1/2012 Eco della Rossa

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Anno LIX - 2012 - N. 1 bim. - 15/02/2012 Sped. in abbonamento postale - art. 2 comma 20/C legge 662/96 filiale di Ancona PERIODICO BIMESTRALE D’INFORMAZIONE E CULTURA Contributi per sostenere il periodico CCP n. 14236608 intestato Parroco Santuario Cuore Immacolato di Maria 60048 Serra San Quirico Staz. (Ancona) Tel. (0731) 86030 Via A. Moro, 4 SANTUARIO CUORE IMMACOLATO DI MARIA L L ’ECO ’ECO DE DE LA LA ROSSA ROSSA Messaggio per la Quaresima 2012 “Prestiamo attenzione gli uni agli altri ...” www.ecodellarossa.it Fratelli e sorelle, la Quaresima ci offre ancora una volta l'opportunità di riflette- re sul cuore della vita cristiana: la carità. Infatti questo è un tempo propizio affinché, con l'aiuto della Parola di Dio e dei Sacramenti, rinnoviamo il nostro cammino di fede, sia personale che comunitario. E' un percorso segnato dalla preghiera e dalla condivisione, dal silenzio e dal digiuno, in attesa di vivere la gioia pasquale. Quest’anno desidero proporre alcuni pensieri alla luce di un breve testo biblico tratto dalla Lettera agli Ebrei (10,24): "Prestiamo attenzione gli uni agli altri per stimolarci a vicen- da nella carità e nelle opere buone". Il frutto dell'accoglienza di Cristo è una vita dispiegata secondo le tre virtù teologali: si tratta di accostarsi al Signore "con cuore sincero nella pienezza della fede" (v. 22), di mantenere salda "la professione della nostra speranza" (v. 23) nell'attenzione costante ad esercitare insieme ai fratelli "la carità e le opere buone" (v. 24). Si afferma pure che per sostenere questa condot- ta evangelica è importante parte- cipare agli incontri liturgici e di preghiera della comunità, guar- dando alla meta escatologica: la comunione piena in Dio (v. 25). 1. “Prestiamo attenzione”: la responsabilità verso il fratello. Il primo elemento è l'invito a "fare attenzione": il verbo greco usato è “katanoein”, che significa osservare bene, essere attenti, guardare con consapevolezza, accorgersi di una realtà. Lo tro- viamo nel Vangelo, quando Gesù invita i discepoli a "osservare" gli uccelli del cielo, che pur senza affannarsi sono oggetto della sol- lecita e premurosa Provvidenza divina e a "rendersi conto" della trave che c’è nel proprio occhio prima di guardare alla pagliuzza nell'occhio del fratello. Quindi, il verbo che apre la nostra esorta- zione invita a fissare lo sguardo sull’altro, prima di tutto su Gesù, e ad essere attenti gli uni verso gli altri, a non mostrarsi estranei, indifferenti alla sorte dei fratelli. Spesso, invece, prevale l’atteg- giamento contrario: l’indifferen- za, il disinteresse, che nascono dall’egoismo, mascherato da una parvenza di rispetto per la "sfera privata". Anche oggi Dio ci chie- de di essere "custodi" dei nostri fratelli (cfr Gen 4,9), di instaura- re relazioni caratterizzate da pre- mura reciproca, da attenzione al bene dell'altro e a tutto il suo bene. Il grande comandamento dell'amore del prossimo esige e sollecita la consapevolezza di avere una responsabilità verso chi, come me, è creatura e figlio di Dio: l’essere fratelli in uma- nità e, in molti casi, anche nella fede, deve portarci a vedere nel- l'altro un vero “alter ego”, amato in modo infinito dal Signore. L’attenzione all’altro comporta desiderare per lui o per lei il bene, sotto tutti gli aspetti: fisico, morale e spirituale. La Sacra Scrittura mette in guardia dal pericolo di avere il cuore indurito da una sorta di "anestesia spiri- tuale" che rende ciechi alle soffe- si adeguano alla mentalità comu- ne, piuttosto che mettere in guar- dia i propri fratelli dai modi di pensare e di agire che contraddi- cono la verità e non seguono la via del bene. Il rimprovero cri- stiano, però, non è mai animato da spirito di condanna o recrimi- nazione; è mosso sempre dall’a- more e dalla misericordia e sgor- ga da vera sollecitudine per il bene del fratello. L’apostolo Paolo afferma: “Se uno viene sorpreso in qualche colpa, voi che avete lo Spirito correggetelo con spirito di dolcezza”. Nel nostro mondo impregnato di individualismo, è necessario riscoprire l’importanza della cor- rezione fraterna, per camminare insieme verso la santità. 2. “Gli uni agli altri”: il dono della reciprocità. Una società come quella attuale può diventare sorda sia alle sofferenze fisiche, sia alle esigenze spirituali e morali della vita. Non così deve essere nella comunità cristiana! I discepoli del Signore, uniti a Cristo mediante l’Eucaristia, vivono in una comunione che li lega gli uni agli altri come membra di un solo corpo. Ciò significa che l'altro mi appartiene, la sua vita, la sua sal- vezza riguardano la mia vita e la mia salvezza. Tocchiamo qui un elemento molto profondo della comunione: la nostra esistenza è correlata con quella degli altri, sia nel bene che nel male; sia il peccato, sia le opere di amore hanno anche una dimensione sociale. La carità verso i fratelli, di cui è un’espressione l'elemosi- na - tipica pratica quaresimale insieme con la preghiera e il digiuno - si radica in questa comune appartenenza. Attenzione agli altri nella reci- procità è anche riconoscere il bene che il Signore compie in essi e ringraziare con loro per i prodigi di grazia che il Dio buono e onnipotente continua a operare nei suoi figli. 3. “Per stimolarci a vicenda nella carità e nelle opere buone”: camminare insieme nella santità. Questa espressione della Lettera agli Ebrei ci spinge a considerare la chiamata universa- le alla santità, il cammino costan- te nella vita spirituale, ad aspira- re ai carismi più grandi e a una carità sempre più alta e più feconda (cfr 1 Cor 12,31-13,13). L'attenzione reciproca ha come scopo il mutuo spronarsi ad un amore effettivo sempre maggio- re. Il tempo che ci è dato nella nostra vita è prezioso per scopri- re e compiere le opere di bene, nell’amore di Dio. Purtroppo è sempre presente la tentazione della tiepidezza, del soffocare lo Spirito, del rifiuto di "trafficare i talenti" che ci sono donati per il bene nostro e altrui (cfr Mt 25,25s). Tutti abbiamo ricevuto ricchezze spirituali o materiali utili per il compimento del piano divino, per il bene della Chiesa e per la salvezza personale. Di fronte ad un mondo che esige dai cristiani una testimonianza rin- novata di amore e di fedeltà al Signore, tutti sentano l’urgenza di adoperarsi per gareggiare nella carità, nel servizio e nelle opere buone (cfr Eb 6,10). Questo richiamo è particolarmente forte nel tempo santo di preparazione alla Pasqua. Con l’augurio di una santa e feconda Quaresima, vi affido all’intercessione della Beata Vergine Maria e di cuore imparto a tutti la Benedizione Apostolica. BENEDICTUS PP. XVI renze altrui. Che cosa impedisce questo sguardo umano e amore- vole verso il fratello? Sono spes- so la ricchezza materiale e la sazietà, ma è anche l’anteporre a tutto i propri interessi e le proprie preoccupazioni. Mai dobbiamo essere incapaci di "avere miseri- cordia" verso chi soffre; mai il nostro cuore deve essere talmen- te assorbito dalle nostre cose e dai nostri problemi da risultare sordo al grido del povero. Invece proprio l’umiltà di cuore e l'espe- rienza personale della sofferenza possono rivelarsi fonte di risve- glio interiore alla compassione e all'empatia: "Il giusto riconosce il diritto dei miseri, il malvagio invece non intende ragione" (Pr 29,7). Si comprende così la bea- titudine di "coloro che sono nel pianto" (Mt 5,4), cioè di quanti sono in grado di uscire da se stes- si per commuoversi del dolore altrui. L'incontro con l'altro e l'a- prire il cuore al suo bisogno sono occasione di salvezza e di beati- tudine. Il "prestare attenzione" al fra- tello comprende altresì la premu- ra per il suo bene spirituale. E qui desidero richiamare un aspetto della vita cristiana che mi pare caduto in oblio: la correzione fraterna in vista della salvezza eterna. Oggi, in generale, si è assai sensibili al discorso della cura e della carità per il bene fisi- co e materiale degli altri, ma si tace quasi del tutto sulla respon- sabilità spirituale verso i fratelli. La tradizione della Chiesa ha annoverato tra le opere di miseri- cordia spirituale quella di "ammonire i peccatori". Non bisogna tacere di fronte al male. Penso qui all’atteggiamento di quei cristiani che, per rispetto umano o per semplice comodità, Giornata per la vita Giovani aperti alla vita Matrimonio cristiano e convivenza La vera giovinezza risiede e fiorisce in chi non si chiude alla vita. Essa è testimoniata da chi non rifiuta il suo dono – a volte misterioso e delicato – e da chi si dispone a esserne servitore e non padrone in se stesso e negli altri. Del resto, nel Vangelo, Cristo stesso si presenta come “servo” (cfr Lc 22,27), secondo la profe- zia dell’Antico Testamento. Chi vuol farsi padrone della vita, invecchia il mondo. Educare i giovani a cercare la vera giovinezza, a compierne i desideri, i sogni, le esigenze in modo profondo, è una sfida oggi centrale. Se non si educano i gio- vani al senso e dunque al rispetto e alla valorizzazione della vita, si finisce per impoverire l’esistenza di tutti, si espone alla deriva la convivenza sociale e si facilita l’emarginazione di chi fa più fati- ca. L’aborto e l’eutanasia sono le conseguenze estreme e tremende di una mentalità che, svilendo la vita, finisce per farli apparire come il male minore: in realtà, la vita è un bene non negoziabile, perché qualsiasi compromesso apre la strada alla prevaricazione su chi è debole e indifeso. In questi anni non solo gli indici demografici ma anche ripetute drammatiche notizie sul rifiuto di vivere da parte di tanti ragazzi hanno angustiato l’animo di quanti provano rispetto e ammirazione per il dono dell’esi- stenza. Sono molte le situazioni e i problemi sociali a causa dei quali questo dono è vilipeso, avvilito, caricato di fardelli spesso duri da sopportare. Educare i giovani alla vita significa offrire esempi, testimonianze e cultura che diano sostegno al desiderio di impegno che in tanti di loro si accende appena trovano adulti disposti a condividerlo. Per educare i giovani alla vita occorrono adulti contenti del dono dell’esistenza, nei quali non prevalga il cinismo, il calcolo o la ricerca del potere, della carrie- ra o del divertimento fine a se stesso. I giovani di oggi sono spesso in balia di strumenti – creati e manovrati da adulti e fonte di lauti guadagni – che ten- dono a soffocare l’impegno nella realtà e la dedizione all’esisten- za. Eppure quegli stessi strumen- ti possono essere usati proficua- mente per testimoniare una cul- tura della vita. Molti giovani, in ogni genere di situazione umana e sociale, non aspettano altro che un adulto carico di simpatia per la vita che proponga loro senza facili mora- lismi e senza ipocrisie una strada per sperimentare l’affascinante avventura dell’esistenza. È una chiamata che la Chiesa sente da sempre e da cui oggi si lascia con forza interpellare e guidare. Per questo, la rilancia a tutti – adulti, istituzioni e corpi sociali –, per- ché chi ama la vita avverta la pro- pria responsabilità verso il futu- ro. Molte e ammirevoli sono le iniziative in difesa della vita, pro- mosse da singoli, associazioni e movimenti. È un servizio spesso silenzioso e discreto, che però può ottenere risultati prodigiosi. È un esempio dell’Italia miglio- re, pronta ad aiutare chiunque versa in difficoltà. Gli anni recenti, segnati dalla crisi economica, hanno eviden- ziato come sia illusoria e fragile l’idea di un progresso illimitato e a basso costo, specialmente nei campi in cui entra più in gioco il valore della persona. Ci sono curve della storia che incutono in tutti, ma soprattutto nei più gio- vani, un senso di inquietudine e di smarrimento. Chi ama la vita non nega le difficoltà: si impe- gna, piuttosto, a educare i giova- ni a scoprire che cosa rende più aperti al manifestarsi del suo senso, a quella trascendenza a cui tutti anelano, magari a tentoni. Nasce così un atteggiamento di servizio e di dedizione alla vita degli altri che non può non com- muovere e stimolare anche gli adulti. La vera giovinezza si misura nella accoglienza al dono della vita, in qualunque modo essa si presenti con il sigillo misterioso di Dio. Il Consiglio Permanente della Conferenza Episcopale Italiana A Pietro Boffi, responsabile del centro documentazione del Cisf (centro italiano sostegno alle famiglie) che si è occupato a più riprese di convivenza e matrimonio con diverse pubbli- cazioni e numerose ricerche, abbiamo rivolto alcune doman- de su questo tema molto attuale. Quante sono le coppie con- viventi in Italia,oggi? L’ultimo dato disponibile risale al 2008 e la stima dell’ISTAT è di 820.000 coppie conviventi, pari al 5,5% delle coppie presenti in Italia. Questi numeri ci dicono che, in assolu- to le coppie conviventi censite sono ancora in minoranza. Ma se consideriamo le coppie che hanno convissuto prima del matrimonio, abbiamo numeri completamente diversi. “Scopriamo infatti che tra il 2004 e il 2009, cioè l’ultimo quinquennio per il quale abbia- mo dati disponibili, le coppie che hanno convissuto prima di sposarsi sono il 35%. Dunque una coppia, su tre ha convissuto prima di sposarsi. Questi dati ci dicono dunque una cosa chiara: il fenomeno delle convivenza è molto diffuso, ma come convi- venza prima del matrimonio e in visto del matrimonio.” Quali sono gli aspetti più significativi che emergono dalle interviste alle coppie conviventi? “Uno degli aspetti più inte- ressanti riguarda l’auto rappre- sentazione delle coppie convi- venti. Le coppie conviventi si raccontano e si rappresentano in modo estremamente simile alle coppie sposate, non solo nella condizione del proprio menage, ma anche nei rapporti con le rispettive famiglie. Un primo aspetto da sottolineare è tuttavia molto importante e fa capire la differenza tra convivenza e matrimonio: le coppie convi- venti considerano e descrivono la propria scelta come una prova:” Proviamo a vivere insieme per vedere se andrà bene, se può funzionare”. Emerge la paura di compiere una scelta definitiva, paura che viene esorcizzata attraverso la sperimentazione, nella convin- zione che la convivenza possa servire per conoscersi fino in fondo e per procedere più sicu- ramente verso il matrimonio. E tuttavia, anche i dati statistici recenti confermano che la speri- mentazione non è sinonimo di garanzia o di riuscita: le coppie che hanno convissuto si separa- no di più, ed anche in modo più conflittuale, delle coppie che non hanno convissuto. “ Il secondo aspetto, che emerge in modo significativo dalle intervi- ste alle coppie conviventi, riguarda la procreazione. In Italia le coppie conviventi con i figli sono ancora una minoranza e di fatto, moltissime coppie legano la formazione della famiglia all’arrivo di un figlio, sia che si tratta di un arrivo prossimo, sia che si tratti anco- ra di una mera ipotesi. In questo caso, le coppie intervistate dichiarano che il benessere del figlio possa dipendere da una situazione giuridicamente più stabile, e quindi più garantita. L’arrivo del figlio costituisce dunque l’occasione che spinge al matrimonio, ciò che fa scatta- re la molla della scelta”. Come considerano il matri- monio queste coppie convi- venti? “Il matrimonio è considerato come una cosa importante, come una decisione che non va presa a cuor leggero, come una scelta impegnativa anche a livello di patto economico e sociale. La celebrazione del matrimonio, inoltre, è vista in modo estremamente tradiziona- le, soprattutto nell’Italia meri- dionale: l’abito, la grande festa, le bomboniere… Questo impli- ca anche che, in tempi di crisi, la celebrazione del matrimonio sia visto come un evento ecces- sivamente oneroso in termini finanziari, e quindi la conviven- za “risolve “ anche questo aspetto”. Come viene affrontato, nei corsi di preparazione al matrimonio, il tema delle con- vivenze prematrimoniali? I corsi di preparazione al matrimonio arrivano ad avere percentuali altissime di coppie conviventi, ma siamo passati da una fase, in cui la convivenza era taciuta durante il corso pre- matrimoniale, ad una fase di tranquillità e apertura nel dichiarare la propria condizione di conviventi. Inoltre le coppie conviventi hanno capito che il corso non è realizzato per indot- trinare ma per offrire un momento di conoscenza e di dialogo reciproco, di riflessione Segue a pag. 7

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Bimestrale di informazione,cultura e religione di Serra San Quirico e dintorni

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Anno LIX - 2012 - N. 1 bim. - 15/02/2012Sped. in abbonamento postale - art. 2 comma 20/C legge 662/96 filiale di Ancona

PERIODICO BIMESTRALED’INFORMAZIONE E CULTURA

Contributi per sostenereil periodico

CCP n. 14236608intestato Parroco

Santuario Cuore Immacolatodi Maria

60048 Serra San Quirico Staz.(Ancona)

Tel. (0731) 86030Via A. Moro, 4

SANTUARIOCUOREIMMACOLATODI MARIA

LL’ECO’ECO DEDE LALA ROSSAROSSAMessaggio per la Quaresima 2012

“Prestiamo attenzione gli uni agli altri ...”

www.ecodel larossa. i t

Fratelli e sorelle,la Quaresima ci offre ancora

una volta l'opportunità di riflette-re sul cuore della vita cristiana:la carità. Infatti questo è untempo propizio affinché, conl'aiuto della Parola di Dio e deiSacramenti, rinnoviamo il nostrocammino di fede, sia personaleche comunitario. E' un percorsosegnato dalla preghiera e dallacondivisione, dal silenzio e daldigiuno, in attesa di vivere lagioia pasquale.

Quest’anno desidero proporrealcuni pensieri alla luce di unbreve testo biblico tratto dallaLettera agli Ebrei (10,24):"Prestiamo attenzione gli uniagli altri per stimolarci a vicen-da nella carità e nelle operebuone". Il frutto dell'accoglienzadi Cristo è una vita dispiegatasecondo le tre virtù teologali: sitratta di accostarsi al Signore"con cuore sincero nella pienezzadella fede" (v. 22), di manteneresalda "la professione della nostrasperanza" (v. 23) nell'attenzionecostante ad esercitare insieme aifratelli "la carità e le operebuone" (v. 24). Si afferma pureche per sostenere questa condot-ta evangelica è importante parte-cipare agli incontri liturgici e dipreghiera della comunità, guar-dando alla meta escatologica: lacomunione piena in Dio (v. 25).

1. “Prestiamo attenzione”: laresponsabilità verso il fratello.

Il primo elemento è l'invito a"fare attenzione": il verbo grecousato è “katanoein”, che significaosservare bene, essere attenti,guardare con consapevolezza,

accorgersi di una realtà. Lo tro-viamo nel Vangelo, quando Gesùinvita i discepoli a "osservare" gliuccelli del cielo, che pur senzaaffannarsi sono oggetto della sol-lecita e premurosa Provvidenzadivina e a "rendersi conto" dellatrave che c’è nel proprio occhioprima di guardare alla pagliuzzanell'occhio del fratello. Quindi, ilverbo che apre la nostra esorta-zione invita a fissare lo sguardosull’altro, prima di tutto su Gesù,e ad essere attenti gli uni versogli altri, a non mostrarsi estranei,indifferenti alla sorte dei fratelli.Spesso, invece, prevale l’atteg-giamento contrario: l’indifferen-za, il disinteresse, che nasconodall’egoismo, mascherato da unaparvenza di rispetto per la "sferaprivata". Anche oggi Dio ci chie-de di essere "custodi" dei nostrifratelli (cfr Gen 4,9), di instaura-re relazioni caratterizzate da pre-mura reciproca, da attenzione albene dell'altro e a tutto il suobene. Il grande comandamentodell'amore del prossimo esige esollecita la consapevolezza diavere una responsabilità versochi, come me, è creatura e figliodi Dio: l’essere fratelli in uma-nità e, in molti casi, anche nellafede, deve portarci a vedere nel-l'altro un vero “alter ego”, amatoin modo infinito dal Signore.L’attenzione all’altro comportadesiderare per lui o per lei ilbene, sotto tutti gli aspetti: fisico,morale e spirituale. La SacraScrittura mette in guardia dalpericolo di avere il cuore induritoda una sorta di "anestesia spiri-tuale" che rende ciechi alle soffe-

si adeguano alla mentalità comu-ne, piuttosto che mettere in guar-dia i propri fratelli dai modi dipensare e di agire che contraddi-cono la verità e non seguono lavia del bene. Il rimprovero cri-stiano, però, non è mai animatoda spirito di condanna o recrimi-nazione; è mosso sempre dall’a-more e dalla misericordia e sgor-ga da vera sollecitudine per ilbene del fratello. L’apostoloPaolo afferma: “Se uno vienesorpreso in qualche colpa, voiche avete lo Spirito correggetelocon spirito di dolcezza”. Nelnostro mondo impregnato diindividualismo, è necessarioriscoprire l’importanza della cor-rezione fraterna, per camminareinsieme verso la santità.

2. “Gli uni agli altri”: il donodella reciprocità.

Una società come quellaattuale può diventare sorda siaalle sofferenze fisiche, sia alleesigenze spirituali e morali dellavita. Non così deve essere nellacomunità cristiana! I discepolidel Signore, uniti a Cristomediante l’Eucaristia, vivono inuna comunione che li lega gli uniagli altri come membra di un solocorpo. Ciò significa che l'altro miappartiene, la sua vita, la sua sal-vezza riguardano la mia vita e lamia salvezza. Tocchiamo qui unelemento molto profondo dellacomunione: la nostra esistenza ècorrelata con quella degli altri,sia nel bene che nel male; sia ilpeccato, sia le opere di amorehanno anche una dimensionesociale. La carità verso i fratelli,di cui è un’espressione l'elemosi-na - tipica pratica quaresimaleinsieme con la preghiera e ildigiuno - si radica in questacomune appartenenza.Attenzione agli altri nella reci-procità è anche riconoscere il

bene che il Signore compie inessi e ringraziare con loro per iprodigi di grazia che il Diobuono e onnipotente continua aoperare nei suoi figli.

3. “Per stimolarci a vicendanella carità e nelle operebuone”: camminare insiemenella santità.

Questa espressione dellaLettera agli Ebrei ci spinge aconsiderare la chiamata universa-le alla santità, il cammino costan-te nella vita spirituale, ad aspira-re ai carismi più grandi e a unacarità sempre più alta e piùfeconda (cfr 1 Cor 12,31-13,13).L'attenzione reciproca ha comescopo il mutuo spronarsi ad unamore effettivo sempre maggio-re. Il tempo che ci è dato nellanostra vita è prezioso per scopri-re e compiere le opere di bene,nell’amore di Dio. Purtroppo èsempre presente la tentazionedella tiepidezza, del soffocare loSpirito, del rifiuto di "trafficare italenti" che ci sono donati per ilbene nostro e altrui (cfr Mt25,25s). Tutti abbiamo ricevutoricchezze spirituali o materialiutili per il compimento del pianodivino, per il bene della Chiesa eper la salvezza personale. Difronte ad un mondo che esige daicristiani una testimonianza rin-novata di amore e di fedeltà alSignore, tutti sentano l’urgenzadi adoperarsi per gareggiare nellacarità, nel servizio e nelle operebuone (cfr Eb 6,10). Questorichiamo è particolarmente fortenel tempo santo di preparazionealla Pasqua. Con l’augurio di unasanta e feconda Quaresima, viaffido all’intercessione dellaBeata Vergine Maria e di cuoreimparto a tutti la BenedizioneApostolica.

BENEDICTUS PP. XVI

renze altrui. Che cosa impediscequesto sguardo umano e amore-vole verso il fratello? Sono spes-so la ricchezza materiale e lasazietà, ma è anche l’anteporre atutto i propri interessi e le propriepreoccupazioni. Mai dobbiamoessere incapaci di "avere miseri-cordia" verso chi soffre; mai ilnostro cuore deve essere talmen-te assorbito dalle nostre cose edai nostri problemi da risultaresordo al grido del povero. Inveceproprio l’umiltà di cuore e l'espe-rienza personale della sofferenzapossono rivelarsi fonte di risve-glio interiore alla compassione eall'empatia: "Il giusto riconosceil diritto dei miseri, il malvagioinvece non intende ragione" (Pr29,7). Si comprende così la bea-titudine di "coloro che sono nelpianto" (Mt 5,4), cioè di quantisono in grado di uscire da se stes-si per commuoversi del dolore

altrui. L'incontro con l'altro e l'a-prire il cuore al suo bisogno sonooccasione di salvezza e di beati-tudine.

Il "prestare attenzione" al fra-tello comprende altresì la premu-ra per il suo bene spirituale. E quidesidero richiamare un aspettodella vita cristiana che mi parecaduto in oblio: la correzionefraterna in vista della salvezzaeterna. Oggi, in generale, si èassai sensibili al discorso dellacura e della carità per il bene fisi-co e materiale degli altri, ma sitace quasi del tutto sulla respon-sabilità spirituale verso i fratelli.La tradizione della Chiesa haannoverato tra le opere di miseri-cordia spirituale quella di"ammonire i peccatori". Nonbisogna tacere di fronte al male.Penso qui all’atteggiamento diquei cristiani che, per rispettoumano o per semplice comodità,

Giornata per la vita

Giovani aperti alla vitaMatrimonio cristiano e convivenza

La vera giovinezza risiede efiorisce in chi non si chiude allavita. Essa è testimoniata da chinon rifiuta il suo dono – a voltemisterioso e delicato – e da chi sidispone a esserne servitore e nonpadrone in se stesso e negli altri.Del resto, nel Vangelo, Cristostesso si presenta come “servo”(cfr Lc 22,27), secondo la profe-zia dell’Antico Testamento. Chivuol farsi padrone della vita,invecchia il mondo.

Educare i giovani a cercare lavera giovinezza, a compierne idesideri, i sogni, le esigenze inmodo profondo, è una sfida oggicentrale. Se non si educano i gio-vani al senso e dunque al rispettoe alla valorizzazione della vita, sifinisce per impoverire l’esistenzadi tutti, si espone alla deriva laconvivenza sociale e si facilital’emarginazione di chi fa più fati-ca. L’aborto e l’eutanasia sono leconseguenze estreme e tremendedi una mentalità che, svilendo lavita, finisce per farli apparirecome il male minore: in realtà, lavita è un bene non negoziabile,perché qualsiasi compromessoapre la strada alla prevaricazionesu chi è debole e indifeso.

In questi anni non solo gliindici demografici ma ancheripetute drammatiche notizie sulrifiuto di vivere da parte di tantiragazzi hanno angustiato l’animodi quanti provano rispetto eammirazione per il dono dell’esi-stenza.

Sono molte le situazioni e iproblemi sociali a causa dei qualiquesto dono è vilipeso, avvilito,caricato di fardelli spesso duri dasopportare. Educare i giovani allavita significa offrire esempi,testimonianze e cultura che dianosostegno al desiderio di impegnoche in tanti di loro si accendeappena trovano adulti disposti acondividerlo.

Per educare i giovani alla vitaoccorrono adulti contenti deldono dell’esistenza, nei quali nonprevalga il cinismo, il calcolo ola ricerca del potere, della carrie-ra o del divertimento fine a sestesso. I giovani di oggi sonospesso in balia di strumenti –

creati e manovrati da adulti efonte di lauti guadagni – che ten-dono a soffocare l’impegno nellarealtà e la dedizione all’esisten-za. Eppure quegli stessi strumen-ti possono essere usati proficua-mente per testimoniare una cul-tura della vita.

Molti giovani, in ogni generedi situazione umana e sociale,non aspettano altro che un adultocarico di simpatia per la vita cheproponga loro senza facili mora-lismi e senza ipocrisie una stradaper sperimentare l’affascinanteavventura dell’esistenza. È unachiamata che la Chiesa sente dasempre e da cui oggi si lascia conforza interpellare e guidare. Perquesto, la rilancia a tutti – adulti,istituzioni e corpi sociali –, per-ché chi ama la vita avverta la pro-pria responsabilità verso il futu-ro. Molte e ammirevoli sono leiniziative in difesa della vita, pro-mosse da singoli, associazioni emovimenti. È un servizio spessosilenzioso e discreto, che peròpuò ottenere risultati prodigiosi.È un esempio dell’Italia miglio-re, pronta ad aiutare chiunqueversa in difficoltà.

Gli anni recenti, segnati dallacrisi economica, hanno eviden-ziato come sia illusoria e fragilel’idea di un progresso illimitato ea basso costo, specialmente neicampi in cui entra più in gioco ilvalore della persona. Ci sonocurve della storia che incutono intutti, ma soprattutto nei più gio-

vani, un senso di inquietudine edi smarrimento. Chi ama la vitanon nega le difficoltà: si impe-gna, piuttosto, a educare i giova-ni a scoprire che cosa rende piùaperti al manifestarsi del suosenso, a quella trascendenza a cuitutti anelano, magari a tentoni.Nasce così un atteggiamento diservizio e di dedizione alla vitadegli altri che non può non com-muovere e stimolare anche gliadulti.

La vera giovinezza si misuranella accoglienza al dono dellavita, in qualunque modo essa sipresenti con il sigillo misteriosodi Dio.

Il Consiglio Permanentedella Conferenza Episcopale

Italiana

A Pietro Boffi, responsabiledel centro documentazione delCisf (centro italiano sostegnoalle famiglie) che si è occupatoa più riprese di convivenza ematrimonio con diverse pubbli-cazioni e numerose ricerche,abbiamo rivolto alcune doman-de su questo tema molto attuale.

Quante sono le coppie con-viventi in Italia,oggi?

L’ultimo dato disponibilerisale al 2008 e la stimadell’ISTAT è di 820.000 coppieconviventi, pari al 5,5% dellecoppie presenti in Italia. Questinumeri ci dicono che, in assolu-to le coppie conviventi censitesono ancora in minoranza. Mase consideriamo le coppie chehanno convissuto prima delmatrimonio, abbiamo numericompletamente diversi.“Scopriamo infatti che tra il2004 e il 2009, cioè l’ultimoquinquennio per il quale abbia-mo dati disponibili, le coppieche hanno convissuto prima disposarsi sono il 35%. Dunqueuna coppia, su tre ha convissutoprima di sposarsi. Questi dati cidicono dunque una cosa chiara:il fenomeno delle convivenza èmolto diffuso, ma come convi-venza prima del matrimonio ein visto del matrimonio.”

Quali sono gli aspetti piùsignificativi che emergonodalle interviste alle coppieconviventi?

“Uno degli aspetti più inte-ressanti riguarda l’auto rappre-sentazione delle coppie convi-venti. Le coppie conviventi siraccontano e si rappresentano inmodo estremamente simile allecoppie sposate, non solo nellacondizione del proprio menage,ma anche nei rapporti con lerispettive famiglie. Un primoaspetto da sottolineare è tuttaviamolto importante e fa capire ladifferenza tra convivenza ematrimonio: le coppie convi-venti considerano e descrivonola propria scelta come unaprova:” Proviamo a vivereinsieme per vedere se andràbene, se può funzionare”.Emerge la paura di compiereuna scelta definitiva, paura cheviene esorcizzata attraverso lasperimentazione, nella convin-zione che la convivenza possaservire per conoscersi fino infondo e per procedere più sicu-ramente verso il matrimonio. Etuttavia, anche i dati statisticirecenti confermano che la speri-mentazione non è sinonimo digaranzia o di riuscita: le coppieche hanno convissuto si separa-no di più, ed anche in modo piùconflittuale, delle coppie chenon hanno convissuto. “ Ilsecondo aspetto, che emerge inmodo significativo dalle intervi-ste alle coppie conviventi,riguarda la procreazione. InItalia le coppie conviventi con i

figli sono ancora una minoranzae di fatto, moltissime coppielegano la formazione dellafamiglia all’arrivo di un figlio,sia che si tratta di un arrivoprossimo, sia che si tratti anco-ra di una mera ipotesi. In questocaso, le coppie intervistatedichiarano che il benessere delfiglio possa dipendere da unasituazione giuridicamente piùstabile, e quindi più garantita.L’arrivo del figlio costituiscedunque l’occasione che spingeal matrimonio, ciò che fa scatta-re la molla della scelta”.

Come considerano il matri-monio queste coppie convi-venti?

“Il matrimonio è consideratocome una cosa importante,come una decisione che non vapresa a cuor leggero, come unascelta impegnativa anche alivello di patto economico esociale. La celebrazione delmatrimonio, inoltre, è vista inmodo estremamente tradiziona-le, soprattutto nell’Italia meri-dionale: l’abito, la grande festa,le bomboniere… Questo impli-ca anche che, in tempi di crisi,la celebrazione del matrimoniosia visto come un evento ecces-sivamente oneroso in terminifinanziari, e quindi la conviven-za “risolve “ anche questoaspetto”.

Come viene affrontato, neicorsi di preparazione almatrimonio, il tema delle con-vivenze prematrimoniali?

I corsi di preparazione almatrimonio arrivano ad averepercentuali altissime di coppieconviventi, ma siamo passati dauna fase, in cui la convivenzaera taciuta durante il corso pre-matrimoniale, ad una fase ditranquillità e apertura neldichiarare la propria condizionedi conviventi. Inoltre le coppieconviventi hanno capito che ilcorso non è realizzato per indot-trinare ma per offrire unmomento di conoscenza e didialogo reciproco, di riflessione

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2 LL’ECO’ECO DEDE LALA ROSSAROSSA 1/12

BIANCO SANTUARIO

VITA DEL SANTUARIOTRADIZIONI NATALIZIE

Bella Italia

UN NATALE DA FAVOLA

Anagrafe parrocchiale

BATTESIMO

VITA DEL SANTUARIO

ZAMPETTI LUIGIn. 3-8-1943 † 2-1-2012

AMICI MARIOn. 21-1-1924 † 6-2-2012

SCORTICHINI EZIOn. 30-3-1926 † 2-12-2011

in Australia

MARTELLI DIONISIO“Dino”

n. 4-11-1928 † 8-12-2011

Ciocci Carolina18-12-2011

BATTESIMI Maggio Andrea di Davide eM.Grazia Ulisse ( 8-05 ); VaraniAlessandro di Paolo e MartaMantovani (5-06); Zacconi Nicolòdi Pierluca e Gilda Pagano (25-06); Perini Nicole di Giorgio eJessica Maggio (3-07);Michelangeletti Mia di Mauro eMatilde Fiorani ( 4-09); PeriniEmanuele di Andrea e BrunaGiorgetti (18-09); Bordi Bianca diCristiano e Pamela Ciattaglia(25-09); Korie Samuel di Micheale Celestina (16-10); CiocciCarolina di Cristiano e MailaMattiacci (18-12).

MATRIMONICarella Antonio e Boccetti Cinzia(7-05); Michelangeletti Mauro eFiorani Matilde ( 4-09); MorettiniGabriele e Spadini Fabiola (11-12).

DEFUNTICantiani Maria († 16-11),Bartelucci Giuseppe († 28-11),Servadio Enrico († 12-3), FerrettiVincenzo († 10-07), StafforteAmalia († 5-08), Ortolani Ottavia(† 13-08); Arpini Filippo († 25-08), Mantovani Fabio († 10-09);Boria Elena († 1-10), MartelliDionisio († 9-12).

MATRIMONIO

MORETTINI GABRIELE e SPADINI FABIOLA - 11-12-2011

NOZZE D’ARGENTO

Attrici al trucco! Babbo e “Babba” Natale

Bella Italia,amata terra natia,te ne stai dentro un capriccioso stivale,tra mari azzurri, verdi ,viola dove ti ci puoi specchiare e rimirarti.Bella Italia,nei secoli occupata, meta ambita, devastata,rapinata e liberata dalla tua gente generosa.

Unita vicino a una gloriosa bandiera tricolore:il verde smeraldo dei boschi e colline,dei campi di grano a primavera.Il bianco candore delle belle città innevatebrillano al sole e segnano il confine.Il rosso è il sangue dei tuoi figli,donato per la libertà, come il rosso dei campi dei papaveri e di splendenti tramonti.Bella Italia,quell’inno appassionato per te hanno creato,Fratelli d’Italia, da Nord a Sud ci fa meditaree in coro cantare ed emozionare.Oggi come vorrei che sollevassi la tua frontePensosa e allora non sentirei come una condanna:“Oh, mia patria sei bella e perduta!”Dov’è l’orgoglio e la speranza?L’incerto futuro del domani,il grande cammino dei giovani

che sognano di trovare un lavoro,ambizione di ideali e talenti innovatori,è il lavoro che fa girare il mondo.Speranze, che siano di fratellanza tra i popoli, di pace e libertà.

Mirella Ortolani

Anniversari di matrimonio - 26-12-2011

L’anno nuovo vien cantando ...L’appetito vien mangiando ...

Con immensa gioia vogliamoricordare il bel pomeriggio trascor-so insieme in oratorio domenica 18dicembre 2011. Bambini, ragazzi,genitori, nonni, zii, amici, per sorri-dere piacevolmente, viveremomenti di compagnia e allegria,scambiarsi gli auguri sinceri eprofondi di Buon Natale.

La “recita dell’oratorio” prepa-rata con tanto entusiasmo e colla-borazione tra tutti gli animatori e iragazzi e bambini, possiamo direcon soddisfazione, è stata davverodivertente, brillante e … commo-vente. La “ricca” cena, preparatacon materna bontà dalle bravissimeanimatrici del “laboratorio di cuci-na” del nostro oratorio, ha deliziatoi palati del folto numero di spetta-tori accorsi per l’evento! Oltre allastoria del “Natale da favola” con lesue luci, i suoi colori, la sua musi-ca, quello che è importante è lariflessione che, nell’apparentespensieratezza, ci induce a pensareal momento presente, alla nostrarealtà, senza perdersi d’animo, conla semplicità e la spontaneità deipiù piccoli. Il canto, le poesie, lechitarre, i balletti, hanno creato unabella cornice di armonia e gusto. IlGatto con gli stivali, il Gatto e laVolpe, la Bella Addormentata,

sero cose di una volta, superate: ilBene non passa mai di moda! Maall’improvviso si vede apparire inscena una figura “scintillante”, unastar: Babbo Natale, per il qualeogni giorno è Natale ed è dispostoad aiutare i bambini facendo com-prendere loro che la fantasia nientee nessuno può farla scomparire ed èsolo ricorrendo ad essa che riusci-ranno a far tornare le favole. Eccoallora che entra in scena un perso-naggio umile, debole, povero, sof-ferente, una bambina che ha final-mente un’idea: la PiccolaFiammiferaia. Allora rifiorisce ilsorriso sul volto dei bambini e tuttiinsieme si organizzano per uno“sciopero delle luci”, un black-outalla vigilia di Natale: la città è buia,si è spento il forno dove stava cuo-cendo la cena, qualcuno è rimastointrappolato nell’ascensore …Come si può festeggiare così? E’davvero triste! Certamente questo èquello che penserebbero coloro checredono di essere “grandi”, ma laverità è che si devono accendereinfinite fiaccole d’amore per farnascere la gioia nel cuore e vederela Luce. La Piccola Fiammiferaiaci dice che tante piccole luci tutteinsieme possono illuminare l’oscu-rità e lei si adopera affinché tutto

mento”, ma riflessione e preghiera,amicizia e fratellanza, gioco e alle-gria, pazienza e amore, rispetto econdivisione. Ovunque si può loda-re Dio per tutto quello che abbia-mo, per i doni che continuamente ci

elargisce, per la nostra stessa vita… insieme si può ringraziare,insieme si può annunciarequell’Amore di cui siamo testimo-ni.

Gli animatori dell’oratorio

Pinocchio, i Tre Porcellini, laPiccola Fiammiferaia e … BabboNatale entrano in scena piano pianoper ricordarci che questo è proprioun “Natale da favola” che portal’allegria. Alcuni bambini, Max,Fillyz, Tony, Patty, Simone, si chie-dono, stupiti, cosa stia succedendo,non riescono più a trovare un librodi fiabe! Il Gatto con gli Stivalispiega che gli editori hanno decisodi non pubblicare più libri di fiabe,con l’amara sorpresa per i perso-naggi di trovarsi improvvisamentedisoccupati, senza preavviso!Come accade sempre in questi casientrano “in ballo” i furbi: il Gatto ela Volpe. Con astuzia e abilità rie-scono a raggirare tutti facendo cre-dere di essere la loro unica speran-za: improvvisano un’agenzia interi-nale che propone tanti impieghioriginali. Però i bambini sono affe-zionati alle fiabe! Ed ora che non cisono più si rendono conto di quan-to siano importanti per la loro vita,di come è stato sbagliato trascurar-le negli ultimi tempi, come se fos-

ciò avvenga: distribuisce le luci perstrada e invita tutti ad accoglierlecon amore; nella sua storia ognivolta muore e rinasce per allietareun altro bambino, per nutrire la fan-tasia di tutti quelli che con entusia-smo prendono in mano il libro e …iniziano a leggerlo. La storia è sem-plice, ma profondamente ricca diverità, quell’unica verità che cidimentichiamo spesso: il Natale èla festa dell’Incarnazione di Gesù,di Dio che si è fatto uomo solo peramore dell’umanità, di Dio che haassunto la natura umana per elevar-la alla natura divina, del Padre cheha mandato il Figlio nel mondoperché diventassimo fratelli e dun-que figli; il Natale è questa festameravigliosa che dobbiamo vivereinnanzitutto nella nostra interioritàilluminandola di quella Luce chebrilla sempre e che spegniamoquando abbiamo la presunzione dinon aver bisogno di nessuno, quan-do mettiamo Dio in un angolo eviviamo come se Lui non esistesse.

L’oratorio non è solo “diverti-

Burci Remoe Corrado Teresa28-12-2011

Tornati alla Casa del Padre

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ATTIVITA’ PASTORALINATALE SERRANO

“La carità di Cristo ci spinge”

Fra giochi e danzebei momenti di crescita

Speciale Oratorio

Animatori sulla neve

Solidarietà in oratorioLe difficoltà di Claudio Ratti,

missionario laico che da più di30 anni svolge opera di promo-zione umana a Lima tra i piùbisognosi e che abbiamo avutooccasione di conoscere in unavisita al nostro oratorio, ci haspinto a realizzare un progettodi solidarietà a suo favore. Lafesta del santo natale è staoccasione giusta per coinvolge-re i bambini in questo progettofacendoli sentire veramente

parte attiva di esso. L’idea èstata quella di preparare insie-me a loro vari oggetti decoraticon le tecniche base del“decoupage” (come saponette,vasi di terracotta, piatti portaoggetti etc) e di fare un merca-tino il cui ricavato E. 250.00 èandato a favore di questo pro-getto. I bambini hanno accoltosubito di buon grado questaproposta e nelle varie occasio-ni che hanno avuto di ritrovarsi

hanno espresso con entusia-smo la loro creatività e manua-lità, con risultati spesso sor-prendenti, data la loro età. Lasoddisfazione di tutti è stataquella di aver impiegato ilnostro tempo e le nostre ener-gie per creare qualcosa che èservito a dare un piccolo sollie-vo a chi stava in difficoltà: unabella esperienza che pensiamosicuramente di ripetere.

Sonia Bigelli

Sabato pomeriggio 21 gennaio,dopo una giornata di scuola nontroppo faticosa e un pranzo veloceero pronta di fronte il piazzaledella chiesa assieme ai miei com-pagni (Annalisa, Sheila, Veronica,Mattia, Pietro, Diego, Irene eDonata come accompagnatrice)alla volta di San Severino doveavrei passato il pomeriggio e lamattina di domenica arricchendole mie conoscenze in fatto di ani-mazione. Allegri, chiassosi eanche un po’ preoccupati (l’accen-sione del pulmino della parrocchianon voleva proprio funzionare)siamo partiti in nove, destinazioneoratorio Don Orione. Dopo un’ oracirca di tragitto siamo arrivati conle idee abbastanza chiare riguardoil laboratorio che volevamo esplo-rare in questi due giorni. Quattroerano le opzioni: Animazione &Giocoleria, Sport & Gioco, Arte &Immagine, Musica & Danza. Io unpo’ incerta ho optato per l’ultimo,nonostante non abbia grandi dotidi ballerina e una voce da soprano,ma incoraggiata da Donata che miaveva assicurato non essere doti

indispensabili per poter prendereparte al laboratorio. Accolte dalsorriso caldo della nostra inse-gnante Antonella, io e le altreragazze abbiamo iniziato il labora-torio con un “ban” (ballo animato)divertentissimo e abbiamo prose-guito imparando come animareuna canzone prendendo spunti daltesto, come far divertire i bambinicon giochi semplici e vivaci chenon richiedano l’uso di particolaristrumenti, ma semplicemente vocee gesti; infine abbiamo provato lecanzoni da cantare nella messadella domenica e nel momento diriunione avvenuto prima di cena.Finiti i laboratori ci siamo infattiraccolti tutti nella chiesa in unmomento di riflessione guidato dalparroco di San Severino, DonAntonello. Riflettendo sulla gioiae sulla ricerca della felicità leparole che mi sono rimaste piùimpresse sono quelle di una cita-zione di Madre Teresa : “Uncuore allegro è il risultato di uncuore ardente d’amore. Leopere d’amore sono sempreopere di gioia. Non abbiamo

bisogno di cercare la felicità: sepossediamo l’amore per gli altrici verrà data. È il dono di Dio”.Finito questo momento di racco-glimento abbiamo cenato tuttiinsieme e in allegria, ci siamo poisalutati e noi ragazzi di Serra SanQuirico per la notte siamo statiospitati nella foresteria del mona-stero delle clarisse. Il giorno doposvegliati da Donata ci siamo pre-parati, un po’ insonnoliti, per tor-nare in oratorio e, dopo una gusto-sa colazione al bar, siamo arrivatipuntualissimi e pronti per prose-guire ciascuno al proprio laborato-rio. A Musica & Danza, Antonellaci ha spiegato, in una lezione piùteorica rispetto a quella del sabatopomeriggio ma ugualmente inte-ressante e per niente noiosa, comerealizzare uno spettacolo: le variefasi, la scaletta e l’alternarsi deidiversi momenti (recitazione, par-lato, ballo). Finiti i laboratori dellamattina, abbiamo tutti insiemepartecipato alla messa domenica-le. Dopo la celebrazione abbiamogiocato tutti insieme a ping-pong ead altri giochi da tavolo in oratorioraccontandoci le esperienze degliultimi due giorni nei diversi labo-ratori, successivamente abbiamomangiato un succulento e abbon-dante pranzetto, consapevoli che imomenti insieme erano ormaigiunti al termine. Nel primo pome-riggio, sazi e felici, ci siamo salu-tati tutti con un ultimo “ban” diret-to da Antonella: eravamo ormaipronti per tornare a casa per rac-contare a genitori e amici le espe-rienze e le nozioni imparate gio-cando, soddisfatti per aver arric-chito con nuovi attrezzi la nostrapreziosa cassetta.

Sara Bravi

Continuando il cammino per“piccoli animatori” ci siamoconcessi, dopo il lungo periodonatalizio un week end sullaneve. Il mitico pulmino parroc-chiale di Serra San Quirico ci haportato in quel di Ussita pervivere una giornata all’aria aper-ta. Dopo l’ultimo incontro a SanSeverino, abbiamo pensato chesarebbe stato bello stare con iragazzi divertendoci. E cosa c’èdi meglio che una giornata suiMonti Sibillini, la “ Cortina”marchigiana . Si era deciso dinon sciare, quindi armati di unbob doppio ci siamo cimentatinella discesa alla fine delle pisteda sci. Nel nostro gruppetto didieci, si sa ci sono sempre gliavventurosi per eccellenza e sta-volta non mancavano proprio,compreso il nostro seminaristaMarco, che gareggiando ha datodel filo da torcere. La giornataera davvero stupenda, in cielonessuna nuvola e il sole caldoera quasi primaverile. E’ bellovedere i ragazzi divertirsi insemplicità e noi con loro goderedei bei momenti insieme. Alcalare del sole, salutando donMichele che tornava a Serra,anche noi abbiamo raggiunto aUssita la “Casa Arsini” doveeravamo alloggiati. Si sa che iragazzi non si stancano mai:dopo essersi cambiati ecco subi-to qualcuno pronto a preparare il

barbecue e altri a dilettarsi, coigiochi da tavolo, a misurare leproprie capacità. Ed è finalmen-te arrivata l’ora di cuocere sal-sicce e braciole: i nostri stomacibrontolavano, la fame era tanta.Per i cuochi è stato uno scherzoda ragazzi: maccheroni all’ama-triciana, carne alla brace e pata-tine fritte: che bontà! Il piccologruppo ogni volta si sente piùaffiatato; fare cose diverse insie-me serve a rafforzare l’unione.Noi crediamo molto in questiragazzi perché è la prima voltache qui a Serra riusciamo adavere un gruppo di giovanissimiche ci segue. La serata è conti-nuata con il famoso gioco “lupusin tabula”, che ha accompagnatoanche il lungo viaggio in pull-man verso Madrid per laGiornata Mondiale dellaGioventù. Dopo una bella dor-mita, sveglia presto per vivere ladomenica in pienezza parteci-pando alla Messa a Castel Sant’Angelo sul Nera, celebrata dalnostro caro amico don Italo. Ladomenica dedicata al Battesimo

di Gesù ci ha ricordato l’impor-tanza di questo sacramento, conil quale entriamo a far partedella comunità cristiana: da quelmomento siamo anche noi figlidi Dio, conosciuti ed amati daLui. Siamo davvero consapevolidi questa cosa straordinaria? Ese lo siamo come lo testimonia-mo? E’ l’annuncio del Vangeloche ci deve distinguere, la gioiadella nostra vocazione deveessere luce vera per gli altri. Neltornare a casa, ci sentivamo tuttiun po’ tristi perché il tempo erapassato troppo veloce: avremmovoluto che si fermasse. Ma altribellissimi momenti verranno,già con i pensieri siamo tutti dinuovo insieme. E’ bello spende-re il tempo con i ragazzi, cipiace guardarli ridere ed èimportante per loro sapere chepossiamo ascoltarli e condivide-re con loro le stesse emozioni.Noi adulti siamo forse lontanidai loro desideri, ma cerchiamodi capirli per condividerli.

Donata

Don Orione è stato l’apostolodei poveri e dei diseredati. Inuna sua predica affermò:“Fratelli miei, non giudicate enon disprezzate i poveri, per-ché in essi giudicate disprez-zate Dio stesso. Non dite maiquel povero è falso e nonmerita l’elemosina perché nefa un uso cattivo. Il poverofaccia dell’offerta ricevutaquello che vuole, ma sappiache sarà giudicato da Dio.Però anche voi sappiate chesarete giudicati dall’elemosi-na che avreste potuto fare enon avete fatto.

Questa è una delle tantecitazioni su cui abbiamo riflettu-to durante il corso diocesanoCaritas svoltosi a San Severino,dove è nato da parecchi anni unCentro Caritas ben organizzato.Da un po’ anche nella nostravicaria di Serra San Quiricoalcune famiglie avevano comin-ciato a chiederci aiuto, perciò cisiamo buttati con coraggio perpoter aprire anche qui un puntodi appoggio per i bisognosi. Si ècostituito, dall’aprile dello scor-so anno, un comitato di novepersone delle diverse parroc-chie della Vicaria, con un rego-lare statuto approvato dalnostro Arcivescovo FrancescoGiovanni, anche lui molto atten-to alle povertà di tutta la diocesi.Con il prezioso aiuto dei servizi

sociali dei Comuni del nostroterritorio, siamo venuti a cono-scenza dei bisogni delle diver-se famiglie. Con pazienzaespletando tutte le pratichenecessarie siamo riusciti adottenere i “generi di primanecessità” al Banco alimentaredi Fano, dove ci rechiamo ognimese a rifornirci di quello che civiene offerto in base alle fami-glie dichiarate in necessità. Ladistribuzione dei pacchi avvienenelle parrocchie attraverso imembri del comitato, ma moltospesso ci sono giunte voci criti-che sulla consegna degli ali-menti perché ci sarebbero per-sone non meritevoli. Giudicare,purtroppo, sembra essere lacosa più facile e praticata: nonfa davvero piacere ascoltarefacili chiacchiere, dettate daconoscenze inesatte. Il paccoalimentare viene distribuito a chiha un reddito basso (comprova-to dalla dichiarazione dei reddi-ti, presentata all’assistentesociale) ed a chi, visto il perdu-rare della crisi economica, si ètrovato dall’oggi al domani ingrande difficoltà. Chi sta alcaldo, sappia che nelle case dialcune famiglie visitate proprionei giorni di freddo, abbiamotrovato adulti e bambini concappotti, sciarpe e cappelli per-ché non c’è il riscaldamento onon ci sono i soldi per accen-derlo. Talvolta si sente dire chegli stranieri sono più facilitati dinoi: ci domandiamo mai che dif-ficoltà di inserimento devonosuperare? Sono venuti in Italiacon la speranza di costruire unfuturo migliore e oggi, per tutti èun sogno che sta per sfumarese non si risollevano le sorti delnostro Paese. Il credente non

può ignorare che non c’è fedese non c’è carità e l’unico modoper praticare la fede è amare ilprossimo e non giudicarlo. Enon basta dare il pacco-viveri,ma occorre ascoltare le proble-matiche di chi si trova in unacondizione di disagio. Nel con-segnare quel pacco risolviamo ipasti di pochi giorni… ma noimangiamo solo poche volte almese? Allora domandiamoci sel’incontro con Dio è solo parteci-pare belli, puliti e ordinati allaMessa della domenica o invecericonoscerlo nel volto dei poveri;certo è molto più facile criticaregirando le spalle piuttosto chesporcarsi le mani con loro. Ogniofferta di qualsiasi tipo ha valo-re se è accompagnata dall’amore verso i nostri fratelli,come Dio ha amato noi. Da qua-rant’anni Caritas, organismodella Chiesa italiana, lavora intutto il territorio nazionale, tra lepovertà più estreme ai confinidella società. La carità è undovere di ogni cristiano daassolvere con un cuore pieno difede ed è alla portata di tutti poi-ché non esige tanto una dona-zione economica quanto unfarsi vicino con simpatia (dalgreco = “ soffrire insieme”) eattenzione a chi è in difficoltà.Immedesimandoci in colui chericeve da noi quel poco, sentia-moci felici del nostro gesto,augurandoci, se mai ci capitas-se di essere dall’altra parte, diincontrare qualcuno che ricono-sca in noi quel Gesù che èmorto sulla croce per salvaretutta l’ umanità anche quella chegiudichiamo indegna dellanostra attenzione.

A nome del comitato Caritasvicariale

A San Quirico

Ora che il tempo di Natale èfinito e siamo tornati al “con-sueto vivere”, è bello, sebbeneanche un po’ nostalgico, rian-dare con il pensiero alle espe-rienze fatte in questo periodo,che ha innegabilmente qualco-sa di magico. Nel centro storicodel nostro piccolo paese (“cosìbello…quando è bello”, come ilcielo di Lombardia di manzo-niana memoria) persone adultee giovani di buona volontàhanno allestito in angoli sugge-stivi scene di presepio, con sta-tue a grandezza naturale: è l’i-niziativa del “Paese Presepio”,che ha avuto collocazioni diver-se e che con alterne vicende ègiunta alla 24° edizione. A que-ste scene si aggiunge la carat-teristica mostra dei “cento pre-sepi” con presepi appunto pro-venienti da diverse regioni ita-liane e da varie parti del mondooltre a raccogliere espressionidi artigianato locale, comequelli della cara Margherita chenonostante la sua bella età esue condizioni fisiche, con lesue mani d’oro confezionameticolosamente presepi conogni materiale). Nel giorno di S.Stefano (mancando quest’anno la domenica della S.Famiglia) abbiamo voluto ricor-dare nelle nostre parrocchie lecoppie che nell’anno 2011hanno celebrato un particolareanniversario di matrimonio:un’occasione per ringraziarechi ancora testimonia unafedeltà matrimoniale, (che oggiha invece spesso la …data discadenza) e per pregare insie-me per le nostre famiglie, sor-genti insostituibili di vita, dieducazione e di fede.Nell’ambito del “PaesePresepio”, in collaborazionecon l’Università degli adulti econ l’amministrazione comuna-le, è tradizione proporre unincontro su un tema attinente alNatale. Sono stati toccati lungogli anni gli argomenti più vari: dicarattere religioso, artistico,scientifico, sociale…Quest’anno ci ha guidato sul“senso del Natale oggi” il dott.Riccardo Ceccarelli, uomo difede e appassionato cultore dicose antiche e nuove. Moltefamiglie, anche giovani, si sonoritrovate nel teatro parrocchialedi Serra Stazione per attenderel’arrivo del nuovo anno, appro-fittando della sublime arte culi-naria delle nostre cuoche: sel’anno che verrà sarà buonocome le vivande gustate stiamotranquilli (…non c’è Monti chetenga!). E ad anno nuovo l’im-mancabile “gita ai presepi” che

questa volta ha toccato lasplendida città di Verona, riccasì della “mostra internazionaledi Presepi”, ospitata nell’Arena,famosa per…Romeo eGiulietta, ma sorprendente-mente bella per la sua storiareligiosa e civile, espressa informidabili monumenti. Ognianno facciamo questa escur-sione, toccando città diverse edogni volta ne riportiamo la nettasensazione che possediamotante ricchezze artistiche nella

pomeriggio tutti scatenati conl’arrivo della Befana, ma con ilnon celato insegnamento checome riceviamo in doni sempreattesi e graditi, così anchesiamo chiamati a donare.Infinesi è voluto concludere con unpo’ di ..classica solennità iltempo natalizio, proponendo unconcerto d’organo nella chiesaparrocchiale di S. Quirico nelladomenica 8 gennaio. Si è esibi-to all’organo storico (costruitoda Domenico A. Fedeli nel

Nel Santuario

nostra Italia, spesso non ade-guatamente conosciute …Etornando a casa e dedicandocia cose più modeste ma ugual-mente importanti abbiamomesso al centro della nostraattenzione, nella Festadell’Epifania, la preghiera e lasolidarietà per i bambini delmondo nella “giornata missio-naria dei ragazzi”, che que-st’anno aveva uno sloganimportante anche per i grandi“Anche tu come Gesù”, inse-gnando ai nostri piccoli a farsicarico dei loro fratelli più lonta-ni e meno fortunati. Poi nel

1775, famiglia organara diPievetorina) il giovanissimomaestro Nicola Procaccini,appena sedicenne, di Porto S.Elpidio. Il pubblico purtropponon è stato molto numeroso:non sempre è facile far gustarequesto tipo di arte. Ma ha fattopiacere vedere un giovane chesi appassiona ancora, non solofrastuono delle discoteche, maalla dolce antica e semprenuova melodia organistica. Eallora, nonostante tutto, avantia tutta…”mirra”, come direbbe-ro i Magi!

(m.g.)

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ATTIVITA’ PASTORALISpeciale Marco Gentilucci

Verso il diaconato con tutto il nostro affetto

Personalmente conoscoMarco da ben due anni, que-sti sono stati semplicemente”bellissimi”. In questo tempoMarco si è creato un ‘ imma-gine rassicurante e affidabi-le, lui ha una personalitàmolto forte, questa la dimo-stra tutti i giorni anche neimomenti più difficili e piùcritici, è sempre riuscito aribaltare la situazione e a tra-sformare momenti negativiin positivi. Marco è un tutto-fare, sa giocare a calcio, safare lavori manuali, sa cuci-nare e ha un’immensa fanta-sia che spesso usa nei giochi.

Giovanni

Marco è un ragazzo che hoconosciuto nei due anni che èstato a Serra e la prima cosa chemi sono chiesta è stata come,così giovane gli fosse venutaquest’idea di diventare prete…Ma con il passare del tempo,conoscendolo meglio ho capitoche era veramente il suo deside-rio. Ti auguro di realizzare congioia questo tuo sogno.

Irene

Tu sei stato la mia guida pertutto il cammino della Cresima.

Mi hai aiutato ad essere feli-ce in tutti i bei momenti passati

È stato nel campeggio par-rocchiale di 2 anni fa che abbia-mo conosciuto Marco: giovane,simpatico e pieno di idee einventiva, un ragazzo comune aprima vista, di certo non ci

aspettavamo che fosse tra colo-ro che hanno ricevuto la chia-mata del Signore. Il suo percor-so è giunto ad una svolta, benpresto diventerà diacono, noisiamo molto felici per lui e gliauguriamo che il suo cammino,guidato dalla luce del Padre, siaricco di gioie e soddisfazioni.

Sara, Federicoe Susanna Bravi

Durante questi due anni hoavuto l’opportunità di conoscer-lo e insieme ai miei compagniabbiamo passato del tempo stu-pendo con lui. Sono molte leesperienze che abbiamo vissutotutti insieme, le più importanti,per me sono stati gli incontri

per la preparazione per diventa-re animatore. Abbiamo fattobellissime esperienze riguar-danti questo percorso. Marco èstato capace di unire simpatia,ma anche formazione. Ha crea-to giochi che ci hanno divertitoe fatto riflettere sul senso del

cammino della nostra vita.Abbiamo imparato a crescere estare insieme e spero di passarecon lui ancora un po’ di tempo.

Diego Bergamo

Abbiamo imparato a volarecome gli uccelli, a nuotarecome i pesci, ma non abbiamoimparato l’arte di vivere comefratelli” (cit. M.L.K) Marco èarrivato il momento che tu ciinsegni a vivere da veri fratelli,senza più odio e rancore unocon l’altro, sono contentissimodella tua scelta ma devi promet-terci una cosa: non dimenticartimai di noi! Ti vogliamo bene!!

Pietro

insieme, l’amore che hai nelcuore lo trasmetti a tutti quellisono intorno a te e credo che miservirà molto anche nel futuro.Quindi spero che rimarrai il piùa lungo possibile con noi.

Diego Ramazzotti

Il giovane seminarista MarcoGentilucci di Camerino, chedomenica 26 febbraio saràordinato diacono così invita igiovani della nostra Diocesi allasua festa:

Cari giovani amici, vi scrivoqueste poche righe per invitarvia partecipare alla mia gioia. Cisono! L’ordinazione diaconaleche tanto ho sognato si sta avvi-cinando e il pensare a quelgiorno mi rende pieno di emo-zione e di attesa. Come sapetesarà il 26 febbraio a Camerinoe voglio chiedervi di essere pro-tagonisti. In questi anni abbia-mo fatto tante cose insieme,esperienze belle e grandi , cisiamo voluti bene. Faccio que-sto passo decisivo della miavita con voi e anche grazie avoi. Vi aspetto e vi sono vicino.Con affetto, Marco

Che dire per raccontare unpo’ di Marco? Noi lo abbiamoappena conosciuto, ma Marcoha la sua storia bella e ricca ditante esperienze. Leggiamo cheè diventato scout nel gruppo diCamerino, di lui ricordano lagioia sul suo volto, quando dalupetto si affacciava a questagrande avventura. E poi nel“clan” sempre pronto a mettersiin gioco e aiutare nelle diffi-coltà. Da capo dei lupetti hausato sempre uno spirito pater-no e tanta gioia con il suo grup-po. Ma poi le cose sono cam-biate e nel suo cuore è maturatauna scelta importante:entrare inseminario. Non ha mai dimenti-cato i giovani della sua diocesi,così è entrato a far parte dell’e-quipe di educatori Azione catto-lica giovani (Acg), aiutandonelle varie attività, ma soprat-tutto diventando il più grandeamico di tutti. Nelle scelte deigiovani, che ormai maturi arri-vano a decisioni definitive luiera sempre al loro fianco, consi-gliandoli con amore e delicatez-za. Insomma da ragazzi insie-me a lui, sono cresciuti matu-rando scelte certamente nonfacili, spronati dall’esempio diMarco che ha deciso senzaindugio di seguire il Signore.Ha dato anche una grossa manoal gruppo dell’Azione cattolicaragazzi (Acr) aiutando gli edu-catori con le attività estive.Anche per loro un buon compa-gno di viaggio, un amico e unconfidente. E intanto già dueanni del seminario sono passatie all’inizio del terzo ecco checomincia per lui l’esperienza inparrocchia. E’ Caldarola ladestinazione, il primo anno a

fianco di don Mariano Blanchie poi con don VincenzoFinocchio: un’ esperienza chericorda sempre piacevolmente,un momento importante perchéha cominciato a respirare l’ariadella parrocchia. Anche in que-sta comunità ha saputo farsivoler bene, con le famiglie hainstaurato subito un ottimo rap-porto e credo che si sia ancorpiù rincuorato sulla bontà dellasua scelta.

Poi un giorno quasi pergioco abbiamo pensato: perchénon chiedere a Don Antonello,suo rettore di seminario, seMarco poteva venire a darciuna mano al campo scuola deiragazzi di Serra San Quirico?Permesso accordato, così nelluglio del 2011 a Carpegna ècominciata la sua avventura ser-rana. Abbiamo pensato a luiperché due anni prima si eraverificato durante l’ultimocampo scuola un grave inciden-te, nel quale erano stati coinvol-ti ben sette ragazzi e abbiamosperato che una persona dall’e-sterno avrebbe potuto daremaggiore autorevolezza all’é-quipe degli educatori. Da subitoabbiamo capito quale meravi-glioso dono abbiamo ricevuto.Le sue capacità organizzative el’esplosione di idee hanno rivo-luzionato il nostro modo divivere con i ragazzi. Grazie a luiabbiamo vissuto una splendidasettimana in armonia perfetta.

E’ stato davvero generosocon tutti noi e noi gli abbiamovoluto subito un gran bene. Unbene semplice fatto di gratitudi-ne, di gioia, fraterno per i ragaz-zi e filiale per noi adulti. L’avràsentito così tanto forte nel suo

partecipando gioiosamente inoratorio dove si è cimentato piùvolte come calciatore provetto eci ha stupito anche con i cantiscout che divertono tanto spe-cialmente i più piccoli.Elencare le mille cose cheabbiamo fatto insieme è impos-sibile, ma una cosa dobbiamodirla: il suo arrivo il fine setti-mana è proprio atteso, entrandoin parrocchia porta sempre unaventata di freschezza, saràforse anche la brezza marina delseminario di Ancona, ma il suosorriso ci fa sempre piacere. Leesperienze nei due anni si sonofatte anche più impegnative eserie per lui, un cammino con ilgruppo del dopo cresima e lalectio divina per adulti il gio-vedì sera. Si arriva la domenicasera davvero senza fiato perchéle attività non finiscono mai e laparrocchia è sempre piena diragazzi a cui dedicare il tempo.Proprio con i giovani sognava-mo di iniziare un cammino el’oratorio ce ne ha fornito l’oc-casione : è partito un corso peranimatori d’oratorio. I ragazziche ci seguono sono una decina,ma l’entusiasmo di Marcodurante le uscite li ha coinvoltie notiamo in loro una crescitainteriore; forse parlare di spiri-tualità è un po’ presto, ma con-fidiamo che la scelta di Marcosia di grande esempio. Due annisono già passati anzi sono vola-ti e il momento del diaconato èormai vicino: a lui che ci hadato così tanto noi saremo staticapaci di offrire qualcosa? Ilnostro stare insieme in sempli-cità, parlando di tutto a tavola enei pochi momenti liberi l’avràfatto sentire a casa? L’abbiamo

Caro Marco, è con commo-zione che mi unisco a te nelfare questo passo decisivoverso la via del ministerosacerdotale. Ed è anche conun buon pizzico di trepidazio-ne, perché il Signore ha volu-to, attraverso la voce delVescovo, che tu facessi unpo’….. di tirocinio nel servi-zio pastorale proprio nellenostre parrocchie di Serra S.Quirico e dintorni, affidatealla mia responsabilità. E’come se avessimo dovuto alle-narti per giocare bene nella“squadra di Dio” chiamata aservire gli uomini di questotempo. La tua presenza perciòè un grande dono e al tempostesso una grande responsabi-

lità, perché avremmo dovutotutti insieme, comunità epastore, farti assaggiare laparte concreta di quegli studiteologici, nei quali tu seimirabilmente preparato. Iltuo”si” generoso e gioioso aDio per il “servizio” dei fra-telli, nella consacrazione dia-conale mi fa ripensare al mio“sì”, detto tanti tanni fa (35),di cui sono contento, perchéaccanto alla mia fragilità mi èdato sperimentare continua-mente la fedeltà dell’amore diDio. E se anche per noisacerdoti il diaconato è unmomento di passaggio, credosia importante essere anche“diaconi permanenti”nelcuore, per dichiarare la

nostra appartenenza a quella“Chiesa del grembiule”,secondo la profetica espres-sione di don Tonino Bello, chetutti e due ammiriamo. E pro-prio questo ti auguro, carodon Marco, che a qualunquemansione sarai chiamato infuturo per mettere a frutto letue eccellenti qualità sappiarimanere, sempre “diacono”,cioè servo di ogni fratello chesi imbatte sulla tua strada,secondo l’esempio del nostroMaestro e Servo Gesù, nellecui mani consegni con fiduciala tua giovane esistenza, fiorelungamente atteso dellanostra comunità diocesana.Questo ti auguro, per questoprego con affetto riconoscentedi fratello maggiore.

Don Michele

cuore e espresso nelle sue paro-le che il nostro Vescovo ha deci-so che venisse proprio qui per isuoi ultimi due anni prima didiventare diacono. E da quelmomento è stato per noi unamagnifica sorpresa, partendodalle cose pratiche come quelladi diventare il nostro cuoco,dimostrando una notevole mae-stria. L’abbiamo coinvolto subi-to nella nostra pastorale, affi-dandogli il cammino dei ragaz-zi in preparazione dellaCresima e credo che sia statoper lui un bel banco di prova. Laclasse numerosa e vivace lo haimpegnato parecchio, ma conloro ha saputo instaurare unbuon rapporto da fratello mag-giore. E così piano piano èdiventato davvero uno di noi

accolto come un figlio e glivogliamo bene. Nel passo chesta per compiere ci sentiamo alsuo fianco, convinti, ma ancheun po’ timorosi. Ogni sceltaimportante cela un po’ di paura,lui sembra non averne perchénei suoi occhi leggiamo la gioiapiena.

Caro Marco ti auguriamo perquesto giorno infinita serenità,la comunità e i giovani di Serrasan Quirico ti hanno teso lamano quando sei arrivato franoi, ora hai la grande mano delSignore che ti accoglie e quan-do di nuovo stringerai le nostreci sentiremo ancor più forti.

Donata

Gli attenti discepoli

L’allievo guarda benevolo il maestro ...

La prima volta che ti hocosciuto, è stata alla riu-nione del campeggio2010, mi facevi un pòtimore! Conoscendotimeglio, ho capito che seiuna persona con un cuoredolce e animo buono! ...

Campeggi, uscite riu-nioni e incontri, tutti stu-pendi con grandi emozio-ni! ... Posso solo che dirtiGRAZIE!

Veronica

Se penso a Marco penso alcampeggio 2010. Si certo,anche in quest'ultimo cam-poscuola lui ci ha accompa-gnati,ma nel primo l'hoconosciuto e sicuramente èstato il miglior camposcuolache io abbia mai fatto. L'hotrovato un ragazzo diverten-te, simpatico, spiritoso masoprattutto “Giovane”. Èquello che ho pensato laprima volta che l'ho visto : “finalmente un ragazzo giova-ne”. Si, perchè forse è questociò che manca a noi giovanidi oggi: non è tanto il fatto dinon venire alla Messa ilnostro problema ( fatevelodire da chi è dentro il termi-ne “giovani di oggi”) , ma è

l'assopimento del sentimentod'amore verso Dio che ciporta ad andare “fuori stra-da” in alcune situazioni.Marco ci ha portato la suatestimonianza e il fatto divedere un ragazzo innamora-to di Dio e aver camminatoinsieme a lui almeno in unaparte del suo “percorso”verso l'ordinazione diaconaleha risvegliato in me quest'a-more verso nostro Signore emi ha fatto trovare un amicoin più. Spero con tutto mestesso che possa essere unesempio per altri così comelo è stato per me. Per questoti ringrazio Marco e ti faccioi miei auguri.

Paolo

Ci hai colpito con la tuasemplicità, ci hai stupitocon la tua allegria, ci haiincantato con le tue parolee con tutto il nostroamore, ti auguriamo unlungo cammino semprepieno di semplicità e alle-gria nella Parola di Dio.

Ma ricordati che nono-stante il tuo nuovo “impe-gno agli occhi di Dio” noisaremo sempre qui,imperterriti a tormentarele tue giornate!

Sheila

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VENERDI 2 – 9 – 16 – 23 – 30 MarzoOre 9.00 ConfessioniOre 9.30 S. Messa e venerazione della Sacra Spina Ore 17.30 Via CrucisOre 18.00 S. Messa e venerazione della Sacra Spina

VENERDI 16 MARZO 3° venerdì del mese (oltre agliorari sopra indicati) alle ore 11.00 Solenne concelebrazione e venerazione S.Spina

DOMENICA 18 MARZOPELLEGRINAGGIO VICARIALE ALLA SACRA SPINAOre 10.30 partenza dal piazzale del K 3 –pellegrinaggiopenitenziale verso la chiesa di San Quirico - ore 11.15 arri-vo in chiesa – tempo per le confessioni – Solenne concele-brazione

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Don Giuseppe tra noiATMOSFERA NATALIZIA

Festa alla Casa di Riposo

Tornati alla Casa del Padre

Anagrafe parrocchiale

LA VOCE DI SAN QUIRICO

Benedizione delle famiglie

PIERSIMONI GIORGIOn. 10-8-1932 † 8-9-2011

BONGARZONE SILVANAn. 24-6-1939 † 31-1-2012

BREGA ELISAn. 10-7-1922 † 29-12-2011

MICCIARELLI ANNAn. 23-3-1934 † 24-1-2012

Gli amici di Serra ricor-dano con affetto GIOR-GIO, serrano di nascita,lecchese di adozione, datutti apprezzato per la suaamabile disponibilità.

Da qualche settimana ègiunto in mezzo a noi per ilservizio pastorale unnuovo sacerdote: DonGiuseppe Varickamackal.Lasciamo a lui la parolaperché si presenti.

Sono nato nello statodel Kerala in India. Hocompiuto gli studi in India,Italia, Brasile e negli StatiUniti. Sono stato ordinatosacerdote il 21 novembre1984 nella cattedrale diRio de Janeiro in Brasile.Ho fatto studi in economia,filosofia, teologia e misono specializzato inSacra Scrittura e pastoraledella salute. Dopo varianni di esperienza in diver-si paesi ora mi trovo inmezzo a voi nella comu-nità di Serra San Quirico.In famiglia ho quattrosorelle e due fratelli. Duesorelle sono religiose: unasorella, suor FilomenaVarickamackal, appartienealla congregazione diMaria Santissima dell’ Ortocioè alle nostre suoreGianelline che sono aSerra san Quirico e l’altrasorella, suor Teresa,appartiene alla congrega-zione salesiana in India. Igenitori vivono con la fami-glia del nostro fratello piùgiovane, secondo la tradi-zione indiana per cui igenitori vivono semprecon l’ ultimo figlio. Lanostra famiglia è tradizio-nalmente cristiana. In Indiail Vangelo è stato portatoda San Tommaso, il disce-polo di Gesù Cristo. Lostato del Kerala risplendedi tanti cristiani. In India cisono tre riti: rito latino, ritomalabarese e rito malan-carese. ogni rito ha la suatradizione caratteristica.Ogni religione ha rispettoverso le altre religioni,anche non cristiane, pre-senti nello stato. In Keralala famiglia è un punto cen-trale della religione e ognifamiglia cristiana è costi-tuita secondo l’insegna-mento della Chiesa. Al ter-mine del giorno i membridella famiglia si riunisconoper fare la preghiera sera-le. La famiglia è fondamen-

to della società. Le famigliesono unite nella preghierae nell’amore. Quando unmembro della famiglia sof-fre, soffre tutta la famiglia el’intera comunità. LaChiesa è al centro dellefamiglie e fiorisce inmezzo ad esse. Ogni cri-stiano partecipa alle cele-brazioni liturgiche in chie-sa tutte le domeniche maanche nei giorni feriali lecelebrazioni sono moltofrequentate. Un cristianosenza chiesa è come unavita senza nutrimento.Gesù Cristo vive al centrodella famiglia ogni giorno:la vita dei genitori e dei figliè infatti nutrita dalla Paroladi Dio. I genitori sono laguida e la luce della fami-glia. Tutti insieme bambini,giovani, adulti e anzianicompongono il tessutodella famiglia. Ognuno hatanti doni e talenti dadonare agli altri. Tutti noiinsieme possiamo faretanto e costruire unacomunità per il bene ditutti. Desidero esprimereun grande ringraziamentoper avermi accolto alnostro ArcivescovoS.E.Mons. FrancescoGiovanni Brugnaro, alvicario generale mons.Nello Tranzocchi, al secre-tario del vescovo Marco, alparroco Don MicheleGiorgi, alla Madre CristinaFiacco dell’Istituto NostraSignora dell’Orto e alleconsorelle della casa diriposo e a tutti i fratelli e lesorelle di Serra SanQuirico. Auguro di cuoreogni bene a tutti voi,

il vostro don Giuseppe

Il 22 dicembre,come da tradi-zione natalizia, abbiamo allietato,anche se per poco tempo, gli ospi-ti della casa di riposo, “NostraSignora dell’Orto”, a Serra paese,con un coro di canti natalizi, orga-nizzato dalla nostra scuola. Dopoalcune lezioni di prova, quellamattina ci siamo recati alla casa diriposo, affrontando a piedi la durasalita; appena arrivati, ci siamopreparati e, una volta pronti,siamo entrati nella grande sala eci siamo esibiti con i tradizionalicanti di Natale, alcuni dei qualiaccompagnati dal nostro profes-sor Leoni con il suo basso, daGiada Marinelli e Matteo Ortolanicon le chitarre e dal professorCingolani con la pianola. Dopo ibrani natalizi, abbiamo recitato lefilastrocche di Natale che aveva-mo inventato e trascritto su deibiglietti d’auguri, che poi abbia-mo distribuito agli anziani. Cisiamo poi esibiti con la nostrapoesia, “ Lo zampognaro”, di

Gianni Rodari, abbiamo termina-to con un brano di Zucchero(“Così celeste” ), interpretato daGiada e, prima di andar via, ilnostro pubblico ci ha ringraziatooffrendoci dei cioccolatini.Questa, secondo me, è stata un’esperienza che ci ha insegnatomolto, perchè abbiamo portato unpo’ di allegria a chi non ha più lapossibilità di fare alcune cose esoprattutto non può più stare con isuoi cari. Questo gesto ci haanche dato una possibilità: quelladi rendere il nostro cuore piùaperto e più disponibile a realtà esituazioni sulle quali non ci fer-miamo mai a riflettere e che sen-tiamo molto lontane da noi.Vedere quelle persone ci ha fattomolta tenerezza e nei loro occhiabbiamo letto la gioia di quelmomento, ma anche i ricordi diuna vita, la forza della gioventù,ormai lontana e la rassegnazioneper un presente che, con moltaprobabilità, nessuno di lorosognava. Questa visita, personal-mente, mi ha fatto capire che nondovremo mai dimenticare l’esi-stenza ma soprattutto il valore diqueste persone, perchè se noisiamo al mondo lo dobbiamoanche a loro.

Vitiello Alessandra I a

Veneriamo la Sacra Spina

BATTESIMI Maggio Andrea di Davide eM.Grazia Ulisse ( 8-05 );Varani Alessandro di Paolo eMarta Mantovani (5-06);Zacconi Nicolò di Pierluca eGilda Pagano (25-06); PeriniNicole di Giorgio e JessicaMaggio (3-07);Michelangeletti Mia di Mauroe Matilde Fiorani ( 4-09);Perini Emanuele di Andrea eBruna Giorgetti (18-09);Bordi Bianca di Cristiano ePamela Ciattaglia (25-09);Korie Samuel di Micheal eCelestina (16-10); CiocciCarolina di Cristiano e MailaMattiacci (18-12).

MATRIMONICarella Antonio e BoccettiCinzia (7-05);Michelangeletti Mauro eFiorani Matilde ( 4-09);Morettini Gabriele e SpadiniFabiola (11-12).

DEFUNTICantiani Maria († 16-11),Bartelucci Giuseppe († 28-11), Servadio Enrico († 12-3), Ferretti Vincenzo († 10-07), Stafforte Amalia († 5-08), Ortolani Ottavia († 13-08); Arpini Filippo († 25-08),Mantovani Fabio († 10-09);Boria Elena († 1-10), MartelliDionisio († 9-12).

Festa della famiglia - 26-12-2011 Natività del “Paese Presepio”

Conferenza sul Natale tenuta dal dott. R. Ceccarelli S. Quirico: concerto di Natale con il giovanissimo M° Nicola Procaccini

Viviamo questa proposta, insieme allaVenerazione della S. Spina, come preparazione algrande evento della Pasqua. Generalmente ilsacerdote passa nel pomeriggio dalle ore 15.00alle ore 20.00

LUNEDI’ 5 MARZO - S. Maria delle Stelle,Piedimonte, Becerca, Trivio

MARTEDI’ 6 MARZO - Acquafosca,San Giovanni, Monte Murano e via Forchiusa alta

MERCOLEDI’ 7 MARZO - via S. Maria delleGrazie e via Forchiusa (fino alla chiesa Madonnadelle Grazie)

GIOVEDI’ 8 MARZO - da chiesa delle Grazieresto di via Forchiusa

VENERDI’ 9 MARZO - via Forchiusa Est

LUNEDI’ 12 MARZO - via S. Bartolo, via Verdi,via Coppi,

MARTEDI’ 13 MARZO - via Gramsci

MERCOLEDI’ 14 MARZO - via don Minzoni

GIOVEDI’ 15 MARZO - via Cruciani, via DeFilippo

VENERDI’ 16 MARZO - via Marconi, Via Leopardi,via Ricci, via Fontanella

LUNEDI’ 19 MARZO - via Martiri dellaResistenza, via Lavatoio, via Flli Rosselli.

MARTEDI’ 20 MARZO - via Gaspari, via GiovanniXXIII, via Moravia

MERCOLEDI’ 21 MARZO - via Piedaspri

GIOVEDI’ 22 MARZO - via Ventroni, via Cassero,via Cavalieri, via Marcellini, via Ungherini,via Voltoni, Largo Gianelli, via La Malfa

VENERDI’ 23 MARZO - via Garibaldi, piazzadella Libertà

LUNEDI’ 26 MARZO - via Mazzini , via XXI Luglio

MARTEDI’ 27 MARZO - via Matteotti, via AnnibalCaro

MERCOLEDI’ 28 MARZO - corso del Popolo,piazza Filippi, via Cavour

GIOVEDI’ 29 MARZO - via Roma, via Colle,via Passeggio

VENERDI’ 30 MARZO - via Pergolesi

LUNEDI’ 2 APRILE - via Brega (dal n. 3)

MARTEDI’ 3 APRILE - il resto di via Brega

di Zelinda Zampetti

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6 LL’ECO’ECO DEDE LALA ROSSAROSSA 1/12

PARROCCHIADI S. LORENZO

Tel.0731/814866

cell. parroco 333 7206497

SERVIZI RELIGIOSI:

- Messe festiveore 10,00

- ore 11,15

- Messa prefestivaore 17,30

LA VOCE DI MERGOAspettando la mezzanotte

Cori parrocchiali

Epifania - Santa Infanzia

Benedizione pasquale 2012

I piccoli amati da lontano

Tornato

alla

Casa

del

Padre

Domenica 18 dicembre u.s.alle ore 16.00, nella nostraChiesa di Angeli, si è svoltauna gradita rassegna di cantinatalizi.

Al nostro Coro si è unitoquello della Basilica di SanVenanzio Martire di Fabriano.

E’ stato un pomeriggio

molto partecipato dai numero-si interventi non solo perchéha rallegrato lo spirito, maanche perché è servito comepreghiera in preparazione alNatale: ce lo confermaSant’Agostino che ci ricorda:cantare significa pregare duevolte.

Anche quest’anno all’inizia-tiva lanciata dal Parroco nelperiodo natalizio “Aggiungi unposto a tavola”, idealmenteriferito ad un bambino delterzo mondo, la comunità par-rocchiale ha risposto congenerosità tanto che si è potu-to mantenere l’impegno presoormai da diversi anni.

Le offerte inviate tramite imissionari che operano inEtiopia sono delle piccolegocce d’acqua in un oceano dinecessità primarie come la

sopravvivenza di tanti piccoliinnocenti.

Speriamo che il prossimoanno le gocce diventino piùnumerose affinché ogni bam-bino possa vivere con la suafamiglia una vita con menosofferenze possibili, rimanen-do nel suo ambiente.

In ognuno di questi bambiniriconosciamo Gesù Bambino;il loro sguardo riconoscente èil grande grazie a chi ha dona-to con generosità.

Rosanna

Quest’anno la S. messadella notte di Natale, è statacelebrata nella nostra chiesadi Angeli. A rendere ancorapiù emozionante l’attesadella mezzanotte sono stati inostri bambini che ci hannoallietato con canti e poesiededicate a Gesù.

Alle 23,30 la chiesa eragià gremita di fedeli.

I bambini, accompagnatidalla melodia del flauto diDebora, hanno fatto il loroingresso con in mano unlumino acceso e una coron-cina argentata sul capo.

Davanti l’altare, tra una

poesia e l’altra, hanno ese-guito alcuni canti nataliziclassici ed altri più moderni,comunque tutti bellissimi.

Sicuramente, festeggian-do in questo modo il Natale,anche i più piccoli hannocompreso che oltre ai regali,questa ricorrenza è dedicatasoprattutto all’arrivo di Gesù.

Debora ed io vorremmoringraziare tutti i bambini e leloro famiglie che hanno par-tecipato alle prove e chehanno dovuto conciliare ipropri impegni con i nostriorari.

Marilena

Anche quest’anno, venerdì6 gennaio, abbiamo celebratola festa dell’Epifania e la gior-nata della Santa InfanziaMissionaria.

Il significato di “Epifania” ènoto: “Manifestazione” dell’u-manità e divinità di Gesù atutte le “Genti” per mezzo deiRe Magi venuti da lontano.Anche noi ci siamo uniti a lorocon l’omaggio di un bacio econ il rinnovato proposito difarlo conoscere a tanti Bambininel mondo.

Nella nostra Chiesa diAngeli ci siamo ritrovati in tanti:ragazzi e bambini del catechi-smo e anche i più piccoli, geni-tori, catechiste e fedeli tutti.

Il Parroco ha spiegato ilsignificato di “InfanziaMissionaria”: Bambini cheamano Gesù e vogliono farLo

conoscere e amare da tantialtri Bambini e vogliono aiutar-li a vivere una vita felice condi-videndo i loro piccoli risparmi;hanno infatti raccolto una bellasomma che sarà inviata permezzo dei missionari.

Un caloroso bacio alla bellastatuina di Gesù Bambino haconcluso la parte più stretta-mente religiosa.

La festa è continuata con lapremiazione dei bambini chehanno portato in Chiesa i loropiccoli presepi, preparati vera-mente con tanto impegno efantasia. Inoltre per il“Concorso presepio in fami-glia” è stata premiata comevincitrice la famiglia FerrettiChiara.

A conclusione di tutto tantidolci e tanta allegria.

Teresa

APPUNTAMENTI PARROCCHIALI

PRIMA COMUNIONE3 giugno 2012

Chiesa Parrocchiale ore 11,15

S. CRESIMA14 ottobre 2012

Chiesa S. Giovanni Apostoloe S. Martino V. ore 11,15GIOVANNI PIETRINI

n. 13-7-1926 † 18-12-2011

Cari Amici,anche quest’anno la BENE-

DIZIONE PASQUALE dellecase e delle Famiglie, verràfatta in due tempi: PRIMA DIPASQUA e DOPO PASQUAsecondo il PROGRAMMAsotto riportato. Intanto con laQuaresima imminente siamoinvitati a prepararci spiritual-mente alla Pasqua. L’invito èsempre lo stesso ma semprenecessario. “ Ritornate a me con

tutto il cuore ” (il ProfetaGioele) “Lasciatevi riconciliarecon Dio” (San Paolo). Noi cer-cheremo di accogliere l’invitodel Signore con segni di peni-tenza: digiuno e astinenza, sem-pre finalizzati a gesti di solida-rietà, e con una più prolungatapreghiera e una più assiduariflessione sulla parola di Dio.

Il Programma Pasquale lopotrete leggere nel prossimonumero di questo giornale.

PRIMA DI PASQUA

MARTEDI’ 20 MARZO: Via Verga (da Ciattaglia Anna )

MERCOLEDI’ 21 MARZO: Via Matteotti (da Ceccacci aCesaretti E.)

GIOVEDI’ 22 MARZO: Via Matteotti (da Dolciotti a Marasca)

VENERDI’ 23 MARZO: Via Matteotti (da Gentili G.), Via C.Colombo, P.zza Garibaldi

LUNEDI’ 26 MARZO: Via Verdi (da Pasquini Ub.)

MARTEDI’ 27 MARZO: Via Tiziano, Via L. da Vinci (da PicciolaA.R.)

MERCOLEDI’ 28 MARZO: Via R. Sanzio (da Fantini a FerrettiP.)

GIOVEDI’ 29 MARZO: Via R. Sanzio (da Bussolotti ), ViaAngeli (da Ricci a Gagliardini G.)

VENERDI’ 30 MARZO: Via Angeli (da Pieragostini S.), ViaMontirone

DOPO PASQUA

MERCOLEDI’ 11 APRILE: S.Maria delle Stelle, PalazzoBorgiani, Via Panocchia, Via S. Martino, Via S. Marciana, ViaCastellaro (fino a Chiappa G.)

GIOVEDI’ 12 APRILE: Via Castellaro (da Casini V.), Via Colli,Via Fontisa, Via Ravalle

VENERDI’ 13 APRILE: Via la Villa

LUNEDI’ 16 APRILE: Via Pertini, Via Giovanni XXXIII (fino aChiacchierini)

MARTEDI’ 17 APRILE: Via Giovanni XXXIII (da Tarascio G.),Via Cesare Battisti (fino a Bravetti Eliana)

MERCOLEDI’ 18 APRILE: Via C. Battisti (da Castro C.A. aMarzoli L.)

GIOVEDI’ 19 APRILE: Via C. Battisti (da Serini S.), Via D.Alighieri, P.zza. Mazzini, Via delle Mura

VENERDI’ 20 APRILE: P.zza Leopardi, P.zza S. Lorenzo

LUNEDI’ 23 APRILE: Via Roma

N.B.- Verrà osservato il seguente orario: ore 15,15 - 20,00; -Il programma, di cui sopra, potrebbe subire qualche variazio-ne; è opportuno informarsi anche per telefono: Abitazione0731.814604 Cellulare 333.7206497;- Le offerte date andranno nella cassa parrocchiale- Il Parroco ritorna volentieri nelle case dove non trova nessu-no, concordando giorno e ora più comodi per la famiglia.

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Prima della grande neve ...

Matrimonio cristiano e convivenza

Ventovoce di Dio

Madonnina

VIVACE INIZIO D’ANNO

LA VOCE DI AVACELLI

Direttore responsabile:Michele Giorgi

Capo Redattore: Donata CattaneoRedattori:

Laura Corinaldesi, Teresa GiorgiEva-Edvige Martorelli

Autorizzazione Tribunale di Anconan. 122 dell’8-5-1952

Stampanova - Jesi (AN)Via Abruzzetti, 12

Telefono (0731) 207556Fax (0731) 214549

La “chiesola” di Sasso

Tutto a rovescio ...

Coprici col bianco tuo mantello

Il vento, non si vede, si sentefra palpiti di sole e lampi di pioggia.Ruba l’intenso sussurro che arrivaall’anima di chi vuole intendere …Accarezza con forza per smuoverele nebbie da memorie sospese.Il vento come la speranzaparla di cose lontane, di profumi antichi,di fiori, di stelle, di mare…muove le fronde degli alberiparlando di Pace,ma le chiome sono senza anima e senzafede.Gli alberi chinano la testa e il vento vaoltre, senza più parole.

Christine Keller

sui fondamenti della vita a duee del matrimonio.

Allo stato attuale poi data larilevante presenza di coppieconviventi prevale, negli opera-tori pastorali, l’idea dell’acco-glienza e dell’annuncio. Infinefarei un’ultima considerazione:la divisione tra conviventi e nonconviventi è piuttosto artificia-le. La differenza tra stili di vitadi coppie conviventi e di coppienon conviventi è sostanzialmen-te molto debole, fin quasi a nonesserci. Ci sono cioè molte cop-pie che non convivono, ma ècome se convivessero, condivi-dendo casa, vacanze e cose.Anche per quanto riguarda ildiscorso dei rapporti prematri-moniali, le coppie non convi-venti sono completamente assi-milabili alle coppie conviventi.Questo dato è legato pure all’in-nalzamento dell’età del matri-

monio e all’allungarsi dei tempidi fidanzamento.

La convivenza indeboliscel’istituzione del matrimonio?

“ La mia impressione è chela convivenza indebolisca ilmatrimonio perché, sostanzial-mente lo banalizza. La convi-venza rimane la scelta menoimpegnativa, il modo di lasciaresempre aperta una “via di fuga”,di non assumersi una responsa-bilità piena e definitiva. In que-

sto senso, oserei dire che leconvivenze indeboliscono l’in-tera società, contribuendo amantenere le persone in unostato di perenne giovanilismo,di perenne de-responsabilizza-zione, di eterna reversibilità. Ilmatrimonio rimane la scelta incui mi metto totalmente ingioco, in cui tiro fuori tutta lamia voglia, capacità, coerenza,mi attrezzo per uscire dalle dif-ficoltà. Con la convivenza siprolunga un atteggiamento tipi-co dell’adolescenza, quello percui esiste una sorta di dirittoalla vita facile, con obbiettivibassi, in un’aura di mediocrità.L’obbiettivo di costruire unavita solida è traslato e proiettatosul figlio: ci si sposa quando sidecide di avere un bambino”.

(Lorenza Rebuzziniin Vita Pastorale n.2/12)

Compagnia teatrale in trasferta

Inizio anno abbastanza ricco dieventi ad Avacelli. Il 31 dicembreal castello molti paesani si sonoriuniti, cenando e giocando allatradizionale tombola, per salutareil nuovo anno passando una seratapiacevole e da ripetere. L'8 gen-naio si è conclusa la vendita deiprodotti equo solidali, che, insie-me alle offerte in chiesa, ognianno ci consente di rinnovare ilnostro impegno con l'azione adistanza dei cinque bimbi etiopi. Il15 gennaio c'è stata la tradizionalefesta di S. Antonio Abate con labenedizione dei cavalli e altri ani-mali. Il 28 gennaio presso il teatrodi Serra San Quirico Stazione lanostra compagnia “fusi&sfusi”diretta dalla regista Valentina

Impiglia ha avuto occasione direplicare lo spettacolo “la famigliaCimmicciolla” portato in scena loscorso agosto ad Avacelli.Febbraio è arrivato carico dineve… rievocando il gelido inizioanno del 2005 e regalando un pae-saggio incantevole. Ma il 2012 èiniziato bene anche perché ci hapermesso di riempire il paese difiocchi celesti per l’arrivo di Pitere Dylan. E in attesa di festeggiarei 50 anni della sagra dell’ asparagodi montagna, organizzare le variemanifestazioni, proporre un nuovospettacolo teatrale, ce ne staremotranquilli a casa a leggere un buonlibro della nostra biblioteca aspet-tando che la neve si sciolga…

Francesca

“Picchio in letargo!”

FIORANI MARIOn. 13-4-1928 † 22-12-2011

BUTI VENENZIAn. 19-8-1918 † 8-1-2012

Nuovo presepio, completo anche dei Magi, acquistato con leofferte delle famiglie dei Sacramenti. Viva gratitudine

Segue da pag. 1

Via Crucis:nei venerdì di Quaresima

alle ore 18,00

A Sasso di Serra San Quirico,in una piccola chiesa risalentealla fine del 1700, si venera lamadre del Signore con il titolo di“Madonna della Misericordia”, lacui dolce immagine risalta suuna tela di buona fattura colloca-ta in posizione centrale, dietrol’altare. Fino a qualche decenniofa quando il paese era densa-mente popolato, la chiesetta ( omeglio “chiesola”, come comu-nemente è stata sempre chiama-ta) registrava la presenza fervo-rosa di tanta gente, che vi accor-reva con fede e devozione, spe-cialmente durante il mese dimaggio, mese mariano pereccellenza. Chi è meno giovanericorda bene che in occasione dinotevoli calamità, o di gravi even-ti che colpivano persone delluogo, il parroco chiamava lì araccolta la popolazione per cele-brare tridui di preghiera o perrivolgere particolari supplichealla Madonna che non mancavadi manifestare la sua maternabontà e misericordia, risolvendonon di rado i vari problemi pro-spettatati e, in ogni caso portan-do sollievo e conforto: come si

deduce anche dai numerosi exvoto un tempo li presenti a testi-monianza di grazie ricevute. Nonmancavano le occasioni di ritro-vo anche per manifestare gioia ericonoscenza. A tal riguardo vor-rei ricordare, tra quelle chehanno raggiunto un’intensa par-tecipazione popolare, la famosasera dell’ 8 settembre 1943,ricorrenza della Natività dellaVergine Maria, quando pocoprima delle ore 20.00 un prolun-gato festoso suono delle campa-ne (all’ora ben più grande delleattuali, con il campanile postosopra la facciata) fece seguito,tra espressioni di giubilo e di rin-graziamento al Signore, all’an-nuncio per radio della firma del-l’armistizio fra l’Italia e gli Anglo-americani. Oggi la “chiesola”, neltempo più volte adeguatamenteristrutturata dal dinamico parrocodon Lucio Carpiceci, che si èadoperato anche per il restaurodel dipinto, custodita e ben tenu-

ta grazie alle assidue amorevolicure di Rina Sarti, animatriceanche di varie iniziative di pre-ghiera, continua ad essere fre-quentata dai pochi paesani resi-denti e da quanti sentono il biso-gno di raccogliersi in preghiera difronte all’immagine dellaMadonna. Lo fanno perchésospinti dall’intima certezza che:

La Madre di Gesù, NostroSignore accoglie ben dispostaalla preghiera di chi a Lei si appella con il cuoreed all’amore suo si affida espera.Le volte infatti che viene invocata

accorre e da sollievo prontamen-te:per questo è col bel titolo onora-ta dai tanti suoi devoti e dallagente.E Lei, del Paradiso eterno incan-to,delizia del Creator, la donnaeletta,sulla comunità stende il suomanto perché dal male sempresia protetta.Con zelo e con materna tenerez-za conduce, in pari tempo, i figlisuoiper far raggiunger loro la salvez-za, la gioia piena in cielo: prima opoi.

Antonio Ferretti

LA VOCE DI CASTELLARO

In attesa del 2012

Page 8: 1/2012 Eco della Rossa

. . . VARIE VARIE VARIE . . .

8 LL’ECO’ECO DEDE LALA ROSSAROSSA 1/12

CROCE VERDE

Appuntamentocon il medico

a cura della Dottoressa EDWIGE RIPANTI

Visita ai presepi

Nel paesedi Giulietta e Romeo

La mia gioia di scrivere

Perchè spesso diciamo di sì

La gioia di scrivere

Nevone storico 2012

Il bambino che c’è in noi ...

Dove corre questa cerva scritta in un bosco scritto?Ad abbeverarsi a un’acqua scrittache riflette il suo musetto come carta carbone?Perché alza la testa, sente forse qualcosa?Poggiata su esili zampe prese in prestito dalla verità,da sotto le mie dita rizza le orecchie.Silenzio – anche questa parola fruscia sulla carta e scosta i rami generati dalla parola “bosco”.Sopra il foglio bianco si preparano al balzo lettere che possono mettersi male,un assedio di frasiche non lasceranno scampo.In una goccia d’inchiostro c’è una buona scortadi cacciatori con l’occhio al mirino,pronti a correr giù per la ripida penna,a circondare la cerva, a puntare.

Dimenticavo che la vita non è qui.Altre leggi, nero su bianco, vigono qui.Un batter d’occhio durerà quanto dico io,si lascerà dividere in piccole eternitàpiene di pallottole fermate in volo.Non una cosa avverrà qui se non voglio.Senza il mio assenso non cadrà foglia,né si piegherà stelo sotto il punto del piccolo zoccolo.C’è dunque un mondodi cui reggo le sorti indipendenti?Un tempo che lego con catene di segni?Un esistere a mio comando incessante?La gioia di scrivere,il potere di perpetuare.La vendetta d’ una mano mortale.

Da “Elogio dei sogni” di Wislawa Szymborska

La Wislawa Szymborska era nata a Poznan, in Polonia, e sempreera vissuta a Cracovia, dove è morta pochi giorni fa: una delle piùgrandi poetesse del nostro tempo che nel 1996 era stata insignitadel premio Nobel per letteratura.

Lo scrittore è colui chepassa anni alla paziente ricer-ca dell’essere che porta dentrodi sé e del mondo che lo rendela persona che è: quando parlodi “scrittura”, la prima cosa chemi viene in mente non è unromanzo, una poesia o la tradi-zione letteraria, ma è una per-sona che si chiude in una stan-za, si siede all’antica scrivania,si ripiega in se stessa e, tra leproprie ombre, costruisce unmondo nuovo con le Parole.Non sono una “scrittrice”, mami piace, mi piace tanto scrive-re. Non uso né la vecchiaOlivetti di casa, né il computer,ma una semplice penna stilo-grafica e mentre scrivo micapita di bere un caffè, un tè egustare quei buoni dolcetti delMulino Bianco. Ogni tanto mialzo dalla scrivania, giro per ilsoggiorno e guardo fuori ibambini che giocano sul sagra-to, i pini ovunque e il panoramadei Cinque Monti. Se rimangoin camera la vista è menoamena, un muro cieco misepara da tutto. Mi capita discrivere poesie, racconti, sce-neggiature per il teatro, qual-che semplice articolo per ilgiornalino locale, le tracce peril compito di italiano dei mieialunni. Scrivere è trasmetterelo sguardo interiore alle cose,cercare un nuovo mondo nellamente, con pazienza e ostina-

zione e gioia. Le mie parole sulfoglio bianco del “Fabrianoclassic artist’s journal” riesconoa costruire un nuovo mondo,una nuova persona dentro dime, proprio come coloro checostruiscono un ponte o unacupola pietra su pietra. Le miepietre sono le parole. Le tocco,le sento e le guardo da lonta-no, qualche volta le accarezzocon le dita, con la punta dellapenna, le peso, le sistemo, leamo. Penso che scrivere siauna delle cose più belle da farenella vita. Avrei voluto dedicarepiù tempo a questa “arte” etrarne fiducia per poter raccon-tare la mia vita. Nel mio breveromanzo ”Candida” ho cercatodi farlo… in quei giorni, eranoquelli della mia malattia sentivola Musa che mi ispirava, erofiduciosa, sicura che scrivendonon sarei più stata terribilmen-te sola. La Musa mi offriva fan-tasie, immagini che evocavanoil mondo che avrei volutocostruire. Se ripenso agli scrittia cui ho dedicato una seppuresigua parte della mai vitaprovo un sentimento sconvol-gente: mi sembra di non averscritto con le mie mani le frasi,i sogni, le pagine che mi hannodato una grande felicità, ma diaverlo fatto grazie ad una forzagenerosa, sconosciuta, al disopra di me.

Lucia Scarabotti

Nell’opinione pubblica èsempre più conosciuto unproblema di salute esistentein tutto il mondo, soprattuttonei paesi industrializzati;aumenta di giorno in giorno,grazie anche all’affinamentodi tecniche diagnostiche, cli-niche e strumentali che for-niscono molto presto uninquadramento preciso degliimportanti disturbi a caricodi organi ed apparati e chefanno ricondurre allaMalattia Celiaca o SprueCeliaca o Enteropatia daglutine (o alla desueta,come termine medico,Steatorrea Idiopatica).Parliamo di questa malattiacome di un danno allamucosa intestinale conlesioni anatomiche a livellodel tenue, in gradi diversi,provocate da una sostanzapresente nel glutine, la glia-dina, in soggetti genetica-mente determinati.Coesistono uno stato diinfiammazione cronica del-l’intestino e il mancatoassorbimento di sostanzeessenziali per l’organismoche, carente, sviluppa pato-logie serie e debilitanti. Ilglutine è una proteina conte-nuta nella farina di frumento(pane, pasta), orzo, farro,segale, kamut. Non solo! Ècomponente di molte lavora-zioni e conservazione di cibie di medicinali; quindi unasorta di killer ben nascostoed insidioso. Assente nelriso, nel mais, nei legumi,nel miglio, nel sesamo. Laprima descrizione del morbofu di un clinico bologneseche due secoli orsono isolòuna sostanza insolubile inacqua, viscosa e di proprietàcollante, appunto la gliadina.La malattia celiaca colpiscemaggiormente il sesso fem-minile, di qualsiasi età, conmeccanismo congenito edautoimmunitario, secondo le

più recenti scoperte. Infatti,non raro è il legame con laTiroidite di Hashimoto,l’Artrite Reumatoide ed ilDiabete Mellito. C’è predi-sposizione familiare ma nonereditarietà. Il danno anato-mico a livello dei villi intesti-nali presenta vari gradi cosìcome sono diverse in gravitàle manifestazioni cliniche,che vanno dal malassorbi-mento con astenia, caloponderale, alterazioni dellacrescita, amenorrea, osteo-patie per deficit di calcio evitamina D, all’anemia side-ropenica, all’alopecia, a car-diopatie severe, fino all’epi-lessia. Talvolta può esordirecome dermatite erpetiforme.Diarrea, meteorismo, doloriaddominali, feci grasse sonosegni e sintomi molto fre-quenti nei pazienti che nonsi attengono scrupolosa-mente alle direttive mediche,quali l’eliminazione del gluti-ne in primis e la strettaosservanza delle regole nel-l’alimentazione. Soltanto lametà dei celiaci, soprattuttobambini, aderisce infatti alladieta, non dimenticandoperò quanto già in prece-denza detto: la presenza delglutine come addensanteper gli alimenti e come ecci-piente per i farmaci.Purtroppo la celiachia, comealtre malattie cronicheinfiammatorie dell’intestino,può in rari casi complicarsicon un linfoma intestinale,con lesioni ulcerative moltoestese a livello del digiuno edell’ileo, con la comparsa ditessuto connettivo che inva-de la mucosa e come unmuro impedisce il passaggiodelle sostanze e il loroassorbimento. La diagnosicomporta una pronta edadeguata risposta terapeuti-ca, soprattutto se ad essereinteressata è la prima infan-zia ove il decorso è più seve-ro ed acuto. Più precoce-mente possibile, come ipo-tesi e dubbio clinico, poi cer-tezza per consentire aimalati una qualità di vita otti-ma e compatibile con il con-testo del mondo moderno.Tenendo comunque semprepresente l’abolizione assolu-ta del glutine e la dieta avita, con la remissione clini-ca, istologica e l’abbattimen-to del rischio delle compli-canze.

Non abbiamo saputo dire dino ad una coppia di genitoriche si alternavano al telefonoper chiederci di accompagna-re, nel giorno dove si transita-va con maggiori difficoltà perla neve, la loro figlia di ventianni in forte stato di necessità,all'ospedale San Salvatore diPesaro dopo che la loro richie-sta era stata rifiutata da tanti.Non abbiamo detto di no ad unmedico di un'altra provinciache ci chiedeva la disponibilitàimmediata di un mezzo peraccompagnare una pazienteda un chirurgo all'ospedale diMacerata con condizionimeteo proibitive, con la consa-pevolezza di non poter più rin-viare il viaggio pena l'aggrava-mento delle condizioni. Nonabbiamo detto di no ai ripetutiinviti del Pronto Soccorso diFabriano, affinchè ci impe-gnassimo in una serie didimissioni di pazienti in varieore della giornata, allo scopodi avere sempre posti disponi-bili per altri ricoveri. In tantigiorni difficili per la neve ,per ilnostro abituale lavoro , nonabbiamo detto tante volte no,soprattutto una sera quando

era in atto una vera tempestadi neve: è arrivata la chiamatadella Centrale Operativa del118 di Ancona chiedendo ainostri militi di raggiungere alpiù presto Castelletta per soc-correre un'anziana signora vit-tima di una caduta. Sono par-titi 3 militi con un'ambulanzache tutta la giornata avevasvolto numerosi servizi; stradafacendo sono emersi unaserie di problemi che arrivati inlocalità Valgiubola non hannopiù permesso di continuare ilviaggio. Avvisata immediata-mente la Centrale Operativa èscattatato l'allarme e il suc-cessivo invio sul posto di vigilidel fuoco e della ProtezioneCivile che hanno accompa-gnato i nostri militi. Il pazienteha avuto il soccorso adeguato

con il ricovero in ospedale tra-mite un altro mezzo sanitariomentre i nostri militi sono rien-trati all'alba con i vigili delfuoco e la Protezione Civilelasciando l'ambulanza in unpunto esposto alla tempesta dineve. La squadra speciale peril recupero dei mezzi la matti-na successiva ha recuperatocon molta difficoltà il mezzo diemergenza che era completa-mente ricoperto dalla neve edifficile da individuare. Nonconosciamo a tutt'oggi l'am-montare della spesa anche sesappiamo che sarà comunqueconsistente e che non abbia-mo abbastanza risorse percoprire il costo per tutte lenecessità che sono emerse inquesto periodo per il maltem-po. Il grande cuore di alcunivolontari, altri sono scomparsianche se componenti delConsiglio Direttivo, rischia diessere totalmente vanificatodalle insormontabili difficoltàeconomiche: i rimborsi per illavoro che giornalmente fac-ciamo non bastano a coprirele spese effettive per il serviziodi trasporto sanitario, ilcostante rincaro del carburan-te, le maggiori spese per mec-canici , carrozzieri e gommistiaggravano la situazione di sof-

ferenza finanziaria. Se è veroche siamo una risorsa checosta poco bisogna trovare ilsistema per farci sopravvivereperchè è un atto morale masta mancando un senso diresponsabilità da parte delleistituzioni. I rimborsi che laRegione aveva promessosono fermi da anni e non sonopiù adeguati, del recupero perle spese effettive che sembra-va prendere il via dal 2010 nonse ne parla più. I bilanci delleAssociazioni di volontariatosono in rosso perchè pesa laspesa del personale che per-mette di garantire la continuitàdel servizio 24 ore giornaliereper tutto l'anno. Le offerte,sempre importanti da partedei cittadini, non bastano più,occorrono oramai delle gene-rose donazioni. Ci sarannoprossimamente delle personeche doneranno qualcosa diimportante alla Croce Verde diSerra San Quirico per permet-tere di continuare questo inso-stituibile servizio a beneficio ditutti i cittadini? In attesa checiò avvenga invitiamo tutti adonare il 5 x 1000 alla nostraAssociazione. Per questosegnaliamo il nostro numero:01025040427.

Elvio Evangelisti

Di buon mattino siamo parti-ti, un po’ addormentati e un po’sognanti, verso quella meta checi avrebbe arricchito la mente einsieme intenerito il cuore; un’e-sperienza davvero bella edemozionante. Quest’anno, perla tradizionale visita ai presepi,Gabriella e Donatella hannoproposto Verona e dobbiamoammettere che la scelta si èrivelata particolarmente gradita.Una breve sosta lungo il percor-so e poi via verso la città scali-gera. Una guida esperta ci haaccolto e consentito di gustarele bellezze della città. La primaattrattiva è stata la basilica diSan Zeno, vero capolavoro delromanico in Italia, fondata da rePipino tra l’VIII e il IX sec.. Il por-tale decorato da 24 formelle dibronzo a rilievo mostra, a sini-stra, le storie del nuovo testa-mento, invece a destra sono raf-figurate quelle dell’antico e inpiù alcuni episodi di san Zeno.L’attuale struttura romanica,dopo il terremoto del 1117,accoglie l’abside a forma gotica,mentre nella cripta riposano lespoglie del santo. Sulla tombadel loro patrono i veronesihanno sviluppato, fin dal Vsecolo, un culto profondo e, neimomenti più difficili della lorostoria, hanno trovato l’unità e laforza per affrontare il futuro.

voluta da Cangrande II, è ilPonte di Castelvecchio, il ponteNavi invece era un approdo flu-viale, mentre il ponte Pietrarisale addirittura al primo secoloa.C. Una breve passeggiata incentro ci ha permesso di ammi-rare Piazza delle Erbe con lamedievale torre dei Lamberti, ilpalazzo della Ragione, le ArcheScaligere e naturalmente nonpoteva mancare la casa diGiulietta resa famosa daShakespeare. Una sosta per ilpranzo e quindi via versol’Arena per la visita ai presepi.

Una grande stella: un enor-me archiscultura progettata dal-l’architetto Rinaldo Olivieri situffa dall’invaso dell’Arena supiazza Bra. La stella, illuminatanella sera, offre un insolito spet-tacolo con la sua grande esplo-sione di linee. Probabilmentevuole rappresentare un luogod’incontro luminoso. È statobello ammirare oltre 400 prese-pi provenienti dalle varie regioniitaliane e da diversi paesi delmondo. Oggi il presepio è pre-sente in moltissime case e sicu-ramente, oltre a ricordare ilmistero della nascita di Gesù, sirivela come un importanteambasciatore di pace nelmondo. Dopo i presepi molti dinoi hanno visitato l’internodell’Arena, mentre il restante

All’interno numerose sono leopere d’arte ma sicuramentequella più importante è il tritticodi Andrea Mantegna (1457-1459), capolavoro della pitturarinascimentale dell’Italia setten-trionale. Il dipinto ha come sog-getto la Madonna con Bambinoe santi; portato via dai francesinel 1797, fu recuperato piùtardi, ad eccezione dei dipintidella predella (quelli attualisono copie di Paolo Veronese).Abbiamo poi proseguito in pull-man per un breve giro panora-mico della città; i viali si snoda-no lungo l’Adige e i ponti che necollegano le sponde sono ricchidi storia: essi rappresentano levarie testimonianze architettoni-che succedutesi nel tempo.Imponente opera medievale,

tempo libero poteva essereimpiegato da ciascuno per altrecuriosità e visite alla città. Moltisono tornati nelle vie e piazzedel centro mentre qualcun altroha preferito visitare nel vicinopalazzo della Gran Guardia lamostra “Il Settecento a VeronaTiepolo, Cignaroli, Rotari - lanobiltà della pittura”. Il ritorno acasa è stato confortato e scan-dito da brevi riflessioni e pre-ghiere proposte da Don Micheleaiutato, per l’occasione, dallenostre sorelle di Santa Mariadell’Orto. Un grazie a quantihanno partecipato e, in partico-lar modo, a Gabriella eDonatella che si sono prodigateper la piena riuscita dell’iniziati-va.

Domenico Zannotti