialmente arrotondati, in una matrice sabbioso-argillosa (in alcuni casi risultano cementati), variante dal grigio al marroncino. Lo

spessore come descritto è sempre relativamente scarso.

Al si sopra di questi ultimi si riconosce la copertura eluvio-colluviale, costituita da spessori

pari a circa 30/50 (localmente 70 cm) cm, costituiti da argille-limose di colore grigio-

rossastro (in base al tipo di sub-strato). Si tratta del rimodellamento dei depositi sottostanti.

b) Zona B: la valle principale tende a restringersi verso Loc. Martinetto, passando dai 250 m (Zona A) ai 70 m circa, per poi aumentare nuovamente fino a valore simili a quelli descritti a monte, questo restringimento dovrebbe coincidere con il sovrascorrimento tra l’Unita di Montaldo e quelle di Villanova (affiorante più a N).

La direttrice principale del T. Corsaglia è sempre SW-NE, ma il primo tratto in cui sembra essere opposta alla precedente (NW-SE). Il corso del fiume, in questo tratto, è fortemente condizionato dalla geologia, infatti i pendii presentano acclività maggiori e il letto del torrente è impostato per lo più in roccia quasi sempre sub-affiorante e con spessori dei depositi quaternari e eluvio-colluviali sempre scarsi.

Oltre il nuovo ponte (bivio per Moline) la valle principale aumenta la sua larghezza come pure gli spessori dei depositi quaternari. Anche in questa zona il T. corsaglia ha condizionato la morfologia, esso risulta sempre incassato, ma sono visibili terrazzamenti antichi. A ridosso dei pendii oltre ai depositi alluvionali, sono presenti anche delle coltri eluvio-colluviali maggiori dovute al disgregamento della roccia sub-affiorante.

Da sottolineare come lungo il tratto finale del canale esistente vi siamo piccoli fenomeni franosi, questi sono dovuti alle forti pendenze e interessano sempre la coltre superficiale, quanto il substato e costitutito dalle dolomie dell’Unità di Villanova.

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c) Zona C: quest’ultima parte è fortemente condizionate dalla confluenza del T. Corsaglia con il T. Roburentello. Il T. Corsaglia presenta andamento W-E, mentre il T. Roburentello circa SW-NE, quest’ultimo.

I depositi sono per lo più di origine quaternaria e i due torrenti risultano incassati nei loro rispettivi alvei. Il T. Roburentello presenta un deflusso idrico molto minore rispetto a quello del T. Corsaglia, questo è dovuto bacino idrico minore rispetto a quello Corsaglia (Allegato 5 C - F15 e F16).

8.4 Caratterizzazione geotecnica dei terreni

La classificazione geotecnica dei terreni è stata effettuata mediante un rilievo speditivo eseguito lungo gli affioramenti rocciosi, le scarpate del fondovalle del torrente e sui versanti.

Nelle tre zone considerate troviamo i seguenti tipi di terreni:

a)Roccia in posto: si può fare riferimento alla classificazione di Bieniaski (1989), nella quale vengono rilevati alcuni parametri meccanici della rocca, come di seguito specificato:

La resistenza della roccia intatta è stata valutata assumendo un valore della resistenza a compressione uniassiale desunta dalla bibliografia scientifica.

Il parametro RQD, la spaziatura media dei giunti di frattura, la condizione dei giunti e le condizioni idrauliche sono state desunte mediante osservazioni sugli affioramenti rocciosi.

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In base ai rilievi, l’ammasso roccioso ricade nella classe III (condizione Discreto), alla quale corrispondono i seguenti valori dei parametri geotecnici fondamentali:

• ρ’ = 25°-35° (angolo di attrito).

• c = 200-300 kPa (coesione).

Si sottolinea, che i dati ottenuti, sono relativi alle osservazioni dello scrivente durante il sopralluogo diretto sul terreno e dai dati desunti in situazioni analoghe precedenti, essi devono pertanto essere considerati di tipo qualitativo e sono indicativi della situazione geotecnica generale dell’area in oggetto.

b) Terreni alluvionali attuali e antichi: la quasi totalità dei terreni interessati dall’opera in progetto ricade all’interno di questo tipo di formazione.

Per definire i parametri geotecnici dei terreni detritici ci si è basati sull’esperienza maturata in contesti analoghi e sui dati reperiti in letteratura.

Con riferimento alla classificazione USCS (Unified Soil Classification System - Sistema Unificato di classificazione dei Suoli - LAMBE eWHITMAN - 1981) escludendo le particelle di dimensione maggiori di 75 mm, i suoli considerati potrebbero essere classificati come GP (Ghiaia poco selezionata, miscele di ghiaia e sabbia con o senza fini) - GM Ghiaia limosa; miscele di ghiai-sabbia-argilla limo poco selezionato).

Da quanto finora affermato e utilizzando i valori reperiti in bibliografia si possono assumere, per una ghiaia-sabbiosa i seguenti valori di picco:

Materiale ϕpicco c (kN/m2) ϒd (kN/m3)

GHIAIA E CIOTTOLI 38° 0 17 - 19

c) Coltre eluvio colluviale: sono il rimaneggiamento superficiale delle formazioni sottostanti, sia di fondovalle sia lungo i versanti. Sono costituiti essenzialmente da materiali fini, quali argille-limose (localmente sabbiose), di colore grigio più o meno scuro ad un colore giallo-arancio.

Con riferimento alla classificazione USCS (Unified Soil Classificatio System - Sistema Unificato di Classificazione dei Suoli - LAMBE e WHITMAN - 1981) escludendo le particelle di dimensioni maggiori di 75 mm, i suoli considerati potrebbero essere classificati come ML-CL (Silt inorganico e sabbia finissima; sabbia fine siltosa o argilla leggermente plastica -

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Argilla inorganica di plasticità da bassa a media, argilla-ghiaiosa o sabbiosa, o siltosa; argilla magra).

Da quanto finora affermato e utilizzando valori reperiti in bibliografia si possono assumere, per un limo argilloso i seguenti valori di picco:

Materiale ϕpicco c (kN/m2) ϒd (kN/m3)

ARGILLE-LIMOSE 18° 1O° 15 - 18

Si sottolinea che i risultati a cui si è pervenuto devono essere considerati di tipo qualitativo e quindi indicativi della situazione geotecnica locale.

8.5 Circolazione delle acque sotterranee

Sulla base della ricostruzione dell’andamento geologico-strutturale dell’area, viene descritta brevemente la situazione idrogeologica della zona in esame.

Nell’area in esame, escludendo le rocce sui versanti, il valore della permeabilità per porosità dei depositi quaternari è sempre elevata o medio-elevata. Tali depositi presentano una falda di tipo libero alimentata da infiltrazione diretta e caratterizzata da forti escursioni connesse alle fluttuazioni idrometriche del corso d’acqua.

Non è stato possibile misurare la soggiacenza nell’area, ma si può supporre che la quota della falda si posizioni all’incirca alla quota del T. Corsaglia.

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9. EVENTO ALLUVIONALE 1994

Da tenere in considerazione per un’adeguata indagine geologica dell’are in esame, sono gli eventi alluvionali avvenuti negli ultimi anni, soprattutto quello del novembre 1994, particolarmente intenso e distruttivo.

L’evento del 5-6 novembre 1994, è da considerarsi tra i più gravosi dell’ultimo secolo con forti analogie all’evento del 1968. Le zone più colpite sono quelle della provincia di Cuneo, Torino, Biella, Vercelli, Alessandria e Asti. L’evento dell’ottobre 1996 durò circa 60 ore. La provincia più colpita fu quella di Cuneo. L’evento del 10-14 giugno 2000 ebbe una durata di 72 ore e ha interessato prevalentemente le province di Torino e Cuneo, in particolare le zone comprese tra l’alta val Susa e la Valle Pesio. L’evento del 13-15 luglio 2002, le zone più colpite sono state nel cuneese, in particolare le valli del monregalese, val Vermenagna e valle Gesso.

A tal proposito sono state visionate le riprese aere dell’evento alluvionale 1994, presso la sede Arpa di Cuneo. Di seguito vengono riportate delle possibili interpretazioni di tale fenomeno (Allegato 4 e Allegato 5).

9.1 Zona A

In questa zona l’evento alluvionale ha creato maggiori problemi per l’opera in progetto. Confrontando l’Allegato 4 (tratto dal “Quaderno n. 4 - Evento alluvionale del 5/6-11-1994), si può notare come l’evento in questione nell’area considerata abbia creato non pochi danni. In un edificio nelle vicinanze del ponte Reviglione (destra idrografica) l’acqua ha raggiunto sul p.c. (piano campagna) i 40 cm.

Nell’Allegato 5A sono state riportate sia le forme relative all’Allegato 4 sia una possibile interpretazione (le diciture usate nel testo sono le stesse riportate nell’Allegato 5).

Durante l’intero evento alluvionale il materiale smobilitato sia vegetale (alberi e altro) sia roccioso è stato abbondante. Da sottolineare come l’allora ponte Reviglione fosse molto più basso e con due pilastri sul corso d’acqua, rispetto all’attuale, molto più alto e con una sola campata (F4 - F6). Il materiale accumulato è risultato abbondante in tutta l’area (vedi immagini Allegato 3 - I1 e I5) e il ponte Reviglione (Pc) ha iniziato ad accumulare alla base creando un effetto “diga”. La furia dell’acqua, trovando l’alveo sbarrato ha esondato lateralmente, sia in sinistra idrografica sia in destra.

In sinistra idrografica la linea di deflusso (Df1) avendo particolare forza ha creato un’erosione, scavando all’interno dei depositi alluvionali di fondovalle e creando un’incisione (Sp5a e Sp5b - visibile ancora nelle ortofoto del anno 2006). A sottolineare il deflusso principale tra le sponde attuali e quelle nuove (Sp5b) si è creata un’ “isoletta” (Is).

Df1 ha continuato ad erodere fino al punto in cui ha individuato il rio (Rio) che scorre dalla vallecola a monte dell’abitato di Moline. L’incontro tra i tre deflussi (Df1, Rio e principale) ha creato nei pressi della confluenza un effetto vortice (V), il quale (a parere delle scrivente) ha creato le incisioni Sp4 e Sp3. Tale fenomeno è ben visibile nel punto Sp1 (destra idrografica) dove lo scorrimento del fiume (alveo attuale) presenta una differenza di ordini di terrazzo, alquanto diversi rispetto alle zone circostanti. Infatti in Sp2 le sponde presentano altezze pari a 4/5 m rispetto alla piana circostante. In

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Sp1 si nota che l’orlo di terrazzo si sdoppia in due terrazzi aventi altezze diverse (1/2 m) per ciascun ordine. Il primo denota lo scorrimento attuale del torrente, mentre il secondo rappresenta un orlo di terrazzo più antico ed è lo stesso visibile da foto-interpretazione (Sp3). L’incrocio tra i tre scorrimenti/deflussi oltre ad aver eroso le sponde in sinistra e in destra idrografica (Sp3 - Sp4) del Torrente Corsaglia, ha esondato creando la linea di deflusso Df3.

Nell’Allegato 5A, si riportano anche le zone di accumulo “abbondante/blando”, le quali possono essere un valido aiuto per capire quanto l’energia dell’acqua fosse più o meno grande. Per “blandi” si intende che l’energia di scorrimento fosse più alta, tendendo a portarsi via ogni tipo di materiale. Al contrario, “Abbondanti” vuol dire che l’energia delle acque fosse molto più scarsa di conseguenza tendeva a rilasciare i depositi lungo il suo tragitto. In definitiva si può notare come il maggior deposito si trovi proprio nei pressi del ponte Reviglione (foto nell’Allegato 3 - I1, I2, I4 e I5), soprattutto in destra idrografica (Df2), cosa che fa denotare come subito dopo essere esondato il Corsaglia, la forza delle acque si sia placata; tale fenomeno ha portato ad allagare la piana senza creare ulteriori danni, ma soltanto defluendo verso valle.

Quindi, le acque del T. Corsaglia hanno agito in modo totalmente differente nelle due sponde considerate. In sinistra idrografica la forza devastante è stata sicuramente molto maggiore (Df1, Sp5a e Sp5b), mentre in destra è stata sicuramente minore (Df2). Gli effetti dell’esondazione in sinistra ha influenzato anche la destra idrografica (Sp3 e Df3).

Come riportato dalla cartografia PAI, la zona in sinstra idrografica risulta avere un grado di rischio esondazione maggiore rispetto a quella in destra idrografica.

L’attuale ponte Reviglione presenta una campata unica e la “luce” è maggiore, dovuto ad un innalzamento dal pelo dell’acqua di circa 2 m (Allegato 5A - F4 - F6).

9.2 Zona B

In tale zona l’evento alluvionale non ha creato particolari danni.

Presso Loc. Martinetto la valle in questa zona presenta un restringimento, il che ha portato il T. Corsaglia a ritornare lungo il suo alveo di piena ordinario. In sinistra idrografica l’accumulo è decisamente maggiore che in destra idrografica, proprio in virtù della diversa conformazione morfologica e geologica (Allegato 5B).

L’effetto “imbuto” a monte di Loc. Martinetto ha fatto si che l’energia in uscita delle acque fosse più alta. Tale fenomeno ha portato alla distruzione del vecchio ponte e di parte della strada (S.P. 360) subito a valle di Loc. Martinetto (Allegato 4).

Più a valle di quest’ultimo tratto non vi sono particolare zone d’interesse per l’opera in progetto.

9.3 Zona C

In questa zona non vi sono particolari effetti dovuti all’evento alluvionale del 5/6-11-1994.

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L’unica zona d’interesse risulta essere quella posta a N della cartiera, in corrispondenza della confluenza del T. Roburentello nel T. Corsaglia. Il Roburentello ha creato un orlo di terrazzo erodendo la sponda sinistra (Allegato 5 C - F15).

10. CLASSIFICAZIONE SISMICA DEI TERRENI

Per classificazione sismica si intende un sistema di normative che determina in che modo e dove gli edifici di nuova costruzione vanno costruiti secondo criteri antisismici, in modo da resistere senza crollare alle forze sismiche. Il rischio sismico è definibile come l’incrocio tra dati di pericolosità (definizione delle strutture sismogenetiche e capacità di caratterizzazione dell’eccitazione sismica ad esse associata), di vulnerabilità (capacità degli oggetti esposti di resistere alle sollecitazioni) e di esposizione (presenza sul territorio di manufatti a rischio).

Il sistema della classificazione sismica (e le mappe da esso previste) è finalizzato a fornire a chi costruisce un edificio nuovo un livello di riferimento convenzionale delle forze sismiche rispetto al quale gli edifici vanno progettati per poter rispondere alle sollecitazioni senza crollare. Un edificio antisismico può quindi danneggiarsi in caso di terremoto (anzi, nel caso di certe tipologie edilizie l’edificio “deve” danneggiarsi, poiché tale danneggiamento aiuta a scaricare l’energia sismica ed a impedire il crollo).

Detti criteri sono stati stabiliti dall’allegato al recente D.M. 14 gennaio 2008 “NORME TECNICHE PER LE COSTRUZIONI” come già la precedente O.P.C.M. 3274/2003 “Primi elementi in materia di criteri generali per la classificazione sismica del territorio nazionale e di normative tecniche per le costruzioni in zona sismica” nella quale venivano individuate 4 zone sulla base dei 4 valori di accelerazioni orizzontali (ag/g) di ancoraggio dello spettro di risposta elastico indicati nelle Norme Tecniche (allegati 2, 3,4 ).

Si riporta la tabella seguente ove ciascuna zona è individuata secondo valori di accelerazione di picco orizzontale ag, con probabilità di superamento del 10% in 50 anni.

ZonaAccelerazione orizzontale con

probabilità di superamento pari al 10% in 50 anni (ag/g)

Accelerazione orizzontale di ancoraggio dello spettro di

risposta elastico (ag/g)

1 > 0,25 0,35

2 0,15 - 0,25 0,25

3 0,5 - 0,25 0,15

4 < 0,05 0,05

Zone di classificazione sismica

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Secondo la D.G.R. 19/01/2010, n. 11-13058 “Aggiornamento e adeguamento dell’elenco delle zone sismiche (O.P.C.M. n. 3274/2003 e O.P.C.M. 3519/2006)” il Comune di Montaldo Mondovì e di Vicoforte Mondovì sono stati riclassificati in Zona III.

I terreni che caratterizzano l’opera in progetto sono ascrivibili a:

a) Zona A: la roccia risulta affiorante o al massimo coperta da un suolo di origine fluviale con spessori compresi tra i 2 m fino a 5/8 m.

• Categoria A: Ammassi rocciosi affioranti o terreni molto rigidi caratterizzati da valori di Vs30 superiori a 800 m/s eventualmente comprendenti in superficie uno strato di alterazione , con spessore massimo di 3 m.

• Categoria B: “Rocce tenere e depositi di terreni a grana grossa molto addensati o terreni a grana fina molto consistenti con spessori superiori a 30 m, caratterizzati da un graduale miglioramento delle proprietà meccaniche con la profondità e da valori di Vs30 compresi tra 360 m/s e 800 m/s (ovvero NSPT,30 > 50 nei terreni a grana grossa e cu,30 > 250 kPa nei terreni a grana fina)”.

b) Zona B: ricade in:

• Categoria A: Ammassi rocciosi affioranti o terreni molto rigidi caratterizzati da valori di Vs30 superiori a 800 m/s eventualmente comprendenti in superficie uno strato di alterazione , con spessore massimo di 3 m.

• Categoria B: “Rocce tenere e depositi di terreni a grana grossa molto addensati o terreni a grana fina molto consistenti con spessori superiori a 30 m, caratterizzati da un graduale miglioramento delle proprietà meccaniche con la profondità e da valori di Vs30 compresi tra 360 m/s e 800 m/s (ovvero NSPT,30 > 50 nei terreni a grana grossa e cu,30 > 250 kPa nei terreni a grana fina)”.

c) Zona C: per quanto riguarda la centrale e la condotta forzata:

• Categoria B: “Rocce tenere e depositi di terreni a grana grossa molto addensati o terreni a grana fina molto consistenti con spessori superiori a 30 m, caratterizzati da un graduale miglioramento delle proprietà meccaniche con la profondità e da valori di Vs30 compresi tra 360 m/s e 800 m/s (ovvero NSPT,30 > 50 nei terreni a grana grossa e cu,30 > 250 kPa nei terreni a grana fina)”.

Per la stima della pericolosità sisimica locale dovranno quindi essere utilizzati i seguenti parametri:

• Categoria di sottosuolo: A, B (in base alla zona d’interesse)

• Categoria topografica: T1 (superficie pianeggiante, pendii e rilievi isolati con inclinazione media > 15°)

• Classe d’uso edificio: Classe I

11. ASPETTI GEOLOGICO-TECNICI LEGATI ALL’OPERA IN PROGETTO

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Gli aspetti geologici-tecnici significativi per la realizzazione degli interventi in progetto da tenere in considerazione sono principalmente:

• Terreni di Fondazione

• Circolazione delle acque superficiali

• Stabilità dei fronti di scavo

11.1 Terreni di fondazione

Sulla base dei dati reperiti non vi sono particolari limitazioni per quanto riguarda il terreno di fondazione del fabbricato della centralina idroelettrica (Zona C). Risulta importante però, che i primi 50/70 cm di materiale eluvio-colluviale non vengano usati per impostare le fondazioni, in quanto presentano scarse capacità geotecniche.

Per quanto riguarda i terreni di imposta della condotta forzata e per le relative opere di presa (Zona A e Zona B), non vi sono particolari limitazioni dal punto di vista geologico e geotecnico.

Le verifiche di capacità portante dei terreni dovranno essere eseguite utilizzando i paramentri geotecnici dei terreni illustrati al punto 8 e tenendo conto della presenza della falda freatica.

11.2 Circolazione delle acque superficiali e sotterranee

Le realizzazione delle opere in progetto non comporterà modificazioni negative alla circolazione delle acque sotterranee.

Nella zona A, la particolare posizione della vasca di carico, trasversale rispetto al corso d’acqua principale e la sua forma allungata non creano particolari problemi al deflusso idrico sotterraneo.

Per quanto riguarda il deflusso delle acque superficiali, particolare attenzione dovrà essere prestata alla loro regimazione, garantendone un idoneo deflusso verso la rete di smaltimento principale, evitando la formazione di zone di ristagno e fenomeni di erosione concentrata, soprattutto nella zona della centralina idroelettrica (Zona C).

11.3 Stabilità dei fronti di scavo

La stabilità dei fronti di scavo rappresenta la maggiore problematica di carattere geologico-tecnico collegata alla realizzazione delle opere in progetto. Infatti la realizzazione dell’intervento comporterà la creazione di fronti di scavo aventi un’altezza superiore ai 6 m circa (Zona A). Nella zona B, cioè lungo tutto il tratto della condotta forzata l’altezza sarà pari a 3,5 m per larghezze di 4 m. Nella zona C la quota d’imposta delle fondazioni della centralina idroelettrica risulta pari a 5,5 m.

La fase di progettazione esecutiva dovrà prevedere una serie di verifiche di stabilità a breve termine, utilizzando i paramentri geotecnici dei terreni illustrati al punto 8.

In relazione ai risultati emersi dalle verifiche, si valuterà l’ipotesi di realizzare opere provvisionali di sostegno o, in alternativa, eseguire gli scavi a campione, con fronti di idonea pendenza che garantiscano sufficienti condizioni di stabilità.

In ogni caso si dovrà evitare di eseguire i lavori in periodi di pioggia intensa, avendo cura lasciare gli scavi aperti solo per il tempo strettamente necessario all’esecuzione dell’opera in progetto.

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12. ANALISI DEL TRACCIATO E INDICAZIONI PROGETTUALI DI DETTAGLIO

Viene di seguito descritto, zona per zona, un’analisi dettagliata del tracciato e le particolari problematiche riscontrate.

12.1 Zona A (Allegato 5A)

In quest’area viene considerata la parte iniziale dell’opera in progetto, quale la traversa sul T. Corsaglia, la vasca di carico, canale di restituzione sul torrente e parte della condotta forzata.

a) A1: qui si trova posizionata la traversa sul T. Corsaglia e relativa vasca di carico. Da quanto enunciato nella presente relazione tecnica, dal punto di vista geologico non vi sono particolari problematiche.Si può notare come la traversa è posizionata poco più a monte del rio (Rio) che giunge dalla vallecola a monte di Moline, questo non crea problematiche particolari per il deflusso idrico e nessuna contro indicazione particolare per la struttura in progetto. Lo scavo per la posa in opera della vasca di carico interesserà, per la maggior parte i depositi quaternari, anche se non si esclude la possibilità di roccia, vista lo scarsa potenza dei depositi quaternari in tutta l’area di studio. Tutta l’opera, in questa zona risulta completamente interrata e questo agevola il deflusso delle acque superficiali in caso di piene straordinarie (come quella del novembre del 1994).

b) Tratto A1-A2: coinvolge il tratto pianeggiante dall’opera di presa fino alla Strada Provinciale 360. Gli scavi verranno impostati sui sedimenti quaternari fluviali del T. Corsaglia. Anche in questo caso non vi sono particolari problematiche relative alla posa in opera della condotta.

c) Tratto A2-A3: comprende l’attraversamento stradale da parte della condotta forzata e la successiva imposta lungo il ciglio destro della S.P. 360.

12.2 Zona B (Allegato 5B)

d) Tratto B1(≣A3)-B2: il primo tratto di scavo risulta impostato in roccia. Successivamente lo spessore della coltre eluvio-colluviale potrebbe aumentare, lungo tutto il ciglio stradale. Poco prima del punto B2 lo scavo sarà nuovamente in roccia (dolomie dell’Unità di Villanova).

e)Tratto B2-B3: lo scavo per la posa della condotta forza comprende tutto il tratto dell’attuale canale (non in uso) di proprietà della cartiera. Non vi sono particolari problematiche di tipo geologico-tecnico per la posa in opera della condotta. A ridosso della pendio lo scavo potrebbe interessare il substrato roccioso (Allegato 5B - F12).

11.3 Zona C (Allegato 5C)

f) Tratto C1(≣B3)-C2: dal punto di vista geologico-tecnico la posa in opera della condotta forzata non comporta problematiche particolari in questo tratto. Poco prima della punto C2 la condotta forzata intercettarà la condotta dell’acquedotto (Comune di Torre Mondovì), in questo caso si dovrà porre attenzione a mantenersi alla giusta distanza.

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g) C2: la centralina idroelettrica verrà impostata in questo punto. Per la posa delle fondazioni si dovranno tenere conto dei parametri geotecnici descritti al punto 8.2, relativi alla depositi quaternari del fondovalle del T. Corsaglia e eventualmente del T. Roburentello e si dovrà evitare di impostare le fondazioni sul primo strato superficiale (coltre eluvio-colluviale) con scarse o nulle caratteristiche geotecniche.

h) Tratto C2-C3: la posa della condotta forzata interesserà i depositi quaternari del T. Corsaglia. In corrispondenza della zona di restituzione il letto del T. Corsaglia presenta una pendenza molto blanda e risulta incassato nei depositi alluvionali quaternari.

Da sottolineare che per tutti gli scavi, viste le altezze considerevoli delle scarpate si dovranno tenere conto delle indicazioni descritte al punto 11.3

Per la posa in opera di tutte le strutture descritte nella relazione e negli elaborati tecnici progettuali si dovranno tenere conto dei parametri geotecnici descritti al punto 8, escludendo sempre il primo strato, di spessore variabile, costituito dalla colte eluvio-colluviale.

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13. CONCLUSIONI

Da quanto esposto dal punto di vista geologico-geotecnico non ci sono particolari problematiche per l’esecuzione dell’opera in progetto.

Si sottolinea che se in corso d’opera, fossero riscontrate variazioni stratigrafiche significative rispetto a quanto appurato oppure modificazioni ulteriori al progetto, si renderanno necessari ulteriori approfondimenti.

Frabosa Soprana, 26 settembre 2013

Dott. Gabriele Bruno

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ALLEGATI

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ALLEGATO 3 - IMMAGINI DI ARCHIVIO (BDG)

Immagine 1: vista da monte della sponda destra del Torrente Corsaglia (sullo sfondo Moline) del ponte Reviglione danneggiato.

Immagine 2: vista da Moline del ponte Reviglione danneggiato

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Immagine 3: particolare strada di accesso al ponte Reviglione asportata.

Immagine 4: accumulo vegetale durante la piena (sponda destra torrente Corsaglia, in prossimità del ponte Reviglione (vista da monte verso valle).

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Immagine 5: accumulo vegetale sulla fondovalle Corsaglia (vista da valle verso monte).

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REGIONE PIEMONTE

SETTORE PREVENZIONE DEL RISCHIO GEOLOGICO METEOROLOGICO E SISMICO

Quaderno n° 4

EVENTO ALLUVIONALE DEL 5-6/11/1994

Processi di dissesto ed effetti indotti nell'area delle "Valli Monregalesi" (T. Ellero, T. Maudagna, T. Corsaglia medio - superiore)

con integrazioni relative a processi precedenti o posteriori a tale data

moletta
STRUTTURA DI STUDI E RICERCHE BANCA DATI GEOLOGICA GIUGNO 1996
moletta
moletta
moletta

REGIONE PIEMONTE

SETTORE PREVENZIONE DEL RISCHIO GEOLOGICO METEOROLOGICO E SISMICO

Quaderno n° 4

EVENTO ALLUVIONALE DEL 5-6/11/1994

Processi di dissesto ed effetti indotti nell'area delle "Valli Monregalesi" (T. Ellero, T. Maudagna, T. Corsaglia medio - superiore)

con integrazioni relative a processi precedenti o posteriori a tale data

A cura della Struttura di Studi e Ricerche Banca Dati Geologica

Ufficio di Mondovì

Responsabile: Gianfranco Susella Consulenti: Flavio Bauducco Vincenzo Latagliata Stefano Rinaldi In copertina: Valle Corsaglia: il ponte Soprano, antica struttura a più arcate, distrutto dalla piena.

ZONA A

Fotografia 1: tratto pianeggiante dove verranno impostati i locali dell’opera di presa.

Fotografia 2: sponda Dx Torrente Corsaglia - punto SP1 (vedi carta)

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Zona A

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Locale opera di presa

Fotografia 3: punto SP2 - si intravede il Torrente Corsaglia sulla Dx - altezza sponda 4/5 m.

Fotografia 4: ponte Reviglione (ricostruito dopo evento alluvionale 1994) - Campata unica e l’altezza maggiore

rispetto al pelo libero dell’acqua.

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Zona A

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Fotografia 5: vista dal ponte Reviglione

Fotografia 6: spalla destra del ponte Reviglione - Linea di deflusso Df2 (vedi carta).

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Zona A

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Df2

Fotografia 7: panoramica prato antistante il locale opera di presa e indicazione tubazione.

Fotografia 8: zona dell’opera di presa.

Progetto per la realizzazione di un impianto idroelettrico sul Torrente Corsaglia

Zona A

Gabriele Bruno - Geologo - Via Vittorio Emanuele III, 76 - Frabosa Soprana (CN) - C.: 347 3204088

Tubazione

Df2

ZONA B

Fotografia 9: particolare strada con tubazione.

Fotografia 10: bivio per Moline e particolare strada, tubazione e roccia (dolomie) in posto.

Progetto per la realizzazione di un impianto idroelettrico sul Torrente Corsaglia

Zona B

Gabriele Bruno - Geologo - Via Vittorio Emanuele III, 76 - Frabosa Soprana (CN) - C.: 347 3204088

Tubazione

Roccia in posto

Tubazione

Roccia in posto

Fotografia 11: panoramica tubazione nel canale esistente (sovrapposizione nuova tubazione) e zona Ee (vedi

carte).

Fotografia 12: tratto di canale esistente (sovrapposizione tubazione) e roccia in posto.

Progetto per la realizzazione di un impianto idroelettrico sul Torrente Corsaglia

Zona B

Gabriele Bruno - Geologo - Via Vittorio Emanuele III, 76 - Frabosa Soprana (CN) - C.: 347 3204088

TubazioneZona Ee

Tubazione

Canale esistente con bordo in cemento

Roccia in posto

Fotografia 13: particolare attraversamento strada del canale esistente.

Progetto per la realizzazione di un impianto idroelettrico sul Torrente Corsaglia

Zona B

Gabriele Bruno - Geologo - Via Vittorio Emanuele III, 76 - Frabosa Soprana (CN) - C.: 347 3204088

ZONA C

Fotografia 14: ubicazione centrale, tubazione e linea acquedotto.

Fotografia 15: Torrente Roburentello.

Progetto per la realizzazione di un impianto idroelettrico sul Torrente Corsaglia

Zona C

Gabriele Bruno - Geologo - Via Vittorio Emanuele III, 76 - Frabosa Soprana (CN) - C.: 347 3204088

Tubazione

Centralinea

Acquedotto

Fotografia 16: confluenza Torrente Roburentello nel Corsaglia.

Progetto per la realizzazione di un impianto idroelettrico sul Torrente Corsaglia

Zona C

Gabriele Bruno - Geologo - Via Vittorio Emanuele III, 76 - Frabosa Soprana (CN) - C.: 347 3204088