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Personalità del ‘900 pagina

Ezio Amadori Imprenditore (1934-2015) 6

Luigi Bortolotti Storico e scrittore (1913-1978) 8

Venusto Bottazzi Presidente Avis e Aido (1915-2008) 10

Andrea Bugamelli Assessore alla Cultura (1977-2012) 12

Renzo Ceré Calciatore, pilota e team manager Carrera (1960 -2015) 14

Enea Dallavalle Sindaco (1910-1986) 17

Raineri Fin Partigiano e sindacalista (1903-1995) 22

Ciro Galvani Attore (1867-1956) 23

Enrichetta Giacometti Rondelli Preside e presidente Istituzione Servizi Sociali (1928-2014) 24

Suor Maria Elisa Grossi Religiosa e dirigente scolastica (1921-2015) 25

Danilo Odorici Sindaco (1930-2004) 26

Marco Parenti Politico ed imprenditore (1956-2015) 28

Anna Ramenghi Pittrice (1931-2015) 30

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Personaggi storici pagina

Augusto Alvisi Garibaldino (1842-1860) 5

Ercole Valerio Ottavio Cavazza Storico (1735-1813) 15

Alessandro Fabri Poeta (1691-1768) 19

Protagonisti della Lotta di Liberazione pagina

Ermelinda Bersani Partigiana Prima donna eletta in Consiglio Comunale (1908-2002) 7

Corinna Cattani Staffetta partigiana (1926-1945) 13

Renato Daghia Partigiano (1920-1999) 16

Mario Felicori Partigiano (1918-1945) 21

Gilberto Remondini Partigiano (1919-1944) 31

Teresa Ronchi Staffetta partigiana (1927-2016) 32

Elena Ronzani Partigiana Prima donna eletta in Consiglio Comunale (1898 – 1990) 33

Novella Ropa Staffetta partigiana( 1923-1945) 34

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Ricerca a cura dell’associazione Terra Storia Memoria

Informazioni

Comune di Castel San Pietro Terme www.castelsanpietroterme.it:

Associazione Terra Storia Memoria www.terrastoriamemoria.it

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Augusto Alvisi (Castel San Pietro 1842 – Reggio Calabria 1860)

Nel 1860 è in corso la spedizione dei Mille.

Un gruppo di giovani castellani parte per

raggiungere Garibaldi in Sicilia. La data

della partenza è attorno al 6 agosto, come

si desume dalla decisione comunale di dare

un contributo per le spese di viaggio che si

aggiunge al contributo di altri cittadini.

La spedizione di Garibaldi ha già

oltrepassato lo stretto e si dirige verso

Reggio Calabria. Il 20 agosto la colonna

garibaldina al comando di Nino Bixio entra

in città e ad attenderli schierati attorno alla

piazza del Duomo è il 14° reggimento al

comando del colonnello Dusmet.

Lo scontro avviene a mezzanotte ed è violentissimo: cade il Dusmet , lo

stesso Bixio è ferito due volte al braccio e il cavallo colpito da numerose

baionettate.

La battaglia si protrae fino all’alba del 21 e infine i borbonici si ritirano da

Reggio.

Al combattimento ha partecipato Augusto Alvisi, che viene ricoverato in

ospedale con tre ferite.

Il 28 agosto cessa di vivere: ha appena compiuto 18 anni.

Era figlio del medico condotto dell’area di Varignana/Montecalderaro.

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Ezio Amadori (Castel San Pietro 1934 -2015)

Dopo aver frequentato l’Istituto Tecnico

Professionale Alberghetti, nel 1969 inizia la sua

attività professionale e imprenditoriale

depositando il marchio Tecna.

Nel 1972 parte l’attività dello Stabilimento Tecna.

Ben presto l’azienda decolla grazie alla sua

grande professionalità e capacità inventiva.

L’azienda opera esclusivamente nel settore della

saldatura a resistenza.

Tecna sviluppa interamente tutti i propri prodotti

vantando un elevato livello di qualità. I principali

settori di interesse vanno dalla riparazione in carrozzeria all'industria,

includendo l'industria automobilistica e la carpenteria.

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Ermelinda Bersani (Castel San Pietro 1908 – Imola 2002)

Operaia, inizia la sua lotta politica al fascismo

molto giovane e subito si trova impegnata

nell’attività clandestina. Nel 1932 segue il

marito Giovanni Nardi, antifascista condannato

a 5 anni di confino, all’isola di Lipari con il

figlioletto Giorgio di appena 3 anni.

Rientrata a Castel San Pietro, continua l’attività

politica clandestina.

Assunta all’Ombrellificio Sassi come operaia,

organizza la lotta per gli aumenti salariali, per

la conquista delle otto ore lavorative,

ottenendo il raddoppio del salario. Viene

arrestata nel 1942 a seguito di delazione, condannata a 20 giorni di

carcere e diffidata.

Dopo l’8 settembre 1943 è responsabile dei Gruppi di Difesa della Donna

di Castel San Pietro. Partecipa alla manifestazione per la distribuzione di

sale e viveri alla popolazione avvenuta nel 1944 e si occupa del recupero

di armi per i partigiani. Svolge inoltre funzioni di staffetta per il

movimento partigiano.

Terminata la guerra, Ermelinda si adopera per l’assistenza all’infanzia con

l’organizzazione di refezioni, la costruzione dell’asilo dell’UDI, le colonie

marine per i bambini, aiutando in tutti i modi possibili la popolazione

duramente colpita dalla guerra.

Viene eletta nelle prime elezioni libere del 31 marzo 1946 nel Consiglio

comunale di Castel San Pietro.

E’riconosciuta partigiana nella 66^ brigata Jacchia Garibaldi dal 9

settembre 1943 alla Liberazione.

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Luigi Bortolotti (Castel San Pietro 1913 – Bologna 1978)

Nel 1937 conseguì il diploma di maestro

elementare ed iniziò ad insegnare come

supplente in vari comuni.

Nel 1942 è chiamato a svolgere il servizio

militare .

Al termine del conflitto si adoperò per la

ricostruzione del paese, interessandosi

soprattutto delle frazioni di montagna

gravemente colpite e distrutte. Partecipò

alla vita politica del paese ricoprendo la

carica di consigliere comunale per la

Democrazia Cristiana.

L’interesse per le vicende storiche del

territorio e soprattutto di Castel San Pietro

lo portò già nel 1937 alla pubblicazione degli “Appunti storici di Castel San

Pietro dell’Emilia”. A seguire diverse furono le riedizioni con ampliamenti,

alle quali si aggiunsero altre monografie fra cui: “Comuni della provincia di

Bologna nella storia e nell’arte, il “Suburbio di Bologna”, “Il comune di

Imola”, “Il comune di San Giovanni in Persiceto” e altre pubblicazioni.

S’interessò inoltre della scoperta, della valorizzazione e della tutela del

patrimonio artistico specialmente di Castel San Pietro. A lui si deve la

scoperta di un importante dipinto che si trovava nella chiesa di Santa

Maria di Casalecchio dei Conti, l’interessamento presso la Soprintendenza

di Bologna per i lavori della facciata di Santa Maria Maggiore, e a lui

dobbiamo la catalogazione di molte lapidi storiche, anche di Bologna.

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Oltre agli interessi storici sostenuti da un valido metodo di ricerca, basato

sulla ricerca delle fonti, coltivò la passione per la composizione di poesie

in italiano e anche in dialetto su varie tematiche; molti testi sono dedicati

a Castel San Pietro.

Da sempre Luigi Bortolotti è stato un convinto e strenuo difensore della

necessità che la comunità di Castello avesse un suo museo dove

conservare e valorizzare i molteplici reperti storici.

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Venusto Bottazzi (Castelfranco Emilia 1915 – Castel San Pietro 2008)

Durante la Resistenza ha fatto parte del movimento partigiano nella zona

di Montefiorino.

Nel 1961, quando si è

trasferito con la famiglia a

Castel San Pietro Terme, ha

riorganizzato la locale

sezione AVIS, di cui divenne

Presidente nel 1973.

A Lovran, prima ancora del

Gemellaggio con i comuni

croati, aiutò l'Avis locale e

realizzò il “primo reale

scambio di sangue” in loco.

Nel settembre 2005 la

delegazione, giunta per il

gemellaggio a Castel San Pietro, gli consegnò un personale

riconoscimento.

Riusciva a dialogare e a collaborare con tutti, al di fuori delle opinioni

politiche o religiose. Nelle feste dell’Avis, in Montagnola a Castello, che

duravano 3 settimane, i volontari presenti erano di tutti partiti politici.

Nel 1981 ha fondato l’AIDO di Castel San Pietro Terme, che ha presieduto

fino al 2001. Il suo contributo per la promozione della donazione è stato

forte ed indomito fino alla fine della sua vita. In particolare il suo impegno

era rivolto verso i giovani, nel mondo della scuola e dello sport.

Sostenuto da un forte impegno sociale, ha collaborato sempre con le

Istituzioni, con l’intento di migliorare e far conoscere Castel San Pietro.

Nel 1973 è stato insignito dell’onorificenza di Ufficiale Ordine al Merito

della Repubblica Italiana.

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Nell’ottobre 2005, in occasione del suo 90° compleanno, il sindaco

Vincenzo Zacchiroli gli ha consegnato una targa "con riconoscenza a nome

dell'intera città".

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Andrea Bugamelli (Castel San Pietro 1977 – Castel del Rio 2012)

Nasce a Castel San Pietro

Terme il 29 ottobre 1977.

Laureato in Scienze

dell’Organizzazione

all’Università di Bologna,

riveste il ruolo di Project

Manager in una delle più

importanti aziende mondiali

di packaging (IMA, Ozzano

dell’Emilia BO) dove si

afferma negli anni 2003 - 2012 come Product Manager per le filiali in

Spagna, Inghilterra e Germania.

Appassionato di fotografia, diventa “prosumer”, un fotoamatore evoluto,

a livello di amatore-professionista. Durante il 2010 ha tenuto quattro corsi

di fotografia.

Innumerevoli altri interessi lo animano: la tecnologia, la montagna, la

natura e la passione politica che lo porta a impegnarsi negli anni '90 nei

Giovani Democratici. Nel 1999 è candidato al Consiglio Comunale.

Diventa successivamente assessore con deleghe alla Cultura, Politiche

giovanili e Pace, a fianco del Sindaco Vincenzo Zacchiroli, nel periodo

2004 – 2007.

Durante il suo mandato di assessore, collaborò alla predisposizione dei

nuovi spazi della Biblioteca Comunale di Castel San Pietro Terme, che si

trasferì nel 2005 nei nuovi locali dell’Ex Macello Pubblico, intitolata al

primo sindaco della Liberazione Aldo Bacchilega.

A Osteria Grande curò l’intitolazione della Sala Convegni a Ciro Soglia,

partigiano, giornalista e scrittore.

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Corinna Cattani ( Medicina 1926 – Castel San Pietro 1945)

Militò nel battaglione SAP della

66a brigata Jacchia Garibaldi a

Castel San Pietro.

Caduta in combattimento il 12

aprile 1945.

Riconosciuta partigiana dall'1

settembre 1944 al 12 aprile 1945

E' ricordata nel Sacrario di Piazza

Nettuno e nel Monumento alle

Cadute partigiane a Villa Spada.

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Renzo Ceré (Castel San Pietro 1960 – 2015 )

Nato a Castel San Pietro il 17 marzo

1960, Renzo Cerè è un imprenditore

castellano molto conosciuto per i suoi

trascorsi di calciatore (S.Lazzaro,

Ozzanese e Castel Guelfo), poi come

pioniere agli inizi degli anni ’90 del

calcio a 5 a Castello (Ass.ne Calcio a

cinque, di cui è stato anche allenatore)

ed in particolare come fondatore, pilota

e team-manager della mitica “Nera” (il

team che ha vinto più Carrere nella

storia) ed anche del Gruppo di volontari

“Buca Nera”.

Tanti amici da Bologna, Imola e

dintorni, hanno voluto ricordarlo

affidando le proprie testimonianze a

Sauro Dal Fiume, che le ha raccolte nel

libro “Dimmi chi era Renzo” in cui si

raccontano le esperienze di Cerè nel mondo del calcio e del calcetto, in

quello della Carrera autopodistica, nella amatissima caccia (in Croazia alla

beccaccia!) ed anche nella vita castellana di tutti i giorni.

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Ercole Valerio Ottavio Cavazza (Castel San Pietro 1735 – 1813)

Compie gli studi nel collegio

seminario di Faenza, nel 1756 è

notaio, dopo avere compiuto i suoi

studi con Alessandro Macchiavelli e

fatto pratica con Giuseppe Bovi

Campeggi.

Nel 1758 entra nel Consiglio

comunale di Castel San Pietro e vi

resta fino al 1805 quando viene

allontanato perché legato al vecchio

regime.

Ricopre per parecchie volte la carica

di capo della Comunità come Console e per 30 anni ricopre la carica di

segretario comunale.

Cavazza è lo storico della città per eccellenza, le sue “Memorie Historiche

di Castel San Pietro nella giurisdizione di Bologna “ manoscritto 4304 in 6

volumi, conservato presso la Biblioteca Universitaria Bolognese, partono

dal 1196 e giungono al 1801. L’opera è dedicata ai castellani con la

considerazione che, essendo passati sei secoli dalla fondazione del

castello e non essendovi nessuna opera che racconti la sua storia, in

nome dell’amor patrio qualcuno dovesse porsi.

Un’altra sua opera è “Elogi alle vite di alcune donne e uomini illustri per

santità di costumi di Castel San Pietro” che inizia con un elogio ed un atto

d’amore per Castello .

Non c’è autore, studioso e studente che, interessandosi della storia della

nostra comunità, non abbia fatto e non faccia riferimento all’opera di

Ercole Valerio Ottavio Cavazza.

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Renato Daghia (Ozzano Emilia 1920 – Argenta 1999)

Carabiniere col grado di vice brigadiere, dopo

l’8 settembre 1943 lascia Roma dove presta

servizio militare, rientra a Caste San Pietro e

collabora con il movimento resistenziale. Milita

nei gruppi SAP di Castel San Pietro con funzione

di comandante ed opera nella valle del Sillaro.

Nella primavera del 1944 l’organizzazione dei

gruppi sappisti è aggregata alla 66^ brigata

Jacchia Garibaldi.

Nell’inverno 1944-1945 insieme al suo

battaglione comincia a rilevare le postazioni

nemiche, i campi minati, le fortificazioni tedesche sul costone del Sillaro.

Nel febbraio del 1945 ha l’incarico di prendere contatto con gli alleati

prima che questi attacchino frontalmente il paese; prelevato da una

pattuglia tedesca in ripiegamento e costretto a portare in paese le

salmerie, ha modo di osservare la difesa approntata dai tedeschi.

Nella notte precedente l’offensiva attraversa il fronte e informa il

comando alleato che i tedeschi hanno praticamente abbandonato il paese

ottenendo la sospensione dell’attacco aereo che lo avrebbe distrutto.

Le residue truppe tedesche sono accerchiate dalla brigata Jacchia

Garibaldi e la liberazione di Castel San Pietro avviene senza ulteriori danni.

Il comando alleato lo incarica di riorganizzare la stazione dei carabinieri.

E’ riconosciuto partigiano dal 1° giugno 1944 alla Liberazione

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Enea Dallavalle (Castel San Pietro 1910 – 1986)

Enea Dallavalle detto Ermes, non ancora

quindicenne inizia a lavorare come muratore ed

entra in contatto con gli antifascisti locali. Partecipa

alla campagna di diffusione della stampa clandestina

antifascista e in seguito alla campagna in favore della

Spagna repubblicana.

Nel 1939 viene arrestato e condotto nelle carceri di

San Giovanni in Monte dove subisce torture. Viene

condannato dal Tribunale Speciale a tre anni di

carcere per la ricostituzione del Partito comunista,

appartenenza allo stesso e propaganda. Viene poi

trasferito nelle carceri di Castelfranco Emilia, quindi

a Regina Coeli e infine a Civitavecchia dove viene a

lungo segregato.

Graziato a seguito dell’amnistia per la nascita di un

erede di casa Savoia, è richiamato alle armi e presta

servizio in Jugoslavia .

Il 26 luglio 1943, tornato in patria, entra a fare parte come dirigente del

Comitato antifascista costituito a Castel San Pietro. Dopo l’8 settembre

prende parte all’organizzazione delle prime bande partigiane e dà vita al

battaglione S.A.P. “Dino Avoni”, ne diventa il comandante, ed è nominato

commissario politico della zona che comprende anche l’imolese.

All’inizio del 1945 in seguito ad una soffiata viene prelevato dai tedeschi

ma non viene riconosciut;, deve però trasferirsi a Bologna per sfuggire alla

Brigata Nera. Nel marzo del 1945 entra a fare parte del gruppo dirigente

della Federazione comunista bolognese.

Il 21 aprile è a capo della brigata partigiana che va incontro alle truppe

polacche che entrano a Bologna.

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E’ riconosciuto partigiano con il grado di maggiore dal 1° ottobre 1943 alla

liberazione.

E’ sindaco di Castel San Pietro dal 1951 al 1964. Il suo mandato è

caratterizzato da una accentuata volontà di dialogo e di ascolto, è il

sindaco della gente con la quale ha un continuo rapporto anche fuori dalle

attività istituzionali.

Lavora incessantemente per lo sviluppo del paese dopo la ricostruzione

postbellica.

.

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Alessandro Fabri (Castel San Pietro 1691 – Bologna 1768)

Intraprende gli studi a Bologna presso i

gesuiti di San Luigi Gonzaga dove

compie gli studi di filosofia. Secondo

un’usanza dell’epoca fu invitato a

trasferirsi presso il nobile Giovanni

Francesco Marsigli Rossi, spinto dal

padre a studiare giurisprudenza sotto la

guida dei più illustri maestri dell’epoca.

Optò per la strada del notariato e fu

aggregato presso il collegio dei notari.

La sua vera inclinazione è però rivolta

verso gli studi letterari e classici, amore

che condivise con l’impegno pubblico.

Nel 1731 è eletto dal senato bolognese

aiutante della Pubblica Segreteria, incarico rappresentativo e abbastanza

prestigioso, carica che manterrà fino al 1762.

La sua produzione letteraria fu in prosa e in poesia.

Fu aggregato a molte accademie letterarie e fra gli Arcadi, come d’uso,

assunse un nome fittizio, quello di Timecrate.

Scrisse molte orazioni di carattere religioso ed encomiastico, mentre le

poesie sono di vario argomento: in alcune bacchetta i costumi dissoluti

con un rigido moralismo, in altre esalta i piaceri della vita .

La poesia che più gli diede notorietà fu un sonetto scritto in occasione

dell’inaugurazione di una statua che i bolognesi dedicarono a Benedetto

XIV. Sempre al Papa e all’imperatore Carlo VI inviò lettere in latino, in

rappresentanza della città di Bologna.

Sebbene la sua vita si svolgesse principalmente a Bologna non dimenticò il

suo paese. Nel maggio del 1735 scrive al priore di Castel San Pietro e gli

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chiede di poter essere coadiuvante con il fratello come consigliere

comunale.

Come poeta molto interessanti sono tre composizioni su cerimonie

religiose fatte a Castel San Pietro in occasione delle feste per la Madonna

di Poggio, il Crocifisso e la Beata Vergine.

La famiglia Fabri viene considerata una delle famiglie più antiche e di una

certa importanza di Castel San Pietro. Molto verosimilmente

appartennero alla stessa famiglia dei nostri due cappuccini di Castel San

Pietro che morirono “in odore di santità” secondo la definizione del

Cavazza.

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Mario Felicori (Castel San Pietro 1918 – Imola 1945)

Iscritto al Partito d’Azione.

Dopo il 25 luglio 1943 rappresentò il suo partito nel comitato antifascista

locale, trasformato poi in CLN con l'inizio della Resistenza.

Fu uno dei promotori ed

organizzatori della 66^ brigata

Jacchia Garibaldi operante nel

territorio di Castel San Pietro.

Arrestato dai fascisti nella

primavera del 1945 fu lungamente

detenuto nelle carceri di Imola.

Dopo essere stato sottoposto a

orrende torture, il 12 aprile 1945 fu

trucidato con altri 15 partigiani e

gettato nel pozzo della ditta Becca

di Imola.

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Raineri Fin (Brogliano 1903 – Castel San Pietro 1995)

Con la famiglia, si stabilisce alla Gaiana nel

1929; iscritto al Partito Popolare svolge

attività antifascista.

Dopo l’8 settembre con amici popolari si

mette in contatto con altri antifascisti di

sicura e vecchia conoscenza e

contribuisce alla formazione del CLN di

Castel San Pietro.

Incurante della vicinanza alla propria

abitazione della sede del comando

tedesco, continua l’opera di propaganda

contro la trebbiatura del grano,

convincendo anche alcuni fascisti a disertare fornendo loro abiti civili.

Nel febbraio 1945 viene arrestato a seguito di una delazione; ritenuto un

capo, viene condannato all’impiccagione.

L’intervento di un ufficiale permette la commutazione della pena di morte

in una condanna a 15 giorni di lavoro a scavare trincee in prima linea.

Dopo la liberazione è tra i primi aderenti alla DC, ed è eletto in consiglio

comunale di cui farà parte fino al 1970.

Contemporaneamente svolge attività sindacale e anche come membro

della segreteria nazionale della Federcoltivatori CISL .

E’ riconosciuto partigiano nella 66^ brigata Jacchia Garibaldi dal 9

settembre 1944 alla liberazione.

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Ciro Galvani (Castel San Pietro 1867 – 1956)

Ama il disegno e si diploma pittore

all’Accademia delle Belle Arti di

Bologna.

La sua vera passione però è il teatro.

A 23 anni entra nella compagnia di

Andrea Maggi, e inizia la sua

movimentata carriera di attore.

Lavora con varie compagnie finché

non incontra a Bologna Eleonora

Duse; con la compagnia della

“Divina” gira tutta l’Europa ed è

anche in America Latina.

E’ amico di D’Annunzio e ne

rappresenta molte opere.

Ciro Galvani è anche attore

cinematografico e venti sono le sue

interpretazioni dal 1910 al 1939. Tra

queste “Salomè” con una ancora

giovanissima Francesca Bertini, “La

Nave” di Gabriele D’Annunzio con Ida Rubinstein, e il famoso “Scipione

l’Africano” ove interpreta Quinto Fabio Massimo.

Galvani fu anche un apprezzato artista, basti ricordare il ritratto della

Duse, da lui sempre amata, ora conservato nella casa di riposo per artisti

Lyda Borelli.

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Enrichetta Giacometti Rondelli (Castel San Pietro 1928-2014)

E’ stata la presidente dell’Istituzione Servizi Sociali del comune di Castel

San Pietro Terme dalla nascita nel gennaio 1997 fino a luglio 2004.

Grazie al suo impegno in quegli anni, il Comune di Castel San Pietro

Terme fu riconosciuto dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri come

“Comune ideale” per la qualità dei

servizi sociali.

L’Istituzione estese la sua opera in

varie direzioni: la gestione della Casa

Protetta e del Centro Diurno per

anziani e disabili, l’assistenza

domiciliare, il trasporto disabili, la

refezione scolastica con programmi

di educazione alimentare, (una delle

prime ad ottenere la certificazione

ISO 9000 su tutta la filiera),

l’attivazione della Zabina come

centro per l’inserimento lavorativo

per disabili.

Al di fuori del Comune l’Istituzione

ricevette importanti riconoscimenti

e venne presa a modello; anche l’università Bocconi invitò più volte

l’Istituzione di Castel San Pietro a relazionare sull’attività svolta e sul

modello organizzativo.

Dal 1973 al 31 agosto 1996 è stata preside della scuola media statale F.lli

Pizzigotti.

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Suor Maria Elisa Grossi (Castenaso 1921 – Vedrana di Budrio 2015)

Nata a Castenaso il 26

ottobre 1921 conosce le

Suore Visitandine fin da

bambina; dal 1935 al 1942

frequenta le scuole presso

le Visitandine di Castel S.

Pietro e diventa maestra.

L’11 ottobre 1943 prende i

voti.

Dal 1943 al 1949 insegna a

Bologna nella Scuola

Elementare. Nel 1949 torna

a Castel S. Pietro, prima

insegnante della Scuola Materna poi di Educazione Fisica.

Nel 1962 Suor Pia, preside delle Visitandine, sul letto di morte affida la

scuola a Suor Maria Elisa e alla allora Professoressa Adriana Romagnoli

Baldazzi.

Donna attenta ai bisogni del territorio, coraggiosa, non teme le allora

rigorosissime ispezioni ministeriali, necessarie per ottenere i

riconoscimenti legali. Nel 1962 avvia l’Istituto Professionale (prima

triennale, poi quinquennale) e nel 1966 l’Istituto Magistrale trasformato

poi in Liceo della Comunicazione.

Per tanti anni sono stati gli unici due Istituti Superiori di Castel San Pietro

e proprio grazie a queste due realtà tanti giovani si sono potuti diplomare

e avviare a carriere brillanti; ragazzi cui difficilmente le famiglie avrebbero

permesso di andare a studiare a Imola o a Bologna.

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Danilo Odorici (Montombraro 1930 – Castel San Pietro 1998)

Danilo Odorici nasce a

Monteombraro, piccolo centro

dell’Appennino tosco-emiliano in

provincia di Modena, il padre Stefano

è un attivista socialista, perseguitato

politico, costretto all’esilio in Francia

durante il fascismo.

Danilo a causa della guerra deve

abbandonare gli studi in terza

elementare e andare a servizio come

garzone presso un contadino di

Crespellano.

Nel 1945, quasi al termine della

guerra, viene reclutato con il padre

dai tedeschi per andare a costruire le trincee alla Futa dove subisce

anche violenze fisiche.

Nel 1946 inizia a frequentare la scuola di formazione del Partito

comunista a Bologna, dove prende anche la licenza elementare.

Nel 1948 come capo lega dei contadini entra nella camera del lavoro di

Castel San Pietro e ne diventa il segretario, partecipando alla lotte per il

lavoro e per i patti agrari.

Nel 1962 diventa il capo lega dei camionisti ed intuisce la necessità di

innovazione e modernizzazione del settore tanto che il primo anno la

Trascoop, di cui in seguito Odorici diventa presidente, triplica il fatturato

di tutti i soci. E’ eletto consigliere comunale nel 1956 e in seguito diventa

assessore all’Agricoltura e poi ai Lavori pubblici .

Nel 1967 a seguito della morte improvvisa del sindaco Sabbioni è eletto

sindaco, carica che mantiene fino al 1987.

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Sindaco del fare guida la crescita economica e sociale del territorio. A lui

si deve lo sviluppo termale, alberghiero e residenziale sia nel capoluogo

sia ad Osteria Grande. Si adopera inoltre per l’asfaltatura delle strade

bianche, l’apertura del casello autostradale di Castel San Pietro sull’A14,

difende l’autonomia dell’ospedale civile di Castello.

Durante la sua amministrazione viene redatto il piano regolatore che

individua le linee di sviluppo industriale, turistico, residenziale e dei servizi

scolastici e sportivi.

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Marco Parenti (Castel San Pietro 1956 – 2015)

Frequenta il liceo scientifico presso l’Istituto Salesiano di Faenza e

successivamente la Facoltà di Economia e Commercio.

Rileva nel novembre 2012 l’attività commerciale di famiglia, la

“Ferramenta Parenti qualificata”, una tra le ferramenta più antiche d’Italia

e premiata per i suoi 160 anni dalla Camera di Commercio di Bologna

come seconda attività più longeva della provincia di Bologna.

Comincia a frequentare l’ambiente politico castellano poco più che

ventenne, ma senza iscriversi a nessun partito. Lo scopo prioritario di

tutta la sua linea è sempre stato “Il bene del paese”.

Viene eletto Consigliere

Comunale, come

indipendente, nelle liste

della Democrazia Cristiana.

Da subito la sua profonda

conoscenza del settore

commercio lo impegna a

lavorare a livello comunale

e provinciale.

Si candida alla carica di sindaco nel 1995 con la lista civica Unione

Castellana arrivando ad un soffio dal ballottaggio. Si ricandida nel 1999,

2004 e 2009.

Nelle sue numerose campagne elettorali avrà sempre a cuore la forte

determinazione a mantenere in attività l’ospedale di Castello e a

scongiurarne la chiusura.

Marco Parenti per cinque legislature ricopre la carica di capogruppo in

consiglio comunale, confrontandosi sempre con le istituzioni sui progetti

per la città e sulle scelte da compiere.

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Decide poi per la prima volta di iscriversi ad un partito, l’UDC, di cui dal

2012 ricopre la carica di segretario circondariale.

Ricordiamo il suo fattivo contributo per l’apertura della Scuola

Alberghiera, l’apertura del Casello Autostradale sulla A14, le proposte per

il nuovo Piano del Commercio, per ottenere una nuova sede per la

caserma dei Carabinieri, nonché la riqualificazione del teatro Arena.

Concorse anche fattivamente alla realizzazione del golf club Le Fonti di

cui è stato socio fondatore e membro del consiglio direttivo. Portò avanti,

insieme alle istituzioni, anche il progetto Anusca e centro Ippico, non

tralasciando la riqualificazione delle Terme.

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Anna Ramenghi (Castel San Pietro 1931 – Genova 2015)

Trascorre a Castello l’infanzia e il periodo della guerra, anni che segnano

le future scelte di vita e rapporti di amicizia.

Il padre, uomo di cultura fortemente antifascista e ideologo del

socialismo, paga col carcere a Imola la sua dichiarata posizione contro la

violenza e i soprusi del regime.

Nel dopoguerra Anna si

trasferisce

definitivamente a

Genova.

La sua vicenda artistica

inizia nel 1953 con la

prima partecipazione ad

una collettiva e la prima

personale è nel 1959 a

Genova.

Negli anni si sono

susseguite mostre

personali e collettive sul

territorio nazionale ed

internazionale con importanti affermazioni della critica.

Un forte legame sentimentale ed artistico lega Anna alla sua città natale

che ha sempre ricambiato il suo affetto.

Nel corso degli anni, su iniziativa di vari concittadini, si sono organizzate

mostre che hanno registrato un’alta affluenza e un forte apprezzamento.

La prima mostra castellana è del dicembre 1982; altre avranno luogo nel

1991, 1998, 1999, 2009 e 2015 a poche settimane dalla scomparsa.

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Gilberto Remondini (Castel San Pietro 1919 – Cimone della Bastia 1944)

Iscritto al Partito d’Azione. Subito dopo l’8

settembre 1943 costituì a Castel San Pietro

Terme un nucleo armato molto attivo e fece

parte, contemporaneamente, del gruppo

dirigente provinciale del PdA.

Militò nell'8^ brigata Masia Giustizia e Libertà

con funzione di comandante di distaccamento.

Nella primavera 1944 si spostò nella zona di

Monte Calderaro, nella valle del Sillaro, e

costituì la 2^ brigata Giustizia e Libertà

Montagna Piero Jacchia. Assunse il comando

della formazione e guidò i suoi uomini in

ardimentose azioni, come la conquista della caserma fascista di

Sassoleone (Casalfiumanese) il 24 luglio 1944.

Cadde la mattina del 10 agosto 1944 al Cimone della Bastia mentre

rientrava alla base della brigata a Monte Battaglia, dopo avere compiuto

un'azione militare.

Dopo la sua morte, la brigata fu ribattezzata 66^ brigata Jacchia Garibaldi.

Gli è stata conferita la medaglia d'argento al valor militare.

Riconosciuto partigiano dal 9 settembre 1943 al 10 agosto 1944.

Motivazione della Medaglia d'Argento al Valor Militare Abile e ardito comandante della compagnia partigiana, particolarmente distintosi in

precedenti eroiche azioni. Successivamente in occasione di un duro rastrellamento

nemico, si batteva a lungo energicamente con i suoi uomini contro il preponderante ben

armato avversario. Allo scopo di sventare una grave minaccia di accerchiamento

contrattaccava con estrema decisione il nemico alla testa dei suoi uomini. Durante la

riuscita vittoriosa azione cadeva per la libertà della Patria.

Monte Bastia (E. Romagna) 10 agosto 1944.

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Teresa Ronchi ( Castel San Pietro 1927 – Roma 2016)

Militò nel battaglione Avoni della

66^ brigata Jacchia Garibaldi con

funzione di vicecomandante di

compagnia e operò a Castel San

Pietro.

Il padre le impartì un'educazione

antifascista per cui con il costituirsi

dei primi gruppi resistenziali nella

zona, nonostante la sua giovane

età, incominciò ad operare con il fratello Geremia per il movimento

partigiano.

La conoscenza della lingua tedesca le permise di raccogliere notizie

importanti dagli ufficiali stanziatisi nella casa paterna.

Oltre a sottrarre armi per il movimento partigiano che poi recò in

montagna, sottrasse chili di tritolo posti dai tedeschi sotto il ponte di

Castel San Pietro riuscendolo a sminare.

Liberata Castel San Pietro Terme, si offrì di guidare le truppe polacche da

Castel San Pietro a Bologna.

Per questo fu decorata con medaglia di bronzo al valor militare dagli

alleati.

Riconosciuta partigiana dall'1 giugno 1944 al 17 aprile 1945.

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Elena Ronzani (Castel San Pietro 1898 – 1990)

Durante il periodo fascista svolse attività

politica facendo parte del Partito comunista

clandestino. Dopo l’8 settembre 1943 svolse

diversi incarichi come staffetta con la 66^

Brigata Jacchia Garibaldi, che operava nelle

montagne di Castel San Pietro e di cui il figlio

Poggi Erus era il comandante.

Fu membro del CLN di Castel San Pietro Terme

e dirigente dei GDD e operò per procurare e

distribuire generi di prima necessità alla

popolazione anche attraverso requisizioni e

sottrazioni agli occupanti.

Nel dopoguerra come dirigente dell’UDI

organizzò l’assistenza all’infanzia con

l’organizzazione di refezioni, la costruzione

dell’asilo, le colonie marine per i bambini.

Venne eletta nelle prime elezioni libere del 31

marzo 1946 nel Consiglio comunale di Castel

San Pietro.

Riconosciuta partigiana, nella 66^ brigata

Jacchia Garibaldi con il grado di tenente, dall'1

gennaio 1943 al 17 aprile 1945

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Novella Ropa (Marzabotto 1923 – Castel San Pietro 1945)

Militò nella 66ª brigata Jacchia

Garibaldi e operò a Castel San

Pietro.

Rimasta ferita da una scheggia di

granata il 4 novembre 1944, morì il

26 giugno 1945.

Riconosciuta partigiana dall'1

giugno 1944 al 4 novembre 1944

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Castel San Pietro Terme

13 luglio 2017

Testimonianze orali e fonti bibliografiche documentate presso Associazione Culturale Terra Storia Memoria: studio, ricerca, conservazione e

valorizzazione della storia locale di Castel San Pietro Terme e Comuni limitrofi

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