2014 n.2 Cuore Amico

14
Periodico di informazione dell’Associazione Cuore Sano– Anno X IX -n.2 aprile-giugno 2014 ALL’INTERNO: CHE COSA SONO LE PALPITAZIONI IL NUOVO PACEMAKER INSERITO NEL CUORE I TEMPI DI TERAPIA A STENT INSERITI LA CANICOLA? ECCO COME FRONTEGGIARLA VENT’ANNI! BATTE BENE IL CUORE SANO!

description

Rivista trimestrale di informazione medica e cardiologica dell'Associazione Cuore Sano Onlus Roma Ospedale Santo Spirito, Dipartimento di Cardiologia

Transcript of 2014 n.2 Cuore Amico

Page 1: 2014 n.2 Cuore Amico

Periodico di informazione dell’Associazione Cuore Sano– Anno X IX -n.2 aprile-giugno 2014

ALL’INTERNO:

CHE COSA SONOLE PALPITAZIONI

IL NUOVO PACEMAKERINSERITO NEL CUORE

I TEMPI DI TERAPIAA STENT INSERITI

LA CANICOLA? ECCOCOME FRONTEGGIARLA

VENT’ANNI!BATTE BENE

IL CUORE SANO!

Page 2: 2014 n.2 Cuore Amico

Piccoli passi, ma sempre avanti.E’ qualcosa più di una battutaquella del primario della Car-diologia del S. Spirito, RobertoRicci, nel riepilogare – ad apri-

le, nella palestra gremita di pazienti – lastoria parallela del prestigioso repartoospedaliero e dell’Associazione CuoreSano che festeggiava i primi venti annidella sua attività di sostegno dell’attivitàospedaliera e di promozione delle politi-che di prevenzione cardiovascolare e diriabilitazione. Se l’Associazione è nata ed è cresciuta,questo si deve ad una intuizione del prof.Vincenzo Ceci (festeggiatissimo dai pre-senti) che è stato il primo responsabiledella Cardiologia, e che ha fatto dellariabilitazione uno dei cardini della curapost-degenza. Qualcuno in sala ha ricor-dato come, all’inizio, nell’impossibilitàdi reperire locali idonei nella vecchiastruttura dell’ospedale, i corsi di riabili-tazione si svolgessero in fondo ad un ca-merone della Unità sub-intensiva. Poi, aristrutturazione del S. Spirito compiutanel 2000, in occasione del giubileo, Cecirealizzò il gran colpo: assegnare alla pa-lestra il grande locale sino ad allora de-stinato ad ospitare la cappella.Ma già alla fine del 1992 era stata apertal’Unità di terapia intensiva, e due annidopo, con la costituzione di un effettivoreparto di Cardiologia, era stata creataanche la sub-intensiva. Un anno decisi-vo, il 1994: nasce l’Associazione CuoreSano, verrà rinnovato profondamente ilperiodico Cuore Amico e più tardi na-scerà anche il sito online www.cuore-sa-no.it. L’Associazione svilupperà l’intui-zione di Vincenzo Ceci dando corpo adun sistema integrato con la Cardiologiache dà frutti sempre più diversificati ma

sempre nell’obiettivo della riabilitazio-ne: l’esperienza, oramai decennale, dellaMontagnaterapia, le esperienze di Nor-dic Walking, le visite guidate (nel quadrodi attività in cui la cultura si lega al mo-to), la crescita del periodico e poi del sitocome strumenti funzionali alla diffusio-ne della cultura della riabilitazione.Sempre con la logica dei piccoli passi, esempre con il sostegno attivo dell’Asso-ciazione, nel frattempo la Cardiologia sistruttura come un polo multifunzionaledi eccellenza: ancora nel 2000 vieneaperto il reparto di emodinamica, essen-ziale per fronteggiare i casi, non infre-quenti, in cui è necessario applicare glistent agli infartuati. E dal 2009 il reparto

è attivo 24h: in qualsiasi momento, gior-no e notte, dal pronto soccorso si può tra-sferire lì un paziente per interventi im-mediati. (Il dr. Ricci, cui il prof. Ceci hapassato il testimone quando ha cessato ilservizio prestato con straordinaria gene-rosità, ha ricordato che oramai è la car-diochirurgia l’unica branca di cui il S.Spirito è priva: poco male, c’è una “al-leanza” con il Policlinico S. Camillo.)L’assemblea – che ha anche proceduto alrinnovo delle cariche sociali e all’appro-vazione del bilancio – ha mostrato unagrande consapevolezza dell’importanzadel traguardo raggiunto e delle potenzia-lità che si aprono per il futuro. Tanti au-guri, Cuore Sano!

3

20 anni e non li dimostra:batte bene il Cuore Sanodi Andrea Porzio*

di Rita Lucia Putini*

Rinnovate le cariche sociali dell’Acs

Alessandro Carunchio nuovopresidente dell’Associazione

Nel corso dell’assemblea del 16 aprile scorso, i soci dell’Associazione Cuore Sanohanno proceduto al rinnovo delle cariche sociali eleggendo nuovo presidente del-l’Associazione il dr. Alessandro Carunchio, che alla fine dell’estate lascerà per li-miti di età la responsabilità dell’Unità subcoronarica della Cardiologia del S. Spiri-to. Carunchio succede all’on. Aldo D’Alessio che ha retto per vent’anni la presi-denza dell’Asp e che lascia per motivi di salute. A D’Alessio l’assemblea ha tribu-tato un caloroso saluto approvando la proposta di nominarlo presidente onorariocome lo è già il prof. Vincenzo Ceci. Oltre al dr. Carunchio, sono nel Consiglio di-rettivo Aida Di Censo (vicepresidente vicaria), Paolo De Gregorio (tesoriere),Franco Ubaldi (assistente del tesoriere), Roberto Capparucci, Giuseppe Velati eGiovanni Bellini (iniziative esterne), Bruno D’Ancona e Nilde Zonno (tesseramen-to), Giorgio Frasca Polara (direttore di Cuore Amico), Luciano De Vita (risorseinformatiche). Del Comitato scientifico sono stati chiamati a far parte Roberto Ric-ci (presidente), Edoardo Nevola, Antonio Cautilli, Alessandro Danesi, GabriellaGreco, Francesca Lumia, Alessandro Totteri, Marco Renzi e Giulio Scoppola.In copertina una foto dell’assemblea, nel riquadro, da destra: il primario RobertoRicci, il prof.Vincenzo Ceci e il tesoriere Paolo De Gregorio

L’assemblea per festeggiare l’anniversario

Page 3: 2014 n.2 Cuore Amico

Le palpitazioni sono sensazioni di pulsazione riferite altorace o a zone adiacenti (collo, stomaco) in rapportocon il battito cardiaco, che normalmente non è avverti-to se non durante esercizi fisici intensi o forti emozio-ni. Il meccanismo che le genera è poco noto. Attraver-

so i nervi simpatici e il vago – sensori presenti nel muscolocardiaco, nel pericardio e nei grandi vasi – inviano segnali adaree cerebrali specifiche: talamo, amigdala, corteccia fronta-le. I battiti cardiaci riescono ad attivare questi sensori solo semolto rapidi, molto lenti, molto irregolari, o particolarmentevigorosi. Un “filtro” cerebrale sopprime i segnali più deboli,impedendogli di generare sensazioni. Un primo tipo di palpitazioni dura pochi attimi; quando si ri-presentano, ciò avviene dopo un tempo in cui non si avverteniente. Corrispondono alle extrasistoli, battiti anticipati che siinterpongono tra quelli normali, spezzandone la regolarità. Sesporadiche, sono normali in un cuore sano, e possono legger-mente aumentare per stress emotivi o sostanze stimolanti(caffè, fumo, ecc.), e in alcune fasi del ciclo mestruale. In cuo-ri malati (per ipertensione, coronaropatia, valvulopatie, mio-cardiopatie ecc.), la loro incidenza può essere alta: pur essen-do sempre innocue, sono allora la spia della cardiopatia sotto-stante, da individuare e curare.Il secondo tipo di palpitazioni sono quelle consecutive, che sisusseguono senza intervallo, imitando il cardiopalmo che av-vertiamo dopo una corsa. Per identificarle, è utile cercare ilpolso e contare i battiti in un minuto; possono aiutarci un fa-miliare o un misuratore automatico di pressione. Anche se lafrequenza supera quella abituale, si parla di tachicardia solooltre i cento battiti al minu-to. Da notare anche il mododi inizio e cessazione (bru-sca o graduale), la durata edeventuali fattori scatenanti:sforzo, stress emotivo, as-sunzione di farmaci o altresostanze ecc. Quando la frequenza è nor-male o poco aumentata, coninizio e fine graduali, è pro-babile che il normale mec-canismo del battito cardia-co sia intatto. Le palpitazio-ni possono dipendere allorada cause esterne al cuore,

che stimolano l’organo a battere con maggiore forza o fre-quenza. Tra queste cause la gravidanza, stati di ansia, panico,depressione, sostanze stimolanti (alcool, caffè, fumo, dro-ghe), farmaci (spray nasali, broncodilatatori, alcuni antispa-stici e antiipertensivi, agenti “dimagranti” ecc.), malattie dialtri apparati come febbre, ipertiroidismo, ipoglicemia, ane-mia, emorragie, disidratazione ecc. Alcune cardiopatie cheaumentano il volume di sangue espulso a ogni battito (insuffi-cienze valvolari gravi), o la forza di contrazione (ipertrofiamarcata), possono provocare palpitazioni prolungate senzaalterare il ritmo normale.Il cardiopalmo a frequenza elevata, con inizio e fine improv-vise, è probabilmente dovuto a un’aritmia. In questi casi ilnormale meccanismo del battito cardiaco è sopraffatto dameccanismi patologici che assumono il controllo dell’organogenerando ritmi anomali prolungati con frequenza elevata.Ricordiamo la fibrillazione atriale, comune negli anziani, euna varietà di tachicardie patologiche, che possono tutte cau-sare cardiopalmo persistente. Le palpitazioni intermittenti e gli episodi di cardiopalmo, ces-sati spontaneamente, vanno segnalati al medico di famigliache, esclusi i disturbi minori (extrasistoli sporadiche, stato an-sioso), orienta le indagini verso altri apparati o verso il cuore,richiedendo in tal caso visita cardiologica ed elettrocardio-gramma. Il cardiologo, nel sospetto di una cardiopatia sotto-stante o di un episodio aritmico maggiore, potrà prescrivereaccertamenti ulteriori: ecocardiogramma, test da sforzo, mo-nitoraggio ECG con Holter o event-recorder, studio elettrofi-siologico. Se il cardiopalmo non cessa entro alcuni minuti, bi-

sogna presentarsi in ProntoSoccorso, tramite il 118, sesi associano sintomi di de-terioramento del circolo(difficoltà di respiro, doloreal torace, debolezza, sveni-mento). L’elettrocardio-gramma in corso di sintomiesclude o conferma unacausa aritmica, consente diclassificarla e fornisce leinformazioni necessarieper un trattamento efficace.

* Dirigente medico Uoc Cardiolo-gia S.Spirito

4

Palpitazioni, cosa sono e comesi curano (ma solo se necessario)

di Edoardo Nevola*

Page 4: 2014 n.2 Cuore Amico

La canicola rappresenta il periododi caldo afoso e opprimente del-le ore centrali della giornata, ca-ratterizzato da alti valori di tem-peratura, umidità e assenza di

vento. Il nome deriva dal latino canicu-la (“piccolo cane”), ovvero la stella piùluminosa (Sirio) della costellazione delCane Maggiore, che sorge e tramontacon il Sole dal 24 luglio al 26 agosto.Oggi siamo abituati ad avere momentidi caldo anche al di fuori di questo stret-to intervallo di tempo ed il cardiopaticodeve sempre essere pronto a difendersidalle insidie insite nella canicola. Il caldo esercita due azioni principali: èun vasodilatatore, quindi abbassa lapressione; e aumenta la traspirazionecorporea (sudorazione) e quindi, oltre adabbassare la pressione, dà disidratazionecon perdita di sali minerali quali il potas-sio ed il sodio. Queste azioni del caldo sisommano ad alcuni farmaci che spessodevono essere assunti dal paziente qualii diuretici (perdita di liquidi e sali) e gliipotensivi (spesso vasodilatatori).L’azione combinata di caldo, sole e far-maci può causare, in casi gravi, la sin-drome da colpo di calore. Sintomi pre-monitori sono mal di testa, nausea, vo-mito, diarrea, vertigini, sensazione disvenimento, confusione, febbre conpelle calda e asciutta. Si può arrivare al-lo shock con pressione arteriosa bassa,polso e respiro accelerati. Cosa fare per prevenire tutto questo? Laprima cosa da fare è adeguare il dosag-gio dei farmaci alla situazione climati-ca ed ai valori pressori estivi, perciò ri-duzione sotto controllo medico di diu-retici e vasodilatatori. Essenziale poipiù liquidi (acqua in particolare) senzaaspettare di avere sete per bere. Se ilmedico, in presenza di particolari pato-logie, ha limitato la quantità di liquidi

da bere, chiedergli quanto si può bere inpiù quando fa caldo. Chiedere al medi-co indicazioni sui sali minerali da inte-grare. Evitare liquidi che contenganoalcool e/o caffeina o grandi quantità dizuccheri (bevande che spesso conten-gono pochi sali) aumentando la perditadi fluidi corporei. Non bisogna bere li-quidi troppo freddi. E’opportuno stare in casa o in zone om-breggiate e fresche e, se possibile, inambienti condizionati nelle ore di mag-giore insolazione. Utile ventilare l’abi-tazione attraverso l’apertura notturnadelle finestre (e chiusura nelle ore cal-de) e l’uso di ventilatori che fornisconorefrigerio solo se la temperatura am-biente è sopra i 35°C. Se si percepisceun surriscaldamento corporeo, aumen-tare la ventilazione o usare un condizio-natore se disponibile. Nelle ore più calde, è bene fare docce ebagni extra o recarsi in luoghi vicini incui vi sia l’aria condizionata (cinema,centri commerciali, biblioteche). Poche

ore trascorse in un ambiente condizio-nato possono aiutare l’organismo a sop-portare meglio il caldo. Anche l’abbi-gliamento gioca un ruolo importante.Indossare abiti leggeri: di cotone, lino oaltro ma non sintetici, di colore chiaro,non aderenti e anzi sciolti, per permet-tere la circolazione dell’aria sul corpo. Evitare esercizi fisici non necessari al-l’aperto o in luoghi non condizionati edevitare l’esposizione inutile al sole di-retto. Usare cappelli leggeri a tesa largao parasole, occhiali da sole e filtri solaricon protezioni ad ampio spettro. Nel ca-so in cui si debbano svolgere attività al-l’aria aperta, limitarle alle ore mattutinee serali; limitare gli sforzi fisici e, quan-do siano inevitabili, bere dai 2 ai 4 bic-chieri di bevande non alcoliche e quindiriposarsi in luoghi ombreggiati. L’alimentazione. Preferire pasti leggericon molta frutta e verdura fresca, qual-che gelato. Fare attenzione all’opportu-na conservazione dei cibi (una eventua-le diarrea in estate peggiora tutto quantogià detto). Non sostare in automobiliferme al sole né lasciare mai persone,specialmente bambini o anziani, né ani-mali domestici in auto o altri veicolichiusi. Telefonare all’autorità sanitarialocale o al Comune per saper se e dove,nelle vicinanze dell’abitazione, vi sonoappositi luoghi per il sollievo dal caldo.

* Dirigente medico Uoc Cardiologia S.Spirito

5

Qualche consiglio ai cardiopaticiper fronteggiare la canicoladi Alessandro Carunchio*

Page 5: 2014 n.2 Cuore Amico

La ricerca scientifica ha trovatosoluzioni tecniche per superarel’incompatibilità tra impianti dipacemaker (PM) e defibrillatori(ICD) e risonanza magnetica.

L’imaging mediante risonanza magneti-ca (MRI) è ormai diventato la scelta dielezione per lo studio morfologico e, piùrecentemente, anche funzionale, di moltitessuti umani, in particolare le strutturemolli. La rapida diffusione che questamodalità diagnostica ha incontrato negliultimi anni è legata alla capacità di forni-re immagini del corpo umano in tre di-mensioni ad altissima risoluzione, senzadover ricorrere all’utilizzo di radiazioniionizzanti. Parallelamente, nell’ultimodecennio, il numero di impianti di pace-maker e defibrillatori ha avuto un note-vole incremento e, nel 2010, in Italia sisono impiantati quasi 200 defibrillatoriper milione di abitanti (quasi il doppio ri-spetto al 2005). Questo notevole svilup-po ha però comportato anche una cre-scente attenzione nei confronti dei possi-bili disturbi che i sistemi di MRI possonogenerare sui dispositivi medici impianta-bili attivi (DMIA). La presenza di unDMIA come un pacemaker, uno stimola-tore neurale, un defibrillatore impianta-bile, ecc., ha da sempre rappresentatouna controindicazione, spesso anche as-soluta, all’esecuzione di una risonanza.La comunità scientifica ha manifestatonegli ultimi anni un notevole interesseper questo argomento, nel tentativo di in-dividuare soluzioni tecnologiche ed or-ganizzative capaci di estendere i beneficidella MRI ai pazienti portatori di DMIA. I risultati ottenuti dalla ricerca hannopermesso di analizzare meglio e di ridi-mensionare i rischi derivanti dall’incon-

tro di queste due tecnologie e di indivi-duare le soluzioni tecniche per eliminareo ridurre tali rischi, portando allo svilup-po di dispositivi (PM/ICD e elettrocate-tere) “MRI-conditional”, cioè compati-bili con la risonanza magnetica. L’indu-stria biomedicale ha pertanto progettatoe realizzato dispositivi con caratteristi-che strutturali tali da ridurre al minimogli effetti indotti dai campi magneticidella RMN, ed allo stato attuale, data lanotevole complessità dell’interazione trale due tecnologie, i dispositivi (PM/ICD)MRI-conditional sono in grado di garan-tire una notevole riduzione del rischioderivante da esami MRI, a condizione dirispettare specifiche condizioni di utiliz-zo, ovvero utilizzando risonanze magne-tiche con caratteristiche ben definite (ades. campo magnetico di 1.5 T), attivandola funzione “MRI-Conditional” nel di-spositivo del paziente da sottoporre all’e-same diagnostico, ed escludendo in ge-nere esami RM in zone particolarmente arischio (ad es. la RM della zona toracica).L’obiettivo finale della ricerca tecnologi-ca nel prossimo futuro sarà quello di rea-lizzare DMIA completamente “safe” enon più solo “conditional”, tali cioè dapoter essere utilizzati in completa sicu-rezza per qualsiasi tipologia e genere diesame di Risonanza Magnetica sia ne-cessario eseguire.Il nuovo pacemaker mini e senza fili.Nessuna tasca sottocutanea e nessunelettrocatetere, il pacemaker viene inse-rito con una procedura minimamente in-vasiva e senza incisione o protuberanza alivello toracico. E’ arrivato anche in Ita-lia Nanostim, il primo pacemaker almondo senza elettrocateteri che ha otte-nuto il marchio CE. Diversamente dai

6Viene inserito direttamente nel cuore senza incisione ma con catetere

Il nuovo pacemakerminuscolo e senza fili

di Luciano Pandolfo*

Page 6: 2014 n.2 Cuore Amico

pacemaker tradizionali, il cui impianto richiede un interventochirurgico invasivo, il pacemaker Nanostim (prodotto da St.Jude Medical) viene impiantato direttamente nel cuore tramiteuna procedura meno invasiva. Il dispositivo viene posizionatomediante un catetere manovrabile attraverso la vena femorale.Nanostim è stato progettato in modo tale da essere completa-mente recuperabile; si può riposizionarlo rapidamente durantela procedura d’impianto e recuperarlo successivamente se ne-cessario, come ad esempio per la sostituzione di routine dellabatteria. Il pacemaker leadless St. Jude Medical Nanostim ètalmente piccolo che viene impiantato interamente all’interno

del cuore, a differenza del pacemaker convenzionale, diecivolte più grande, che necessita invece di una tasca ricavata al-l’altezza della spalla e di un catetere che porta l’impulso elet-trico fino all’interno del cuore. “Questo è un cambiamentoepocale nella storia dell’elettrostimolazione e comporta unaprocedura con meno rischi di infezione per il paziente ed eli-mina i problemi legati all’usura e alla rottura degli elettrocate-teri”, ha affermato il prof. Fiorenzo Gaita, dell’AO Città dellaSalute e della Scienza di Torino.

* Dirigente medico Uoc Cardiologia S.Spirito

Anche quest’anno si è svoltoper gli studenti del Liceoclassico statale Luciano Ma-nara il corso teorico-praticosu Elementi di Primo Soccor-

so e Prevenzione Cardiovascolare. Sitratta di un corso pilota progettato dallaUoc Cardiologia dell’Ospedale S. Spi-rito. I ragazzi del quarto anno del liceo,nel pieno dell’età in cui si operano lescelte fondamentali sullo “stile di vita”,oltre a ricevere un’ampia informazionesui fattori di rischio coronarico con ri-guardo particolare a quelli modificabili,e conoscere tutti i danni arrecati da erra-te scelte (fumo, sedentarietà, obesitàetc.), apprendono gli elementi base diprimo soccorso in un’alternanza di le-zioni frontali con ausilio di filmati edesercitazioni pratiche.Lo scopo di questi incontri è quindi du-plice: oltre ad agire sulla prevenzione,mirano alla formazione di “first respon-ders” che, di fronte ad una situazione diurgenza/emergenza, siano informati ed

addestrati sull’importanza di un ap-proccio corretto e tempestivo: dal rico-noscimento dei sintomi, all’allertamen-to dei soccorsi, alle prime manovre uti-li. Il corso ha una durata di 4 ore ed an-che quest’anno ha visto la partecipazio-ne in massa dei ragazzi del 4° anno delLiceo Classico, con oltre cento presen-

ze. Dedicare una mattina ad una “lezio-ne di cuore”, come già ampiamente spe-rimentato all’estero, può far nascere laconsapevolezza nelle nuove generazio-ni di poter migliorare il futuro proprio edi chi circonda.

* Dirigente medico Uoc Cardiologia S. Spirito

Corso per la prevenzionenel Liceo Luciano Manaradi Antonello Cautili*

Si ringrazia la Abbott Vascular Knoll-Ravizzaper il sostegno economico

alla pubblicazione di questo giornale

Page 7: 2014 n.2 Cuore Amico

Recentemente in occasione di uno degli incontripsicoeducazionali con i pazienti – gli incontri chela Cardiologia del Santo Spirito organizza di con-certo con Cuore Sano Onlus –, uno di loro mi hachiesto, con tono un po’ arrabbiato, come mai a

lui, dopo un angioplastica coronarica con impianto di stentcoronarico medicato, avevamo prescritto la doppia terapiaantiaggregante piastrinica (cardioaspirina e Plavix) per dodi-ci mesi, mentre ad un suo amico, in un altro ospedale, sempredopo angioplastica con stent medicato, la doppia terapia an-tiaggregante era stata prescritta per soli tre mesi. La mia pri-ma reazione istintiva è stata quella di soddisfazione, perchémi faceva piacere che il paziente fosse attento alla sua terapiae scambiasse informazioni con i suoi amici circa la propriasalute e la terapia da seguire. Subito dopo però mi sonopreoccupato di accertarmi se allora il paziente avesse sospe-so la doppia terapia antiaggregante prima dei dodici mesi danoi consigliati. Rassicurato che il paziente avesse continuatodiligentemente la terapia prescritta, ho poi spiegato il motivodella differenza di prescrizioni tra i due casi. E la durata delladoppia terapia antiaggregante piastrinica dopo stent medica-to è l’argomento di questo articolo. Perché dopo l’impiantodi uno stent coronarico è necessario assumere una doppia te-rapia antiaggregante piastrinica? Il motivo è semplice ed è

legato al fatto che gli stent coronarici, costituiti da metallo,una volta impiantati vengono poi lentamente rivestiti (rico-perti) dallo strato di cellule della parete interna delle corona-rie (cellule endoteliali): in un certo senso vengono inglobatiall’interno della parete del vaso. Questo processo è però len-to, impiega alcuni mesi. Fino a quando uno stent non vienecompletamente rivestito dalle cellule endoteliali, e cioèquando è ancora parzialmente o totalmente nudo all’internodel vaso, stimola le piastrine circolanti ad aderire ed ad ag-gregarsi tra di loro per formare dei trombi proprio all’internodello stent. Ecco allora la necessità assoluta di bloccare l’attività dellepiastrine con ben due farmaci e ridurre pertanto il rischio diuna trombosi intrastent. La trombosi intrastent è un eventomolto serio che si manifesta clinicamente con un infartomiocardico acuto a prognosi severa. Ovviamente l’assunzio-ne di una doppia terapia antiaggregante incrementa il rischiodi eventi emorragici (in particolar modo emorragie gastroin-testinali), ma in generale il rischio legato alla trombosi intra-stent e alle sue conseguenze è molto maggiore di quelloemorragico e pertanto la quasi totalità dei pazienti a cui vie-ne impiantato uno stent riceve nei mesi iniziali una doppiaterapia antiaggregante. Lo sviluppo tecnologico di questi ul-timi ha portato all’introduzione di stent medicati di nuovagenerazione, che vanno incontro al processo di riendoteliz-zazione molto prima. A seconda dei diversi modelli di stent,dopo tre o sei mesi il processo di riendotelizzazione è com-pleto, e non più dopo dodici mesi come avveniva con glistent medicati di vecchia generazione. Questo vuol dire cheil rischio di trombosi intrastent si riduce dopo tre o sei mesi.Ecco allora la possibilità ragionevole di ridurre ugualmentela durata della doppia terapia antiaggregante. Ma allora perché al paziente avevamo prescritto una doppiaterapia antiggregante per dodici mesi? Forse perché al San-

to Spirito si impiantano stent di vecchia generazionee non i nuovi? Assolutamente no, al Santo Spiritovengono utilizzati gli stent più moderni ed effi-caci e il paziente in questione ne aveva ricevutouno di questi. Il perché è spiegato dal fatto che

la durata della doppia terapia antiaggregante do-po impianto di stent medicato non dipende sola-

mente dal tipo di stent usato, ma anche e soprattut-

8

I fattori che condizionano le curecon i farmaci antiaggreganti

di Roberto Ricci*

Variano i tempi di terapia dopo l’impianto di stent medicati

Page 8: 2014 n.2 Cuore Amico

to dal tipo di patologia coronarica che ha determinato il ri-corso all’angioplastica coronarica e all’impianto di stent. Sel’impianto è avvenuto in occasione di un evento cardiova-scolare acuto (angina instabile o infarto miocardico acuto) ilrischio di una nuova trombosi coronarica – e quindi di unnuovo evento cardiovascolare – permane alto, indipendente-mente dal tipo stent impiantato, per circa un anno. In tali cir-costante, studi scientifici hanno evidenziato il vantaggio intermini di minore mortalità e minore recidiva di infarto dal-l’assunzione protratta (dodici mesi) di doppia terapia antiag-gregante piastrinica. Viceversa se l’impianto di stent corona-rico medica non è avvenuto in occasione di un evento acuto,ma in una situazione di stabilità clinica (ad esempio anginada sforzo stabile) la durata della doppia antiaggregazionepuò essere molto più breve (tre o sei mesi) e dipendere in

questo caso dal tipo di stent medicato utilizzato. Pertanto perconcludere, la durata della doppia terapia antiaggregante (1-3-6-12 mesi) dipende dalla combinazione di due fattori: il ti-po di patologia coronarica (acuta o stabile) e il tipo di stentmedicato impiantato.Per tornare al nostro paziente, sebbene avesse ricevuto unostent medicato di ultima generazione a rapida riendotelizza-zione, che di per sé poteva consentire una prescrizione di so-li tre mesi di doppia terapia antiaggregante piastrinica, il fat-to che l’intervento sia avvenuto in occasione di un evento co-ronarico acuto, che di per se determina un rischio elevato direcidiva di trombosi coronarica nei dodici mesi, ci ha obbli-gato a prescrivere la doppia terapia per un anno.

* Primario Cardiologia S. Spirito

Questa è la storia illuminante diuna paziente discreta e assaigiovanile: Maria D’Arrigo,65 anni, marito e due figli, ar-redatrice. Alla signora D’Ar-

rigo dieci anni fa avevano sostituito unavalvola aortica (“magnifiche cure alloSpallanzani, al San Camillo e a Villa Be-tania”). Poi aveva cominciato la riabili-tazione nella palestra del Santo Spirito,prima tre volte alla settimana, poi due.Già, ma i suoi colleghi pazienti da un po’non la vedevano più in palestra. Poi,qualche mese fa, Maria è ricomparsa.

Che cos’era successo, dottoressa?«E’ successo che avevo creduto che, do-po anni di palestra, fosse venuto il momento di staccare. Insom-ma, l’anno scorso mi ero illusa di potere fare a meno della riabi-litazione. Mai illusione fu tanto pericolosa. Via via che passa-vano le settimane e i mesi senza venire in palestra, sentivo chequalcosa non funzionava: ero giù, fuori forma, ho avuto anchepaura. E dunque mi sono pentita di aver lasciato la palestra».

E così lei ci è tornata…«Si, ci sono tornata. Con qualche imba-razzo e timore, non lo nego. Temevoche, dopo una lunga assenza fossi, comedire?, rifiutata, respinta. E invece no.Sono stata accolta con grande disponi-bilità, direi con affettuosa comprensio-ne. Per me tornare è stata una liberazio-ne. E sono contenta dell’accoglienza siadelle brave fisioterapiste e sia dei colle-ghi».

Che cosa ha sentito in questa acco-glienza?«Ho avvertito, più lucidamente che nel-la mia prima stagione in palestra, tutto il“segreto” della riabilitazione. L’espe-

rienza in comune, tra pazienti che hanno sofferto analoghepatologie; la capacità di chi ci assiste di cogliere i tratti e lecapacità di ognuno di noi; la necessità – fisica e psicologica –di coinvolgersi in questa pratica per assicurarsi condizioni divita più sane, migliori. Ecco, queste cose mi hanno fatto tor-nare in palestra, e conto di restarci, questa volta».

«Sono una pentita», e torna in palestradi Francesca Lumia*

La significativa ammissione della paziente Maria D’Arrigo

La redazione di Cuore Amico ringraziale case farmaceutiche Daiichi-Sankyo e Eli Lilly

per il sostegno offertoalla pubblicazione di questo giornale

La signora Maria D’Arrigo

Page 9: 2014 n.2 Cuore Amico

Molti pazienti affetti da ma-lattie cardiovascolari han-no bisogno di assumerefarmaci anticoagulanti,con l’obiettivo di ridurre

(non è possibile eliminare) il rischio dieventi tromboembolici, cioè morte im-provvisa o ictus cerebri. L’impiego cli-nico di questi farmaci (in Italia il Warfa-rin, conosciuto col nome commercialedi Coumadin; e l’acenocumarolo, cono-sciuto come Sintrom) ebbe inizio in Usanella seconda metà de-gli anni ‘30, quando siscoprì che un tipo ditrifoglio utilizzato perl’allevamento di boviniaveva un’importanteeffetto anticoagulante.Uno dei primi soggettia chiederne l’assunzio-ne a fini terapeutici, inepoca ancora sperimen-tale, fu il presidente Ei-senhower, colpito dauna grave forma di ic-tus cerebri. Da allora, ifarmaci anticoagulantihanno continuato ad es-sere largamente impiegati proteggendomilioni di persone dai rischi di trom-boembolie. Tuttavia, queste antiche so-stanze hanno numerosi effetti collatera-li ed interazioni con alimenti e altri far-maci, che ne rendono difficoltoso il do-saggio.Da alcuni anni sono state così sviluppa-te altre sostanze anticoagulanti, più effi-caci e sicure: attualmente in Italia di-sponiamo di tre nuovi farmaci: il Dabi-gatran (Pradaxa), il Rivaroxaban (Xa-relto) e l’Apixaban (Eliquis). Il vantag-

gio di queste sostanze risiede soprattut-to in una azione farmacologica prevedi-bile e pressoché simile in tutti i soggetti,per cui esse vengono somministrate adose fissa e non necessitano di aggiu-stamenti in base alla misurazione del-l’effetto anticoagulante, che si ottieneper i vecchi farmaci con l’esame delsangue chiamato INR. Per questo ed al-tri motivi, gli studi clinici eseguiti sumigliaia di pazienti trattati con i nuovianticoagulanti hanno mostrato uguale o

maggiore effetto nella prevenzione ditrombo embolie, con riduzione delleemorragie ed una tendenza alla riduzio-ne della mortalità globale: dunque, far-maci più efficaci e più sicuri.Il rovescio della medaglia consiste nelfatto che la durata di azione di questesostanze è molto minore rispetto a Cou-madin e Sintrom, per cui la terapia deveessere seguita con assoluta costanza,pena la immediata perdita di efficacia, equindi di protezione dalle complicanzetrombotiche. Anche i nuovi anticoagu-

lanti, ovviamente, aumentano i rischi diemorragie, che possono risultare gravi.Inoltre, non sono ancora disponibili de-gli affidabili antidoti per neutralizzarnerapidamente l’effetto, per cui (comeogni altro trattamento farmacologico)le indicazioni devono essere accurata-mente valutate da medici esperti edadattate alle peculiarità di ogni pazien-te.L’ultimo aspetto da segnalare riguardail costo della terapia: l’uso dei farmaci

anticoagulanti tradizionaliper un mese di terapia com-porta una spesa valutabile inpoche decine di euro, men-tre i nuovi farmaci costanopiù di 100 euro al mese. Inun periodo di scarse risorseper la sanità italiana e dellanostra regione, il passaggioper tutti i pazienti dalla tera-pia tradizionale con Couma-din o Sintrom ai nuovi anti-coagulanti non sarebbe eco-nomicamente sostenibile.Per tale motivo, nonostantele raccomandazioni dellesocietà cardiologiche nazio-

nale ed internazionali, la Regione Lazione consente, per il momento, la distri-buzione gratuita solo a determinate ca-tegorie di pazienti ad elevato rischiotrombotico o emorragico. E’ auspicabi-le che questa grave limitazione vengasuperata al più presto, per non preclude-re alla maggioranza dei pazienti i rile-vanti vantaggi di efficacia e di sicurez-za, in una parola una migliore aspettati-va e qualità di vita.

* Dirigente medico UOC Cardiologia, S. Spirito

10

Nuovi anticoagulantipiù efficaci e sicuri

di Francesco Biscione*

di Francesca Lumia*

Ma la Regione Lazio ne limita la distribuzione

Page 10: 2014 n.2 Cuore Amico

bambini agli anziani, dagli sportivi aisedentari. E’ stato dimostrato come conquesta pratica la percezione della faticasi abbassi radicalmente, consentendoanche a persone poco allenate di effet-tuare un’attività fisica prolungata. È peresempio un’attività indicata per le per-sone sovrappeso che vogliono ritrovarela forma, oppure per persone con pro-blemi alle articolazioni del ginocchio odelle anche che hanno bisogno di unpercorso riabilitativo. In più è provatoche, adottando una tecnica corretta, conil Nordic Walking si ottengono benefici

per la salute sia dal punto di vista fisico(ad esempio ritardo del processo di in-vecchiamento, rinforzo del sistema im-munitario, miglioramento cardio-circo-latorio) e sia come forte antidepressivoche contribuisce a un sostanziale mi-glioramento dell’umore.

* Architetta-urbanista, Master Trainer dellaScuola italiana Nordic Walking, inventoredell’Urban Walking®, autrice della Guida “Sco-prire e riscoprire Roma”, edita da Outdoor ItalyBooks & Guides con 16 itinerari tematicipercorribili da tutti

11

Camminare … sembra una ba-nalità: lo facciamo tutti ognigiorno fin da piccoli, eppureil gioco di contrapposizionied equilibri della nostra

deambulazione, nella sua semplicità,banale non è. A ogni passo mettiamo inmoto una serie di muscoli, legamenti emovimenti coordinativi ai quali nonpensiamo consciamente; a ogni passocerchiamo il nostro baricentro. Cammi-niamo … ma spesso abbiamo perso ilpiacere di farlo o lo facciamo in fretta emale, automaticamente, senza più per-cezione e stimolo del movimento. Inrealtà ci “comandano” la frenesia di tut-ti i giorni, i lavori sedentari ad una scri-vania, al computer, fermi in una stessaposizione. abbiamo ormai assunto posi-zioni errate, camminiamo a piccoli pas-si accelerati, accusiamo piccoli-grandidolori che spesso ci impediscono dicamminare in modo fisiologicamentecorretto.Il Nordic Walking è una camminata na-turale cui viene aggiunto l’utilizzo fun-zionale di due particolari bastoncini chefanno mettere in moto anche gli arti e lamuscolatura della parte superiore delcorpo, permettendo un maggior dispen-dio energetico e un miglioramentocomplessivo della forma fisica. Si puòsvolgere sui terreni più diversi (sentieridi montagna, spiagge, strade) e anche incittà. Camminare con i bastoncini èun’attività sportiva sana e completa. Secamminare è il movimento naturale pereccellenza, camminare con i bastonciniè qualche cosa in più perché mette inmovimento tutto il corpo, sin dal primopasso. Tutti gli operatori del mondosportivo e medico-scientifico concor-dano nel sostenere che il NordicWalking è un’attività rivolta a tutti, dai

Il Nordic Walking per scoprireil piacere di camminare benedi Alessandra Cazzola*

Cuore Sano in movimento:prima marcia e poi montagna

DAL WALKING NEL CENTRO CITTÀ... Venerdì 9 maggio, nel quadro dei festeggiamentiper i 20 anni della nascita dell’Associazione, Cuore Sano e il Walking Center Italiahanno organizzato una camminata serale di Urban Walking® di 5 km. Guidato dal-le istruttrici Alessandra Cazzola, Rossella Lavoratornuovo e Donatella Masiero, ilgruppo di pazienti (Maurizio Mastruzzi, Giuseppe Rotundi, Aida Di Censo, Vitto-rio Petrone, Carlo Pagliano Tajani, Lucia Lunghetti, M.Antonietta Carlini, MariaParisi, Bruno D’Ancona, Marcello Caradossi), accompagnato dall’équipe multidi-sciplinare del S. Spirito (Carunchio, Krakowska, Lumìa, Scoppola), ha compiutoun ampio giro per il centro storico di Roma. Partendo da Piazza del Popolo ha rag-giunto, attraverso via del Babuino, piazza di Spagna, Fontana di Trevi, il Pantheon,per tornare quindi al punto di partenza vivendo una bella esperienza insieme di

segue a pag. successiva

Page 11: 2014 n.2 Cuore Amico

12

Una delle risorse forse menoconosciute (ma non per que-sto meno preziose) del Poloospedaliero del Santo Spiritoè costituita dal Servizio di

Psicologia Clinico-Ospedaliera desti-nato a tutti i reparti ed anche proiettatoall’esterno, per i pazienti assistiti dalServizio sanitario nazionale. Lo scopoè spiegato in poche parole dal capo-staff, il dr. Giulio Scoppola, psicologo epsicoterapeuta, che già molti cardiopa-tici stabilizzati conoscono da tempo peril suo generoso sostegno nell’annualeesperienza della Montagnaterapia.Lo scopo del Servizio – spiega Scoppola– è di consentire ai pazienti e ai loro fa-miliari di usufruire di una consulenzae/o di un intervento clinico di supportonei tre momenti della pre-ospedalizza-zione, del ricovero e del post-ricovero.E’ possibile per i pazienti richiedere laconsulenza dello psicologo sia durantela degenza nelle strutture del Polo e siaal momento dell’accesso al Pronto Soc-corso e/o agli ambulatori specialisticiospedalieri”. Ancora, “il servizio si oc-cupa inoltre di fornire sostegno allo staffospedaliero sia nel gruppo di lavoro esia attraverso la collaborazione con laDirezione Aziendale per il BenessereOrganizzativo e l’accoglienza”.Con il dr. Scoppola fanno parte dello

staff le dirigenti Psicologhe-Psicotera-peute dr.sse Pasquina Feliziani, Angeli-ca Mazzarda e Nicoletta Faccenda edinoltre l’Infermiera Professionale e Psi-cologa del Lavoro dr.ssa Anna Romano.La sede del servizio è in via dei Peniten-zieri 13, Pal. Alpi, terzo piano. Colloca-ta dunque all’interno del complesso delSanto Spirito, consente un rapido inter-vento dell’équipe. Il servizio è attivo dallunedì al venerdì dalle 8 alle 18 salvo ur-genze.Le visite ambulatoriali, riservateprevalentemente ai pazienti del Polo e ailoro familiari, si effettuano presso la se-de del Servizio previo appuntamentocon il curante. Per la visita ambulatoria-le è necessaria la richiesta del medico dibase o specialista sul ricettario regionale(modulo rosa) con la dicitura “colloquiopsicologico-clinico”: Le consulenze du-rante la degenza ed entro il primo mesedelle “dimissioni protette” sono comun-que assolutamente gratuite facendo par-te delle prestazioni ospedaliere. Succes-sivamente possono essere concordate,in presenza delle indicazioni, ed assog-gettate alla normativa Regionale sulticket.Per contattare gli Psicologi dello staff iltelefono è il 066835-2460; fax: -7012;e-mail: [email protected]

Il capo-staff del Servizio, dr. Giulio Scoppola

Al S. Spirito anche la risorsadel Servizio di Psicologia

clinico-ospedaliera

sport e di cultura. Per i soci diCuore Sano che fossero interessatia questa attività è cominciato a finemaggio un corso per principianti aVilla Pamphili. Infine a metà giu-gno si è svolta nella Capitale la Fi-zan NordicWalkinRome che haconsentito a molti di avvicinarsi aquesta coinvolgente disciplina.

...AL RITORNO DELLA MONTAGNATERAPIA. Per il 3 e 4 lu-glio, infine, è prevista l’annuale esperienza dellaMontagnaterapia: due giornate all’aria aperta su peril monte Terminillo. All’iniziativa possono parteci-pare tutti i cardiopatici stabilizzati che frequentanola palestra di riabilitazione cardiologica che abbia-no superato i tradizionali controlli medici. Per tuttele informazioni rivolgersi alla segreteria dell’Asso-ciazione presso la Cardiologia del S. Spirito.

Il dottor Giulio Scoppola

Page 12: 2014 n.2 Cuore Amico

13

Per molti è una consolazionegustarsi un pezzetto di cioc-colato. Ma se vogliamo che,oltre al palato (e allo spirito),faccia bene anche alla salute,

dobbiamo puntare sul cioccolato fon-dente, cioè amaro (al 70% come mini-mo, ma meglio ancora quello all’80). Inquesto caso il cioccolato può essere senon un toccasana, certo un aiuto per ilcuore e il sistema vascolare. E’ l’ennesi-ma volta che lo ripetete, dirà qualcunodei nostri lettori e pazienti. Eppure èutile tornare sull’argomento alla luce dinuove ricerche e nuove conferme. Partiamo da un dato: cento grammi dicioccolato al latte forniscono 545 calo-rie; trenta calorie in meno quello media-mente fondente. Un quadratino di cioc-colato amaro quota 21 calorie, e quindise a fine pranzo o cena se ne consumanodue, il palato è soddisfatto e così ancheuna dieta ipocalorica. Il Consiglio na-zionale delle ricerche spiega che intrenta grammi di fondente ci sono glistessi antiossidanti presenti in una dosemedia di vino rosso ai pasti e nel tè; eche nonostante la quantità di proteinesia scarsa, al contrario è notevole la pre-senza di alcuni minerali come rame,ferro e zinco.Di più, da uno studio appena apparsosull’autorevole Journal of the AmericanMedical Association si ricava che, con-sumando 6,3 grammi di cioccolato neroal dì per diciotto settimane, è possibilefar diminuire l’ipertensione dall’86 al68% e aumentare la protezione di tuttoil sistema cardiovascolare. Ma dagliscienziati del Top Institute Food andNutrition e dai loro colleghi della Wa-geningen University (Pasi Bassi) vieneun’altra utile informazione: che il cioc-colato fondente aiuta a ripristinare, ne-gli anziani, la flessibilità delle arterie ead evitare che i globuli bianchi si attac-

chino alle pareti dei vasi sanguignicreando le famigerate placche ostrutti-ve. Questi due dati costituiscono unmezzo preventivo dell’aterosclerosi dicui proprio la rigidità arteriosa e le plac-che sono il principale sintomo.A conclusione delle loro ricerche, i due

gruppi di scienziati sottolineano che illoro studio “fornisce nuove intuizioni[si noti la prudente definizione di “intui-zioni”, ndr] su come il cioccolato fon-dente influisce sulla salute endotelialedimostrando che il suo consumo, oltre amigliorare la funzione vascolare, riducela capacità di adesione dei leucociti nel-la circolazione”, come dire che limital’ostruzione delle arterie per i famosi“tappi” che alla fine impongono o l’in-tervento dell’emodinamista (per la si-stemazione dello o degli stent nelle arte-rie ostruite) o del cardiochirurgo, per ipiù delicati e più invasivi bypass.

Il cioccolato? É un dono per cuore earterie purché poco e amaro

Ricette al... sole!CAESAR SALADLa Caesar salad è una celebre insalatacreata dallo chef italiano Cesare Cardi-ni, emigrato negli Stati Uniti dopo laprima guerra mondiale e vissuto a SanDiego; nel 1924 Cesare apre e gestisceun ristorante a Tijuana, in Messico, dovecrea questa insalata che diverrà moltofamosa negli Stati Uniti e in seguito an-che in Europa. Nella Caesar salad Car-dini vuole unire sapori tipici italiani co-me il parmigiano, la lattuga romana el’olio extravergine di oliva, e saporiamericani come la salsa Worcestershireche viene usata per il condimento del-l’insalata.IngredientiLattuga romana, 4 cespi mediPane casareccio, 2 fetteParmigiano Reggiano a scaglie, 100 grAglio, 2 spicchiWorcestershire sauce, 1 cucchiainoUova, 1

Sale, ne basta pochissimo!Aceto di vino bianco, 1 cucchiaio2 cucchiai di succo di limonePepeOlio di oliva, 80 mlPreparazionePer preparare la Caesar Salad iniziatescegliendo le foglie più tenere e internedella lattuga romana; lavatele e asciuga-tele senza spezzarle.Tagliate il pane afette alte 1 cm, eliminate la crosta e ta-

segue a pag. successiva

Page 13: 2014 n.2 Cuore Amico

14

gliatelo a quadretti; fatelo tostare in for-no senza aggiunta di grassi.Proseguite preparando la salsa: mettetenel bicchiere del robot il succo di limo-ne, l’uovo freschissimo (la ricetta origi-nale dice che l’uovo deve cuocere nel-líacqua bollente per 1 minuto), l’aceto,l’aglio, la salsa worcestershire, il sale, ilpepe macinato fresco e cominciate afrullare il composto, unendo poco allavolta l’olio, fino ad ottenere una salsadensa simile alla maionese. Servite laCaesar Salad mettendo le foglie di lattu-ga romana sul fondo, unendo i crostinidi pane, le scaglie di parmigiano reggia-no e infine condendo il tutto con la salsaottenuta.

CARPACCIO DI PESCE SPADAIl carpaccio di pesce spada con salsaverde alla senape è un secondo piattofresco, leggero e sfizioso, adatto allecalde serate estive. La salsa verde allasenape con la quale viene accompagna-to, è ottenuta con olio, prezzemolo, pi-noli, aceto e senape all’antica che, con isuoi semini interi e croccanti, rendequesto condimento particolarmente sa-porito e adatto ad accompagnare la car-ne del pesce spada, dal gusto naturalenon troppo pronunciato.IngredientiOlio extravergine di oliva, 1/2 bicchierePrezzemolo, 1 mazzettoSale, ne basta pochissimo!Aceto di vino bianco, 1 cucchiaioPinoli, 20 grSenape all'antica, 2 cucchiainiPesce spada, carpaccio (fresco o affumi-cato), 400 grPreparazionePer preparare il carpaccio di pesce spadacon salsa verde alla senape iniziate pre-parando la salsina: ponete in un mixer ilmazzetto di prezzemolo, aggiungetequindi i pinoli, un cucchiaio di aceto divino bianco e l’olio extravergine di oli-va e frullate fino ad ottenere una salsaomogenea e cremosa; versate la salsa ot-tenuta in una ciotolina, aggiustate di sa-le e unite due cucchiaini di senape al-l’antica, mescolate bene per amalga-marla. È importante che non mettiate lasenape all’antica nel frullatore insieme

agli altri ingredienti, poiché non dovetesminuzzare i suoi semini, che devono ri-manere invece interi e croccanti. Dispo-nete il carpaccio di pesce spada su unletto di insalatina, spennelatelo con del-l’olio per evitare che secchi e cosparge-telo con la salsa appena preparata, la-sciate insaporire il tutto per 20 minuti epoi servite, meglio se a temperatura am-biente.

COUSCOUS FREDDO DI POLLOIl couscous freddo di pollo è una varian-te del classico couscous di derivazionenordafricana, preparata con tante verdu-re e dei bocconcini di pollo. È una ricet-ta gustosa adatta alla stagione estivamolto semplice da preparare. Per realiz-zare il couscous freddo di pollo cuocetele verdure e, in una pentola a parte, roso-late i bocconcini di pollo, poi unite il tut-to al couscous e servite in tavola freddo.Il couscous freddo di pollo è adatto daservire come piatto unico o da portarecon sè ad un picnic.Ingredienti per il couscousAcqua, 270 mlCouscous precotto, 250 grOlio di oliva extravergine, 2 cucchiaiIngredienti per il condimento di verdureScalogno, 3 piccoliPeperoni, mezzo rosso da 100 grAsparagi, 150 grZucchine, 2 (310 gr)Carote, 2 (140 gr)Piselli, 150 grPomodori, 2PepeSale, ne basta poco!Brodo vegetale, 150 mlOlio di oliva extravergine, 3 cucchiaiIngredienti per il polloPollo, 400 gr

Paprika dolce, 2 grSale, ne basta poco!Brodo vegetale, 100 mlOlio di oliva extravergine, 3 cucchiaiPreparazionePer preparare il couscous freddo di pol-lo iniziate mettendo sul fuoco una pen-tola di acqua salata e, quando avrà rag-giunto il bollore, aggiungete il couscousa pioggia, due cucchiai di olio extraver-gine di oliva, poi mescolate bene e spe-gnete il fuoco.Lasciate riposare il composto affinchéla semola di grano duro assorba tuttal’acqua (4). Trascorso il tempo necessa-rio aggiungete un altro cucchiaio d’olioe fate cuocere a fuoco basso per 2 minu-ti, coperto da un coperchio (6). Una vol-ta cotto, sgranate bene il couscous conl’aiuto di una forchetta e mettetelo daparte.Ora occupatevi del condimento: lavate emondate le verdure, dopodiché tagliatea cubetti le carote, le zucchine, pulite ilpeperone eliminando i filamenti internie tagliatelo a cubetti, tagliate a cubettianche i pomodori, infine pulite gli aspa-ragi, tagliateli a rondelline fini lascian-do intere le punte, poi tritate lo scalo-gno. Prendete metà dello scalogno e po-netelo ad appassire in una pentola conl’olio, poi aggiungete le verdure (per gliasparagi aggiungete prima il gambo everso la fine della cottura le punte), edun mestolo di brodo; poi lasciate cuoce-re per 10 minuti a fuoco medio. Salate epepate per insaporire le verdure e ag-giungete altro brodo se necessario. Aquesto punto prendete il pollo e tagliate-lo a pezzi, mettete ad appassire lo scalo-gno rimasto con tre cucchiai di olio eaggiungete il pollo, insaporite con la pa-prika dolce e bagnate con un mestolo dibrodo, poi lasciate cuocere per 15 minu-ti a fuoco basso. Una volta cotte e intie-pidite le verdure unitele al couscous, ag-giungete il pollo, anch’esso tiepido emescolate il tutto. Se necessario aggiu-state di sale e pepe. Lasciate raffreddareil tempo necessario e poi sarete prontiper portare in tavola il couscous freddodi pollo.

Le ricette sono state tratte dal blog GialloZafferano

Page 14: 2014 n.2 Cuore Amico

citazione di molti immigrati) un per noinuovo vegetale: l’okra o gombo. A ve-derlo lo diresti un grosso pisello o un pe-peroncino verde. E invece è un elemen-to gustoso di molti piatti etiopi, turchi,albanesi, brasiliani, asiatici. E per laHarvard Medical School è uno dei diecicibi di provata proprietà anticolesterolocome i legumi, l’olio di oliva extraver-gine, frutta e verdura. Ottimo in uno stu-fato o fritto.

I RAGGI UVA PER GLI IPERTESI – Altro stu-dio, condotto in Inghilterra, dalle uni-versità di Southampton e di Edimburgo

Periodico di informazione dell’Associazione Cuore Sano • Anno XIX - n.2 - aprile/giugno 2014 • Reg. Trib. di Roman.00323/95 • Direttore responsabile Giorgio Frasca Polara • Comitato scientifico Roberto Ricci (presidente), EdoardoNevola, Antonio Cautili, Alessandro Danesi, Gabriella Greco, Francesca Lumia, Alessandro Totteri, Marco Renzi, GiulioScoppola • Redazione Lungotevere in Sassia n.3 • 00193 Roma Ospedale Santo Spirito • Recapiti: Cardiologia-repartoterapia intensiva (Utic) tel. 06.68352579; Cardiologia-reparto Subintensiva (Usic) tel. 06.68352213; Segreterie Cardio-logia, Associazione Cuore Sano e redazione Cuore Amico tel. 06.68352323. • E-mail: [email protected] • www.cuore-sano.it • Stampa Tipolitografia Visconti - Terni

CUORE E VACCINO – Secondo gli ultimidati, solo il 42% degli anziani e dei car-diopatici è ricorso alla vaccinazione an-tinfluenzale. E’ un dato grave e preoc-cupante perché il vaccino è un’arma diprevenzione dal doppio effetto: da unlato per contrastare l’influenza stagio-nale e dall’altro per evitare complica-zioni e ulteriori rischi legati ai portatoridi patologie cardiovascolari. La preoc-cupata segnalazione giunge dal con-gresso della Società di terapia clinica esperimentale.

FARMACI “FRIZZANTI”? NO GRAZIE – Alcunifarmaci effervescenti contengono mol-to, troppo sodio, e quindi (esattamente

come il sale) mettono a rischio la salutedel cuore. Una ricerca di due universitàinglesi conclude così: l’uso continuati-vo di alcune medicine frizzanti di usocomune può associarsi ad un aumento,stimato intorno al 16%, del rischio car-diaco. Ricerca condotta per sette annisu oltre un milione di pazienti: metà as-sumevano questo medicamento, gli al-tri stesso farmaco ma in versione privadi sodio.Il risultato è che il primo gruppo era an-che sette volte più esposto a ipertensio-ne e anche a guai peggiori.

L’OROLOGIO DELLE MEDICINE – Uno dei se-greti (non l’unico) per ottenere il massi-

mo effetto di una medicina è ingerirla inuno specifico momento della giornata.Chiedere consiglio al medico o verifica-re quel che dice il foglietto d’istruzioni.Ma due o tre raccomandazioni sono par-ticolarmente utili per i cardiopatici. L’a-spirinetta, ad esempio, è meglio assu-merla nel corso del pasto centrale dellagiornata: si fronteggiano i disturbi allostomaco.A proposito, gli anti-ulcera meglio almattino: una riserva di blocco della se-crezione acida gastrica per tutto il gior-no. Le statine invece sono consigliate asera, prima di dormire: riducono piùagevolmente il colesterolo Ldl, quello“cattivo”.

spiega perché l’esposizione ai raggi ul-travioletti può ridurre la pressione arte-riosa e quindi l’incidenza di infarti e ic-tus. La luce solare è in grado di alterare ilivelli di monossido di azoto e dei suoisottoprodotti, importanti nella regola-zione della circolazione arteriosa. Du-rante i primi esperimenti, ventiquattrosoggetti sani sono stati sottoposti alla lu-ce Uva di lampade abbronzanti, comestare mezz’ora al sole estivo sulle costedel Mediterraneo. Il processo, innescatodai raggi ultravioletti, porterebbe alladilatazione dei vasi sanguigni con con-seguente calo dei valori pressori.

PILLOLE DI SALUTE…

TEST PER RISCHIO INFARTO? – Ricercatoridi un istituto della California hannomesso a punto un test predittivo del ri-schio infarto, che cioè identificherebbepazienti ad alto pericolo identificandonel sangue specifiche cellule come mar-catori. La tecnica, descritta su PhysicalBiology, identifica le cellule endotelialiin circolo (CECs). Il passaggio succes-sivo pre-sperimentazione dovrebbe es-sere il test del metodo su pazienti sinto-matici.

ALLA SCOPERTA DELL’OKRA – Si affaccianei nostri mercati (soprattutto su solle-

…E SALUTE IN PILLOLE

Donazioni: Associazione Cuore Sano /// Unicredit Banca di Roma - Roma 173 - Ospedale Borgo S.Spirito, 3 –

00193 Roma – c/c n. 400005512 – Codice IBAN 66 Z 02008 05135 000400005512 – Swift code UNCRITM1B83

/// Posta – IT 68 y 076 0103 2000 0008 3738005 /// Cod. Fisc. Associazione (5 per mille) 96255480582