175/176 - istitutoitalianocastelli.it · Questo numero di “Cronache Castellane” si ......

28
175 / 176 ISTITUTO ITALIANO DEI CASTELLI ONLUS Ottobre 2009 - Marzo 2010 “Poste Italiane Spa - Spedizione in Abbonamento Postale - 70% - DCB Milano”

Transcript of 175/176 - istitutoitalianocastelli.it · Questo numero di “Cronache Castellane” si ......

Page 1: 175/176 - istitutoitalianocastelli.it · Questo numero di “Cronache Castellane” si ... secondarie di primo grado da attivarsi nell’a. s. 2010-2011. Si propone di trasformare

175 / 176

ISTITUTOITALIANODEI CASTELLI ONLUS

Ottobre 2009 - Marzo 2010“Poste Italiane Spa - Spedizione in Abbonamento Postale - 70% - DCB Milano”

Page 2: 175/176 - istitutoitalianocastelli.it · Questo numero di “Cronache Castellane” si ... secondarie di primo grado da attivarsi nell’a. s. 2010-2011. Si propone di trasformare

SOMMARIO2

FONDATORE Vittorio Faglia

DIRETTORE Flavio Conti

REDATTORE Maria Rosa Fonio

COLLABORATORI Mila Antonietti - Luisella RostiIMPAGINAZIONE Maria Rosa Fonio - Luisella Rosti

REDAZIONE Via San Galdino, 6 - 20154Milano

Tel./Fax 02.33.61.15.97

[email protected]

GRAFICA: Interlinea - Via Biseo, 39

25128 Brescia

STAMPA: Officine Grafiche

Francesco Giannini S.p.A.

80134 Napoli

Il presente notiziario, stampato in 3.000 copie, è una circolareinterna di informazione per i soci dell’Istituto Italiano dei Castelli.Autorizzazione del tribunale di Monza n. 147 del 23.4.1968. Itesti possono essere riprodotti previa autorizzazione e citando lafonte. Istituto Italiano dei Castelli ONLUS. Fondato da PieroGazzola nel 1964. Organizzazione internazionale sotto gli auspi-ci dell’Unesco e del Consiglio d’Europa. Associato a EuropaNostra, Federazione paneuropea del Patrimonio

SEDE LEGALE: Castel Sant’Angelo, Roma

SEDE OPERATIVA: Via G.A. Borgese, 14

20154 Milano

Tel./Fax 02.34.72.37

[email protected]

www.castit.it

Sommario

CRONACHE CASTELLANE

N° 175/176

OTTOBRE 2009 - MARZO 2010

L’angolo del Direttore3 Cambiare per mantenere.

Attività dell’Istituto4 CXIX Consiglio Scientifico.

CXXIV Consiglio Direttivo.

Attività delle Sezioni6 Calabria

Breve relazione sull’attività svolta dalla sezioneCalabria durante l’anno sociale 2009.

7 Campania

Visita di studio, conferenza e presentazione delsecondo quaderno sulle architetture fortificatein Campania.

9 Liguria

Il monferrato e i suoi castelli.

10 Lombardia

Visita a Trezzo sull’Adda.

12 Marche

Visita di studio in Montenegro e nel Laziomeridionale.

13 Molise

Visita di studio nella Lombardia orientale.

17 Piemonte-Valle d’Aosta

Visite di studio nel Pinerolese.

18 Puglia

Visite di studio, in Emilia Romagna e Veneto.

20 Toscana

Anche la sezione Toscana è online.

Trentino

Consegnata la “targa di segnalazione”al castello di Arco.

22 Umbria

Palermo e i suoi magici palazzi.

24 Biblioteca

26 Recensioni

27 Segnalazioni

28 Organico dell’Istituto

>

175/176

ISTITUTOITALIANODEI CASTELLI

Ottobre 2009 - Marzo 2010“Poste Italiane Spa - Spedizione in Abbonamento Postale - 70% - DCB Milano”

9

12

18

Page 3: 175/176 - istitutoitalianocastelli.it · Questo numero di “Cronache Castellane” si ... secondarie di primo grado da attivarsi nell’a. s. 2010-2011. Si propone di trasformare

ambiare per mantenere

Questo numero di “Cronache Castellane” si presenta completamente modificato

rispetto a quelli finora usciti. L’innovazione più evidente è l’introduzione totale

del colore, con tutte le possibilità espressive e comunicative che questa

innovazione permette. Ma ogni pagina, dalla copertina e dalla grafica della testata fino

all’organigramma finale dell’Istituto, passando per le varie rubriche che compongono la rivista,

è stata totalmente ripensata e graficamente rivista.

È un passo a cui stavamo pensando da parecchio tempo,

e che oggi finalmente abbiamo intrapreso, nell’ambito di

un ripensamento globale della comunicazione

dell’Istituto verso i Soci e verso i terzi che avranno

occasione di scorrere queste pagine, che comprenderà

tutte le varie espressioni dell’Istituto verso l’esterno (ivi

compresa una maggiore integrazione tra carta

stampata e prodotti on line, a cominciare dal sito

dell’Istituto).

Ci auguriamo che questa modifica possa trovare il

favore di chi legge la rivista. Sicuramente, non è

stata fatta a caso. La nuova struttura permette

di modificare anche i contenuti interni: più

fotografie, testi ridotti, leggibilità migliorata,

maggior gradevolezza delle pagine, più chiara

impaginazione degli articoli.

Con questo, non volevamo perdere – e rinviamo di

non aver perduto – nulla di quanto tradizionalmente la rivista dava, e intende

dare. Se abbiamo cambiato non è per abbandonare qualcosa, ma per mantenere i valori che

“Cronache”, fin dalla sua fondazione 46 anni fa, aveva e divulgava.

Il tutto – permetteteci questa piccola vanteria – senza aumentare i costi generali della

pubblicazione. Il che, con questi chiari di luna e per un Istituto che si basa sulle quote dei Soci,

non è un risultato tra i minori.

Buona lettura.

Flavio Conti

3ANGOLO DEL DIRETTORE

L’angolo del Direttore>

L'ev

oluz

ione

del

la c

oper

tina

di “

Cro

nach

e C

aste

llane

” ne

l cor

so d

el te

mpo

.

Page 4: 175/176 - istitutoitalianocastelli.it · Questo numero di “Cronache Castellane” si ... secondarie di primo grado da attivarsi nell’a. s. 2010-2011. Si propone di trasformare

Attivitàdell’ISTITUTO

ISTITUTO ITALIANO DEI CASTELLI

CXX CONSIGLIO SCIENTIFICO

Roma, Temple University, 24 ottobre 2009, ore 15.30

Presenti: De Tommasi, Labaa, Foramitti, Calderazzi,Chiarizia, Conti, Maglio, Manenti Valli, Martegani,Palloni, Perbellini, Taddei, Valente, Ventimiglia, Villari.Assenti giustificati: Carafa, Corazzi.Assenti: Carbonara, Gentilini, Guida, Jacobone,Magnano di San Lio, Mariano, Marino, Mauro,Montaldo, Santoro, Tamborini, Viganò.Viglino Davico.

ARGOMENTI DISCUSSI E DECISIONI PRESE

Elezione del presidente e nomina dei vice-presidenti esegretarioIl Consiglio elegge all’unanimità per alzata di mano DeTommasi presidente del Consiglio Scientifico per il prossi-mo triennio. De Tommasi propone di nominare tre vice-presidenti come in passato, nelle persone di Carafa, Labaae Palloni e di riconfermare Foramitti come segretario.Il Consiglio Scientifico approva all’unanimità.1) Scadenze elettorali Il Consiglio Scientifico propone di effettuare l’elezione delpresidente nazionale a primavera, come da sempre si fa, equella del presidente del Consiglio Scientifico in autunno.2) Regolamento Targhe di segnalazione: applicazioneIl regolamento, approvato nell’ultimo Consiglio, il giornosuccessivo verrà approvato dal Consiglio Direttivo.Occorrerà poi che Sezioni e Consiglio Scientifico verifi-chino periodicamente la situazione dei castelli ai quali èstata attribuita la targa di segnalazione negli anni pas-sati. Il Consiglio Scientifico ritiene corretto che sia ilConsiglio Direttivo ad occuparsi in prima persona dellagestione e delle verifiche sulle targhe; si potrà avvaleredel Consiglio Scientifico per quanto riguarda le valuta-zioni di natura tecnica e scientifica.3) Nuovi membri del ConsiglioSi sono liberati due posti per consiglieri scientifici. IlConsiglio si può quindi attivare per individuare due per-sone che provengano dalle sezioni Liguria e Umbria.4) Comunicazioni del presidente nazionaleIl presidente nazionale riferisce di aver avuto diversiincontri a Roma, in particolare con il direttore generaleRoberto Cecchi, al quale ha proposto una collaborazionefra il Ministero e l’Istituto per la realizzazione di diverseattività. Due sono le iniziative a cui il Ministero sembramolto interessato: l’Atlante castellano d’Italia e un librosui castelli italiani in occasione dei 150 anni dell’Unitàd’Italia. Ventimiglia comunica che proporrà al ConsiglioDirettivo di fare un notevole investimento per portareavanti il lavoro.La proposta di completare l’Atlante castellano è piena-mente condivisa dal Consiglio Scientifico. Si designa per

la redazione del progetto Conti, in quanto si è finoraoccupato di questo lavoro ed è consapevole di tutte leproblematiche. Conti si dichiara disponibile. Predisporràun progetto che sarà distribuito ai consiglieri per racco-gliere le loro osservazioni. 5) XIII Premio di Laurea (anno 2010)De Tommasi propone di riconfermare a Taddei l’onere diorganizzare il premio di laurea, giunto alla XIII edizione.Il Consiglio Scientifico approva.6) Concorso “Il Castello diventa ……“Villari riferisce sulle modifiche elaborate dall’appositacommissione riguardo al concorso rivolto alle scuolesecondarie di primo grado da attivarsi nell’a. s. 2010-2011. Si propone di trasformare il titolo in “Il Castelloracconta…” dando particolare rilievo alla storia degli edi-fici fortificati e dei contesti nei quali sorgono e ai rac-conti popolari ad essi collegati. In relazione al concorsoinoltre sarà attivato un forum sul nostro sito per sup-portare l’attività didattica e di ricerca. Il Consiglio Scientifico approva.7) Varie ed eventualiLabaa propone un Libro bianco sullo stato dei castelli eopere fortificate in Italia, iniziativa oggi possibile avendoil Consiglio Scientifico membri di ogni sezione. Al docu-mento da produrre dovrà essere data la massima pubbli-cità e diffusione e avere periodicità almeno biennale. La riunione si conclude alle 18.30

Il segretario del Consiglio Scientifico Vittorio Foramitti

>

>

CXXIV CONSIGLIO DIRETTIVO DELL’ISTITUTO

Roma, 25 ottobre 2009 - ore 9,30 presso l’abitazione della

p.ssa Letizia Giovanelli - Via Azuni, 13

Presenti: Bellucci, Bragadin, Berutti, Bruno Statella,Calderazzi, Caputi Iambrenghi, Caramanti, Chiappini,Codroico, Colmuto Zanella, Conti, Cosentino, De Tommasi,De Jorio Frisari, Fasanella d’Amore, Fenici, Giovanelli,Giusso del Galdo, Hardouin di Gallese, Labaa, Maglio,Marchesi, Martegani, Perbellini, Pieragnoli, Pignatelli,Perrella, Rosati, Saponaro Monti Bragadin, Scaramellini,Taddei, Ventimiglia, Villari.Assenti con preavviso: Sabatini Deleghe: Floris a Berutti, Quendolo a Marchesi, Rosbocha Conti, Sammartini a Chiappini, Stagno d’Alcontres aBruno StatellaUditori: Caputi, Cocozza, Frezza Federici, Lampugnani

ARGOMENTI DISCUSSI E DECISIONI PRESE

1) Approvazione del verbale della riunione precedenteIl verbale viene approvato all’unanimità.

>

>

Page 5: 175/176 - istitutoitalianocastelli.it · Questo numero di “Cronache Castellane” si ... secondarie di primo grado da attivarsi nell’a. s. 2010-2011. Si propone di trasformare

5ATTIVITÀ DELL’ISTITUTO

pessa Giovanelli spesso ci concede generosamente di tene-re le nostre riunioni e dove con molta probabilità si trasfe-rirà anche la sede della Sezione Lazio. Il presidente incari-ca avv. Cocozza di continuare i contatti con l’amministra-zione del Castello per trovare una possibile soluzione. Incaso contrario di prendere cortesemente contatti con l’Am-ministrazione della principessa Giovanelli per un possibileaccordo per il trasferimento a Villa Caproni della sede lega-le dell’Istituto e la locazione di un locale riservato all’Isti-tuto Nazionale quale stabile recapito per le riunioni diConsiglio Direttivo e Scientifico ed altre eventuali necessità.6) Convegno internazionaleCaramanti chiede se, alla luce di quanto deciso in prece-denza, non si debba considerare superata l’idea del conve-gno internazionale. De Tommasi precisa che per il momen-to si soprassiede all’idea, in attesa dei futuri sviluppi.7) Giornate castellane 2010Ventimiglia riferisce che alcune sezioni hanno manifestatoil loro dissenso a che le Giornate castellane si effettuino nelmese di maggio in quanto scomode per l’intervento dellescolaresche impegnate negli scrutini e/o esami. In attesa dieventuali e auspicabili accordi con il Ministero dei BeniCulturali, Ventimiglia propone per il 2010, dati anche itempi troppo avanzati, di mantenere la data dell’ultimofine settimana di maggio.Il Consiglio approva.8) Tesi di laurea e concorso “Il castello diventa …”De Tommasi invita a definire con precisione i contenutidelle manifestazioni. Se ne parlerà in consiglio scientificoper la prossima sessione.9) Nomina Vice presidente per le Regioni a StatutoSpecialeVentimiglia informa sulla necessità di essere assistito da unvice presidente per una più efficace presenza nelle variesezioni presso le quali ascoltare con più efficacia i proble-mi locali. Per tale motivo, in aggiunta alla collaborazionedei già eletti vice presidenti per il Nord, Centro e Sud Italia,propone anche la nomina di un Vice presidente per leRegioni a Statuto Speciale. Propone al riguardo la nominadell’arch. Antonella Calderazzi. La nomina è acclamataall’unanimità e accettata dall’arch. Calderazzi.10) Nomina del Presidente del Consiglio ScientificoIl consiglio ratifica la nomina del prof. Giambattista DeTommasi a presidente del Consiglio Scientifico per il perio-do 2009-2012.11) Ratifica modifiche al Regolamento delle Targhe diSegnalazioneDe Tommasi spiega i motivi per cui sono state proposte lemodifiche di Regolamento riportate in calce al verbale dellariunione del Consiglio direttivo di Firenze.Le modifiche sono approvate.12) Varie ed eventualiFasanella chiede di provvedere in qualche modo al ricordodi Melina Pignatelli, ispiratrice della costituzione dellesezioni del sud. Giovanelli suggerisce di istituire in suoonore un premio storico per la Filosofia e la Letteratura.Conti la ricorderà su Cronache.Pignatelli propone un premio una tantum da assegnare auno studio su un castello della Campania.14) Prossima riunioneViene deciso di convocare il prossimo consiglio direttivo il18 Aprile 2010 a Napoli.La seduta è tolta alle h. 13.00

Il segretario Il presidenteGiancarlo Caramanti Giovanni Ventimiglia

di Monteforte

2) Comunicazioni del Presidente Ventimiglia ringrazia tutti i consiglieri per averlo eletto pre-sidente dell’Istituto, carica di cui si sente molto onorato. Riferisce quindi di aver incontrato, nei giorni precedenti, ilDirettore generale per i Beni Storici ed Etnoantro-pologicidel Ministero dei Beni e le Attività Culturali, al quale haproposto una collaborazione organica con il nostro Istituto.Successivamente, il giorno 23 ottobre, accompagnato daiVicepresidenti p.ssa Letizia Giovanelli e dott. FranzoBruno Statella e dal presidente della Sezione Sicilia dott.Filippo Cosentino, ha incontrato al Quirinale il Consi-gliere di Stato dott. Donato Marra, Segretario Generaledella Presidenza della Repubblica. Il dott. Marra si è dimo-strato molto interessato a quanto riferitogli e, complimen-tandosi per l’attività svolta, ha chiesto di tenerlo informa-to circa lo sviluppo dei nostri programmi.Ventimiglia invita quindi il Consiglio a valutare la conve-nienza di dar vita subito alla fase preparatoria per il pro-getto dell’Atlante e per quello di un libro di prestigio, aven-done già parlato al Consiglio Scientifico dal quale ha rice-vuto completa approvazione. De Tommasi riassume quanto approvato dal ConsiglioScientifico sull’argomento che è stato accolto da tutti conmolto entusiasmo. Chiede però garanzie dal Ministero peravviare la fase operativa. Nel frattempo si dovrà sospende-re l’avvio del previsto Congresso Internazionale, mentresarebbe interessante poter pubblicare un libro bianco sullostato del patrimonio castellano in collaborazione con ilMinistero e con indicazione dei lavori di manutenzione econservazione previsti per il periodo 2010-2015.La proposta del Presidente Ventimiglia viene approvata,con incarico al presidente del Consiglio Scientifico di coor-dinare i lavori con gli specifici interessati.3) Quote socialiIl presidente propone un aumento delle quote socialianche alla luce di quanto segnalato dal Segretario gene-rale. Dopo lunga e vivace discussione il presidente con-clude sollecitando il recupero degli arretrati dai socimorosi. Se ciò non avverrà entro l’anno si dovrà proce-dere all’aumento delle quote.4) Statuto delle SezioniIl presidente invita il Marchese avv. Cocozza di Montanara,da lui incaricato a coordinare la commissione per l’esame delprogetto, a riferire sulle decisioni raggiunte. L’avv. Cocozzaespone dettagliatamente i criteri seguiti ed i principi legali efiscali per i quali la commissione ha ritenuto di dover boc-ciare l’ipotesi di adozione di uno statuto sezionale, sostan-zialmente perché l’attuale Statuto nazionale non ne prevedela possibilità. Ci sarebbe inoltre il rischio di una eccessivaautonomia alla disponibilità delle sezioni.Giusso del Galdo segnala che ci possono essere valide alter-native, del resto già da lui sperimentate in altre organizza-zioni. Il presidente invita Giusso a continuare nell’indagineproposta.5) Sede legaleIl presidente invita l’avv. Cocozza a riferire sull’argomento.Cocozza informa che non si è trovata alcuna documenta-zione comprovante l’accordo con l’amministrazione diCastel Sant’Angelo ad accettare che la Sede Legaledell’Istituto sia ivi allocata. Ciò rende problematico proce-dere a nuove richieste.Conti si incarica di ricercare fra le vecchie edizioni diCronache, qualche verbale di riunioni tenute sul posto, ciòche potrebbe costituire una prova dell’effettivo riconosci-mento a utilizzare il castello almeno come indirizzo legale.Fasanella propone di modificare lo Statuto e trasferire lasede legale nella Villa Caproni di Taliedo, dove la princi-

Page 6: 175/176 - istitutoitalianocastelli.it · Questo numero di “Cronache Castellane” si ... secondarie di primo grado da attivarsi nell’a. s. 2010-2011. Si propone di trasformare

Il ConventoDomenicano di

Soriano Calabro,attualmente è ridotto

allo stato di rudere.La costruzione del

grande convento ebbeinizio nel 1510 e

continuò per opera deipadri Domenicani.

Ben conservata è lagrandiosa facciata

barocca e il maestosoportale.

Attivitàdelle SEZIONI

CALABRIA

BREVE RELAZIONE SULL’ATTIVITÀ SVOLTA DALLA

SEZIONE CALABRIA DURANTE L’ANNO SOCIALE

2009.

Chiuso brillantemente l’anno sociale 2008 con ilviaggio di studio a Vibo Valentia e lo scambio

degli auguri, si è ripreso con nuova lena l’attivitàsezionale.L’anno sociale si è aperto con ritardo, il 14 giugno, perl’imperversare del cattivo tempo e la meta del primoviaggio di studio è stato Soriano Calabro per la visitadel Convento Domenicano, oggi imponente ruderedopo il terremoto del 7 febbraio 1783 che arrecò gra-vissimi danni a tutto il Circondario. Il paese è di origi-

>

ne normanna e fu feudo dei Carafa di Nocera con iltitolo di Conte e successivamente passò ai Domenicani.La costruzione del grandioso Convento ebbe inizio nel1510 e, continuato successivamente dai Padri, conser-va oggi l’elegante facciata barocca con un maestosoportale. Successivamente, il 18 ottobre, l’attività è pro-seguita con una interessantissima riunione culturale aBriatico in casa Romano Carratelli, gentilmente accoltidal proprietario, per la visita dell’importante collezionedi opere varie ivi conservata. Il tutto racchiuso in unpregevole CD distribuito ai partecipanti.Infine, in data 20 dicembre, l’anno sociale si è chiusocon la visita del Palazzo dei Marchesi Gagliardi in ViboValentia, oggi sede di rappresentanza dell’Amministra-zione Comunale, che ospitava un’interessante MostraPremio Internazionale Limen di Arte. La visita è stataillustrata dal Prof. Protetti che ci ha intrattenuto connotizie storiche sulla città e sul Palazzo. La giornata èterminata con il pranzo sociale all’hotel 501 e loscambio degli auguri natalizi e per il Nuovo Anno.

Rosalbino Fasanella d’Amore di Ruffano

Page 7: 175/176 - istitutoitalianocastelli.it · Questo numero di “Cronache Castellane” si ... secondarie di primo grado da attivarsi nell’a. s. 2010-2011. Si propone di trasformare

7ATTIVITÀ DELLE SEZIONI

Pianta generale diCastelnuovo con i restidel rivellino e ilgrandioso arco ditriofo inserito tra letorri di Mezzo e dellaGuadia.

CAMPANIA

VISITA DI STUDIO, CONFERENZA E PRESENTAZIONE

DEL SECONDO QUADERNO SULLE ARCHITETTURE

FORTIFICATE IN CAMPANIA.

Il 31 gennaio è stata effettuata una visita di stu-dio alla murazione aragonese di Napoli.

Partendo dalle torri Spinella e Brava in Via Marina, siè percorso l’antico tracciato della cinta difensiva rea-lizzata per volere di Ferrante d’Aragona tra il 1484 edil 1494, articolata su 21 torrioni e 4 porte. Oggisopravvivono, per gran parte in condizioni di degra-do assai diffuso, 14 torrioni e le imponenti porteNolana e Capuana. L’itinerario si è concluso in viaCesare Rossaroll dinnanzi all’ex caserma Garibaldi cheingloba le ultime due torri. L’iniziativa ha visto la par-tecipazione del prof. arch. Leonardo di Mauro, stori-co dell’architettura e direttore del dipartimento distoria e restauro della facoltà di architetturadell’Università Federico II.Il 19 Febbraio si è tenuta, presso l’Archivio di Stato diNapoli, una conferenza dell’arch. Graziana Santamariasul tema: “Geobiologia, verifica dell’andamento dellereti geodinamiche dell’architettura fortificata”.Questa piacevole conferenza è stata incentrata sullostudio della cosiddetta “rete modulare di Hartmann”che nei suoi punti estremi o “nodi geomagnetici”potrebbe generare delle geopatie utili ad indebolire ilnemico. La conoscenza di questi punti privilegiati,naturalmente, era di grande interesse per gli ingegne-ri militari che progettavano castelli, in quanto avreb-be dato ai difensori di un castello la possibilità disconfiggere con più efficacia gli eventuali assalitori.Il 28 Febbraio è seguita la visita a Castel Capuano,curata dalla prof.ssa Luciana di Lernia, dell’UniversitàFederico II, autrice tra l’altro di un recente studio suquesta importante struttura difensiva napoletana. Ilcastello, che sorge nell’antico quartiere della Vicaria,fu fatto costruire da Guglielmo I il Malo intorno al1165. Venne trasformato in età vicereale e destinatoa sede di organi giudiziari, tra i quali il Tribunale conle annesse carceri. Di particolare pregio l’ex Cameradella Sommaria dove si conservano tutt’ora affreschisettecenteschi.Il 14 Marzo si è svolta un’escursione ai castelli diDeliceto e Bovino, nelle vallate dei monti dell’Appen-

nino Dauno meridionale. Il castello di Deliceto è unodei castelli più pregevoli e meno conosciuti dellaPuglia. L’edificio fortificato, recentemente restaurato,è costituito da un nucleo originario risalente alladominazione normanna, consistente in una poderosatorre quadrata, intorno alla quale nelle epoche suc-cessive si svilupparono torri circolari scarpate collega-te da cortine difensive. Si conservano la cappella,l’appartamento feudale, i locali di servizio. Nel primopomeriggio è stato visitato il castello di Bovino, tral’altro sede del museo diocesano.Ricostruito da Drogone conte di Puglia, che lo innal-zò forse sui resti di una fortificazione più antica, fuampliato da Federico II di Svevia e, nel 1600, trasfor-mato in palazzo dai duchi di Guevara. Della fortifica-zione medievale si conserva la bella torre cilindricache si innesta sullo spigolo dell’antico cassero. Nelcortile, aperto verso il centro storico, s’innalza la torredell’Orologio, a pianta quadrata, con cella campana-ria ottagonale. Sulla destra, il Palazzo ducale, nellacui cappella si conserva anche un prezioso reliquariod’argento che racchiude, in una piccola teca, il fram-mento di una Spina della Corona di Cristo. Il 24 Aprile presso la Sala della Loggia di Castel

>

Page 8: 175/176 - istitutoitalianocastelli.it · Questo numero di “Cronache Castellane” si ... secondarie di primo grado da attivarsi nell’a. s. 2010-2011. Si propone di trasformare

ATTIVITÀ DELLE SEZIONI8

Il quaderno ha raccolto i contributi di Leonardo DiMauro, Luigi Maglio, Francesca Amirante, Rosanna diBattista, Luisa e Pier Gabriele Molari, LanfrancoLongobardi, Claudio Iannotta, Daniela Giampaola eVittoria Carsana. La presentazione è stata curata dalprof. Giovanni Muto del dipartimento DisciplineStoriche Università Federico II “Ettore Lepore”, dalprof. Mario Pasquino dell’Università Federico II, e dalprof. Stefano Palmieri dell’Istituto di Studi Storici“Benedetto Croce”. Al successivo dibattito, incentratosulle prospettive di valorizzazione dei castelli napole-tani, sono intervenuti il Soprintendente ai BAPPSADdi Napoli arch. Stefano Gizzi, la direttrice di CastelS. Elmo dott.ssa Angela Tecce, l’arch. Fabio Pignatellidella Leonessa e l’arch. Paolo Mascilli Migliorini.Nel mese di maggio e più precisamente nei giorni 2,9, 16, 23 e 24 la sezione Campania dell’IstitutoItaliano dei Castelli ha partecipato alla manifestazio-ne “Maggio dei monumenti” indetta dal comune diNapoli, con un programma di visite guidate incentra-te su Castel Nuovo, Castel dell’Ovo, Castel S. Elmo, lamurazione, aragonese e i resti del castello del Carmine,che hanno riscosso larga partecipazione di pubblico.

Domenico Tirendi

Nuovo è stato presentato il secondo “Quadernodell’Architettura fortificata in Campania” curato daLuigi Maglio e costituito da una monografia a coloridedicata proprio al Castel Nuovo di Napoli.Lo scopo dei quaderni è quello di migliorare la cono-scenza dei castelli napoletani e campani, che costi-tuiscono una componente rilevante del patrimoniostorico - architettonico regionale e, contemporanea-mente, di sensibilizzare strati sempre più larghi del-l’opinione pubblica alle problematiche relative allasalvaguardia e valorizzazione delle architetture difen-sive fortificate. Il castello è stato fatto oggetto, negliultimi dieci anni, di una serie di interventi di restau-ro che hanno portato al recupero di parti significati-ve tra le quali la zona archeologica denominatadell’Armeria (ubicata al piano terra in corrispondenzadella sovrastante Sala dei Baroni) e la torre - mastiodel Beverello. Inoltre, gli estesi interventi di scavo (inconcomitanza dei lavori per l’apertura della stazionedella metropolitana in piazza Municipio), nell’areacorrispondente all’antica cittadella vicereale effettua-ti dalla Soprintendenza archeologica, hanno riporta-to alla luce imponenti avanzi, inizialmente ritenutiperduti, delle fortificazioni cinquecentesche che cir-condarono il complesso del castello vero e proprio.

Bovino: dell’anticocomplesso, costruito

tra il 1059 ed il 1182dal normanno Drogone

ed in seguitorestaurato da Federico

II di Svevia, restasoltanto il torrione

cilindrico a sinistradell’edificio che, dal1563, ad opera dei

duchi di Guevara,divenne un’elegante

dimora.

Page 9: 175/176 - istitutoitalianocastelli.it · Questo numero di “Cronache Castellane” si ... secondarie di primo grado da attivarsi nell’a. s. 2010-2011. Si propone di trasformare

9ATTIVITÀ DELLE SEZIONI

Il castello di Molarecostruito in epocamedioevale, ha subitonel corso dei secolimoltissimirimaneggiamenti.L’ultimo intervento acura di Alfredod´Andrade, risale allafine del 1800.Oggi il castello sipresenta come unedificio medievalegoticheggiante,circondato da altemura in pietra emattoni e sovrastatoda una torre rotonda.

Il Castello di Cremolinorecentementerestaurato, sembrarisalire, nella sua partepiù antica, al sec. XI,l’ampliamento attualerisale sicuramente alperiodo dei Malaspina,tra il XIII e il XIVsecolo. Nato comepunto di avvistamentoe difesa, ha sempreconservato questacaratteristica ed èconsiderato, nel suogenere, uno dei piùpregevoli dell’AltoMonferrato.

LIGURIA

IL MONFERRATO E I SUOI CASTELLI.

Il gruppo ligure, dopo precedenti visite a RoccaGrimalda, a Tagliolo, a Villa Schella, è stato

accolto nel migliore dei modi a Cremolino, dove ilDottor Zerbino ha illustrato il suo maniero. Si accede al borgo attraverso l’antica Porta Maggiore.Una rapida visita alla Parrocchiale di Santa Maria delCarmine, che è stata fatta aprire per la circostanza.La statua sacra dedicatale sembra risalire al 1745opera dello scultore ovadese Luigi Sassi, mentre l’ar-tistico pulpito realizzato su pianta ottagonale è statoscolpito in marmo di Carrara: al centro, si trova l’ef-figie della Madonna del Carmine; ai quattro lati,completano l’opera rosoni di diversi colori. Nella chie-sa, si fa ammirare un organo Vegezzi-Bossi, opera digrande valore, del 1914, gelosamente custodito inmemoria del prevosto, Rev. Don Brontolo, che ne ful’acquirente.Una rapida salita e i soci sono giunti davanti allaporta d’ingresso dell’antica costruzione. Prima diaccompagnarci attraverso le sale del castello, il DottorZerbino ha narrato la storia del luogo e dello stessocastello che sembra risalire al XIII secolo con grandeprofusione di particolari; il matrimonio fra AgneseDel Bosco e Federico Malaspina, diede inizio (nel

1240 circa) alla Signoria dei Malaspina stessi, cheebbe termine nel 1467, con Isnardo. GuglielmoPaleologo, Marchese del Monferrato, strappò, subitodopo, il feudo ad Amedeo di Savoia, che lo avevaoccupato, subentrando ai Malaspina. Fu, comunque,proprio Federico Malaspina (dello Spino Secco) acostruire il primo edificio, come punto di avvista-mento e di difesa; conserverà questa caratteristica perlungo tempo. Dopo un pranzetto squisito, a base di prodotti tipici,gustato in un noto ristorante, il gruppo si è recato nelgrazioso borgo di Molare, dove è stato intrattenutodall’elegante Contessa Tornielli, nel palazzo degli avi,affacciato sull’antica piazza omonima. L’abitazione,con la facciata di impronta neoclassica, venne fattaedificare dal Conte Celestino Tornielli, nel 1834; fuportata a termine dal figlio Giovanni nel 1852.La Contessa Tornielli ha mostrato anche i fondi, ampie ben ristrutturati (adorni da antiche quanto prege-voli botti in legno) dove avvengono ricevimenti inoccasione di matrimoni o ricorrenze di vario genere.Un saluto al Santuario dedicato alla Madonna delleRocche ha concluso la giornata.Ad Acqui Terme, sotto un cielo terso, il primo passoè stato nella Piazza della Bollente, dove troneggiauna grande edicola di marmo, opera dell’ArchitettoGiovanni Cerreti (costruita nel 1879); sotto questasgorga, da una imponente fonte a forma di conchi-glia, l’acqua sulfureo - salso - bromo - iodica, la stes-sa di cui si usufruisce alle Terme per cure medicheoltre che estetiche. Alle tredici, una degustazione presso PalazzoRobellini, adibito a Enoteca Regionale, dal nome“Terme & Vino”, ha consentito di apprezzare la pro-

>

Page 10: 175/176 - istitutoitalianocastelli.it · Questo numero di “Cronache Castellane” si ... secondarie di primo grado da attivarsi nell’a. s. 2010-2011. Si propone di trasformare

duzione di vini del Monferrato; non è mancata la tra-dizionale focaccia. Si sono potuti ammirare i localidei fondi (con volta a botte e mattoni a vista) nel pre-stigioso edificio, eretto, alla fine del Cinquecento, dalgiureconsulto Giovanni Antonio Robellini.Nel pomeriggio una guida, esperta del luogo, ha spie-gato con dovizia di particolari il centro di Acqui, non-ché le sue origini; inconsuete le fontane di marmobianco di Carrara con giochi d’acqua nel centro, godi-bile la passeggiata all’ombra degli alberi per giunge-re al Castello dei Paleologi, dalle vicende lunghe etravagliate: secondo qualche fonte, infatti, il castellopotrebbe risalire, forse, ad epoca tardo-romana; dopouna prima distruzione, la ricostruzione feudale e poiancora altre vicissitudini. Fino a ritrovarlo proprietàdegli Aleramici. Il maniero risulta forte e compatto alla prima occhia-ta: l’architettura è in rossi mattoni a vista e, nell’in-sieme, è di grande effetto. Dopo la conquista degliSforza, il castello fu ricostruito, come roccaforte mili-tare, dal Marchese di Monferrato, Guglielmo VIIPaleologo. La salita d’accesso al Birdgarden, da dovesi può ammirare una stupenda veduta sul BorgoCisterna, non è, forse, troppo agevole, ma la visita alsignificativo Museo Archeologico, all’interno delquale si trovano pezzi straordinari, capaci di farappassionare chiunque, compensa il visitatore di unabreve fatica: dal Paleolitico fino all’Epoca Medievale,vi sono pezzi rappresentativi dal punto di vistaarcheologico oltre ad essere piacevoli a guardarsi.Non si sarebbe potuto perlustrare Acqui senza appro-fondire la cattedrale di Santa Maria Assunta, consa-crata nel 1067 dal Vescovo Guido, venerato comesanto patrono della città e della diocesi. Il campanile,svettante nell’aria, è tardo gotico e risale al 1479,

mentre l’edificio è romanico, a croce latina. La criptasotto il presbiterio, arricchita da una quantità di deli-cate colonnine, dai capitelli più svariati, (resa più sug-gestiva da soffitti ricoperti da una pregevole doratu-ra), contiene il sarcofago di San Guido.Nella sacrestia il gruppo ha potuto eccezionalmentefruire di una bella spiegazione sul magnifico trittico delpittore catalano Bartolomeo Bermejo (fine secolo XV).Il Santuario di Monserrat, sfondo insolito ad unasplendida effigie della Vergine, con il Bambino in brac-cio, ha conferito un ulteriore tocco di spiritualità ad uninsieme, che si distingue per la purezza di linee, per lamorbidezza del panneggio, per l’ intensità dei colori. Acompletare un capolavoro irripetibile, San Sebastiano eSan Francesco vegliano di lato; al di sopra, semprelateralmente, la nascita della Vergine e la Purificazioneaccentuano il contenuto dell’opera.La precisione del tratto nulla toglie all’intrinsecasacralità dell’insieme. Le spiegazioni sono statecopiose, profonde e ricche di particolari.Come ogni volta in cui trascorre una bella giornata, ilsodalizio dei soci ha salutato il Monferrato ripromet-tendosi di ritornarci al più presto.

Raffaella Saponaro Monti - Bragadin

ATTIVITÀ DELLE SEZIONI10

La Bollente di AcquiTerme. Al centro della

piazza è situataun’edicola marmorea

realizzata nel 1879dall’architetto Giovanni

Cerutti da cui sgorgal’acqua bollente ecurativa sulfureo-

salso-bromo-iodica.

LOMBARDIA

VISITA A TREZZO SULL’ADDA.

L’assemblea annuale dei soci della sezioneLombardia ha offerto l’occasione per visitare il

castello visconteo di Trezzo sull’Adda, uno dei mag-giori baluardi difensivi lungo il confine naturale delterritorio milanese verso oriente.Sabato 20 giugno si è dato appuntamento ai socisullo sperone roccioso circondato dal fiume dove giàin età longobarda sorgeva un castello, nel 1150ampliato da Federico I il Barbarossa in funzione anti-milanese e distrutto nel 1259 da Ezzelino daRomano, signore di Padova, nel tentativo di espande-re il proprio dominio in Lombardia. Gli imponenti resti che si visitano sono quelli delCastello nuovo, costruito nel 1370 da BarnabòVisconti in posizione più arretrata rispetto a quellolongobardo. Il castello, naturalmente protetto dal

>

Page 11: 175/176 - istitutoitalianocastelli.it · Questo numero di “Cronache Castellane” si ... secondarie di primo grado da attivarsi nell’a. s. 2010-2011. Si propone di trasformare

fiume su tre lati, è difeso verso il borgo da un’impo-nente torre costruita in grossi blocchi squadrati ebugnati in ceppo d’Adda, pietra di deposito fluvialericavata sul luogo, facile da estrarre e lavorare maassai resistente.La salita alla torre ha permesso di ammirare un vastis-simo paesaggio, comprendendo l’importanza strate-gica del luogo, mentre la discesa ai sotterranei haconsentito di vedere gli attacchi del grandioso pontefortificato su tre livelli, distrutto nel 1416 dal contedi Carmagnola, al servizio dei Visconti, per impedireche arrivassero i rifornimenti al castello caduto inmano a Bartolomeo Colleoni, al servizio di Venezia. In un edificio all’interno del recinto delle mura si èvisitato un piccolo museo che conserva copie degliimportanti reperti longobardi ritrovati a Trezzo neglianni 1965-67: in 5 tombe risalenti al VII secolo d.C,due delle quali appartenenti ad alti funzionari regi,sono stati trovati due anelli sigillo e croci pettorali inoro. Il museo conserva la tomba del gigante, cosìchiamata per l’eccezionale altezza del sepolto cheaveva imposto un allungamento in mattoni del sar-cofago in pietra.Il castello di Trezzo vanta una ricca iconografia chepermette di ricostruire le alterne fasi della sua storiaè raffigurato in un disegno di Leonardo datato 9 gen-

naio 1513, nei giorni dell’occupazione veneziana, conl’indicazione dei tiri dell’artiglieria dalle casemattelungo il lato orientale del fiume e compare ancoraben munito nelle planimetrie del periodo spagnolo.Quattro vedute della seconda metà del XVIII secolo loraffigurano imponente con un rivellino e un pontelevatoio verso il borgo, la dimora del castellano a nord,un secondo rivellino verso la porta del soccorso.Desolante il paragone con i ruderi, sebbene suggesti-vi ed imponenti, che restano: è questo il risultatodelle massicce demolizioni effettuate dal 1805 al1847, quando vari proprietari privati trattano ilcastello di Trezzo come cava di pregiato materiale dacostruzione già lavorato e pronto per il facile traspor-to fino a Milano tramite il sottostante naviglio dellaMartesana: basti pensare che l’Arena napoleonica diLuigi Canonica fu costruita con le pietre prelevate dalcastello di Trezzo.Nel pomeriggio, dopo l’assemblea, si è varcato ilfiume e quasi di fronte, in terra bergamasca, si è visi-tato il villaggio operaio di Crespi d’Adda, dal 1995dichiarato dall’Unesco patrimonio dell’umanità, gui-dati dalla prof. Graziella Colmuto Zanella e dal parro-co don Luigi Cortesi.

Cristina Ricci

11ATTIVITÀ DELLE SEZIONI

Il castello visconteodi Trezzo sull’Adda,situato su unpromontorio suun’ansa del fiumeAdda è da questoprotetto sui due lati.Il castello era costruitoa difesa di un ponte eper la sua posizionestrategica fu più voltedistrutto ma semprericostruito. I restiattuali sono quelli dellacostruzione del 1370di Bernabò Visconti dicui fu residenza eprigione.Il ponte era a campataunica fortificato ecostruito su tre livelliper consentire ilpassaggio separato dicarri e pedoni, per itempi era un’opera diingegneria notevole.

Page 12: 175/176 - istitutoitalianocastelli.it · Questo numero di “Cronache Castellane” si ... secondarie di primo grado da attivarsi nell’a. s. 2010-2011. Si propone di trasformare

Dopo sanguinose guerre turco-montenegrine conle quali vi fu una espansione territoriale delMontenegro, nel 1878 il Congresso di Berlino rico-nobbe l’indipendenza del Montenegro, uno statocuscinetto fra i monti che aveva però uno sbocco almare con Bar, fra l’impero austriaco che arrivava aBudva (da dopo la fine di Venezia) e quello ottoma-no poco oltre Bar.Il Montenegro ebbe da allora importanza strategicaper le potenze internazionali: in quel periodo il prin-cipe Nicola si imparentò con le più importanti dina-stie europee per mezzo dei matrimoni delle sue cin-que belle figlie, fra cui la nostra regina Elena.Nel 1910 Nicola si autoproclamò re, ma nel 1918 ilMontenegro perse la sua indipendenza e dopo lungaresistenza armata entrò a far parte del regno diYugoslavia, e successivamente, dopo la seconda guer-ra mondiale, della Repubblica Socialista Federativa diYugoslavia. Al disgregarsi di questa con la guerra civi-le, nel 1992 il Montenegro si unì alla Serbia, ed infi-ne nel 2006, dopo un referendum, raggiunse per laseconda volta l’indipendenza. Con la partecipazione di alcuni amici delle sezioniEmilia-Romagna e Liguria ci siamo imbarcati adAncona sul traghetto che collega solo nei mesi estivile Marche con Bar, unico importante porto commer-ciale del Montenegro. Dopo il pernottamento a bordoe l’arrivo a Bar, ci siamo trasferiti a Budva. Abbiamotrascorso il resto della giornata in barca nelle bellissi-me bocche di Cattaro, visitando l’isola della Madonnadello Scalpello e l’antica città di Perast, da cui si godeun bellissimo panorama. Il giorno successivo abbiamo visitato la magnificacittà vecchia di Cattaro, veneziana, con le imponentifortificazioni che la cingono completamente.Siamo poi saliti sui monti circostanti percorrendo unapanoramica strada ottocentesca. Siamo poi transitatinell’idilliaco paesino di Njegosi, dove ci ha sorpreso lasemplicità della casa dove nel primo ‘800 nacque l’e-roe nazionale principe-vescovo Pietro II PetrovicNjegos, la cui famiglia da tempo era la più importan-te del Montenegro. Cetinje, la vecchia capitale in unpianoro protetto dai monti, fu costruita all’epocadella conquista turca dei Balcani, quando i metropo-liti vi si trasferirono dal lago di Scutari per megliodifendersi: nonostante questo la cittadina fu varievolte distrutta da eventi bellici e poi ricostruita, primadi essere ampliata nell’ ottocento nelle gradevoliforme attuali. Il palazzo reale con i suoi arredi ci èapparso una solida ed estesa dimora borghese senzaricordi del passato: una sensazione particolare per noiitaliani, abituati al fasto delle tante reggie dissemina-te nel nostro territorio. Il mattino successivo, dopo avere attraversato la capi-

ATTIVITÀ DELLE SEZIONI12

MARCHE

VISITA DI STUDIO IN MONTENEGRO E NEL LAZIOMERIDIONALE.

Alla fine del XVII° secolo il Montenegro (così lochiamavano i veneziani che controllavano la

costa dal nord fino a Budva, oltre la quale iniziava lazona controllata dai turchi) era un piccolo stato mon-tuoso dai confini indefiniti governato da metropolitidella chiesa serbo-ortodossa: un metropolita dellafamiglia Petrovic Njegos fu in quel periodo nominato“vladika”, o principe-vescovo, e da allora tutti i vladi-ka furono ereditari nella sua famiglia.La efficienza in guerra del suo popolo, la sua naturamontuosa e l’indebolimento dell’ impero ottomanopermisero al piccolo bellicoso stato, che non fu maiconquistato del tutto dai turchi, di rimanere tributa-rio dell’ impero ottomano con una relativa autono-mia. Il Montenegro fu sempre protetto ed aiutatodall’ impero russo, che consentì nel 1852 al vladika dirinunciare alla carica ecclesiastica conservando soloquella temporale di principe.

>

Il Monastero diMoraca è un

monastero dellachiesa serbo-ortodossa nel

Montenegro centrale.Fondato nel 1252, il

complesso è formatoda due chiese. La più

grande UspenjeBogorodice

(Assunzione dellaVergine Maria)

presenta la facciataornata da affreschi

risalenti al 1616.

Page 13: 175/176 - istitutoitalianocastelli.it · Questo numero di “Cronache Castellane” si ... secondarie di primo grado da attivarsi nell’a. s. 2010-2011. Si propone di trasformare

tale Podgorica, una città moderna senza personalità,ci siamo spinti all’interno del paese sempre immersinel verde dei monti. Abbiamo visitato dapprima ilmonastero del Moraca, che risale al 1250, con impor-tanti affreschi. Successivamente abbiamo seguito ilfiume Tara in un indimenticabile panorama e ci siamopoi spinti al parco del Durmitor fino ai bordi del LagoNero, in un paesaggio decisamente alpino, conimpianti sciistici. Abbiamo poi trascorso una intera giornata vicino almare entrando in Croazia per la visita di Dubrovnik,città di incomparabile bellezza, dove molti di noihanno percorso l’intero cammino di ronda della cintamuraria che circonda completamente la città.Il giorno seguente ci siamo spinti al monastero diOstrog, del XVIII° secolo, il più importante luogo diculto del Montenegro, di particolare suggestione perla sua collocazione, in quanto incastonato in altonella parete a picco di una montagna.L’ultimo giorno abbiamo visitato dapprima il centrostorico di Budva, di impronta veneziana, proteso sulmare con una imponente cittadella restaurata dagliaustriaci nel primo ottocento, poi la costa verso Bar,in cui abbiamo ammirato la bella isoletta di SvetiStefan e la vicina baia con la villa che fu deiKarageorgevic, allora reali di Yugoslavia, ed infine lerovine dell’antico e suggestivo borgo fortificato diStari Bar con una fortezza dell’XI secolo, borgoabbandonato dopo le cannonate montenegrine del1878 per l’indipendenza e la conquista dello sboccosul mare.

Pietro Fenici

13ATTIVITÀ DELLE SEZIONI

MOLISE

VISITA DI STUDIO NELLA LOMBARDIA ORIENTALE.

I soci della sezione Molise hanno effettuato, dal30 aprile al 3 maggio 2009, una visita di studio

nella Lombardia orientale. Giovedì 30 aprile. Prima sosta: Soncino, un anticoborgo murato in provincia di Cremona, sorto nellapianura lombarda sulla sponda destra del fiumeOglio, accolti con grande cordialità dalla prof.ssaGraziella Colmuto Zanella e dal giovane architettoEzio Alberti il quale ci ha guidato fino alla magnificaRocca Sforzesca.Ai nostri occhi si è presentata una fortificazioneimponente, le cui origini più antiche risalgono al Xsecolo, ma che oggi è il risultato delle trasformazionie delle aggiunte che si sono succedute nel corso deisecoli. Assediata e contesa da Milano, Brescia eCremona, Soncino diventa per il Ducato di Milano laprincipale testa di ponte sull’Oglio contro le mireespansionistiche della Repubblica di Venezia.Intorno alla metà del XV secolo Francesco Sforza,ritenendo che la linea dell’Oglio fosse ancora pocoprotetta dai possibili attacchi veneziani, ordina consi-stenti lavori di rinforzo delle mura e della rocca com-

>

Ragusa (in croatoDubrovnik), è una cittàdella Croaziameridionale situatalungo la costa dellaDalmazia. La città, cheha lungamentemantenuto la suaindipendenza, vantaun centro storico diparticolare bellezzache figura nell’elencodei Patrimonidell’Umanitàdell’UNESCO e che leè valso il soprannomedi “perladell’Adriatico”.

Page 14: 175/176 - istitutoitalianocastelli.it · Questo numero di “Cronache Castellane” si ... secondarie di primo grado da attivarsi nell’a. s. 2010-2011. Si propone di trasformare

pletati dopo alcuni anni sotto la direzione diBartolomeo Gadio da Cremona, lo stesso che ha rea-lizzato il Castello Sforzesco di Milano.Dopo varie vicende storiche, in cui la città, seppur perbreve periodo, subisce anche l’occupazione dellaRepubblica veneta, nel 1535 la rocca e Soncino, dopovarie occupazioni, da ultimo anche quella spagnola,vengono concesse dall’imperatore Carlo V ai marche-si Stampa, gli ultimi feudatari del luogo. Essi, infatti,nel 1876, cedono la rocca, ormai in stato di abban-dono, al Comune che ne affida il restauro all’archi-tetto Luca Beltrami. La struttura, nel suo complesso,ha pianta quasi quadrata ed è completamente circon-data dal un profondo fossato su cui si protendonodue ponti levatoi, uno dei quali ancora oggi perfetta-mente funzionante. Poco prima che iniziassimo lavisita, il sindaco di Soncino, dott. Francesco Pedretti,è venuto a darci il benvenuto nella sua città e ci hainvitato al Palazzo Comunale.Lungo il tragitto per arrivare al restaurato Palazzoabbiamo ammirato i bellissimi edifici costruiti fra ilQuattrocento e il Cinquecento sull’asse mercantile diContrada Grande e il particolare Campanile eptagona-le della chiesa di San Giacomo del XVI secolo ed, infi-ne, l’antico Palazzo Comunale che conserva al suointerno l’importante Archivio Storico Civico con docu-menti a partire dal 1311 e una bella raccolta di qua-dri. Secondo la tradizione, nel palazzo venne rinchiu-so Ezzelino da Romano.Venerdì 1° maggio è stato tutto dedicato a Bergamo,

antica e splendida città di cui sono state trovate traccedi insediamento di età protostorica (VI-V secolo a.C.).Con il pullman siamo saliti a Colle Aperto, nellaBergamo Alta, percorrendo l’ottocentesco viale delleMura; da quel punto abbiamo potuto ammirare leparti visibili della fortezza veneziana, realizzata fra il1561 e il 1588, come ultimo baluardo della Serenis-sima contro il Milanese spagnolo.Divisi in due gruppi, guidati dalla dott.ssa Zanella edall’arch. Gian Maria Labaa, abbiamo percorso a piediil cuore della città con soste per accattivanti spiegazio-ni riguardanti la torre “di Adalberto”, Piazza dellaCittadella, Piazza Nuova, Piazza del Duomo e PiazzaVecchia, considerata una delle più belle d’Italia daessere apprezzata e amata da grandi architetti comeLe Corbusier e Wright.Il fascino della città si è dispiegato sotto i nostri occhiche hanno potuto ammirare lo splendido Duomo risa-lente al VI sec., ristrutturato dal Filarete nel 1459,rifatto nel 1688 e completato nel 1886, l’eleganteCappella Colleoni, uno degli esempi più straordinaridel Rinascimento lombardo e la chiesa di Santa MariaMaggiore, preceduta da un protiro romanico. Il complesso, che si intravede già attraverso gli archidel Palazzo della Ragione, appare in tutta la sua squi-sita eleganza architettonica, ma riserva sorpreseancora maggiori negli splendidi interni. Percorsa viaGombito (l’antico decumano massimo), all’incrociocon via Mario Lupo (il cardo massimo), ci siamo tro-vati di fronte alla spettacolare Torre di Gombito chesvetta ad un’altezza di 51,60 metri. Costruita all’iniziodel XII sec., era inizialmente alta 60 metri; nell’800dagli Austriaci fu portata alla dimensione attuale perragioni di sicurezza. Dopo un breve tragitto, abbiamo raggiunto l’anticadimora dell’avvocato Domenico Palma, molisano diorigine, e della sua gentile signora, contessa MariaEdvige Camozzi Vertova. Oltre al piano terra, ricco diinteressanti affreschi cinquecenteschi, abbiamo visitatoil piano nobile, veramente notevole, per arredamento,quadri e oggetti d’arte.Dopo la sosta per il pranzo in un ristorante presso ilprato della Fara, abbiamo costeggiato la chiesa diSant’Agostino con la sua bella facciata gotica, da cuisiamo partiti per visitare la cinta bastionata, gli spaziesterni e le porte, guidati dall’infaticabile prof.ssaZanella e dal simpatico speleologo Luca Dell’Olio checi ha spiegato ogni particolare dei poderosi bastionidi Bergamo.Una giornata indimenticabile che si è conclusa conuna piacevole passeggiata nella Bergamo bassa.Sabato 2 maggio siamo partiti per Cavernago, paesedell’alta pianura bergamasca sorto sulla sponda sini-stra del fiume Serio.

ATTIVITÀ DELLE SEZIONI14

Il rivellino della roccadi Soncino, è stato

restaurato nei primianni del secolo scorso

dall’architetto LucaBeltrami secondo i

criteri di restaurostilistico allora in auge.

Page 15: 175/176 - istitutoitalianocastelli.it · Questo numero di “Cronache Castellane” si ... secondarie di primo grado da attivarsi nell’a. s. 2010-2011. Si propone di trasformare

Prima tappa, il castello di Malpaga, che emerge isola-to in mezzo alla pianura, accolti dal Presidente FlavioConti, con la sua gentile signora Maria Rosa, da IreneBiassoni e dalla signora Giovanna Ravasio, guida delcastello di Malpaga, detto anche il Castello Pinto, peri numerosi affreschi che ne abbelliscono gli ambienti,sia del piano inferiore, sia del piano nobile.Una residenza straordinaria, quasi completamenterestaurata, la cui prima fase edilizia risale alla secon-da metà del Trecento, ma che si innesta su un forti-lizio ivi esistente almeno dall’XI secolo.Nel 1456, sebbene abbandonato e parzialmente diroc-cato, il castello viene acquistato dal grande condottie-ro Bartolomeo Colleoni, Generale della Repubblica diVenezia. La residenza assume un’importanza notevolequando Bartolomeo Colleoni, dopo un organicoampliamento, ne fa un vivace centro di incontri inter-nazionali. Vi si stabilisce nel 1458, dopo averlo abbel-lito di decorazioni. Alla sua morte avvenuta nel 1475,Malpaga passa ai suoi nipoti Martinengo-Colleoni iquali, agli inizi del Cinquecento fanno eseguire altreopere decorative e vari affreschi.Il castello si trova oggi al centro di un ampio cortilerurale; le abitazioni che ancora insistono sul cortile,parzialmente restaurate, al tempo del Colleoni eranogli alloggi del suo forte esercito.Dopo un breve percorso in pullman, abbiamo rag-giunto il castello di Cavernago, ora Gonzaga diVescovato, radicalmente ricostruito a fine ‘500, coninterventi successivi tra ‘600 e ‘700 che hanno,comunque, conservato le strutture medioevali, direcente riportate alla luce. Ne abbiamo visitato lemura esterne e la grande corte interna.L’arrivo a Costa di Mezzate ci ha riservato un’altrabella sorpresa: la scoperta di un delizioso borgo e del-l’imponente castello Camozzi Vertova costruito sullecolline che idealmente proseguono i colli di Bergamo,intorno all’XI secolo, per controllare l’uscita dalla ValCavallina. Esso si presenta oggi come una deliziosaresidenza castellata che ingloba nelle fondazioni lestrutture medievali. Fra il XVI e il XVII secolo, infatti,il castello fu ampliato e dotato di logge, di portici, di

bellissimi affreschi oltre che di un bel giardino.L’accoglienza dei coniugi Palma-Camozzi Vertova èstata davvero straordinaria e la guida della contessasignora Maria Edvige, ci ha fatto rivivere l’interessan-te storia del castello dove più volte è stato ospiteGiuseppe Garibaldi e dove si sono vissute le fasiimportanti del Risorgimento italiano. Il castello, riccodi plurisecolari memorie della famiglia CamozziVertova raccolte in un interessante museo, ancoraoggi è abitato dai proprietari in alcuni periodi del-l’anno.Meta successiva: Trescore Balneario per visitare, nellavilla Suardi, un gioiello pittorico, la bellissima cappel-la di S. Barbara affrescata da Lorenzo Lotto, pittore diorigine veneta, apprezzato dalle più importanti fami-glie bergamasche e considerato oggi uno degli artistipiù affascinanti del Rinascimento.L’ultima tappa di questa giornata così intensa e riccasotto il profilo culturale e umano, è stata Bianzanosituata al centro della Val Cavallina. Costeggiando ilbellissimo lago di Endine, siamo giunti, quasi al tra-monto, in prossimità del castello Suardi, ora Faglia,eretto in una posizione chiave per il controllo dellaVal Cavallina. Nel XIII secolo l’Europa aveva scopertoche si poteva giungere in Italia non solo percorrendola via Francigena, ma anche attraverso le valli chesfociano nella val Cavallina, ad est la val Seriana, adovest, partendo dal Brennero, la val Camonica. La costruzione del castello, che risalirebbe al XIII sec.forse ad opera della potente famiglia Suardi, presenta

15ATTIVITÀ DELLE SEZIONI

Le grandiose mura diBergamo erette daiveneziani per la difesadei loro territorioccidentali.

Il castello di Costadi Mezzate è ubicatosopra l’antico centrodel paese. Si componedi un articolatoinsieme di edifici cheforse più propriamenteoggi potrebbe esseredefinito residenzacastellata.

Page 16: 175/176 - istitutoitalianocastelli.it · Questo numero di “Cronache Castellane” si ... secondarie di primo grado da attivarsi nell’a. s. 2010-2011. Si propone di trasformare

segni iniziatici segreti che fanno pensare ai Templari iquali avrebbero costruito un “castello ricetto” pergarantire l’assistenza e la protezione di pellegrini eviandanti, nonché per l’esazione dei pedaggi. L’ipotesi,scaturita dagli studi più recenti, è suggestiva, ma nonè ancora documentata con certezza.Il castello, venduto da Giovanni Suardi a FrancescaFaglia nel 1960, costituisce un unicum, sia per lastruttura architettonica, sia per i preziosi affreschi tre-centeschi riportati alla luce grazie ad un sapienterestauro dell’architetto Vittorio Faglia, già presidentenazionale dell’Istituto Italiano dei Castelli, che hafatto di questo castello, nel rispetto del più accuratorestauro, una residenza molto amata e molto vissutadalla sua famiglia.Domenica 3 maggio, partenza, con un pò di tristez-za, per il ritorno in Molise.Sosta prevista: Mantova dove siamo stati accolti dalgentilissimo console Touring Tony Lodigiani che si èoccupato della nostra visita alla città.Siamo stati accompagnati, oltre che da lui, da duegentili e competenti guide del locale Touring Club,nel Palazzo Ducale, quasi una città nella città, col suocomplesso di edifici, cortili, loggiati, giardini pensili,chiese, piazze interne, persino un castello, ambienti

raccordati tra loro la cui costruzione e ristrutturazio-ne è compresa in un arco di tempo che va dal XIII alXVIII secolo.Il percorso è iniziato con la visita della splendidaCamera degli Sposi o “Camera Picta”, ricavata nellatorre di nord-est del castello di S. Giorgio, apposita-mente modificata per accogliere lo straordinario ciclopittorico del Mantegna realizzato tra il 1465 e il 1474su commissione del marchese di Mantova, Ludovico II.La denominazione attuale della camera deriva dallatarga che dedica l’opera al marchese e a sua moglie,Barbara di Brandeburgo. La visita ci ha consentito diapprezzare e conoscere nei minimi particolari uno deipiù grandi capolavori di tutti i tempi.L’itinerario successivo si è snodato fra improvvisicambi di scena, dalla Galleria della Mostra, alla saladel Pisanello, dall’appartamento degli Arazzi, alla bel-lissima Basilica Palatina di Santa Barbara.Particolarmente interessanti gli altri monumenti delcentro storico della città, che meritavano, però, unamaggiore disponibilità di tempo che noi, purtroppo,non avevamo, dovendo rientrare in Molise.

Onorina Perrella Cavaliere Lina Weidmann Tagliaferri

ATTIVITÀ DELLE SEZIONI16

Il castello di Bianzanoè situato in posizione

dominante sulversante occidentaledella Valle Cavallina.

Inserito ai limiti delborgo medievale,

possiede una strutturaa pianta quadrata.

Esternamente èprotetto da due cintemurarie che formanoaltrettanti spalti posti

su due livelli differenti. L’ingresso è costituito

da un’alta torre, allabase della quale è

presente un ciclo diaffreschi databili allametà del XIV secolo,

che proseguono anchenell’atrio d’ingresso.

Page 17: 175/176 - istitutoitalianocastelli.it · Questo numero di “Cronache Castellane” si ... secondarie di primo grado da attivarsi nell’a. s. 2010-2011. Si propone di trasformare

tessa Adelaide nel 1064. Allora, e per 140 anni,Pinerolo fu una delle tante pertinenze abbaziali e sol-tanto nel diciottesimo secolo, eretta a diocesi, rice-vette in dono dall’abbazia giurisdizione e titolo dicattedrale.La chiesa dell’Assunta venne distrutta dalle truppesabaude nel 1693 e ricostruita per diretto volere diVittorio Amedeo II all’inizio del secolo successivo, conprogetto della facciata forse di scuola juvarriana. Mal’edificio sacro fu dedicato a San Verano e nel 1748,soppressa l’abbazia declassata a convento, divennesemplicemente la chiesa parrocchiale del paese.La nostra visita alle poche e preziose emergenze del-l’antico complesso è stata guidata dall’architettoFrancesco Novelli, docente del Politecnico di Torino econsigliere della nostra sezione, nonché curatore deirestauri dell’Abbadia. La visita è terminata nel tardo pomeriggio alla tenu-ta del Torrione, appena a sud di Pinerolo, dove siamostati accolti per un drink dalla marchesa Doria.Splendida casa neoclassica e splendido parco, realiz-zato dal grande Kurten nel 1830 sulla base del pre-cedente parco seicentesco.

Giulio Caligara

17ATTIVITÀ DELLE SEZIONI

PIEMONTEVALLE D’AOSTA

VISITA DI STUDIO NEL PINEROLESE.

Venerdì 16 ottobre la sezione Piemonte-Valled’Aosta è tornata in visita nel Pinerolese, questa

volta dedicandosi innanzitutto al Forte di Fenestrelleed a ciò che rimane della antica Abbazia di SantaMaria Assunta (Abbadia Alpina) - entrambi in valChisone - e concludendo poi la giornata presso lastupenda tenuta del Torrione.La fortezza di Fenestrelle, poco conosciuta al grandepubblico, è in realtà un gigantesco complesso di for-tificazioni assurto da poco a monumento-simbolodella Provincia di Torino.Tre forti, quattro ridotte e tre batterie sono collegatida una scalinata coperta di 3996 scalini e parecchiponti levatoi, lungo un percorso di 635 metri di dis-livello. Il complesso, progettato originariamente daIgnazio Bertola, il più famoso tra gli ingegneri mili-tari sabaudi, fu costruito a partire dal 1728, regnan-te Vittorio Amedeo II, in funzione anti-francese.I lavori durarono 122 anni e terminarono sotto lasovrana autorità di Carlo Alberto. La fortezza, però,non ebbe mai il battesimo del combattimento e servì,da Napoleone in poi e fino al secolo XX come carce-re militare.Caduto in progressiva rovina dopo la seconda guerramondiale, Fenestrelle ha visto all’opera negli ultimivent’anni un concorso di Enti che, sotto l’egida dellabenemerita associazione di volontari “Progetto SanCarlo - Forte di Fenestrelle”, ha permesso l’inizio diuna lunga opera di restauro e di rimessa in sicurezza,tanto da rendere oggi possibili diversi suggestivi iti-nerari di visita. Abbiamo visitato il forte di San Carlo - quello piùbasso, se si eccettua la costruzione carloalbertina - ei suoi principali ambienti: la Porta Reale, il Palazzodei Governatori, il Padiglione degli Ufficiali e laChiesa. Dopo la colazione consumata nel bar ristorante delforte siamo scesi ad Abbadia Alpina, luogo testimonedi uno dei tanti paradossi di cui è ricca la storia. Ora,infatti, il piccolo paese è una frazione della città diPinerolo ma in un lontano passato esso coincise conla grande abbazia dedicata a Santa Maria Assunta,con chiesa di dignità cattedrale, fondata dalla con-

>

Ingresso al Forte diFenestrelle. Il Forte èun complessofortificato eretto nelsecolo XVIII in ValChisone (TO).Progettatodall’ingegnere IgnazioBertola con funzione diprotezione del confineitalo-francese, per lesue dimensioni ed ilsuo sviluppo lungotutto il fianco sinistrodella valle la fortezza èdetta anche la grandemuraglia piemontese.Dopo un lungo periododi abbandono è stato,parzialmente,restaurato ed aperto alpubblico. Dal 1999 èdiventato il simbolodella Provincia diTorino.

Page 18: 175/176 - istitutoitalianocastelli.it · Questo numero di “Cronache Castellane” si ... secondarie di primo grado da attivarsi nell’a. s. 2010-2011. Si propone di trasformare

nel 1816, di 77 opere ottenuta grazie al suo prestigiointernazionale.Cosa che purtroppo non è ancora avvenuta con imarmi del Partenone, così commentati dall’Artista aLondra: “ammiro in essi la verità della natura con-giunta alla scelta delle forme belle. Tutto qui spiravita con una evidenza con un artifizio squisito,…, inudi sono vera bellissima carne”.Nel tragitto verso Ferrara tappa d’obbligo è stato ilcastello della Mesola, sede di una delle DelizieEstensi, realizzata dal 1578 dal duca Alfonso II, ulti-mo discendente della Casata, in un’area occupata dalmare sino al X secolo: nei 5 anni necessari all’edifica-zione del maniero, che ricorda la morfologia delcastello ferrarese con quattro torri merlate a piantaquadrata ai vertici ruotate di 45°, furono realizzatenove miglia di cinta muraria - usata anche come diga- e gli edifici di servizio che dovevano fare del capo-saldo non solo una residenza di caccia nelle paludi,ma anche un centro costiero nevralgico in contrastoallo strapotere di Venezia sull’Adriatico.Le grandi finestre dei prospetti ne fanno una residen-za di lusso originale anche per le scelte progettuali diunire il corpo del castello alla corte bassa porticatapoligonale destinata alla servitù, alla maniera dellebarchesse palladiane.La bellezza del sito ispirò il magico giardino dell’iso-la della Maga Alcina, sorella di Morgana, nellaGerusalemme Liberata di Tasso che, così, onorò il suomecenate Alfonso manipolatore della natura a van-taggio di tutto il territorio ferrarese, compresa la cittàcapoluogo.La mattina del 2 maggio è stata la volta della vicinaabbazia medievale di Pomposa, l’ottoniana RegalisAbbatia, sintesi della sintassi architettonica romanico- padana con i linguaggi orientali, opera di numero-si magistri tra i quali Mazulo, autore nel 1026 delportico, così come cita l’epigrafe, o Deusdedit, auto-re del campanile datato 1063: lo splendido edificiocon prospetto a salienti, pianta basilicale a 3 navatecon absidi estradossate, è arricchito dal pavimentomusivo e in opus sectile realizzato fra il 1026 e il XIIsecolo a motivi zoomorfi, fitomorfi e astratti; le pare-ti presentano affreschi realizzati dopo il 1351 daVitale da Bologna e, successivamente, dalla suaScuola.Dopo una breve sosta a Comacchio, la città del tripli-ce ponte, il gruppo è rientrato a Ferrara per la visitadella città protagonista della renovatio urbis europeaconcretizzatasi con l’Addizione Erculea, progettatadal 1492 da Biagio Rossetti, come traslazione urbani-stica e rifiuto dei dogmi della città ideale.Domenica 3 è stata l’occasione di vedere de visu unacelebre villa palladiana, la Badoer di Fratta Polesine,

ATTIVITÀ DELLE SEZIONI18

PUGLIA

VISITE DI STUDIO IN EMILIA ROMAGNA E VENETO.

Tra le iniziative più significative organizzatedalla Sezione Puglia va certamente menzionato

la visita di studio in Emilia Romagna e Veneto tenu-tosi dal 1° al 4 maggio scorso.La prima tappa del viaggio è stata la città di Forlì inoccasione della mostra su Antonio Canova “che haavuto il coraggio di non copiare i greci e di inventa-re una bellezza, come avevano fatto i greci nella cele-bre definizione di Stendhal: nella prestigiosa sede deiMusei di S. Domenico ci si è potuti rendere contodella grandezza incarnata da questo indiscusso pro-tagonista dell’arte europea a cavallo tra ’700 e ’800,concreto erede della nuova estetica winckelmanniana,nato a Possagno - dove un altro grande come CarloScarpa ha realizzato la Gipsoteca canoviana interpre-tandone pienamente i contenuti formali e linguistici- e formatosi tra Venezia e Roma.Il ruolo di Canova è indiscusso e lo testimoniano leimportanti committenze ricevute che ne fecero l’arti-sta più richiesto da papi e imperatori, un novelloRaffaello la cui rappresentazione della bellezza asso-luta resta impressa nel marmo, unico a potersi con-frontare con Bernini in San Pietro con il monumentoa Clemente XIII; per non tralasciare l’altro monumen-to nei SS. Apostoli a Clemente XIV Ganganelli, cofon-datore del Museo Pio-Clementino, che lo stessoCanova riuscì a far reintegrare nel patrimonio, confi-scato da Napoleone, con la restituzione dalla Francia,

>

Il Castello di Mesola èuna delle prestigioseresidenze degli Este.

Realizzato tra il 1578ed il 1583 da Giovan

Battista Aleottipresenta un impianto

architettonico a piantaquadrata con agli

angoli quattro torripentagonali merlate. Rimase di proprietà

degli Estensi finoal 1771.

Page 19: 175/176 - istitutoitalianocastelli.it · Questo numero di “Cronache Castellane” si ... secondarie di primo grado da attivarsi nell’a. s. 2010-2011. Si propone di trasformare

la più meridionale realizzata dal celebre architetto nel1556 e descritta nel suo I Quattro Libri a pag. 48 delLibro II come “fabrica ad un luogo detto la Frata, inun sito alquanto rilevato, e bagnata da un ramodell’Adige, ove era anticamente un castello diSalinguerra da Este cognato di Ezzelino da Romano”:fu ideata nel solco della grandi residenze con corpopadronale centrale, individuato dal portico classicoionico esastilo con timpano triangolare e alto crepi-doma a rampa unica centrale, sul tipo del tempio ita-lico; ai lati sono presenti le barchesse semicircolari lacui destinazione è riconoscibile dal robusto ordinedorico con trabeazione a triglifi. Il pronao e l’internodella villa sono completamente affrescati con scenepastorali e allegorie mitologiche opera di GialloFiorentino.La strutture ospita abitualmente il Museo Archeolo-gico del Veneto meridionale e, nei giorni del viaggio,una mostra dedicata alle ceramiche progettate da GiòPonti negli anni ’20 per Richard Ginori.Lungo il tragitto verso Rovigo, città da scoprire len-tamente come lento è il corso del Po, c’è stata unasosta alla villa di scuola palladiana Molin-Grimani-Avezzù realizzata da Domenico Groppino, fido colla-boratore del Maestro tra il 1557-67: il modello segui-to non è quello della villa rustica con barchesse, maquello dalla villa suburbana su alta sostruzione conpronao esastilo e doppia rampa di scale, sul tipo dellavilla Foscari alla Malcontenta.Nella città veneta la lenta scoperta si è concretizzatacon la visita alla celebre Rotonda, dedicata allaMadonna del Soccorso, a pianta ottagonale circonda-ta da un portico ottagonale di ordine dorico su alto

basamento: il progetto (1594) del bassaneseFrancesco Zamberlan, Primo Proto dell’Arsenaleveneziano, prevedeva un’alta cupola, conclusa nel1603, ma demolita per problemi statici e sostituita 3anni dopo dal tetto a spioventi. Il campanile è operadi Baldassarre Longhena il quale, probabilmente, fecetesoro dei problemi statici della chiesa e risolse bril-lantemente, nel 1631, il progetto della chiesa dellaSalute di Venezia con l’ausilio delle alte volute scari-cate sul deambulatorio inferiore.L’interno della chiesa del Soccorso è una vera pinaco-teca d’arte sacra per l’alto numero di teleri opera diFrancesco Maffei e di altri noti pittori del Seicentoveneto.Quindi presso Palazzo Roverella è stata la volta dellamostra sull’Art Déco, lo spettacolare movimento arti-stico degli inizi del ’900 che vide come protagonistiBalla, Casorati, Chini, Depero, Sironi e Dudovich, percitare i più noti, autori di opere nelle quali “le donnediventano protagoniste sinuose e seducenti, con lab-bra accese, occhi bistrati e capelli alla garçonne,donne belle e impossibili che facevano stragi dicuori”: si veda l’intenso ritratto di Wally Toscaniniopera di Alberto Martini, con lo sguardo sereno epenetrante. Infine, l’ultimo giorno del viaggio, sullavia del ritorno, tappa d’obbligo è stata Urbino conl’esposizione a Palazzo Ducale sugli anni giovanili diRaffaello: attraverso 20 dipinti e 19 disegni originali,messi a confronto con quelli del padre Giovanni Santie di altri conterranei, vengono approfonditi i rappor-ti tra la pittura di fine Quattrocento e la formazionedel Maestro.L’occasione è stata unica per ammirare contempora-neamente opere provenienti dai principali museimondiali (Prado, Louvre, National Gallery di Londra eWashington, Getty di Los Angeles, tutti gli altri museieuropei ed i principali italiani).

Gaetano Cataldo

19ATTIVITÀ DELLE SEZIONI

L’Abbazia di Pomposaè considerata uno deipiù importanti edificiromanici italiani.Fu fondata daiBenedettini prima delIX secolo, su un’isolachiusa tra il mare e ilPo e conobbe periodidi grande splendore,soprattutto nei secolisuccessivi al Mille.Con il progressivoimpaludarsidell’ Insula Pomposianale fortune dell’abbaziaandarono via viacalando e tutta l’areadivenne malsana acausa della malaria.

Il complesso deiTrepponti, singolareinvenzione del Danesi(1634) su due canaliche si intersecano allatestata della principalevia d’acqua di accessoalla città, composto dacinque arcatesovrastate da duetorri.

Page 20: 175/176 - istitutoitalianocastelli.it · Questo numero di “Cronache Castellane” si ... secondarie di primo grado da attivarsi nell’a. s. 2010-2011. Si propone di trasformare

ATTIVITÀ DELLE SEZIONI20

TOSCANA

WWW.ISTITUTOCASTELLI-TOSCANA.ORGANCHE LA SEZIONE TOSCANA È ONLINE!

Per venire incontro ad uno degli obiettividell’Istituto, ossia la sensibilizzazione scientifica e

turistica dell’opinione pubblica, la Sezione Toscana, damaggio 2009, ha deciso di condividere la sua attivitàcon il pubblico sempre più vasto di Internet. Come giàaltre sezioni hanno fatto, oggi anche la SezioneToscana è online con un sito ufficiale all’indirizzo webhttp://www.istitutocastelli-toscana.org.Il suo design è stato opportunamente progettatorispettando sia le regole di Usabilità e Accessibilità delWeb che quelle del diritto d’autore per immagini e testipubblicati.Per consentire una navigazione semplice e funzionale,i contenuti del sito sono stati suddivisi in quattro pagi-ne principali (Home, Attività, Pubblicazioni, Contatti)esplicative dell’attività della Sezione Toscana dal1995 ad oggi, attraverso pubblicazioni (scaricabili informato .pdf) e gallery su convegni, restauri, premi evisite di studio a edifici fortificati italiani ed europei.Nella Home è descritta in breve l’attività dell’Istituto dicui fa parte la sezione Toscana e si trovano anche lenews. Dalla pagina Attività, si accede, invece, ad altresezioni dedicate, rispettivamente, a: Visite di studio,Giornate Nazionali dei Castelli, Manifestazioni (mostre,convegni e conferenze) e Riconoscimenti (Premio diLaurea sull’Architettura Fortificata, Concorso Nazionaleper le scuole secondarie di primo grado “Il castellodiventa...” e Targhe di segnalazione). Nella paginaPubblicazioni, si trovano gli articoli pubblicati suCronache Castellane, Castellum, Castella ed altre pub-blicazioni sul tema. Infine, la pagina Contatti elencal’organico dei membri della Sezione, indirizzi e-mail percontattarli e i link ad altri siti web sul medesimo argo-mento - primo fra tutti, l’Istituto Italiano dei Castelli.Augurandoci che i valori dell’Istituto continuino adestare curiosità nelle nuove generazioni, invitiamoanche i soci a farci visita, a proporre link incrociaticon siti affini o a inviare materiale sull’attività dellaSezione alla Segreteria della Toscana o all’indirizzoe-mail presente sul sito [email protected].

Laura Pederzoli

>CONSEGNATA LA “TARGA DI SEGNALAZIONE” AL

CASTELLO DI ARCO.

Domenica 20 settembre 2009 alle ore 11.00 nelCastello di Arco, nel Trentino, nei pressi della

“slosseraria” (l’antico laboratorio del fabbro) si è svol-ta la cerimonia di posa della “Targa di Segnalazione”concessa dall’Istituto Italiano dei Castelli a testimo-niare l’impegno del Comune di Arco e della ProvinciaAutonoma di Trento nel recuperare il vasto rudere edinserirlo attivamente nei percorsi culturali e turistici.Erano presenti il Sindaco e l’Assessore del Comune diArco, Il Presidente emerito dell’Istituto prof. FlavioConti e il Presidente della locale sezione arch.Roberto Codroico. Naturalmente non poteva manca-re l’ex sindaco del Comune di Arco Selenio Joppi fau-tore dell’acquisto del comune e dell’inizio dei lavori direstauro. La storia del castello di Arco è direttamente legataall’omonimo borgo che si sviluppa attorno allo spe-rone di monte su cui si erge il maniero. Nel periodoromano l’intero territorio apparteneva alla tribù Fabia(Brescia) e “Arx o Arce”, in latino “rocca”, fu chiama-ta la prima costruzione posta nella parte più alta deldirupo naturale che potrebbe essere stato fortificatodai celto-galli, o più verosimilmente adibito a luogodi culto e quindi castelliere comunitario.Certamente il Castello, data la straordinaria posizionenaturale, fu da tempi assai lontani rifugio per lapopolazione, occupata a coltivare la fertile campa-gna, e luogo di rifugio facilmente difendibile in casod’invasioni e scorrerie.La torre detta Renghena, costruita sulla punta piùalta del monte, e le mura che la racchiudono, sonoascrivibili all’XI secolo. Nel XII secolo è nominata perla prima volta nei documenti la pieve di Arco, cheperò deve essere assai più antica. Pur essendoci unadiretta relazione, come per il Castello, tra il Borgo ela pieve, non è possibile a tutt’oggi stabilire una prio-rità tra le due. Verso la metà del XIII secolo Riprandod’Arco vendette il Castello ad Ezzelino da Romanoche ne investì Sodigerio da Tito, podestà imperiale diTrento. Con la morte di Ezzelino, Riprando d’Arcoriacquistò il castello ma fu imprigionato dai cuginimentre sua figlia Cubitosa, che era riuscita a fuggire,

TRENTINO

>

Page 21: 175/176 - istitutoitalianocastelli.it · Questo numero di “Cronache Castellane” si ... secondarie di primo grado da attivarsi nell’a. s. 2010-2011. Si propone di trasformare

lasciò la sua parte del feudo al vescovo di Trento.Seguì un periodo di lotte che si conclusero nel 1272con la pace di Castel Tirolo ed il ritorno del feudo aid’Arco che esercitarono la giurisdizione in nome diMainardo II del Tirolo.Datata 1495 è la veduta del castello di Arco realizza-ta ad acquerello da Albrecht Dürer, un eccezionaledocumento storico-artistico, quasi una riproduzionefotografica del paesaggio d’allora.Già agli inizi del XIV secolo il Castello aveva perso ilsuo ruolo di baluardo di difesa ed anche i contis’erano stabiliti, con la costruzione di nuovi palazzi,nella parte nuova del Borgo, attorno alla vecchiapieve. Nel 1703 le truppe del maresciallo Vendôme,dopo aver assediato per due giorni il Borgo lo espu-gnarono ed otto giorni dopo la stessa sorte toccò alCastello; seguì il saccheggio e l’incendio del Borgo,mentre le strutture del Castello furono fatte saltarecon cariche esplosive.Domenica 18 ottobre la Sezione Trentino Alto-Adigedell’Istituto Italiano dei Castelli si è recata in visita alCastello di Arco accompagnata dal prof. RomanoTurrini, che ne ha illustrato i vari aspetti storici edarchitettonici grazie alle sue approfondite ricerche sulmaniero. È stato illustrato anche il lungo lavoro direcupero del rudere dopo l’acquisto da parte delComune di Arco, al tempo del sindaco Selenio Ioppi. Un momento particolarmente importante e di rifles-sione sul futuro del castello si è svolto di fronte alla“Targa di seganalazione”, l’architetto RobertoCodroico, presidente della Sezione regionaledell’Istituto, ha ricordato il significato della “Targa”

in sintonia con il primo articolo dello statuto:“L’Istituto Italiano dei Castelli è una associazione cul-turale costituita con lo scopo di incoraggiare lo stu-dio storico, archeologico e artistico dei castelli e altrimonumenti fortificati, la loro salvaguardia, il loromantenimento e inserimento nel ciclo attivo della vitamoderna e di diffondere nel pubblico l’interesse perquesti monumenti”.In questo senso è stato apprezzato il mantenimentodell’autenticità del castello limitando le integrazioni apochi elementi necessari ai fini statici o del percorsodi visita; l’ottima manutenzione delle parti ancoraesistenti; e la presenza di visitatori, prevalentementestranieri. Particolarmente apprezzato è stato l’incen-tivo alle attività culturali che attraverso manifestazio-ni qualificate all’interno del castello, o che hanno peroggetto lo stesso, si svolgono regolarmente nell’am-bito del comune di Arco. Evidentemente la naturastessa del recupero di un rudere è caratterizzata dafasi alterne di consolidamento, restauro e studio ed èdirettamente legata alle disponibilità non solo intel-lettuali, ma anche economiche.Sarebbe però un vero peccato che la proprietà con ilconsistente contributo della Provincia Autonoma diTrento non portasse a compimento l’opera con gliulteriori interventi necessari. In questo senso i visita-tori dell’Istituto Italiano dei Castelli nel ringraziarel’assessore alla cultura del Comune di Arco dottorRuggero Morandi hanno espresso il loro auspicio edaugurio.

Roberto Codroico

Il castello di Arco,situato in cima ad unimponente scoglioroccioso, dominantel’intera piana del fiumeSarca e della città, ilcui centro antico cingea semicerchio lependici del colle. Leprime notizie sulmaniero risalgono alsecolo XII. All’interno si possonovisitare la prigione delsasso, la torre grande,il rivellino e numerosestanze. Gioiello delcomplesso losplendido ciclo diaffreschi profani delTrecento, in cuirivivono personaggi escene di corte. Icona e simbolo dellacittà, il Castello di Arcoè uno dei più rinomatie raffiguratidall’antichità ad oggi,riprodotto ininnumerevoli codici edipinti, fra cuil’acquerello di AlbrechtDürer al Louvre diParigi.

Page 22: 175/176 - istitutoitalianocastelli.it · Questo numero di “Cronache Castellane” si ... secondarie di primo grado da attivarsi nell’a. s. 2010-2011. Si propone di trasformare

vasta ed eccelsa metropoli del mondo”, così ha scrit-to il cartografo arabo El-Idrisi, nel 1150, e dalle archi-tetture arabo-normanne, celebrate da quel discen-dente di Maometto, ha iniziato l’originale viaggioall’interno dell’architettura residenziale palermitana,studiato e reso possibile dalla fondamentale collabo-razione di Giovanni Ventimiglia di Monteforte, attua-le presidente nazionale del nostro Istituto.La Sicilia fu sottomessa agli Arabi dall’831 al 1072,conquistata poi dai Normanni, divenne, con Ruggerod’Altavilla, capitale del Regno di Sicilia e con gliAltavilla l’apporto architettonico normanno si coniu-gò con le tradizioni decorative bizantine ed arabe,definendo tra il secolo X11 e XIII una nuova tipologiaresidenziale, di cui sono esempi, da un lato i cosidet-ti “sollazzi”, dimore di svago e di riposo, come la Zisa,che ripropongono la tecnologia araba dei giochi d’ac-qua e del giardino di delizie, dall’altro l’imponentePalazzo Superiore, attualmente palazzo reale o deiNormanni, edificio simbolo della città, che ha conser-vato nel tempo la sua funzione pubblica.La missione politica si rinfrange e persiste nei succes-sivi palazzi svevi, aragonesi del Tre e Quattrocento,come il Palazzo Chiaramonte o il Palazzo Ajutamicristo,vere residenze fortificate, che ricordano il potere dellefamiglie baronali e la loro indipendenza dal sovrano.In questi edifici permane , all’interno degli “orti “dipalazzo, la cultura degli ozi letterari e musicali, lacultura “del bel vivere”, che, di secolo in secolo con-tinuerà a connotare i palazzi aristocratici palermitani

ATTIVITÀ DELLE SEZIONI22

UMBRIA

PALERMO E I SUOI MAGICI PALAZZI.

La Sicilia è una terra ricca di fascino, di storia, dileggende, di arte, una terra magica, fin dall’an-

tichità ha costituito lo snodo delle grandi correnti deltraffico nel Mediterraneo, in una Europa sensibile alrichiamo dell’Asia e contesa, specialmente dopo igrandi processi di separazione interna del cristianesi-mo, fra l’Oriente che guardava Costantinopoli el’Occidente che guardava Roma.Quello che ne ha illuminato la storia fino all’etàmoderna è stato l’insieme di cultura e genti, che sisono fuse con il suo territorio.Il viaggio in Sicilia, da sempre viene inteso come sco-perta del sole, del mare, della vegetazione mediterra-nea e, nello stesso tempo, come ritorno al mondoclassico. Molti soci della sezione Umbria hanno visi-tato, proprio nel passaggio tra l’estate e l’autunno, lacittà di Palermo, nella sua eclettica e multiforme bel-lezza.“Palermo, il massimo e splendido soggiorno, la più

>

Veduta d’insieme dellaCattedrale e del

Palazzo dei Normanni.La costruzione è un

incredibile fusione distili, frutto della cultura

cosmopolita dellaPalermo normanna,

una delle grandicapitali del

Mediterraneo.

Page 23: 175/176 - istitutoitalianocastelli.it · Questo numero di “Cronache Castellane” si ... secondarie di primo grado da attivarsi nell’a. s. 2010-2011. Si propone di trasformare

fino all’originale progetto tardo settecentesco dellaPalazzina Cinese, restaurata recentemente. I soci hanno soggiornato al Grand Hotel des Palmes,nato nel 1874 dall’antica casa patrizia della famigliaIngham-Whitaker. Il matrimonio della vedova Inghame Giovanni Medici, ha cambiato il destino della“casa”, che ceduta ad un operatore locale, è divenutaun famoso Hotel.In questo Hotel è stata scritta la storia della Sicilia:Richard Wagner, nel 1881 vi ultimò il suo “Parsifal”,Francesco Crispi, nel 1882, vi impartiva lezioni dipolitica, lo scrittore francese Raymond Roussel visoggiornò fino alla sua morte, il generale CharlesPoletti ne fece il suo quartiere generale, durante laseconda guerra mondiale, il Barone Di Stefano “ilrecluso dell’Hotel”, condannato da una sentenza dimafia, tra la morte e l’esilio, scelse la reclusione allePalme e vi rimase per cinquant’anni, fino alla morte.Il quartiere arabo della Kalsa ha suscitato la curiositàdel gruppo, è seguita poi una splendida serata nelPalazzo Raffaldi, gentilmente accolti dalla principes-sa Stefania Raffaldi.Il palazzo venne edificato nella seconda metà del XVsecolo, sulle antiche mura fortificate che costeggianoil fiume Kemonia e circondato da un bel giardinopensile. Con il matrimonio del principe Raffaldi conEleonora Speciale, erede del vicino palazzo del ViceréSpeciale, i due palazzi vennero uniti e ristrutturatisapientemente, assumendo l’attuale aspetto impo-nente.La visita alla Cappella Palatina, uno dei miglioriesempi di arte araba e al Palazzo Reale è stata moltointeressante.I soci hanno visitato il Duomo normanno diMonreale, edificato per opera di Guglielmo II, deco-rata dai famosi mosaici d’oro bizantini, che raffigura-no episodi del Vecchio e del Nuovo testamento.Le absidi, eseguite da maestranze locali, hanno stupi-to il gruppo castellano, che ha ammirato anche ilChiostro Benedettino (XII sec), con 228 colonne, avolte a mosaico, e a volte intagliate.Il castello della Zisa non poteva mancare nell’itinera-rio siciliano, poi visita al Palazzo di Pietratagliatadella principessa Alliata di Baucina. Il Palazzo fucostruito nel 1574, su commissione di AntonioTermine, principe di Baucina, intorno ad una torremerlata, preesistente del XV secolo, ristrutturato nel1748 dalla famiglia dei Marassi duchi di Pietralata,nuovi proprietari.Il Palazzo ha grandiosi saloni con stucchi ed affreschid’autore, notevole il lampadario settecentesco diMurano del salone da ballo, il più grande del XVIIIsecolo, 99 braccia, artistica la volta firmata da Vitod’Anna. La storia si intreccia con l’arte e spesso con

gli affari nel Palazzo Aiutami Cristo, voluto dal ban-chiere di origini pisane Guglielmo Aiutami Cristo, rea-lizzato tra il 1490 e il 1495 dal noto architettoMatteo Carnivilivari, per gestire con facilità il com-mercio cerealicolo.L’edificio è in stile gotico-catalano, con balconi eportale barocchi e un loggiato a doppio ordine inter-no con un ampio giardino, dove, un tempo, era ospi-tata la statua di Carlo Magno, risistemata, poi, aPiazza S. Spirito.Prima di lasciare la Sicilia, i soci hanno visitato ilpalazzo Valguarnera-Ganci, famoso per aver ospitatola celebre scena da ballo del “Gattopardo”.Il Palazzo costituisce un monumento del rococò sici-liano. Del Palazzo vanno ricordati due interventi set-tecenteschi dovuti al genio dell’architetto AndreaGigante: lo scalone monumentale ornato dalle statuemarmoree del Morabitti e la galleria traforata diinfluenza bibienesca che colloca l’intervento in unquadro culturale di respiro internazionale, seppure deltutto originale e puramente siciliano. Inoltre, la VillaPalagonia, superba ed eccentrica e il Palazzo Villa SanMarco, dimora della baronessa camerata hanno con-cluso un emozionante viaggio per i nostri soci, veri“pellegrini della bellezza”.

Igea Frezza Federici

23ATTIVITÀ DELLE SEZIONI

La colossale figura delCristo Pantocratore(Onnipotente) situatanel catino absidalemediano del duomo diMonreale a Palermo.Il duomo, edificato daGuglielmo II, èdecorato da famosimosaici bizantiniraffiguranti storiecicliche del Vecchio edel Nuovo Testamento.

Page 24: 175/176 - istitutoitalianocastelli.it · Questo numero di “Cronache Castellane” si ... secondarie di primo grado da attivarsi nell’a. s. 2010-2011. Si propone di trasformare

mano dell’autore. L’enfasi posta sulle planimetrie èparticolarmente importante quando si consideri chel’opera appare nel 1964, quando la maggior parte dilibri sui castelli consistevano in fotografie e tantenotizie storiche di dubbia fede. Parecchie foto aeree,a quell’epoca di difficile reperimento, e tante imma-gini panoramiche, sempre però piene di significato.La prosa è ammirabilmente asciutta e scorrevole. I contenuti, ovviamente, costituiscono il vero valoreaggiunto del libro. Cassi Ramelli, sulla base di unasolida cultura storica ed architettonica, innesta ladescrizione delle fortificazioni da “L’architettura pri-mitiva e dell’antichità”, con nuraghe, recinti dell’etàdel bronzo e perfino primi dati archeologici sulle for-tificazioni vichinghe (Talleberg, Danimarca).Trattate nel secondo capitolo (una sessantina di pagi-ne) le fortificazioni classiche il corpo centrale tratta lafortificazione medievale e dedica il penultimo capito-lo, l’ottavo, alla fortificazione moderna: Dürer,Speckle, Rimpler, Landsberg, il grande Vauban e l’ul-tima scuola francese: Cormontaigne, Bousmard,

PER UNA BIBLIOTECA CASTELLANA.

Iniziamo una serie di segnalazioni di testi disci-plinari per chi desideri costituirsi una biblioteca

sull’architettura fortificata, soprattutto medievale.Buona parte dei volumi sono ancora reperibili inlibreria. I testi fuori commercio si possono spessoacquistare negli innumerevoli siti web che trattanolibri usati e d’antiquariato digitando titolo e autoresu un motore di ricerca. In ogni caso sono consulta-bili (quelli più vecchi forse anche fotocopiabili) pres-so le biblioteche pubbliche, l’unica delle quali conuna importante sezione specializzata si trova aMontagnana (PD), nata nel lontano 1954 su iniziati-va dell’ing. Stanislao Carazzolo e tutt’ora tenutaaggiornata; i riferimenti sono facilmente reperibili suinternet.Segnaliamo che sul web si trovano numerose biblio-grafie specialistiche sulle fortificazioni di ogni epoca,tra l’altro anche una curata da chi scrive, all’indirizzowww.icastelli.org/varie/bibliografia/bibliografia.htmNon sarebbe necessario, ma repetita iuvant, ricordareche anche la segreteria dell’Istituto dei Castelli è unafonte preziosissima di pubblicazioni, tra le quali lacollana “CASTELLA”, quasi tutti i numeri di“CASTELLUM” ed i bollettini del Consiglio Scientificodell’IBI.

A. CASSI RAMELLI, Dalle caverne ai rifugi blindati.

Iniziamo doverosamente col libro del prof. arch.Antonio Cassi Ramelli (biografia completa sul sitowww.cassiramelli.org), “Dalle caverne ai rifugi blinda-ti. Trenta secoli di storia della architettura militare”,originariamente edito da Nuova Accademia Editrice,Milano 1964 e ristampato da Mario Adda, Bari 1996,sul quale credo si siano formati tutti gli studiosi ita-liani di oggi.Dal punto di vista formale il libro (464 pagine in for-mato 17 per 34 cm) è abbondantemente illustratocon immagini in bianco e nero di piccolo formato, masoprattutto con centinaia di planimetrie e schizzi di

>

BIBLIOTECA

Page 25: 175/176 - istitutoitalianocastelli.it · Questo numero di “Cronache Castellane” si ... secondarie di primo grado da attivarsi nell’a. s. 2010-2011. Si propone di trasformare

>

25BIBLIOTECA

Montalembert, Carnot e Haxo. L’ultimo capitolo,come promesso dal titolo, perviene alla secondaguerra mondiale.La trattazione è straordinariamente densa di concet-ti ed estrae i principi generali dalle situazioni osser-vate sul terreno mentre presenta l’evoluzione dell’ar-chitettura militare, con squarci di inquadramentostorico, “i mezzi e la casistica fortificazione dellamedievale” ed una quanto mai preziosa schematiz-zazione con approfondimenti tematici (ad esempio“merlature”). In sintesi: il libro disciplinare in lingua italiana dalquale partire per qualsiasi studio serio sulla fortifica-zione.Naturalmente nel quasi mezzo secolo trascorso glistudi sono progrediti, l’archeologia medievale hafatto irruzione nella castellologia, apportando notiziein settori di conoscenza importanti, allora addiritturainconcepibili. Gli studi storici, principalmente graziead Aldo Settia, hanno allargato il campo di visione.Ma Cassi Ramelli, nel 1966, scrive il miglior libro pos-sibile, come direbbe il dottor Pangloss.Cassi Ramelli riprende in particolar modo il“Dictionnaire” di Viollet-leDuc (1854-1868, diecitomi in ottavo) e “Le fonti storiche dell’architetturamilitare” del generale Rocchi (1908); quest’ultimo inverità già allora un po’ datato.Non mancano i riferimenti al padre Guglielmotti(“Storia della fortificazione della spiaggia romana”,

del 1880), a Carlo Promis (“Trattato di architetturacivile e militare di Francesco di Giorgio Martini”,1842) e a Maggiorotti (“L’opera del genio italianoall’estero - gli architetti militari”, in tre tomi, pubbli-cato dal 1939). Relativamente scarsi i riferimenti aBodo Ebhardt (tra i suoi libri “Burgen Italiens” e “DerWehrbau Europas im Mittelalter”,1939). Tra le operenon citate i più importanti sono Sidney Toy (“Ahistory of fortification from 3000 BC to AD 1700”,1955) e Otto Piper (“Burgen Kunde”, 1912).In fondo al volume un glossario, tuttora punto diriferimento, ed una nota bibliografica con l’avverten-za che trattandosi di opera “di sola informazionegenerale” (understatement particolarmente stimabile)non si riteneva di dilungarsi; per il quale motivo nellibro non si trovano note. Una buona occasione perriflettere sulla differenza fra serietà e seriosità.Mi piace infine ricordare che Cassi Ramelli, pur cele-bre architetto e professore ordinario al Politecnico diMilano, non si esimeva dal rispondere alle lettere diun velleitario studentello (nel 1966) come l’estensoredi queste righe, spronandolo a cercar di capire “chiabbia costruito la rocca e quando e come e perché.Che è quello che ci interessa” ed esortandolo a “tene-re in piedi l’entusiasmo che occorre per continuare afare”, parole certamente dettate da sofferta esperien-za personale. O gran virtù dè cavalieri antiqui!.

Dino Palloni

L’Istituto Italiano dei Castelli pubblica, oltre ai due periodici “Cronache

Castellane” e “Castellum”, molti libri e studi di argomento castellano,

organizzati o nella collana di pubblicazioni monografiche “Castella” o nelle

varie collane di pubblicazioni curate dalle Sezioni, come la rivista “Castella

Marchiae” o i “Quaderni di architettura fortificata” della Sezione Lombardia.

Per avere l’elenco completo delle pubblicazioni si veda il sito web

dell’Istituto, all’indirizzo http://www.castit.it/frame.html, alla voce

“pubblicazioni”. Le pubblicazioni possono anche essere richieste alla

Segreteria Generale dell’Istituto, in via Borghese 14, 20154 Milano,

tel. 02 347237, indirizzo e-mail [email protected].

CA

STEL

LUM

51

ISSN: 039-3355

RIVISTA DELL’ISTITUTO ITALIANO DEI CASTELLI51 - DICEMBRE 2009ROMA - CASTEL S. ANGELO

PER VEDERE E ORDINARE LE NOSTRE PUBBLICAZIONI

Page 26: 175/176 - istitutoitalianocastelli.it · Questo numero di “Cronache Castellane” si ... secondarie di primo grado da attivarsi nell’a. s. 2010-2011. Si propone di trasformare

zie solo dalle fonti antiche, e di aver fatto la descri-zione essenziale delle parti sopravvissute e dei luoghiin cui si trovano. Un lavoro puntuale e tecnicamentecomplesso che ha portato all’individuazione di ben 93castelli, molti dei quali erano totalmente sconosciuti.La ricognizione delle strutture, unita all’estrapolazio-ne dei brani originali assunti dalle fonti antiche, per-mette ora di avere una visione completa dell’organiz-zazione di questa nostra regione dal nascere delpotere normanno fino al dominio di Federico II.Non é, infatti, una semplice schedatura perché inogni descrizione viene richiamato il contesto in cuiquell’elemento si colloca. Ne viene fuori una descri-zione avvincente nella quale troveranno interesse lesingole comunità locali che potranno finalmenteavere il quadro preciso del territorio storico e politicoin cui si ancorano le radici dei propri nuclei urbani.Il volume si apre con una descrizione delle peculiaritàgeografiche del territorio nel quale si sviluppa l’epopeanormanna, tenendo conto degli ultimi sprazzi dellaLongobardia minore che di fatto ancora sopravvivevanonostante la definitiva penetrazione carolingia.La costituzione delle contee di Venafro, di Isernia, diTrivento di Boiano e dei Borrello e l’evoluzione nellacontea di Molise sono il contesto in cui nascono lestrutture castellane analizzate da Gabriella Di Rocco.Ma la parte che più interessa gli studiosi (e che oradiventa strumento irrinunciabile per chiunque vogliaapprofondire lo studio sulle singole realtà castellane)è la ricca bibliografia accompagnata dalla trascrizio-ne puntuale dei brani estrapolati dalle fonti antiche. Insomma il lavoro di Gabriella Di Rocco rende onorealla cultura molisana perché aiuta ad aprire una sortadi grande velario dietro il quale ognuno di noi eraconvinto che esistessero gli elementi fisici superstiti diun passato di grande interesse senza che però neavessimo la concreta percezione.Oggi, grazie a questo volume, i luoghi fisici, i ruderi,i toponimi, cinte murarie e pezzi di muri anonimiriacquistano il ruolo di registratori della memoria sto-rica della regione e cominciano di nuovo a racconta-re avvenimenti che sembravano ormai perduti nelsilenzio degli archivi.

Franco Valente

RECENSIONI

GABRIELLA DI ROCCO - Quaderni di archeologia medie-

vale - Castelli e borghi murati della contea di Molise

(secoli X-XIV).

È nelle librerie “Castelli e borghi murati dellaContea di Molise (Secoli X-XIV) Edito dalla casa

“All’insegna del Giglio” per i Quaderni di ArcheologiaMedievale.Autrice ne è Gabriella Di Rocco, una delle più attentestudiose del patrimonio castellano della regione oltreche essere autrice di lavori che spaziano in vari ango-li del bacino mediterraneo.Si tratta di un’opera che tratta gli insediamenti castel-lani normanni nel Molise partendo dalla consapevo-lezza che le strutture difensive di quell’epoca sianonate nell’ambito di un organico progetto di pianifica-zione militare per la costituzione di strutture stabilidistribuite nel territorio, associate ad una complessaorganizzazione amministrativa per la formazione deglieserciti che ne avrebbero fatto uso.L’importanza del lavoro di Gabriella Di Rocco staprima di tutto nell’aver individuato fisicamente gliedifici difensivi, dei quali molto spesso avevamo noti-

>

Page 27: 175/176 - istitutoitalianocastelli.it · Questo numero di “Cronache Castellane” si ... secondarie di primo grado da attivarsi nell’a. s. 2010-2011. Si propone di trasformare

SEGNALAZIONI

SEG

NA

LA

ZIO

NI

ARCHITETTURA FORTIFICATA IN

CAMPANIA - CASTEL NUOVO

Quaderni dell’Istituto Italiano dei Castelli, sezione

Campania, quaderno n. 2, a cura di Luigi Maglio,

Napoli, aprile 2009, pagg. 48

16 CASTELLI MODENESI DA RISCOPRIRE

E VISITARE

a cura di Anna Giannotti, s.l., s.d. (ma 2009)

IL CASTELLO DEI VENOSTA DI BELLAGUARDA

AA.VV., Sondrio, 2009, pagg. 277

DESTINAZIONE DEL 5 ‰ IN SEDE DI DICHIARAZIONE DEI REDDITI.

La legge 23.12.2005 n° 266, art.1 comma 33 (finanziaria 2006),permette la destinazione di una quota pari al 5 ‰ del’IRPEF in favoredelle ONLUS che abbiano finalità non lucrative di utilità sociale.

L’Istituto Italiano dei Castelli è riconosciuto di diritto quale ONLUSoperante nelle suddette attività per la salvaguardia del patrimonionazionale.

Invitiamo pertanto i nostri soci a non dimenticarsi, in sede didichiarazione dei redditi (Mod. 730 - Mod. Unico) di apporre lapropria firma in uno degli appositi riquadri previsti per ladestinazione del contributo, indicando altresì il codice fiscale:80444610580.

La suddetta scelta di destinazione del 5‰ all’Istituto Italiano deiCastelli non è in nessun modo alternativa a quella dell’8‰ destinataalle istituzioni religiose.

DEDUCIBILITA’ DELLE EROGAZIONI LIBERALI IN FAVOREDELL’ISTITUTO ITALIANO DEI CASTELLI.

ll DL 35/2005 - Legge 80/2005 ha ulteriormente ampliato leagevolazioni a favore di persone fisiche e giuridiche che eroganoliberalità in favore delle ONLUS.Ricordiamo pertanto ai soci che le loro contribuzioni in favoredell’Istituto Italiano dei Castelli (escluse le quote sociali),documentate da movimentii bancari o postali, possono ora esserededotte nella misura massima del 10% del proprio redditoimponibile, fino ad un limite di euro 70.000.-

AVVISO IMPORTANTE

CARTA DELLE FORTIFICAZIONI DELLA

PROVINCIA DI BENEVENTO

a cura dell’Istituto Italiano dei Castelli,

Napoli, ottobre 2009.

27

Page 28: 175/176 - istitutoitalianocastelli.it · Questo numero di “Cronache Castellane” si ... secondarie di primo grado da attivarsi nell’a. s. 2010-2011. Si propone di trasformare

il nostro obiettivo?vedere una soluzione creativa in ogni cosa...

25128 bresciavia biseo 39

tel. 030.3389539e-mail: [email protected]

naturale comunicare

i n t e r l i n e a .creatività e stampa