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(conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, com. 2, DCB Benevento

PERIODICO MARIANO

CERRETO SANNITA (BN)

Luglio - Agosto 2013

Anno 84 - N° 4

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dal 22 al 29 luglio 2013 ci sarà l'incontro di Papa Francescocon i giovani a Rio de Janeiro. E' un avvenimento importantein questo anno dedicato alla riflessione sulla fede. Se tantiadulti dicono di credere, ma poi non praticano, non c'è dameravigliarsi che la maggioranza dei giovani non conosceabbastanza Dio dei nostri padri. Nel cammino generazionalesi è spezzato l'anello della fede creduta e vissuta. Nel secoloscorso alcuni filosofi atei e i materialisti hanno annunciato lamorte di Dio. Fortunatamente Dio è trascendente e non dipendedai capricci umani. Se Gesù Cristo si è autorivelato e hasofferto la morte in croce in silenzio, lo ha fatto per puroamore. Chi Lo rifiuta per superficialità, per orgoglio, perseguire la moda, purtroppo è come un cieco che cammina nelbuio. Gesù è la luce dei cuori e della vita vera. Nel messaggioinviato il 18 ottobre scorso per la XXVIII Giornata Mondialedella Gioventù 2013, Benedetto XVI ha scritto: «Oggi nonpochi giovani dubitano profondamente che la vita sia un benee non vedono chiarezza nel loro cammino […]. La luce dellafede illumina questa oscurità, ci fa comprendere che ogniesistenza ha un valore inestimabile, perché frutto dell'amoredi Dio». Non solo i giovani, ma tutti noi siamo responsabilidella crisi di fede. La fede si apprende e si trasmette conl'esempio della famiglia e della comunità cristiana, oltre checon lo studio del vangelo e del catechismo. Dio non è sinonimodi sterile sentimento, ma il sommo Bene che ci invita a sceglieretra vero o falso, tra bene o male, felicità o infelicità nel tempoe nell'eternità. La Vergine Maria ci aiuti a riscoprire la Chiesacome sposa di Cristo e centro di amore e di unità, facendociassaporare Dio «nella preghiera e nei Sacramenti».

Fr. Mariano Parente

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La Nascita di MariaLa Nascita di Maria3/51

«O felice coppia, Gioacchino ed Anna! A voi èdebitrice ogni creatura, perché per voi la creatura haofferto al Creatore il dono più gradito: quella castamadre...» (san Giovanni Damasceno). Era l'8 settembre1964, in pieno svolgimento del Concilio ecumenicovaticano II, e Paolo VI volle celebrare la festa liturgicain onore di Maria nascente con un gruppo di religiose;fu durante l'omelia della Messa che Papa Montinilasciò quasi come consegna quella pregnante e signi-ficativa espressione: Maria è nata, Maria è nostra!Con il suo stile frequentemente poetico, ma essenzial-mente teologico e fortemente meditativo, Paolo VIanche in quell'occasione offrì alle numerose suorepresenti una riflessione che diventa per tutti noi unaricca fonte alla quale attingere per cogliere il significatobiblico e spirituale della festa liturgica della Nativitàdi Maria.

La Chiesa celebra una festa che «obbliga a ricordarel'apparizione della Madonna nel mondo come l'arrivodell'aurora che precede la luce della salvezza, CristoGesù, come l'aprirsi sulla terra, tutta coperta dal fangodel peccato, del più bel fiore che sia mai sbocciato neldevastato giardino dell'umanità, la nascita cioè dellacreatura umana più pura, più innocente, più perfetta,più degna della definizione che Dio stesso, creandolo,aveva dato dell'uomo: immagine di Dio, bellezza cioèsuprema, profonda, così ideale nel suo essere e nellasua forma, e così reale nella sua vivente espressioneda lasciarci intuire come tale primigenia creatura eradestinata, da un lato, al colloquio, all'amore del suoCreatore in una ineffabile effusione della beatissimae beatificante Divinità e in un'abbandonata risposta dipoesia e di gioia, com'è appunto il Magnificat dellaMadonna, e d'altro lato destinata al dominio regaledella terra».

E' ispirandosi alla preghiera della liturgia eucaristicache Paolo VI conia questa icastica espressione - Mariaè nata, Maria è nostra! - per mettere in luce che quantoè miseramente svanito in Eva, per un disegno d'infinitamisericordia Dio lo fece rivivere in Maria. Mariarestituisce a noi la figura dell'umanità perfetta, nellasua immacolata concezione, «stupendamente corri-spondente alla misteriosa concezione della mentedivina della creatura regina del mondo. E Maria, per

nuovo e sommo gaudio, incantevole gaudio dellenostre anime, non ferma a sé il nostro sguardo se nonper spingerlo a guardare più avanti, al miracolo diluce e di santità e di vita, ch'ella annuncia nascendoe recherà con sé, Cristo Signore, il figlio suo Figliodi Dio, dal quale ella stessa tutto riceve».

Questo è «il celebre gioco di grazia», come lodefinisce lo stesso Paolo VI; è quel «gioco di grazia»che avrà il suo momento culminante ai piedi dellacroce sul Calvario, quando il figlio Gesù dirà all'amicoGiovanni: «Figlio, ecco tua madre!». Quello è ilmomento in cui veramente si può dire che Maria ènata, Maria è nostra! Ma perché Maria sia veramente"nostra", faccia parte dell'intera umanità, diventi lamadre di tutti, ed in particolare la "Madre della Chiesa"- come verrà solennemente proclamata da Paolo VI achiusura del Concilio - bisogna diventare capaci disaper fare il gesto compiuto dal discepolo prediletto,dopo l'atto di consegna: «Da quel momento Giovannila prese con sé, l'accolse in casa sua!».

Giovanni Ciravegna

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Cari fratelli e sorelle, buon giorno!Oggi vorrei soffermarmi brevementesu un termine con cui il Concilio Vati-cano II ha definito la Chiesa, quello di«Popolo di Dio». E lo faccio con alcunedomande, sulle quali ognuno potrà ri-flettere.

1. Che cosa vuol dire essere «Po-polo di Dio»?. Anzitutto vuol dire cheDio non appartiene in modo proprio adalcun popolo; perché è Lui che ci chia-ma, ci convoca, ci invita a fare partedel suo popolo, e questo invito è rivoltoa tutti, senza distinzione, perché lamisericordia di Dio «vuole la salvezzaper tutti». Gesù non dice agli Apostolie a noi di formare un gruppo esclusivo,un gruppo di elite. Gesù dice: andate efate discepoli tutti i popoli. San Paoloafferma che nel popolo di Dio, nellaChiesa, «non c'è più giudeo né greco…poiché tutti voi siete uno in Cristo Ge-sù». Vorrei dire anche a chi si sentelontano da Dio e dalla Chiesa, a chi ètimoroso o indifferente, a chi pensa dinon poter più cambiare: il Signore chia-ma anche te a far parte del suo popoloe lo fa con grande rispetto e amore! Luici invita a far parte di questo popolo,popolo di Dio.

2. Come si diventa membri di que-sto popolo? Non è attraverso la nascitafisica, ma attraverso una nuova nascita.Nel vangelo, Gesù dice a Nicodemoche bisogna nascere dall'alto, dall'acquae dallo Spirito per entrare nel Regno diDio. E' attraverso il Battesimo che noisiamo introdotti in questo popolo, attra-verso la fede in Cristo, dono di Dio chedeve essere alimentato e fatto crescerein tutta la nostra vita. Chiediamoci:come faccio crescere la fede che horicevuto nel mio Battesimo? Come fac-cio crescere questa fede che io ho rice-vuto e che il popolo di Dio possiede?

3. L'altra domanda. Qual è la leg-ge del «Popolo di Dio»?. E' la leggedell'amore, amore a Dio e amore alprossimo secondo il comandamentonuovo che ci ha lasciato il Signore. Unamore, però, che non è sterile sentimen-talismo o qualcosa di vago, ma che èil riconoscere Dio come unico Signoredella vita e, allo stesso tempo,

l'accogliere l'altro come vero fratello,superando divisioni, rivalità, incom-prensioni, egoismi; le due cose vannoinsieme. Quanto cammino dobbiamoancora fare per vivere in concreto questanuova legge, quella dello Spirito Santoche agisce in noi, quella della carità,dell'amore! Quando noi guardiamo suigiornali o alla televisione tante guerrefra cristiani, ma come può capitarequesto? Dentro il popolo di Dio, quanteguerre! Nei quartieri, nei posti di lavoro,quante guerre per invidia, gelosie! An-che nella stessa famiglia, quante guerreinterne! Noi dobbiamo chiedere al Si-gnore che ci faccia capire bene questalegge dell'amore. Quanto è bello amarcigli uni con gli altri come fratelli veri.Quanto è bello! Facciamo una cosaoggi. Forse tutti abbiamo simpatie enon simpatie; forse tanti di noi sono unpo' arrabbiati con qualcuno; allora di-ciamo al Signore: Signore io sono ar-rabbiato con questo o con questa; io tiprego per lui e per lei. Pregare percoloro con i quali siamo arrabbiati è unbel passo in questa legge dell'amore.Lo facciamo? Facciamolo oggi!

4. Che missione ha questo popolo?Quella di portare nel mondo la speranzae la salvezza di Dio: essere segnodell'amore di Dio che chiama tuttiall'amicizia con Lui; essere lievito chefa fermentare tutta la pasta, sale che dàil sapore e che preserva dalla corruzione,

essere una luce che illumina. Attornoa noi, basta aprire un giornale, vediamoche la presenza del male c'è, il Diavoloagisce. Ma vorrei dire a voce alta: Dioè più forte! Voi credete questo: che Dioè più forte? Ma lo diciamo insieme, lodiciamo insieme tutti: Dio è più forte!E sapete perché è più forte? Perché Luiè il Signore, l'unico Signore. E vorreiaggiungere che la realtà a volte buia,segnata dal male, può cambiare, se noiper primi vi portiamo la luce del Van-gelo soprattutto con la nostra vita. Sein uno stadio, pensiamo qui a Romaall'Olimpico, o a quello di San Lorenzoa Buenos Aires, in una notte buia, unapersona accende una luce, si intravvedeappena, ma se gli oltre settantamilaspettatori accendono ciascuno la proprialuce, lo stadio si illumina. Facciamoche la nostra vita sia una luce di Cristo;insieme porteremo la luce del Vangeloall'intera realtà.

5. Qual è il fine di questo popolo?Il fine è il Regno di Dio, iniziato sullaterra da Dio stesso e che deve essereampliato fino al compimento, quandocomparirà Cristo, vita nostra. Il fineallora è la comunione piena con il Si-gnore, la familiarità con il Signore,entrare nella sua stessa vita divina, dovevivremo la gioia del suo amore senzamisura, una gioia piena.

Cari fratelli e sorelle, essere Chiesa,essere Popolo di Dio, secondo il grandedisegno di amore del Padre, vuol direessere il fermento di Dio in questa no-stra umanità, vuol dire annunciare eportare la salvezza di Dio in questonostro mondo, che spesso è smarrito,bisognoso di avere risposte che inco-raggino, che diano speranza, che dianonuovo vigore nel cammino. La Chiesasia luogo della misericordia e dellasperanza di Dio, dove ognuno possasentirsi accolto, amato, perdonato, in-coraggiato a vivere secondo la vitabuona del Vangelo. E per far sentirel'altro accolto, amato, perdonato, inco-raggiato la Chiesa deve essere con leporte aperte, perché tutti possano entra-re. E noi dobbiamo uscire da quelleporte e annunciare il Vangelo (12/VI/2013).

La catechesi di Papa Francesco

IL «POPOLO DI DIO»

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Teresa di Lisieux, Teresa di GesùBambino e del Volto Santo, visse inquesto mondo solo 24 anni, alla finedel XIX secolo, conducendo una vitamolto semplice e nascosta. Dopo lamorte e la pubblicazione dei suoi scrit-ti, è diventata una delle sante più co-nosciute e amate. La «piccola Teresa»non ha mai smesso di aiutare le animepiù semplici, i piccoli, i poveri e isofferenti che la pregano, ma ha ancheilluminato tutta la Chiesa con la suaprofonda dottrina spirituale, a tal puntoche Giovanni Paolo II, nel 1997, havoluto darle il titolo di Dottore dellaChiesa, in aggiunta a quello di Patronadelle Missioni, già attribuitole da PioXI nel 1927. Il mio amato Predecessorela definì «esperta della scientia amo-ris». Questa scienza, che vede risplen-dere nell'amore tutta la verità dellafede, Teresa la esprime principalmentenel racconto della sua vita, pubblicatoun anno dopo la sua morte sotto iltitolo di «Storia di un'anima». È unlibro che ebbe subito un enorme suc-cesso, fu tradotto in molte lingue ediffuso in tutto il mondo. Vorrei invi-tarvi a riscoprire questo piccolo-grandetesoro, questo luminoso commento delVangelo pienamente vissuto! La «Sto-ria di un'anima», infatti, è una meravi-gliosa storia d'amore, raccontata conuna tale autenticità, semplicità e fre-schezza che il lettore non può nonrimanerne affascinato! Ma qual è que-sto amore che ha riempito tutta la vitadi Teresa, dall'infanzia fino alla morte?Cari amici, questo Amore ha un Volto,ha un Nome, è Gesù! La Santa parlacontinuamente di Gesù. Vogliamo ri-percorrere, allora, le grandi tappe dellasua vita, per entrare nel cuore dellasua dottrina. Teresa nasce il 2 gennaio1873 ad Alençon, una città della Nor-

mandia, in Francia. È l'ultima figlia diLuigi e Zelia Martin, sposi e genitoriesemplari, beatificati insieme il 19ottobre 2008. Ebbero nove figli; diessi quattro morirono in tenera età.Rimasero le cinque figlie, che diven-tarono tutte religiose. Teresa, a 4 anni,rimase profondamente ferita dalla mor-te della madre. Il padre con le figliesi trasferì allora nella città di Lisieux,dove si svolgerà tutta la vita dellaSanta. Più tardi Teresa, colpita da unagrave malattia nervosa, guarì per unagrazia divina, che lei stessa definisceil «sorriso della Madonna». Ricevettepoi la prima Comunione, intensamentevissuta, e mise Gesù Eucaristia al cen-tro della sua esistenza. La «Grazia diNatale» del 1886 segna la grande svol-ta, da lei chiamata la sua «completaconversione». Guarisce, infatti, total-mente dalla sua ipersensibilità infantilee inizia una «corsa da gigante». All'etàdi 14 anni, Teresa si avvicina semprepiù, con grande fede, a Gesù crocifisso,e si prende a cuore il caso, apparente-mente disperato, di un criminale con-dannato a morte e impenitente. «Volliad ogni costo impedirgli di caderenell'inferno», scrive la Santa, con lacertezza che la sua preghiera lo avreb-be messo a contatto con il Sangueredentore di Gesù. È la sua prima efondamentale esperienza di maternitàspirituale: «Tanta fiducia avevo nellaMisericordia Infinita di Gesù», scrive.Con Maria Santissima, la giovane Te-resa ama, crede e spera con «un cuoredi madre». Nel novembre del 1887,Teresa si reca in pellegrinaggio a Romainsieme al padre e alla sorella Celina.Per lei, il momento culminante èl'udienza del Papa Leone XIII, al qualedomanda il permesso di entrare, appe-na quindicenne, nel Carmelo di Li-

sieux. Un anno dopo, il suo desideriosi realizza: si fa Carmelitana, «persalvare le anime e pregare per i sacer-doti». Contemporaneamente, iniziaanche la dolorosa ed umiliante malattiamentale di suo padre. È una grandesofferenza che conduce Teresa allacontemplazione del Volto di Gesùnella sua passione. Così, il suo nomeda religiosa, suor Teresa di Gesù Bam-bino e del Volto Santo, esprime ilprogramma di tutta la sua vita, nellacomunione ai misteri centralidell'Incarnazione e della Redenzione.La sua professione religiosa, nella festadella Natività di Maria, l'8 settembre1890, è per lei un vero matrimoniospirituale nella «piccolezza» evange-lica, caratterizzata dal simbolo delfiore: «Che bella festa la Natività diMaria per diventare la sposa di Gesù!Era la piccola Vergine Santa di ungiorno che presentava il suo piccolofiore al piccolo Gesù». Per Teresaessere religiosa significa essere sposadi Gesù e madre delle anime. Lo stessogiorno, la Santa scrive una preghierache indica tutto l'orientamento dellasua vita: chiede a Gesù il dono del suo

La «fede eroica come luce nelle tenebre»

Il grande tesoro della piccola Teresa

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Amore infinito, di essere la più piccola,e soprattutto chiede la salvezza di tuttigli uomini: «Che nessuna anima siadannata oggi». Di grande importanzaè la sua offerta all'Amore Misericor-dioso, fatta nella festa della SantissimaTrinità del 1895: una offerta che Teresacondivide subito con le sue consorelle,essendo già vice maestra delle novizie.Dieci anni dopo la «grazia di natale»,nel 1896, viene la «grazia di Pasqua»,che apre l'ultimo periodo della vita diTeresa, con l'inizio della sua passionein unione profonda alla Passione diGesù; si tratta della passione del corpo,con la malattia che la condurrà allamorte attraverso grandi sofferenze, masoprattutto si tratta della passionedell'anima, con una dolorosissima pro-va della fede. Con Maria accanto allacroce di Gesù, Teresa vive allora lafede più eroica, come luce nelle tenebreche le invadono l'anima. La carmelita-na ha coscienza di vivere questa grandeprova per la salvezza di tutti gli ateidel mondo moderno, chiamati da lei«fratelli». Vive allora ancora più in-tensamente l'amore fraterno: verso lesorelle della sua comunità, verso i suoidue fratelli spirituali missionari, versoi sacerdoti e tutti gli uomini, special-mente i più lontani. Diventa veramenteuna «sorella universale»! La sua caritàamabile e sorridente è l'espressionedella gioia profonda di cui ci rivela ilsegreto: «Gesù, la mia gioia è amareTe». In questo contesto di sofferenza,vivendo il più grande amore nelle piùpiccole cose della vita quotidiana, laSanta porta a compimento la sua vo-cazione di essere l'Amore nel cuoredella Chiesa. Teresa muore la sera del30 settembre 1897, pronunciando lesemplici parole «Mio Dio, vi amo!»,guardando il crocifisso che stringevanelle sue mani. Queste ultime paroledella Santa sono la chiave di tutta lasua dottrina, della sua interpretazionedel Vangelo. L'atto d'amore, espressonel suo ultimo soffio, era come il con-tinuo respiro della sua anima, come ilbattito del suo cuore. Le semplici pa-role «Gesù Ti amo» sono al centro di

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tutti i suoi scritti. L'atto d'amore a Gesùla immerge nella Santissima Trinità.Ella scrive: «Ah tu lo sai, divin Gesù,Ti amo. Lo Spirito d 'Amorem'infiamma col suo fuoco. È amandoTe, che io attiro il Padre». Cari amici,anche noi con santa Teresa di GesùBambino dovremmo ripetere ognigiorno al Signore che vogliamo viveredi amore a Lui e agli altri, impararealla scuola dei santi ad amare in modoautentico e totale. Teresa è uno dei«piccoli» del vangelo che si lascianocondurre da Dio nelle profondità delsuo mistero. Una guida per tutti, so-prattutto per coloro che, nel Popolo diDio, svolgono il ministero di teologi.Con l'umiltà e la carità, la fede e lasperanza, Teresa entra continuamentenel cuore della Sacra Scrittura cheracchiude il mistero di Cristo. E talelettura della Bibbia, nutrita dalla scien-za dell'amore, non si oppone alla scien-za accademica. La scienza dei santi,infatti, di cui lei stessa parla nell'ultimapagina della Storia di un'anima, è lascienza più alta. «Tutti i santi l'hannocapito e in modo più particolare forsequelli che riempirono l'universo conl'irradiazione della dottrina evangelica.Non è forse dall'orazione che i SantiPaolo, Agostino, Giovanni della Croce,Tommaso d'Aquino, Francesco, Do-menico e tanti altri illustri Amici diDio hanno attinto questa scienza divinache affascina i geni più grandi?». In-separabile dal vangelo, l'Eucaristia èper Teresa il sacramento dell'Amoredivino che si abbassa all'estremo perinnalzarci fino a Lui. Nella sua ultimalettera, su un'immagine che rappresentaGesù bambino nell'Ostia consacrata,la Santa scrive queste semplici parole:«Non posso temere un Dio che per mesi è fatto così piccolo! […]. Io Lo amo!Infatti, Egli non è che Amore e Mise-ricordia!». Nel vangelo, Teresa scopresoprattutto la misericordia di Gesù, alpunto da affermare: «A me Egli hadato la sua misericordia infinita, attra-verso essa contemplo e adoro le altreperfezioni divine! […]. Allora tuttemi paiono raggianti d'amore, la Giu-

stizia stessa (e forse ancor più di qual-siasi altra) mi sembra rivestitad'amore». Così si esprime anche nelleultime righe della «Storia di un'anima»:«Appena do una occhiata al santo van-gelo, subito respiro i profumi dellavita di Gesù e so da che parte correre...Non è al primo posto, ma all'ultimoche mi slancio... Sì lo sento, anche seavessi sulla coscienza tutti i peccatiche si possono commettere, andrei,con il cuore spezzato dal pentimento,a gettarmi tra le braccia di Gesù, perchéso quanto ami il figliol prodigo cheritorna a Lui». «Fiducia e Amore»sono dunque il punto finale del rac-conto della sua vita, due parole checome fari hanno illuminato tutto il suocammino di santità, per poter guidaregli altri sulla stessa sua «piccola viadi fiducia e di amore», dell'infanziaspirituale. Fiducia come quella delbambino che si abbandona nelle manidi Dio, inseparabile dall'impegno forte,radicale del vero amore, che è donototale di sé, per sempre, come dice laSanta contemplando Maria: «Amareè dare tutto, e dare se stesso». CosìTeresa indica a tutti noi che la vitacristiana consiste nel vivere pienamen-te la grazia del Battesimo nel donototale di sé all'Amore del Padre, pervivere come Cristo, nel fuoco delloSpirito Santo, il Suo stesso amore pertutti gli altri (6/IV/2011).

Benedetto XVI

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UMILE E UTILE SERVITOREUMILE E UTILE SERVITORE7/55

Vorrei fermare la mia attenzionesulla figura del vescovo. Il papa, icardinali, i vescovi sono consideraticome persone importanti e potenti.Spesso quelli che vengono da me achiedere soldi o, nella migliore delleipotesi, il lavoro, mi dicono: «Se voivolete, il lavoro me lo trovate subito».Rispondo: «Magari, avessi questo po-tere!». I mezzi della comunicazionesociale, specialmente la televisione,non ci aiutano a comprendere il veroruolo del vescovo. Quando per televi-sione vediamo il papa, i cardinali cir-condati da tanti sacerdoti, con la scorta,naturalmente si pensa a persone im-portanti. Dopo qualche giorno dal mioingresso in diocesi andai a trovare leospiti della casa di riposo di Solopacae prima di arrivare don Mimmo andòin pasticceria a comprare i dolci daportare alle vecchiette. Mentre aspet-tavo in piedi vicino all'automobile siavvicinò una signora e mi disse: «Voisiete il nuovo vescovo?». Alla miarisposta affermativa aggiunse: «Come?state solo? I vescovi camminano sem-pre con quattro o cinque sacerdotiappresso». D'altra parte colgo grandemeraviglia in quelli che mi vedonoalla guida della mia…fuoriserie, unaFiat Uno del 1992: il vescovo guidaanche l'automobile!

Spesso la televisione, il cinema ela letteratura presentano i vescovi comei difensori dell'immobilismo nellaChiesa, contro i preti o i laici progres-sisti, custodi di un passato che ha fattoil suo tempo oppure come persone cuipiace la buona tavola, normalmenteobesi; senza pensare che l'obesità quasisempre è frutto di poco movimentoperché il vescovo non ha tempo persé, non ha tempo di andare in palestra,ma passa dalla scrivania all'automobilee dall'automobile alla scrivania perpreparare gli interventi e soprattuttoper ascoltare i sacerdoti e la gentecomune, cosa impegnativa e talvoltafaticante. Per natura noi preferiamo

parlare e non ascoltare. Dovremmoinvece parlare di meno e ascoltare dipiù. Non a caso il Signore ci ha datouna sola lingua e due orecchie.

La parola «vescovo» deriva dalverbo greco «episcopein» che vuoldire «vedere sopra, vigilare, investiga-re». Etimologicamente quindi «vesco-vo» è sinonimo di «osservatore, ispet-

tore». Vescovi venivano chiamatiall'inizio del cristianesimo i successoridegli apostoli che insieme ai sacerdotiformavano il presbiterio. Quando nelIV secolo furono create le diocesi -termine che indica le circoscrizioniecclesiastiche - alla diocesi fu prepostoun vescovo come guida con il compitodi confermare nella fede - questo fu

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l'ufficio assegnato da Gesù agli apo-stoli - con la loro paternità, in spiritodi servizio a tutta la comunità. Laparola «papa», che significa padre, èun nome dato al vescovo di Roma, ilquale, succedendo a Pietro nella Chiesadi Roma, riceve anche il compito diguidare tutta la Chiesa.

Il compito specifico dei vescovi siesprime in un triplice dovere: insegna-re, santificare e governare. Innanzituttoil vescovo deve insegnare, deve tra-smettere fedelmente il messaggio diamore del Signore. Egli non ha nientedi suo da offrire ma è custode dellabuona novella che Dio ci ama talmenteda permettere che il suo Figlio muoiasulla croce per espiare i nostri peccati.San Paolo scrive: «Io predico Cristoe Cristo crocifisso», perché attraversola croce, la pratica del servizio ai fra-telli l'apostolo deve condurre tutti allavita eterna. Qualche volta c'è bisognodella denuncia, qualche altra voltaoccorre riprendere coloro che si allon-tanano dalla retta dottrina e dalla leggemorale. Sempre però nel vescovo deveprevalere l'amore nel suo rapporto congli altri. Non a caso San Giovanninella sua prima lettera scrive: «Dio èAmore». Il vescovo poi è il presidentedell'Eucaristia, «culmine verso cuitende l'azione della Chiesa e, insieme,la fonte da cui promana tutta la suaverità» (S.C. 10). I vescovi reggonole diocesi a loro affidate come vicari

e legati di Cristo con il consiglio, lapersuasione, l'esempio ma anche conautorità ricordando sempre che chi èpiù grande si deve fare il più piccoloe chi è il capo come colui che serve.Mandati dal Padre di famiglia, cioè daDio, a governare la sua famiglia devetenere innanzi agli occhi l'esempio delbuon Pastore che è venuto non peressere servito ma per servire e dare lasua vita per noi. Questo servizio siesprime nel trattare con particolarecarità i sacerdoti: li consideri comefigli e amici e siano disposti ad ascol-tarli e a trattarli con fiducia e benevo-lenza, seguano con fattiva condivisionequei sacerdoti che, per qualsiasi ragio-ne, si trovano in difficoltà o sono inqualche modo venuti meno ai doveri,si dimostrino premurosi verso tutti, diqualsiasi età o condizione. In conclu-sione il vescovo nella propria diocesinon è colui che comanda, un burocrate;non è il difensore del passato chiusoalle novità che vengono dal mondo incui vive e che devono essere accoltese servono a una migliore diffusionedel Vangelo. Egli è pastore che devemodellarsi sul buon Pastore, il SignoreGesù, e deve essere guida operativa econcreta del cammino pastorale e mis-sionario della propria diocesi. E' ilmaestro autentico, che insegna a nomedi Cristo, con un magistero autoritati-vo. E', come abbiamo detto, il presi-dente della Eucaristia, colui che pre-

siede a ogni celebrazione in quanto,anche se egli è fisicamente assente,l'Eucaristia dice sempre riferimento alvescovo che è il centro visibiledell'unità diocesana.

Il Vescovo non è colui che sa tuttoe sa fare tutto. Molti nostri sacerdotispecifici sono più preparati del vesco-vo. E di questo sono orgoglioso. Ilmio compito non è quello di eccellerein tutto, ma quello di armonizzare levarie capacità, i vari carismi, e metterlea servizio della comunità cristiana cheil Signore mi ha affidata. Diceva Gio-vanni XXIII: «Il vescovo deve fare,far fare e dar fare». ScriveSant'Agostino: «Da quando mi è statoposto sulle spalle questo peso (=l'episcopato) di cui dovrò rendere unnon facile conto a Dio, sempre sonotormentato dalla preoccupazione perla mia dignità. La cosa più temibilenell'esercizio di questo incarico è ilpericolo di preferire l'onore proprioalla salvezza altrui. Però se da unaparte mi spaventa ciò che io sono pervoi, dall'altra mi consola il fatto chesono con voi. Per voi infatti sono ve-scovo, con voi sono cristiano». Perciò,cari fratelli e sorelle, aiutatemi con lavostra preghiera e la vostra obbedienza,perché - come dice Sant'Agostino -trovi la mia gioia non tanto nell'esserevostro capo, quanto nell'esservi utileservitore.

+ Michele De Rosavescovo di Cerreto - Telese - Sant'Agata

Antonio Riccio e Lianne Boner(Inghilterra)Michele e Maria Borrelli con i nipoti Lorenzo e Andrea (Erba - Como)

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«Oggi ho toccato il cielo»

«Dio esiste, io l'ho incontrato».Questo noto titolo di André Frossardpotrebbe sintetizzare anche il «Dia-rio di una preghiera» di FrancescoSaverio Toppi, cappuccino, arcive-scovo prelato di Pompei. «Diario»che trasuda cielo. Pagine che scan-discono una progressiva intimità conDio, in una singolare via di lucimistiche. Il titolo di questo saggio,«Oggi ho toccato il cielo», è suo.

Ho conosciuto da vicino mons.Toppi come suo successore nellasede vescovile di Pompei, la cittàsepolta dall'eruzione del Vesuvionel ’70, risorta come città mariana,nella seconda metà dell'Ottocento,grazie al carisma del beato BartoloLongo. Nella basilica della Verginedel santo Rosario fu lui ad accoglier-mi il 7 aprile 2001. Poco dopo lamia nomina, era venuto ad incon-trarmi e mi aveva messo al dito ilsuo anello smagliante di un artisticocammeo della Madonna di Pompei.A lui era stato donato, e se ne privavacertamente con sacrificio. Il massic-cio cerchio d'oro al dito tradiva lasemplicità del cappuccino: ma, por-tandolo da vescovo, si sentiva sem-plicemente il portatore di un'icona,corifeo di un popolo devoto allaVergine Santa. Di quell'anello, ri-volgendosi a Maria, aveva scrittonel 1993: «E guarderò, palpeggerò,

Il 28 maggio scorso, alla presenza di molti vescovi della Campania e fedeli, è stato presentato a Pompei un libro su P. Francesco Saverio Toppi,

un cappuccino che i nostri lettori conoscono per aver predicato nel santuario di Cerretoe nei nostri paesi per diversi decenni,

prima da semplice sacerdote e poi da vescovo di Pompeifino alla vigilia della sua morte avvenuta a Nola il 2 aprile 2007.

Il vescovo di Assisi Domenico Sorrentino, autore del libro pubblicato da Città Nuova,ha messo come titolo una bella testimonianza dello stesso Toppi.

Qui riporto per i nostri lettori l'«Introduzione» al testo.

bacerò l'anello, rinnoverò il patto,confermerò l'impegno, consumerò

lo sposalizio, vivrò-morrò d'Amore».Fu straordinario per me poterlo

P. Francesco Saverio Toppi nel convento di Cerreto

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avere a fianco per oltre due anni, tral'aprile 2001 e il gennaio 2004, nellaprelatura di Pompei. Si consolidògiorno per giorno la nostra amicizia,cominciata in verità molti anni pri-ma.

Lasciando a me e ad alcuni altrile fotocopie del suo «Diario», P.Francesco - così lo chiamavo econtinuerò spesso a chiamarlo inquesto scritto - affidava un patrimo-nio intimo che aveva ritenuto dipoter mettere in discreta circolazio-ne, giacché lo considerava, in certomodo, una cosa non sua, una ric-chezza della Chiesa, vera proprieta-ria e destinataria ultima delle sueesperienze spirituali. Così scrivevail 19 aprile 2002: «Non sono unteologo, né ricevo lezioni da impor-re. Sono un cristiano (per me contasoprattutto il Battesimo conl'Eucaristia), che descrive le sueesperienze con il desiderio ardenteche ci si ritrovi ogni battezzato e lecondivida con tutti, per la gioia ditutti e di ciascuno».

Esperienze dunque da partecipa-re, questo il senso del «Diario». Melo aveva lasciato, già in vita, forsedesideroso di una mia valutazione.Ma mi ero limitato a un rapidosguardo. Esitavo a sfogliare queiquaderni scritti con chiara e pacatagrafia, quasi temendo di varcare lasoglia del suo mondo interiore. L'hofatto, come obbedendo a un manda-to, dopo la sua morte, e mi sonoritrovato in uno splendido paesaggioche, nei contatti personali, avevointuito e sfiorato, ma di cui non avreipotuto sospettare la bellezza. Presen-tandolo, sarà inevitabile, qua e là,far riferimento anche alle mie espe-rienze personali, per il tratto di cam-mino che abbiamo compiuto insie-me. Lo studio si farà alloratestimonianza.

Il saggio riprende e sviluppaquanto ho premesso alla pubblica-zione del «Diario» curata da p. Fio-

delle presenti riflessioni. Senza pre-tesa di completezza, tenterò di son-dare le pieghe profonde della misti-ca di Toppi, seguendo un metodoche va dall'analisi alla sintesi, sullabase di un quadro generale biogra-fico e documentario. Qualche aspettodi questo approccio potrà forse ri-sultare esigente per i «non addettiai lavori», ma ho fiducia che lo scrit-to, nel suo insieme, possa essere diagevole lettura. Mi auguro risulti uncontributo di qualche significato perla riflessione teologica, che ha cer-tamente tutto da guadagnare dal con-fronto vivo con l'esperienza spiritua-le.

+ Domenico SorrentinoVescovo di Assisi

renzo Ferdinando Mastroianni. E'uno studio in chiave di «teologia delvissuto», una categoria che si vaprogressivamente facendo stradanella prassi teologica, e che il prota-gonista stesso del «Diario» conside-rava appropriata per illustrare la suaesperienza interiore. Più volte neparlammo. Ne ho trovato confermain una nota del 4 maggio 2002, incui egli commenta un mio articolosu Bartolo Longo: «Ho letto unostudio del Vescovo sulla Teologiavissuta e Teologia del vissuto inBartolo Longo col suo carisma aPompei. Meraviglioso! Densissimo!Mi ci sono ritrovato, coinvolto, sti-molante!».

Quel cenno ha suggerito il taglio

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Comitato della Festa Frati Cappuccini

Santuario di CERRETO SANNITA (BN)

Patrona della Diocesi di Cerreto - Telese - S. Agata dei Goti

Festa della Madonnadelle Grazie 2013

Beata te, o Maria: hai creduto fermamente in ciò che il Signore ti diceva!... In questo Anno dellaFede, ottieni anche a noi una fede robusta e totale come la tua, per poter respirare e vivere comefigli di Dio anche nei deserti del materialismo e del relativismo. Affidiamo a te, o Mamma delleGrazie, il dramma di tante Famiglie senza lavoro e di tante persone senza Gesù!

PROGRAMMA RELIGIOSO

Martedi 2 luglio solennità della Madonna delle GrazieIn mattinata tradizionali pellegrinaggi a piedi al Santuario

Sante Messe ore 5,00 - 6,00 - 7,00 - 8,00 - 9,00 - 10,00 - 11,00 - 12,00

ore 19,00: Processione: Tinta - Via Andrea Mazzarella - Piazza Roma - San Rocco - Santuario.Accompagna la processione la Banda Musicale G. Mastrillo di Cusano Mutri

ore 20,00: Concelebrazione presieduta dal nostro vescovo Sua Ecc. Mons. Michele De Rosa.Corale della Cattedrale di Cerreto, direttore prof. Elvira Landino; all'organo prof. Nicola Florio.

PROGRAMMA CIVILE1 luglio lunedi ore 21,00: trattenimento musicale con fisarmonica di Rocco e gli Amici del Liscio

2 luglio martedì ore 09,00: arrivo al santuario della banda musicale «G. Mastrillo»di Cusano Mutri diretta dal M° A. Fusco

ore 21,40: accensione dei fuochi pirotecnici a cura della Ditta Pannella di Ponteofferti dalla Famiglia De Libero (Venezuela)

ore 22,00 Spettacolo Musicaleore 23,45 Estrazione lotteria

L’Illuminazione è allestita e curata dalla Ditta Davide Iannella di Benevento

23 giugno - 1° luglio 2013 novena in onore della Madonna delle GrazieOgni giorno santa Messa ore 7,15; ore 18,00 rosario, novena, Messa con omelia di P. Franco Picardi

23 domenica sante Messe: ore 8,30 - 10,30 - 18,3024 lunedi pellegrini di Castelvenere25 martedi pellegrini di Telese Terme e di Auduni26 mercoledi pellegrini di Faicchio e di Civitella27 giovedi gruppo di preghiera «San Pio» di Amorosi28 venerdi pellegrini di Massa di Faicchio e di San Salvatore Telesino29 sabato pellegrini di San Lorenzello con il coro parrocchiale30 domenica sante Messe: ore 8,30 - 10,30 - 18,301º lunedì pellegrini di Gioia Sannitica

NOVENA DEI RAGAZZIIn questo Anno della Fede vogliamovivere con i ragazzi e i giovani delle

nostre Parrocchie un momentoparticolare di preghiera e di gioiadavanti alla Mamma delle Grazie:da lunedì 24 a sabato 29 giugno

ore 10,00 oppure ore 16,00

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Cronaca dal Santuariosono fermati per un giorno intero.

* Il 24 maggio il Clero della diocesi di Cerreto - Telese - Sant'Agata,guidato dal nostro vescovo mons. Michele De Rosa, ha tenuto il ritirospirituale presso il santuario in omaggio alla Madonna delle Grazie, cosìcome tutti gli anni. Dopo la conferenza e la recita del santo Rosario alcunisono rimasti per condividere l'agape fraterna.

* Nei giorni 15 e 22 maggio il parroco di San Salvatore don FrancoPezone ha condotto al nostro santuario numerosi ragazzi per la preparazioneprossima alla prima comunione. Era accompagnato dai genitori dei ragazzie dalle catechiste. Tutti hanno ricevuto il sacramento della confessione.

* Il 18 maggio un gruppo di ragazzi provenienti da Ruviano ha fattoun ritiro spirituale al santuario in preparazione alla prima comunione. Si

Il 26 maggio è giunto al santuario un numeroso pellegrinaggio da Putignano di Bari della parrocchia di San Pietro. Sono rimasti con noi perpartecipare alla santa Messa domenicale. Successivamente hanno visitato le botteghe della ceramica di Cerreto e San Lorenzello.

* Il 31 maggio i cerretesi, accompagnati dal Vescovo, dai Parroci dellaCattedrale e di San Martino, dalle Autorità comunali guidate dal Sindaco,hanno fatto un pellegrinaggio al santuario per la conclusione del mese dimaggio e per solennizzare la festa liturgica della Visitazione di Maria aElisabetta. Era prevista la salita a piedi ed anche la benedizione della muovaVia Crucis. Invece sorella pioggia ha confinato tutti i partecipanti nellastretta clausura del santuario. Ha presieduto la celebrazione Mons. Vescovo.

* L'8 giugno hanno tenuto un ritiro spirituale nel nostro santuario ibambini di prima comunione di san Lupo, guidati dal loro parroco donSilvio e da alcune catechiste.

* Il 14 giugno un gruppo di bambini di Ponte trascorre con le catechistealcune ore al santuario per la preparazione prossima alla prima comunione.

Il 26 gennaio 2013 è stata costituita a Telese l'«Associazione socio-culturale Anziani» intitolata «Madonna delle Grazie». Il sodalizio è statochiamato così per devozione alla Madonna di Cerreto. Tra gli obiettivi principali c'è quello di favorire la socializzazione degli anziani. Gli iscrittiraggiungono circa 140 unità, provenienti la maggior parte dalla valle telesina. Il centro aderisce all'ANCESCAO. Il consiglio direttivo è costituitodal presidente Agostino D'Onofrio, dal vice Pasquale Iadarola e da altri cinque consiglieri, oltre i collegi dei revisori dei conti e dei probiviri.Qui ne parliamo perché il giorno 8 giugno hanno voluto far celebrare una messa di ringraziamento presso il nostro santuario. Con gioia di noiFrati, nonostante che fosse un giorno feriale, hanno occupato tutti i banchi della chiesa, hanno recitato il santo rosario, si sono confessati e hannopartecipato quasi tutti alla santa Comunione. Al termine della Messa abbiamo rinnovato la nostra consacrazione alla Madonna. Con la gioia nelcuore e con gli stimoli che partono nell'ora di pranzo hanno proseguito la «socializzazione» nel ristorante La Torre.

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Sotto la Protezione di Maria

GiordanoPasqualee PatriziaGuarinocon il figlioPietro Antonionel giornodi battesimo(Cerreto)

Santillo Gaia, Stella ed Emma di Davide e Roberta Cotugno (Pietraroja)

Remo Meglio e Concetta Pascale con i figli Kevin Giuseppe e Aldo Carmine (Cerreto)

SimoneNormando

di Flavioe

LuisaCofrancesco

(Roma)

* Cari figli! Donatemi la vostra vita e abbandonatevicompletamente a me perché io possa aiutarvi a compren-dere il mio amore materno e l'amore del mio Figlio versodi voi. Figli miei, io vi amo immensamente ed oggi, inmodo particolare nel giorno della nascita del mio Figlio,desidero accogliere ciascuno di voi nel mio cuore e donarele vostre vite al mio Figlio. Figli miei, Gesù vi ama e vidona la grazia di vivere nella Sua misericordia, ma moltidei vostri cuori sono presi dal peccato e vivete nelletenebre. Perciò, figli miei, non aspettate, dite no al peccatoe offrite i vostri cuori al mio Figlio perché soltanto cosìpotrete vivere la misericordia di Dio ed incamminarvisulla via della salvezza con Gesù nei vostri cuori (25/XII/2012).

Esortazioni della Madonna a Medjugorje* Cari figli, con molto amore e pazienza, cerco di rendere

i vostri cuori simili al mio Cuore. Cerco di insegnarvi, col mioesempio, l'umiltà, la sapienza e l'amore, perché ho bisogno divoi, non posso senza di voi, figli miei. Secondo la volontà diDio vi scelgo, secondo la sua forza vi rinvigorisco. Perciò, figlimiei, non abbiate paura di aprirmi i vostri cuori. Io li darò amio Figlio ed Egli, in cambio, vi donerà la pace divina. Voi loporterete a tutti coloro che incontrate, testimonierete l'amoredi Dio con la vita e, tramite voi stessi, donerete mio Figlio.Attraverso la riconciliazione, il digiuno e la preghiera, io viguiderò. Immenso è il mio amore. Non abbiate paura! Figlimiei, pregate per i pastori. Che le vostre labbra siano chiusead ogni condanna, perché non dimenticate: mio Figlio li hascelti, e solo Lui ha il diritto di giudicare (2/I/2013)

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CONSACRATI ALLA MADONNA

Bimbi in Santo

Matrimonial Santuario

Di Mezza Toni di San Salvatoree Ida Gentile di San Lorenzello

(9/VI/2013)

Armellino Vincenzo di San Lorenzo M.e Annamaria Libardi di S. Agata dei Goti

(23/VI/2013)

25° di matrimonio

Giannotta Luigi e Caterina Matteidi Faicchio (19/V/2013)

Di Santo Biagio e Maria Carlodi Telese (15/VI/2013)

Rainone Lorenzoe Maria Rosaria Di Cosmo (25/VI/2013)

50° di matrimonio

Calcagni Luigi e Maria Russodi Acerra (25/IV/2013)

Tacinelli Eusebioe Cofrancesco Ermelinda

di Telese (27/IV/2013)

Fappiano Luigi e Antonietta Paduanodi Castelvenere (28/IV/2013)

Grillo Mario e Paola Ceniccoladi Telese (5/V/2013)

60° di matrimonio

Pacelli Carmine Antonioe Maria Pisaniello

di Castelvenere (20/IV/2013)

Trimboli Christian (12/II/2008)di Antonio e Annarita Iadarola (Benevento)

Rossi Victor (26/VII/2001)e Jlenia (9/VIII/2005)

di Luigi e Maria Antonietta Colarusso(Altavilla)

Leone Francesco (30/XII/2000), Emanuela(2/IV/2002) e Vittorio Maria (4/X/2006)di Adriano e Tiziana Carolla (Benevento)

Santillo Stella (19/XI/2010)ed Emma (31/X/2012)

di Davide e Roberta Cotugno (Pietraroja)

Normando Simone (1/IV/2013)di Flavio e Luisa Cofrancesco (Roma)

Madonna d' l' Razzje(in dialetto Cerretese)

Madonna mia, Mamma d' tutt' l' mamm',da Te agg' v'nut' cu nu cor' chin' d'affann'.

Tu che d'a a Razzja d' Dij, s' sc'tèta tucchèta,lib'ra l'anma mia accussì turm'ntèta.

Tu che s' g'n'rèt' e dunèt' i r'spir' D'vin',dentr' a sc't' mèn' Toje accogl'm', so nu pov'r' p'll'rin'.

Da tutt' a vallèta a gènt', f'lic' o suff'rent', ven' sul' p' Te,p' sciogl' nu vot', p' t' uardà esc'tasièt' o senza p'cchè.

Madonna d' l' Razzje, Mamma Doc' e Bjèta,p' jèss' R'gina d'a Terra e d' i Puaradis' s' sc'tèta crièta.

Nu prufum' d' ros' da Te s' d'ffonn',tappét' d' pèt'l' russ' s' sc'tèn'n', p' n'amor' prufonn'.

S' ij pèrd' a Via che a Te m' cunduc',fa che gl'jocchij' Toje add'vént'n' fèr' d' Luc'.

So com' a chigl' figl' che T' uò abbraccià, che T' uò vasà,e che tropp' sc'tanch' dop' a nu long' viagg',

n'copp' a sc'palla Toja s'uò' rupusà.

S' l' nott' d'a Vita tropp' fredd' ess'n' add'vèntà,sc'tén'm' n'gogl' i muantegl' C'lèsc't',

e cu i qualor' d' mamma famm' n'fucà.

Luigi Nunziante

Madonna delle Grazie(in italiano)

Madonna delle Grazie, mamma fra tutte le mamme,da te sono venuto con un cuore pieno di affanni.

Tu che dalla Grazia di Dio, sei stata toccata,libera la mia anima dai tormenti che l'affliggono.

Tu che hai generato e donato il Respiro Divino,accoglimi fra le tue mani, sono un povero pellegrino.

Da tutta la vallata i devoti, sia felici o sofferenti,vengono solo per Te,

per sciogliere un voto, per guardarti estasiati,a volte senza nessun perché.

Madonna delle Grazie, Mamma Dolce e Beata,per diventare la Regina del Mondo

e del Paradiso sei stata creata.

Un profumo di rose da Te si diffonde,tappeti di petali rossi si stendono,

segno di un amore profondo.

Se dovessi perdere la strada che mi conduce a Te,fà che i Tuoi occhi diventino fari di Luce da seguire.

Sono come uno di quei figli, che Ti vuole abbracciare,che Ti vuole baciare,

e che, distrutto dalla fatica per un lungo viaggio,cerca riposo sulla Tua spalla.

Se dovessero scendere su di me,con freddo insopportabile, le notti della vita,

avvolgimi con il Tuo Mantello Celeste,e con il calore di mamma riscaldami.

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Risorgeranno nella luce di Cristo

Polletta Filomenadi Ponte

* 6/III/1928 + 28/III/2013

Maria Rainonedi San Lorenzello

* 26/III/1915 + 11/VI/2012

Filippelli Micheledi Cerreto Sannita

* 26/IV/1929 + 9/I/2013

Maria Croccodi Cusano Mutri

* 14/XII/1921 + 14/II/2013

Assunta Farinadi San Lorenzello

* 8/IX/1934 + 5/VIII/2012

Pasquale Colucci* Cerreto 14/XI/1930+ Modena 10/II/2013

Simone Concettadi San Lorenzello

* 9/VII/1923 + 9/III/2013

Simone Valentedi Cerreto Sannita

* 6/III/1924 + 18/XII/2012

Maria Assunta Portodi Faicchio

* 20/IX/1936 + 21/I/2013

Genoveffa Vitelli(mamma)

* 8/III/1966 + 19/XII/2010

Tammaro Simone1° figlio

* 15/XI/1984 + 19/XII/2010

Tammaro Giovanni2° figlio

* 22/VIII/1986 + 19/XII/2010

Tammaro Antonio3° figlio gemello

* 5/II/2007 + 19/XII/2010

Tammaro Carlo4° figlio gemello

* 5/II/2007 + 19/XII/2010

La tragedia di una famiglia

di Cusano

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Santuario Maria SS. delle Grazie e convento dei Frati CappucciniCERRETO SANNITA (BN)

Moccia Giuseppe

e Placida Ricciardi

di Castelvenere

nel 50° anniversario

di matrimonio

Grillo Mario

e Paola Ceniccola

di Telese

nel 50° anniversario

di matrimonio

Fappiano Luigi e Paduano Antonietta di Castelvenere nel 50° anniversario di matrimonio con figli e nipoti