2011 DEL SANTUARIO DI MARIA SS. DELLE GRAZIE · DELLE GRAZIE TASSA PAGATA TAX PAID TAXE RESÇUE...

16
2 2011 DEL SANTUARIO DI MARIA SS. DELLE GRAZIE TASSA PAGATA TAX PAID TAXE RESÇUE Poste Italiane spa - Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, com. 2, DCB Benevento PERIODICO MARIANO CERRETO SANNITA (BN) Marzo - Aprile 2011 Anno 82 - N° 2

Transcript of 2011 DEL SANTUARIO DI MARIA SS. DELLE GRAZIE · DELLE GRAZIE TASSA PAGATA TAX PAID TAXE RESÇUE...

22011 DEL SANTUARIO DI MARIA SS. DELLE GRAZIE

TASSA PAGATATAX PAIDTAXE RESÇUE

Poste Italiane spa - Sped. in A.P. - D.L. 353/2003

(conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, com. 2, DCB Benevento

PERIODICO MARIANO

CERRETO SANNITA (BN)

Marzo - Aprile 2011

Anno 82 - N° 2

S. Maria a Vico (Ce) - tel. 0823.808569

Direttore - Redattore Fr. Mariano Parente

Responsabile Domenico Guida

Edizioni Cappuccini Napoli - 80122 Napoli, Corso Vittorio Emanuele, 730

SOMMARIO

3

4

5

7

8

8

9

10

12

14

15

Cari Amici,

AUT. TRIBUNALE DI BENEVENTO 21/09/1994

Poste Italiane spa - Sped. in A.P.D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46)

art. 1, comma 2, DCB Benevento

Per offerte dall'Italia si prega di servirsi del

Conto Corrente Postale n° 98534118intestato a:

La Voce del Santuario di Maria delle GrazieCerreto Sannita

Orario delle Messe al Santuario

Orario per le confessioni: tutti i giorni ore 7,15-12,00; 15,00-18,30

Periodo invernale-solare:

Periodo estivo o legale:

Festivo 8,30 - 10,30 - 17,00. Feriale 7,15 - 17,00

Festivo 8,30 - 10,30 - 18,30. Feriale 7,15 - 18,30

LA VOCE DEL SANTUARIO DI MARIA SS. DELLE GRAZIE - PERIODICO MARIANO - ANNO 82°

Direzione e Amministrazione:

Convento Frati Cappuccini - 82032 Cerreto Sannita (BN) - Tel. 0824.861332www.santuariodellegrazie.it

il primo maggio di quest'anno la Chiesa festeggeràla beatificazione di Giovanni Paolo II, il Papa marianoper eccellenza degli ultimi tempi che affidò se stessoe tutta la sua opera a Maria, riproducendo nel suostemma la famosa espressione: Totus Tuus, sonotutto tuo. Egli ammirava in Maria la grande fede,cioè il lasciarsi guidare da Dio sempre, soprattuttonelle difficoltà umanamente insormontabili. «Seibeata, tu che hai creduto - scrisse di Lei il Papa -Hai creduto nel momento della Annunciazione. Haicreduto nella notte di Betlemme. Hai creduto sulCalvario. Tu hai avanzato nella peregrinazione dellafede e hai serbato fedelmente la tua unione col Figlio,Redentore del mondo… La Chiesa impara da te,Maria, che essere Madre vuol dire essere una vivaMemoria, vuol dire “serbare e meditare nel cuore”le vicende degli uomini e dei popoli, le vicende gioiosee quelle dolorose» (1/1/1987).

Chi conserva e coltiva la fede attraverso la notteoscura della croce, seguendo Gesù e l'esempio diMaria, sa di arrivare alla luce della risurrezione. Leparole del Papa mariano ci siano di stimolo perrafforzare la nostra profonda gioia di sentirci figliamati da Dio. Maria sia il nostro modello per arrivarea Dio, ogni giorno, nel silenzio, in umiltà. Maria nonsolo è modello di fede, ma è anche nostra Madre checi ama immensamente e ci aiuta a crescere nellapienezza della vita umana e cristiana.

Fr. Mariano Parente

Per offerte dall'Estero effettuare Bonifico Bancario intestato a:La Voce del Santuario di Maria delle Grazie

Cerreto SannitaCoordinate Bancarie Internazionali (=IBAN):

IT14 E076 0114 9000 0009 8534 118C o d i c e B I C / S W I F T BPPI ITRRXXX

La Vergine del «Sì»

Il tesoro nascosto della sofferenza

Santa Chiara di Assisi

Beatificazione di Maria Serafina Micheli

Breve corrispondenza

Sacramento del matrimonio

50. di sacerdozio di Padre Matteo

Sotto la protezione di Maria

Storia del convento e santuario

Consacrati alla Madonna - Bimbi in Santo

Risorgeranno nella luce di Cristo

LA VERGINE DEL « S Í »LA VERGINE DEL « S Í »3/19

puri del Figlio dodi-cenne, occhi che, unitialle parole «devo pre-occuparmi delle cosedel Padre mio!» lepropongono ancora unavolta il mistero, la vo-lontà di un Dio a cui hadetto «Sì!».

Più avanti neltempo incontriamoMaria a Cana, nelgiorno di festa per lenozze di amici, in cui èlo sguardo attento esollecito a cogliere ladifficoltà degli sposi:«Non hanno più vino!».Una semplice consta-tazione che sollecita ilprimo miracolo di Ge-sù, ma che prima ditutto ci insegna ad es-sere sensibili e premu-rosi verso la necessitàdei fratelli, anche nellerealtà quotidiane: ipiccoli sguardi di ognigiorno per poter alzaregli occhi verso il cielo.

Quanti altri scambidi sguardi, più che diparole, con il Figlio,fino a quell'ultimo,

sotto la croce, quando, forse più che in ogni altro momento,la Vergine Madre ha cercato nel dolore di «vedere oltre»,per scoprire la presenza del suo Dio anche nel mistero diquella morte.

Ma è bello e rasserenante pensare a Maria estasiata difronte al suo Maestro e Signore risorto; la immaginiamoin contemplazione, mentre ripercorre la sua vita,dall'apparizione dell'angelo che ha trasformato la sua vitae la nostra storia.

Così, seguendo il suo sguardo, potremo anche noiesclamare con il salmista: «Quale gioia quando mi dissero:Andremo alla casa del Signore».

Madì Drello

«Guarda la stella,invoca Maria»: èl'invito di san Bernardo,che raccoglie l'istintivapreghiera di tanti cri-stiani, all'apparire dellaprima luce nel cielovespertino. Pensare aMaria e invocare la suap ro tez ione nascespontaneo nel cuore deldevoto, forse perché laMadonna, da sempre, èla stella, la fulgida luceche guida il cammino,«stella del mattino,stella del mare», stellaincoronata di stelle. Igrandi artisti e la tra-d i z ione popo la rel'hanno spesso imma-ginata e ritratta con gliocchi rivolti al cielo,per sottolineare la metada lei indicata.

Ed è proprio se-guendo con la mente ilsuo sguardo che pos-siamo aspirare a rag-giungere la vera gioia,nel regno del Padre. Lofacciamo come ilbambino che guardacon curiosità e fiducialà dove la mamma rivolge il suo viso, perché sa che vedràqualcosa di bello e di buono, qualcosa che lo interessa.

Anche per la Vergine Maria è stato lo sguardo di unAltro ad orientare i suoi occhi, e soprattutto il suo cuore,verso il cielo, per sempre: «L'anima mia magnifica ilSignore, perché ha guardato all'umiltà della sua serva!». Eda quel momento quanti sguardi rivolti al suo Dio, nellasemplicità della sua casa e tra la gente osannante il suoGesù.

La possiamo immaginare china sul bimbo appena nato,a Betlemme, intenta a vedere oltre quella creatura umanamisteriosamente affidata alle sue cure amorose; poi, alcunianni dopo, lo sguardo preoccupato che incontra gli occhi

Ti amo e ho dato lavita per te

Il tesoro nascosto della sofferenzaIl tesoro nascosto della sofferenza4/20

La sofferenza è il tesoro più grandeche ci sia sulla terra. Essa purifical'anima. Nella sofferenza conosciamochi ci è veramente amico. Il vero amoresi misura col termometro della sofferen-za.

Gesù, Ti ringrazio per le piccolecroci quotidiane, per le contrarietà cheincontro nelle mie iniziative, per il pesodella vita comunitaria, per la interpreta-zione distorta delle mie intenzioni, perle umiliazioni che provengono daglialtri, per il comportamento aspro versodi noi, per i sospetti ingiusti, per la salutecagionevole e per le forze che vengonomeno, per il ripudio della mia volontà,per l'annientamento del proprio io, peril mancato riconoscimento in tutto, pergli impedimenti posti a tutti i miei pro-getti.

Ti ringrazio, Gesù, per le sofferenzeinteriori, per l'aridità dello spirito, perle paure, i timori e i dubbi, per il buiofitto e le tenebre interiori, per le tenta-zioni e le diverse prove, per le angosceche è difficile descrivere, e soprattuttoper quelle in cui nessuno ci capisce, perl'ora della morte, per la dura lotta chela precede e per tutta la sua amarezza.

Ti ringrazio, Gesù, che hai bevutoil calice dell'amarezza, prima di porgerloa me raddolcito. Ecco, ho accostato lemie labbra al calice della Tua santavolontà. Avvenga di me secondo il tuovolere; avvenga di me ciò che ha stabilitola Tua sapienza fin dall'eternità. Desiderobere fino all'ultima stilla il calice dellapredestinazione, non voglio indagare suquesta predestinazione, nell'amarezzac'è la mia gioia, nella disperazione lamia fiducia.

In Te, o Signore, quello che ci dàil Tuo Cuore paterno è tutto buono; nonpreferisco le gioie alle amarezze, né leamarezze alle gioie, ma Ti ringrazio ditutto, o Gesù. La mia delizia consistenello stare a contemplarTi, o Dio incom-prensibile. E' in una esistenza misteriosache si aggira il mio spirito, poiché è làche sento di essere a casa mia. Conosco

bene la dimora del mio Sposo. Sentoche in me non c'è nemmeno una gocciadi sangue che non arda d'amore per Te.Bellezza eterna, chi Ti conosce una solavolta, non può più amare nessun'altracosa. Sento la voragine insondabile della

mia anima, e che niente può colmarla,all'infuori di Dio. Sento che sprofondoin Lui, come un granellino di sabbia inun oceano senza fondo.

Faustina Kowalska

O Gesù, mi fermo pensoso aipiedi della Croce: anch'io l'ho co-struita con i miei peccati!

La tua bontà, che non si difendee si lascia crocifiggere, è un misteroche mi supera e mi commuove pro-fondamente.

Signore, tu sei venuto nel mon-do per me, per cercami, per portarmil'abbraccio del Padre.

Tu sei il volto della bontà e dellamisericordia: per questo vuoi salvar-mi!

Dentro di me c'è tanto egoismo:vieni, con la tua sconfinata carità!

Dentro di me c'è rancore e ma-lignità: vieni, con la tua mitezza e latua umiltà!

Signore, il peccatore da salvaresono io, il figlio prodigo che devetornare sono io!

Signore, concedimi il dono dellelacrime per ritrovare la libertà e lavita, la pace con Te e la gioia in Te.

Angelo Comastri

5/21

Una delle Sante più care è senz'altro santaChiara d'Assisi, vissuta nel XIII secolo,contemporanea di san Francesco. La suatestimonianza ci mostra quanto la Chiesatutta sia debitrice a donne coraggiose ericche di fede come lei, capaci di dare undecisivo impulso per il rinnovamentodella Chiesa.Chi era dunque Chiara d'Assisi? Per ri-spondere a questa domanda possediamofonti sicure: non solo le antiche biografie,come quella di Tommaso da Celano, maanche gli Atti del processo di canonizza-zione promosso dal Papa solo pochi mesidopo la morte di Chiara e che contienele testimonianze di coloro che visseroaccanto a lei per molto tempo.Nata nel 1193, Chiara apparteneva aduna famiglia aristocratica e ricca.Rinunciò a nobiltà e a ricchezza per vivereumile e povera, adottando la forma divita che Francesco d'Assisi proponeva.Anche se i suoi parenti, come accadevaallora, stavano progettando un matrimo-nio con qualche personaggio di rilievo.Chiara, a 18 anni, con un gesto audaceispirato dal profondo desiderio di seguireCristo e dall'ammirazione per Francesco,lasciò la casa paterna e, in compagnia diuna sua amica, Bona di Guelfuccio, rag-giunse segretamente i frati minori pressola piccola chiesa della Porziuncola. Erala sera della domenica delle Palme del1211. Nella commozione generale, fucompiuto un gesto altamente simbolico:mentre i suoi compagni tenevano in manotorce accese, Francesco le tagliò i capellie Chiara indossò un rozzo abito peniten-ziale. Da quel momento era diventata lavergine sposa di Cristo, umile e povero,e a Lui totalmente si consacrava. ComeChiara e le sue compagne, innumerevolidonne nel corso della storia sono stateaffascinate dall'amore per Cristo che,nella bellezza della sua Divina Persona,riempie il loro cuore. E la Chiesa tutta,per mezzo della mistica vocazione nuzialedelle vergini consacrate, appare ciò chesarà per sempre: la sposa bella e pura diCristo.In una delle quattro lettere che Chiara

Testimonianza cristiana al femminile

inviò a sant'Agnese di Praga, la figlia delre di Boemia, che volle seguirne le orme,parla di Cristo, suo diletto Sposo, conespressioni nuziali, che possono stupire,ma che commuovono: «Amandolo, siete

casta, toccandolo, sarete più pura, lascian-dovi possedere da lui sarete vergine. Lasua potenza è più forte, la sua generositàpiù elevata, il suo aspetto più bello,l'amore più soave e ogni grazia più fine.

Santa Chiara di Assisi

6/22

Oramai siete stretta nell'abbraccio di lui,che ha ornato il vostro petto di pietrepreziose… e vi ha incoronata con unacorona d'oro incisa con il segno dellasantità» (FF, 2862).Soprattutto al principio della sua espe-rienza religiosa, Chiara ebbe in Francescod'Assisi non solo un maestro di cui seguiregl'insegnamenti, ma anche un amico fra-terno. L'amicizia tra questi due santicostituisce un aspetto molto bello e im-portante. Infatti, quando due anime pureed infiammate dallo stesso amore per Diosi incontrano, esse traggono dalla reci-proca amicizia uno stimolo fortissimoper percorrere la via della perfezione.L'amicizia è uno dei sentimenti umanipiù nobili ed elevati che la Grazia divinapurifica e trasfigura. Come san Francescoe santa Chiara, anche altri santi hannovissuto una profonda amicizia nel cam-mino verso la perfezione cristiana, comesan Francesco di Sales e santa GiovannaFrancesca di Chantal. Ed è proprio sanFrancesco di Sales che scrive:«E' bellopoter amare sulla terra come si ama incielo, e imparare a volersi bene in questomondo come faremo eternamentenell'altro. Non parlo qui del sempliceamore di carità, perché quello dobbiamoaverlo per tutti gli uomini; parlodell'amicizia spirituale, nell'ambito dellaquale, due, tre o più persone si scambianola devozione, gli affetti spirituali e diven-tano realmente un solo spirito».Dopo aver trascorso un periodo di qualchemese presso altre comunità monastiche,resistendo alle pressioni dei suoi familiariche inizialmente non approvarono la suascelta, Chiara si stabilì con le prime com-pagne nella chiesa di san Damiano dovei frati minori avevano sistemato un pic-colo convento per loro. In quel monasterovisse per oltre quarant'anni fino alla morte,avvenuta nel 1253. Ci è pervenuta una

descrizione di prima mano di come vive-vano queste donne in quegli anni, agliinizi del movimento francescano. Si trattadella relazione ammirata di un vescovofiammingo in visita in Italia, Giacomoda Vitry, il quale afferma di aver trovatoun grande numero di uomini e donne, diqualunque ceto sociale che «lasciata ognicosa per Cristo, fuggivano il mondo. Sichiamavano frati minori e sorelle minorie sono tenuti in grande considerazionedal signor Papa e dai cardinali. Le donnedimorano insieme in diversi ospizi nonlontani dalle città. Nulla ricevono, mavivono del lavoro delle proprie mani. Esono grandemente addolorate e turbate,perché vengono onorate più che non vor-rebbero, da chierici e laici» (FF,2205.2207). Giacomo da Vitry avevacolto con perspicacia un tratto caratteri-stico della spiritualità francescana cuiChiara fu molto sensibile: la radicalitàdella povertà associata alla fiducia totaledella Provvidenza divina. Per questomotivo, ella agì con grande determina-zione, ottenendo dal Papa Gregorio IXo, probabilmente, già dal Papa InnocenzoIII, il cosiddetto Privilegium Paupertatis(FF, 3279). In base ad esso, Chiara e lesue compagne di san Damiano non pote-vano possedere nessuna proprietà mate-riale. Si trattava di un'eccezione veramen-te straordinaria rispetto al diritto canonicovigente e le autorità ecclesiastiche di queltempo lo concessero apprezzando i fruttidi santità evangelica che riconoscevanonel modo di vivere di Chiara e delle suesorelle. Ciò mostra come anche nei secolidel Medioevo, il ruolo delle donne nonera secondario, ma considerevole. A que-sto proposito, giova ricordare che Chiaraè stata la prima donna nella storia dellaChiesa che abbia composto una Regolascritta, sottoposta all'approvazione delPapa, perché il carisma di Francescod'Assisi fosse conservato in tutte le co-munità femminili che si andavano stabi-lendo numerose già ai suoi tempi e chedesideravano ispirarsi all'esempio di Fran-cesco e di Chiara.Nel convento di san Damiano Chiarapraticò in modo eroico le virtù che do-vrebbero contraddistinguere ogni cristia-no: l'umiltà, lo spirito di pietà e di peni-tenza, la carità. Pur essendo la superiora,ella voleva servire in prima persona lesuore ammalate, assoggettandosi anchea compiti umilissimi: la carità, infatti,supera ogni resistenza e chi ama compie

ogni sacrificio con letizia. La sua fedenella presenza reale dell'Eucaristia eratalmente grande che, per due volte, siverificò un fatto prodigioso. Solo conl'ostensione del Santissimo Sacramento,allontanò i soldati mercenari saraceni,che erano sul punto di aggredire il con-vento di san Damiano, e di devastare lacittà di Assisi. Anche questi episodi, comealtri miracoli, di cui si conservava lamemoria, spinsero il Papa Alessandro IVa canonizzarla solo due anni dopo lamorte, nel 1255, tracciandone un elogionella Bolla di canonizzazione in cui leg-giamo: «Quanto è vivida la potenza diquesta luce e quanto forte è il chiaroredi questa fonte luminosa. Invero, questaluce si teneva chiusa nel nascondimentodella vita claustrale e fuori irradiavabagliori luminosi; si raccoglieva in unangusto monastero, e fuori si spandevaquanto è vasto il mondo. Si custodivadentro e si diffondeva fuori; ma la suavita era rivelata a tutti. Chiara taceva, mala sua fama gridava» (FF, 3284). Ed èproprio così, cari amici: sono i santi coloroche cambiano il mondo in meglio, lotrasformano in modo duraturo, immetten-do le energie che solo l'amore ispiratodal Vangelo può suscitare. I santi sono igrandi benefattori dell'umanità!La spiritualità di santa Chiara, la sintesidella sua proposta di santità, è raccoltanella quarta lettera a sant'Agnese da Pra-ga. Santa Chiesa adopera una immaginemolto diffusa nel Medioevo, di ascenden-ze patristiche, lo specchio. Ed invita lasua amica di Praga a riflettersi in quellospecchio di perfezione di ogni virtù cheè il Signore stesso. Ella scrive: «Felicecertamente colei a cui è dato godere diquesto sacro connubio, per aderire con ilprofondo del cuore a Cristo, a colui lacui bellezza ammirano incessantementetutte le beate schiere dei cieli, il cui affettoappassiona, la cui contemplazione ristora,la cui benignità sazia, la cui soavità ri-colma, il cui ricordo risplende soavemen-te, al cui profumo i morti torneranno invita e la cui visione gloriosa renderà beatitutti i cittadini della celeste Gerusalemme.E poiché egli è splendore della gloria,candore della luce eterna e specchio senzamacchia, guarda ogni giorno questo spec-chio, o regina sposa di Gesù Cristo, e inesso scruta continuamente il suo volto,perché tu possa così adornarti tuttaall'interno e all'esterno. In questo specchiorifulgono la beata povertà, la santa umiltà

Stella e Giovanni Orsininel 50° anniversario di matrimonio

con figli e nipoti (USA)

MARIA SERAFINA MICHELI

7/23

l'ineffabile carità» (FF, 2901-2903).Grati a Dio che ci dona i Santi che parlanoal nostro cuore e ci offrono un esempiodi vita cristiana da imitare, vorrei conclu-dere con le stesse parole che santa Chiaracompose per le sue consorelle e che an-cora oggi le clarisse, che svolgono unprezioso ruolo nella Chiesa con la loropreghiera e con la loro opera, custodisco-no con grande devozione (FF, 2856).Sono espressioni in cui emerge tutta latenerezza della sua maternità spirituale:«Vi benedico nella mia vita e dopo lamia morte, come posso e più di quantoposso, con tutte le benedizioni con lequali il Padre delle misericordie benedissee benedirà in cielo e in terra i figli e lefiglie, e con le quali un padre e una madrespirituale benedisse e benedirà i suoi figlie le sue figlie spirituali. Amen» (OR,15/9/010).

Benedetto XVI

14 maggio 2011Pellegrinaggio notturno dei giovani della diocesi di Cerreto-Telese-Sant'Agata.Si parte dal Santuario Madonna delle Grazie di CerretoSannita e si giunge alla chiesa del Carmine in Faicchio casamadre dell'Istituto.Scopo del pellegrinaggio preparatorio é quello di ripercor-rere, nello spirito cristiano, il pellegrinaggio della Fondatricedelle Suore degli Angeli.Sarà un momento di preghiera per ringraziare la SS. Trinitàdel dono di santità concesso alla nuova Beata vissuta negliultimi anni della sua vita nella diocesi di Cerreto

Santa Maria delle grazieMadre di Dio e Madre nostrainsegnaci a credere ed amare.Indicaci la via verso il Regno!Stella del mare brilla su di noie guidaci sul retto cammino!

Tu sei la speranzadella Gloria eternarischiara e rafforza le nostrementi alla concordiae alla pace.

Abbiamo bisognodel tuo esempio luminosoper superare ogni giornogli ostacoli della vita.

Ti invochiamo Mariaperché ci fai desiderarequel che piace a Dio!Ci fai pregustare il beneci fai vincere il maleci esorti a compierela volontà di Diocome hai fatto tu.

Maria Rita Borrelli

Faicchio 28 maggio 2011

Imèr (TR) 1849 - Faicchio (BN) 1911

MARIA SERAFINA MICHELIBeatificazione della Venerabile

8/24

Sacramentodel matrimonio

al Santuario25º di matrimonio

Antonio e AntoniettaFilippelli

(21/XII/2010)

Caporaso Gerardoe Dàlia Valentino

di Telese(26/XII/2010)

50º di matrimonio

Crocco Luigie Giovanna Franco

di Cusano(5/I/2011)

* Niagara Falls (USA) 22/I/2011Sono una signora oriunda di Cerreto chenon ha mai dimenticato l'immagine dellaMadonna delle Grazie. Il mese scorsomio marito ha subito un delicato inter-vento al cuore, ed io con fede e devozioneho chiesto la protezione della Madonna.Lei non ci ha abbandonati, e noi tutti laringraziamo dal profondo del cuore. Ma-ria Antonietta Iacobelli KenyonLa gratitudine è segno di un cuore nobile.Molti chiedono, ma pochi ringraziano,come ci racconta il Vangelo quando ri-corda che su dieci lebbrosi guariti, unosolo ritornò indietro per ringraziare ilMaestro. La Madonna è contenta quandostiamo in buona salute, anche se dobbiamocontinuamente riparare i guasti della na-tura. Auguro a voi ed a vostro maritolunga vita e perfetta salute.

* Niederterteufen (Svizzera)26/II/2011Spero che abbiate ricevuta la mia offerta.Pregate per la nostra salute e per la miaFamiglia. Margherita De Lazzer.

Volentieri preghiamo per voi e per tuttii benefattori di questo santuario. Vi rin-grazio perché siete stata intelligente aritagliare e inviarci all'interno della letterail vostro indirizzo stampato da noi stessiquando vi abbiamo inviato la rivista.Anche qualche altra persona lo fa. Pernoi é un grande aiuto a rintracciare subitola scheda dove vengono aggiornati i datidei nostri abbonati. Circa l'offerta, pur-troppo, non bisogna fidarsi delle Poste.Secondo la regola non bisogna metterebiglietti di moneta corrente nelle lettere,altrimenti di norma non arriva. Convienefare un assegno intestato al Santuario einviarlo per raccomandata, oppure seguirequanto indicato nella seconda pagina dicopertina. Grazie della vostra collabora-zione e costante generosità.

* Pont Viau Laval (Canada) 13/1/2011Sono la nonna di 4 giovanotti, che amotanto. Prego per loro perché conservinola fede, perciò li affido alla Madonna.Per adesso sono bravi; spero che si con-serveranno così anche nel futuro. La loromamma, mia figlia, mi ha pregato di dirviche non é necessario inviare anche a leiil Bollettino, perché a casa sua non haun momento libero per leggerlo; però lovede volentieri a casa mia. Maria Caran-geloIl futuro dei vostri cari nipoti sta nellemani di Dio e nella loro risposta alla vitache gratuitamente hanno ricevuto. Il vostroatteggiamento di pregare sempre per loro,senza stancarvi, é quello giusto. Normal-mente se l'albero é buono, anche i fruttisono buoni. La testimonianza dei genitorie dei nonni aiuta molto la formazionedelle nuove generazioni. I giovani noninventano il loro cammino nella vita quo-tidiana, ma sono il frutto di chi li precede.Se agiscono in modo positivo o negativonon é imputabile solo a loro, ma ancheal contesto in cui vivono e che li forma.Non si possono raccogliere fichi dallespine, né buon vino da acerbi vitigni.Davanti al Creatore ognuno di noi rispon-de personalmente delle sue azioni, ma gliesempi positivi o negativi condizionanol'avvenire dei singoli e della società. Lapreghiera é indispensabile perché prevalganon l'egoismo dei singoli, ma il progetto

Breve corrispondenzadel bello e del buono che Dio ha progettatoper ciascuno di noi, suoi figli. Vi auguroche il vostro profondo desiderio di benesi realizzi oggi e sempre. Vi sono gratoper avermi comunicato che vostra figlianon gradisce più l'abbonamento del nostroBollettino a casa sua. Per noi é importantenon sprecare le copie della rivista, soprat-tutto per le spese postali che in un annosi sono triplicate. Siamo felici di inviarlaa quelli che la gradiscono, ma siamocontenti di sapere che non vada sprecata;tanto più che vostra figlia, secondo quantomi avete comunicato, trova più tempo etranquillità di sfogliare la nostra rivistanella vostra casa, anziché a casa sua.

* Innanzitutto chiedo a Gesù il perdonodei miei peccati. Pregate per la mia fa-miglia, pregate la Beata vergine Mariaaffinché possa conseguire la laurea ma-gistrale al più presto, superando gli esamiche anno dopo anno mi si troverannodavanti, e per un buon voto. PinoRiconoscere e impetrare il perdono deipropri peccati non è un fatto scontato.Chi lo fa denota di possedere un cuoresincero e umile. Mi complimento chemanifestate un tale sentimento, che do-vrebbe essere normale per tutti noi mortaliche viviamo in un mondo spesso immon-do. Sporcarsi le mani, o meglio il cuore,non è la fine, perché sappiamo di esseretutti peccatori. Il Signore infatti è venutoper salvare i peccatori, non i giusti. Ilnegare, però, i propri errori, segreti omeno, questo è diabolico. Gesù sfidò isuoi concittadini affermando che puòcondannare gli altri, solo chi è senzapeccato. E chi è senza peccato, quandogli stessi Santi sono i primi a classificarsipeccatori? A un tale, un provocatore sin-cero di conoscere la verità nella carità,Gesù rispose che non era lontano dalregno di Dio. Ora ripeto lo stesso giudizioper voi. Coltivate la fede, la sincerità e lacarità, e raccoglierete molti frutti buonia suo tempo. Volentieri prego la Madonnaper il vostro futuro esistenziale e profes-sionale. I buoni voti, però, dipendonopure dal vostro impegno allo studio. Viauguro un futuro felice nella volontà di-vina.

Fr. Mariano Parente

9/25

* Cari figli, con perseveranza e amore materno vi porto la Lucedella vita, affinchè distrugga in voi le tenebre della morte. Nonrifiutatemi, figli miei! Fermatevi e guardate in voi stessi evedete quanto siete peccatori. Riconoscete i vostri peccati epregate per il perdono. Figli miei, non volete accettare di esseredeboli e piccoli, ma potete anche essere forti e grandi compiendola volontà di Dio. Datemi i vostri cuori purificati, perché possailluminarli con la Luce della vita, mio Figlio. Vi ringrazio(2/XII/2010).

* Cari figli, vi guardo e vedo nei vostri cuori la morte senzasperanza, l'inquietudine e la fame. Non pregate e non avetefiducia in Dio, perciò l'Altissimo mi permette di portarvi lasperanza e la gioia. Apritevi! aprite i vostri cuori alla misericordiadi Dio ed Egli vi darà tutto ciò di cui avete bisogno e riempirài vostri cuori con la pace, perché Egli è la pace e la vostrasperanza. Grazie per aver risposto alla mia chiamata (25/XII/2010).

* Cari figli, oggi qui con voi prego affinchè troviate la forzadi aprire i vostri cuori e di conoscere così l'enorme amore delDio sofferente. Per questo suo amore, bontà e mitezza io sonocon voi. Vi invito affinchè questo tempo particolare di prepa-razione sia tempo di preghiera, penitenza e conversione. Figlimiei, avete bisogno di Dio. Non potete andare avanti senzamio Figlio! Quando comprenderete e accetterete questo, sirealizzerà ciò che vi è promesso. Per mezzo dello Spirito Santonascerà nei vostri cuori il Regno dei cieli. Io vi conduco aquesto. Vi ringrazio (2/XII/2010).

* Cari figli, oggi io e mio Figlio Gesù desideriamo darvil'abbondanza della gioia e della pace affinchè ciascuno di voisia gioioso portatore e testimone della pace e della gioia neiluoghi dove vivete. Figlioli, siate benedizione e pace. Grazieper aver risposto alla mia chiamata (25/XII/2010).

* Cari figli, oggi vi invito alla Comunione in Gesù di mioFiglio. Il mio Cuore Materno prega affinchè comprendiate chesiete la famiglia di Dio. Per mezzo della libertà spirituale dellavolontà che vi ha donato il Padre Celeste, siete chiamati aconoscere da voi stessi la verità, il bene o il male. Che lapreghiera e il digiuno aprano i vostri cuori e vi aiutino nellascoperta del Padre Celeste attraverso mio Figlio. Con la scopertadel Padre, la vostra vita sarà indirizzata al compimento dellavolontà di Dio ed alla creazione della famiglia di Dio, cosìcome desidera mio Figlio. Io non vi abbondonerò su questocammino (2/I/2011).

Esortazioni della Madonna a Medjugorje

Accetta Signorel'offerta dei miei

50 annidi sacerdozio

Ti lodo e ti ringrazioper la chiamata

di stare a Te vicino

Dammi gioiae costanzadi amartie servirti

ogni giornodella mia vita

P. Matteo Massaro

1961 Napoli25 febbraio2011 Apice

I nostri lettori conoscono benissimo P. Matteo peressere stato qui oltre venti anni e aver diretto LAVOCE fino al 2 novembre 2005, giorno in cui fucolpito da ischemia cerebrale mentre celebrava lasanta messa vespertina. Grazie a Dio e alla suatenacia è riuscito a riprendersi quasi in modo perfetto.Dopo circa due anni di cure nell'infermeria di Nolaha esercitato il ministero delle confessioni nellaparrocchia del Sacro Cuore di Benevento fino asettembre 2010, quando è stato trasferito nel conventodei cappuccini di Apice, dove ora si trova.P. Matteo il 25 febbraio 2011 ha festeggiato il 50°anniversario di sacerdozio. A nome dei nostri bene-fattori gli esprimiamo gli auguri più belli, comesegno di gratitudine per la fedeltà con cui ha servitoil santuario della Madonna delle Grazie di Cerreto.Pensando di fare cosa gradita ai nostri lettori, quiriporto la preghiera che P. Matteo ha voluto stamparedietro il ricordino distribuito ai fedeli presenti al suodorato giubileo.

50º di sacerdozio di

P. Matteo Massaro50º di sacerdozio di

P. Matteo Massaro

10/26

Sotto la Protezione di Maria

Francesca e Sofia Lavorgnadi Luigi e Pamela Romanelli (Telese)

GiuseppeCenerazzodi Pasqualee Angela Amodio(Telese)

Irene Brunodi Luigi

e Pasqualina Pelosi(Cerreto)

Maria Loreta Parentedi Edoardo e Sabrina Russo(Cerreto)

Antonio Lavorgnadi Giuseppe e Lucia Amato

(San Lorenzello)I nipoti di Lina Di Paola (Australia)

Guarino Antonio e Daniele con i genitori Vitoe Pasqualina Iavecchia (Cerreto)

Ciarleglio Pietro e Pasqualina con i genitori Francoe Maria Falcigno (Cerreto)

Mazzarelli Francescodi Rino e Angela Ritrovato

(Cerreto)

Sofia Alonzo.I nonni Paolo e Maria

Paduano (USA)

11/27

GiovanniBroccolidi Angeloe FrancaCalabresi(Forlì)

Del Vecchio Nicola, Sofia e Mariodi Michele e Lidia Carangelo (Cerreto)

Di Paola Antonio Maria ed Eleonora Mariadi Claudio e Anna Macolino (Telese)

Rossella Matano con la cuginetta Claudia AntonellaCarangelo (San Lorenzello)

Fetto Emiliodi Angelo e MarilenaDi Donato (Cusano)

Maria Rosaria ed Elvira Altieridi Raffaele e Sabrina Sardisco (Cerreto)

Julian e Dario Savard (USA)

Lucas ed Evelyn Kenyon (USA).Nonna Maria Antonietta Iacobelli

Matteo Durandodi Riccardo e Monica Ribero

(Cuneo)

FrancescoParente

di Giovannie Claudia

Cavallo(Alessandria)

12/28

Il presente saggio costituisce un capitolodel volume di prossima pubblicazionedal titolo CERRETO SACRA che RenatoPescitelli gentilmente ci ha concesso diriportare in questa rivista; per motivo dispazio vengono omesse le note, di cui ilavori storici sono dotati. Qui viene pub-blicato a puntate.

La RedazioneIFrate Emmanuele da Napoli, al secoloEmmanuele Celentano, nelle sue Memoriestoriche scrive che il territorio sul qualefu edificato il convento e la chiesa dellaMadonna delle Grazie «fu approvato da-gl'amministradori della città [di Cerreto]a cappuccini, facendo la compra di quartisei ed un terzo (circa 62 are) di un terrenoarbustato con quercie, e coltivato con vitilatine, sopra de beni di Claudio Mazzacani,per il finito prezzo di docati 62, ch'eraconfinante a beni di Vincenzo Varrone,d'Andrea Raitano, via publica […], comedall'istrumento publico rogato da notarMario Cappella di Cerreto, a 10 d'ottobre1583».Molto probabilmente il suolo del Mazza-cane non fu sufficiente allo scopo, per cuigli Amministratori di Cerreto ne acquista-rono anche altro, di più modeste dimen-sioni, di proprietà del confinante AndreaRaetano, del valore di ducati 20, somma

che nel 1590 non era stata ancora versataal venditore. E' quanto si rileva dal testa-mento del detto Raetano, rogato da notarM. Cappella nel 1583, il quale dichiarava«di dover conseguire duc. 20 dalla Uni-versità per fare il loco alli padri Cappuc-cini»: somma che i suoi eredi avrebberodovuto spendere «in beneficio della Chiesadi detti Cappuccini a paramenti».Al riguardo si osserva che nel protocollodel notaio Mario Cappella del detto 1583,custodito nell'Archivio di Stato di Bene-vento, non si riscontra alcun atto inerentel'acquisto di un terreno da partedell'Università di Cerreto per destinarloai Cappuccini: né lo precisa l'atto rogatodallo stesso notaio il 23 settembre del1587, anno in cui Claudio Mazzacanequietanzò l'Università. In questo strumentoleggiamo solo che nei passati anni (annisproxime decursis) fu acquistato il bene,senza citarne, però, la relativa data.Da quanto sopra detto, pertanto, possiamoaffermare che l'Università nel 1583deliberò di far sorgere nel proprio territorioun convento da destinare ai frati Cappuc-cini e ne individuò a tale scopo la località;quindi richiese il beneplacito al Provincialedell'Ordine, nonché l'autorizzazione realeper devolvere l'incasso della gabella dellacarne a tale scopo.Questi necessari preliminari probabilmente

non avvennero con atto notarile, bensìcon un atto redatto dal notaio o, meglio,dal mastrodatti della Università il qualeratificò la deliberazione degli Amministra-tori dell'Università - preceduta o seguitacer tamente da l la convocazionedell'assemblea dei cittadini - e perciòquesta deliberazione venne conservatanegli atti amministrativi della detta Uni-versità. Solo in questo modo è possibilegiustificare la mancanza dell'istrumentonel protocollo del notaio M. Cappella,conciliare la data indicata da fra Emma-nuele e, infine, spiegare i primi legatidisposti a favore dei cappuccini e cioèquelli di Dianora Vetulo, moglie del ma-gnifico Antonio Magnati, e di GiovanniVerrilli, eseguiti nello stesso 1583. LaVetulo, infatti, nel suo testamento rogatoil 3 marzo 1583 lasciò 50 ducati «fabricaeconventus cappuccinorum quomodocu-mque faciende in dicta terra Cerreti ed ilVerrilli pro anima sua reliquit et legavit[…] ducati vinti, per la fabrica di dettoconvento».La data indicata da fra Emmanuele, per-tanto, è da considerare esatta oltretuttoperché bisogna tener conto del tempo cherichiese la pratica istruita dall'Universitàper ottenere le relative autorizzazioni ecioè: l'inoltro della domanda al Provincialedella Provincia di Napoli; il nulla osta del

Storia del convento e santuarioMaria SS. delle Grazie

Storia del convento e santuarioMaria SS. delle Grazie

Simone Salvatore e Margherita Iagrossinel 50° anniversario di matrimonio con i figli Maria Gabriella,

Wilma, Tiziana e Simona (San Lorenzello)Goriziano Giuseppe e Luisa di Palma

(San Salvatore Telesino)

13/29

Generale dell'Ordine; il nulla osta realeper devolvere la gabella della carne ondeaffrontare le relative spese.Espletate le necessarie pratiche, il 20febbraio del 1584 il magnifico GiovanBattista Lanno, il «vir illustris dominus»Lisio Petronsi, Innocenzo Giamei e Ber-nardino Mazzacane in sostituzione delnobile Accurzio Mazzacane, Elettidell'Università, stipularono il contrattoper la costruzione del convento con Sci-pione di Iannolo, di Avellino, e FabrizioRimaldo, di Lucera, «fabricatores», coni quali convennero di «far tutta l'opera delmonasterio de patri cappuccini de S. Mariadella gratia […] et chiesa […] a carlinitre la canna della fabrica» ad eccezione«de li spartimenti delle celle, et schale,che s'abbiano a fare a giornata». Il con-tratto, quindi, considerava minutamentetutta l'opera di muratura da eseguire, di«cavare la cisterna», di iniziare i lavori il5 aprile dello stesso 1584 per terminarlaentro tre anni e, cioè, nel 1587 anno incui, come si è detto, dall'Università fupagato il suolo.Da quest'ultimo atto pubblico apprendia-mo: a) che l'Università fu rappresentatadagli eletti Vincenzo Blundo, DiomedePetronsi e Giovan Battista de Notariis; b)che, scelto il suolo che si estendeva adoriente di Cerreto, sito nella località detta«lo corno seu li patrisi», esso fu apprezzatoda esperti, eletti in «pleno consilio», ecioè da Antonio Verrillo, dal nobile Pom-peo de Notariis e da Orazio Dalio i qualilo valutarono 60 ducati; c) che il Mazza-cane ricevette da Giovan Battista Landi,tesoriere (o erario) dell'Università, ducati10 corrispondenti agli interessi sui 60ducati non versati al tempo della vendita;d) che i detti ducati 60 furono prelevatidalla gabella della carne, previo regio

assenso; e) che il Mazzacane il 23 ottobre1587 ricevette dal magnifico signore Vin-cenzo Var rone , «o l im» e le t todell'Università e procuratore «fabricaedicti conventum», i rimanenti ducati ses-santa.Ma perché un convento, per di più france-scano, a Cerreto, laddove esisteva giàquello dei Conventuali sin dalla primametà del XIII secolo? Probabilmente ciòfu dovuto, scrivevamo in Chiesa Telesina,al fatto che nel «castrum Cerreti» si sentivail bisogno di respirare una più profondaspiritualità che solo i frati cappucciniavrebbero potuto apportare perché inter-pretavano in modo più severo la predica-zione del grande Frate di Assisi.Tuttavia, ritornando sulla questione e dopoaver consultato altre fonti non solo archi-vistiche, oggi siamo propensi a considerareanche un'altra ipotesi e cioè che, essendosifondato a Napoli sin dal 1530 un conventocappuccino in sant'Eframo e che a Roma,nel 1535, fu tenuto il Capitolo generaledei Cappuccini con il quale furono costi-tuite otto Province italiane, tra cui Napoli,la predicazione in Campania dei suddettifrati era più che mai conosciuta non soloda buona parte della popolazione ma so-prattutto dagli ecclesiastici tra i quali vaannoverato Annibale Cotugno, napoletano,il quale, nonostante fosse stato eletto ve-scovo di Telese il 15 ottobre del 1577, nel1580 occupava ancora la carica di vicariogenerale della diocesi di Napoli che gliera stata conferita forse dal cardinale PaoloBurali d'Arezzo, arcivescovo napoletano(1576-1578), e confermata dal successore,Annibale di Capua (1578-1595).Pertanto il vescovo Annibale Cotugno,venuto in diocesi, coadiuvato «opera,

consilio et industria Rev. Dom. Ill. domitiiVetuli S. Theol. Doct. Et dom. FrancisciAngeli Piazza», iniziò ad attuare i decretiTridentini e perciò, con la sua pastorale,illuminò e vigilò la diocesi per tutti gliotto anni del suo episcopato. Inquest'ottica, pertanto, è opinabile pensareche fu egli ad ispirare gli Eletti di Cerreto- «castrum» in cui risiedeva - a rivolgerel'invito ai Cappuccini napoletani affinchéavessero fondato nel loro territorio unconvento. Egli, infatti, proprio in virtùdella carica di vicario napoletano cheaveva ricoperto, conosceva molto benel'apostolato che i detti frati svolgevano inquella diocesi e pertanto, eletto vescovo,li volle anche nella propria. Prima di chiu-dere la sua giornata terrena, nel settembredel 1584 mons. Cotugno dettò un testa-mento ed un codicillo a notar Mario Cap-pella di Cerreto dove tra l'altro destinòalla «fabrica di S. Maria della gratia deCappuccini di Cerreto» parte della quotalegittima dei beni paterni e materni a luispettanti. Infine pregò ed esortò i fraticonventuali ed i cappuccini di Cerreto adintervenire alle sue «exequie e, per mentredureranno, habbiano a celebrare messasopra detto corpo con tutto il clero».Quest'ultima clausola testamentaria èquanto mai importante ai fini del nostroassunto in quanto non solo evidenzia ladevozione del vescovo Cotugno per i padricappuccini, ma soprattutto ci dice che intale anno i frati risiedevano a Cerreto.Pertanto bisogna far coincidere la residen-za dei Cappuccini a Cerreto con l'iniziodei lavori di costruzione (5 aprile 1584)

Maria Anna Pelosi (USA)per grazia ricevuta

Di Paola Luca (Cerreto)ringrazia la Madonna per esserestato aiutato durante un pericolo

Giuseppe Lavorgnae Lucia Amato (San Lorenzello)

14/30

e non, come si potrebbe pensare, col 1587,anno in cui i detti lavori furono portati atermine. Ad avvalorare tale tesi, infatti, èopportuno considerare la norma che pre-scriveva ai superiori dell'Ordine, allorchési iniziava la costruzione di un nuovoconvento, di inviare sul posto un paio difrati dei quali uno era detto «fabbriciere»ed il cui compito era quello di vigilare esoprintendere ai lavori onde adattarli aquella semplicità architettonica che vennechiamata «piccolo modello». D'altro cantoquale significato dare alla clausola delcontratto di appalto laddove leggiamo che«li spartimenti delle celle» sarebbero statiretribuiti «a giornata»?Ma dove dimorarono i frati durante i lavoridi costruzione? La risposta non è faciledarla e pertanto bisogna supporre che essi,fedeli a Madonna Povertà, adibirono adabitazione provvisoria qualche chiesinaabbandonata del «castrum» o qualchecapanna costruita tra le querce di cui eraricco il terreno di Claudio Mazzacane,ovvero sotto un tetto provvisorio. Non vaesclusa, comunque, l'ipotesi che furonoospitati dai confratelli dell'altra famigliafrancescana, i Conventuali. Il fatto poiche alla cerimonia della posa della primapietra fossero intervenuti il «MinistroProvinciale di Napoli, fra Girolamo daSorbo», ed altre autorità, non è certo per-ché nessuna fonte o memoria ce ne forni-sce la prova.Portata, quindi, a termine la costruzione,il convento fu oggetto di molte donazionida parte dei Cerretesi, tra le quali vannoricordate quella di un «giardino pe' bisogniinsieme e salutevol diporto de' Frati […], eseguita dal Signor Muzio Magnati delnostro Duomo […] il quale donò al Mo-nastero tanto di terreno, quanto ancora glisi vede a' lati circondato da un muro»;quella eseguita dal feudatario, DiomedeCarafa, che nel 1610 «donò una pollad'acqua»; quella, singolare, del «Vir illu-

stris Doctor» Pietro de Notariis che donòal «Venerabile Convento de Cappuccini»diversi libri «per usum studii» e, infine,l'elemosina che l'Università era solitaelargire ai frati consistente in «tre carlinia settimana», somma che veniva prelevatadagli introiti dell'ospedale, dal cui libromastro apprendiamo che questa spesa siripeteva in alcuni mesi dell'anno talché alcassiere si dava l'ordine del pagamentonon solo «perché così sta diterminato dallanostra Università per publico parlamento»ma anche perché così si «è osservato peril passato».La «fabrica», però, fu proseguita neglianni immediatamente successivi, standoalla relazione «ad limina» di mons. CesareBellocchio del 1590 dove leggiamo chenon lontano dall'«oppido» di Cerreto erainiziata l'edificazione del convento deifrati Cappuccini, la cui ultimazione eraprossima e che in tale anno la strutturaaccoglieva dieci frati.Successivamente, nel 1613, il conventosubì un ulteriore intervento con la costru-zione di altre celle, talché fu scelto comesede di noviziato della Provincia Cappuc-cina di Napoli: noviziato che si protrassesino al 1619, stando alle relazioni «adlimina» di mons. Gambacorta che scrivevache nel convento vivevano «fratres cumnovitiis sexdecim, aliquando plures repe-riunt». Poiché dalla relazione del trienniosuccessivo, e cioè del 1622, non si fa piùmenzione dei novizi, bisogna ritenere cheil noviziato ebbe fine tra il 1619 ed il1622.Abbiamo memoria, infine, che nel 1623Laura Petronso eseguì un lascito testamen-tario di 10 ducati «pro reparatione delconvento di S. Maria de la gratia de padriCappuccini di Cerreto» e che nel 1642subì ulteriori ampliamenti. In seguito ilconvento non subì modifiche sino al 1688,anno in cui il terremoto, distruggendo il«castrum Cerreti», danneggiò gravementeil convento e la chiesa (continua).

Renato Pescitelli

CONSACRATI ALLA MADONNA

Bimbi in SantoIannucci Gabriel (27/VII/2010) di Cristiano

e Katia Massaro (Gioia Sannitica)

Bruno Irene (24/IV/2009) di Luigi e PasqualinaPelosi (Cerreto)

Pedicini Màrica Pia (20/XII/2007) di Marioe Raffaella Miele (Guardia Sanframondi)

Lavorgna Francesca (2/IV/2010) e Sofia(2/IV/2010) di Luigi e Pamela Romanelli

(Telese)

Caivano Francesco (5/VIII/2010) di Antonioe Festa Elvira (Piedimonte Matese)

Mazzarelli Francesco (7/VII/2010) di Rino eAngela Ritrovato (Cerreto)

Fusco Mario (16/IX/2010) di Gennaro eAntonella Cappella (Telese)

Di Paola Serena (3/VII/2004), Chiara(25/VI/2007) e Monica (23/IV/2010) di Nicola

e Cinzia Ruggiero (Guardia Sanframondi)

Velardo Arianna Orlanda (10/III/2009) diBartolomeo e Maria Teresa Cassella (Civitella

Licinio)

Giannella Benedetta (4/VIII/2009) di Maurizioe Graziella Scorpio (Napoli)

Verrillo Gemma Rosa (9/XII/2006) eGiuseppe Mario (9/XII/2006) di Paolo Franco

e Luciana Laurenza (Telese)

Lavorgna Mara (2/VI/2010) di Francesco eMilena De Carlo (Cerreto)

Barbieri Giorgia (9/V/2000) e Nicola(29/VIII/2009) di Damiano e Ersilia Di Lorenzo

(Torreglia - PD)

La Sala Veronica (1/VI/2007) di IgnazioDavide e Daniela Biondo (Roma)

Fortunato Roberto (12/III/2010) di Angelo eAssunta Cusano (Salerno)

Meglio Mery /7/XII/2009) di Umberto eRoberta Saluzzo (Pietraroia)

Ferdinando Lorenzo Pio (5/VI/2010) di Sujthe Nila (San Lorenzello)

Fetto Emilio (13/X/2008) di Angelo e MarilenaDi Donato (Cusano)

Luigi Crocco e Giovanna Francodi Cusano nel 50° anniversariodi matrimonio con i celebrantiP. Crescenzo e Don Pasquale

Caporaso Gerardo e Dalia Valentinodi Telese nel 25° anniversariodi matrimonio con i loro figli

Risorgeranno nella luce di Cristo

Biondi Domenicodi Cerreto

*3/X/1922 +22/X/2010

Parente Antoniodi Cerreto

*13/VI/1933 +15/X/2010

Orsino Vittorio*Cusano M. 16/IV/1953+S. Lor.llo 25/X/2010

Raffaele Di Palma*S. Salv. T. 11/IV/1929

+ USA 24/XI/2010

Caporaso Luigidi Puglianello

*10/VIII/1936 +6/X/2010

Franco Angelodi Cerreto

*5/II/1950 +17/XI/2010

Perfetto Raffaele* Cusano 26/IV/1927

+ Erba 2/X/2010

Fappiano Maria Teresa* 2/X/1933

+ S. Vigilio 15/VIII/2010

Maturo Mario* S. Salvatore 12/X/1921

+ Guardia 19/X/2010

Romano Antoniodi Puglianello

*1/XII/1934 +13/V/2010

Raffaela Mondinidi Massa di Faicchio

*6/II/1924 +26/XII/2010

Santillo Carmine* 6/XII/1921

+ 28/VIII/2010

Nicolina Cutillodi San Salvatore

* 24/I/1921 + 1/II/2010

Giordano Roccodi Cerreto

* 12/I/1933 + 31/X/2010

Carangelo Luciadi Cerreto

* 6/I/1937 + 4/XI/2010

Bello Micheledi Cerreto

*27/IX/1938 +11/XII/2010

Maria Gismondi* Cerreto 29/XI/1938+ Roma 12/XI/2010

Gelsomina Rubbodi Cerreto

* 9/II/1931 + 1/XII/2010

Alfonso Angelo Pennacchiodi San Potito Sannitico

*5/III/1949 +8/XII/2010

Santillo Carminedi Castelvenere

*18/III/1933 +4/III/2010

Ciro Tullio Gismondi* San Lorenzello 1932+ Firenze 16/VI/2010

Principe Levicodi S. G. di Ceppaloni

*9/IV/1933 +16/XII/2010

Federico Biagiodi Massa di Faicchio

*15/VI/1932 +17/XI/2010

Luigi Ferri* 18/IX/1939

+ Milano 21/XII/2008

Iuliani Paolinodi Cerreto

*15/VI/1948 +28/X/2010

15/31

Santuario Maria SS. delle Grazie e convento dei Frati CappucciniCERRETO SANNITA (BN)

Incontro di Famiglia al santuario(Massa di Faicchio, Piedimonte, Caivano, Roma)

Carabinieridella capitaneriadi Cerretocon il vescovoMons. MicheleDe Rosa

Barile Giovanni e Beatrice (Germania)