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19-03-10 RASSEGNA STAMPA 19-03-09 GLIFOSATO: CORTE UE ANNULLA DIVIETO ACCESSO STUDI TOSSICITA’ Ansa 19-03-09 MICOTOSSINE: NEMICHE INVISIBILI NELLA FILIERA DEI CEREALI A PAGLIA Mangimi&Alimenti 19-03-09 SICCITA’, COLDIRETTI: ‘INVERNO CON -50% DI PIOGGIA AL NORD, E’ ALLARME’ Ag. Dire 19-03-10 VIA I SEGRETI SU GLIFOSATO E LATTE ESTERO. I GIUDICI UE E ITALIANI APRONO GLI ARCHIVI La Stampa 19-03-10 LA TERRA HA LA FEBBRE ALTA E LA FA SALIRE ANCHE A NOI Corriere della Sera

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19-03-09

Glifosato: Corte Ue annulla divieto accesso studi tossicità Giudici contro Efsa, 'interesse cittadini deve prevalere'

BRUXELLES - La Corte Ue ha annullato le decisioni con cui l'Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) ha negato l'accesso agli studi sulla tossicità e la cancerogenicità del glifosato, la sostanza attiva presente nell'erbicida Roundup - il più venduto al mondo - prodotto dalla multinazionale americana Monsanto.

"L'interesse del pubblico ad accedere alle informazioni - secondo quanto stabilito dai giudici europei - è non solo quello di sapere che cosa è, o prevedibilmente sarà, rilasciato nell'ambiente, ma anche quello di comprendere il modo in cui l'ambiente rischia di essere danneggiato dalle azioni in questione".

La sentenza riguarda le cause presentate da quattro eurodeputati e un cittadino che si erano appellati ai giudici Ue a seguito del rifiuto dell'Efsa di consentire l'accesso agli studi di tossicità non pubblicati. Tali studi riguardavano la dose giornaliera ammissibile (ADI) di glifosato e risultati e analisi sulla cancerogenicità della sostanza attiva. L'Efsa aveva motivato la propria decisione sostenendo che la divulgazione delle informazione avrebbe potuto "arrecare un serio pregiudizio agli interessi commerciali e finanziari delle imprese" autrici degli studi e che "non esisteva alcun interesse pubblico prevalente alla divulgazione". Il Tribunale Ue oggi ha "condannato" l'Efsa ad aprire gli archivi in nome dell'"interesse pubblico prevalente". L'Efsa, scrivono i giudici Ue, "non può negare" la divulgazione di questi documenti "adducendo che ciò avrebbe arrecato pregiudizio alla tutela degli interessi commerciali dei proprietari degli studi richiesti"

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19-03-10

Micotossine: nemiche invisibili nella filiera dei cereali a paglia

La salubrità delle produzioni agro-alimentari può essere compromessa dalla presenza di contaminanti antropici come metalli pesanti, fitofarmaci, residui di imballaggi o prodotti indesiderati formatisi nella fase di trasformazione. Ma è specialmente la componente microbiologica patogena a svolgere un ruolo chiave nella riduzione delle produzioni in campo e nel peggioramento della qualità dei prodotti derivati. Una problematica rilevante a questo proposito è la contaminazione da micotossine, metaboliti secondari prodotti da diversi tipi di funghi, tra cui Aspergillus, Penicillium, Alternaria e Fusarium. Queste tossine, entrando nelle filiere alimentare e mangimistica attraverso colture contaminate, diventano “nemiche invisibili”, fonte di forte rischio per la salute umana e animale in quanto dotate di elevata tossicità, con caratteristiche di genotossicità, cancerogenicità, immunotossicità, mutagenicità, nefrotossicità e teratogenicità.

È ben noto come, tra i cereali a destinazione zootecnica, il mais sovente presenti problemi di contaminazione da micotossine, ma anche i cereali autunno vernini, quali orzo ed avena, possono essere colonizzati, in campo, da patogeni micotossigeni. Una delle fitopatologie più distruttive in orzo ed avena è infatti il Fusarium Head Blight (FHB), causata principalmente, in Europa, da Fusarium graminearum e Fusarium culmorum. Il successo dell’infezione da Fusarium è legata all’interazione di tre fattori principali: la presenza di un inoculo fungino, di un ospite suscettibile e di un ambiente favorevole.

Pratiche agronomiche e colturali possono avere un forte impatto sull’inoculo fungino: l’alta densità di semina e gli alti livelli di fertilizzazione sono positivamente correlati all’incidenza di FHB, così come la presenza di residui colturali contaminati. A questo proposito, la rotazione con colture non-cerealicole può ridurre la carica microbica, così come le lavorazioni del terreno che degradino efficacemente i residui delle precedenti colture. I fungicidi, siano essi di sintesi o naturali, sono un altro importante strumento di controllo della fusariosi, limitati tuttavia dalla necessità di essere somministrati nella ristretta finestra temporale in cui avviene l’infezione.

Lo sviluppo ed applicazione di modelli predittivi, capaci di elaborare dati colturali, ambientali ed epidemiologici e restituire un fattore di rischio stimato, sono strumenti di grande utilità pratica, anche se riferiti ad aree specifiche (Prandini et al., 2009). Tassello fondamentale per la costruzione di tali modelli previsionali è il monitoraggio delle produzioni. Il monitoraggio epidemiologico e la diagnostica precoce basata sull’analisi del DNA rappresentano infatti fondamentali strumenti di controllo della fusariosi, fornendo informazioni sui ceppi fungini presenti ed emergenti e sullo stato sanitario delle colture di frumento in campo (Morcia et al., 2013).

A questo proposito a livello italiano, è stata svolta un’attività di controllo su scala regionale (Delogu et al., 2005; Rossi et al., 2006; Morcia et al., 2016) e nazionale nell’ambito di diversi progetti. Queste azioni di monitoraggio hanno evidenziato la diffusione di Fusaria emergenti, in grado di colonizzare nuovi areali e specie cerealicole in precedenza meno attaccate, quali l’orzo (Morcia et al., 2016). In maggior dettaglio, funghi come Fusarium sporotrichioides, Fusarium poae e Fusarium langsethiae, che solitamente si sviluppano in ambienti caratterizzati da clima freddo, sono stati segnalati in diversi areali italiani, compresi quelli caratterizzati da clima caldo e secco, come l’Italia meridionale (Schoneberg et al., 2018; Martin et al., 2018). F. poae risulta essere il principale produttore di nivalenolo (NIV), tricotecene di tipo B, mentre F. langsethiae, è ritenuto il principale responsabile delle contaminazioni da T-2, HT-2, tricoteceni di tipo A. La tossicità di questi tricoteceni si esplica tramite l’inibizione della sintesi degli acidi nucleici (DNA e RNA) e delle proteine, provocando effetti come perdita di peso corporeo, emorragie, necrosi, danni al tessuto cartilagineo, diminuzione plasmatica dei leucociti, riduzione del glucosio plasmatico, danni a livello dell’apparato

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epatico e gastrico. T-2 e HT-2 sono, tra le tossine emergenti, quelle a più elevata tossicità, per le quali la Commissione europea, allo scopo di limitarne la quantità nei cereali e derivati, ha stabilito al momento livelli indicativi (2013/165/UE).

La gestione del rischio derivante da questi Fusaria emergenti necessita innanzitutto di una migliore comprensione delle loro esigenze ambientali. A questo proposito lo studio di Nazari et al. (2014) ha identificato le condizioni di umidità e temperatura ideali per lo sviluppo e per l’attività micotossigena di F. langsethiae.

La migliore comprensione delle interazioni pianta-patogeno e dei fattori genetici che regolano la resistenza/suscettibilità dei cereali autunno-vernini alla fusariosi costituiscono una via particolarmente interessante nell’ottica di un’agricoltura a basso impatto ambientale. A questo proposito, il sequenziamento del genoma di funghi fitopatogeni ha rivoluzionato lo studio dell’interazione pianta-patogeno, accelerando l’identificazione dei geni coinvolti ma anche consentendo di tracciarne i percorsi evolutivi (Terzi et al., 2016). Nel caso specifico dei Fusaria, si è visto come le diverse specie abbiano in comune una regione genomica che contiene approssimativamente 9000 geni a funzione conservata, che sono ortologhi tra loro e disposti nello stesso ordine. A questo si aggiunge una zona accessoria in cui si trovano centinaia di geni specie-specifici, tipicamente localizzati alle estremità dei cromosomi. Queste zone terminali o telomeri sono caratterizzate da un’intensa attività di ricombinazione. Il genoma di F. langsethiae è stato sequenziato ed il suo metaboloma caratterizzato (Lysoe et al., 2016), ricavandone informazioni sulle capacità micotossigene sia in vitro che in condizioni naturali di infezione in planta.

È quindi evidente come la presenza di funghi fitopatogeni e micotossine coinvolga diversi aspetti delle filiere di produzione dei mangimi e degli alimenti, pertanto azioni di prevenzione quali l’identificazione delle contaminazioni da funghi devono partire precocemente dal campo lungo tutta la catena alimentare. Solo strategie basate su una visione completa del problema e sull’utilizzo di tecniche molecolari innovative, per l’implementazione delle conoscenze e come tecniche di controllo, possono difenderci da questo pericolo.

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Data 10/03/2019

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Siccità, Coldiretti: “Inverno con -50% di pioggia al nord, è allarme”

Sul Po sembra piena estate con il livello idrometrico al Ponte della Becca è di -2,73 metri, lo stesso di inizio agosto scorso

ROMA – E’ allarme siccità per effetto di un inverno asciutto segnato da precipitazioni dimezzate al nord (-50%, rispetto alla media storica), che hanno lasciato a secco fiumi, laghi, invasi, terreni e senza neve le montagne, nel momento in cui l’acqua è essenziale per l’irrigazione delle coltivazioni. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base degli ultimi dati Isac/Cnr sull’andamento climatologico dell’inverno, in occasione della settimana di #Fridaysforfuture, la mobilitazione globale che nasce con le proteste della giovane attivista svedese Greta Thunberg per chiedere ai decisori politici misure concrete contro i cambiamenti climatici.

La situazione attuale al nord – rileva la Coldiretti – è peggiore di quella del 2017 che ha creato difficoltà anche per gli usi civili nei centri urbani ed è costata 2 miliardi di euro in danni all’agricoltura a causa della siccità che ha tagliato i raccolti delle principali produzioni, dagli ortaggi alla frutta fino ai cereali, ma anche i vigneti ed il fieno per l’alimentazione degli animali per la produzione di latte. Sul Po in magra sembra piena estate con il livello idrometrico al Ponte della Becca è di -2,73 metri, lo stesso di inizio agosto scorso, ma anomalie si vedono anche nei grandi laghi che hanno percentuali di riempimento che vanno dall’11% del lago di Como al 16% dell’Iseo fino al 33% del Maggiore con il fiume Ticino che a Vigevano è sceso a -105 centimetri, secondo le rilevazioni della Coldiretti. In un inverno con precipitazioni dimezzate l’annunciato arrivo del maltempo è atteso come manna dagli agricoltori soprattutto al nord dove in molte zone non piove da mesi ma per essere di sollievo la pioggia deve durare a lungo, cadere in maniera costante e non troppo intensa, mentre i forti temporali, soprattutto con precipitazioni violente provocano danni poiché – spiega la Coldiretti – i terreni non riescono ad assorbire l’acqua che cade violentemente e tende ad allontanarsi per scorrimento con gravi rischi per l’erosione del suolo.

Le riserve idriche – precisa la Coldiretti – sono necessarie nei campi per i prossimi mesi quando le colture ne avranno bisogno per crescere. Peraltro il caldo anomalo dopo un febbraio che ha fatto registrare temperature superiori di 1,38 gradi la media storica del periodo di riferimento, ha accelerato i processi vegetativi con mandorli e albicocchi che sono in fiore e i peschi già pronti a sbocciare ma – rileva la Coldiretti – tutte le coltivazioni sono in grande anticipo. La “finta primavera” ha ingannato lecoltivazioni favorendo un “risveglio” che le rende particolarmente vulnerabiliall’annunciato ritorno del freddo con danni incalcolabili per la produzione. Gli effettiperaltro – sottolinea la Coldiretti – si fanno già sentire sui ortaggi dove è saltata ogni

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Data 10/03/2019

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programmazione dei raccolti con broccoli, cavoli, sedano, prezzemolo, finocchi, cicorie, bietole che maturano contemporaneamente per le temperature primaverili. L’andamento anomalo di quest’anno conferma purtroppo i cambiamenti climatici in atto che si manifestano – continua la Coldiretti – con la più elevata frequenza di eventi estremi con sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal maltempo alla siccità. L’agricoltura è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici ma è anche il settore più impegnato per contrastarli. Una nuova sfida per le imprese agricole che – sostiene la Coldiretti – devono interpretare le novità segnalate dalla meteorologia e gli effetti sui cicli delle colture, sulla gestione delle acque e sulla sicurezza del territorio. Per queste ragioni i giovani della Coldiretti parteciperanno venerdi 15 marzo a #Fridaysforfuture, la mobilitazione globale che nasce con le proteste della giovane attivista svedese Greta Thunberg per chiedere ai decisori politici misure concrete contro i cambiamenti climatici.

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Data 10/03/2019

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DOMENICA 10 MARZO 2019 LA STAMPA 19

AGRICOLTURAUna legge del Piemontetutela i contadini virtuosi

SOSTIENE SLOW FOOD

GIORGIA CANALI

S emplificazione e innova-zioni sono le parole utilia mettere a fuoco l’im-portanza della legge di

riordino delle norme in mate-ria di agricoltura e sviluppo ru-rale che la Regione Piemonte

ha approvato a inizio anno.Questo testo comporta infattil’abrogazione di 35 delle 45leggi fino ad allora vigenti enumerosi articoli di altri prov-vedimenti. E semplificare leleggi spesso è premessa fonda-mentale per semplificare la vi-ta di chi di agricoltura vive. Mala legge regionale n.1 del 2019è importante anche e soprat-tutto per le novità che introdu-ce, che contribuiscono in parti-colare a disegnare uno stru-mento più aderente alla realtàdei piccoli e medi imprenditoriagricoli, riconoscendo il valoreanche sociale di chi fa agricol-

tura, specie nelle aree più fra-gili. È una norma, si legge alpunto i dell’articolo 1, che hatra i suoi obiettivi «l’afferma-zione e la crescita della respon-sabilità sociale delle imprese,con particolare riferimento al-la salvaguardia della dignitàdel lavoro».

Tra le novità più interessantic’è l’istituzione della Banca re-gionale della terra, una bancadati a consultazione pubblicain cui Comuni e Unioni dei Co-muni censiranno i terreni in-colti o abbandonati da almenodue annate agrarie, e i terrenidetti «silenti», di cui non si rin-

traccia la proprietà, rendendoli«disponibili» a essere lavorati auso produttivo da parte di im-prenditori agricoli singoli o as-sociati. Si tratta di uno stru-mento pensato per promuove-re il ricambio generazionale, proteggere l’ambiente e gliequilibri idrogeologici, preve-nire gli incendi e le infestazioniparassitarie, valorizzare il pae-saggio e le biodiversità, contra-stare il consumo di suolo.

Il riconoscimento del ruoloanche sociale di chi fa agricol-tura in zone considerate svan-taggiate viene supportato intermini legislativi da una serie

di aperture che consentono al-le aziende agricole di diventa-re punto di riferimento per ser-vizi essenziali come la distribu-zione di generi alimentari, pro-dotti postali, farmaci.

È una legge che riconosceai contadini il ruolo di custodie li mette nelle condizioni diessere protagonisti della tute-la del territorio e della sociali-tà anche nei contesti più diffi-cili. È l’esempio del ruolo chepuò (e deve) giocare il legisla-tore nel sostenere questi mo-delli virtuosi di agricoltura.www.slowfood.it —

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L E S E N T E N Z E R E N D O N O P I Ù T R A S P A R E N T E L ’ I N F O R M A Z I O N E

Via i segreti su glifosato e latte esteroI giudici Ue e italiani aprono gli archiviLa Corte di Giustizia europea autorizza l’accesso agli studi sulla tossicità del diserbantePer il Consiglio di Stato i dati sui flussi di materia prima importata devono essere pubblici

MAURIZIO TROPEANOTORINO

L’intervento della magistraturaapre gli archivi dell’autorità per la sicurezza alimentare eu-ropea e del ministero della Sa-lute italiano e rende più facilel’accesso alle informazioni ed èun passo avanti verso la traspa-renza. Nel primo caso la Cortedi Giustizia dell’Ue ha annulla-to le decisioni dell’Efsa cheavevano negato ad alcuni ri-chiedenti, tra cui alcuni euro-deputati dei Verdi, l’accesso agli studi sulla tossicità e can-cerogenicità del glifosato, un erbicida ad ampio spettro cheè il principio attivo del Roun-dup, un prodotto della Mon-santo, gruppo chimico Usa re-centemente acquisito da Bayer(ma la molecola è la base di moltissimi altri prodotti, anchedi altre compagnie). Nel secon-do caso il Consiglio di Stato sull’accesso ai dati dei flussicommerciali del latte e dei pro-dotti lattiero caseari oggetto discambio intracomunitario e provenienti dall’estero detenu-ti dal Ministero della Salute.

La sentenza dei giudici delLussemburgo mette fine ad uncontenzioso nato dalla decisio-ne dell’Efsa di negare l’accessoagli studi perché «la divulga-zione di tali informazioni po-trebbe arrecare serio pregiudi-zio agli interessi commerciali efinanziari delle imprese che hanno presentato i rapporti distudi». Secondo l’Efsa, inoltre,«non esisteva alcun interesse pubblico prevalente alla divul-gazione delle parti degli studialle quali i ricorrenti chiedeva-no accesso, dato che tali partinon costituivano informazioniriguardanti emissioni nell’am-biente ai sensi del regolamentodi Aarhus». I giudici della CorteUe hanno smontato questa li-nea di difesa sostenendo «l’in-teresse del pubblico ad accede-re alle informazioni sulle emis-sioni nell’ambiente è non soloquello di sapere che cosa è, o prevedibilmente sarà, rilascia-to nell’ambiente, ma anchequello di comprendere il modoin cui l’ambiente rischia di es-

sere danneggiato dalle emis-sioni in questione».

I Verdi europei che hannopresentato il ricorso si diconosoddisfatti. L’eurodeputataMichele Rivasi spiega: «Do-manderemo immediatamenteall’Efsa l’accesso agli studi maquella di oggi è una sentenzache fa giurisprudenza perchéimplica che anche l’industriadovrà essere più trasparente».Anche l’Efsa, però, «accoglie con favore la decisione» per-ché fornisce «orientamenti al-l’Efsa e alle altre istituzioni perinterpretare la legislazionedell’Ue sull’accesso pubblico aidocumenti».

Anche la sentenza del Con-siglio di Stato italiano va nelladirezione di una maggiore tra-sparenza. Per la Coldiretti cheha sostenuto l’intervento dei giudici amministrativi, infatti,si tratta di un «risultato stori-co» perché permette di «mette-

re fine all’inganno dei prodottistranieri spacciati per italianima anche per consentire inter-venti più tempestivi in caso diallarmi alimentari che provo-cano gravi turbative sul merca-to e ansia e preoccupazione neiconsumatori». Nel 2018 in Ita-lia, continua la Coldiretti, è «scoppiato più di un allarme alimentare al giorno per un to-tale di ben 398 notifiche invia-te all’Ue tra le quali solo 70 (17%) hanno riguardato pro-dotti con origine nazionale,mentre 194 provenivano da al-tri Paesi dell’Unione Europea(49%) e 134 da Paesi extraco-munitari (34%). Per Massimi-liano Giasanti, presidente diConfagricoltura , la sentenzadei giudici amministrativi è «un altro passo importantenella direzione della traspa-renza e nella tutela del Madein Italy». —

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La protesta di attivisti ambientalisti davanti alla sede del ministero della Salute italiano

LA RICERCA NOMISMA

Vino rosso, crescono le venditedell’Italia in CinaTira il freno l’export della Francia

Cresce l’export dei vini rossiitaliani in Cina, un mercato che negli anni scorsi i nostri produttori hanno fatto faticaa raggiungere. Secondo i datidi Nomisma Wine Monitor sul rapporto tra Italia e Fran-cia nell’export di vino imbot-tigliato, le vendite dei rossi made in Italy sono cresciute nel Paese asiatico dell’82%, quello francese del 40%.La ricerca Nomisma Wine Monitor ha messo a confron-to i rossi Dop delle tre regionivinicole italiane di riferimen-to (Toscana, Piemonte, Vene-to) con quelli delle regioni

I N P U G L I A

Gli olivicoltoriprotestano: non bastanoi soldi di Roma

Scheletri di ulivi secolariuccisi dalla Xylella portati inpiazza su camion, carriolecariche di tronchi ormaibuoni solo per il fuoco, ban-diere e tanti trattori. Il mon-do agricolo salentino, spac-cato in due per disaccordi sualcuni aspetti della verten-za, ha invaso le strade e ilcentro di Lecce con due cor-tei separati dai quali sono state chieste sostanzial-mente le stesse cose: basta ai rimpalli di responsabilitàe alla «gestione inconclu-dente dell’emergenza xylel-la» mentre l’epidemia avan-za rapidamente, il Dl varatodal Governo - e che com-plessivamente mette a di-sposizione 15 milioni per ilsettore - è ritenuto insuffi-ciente perché «servono piùrisorse, un piano plurienna-le e semplificazioni buro-cratiche». La doppia prote-sta - da una parte la

Coldiretti, dall’altra gli oli-vicoltori aderenti a Cia,Confagricoltura, Copagri eAlleanza delle Cooperativeè scattata nonostante il vialibera del governo al decre-to proposto, dal ministroGian Marco Centinaio, chestanzia circa 61 milioni di euro per le emergenze inagricoltura istituisce unacorsia preferenziale per il ri-lancio dei settori agricoli incrisi, dall’olivicoltura pu-gliese al lattiero caseario inSardegna. La maggior partedei fondi, 39 milioni, sono stanziati per la crisi del lattein Sardegna. A sostegno de-gli olivicoltori pugliesi, chehanno subito ingenti danniper la Xylella e le gelate ec-cezionali dell’anno scorso, del 26 febbraio e 1 marzo2018, e a sostegno degliagrumicoltori andranno 15milioni. Altri due milionivengono destinati al Mini-stero per campagne promo-zionali e di comunicazioneistituzionali. M.TR. —

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Ma in piazzale organizzazioni

agricole sono spaccate

francesi (Bordeaux, Borgo-gna). Mentre l’export dei vinimade in Italy cresce nel Paeseasiatico, la Francia registraun calo rilevante: -17%. Gli Usa invece rappresentano il primo mercato di destinazio-ne per i vini rossi di entrambii Paesi (21%per l’Italia e 17%per la Francia). La ricerca di Nomisma è stata presentata alla 27esima edizione di Ben-venuto Brunello, l’anteprimadel rosso toscano che ha pre-sentato il Brunello di Montal-cino 2014, la Riserva 2013, ilRosso di Montalcino 2017, Moscadello e Sant’Antimo.

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46 SALUTE Domenica 10 Marzo 2019 Corriere della Sera

vocando annualmente 133 de-cessi ogni 100mila abitanti. InItalia, secondo le più recentiindagini, le morti evitabili so-no 81mila, cioè 136 ogni 100mila abitanti, meno che inGermania (154) e Polonia(151), ma più che in Francia(105) e Regno Unito (98).Gli esperti delle Nazioni

Unite che si occupano dellemutazioni climatiche lo han-no detto chiaramente: per evi-tare le più catastrofiche con-seguenze entro il 2030 dob-biamo dimezzare le emissionidi gas che provocano l’effettoserra e per il 2040 vanno eli-minate del tutto. Il 2018 è peròstato un anno record in nega-tivo: moltissime aree dellaTerra hanno raggiunto livellid’inquinamento e aumenti ditemperature senza preceden-ti. «Come riportano sul NewEngland Journal of Medicinegli scienziati che hanno rac-colto dati per oltre 20 anni —conclude Corradini — tuttiquesti eventi (fra crescitaesponenziale di patologie edisastri climatici) avranno unimpatto enorme anche suiservizi sanitari e il funziona-mento delle infrastrutture as-sistenziali verrà seriamentecompromesso. È indispensa-bile, ad esempio, che gli ospe-dali si attrezzino per fronteg-giare le emergenze, come leondate di calore: l’anno appe-na concluso è stato più “bol-lente” che mai in molte partidel mondo. E le città sonoquelle che risentono di piùdell’impatto nocivo sulla salu-te del mix di caldo e smog».

Vera Martinella© RIPRODUZIONE RISERVATA

Un report su una delle più autorevoli riviste di medicina fa il puntosugli allarmanti peggioramenti ambientali che investono tutto il pianeta.E mette in guardia sulle conseguenze che comporta per il benessereindividuale ma anche per la sostenibilità, in generale, dei Servizi Sanitari

La Terra ha la febbre altaE la fa salire anche a noiP

revisioni catastrofiche, bilan-ci disastrosi. La distruzionedel nostro «sistema meteoro-logico» non è più solo unaquestione teorica o una di-scussione politica: si è già tra-sformata in un tassa che pa-ghiamo a caro prezzo in viteumane, con devastanti tem-peste e alluvioni, siccità, in-cendi e l’aumento di malattie,vecchie e nuove. A dipingere afosche tinte il quadro è un ap-profondimento pubblicatosul prestigioso New EnglandJournal of Medicine.Un numero, su tutti, rende

bene l’idea: l’OrganizzazioneMondiale della Sanità (Oms)prevede che a partire dal 2030ogni anno 250mila persone al

mondo moriranno per malat-tie scatenate dall’effetto serrae dalle sue conseguenze.Ondate di calore, incendi,

desertificazione, tempeste,uragani, inondazioni e (ovvia-mente) inquinamento atmo-sferico sono l’esito più notoed evidente delle trasforma-zioni. Meno conosciuti sonogli effetti che possono averesul nostro stato di benessere.«Fino a pochimesi fa, le sti-

me ufficiali riportavano pocopiù di 4 milioni di morti pre-mature ed evitabili nel mon-do associate all’inquinamentoatmosferico esterno — preci-sa Pier Mannuccio Mannucci,professore emerito di Medici-

L’inquinamento mette a rischioil cuore dei piccolissimi

I l surriscaldamento globalepuò portare, nei prossimi20 anni, a un notevole au-mento di neonati con di-

fetti cardiaci congeniti chedovranno poi sottoporsi acontrolli e terapie per tutta lavita. A sostenerlo sono scien-ziati americani in un una ri-cerca pubblicata a gennaio2019 sulla rivista Journal ofthe American Heart Associa-tion: «Sebbene questi dati si-ano preliminari— spiega PierMannuccioMannucci, profes-sore emerito di Medicina In-terna dell’Università degli Stu-di di Milano— è consigliabileche le donne nei primi mesidi gravidanza evitino le tem-peratura eccessive e, ovvia-

un’ulteriore concentrazionedi gas nell’atmosfera, specienelle aree urbane.«E questo porta con sé non

soltanto più patologie respi-ratorie — sottolinea Mannuc-ci —, ma anche più morti permalattie cardiovascolari. I nu-meri finora stimati, anche inEuropa, erano al ribasso.Emerge sempre più chiara-mente che lo smog (e soprat-tutto le polveri sottili Pm 2,5che penetrano più a fondonell’organismo) ha effetti for-se persino peggiori sul nostrosistema cardiaco e circolato-rio che non su quello bronco-polmonare».

V. M.© RIPRODUZIONE RISERVATA

na Interna dell’Università de-gli Studi di Milano ed espertodi patologie correlate all’in-quinamento —. Ma uno stu-dio condotto da un gruppo diepidemiologi di otto Paesi(fra cui l’Italia, rappresentatada Francesco Forastiere e Giu-lia Cesaroni del Dipartimentodi Epidemiologia del Lazio)ha utilizzato un nuovo, più ac-curato metodo statistico, cheha cambiato, in peggio, le va-lutazioni: sarebbero ben 9mi-lioni le persone che ogni an-no perdono la vita a causa del-le polveri sottili. E a questevanno aggiunti i circa 3 milio-ni di morti evitabili dovute al-l’inquinamento delle abita-zioni causato dall’impiego dicombustibili fossili, un feno-meno che interessa prevalen-temente grandi Paesi in fortesviluppo come Cina, India eThailandia».«I cambiamenti climatici

stanno devastando non solo ilpianeta, ma anche la salutedei suoi abitanti — aggiungePaolo Corradini, ordinario diEmatologia all’Università Sta-tale di Milano—. L’elenco deidanni, diretti e indiretti, èlunghissimo. Fra questi, unaserie di malattie infettive chehanno origine da insetti (adesempio Zika o Chikungun-ya), approdati molto lontanodalle loro zone d’origine, op-pure lo stress termico, chemiete moltissime vittime so-prattutto nelle città, fra gli an-ziani e fra chi già soffre di dia-bete, patologie cardiovascola-ri o renali croniche».La cattiva qualità dell’aria

che respiriamo è responsabiledi crisi asmatiche, insuffi-

cienza respiratoria, bronchitie polmoniti, aumento dei casidi bronchiolite nei bambini edelle probabilità di ammalar-si di cancro ai polmoni e fi-brosi polmonare. «Questi so-no i danni più noti dell’inqui-namento — continua SergioHarari, responsabile di Medi-cina interna e Pneumologiaall’ospedale San Giuseppe diMilano —, ai quali vanno ag-giunti quelli che coinvolgonoaltri organi, a partire da cuoree vasi. Diversi studi hanno or-mai dimostrato come lo smoginterferisca sulla salute au-mentando infarti, ischemiemiocardiche, aritmie cardia-che, trombosi venose e arte-

riose, diabete, Parkinson, de-menza e Alzheimer. A questisi aggiungono poi i problemiper le donne in gravidanza e ipiù piccoli . Ad esempiol’esposizione protratta a ele-vati livelli di ozono, monossi-do di carbonio e polveri sottiliPM 2,5 in gestazione si asso-cia a un ridotto peso alla na-scita del neonato». L’inquina-mento ambientale in Europariduce in media l’aspettativadi vita di oltre due anni, pro-

❞Malattie in aumentoLo smog favoriscenon solo le patologiedell’apparatorespiratorioma anche di quellocardiovascolaree del sistema nervoso

mente, i luoghi più inquinati.Come è suggerito a chi soffredi malattie cardiovascolari epolmonari». Un’altra indagi-ne mette in evidenza come icambiamenti climatici stianoriscaldando gli oceani, ma an-cor più velocemente la terra,con un impatto nefasto sullaqualità dell’aria. La diffusaaridità porterebbe, infatti, an-che a minori piogge con

In gravidanzaNei primi mesi sarebbemeglio, nei limitidel possibile, evitarei luoghi meno salubri

DossierMedicina

Effetto serraRiso e granodiventerannomeno nutrienti

D a 33 anni di fila fa sempre troppo caldo.Dall’epoca preindustriale le concentrazioniatmosferiche di biossido di carbonio(primo responsabile dell’effetto serra) sono

cresciute da 280 parti per milione alle 410 attuali equesto gas impiega secoli a disperdersi. A oggi ilclima terrestre sta aumentando di 0,2 gradi ognidecennio e i più ampi peggioramenti si sonoregistrati dagli anni Settanta in poi. Ilsurriscaldamento ha effetti avversi anche

sull’agricoltura: diminuisce il rendimento diverdure e legumi e riduce il valore nutrizionaledelle principali coltivazioni di cereali (riso e granoin primis) che crescono con un contenuto minoredi micronutrienti e vitamine. Una catena di eventiche, passando per denutrizione e mancanza dicibo, porta a una crescita inarrestabile di infezionie patologie collegate alla cattiva alimentazione.

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Vittime

In Europa ilpeggioramentodella situazioneambientale,provocaannualmente133 decessiogni 100milaabitantie una riduzionedell’aspettati-va mediadi vita di dueanni

Nuovi dati

9milioni

le mortiprematureed evitabiliassociate ainquinamentoatmosfericoesterno, nelmondo Lo diceuno studiocondotto daun gruppo diepidemiologidi otto Paesi ,fra cui l’Italia,che hautilizzato unnuovo accuratometodostatistico,cambiandoin peggiole valutazioni.Dati precedentiparlavanoinfatti di «soli»4 milionidi decessi.

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