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1 Una definizione di discomunicazione Discomunicazione: gli aspetti impliciti e indiretti della comunicazione prevalgono su quelli espliciti e diretti È un dire per non dire: scarto rilevante fra il detto e il non detto Soluzione di continuità fra Comunicazione per default discomunicazione

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Una definizione di discomunicazione

Discomunicazione: gli aspetti impliciti e indiretti della comunicazione prevalgono su quelli espliciti e diretti

È un dire per non dire:

scarto rilevante fra il detto e il non detto

Soluzione di continuità fra

Comunicazione per default discomunicazione

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L’opacità intenzionale

Opacità intenzionale: l’intenzione comunicativa dell’attore risulta essere diversa dall’intenzione espressiva copertura/velatura intenzionale

Vantaggi della discomunicazione:

• aumenta i gradi di libertà dei partecipanti: apre nuovi scenari comunicativi e dischiude nuove possibilità di interazione sul piano relazionale e di condivisione dei significati

• va considerata come un’opportunità: potente dispositivo in mano agli interlocutori

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La comunicazione ironica

Prospettiva tradizionale: ironia = figura retorica basata sull’antifrasi (esprimere un enunciato per fare intendere l’opposto del suo significato letterale)

• Inversione semantica fra il significato letterale (manifesto) e il significato implicito (latente)

Limiti:

• non viene colta la rilevanza comunicativa dell’ironia messa in atto grazie al gioco psicologico degli aspetti impliciti in essa attivi

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La “famiglia” delle ironie

• Ironia sarcastica (blame by praise): disprezzare il partner attraverso parole di elogio

• Ironia bonaria (praise by blame): elogiare il partner facendo ricorso a frasi di critica

• Ironia socratica: modo di comunicare elegante per mettere in discussione mode e dogmi senza sbilanciarsi, né compromettersi

• Ironia scherzosa (o giocosa): si avvicina alla battuta di spirito e serve a sdrammatizzare eventualmente una situazione tesa

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Principali teorie sulla comunicazione ironica

1. La prospettiva razionalista [Grice]

• Formalizzazione dell’impostazione classica dell’antifrasi: l’enunciato ironico consiste nel “dire p facendo intendere non-p”; trasgressione della massima di Qualità

• Ironia = opposizione fra l’atteggiamento soggettivo (intenzione) dell’attore e l’atteggiamento generato dalle attese dell’espressione letterale della frase

Prospettiva ancorata all’articolazione linguistica della comunicazioneironica, senza considerare gli aspetti psicologici e relazionali

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2. La prospettiva machiavellica

• Forma comunicativa volta a creare una serie di effetti sul partner, senza tenere in debito conto il rispetto delle regole formali del linguaggio, né la veridicità del messaggio

• Implica la violazione delle attese contestuali del partner

• Ipotesi della simulazione allusiva: gli effetti ironici sono generati dall’allusione a un’attesa mancata, prevista sul piano convenzionale

• Condizione di incongruenza suscitata dall’incoerenza e dalla mancanza di aderenza a uno script atteso

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3. La teoria ecoica (o della menzione) [Sperber e Wilson]

• Il parlante produce un enunciato che fa da eco (menzione implicita) a quanto detto o fatto in precedenza dal partner

• L’ironia è un tipo di citazione indiretta, impiegata con lo scopo di fare eco in modo distorcente

• Fenomeno della tongue-in-cheek (lingua-nella-guancia): commento laterale e di sottofondo a quanto viene detto o fatto da parte di altri

• Modello dell’ironia citazionale: l’ironia è una “citazione” di quanto è accaduto in precedenza

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4. La prospettiva teatrale

• Finzione trasparente: il parlante afferma qualcosa facendo finta di credervi e, nel medesimo tempo, segnala, attraverso gli indicatori paralinguistici, che si tratta di una finzione

• Ironia come simulazione

• La comunicazione ironica si avvicina alla parodia: si fonda sul meccanismo dell’antinomia (contrapposizione antitetica di due termini da cui sorge l’effetto ironico)

• Complicità fra l’autore e il destinatario: richiedono la condivisione dei livelli di comunicazione “primario-secondario”

• Triangolazione comunicativa: esclusione, selezione fra chi deve capire e chi è destinato a restare escluso da una comprensione più profonda

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Funzioni psicologiche della comunicazione ironica

Comunicazione ironica = comunicazione obliqua

Mostra ciò che nasconde; nasconde ciò che dice

Modalità rilevante di discomunicazione

Dire per non dire

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Funzioni psicologiche

a) Comunicazione ironica come rispetto delle convenzioni (come aggirare la censura in modo culturalmente corretto): strategia indiretta ed efficace per “cogliere nel segno” in modo implicito, senza trasgredire le norme e gli standard previsti dal sistema cultura di appartenenza (humour inglese)

b) Comunicazione ironica come confine di riservatezza (come proteggere lo spazio personale): strategia utile per proteggere la propria riservatezza (privacy), evitando i rischi dell’esposizione di sé sia in contesti di intimità sia in determinati ambiti pubblici

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c) Comunicazione ironica come ambiguità relazionale (come rinegoziare i significati): paradosso: per essere meglio intesi, occorre essere “fraintesi”

Efficacia della parola + innocenza del silenzio

Polisemia pragmatica

(offre diversi percorsi di senso all’interpretazione)

• Regolazione del peso dell’implicito: mitigazione (una critica espressa in modo ironico appare più leggera di un insulto aperto); accentuazione (un commento sarcastico è più incisivo di una critica aperta)

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La voce dell’ironia

La comunicazione ironica è un fenomeno eminentemente vocale

• Combinazione di tono acuto e modulato, intensità elevata e ritmo rallentato, in alcuni casi tendenza alla nasalizzazione

• Sorta di sottolineatura caricaturale e marcatura enfatica dei tratti soprasegmentali “giocare con la voce”

• È diversa dalla menzogna (le parole non sono false, ma finte = negazione palese di ciò che appare)

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Lo script ironico

Modello del fencing game = gioco comunicativo “di fioretto”: colpisce l’avversario in modo elegante ma pungente

Script ironico: successione di azioni e di mosse finalizzate a conseguire un certo esito. Quattro fasi distinte

• Premessa: bagaglio di conoscenze reciproche interpersonali condivise dagli interlocutori; orizzonte di riferimento, all’interno del quale collocare lo scambio ironico successivo

• Evento focale: elemento induttore e antecedente della comunicazione ironica

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• Commento ironico: manifestazione di una determinata intenzione comunicativa da parte dell’autore

• Effetto ironico: prodotto dal modo in cui il commento ironico è interpretato da parte del destinatario. Tre possibili contromosse: fraintendimento (mancata attribuzione di un’intenzione differente dal significato letterale all’enunciato; il commento ironico non viene colto) disconoscimento (il partner comprende il senso ironico, ma decide di fermarsi al significato letterale) touché (la comunicazione ironica arriva a bersagli colpendo l’ironizzato)

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La comunicazione seduttiva

Sequenza strategica e intenzionale di mosse il cui traguardo è

quello di attrarre (anche sul piano sessuale) un’altra persona

La vicinanza e la distanza fisica e psicologica fra gli individui è oggetto di un complesso sistema di regolazione che non risulta mai né definitivo né stabile, ma che è suscettibile di continue variazioni e oscillazioni

Seduzione: importante processo di avvicinamento fra le persone; l’esito sperato è quello di una notevole riduzione della distanza psicologica fra due individui

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“Dall’essere qualunque all’essere qualcuno”

La danza del corteggiamento: reciproco gioco di seduzione che prevede una sequenza di tappe successive:

• individuazione e selezione di un partner attraente e interessante

• stabilire il contatto con il potenziale partner attraverso opportune strategie di esibizione, al fine di farsi notare, di catturare la sua attenzione e di farsi scegliere a sua volta

• stabilire un reciproco avvicinamento per instaurare una relazione di intimità attraverso la riduzione progressiva del grado di incertezza

• decisione di mantenere il legame in una cornice di relativa stabilità

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La paradossalità della comunicazione seduttiva

Fase di esibizione = cambiare status: dall’essere qualunque all’essere qualcuno; aumentano gli aspetti “estetici” della comunicazione e si riducono i contenuti referenziali

• processo atto a nascondere e mascherare i propri limiti e difetti per diventare oggetto di desiderio nei confronti dell’altro

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• Similitudine con la recitazione teatrale:

uso sapiente e accorto del “trucco di immagine” per volgere al meglio la percezione delle proprie risorse e competenze

strategia dell’apparenza come strumento di attrazione e persuasione

spazio comunicativo intermedio fra il falso, il finto e il reale

• Esibizione paradossale della seduzione: pur essendo esplicita, non è dichiarata

• Avvicinamento reciproco: apertura all’altro (self-disclosure) attraverso un progressivo scambio di conoscenze sulle proprie esperienze

• Riduzione dell’incertezza: limita il rischio di rendersi precocemente vulnerabili

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L’obliquità della comunicazione seduttiva

Comunicazione obliqua e indiretta

• il seduttore deve attenersi al principio di dire abbastanza ma non troppo (possibilità di operare aggiustamenti fra la manifestazione dei propri intenti e l’eventualità di ritirarsi

Comunicazione intrigante: forme sottili e allusive di comunicare che lascia intendere più di quanto si dica con le parole

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Seduzione

=

processo di conquista reciproca, in cui entrambi i partner hanno la propria parte e in cui diventa difficile decidere se le responsabilità

maggiori in fatto di seduzione siano dell’uno o dell’altro

• Vulnerabilità: il seduttore si pone in una condizione di difficoltà e di richiesta di aiuto, adottando un atteggiamento di sottomissione che favorisce l’avvicinamento dell’eventuale partner, riducendo il suo grado di resistenza e aumentando il livello di intimità

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Modalità non verbali della comunicazione seduttiva

Le modalità non verbali sono fondamentali per catturare l’attenzione e per sedurre l’eventuale partner

• Contatto oculare: esprime fiducia, credibilità, disponibilità, interesse; la dilatazione della pupilla è un potente segnale di attrazione verso il potenziale partner

• Espressioni mimiche del volto: il sorriso “timido”, appena accennato (coy smile), presente soprattutto nelle donne; la sincronizzazione dei gesti, aumenta la percezione di soddisfazione e di intesa reciproca

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• La voce attraente è associata a giudizi di piacevolezza e di desiderabilità sociale; differenze sistematiche nel profilo vocale fra seduttori efficaci e seduttori non efficaci

Capacità di sintonizzarsi con il partner attraverso l’attentavalutazione dei suoi feedback a cui adeguare il messaggio

successivo

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La comunicazione menzognera

Due grandi filoni di ricerca:

• studi naturalistici sul campo (rilevazione dei comportamenti ingannevoli attuati nel corso della vita quotidiana)

• studi sperimentali di laboratorio (analisi sistematica dei processi cognitivi, emotivi e comunicativi coinvolti nell’agire menzognero)

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La “famiglia” degli inganni

Le proprietà essenziali della comunicazione ingannevole:

1. falsità del contenuto di quanto è detto

2. consapevolezza di tale falsità

3. intenzione di ingannare il destinatario

La menzogna è un atto comunicativo, consapevole e deliberato, di ingannare un altro che non è consapevole e che non

desidera essere ingannato

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La “famiglia” degli inganni (continua)

Sequenza della comunicazione ingannevole:

1) A inganna B dicendo l’enunciato p se e soltanto se:

(i) A conosce che p è falso (e che non-p è vero)

(ii) A induce B a condividere e a credere che p

2) A intende ingannare B

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Quattro sottogruppi di inganni:

1. omissione (il parlante omette di fornire al partner alcune informazioni essenziali per gli scopi di quest’ultimo)

2. occultamento (il parlante nasconde alcune informazioni divergenti o secondarie per fargli assumere false credenze)

3. falsificazione (il parlante deliberatamente invia al partner informazioni che sa essere false)

4. mascheramento (il parlante cela informazioni importanti e pertinenti, fornendo al partner altre informazioni false)

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Il parlante produce inganno per commissione o inganno per omissione

ma

i fenomeni ingannevoli costituiscono un continuum dai

confini sfumati, in cui uno sfuma nell’altro sulla base

di una certa “somiglianza di famiglia”

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Principali teorie sulla comunicazione menzognera

a) La manipolazione dell’informazione (Information Manipulation Theory, IMT, McCornack):

• comunicazione menzognera = classe specifica di fenomeni e processi comunicativi;

• i comunicatori manipolano e trasformano contemporaneamente l’informazione lungo differenti dimensioni mentre ingannano gli altri;

• sono in grado di controllare il grado e la qualità delle informazioni lungo quattro dimensioni (quantità, veracità, pertinenza, chiarezza)

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b) L’inganno interpersonale (Interpersonal Deception Theory, IDT, Buller e Burgoon):

• impostazione strategica, finalizzata alla presentazione del mentitore come persona affidabile e degna di fiducia, mentre sta dicendo il falso;

• comunicazione menzognera = categoria comunicativa quasi a sé stante, contrapposta alla comunicazione veritiera.

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Le principali strategie comunicative sono:

• incertezza (o vaghezza: inviare messaggi volutamente ambigui)

• reticenza (o non immediatezza: ritirarsi da un’interazione diretta)

• dissociazione (allontanare da sé la responsabilità della menzogna)

• protezione dell’immagine e della relazione (presentarsi in modo positivo e favorevole)

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Comunicazione non strategica: indizi di smascheramento (leakage cues) involontari e non intenzionali (il mentitore non è in grado di controllare la produzione del proprio discorso menzognero)

Tre categorie di comunicazione non strategica:

• rivelatori di attivazione emotiva e di nervosismo (ammiccamento frequente, tono alto della voce ecc.)

• rivelatori di affetti negativi (espressioni facciali di spiacevolezza, ridotto contatto oculare ecc.)

• rivelatori di incompetenza comunicativa (esitazioni e ripetizioni di parole, frasi brevi e interrotte, maggiore frequenza di pause piene e vuote ecc.)

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c) La discomunicazione menzognera (Deceptive Miscommunication Theory, DeMIT, Anolli, Balconi e Ciceri):

• comunicazione menzognera = fenomeno comunicativo che rientra nella comunicazione per default;

• processo eterogeneo, con diverse forme espressive, quali la distinzione fra menzogne ad alto contenuto e a basso contenuto;

• atteggiamento intenzionale complesso e graduabile

• segue le regole di una gestione locale (local management) degli scambi conversazionali

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L’intenzione di mentire

Complessità intenzionale. Differenti livelli:

• intenzione nascosta (o latente: il parlante intende ingannare il partner manipolando e falsificando l’informazione, ma tale intenzione non deve trapelare)

• intenzione manifesta (o apparente: il parlante intende trasmettere al partner l’informazione manipolata e falsificata)

• intenzione informativa (il parlante desidera che il partner accolga l’informazione manipolata come se fosse vera)

• intenzione di “sincerità” (il parlante desidera che il partner creda che ciò che egli ha detto è vero, al fine di rispettare la “regola di sincerità” prevista da Searle)

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Metarappresentazione: le persone hanno una rappresentazione della rappresentazione mentale degli altri

Gradazione intenzionale: il parlante può mentire in maniera quasi automatica e convenzionale oppure mentire in maniera spudorata

La comunicazione menzognera è realizzata da persone che si ritengono possessori di una razionalità limitata, in grado di raggiungere il cosiddetto ottimo locale

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Le motivazioni per fare ricorso alla comunicazione menzognera possono essere molteplici:

• menzogne benevole (acquisire o proteggere le proprie risorse; gestire la relazione con il partner; mantenere il proprio livello di autostima);

• menzogne di sfruttamento (diverse forme di inganno per guadagnare vantaggi a scapito degli altri, per danneggiarli o per sfruttarli)

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L’impegno cognitivo della comunicazione menzognera

1. L’ipotesi del “carico cognitivo”

La comunicazione menzognera è cognitivamente più impegnativa:

• occorre costruire un messaggio “dal nulla” in modo coerente

• occorre confezionarlo in modo compatibile con le conoscenze del partner, rispettando i vincoli della situazione contingente

Entrambe le condizioni appaiono insostenibili: esistono situazioni in cui dire la verità è più impegnativo e difficile sul piano cognitivo che dire una menzogna

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2. La variabilità dell’impegno cognitivo nella comunicazione menzognera

Distinzione fra: - menzogne preparate (pianificate in anticipo ed esaminate dal mentitore almeno nei loro

aspetti principali) - menzogne impreparate (dette

spontaneamente, di solito come risposta a una domanda inattesa del partner)

Distinzione fra: - menzogne a basso contenuto (dette automaticamente nelle conversazioni

quotidiane)

- menzogne ad alto contenuto (comportano conseguenze serie sia per il mentitore sia

per il destinatario e hanno dei costi elevati)

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3. La pianificazione e l’elaborazione cognitiva del messaggiomenzognero

La comunicazione è un processo continuo creato dalla dinamica delle reciproche azioni, da cui si formano le qualità emergenti della relazione

La struttura del messaggio menzognero è il risultato di una gestione locale della sequenza degli scambi comunicativi, che esige una forte aderenza alla situazione contestualizzata

• Le menzogne a basso contenuto esitano dalla scelta di un percorso comunicativo che conduce il parlante all’ottimo locale• Le menzogne ad alto contenuto richiedono una pianificazione

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Mentitori ingenui:

• condizione di ipercontrollo: il mentitore può produrre un numero assai limitato di movimenti con le mani e impiegare un tono di voce grave e monotono, con scarse variazioni

• condizione di mancanza di controllo: il mentitore può gesticolare molto con le mani e usare un tono acuto della voce con molte variazioni locali

Mentitori abili: • presentano un numero di movimenti con le mani e una

impostazione della voce simile a quella che essi hanno nella comunicazione veritiera

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Modi di dire e di scoprire la menzogna

1. Stili linguistici della menzogna

• Ambiguità e prolissità (destinatario acquiescente e silenzioso): il mentitore cerca di “diluire” la falsità e di renderla meno identificabile; dire per non dire

• Assertività ed evitamento ellittico (destinatario sospettoso): il mentitore impiega forme elusive e reticenti per esprimersi, con lo scopo di dire il minimo necessario; esimersi dal dire

• Impersonalizzazione: il mentitore intende evitare di assumersi le responsabilità di quanto sta dicendo e si propone di dissociarsi dagli enunciati

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2. Stili non verbali della menzogna

Non esiste un repertorio fisso e ricorrente di indizi non verbali

• Attività motoria : può subire un incremento generale o, al contrario, presentare una diminuzione fino a giungere a forme di ipercontrollo con conseguenti forme di rigidità

Di conseguenza, gli indizi di smascheramento sono molto

variabili, individuali e contingenti, presenti in una certa situazione

e, probabilmente, assenti in un’altra

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• Movimenti delle mani: in generale, i mentitori presentano un decremento dei movimenti delle mani durante la menzogna; tuttavia, questo comportamento varia in funzione della struttura di personalità del mentitore

• Voce: in generale, si riscontra un innalzamento e una maggiore variabilità del tono; tuttavia, si rileva la presenza di variazioni nei profili vocali, in funzione della condizioni psicologiche dei mentitori

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L’abilità di scoprire la menzogna/il mentitore

L’abilità di scoprire la menzogna è strettamente connessa conl’abilità di dire la menzogna: rappresenta l’altra faccia della

comunicazione menzognera

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Quale migliore mentitore che il mentitore sincero?

Due ipotesi circa la Competenza della comunicazione menzognera

1. Personalità machiavellica e comunicazione menzognera

Personalità machiavellica: costrutto psicologico che intende descrivere la disposizione a manipolare e a sfruttare gli altri, giustificando tale condotta per scopi di adattamento

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2. L’autoinganno

Riguarda soprattutto situazioni relazionali complesse; può essere considerato come un mezzo efficace per mentire agli altri in modo credibile

Duplice paradosso:

a) paradosso statico: un soggetto inganna se stesso soltanto se egli crede e accetta sia p (falso) sia non-p (vero)

b) paradosso dinamico: il soggetto che si autoinganna ha l’intenzione di inventare una falsa credenza per se stesso che conosce il vero

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Alcuni modelli esplicativi per superare questi paradossi

b) Teoria della scelta razionale: spiega l’autoinganno sulla base della razionalità limitata dell’essere umano; gli individui sono portati a ottimizzare la scelta che assicura il grado più elevato di utilità attesa

c) Modello della divisione mentale: l’autoinganno è dovuto a un processo “inconscio” automatico, poiché chi si autoinganna non è consapevole di ammettere una delle due credenze (p o non-p) per ragioni motivazionali

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c) Modello “deflazionistico”:

• reinterpretazione della credenza ritenuta minacciosa; • superamento del paradosso statico grazie a una serie di distorsioni cognitive; • l’autoinganno è visto come un’elaborazione delle informazioni distorta dagli aspetti motivazionali

Vi è una “soglia di confidenza” per accettare (o rifiutare) un’ipotesi nel ragionamento comune. Due valori:

• accettazione della soglia (livello minimo di “confidenza” e di “fiducia” nel vero che è necessario per accettarlo)

• rifiuto della soglia (il valore minimo di fiducia nel falso che è necessario per rifiutarlo)

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• valore di soglia dell’accettazione: rapporto fra i costi dell’accettazione di un’ipotesi falsa e i costi dell’informazione

• valore di soglia del rifiuto: rapporto fra i costi del rifiuto dell’ipotesi vera e i costi dell’informazione

I desideri e le motivazioni del soggetto possono orientare la verifica o la falsificazione di un’ipotesi in due fasi:

• guidano la scelta dell’ipotesi da verificare

• valutano le ipotesi secondo le soglie di confidenza per evitare i costi dell’informazione falsa

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La comunicazione patologica

Comunicazione = attività relazionale che tocca le radicidell’identità personale e della posizione sociale di ogni individuo

Condizione essenziale del benessere e del disagio psicologico

Stretta interdipendenza fra i disturbi comunicativi e i disturbipsicopatologici

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La comunicazione schizofrenica

Schizofrenia: dissesto generale della personalità; è una delle forme più gravi di disagio psichico

Modelli schizofrenici di comunicazione: lo stile schizofrenico di comunicazione non riguarda soltanto il soggetto che manifesta i sintomi, ma anche gli altri membri della famiglia

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• Impossibilità di definire le relazioni fra i partecipanti: minaccia e attacco mortale sia alla comunicazione sia all’identità personale; la mancanza di definizione rende la relazione insostenibile e la comunicazione impossibile

• Meccanismo di base: richiesta paradossale di cambiare una definizione della relazione che non è mai stata definita; ognuno è sbagliato, qualunque cosa faccia e in qualsiasi modo lo faccia

• Condizione comunicativa indecidibile: richiesta assurda di definire una relazione che non è stata mai definita

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• Situazione relazionale caotica e totalmente imprevedibile, caratterizzata da impenetrabilità (impegno a non definire se stessi) e imprendibilità (collocarsi fuori dagli schemi standard e convenzionali)

• Elaborazione di giochi psicotici nell’ambito della famiglia;

• imbroglio (triangolazione relazionale, in cui il figlio si sente ingannato e strumentalizzato per i “giochi di coppia” dei genitori)

• istigazione (strumentalizzazione del figlio da parte di un genitore contro l’altro genitore)

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La comunicazione paradossale

Paradosso: contraddizione che deriva dalla deduzione corretta da premesse coerenti. Tre tipi di paradossi:

• antinomia logica: contraddizione sul piano formale (soluzione: teoria dei tipi logici)

• antinomia semantica: incoerenza contraddittoria del linguaggio (soluzione: teoria dei livelli di linguaggio)

• paradosso pragmatico: messaggi paradossali come ingiunzioni e predizioni

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Il paradosso pragmatico

• relazione asimmetrica fra chi avanza una determinata ingiunzione (del tipo “Sii spontaneo!”) e chi deve eseguirla, che viene a trovarsi in una posizione insostenibile

• il destinatario non è nella condizione di “uscire fuori” dallo schema relazionale e di metacomunicare ribellandosi a tale ingiunzione

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Teoria del doppio legame

Teoria del doppio legame (ipotesi esplicativa della comunicazione paradossale sottesa alla schizofrenia):

• due o più persone sono coinvolte in una relazione che ha un rilevante valore per la sopravvivenza di una o più di esse

• un membro invia a un altro questa tipologia di messaggio: a) asserisce qualcosa, b) asserisce qualcosa sulla propria asserzione a un altro livello comunicativo, c) queste due asserzioni si escludono a vicenda

• al destinatario è impedito di uscire fuori dalla relazione né metacomunicando, né fuggendo via

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Effetti della comunicazione paradossale

Desincronizzazione e desintonizzazione strutturale efunzionale fra i diversi sistemi di significazione e di segnalazione

Frammentazione e dispersione del significato

Smarrimento e confusione mentale del destinatario (non sa quale parte di significato assumere come predominante e valida)

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Le squalifiche conversazionali

Si parla di squalifica conversazionale del messaggio A da parte delmessaggio B, se sono assenti segnali di marcatezza sul passaggio di

argomento e se i contenuti espressi nel messaggio B sonoincongruenti con il messaggio A

• Incongruità vengono completamente e implicitamente ignorati l’interlocutore e quanto egli ha detto

• Valore di disconferma relazionale: condizione comunicativa nella quale l’interlocutore non prende atto dell’esistenza del parlante

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Le forme di squalifica conversazionale

Diverse forme di squalifica conversazionale:

• evasione e cambiamento d’argomento

• interpretazione letterale (spostamento dal livello letterale al livello figurato)

• specificazione (risposta particolare e specifica a un tema generale)

• squalifica di status (si passa dal contenuto del messaggio A a un messaggio B che riguarda la posizione relazionale dell’interlocutore)