1983 - Sebastiano A. Patanè - Nuove poesie

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Sebastiano A. Patanè Nu o v e P o e s i e Catania 2011

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poesie sociali

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Sebastiano A. Patanè

Nu o v e P o e s i e

Catania 2011

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Proprietà letteraria di Sebastiano A. Patanè

Catania 2011

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Nuove poesie Catania 1983

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Costruzione di un vuoto attorno a me

Mio padre è un uomo bianco

e la sua storia non è la mia.

Due strade diverse, parallele,

non opposte.

Quando me ne andai

a vivere nel mio mondo,

trovai ogni tipo di persona,

stelle a quattro punte,

al soldo di ogni bandiera…

e giù nel Gran Canyon

le urla si dispersero arse dal sole,

anche lui stella a quattro punte.

La mia mente scivolò, allora,

su quel vecchi bianco, con nostalgia.

Chiuditi cielo, puoi aspettare,

io ho ancora bisogno del maestro.

Non ho bisogno di treni per viaggiare,

né di navi o aeroplani.

Non ho bisogno di ponti per attraversare

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né di abbattere muri per continuare.

Non ho bisogno di ali o additivi

per volare, né di vigili per svoltare,

no, proprio no.

Ho solo bisogno di amore, per amare!

Una volta sognai che uccidevano mio padre,

erano soldati tedeschi.

Ma per fortuna arrivò

il figlio di un grande capo indiano

di un’altra tribù e ci liberò.

Chissà se mio figlio sogna di queste cose

quando si sveglia piangendo…

Io piangevo ed avevo paura.

Ora è diverso,

quando ho bisogno di figli di grandi capi

so dove cercarli e come,

e ce ne sono tanti, troppi.

Tutti, però, stelle a quattro punte,

stelle di giorno, ingannevoli lune la notte.

Ma io non ho più paura nemmeno dei tedeschi.

10 gennaio 1983

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Poesia n°1 dell’alba

E’ mattino.

Gli eroi notturni si sciolgono

in vaghi ricordi

ed attoniti

sguardi si incrociano.

Col primo sole fugge via

l’ultimo sospetto

ed il cavaliere della notte

galoppando si insinua

in altri occhi chiusi.

14 gennaio 1983

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Libertà

Cosa cerchi tra quei cespugli

arsi,

spinosi,

remoti,

forse vaghe frivolezze o monete antiche?

Cosa vuoi scoprire tra colonne di parole

e congiunzioni e copule,

la paura di ieri, la consapevolezza di oggi

oppure la serenità del domani?

Libertà, palpabile gioia…

ma si è liberi un solo istante della vita?

Da chi, da cosa…?

5 marzo 1983

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Sciara

Sciara,

come tortuosi ricordi

che tagliano la pelle

oppure

soltanto il volto della mia terra…

Aspre vastità pizzute,

non violate da inique volontà

invadono la mia mente

e, flagellando sereni passati,

mostrano il vero volto

della solitudine, della tristezza,

della morte.

Sciara,

nera espressione della mia terra,

ti sgretola il vento

con infinita lentezza,

con umana sapienza.

11 marzo 1983

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Il treno

Un treno corre sugli anni, la vita.

Il macchinista è un prete cattolico

ed io sono su quel treno

ed io viaggio sugli anni…

accelera buffone, accelera,

accelera buffone, accelera, accelera.

13 marzo 1983

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Poesia n° 2 dell’alba

Il frammento di un ricordo,

solo quello,

mi ha riportato in una estate lontana,

quando noi due,

monolitiche immagini evase

da inverosimili riguardi,

fluttuavamo su ideali sconcerie.

Mi piacevi quando ti ornavi

di chincaglie che l’africano magro ti vendeva,

eri greca o egizia da come ti presentava il sole.

Ma non ci fermammo molto in quella radura,

vidi un cupido armato che osservava

nascosto fra l’eucalipto e i tuoi occhi …

[La luna intanto veniva scrutata

da uomini curiosi, togliendo a me

il privilegio di belle poesie.

Il mondo malato continuava, nonostante tutto,

a rivoluzionare attorno al sole,

portando con se, milioni di dispiaceri.]

Ma è solo il frammento di un ricordo

che un po’ di sole ha voluto

riportare alla mente, tra un bignè

ed un sorso di coca-cola

alle 2 di giorno, attraversando viale Kennedy.

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[Non mi basti Beatrice,

anche se fossi Dante, non mi basti.

solo l’idea, se non si accomuna al contatto,

rimane soltanto idea e, credo,

sia il contatto che favorisce l’idea.]

Alice tamburellava con le sue dita sulla sedia,

voleva farmi credere che stava pensando a chissà cosa,

ma sono certo che era confusa.

[Io pensavo all’Etna, mentre osservavo

una stampa del Kilimangiaro; maestoso, enorme,

con una base grande quasi quanto mezza Sicilia,

superbo. Ma la cosa più importante, in quel momento,

era l’amore che non c’era,

che se ne stava rinchiuso in cantina

ad aspettare un richiamo se lei avesse voluto.]

Ma lei se ne stava li, a tamburellare su una sedia.

Su di un divano a dormire,

almeno avrebbe sognato.

[Il ricordo più belle della mia vita

è senz’altro Ellen.

Lei si che mi capiva. Ricordo, una volta…

che strano, della nostra lunga storia

non ricordo nulla, solo un grande amore.

Ora lei non c’è più, non per colpa di qualcuno,

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ma doveva andare cosi.]

Ora le monolitiche immagini

si sono frante in mille sassi

che diventeranno sabbia ed infine polvere

e nessuno capirà mai cosa fosse stato prima.

15 marzo 1983

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Ignori il mio desiderio

Mendicante d’amore, io scelgo la mela

per ricordarmi dei miei vizi.

Ma tu ignori il mio desiderio

e ti fai gioco della mia ricchezza

con gesti che ricordano

seni di velluto e cuori innamorati.

mi fai pensare, amica, a quei grandi amori

che se ne stanno

dietro le vetrine di grandi magazzini,

quei grandi amori che non tendono le braccia

e che, infine, soli, si buttano giù dai ponti.

Io non conosco grandi amori

e mi trascuro in vizi e puttanelle

da istituto femminile e tintorie.

Mi fa pensare, cara,

a cunei geometrici e cerchi

con cui giocavo, senza malizia,

da bambino ed a poesie d’amore

mi fai pensare.

Ma tu ignori il mio desideri

e ti lasci vedere solo donna.

11 maggio 1983

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Mulinelli di ricordi…

Mulinelli di ricordi e rabbia,

vaghe illusioni,

grigi splendori esplosi

in ironiche felicità

e parole, milioni di parole.

Con vasti lampi

il film della mia vita ritorna,

quadro per quadro,

ad illustrare questo fallimento.

E poi ricominciare daccapo.

…Mulinelli di ricordi…

ed ecco, tutto,

nell’infinità di un attimo.

10 marzo 1983

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Indice

Nuove poesie (1983)

Costruzione di un vuoto attorno a me

Poesia n°1 dell’alba

Libertà

Sciara

Il treno

Poesia n°2 dell’alba

Ignori il mio desiderio

Mulinelli di ricordi

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