1 Giugno 2015 - FARONOTIZIE.IT - Anno X, Numero 109 - Francesco Aronne recensisce "A nuda voce....

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1 Giugno 2015 – FARONOTIZIE.IT Anno X – Numero 109, Giugno 2015 Francesco Aronne recensisce “A nuda voce. Canto per le tabacchine”, libro- reading tratto dall’omonima raccolta di Elio Coriano. PIO BORGO: MAGGIO DEI LIBRI. VIAGGIO TRA PAGINE AMARE, NEL RACCONTO DI UN MONDO REMOTO, ASPETTANDO IL 13 GIUGNO. di Francesco Aronne Maggio mese delle rose, mese dei libri, maggio mese di lotta e di speranza, maggio mese che si chiude con la giornata di lotta al tabacco. E pro- prio un giorno di un maggio che non ti aspetti, in un reading di poesie organizzato dall’Assesso- rato alla Cultura, nell’ambito della Primavera della cultura, si squarcia il velo su un mondo, per certi aspetti, sconosciuto. L’occasione ce la dà Elio Coriano con i suoi versi che continuano il lamento di un pianto antico, di un pianto sor- do e muto che dopo anni continua a lacerare e graffiare dentro. Il pianto è per sei donne arse vive, come San Lorenzo, in una manifattura di tabacco del Salento. Il 13 giugno del 1960, gior- no di Sant’Antonio santo delle cose smarrite, si perdono tra atroci sofferenze le vite di sei donne, sei tabacchine come venivano chiamate le lavo- ratrici del tabacco. Siamo nella città di Calime- ra, nella penisola salentina, terra dove si parla un greco antico, e dove con cinica ironia quel nome, Calimera, è quello di un saluto universa- le, vuol dire buongiorno. Ma nella manifattura di tabacco “Franzo e Villani” non è un buon giorno. Lina Tommasi, Luigia Tommasi, Epifa- nia Cucurachi, Lucia Di Donfrancesco, Luigia Bianco e Assunta Pugliese, sono i nomi che, con voce scalfita da ineludibile emozione, Elio Co- riano pronuncia come dedica di ciò che ci rac- conterà, come ricordo di chi è stato bruciato vivo, come memoria di vita a chi il vivere è stato negato in modo così brutale. Nell’incipit del volume una dedica a Tommaso Fiore che ha aperto una finestra sulla storia delle donne tra analfabetismo ed emancipazione: “Ricorda i nomi/Ricorda i volti/Ricorda le voci/Ricorda le storie/Ricorda tutto/Incondizionatamente”. La forza del narrare in questa terra ha radici antiche che affondano nella tradizione orale di miti greci, dei tanti Ulisse di passaggio, di Iliadi e Odis - see, tante, moderne seppure antiche ma più moderne di quelle antichissime, fatte di battaglie per l’emancipazione della vita e del lavoro, fatta di catene spezzate, fatte di donne bruciate, di stragi come quella dei lavoratori di Tricase uccisi mentre protestavano per l’affermazione dei loro diritti, diritti uni - versali. Stragi così simili ad altre, lavoratori della terra uccisi come a Melissa o a Portella della Ginestra. Nomi dilavati dal tempo da cippi di pietra, erosi dalla pioggia e dal vento, coperti da muschi e da liche - ni. Nomi e storie che continuano a vivere in chi non li ha dimenticati e continua con ostinazione nella

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1 Giugno 2015 - FARONOTIZIE.IT - Anno X, Numero 109 - Francesco Aronne recensisce "A nuda voce. Canto per le tabacchine", di Elio Coriano; articolo dedicato al reading e alla raccolta omonima.

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  • 1 Giugno 2015 FARONOTIZIE.ITAnno X Numero 109, Giugno 2015Francesco Aronne recensisce A nuda voce. Canto per le tabacchine, libro-reading tratto dallomonima raccolta di Elio Coriano.

    PIO BORGO: MAGGIO DEI LIBRI. VIAGGIO TRA PAGINE AMARE, NELRACCONTO DI UN MONDO REMOTO, ASPETTANDO IL 13 GIUGNO.di Francesco Aronne

    Maggio mese delle rose, mese dei libri, maggiomese di lotta e di speranza, maggio mese che sichiude con la giornata di lotta al tabacco. E pro-prio un giorno di un maggio che non ti aspetti,in un reading di poesie organizzato dallAssesso-rato alla Cultura, nellambito della Primaveradella cultura, si squarcia il velo su un mondo,per certi aspetti, sconosciuto. Loccasione ce lad Elio Coriano con i suoi versi che continuanoil lamento di un pianto antico, di un pianto sor-do e muto che dopo anni continua a lacerare egraffiare dentro. Il pianto per sei donne arsevive, come San Lorenzo, in una manifattura ditabacco del Salento. Il 13 giugno del 1960, gior-no di SantAntonio santo delle cose smarrite, siperdono tra atroci sofferenze le vite di sei donne,sei tabacchine come venivano chiamate le lavo-ratrici del tabacco. Siamo nella citt di Calime-ra, nella penisola salentina, terra dove si parla ungreco antico, e dove con cinica ironia quelnome, Calimera, quello di un saluto universa-le, vuol dire buongiorno. Ma nella manifatturadi tabacco Franzo e Villani non un buongiorno. Lina Tommasi, Luigia Tommasi, Epifa-nia Cucurachi, Lucia Di Donfrancesco, LuigiaBianco e Assunta Pugliese, sono i nomi che, convoce scalfita da ineludibile emozione, Elio Co-riano pronuncia come dedica di ci che ci rac-

    conter, come ricordo di chi stato bruciato vivo, come memoria di vita a chi il vivere stato negato inmodo cos brutale. Nellincipit del volume una dedica a Tommaso Fiore che ha aperto una finestra sullastoria delle donne tra analfabetismo ed emancipazione: Ricorda i nomi/Ricorda i volti/Ricorda levoci/Ricorda le storie/Ricorda tutto/Incondizionatamente. La forza del narrare in questa terra ha radiciantiche che affondano nella tradizione orale di miti greci, dei tanti Ulisse di passaggio, di Iliadi e Odis -see, tante, moderne seppure antiche ma pi moderne di quelle antichissime, fatte di battaglie perlemancipazione della vita e del lavoro, fatta di catene spezzate, fatte di donne bruciate, di stragi comequella dei lavoratori di Tricase uccisi mentre protestavano per laffermazione dei loro diritti, diritti uni -versali. Stragi cos simili ad altre, lavoratori della terra uccisi come a Melissa o a Portella della Ginestra.Nomi dilavati dal tempo da cippi di pietra, erosi dalla pioggia e dal vento, coperti da muschi e da liche -ni. Nomi e storie che continuano a vivere in chi non li ha dimenticati e continua con ostinazione nella

  • narrazione di un racconto anacronistico in unepoca dominata dalla tecnologia e dalla solitudine. Unracconto tanto pi vero quanto pi antiquato, un recupero di memoria che recupero di identit e radi-ci, di frammenti di nastri magnetici che avvolgono gli elicoidi del DNA di ciascuno e che possono essereriascoltati in questi racconti, riproposizione di echi di infanzia che danno un senso e una ricongiunzionea storie interrotte, di vite passate e spezzate brutalmente e dalla fatica.

    Il contesto in cui questa tragedia avviene lo descrive nellintroduzione al volume Ada Donno:

    Il Salento era diventata una delle aree pi altamente specializzate nella produzione e la prima lavorazionedelle qualit di tabacco levantino, che Rosetta e le sue compagne avevano imparato a distinguere e a chiamarecoi loro nomi impronunciabili che a loro suonavano come santujaca, peristizza e zagovina: le pi chiaredalle pi scure, le pi larghe dalle pi piccole, le pi ruvide dalle pi lisce. Le tabacchine erano manodoperaindispensabile: prima di tutto perch la lavorazione delle foglie richiedeva le mani abili, leggere e veloci delledonne, meglio se in giovanissima et. Spesso erano quelle stesse mani che negli altri mesi dellanno tessevano ipropri corredi al telaio o ricamavano quelli commissionati dalle signore dei paesi. E poi perch era manodope-ra docile, che si poteva pagare la met degli uomini senza dovere spiegare perch, disposta a piegarsi ad ogniangheria pur di tenersi quel posto.Molte delle compagne di lavoro di Rosetta provenivano dalle famiglie di coloni o di braccianti cheproducevano il tabacco nelle campagne attorno agli opifici. Con la loro fatica stagionale, precaria e frammen-tata, destate nelle campagne di raccolta e dinverno negli opifici, le lavoratrici del tabacco integravano il red-dito familiare. Tale concezione integrativa, a giustificazione della bassa retribuzione femminile, era stata persecoli lo strumento di assoggettamento sociale, politico e culturale, nonch familiare, delle donne. Secondo uncriterio indiscusso, infatti, alle donne veniva corrisposto per legge solo il compenso dello sforzo richiesto dal la -voro in fabbrica o in campagna. Il corrispettivo economico delle cure domestiche, invece, attivit propria delladonna per definizione e destino, veniva integrato nel salario delluomo capofamiglia, al quale soltanto spetta-va il mantenimento della donna e dei figli.E caso mai non fosse bastata questa giustificazione, cera laltra pi rozza e sbrigativa, comunemente accetta -ta, dellinferiorit della forza fisica femminile, del pi basso livello distruzione e specializzazione e rendi -mento: in una parola, della naturale, ineliminabile inferiorit della donna.

    Nellefficacia descrittiva dellautore parole che fanno precipitare il lettore/ascoltatore tra quelle fiammeacclimatandolo al tremendo contesto del rogo. Scorrono nella mente, in rapida sequenza GiovannadArco, Giordano Bruno, Savonarola, Jacques de Molay, gli operai della Tyssen-Krupp, i tanti passati neiforni crematori, i catari arsi a Montsegur, santi, eretici, streghe e tanti anonimi o persi nelloblio, co -munque uomini e donne che tra le vampe di indifferenza o voluta crudelt hanno lasciato, tra inenarra-bili tormenti, questo mondo. Presunta purificazione erogata da immonde ed infami sentenze di sadici erepressi carnefici.

    H63842 Quanto rumore fa il fuoco quando brucia/il fuoco senza piet/brucia tutto senza riguardo/bru -cia la balla brucia il legno/si avventa sulla carne della donna/che non riuscita a fuggire/ senza piet/non sase quella mattina hai salutato/i figli il marito/ se avevi preparato il pranzo/o il vestito della festa/il fuoco im-placabile/e non stiamo parlando del fuoco/dellinferno/ma del fuoco di questa vita infernale. 31/05/2012

    E ad Elio Coriano il merito di riannodare i fili con un nostro passato neanche tanto lontano. La durezzadel lavoro nei campi. Echi forti di un mondo da cui proveniamo. Schiene curve, maglie di lana fatte incasa indurite da incrostazioni del sale del sudore cristallizzato nella sera estiva. Lodore di pecora immer -so in quello della fatica e da questo coperto. Nessuna doccia e nessun bagnoschiuma a lenire la fatica diun altro giorno duro, duro e nero. Come il nero della terra sotto le unghie, efficace immagine con cuilautore suggella lestrema sintesi della durezza di quella/questa vita. La terra da cui proveniamo ed a cuiritorneremo, la terra che ci nutre e ci inghiotte, la terra che vilipendiamo ingenerosamente quotidiana -

  • mente, la terra madre che ci accoglie e ci salva da ogni naufragio, la terra promessa e mancata.

    H65987 Scrivere delle mani spaccate dai calli/dei disastri della candeggina a mani nude/della terra chenon riuscivi a togliere dalle unghie/scrivere delle mosche che danzavano impazzite/attorno al secchio dellatte/scrivere degli sguardi rassegnati/illuminati da unaltra alba di fatica. 11/05/2013

    La fatica dellesistere a queste comuni latitudini a Meridione, una storia di stenti eprivazioni, una storiadi coscienza di classe, di lotta e di riscatto, di battaglie per lemancipazione della donna e del lavoroLincontro tra le pagine del libro con la storia di Rosetta che riscatta il passato, che lenisce in qualchemodo le ferite di questi taglienti versi. Ada Donno nella prefazione al volume titola proprio: Larchiviodi Rosetta o del riprendersi la Storia. Uno zibaldone di appunti contenente la storia di una vita diemancipazione e lotta e di altre vite con essa in relazione.

    H63835 Siamo persone semplici/sappiamo che dobbiamo lavorare a bestia/che viviamo al sud che qui lavita meno vita che altrove/che la soma pi pesante che altrove/ma non per questo siamo agnelli apasqua/non per questo con la nostra pelle ci devono fare tamburi. 31/05/2012

    E poi il fuoco che avvampa ogni cosa, che d vita e che la toglie, il fuoco sacro di culti zoroastriani, ilfuoco malvagio che accartoccia affetti, brucia carni straziando ustionandole con la sofferenza di atrocidolori. Elio Coriano ne diventa impietoso ed inquieto cronista.

    H63816 Il fuoco//il fuoco brucia il fuoco distrugge/il fuoco dispensatore di vita e di morte/cuoce ilpane//ma brucia i libri/brucia le streghe/ma di cosa sono state accusate queste// donne/queste operaie del ta -bacco/chi le ha condannate a morte/il destino/lincuria degli uomini/la dura necessit economica/il bisogno dicampare in ogni modo la vita/nessuno si salva dal loro dito accusatore/tutti e tutto sono colpevoli. 29/05/2012

    E questo libro, intriso di sentimenti, di polvere, di tossine per il corpo e per la mente, d voce ad unarabbia antica, a migliaia di sofferenze inespresse, a voci soffocate dalla fatica e dalloppressione crudele diavidi usurpatori carnefici. E la morte e il sacrificio di queste lavoratrici del tabacco con lo stesso sanguedi tante altre e altri che le hanno precedute e che le seguiranno, scrive i lori nomi sul libro dellemanci -pazione. Parole dai toni sommessi che urlano al mondo limportanza del ricordo, della memoria dellaloro fine, di ogni fine.

    H63830 Ogni morte lascia segni/ogni morte pu insegnare/nessuno muore invano/e se muori di fiamma efumo per il pane/puoi insegnare ancora di pi/ma se non ricordi/ma se non ti importa/se preferisci dimentica -re/allora vuol dire che hanno vinto gli altri/quelli che vi hanno spinto a morire. 30/05/2012

    Lo spettacolo con la sua aria elettrica, procede e le emozioni si elevano quando Stella Grande con la suavoce ipnotizza la platea. Nenie antiche che sanno di pianti di madri, anche le nostre, con figli tra bracciaamorevoli e protettive. Ninne nanne cantate da mamme con lacrime respinte allinterno di occhi stan -chi, arrossati dalla polvere e dal sole, incognite su incerti futuri occultate a piccoli occhi che si affacciava-no al mondo, incapaci di comprendere. Una voce poderosa, pregna di memorie antiche, interprete di la -cerazioni interiori, che penetra nel profondo fondendolo con il contesto creato. Manca la musica delterzo componente del gruppo, il pianista Vito Alusi, fermato da qualche acciacco di stagione. La musica all-inclusive nella voce e questa assenza rende, se possibile, ancora pi affascinante linterpretazione diStella Grande. Una voce, proprio una Nuda Voce, che interpreta miriadi di voci evanescenti in ombre diricordi antichi che sanno di assenza materica, echi e ritorni di voci familiari smarrite e andate in indefi-niti altrove.

    H63843 Tutte le lacrime ho consumato/tutto il fumo ho tossito/ho urlato fino a consumarmi la gola/il dolo -

  • re non va sussurrato va gridato/perch il dolore incomprensibile/vite tagliate toccato a voi/poteva toccare atutte/solamente chi senza cuore non piange/soltanto chi ha il gelo nel sangue non piange. 31/05/2012

    Una storia di tabacco, pianta dannata, paradosso deviato di una illusoria parit tra uomini e donne gra -tificate dalla conquista di evanescenti anelli di venefico fumo, emancipate in questo autolesionisticopunto di arrivo.I retroscena di questa conquista ci raccontano una storia antica che viene dalla terra salentina, in quellache fu la terra di Di Vittorio, di battaglie e lotte sindacali per lemancipazione ed il riscatto dalla miseriache attravers con le sue scosse elettriche lintero Paese. Tabacchine qui, mondine altrove, operaie alleReggiane, in campi, altre fabbriche, officine, donne indomite che con la loro forza e tante volte con illoro sangue, hanno tracciato un solco in cui scivolata lacqua che ha irrigato e fatto germogliare questonostro presente. Colture scomparse come quella del tabacco levantino, a causa di quelle crisi cicliche delcapitalismo di cui si cominciava a sentiva parlare nella sezione del Partito, magari aiutate dalla naturacon unepidemia di peronospera che fa tanto pensare ai nostri giorni ed alle sofferenze degli ulivi in que -sta stessa antica terra. Battaglia per listruzione e per il lavoro fatta di coraggio, di sofferenza, di solidarie -t e di unione. Patrimonio inestimabile che non pu e non deve andar perduto.Proprio un libro come A NUDA VOCE o il reading a cui abbiamo assistito muti e attenti a questoserve e pu servire. A Elio Coriano va la gratitudine perch con il suo narrare ci ha reso partecipi di que-sta storia. Non tutte le storie narrate hanno un lieto fine, e questo racconto ce lo ricorda con le lacerantiferite che lascia dentro. Tra le righe di questi versi sono affiorati echi di narrazioni di mio padre, nel can-to di Stella Grande echi delle filastrocche che sentivo da mia madre. Viaggi in un mio tempo andato chepu restituire con la memoria un senso profondo al presente.Ma anche quando le storie non hanno un lieto fine, anche quando ripropongono antiche crocifissioni,non sono precluse alla speranza, alla rinascita, alla evoluzione, al progresso. E nello spettacolo la sorpresafuoriprogramma venuta da Tommi e dal suo tamburello.Sette anni e un ritmo antico di millenni, un suono che sa di radici, di tradizione, di continuit, di ma -gia, di rapimento ipnotico, estatico, ma anche di tanta speranza che nulla vada perduto.

    H63520 Se impari a leggere/poi non deve essere solamente il libro di preghiere/se poi impari a leggere/devisapere dellamore del sogno e della lotta/di come ci siano vincitori e vinti/gente che banchetta e persone che sicontentano delle briciole/se poi impari a leggere/poi non deve essere il libro della rassegnazione/ma il librodellagire/il libro della coscienza che devi conquistare. 29/05/2012

    La giornalista Miriam Mafai, dalle pagine della rivista Vie Nuove, ripercorreva, nellintervento del 1960intitolato Bruciate vive sulla via del tabacco, le vicende delle tabacchine morte durante il lavoro il 13 giu-gno dello stesso anno a Calimera.

  • Articolo di Miriam Mafai sul giornale "Vie Nuove"

    Fotografia tratta dal libro "Il grembiule degli angeli"di Maria Roca Montinaro e dei suoi alunni della Scuola Media di Calimera.