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Lezione 5Concorrenza perfetta, efficienza, equità

Lezione 5Concorrenza perfetta, efficienza, equità

ultimo aggiornamento 31 marzo 2011

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SommarioSommario

Indice della lezione

struttura di mercato

massimizzazione del profitto di una impresa concorrenziale

curve di offerta dei beni nei mercati concorrenziali

curve di domanda dei fattori

equilibrio di mercato di breve e lungo periodo

efficienza ed equità dell’equilibrio nei mercati concorrenziali

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La struttura di mercato L’obiettivo delle imprese è la massimizzazione

del profitto Il profitto è la differenza tra ricavi e costi Finora ci siamo occupati di costi, ora ci

concentriamo sui ricavi, cioè della quantità prodotta moltiplicata per il prezzo di vendita

L’impresa deve decidere quanto produrre e a quale prezzo queste decisioni sono collegate e dipendono dalle

caratteristiche del mercato in cui opera l’impresa non tutti i mercati sono uguali

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La struttura di mercato La struttura di mercato è l’insieme delle

caratteristiche di un mercato che determina il comportamento di acquirenti e venditori

I principali caratteri strutturali di un mercato sono libertà di entrata e di uscita dal mercato concentrazione della domanda e dell’offerta differenziazione del prodotto diffusione dell’informazione fra gli acquirenti e i

venditori

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Concorrenza perfetta La concorrenza perfetta è la situazione in cui

non esistono barriere all’ingresso o all’uscita ci sono molti venditori e compratori il prodotto è omogeneo il comportamento dei venditori completamente

trasparente

E’ una struttura di mercato non molto diffusa in pratica serve soprattutto come punto di riferimento teorico

per giudicare le caratteristiche dei mercati effettivamente esistenti

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Concorrenza perfetta Dato il grande numero di imprese esistenti nel

mercato, il comportamento del singolo venditore e del singolo acquirenti sono irrilevanti la quantità scambiata e il prezzo di equilibrio nel

mercato non sono influenzati dal comportamento dei singoli

Ciò comporta conseguenze molto nette sulle decisioni delle imprese riguardo quanto produrre e a quale prezzo il prezzo di vendita è determinato dalla domanda e

dall’offerta di mercato ed è fuori del controllo dell’impresa, è un dato una costante

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Concorrenza perfetta L’impresa può produrre quanto vuole al prezzo

di equilibrio di mercato la domanda è infinitamente elastica per l’impresa a

quel prezzo la curva di domanda della singolo impresa è

orizzontale l’impresa non ha alcun vantaggio a vendere ad un

prezzo inferiore al prezzo di equilibrio di mercato perché la domanda è già infinita per l’impresa

l’impresa non può aumentare il prezzo di vendita perché i beni venduti sono omogenei e la domanda dell’impresa si ridurrebbe a zero se il prezzo fosse superiore a quello di equilibrio

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Concorrenza perfetta

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Concorrenza perfetta L’impresa deve decidere solo se e quanto

produrre Iniziamo ad analizzare le decisioni dell’impresa

nel breve periodo vogliamo ricavare la curva di offerta delle imprese in

concorrenza perfetta nel breve periodo sommando le curve di offerta delle imprese presenti

in un dato momento nel mercato si otterrà la curva di offerta di mercato

quindi, la curva di offerta di mercato è una curva di breve periodo

in seguito analizzeremo l’equilibrio di lungo periodo

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Massimizzazione del profitto nel breve periodo L’impresa decide se e quanto produrre avendo

l’obiettivo della massimizzazione del profitto

= TR –TC = P·Q –TC il costo totale è la funzione di costo di breve periodo

esaminata nel capitolo precedente il ricavo totale, se il prezzo di mercato è un dato, è

rappresentabile come una retta uscente dall’origine; il ricavo è proporzionale alla quantità venduta

graficamente, il profitto è massimo quando la distanza tra retta dei ricavi e curva dei costi di breve periodo è massima

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Massimizzazione del profitto nel breve periodo

costi fissi di breve periodo

in corrispondenza di Q = 7,4 l’inclinazione della curva TC è la stessa della curva TR

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Massimizzazione del profitto nel breve periodo La presenza di costi fissi nel breve periodo fa sì

che il profitto sia negativo se l’impresa non produce il costo fisso è un costo irrecuperabile

La massima distanza tra due curve si ottiene nel punto in cui le rette tangenti sono parallele La pendenza della retta del ricavo totale rappresenta

il ricavo marginale (MR) La pendenza della curva del costo totale rappresenta

il costo marginale (MC)

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Massimizzazione del profitto nel breve periodo Il ricavo marginale misura la variazione del

ricavo totale quando varia di una unità la quantità venduta

Per l’impresa concorrenziale il ricavo marginale è uguale al prezzo di mercato

MR = TR/Q = PQ)/Q = P il prezzo è anche pari al ricavo medio, AR in concorrenza perfetta ricavo marginale e ricavo

medio coincidono

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Massimizzazione del profitto nel breve periodo In definitiva, la massimizzazione del profitto in

concorrenza perfetta impone l’eguaglianza tra il prezzo di mercato e il costo marginale

P = SMC fino a quando il prezzo è superiore al costo

marginale si deve produrre di più se il prezzo è inferiore al costo marginale si deve

produrre meno Ma l’eguaglianza tra il prezzo di mercato e il

costo marginale non è sufficiente a garantire un profitto positivo se il prezzo è inferiore a P3 il profitto è negativo in

corrispondenza di Q3

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Massimizzazione del profitto nel breve periodo

prezzo di cessazione dell’attività

intervallo dei prezzi per i quali l’impresa produce in perdita

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Cessazione della produzione nel breve periodo se il prezzo è inferiore a P3 la regola dell’uguaglianza

tra costo marginale e prezzo individua non il massimo profitto ma la minima perdita

L’impresa in perdita non necessariamente cessa la produzione nel breve periodo una impresa nel breve periodo può produrre in

perdita al fine di recuperare almeno parte dei costi fissi

L’impresa in perdita continua a produrre a condizione che il prezzo sia superiore ai costi medi variabili, cioè superiore a P1

se cessasse la produzione la perdita sarebbe ancora maggiore

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Cessazione della produzione nel breve periodo se SATC > P > SAVC

STC > TR > STVC

0 > > - SFC la perdita si riduce rispetto alla decisione di non

produrre affatto se P < SAVC , allora < - FC

è meglio non produrre affatto, l’impresa cessa la produzione

La funzione di offerta dell’impresa concorrenziale nel breve periodo coincide con la funzione del costo marginale per tutti quei valori di prodotto per cui SMC > SAVC

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Curva di offerta dell’impresa nel breve periodo

curva di offerta dell’impresa nel breve periodo

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Curva di offerta di mercato nel breve periodo Analogamente alla curva di domanda di

mercato, la curva di offerta di mercato si ottiene per somma orizzontale delle curve di offerta di breve periodo delle n imprese presenti nel mercato ad ogni prezzo si somma, orizzontalmente, la

quantità offerta da ciascuna impresa

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Curva di offerta di mercato nel breve periodo

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Curva di offerta dell’impresa nel lungo periodo Nel lungo periodo l’impresa concorrenziale può

scegliere la combinazione ottimale dei fattori per ogni livello di produzione

Per ogni livello di prezzo anche nel lungo periodo si produrrà fino a che P = LMC tuttavia, il costo marginale di lungo periodo è

inferiore al costo marginale di breve periodo la curva LMC è più piatta della curva SMC

Nel lungo periodo l’impresa cessa di produrre quando il profitto è negativo per prezzi inferiori a P3 il costo medio totale, LAC, è

inferiore al prezzo e il profitto è negativo

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Curva di offerta dell’impresa nel lungo periodo La curva di offerta di lungo periodo coincide con

la curva di costo marginale di lungo periodo per tutti i valori di produzione per cui LMC > LAC in corrispondenza del prezzo P3 il profitto economico

è nullo il profitto contabile è positivo e serve a remunerare

tutte le risorse utilizzate al loro costo opportunità Il prezzo di cessazione dell’attività è inferiore

nel breve periodo rispetto al lungo periodo nel breve si è disposti a produrre in perdita per

recuperare almeno parte dei costi fissi

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Curva di offerta dell’impresa nel lungo periodo

curva di offerta dell’impresa nel lungo periodo

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Curva di offerta di breve e lungo periodo

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Curva di offerta di settore nel lungo periodo Ma nel lungo periodo non solo le imprese

aggiustano la quantità di capitale, ma soprattutto nel mercato possono verificarsi uscite di imprese esistenti nel caso di perdite di

breve periodo entrate di nuove imprese attratte da profitti economici

di breve periodo registrate dalle imprese già presenti nel mercato

Le imprese entranti hanno le stesse curve dei costi di lungo periodo di quelle esistenti la curva di offerta di lungo periodo diventa una retta

orizzontale in corrispondenza del costo medio minimo di lungo periodo

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Curva di offerta di settore nel lungo periodo

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Curva di offerta di settore nel lungo periodo

equilibrio di breve periodo

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Curva di offerta di settore nel lungo periodo fase intermedia dell’aggiustamento verso

l’equilibrio di lungo periodo

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Curva di offerta di settore nel lungo periodo

equilibrio di lungo periodo

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Curva di offerta di settore nel lungo periodo Questi aggiustamenti fanno si che nel lungo

periodo si determini una situazione nella quale: il prezzo di equilibrio è pari al valore minimo della

curva del costo medio l’output è prodotto al costo unitario più basso

possibile al venditore è pagato solo il costo di produzione il profitto economico è nullo per tutte le imprese

Nel lungo periodo il prezzo di equilibrio di mercato non è più influenzato dalla domanda è determinato solo dalla curva dei costi di lungo

periodo, cioè dai prezzi dei fattori e dalla tecnologia

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Curva di offerta di settore nel lungo periodo L’espansione o la contrazione di un settore può

influenzare o meno il costo al quale le imprese pagano gli input produttivi se il prezzo dei fattori rimane costante al variare

dell’output, in tale industria si opera a costi costanti e la curva di offerta di lungo periodo è orizzontale

al contrario, se l’espansione dell’industria è accompagnata da prezzi dei fattori produttivi crescenti, tale industria è detta a costi crescenti e la curva di offerta di mercato di lungo periodo è inclinata positivamente

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Effetto di un incremento di domanda Un incremento di domanda ha un effetto di

breve periodo e un effetto di lungo periodo nel breve periodo si ha un aumento del prezzo e

profitti economici positivi l’incremento dei prezzi provoca l’ingresso di nuovo

imprese la curva di offerta di breve periodo si sposta sulla

destra il prezzo scende fino a quando non è stata raggiunta

la curva di offerta di lungo periodo

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Effetto di un incremento di domanda

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Effetto di un incremento di domanda I prezzi hanno una fondamentale funzione

allocativa delle risorse il loro incremento richiama nel settore nuove imprese l’ingresso di nuovo imprese riconduce i prezzi al

costo medio minimo

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Effetto di un incremento dei costi Un aumento dei costi produce uno spostamento

in alto sia delle curve di breve periodo che delle curva di lungo periodo nel breve periodo si ha un aumento dei prezzi e una

riduzione della quantità prodotta le imprese producono in perdita alcune imprese escono dal mercato e questo

aggiustamento continua fino a che non sia stato raggiunto l’equilibrio di lungo periodo

nel lungo periodo i prezzi sono ulteriormente cresciuti rispetto al breve e la quantità prodotta si è ulteriormente ridotta

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Effetto di un incremento dei costi

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Domanda di lavoro da parte della singola impresa La decisione dell’impresa concorrenziale

riguardo alla quantità da produrre è strettamente legata alla decisione di quante unità di fattori produttivi domandare le domande di lavoro e capitale da parte delle

imprese sono domande derivate, perché dipendono dalla quantità di prodotto che l’impresa ha deciso di realizzare

Ci si concentra sulla domanda di lavoro nel breve periodo la domanda di capitale è analoga in conclusione si farà riferimento al lungo periodo

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Domanda di lavoro nel breve periodo Nel breve periodo la quantità di capitale è

costante L’impresa domanda unità addizionali di lavoro

fino al punto in cui il ricavo aggiuntivo dovuto all’immissione di nuovi lavoratoti è superiore al loro costo il ricavo marginale di un lavoratore addizionale è

dato dalla produttività marginale in valore del lavoro

MVPL = TR / L = (P Q) / L =

= P Q / L = P MPL il costo dell’ultimo lavoratore è dato dal suo salario w

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Domanda di lavoro nel breve periodo La produttività marginale del lavoro è

decrescente per la legge dei rendimenti decrescenti di breve periodo dato il salario, la domanda di lavoro individuata dal

punto di intersezione tra produttività del lavoro in valore e salario

MVPL = P MPL = w La curva di domanda di lavoro di breve periodo

della singola impresa coincide quindi con la curva del prodotto marginale del lavoro in valore

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Domanda di lavoro nel breve periodo

MVPL = DDL

w0

w1

L0L1

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Domanda di lavoro nel breve periodo E’ interessante notare che la condizione di

equilibrio precedente può essere derivata dalla condizione di equilibrio tra costo e prezzo

P = SMC = w / MPL questa è una conseguenza di quanto già affermato

precedentemente: la domanda di lavoro è una domanda derivata

Un aumento del salario provoca un aumento dei costi e quindi una riduzione della quantità prodotta e anche della quantità di lavoro domandata

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Domanda di lavoro nel breve periodo Un aumento del salario provoca un aumento dei

costi e quindi una riduzione della quantità prodotta e anche della quantità di lavoro domandata

Un aumento del prezzo di vendita del bene sposta in alto la curva della produttività marginale del lavoro in valore e provoca un aumento della domanda di lavoro, oltre che della quantità prodotta

Un aumento della quantità di capitale aumenta la produttività del lavoro e sposta la curva di domanda di lavoro verso l’alto

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Domanda di lavoro nel lungo periodo Nel lungo periodo le imprese possono scelgiere

la combinazione ottimale dei fattori produttivi la curva di domanda di lavoro nel lungo periodo è

quindi più reattiva della curva di domanda di lavoro nel breve periodo

un aumento dei salari provoca una riduzione della domanda di lavoro molto maggiore nel lungo periodo, quando le imprese possono sostituire il lavoro diventato più costoso con il capitale

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Domanda di lavoro settoriale e salario di equilibrio La curva di domanda di lavoro settoriale si

ottiene sommando le curva di domanda di lavoro di breve periodo di tutte le imprese presenti in quel settore

Il salario di equilibrio in un certo settore viene individuato dall’intersezione tra la curva di domanda di lavoro settoriale e la curva di offerta di lavoro settoriale

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Equilibrio economico generale I singoli mercati non sono separati tra di loro, al

contrario esistono molte relazioni tra di essi per comprendere pienamente il funzionamento

dell’economia è indispensabile analizzare in che modo si raggiunge l’equilibrio in tutti i mercati

Per questo consideriamo analizziamo l’equilibrio simultaneo di due mercati in presenza di consumatori consideriamo un sistema economico di puro scambio

in cui non esiste produzione, composto da due soli individui e due soli beni

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Scatola di Edgeworth La scatola di Edgeworth ci consente di

rappresentare contemporaneamente le preferenze dei due individui per i due beni la dotazione iniziale dei beni tutte le possibili allocazioni finali dei beni

Il beneficio marginale del vestiario, C/V, è molto maggiore per Anna che per Bill nel punto di allocazione iniziale. al contrario il beneficio marginale del cibo, V/C, è

molto maggiore per Bill che per Anna.

ciò è coerente con le dotazioni relative iniziali: Anna ha più vestiario e meno cibo e viceversa.

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Scatola di Edgeworth

200 è la dotazione iniziale di vestiario a disposizione nell’economia

100 è la dotazione iniziale di cibo a disposizione nell’economia

allocazione iniziale di cibo e vestiario tra Anna e Bill

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Scatola di Edgeworth

C

V

VC

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Allocazione efficiente in senso di Pareto Si apre la possibilità di uno scambio

reciprocamente vantaggioso che conduca i due individui in una allocazione come T ma il punto T non esaurisce tutti i vantaggi dello

scambio.

Nel punto in cui le curve di indifferenza dei due individui sono tangenti non è più possibile procedere ad ulteriori miglioramenti, come nel punto M tale punto rappresenta una allocazione efficiente nel

senso di Pareto

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Allocazione efficiente in senso di Pareto

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Allocazione efficiente in senso di Pareto

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Allocazione efficiente in senso di Pareto Un’allocazione è efficiente in senso di Pareto se

non esiste un'altra allocazione tale da porre almeno un individuo in una posizione migliore senza peggiorare la situazione di nessun altro

In una scatola di Edgeworth esistono infiniti punti efficienti in senso di Pareto l’insieme di tutti i punti efficienti in senso di Pareto

rappresenta la curva dei contratti la curva dei contratti individua le allocazioni efficienti,

perché non migliorabili in senso di Pareto

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Allocazione efficiente in senso di Pareto

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Efficienza ed equità Il criterio paretiano di efficienza non ha valenza

assoluta ogni allocazione efficiente dipende dall’allocazione

iniziale dei beni tra gli individui

un’allocazione finale può essere efficiente in senso di Pareto ma, allo stesso tempo, del tutto iniqua

l’individuo A continua a preferire un punto non efficiente come G rispetto ad un punto efficiente come U

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Efficienza ed equità

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Efficienza dei mercati concorrenziali Il primo teorema dell’economia del benessere

afferma che l’equilibrio economico generale di n mercati concorrenziali è efficiente in senso di Pareto l’allocazione finale dei beni in una economia di

mercato si trova lungo la curva dei contratti

i prezzi relativi dei beni sono uguali ai SMS di tutti gli individui

in una economia di mercato non ci sono sprechi

vengono realizzati tutti i vantaggi dello scambio

la mano invisibile di Smith esiste in concorrenza

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Efficienza dei mercati concorrenziali Il secondo teorema dell’economia del

benessere afferma che qualsiasi allocazione sulla curva dei contratti può essere ottenuta come equilibrio concorrenziale cambiando opportunamente la dotazione iniziale

degli individui è possibile pervenire a qualsiasi punto della curva dei contratti come risultato di un equilibrio concorrenziale.

Equità concettualmente separata da efficienza il governo intervenendo sulla distribuzione iniziale

delle risorse può perseguire il suo obiettivo di equità, ma l’allocazione delle risorse va lasciata ai mercati che garantiscono l’efficienza

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Efficienza dei mercati concorrenziali

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Efficienza nella produzione Si può costruire una scatola di Edgeworth

riferita alla produzione due imprese

due fattori produttivi

L’equilibrio generale di mercati concorrenziali è efficiente sia rispetto ai beni che alle risorse l’allocazione delle risorse tra le imprese in una

economia di mercato si situa sempre in un punto lungo la curva dei contratti della produzione

in una economia di mercato vengono eliminati gli sprechi

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Efficienza nella produzione

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Efficienza nella produzione Ogni punto sulla curva dei contratti nella scatola

della produzione individua una coppia di quantità prodotte dei due beni la frontiera delle possibilità produttive rappresenta

quei punti ed è l’insieme di tutte le combinazioni di beni che possono essere prodotte con date quantità di fattori produttivi e una dato livello tecnologico

un progresso tecnologico comporterebbe uno spostamento verso destra di tutte le combinazioni di prodotti in cui il bene in questione è presente

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Efficienza nella produzione

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Efficienza nella produzione La pendenza della frontiera delle possibilità

produttive misura il saggio marginale di trasformazione (MRT), ossia il tasso al quale un output può essere scambiato con un altro in altre parole, il MRT misura il costo opportunità

sociale di un bene in termini di un altro bene

Nell’equilibrio generale dei mercati concorrenziali il saggio marginale di trasformazione è pari al prezzo relativo dato che il prezzo relativo è pari al SMS, in equilibrio

SMS e MRT si eguagliano

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Efficienza nella produzione

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Efficienza nella produzione In concorrenza il beneficio marginale di ogni

bene è pari al suo costo opportunità sociale questo garantisce che non ci siano sprechi nella

scelta dei beni da produrre, cioè che la scelta dei beni da produrre sia efficiente in senso di Pareto

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I fallimenti del mercato La proprietà di efficienza dei mercati viene

meno in alcuni casi esistenza di potere di mercato da parte delle

imprese: monopolio, oligopolio, concorrenza monopolistica

presenza di esternalità, cioè di conseguenze dello scambio di mercato su terzi

produzione e acquisto di beni pubblici

asimmetria di informazione tra chi vende e chi acquista