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numero208 del25 febbraio 2011 pag18
anni di giornalismo corsaro un record per Vicenza
speciale
2006,si parte con entusiasmo (e un po’ d’ingenuità)
Cinque anni
vissuti peri-
colosamente.
V i c e n z a P i ù
nacque come
s e t t i m a n a le
per la “lucida
follia” - così
la chiamò in
seguito lui
stesso - di
Giovanni Co-
viello, allora
patron della
squadra di
volley citta-
dina. Editore
che veniva
dallo sport e
non vicever-
sa, assunse
la direzione
editoriale e impresse immedia-
tamente al giornale il carattere
che lo contraddistingue: irre-
golare, vivace, a volte umorale,
ma sempre responsabile. Il nu-
cleo storico della redazione era
presentato nel gracile ma eroico
numero 1 del 25 febbraio 2006
con tanto di “faccine” disegna-
te dal grafico Ilario Toniello
per ciascun
componente:
Luca Mat-
teazzi (che
veniva da
una dura
palestra di
cronista nel
C o r r i e r e
del Veneto),
Andrea Ge-
nito (colla-
boratore del
G a z zet t ino,
de Il Vicen-
za nonché di
alcune radio
e televisio-
ni) e il sotto-
scritto (che
come Toniel-
lo avevo fat-
to gavetta nel
settimanale Vicenza Abc, chiu-
so circa un mese prima). Agli
albori il nuovo giornale dalla
fascetta rossa in prima pagina
pareva timido, perché scontava
la nostra inesperienza, era ap-
pesantito da pagine regionali
ed economiche esterne e l’impa-
ginazione e il disegno erano un
po’ spenti. Ma i pezzi, a detta di
chi li leggeva, erano ben scritti,
e in terza di copertina faceva già
capolino la volontà di rendersi
diversi con
la rubrica
Vicen zaP iù
Viva dedica-
ta a nascite,
m a t r i m o n i
e lauree (di
contro alla
t radiz iona-
le, plumbea
pagina dei
morti). Se-
guirono via
via le ru-
briche Don-
ne, Scuola,
Giovani e
A z i e n d e ,
e la prima
inchiesta a
più mani,
nel quarto
numero, sul far west di viale
Vecchia Ferriera. Si aggiunsero
poi i collaboratori fissi Giuliano
Corà per il cinema (destinato a
diventare una colonna portante
nelle opinioni) e Giovani Maga-
lotti per i libri. Ci si buttò pre-
sto a testa bassa nelle faccende
della politica cittadina, vista
soprattutto in funzione degli
i n t e r e s s i
e c o n o m i c i
che la con-
d i z i o n a n o
specialmen-
te in ambito
urbanistico.
Ma fiocca-
vano anche
i servizi su
temi più pop
come il bu-
siness mol-
to vicentino
del sesso a
p a g a m e n t o
e delle lap
dance. Le
prime “bot-
te” assesta-
te dal duo
M a t t e a z z i -
Mannino ri-
guardarono la mancanza di os-
sigeno nell’informazione locale
monopolizzata dal Giornale di
Vicenza (giugno) e battaglie di
nicchia come il rilievo dato al
referendum del 10 settembre
per introdurre la democrazia
diretta nello statuto del Comu-
ne. Il principio di fondo era dare
voce a tutti ma soprattutto a chi
ne aveva meno, senza mostrarsi
ipocriti nell’edulcorare la pro-
pria. Quell’anno al governo del-
la città c’era il centrodestra del
sindaco Hüllweck, e VicenzaPiù
gli faceva le pulci come deve
fare un vascello corsaro nel
mare grigio di un capoluogo di
provincia. Si parlava al target
degli addet-
ti ai lavori,
ad esempio
con la serie
di ritratti-
interviste ai
parlamenta-
ri vicentini
firmati dal
g i o r n a l i s t a
romano Pa-
squale Di
Santillo, ma
si cercava
pure di ag-
ganciare il
lettore co-
mune de-
sideroso di
c o n o s c e r e
un punto di
vista critico,
spiazzante, stimolante. Di qui
l’intervista doppia (idea mu-
tuata dal programma “Le Iene”)
e il personaggio settimanale,
entrambe rubriche orientate a
scovare personalità outsider e
ai margini della grossa stampa.
Diversità era il nostro motto, e
via allora con pagine di satira,
con il bisturi affondato in casa
leghista (l’inchiesta sugli auto-
nomisti esterni e avversari del
C a r r o c c i o ,
che ebbe
una certa
eco), con la
ricerca di
r a p p r e s e n -
tare realtà
dimenticate
(approfondi-
mento sulla
vita degli
anziani vi-
centini, n°
39 del 16
dicembre), e
con lo sguar-
do all’insù
s e n t e n d o
g i o r n a l i s t i
n a z i o n a l i ,
ma di razza
berica, come
Paolo Madron. Il primo anno si
chiuse con l’arrivo di Tommaso
Quaggio, incaricato di curare lo
sport, e la consapevolezza, pur
fra le difficoltà iniziali, di esse-
re una squadra. Non sapevamo
cosa ci attendeva…
2007, si fa sul serio(e diamo fastidio)
A s se st ato s i
a 24 pagine,
il settima-
nale riorga-
nizzava la
sua scansio-
ne interna
raggruppan-
do le pagi-
ne sportive
nel l’ inser to
V ic e n z a P iù
Sport. L’oc-
chio ai fatti
n a z i o n a l i
trovava spa-
zio nella ru-
brica “Sala
stampa” (poi
“ E d i c o l a” ) ,
r i s e r v a t a
alla ripresa dai grandi media
di un articolo originale e con-
troverso, e abbellendo l’ultima
pagina con citazioni divertenti
o icastiche tratte dal torrente di
dichiarazioni su giornali e tv.
ViPiù accentuava la sua linea
aggressiva mese dopo mese.
Coniò la definizione, in segui-
to universalmente adottata,
di “editto rumeno” per il nul-
la osta con cui l’allora premier
Prodi rese
pubblico il
via libera
del gover-
no di cen-
trosinistra
alla base
a mer ic a n a
Ederle 2 (in
quello stes-
so numero,
il 42 del 20
gennaio, mi
piace ricor-
dare un’in-
t e r v i s t a
grazie a cui
ebbi l’onore
di essere a
tu per tu col
c o m p i a n -
to filosofo
Franco Volpi). Si accapigliava,
e giustamente, sulle lotte di
potere andando a sfruculiare i
di Alessio Mannino
5
numero208 del25 febbraio 2011 pag19speciale
potentati economici della cit-
tà. Come quando si andò a in-
tervistare, io e il direttore, un
t o r m e n t a t o
Marcello Ce-
staro della
U n i c o m m
(febbraio). Il
costo di 50
c e n t e s i m i
ogni sabato
in edicola
e la pubbli-
cità che si
r ac c o g l ie v a
sudandosela
giustif icava-
no almeno
un’informa-
zione sociale
nel senso più
ampio della
parola: come
servizio al
cittadino-let-
tore. Di qui il focus sulla preca-
rietà, sulle imprese in crisi, su
esempi di vitalità civica come il
presidio contro la zincheria di
Rosà e il tasto premuto su idee
alternative. A febbraio la prima
candelina fu festeggiata con un
titolone for-
te in prima
(“Mortadella
alla vicenti-
na”, riferito
ov v ia mente
a Prodi) e
con un edi-
toriale della
nuova fir-
ma Stefano
Ferrio che
si compli-
mentava con
i «razioci-
nanti sgob-
boni, ribaldi
quanto ba-
sta» che or-
mai «aveva-
no imparato
il mestiere». E da marzo, in
particolare, il via a inchiesto-
ne, magari ancora un po’ rozze
ma di peso, come lo sbugiarda-
mento della truffa Tav (n° 52),
la doppia puntata (n° 53-54) sui
poteri forti con al centro Assin-
dustria, le tresche d’affari in-
torno ad Aim
(n° 56). In
aprile la pe-
nultima pa-
gina ospita
una rubrica
fra il serio
e il faceto,
dal longane-
siano titolo
“ C a r c i o f i n i
s o t t ’o d i o ” ,
con cui mi
d i v e r t i v o
a prendere
per i fondel-
li pratica-
mente tutti.
Intanto nel
gruppo dei
collaboratori
entra perfino una vignettista:
Valentina Rosset in arte “Felix”.
A giugno fece scalpore una let-
tera di Giuliano Zoso, ex edito-
rialista della Domenica di Vi-
cenza e del Corriere del Veneto,
che fece sobbalzare sulla sedia
il direttore
del Giorna-
le di Vicen-
za, Giulio
A n t o n a c c i ,
accusato di
essere il ti-
moniere di
una specie
di «pravda».
Ci eravamo
“g u ad a g n a-
ti” qualche
radicata an-
tipatia, e ai
potenti che
si negava-
no ai nostri
t a c c u i n i
( Hü l l w e c k ,
Calearo ai
tempi capo
dei confindustriali, la leghista
Dal Lago presidente della Pro-
vincia) facevamo sapere cosa
avremmo loro domandato nelle
“interviste impossibili” (giu-
gno). L’attenzione al tema dei
salotti buoni e degli scontri di
palazzo era
il cavallo di
battaglia che
c ava lc avamo
forse con un
poco d’inco-
scienza ma
con since-
ra onestà, e
c o s t i t u i s c e
ancor oggi
il leit motiv
d ’ e l e z i o n e .
Non mancava
il gusto per
l’ironia: cito
come miglior
s c a m p o l o
lo spasso-
so paginone
del 28 luglio
coi “Simpsons vicentini” (Ho-
mer-Beppe Rossi, Reverendo
Lovejoy-Nosiglia, Kent Brock-
man-Ancetti, Ned Flanders-
Giuliari). A settembre entrano
nel team, specializzati nello
sport ma talvolta in azione in
altri settori, Paolo Mutterle e
G i a n f r a n c o
Galanti. Le
c o p e r t i n e
si fanno più
efficaci e
s u c c u l e n t e ,
come quella
che spiattel-
lava davanti
al naso dei
lettori una
tagliata di
carne a sim-
b o l e g g i a r e
il taglio dei
posti nei cda
pubblici (6
ottobre, n°
74). Nello
scorcio fina-
le dell’anno
ci si espande includendo notizie
di Asiago, Bassano, Ovest e Alto
Vicentino.
2008,andiamo forticome treni
Il 2008 si apre con il moltipli-
carsi di collaborazioni: sia di
giovani talenti (Andrea Alba,
Giulio Todescan) che di opinio-
nisti prestigiosi (Francesco Di
Bartolo, Matteo Rinaldi, Alber-
to Belloni). Il primo numero, del
12 gennaio, spara due cartucce
mica male: il retroscena sulla
guerra fra Zonin della Banca
Popolare Vicentina e gli Amen-
duni re dell’acciaio Valbruna, e
la lente d’ingrandimento sull’in-
f luente ruolo della forzista Lia
Sartori su nomine e appalti delle
Asl venete. Zoso, aggiuntosi nel
gruppo degli editorialisti, pic-
chia duro su politica e informa-
zione. E’ un continuo crescendo:
a gennaio il giramondo Daniele
Binaghi comincia a scrivere vi-
vidi reportages dai quattro an-
goli del pianeta, Alba firma un
profetico servizio sulle comu-
nità montane destinate alla fal-
ce, nel n°90
chi scrive
pubblica lo
scoop sul
f a m i g e r a -
to “piano
Borra” (con
tutta proba-
bilità all’ori-
gine della
caduta del
cda Aim di
Rossi&co), a
marzo Mat-
teazzi sforna
un’inchiesta
sugli sfrat-
ti, ad aprile,
una settima-
na prima del
doppio voto
per le comunali e le politiche, il
nostro è il giornale distribuito
in occasione della calata a Vi-
cenza di uno straripante Beppe
Grillo ed è l’unico che senza fare
la verginella fa “outing” metten-
do nero su bianco le preferenze
elettorali di coloro che vi scrivo-
no. A maggio
il buon Luca
fa luce sul-
lo scempio
delle cave in
provincia, a
giugno inter-
visto Gian-
ni Giglioli,
ex advisor e
allora asses-
sore del neo-
sindaco Va-
riati, che per
la prima vol-
ta consegna
la sua verità
a l l ’o p i n i o -
ne pubblica
s u l l ’a f f a r e
A i m - M a r -
ghera. Alba cucina per bene le
cooperative, che paiono aver
perduto l’antico rispetto per
i lavoratori, e a giugno, dopo
la morte dello scrittore Mario
Rigoni Stern, Corà gli dedica
uno struggente e penetrante
ricordo. Aim continua a tenere
banco e diamo
due pagine
a una lunga
i n t e r v i s t a
all’ex presi-
dente Rossi
(«sono stato
usato», era la
sua tesi). Ar-
riva l’estate,
io scrivo una
sorta di sar-
castico addio
all’ex primo
c i t t a d i n o
Hüllweck (“il
s e g r e t a r i o
p a r t i c o l a r e
del segreta-
rio particola-
re”, ossia del
ministro Bondi fedelissimo di
Berlusconi) e l’ultimo “carciofi-
no”. Al rientro dalle ferie la svol-
ta grafica. Potenziata la parte
pubblicitaria, l’aspetto diventa
più gradevole, il colore domi-
nante, la titolazione più grande
e squillan-
te, la carta
di migliore
qualità. La
prima pagina
viene rivolu-
zionata: abo-
lito il fondo
in alto a si-
nistra, sosti-
tuito da un
corsivo non
firmato in
taglio basso
(“C i ac ole” );
la testata da
rossa passa a
blu; direttore
responsabile
diventa Mat-
teazzi, garan-
zia d’equilibrio. A pagina 3 ora
c’è sempre un biagista “fatto” in
primo piano, alla rubrica deno-
minata “popcorn” di Corà e Ma-
galotti si affianca la “movida”
(musica e spettacoli) affidata
alla scrupolosa Francesca Dan-
da, in penultima un “botta e ri-
sposta”, tipo
questionario
di Proust,
a un perso-
naggio noto.
La sezione
opinionist i-
ca è suddi-
visa a rota-
zione fra le
quattro fir-
me di punta,
una a setti-
mana (Corà,
Di Bartolo,
Rinaldi e
Belloni), e
la rubrica
fissa, nuova
di zecca, in-
ventata per
dare sfogo alla vena polemica
del sottoscritto (“Dalla parte del
torto”). Le pagine salgono a 32,
si tenta di aumentare il volume
delle informazioni utili, delle
curiosità e delle notizie di ser-
vizio con l’inserto “L’Altro tem-
po”, con due pagine settimanali
sui quartieri,
e con gli spe-
ciali com-
m e r c i a l i .
S e g u it i a mo
a mettere a
segno buoni
colpi: Casa-
rini intervi-
stato dà la
sua visione
di no-global
f e d e r a l i s t a
(n° 120),
M a t t e a z z i
è autore di
una memo-
rabile in-
chiesta sulla
“provincia di
cemento” (n°
123), lo sport s’irrobustisce con
un altro giovane, Francesco Ca-
vallaro, il fotografo Marco Zor-
zanello porta in dote bellissimi
numero208 del25 febbraio 2011 pag20speciale
reportages visivi (il primo sui
campi nomadi, a dicembre). An-
diamo come
treni.
2009,fra conso-lidamentoe continu-ità
Pur con tut-
ti i nostri
limiti, le di-
vergenze in-
terne (quanti
altri giornali
possono per-
mettersele?),
le continue
r e s i s t e n z e
a pressio-
ni inaccettabili, che aggravano
l’asfissia del mercato pubblicita-
rio, il giornale all’alba del 2009
ha ormai una solida fama di in-
dipendente e simpatica canaglia,
guadagnandosi un suo posto nel
panorama vicentino. Facciamo il
possibile per non lasciarci sfug-
gire un rumor, un non-detto o
u n ’ i n i z i a t i -
va fuori dai
canoni e ci
c o s t r u i a mo
u n ’a n a l i s i ,
un’inchiesta,
un affondo.
La presunta
“congiura dei
pazzi” della
corrente più
m o d e r a t a
del Pd con-
tro Variati la
reg ist r iamo
seduta stan-
te tramite il
discolo con-
sigliere co-
munale Luca
Balzi (genna-
io), la provocatoria campagna
contro Palladio dei giovani archi-
tetti la sottolineiamo con soddi-
sfazione, a febbraio bocciamo con
largo anticipo le mire assessorili
di Claudio Cicero scopertosi con-
trario al Dal Molin americano e
contemporaneamente iniziamo
a segnalare i
sintomi della
crisi del mo-
vimento No
Dal Molin.
Il terzo anno
di vita (n°
138) viene
salutato con
una testata
web, Vicen-
z a p i u . c o m ,
r i n n o v a t a
e maggior-
mente inte-
rattiva, che
oggi, quoti-
dianamente
ag g ior nat a ,
c o s t i t u i s c e
il fiore all’oc-
chiello di VicenzaPiù (pur aven-
do una gestione distinta insieme
alle quattro consorelle Schiopiu.
com, Thienepiu.com, Montec-
chiopiu.com e Bassanopiu.com).
Le incursio-
ni delle no-
stre penne
all’arrabbia-
ta spazia-
no dall’Aim
di Fazio-
li (“Quel
gran pezzo
dell’Emilia”)
alla denuncia
delle presen-
ze mafiose
( G u i d o t t o
dell’Osserva-
torio Veneto
A n t i m a f i a ,
Italia dei Va-
lori con Car-
lo Rizzotto),
il direttore
Matteazzi si spinge fino a sug-
gerire un ritorno all’agricoltura
come antidoto alla crisi economi-
ca, si cerca di smuovere le acque
stagnanti del dibattito pubblico
descrivendo Vicenza come una
“vecchia babbiona” senza gio-
vani audaci. A luglio si chiude
la prima metà dell’anno intervi-
stando Marco
Travaglio sul
b e r lu s c on i -
smo sempre
più impudico
e tracotante
e mandando
in stampa un
“Appello alla
dignità”, mio
e del free-
lance Marco
Milioni, che
vuol essere
un contral-
tare di pura
c o n t r a r i e -
tà alla base
a m e r i c a n a
rispetto al
m e r c a n t e g -
giante “Patto per Vicenza” di Ali-
fuoco e soci.
La galoppata è stata talmente a
perdifiato che quando torniamo
in edicola a settembre ci presen-
tiamo un po’ smagriti (16 pagi-
ne), ma sempre combattivi. Il 12
di quel mese riveliamo, grazie
a una fonte
anonima, che
in privato il
p r e s i d e n t e
della Provin-
cia, Titti Sch-
neck, non è
per niente fa-
vorevole alla
Ederle bis,
s m e n t e n d o
così la posi-
zione ufficiale
del suo par-
tito, il Car-
roccio. L’in-
teressato non
fa una piega,
ma neppure
s m e n t i s c e .
Alba in otto-
bre disegna la mappa delle zone
a rischio frane e alluvioni: letto
adesso, fa impressione. Alcune
rubriche se ne vanno, altre arri-
vano: hobby, finanza & mercati,
fiabe (a cura di un nostro affezio-
nato lettore, il professore Rober-
to Amato). Milioni, “testa calda”
dell’informazione sotto i Colli
Berici con il suo rovente blog “La
Sberla”, si aggiunge al gruppo.
2010-2011,la nave pirataè ancora in mare
E siamo a un anno fa. Fra le azien-
de che secondo gli inquirenti sono
coinvolte nel giro di fatture false
del “sistema Ghiotto” di Arzigna-
no c’è la Arco, un’immobiliare in
cui è presente il dominus privato
dell’autostrada Brescia-Padova,
Rino Gambari. Ebbene, il 30 gen-
naio 2010 uscì un nostro artico-
lo che spiegava il ruolo di questa
società nel business autostra-
dale. Come di regola, nessuno si
scompose. Questo per dire come
nel clima di una cittadina di pro-
vincia come Vicenza la reazione
abituale di fronte a fatti scomodi,
imbarazzanti o semplicemente
sgraditi, è il muro di gomma. Non
ce ne siamo mai fatti un proble-
ma, e abbiamo continuato a scan-
dagliare i bassifondi delle notizie.
Un filone che abbiamo seguito
parecchio fu appunto quello del
concia-gate, definito da Milioni
come un vero e proprio “sistema”
di corruzione (aprile). Nel frat-
tempo riportiamo come evento
significativo, dopo la presa della
Bastiglia di Assindustria da par-
te di Roberto Zuccato, l’avvicen-
damento alla direzione del quo-
tidiano assindustriale GdV fra
Antonacci e Ario Gervasutti. In-
tervistato nel
n° 190 a ini-
zio maggio,
il nuovo di-
rettore pro-
mette che il
suo non sarà
un giornali-
smo scritto
fra le righe,
cioè per po-
chi, poichè
«fra le righe
ci dev’essere
solo uno spa-
zio bianco».
Oggi quelle
parole, a no-
stro parere,
a t t e n d o n o
ancora di
trovare totale
compimento.
Non siamo teneri con l’ammini-
strazione Variati (vedi il dito pun-
tato contro l’inciucio fra Comune
di sinistra e Provincia di destra
sui centri commerciali all’ex Cis
e nel nuovo stadio previsto a Vi
Est, n°192) né ci creiamo pate-
mi d’animo a
criticare pe-
sa ntemente
i no-base se
lo riteniamo
giusto (la
mia lettera
aperta con-
tro il Parco
della Pace del
luglio scorso,
che ha mol-
to stizzito
il Presidio).
F r a t t a n t o
Coviello as-
sume con
r i n n o v a t a
de t e r m i n a -
zione la di-
rezione responsabile e consegna
quella editoriale a Matteazzi,
preparando il ritorno post-ago-
stano con un’edizione non più
settimanale ma quindicinale.
La crisi c’è per tutti, e si fa quel
che si può, ma decidiamo di non
abbandonare l’edizione cartacea
e potenziamo, aprendolo a tutti
ancora di più,
il web. Capo-
redattore è
Enrico Soli,
che viene dal
Ga zzet t ino.
Lui e Milio-
ni, con gli
editorialist i
Paolo Mele
Senior e Re-
nato Ellero,
f o r n i s c o n o
energie fre-
sche con cui
c o n t i n u a r e
l’av ventura,
che a ottobre
si estende
con apposi-
ti inserti ad
Arzignano-Montecchio e succes-
sivamente all’Ovest e all’Alto Vi-
centino (per il quale torna in pi-
sta anche Genito). Il resto, come
si suol dire, è storia degli ultimi
mesi (ricca di
inchieste ta-
glienti sul-
la “cricca”
veneta, sul
Vicenza Cal-
cio, su Aim-
Ecoveneta, di
ficcanti f lash
sul mondo
del lavoro a
firma di Lan-
gella, di spazi
più soft come
le pagine sul-
la “vicentini-
tà”. Conclu-
sione, molto
p e r s o n a l e .
Se dovesse-
ro chiedermi
qual è per me
il senso di VicenzaPiù, rispon-
derei con questa parola: rottura.
Ha rotto gli schemi, dimostran-
do che non ci dev’essere per forza
una cordata politicamente orien-
tata per dare vita a un newsma-
gazine a Vicenza. Ha rotto certe
uova nel paniere, facendo nomi
e cognomi
di centrali
di potere e
di consenso
g i u d i c a t e ,
d o c u m e n t i
alla mano,
troppo inva-
sive e per-
vasive. Avrà
rotto quindi
le scatole a
molti, ma in
modo dove-
r o s a m e n t e
bipartisan.
… e senza preconcetti e scelte di
campo. Se, però, VicenzaPiù è
ancora qui, nonostante tutto, su-
perando la soglia dei cinque anni
con lo sguardo rivolto in avanti,
col doppio delle copie, almeno
10.000 diffuse a numero, e con
oltre 110.000 utenti unici al mese
sul web, vuol dire che questa città
e questa pro-
vincia hanno
bisogno di
media sen-
za referenti
che non sia-
no i lettori.
Grazie a voi,
quindi, e agli
inserzionisti,
“coraggiosi”
ma gratifica-
ti dai nostri
stessi lettori,
una comunità
variegata ma
amante della
libertà in tut-
te le sue pur
contrastanti
sfaccettature.
Grazie per i nostri primi 5 anni.
E arrivederci ai prossimi.
Il direttore