1 Etica ed estetica della Pizza nell'era delle Reti · cibo e dei discorsi che su questo si...
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ETICA ED ESTETICA DELLA #PIZZA
NELL'ERA DELLE RETI
Impossibile non accorgersi dell’invasione a tutto campo del cibo e dei discorsi che su questo si generano nella realtà mediatica di oggi. In televisione, al cinema, sui social network, il cibo ci viene servito, è proprio il caso di dirlo, in tutte le salse. Una tale ridondanza di contenuti a tema food rende interessante analizzare come le questioni legate ai consumi alimentari si declinino in diversi topic discorsivi e possano persino arrivare a produrre delle conseguenze sulle identità e sulle pratiche degli individui.
Come si può indagare, dunque, una società le cui caratteristiche sono sempre più quelle di una rete, dove gli individui risultano essere dei nodi connessi in forme istantanee di comunicazione?
Introduzione
Attraverso i più moderni approcci della
netnografia e dell’etnografia digitale che applicano
le modalità investigative dell’antropologia allo
studio dei comportamenti online, si è tentato di
evidenziare i cluster tematici principali del
discorso che si sviluppa intorno ad uno dei cibi
iconici di casa nostra: la pizza. Si è cercato inoltre
di comprendere l’universo culturale dei “pizza
addicted”, le lingue attraverso le quali si esprimono
i macro-discorsi diffusi su Twitter, il percepito
online degli utenti Facebook rispetto alle pizzerie
più popolari del nostro territorio e poi ancora le
tendenze estetiche, ovvero il linguaggio visivo
adottato dagli utenti di Instagram.
Per indagare quanto descritto sinora, si è fatto ricorso all’approccio metodologico definito Digital Methods, e agli Small Data (ovvero una mole di dati interessanti pur non essendo necessariamente massiva). Con il termine Digital Methods s’intende un approccio di ricerca ben preciso, fondato dal Professore di New Media & Digital Culture dell’Università di Amsterdam, Richard Rogers, approccio che nello specifico il sociologo chiama Digital Methods Initiative (DMI).
Questo approccio viene utilizzato per l'analisi qualitativa/quantitativa dei fenomeni sociali attraverso l'uso di internet come dispositivo analitico. Oggi internet consente, infatti, di andare molto più in là del semplice studio della cultura online.
Analisi Twitter
Il punto non è tanto chiedersi quanto della cultura
e della società sia presente online, piuttosto come
sia possibile cogliere ed anticipare i cambiamenti
culturali e le condizioni sociali usando internet. È
per questo che il punto di partenza del DMI
consiste nel riconoscere internet non solo come un
oggetto di studio ma anche come una risorsa
metodologica.
Ci si concentra, dunque, sullo studio di oggetti
nativi di internet (pagine web, algoritmi...) per
spiegare fenomeni che non sono necessariamente
legati a internet (es. le questioni di genere, i
modelli di consumo, questioni politiche...).
La prima preoccupazione di questo approccio è a
quale tipo di domande si può rispondere basandosi
su artefatti nativi digitali "imparando dai media"
con uno stile di ricerca online grounded. Per
“imparare dal medium” Rogers intende
comprendere e fare propria la logica e il
funzionamento dei metodi che la Rete "applica a se
stessa" per raccogliere, catalogare e analizzare i
dati che su di essa vengono immessi. Metodi che
più o meno consapevolmente gli utenti della Rete
applicano quotidianamente: si pensi al tagging, al clouding, al ranking, al bookmarking, al liking, alle query, agli hyperlink, al trackback, al pingback, ecc.,
e alle logiche algoritmiche che presiedono al loro
funzionamento (Arvidsson, Caliandro 2015).
Con “online grounded” s’intende la possibilità di
una conoscenza scientifica prodotta anche sulla
base di dati raccolti e analizzati dagli strumenti
digitali presenti e disponibili sull’internet stesso,
con la possibilità di fare e basare quindi le scoperte
sulla società e la cultura attraverso internet
(Rogers 2010).
Insomma internet può essere concepito come un
sito di ricerca da cui ottenere molto di più rispetto
alla semplice conoscenza della cultura online.
Abbandonando la dicotomia reale/virtuale,
l’internet può essere ripensato come una sorgente
di dati circa la società e la cultura in senso lato.
Raccogliere ed analizzare questi dati per finalità di
ricerca sociale e culturale non significa solo
guardare all’internet con uno sguardo nuovo, ma
anche appropriarsi di un nuovo metodo attraverso
cui far emergere e fondare i propri risultati di
ricerca. Ciò significa che il ricercatore non deve
limitarsi a studiare l’internet e i suoi utenti, ma
anche la cultura e la società attraverso internet.1
L’etnografia digitale si situa, esplicitamente,
all’interno del paradigma epistemologico DM. Si
tratta infatti di un approccio etnografico il cui
campo di studio privilegiato è rappresentato dal
pubblico, ovvero il complesso network di
piattaforme digitali (Twitter, Facebook, Blog,
Forum, ecc…) attraverso cui gli utenti si trovano a
transitare e che costituisce l’ecosistema naturale
delle loro interazioni quotidiane sulla Rete.
Partendo da questo presupposto metodologico ci si
è posti le seguenti domande di ricerca: Qual è la struttura del discorso sulla pizza? In che lingua “parla” la pizza? Cosa rappresenta la pizza a livello di narrazioni e identità degli utenti?
Per addivenire a tale obiettivo ci si è dedicati
all’osservazione di quanto postato su un particolare
social network, nel caso specifico Twitter. Twitter
è un ottimo strumento per monitorare le
dinamiche e la struttura del discorso pubblico che
ruota intorno alla pizza.
L’unità d’analisi è rappresentata dal post: la singola
stringa di testo caricata dall’utente sul proprio
profilo Twitter e riportante l’hashtag #pizza.
L’hashtag è un tipo di etichetta o tag per metadati
utilizzato su alcuni servizi web e social network
come aggregatore tematico, la sua funzione è di
rendere più facile per gli utenti trovare messaggi
su un tema o contenuto specifico.
Questi dati sono stati raccolti tramite una tecnica
che possiamo definire puramente digitale. Per la
raccolta dei post si è utilizzato in comunione i tool Netlytic e Python, che consentono l’estrazione di
dati da differenti piattaforme social, nel caso
specifico, Twitter.
L’attività di analisi è stata solo parzialmente
digitale nel senso che l’obiettivo conoscitivo
primario ha previsto la comprensione del
contenuto testuale dei post da parte del
ricercatore, al fine di rilevare cosa, questi post con
l’hashtag specificato, esprimessero, a quale
tipologia di utente fossero associabili e, nel caso di
lingua non italiana, quale fossero le più diffuse. Si è
fatto quindi ricorso a delle tecniche
tradizionalmente etnografiche e qualitative, come
l’osservazione partecipante (Malinowski 1978) e
l’analisi del discorso (Van Dijk 1993). In questo caso,
sostanzialmente si è digitalizzato dei metodi già
esistenti.
Si è proceduto con la costruzione di categorie
euristiche al fine di differenziare i diversi tipi di
contenuti.
Nell’indagine etnografica, come detto, ci si è
concentrati sul social network Twitter, una
piattaforma gratuita di social networking e
microblogging, creata nel marzo 2006 dalla
Obvious Corporation di San Francisco, che fornisce
agli utenti una pagina personale aggiornabile
tramite messaggi di testo con lunghezza massima
di 140 caratteri.
L’approccio al campo ha previsto quella che in
gergo si chiama netnografia pura (Bruckman 2006;
Kozinets 2010), intendendo con ciò la semplice
raccolta e analisi dei post degli utenti, post che
sono stati oggetto d’osservazione.
Il termine netnografia è un neologismo formato
dalla crasi tra Internet e Etnografia.
La netnografia quindi è un metodo di ricerca
qualitativo di matrice etnografica che consente al
ricercatore di immergessi nelle conversazioni
online dei netcitizens ed estrarne informazioni
significative. Attraverso l’impiego di tecniche di
osservazione naturalistiche (ovvero dirette e non
intrusive), la netnografia riesce ad arrivare al cuore
dei contesti emozionali, sociali e culturali
all’interno dei quali gli utenti producono e
riproducono le loro esperienze, portando alla luce
una serie di insight di rilievo.
Nello specifico la procedura di raccolta dati ha
previsto una ricerca a tutto campo, ovvero senza
filtro linguistico, e una filtrata, al fine di ottenere i
post nella sola lingua italiana. Nel primo caso,
l’insieme di post su cui si è basata la parte empirica
del lavoro di ricerca è stato raccolto attraverso il
già citato tool Netlytic, che consente la raccolta di
dati da diverse piattaforme social, tra cui quella
scelta, ovvero Twitter. Netlytic è un text and social networks analyzer che effettua ricerche sulla base di
differenti filtri. Il tipo di query scelta è stata il
filtraggio per hashtag (e nel caso dei post in
italiano anche per lingua), per cui si è effettuata la
ricerca, inserendo nel campo query l’hashtag
#pizza.
La frequenza di ricerca è ogni 15 minuti e si
possono ottenere fino a 1000 post per volta. Si è
ottenuto così un elenco degli ultimi post etichettati
con gli hashtag richiesti. I post sono ordinati in
base al momento in cui sono stati taggati con
questo hashtag.
Nel caso dei posti filtrati per lingua italiana, è stato
utilizzato, oltre a Netlytic, anche il tool Python, che
nello specifico è un linguaggio di script
pseudocompilato, ovvero che ha bisogno di un
interprete. L’interprete è un normale programma
che va installato sulla propria macchina e si occupa
di interpretare il codice sorgente e di eseguirlo.
Si propone, dunque, il codice sorgente del crawler
relativo alle funzioni di parsing delle pagine web
contenenti le informazioni, nel nostro caso
specifico i post con hashtag #pizza presenti su
Twitter e in lingua italiana. Nel caso di questo
software si ha la possibilità di estrarre un maggior
numero di post, sempre ordinati dal più recente.
Specifichiamo che Twitter fornisce le API per
interagire con il servizio, le API rappresentano
un’interfaccia di programmazione che ha lo scopo
di permettere ad altre entità (come librerie,
software, utenti) di compiere un insieme di azioni
su una determinata piattaforma di cui non si
conoscono i dettagli implementativi.
Fatte queste precisazioni tecniche, arriviamo alla
formulazione delle categorie. Le categorie hanno
avuto il ruolo di tag, ovvero di etichette semantiche
che andassero a descrivere il carattere del
contenuto dei post. Si è quindi svolta un’analisi
manuale dei post facendo proprio un’operazione di tagging. Precisiamo che per alcune voci la mutua
esclusività è risultata essere una condizione
scontata, mentre per altre no, poiché si tratta di
voci che ammettono più post, cioè tutte
compossibili per una stessa unità d’analisi. In
questi casi si è applicato il cosiddetto principio
della prevalenza, scegliendo quindi l’alternativa
considerata per l’appunto prevalente (consentendo
di discriminare tra le varie alternative, stabilendo
tra esse un ordine di priorità).
Entrando nello specifico della ricerca, come già
detto, il social network prescelto è stato Twitter,
una piattaforma che conta oltre 500 milioni di
utenti, quasi 60 milioni di tweet giornalieri e oltre
un miliardo di comunicazioni giornaliere. I suoi
utenti inviano messaggi di massimo 140 caratteri
composti solitamente da parole chiave, quelli che si
è definito hashtag, linguaggio naturale e
abbreviazioni comuni, ogni utente può seguire
(follow) altri utenti affinché la propria timeline sia
popolata dai loro tweet.2
Veniamo dunque alla definizione delle categorie
utilizzate per il tagging dei post. Le categorie scelte
sono state due, topic e language per i post senza
filtro linguistico e topic e tribe per quelli in
italiano. Per “topic” si è intesa la tipologia di
contenuto (per entrambe le ricerche con e senza
filtro), quindi si è taggato secondo etichette
definite:
FOODPORN: nel post prevalgono sfumature
relative al piacere di mangiare la pizza dove se
ne apprezza il gusto, oppure si tratta di link a
immagini dove si postano semplicemente foto di
pizze o foto al ristorante o selfie, insomma il
“foodporn” inteso in senso stretto come il
fotografare il cibo (in nessuno di questi casi si
accenna a declinazioni diverse dal piacere per la
pizza) .
Si sono poi prese in considerazione sfumature più
vicine a quello che potremmo definire “foodlove”,
nel caso specifico:
SALUTE: nel post prevalgono sfumature relative
alla salute (farine particolari, pizze light,
ingredienti bio, vegani/vegetariani, opinioni sugli
aspetti salutari della pizza…);
STORIA: nel post prevalgono sfumature relative
alla tipicità della pizza, la località, l’origine, la
tradizione…);
SOCIALITÀ: nel post prevalgono sfumature
relative alla convivialità, al condividere un
momento insieme, anche link ad immagini in
compagnia…;
SPETTACOLO: nel post prevalgono sfumature che
richiamano i media, protagonisti dei media,
spettacoli in generale (cooking show, gare
culinarie…), o anche eventi spettacolari (che quindi
non siano promozionali/commerciali);
STATUS: nel post prevalgono sfumature
“valoriali/ideologiche”, nel senso che si fanno
confluire sulla pizza dimensioni “politiche” (per es:
“Ecco perche boicottare #cameo #pizza
#madeinitaly #innovazione Guardate cosa vendono
in Germania https://t.co/kkY8sY90jR”);
SERVIZIO: nel post prevalgono sfumature relative
alle ricette, all’“how to”, a tutorial...;
ADV/EVENTO: tutto ciò che si caratterizza come esplicita pubblicità/promozione; ALTRO: tutto ciò che non rientra nelle etichette precedenti.
Per quanto riguarda la catalogazione delle lingue, si è cercato semplicemente di interpretare l’origine linguistica del post. Per quanto concerne i post con filtro linguistico, quindi i soli post in italiano, le voci legate al topic sono esattamente le stesse elencate poc'anzi.
Questo il grafico ottenuto in seguito all'analisi dei dati relativi al topic per i post "mondo".
Base dati: 4.990 post Marzo 2017 Fonti analizzate: Twitter * La matrice è stata ripulita dai post non disponibili e dai RT identici
Base dati: 6.250 post Febbraio/Marzo 2017 Fonti analizzate: Twitter *La matrice è stata ripulita dai post non disponibili e dai RT identici
Questo il grafico ottenuto in seguito all'analisi dei dati relativi al topic per i post in italiano.
TRAVELLERS: a questa categoria appartengono gli
utenti che con la cucina “viaggiano”, sia
fisicamente, spostandosi da luogo in luogo
(ristoranti, sagre, osterie...), sia metaforicamente,
proponendo immagini e suggestioni di specialità
locali;
PIZZAIOLI: a questa categoria appartengono gli
utenti che di mestiere fanno i
pizzaioli/ristoratori/hanno un’attività commerciale
culinaria. Insomma, sono “professionisti del food;
ADV/EVENTO: come per i post dal “topic” con
questa etichetta;
ALTRO: tutto ciò che non rientra nelle etichette
precedenti.
In questa parte di ricerca con i post in italiano,
invece di capire in che lingua “parla”
prevalentemente la pizza, si è cercato di
comprendere le tribes, le “tribù”, definite secondo
questi tag:
BLOGGERS: tutti i post provenienti da quanti
hanno un blog;
ENJOYERS: a questa categoria appartengono
soprattutto quanti amano mangiare la pizza e
godersi la vita (aspetti di golosità, convivialità,
“buongiornisti”, "foodpornisti"…);
PROUDS: a questa categoria appartengono quanti
amano cucinare pur non possedendo un blog di
cucina. Questi utenti desiderano comunque
condividere quanto sono riusciti a fare con le
proprie mani;
TRADITIONALS: a questa categoria appartengono
quanti legano al cibo valori tradizionali quali la
famiglia ma anche l’esperienza, la tipicità locale, la
tradizione degli ingredienti…;
Questo il grafico relativo alle tribes. È bene spendere qualche parola sul concetto di tribe. Perché parliamo di “tribe”? Con questo termine vogliamo definire degli aggregati comunicativi, dei «flussi di comunicazione che vengono prodotti da particolari nodi della rete» 3 intorno ai quali si sviluppano e ruotano i temi interessanti per utenti particolari. Lo spazio in cui agiscono queste tribù è il cosiddetto villaggio globale, che ospita una serie di comunità reali e virtuali di persone che possono aggregarsi e interagire asincronicamente e a prescindere dal luogo in cui si trovano.
Base dati: 6.517 post Febbraio/Marzo 2017 Fonti analizzate: Twitter * La matrice è stata ripulita dai post non disponibili e dai RT identici
Il Centro Studi Etnografia Digitale sostiene che quella di webtribe è un’ottima categoria euristica per cogliere la fluidità e l’eterogeneità della produzione culturale che si dispiega sulla Rete: un mondo fluido, frammentato, eterogeneo ed altamente creativo per definizione. È una categoria utile per rapportarsi in maniera empiricamente fruttuosa e non ideologica con molte delle produzioni comunicative online.
È interessante notare come, sia per quanto riguarda i post in italiano che quelli “mondo” (quindi non filtrati per la sola lingua italiana), a prevalere per la categoria topic sia il contenuto che abbiamo definito foodporn (rispettivamente il 44% e il 47%). Questo termine comunemente definisce la pratica di chi fotografa e condivide sui social media immagini di cibo, immagini spesso close-up, ma che ormai viene utilizzato per indicare in generale la sovraesposizione mediatica del food e gli aspetti più “goderecci” del mangiare.
Nel nostro caso specifico, la pizza viene quindi percepita, dagli utenti, ancora prevalentemente come un cibo “divertente”, un piccolo piacere della vita di cui godere (“Che sapore ha la felicita? #pizza #foodporn #napolifoodporn #neapolitanpizza #pizzium pizzium https://t.co/gZ5bxpBp8Z”).
Conclusioni
A conferma di ciò, se escludiamo i post pubblicitari
e la categoria residuale altro, prendendo l’altro 40%
circa dei post con sfumature differenti, la
percentuale più alta che segue è quella dei post
relativi alla socialità (il 16% per i post mondo e il
12% per quelli italiani). Tanti sono quindi i post la
cui sfumatura prevalente è quella della convivialità,
dello stare in compagnia (sono inclusi anche link a
foto di socialità), insomma, il classico “mangiamo
una pizza insieme” non è solo un modo di dire ma
è ancora un tema importante (“Questa sera #pizza
con la cumpa degli #anni90 ...chissa quanti ricordi
e risate... #genova #sampierdarena da anni che non
ci vediamo....”).
Altro dato interessante, per entrambi i campioni, è
quello relativo all’etichetta servizio, (8% mondo e
9% italiani). L’hashtag #pizza viene usato dunque
per accompagnare post dal carattere di tutorial, o
di proposta e condivisione di ricette
(“#ricettadelgiorno #pizza con grana e guanciale
#Italia #cooking #ricetta #ciboitaliano”). Sono
tanti gli italiani, ma anche i non italiani, che si
dilettano nella preparazione home made della
pizza, perché lo stare ai fornelli è una passione in
crescente tendenza, così come la conseguente
condivisione dell’immagine che ritrae il risultato o
il link della ricetta. Sono tanti, inoltre, i blogger
che fanno uso dei social network per diffondere i
propri contenuti, perché no, a tema pizza.
Altro dato da rilevare è la differenza percentuale
tra i post “mondo” e quelli italiani per quando
riguarda un altro topic che siamo andati ad
indagare, la salute. Per i post in italiano la salute è
presente nell’8% dei casi, per quelli mondo nel 5%.
Molto probabilmente, questa differenza può
trovare una spiegazione nel fatto che in Italia la
pizza è in qualche modo un’“istituzione”, così come
il cibo in generale, quindi la tematica della salute,
legata a quella della pizza diventa più pregnante,
banalmente se ne parla di più perché la pizza viene
declinata e scandagliata da più punti di vista.
Gli italiani discutono dunque anche di ingredienti,
tecniche di cotture, impasti, materie prime,
insomma tutto ciò che può rendere una pizza più o
meno buona, e in questo caso salubre, nel Paese
della pizza (“#pizza di #cavolfiore un buon modo
per far mangiare la verdura ai bambini e per gli
adulti ci si concede lo sfizio della pizza senza
pensare alle calorie #glutenfree
#senzaglutine@gfexpo #senzalattosio #lfexpo
#singluten #sansgluten #glutenfrei #food
#healthyfood #cauliflowerpizza”).
Si tratta di percentuali non altissime rispetto alla
macro-dimensione foodporn, ma senza ombra di
dubbio si registra il suo aspetto emergente.
Una differenza tra i due campioni si nota anche per
l’etichetta storia, quindi per le tematiche legate alla
tradizione, la tipicità, la località. Sono di più i post
in italiano (il 5%) a sottolineare quale sia e cosa
rappresenti la “vera” pizza (“Pronte per essere
servite! Buon appetito! #Napoli, la vera #pizza!
Ready to be eaten! #Naples, the real pizza!”).
Soltanto nell’1% dei casi, per i post “mondo”, ci si
sofferma su queste sfumature che probabilmente
negli altri Paesi appaiono secondari.
Più o meno allo stesso livello, per i tweet “mondo”
(5%) e italiani (6%), troviamo la dimensione dello spettacolo. In questo caso l’elemento mediatico è
imprescindibile. Fare un elenco delle iniziative e
degli show basati su format , dove aspiranti
cuochi, pasticceri o pizzaioli gareggiano in sfide
infinite all’ultima ricetta sarebbe impossibile, e il
successo sempre crescente delle nuove stagioni e
degli chef superstar ci rendono chiara l’idea di
quanto la richiesta di spettacolarizzazione del cibo
non si sia ancora esaurita. Popolarissimi sono i
cooking show così come i concorsi e le gare
culinarie, nel nostro caso a tema pizza (“Un
pizzaiolo di Porto Empedocle stato nominato
campione mondiale per la preparazione della
#pizza bianca https://t.co/k5tmiSwd”).
Per quanto riguarda le tribes che abbiamo
individuato su una base dati di tweet in italiano, ad
emergere in maniera importante è la “tribù” dei bloggers (32%) e quella degli enjoyers (26%). Due
identità ben definite e certamente ben presenti
nell’universo web generale, non soltanto per
quanto riguarda la pizza. Si tratta di due mondi
certamente fluidi, com’è fluido tutto il flusso
comunicativo che si genera in rete, ma che nello
stesso tempo si pongono lungo due assi classici
differenti del discorso.
Uno basato prevalentemente sull’information e uno
sulla narration. Gli enjoyers sono coloro che si
pongono maggiormente sul piano della
narrazione, nel senso che a loro piace raccontarsi
e rappresentarsi come individui che amano godere
dei piaceri della vita e certamente il cibo e quindi
la pizza, rappresenta uno di questi (“Per essere
felici secondo me basta unire la pizza e il mare. Se
poi la #pizza è quella di @ginosorbillo a Napoli..”).
Per loro la pizza è motivo di gioia, gusto,
divertimento, conforto (“Inizia il weekend ho
l'influenza ma c'e la pizza a cena quindi tutto ok
#pizzafriday #pizza”), tentazione (“Capite perche a
casa, con mia madre ai fornelli, e impossibile
mettersi a dieta? #venerdi #pizza
https://t.co/TYG48gPnPK”) e spesso piacere
godereccio (“Desiderio impellente di #pizza bianca.
Unta e con sale grosso”).
La loro esperienza s’inserisce perfettamente nel
quadro dei “foodpornomani” (non a caso la
categoria di topic che abbiamo definito foodporn è
quella percentualmente più diffusa) anche perché
per questi individui è quasi un bisogno dover
condividere la loro passione per la pizza.
Uno dei modi per farlo è quello di condividere
immagini, i tweet infatti sono spesso link a
fotografie di fumanti e invitanti pizze.
All’interno della tribe degli enjoyers sono
riscontrabili diversi sottogruppi tra cui quello
diffusissimo di quanti abbiamo definito
“buongiornisti”, ovvero coloro che condividono
anche un’immagine della pizza come occasione di
affetto e saluto, pensando che questo possa mettere
di buonumore o perché no, suscitare della sana
invidia, in coloro che vedono il tweet (“Toglietemi
tutto ma non #PIZZA #GELATO E #CAFFE oggi così
#buongiorno”).
Su un asse diverso, quello dell’informazione, si
pone la tribe più diffusa, quella dei bloggers. Habitat
naturale per centinaia e centinaia di food blogger,
i social networks si popolano di qualsivoglia
esperto in materia e non, fatto derivante dalla
consapevolezza che c’è sempre qualcuno a caccia
di ricette, recensioni e ogni genere di
informazioni per mangiar bene. È evidente quanto
gli utenti siano diventati più consapevoli, esigenti e
competenti, per cui la dimensione della conoscenza
(che spesso nel web si esplica come il fornire e il
ricercare informazione) ha la sua preponderanza in
questo dato.
I blogger dunque, utilizzano anche Twitter per
diffondere il loro sapere e naturalmente come link
al blog. Si parlava, dunque, dell’incredibile
diffusione dei food blog, certamente una delle
ragioni principali di tale fortuna è ravvisabile nel
fatto che siano animati il più delle volte da persone
comuni, in grado quindi di mettere in circolazione
una cultura alimentare popolare e favorire un
processo di identificazione più immediato per
l’individuo comune, abituato a confrontarsi invece
con il sapere culinario esperto degli chef famosi 4.
Anche in questo caso possiamo notare come
nell’ambito del topic, dopo gli aspetti di foodporn e socialità (fortemente correlati), è la dimensione del servizio a prevalere, da noi intesa come tutto
quell’insieme di aspetti che rinvia all’universo del
tutorial, delle ricette, dell’how to e dell’home made
(“Pizza di Patate senza Uova al Microonde
https://t.co/8nnd7x5ikI #patate #pizza #ricetta
#gialloblog #cucina #senzauova”). L’altro aspetto
interessante è che quelli incontrati durante
l’analisi non solo soltanto blog che trattano di food,
le tematiche infatti sono le più svariate. Il cibo
però è talmente un argomento dal forte appeal che
anche la fashion blogger non esita a postare sui
social la propria ricetta per realizzare una pizza
nella maniera più veloce oppure sono tanti i blog
d’informazione che giustamente sfruttano la
popolarità di un tema caldo come il food e il
gradimento di un alimento come la pizza per fare
divulgazione o dare news.
Escludendo i tweet a scopo puramente
pubblicitario, ci troviamo poi a tu per tu con la tribe che abbiamo definito dei pizzaioli (9%), ovvero
di quanti sono “professionisti del food”, magari di
mestiere fanno proprio i pizzaioli, i ristoratori o
hanno un’attività commerciale culinaria ("Una
#pizza con i colori di stagione? #mozzarella di
#bufala con un profumo inebriante: welcome to
Milano! #pizzeria #idodicigatti #milano#tetti
#galleriavittorioemanuele #yummy").
La loro attività sui social è molto alta e il motivo
può essere facilmente intuibile. Anche quando un
tweet positivo non è propriamente un tweet
pubblicitario, ha comunque e forse maggiormente,
il potere di diffondersi efficacemente e
velocemente, come un passaparola che arriva a
quanti sono interessati e possono così facilmente
apprendere il messaggio di chi ha lanciato quel
post. La scelta dei social network da parte dei
pizzaioli, inoltre, risponde alla crescente
aspettativa di partecipazione di un pubblico ormai
abituato ad avere voce e riconoscimento.
A metà strada tra l’informazione e la narrazione ci
sono i traditionals (5%) e i travellers (4%). Loro si
raccontano e nello stesso tempo informano
attraverso i valori e l’esperienza che fanno della
pizza. Con i “viaggiatori” si viaggia, per l’appunto,
attraverso ingredienti ma anche luoghi unici, un
viaggio attraverso la pizza verso specialità locali
(“#pizza #melanzane #acciughe
#abbaziadimonteolivetomaggiore #vernaccia
#lagentilesca DOCG 2010
https://t.co/X3mPZRZJkO”). Inutile dire che quella
dei travellers, non solo culinari, è una tribe molto
diffusa, specialmente su quei social media tramite i
quali è possibile condividere immagini a
testimonianza della loro vita “avventurosa”. Meno
avventurosa ma legata a valori differenti è la tribù
dei traditionals, per i quali la pizza è più sinonimo
di “focolare” oltre che, per l’appunto di tradizione
tutta italiana (“Crediamo che la #pizza abbia
ancora la potenzialita di essere un prodotto
italiano, anche se e diventata globale - M.Ferro
#RicercaCensis”).
A conferma di quanto detto sinora ci sono gli
hashtag più utilizzati nei post analizzati accanto a
quello #pizza.
Basta guardare la word cloud che viene fuori per capire che la pizza, per gli utenti di Twitter, è sinonimo di amore per il cibo, gusto, divertimento e come dire, “pizza e birra” è letteralmente la scelta ideale per passare un momento di piacere sia per gli utenti italiani che non (#food #birra #beer #foodporn #cheers #pizzeria #love #cena #dinner #sabatosera #yummy #TipicalSaturday #pizzalovers #delicious).
Word Cloud tweet "mondo"
Mangiare e bere bene, nelle serate del week-end, che sia a casa o in pizzeria, è un vero must, e nel rappresentarsi in quest’esperienza gli utenti “colorano” il tutto con sfumature diverse. Per gli utenti italiani, abbastanza evidenti sono gli elementi dello sport e delle tipicità. Una gara di moto è molto più divertente se la si segue bevendo birra e soprattutto mangiando una buona pizza, niente di più tipico, per lo stereotipo dell’uomo medio italiano che amare il cibo semplice e lo sport (#Federer #beer #MotoGP #osaka #gusto #pizzatime #divertimento #casa).
Word Cloud tweet in italiano
Come dicevamo poi, la cloud italiana richiama anche ingredienti o prodotti tipici oltre che località e quindi qui il profilo che sembra emergere è quello di un utente che fa scelte più ricercate (#gourmet #salsa #vino #focaccia #napoli #ristorante #roma #porcini #pecorinotoscano #chef #Foggia #PinsaRomana #lievitomadre).
La pizza però è anche un espediente di condivisione, condivisione di ricette, perché, come abbiamo detto, tutti vogliono sentirsi un po’ chef, anzi, in questo caso pizzaioli, e il web è una prateria sconfinata per blog di cucina e quanti vogliono condividere il proprio know how. Si tratta di un tratto assolutamente preponderante e comune sia alla cloud italiana che non, per cui sono frequentissimi gli hashtag #ricetta, #recipe, #ricette #foodie, #homemade.
Per quanto riguarda le lingue, è inevitabile trovare al primo posto l’inglese, tanti sono gli utenti anglofoni e non che scrivono in questa lingua, anche perché i social network parlano inglese. Segue lo spagnolo, certamente nel mondo sono tanti gli ispanici e del resto il mondo latino si può dire interessato, per cultura, alla tradizione culinaria. Tradizione culinaria, quella della pizza, che appartiene di sicuro all’Italia, che si posiziona in terza posizione. Un dato non così scontato se si pensa proporzionalmente al numero di persone che nel mondo si esprimono in italiano. Certamente la pizza rappresenta un cibo talmente diffuso e così simbolicamente identitario della cultura italiana che non poteva essere altrimenti.
Base dati: 5.417 post Marzo 2017 Fonti analizzate: Twitter * La matrice è stata ripulita dai post non disponibili e dai RT identici
Esattamente come avviene per le squadre di calcio,
anche nell’universo pizza ognuno ha la sua
preferita, e tra i pizzalovers ognuno sa benissimo
dove trovarla. Le pizzerie sono dei piccoli (o
grandi) templi del gusto, dove la pizza è il Sacro
Graal che custodisce la ricetta segreta del successo.
Sul web e non, il passaparola si rincorre, ognuno
“sponsorizza” la propria pizzeria preferita e tutti
possono farsi un’idea di dove andare e cosa
aspettarsi. Ma quali sono poi le reazioni di chi sperimenta per la prima una volta una nuova pizzeria? Quali sono le recensioni? E cosa dicono i fedelissimi? Cosa cerca la gente quando entra in una pizzeria? Sono sempre soddisfatte le aspettative?
Analisi Facebook
Nel nostro caso specifico, l’obiettivo conoscitivo è
stato quello di comprendere qual è la percezione e
quali sono le tematiche toccate dagli utenti della
pagina Facebook di una determinata pizzeria.
L’unità d’analisi è rappresentata dal commento: la
singola stringa di testo caricata dall’utente sulla
pagina Facebook della pizzeria prescelta, in
cui questi esprime presumibilmente opinioni
rispetto ad un determinato post, caricato dai
responsabili, sulla propria pagina.
Questi dati sono stati raccolti tramite una tecnica
puramente digitale. Precisiamo che da questo
momento si utilizzerà il termine post e commento
come sinonimi. Per la raccolta dei post è stato
utilizzato un tool chiamato Netvizz, che consente
l’estrazione di dati da differenti sezioni, in
particolare gruppi e pagine Facebook. L’attività di
analisi è stata solo parzialmente digitale, è stata
fondamentale, infatti, la comprensione da parte del
ricercatore, del contenuto dei commenti, al fine di
rilevare la tipologia conversazionale degli utenti
rispetto all’”universo” di quella pizzeria. In qualche
modo si sono digitalizzati metodi già esistenti
facendo dunque ricorso a tecniche
tradizionalmente etnografiche e qualitative, come
l’osservazione partecipante (Malinowski 1978) e
l’analisi del discorso (Van Dijk 1993).
Dopo un’osservazione attenta si è cercato di
costruire delle categorie euristiche capaci di
distinguere i differenti contenuti dei commenti.
Nell’indagine etnografica ci si è concentrati sul
social network Facebook, una piattaforma software
a cui gli utenti accedono ed hanno la possibilità di
esprimere i loro pensieri e le loro opinioni, tutto
ciò sotto forma di post, ovvero di testi scritti.
Questi testi prodotti dagli utenti seguono spesso
degli stili di scrittura che ricalcano
deliberatamente la comunicazione orale (Davis,
Brewer 1997), assumendo così un carattere formale
ed informale allo stesso tempo.
L’approccio al campo ha previsto quella che in
gergo si chiama netnografia pura (Bruckman 2006;
Kozinets 2010), nel senso che si è proceduto
semplicemente raccogliendo ed analizzando i
commenti degli utenti che sono stati oggetto
dell’osservazione. Ma vediamo nello specifico la
procedura di raccolta dei dati.
L’insieme di post su cui si è basato la parte
empirica del lavoro di ricerca è stato attraverso il
già citato tool Netvizz v1.4, che consente la
disponibilità di diversi moduli di estrazione dati tra
cui quello da noi scelto, ovvero il page data che crea
reti e file tabellari per le attività degli utenti
rispetto ai post di una pagina. Questo modulo
consente appunto di estrarre i post da una pagina e
generare un numero di file. Rispetto ai post da
estrarre si è impartito il comando finalizzato ad
ottenere gli ultimi n post per un massimo di 999. Si
è proceduto, quindi, cercando di estrarre almeno
600 commenti ai post della pagina, lì dove
presenti. I comandi impartiti al tool sono
stati quindi quelli di ricercare tutti i dati (compresi
quindi i commenti), inserire l’id della pagina
Facebook e ottenere i post della pagina e degli
utenti. Tra i file ottenuti, quelli a cui si è dedicata
l’indagine sono stati quelli contenenti i commenti
degli utenti ai post caricati dal responsabile della
pagina della pizzeria. Ricordiamo che, come
descritto per Twitter, anche Facebook utilizza API.
La fase di osservazione è stata utile per meglio
formulare le categorie. Le categorie hanno avuto il
ruolo di tag, ovvero di etichette semantiche che
andavano a descrivere il carattere del contenuto
dei commenti. Si è quindi svolta un’analisi manuale
dei commenti facendo proprio un’operazione di tagging.
Entriamo nello specifico nella ricerca. Le pagine
Facebook prescelte sono state:
https://www.facebook.com/IeriOggiDomaniTrattori
aPizzeria/?pnref=lhc (Pizzeria Ieri, Oggi, Domani di
Enzo Bastelli);
https://www.facebook.com/pizzeriadimatteo/?
fref=ts (Pizzeria Di Matteo);
https://www.facebook.com/PizzeriaResilienza/?
fref=ts (Pizzeria Resilienza);
https://www.facebook.com/10pizzeria (Pizzeria
10 di Diego Vitagliano);
https://www.facebook.com/DonAntonioStarita/?
fref=ts (Pizzeria Starita);
https://www.facebook.com/Pizzeria-Ristorante-
Flli-Vuolo-1397582110478834/?fref=ts (Pizzeria F.lli
Vuolo);
https://www.facebook.com/salvofrancescoesalvator
e/?fref=ts (Pizzeria Salvo);
https://www.facebook.com/pizzeriadaattilio/?
fref=ts (Pizzeria Da Attilio).
https://www.facebook.com/PizzeriaGinoSorbillo/
(Pizzeria Sorbillo);
https://www.facebook.com/enzo.coccia.7/?fref=ts
(Pizzeria Enzo Coccia La Notizia);
https://www.facebook.com/pizzeriagaetanogenoves
i/?fref=ts (Pizzeria Gaetano Genovesi);
https://www.facebook.com/pizzeriaelite.rossi/
(Pizzeria Elite Pasqualino Rossi);
https://www.facebook.com/pepeingrani/ (Pizzeria
Pepe in Grani);
https://www.facebook.com/Pizza-Gourmet-
Giuseppe-Vesi-331727333695285/ (Pizzeria Pizza
Gourmet di Giuseppe Vesi);
https://www.facebook.com/enzo.lamasardona?
fref=ts (Pizzeria La Masardona);
https://www.facebook.com/damichele1870/?fref=ts
(L’Antica Pizzeria Da Michele);
https://www.facebook.com/50-Kal%C3%B2-di-
Ciro-Salvo-1411165819135471/?fref=ts (Pizzeria 50
Kalo);
https://www.facebook.com/damicheleicondurro/?
fref=ts (Pizzeria Da Michele I Condurro);
https://www.facebook.com/goriziapizzeria/?fref=ts
(Pizzeria Gorizia 1916);
https://www.facebook.com/masaniellifrancescomar
tucci/?fref=ts (Pizzeria I Masanielli di Francesco
Martucci);
La scelta è ricaduta su queste pizzerie in seguito ad
un campionamento a scelta ragionata, la selezione
è avvenuta, infatti, grazie a delle caratteristiche
sottolineate da un esperto (attività social,
localizzazione, popolarità etc.). L’esperto in
questione è Monica Piscitelli, blogger, copywriter
e degustatrice professionista di piatti, pizze e vini,
una delle voci più autorevoli dello storytelling
enogastronomico del Sud ed esperta di
comunicazione dell’agrolimentare. In questi anni
ha lavorato con le più prestigiose Guide ai
ristoranti e ai vini italiane, testate cartacee e web
del settore. Organizzatrice e conduttrice di eventi e
show cooking, dal 2009, appassionata al racconto
della pizza napoletana e italiana, cui ha dedicato
una App e un libro oltre a innumerevoli articoli. Ha
condotto per il Gambero Rosso la stagione 2017 del
noto programma “Margherita e le sue sorelle”. Il
suo sito campaniachevai.it, dedicato al racconto del
“Campania che funziona”, è online dal 2007. È
sommelier e Master Vino Ais. 5
L’indagine si è concentrata, come dicevamo, sulle
pagine Facebook, sono infatti i social network a
farla da padrone per quanto riguarda la “socialità”,
proprio per la loro natura intrinseca. Al fine di
ottenere un maggior numero di commenti si è
scelto Facebook, anche perché è la principale
piattaforma social italiana, rappresentandosi come
la più “nazional popolare”, rispetto ad esempio a
Twitter. La fascia d’età più rappresentata è quella
fra i 25 e i 34 anni. Stando a quanto dichiarano nelle
proprie informazioni personali, la maggioranza
degli iscritti a Facebook in Italia appartiene alle
seguenti categorie: uomini single (2,8 milioni di
profili) o donne sposate (stessa cifra). Seguono le
donne single (1,7 milioni) e quelle impegnate in una
relazione (1,1 milioni). 6 Fatta questa premessa, veniamo ora alla definizione
delle categorie utilizzate per il tagging dei
commenti. Le macro-categorie scelte sono state
due, il text content e il sentiment.
Per text content si è inteso il carattere del
contenuto dei commenti, quindi si è taggato
secondo etichette che andavano a descrivere un
commento dal contenuto emotivo con diversi livelli
(1,2,3), o di emotività definita consapevole, con
sfumature sulla salute, storia, sapore, innovazione, sull’host e le sfumature di servizio, ambiente, rapporti, CR, gestione, e ancora performance finanziaria, richiesta d’informazione, condivisione, interazione e altro. I commenti dal contenuto EMOTIVO si
caratterizzano per l’espressione di un qualche
sentimento (o opinione) nei confronti della pizza,
del ristorante, dell’autore, dell’immagine o del
contenuto del post in generale, senza che venga
minimamente data alcuna motivazione. Sono da
considerarsi commenti emotivi anche le sole emoticon e i saluti. In tale ambito è stata stabilita
una scala da 1 a 3 per definire il livello di “moto
emotivo” suscitato negli utenti. Ai commenti con
EMOTIVITÀ CONSAPEVOLE si sono date delle
specifiche che esplichiamo di seguito. Con SALUTE
s’intende un commento in cui la motivazione del
sentimento o dell’opinione viene espressa ed ha
sfumature relative alla salute intesa come scelta
delle materie prime, tecniche di cottura, di
raffinazione, freschezza degli ingredienti etc.. Con
STORIA s’intende un commento in cui la
motivazione del sentimento o dell’opinione viene
espressa ed ha sfumature relative alla storia intesa
come tradizione, tipicità, località, specialità,
esperienza, patrimonio culturale. Con SAPORE
s’intende un commento in cui la motivazione del
sentimento o dell’opinione viene espressa ed ha
sfumature relative al sapore inteso come
apprezzamento o meno del gusto della pizza.
Con l’etichetta PERFORMANCE FINANZIARIA si è
inteso commenti con considerazioni fatte, ad
esempio, in merito al conto, quindi se ci sono
critiche rispetto ai prezzi, rispetto al rapporto
qualità-prezzo, se l'attività viene percepita come
"vincente" o meno, se quindi sulla base di queste
considerazioni l'utente fa "i conti in tasca" alla
pizzeria.
Per quanto riguarda il SENTIMENT, è stata fatta
una suddivisione classica tra commenti che
esprimevano un sentimento positivo, negativo e
neutro (considerando quest’ultimo tag anche come
una sorta di categoria residuale rispetto alla netta
dichiarazione di un sentimento). Ricordiamo però
che questi aspetti hanno un’attendibilità relativa
perché i social network possono essere “ripuliti”
dai commenti negativi che in qualche modo ledono
l’immagine in questo caso della pizzeria.
HOST sono quei commenti dove la motivazione del
sentimento o dell’opinione viene espressa ed ha
sfumature relative al’”padrone di casa” e a tutto ciò
che gli gira intorno. Sono state infatti fatte delle
specifiche per questa categoria: /SERVIZIO inteso
come qualità del servizio, preparazione dei
dipendenti etc., /AMBIENTE inteso come igiene,
cura del locale etc., /RAPPORTI inteso come
atmosfera dell’ambiente lavorativo, relazioni del
proprietario con i dipendenti e fra il personale etc.,
/CR inteso come customer relationship, gentilezza,
antipatia percepita dai clienti etc.,
/GESTIONE intesa come approvazione o
disapprovazione per la gestione dell'attività,
leadership del proprietario etc..
Per INNOVAZIONE s’intendono commenti dove la
motivazione del sentimento o dell’opinione viene
espressa ed ha sfumature relative ad aspetti
innovativi, che siano in polemica o meno con la
tradizione.
Le RICHIESTE DI INFORMAZIONE si
autoesplicano, nel senso che sono tutti quei
commenti dove compare una richiesta di qualsiasi
tipo, anche rispetto al contenuto del post in
generale o alle conversazioni che si sono generate.
Si ha CONDIVISIONE quando l’intenzione è quella
di condividere il post, ad esempio attraverso tag
verso altri utenti.
Si ha INTERAZIONE quando il commento è
un’esplicita risposta ad una richiesta di interazione
da parte dell’autore del post o c’è un botta e
risposta (interazione) tra gli utenti.
Con la categoria residuale ALTRO intendiamo tutto
ciò che non rientra nelle etichette precedenti
(battute personali, commenti privi di senso…).
Dati dal 2017 a ritroso, su un campione di 16 pizzerie Da questa analisi sono escluse le ultime quattro pizzerie dell’elenco sopracitato Ulteriori approfondimenti in merito sono presenti in appendice
Questo il grafico generale con i risultati rispetto al text content.
Questo il grafico generale con i risultati rispetto
alla dimensione della consapevolezza.
Dati dal 2017 a ritroso, su un campione di 16 pizzerie Da questa analisi sono escluse le ultime quattro pizzerie dell’elenco sopracitato Ulteriori approfondimenti in merito sono presenti in appendice
Questo il grafico generale con i risultati rispetto
alla dimensione dell'host.
Dati dal 2017 a ritroso, su un campione di 16 pizzerie Da questa analisi sono escluse le ultime quattro pizzerie dell’elenco sopracitato Ulteriori approfondimenti in merito sono presenti in appendice
Per quanto riguarda il contenuto testuale, la maggior parte dei commenti risulta essere composta da quelli di condivisione (35%), laddove l’intento è proprio quello di condividere sostanzialmente il contenuto del post. Numerosi sono icommenti riportanti dei tag, ovvero il “chiamare in causa” altri utenti al fine di richiamare l’attenzione su quel post, quell’argomento o quella pagina. Si tratta di un dato che non può stupire più di tanto, del resto rivela la natura intrinsecadei social network, la socialità, lo sharing. Un’interessante indagine del New York Times, “The Psychology of Sharing”, spiega quali sono le ragioni del condividere e prima fra tutte troviamo il voler fornire contenuti di valore: i partecipanti all’indagine credono che l’informazione possa essere utile (94%) o contribuisca a cambiare un’opinione (49%). Nel caso delle pizzerie, infatti, l’intento più frequente è quello di segnalare la pizzeria o addirittura di proporre di farci un salto (“@Giulia Lo Duca però la prossima volta che vieni ci andiamo. Magari prenotiamo prima..”).
Conclusioni
Altra ragione della condivisione è il volersi
rappresentare: si condividono informazioni per
mostrare chi siamo e quali sono le cose che ci
interessano maggiormente (risposta indicata dal
68% dei partecipanti). In qualche modo, la scelta o
non scelta di quella pizzeria rappresenta l’utente,
sappiamo bene quanto sul cibo oggi confluiscano
valori che non trovano altri referenti significativi
ma al di là di questo, anche delle semplici scelte di
gusto sembrano orientate a dire “Io la penso così”.
C’è chi poi vuole dimostrare che fra i suoi interessi
principali c’è il cibo, nel nostro caso specifico, la
pizza o qualsiasi prodotto offerto da quella pizzeria
("Carolina Grassi Giusy Amarante Maria Grazia
Marotta Rosaria Sorrentino io lo devo provare!").
Si condivide anche per sviluppare il proprio
network, si condividono informazioni per rimanere
in contatto con persone che non è sempre possibile
incontrare off-line (78%) o che condividono i nostri
stessi interessi (73%) e l’amore per la pizza a molti
sembra un ottimo punto d’incontro.
Alcuni condividono contenuti per sentirsi
maggiormente coinvolti con quanto succede nel
mondo (risposta indicata dal 69% dei partecipanti);
se quella pizzeria è così rinomata come dicono, è
evidente che in tanti vorranno prendere parte a un
tale “evento”. Infine una ragione che sta dietro la
condivisione è il sostenere una causa o un brand
(risposta indicata dall’ 84% dei partecipanti), nel
nostro caso si segnala una pizzeria o una tematica
toccata nel post con l’intento di darvi il proprio
sostegno. 7
Nella nostra analisi a seguire (25%) troviamo che i
commenti più diffusi sono quelli emotivi (senza
alcun approfondimento rispetto a tale
emotività). Piuttosto che basarsi su uno scambio
fatto di senso e significati profondi, la folla di
utenti è in qualche modo tenuta insieme dalla
manifestazione di un sentimento, da un contenuto
emotivo che manifesta l’amore, l’apprezzamento
(“Siete grandi vi abbraccio da 50anni sono vostro
estimatore”), o l’odio e la delusione rispetto a
quella pagina o a quel contenuto postato.
Parliamo di “folla” in quanto queste nuove pratiche
partecipative sembrano operare in un contesto
definito da Stage come «digital crowds» («folle
digitali»). In questi casi troviamo un’intensa attività
comunicativa ma poco in termini di discussioni
significative o riflessioni profonde (Borch &
Knudsen, 2013). 8
Tuttavia non si può non tener conto dei dati
emergenti che sono quelli subito successivi, ovvero
i commenti di interazione (20%) e quelli definiti emotivi consapevoli (11%). Entrambi denotano un
maggior “potere” da parte dell’utente, nel primo
caso nel voler far sentire la propria voce, nonché
nell’assumere un ruolo determinante per la pagina
Facebook che ha bisogno di interagire con questo,
di creare engagement. L’utente, infatti, con la sua
attività partecipativa genera valore, magari
rispondendo alle domande che la pagina pone,
come ad esempio la richiesta di esprimere le
proprie preferenze in fatto di ingredienti da
mettere sulla pizza o semplicemente quando questa
invita gli utenti a provare delle novità e riceve
apprezzamenti o dubbi in merito.
I commenti che esprimono una qualche ragione
della propria emotività e che hanno quindi almeno
un minimo di profondità dimostrano una maggiore
competenza e consapevolezza da parte degli utenti.
Tra le tematiche più toccate troviamo naturalmente
il sapore (80%), ma anche la storia (15%) e la salute
(5%). Inutile dire che nella patria della pizza, Napoli
(e dintorni), la “sfida” tra pizzerie si gioca sul
piano del sapore, del resto il sapore è ancora il
vettore principale che guida le scelte dei
consumatori in fatto di cibo (“Buonissima, sapore
inconfondibile”). Si tratta anche di una delle
dimensioni più complesse in quanto i gusti sono in
costante mutamento. Ad ogni modo perché un
prodotto venga scelto deve essere considerato
buono nel modo più diffuso possibile. In questo
caso un produttore deve essere in grado di
intercettare i gusti di consumatori sempre più
frammentati ma che richiedono sempre maggiore
qualità sul versante del sapore.
Pur volendo seguire il trend attuale e crescente del
cibo salutare, sarà quindi importante sottolinearne
anche il gusto ed è per questa ragione che le pagine
Facebook (e non solo) si popolano di immagini di
pizze succulenti e assolutamente invitanti,
impossibile quindi non esprimere il proprio
apprezzamento, o perché no, il proprio disappunto,
mostrandosi in qualche modo anche dei veri e
propri esperti delle qualità “organolettiche” della
pizza. Per la stessa ragione di cui si è accennato
prima, il fattore storia risulta essere molto
importante. La tradizione, la tipicità, la
territorialità, l’esperienza, sono spesso “teatro di
battaglia” tra le varie pizzerie che si contendono
lo scettro della “vera pizza”, che in linea di
massima viene riconosciuta come quella
napoletana. Commenti che si rifanno a queste
tematiche denotano certamente la maggiore
consapevolezza del consumatore che di certo è più
informato e competente anche se si pone a seconda
del contenuto, su un piano di rappresentazione bright o dark. Nel primo caso chi commenta ama
parlare della pizza e del suo universo, rendendola
quasi un oggetto di culto, una cosa “sacra” rispetto
alla quale, trasgredire certe regole della tradizione,
viene percepito come un’eresia, o comunque una
mancanza di rispetto per la storia di questo
emblematico piatto (“Io seguo la linea dura di Zio
Michele, niente schifezze estranee sulla pizza, così
si snatura e si fa un torto alla storia della vera
pizza”). Nel secondo caso si fanno semplicemente
considerazioni superficiali, che non spiegano
affatto perché quella pizza viene considerata (o non
considerata) la “vera” pizza, frutto di una
tradizione e anche per questo oggetto del
desiderio (“Ho dei sogni con le pizze
Napolitane...sempre...da Vesi,l’unica napoletana
vera”).
Seppur piccola, risulta interessante anche la
percentuale di quanti toccano temi legati alla salute, in linea di massima si fa riferimento alla
qualità e alla tipologia degli ingredienti usati (“Ma
scusate non usate farina biologica ??”) e quindi a
ciò che può rendere la pizza buona anche perché
salubre o cattiva (“Questa pizzeria ha sicuramente
la doppia linea. Quando sono andato io la pizza è
stata digerita da tutti dopo 48 ore”).
Per quanto riguarda i commenti della categoria host
i più diffusi sono sulla gestione (45%) e il servizio
(33%). In linea di massima molte pizzerie tendono a
“personalizzare” il proprio marchio, per cui i
complimenti o meno alla gestione dell’attività sono
abbastanza comprensibili (“Ottima gestione!
Complimenti a tutti”, “Bravi sempre più successo.
Complimeti al capo”).
Il contatto diretto con il personale che si occupa
del servizio, inoltre, fa sì che questo sia
decisamente più soggetto alle opinioni dei clienti, i
quali probabilmente trovano una maggiore spinta
nell’esprimere il proprio pensiero attraverso la
tastiera di un computer (“Incontri interessanti
nello staff,peccato tutti bravi.”, “Ieri mi hanno
sbagliato 2 pizze il cameriere poco professionale”).
Un primo elemento che si evince dall’analisi è che i post pubblicati dalla pizzeria Da Michele generano molta interazione e spesso i contesti attorno ai quali si genera ciò sono i più svariati, da situazioni personali a commenti sportivi. Sono numerosi i tag ad amici, conoscenti e sconosciuti che si riscontrano sotto ogni post (almeno 9 per ogni post).
Il sentiment generale è tutto sommato positivo, mentre l’elevata quantità di commenti con sentiment neutro è spiegata dall’interazione degli utenti e dalla condivisione. Occupa molto spazio inoltre la richiesta di informazioni riguardanti gli orari e i giorni di apertura.
Sotto i post sono numerose le conversazioni personali: ciò indica sia che la pizza è "un oggettounificante", ovvero uno strumento attraverso il quale mettersi in contatto con amici tramite i gustipersonali e/o le proprie considerazioni, sia che gli utenti si sentono a proprio agio come se stessero chiacchierando nel proprio salotto. Le numerose condivisioni mostrano come la pizza svolga una funzione identitaria di legame.
La pizzeria Da Michele gode di una buona reputazione sia dal punto di vista della qualità e della bontà del prodotto offerto, sia dal punto di vista del rapporto qualità/prezzo. Infatti si può notare come il sentiment positivo prevalga sul negativo e come il grado di ammirazione emotiva più riscontrato sia quello più alto. Una percentuale importante è occupata dai commenti con bassa emotività: in questo caso sono presenti saluti, auguri ed emoticon varie.
La buona reputazione della pizzeria trova riscontro nei commenti che ricadono nella categoria “storia”, che classificano la pizzeria come produttrice della vera pizza napoletana, sia per quanto riguarda la genuinità dei prodotti, proponendo una scelta limitata di pizze, sia perché sono legati alla tradizione e “bocciano” tutte le proposte considerate "alternative" all pizza classica.
I commenti che riguardano la performance finanziaria si dividono tra quelli di coloro che ritengono la pizza molto economica e coloro che invece, nelle versioni più elaborate, la ritengono cara. Anche la categoria servizio presenta sentiment contrapposti: da un lato si trova chi elogia la rapidità e la cortesia del servizio, mentre dall’altro c’è chi si lamenta dei tempi di attesa troppo lunghi o della mancata trasmissione della partita di calcio. Stessa sorte per la categoria ambiente, che vede contrapposti coloro che amano l’atmosfera tradizionale offerta dalla pizzeria a quelli che invece si lamentano per gli spazi stretti.
L’analisi della pizzeria Resilienza mostra una forte enfasi sull’innovazione e sul sapore: la Resilienza punta su ingredienti genuini e tradizionaliaccostandoli in maniera innovativa al campo della pizza. I post ricercati con foto ben curate ed un’attenzione particolare del titolare alla comunicazione degli ingredienti hanno reso possibile la quasi totale assenza di critiche o commenti negativi.
Il sentiment della pizzeria Resilienza mostra una maggioranza di commenti positivi, mentre il 42% dei commenti neutri include le interazioni degli utenti con il titolare, la condivisione ed una forte enfasi sulla richiesta informazioni.
Come già specificato, la richiesta informazioni in questo caso assume una rilevanza particolare: oltre alle domande relative ai tipi di impasti e di ingredienti utilizzati, molte persone hanno chiestola posizione precisa o l’indirizzo della pizzeria. Dopo un’ulteriore approfondimento si è scoperto che la pizzeria Resilienza ha cambiato sede senza comunicarlo in maniera ufficiale. Altri tipi di richieste riguardavano la disponibilità di pizze per celiaci e gluten free.
I commenti sono prevalentemente positivi, anche se non viene dimostrato un entusiasmo eccessivo: le categorie emotivo 1 ed emotivo 2 impegnano la quasi totalità dei commenti.
I commenti si esprimono il più delle volte sul sapore della pizza, ma la grande attenzione della Resilienza verso l’innovazione è ripagata dal 21% della categoria, appunto, “innovazione”. L’utilizzo di materie prime ricercate e di alto livello ha fatto in modo che i restanti commenti si focalizzassero sulla salute e sulla storia.
Dall’analisi dei commenti emerge una forte attenzione dei titolari e dello staff verso i clienti, con la categoria customer relationship che occupa lo spazio maggiore, seguita a ruota da gestione e servizio.
La pizzeria Sorbillo è una delle più conosciute ed attive sui social network in tutta l’area di Napoli. Il titolare, Gino Sorbillo, punta molto sui social e quindi la pagina Facebook della sua pizzeria risulta molto attiva. I post di Sorbillo sono raramente prodotti in prima persona dal titolare, se non per qualche evento speciale: di solito Sorbillo si limita a postare sulla pagina foto scattate da altre persone nella sua pizzeria, aggiungendo una breve didascalia. Tali contenuti generano poi condivisioni ed interazioni.
Il sentiment è molto positivo, mentre l’elevatapercentuale della categoria neutro è spiegata dal forte numero di interazioni e condivisioni generate dai post. I commenti negativi sono composti da lamentele personali sulla qualità ed il sapore degli ingredienti.
L’attività di Sorbillo sui social si presta molto alla condivisione, che registra una percentuale pari al 41%. I post generano inoltre interazione tra gli utenti che intavolano discussioni tra loro e chiedono informazioni inerenti agli orari e ai giorni di apertura.
L’enorme popolarità di Sorbillo genera un forte entusiasmo da parte degli utenti, che non risparmiano commenti molto calorosi.
Oltre che molto popolare, la pizzeria Sorbillo vanta una storia degna di nota, sia personale che a livello di tradizione di famiglia. La maggior parte dei commenti si sofferma però sul sapore della pizza.
I commenti riguardanti la gestione ed il servizio tendono ad evidenziare la problematica legata alle lunghe attese per entrare all’interno del locale.
L’analisi condotta sulla pizzeria “Pepe in Grani” ha messo in evidenza l’attenzione che il titolare e lo staff hanno verso i clienti: sulla pagina Facebook lo staff è molto attento a rispondere singolarmente ad ogni domanda, rispondendo in maniera cordiale e professionale.
Il sentiment percepito è tendenzialmente positivo, mentre le uniche note dolenti riguardano la gestione delle prenotazioni e i tempi di attesa del locale. L’elevata interattività e condivisione fanno crescere in maniera esponenziale la categoria neutro, che registra un 70%.
Come già accennato, la pizzeria Pepe in Grani presta molta attenzione ai clienti: le categorie interazione e richiesta informazioni occupano una parte rilevante dei commenti. Il resto dei commenti è dedicato perlopiù alla condivisione.
I commenti relativi alla sfera emotiva sono distribuiti in maniera pressoché equa per tutti i gradi di emotività.
Nonostante la maggior parte dei commenti sia legata alla sfera del sapore, una percentualerilevante è occupata dall’attenzione verso la storia e la tradizione degli ingredienti.
La maggior parte dei commenti riguarda la gestione: è in questa categoria che trovano posto gli unici commenti negativi, legati alla cattiva gestione delle prenotazioni (soprattutto telefoniche) e all’attesa eccessiva. Il resto dei commenti è dedicato all’interazione con i clienti.
La pizzeria Da Michele I Condurro è caratterizzata da una scarsa attività sui social network: la maggior parte dei contenuti sono generati dagli utenti e ricadono quindi nella categoria interazione.
Il sentiment è molto positivo, mentre le uniche critiche riguardano la performance finanziaria ed i prezzi troppo alti. Anche in questo caso è possibile spiegare la categoria neutro attraverso l'alta presenza di interazione e condivisione.
Le categorie interazione e condivisione occupano gran parte dei commenti: gli utenti interagiscono tra loro e con i titolari condividendo i post e taggando i propri amici. Una percentuale rilevante è inoltre occupata dalla categoria emotivo.
I commenti mantengono un tono mediamente pacato, con una quantità limitata di commenti molto entusiasti. I commenti positivi riguardano la buona qualità della pizza e del servizio, oltre che gli auguri per la nuova sede di Milano.
I commenti riguardano prevalentemente il sapore della pizza ma un’attenzione particolare è data anche alla storia e alla tradizione, alla quale si contrappone una piccola componente legata all’innovazione.
I commenti relativi al servizio, “gestione” e rapporti sono generalmente positivi, anche se non mancano le critiche ai prezzi, giudicati troppo alti e alla nuova pizzeria di Milano, giudicata non all’altezza di quella di Napoli.
L’analisi della pizzeria La Notizia ha evidenziato un elevato grado di interazione tra gli utenti ed i titolari del locale. Con un sentiment estremamente positivo, i commenti ai post tengono molto in considerazione il titolare Enzo Coccia ed il suo staff. Tanti sono gli auguri per le festività (Natale, Pasqua…).
Il sentiment in questo caso è estremamente positivo e lascia uno spazio quasi nullo ai commenti negativi. Il sentiment neutro è rappresentato perlopiù da tag ed interazioni con lo staff.
Come già accennato, la categoria interazione assume particolare rilievo, seguita subito dalla categoria emotivo, che raccoglie i commenti conseguenti al forte sentiment positivo.
I commenti entusiasti in questo caso rappresentano una minoranza: la maggior parte dei commenti, per quanto positiva, mantiene toni più pacati.
Contrariamente alle tendenze, La Notizia registra un 65% per la categoria storia dimostrando una grande attenzione verso la tradizione del locale e degli ingredienti, mentre la parte restante dei commenti si focalizza sul sapore e sulla salute.
Il focus sull’host ha dimostrato una maggioranza assoluta per i commenti legati alla gestione, seguiti da quelli relativi al servizio.
L’analisi della pizzeria I Masanielli ha messo in risalto la presenza di un sentiment prevalentemente neutro, dovuto all’elevata presenza di commenti legati alla condivisione, ovvero all'alta presenza di tag. Le uniche note negative riguardano la performance finanziaria.
Il sentiment in prevalenza neutro è spiegato dalla forte interazione che si è creata tra i titolari e gliutenti e dalla significativa presenza di commenti relativi alla condivisione.
Nonostante la bassa presenza di richiesta di informazioni, la maggior parte dei commenti è legata all’interazione: i titolari rispondono spesso agli utenti, che interagiscono anche tra loro sulla pagina.
I commenti in questo caso sono prevalentemente molto entusiasti: nei confronti della pizzeria e dei pizzaioli è espressa una forte emotività.
La maggioranza assoluta è legata all’enfasi sul sapore posta dal 93% dei commenti, mentre il resto ricade nella categoria storia: gli utenti si concentrano quindi principalmente sul gusto della pizza, tralasciando altri aspetti.
Gran parte dell’attenzione è data alla categoria ambiente, con commenti riguardanti l’igiene e la cura del locale. I commenti negativi sono legati alla performance finanziaria: seppure in quantità molto bassa, sono presenti lamentele sui prezzi.
La pizzeria 50 Kalò si caratterizza come una pizzeria di "lusso", particolarmente apprezzata per la qualità della pizza, su cui il proprietario conduce una ricerca meticolosa già esplicata nel nome (50 Kalò fa riferimento ad una buona base di partenza "il panetto buono") ma anche per la ricercatezza dell’ambiente e l’esclusività della clientela. La linea scelta da Salvo, quella della qualità e dell’esclusività, è percepita in modo chiaro dagli utenti che hanno un’ottima considerazione dell’attività.
Il tono generale dei commenti degli utenti è molto positivo ed entusiasta, anche se buona parte è occupata da commenti con sentiment neutro. I commenti negativi si concentrano prevalentemente sulla poca digeribilità della pizza e sulle lamentele per la troppa folla.
Data la grande fama della pizzeria, la maggior parte dei commenti si limita ad un semplice tag che richiama l’attenzione di altri utenti. Dai commenti emerge spesso la gura da protagonista del proprietario Ciro Salvo, che viene continuamente citato con complimenti e congratulazioni: la maggior parte dei commenti emotivi è infatti riferita a lui. Nella categoria altro si nota un gran numero di commenti relativi al calcio in quanto la pizzeria 50 Kalò sembra essere fra le mete preferite dai calciatori del Napoli e non solo. Per ognuno di questi ospiti famosi, con cui il proprietario non si lascia scappare la foto ricordo prontamente postata sui social, si aprono nei commenti dei veri e propri dibattiti calcistici. Non mancano ospiti provenienti da svariati ambiti, non solo sportivi
I commenti sono prevalentemente molto entusiasti e sono dedicati ai complimenti nei confronti del titolare Ciro Salvo e all’esaltazione della qualità della pizza.
I commenti, entusiasti e meno entusiasti, si soffermano principalmente sul sapore della pizza, con una piccola attenzione alla salute e quindi alla qualità degli ingredienti.
I commenti relativi all'host rappresentano per alcuni aspetti una nota negativa, dato che mettono in luce le problematiche principali che affliggono la pizzeria: la presenza assidua di parcheggiatori abusivi, l’attesa estenuante per entrare nel locale e la folla presente all’interno. Diverso invece il caso dei commenti relativi al titolare, che sono perlopiù positivi.
Una discreta attività su Facebook e la presenza su Instagram (ma non su Twitter) hanno attirato la presenza di un grande numero di commenti ai post della pizzeria Gorizia 1916. I contenuti sono caratterizzati prevalentemente dalla condivisione: gli utenti cercano di convincere i propri amici a visitare la pizzeria, attirando così nuovi potenziali clienti.
Il sentiment molto positivo è affiancato da una maggioranza che ricade nella categoria neutro: come già accennato, la maggior parte dei commenti riguarda la condivisione, mentre forte enfasi è data anche dall’interazione degli utenti.
Gli utenti generano delle vere e proprie conversazioni sotto i post, interagendo tra loro e con i titolari. Spesso le conversazioni culminano con la volontà di visitare la pizzeria: è per questo motivo che la categoria “condivisione” ottiene il 44% dei commenti. I commenti per la categoria richiesta informazioni riguardano domande su ingredienti ed impasto della pizza.
L’emotività è quasi equamente distribuita sui 3 gradi, con un’enfasi maggiore agli estremi: i commenti molto entusiasti sulla qualità della pizza ed i complimenti si affiancano a commenti altrettanto positivi ma più pacati.
Dai commenti emerge un forte interesse da parte degli utenti nel provare le specialità della pizzeria, e si riscontra una certa enfasi su storia, innovazione e salute. L’interesse verso storia ed innovazione si tramuta però anche in azione: molti utenti si soffermano infatti sul gusto e il sapore della pizza.
In questo caso i commenti si soffermano solo ed esclusivamente sulla categoria “servizio”, tralasciando completamente tutte le altre.
La pizzeria Di Matteo, tra le più antiche di Napoli, si caratterizza per la sua scarsa presenza ed incisività sui social: non sono in questo caso i titolari a difendersi dall’accusa di poca socialità ma i clienti stessi, che difendono la propria pizzeria preferita dai commenti negativi.
Il sentiment è generalmente positivo anche se la maggioranza dei commenti rientra nella categoria neutro, caratterizzata dalla forte presenza di condivisione e tag.
Tra i commenti relativi alla categoria interazione molti parlano di argomenti non sempre inerenti alla pizza, come ad esempio critiche a chef televisivi, alle prestazioni della squadra del Napoli e discussioni sulla dieta. Molto presente comunque è la categoria condivisione.
Il forte entusiasmo dei commenti è dimostrato dal
66% che ricade nel grado massimo di emotività,
mentre l’altro estremo ottiene appena l’8%.
Essendo Di Matteo una delle pizzerie più antiche di
Napoli non poteva mancare l’attenzione per la
storia, oltre che per la salute e la qualità dei
prodotti. La maggior parte dei commenti però si
limita a descrivere il sapore delle pietanze.
Il monopolio assoluto è detenuto dalla categoria
“servizio”: in questo caso i commenti negativi
relativi all’attesa si affiancano a commenti
entusiasti che definiscono tale attesa un prezzo da
pagare per gustare un’ottima pizza.
L’analisi effettuata sulla pagina della pizzeria Élite
di Pasqualino Rossi mostra una forte tendenza
alla condivisione. I post presi in considerazione
sono per la maggior parte fotografie di pizze
gourmet tipiche della pizzeria sotto i quali i clienti,
per la maggior parte, commentavano
promettendo di ritornare, e altri utenti scrivevano
di voler andare a degustare le pizze di Pasqualino
taggando gli amici. I pochi commenti sulla storia
della pizzeria ne esaltano le qualità sia per scelta
degli ingredienti che per tradizione. I commenti
negativi, solo 21, sono rivolti alla cottura della
pizza.
Il sentiment è diviso quasi equamente tra positivo e
neutro: quest’ultimo è composto per la maggior
parte da commenti di condivisione, ovvero tag di
utenti che invitano gli amici ad ammirare le foto o
che li invitano alla pizzeria.
Come già mostrato dall’analisi del sentiment, la
maggior parte dei commenti è di tipo condivisione,
mentre una percentuale rilevante è occupata da
commenti relativi alla categoria emotivo ed
emotivo consapevole.
Il focus emotivo ha mostrato come i commenti
siano suddivisi equamente in tutti i livelli, con una
leggera maggioranza per la categoria emotivo 3, che
dimostra il forte entusiasmo dei clienti verso la
pizzeria.
Nei commenti è dato ben poco spazio
all’innovazione, mentre si parla leggermente di più
di storia e salute, esaltando quindi gli ingredienti
genuini e della tradizione. A dominare
incontrastata è la dimensione del sapore, che
occupa l’84%.
Dai commenti si nota una grande attenzione dello
staff della pizzeria verso i clienti, anche se una
parte significativa è dedicata alla gestione del
locale ed al servizio ai tavoli.
La pizzeria 10 Diego Vitagliano si fregia si essere "la
pizza più popolare che c’è". Per quanto tale
affermazione non possa essere verificata, i titolari
fanno di tutto per aumentare la popolarità della
loro attività, interagendo con gli utenti e
stimolando la condivisione dei contenuti.
L’attività sui social ottiene ottimi risultati, in
quanto il sentiment percepito è molto positivo. La
presenza di condivisioni ed interazioni
contribuisce all’aumento della percentuale di
sentiment neutro.
I commenti legati alla sfera emotiva sono in
percentuale molto minore rispetto a quelli che
riguardano le interazioni e la condivisione:
quest’ultima categoria occupa infatti la maggior
parte dei commenti.
La quasi assoluta totalità dei commenti relativi alla
sfera emotivo consapevole si focalizza sul sapore
delle pizze, mentre una minima parte si sofferma
sull’aspetto legato alla salute.
]*Per questa pizzeria non è presente il focus sull'host
Dall’analisi della pizzeria Ieri, Oggi, Domani è
emerso un forte sentiment positivo dovuto
soprattutto al livello elevato di interazioni che il
titolare e lo staff intrattengono con gli utenti. La
pizzeria sposa i piatti della tradizione non
rinunciando a portare innovazione e a coinvolgere
gli utenti nella creazione di nuove specialità.
Il sentiment è tendenzialmente positivo, dovuto
all’ottima reputazione che la pizzeria è riuscita a
costruirsi grazie all’attività dello staff, sia in sala
che sui social. I commenti che ricadono nella
categoria neutro sono caratterizzati in larga parte
dalle interazioni tra gli utenti e la condivisione. Gli
unici commenti con sentiment negativo riguardano
il prezzo alto per le pietanze.
Dato l’alto livello di interazione presente sulla
pagina, gli utenti non risparmiano domande al
titolare circa la composizione delle pizze, gli
ingredienti, gli orari e le prenotazioni.
La percezione della pizzeria è estremamente
positiva e ciò è dimostrato dall'elevato livello di
emotività dei commenti presenti, che ricadono
quasi tutti nella categoria con grado maggiore di
emotività.
La pizzeria pone molta enfasi sull’uso di prodotti
tradizionali e ricette antiche, anche se non
mancano accostamenti più “moderni”. Inoltre il
titolare cerca di coinvolgere gli utenti con sfide e
curiosità sulla storia della pizza.
Gli unici commenti negativi ricadono nelle
categorie a tema host: gli utenti lamentano prezzi
molto elevati per le pietanze consumate, mentre
altri accusano la pizzeria di aver ridotto nel tempo
le porzioni. Il resto dei commenti però tende a
sottolineare la professionalità e la gentilezza dello
staff, l’accoglienza dell’ambiente e soprattutto
l’elevato grado di interazione tenuto dal titolare
con i clienti.
I risultati dell’analisi condotta sulla pizzeria di
Gaetano Genovesi hanno evidenziato l’elevata
popolarità dell’attività, con un sentiment
decisamente positivo ed un alto grado di
interattività e condivisione. Unica nota stonata: la
pizza per alcuni risulta pesante e difficile da
digerire.
La grande popolarità della pizzeria porta con sé un
sentiment quasi totalmente positivo, che elogia la
qualità della pizza e dell’ambiente.
La pizzeria vanta un’elevata interazione con gli
utenti, i quali condividono e taggano i propri
contatti. Grande spazio inoltre è dedicato
all’emotività, con un’attenzione particolare per la
richiesta di informazioni. L’utente tipo della
pizzeria, per quanto entusiasta della pizza, non
disdegna di porre qualche domanda.
L’entusiasmo degli utenti è infatti confermato con
un 96% di commenti appartenenti alla categoria
con grado di emotività massimo, dimostrando il
grande affetto provato dai clienti nei confronti di
Gaetano Genovesi.
L’elevata percentuale di richieste di informazioni
sfocia in domande riguardanti soprattutto i temi
legati alla salute e alla qualità degli ingredienti.
Nonostante qualcuno trovi che la pizza sia pesante,
il sentiment generale è positivo. Molta enfasi è
posta inoltre sulla storia e la tradizione,
evidenziando un’attenzione particolare della
pizzeria verso prodotti classici e tradizionali.
I commenti sono prevalentemente legati alla
gestione e al servizio: tranne qualche sporadica
lamentela sui tempi di attesa e la difficoltà a
trovare parcheggio, i commenti risultano essere
molto positivi nei confronti dello staff, che tratta
bene i propri clienti.
La pagina Facebook della pizzeria Pizza Gourmet
non trova un'elevatissimo numero
di interazioni tra utenti e titolari, nonostante
l’assidua presenza di post/immagini condivise dalla
pizzeria di pizze, staff e locale.
Il sentiment in questo caso si divide tra i commenti
positivi che elogiano la qualità della pizza e la
cordialità dello staff e i commenti negativi che
mettono in risalto prezzi eccessivamente elevati
per le pietanze offerte.
La maggior parte dei commenti è legata alla
semplice condivisione, alla quale segue
l’interazione degli utenti. Non mancano le richieste
di informazioni classiche, che spaziano dagli
ingredienti delle pizze ai giorni di apertura.
L’emotività dei commenti è ben distribuita per tutti
i gradi: si va dai commenti più pacati, che
comprendono saluti ed auguri, ai commenti
estremamente entusiasti.
Nonostante la forte presenza di commenti orientati
al sapore delle pizze, grande spazio occupano i
commenti legati alla salute: gli utenti mostrano
un’attenzione elevata per la qualità e la salubrità
degli ingredienti, dettata anche dalla natura
“gourmet” della pizza. Presenti, quasi in stessa
percentuale, commenti che si focalizzano su
storia ed innovazione: ciò dimostra l’attenzione
della pizzeria verso la tradizione e gli ingredienti
classici, senza disdegnare un tocco moderno e
ricercato.
L’unica nota dolente riguarda la questione legata ai prezzi: sono molti gli utenti che si lamentano in quanto percepiscono i prezzi troppo elevati per una "semplice" pizza. In questo caso il connubio “gourmet” e “prezzi più alti” non è riuscito a farsi accettare a pieno dal pubblico.
La pizzeria La Masardona è una pizzeria tradizionale napoletana a conduzione familiare e specializzata nella produzione di pizza fritta. L’attività sulla pagina Facebook risulta comunque intensa e genera un alto livello di interazioni e condivisioni. Come tutte le pizzerie classiche di Napoli, La Masardona è famosa soprattutto tra i turisti, che utilizzano la pagina Facebook come punto di riferimento.
Il sentiment generale è estremamente positivo, con commenti che elogiano la qualità della pizza e la leggerezza dell’impasto. I pochi commenti negativi riguardano in questo caso le tempistiche di accesso al locale, dotato di una piccola sala interna.
Il sentiment neutro è composto in larga parte da commenti legati alla condivisione ed all’interazione: sono molti gli utenti che interagiscono sulla pagina e chiedono informazioni riguardanti le specialità prodotte. La posizione centrale e strategica e la fama che La Masardona si è conquistata la rendono una tappa fondamentale per i turisti, che si lamentano principalmente per lo spazio insufficiente.
Nessun commento negativo per quanto riguarda il sapore e la qualità della pizza. Nonostante si tratti di pizza fritta, ovvero di un alimento convenzionalmente ritenuto "pesante", nessun commento evidenzia aspetti negativi legati alla salute: i clienti percepiscono la qualità degli ingredienti e la “leggerezza” della frittura.
*Per questa pagina non è presente il focus sull'host
La pizzeria Salvo punta molto sulla fotografia nella gestione della pagina Facebook. Foto ben confezionate e molto invitanti attraggono persone soprattutto anche non di Napoli, che interagiscono taggando altri utenti sotto i post e generando interazioni.
Il sentiment è generalmente positivo, mentre i commenti riconducibili al sentiment neutro appartengono alla sfera della condivisione e dell’interazione, oltre che alla richiesta di informazioni.
I commenti generati sotto i post della pizzeria Salvo generano molte interazioni tra gli utenti e con il titolare, che risponde volentieri alle domande, mostrandosi molto attento alle esigenze dei propri clienti.
La prevalenza dei commenti risulta avere un grado molto elevato di emotività, che trova riscontro in un sentiment positivo.
Tra i commenti negativi vi sono alcuni che riguardano le specifiche sulla provenienza della mozzarella e in particolare un caso di cronaca che ha riguarda il caseificio fornitore. Sotto ai post vi sono diversi commenti che mostrano l’indignazione degli utenti e la disponibilità della pizzeria nel dare spiegazioni e chiarimenti. I titolari della pizzeria si mostrano assolutamente dalla parte della legalità e quindi vicini all'indignazione degli utenti.
I commenti riguardano generalmente la preparazione e la bravura dei pizzaioli e l’offerta del servizio è considerata di qualità.
L’analisi della pizzeria Starita ha evidenziato un’inensa attività sui social network: la pizzeria risulta pronta alle sollecitazioni stimolando la conversazione, ponendo domande e invitando gli utenti a rispondere a sondaggi.
Il sentiment è prevalentemente positivo, soprattutto tra gli utenti stranieri che commentano. Pochi o nulli i commenti negativi.
I commenti ad assumere rilevanza maggiore sono quelli legati alla sfera della condivisione e dell’interazione: la pagina risulta molto attiva sui social, interagisce con gli utenti e genera così domande e richieste di informazioni, alle quali lo staff risponde prontamente.
Il forte sentiment positivo sfocia quindi in un’elevata percentuale di commenti con grado massimo di emotività.
Molti commenti sono legati all’aspetto del gusto, sottolineato anche con battute ironiche. Grande spazio è dato anche alla storia ed alla tradizione, senza tralasciare però l’innovazione.
I commenti relativi al focus sull’host si concentrano perlopiù sul servizio e sulla gestione e non evidenziano particolari problematiche: il servizio risulta infatti attento e cordiale, ed è percepito dai clienti in maniera molto positiva.
La pagina Facebook della pizzeria Da Attilio non è particolarmente attiva e quindi anche i commenti sono scarsi. Si riscontra una tipologia di utente che prevale su altre: il “condivisore”, ovvero colui che semplicemente ricondivide il post o tagga amici/conoscenti per organizzarsi sulla possibilità di far visita alla pizzeria. Diverse sono le discussioni che richiamano alla convivialità spesso associata ad attività sportive o format tv.
C’è appunto un’elevata presenza di commenti relativi alla sfera della condivisione: come già evidenziato, molti utenti si limitano a taggare altri utenti oppure a condividere i post. Grande attenzione è posta anche alla sfera emotiva.
Forti di un sentiment prevalentemente positivo, gli utenti lasciano commenti che ricadono principalmente nei due gradi più elevati di emotività.
I post si riferiscono quasi tutti al sapore della pizza, con una piccola attenzione verso la salubrità dei prodotti. Unica particolarità: la pizzeria Da Attilio è molto attiva sul versante della solidarietà.
L’elevata interazione tenuta dalla pizzeria Da Attilio ha generato molti commenti che ricadono nella sfera legata alla “customer relationship”: i gestori interagiscono in modo amichevole con gli utenti, che lasciano apprezzamenti e complimenti circa il servizio e la gestione.
La pizzeria F.lli Vuolo ha un account social molto attivo, risponde ed interagisce in qualsiasi momento ai commenti degli utenti. I commenti positivi sono in maggioranza. Inoltre, la pizzeria ha molti seguaci sia di altre regioni che esteri. Sono numerosi i commenti riguardo la pizza, il servizio, cordialità verso il proprietario ed anche scambi affettuosi come auguri di Natale, Pasqua, compleanno. Tutto molto positivo in generale tranne che per un commento che lamentava un servizio pessimo.
Il sentiment è in generale estremamente positivo: gli utenti sono affezionati alla pizzeria e dimostrano il loro affetto attraverso i commenti, lasciandosi andare anche ad interazioni più personali come gli auguri. Il sentiment neutro è dovuto alla presenza di commenti di condivisione ed interazione.
La maggior parte dei commenti è a tema emotivo con sentiment positivo, mentre la restante parte si divide tra richiesta informazioni, condivisione, interazione e host.
Il grado di emotività dei commenti è bendistribuito: i commenti estremamente entusiasti sono di poco inferiori a quelli più pacati e a quelli con un tono intermedio.
I commenti pongono l’enfasi sul sapore della pizza, con un’attenzione però verso la salubrità e la qualità degli ingredienti.
I commenti riguardanti gestione, customer relationship e servizio sono generalmente positivi e rispecchiano il sentiment positivo attraverso complimenti al titolare e allo staff. Presente però un unico commento che lamentava un servizio pessimo.
Secondo il vocabolario Treccani la pizza è una
«preparazione culinaria, a base di farina di grano (o
anche di granturco, castagne, ecc.), impastata con
acqua o latte, lievito, uova, e olio o sugna o burro,
con l’aggiunta di ingredienti varî e cotta in forno,
generalm. in forme rotonde e
basse». 9 Probabilmente per indagare la pizza, le
sue pratiche di consumo e le sue rappresentazioni,
più che far riferimento a definizioni etimologiche
abbiamo scelto di affidarci a categorie
interpretative nonché ad esperienze di vita di
quanti “vivono” la pizza e ne fanno esperienza,
finendo così per delinearne il senso.
Pensiamo che il metodo migliore per rispondere a
questo obiettivo sia l’etnografia. In questo caso
l’indagine di etnografia digitale sulla pizza, è stata
svolta sempre attraverso una metodologia
innovativa di analisi quali-quantitativa che ha
previsto un coding visuale.
Analisi Instagram
Il campo d’analisi è stato Instagram, il social
network che col suo ampio parco fotografico, può
fornire un buon database per immergersi nella
cultura della pizza.
Instagram è un social network che permette agli
utenti di scattare foto, applicare filtri e
condividerle su numerosi altri servizi social, come
Facebook o Twitter. Attraverso le esperienze e le
rappresentazioni degli utenti Instagram si è
potuto osservare e decodificare il linguaggio
visuale della pizza da diverse prospettive
contemporaneamente.
Va detto che Instagram è un social network molto
diffuso soprattutto tra gli utenti che trattano di
food. Habitat ideale di food blogger e non solo,
Instagram è pieno di profili che si riempiono di
foto di cibo e ristoranti. Inoltre la food
photography è una tendenza in ascesa, talmente
diffusa che per l’appunto è stato coniato il termine
“food porn”, per indicare un certo voyerismo legato
al cibo. Secondo una ricerca del sito mashable.com,
sebbene Instagram sia l’ideale per condividere foto
uniche e creative, sembra proprio che una certa
estetica abbia fatto in modo che si sviluppasse un
linguaggio visivo adottato da moltissimi utenti. Il
sito ha individuato, infatti, una serie di “profili
tipo” e proprio ai primi due posti della classifica il
cibo la fa da padrone, con al numero uno il profilo
del “foodie”, descritto come colui che fotografa
ogni minimo pasto della sua giornata, e al numero
due il “Latte Artiste” ovvero l’utente che fotografa
caffelatte in ogni dove e decorazioni schiumose in
tazza.
Ma qual è il linguaggio visivo più diffuso per l’universo pizza?
Entriamo nel merito della ricerca. L’unità d’analisi
è rappresentata dal post, inteso come la singola
immagine caricata dall’utente sul proprio profilo
Instagram e riportante l’hashtag #pizza nel testo a
commento.
L’hashtag è un tipo di etichetta o tag per metadati
utilizzato su alcuni servizi web e social network
come aggregatore tematico, la sua funzione è di
rendere più facile per gli utenti trovare messaggi
su un tema o contenuto specifico.
Come detto, si è quindi svolto un coding visuale
manuale delle immagini, facendo un’operazione di tagging. Si è quindi semplicemente codificato ciò
che si vedeva, attraverso categorie di codifica che
potremmo definire auto-esplicative come Cibo,
Bevande, Socialità, Elemento umano, Location,
Filtro, Altro. Da queste macro-categorie sono
derivati dei focus inerenti per l’appunto alla
tipologia di cibo, bevanda, elemento umano e
location. Tutto ciò al fine di avere un’idea di quello
che è il linguaggio visivo più diffuso su Instagram
per quanto riguarda la pizza.
L’analisi è stata condotta su 1.286 immagini (la
matrice è stata ripulita dai contenuti non
disponibili) contenenti l’hashtag #pizza, e scaricate
tramite il tool Netlytic. Si tratta di un text and social networks analyzer che effettua ricerche sulla base di
due tipi di comandi: per coordinate geografiche o
per hashtag. Il tipo di query scelto è stato proprio
quest’ultimo, per cui si è effettuata la ricerca,
inserendo nel campo query l’hashtag #pizza.
Non sono stati apposti filtri linguistici e le unità
d’analisi sono state sottoposte ad un’analisi
qualitativa in profondità di tipo visuale.
La frequenza di ricerca è oraria e si possono
ottenere fino a 10.000 post. Si è ottenuto così un
elenco degli ultimi post etichettati con l’hashtag
richiesto. I post sono ordinati in base al momento
in cui sono stati taggati con questo hashtag.
Dal nostro campione d’immagini è emerso che la
fotografia più ricorrente è quella che ha per
oggetto la pizza stessa (90%) ma, accanto a ciò,
emerge anche che gli utenti stessi amano
immortalarsi di fronte a un bel piatto di pizza.
Tanti sono anche i fame seeker ovvero quanti
sfruttano la popolarità dell’hashtag #pizza per
incrementare il numero di visite e like sul proprio
profilo. È per questo che l’elemento umano è
spesso presente nelle immagini con questo hashtag
anche se le foto non sono realmente a “tema pizza”.
Conclusioni
Le immagini a tema cibo presenti nella ricerca sono
state il 62% del totale.
Indagando nello specifico le immagini di cibo,
emerge che ricorrono con maggiore frequenza foto
di pizza tradizionale (54%), posizionata nel piatto
per il 90% dei casi (in frequenza minore troviamo
immagini close-up, al 10%).
È dunque la pizza classica a farla da padrone per gli
utenti di Instagram, anche se la pizza che abbiamo
definito "innovativa" è diffusa a sua volta (in
percentuale minore).
Per “innovativa” abbiamo inteso una pizza che
generalmente non troviamo nei menù usuali, una
pizza che possiamo definire particolare e che forse,
proprio per questo, merita una bella foto da
condividere.
Si nota anche una buona presenza delle bevande
nelle diverse immagini (80%).
Per quanto riguarda le bevande, le più frequenti
sono la cola (26%) e la birra (22%), bevande che
potremmo definire classiche come
accompagnamento alla pizza. Seguono ovviamente
l’acqua (15%), ma anche drink (14%) e vino (12%).
L'elemento umano è molto presente (76%).
Per ciò che concerne l’elemento umano presente
nelle foto, tanti sono i selfie (42%) che gli utenti
amano farsi, seguiti dai dettagli del corpo (38%) e,
in percentuale minore (20%), i ritratti (intesi come
foto scattate da altri).
Facendo un focus sui dettagli del corpo, troviamo
che ad essere più presente è la mano (52%), sono
diverse le immagini di mani che reggono un trancio
di pizza o che si apprestano a tagliarne una fetta.
In alcuni casi è distinguibile una location.
Per quanto riguarda le immagini in cui è ravvisabile
una location, troviamo che le foto al ristorante o in
pizzeria (51%) sono le più frequenti, seguite da
quelle scattate in casa (31%), quindi in un ambiente
domestico.
Un'elevata frequenza si riscontra nelle immagini di
pura socialità (81%).
Possiamo concludere che sostanzialmente gli utenti
di Instagram non sembrano così “trasgressivi”
quando si tratta di rappresentare e rappresentarsi
attraverso la propria esperienza della pizza.
Non emergono trend di consumo particolari (se
non la tendenza, già descritta, dell’utilizzo off topic
dell’hashtag). Del resto la pizza è uno dei cibi più
classici e popolari al mondo e pare che questo basti
all’utente medio. Inoltre questo aspetto di
“classicità” sembra in un certo senso trasmettersi
proprio allo stile fotografico delle immagini, che
non mostrano, sostanzialmente, nessuna delle
nuove tendenze in qualche modo più ricercate,
della food photography.
Food photography che sull’onda del #foodporn su
Instagram trova spesso libero sfogo anche fra
utenti non esperti, grazie a prospettive di tendenza
come quella top-down o a composizioni ricercate o
ancora grazie al semplice uso di filtri. Anche in
questo caso, la pizza non si presta a
“sperimentazioni”, la maggior parte delle
immagini vengono caricate senza filtro, cioè in
modalità Normal (68%), mentre la seconda scelta è
il filtro Clarendon (13%). Precisiamo che Clarendon
è generalmente il primo filtro utilizzabile quando si
passa in rassegna la barra dei filtri Instagram.
Ciò lascia presupporre una certa “pigrizia” nella
scelta, dovuta probabilmente al fatto che spesso ci
si trova al ristorante o in situazioni non di “posa”
per cui diventa più complicato o comunque meno
importante stare lì a scegliere il filtro migliore.
Situazioni che non comportano nemmeno la
possibilità di poter fare chissà quali composizioni
ricercate, data l’estrema semplicità del cibo in
questione. Probabilmente i “pizzalovers” su
Instagram non si identificano come degli “artisti”,
per loro esiste il solo e puro piacere di scattare
una foto e condividerla senza troppi orpelli, del
resto la pizza è un cibo iconico.
Sembra chiaro che la pizza in sé non venga
percepita come un cibo in grado di prestarsi a
chissà quale rappresentazione, non siamo di fronte
a dei macarons, la pizza è gusto, semplicità,
sincerità e schiettezza e il suo “ritratto” è il modo
migliore per rappresentarla.
Di seguito riportiamo approfondimenti rispetto all'analisi
Facebook. In questa sezione della ricerca vengono riportate
specifiche per quanto riguarda le varie categorie rilevate
rispetto alle diverse pagine Facebook analizzate.
Queste le pagine oggetto del focus:
https://www.facebook.com/PizzeriaGinoSorbillo/
https://www.facebook.com/enzo.coccia.7/?fref=ts
https://www.facebook.com/pizzeriaelite.rossi/
https://www.facebook.com/pepeingrani/
https://www.facebook.com/Pizza-Gourmet-Giuseppe-Vesi-
https://www.facebook.com/pizzeriagaetanogenovesi/
https://www.facebook.com/damichele1870/?fref=ts
Appendice
https://www.facebook.com/50-Kal%C3%B2-di-
Ciro-Salvo-
https://www.facebook.com/damicheleicondurro/?
fref=ts
https://www.facebook.com/goriziapizzeria/?fref=ts
https://www.facebook.com/masaniellifrancescomar
tucci/
https://www.facebook.com/IeriOggiDomaniTrattori
aPizzeria/?pnref=lhc
https://www.facebook.com/pizzeriadimatteo/
https://www.facebook.com/PizzeriaResilienza/?
fref=ts
https://www.facebook.com/10pizzeria/
https://www.facebook.com/Pizzeria-Ristorante-
Flli-Vuolo
https://www.facebook.com/enzo.lamasardona?
fref=ts
https://www.facebook.com/DonAntonioStarita/?
fref=ts
https://www.facebook.com/salvofrancescoesalvator
e/?fref=ts
https://www.facebook.com/AttilioAlbachiara/?
fref=ts.
Chiude il podio la pizzeria dei Fratelli Vuolo.
Per quanto riguarda il sentiment negativo le
frequenze generali sono estremamente basse.
Tuttavia, in senso comparativo, la pizzeria con il sentiment negativo più alto è la pizzeria Pizza Gourmet di Giuseppe Vesi. Il motivo principale del
malcontento è il prezzo elevato della pizza e non la
qualità e il gusto del prodotto. Probabilmente, il
progetto “gourmet” più ricercato di Vesi, non viene
percepito del tutto come tale dagli utenti, i quali
ritengono che la scelta di prodotti di alta qualità
sembra non giustificare un prezzo maggiorato.
Questo sopra riportato è il grafico generale per
quanto riguarda la categoria sentiment rispetto alla
distribuzione totale dei valori positivi, negativi e
neutri. A questo punto è bene concentrarsi sull'alta
percentuale di neutro.
Prima però specifichiamo che il sentiment per tutte
le pagine delle pizzerie è decisamente positivo: gli
utenti che interagiscono con le pagine dimostrano,
per la maggior parte, entusiasmo e apprezzamento
e solo in rarissimi casi commentano
negativamente.
Entrando nello specifico, la pizzeria che presenta il
grado di sentiment positivo più alto è la pizzeria Genovesi di Gaetano Genovesi, che tra l’altro, è
anche tra quelle più attive sui social network.
Segue la pizzeria La Notizia di Enzo Coccia dove si
evince un rapporto particolarmente confidenziale,
a tratti familiare, tra gli utenti e la pagina e tra gli
utenti e il titolare stesso.
COMPARAZIONE SENTIMENT
ESEMPIO DISCUSSIONE SUI PREZZI
FOCUS SENTIMENT NEUTRO
Ma veniamo alle specifiche sul sentiment neutro. In
questo caso sono stati individuati dei sottogruppi
dove sono stati riconosciuti commenti che sono
o condivisione, quindi per lo più semplici tag,
o interazione, quindi commenti in cui gli utenti
interagiscono o con altri utenti o con la
pagina, o, infine, richieste di informazioni (insomma, tutti quei commenti per i quali non è
stato possibile stabilire con una certa sicurezza la
positività o negatività). Dal grafico possiamo notare
che, per quanto riguarda le condivisioni, la pagina
con il numero più alto è Pepe in grani di Franco
Pepe, quella con il numero più alto di interazioni è I Masanielli di Francesco Martucci mentre La
pizzeria con il numero più alto di richieste d'informazioni è Ieri, Oggi e Domani di Enzo Bastelli.
CONDIVISIONE
INTERAZIONE
RICHIESTA INFO
TEXT CONTENT EMOTIVO
Per quanto riguarda le specifiche del text content
sono stati analizzati, in maniera comparativa, tutti i
commenti dal contenuto emotivo. Come possiamo
notare dal grafico sopra, vediamo che nei
commenti emotivi in generale, la pagina che
sembra ricevere un riscontro più importante è
quella della pizzeria dei Fratelli Vuolo. Dall’analisi
condotta è emerso che l’account Facebook è molto
attivo e il personale interagisce in qualsiasi
momento con gli utenti attraverso i commenti,
Questi sono principalmente positivi e con un grado
di emotività importante perché si è creata affezione
e stima nei confronti di questa attività. I seguaci
della pagina Facebook sono sia italiani che stranieri
e mostrano cordialità verso lo staff e
apprezzamenti in merito alla bontà della pizza.
TEXT CONTENT EMOTIVO
GRADO DI EMOTIVITÀ
Si è proceduto poi con l'analisi comparata rispetto
al grado di emotività, come si nota nel grafico
sopra, con una scala da 1 a 3. In virtù di questo
ulteriore approfondimento risulta che la pagina
della pizzeria con una maggioranza di commenti ad
emotività grado 1 è la pizzeria di Enzo Coccia La Notizia.
Con la maggioranza di commenti a grado
2,troviamo la pagina della pizzeria Genovesi e al
grado 3 la pagina della pizzeria Ieri, Oggi, Domani.
ESEMPIO EMOTIVO 3
EMOTIVO CONSAPEVOLE
Nella sfera della consapevolezza è stata fatta una
comparazione rispetto agli elementi di sapore, storia, innovazione e salute.
Tra le pagine prese in analisi, la pizzeria Élite di
Pasqualino Rossi è quella con il più alto numero di
commenti sul sapore, tra l'altro quasi tutti dal sentiment positivo, del resto è alta la percentuale di
foto di invitanti pizze postate dalla pagina (i
commenti negativi, solo 21, sono rivolti per lo più
alla cottura della pizza).
Segue la pagina della pizzeria Da Attilio con
commenti dal sentiment positivo sul sapore della
pizza e sugli ingredienti utilizzati per condirla
(Risulta un unico commento negativo: “Certo per
digerire questa pizza ci vuole una settimana”). ESEMPIO EMOTIVO/SAPORE
Abbiamo poi la pagina di Gino Sorbillo. La pizzeria Sorbillo è una delle più conosciute ed attive sui
social network in tutta l’area di Napoli. Il titolare,
Gino Sorbillo, punta molto su questo tipo di
comunicazione per cui la pagina Facebook della sua
pizzeria è risulta molto popolare. I post di Sorbillo
sono raramente prodotti in prima persona dal
titolare se non per qualche evento speciale: di
solito Sorbillo si limita a postare sulla pagina foto
scattate da altre persone nella sua pizzeria,
aggiungendo una breve didascalia. Per questa
ragione presenta un alto numero di commenti
legato al gusto (anche se non sempre dal sentiment
positivo, come nel caso di commenti legati alla
qualità della mozzarella e del sugo).
ESEMPIO EMOTIVO/SAPORE
Come si evince dal grafico, è la pagina della
pizzeria La Notizia di Enzo Coccia ad emergere per
quanto riguarda la storia: gli utenti dimostrano
una grande attenzione verso la tradizione del locale
oltre che verso la qualità degli ingredienti.*
Segue la pagina della pizzeria Sorbillo che vanta
una storia degna di nota, sia personale che a livello
di tradizione. I commenti analizzati non fanno altro
che confermare questo dato.**
Infine, l’analisi dei commenti per L’antica pizzeria da Michele, la classifica come la pizzeria
produttrice della vera pizza napoletana, sia perché
propone una scelta limitata di pizze, sia perché
“boccia”, in un certo senso, le proposte alternative
e inusuali.*** EMOTIVO/STORIA*
EMOTIVO/STORIA**
EMOTIVO/STORIA***
Meno evidente è il dato relativo alla salute. Tuttavia
vediamo che ad emergere per tale dimensione è
soprattutto la pagina della pizzeria di Giuseppe
Vesi. La pizzeria dichiara la sua predilezione per la
salubrità dei prodotti tipici locali e le antiche
ricette della tradizione napoletana ma con nuovi
metodi di lavorazione. Argomenti come
idratazione, percentuale di sale, acqua e tipologia
di farina vengono trattati in modo non
improvvisato, si tratta di scelte consapevoli e
avvalorate da dati scientifici. Esiste una meticolosa
selezione che parte dalle materie prime, molte a
filiera corta, e passa dal fior di latte di Agerola, alle
farine raffinate, ai pomodorini gialli del Piennolo,
fino ad arrivare a prodotti gluten free e ad una
ricca carta degli oli con cui condire i pasti.
Questa pagina emerge anche per i commenti
sull'innovazione, visto il progetto "gourmet" che la
pizzeria propone. Il connubio tra gli impasti e la
selezione delle migliori materie prime dà vita a
nuove ricette che vengono proposte al cliente. Non
molto apprezzato sembrerebbe essere il concetto di
"gourmet" dal punto di vista finanziario: infatti
molti sono gli utenti che si lamentano per il prezzo
elevato di questo prodotto.
Dati i metodi di lavorazione differenti, è possibile
che la percezione dei clienti, a livello di sapore,
risulti diversa rispetto al gusto classico, a volte per
questo sgradita. La pizza gourmet è spesso molto
idratata (con un elevato rapporto tra acqua e
farina), per esaltarne la morbidezza, per questo gli
impasti rimangono più spessi rispetto alla pizza
classica. Probabilmente è in riferimento a ciò il
motivo del numero di commenti negativi che
parlano della poca cottura della pizza. Questo dato
è emerso anche nei commenti sulla pagina della
pizzeria Élite di Pasqualino Rossi.
ESEMPIO PERCEZIONE NEGATIVA RISPETTO ALLA COTTURA DELLA PIZZA
HOST
Infine, volendo considerare il modello di Fombrun,
utilizzato per valutare caratteristiche e reputazione
di un'azienda, si è tentato di rendere alcuni punti
di questo (Visione e Leadership, Performance
reddituali e finanziarie, Prodotti e Servizi e
Ambiente lavorativo, Responsabilità Sociale)
applicabili alle pizzerie. Veniamo quindi al focus
comparato per quanto riguarda la categoria
definita Host, per la quale si sono esaminati gli
aspetti di Gestione, Servizio, Rapporti, CR, Ambiente
e Performance Finanziaria.
Sopra la distribuzione di tali contenuti e la
suddivisione percentuale, rispetto ad essi, dei
commenti positivi, negativi e neutri.
HOST/GESTIONE
Dal grafico sopra riportato possiamo osservare che
la pagina della pizzeria Pepe in grani risulta essere
quella con una maggiore percentuale di commenti
legati alla gestione dell'attività. Il progetto di
Franco Pepe raccoglie, su questo
aspetto, molti commenti positivi.
Segue la pagina della pizzeria dei Fratelli Salvo. Dai
commenti si evince che gli utenti apprezzano la
qualità dei prodotti, il gusto sopraffino della pizza
e molto la professionalità dei proprietari. Dato
particolare è l’elevato numero di commenti dal sentiment positivo provenienti da soggetti che non
hanno avuto un'esperienza offline di tale pizzeria.
Questo dimostra la capacità della
pagina di coinvolgere un ampio pubblico postando
foto accattivanti e rispondendo in modo repentino
a tutte le richieste fatte dagli utenti.
HOST/GESTIONE
HOST/CR
Con lo stesso numero di commenti legati alla Customer Relationship troviamo le pagine Pizzeria Élite di Pasqualino Rossi e Pepe in grani di Franco
Pepe. Per quanto riguarda quest'ultima,
quest'analisi ha messo in evidenza l’attenzione che
il titolare e lo staff hanno verso i clienti: sulla
pagina Facebook lo staff è molto
attento a rispondere in maniera cordiale e
professionale. Il sentiment percepito è
tendenzialmente positivo, mentre le uniche note
dolenti riguardano la gestione delle prenotazioni e
i tempi di attesa del locale.
ESEMPIO DISCUSSIONE HOST/CR
Per la pagina della pizzeria Élite sono diversi i
commenti in cui gli utenti elogiano la gentilezza e
la cortesia utilizzata dallo staff sia attraverso i
canali di comunicazione digitali che nei contatti
con la clientela. In questo caso il solo commento
negativo rilevato è inerente ad una mancata
risposta alla telefonata di un possibile cliente, la
restante parte sono tutti positivi.
Stesso effetto positivo si riscontra per le relazioni
con i clienti della pizzeria Ieri Oggi Domani, la cui
pagina si dimostra molto "interattiva".
HOST/SERVIZIO
Dall’analisi sulla qualità del servizio la pizzeria Resilienza risulta essere in testa. I commenti sono
principalmente positivi. Troviamo commenti sulla
preparazione dei dipendenti sempre disponibili a
spiegazioni e con il sorriso stampato sulle labbra e
sui tempi giusti di attesa tra ordinazione e arrivo
della pietanza. Mentre la nota negativa è data
soprattutto dalla mancata comunicazione ufficiale
del cambio sede.
Segue L'antica pizzeria da Michele, il cui "punto
caldo" si riferisce soprattutto alle lunghe attese.
Per finire abbiamo la pizzeria Da Attilio, con
commenti dal sentiment positivo sullo staff e il
servizio offerto. Dalle interazioni si evince che la
gentilezza e la cordialità sono caratteristiche
tipiche della pizzeria, dove ogni cliente si sente
coccolato e amato da tutti.
Professionalità e puntualità sono gli elementi
importanti che rendendo la pizzeria non solo un
luogo in cuoi mangiare una buona pizza
napoletana, ma anche un luogo dove sentirsi a casa
propria.
HOST/PERFORMANCE FINANZIARIA
Dall’analisi sulla Performance Finanziaria si nota
come la pagina di Pizza Gourmet di Giuseppe Vesi si
distacchi dal quadro generale. Tutti i commenti
riguardano l’aspetto economico del prodotto: gli
utenti si lamentano in quanto percepiscono i prezzi
troppo elevati per una "semplice" pizza. In questo
caso il connubio “gourmet” e “prezzi più alti” non è
riuscito a farsi accettare a pieno dal pubblico, come
sottolineato anche in precedenza.
Anche nel caso della pizzeria Ieri, Oggi, Domani i commenti relativi a questo punto sono tutti dal sentiment negativo e relativi alla percezione di un
cattivo rapporto qualità/prezzo.
HOST/PERFORMANCE FINANZIARIA
Infine, una particolarità è data dalla pizzeria Di Matteo, dove anche in questo caso, raccogliamo un sentiment negativo. La pizzeria Di Matteo, uno dei
locali storici più noti della città di Napoli, si
distingue da molte altre in quanto è anche una
friggitoria. È proprio in merito alla friggitoria e in
particolare in riferimento alla “frittatina”, che gli
utenti lamentano l’aumento del prezzo da 1.00 € a
1.50 €. Addirittura un utente ha postato una
petizione che invita gli altri utenti che visitano la
pagina di Di Matteo a firmar per chiedere la
riduzione del costo della frittatina
(https://www.change.org/p/popolo-di-napoli-le-
somme-frittatine-di-di-matteo-devono-costare-
un-euro/share?
after_sign_exp=default&just_signed=true&share=
true).
ESEMPIO SENTIMENT NEGATIVO SUL PREZZO
RESPONSABILITÀ SOCIALE
Dall'analisi Facebook, la pizzeria Pizza Gourmet di
Giuseppe Vesi risulta essere quella che presta
maggiore attenzione a tematiche come lavoro,
ambiente e sociale. Dai commenti si evince un
impegno a prediligere qualità e bontà di
prodotti rigorosamente a Km 0 per una pizza
"sostenibile" e vicina al territorio.
Segue la pizzeria Resilienza, con una percentuale
elevata di commenti dal sentiment positivo da parte
di utenti critici che apprezzano le diverse iniziative
messe in atto. Dall’analisi, infatti, emerge che
l’attenzione al sociale è alto: utilizzo di prodotti
esclusivamente di qualità, biologici e a km0,
iniziative a vantaggio dell’intera comunità, come
consegna della pizza in bici e utilizzo di pomodoro
marchio “FunkyTomato”. Sul sito di Funky Tomato
leggiamo che quello proposto è un «pomodoro di
alta qualità prodotto e trasformato in aree ad alto
sfruttamento della terra e della manodopera –
quali la Campania e la Basilicata – attraverso una
filiera partecipata, legale e trasparente». 10
A seguire troviamo la pizzeria Sorbillo, commentata
positivamente, anche in questo caso, per la scelta
di prodotti a Km 0 volta a sostenere le imprese
locali.
ESEMPIO DI INTERESSE VERSO IL PROGETTO FUNKY TOMATO
Ricordiamo che questi elementi vicini al modello di
Fombrun sono risultati piuttosto irrilevanti
nell'analisi dei commenti alle pagine Facebook
delle pizzerie. Molto probabilmente questi elementi
di valutazione si confanno ad una dimensione
tipicamente aziendale, dimensione non percepita
come tale per quanto riguarda l'attività di una
pizzeria. Sono altri gli elementi sottolineati dagli
utenti e parliamo di percezioni legate per lo più al
prodotto (quindi del sapore o della storia della
pizza). A tal proposito un dato emergente è quello
relativo al concetto di "gourmet", molto in voga
negli ultimi tempi. Con tale termine si intende
descrivere un tipo di pizza diversa da quella
tradizionale, convenzionalmente per tre aspetti: la
qualità delle materie prime, la tipologia delle
fermentazioni degli impasti e la ricercatezza negli
abbinamenti dei condimenti. Per quanto concerne
le materie prime, le pagine di pizzerie che
propongono pizze gourmet sottolineano la scelta di
eccellenze campane certificate come la Mozzarella
di bufala Dop, Pomodori del Piennolo del Vesuvio e
similari. La scelta delle farine è un punto
essenziale, sono predilette rigorosamente farine
macinate a pietra, quindi con già alla base un
processo di produzione artigianale e non
industriale. Cambia la durata della lievitazione,
spesso molto spinta, da 24 fino a 48 ore o più. Il
lievito utilizzato è quasi esclusivamente il lievito
madre, il che rende la pizza più umida e facilmente
digeribile. Infine la ricercatezza negli abbinamenti
dei condimenti porta ai massimi livelli la creatività
dei pizzaioli, ritroviamo così pizze con albicocche
secche, spalla cotta, gamberi crudi, foie gras,
baccalà, frutta secca e così via, in un abbinamento
di sapori particolari degno dei grandi chef stellati.
Le pizzerie da noi analizzate hanno tentato di
elevare il prodotto pizza (ricordiamo Pizza Gourmet
di Giuseppe Vesi e la pizzeria Élite di Pasqualino
Rossi ) proponendo un'offerta di qualità superiore
rispetto alla media. La maggiore difficoltà
riscontrata da questi pizzaioli è stata
probabilmente quella di far percepire al cliente la
maggiore qualità del prodotto e fargli, di
conseguenza, accettare il costo più elevato.
Abbiamo riscontrato infatti commenti negativi
legati alla forma, alle dimensioni, alla cottura ma
soprattutto al costo della pizza. Se l'obiettivo dei
pizzaioli campani sopracitati era quello di creare
un prodotto che nulla ha da invidiare ad un pranzo
o a una cena in un bel ristorante stellato, s'intuisce,
da questa analisi che i campani (alquanto legati alle
tradizioni) non sembrerebbero apprezzare in pieno
la pizza “innovativa” o “di tendenza”. La "vera
pizza", quella napoletana, deve rispecchiare la
tipicità del territorio e non deve presentare
condimenti o abbinamenti percepiti come inusuali.
Non deve, inoltre, avere cotture diverse da quella
del forno a legna, si predilige una specifica
modalità, cioè il disco di pasta cotto direttamente
sul piano del forno e non in teglie, non deve avere
uno spessore superiore ai 4mm, deve essere
morbida, elastica, facilmente piegabile "a libretto" e
avere il classico "cornicione" dal sapore di pane.
Infine, il concetto di pizza diffuso, è quello che
porta con sé la peculiarità di "cibo popolare".
Tradizionalmente la pizza è una bontà goduriosa
che non stratifica il popolo per ceti, ideologie o
appartenenze di sorta, la pizza unisce. Sembra
ancora questo il percepito dominante degli utenti
(delle pizzerie prese in analisi) rispetto ad un cibo
così rilevante nella nostra cultura.
1 www.etnografiadigitale.it
2 statisticbrain.com
3 Centro Studi Etnografia Digitale (2010), Netnografia, Web
Tribe, Social Media, Discorso, Cultura e Societing : il
Manifesto teorico-metodologico del Centro Studi Etnografia
Digitale, http://www.etnografiadigitale.it/wp-
content/uploads/2011/03/manifesto-etnografia-digitale-.pdf,
p. 6.
4 Stagi L. (2016), Food Porn. L'ossessione per il cibo in TV e
nei social media. Egea, Milano
5 campaniachevai.it
6 www.repubblica.it
7 https://www.socialmediaeasy.it
8 Arvidsson A., Airoldi M., Barina S., Caliandro A. (2015),
Crowds and value. Italian Directioners on Twitter,
Information Communication and Society
9 www.treccani.it
10 https://www.facebook.com/funkytomatoFunky
Note