2008 Giugno

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Spirito Santo - Giugno 2008 NUMERO 7 1 Spirito e parola Mensile della parrocchia dello Spirito Santo Ogni forma di razzismo è peccato di Don Gino Rigodi* Alcuni amici tra le milleottocento aziende italiane operanti in Romania mi dicono che hanno cominciato ad assumere rom e, con loro grande sorpresa, li hanno trovati operai attivi e intelligenti. Io stesso osservo a casa mia alcune decine di Rom che lavorano duro dalla mattina presto alla sera. Nessun dubbio che chi commette reati debba essere punito. Detto questo, è possibile oggi affermare che ogni forma di discriminazione razzista almeno nei suoi effetti è un grave peccato contro Dio? Come cristiano e come prete sono desolato per i giudizi, gli insulti, i comportamenti di molte persone, singoli cittadini e amministratori i quali esprimono solo parole e azioni di rifiuto, rancore, disprezzo. Il giovane studente picchiato dai suoi compagni perché «sporco romeno» è uno degli esempi delle conseguenze possibili e purtroppo reali. Una esagerata, opportunista utilizzazione del cosiddetto «tema sicurezza» sta creando nei nostri quartieri, tra molte persone, soprattutto gli anziani e le persone che vivono condizioni di povertà, un tipo di rifiuto che sta molto vicino all'odio. E l'odio è, per un cristiano, il peccato più grave. Il clima che viviamo è la prova più provata della debolezza del messaggio cristiano nella nostra città. Non credo sia giusto parlare di fallimento della azione evangelizzatrice della Chiesa italiana ma qualche riflessione andrà pure fatta (...) SEGUE A PAGINA 2 Io chiedo scusa di Don Luigi Ciotti* Cara signora, ho visto questa mattina, sulle prime pagine di molti quotidiani, una foto che La ritrae. Accovacciata su un furgoncino aperto, scassato, uno scialle attorno alla testa. Dietro di Lei si intravedono due bambine, una più grande, con gli occhi sbarrati, spaventati, e l’altra, piccola, che ha invece gli occhi chiusi: immagino le sue due figlie. Accanto a Lei la figura di un uomo, di spalle: suo marito, presumo. Nel suo volto, signora, si legge un’espressione di imbarazzo misto a rassegnazione. Vi stanno portando via da Ponticelli, zona orientale di Napoli, dove il campo in cui abitavate è stato incendiato. Sul retro di quel furgoncino male in arnese - reti da materasso a fare da sponda - una scritta: “ferrovecchi”. Le scrivo, cara signora, per chiederLe scusa. Conosco il suo popolo (i Rom), le sue storie. Proprio di recente, nei dintorni di Torino, ho incontrato una vostra comunità: quanta sofferenza, ma anche quanta umanità e dignità in quei volti. Nel nostro Paese si parla tanto, da anni ormai, di sicurezza. È un’esigenza sacrosanta, la sicurezza. Il bisogno di sicurezza ce lo abbiamo tutti, è trasversale, appartiene a ogni essere umano, a ogni comunità, a ogni popolo. È il bisogno di sentirci rispettati, protetti, amati. Il bisogno di vivere in pace, di incontrare disponibilità e collaborazione nel nostro prossimo. Per tutelare questo bisogno ogni comunità, anche la vostra, ha deciso di dotarsi di una serie di regole. Ha stabilito dei patti di convivenza, deciso quello che era lecito fare e quello che non era lecito, perché danneggiava questo bene comune nel quale ognuno poteva riconoscersi. Chi trasgrediva la regola veniva punito, a volte con la perdita della libertà. Ma anche quella punizione, la peggiore per un uomo - essendo la libertà il bene più prezioso, e voi da popolo nomade lo sapete bene - doveva servire per reintegrare nella comunità, per riaccogliere. Il segno della civiltà è anche quello di una giustizia che punisce il trasgressore non per vendicarsi ma per accompagnarlo, attraverso la pena, a un cambiamento, a una crescita, a una presa di coscienza. Da molto tempo questa concezione della sicurezza sta franando. Sta franando di fronte alle paure della gente. Paure provocate dall’insicurezza economica - che riguarda un numero sempre maggiore di persone - e dalla presenza nelle nostre città di volti e storie che l’insicurezza economica la vivono già tragicamente come povertà e sradicamento, e che hanno dovuto lasciare i loro paesi proprio nella speranza di una vita migliore. Cercherò, cara signora, di spiegarmi con un’immagine. È come se ci sentissimo tutti su una nave in balia delle onde, e sapendo che il numero delle scialuppe è limitato, il rischio di affondare ci fa percepire il nostro prossimo come un concorrente, uno che potrebbe salvarsi al nostro posto. La reazione è allora di scacciare dalla nave quelli considerati “di troppo”, e pazienza se sono quasi sempre i più vulnerabili. La logica del capro espiatorio - alimentata anche da un uso irresponsabile di parole e immagini, da un’informazione a volte pronta a fomentare odi e paure - funziona così. Ci si accanisce su chi sta sotto di noi, su chi è più indifeso, senza capire che questa è una logica suicida che potrebbe trasformare noi stessi un giorno in vittime. Vivo con grande preoccupazione questo stato di cose. La storia ci ha insegnato che dalla legittima persecuzione del reato si può facilmente passare, se viene meno la giustizia e la razionalità, alla criminalizzazione del popolo, della condizione esistenziale, dell’idea: ebrei, omosessuali, nomadi, dissidenti politici l’hanno provato sulla loro pelle. Lo ripeto, non si tratta di “giustificare” il crimine, ma di avere il coraggio di riconoscere che chi vive ai margini, senza opportunità, è più incline a commettere reati rispetto a chi invece è integrato. E di non dimenticare quelle forme molto diffuse d’illegalità che non suscitano uguale allarme sociale perché “depenalizzate” nelle coscienze di chi le pratica, frutto di un individualismo insofferente ormai a regole e limiti di sorta. Infine di fare attenzione a tutti gli interessi in gioco: la lotta al crimine, quando scivola nella demagogia e nella semplificazione, in certi territori può trovare sostenitori perfino in esponenti della criminalità organizzata, che distolgono così l’attenzione delle forze dell’ordine e continuano più indisturbati nei loro affari. Vorrei però anche darLe un segno di speranza. Mi creda, sono tante le persone che ogni giorno, nel “sociale”, nella politica, nella amministrazione delle città, si sporcano le mani. Tanti i gruppi e le associazioni che con fatica e determinazione cercano di dimostrare che un’altra sicurezza è possibile. Che dove si costruisce accoglienza, dove le persone si sentono riconosciute, per ciò stesso vogliono assumersi doveri e responsabilità, vogliono partecipare da cittadini alla vita comune. La legalità, che è necessaria, deve fondarsi sulla prossimità e sulla giustizia sociale. Chiedere agli altri di rispettare una legge senza averli messi prima in condizione di diventare cittadini, è prendere in giro gli altri e noi stessi. E il ventilato proposito di istituire un “reato d’immigrazione clandestina” nasce proprio da questo mix di cinismo e ipocrisia: invece di limitare la clandestinità la aumenterà, aumentando di conseguenza sofferenza, tendenza a delinquere, paure. Un’ultima cosa vorrei dirLe, cara signora. Mi auguro che questa foto che La ritrae insieme ai Suoi cari possa scuotere almeno un po’ le nostre coscienze. Servire a guardarci dentro e chiederci se davvero questa è la direzione in cui vogliamo andare. Stimolare quei sentimenti di attenzione, sollecitudine, immedesimazione, che molti italiani, mi creda - anche per essere stati figli e nipoti di migranti - continuano a nutrire. La abbraccio, dovunque Lei sia in questo momento, con Suo marito e le Sue bambine. E mi permetto di dirLe che lo faccio anche a nome dei tanti che credono e s’impegnano per un mondo più giusto e più umano. *Membro del Consiglio Pastorale della Diocesi di Torino.E’ anche editorialista e collaboratore di vari quotidiani e periodici (tra cui: La Stampa, l’Avvenire, l’Unità, Il Sole-24 Ore, Famiglia Cristiana e altri).

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parrocchia, spirito

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Spirito Santo - Giugno 2008! NUMERO 7

1

Spirito e parolaM e n s i l e d e l l a p a r r o c c h i a d e l l o S p i r i t o S a n t o

Ogni forma di razzismo è

peccatodi Don Gino Rigodi*

A l c u n i a m i c i t r a l e milleottocento aziende italiane operanti in Romania m i d i c o n o c h e h a n n o cominciato ad assumere rom e, con loro grande sorpresa, li hanno trovati operai attivi e intelligenti. Io stesso osservo a casa mia alcune decine di Rom che lavorano duro dalla mattina presto alla sera. Nessun dubbio che chi commette reati debba essere punito. Detto questo, è possibile oggi affermare che o g n i f o r m a d i discriminazione razzista almeno nei suoi effetti è un grave peccato contro Dio? Come cristiano e come prete sono desolato per i giudizi, gli insulti, i comportamenti di molte persone, singoli cittadini e amministratori i quali esprimono solo parole e azioni di rifiuto, rancore, d i s p r e z z o . I l g i o v a n e studente picchiato dai suoi compagni perché «sporco romeno» è uno degli esempi delle conseguenze possibili e purtroppo reali.U n a e s a g e r a t a , opportunista utilizzazione d e l c o s i d d e t t o « t e m a sicurezza» sta creando nei nostri quartieri, tra molte persone, soprattutto gli anziani e le persone che vivono condizioni di povertà, un tipo di rifiuto che sta molto vicino all'odio. E l'odio è, per un cristiano, il peccato più grave. Il clima che viviamo è la prova più provata della debolezza del messaggio cristiano nella nostra città. Non credo sia giusto parlare di fallimento della azione evangelizzatrice della Chiesa italiana ma qualche riflessione andrà pure fatta (...)SEGUE A PAGINA 2

Io chiedo scusadi Don Luigi Ciotti*

Cara signora, ho visto questa mattina, sulle prime pagine di molti quotidiani, una foto che La ritrae. Accovacciata su un furgoncino aperto, scassato, uno scialle attorno alla testa. Dietro di Lei si intravedono due bambine, una più grande, con gli occhi sbarrati, spaventati, e l’altra, piccola, che ha invece gli occhi chiusi: immagino le sue due figlie. Accanto a Lei la figura di un uomo, di spalle: suo marito, presumo. Nel suo volto, signora, si legge un’espressione di imbarazzo misto a rassegnazione. Vi stanno portando via da Ponticelli, zona orientale di Napoli, dove il campo in cui abitavate è stato incendiato. Sul retro di quel furgoncino male in arnese - reti da materasso a fare da sponda - una scritta: “ferrovecchi”. Le scrivo, cara signora, per chiederLe scusa. Conosco il suo popolo (i Rom), le sue storie. Proprio di recente, nei dintorni di Torino, ho incontrato una vostra comunità: quanta sofferenza, ma anche quanta umanità e dignità in quei volti. Nel nostro Paese si parla tanto, da anni ormai, di sicurezza. È un’esigenza sacrosanta, la sicurezza. Il bisogno di sicurezza ce lo abbiamo tutti, è trasversale, appartiene a ogni essere umano, a ogni comunità, a ogni popolo. È il bisogno di sentirci rispettati, protetti, amati. Il bisogno di vivere in pace, di incontrare disponibilità e collaborazione nel nostro prossimo. Per tutelare questo bisogno ogni comunità, anche la vostra, ha deciso di dotarsi di una serie di regole. Ha stabilito dei patti di convivenza, deciso quello che era lecito fare e quello che non era lecito, perché danneggiava questo bene comune nel quale ognuno poteva riconoscersi. Chi trasgrediva la regola veniva punito, a volte con la perdita della libertà. Ma anche quella punizione, la peggiore per un uomo - essendo la libertà il bene più prezioso, e voi da popolo nomade lo sapete bene - doveva servire per reintegrare nella comunità, per riaccogliere. Il segno della civiltà è anche quello di una giustizia che punisce il trasgressore non per vendicarsi ma per accompagnarlo, attraverso la pena, a un cambiamento, a una crescita, a una presa di coscienza. Da molto tempo questa concezione della sicurezza sta franando. Sta franando di fronte alle paure della gente. Paure provocate dall’insicurezza economica - che riguarda un numero sempre maggiore di persone - e dalla presenza nelle nostre città di volti e storie che l’insicurezza economica la vivono già tragicamente come povertà e sradicamento, e che hanno dovuto lasciare i loro paesi proprio nella speranza di una vita migliore. Cercherò, cara signora, di spiegarmi con un’immagine. È come se ci sentissimo tutti su una nave in balia delle onde, e sapendo che il numero delle scialuppe è limitato, il rischio di affondare ci fa percepire il nostro prossimo come un concorrente, uno che potrebbe salvarsi al nostro posto. La reazione è allora di scacciare dalla nave quelli considerati “di troppo”, e pazienza se sono quasi sempre i più vulnerabili. La logica del capro espiatorio - alimentata anche da un uso irresponsabile di parole e immagini, da un’informazione a volte pronta a fomentare odi e paure - funziona così. Ci si accanisce su chi sta sotto di noi, su chi è più indifeso, senza capire che questa è una logica suicida che potrebbe trasformare noi stessi un giorno in vittime. Vivo con grande preoccupazione questo stato di cose. La storia ci ha insegnato che dalla legittima persecuzione del reato si può facilmente passare, se viene meno la giustizia e la razionalità, alla criminalizzazione del popolo, della condizione esistenziale, dell’idea: ebrei, omosessuali, nomadi, dissidenti politici l’hanno provato sulla loro pelle. Lo ripeto, non si tratta di “giustificare” il crimine, ma di avere il coraggio di riconoscere che chi vive ai margini, senza opportunità, è più incline a commettere reati rispetto a chi invece è integrato. E di non dimenticare quelle forme molto diffuse d’illegalità che non suscitano uguale allarme sociale perché “depenalizzate” nelle coscienze di chi le pratica, frutto di un individualismo insofferente ormai a regole e limiti di sorta. Infine di fare attenzione a tutti gli interessi in gioco: la lotta al crimine, quando scivola nella demagogia e nella semplificazione, in certi territori può trovare sostenitori perfino in esponenti della criminalità organizzata, che distolgono così l’attenzione delle forze dell’ordine e continuano più indisturbati nei loro affari. Vorrei però anche darLe un segno di speranza. Mi creda, sono tante le persone che ogni giorno, nel “sociale”, nella politica, nella amministrazione delle città, si sporcano le mani. Tanti i gruppi e le associazioni che con fatica e determinazione cercano di dimostrare che un’altra sicurezza è possibile. Che dove si costruisce accoglienza, dove le persone si sentono riconosciute, per ciò stesso vogliono assumersi doveri e responsabilità, vogliono partecipare da cittadini alla vita comune. La legalità, che è necessaria, deve fondarsi sulla prossimità e sulla giustizia sociale. Chiedere agli altri di rispettare una legge senza averli messi prima in condizione di diventare cittadini, è prendere in giro gli altri e noi stessi. E il ventilato proposito di istituire un “reato d’immigrazione clandestina” nasce proprio da questo mix di cinismo e ipocrisia: invece di limitare la clandestinità la aumenterà, aumentando di conseguenza sofferenza, tendenza a delinquere, paure. Un’ultima cosa vorrei dirLe, cara signora. Mi auguro che questa foto che La ritrae insieme ai Suoi cari possa scuotere almeno un po’ le nostre coscienze. Servire a guardarci dentro e chiederci se davvero questa è la direzione in cui vogliamo andare. Stimolare quei sentimenti di attenzione, sollecitudine, immedesimazione, che molti italiani, mi creda - anche per essere stati figli e nipoti di migranti - continuano a nutrire. La abbraccio, dovunque Lei sia in questo momento, con Suo marito e le Sue bambine. E mi permetto di dirLe che lo faccio anche a nome dei tanti che credono e s’impegnano per un mondo più giusto e più umano.

*Membro del Consiglio Pastorale della Diocesi di Torino.E’ anche editorialista e collaboratore di vari quotidiani e periodici (tra cui: La Stampa, l’Avvenire, l’Unità, Il Sole-24 Ore, Famiglia Cristiana e altri).

SEGUE DA PAGINA 1(...) e qualche posizione p r e s a a n c h e p e r c h é è intollerabile il fatto che molti dei promotori di questa «sicurezza» si definiscano difensori della fede.Posso assicurare che non si può d i fendere l a f ede bestemmiando Dio e la vera bestemmia contro Dio è ogni forma di rifiuto, di rancore o addirittura di odio. L'amore d e l p r o s s i m o p r e v e d e certamente anche il conflitto, la pena e la punizione. Ma anche quando punisco o accompagno ai confini chi deve essere rimandato nella sua nazione devo sapere che sto trattando con un mio fratello e una mia sorella. Perché il nucleo della fede c r i s t i a n a s t a n e l l a affermazione che ogni uomo e ogni donna, di qualunque religione, nazione, colore, a p p a r t e n e n z a , s o n o comunque figlio o figlia di Dio. Noi possiamo avere opinioni politiche o sociali diverse. Sulle questioni diverse dal dogma o dai fondamenti della morale possiamo addirittura essere in disaccordo col Papa.Ma non possiamo, come cristiani, permetterci di essere in disaccordo con Gesù Cristo. Credo che un bel po' di cristiani debbano pensarci un qualche tempo prima di ritornare in chiesa e fare la comunione perché, come ha detto Gesù: «Chi mi a m a o s s e r v a i m i e i comandamenti». Qualcuno pensava in passato che fosse difficile credere ai concetti, ai ragionamenti teologici. Oggi , più che mai , la difficoltà della fede sta nel credere alla legge della giustizia e dell'amore. Vale la pena che cominciamo a mettere in seria crisi il nostro modo di essere cattolici. Infine, come cristiano e c o m e s a c e r d o t e , raccomanderei a chiunque di non ergersi quale difensore della fede. Dio sa difendersi benissimo anche da solo. Quello che dobbiamo sapere e fare è già scritto.

*Cappellano del Carcere Minorile C.Beccaria (MI), è presidente di 'Comunità Nuova', ente che accoglie giovani drogati appena usciti dal carcere minorile.

Spirito Santo - Giugno 2008! NUMERO 7

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“E’ la forza della Parola che ci aiuta a sconfiggere le insidie della vita”Così don Morandi alla Veglia di Pentecoste: “Lo Spirito Santo ci è stato dato per essere testimoni come Cristo”

“Noi abbiamo ricevuto lo Spirito di Dio e parliamo con un linguaggio ispirato dallo Spirito Santo, non di derivazione umana”. Così, inizia la sua meditazione don Giacomo Morandi, biblista della Chiesa di Modena. Don Morandi è intervenuto durante la Veglia di Pentecoste, svoltasi nella nostra parrocchia sabato 10 maggio e presieduta dal vescovo di Reggio, monsignor Adriano Caprioli. Alla Veglia, “Spirito e Parola”, hanno partecipato anche le aggregazioni laicali della diocesi. “La vita di fede – prosegue il biblista, spiegando i testi dei quattro evangelisti – è innanzitutto una vita: la teologia non deve mai essere separata dall’esperienza quotidiana del ‘credere’. Gesù è approdato nel deserto ‘sospinto’ dallo Spirito Santo, non si dirige là di sua iniziativa. Poi, deve affrontare le tentazioni del Diavolo. Che viene eluso e sconfitto grazie alla Parola di Dio. Uscendo dal deserto, il tempo è compiuto e il Regno di Dio è vicino. Lo Spirito Santo fa sperimentare la potenza della Parola, che è in grado di abbattere le tutte le insidie. Nel deserto, infatti, Gesù ha ‘testato’ la forza della Parola che Lui stesso ha enunciato e ‘creato’. E non è un caso che la Parola sia stata collaudata in un luogo dove tutto tace. Essa si deve radicare in noi nella maturità del silenzio. Altrimenti diventa chiasso e inganno. Una volta che la Parola è divenuta parte di noi, possiamo testimoniarla. Come possiamo essere credibili, infatti, se ciò che diciamo non coincide con ciò che cerchiamo di vivere? Questa è l’evangelizzazione”. Don Morandi, poi, indica la via che deve essere seguita da ogni cristiano. “La Parola annunciata per noi è Cristo. All’origine dell’esperienza cristiana non c’è un’etica, ma una persona. Non c’è un libro, bensì Gesù. Se lo Spirito opera in noi, le nostre relazioni con gli altri vivono in un Giubileo permanente. La Parola e lo Spirito ci inducono alla pace, all’amore, alla pazienza, alla benevolenza, alla compassione e al dominio di sé. Lo Spirito Santo ci fa comprendere la Verità, aiuta a mantenerci vivi, ci rende Cristoformi. Lo Spirito Santo non ci viene dato per essere pronti a controbattere con le parole, quando veniamo messi alla prova. Al contrario. Ci è donato per essere fedeli e testimoni, come Cristo, durante le difficoltà. La risposta al male può essere solo quella di Cristo. Per questo è necessario diventare delle conche. Esse ricevono l’acqua fino a riempirsi completamente. Così, deve essere il nostro atteggiamento nei confronti della Parola. E non assomigliare ai canali, che accolgono l’acqua, ma poi la riversano. Oggi, nelle chiese ci sono molti ‘canali’, che vogliono parlare senza aver ascoltato e insegnare senza aver imparato. Poche, invece, sono le conche”.

 - RIFLESSIONI -

Prima di tutto vennero a prendere gli zingari e fui contento perché rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei e stetti zitto perché mi stavano antipatici. Poi vennero a prendere gli omosessuali e fui sollevato perché mi erano fastidiosi. Poi vennero a prendere i comunisti ed io non dissi niente perché non ero comunista. Un giorno vennero a prendere me e non c’era rimasto nessuno a protestare.

Bertold Brecht

Spirito Santo - Giugno 2008! NUMERO 7

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A cura di Sara Fiorini- LA VOCE DEI GIOVANI -

Forza parrocchiani, partecipate: il giornalino è di tutti!Son passati ormai 7 mesi dalla stampa del primo numero di giornalino, e mese dopo mese è stata raccontata un pezzettino della nostra storia attraverso immagini, parole e testimonianze dirette e indirette di noi parrocchiani. Pian piano abbiamo cercato di lasciarci andare per creare il più possibile una comunità aperta e interattiva. Ma gli sforzi da fare sono ancora tanti, e sarebbe bello e costruttivo che, ancora di più, riuscissimo tutti quanti a partecipare a questa condivisione di esperienze, emozioni e vita. Forza, senza paura!! Oltre all’indirizzo mail vi ricordiamo che potete trovare la cassettina chiusa all’entrata in chiesa, sopra al tavolino a fianco dei foglietti della messa: lì, all’interno potrete metter i vostri articoli, anche anonimi, da cui potranno partire dibattiti e riflessioni o più semplicemente un senso di comunità più vasto, che possa aiutare a conoscerci maggiormente. Basterebbe poco, davvero! E anche durante le feste o le cene comunitarie si avrebbero nuovi temi di discussione da cui partire e in tal modo si potrebbero saldare nuove amicizie e rapporti o rinforzare quelli già esistenti!

Festa di fine catechismo,

arrivederci a ottobre!

Festa di fine catechismo. Sabato 7 giugno, come di consueto ogni anno, si ritroveranno i ragazzi, i loro genitori e i catechisti per festeggiare la fine dell’anno catechistico. Il ritrovo è alle 14.30, poi don Mario celebrerà la messa. Ognuno dei sei g r u p p i d i b a m b i n i comporrà una preghiera che verrà letta durante la f unz ione ; i r agazz i porteranno all’altare anche un simbolo di ringraziamento. Ma non finisce qui, altri progetti sono in realizzazione per animare la messa. Dopo i l t e r m i n e d e l l a celebrazione (verso le 16), spazio ai giochi. In programma la staffetta, “scalpo”, il “granchio”, gli “zoppi”, il gioco con i palloncini d’acqua, il tiro alla fune e bandiera. E’ prevista anche la pausa-merenda. Se dovesse p i o v e r e , i g i o c h i ve r r anno svo l t i ne l salone della parrocchia. C o n l ’ a t t i v i t à catechistica, arrivederci a ottobre!

Una bella giornata in armonia: la sagra parrocchiale!Questo numero del giornalino è caratterizzato dalle belle foto scattate durante la nostra sagra parrocchiale di domenica 11 maggio, che ha visto un bel po' di movimento dietro il nostro cortile! La festa ha avuto inizio verso le 16.30, ed è stata animata dai bambini con le loro attività di cambi-scambi! A seguire Corrado Lusetti ci ha intrattenuto con il suo pianobar, mentre le nostre signore preparavano le tavolate e tutto l’occorrente per lo gnocco targato Spirito Santo! La pesca di beneficenza ha registrato quasi il tutto esaurito, mentre davanti ai banchetti dell’antiquariato e del Brasile, il movimento non si fermava mai! Dopo cena, invece, i nostri 6 imperturbabili attori in erba (Chiara Luppi, Silvia Chiari, Adriana Chiari, Giovanna Masecchia, Matteo Piccinini e Federico De Tomasi) ci hanno intrattenuto con il loro spettacolo teatrale frutto di un anno di lavoro, e condito durante la serata da alcuni colpi di scena che fortunatamente si sono risolti positivamente! Ma molte parole potrebbero essere spese per raccontare quella che è stata una bella giornata di Pentecoste, vissuta in serenità ed armonia. Ora, però. lasciamo spazio alle immagini che spesso valgono più di mille parole, e ci faranno sorridere quando andremo a ripescarle, tra molto tempo!!!

Grazie a tutti coloro che si sono dati da fare per questa giornata, per chi ha lavorato spesso silenziosamente ma con tanta passione e cura!...Grazie!

Sara Fiorini

Il ricavato

Ecco quanto guadagnato, domenica 11 maggio, durante la sagra di Pentecoste: 500 euro circa da gnocco e salume, che andranno nella cassa della parrocchia; 250 euro circa dal banchetto dell’antiquariato, versati a padre Berton; e 600 euro c i r c a d a l l a p e s c a c h e andranno a far parte della cassa giovani.

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Teatro, che passione!I ragazzi dello spettacolo alla sagra: "Che bella esperienza, faremo un corso di recitazione".

di Sara Fiorini

Ecco le testimonianze dei nostri attori in erba che da ottobre, per due ore a settimana, si son impegnati in questo corso teatrale coordinato da Giorgia Blancato, Lucia Solazzo ed Elena Spaggiari, attrici della compagna teatrale “Mamimò”, già impegnate in corsi con ragazzi. I sei ragazzi han raccolto molto consensi e loro stessi si portano nel cuore un ricordo molto vivo ed emozionante della serata, che per alcuni potrebbe esser l’inizio di un nuova passione..nata quasi per caso, ma supportata dalla loro pazienza e dalla volontà di coloro che han creduto in questo progetto, nonostante le difficoltà incontrate nel corso dell’anno. “Lo spettacolo è stato condizionato in parte dalla poca volontà di altri primi attori che non hanno avuto il tempo e la pazienza come noi, di fare uscire “l’attore” che era in loro. Generalmente tutto il gruppo di teatro, anche se siamo rimasti in 6 - escluse le insegnanti -, è riuscito a produrre un discreto spettacolo amatoriale. L’attesa dello spettacolo è stata lunga ed ansiosa a causa della sagra parrocchiale che ha impegnato gran parte del tempo. Comunque, lo spettacolo, è stato in una sola parola: FANTASTICO.”, afferma euforico Federico De Tomasi. Anche Matteo Piccinini non sta nella pelle: "Rifarei questa esperienza perché mi è piaciuto esibirmi: anche se è molto emozionante, hai tante soddisfazioni. La parte che mi è piaciuta più di tutte è stata l’entrata in scena con il carrello mentre facevo Battista, ma è stato bello anche il semplice montare e smontare divani e scenografia. Ero abbastanza agitato all’inizio, ma è andato tutto bene: e anche mia madre ha detto che sarebbe bello se partecipassi ad un vero e proprio corso di teatro!!”. “Rifarei tutto - ribadisce Giovanna Masecchia-, mi sono piaciute le prove, soprattutto con la nostra insegnante Giorgia, mi è piaciuta Elena - altra insegnate - che coordinava i suoni e ci faceva divertire. E pure la caduta che ho fatto mi ha fatto sorridere, anche se è stata un po' 'tragica'! Comunque, grazie a questa esperienza, ho cominciato ad appassionarmi al teatro e vorrei iscrivermi ad un corso in una scuola!". “L'esperienza di quest'anno – afferma entusiasta Chiara Luppi - è stata molto bella. Tra un urlo e una risata abbiamo imparato tantissime cose e abbiamo fatto uscire l'attore che è in noi. Tanta fatica e tanto impegno ci hanno portato ad un successo inaspettato la sera della nostra sagra, ci siamo divertiti molto. Inoltre, è stata una soddisfazione sentire le persone che ridevano e applaudivano quando recitavamo e vedere Giorgia ed Elena che sorridevano vedendo i risultati. Posso dire che è stata un’occasione per imparare tantissime cose e per far nascere molte amicizie”. Infine, Luca Denti che ha vissuto la rappresentazione teatrale come spettatore dice: “Ho visto il pezzo del maggiordomo e basta, ma devo dire che sono stati bravi, è stato uno spettacolo curato e bello".

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RICORDI DEL MESELa sagra parrocchiale di Pentecoste di domenica 11 Maggio

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Partiti i lavori di ristrutturazione della pista

Sono partiti i lavori di ristrutturazione della pista polivalente, dietro alla nostra parrocchia. Le opere di messa a nuovo del terreno di gioco finiranno (tempo permettendo) circa a metà giugno. Lo strato esistente è stato rimodellato per essere una base di appoggio idonea per la nuova pavimentazione che sarà incollata sopra. Perimetralmente al campo, sarà messo un tappetino bituminoso affinché il bordo possa pareggiarsi con il livello della pavimentazione della pista. Sono stati demoliti i vecchi impianti per la pallacanestro e per far posto ai nuovi.

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A.A.A.

Siete alla ricerca disperata di qualcosa o qualcuno? Magari di un baby sitter o aiuti spirituali? Avete molto da offrire ma non sapete a chi offrirlo? Questa è la sezione per voi! Inviateci le vostre richieste di ricerca o di offerta di qualunque tipo e, eventualmente, anche il modo per contattarvi da chiunque legga il vostro messaggio.La redazione si riserva la selezione dei post da pubblicare.

I lettori scrivono....

Spazio dedicato a chiunque voglia lasciare scritto qualcosa, proporre spunti di riflessione o esprimere un proprio pensiero, firmato o anonimo. Potete inviare materiale attraverso l’indirizzo di posta elettronica segnalato o lasciare una lettera nella cassetta posta all’entrata della chiesa.La redazione si avvale del diritto di selezionare gli articoli più interessanti da pubblicare nello spazio.Vi aspettiamo...

Per scriverci potete utilizzare questa casella di posta elettronica: [email protected], oppure la cassetta postale posizionata all’entrata della chiesa.

Preghiera di una marionetta di stoffadi Gabriel Marcia Marquez

Proposto da Maria Laura Catellani

Se per un istante Dio si dimenticherà che sono una marionetta di stoffa

mi regalerà un pezzo di vita,probabilmente non direitutto quello che penso,

ma in definitiva penserei tutto quello che dico.Darei valore alle cose,

non per quello che valgono,ma per quello che significano.Dormirei poco, sognerei di più,

andrei quando gli altri si fermano,starei sveglio quando gli altri dormono,

ascolterei quando gli altri parlanoe come gusterei

un buon gelato al cioccolato!

Se Dio mi regalasse un pezzo di vita,vestirei semplicemente,

mi sdraierei al sole lasciando scopertonon solo il mio corpo

ma anche la mia anima.

Dio mio, se io avessi un cuorescriverei il mio odio sul ghiaccio

e aspetterei che si sciogliesse al sole.Dipingerei con un sogno di Van Gogh

sopra le stelleun poema di Garcia Lorca

e una canzone di Minasarebbe la serenata che offrirei alla luna.

irrigherei con le mie lacrime le rose,per sentire il dolore delle spine

e il carnoso bacio dei loro petali.

Dio mio, se avessi un pezzo di vitanon lascerei passare un solo giorno

senza dire alla gente che amo, che la amo.Convincerei tutti gli uomini e le donne

che sono i miei favoritie vivrei innamorato dell’amore.

Agli uomini proverei quanto sbaglianoal pensare che smettono di innamorarsi,

quando invecchiano,senza sapere che invecchiano

quando smettono di innamorarsi.A un bambino gli darei le ali,

ma lascerei che imparasse a volare da solo.Agli anziani insegnerei che la morte

non arriva con la vecchiaiama con la dimenticanza.

Tante cose ho imparato da voi, gli Uomini!

Ho imparato che tutto il mondoama vivere sulle cime della montagna,

senza sapere che la vera felicitàsta nel risalire la scarpata

ho imparato che quando un neonato stringe con il suo piccolo pugno,

la prima volta, il dito di suo padre,lo tiene stretto per sempre.

Ho imparato che un uomoha il diritto di guardarne un altro

dall’alto al bassosolamente quando deve aiutarlo

ad alzarsi.

Sono tante le coseche ho potuto imparare da voi,

ma realmente non mi serviranno a molto,perché quando mi metteranno

dentro quella valigia,infelicemente starò morendo.

Spirito Santo - Giugno 2008! NUMERO 7

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• X Domenica Tempo Ordinario

• Ore 9.00: Santa Messa [Chiesa Spirito Santo]• Ore 11.00: Santa Messa [Chiesa Spirito Santo]

• Letture: Os 6,3-6; Sal 49; Rm 4,18-25; Mt 9,9-13 - Accogli, o Dio, il dono del nostro amore

Domenica 8 Giugno 2008

• XII Domenica Tempo Ordinario

• Ore 9.00: Santa Messa [Chiesa Spirito Santo]• Ore 11.00: Santa Messa [Chiesa Spirito Santo]

• Letture: Ger 20,10-13; Sal 68; Rm 5,12-15; Mt 10,26-33 - Nel tuo grande amore rispondimi, o Dio

Domenica 22 Maggio 2008

Messa

• da Lunedi a Giovedì Santa messa ore 8:00 [Chiesa Spirito Santo] - l’orario può cambiare per anniversari o richieste particolari• Venerdì la messa si terrà alle ore 16:30 [Casa delle Magnolie]• Sabato la messa si terrà alle ore 18:30 [Chiesa Spirito Santo]

Altri Eventi

• Turno Casa di Carità: Lunedì 9 e Martedì 24 giugno• Festa di chiusura del catechismo: sabato 7 giugno

Buon Compleanno a...

• Cristina Storchi - Giovedì 5 giugno• Cristian Codeluppi - Lunedì 16 giugno• Matteo e Massimiliano Padovani - Martedì 17 giugno

Aspettiamo di ricevere eventuali date di compleanno per i mesi prossimi!!!

Anniversari

• 53° Anniversario di Don Mario - Giovedì 19 giugno

Altre Date

• XIII Domenica Tempo Ordinario

• Ore 9.00: Santa Messa [Chiesa Spirito Santo]• Ore 11.00: Santa Messa [Chiesa Spirito Santo]

• Santo/i: Ss. PIETRO e PAOLO• Letture: At 12,1-11; Sal 33; 2Tm 4,6-8.17-18; Mt 16,13-19 - Benedetto il Signore che libera i suoi amici

Domenica 29 Giugno 2008

• Festa della Repubblica

• Ore 8.00: Santa Messa [Chiesa Spirito Santo]

• Letture: 2Pt 1,1-7; Sal 90; Mc 12,1-12 - Tu mi salvi, Signore, e mi doni la vita

Lunedì 2 Giugno 2008

• XI Domenica Tempo Ordinario

• Ore 9.00: Santa Messa [Chiesa Spirito Santo]• Ore 11.00: Santa Messa [Chiesa Spirito Santo]

• Letture: Es 19,2-6a; Sal 99; Rm 5,6-11; Mt 9,36-10,8 - Noi siamo suo popolo, gregge che egli guida

Domenica 15 Giugno 2008

• IX Domenica Tempo Ordinario

• Ore 9.00: Santa Messa [Chiesa Spirito Santo]• Ore 11.00: Santa Messa [Chiesa Spirito Santo]

• Letture: Dt 11,18.26-28; Sal 30; Rm 3,21-25a.28; Mt 7,21-27 - Sei tu, Signore, la roccia che mi salva

Domenica 1 Giugno 2008