0803 - N.17 Mondo Vegetariano - Marzo 2008

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BOLLETTINO TRIMESTRALE DI CULTURA VEGETARIANA. A NNO 6, N UMERO 1 MARZO 2008. Se ami la vita e la rispetti, se vuoi che qualcosa cambi in meglio, comincia da te stesso: prendi l’impegno di non nutrirti di violenza: diventa VEGETARIANO e ti accorgerai che è l’inizio di un cammino giusto e utile per la tua salute e quella del Pianeta. La nostra associazione ti può aiutare in questa tua scelta. http://www.vegetariani-roma.it [email protected]

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Bollettino trimestrale dell'AVA - Associazione Vegetarina Animalista

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BOLLETTINO TRIMESTRALE DI CULTURA VEGETARIANA.

ANNO 6, NUMERO 1 MARZO 2008. Se ami la vita e la rispetti, se vuoi che qualcosa cambi in meglio, comincia da te stesso: prendi l’impegno di non nutrirti di violenza: diventa VEGETARIANO e ti accorgerai che è l’inizio di un cammino giusto e utile per la tua salute e quella del Pianeta. La nostra associazione ti può aiutare in questa tua scelta. http://www.vegetariani-roma.it [email protected]

Mondo Vegetariano. Pagina 2. Marzo 2008.

C H I S I A M O . L’Associazione Vegetariana Animalista “Armando D’Elia”, già Gruppo Vegetariano “Armando D’Elia”, nasce nell’anno 2002 co-me Movimento Indipendente di ispirazione o-listica. Il nostro interesse nasce dal ripudio di ogni espressione violenta nei confronti del-l’uomo, degli animali e della natura, dall’amo-re verso la Vita e dalla consapevolezza che so-lo da un corretto modo di vivere e di alimen-

tarsi (secondo le leggi naturali conformi alle nostre esigenze fisiologiche di esseri fruttaria-ni) è possibile conservare la salute del corpo, l’equilibrio mentale, i valori morali e spirituali. Infatti la pratica del vegetarismo favorisce lo sviluppo di una coscienza umana piú giusta e sensibile, una mentalità di pace e di disponibi-lità verso il prossimo, il superamento dello sfruttamento degli animali e delle risorse natu-rali, e l’eliminazione della fame nel mondo.

C O L L A B O R A Z I O N E . La collaborazione a Mondo Vegetariano è gratuita. Le opinioni degli articolisti possono non coincidere perfettamente con la filosofia che anima l’Associazione. Ogni articolista re-sta, pertanto, responsabile delle sue affermazio-ni. Coloro che intendono collaborare con il Bol-

lettino possono inviare i loro articoli per posta ordinaria a Franco Libero Manco, in Via Cese-na 14, 00182 Roma, oppure per posta elettro-nica a: [email protected]. Quanto ricevuto non verrà restituito e la Redazione si riserva di ridurre, in caso di uti-lizzo, la sua lunghezza.

Per ricevere il bollettino occorre iscriver-si all’Associazione per un anno. Socio sosteni-tore: 60 Euro; socio ordinario: 30 Euro; stu-denti, pensionati, disoccupati e minori: 20 Eu-ro. Sede: Via Cesena 14, 00182 Roma, tel. 06

7 022 863. E-mail: [email protected]. Conto corrente postale: 58 343 153 intestato ad Associazione Vegetariana Anima-lista, Via Cesena 14, 00182 Roma.

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N E L L A C O P E R T I N A . Pierre Auguste Renoir (1841 - 1919):

“La colazione dei canottieri”.

(Forse poco prima avranno mangiato di tutt’altro, ma apparentemente in tavola al mo-mento non si vede altro che vegetali).

A R G O M E N T I E L O R O P A G I N E .

Lettere spedite e messaggi ricevuti. 2. Alimentazione e salute. 5. Alimentazione e risorse. 10. Spiritualità e religioni. 12.

Hanno detto. 14. L’angolo della poesia. 14. Ricette di cucina vegetali. 15. Indirizzi di nostri amici. 16.

L E T T E R E S P E D I T E E M E S S A G G I R I C E V U T I .

A L D I R E T T O R E D I “ R A I T R E ” , ALLA PROFESSORESSA MARIA LUISA BRASCHI, AL CONDUTTORE MICHELE MIRABELLA.

Franco Libero Manco. Potrebbe interessare anche quanto detto

dall’autore della lettera, prima di leggerla ai presenti nella nostra conferenza di Giovedí

Mondo Vegetariano. Pagina 3. Marzo 2008. Quattordici Febbraio.

«Domenica scorsa, tanto per capire come

funzionano in Italia i mezzi di comunicazione di massa… io seguo sempre la domenica sera la trasmissione televisiva “Elisir”, e la seguo principalmente per capire i meccanismi di co-me vanno le cose. E le cose funzionano in que-sti termini. Ci è stato spiegato da un conoscen-te che sta all’interno, in diretto rapporto con i funzionarî e gli organizzatori dei programmi. Le grandi multinazionali e i gruppi commer-ciali interessati finanziano il programma o par-te del programma, a condizione che sia presen-te un loro esperto in materia. Nella fattispecie il dottore o il nutrizionista, il quale sembra che parli a beneficio di tutti, e nella sostanza però fa gli interessi del gruppo economico che ha alle spalle. Domenica scorsa si parlava di o-steoporosi, e una docente dell’Università di Firenze ha fatto una sua dissertazione sull’ar-gomento, e diceva in sostanza che per combat-tere l’osteoporosi bisogna fare piú movimento e mangiare i cibi che contengono piú calcio. L’elenco dei cibi che contengono piú calcio è: latte, formaggi… e le solite pochissime cose sempre ripetute. Ma non ti dicono: devi assolo-tamente mangiare queste cose. Se tu obietterai di aver sentito dire che quelle cose potrebbero dare effetti negativi, ti faranno notare di aver solo raccomandato di mangiare i cibi che con-tengono piú calcio.»

A quel punto uno dei presenti ha fatto

notare che tanto varrebbe mettersi a mangiare il marmo. Ed ecco la lettera.

Nel programma “Elisir” di Domenica

Dieci Febbraio la professoressa Maria Luisa Braschi per combattere l’osteoporosi si limita-va a consigliare piú movimento fisico e di in-gerire piú calcio attraverso gli alimenti che ne sono piú ricchi; nella fattispecie, ai primi posti, latte, latticini e formaggi: praticamente quello che fanno quasi tutti senza aver bisogno di dot-te nozioni di scienza alimentare. Ma con ocu-latezza la professoressa si limitava solo ad e-lencare detti prodotti, consapevole dei loro probabili effetti negativi.

Infatti la professoressa sa sicuramente

che il problema non dipende affatto da quanto calcio viene ingerito attraverso gli alimenti, ma da quanto di questo minerale il nostro or-ganismo è in grado di assimilare, e che le cau-se che impediscono l’assimilazione e la fissa-zione del calcio nelle ossa dipendono da: stile di vita, dieta, esercizio fisico, tabacco, caffè, alcool, sale, zucchero e cibi raffinati, carenza di vitamina D, ereditarietà, utilizzo di steroidi, menopausa precoce e soprattutto eccesso di proteine e fosforo, di cui sono ricchi le carni e i latticini, che acidificano l’organismo e lo co-stringono a sottrarre il calcio all’osso per bi-lanciare il PH del sangue.

La professoressa sa benissimo che il troppo calcio dei latticini, associato alle protei-ne animali, aumenta la calciuria riducendone la fissazione nell’osso.

La professoressa sa benissimo che le po-polazioni sono tanto piú colpite da osteoporosi quanto maggiore è il loro consumo di latte e derivati. Infatti vi sono popolazioni (come in Asia o nell'Africa nera), che assumono pochis-simo calcio dagli alimenti ma non conoscono l’osteoporosi, mentre altre popolazioni (come quelle occidentali o gli eschimesi) assumono enormi quantità di calcio e presentano un tasso di osteoporosi elevatissimo. Alcuni ricercatori hanno esaminato circa 78.000 donne e 43.000 uomini, e hanno riscontrato come l’assunzione elevata di cibi ricchi di calcio durante la vita a-dulta non riduce il rischio di fratture. Un altro studio su 78.000 donne, condotto a Harvard e durato 12 anni, evidenziava che i soggetti che assumevano latte tre volte al giorno presenta-vano un numero di fratture superiore rispetto alle donne che assumevano latte solo raramen-te. Allo stesso modo, uno studio del 1994 su donne ed uomini anziani a Sydney dimostrava che un elevato consumo di derivati del latte era associato con un aumento del rischio di frattu-re quasi doppio rispetto ai soggetti che ne as-sumevano poco.

La professoressa Maria Luisa Braschi lo sa? Se lo sa perché non ha collegato l’osteopo-rosi alla cause che la generano? Se non lo sa perché interpellare tecnici poco informati?

Nelle trasmissioni televisive in cui si parla di alimentazione Vi invitiamo calorosa-mente a non consentire ai relatori di turno di

Mondo Vegetariano. Pagina 4. Marzo 2008. divulgare notizie inesatte, fuorvianti e dannose per la salute delle persone e di consentire la partecipazione in contraddittorio di esperti in materia che non siano rappresentanti di settori collegati al tema della serata.

Nella speranza che la televisione di Stato sia maggiormente al servizio del bene colletti-vo, invia distinti saluti il Presidente dell’Asso- ciazione Vegetariana Animalista.

FRATTINI RICEVE “EQUIVITA” E “ANTIDOTE”. Comitato Scientifico Equivita.

Comunicato di Mercoledí 13 Febbraio. Il vice presidente della Commissione Eu-

ropea Franco Frattini ha ricevuto ieri a Bru-xelles Fabrizia Pratesi, coordinatrice del “Co-mitato Scientifico Equivita”, e Claude Reiss, presidente di “Antidote Europe” e tossicologo molecolare esperto di tossicogenomica *.

Nel sollecitare l’incontro con Franco Frattini, le due associazioni hanno voluto farsi portavoce del consiglio nazionale delle ricer-che statunitense che, con il recente rapporto “Tossicologia del ventunesimo secolo”, ha re-so noti gli straordinarî sviluppi avvenuti nel campo dei test di tossicità, grazie ai progressi della tossicogenomica, della bioinformatica, dell’epigenetica, della tossicologia computa-zionale e all’uso di sistemi biologici.

Lo straordinario avanzamento in queste discipline consente, come spiega Jeremy Rif-kin nell’articolo “Una vita senza veleni” (titolo originale: “L’avvenimento scientifico dell’an-no, di cui non avete mai sentito parlare”), di determinare la tossicità delle sostanze chimi-che in modo molto piú rigoroso e attendibile, oltre che piú rapido ed economico, di quanto non accada con i test su animali, ancora utiliz-zati benché sempre piú messi in discussione dalla comunità scientifica internazionale.

Il consiglio nazionale delle ricerche sta-tunitense raccomanda che, per un’effettiva tu-tela della salute umana, i vecchî metodi venga-no al piú presto sostituiti.

Come dice anche Thomas Hartung, di-rettore del “Centro europeo per la validazione dei metodi alternativi” e consulente scientifico dell’Unione Europea (“Nature” 10/11/06), «le prove su animali sono scienza di cattiva quali-tà».

Dalla loro sostituzione dipende la vita di milioni di esseri umani, essendo ormai di-mostrato che all’inquinamento chimico è do-vuto il costante aumento di tumori, malattie neurodegenerative, malformazioni, disordini del sistema endocrino, riproduttivo, e via di-cendo.

Il Professor Reiss ha detto al vice presi-dente della Commissione Europea di concor-dare con Jeremy Rifkin, il quale scrive: «se il progetto europeo “Reach” deve rappresentare un modello per il resto del mondo, allora deve gradualmente fare proprie le nuove tecnologie di sperimentazione.

In caso contrario, rischia di diventare costoso, inefficace e privo di alcun impatto be-nefico».

Non applicare i nuovi metodi scientifici e preferire ad essi i test su animali, malgrado le carenze ed i forti limiti ormai riconosciuti, si-gnifica consentire che nell’Unione Europea si aggravino le molto preoccupanti derive di sa-lute pubblica recentemente registrate: 3,2 mi-lioni di nuovi casi di cancro nel 2006 (con un aumento del 10 % rispetto al 2004); 6 milioni di decessi per cancro ogni anno; 8 milioni di persone colpite dall’Alzheimer e 2,5 milioni di nuovi casi della stessa patologia all’anno; 15 % dei giovani al di sotto dei 18 anni colpiti da malattie neurologiche, e via dicendo.

La Comunità europea stima che un “Reach” efficace permetterebbe di risparmiare cinquantadue miliardi di Euro sulla spesa pub-blica per la salute.

Si può ragionevolmente stimare, infatti che, ogni anno, piú di un milione di persone muoiano prematuramente (prima dei sessanta-cinque anni) nell’Unione Europea a causa del-la tossicità delle sostanze di sintesi.

I rappresentanti di “Equivita” e “Anti-

Mondo Vegetariano. Pagina 5. Marzo 2008. dote” sono stati molto soddisfatti della grande attenzione prestata alla loro istanza dal Presi-dente Frattini, che ha promesso di studiare con cura il dossier rimesso nelle sue mani.

* Branca della genetica che consente di osservare il modo in cui una sostanza altera la funzione dei geni nella cellula umana e le rea-zioni che ne conseguono.

A L I M E N T A Z I O N E E S A L U T E .

Una tabella di combinazioni alimentari.

ALIMENTI. SI COMBINANO BENE CON: SI COMBINANO MALE CON:

Amidi. Grassi, olî varî, verdure. Acidi, frutta, proteine, zuccheri.

Angurie, meloni e simili. Meglio mangiarli da soli. Tutti gli alimenti.

Cereali (grani). Verdure. Frutta acidula, latte, proteine, zuccheri.

Formaggi. Verdure. Acidi, amidi, olî varî, proteine, zuccheri.

Frutta acidula. Frutta acidula, latte, noci. Amidi, proteine, zuccheri.

Frutta dolce. Latte acido. Amidi, frutta acidula, latte, proteine.

Grassi e olî varî. Amidi, verdure. Proteine.

Latte. Frutta acidula. Amidi, proteine, verdure.

Legumi. Verdure. Frutta, latte, olî varî, proteine, zuccheri.

Noci (la maggior parte delle varietà). Frutta acidula, verdure. Amidi, latte, olî varî, proteine,

zuccheri.

Uova. Verdure. Acidi, amidi, latte, olî varî, proteine, zuccheri.

Verdure. Amidi e proteine. Latte.

A N C H E P E R I L C I B O È T U T T A U N A Q U E S T I O N E D I F O N D A M E N T A L I .

Valdo Vaccaro. Cosa sono i fondamentali. In ogni attività umana che si rispetti, sia

essa un’arte, una professione, uno sport, un qualcosa dove sia necessario dimostrare qual-che abilità o qualche conoscenza approfondita, esistono delle norme basilari, dei trucchi del mestiere, delle regole e delle doti tecniche sen-za le quali è impossibile emergere ed eccellere, ma persino muoversi agevolmente e sapere

Mondo Vegetariano. Pagina 6. Marzo 2008. con chiarezza quello che si sta facendo.

È un po’ quello che viene generalmente chiamato l’ABC di qualsiasi specializzazione e di qualsiasi lavoro.

Prendendo ad esempio il calcio, che è lo sport piú popolare e conosciuto nel mondo, si usa dire che un giocatore è dotato di ottimi fondamentali quando ha un rapporto ottimo e disinvolto col pallone, quando non ha paura del medesimo, quando sa andargli incontro e toccarlo in modo felpato, quando lo sa addo-mesticare e smorzare a terra e stoppare senza lasciarselo scappare, quando sa colpirlo con entrambi i piedi di interno ed esterno, di piatto e di punta, di collo e di tacco, di ginocchio e di testa. Se si tratta di un attaccante, deve saper dribblare e superare l’avversario, deve sapersi smarcare agevolmente senza cadere nella trap-pola del fuorigioco, deve essere potente e velo-ce e deve sempre vedere la porta, saper cioè inquadrare pali e traversa per non sprecare le rare occasioni che capitano nella partita.

I fondamentali nell’alimentazione. Se nello sport i fondamentali consistono

essenzialmente in gesta fisiche e ripetitive, in movimenti osservabili e giudicabili tutto som- mato in modo oggettivo, nella scienza della nutrizione subentrano altri fattori esterni ed altre interferenze a rendere le cose piú compli-cate e meno ovvie.

Quando ci sono incertezze e punti oscuri sul cibo, si ha paura del cibo stesso, si evita di sperimentare e di approfondire l’argomento con idee proprie, si ha timore di cambiare o di cercare nuove vie. Si preferisce copiare passi-vamente dagli altri.

Qualcuno che si metta poi a parlare di ci-bi, di nutrizione, di salute, può suscitare pareri e commenti diversissimi a seconda dei mezzi cognitivi, dei metri di giudizio, delle ideologie, delle convinzioni e delle abitudini di chi lo a-scolta.

Questo sta a dimostrare che siamo passa-ti da una situazione chiara, oggettiva condi-visibile, quale quella dello sport, a una situa-zione opinabile, complessa e controversa quale quella della nutrizione, dove la gente è il piú delle volte priva di fondamentali. E si è lascia-ta plasmare e condizionare dalle solite fonti i-

naffidabili di massa, per cui pensa e agisce in modo passivo e ripetitivo conformemente agli schemi adottati dalla maggioranza.

Compra il pane che le piace, o quello che costa meno. Non si pone il problema di come è fatto e di cosa contiene. E usa lo stesso criterio selettivo per tutte le altre cose.

La mamma tipica sa che a casa i suoi ra-gazzi hanno sete, e sa pure che l’acqua viene accolta senza entusiasmo, mentre la bottiglia della bibita dolce con le bollicine si esaurisce in un baleno. Ecco dunque che provvede a riempire mezzo carrello con aranciate e cole. Perché lei vuole molto bene ai suoi pargoli, e li vuole vedere pasciuti e contenti. Nessuno va a dirle che li sta in realtà rovinando. Cosí va il mondo.

Eppure la verità univoca e incontroverti-bile esiste sempre in tutte le cose e in tutte le circostanze, indipendentemente dai dibattiti e dalle posizioni di parte di chi parla e di chi a-scolta. Ciò significa che qualcuno tra i conten-denti sta sostenendo a spada tratta delle tesi sbagliate.

Per fare un discorso chiaro, veritiero e scientifico, e quindi alla fine necessariamente condivisibile, occorre muovere passo dopo passo assieme nel ragionamento, occorre usare gli stessi termini, occorre interpretare le parole in modo preciso attribuendo il medesimo si-gnificato ad ogni singola espressione.

Ma la cosa piú importante di tutte è che ci sia una autentica volontà di essere onesti e trasparenti, e di puntare alla verità.

Se qualcuno nasconde dei preconcetti i-namovibili o peggio dei secondi fini non di-chiarati, non può esserci dialogo e non si può raggiungere alcun obiettivo veritiero.

L’argomento salute e nutrizione è uno dei piú travisati, dei piú politicizzati e dei piú manipolati.

L’uomo infatti mangia almeno tre pasti al giorno, e mille produttori di mille cibi diver-si sono in corsa per dargli la loro merce piutto-sto che un’altra. Se le cose sono cosí compli-cate e opinabili, è giusto chiedersi a questo punto se sia o no possibile stabilire dei fonda-mentali corretti, chiari, trasparenti, universali, validi cioè per tutti gli uomini in modo univo-co e sicuro, o se invece siamo di fronte a una

Mondo Vegetariano. Pagina 7. Marzo 2008. situazione incerta, intricata e infida, dove tutti possono comodamente dire la loro.

In altre parole dobbiamo capire se esiste la possibilità di dare una risposta scientifica, priva di pregiudizî e priva di interessi ideolo-gici o commerciali di parte, a domande sempli-ci e importantissime del tipo:

- Il latte di mucca fa bene o fa male al-l’organismo umano?

- La carne fa bene o fa male all’organi-smo umano?

- Il cibo cotto fa bene o fa male all’or-ganismo umano?

- I minerali inorganici e le vitamine sintetiche fanno bene o fanno male all’organi-smo umano?

Chiaro che, quando riusciremo a rispon-dere di sí o di no a tali domande, dovremo spiegare, sempre in modo chiaro, dettagliato e scientifico, anche i perché e i percome delle nostre risposte.

Il novanta per cento della popolazione

è priva dei fondamentali. Da un’indagine statistica condotta a li-

vello europeo sugli studenti delle scuole me-die, è risultato un dato incredibile per non dire agghiacciante. Quasi la metà degli studenti non è stata in grado di dare una spiegazione soddisfacente al quesito Cos’è che determina il giorno e la notte sulla Terra?

Questo sta a significare che la gente non è abituata a pensare e a riflettere sui fenomeni naturali che ci toccano da vicino, e tanto meno sulle cose intime che riguardano il nostro cor-po e la nostra anima. Esiste una pigrizia men-tale per cui ognuno naviga a vista, ognuno si fa i fatti suoi piú urgenti e indispensabili, ognuno guarda fino alla punta del proprio naso, ognu-no cerca di pensare allo stesso modo degli al-tri, ognuno si allinea e copia le cose che vede fare agli altri o le cose che gli vengono propi-nate dal televisore di casa.

A uno che non sa nemmeno perché dopo il giorno viene la notte, come si fa poi a chie-dere perché un minerale inorganico non è assi-milabile, o perché un cibo crudo è meglio di un cibo cotto, o perché l’acidificazione del sangue porta all’osteoporosi?

Siamo nell’anno 2008, cioè nel Terzo

Millennio dopo Cristo. Aviogetti e stazioni spaziali sopra le nostre teste, auto che sfreccia-no velocissime nelle autostrade, antenne e tele-fonini che regnano incontrastati, con onde so-nore che si diramano in ogni spazio libero in-torno a noi, le meraviglie dell’elettronica mi-niaturizzate all’inverosimile collocate in ogni computer casalingo.

Eppure permangono e regnano incontra-stati l’ignoranza piú nera e il disinteresse piú assoluto verso quelle che dovrebbero essere le cose piú importanti, quelle che ci riguardano e ci toccano da vicino, quelle che stanno addirit-tura all’interno di noi. In altre parole, il nostro corpo, soprattutto il suo interno, è argomento tabú. I cibi si conoscono limitatamente al tratto che va dal piatto di partenza alla bocca di arri-vo. Quello che avviene poi al di dentro sono affari strani che non ci riguardano. Tanto, se arriva un mal di testa, una indigestione, una in-tossicazione, c’è sempre pronta la cassetta dei medicinali.

Se gli studenti che vanno a scuola sono cosí, è logico pensare che i genitori che stanno a casa non possono essere granché diversi. I fi-gli sono assorbiti dai compiti da fare, dai com-puter e dai videogiochi, o dai cartoni animati e dalle scemenze propinate incessantemente dal televisore, mentre padri e madri sono a mag-gior ragione presi dal lavoro, dal far quadrare il bilancio, dal pagare l’ICI e le altre odiate tassazioni.

La vita moderna ci sta prendendo tutti per il collo e non c’è davvero tempo per pensa-re, per riflettere, per dare delle risposte a dei quesiti fondamentali, per impostare razional-mente la propria nutrizione.

Che senso ha dunque fare a questo tipo di gente delle domande o delle proposte sui ci-bi, sull’essere vegetariani o carnivori? Vegeta-riano? Perché, esiste anche della gente che riesce a vivere senza mangiare carne? Deve sicuramente trattarsi di persone strambe o, peggio ancora, gravemente malate, è una delle risposte che ti puoi attendere.

In altre parole, la gente è priva di fonda-mentali. Parlare di cibo e di salute in questi ca-si fa quasi sorridere. È come andare fuori te-ma. Ci sono i supermercati, e offrono davvero di tutto. Quello che c’è sulle scansie esiste

Mondo Vegetariano. Pagina 8. Marzo 2008. perché merita di esserci. Ogni cosa è persino etichettata e firmata. Cosa mai si può volere di piú? Le industrie di oggi sono bravissime e meritano credito.

E se qualcosa va storto ci sono medici in gamba ed ospedali attrezzati. Di cosa andate cianciando voi igienisti e voi vegetariani? Non è piuttosto che vi manca qualche proteina, o addirittura qualche rotella?

L’acqua minerale Roxy fa male? Ma se la prendono quelli della Nazionale? Il caffè è un veleno per il corpo? Ma se piú lo mandi giú e piú ti tira su! E poi lo apprezzano tutti, me-dici in testa.

Le vitamine in pillole sono da evitare? Ma se le prescrivono i migliori dottori! Il latte che causa osteoporosi? Ma vatti a far visita-re! E via di questo passo.

Anni e anni di diseducazione e di incu-ria, non casuali ma pianificate e mirate, stanno producendo questo tipo di risultati, con massi-ma gioia e conforto per le industrie della carne e del latte, degli integratori minerali e delle pseudo-vitamine, del tè e del caffè, del vino e delle bibite gassate, dei superalcolici e dei dol-cificanti industriali.

Una massa amorfa e obbediente che si fida dei fornitori e non crea alcun problema.

Una massa dotata beninteso di fonda-mentali. I fondamentali deviati che fanno co-modo alle industrie alimentari sbagliate. Esat-tamente come previsto nei loro piani mefisto-felici.

Le divergenze relative al motore uma-

no. Ma se parli invece di software o di moto-

ristica, ti ritrovi circondato da tanti piccoli ge-nî. Tanti Leonardo da Vinci e tanti Pico della Mirandola.

Nessun segreto sulla alimentazione dei motori elettrici, dei motori Diesel o a benzina, dei razzi spaziali.

Sulle benzine e sugli ottani, sugli olî e sugli additivi si conosce ogni cosa a menadito.

Si sa tutto in modo preciso, obiettivo e condiviso, senza ombra di dubbio. Quello che vale a Tokyo, vale anche a Detroit, a Stoccarda e a Modena. Un buon meccanico motorista giapponese non ha bisogno nemmeno di impa-

rare la lingua italiana per trovare occupazione in Italia, e viceversa. L’importante è che si parli la lingua dei motori.

È giusto chiedersi a questo punto come mai non si riesca a trovare un accordo valido pure sul motore di gran lunga piú importante, che è quello umano, e sul carburante ideale per farlo funzionale al meglio.

Qualcuno dirà che ciò è impossibile per-ché ogni uomo è diverso dall’altro, o perché il motore umano non è un meccanismo standard. Esso sta all’interno di un organismo soggetto a voglie, gusti, ragionamenti, pregi e difetti, abi-tudini e convenzioni, all’interno di un soggetto pensante che fa uso e consumo di sè stesso e del suo motore a suo piacimento.

Sembra quasi che il libero arbitrio, l’in-telligenza umana, piú che servire alla giusta causa della buona carburazione, sia invece strumento di malfunzionamento. Un motore u-mano che funziona male, va a tre, batte in te-sta, si surriscalda, si grippa, si brucia, smette per sempre di funzionare e ti lascia per strada, proprio a causa della intelligenza umana usata male.

L’intelligenza sconfitta dalla saggezza

istintuale? Sembra proprio di sí. Questo non succede affatto con gli altri

esseri viventi. Gli animali hanno da sempre raggiunto

una unanimità di opinioni circa il proprio mo-tore.

La mucca giapponese, la renna lappone, il bisonte americano, il bue argentino, il bufalo asiatico, pur non potendo usufruire di inter-scambî di opinioni, pur non avendo frequenta-to alcuna università nutrizionistica, pur non potendo «chattare» per Internet, sanno a me-moria cosa va bene e cosa non va bene per il proprio organismo, conoscono alla perfezione quale è il carburante adatto a far funzionare i loro meccanismi interni. In piú non sono sog-getti a influenze culturali e propagandistiche perniciose.

Non esistono dei gruppi di bovini inte-ressati a far lievitare il consumo di un certo ci-bo rispetto a un altro. Gli animali sono esseri semplici, precisi, affidabili, sinceri. Non tradi-scono, non imbrogliano, non tirano bidoni.

Mondo Vegetariano. Pagina 9. Marzo 2008.

L’intelligenza e il libero arbitrio sconfitti e surclassati dalla saggezza istintuale? Sembra proprio di sí.

Se l’intelligenza non si usa, o se si usa male, anziché portarci a comportamenti onesti e cristallini, anziché condurci a una migliore comprensione della vita, a una lettura e a una interpretazione creativa della realtà, essa ci porta regolarmente alla scemenza, alla dabbe-naggine, alla credulità da un lato, e al trionfo della furbizia, dell’opportunismo, dello sfrutta-mento ideologico e materiale dall’altro. Sfrut-tamento dell’uomo sull’uomo, e di conseguen-za, a maggior ragione, dell’uomo sull’animale e sulla natura in genere.

Perché la società umana, diversamente da quella animale, non è composta da tanti sin-goli che si fanno pacificamente i proprî affari, o pensano a saziarsi del cibo a disposizione per far trascorrere la giornata, per riposare la notte e rifare poi la medesima cosa il giorno dopo.

La società umana è composta da consu-matori disordinati e influenzabili, e da venali fornitori di cibo-carburante. È organizzata in gruppi e coalizioni dedite alla accumulazione egoistica della ricchezza. Gli umani vivono circondati da condizionamenti, da informazio- ni capziose, da insegnamenti poche volte giusti e troppe volte sbagliati. Nessuno ha interesse a vendere verità o almeno lembi di verità.

Perché la verità nella stragrande maggio-ranza dei casi non conviene e non ripaga.

Gli insegnamenti buoni esistono, ma

bisogna andarseli a cercare. Non tutto è imbroglio e perversione a

questo mondo. Se l’uomo si accontenta di vi-vere da pecora e di seguire semplicemente il gregge, lo può anche fare. Ma se decide invece di armarsi di senso critico e di cercare il vero per conto suo, lo può trovare senza alcun dub-bio.

Il genere umano ha dalla sua la fortuna di saper leggere e scrivere, di poter lasciare i suoi messaggi scolpiti sui libri e sulle opere d’arte.

Abbiamo alle spalle civiltà splendide co-me quella egiziana, quella greca, quella roma-na, ma anche le grandi civiltà asiatiche e lati-no-americane. Abbiamo una fila di autori pre-

stigiosi che hanno lasciato il segno in ogni mo-mento della storia.

Da Pitagora a Platone, da Ippocrate a Galeno, da Leonardo a Rousseau e Voltaire e a tantissimi altri.

Se ci sono dubbî su chi ha torto e chi ha ragione, esistono studî irreprensibili di gente che si è dedicata vita natural durante alla cerni-ta della verità. Esistono prove, dimostrazioni, esperimenti, da parte dei migliori ricercatori in campo medico e nutrizionistico.

Ci sono le scuole igienistiche-naturali a-mericane e le scuole di Arnold Ehret, ma an-che gli esperimenti memorabili di Kaucha-koff, il quale fu capace già nel 1930 di dimo-strare scientificamente, cioè con tanto di misu-razioni accurate, che ad ogni piatto di carne e di cibo cotto il sangue umano si ammala e fa scatenare immediati attacchi di leucocitosi, con leucociti che da 6.000 unità per mmc di sangue (quota normale) diventano 18.000 in fase di digestione proteica (con grosso dispen-dio energetico, ormonale ed enzimatico), men-tre nel caso di piatti vegetariani non cotti la di-gestione leggera e semplice non produce alte-razioni di sorta.

Kauchakoff non era una pecora. Andava controcorrente. Aveva tutti contro. Ma riuscí brillantemente nel suo intento. Riuscí a dimo-strare che il carburante ideale per il motore u-mano non è di sicuro la carne.

I ricercatori dell’università di Harvard hanno pure condotto un test formidabile durato dodici anni su 78.000 donne americane divise in due gruppi, dimostrando come nemmeno il latte e i prodotti casearî siano la benzina giu-sta. Osteoporosi e facili fratture ossee e tumori al seno hanno colpito intensamente il gruppo delle consumatrici di latte, yogurt e latticini, mentre ciò non è successo con le altre.

L’esperimento principe sui cibi, quello piú completo e significativo, è stato però quel-lo condotto dalla dottoressa anglo-cinese Key Tee Khaw, coadiuvata da una grossa équipe di medici britannici, all’università di Cambridge nel 2001. Il test ha riguardato quarantamila soggetti di diversi sesso ed età, suddivisi in quattro gruppi (carnivoro, onnivoro, latteovo-vegetariano, crudista/vegan) ed è durato la bel-lezza di venti anni. I risultati sono stati straor-

Mondo Vegetariano. Pagina 10. Marzo 2008. dinarî e chiari. Roba da mozzare il fiato.

I primi due gruppi carnivoro e onnivoro sono stati falcidiati da cancro e cardiopatie, i latteo-ovo-vegetariani hanno pure subíto dei danni, mentre il gruppo crudista-vegetariano ne è venuto fuori intatto.

L’esperimento ha pure messo sotto accu-sa le tabelle della Food and Drug Administra-tion americana, che stabiliscono una quota mi-nima di 40-60 mg al giorno di vitamina C. Tale quota ridicola, esposta sulle bacheche di tutti i pediatri del mondo, non è in grado di contrastare efficacemente radicali liberi e ca-dute immunitarie, vale a dire i meccanismi specifici che portano al cancro. Il minimo va invece aumentato di almeno cinque o sei volte, per cui si parla di almeno 300 mg di acido a-scorbico al giorno (naturale e non sintetico). Da qui la necessità di almeno cinque pasti giornalieri di frutta (non cotta, non zuccherata o salata o lavorata) per ognuno di noi, se vogliamo davvero difenderci dai mali peggiori.

La formula five-a-day è infatti sulla boc-ca di tutti i salutisti del mondo, perché i saluti-sti sanno come va il mondo, e sanno con cer-tezza che la verità bisogna andarsela a cercare.

Cambridge ha dimostrato in modo asso- luto e indiscutibile alla gente, ai medici e ai pediatri del mondo intero, alle istituzioni cor-rotte e irresponsabili, che il carburante ideale per entrambi i sessi, per gli umani di tutte le e-tà e di tutte le razze, è la frutta fresca e secca integrata da verdure, semi, germogli, radici.

E ha pure dimostrato con prove schiac-cianti che il carburante attualmente in uso da parte del genere umano (vale a dire carne - lat-

te - pesce - crostacei - pasta - pasticcini - pane commerciale - cibi conservati e cotti - bevande dolcificate e gassate - birra e vino - caffè e tè - farmaci e vitamine sintetiche e integratori) porta regolarmente al cancro, all’infarto, al diabete, al blocco renale.

Stiamo dunque tutti piú attenti alle scelte che facciamo. Stiamo attenti a chi credere e a chi non credere. Il nostro mondo è pieno zeppo di falsi luminarî e di falsi profeti, col camice e senza camice.

Fare le pecorelle e seguire la corrente può diventare un gioco estremamente pericolo-so.

Salvo che uno non trovi divertente pre-notarsi alle sale operatorie, ai trapianti di rene e ai trapianti di vescica, alle meraviglie della chirurgia moderna e ai farmaci antirigetto.

Paradossalmente, gli esperimenti citati, ma anche tanti altri simili che non abbiamo qui inserito per motivi di spazio, vengono regolar-mente insabbiati, snobbati, ignorati, sottratti alle attenzioni del grande pubblico, proprio per le conseguenze enormi che essi potrebbero provocare sulle abitudini e sui consumi.

C’è troppa gente interessata a mantenere lo status-quo. Rivoluzionare i fondamentali e i consumi della massa che si rivolge ai comuni supermercati, a negozî e ristoranti, significa mettere il mondo sottosopra. Molto meglio la-sciare le cose come stanno, raddoppiare i con-sumi di carne, raddoppiare le stalle, raddoppia-re i «fast-food», raddoppiare i chirurghi, rad-doppiare i trapianti, raddoppiare le onoranze funebri.

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A L I M E N T A Z I O N E E R I S O R S E .

UNA GRAN VOGLIA DI CARNE: I CAMBIAMENTI DI DIETA E L’AUMENTO

DI POPOLAZIONE POSSONO COMPROMET-TERE LE RISORSE IDRICHE DELLA CINA.

Sid Perkins. Dalla rivista “Science news on line”. La rapida industrializzazione e la cresci-

ta demografica della Cina, insieme a un au-mento della preferenza fra i suoi cittadini ad a-

Mondo Vegetariano. Pagina 11. Marzo 2008. limentarsi di carne, stanno compromettendo le risorse idriche del paese al punto che probabil-mente, per fronteggiare la richiesta, nei prossi-mi decennî saranno necessarie importazioni di cibo.

La crescita economica in Cina è brusca: nelle ultime due decadi il prodotto interno lor-do è aumentato, in media, dell’8 % all’anno. Questo è il piú alto tasso di sviluppo nella sto-ria recente del mondo, dice Junguo Liu, uno scienziato ambientalista, all’Istituto Federale svizzero di Scienza e Tecnologia Idriche di Dübendorf. Questa crescita è stata accompa-gnata da un balzo dell’urbanizzazione e del reddito pro capite, che entrambi hanno con-tribuito a cambiamenti significativi nell’ali-mentazione dei cinesi.

I dati mostrano che il consumo cinese di derrate come granturco, riso e frumento è cam-biato di poco negli anni recenti, diminuendo perfino un po’ nell’ultimo decennio. E intanto il consumo di frutta e vegetali la cui produzio-ne richiede maggiori quantitativi di acqua, e che sono ora la parte preponderante nella dieta media in Cina, dai primi Anni Sessanta si è piú che quadruplicato. Un’aggressione piú signifi-cativa delle risorse idriche, dice Liu, è il dram-matico aumento del consumo di carne. Dal 1980, fa notare, la bramosia di carne è quasi quadruplicata.

Mentre le coltivazioni di cereali come il riso e il frumento richiedono da 0,84 a 1,3 me-tri cubi d’acqua per ogni chilo di prodotto, ce ne vogliono circa 12,6 per produrre un chilo di carne di manzo. Sebbene nell’anno 2003 la carne e gli altri alimenti di origine animale hanno costituito solo il 16 % della dieta tipica cinese, questi alimenti, dice Liu, hanno preso per sè piú della metà della parte di acqua con-sumata nel paese per l’alimentazione. Lui e il suo collega Hubert H. G. Savenje dell’Univer-sità Tecnologica di Delft in Olanda stanno ri-ferendo le loro osservazioni in un numero in preparazione di “Hydrology and Earth System Sciences”.

Il consumo pro capite di acqua per il ci-bo negli Stati Uniti è circa 3.074 metri cubi al-l’anno, quasi quattro volte quello cinese. L’ac-qua occorrente per produrre il consumo tipico di carne del cittadino statunitense eccede da

sola quella richiesta dall’intera dieta media del cittadino cinese, fanno notare i ricercatori.

La recente tendenza verso un maggiore consumo di carne in Cina sta aggravando la re-lativa scarsità di acqua nel paese, dice Sandra Postel, direttrice del “Global Water Policy Project” ad Amherst, nel Massachussets. Seb-bene il territorio cinese è popolato dal 21 % della popolazione mondiale, ha solo l’8 % del-le sue risorse rinnovabili di acqua, essa fa no-tare. Piú di un terzo della popolazione mondia-le vive in regioni dove l’acqua è considerata scarsa.

Liu e Savenje stimano che nel 2003 la produzione del cibo consumato in Cina ha ri-chiesto circa 1.023 chilometri cubi di acqua. Se continuano le tendenze correnti nelle prefe-renze dietetiche, alcuni scenarî suggeriscono che l’acqua richiesta in totale per la produzio-ne di cibo nel paese potrebbe crescere di oltre l’11 % entro il 2025, perfino tenendo conto di progressi tecnologici proposti che potrebbero ridurre il consumo di acqua per piú dell’1 % all’anno.

C’è un’ampia possibilità di adoperare in Cina l’acqua piú efficientemente, dice Bryan T. Lohmar, un economista del Dipartimento dell’Agricoltura a Whashington. Per esempio, fa notare, una scelta piú attenta dei tempi di ir-rigazione durante la stagione della crescita po-trebbe ridurre lo spreco di acqua.

Attualmente le importazioni costituisco-no solo il 3 % dei cereali e della carne consu-mati in Cina, dice Liu. Nei prossimi decennî la domanda crescente di questi prodotti, e la limi-tata disponibilità di acqua nel paese, possono far salire la loro percentuale all’8 %.

La Dottoressa Postel concorda: «Sono assolutamente convinta che nei prossimi de-cennî dovranno importare maggiori quantità di cibo». E fa notare che probabilmente quell’in-cremento della domanda, a sua sua volta, de-terminerà su scala globale incrementi decisivi dei prezzi dei mercati delle materie prime.

Chi voglia proporre un commento a que-

sto articolo per la pubblicazione su “Science news” può trasmetterlo, indicando nome e re-sidenza e preferibilmente in inglese, all’indi-rizzo: [email protected].

Mondo Vegetariano. Pagina 12. Marzo 2008.

S P I R I T U A L I T À E R E L I G I O N I .

L E L A C R I M E D I U N I N D I A N O D ’ A M E R I C A .

Dal periodico “Il monitore del regno del-

la giustizia” dello scorso Dicembre, con riferi-mento a “Contes iroquois” di Tchanetorens.

Sono passate molte lune. Prima che l’uo-

mo bianco arrivasse l’indiano aveva il Sole nel suo cuore.

C’erano molte grandi foreste in America. C’erano molti animali in America. C’erano molti uccelli in America. C’erano molti pesci nei fiumi. C’erano molti animali da pelliccia. L’indiano viveva là, in America, da tanti,

tanti anni. Allora, dall’alba, attraverso le acque, ar-

rivò un grande veliero. All’interno si trovava l’uomo bianco. Con la sua ascia tagliò molti alberi. Con il suo fucile sterminò gli animali, il

cervo, l’orso e le altre creature della foresta. Lui, l’uomo bianco, ha pescato molti pe-

sci nei corsi d’acqua. Lui, l’uomo bianco, ha sterminato molti

uccelli. Egli ara troppo la terra. Questo non è buono, e l’indiano diventa

triste. Ci fu sofferenza nel suo cuore. Partí verso l’Ovest, dove il Sole tramon-

ta. Il Grande Spirito era dispiaciuto delle a-

zioni dell’uomo bianco. Il Grande Spirito disse: «andiamo a ve-

dere il risultato dell’avidità e dello spreco». Poiché non c’erano piú uccelli per man-

giare gli insetti, gli insetti infestavano. Divoravano i raccolti dei coloni. Dal momento che non c’erano foreste

per trattenere la terra, le piogge provocavano frequenti inondazioni.

Le acque si riversavano attraverso le cit-tà e nelle fattorie dell’uomo bianco; le acque scorrevano impetuose, trascinando la terra ver-so il mare.

Siccome non c’era una folta vegetazione, poiché era stata distrutta dall’uomo bianco, i

venti devastavano la terra e provocavano tem-peste di polvere.

La polvere della sabbia ricopriva le fat-torie dell’uomo bianco.

L’uomo bianco era triste. Il suo cuore giaceva sulla terra.

Egli si dice: «Devo insegnare ai miei fi-gli a essere piú saggi di quanto sono stato io».

Egli si dice: «Dirò loro di piantare alberi sulla terra. Le loro radici tratterranno l’acqua e la terra».

Egli si dice: «Metterò pesci nei fiumi. Mangeranno le larve delle mosche ed altri in-setti nocivi».

Egli si dice: «Metterò negli alberi casette per gli uccelli. Gli uccelli mangeranno gli in-setti nocivi».

Egli si dice: «Se faccio queste cose, Dio mi sorriderà di nuovo. Renderà questo paese buono e bello come era un tempo, prima che l’uomo bianco, mio antenato, venisse qui e lo distruggesse».

In poche righe, ecco le tristi constatazio-

ni di un indiano d’America che vide realizzarsi quello che «il Grande Spirito», come lui lo chiama, prevedeva: «Andiamo a vedere il ri-sultato dell’avidità e dello spreco». Fu proprio questo che si manifestò: foreste distrutte, terre ed acque inquinate, animali uccisi per il pro-prio piacere. In una parola: un paese divenuto inabitabile a causa dell’avidità e della cupidi-gia.

L’uomo bianco, autore di questo disa-stro, lo constatò anche lui e promise che i suoi figli avrebbero fatto meglio di lui. Ahimè, che vediamo oggi? Questi stessi metodi distruttivi, la deforestazione, la monocultura, l’impiego sempre piú massiccio di insetticidi e pesticidi, e in conclusione gli OGM, pericolosi per la sa-lute ed il terreno. Nulla è stato imparato, e oc-correrà che l’uomo, che si è comportato come un vandalo, raggiunga il fondo della tribola-zione, che lui stesso si è preparata, per ritorna-re infine all’Eterno. Nella sua tribolazione comprenderà che l’egoismo lo ha portato a questa terribile situazione.

Fortunatamente un riscatto è stato pagato dal nostro caro Salvatore che, nella sua umiltà

Mondo Vegetariano. Pagina 13. Marzo 2008. meravigliosa, si è associato una piccola chiesa di fedeli, felici di dare la loro vita unendosi al riscatto dell’umanità.

Può ulteriormente far riflettere il fatto

che la disperazione qui espressa non si riferi-sce a paesi come l’Italia, ma a territorî co-munque piú spaziosi e incontaminati dei no-stri.

T U T T O È I N T E R C O N N E S S O E T U T T O È C O N S E Q U E N Z I A L E .

Franco Libero Manco. «Non si può cogliere un fiore senza tur-

bare le stelle». L’universo esiste in virtú della diversità

degli elementi che lo compongono, in cui ogni cosa interagisce con il Tutto a formare l’im-menso mosaico della Vita. Nella creazione nessuna componente è piú importante di un’al-tra, dal momento che nulla è separabile e tutto ciò che esiste dipende dal suo contesto natura-le, al punto che (come diceva Albert Einstein) «se solo sparissero le api alla Terra resterebbe-ro quattro giorni di vita». Nel Tutto armonico (in cui «nulla si crea e nulla si distrugge ma tutto si trasforma») ogni disarmonia generata dalla violenza e dal dolore che essa produce ri-cade come una nemesi karmica non solo su chi l’ha causata, ma su tutta la comunità di cui l’individuo fa parte. Per questo ogni individuo deve arrivare a sentirsi responsabile del desti-no collettivo. Come in una sola famiglia se un individuo commette un atto criminoso tutti i componenti ne pagano indirettamente le con-seguenze.

C’è una profonda correlazione tra il de-legare qualcuno a squartare animali nei matta-toî e a uccidere uomini in guerra, tra l’indiffe-renza verso la condizione degli animali e l’in-

sensibilità verso la condizione dei proprî simi-li. Se l’uomo viene educato a non dar valore alla Vita che lo circonda, difficilmente sarà in grado di dare il giusto valore alla vita umana. Se un uomo è capace di spaccare a randellate la testa di un cucciolo di foca e poi spellarlo ancora vivo sotto gli occhî terrorizzati della madre, difficilmente saprà essere un uomo sensibile verso gli esseri umani. Se un uomo è capace di disintegrare a fucilate un uccellino, sparare a un coniglio, a un fagiano, a un ca-priolo, difficilmente sarà capace di condividere la condizione dell’altro. Se un uomo è capace di infliggere con esperimenti di laboratorio o-gni sofferenza ad un cane, un gatto, una scim-mia, un topo, una cavia, difficilmente saprà es-sere un uomo capace di prodigarsi per il bene del prossimo. Se un uomo è capace di sparare nel cranio di un vitello, un cavallo, un maiale un proiettile captivo e poi squartarlo e ridurlo a pezzetti, difficilmente saprà essere capace di nutrire compassione verso la vita e il dolore del prossimo. Se un uomo è capace di catturare i pesci del mare, arpionarli con la fiocina, un-cinarli con l’amo e lasciarli agonizzare fuori dal loro ambiente, difficilmente saprà essere un uomo giusto verso gli esseri umani. Se un uomo è capace di mangiare le parti smembrate del corpo di un animale al quale è stata apposi-tamente tolta la vita per il piacere del suo sto-maco, difficilmente saprà essere un uomo che ami la verità e la giustizia. Finché un animale sarà recluso, sfruttato, torturato, ucciso, nessun uomo sarà libero e capace di realizzare il vero bene per sè stesso e per la comunità di cui fa parte. È l’indifferenza verso il dolore altrui che ha fatto del mondo un luogo di dolore.

Noi universalisti siamo profondamente convinti che solo dalla capacità di valorizzare, amare e rispettare il «piccolo», il diverso, l’in-difeso, l’essere umano potrà sviluppare in sè stesso quei valori umani che possono consen-tirgli di realizzare una società piú giusta. Noi siamo la voce del novantanove per cento della creazione, di tutte quelle creature che per mil-lennî sono state sfruttate, schiavizzate, sotto-messe, torturate e uccise dall’uomo, quelle creature alle quali è stata negata la libertà di vivere secondo la loro natura e che sono state costrette a servire l’uomo, alle quali è stata ne-

Mondo Vegetariano. Pagina 14. Marzo 2008. gata la capacità di soffrire, alle quali è stato negato qualsiasi sentimento. Noi denunciamo l’indifferenza e la sonnolenza dell’uomo verso la vita e verso il dolore che si continua ad in-fliggere quotidianamente agli animali. Il che non può non generare insensibilità e indiffe-renza verso il dolore degli stessi proprî simili e non portare a pagarne le conseguenze.

La legge del piú forte a danno del piú de-

bole, degli animali, il disprezzo della diversità, non possono non incidere negativamente sul comportamento dell’uomo, mentre la capacità di valorizzare e rispettare tutto ciò che è diver-so dall’uomo, come ciò che consente alla stes-sa vita di manifestarsi nell’universo, favorisce lo sviluppo dell’animo umano, di tutte quelle condizioni morali e spirituali che gli consenti-ranno la realizzazione di un mondo migliore.

H A N N O D E T T O .

A S U B I A C O N E L 1 3 7 0 .

Papa Urbano Quinto. Nel 1370 il Papa Urbano Quinto, narran-

do la sua visita a Subiaco nel monastero di San Benedetto e Santa Scolastica, scrive quanto se-gue.

Modello da imitare a Subiaco; monaci come santi, la maggior parte di loro arriva agli ottanta anni, in piena salute, la cura dei quali essere con Cristo.

Rare le uova, il cibo usuale è fatto di le-gumi, pesci, erbe e qualche frutto.

Non comedere carnes, tam quam quadru-pedum, quam volatilium, in aliquo loco, sive in-tra fines Abbatiae Sublacensisi, sive extra.

(Non mangiare carni, tanto di quadrupedi quanto di volatili, in qualsiasi luogo, sia entro i confini dell’Abbazia Sublacense, sia fuori di es-si).

(Noi avremmo preferito che non mangias-sero pesci, ma quanto osservato e l’osservazio-

ne di per sè è già meglio che niente).

PENS IE RI DA UN VIVAIO. Piet Hein.

(Scrittore e poeta danese). Hai mai fatto caso che la gente che tratta

le piante diventa mite ed è di temperamento tranquillo?

Mentre la gente che tratta la gente diventa acida e meccanica?

Oh sgraziata umanità! Oh dolce botanica!

GENET ICA DEL L A M IS ERICORDIA? Guido Ceronetti.

Perché nell’essere umano, la peggiore

creatura del pianeta, scorre, qualche volta, un po’ di misericordioso sangue animale.

L ’ A N G O L O D E L L A P O E S I A .

LA PROFE ZIA DI LE ONARDO DA VINCI.

Pamela Palma.

Er granne Leo, sí, proprio lui, er Da Vinci, fece ’na profezia che, primo o poi,

s’ha d’avverà; diceva: «verrà ’n giorno che, anche chi ammazza solo ’n animale,

sarà considerato ’n criminale e messo piú che subbito a la gogna fino a fallo morí, ma de vergogna, perché la vita è sacra e vo’ rispetto,

pe’ tutti, pure pe ’n animaletto».

Che arivi ’sto ber giorno! Io l’aspetto.

Mondo Vegetariano. Pagina 15. Marzo 2008.

D O V E M O A R I S P E T T À L A V I T A !

Pamela Palma.

Si la morte a noi tutti fa paura, la vita arispettamo a ogni creatura, ché pure l’animali ci hanno ’n core; si li guardi ne l’occhi, vedi amore!

E nun magnà piú carne, ché fa male, te schioppa er core, cori a l’ospedale, rimani fermo e storpio su ’na sedia

e la vita te sfugge ne l’inedia. Invece guarda qua er vegetariano.

Tosto è, gajardo, bello, forte e sano, de sangue nun se sporca piú le mani,

nun priva l’animali der domani. Perché magnà cadaveri è follia,

è proprio ’na vergogna, ’n’eresia! Nun ha d’esse ’n dovere, ma esigenza

de rispettà de tutti l’esistenza.

M A D O V E V A I ? Swāmī Rāma Tirtha.

L’Amato è vicino; perché partirne alla ricerca?

Cerchi nelle stradine e nei bazar, nelle città e nella campagna,

provi a tutte le porte, ma non Lo trovi mai; perfino se vai dalla Mecca a Medina

e ti ferisci la testa prostrandoti sul pavimento della moschea.

Non entri in contatto con l’Amico col semplice cantare inni a voce acuta.

Puoi immergerti nel Gange e nel Jumna, puoi andare da Kāshi a Prayāg, puoi andare a Badrī e a Kedār,

ma devi ritornare ancora a casa. Cercalo in terre lontane,

cercalo da Delhi a Peshāwar, cercalo dappertutto, non dirlo a nessuno,

diventa un jogī e poi un vairāji, diventa un monaco, rinuncia al mondo,

ma se non c’è l’amore per l’Amico cambiare vestiti non aiuta.

Puoi indossare un rosario intorno al collo e applicarti pasta di sandalo sulla fronte,

ma se non c’è l’amore per l’Amico è tutto messa in scena.

Organizza pure la scena d’essere un credente, rivolgiti al Mihrāb e invita l’Imām alla preghiera,

ma vivrai la vita d’un miscredente. (Con «jogī» si intendeva un tipo partico-

lare di yogī).

R I C E T T E D I C U C I N A V E G E T A L I .

I N S A L A T A D I C A V O L F I O R E , R U C O L A E A V O C A D O .

Questa volta vi proponiamo una ricetta,

oltre che «vegana», totalmente crudista. Conoscendo bene quanto maggiore sia il

valore di un alimento crudo rispetto a uno cot-to, cioè morto, privo di energia vitale, ideale sarebbe evitarne il piú possibile la cottura, che denatura e devitalizza gli alimenti, ne distrug-ge il corredo vitaminico, enizimi, ormoni, es-senze vitali, complessi germinativi e complessi antibiotici naturali.

E non possiamo trascurare il fatto che

Mondo Vegetariano. Pagina 16. Marzo 2008. l’ingestione di cibo cotto provoca nell’organi- smo la moltiplicazione quasi immediata dei globuli bianchi che, come è noto, servono a di-fenderci dai corpi estranei o dannosi, mentre l’alimento crudo non provoca mai leucocitosi.

Il nostro corpo insomma si comporta verso il cibo cotto come verso un «nemico». Le difese leucocitarie sollecitate piú volte al giorno devono inevitabilmente indebolirsi, e questo spiegherebbe la grande vulnerabilità al-le malattie delle persone che mangiano preva-lentemente cibi cotti.

Per stare bene dunque, per essere vivi, bisogna mangiare alimenti vivi, cioè crudi, au-mentandone la percentuale nell’alimentazione giornaliera, avvicinandosi quanto piú possibile al limite ottimale della totalità.

Ed è con questo augurio che di seguito vi proponiamo questa sostanziosa e cromatica in-salata, svelta, gustosa e totalmente crudista, con ingredienti di stagione, facilmente reperi-bili sul mercato.

Ingredienti. Un piccolo cavolfiore ben sodo.

Un avocado maturo. Due carote di campo. 200 gr di rucola. Un limone succoso. Qualche oliva nera. Qualche gheriglio di noce. Un cucchiaio colmo di lievito di birra a

scaglie. Un pezzetto di radice di zenzero. Preparazione. Dopo aver mondato dalle foglie e dal

gambo il cavolfiore, lavatelo bene, cosí come le carote e la rucola. Asciugate le verdure e in una insalatiera capiente mettete il cavolfiore grattugiato, le carote tagliate alla «julienne», la rucola sminuzzata e l’avocado tagliato a fettine sottili o a dadini.

Aggiungete le olive nere denocciolate e tritate, i gherigli di noce tritati e una bella grat-tugiata di radice di zenzero, e spolverate il tutto con un cucchiaio colmo di lievito di birra a scaglie. Irrorate l’insalata col succo di limo-ne e mescolate bene prima di servirla in ciotole di terracotta.

I N D I R I Z Z I D I N O S T R I A M I C I . (In ordine di «codice postale»).

Il gECOBIOndo. Ristoro bio-vegetaria-no, aperto a pranzo e a cena, esclusi domenica e lunedí. Via Girolamo Cardano 105 (Viale Marconi), 00146 Roma. 06 5 571 048. Tidirò. Ristorante macrobiotico-vegeta-riano, cento di cultura «varioraggiante». Via del Mattonato 42 (Trastevere, Via Garibaldi), 00153 Roma. 06 5 810 626. Bibliothé. Cucina ayurvedica vegetaria-

na; apprezzato centro di conferenze. Via Celsa 5 (Piazza Venezia, Largo Argentina), 00186 Roma. 06 6 781 427. Amí. Alimenti incruenti per cani e gatti. Corso Milano 5, 35139 Padova. 049 7 801 712. Le scarpe di Linus. Calzature e acces-sorî alternativi alla pelle. Via Teatro Filarmo-nico 3, 37121 Verona. 045 8 010 922.

Tutti i numeri precedenti di questo bollet-tino sono leggibili e scaricabili nel nostro «sito Internet» www.vegetariani-roma.it. A richiesta possiamo fornirne copie su carta, per consegna a mano da concordare pre-ventivamente, in uno qualsiasi dei nostri incon-tri, al prezzo simbolico di due Euro ciascuna.

Q U E L L I C H E S I T R O V A N O P I Ú A V A N T I V E R S O L E S O L U -Z I O N I D I T U T T I I P R O B L E M I S O N O I V E G E T A R I A N I .