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STRUMENTI PER UN LITORALE MARIA ROSA RONZONI DALLA FABBRICA ALLA SPIAGGIA PAOLO ORSINI LA MARINA DI UGENTO E LE SUE AREE UMIDE CALOGERO MONTALBANO LA PORTA A MARE DI LIVORNO ALBERTO PACCIARDI RIOMAGGIORE, DALLA COLLINA AL MARE FRANCESCO PAOLO DE MARTINO ARRIVARE AL MARE: LE SPIAGGE 038-050_Le spiagge 11-10-2007 11:32 Pagina 38

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PROGETTO DIRIQUALIFICAZIONE URBANA

REGGIO EMILIA

STRUMENTI PER UN LITORALE

• MARIA ROSA RONZONI

DALLA FABBRICA ALLA SPIAGGIA

• PAOLO ORSINI

LA MARINA DI UGENTO E LE SUE AREE UMIDE

• CALOGERO MONTALBANO

LA PORTA A MARE DI LIVORNO

• ALBERTO PACCIARDI

RIOMAGGIORE, DALLA COLLINA AL MARE

• FRANCESCO PAOLO DE MARTINO

ARRIVARE AL MARE: LE SPIAGGE

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PARMA

STRUMENTI PER UN LITORALE

MARIA ROSA RONZONI

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L’ Italia complessivamente ha 7.458chilometri di coste, isole comprese,bagnati da quattro mari; è letteralmen-

te un paese immerso nel Mediterraneo per ilquale il problema del suo waterfront e ingenerale la questione del rapportoterra/acqua dovrebbe costituire una priorità.In realtà non è che non lo sia, ma sicura-mente non sempre viene affrontato in modoadeguato alla complessità della situazionedocumentata reale; viceversa si riscontra,salvo alcune situazioni esemplari, una ten-denza a complicare uno stato delle cose diper sé già assai complesso.Va tuttavia riconosciuto un generale interes-se verso la messa a punto di strumenti,anche innovativi e sperimentali, nella ricer-ca di garanzie di sviluppo e trasformazionedegli ambiti costieri con attenzione a salva-guardarne gli aspetti caratterizzanti e ridur-ne la fragilità ambientale.Gli strumenti che tutelano e regolano le tra-sformazioni dei nostri ambiti costieri sonostati in questo volume richiamati nel contri-buto di Angela Poletti, soprattutto perquanto riguarda le zone destinate a portituristici e Marina Centre, mentre Donati hasviluppato degli approfondimenti relativi allearee marine protette; questa breve sintesi sipropone di richiamare in modo più generalee sistematico i principali strumenti che, nelmosaico delle regioni italiane, intervengonoa regolare l’attività di pianificazione dellearee “tra terra e acqua”, lasciando ai diversicontributi specifici il piacere di raccontare

Overall, Italy has some 7458 kilometres of coast, including its islands.Surrounded by four seas, the peninsular is literally immersed in theMediterranean. As a result, issues regarding its coastline, and especiallythe waterfronts of Italy, should be priority.There is widespread interest to seek out innovative and experimental waysof developing Italy’s coastline while safeguarding its characteristic featuresand curbing its environment fragility.The article examines the main instruments to be followed by the verydifferent Italian regions when implementing waterfront development plans.From an administrative viewpoint, the various local authorities oversee thecultural and landscape heritage of their areas and the implementation ofsafeguard, development and enhancement programmes. Environmentalconcerns are an integral part of any programme especially in the case ofparticularly sensitive areas of great natural and artistic beauty like thecountry’s coastline.

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come l’Italia delle coste, degli waterfront,dei lungomari si va trasformando.La questione è di una complessità estremaperché numerose sono le competenze inte-ressate: direttamente lo stato per la parteacqua e poi ancora lo stato sulle areedemaniali, di non immediata individuazione.Infatti l’istituzione del demanio marittimo,con la proclamazione dello stato italiano,motivata dalla necessità di garantire tantol’accesso al mare quanto l’approdo, almomento della sua formazione ha tenutoconto di situazioni consolidate preesistentioltre che dell’orografia. Questo per dire cheil demanio marittimo presenta una linea diconfine ad andamento molto variabile; dovele coste sono alte o in particolari situazionicome la laguna veneta questo confine puòarrivare a coincidere con quello fra terra ed

acqua e solo la consultazione delle mappecatastali permette di averne chiaro il trac-ciato.Tanto per le aree pubbliche quanto perquelle private il Decreto Galasso ci impone,fin dal 1985, un vincolo di inedificabilità peruna profondità di 300 metri dalla linea dibattigia 1.Questo vincolo è stato reiterato dal CodiceUrbani, che, tra l’altro, ridefinisce il ruolo deiPiani paesistici, facendone un’occasione diapproccio integrato fra poteri pubblici; infat-ti viene ad integrare la precedente espe-rienza regionale nell’obiettivo di porla in sin-tonia con l’espressione del potere statale.Naturalmente questa sintonia è difficile daottenere: il territorio costiero può essereinteressato da interventi volti a porlo in sicu-rezza, ad attrezzarlo, a migliorare la qualità

2

Note

1 Cfr. Art.1 L.431/85 Sono sottoposti avincolo paesaggistico ai sensi della legge29-6-1939, n. 1497: a. i territori costieriin una fascia di profondità di 300 metridalla linea di battigia, anche per i terrenielevati sul mare

1. Siracusa, festa dell’Assunta,processione in mare

2. Noto Marina, l’antica viaElorina costeggia nel suo tracciatola costa

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degli insediamenti costieri, tutte tematichegeneralmente riconducibili agli assessoratiai lavori pubblici, alle infrastrutture. Il territo-rio inoltre è sempre affare ambientale; ma inmodo particolare questa affermazione èvera per quanto riguarda aree sensibili, fra-gili, di grande impatto e suggestione,potenzialmente ricchissime di opportunità,quali sono quelle costiere.Ecco quindi come competenze diversesiano chiamate per le loro specifiche pro-fessionalità ad interessarsi dello stessoambito territoriale: è ovvio che può accade-re, ove manchi dialogo fra le parti, che siintervenga dando indicazioni contrastanti,seppur motivate da giuste considerazionise confinate all’interno delle competenzespecifiche, molto meno appropriate se vistein un’ottica allargata all’interazione tra idiversi campi interessati.E’ fondamentale capire a quali livelli e conquali strumenti si sia manifestata la capa-cità di controllare le relazioni fra esigenze disviluppo urbanistico ed esigenze di tutelapaesistica ed ambientale.Ci sono questioni relative alla tutela, altreconcernenti la valorizzazione e aspetti rela-tivi all’incentivazione di interventi, regolati inmodo diverso da regione a regione, nelrispetto delle specificità locali, anche se èevidente come sarebbe opportuno un dise-gno unitario che andasse a mettere a siste-ma il patrimonio costiero nazionale.Proviamo ad individuare, nelle righe cheseguono, gli strumenti vigenti o in via diapprovazione, che in misura diversa inter-vengono sul tema delle coste, regione perregione, partendo dalla costa ligure, scen-dendo la penisola sul Tirreno, lo Ionio, perrisalirla lungo l’Adriatico.

Liguria La Regione Liguria ha un Piano paesistico,approvato il 26 febbraio 1990, concepitosecondo gli indirizzi della Legge 431 del1985 e non ancora adeguato al CodiceUrbani.Non è un piano mirato alle problematiche

costiere e proprio per supplire a questacarenza nel 2000 è stato introdotto il PianoTerritoriale di coordinamento della costacome piano d’indirizzo, derivato dai pianidei porti, su cui si è lavorato sviluppando unconcetto di gestione integrata che affrontagli aspetti edificatori, ma anche quelli legatialla difesa delle coste e al recupero di areecostiere dismesse quali quelle occupate dalsedime ferroviario.Si tratta di un piano pensato per promuove-re progetti sia in termini di riqualificazione,sia di ridisegno di tratti costieri senzaaggiungere nuovi vincoli a quelli già impostidal paesistico; anzi, al contrario, si è avver-tito il bisogno di verificare l’opportunità deivincoli introdotti da quest’ultimo. Un piano,quindi, a forte valenza interdisciplinare cheopera alla scala territoriale.Alla scala provinciale sono presenti, per lequattro province liguri, i Piani territoriali dicoordinamento provinciale, che hanno insostanza fatto proprie le indicazioni delpiano della costa.Alla scala comunale, con la legge regionale36/97, sono stati istituiti i PUC, strumentiche si sostituiscono al PRG, costituiti dauna parte strutturale ed una parte operativa.Tutti i porti liguri con autorità portuale, inaltre parole Genova, La Spezia e Savonasono dotati di Piano Regolatore Portuale.Altri strumenti di settore sono i Progetti perla gestione del demanio, predisposti daicomuni, ma vincolati al Nulla Osta dellaregione, quindi in una certa misura control-lati e pertanto coordinati da questa. Nonhanno contenuto urbanistico edilizio, masemplicemente carattere gestionale ammi-nistrativo.Vi sono poi i cosiddetti Piani attuativi dellitorale, strutturati come un piano particola-reggiato, strumenti di attuazione del PRG,caratterizzati da profonda attenzione per leproblematiche costiere.

Toscana La Regione Toscana sta elaborando unPiano paesaggistico, allo stato attuale è

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stato approvato il Piano di indirizzo territo-riale (PIT) 2, che fa riferimento all’intesa tra ilPresidente della Regione Martini e il Mini-stro per i Beni e le Attività Culturali Rutellinell’implementare la parte relativa al pae-saggio. Nel rispetto della 431/85 era stato messo apunto il sistema regionale delle aree protet-te, poi abbandonato, che disciplinava lemodalità secondo le quali dovevano essereconformati i piani sottordinati.Il Piano di Indirizzo Territoriale fornisce indi-cazioni di tipo paesistico ai comuni, ne indi-vidua il patrimonio costiero, tenendo contodell’impatto della percezione del paesaggio.Questo è un aspetto fondamentale, raramen-te affrontato nella normativa di settore: orien-tare gli interventi sui litorali, tanto di riqualifi-cazione, tutela e recupero quanto di nuovaedificazione, a valorizzare il sistema di rela-zioni terra/acqua in modo reciproco, tenendoconto della relazione tanto da terra verso ilmare quanto anche dal mare verso la costa.È un piano di indirizzo, prescrittivo per icomuni.Il richiamo al patrimonio costiero riportatonel PIT assume la valenza di piano paesisti-co, in certa misura ha un’impostazione sta-tale, in altra regionale rispecchiando appie-no l’intesa Martini/Rutelli. Tra i documentiacclusi al PIT, oltre agli allegati documentaliper la disciplina paesaggistica è presentatoun Masterplan dei porti, che fornisce indica-zioni sugli approdi di competenza regionale.Il PIT ha quindi compiuto lo sforzo di inte-grare in un unico documento strumenti chetradizionalmente operano in modo scoordi-nato; la sua applicazione permetterà di veri-ficarne i risultati.Alla scala provinciale sono presenti i Piani dicoordinamento territoriale provinciale. Peralcune province, ad esempio Massa e Carra-ra, il PTC è soggetto a variante per l’adegua-mento al PIT. In altri casi, come nell’esempiodi Grosseto, il piano è orientato alla tutela diun litorale ad alta valenza ambientale.Alla scala comunale il Piano strutturale è lostrumento di pianificazione che, insieme al

Regolamento Urbanistico, consente digovernare il territorio. Va sottolineata, inprimo luogo, la forte autonomia di cui godo-no le amministrazioni locali; questa condi-zione si riflette nella forza della pianificazio-ne comunale anche nella configurazionedel litorale.Per quanto riguarda la pianificazione di set-tore occorre richiamare l’uso degli arenili, ipiani di balneazione ed i piani dei porti.

LazioLa Regione Lazio ha un Piano Paesaggistico,che interessa l’intero territorio regionale, adot-tato dalla giunta il 25 luglio 2007 e attualmen-te in fase di approvazione in Consiglio.La situazione preesistente contemplava 29piani, fatti poi confluire nell’attuale nel rispet-to dei criteri introdotti dal Codice Urbani.La Regione sta inoltre procedendo a ricon-durre ad unum tutti i data base territorialiesistenti presso le varie strutture.Il PTP non è presente in tutte le province 3

mentre alla scala comunale operano i PRG.Per la riqualificazione degli waterfront sonostati finanziati progetti puntuali attraverso laLR 1/2000.Per quanto riguarda la pianificazione di set-tore si contempla lo strumento del PUA,piano di Utilizzazione degli Arenili, redattodal comune, ma soggetto all’approvazionedella regione. Esso contiene la ricognizionein termini quantitativi e qualitativi delle con-cessioni demaniali marittime nuove e daassegnare e anche la loro regolamentazio-ne, si tratta quindi di uno strumento a preva-lente carattere amministrativo.

CampaniaIn Regione Campania vigono 14 Piani Paesi-stici di ambito. La loro revisione è regola-mentata dalla LR 16/2004 e dal PTR attra-verso le linee guida di indirizzo per la pianifi-cazione paesaggistica redatte d’intesa, aisensi dell’art. 135 del Codice Urbani, traRegione Campania, Ministero per i Beni Cul-turali e Ambientali e Ministero dell’Ambiente.Per tutte le cinque province sono stati adot-

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tati dei preliminari di piano e sono in corsole procedure di adozione degli stessi e gliinvii ai rispettivi consigli.Alla scala comunale, attraverso la LR16/2004 sono stati introdotti i PUC, compo-sti da una parte strutturale ed una program-matica, prevedono elaborati e documentitesi al perseguimento di obiettivi concreti diqualità paesaggistica e ambientale, archi-tettonica, energetica e socio-economica.Per quanto riguarda la pianificazione di set-tore relativa alle coste si contemplano iPiani spiaggia, di competenza comunale,anche se è forse significativo registrare untentativo, poi abbandonato, di pervenire adun Piano delle coste a valenza territoriale. È in corso la redazione del Piano di Linea diCosta del Litorale Flegreo, che vede coin-volti la Regione Campania, l’Assessorato alGoverno del Territorio ed Assessorato aiTrasporti e Porti, Provincia di Napoli, icomuni dell’ambito dei Campi Flegrei e l’En-te Parco regionale dei Campi Flegrei.Tutta la costa è demanio marittimo, adeccezione dei tratti di demanio portualeelencati in un’apposita lista statale.

BasilicataLa Regione Basilicata ha un Piano Paesisti-co. Tale Piano tuttavia non copre l’intero ter-ritorio regionale, ma è limitato a sei ambiti,di cui uno riguarda la costa tirrenica, ilcosiddetto “Paesistico di Maratea” ed unola costa ionica, il cosiddetto “Paesistico delmetapontino”.Sono piani che ricalcano la vecchia conce-zione del paesistico, ispirati dalla Legge431 del 1985 e non ripensati secondo leindicazioni del Codice Urbani. A tutt’oggi la Basilicata è sprovvista tanto diun Piano Territoriale di coordinamento regio-nale quanto di Piani territoriali di coordina-mento provinciale; occorre precisare comela LR 23/99 abbia impostato il quadro piani-ficatorio con riferimento all’area vasta per laquale era pensato un piano strutturale pro-vinciale 4, che nelle ragioni della legge eraconcepito così strutturante da poter preve-dere alla scala comunale il solo Regola-mento urbanistico 5 come strumento obbli-gatorio e il piano strutturale comunale comefacoltativo.In realtà la dimensione territoriale ha tardato

3

3. Bordighera, in primo piano ilporto turistico, sullo sfondo villaGarnier

Note

2 Il PIT adottato a fine aprile e approvato afine luglio 2007, dovrebbe entrare invigore nel settembre 2007

3 Delle cinque province: Frosinone ha ilPiano approvato, Rieti ha il piano rinviatoper integrazioni, Viterbo ha trasmesso ilPiano per l’istruttoria in Comitato TecnicoRegionale, Roma è in fase di adozionedello schema di Piano da parte delConsiglio provinciale, Latina ha in corsola redazione dello schema di Piano

4 Le province stanno lavorando allaredazione dei loro piani strutturali, anchese al momento si è concluso solo ilquadro conoscitivo del piano territorialestrutturale della provincia di Potenza, cheper la parte a mare riguarda l’affaccio sulTirreno

5 Il regolamento Urbanistico si interessadel sistema insediativo, delle particompatte

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a prendere forma e si stanno approvandodei Regolamenti urbanistici, non accompa-gnati da un Piano strutturale comunale e inassenza di Piano territoriale provinciale.Tra i piani di settore, specifico per il temadelle coste, si annovera il Piano dei lidi, sitratta però di uno strumento più di gestioneche di conformazione 6. Esso è limitato alsolo litorale ionico per le sue caratteristichedi costa sabbiosa; avrebbe infatti pocosenso per il tratto di Basilicata che affacciasul Tirreno, essendo quest’ultimo un litoralea costa alta, che poco si presta all’organiz-zazione sistematica di lidi.Tra gli strumenti di settore che possonorivestire attinenza al problema del water-front ci sono anche i Piani ParticolareggiatiEsecutivi d’Ambito; con caratteristiche dipiani di dettaglio, hanno una dimensionecomunale, vanno però ad attuare le indica-zioni dei paesistici e, nello specifico riguar-dano aree che arrivano fino alla costa.

CalabriaLa Regione Calabria non ha un piano pae-saggistico, ma la L.R. 19/2002, di recenteapplicazione, prevede la formazione deiPiani Paesaggistici d'ambito (PPd'A). Lastessa Regione inoltre ha recepito la Con-venzione Europea del Paesaggio firmata aFirenze il 20 ottobre 2000 e ratificata conlegge n° 14/2006, aderendo alla RECEP(Rete Europea degli enti territoriali per l'at-tuazione della Convenzione Europea delPaesaggio) e attua i contenuti della "CartaCalabrese del Paesaggio" sottoscritta il 22giugno 2006 da Regione, Province, ANCI,Università, Parchi e Direzione regionale peri Beni culturali e Paesaggistici.Sono in fase di redazione i piani provinciali 7

che intervengono con indicazioni sulle coste.Alla scala comunale con la legge 14 aprile2002, n. 19 e successive integrazioni, sonostate disciplinate le procedure ed i contenutidegli strumenti di pianificazione corrispon-denti sostituendo il P.R.G. con il Piano Struttu-rale Comunale (P.S.C.) al quale viene asso-ciato il Regolamento Edilizio e Urbanistico

(R.E.U.) oltre a strumenti attuativi di dettaglioe la Valutazione di sostenibilità ambientale.Esistono strumenti di gestione e disciplinadelle coste attualmente utilizzati quali i Pianispiaggia, di competenza comunale e sog-getti all’approvazione della Regione, mancacomunque una visione complessiva regola-ta da criteri uniformatori.È in corso l'approvazione del Piano digestione integrata delle coste. Inoltre sussi-ste un Piano di Assetto Idrogeologico, ovevengono definiti gli aspetti vincolistici deri-vanti dal fenomeno dell'erosione costiera.La L.R. n. 19/2002 decreta la costituzione delSistema Informativo Territoriale e Osservatoriodelle trasformazioni territoriali (S.I.T.O.).

SardegnaLa Regione Sardegna ha un Piano Paesag-gistico Regionale (PPR) che detta regoleper la pianificazione territoriale, opera perambiti e allo stato attuale non copre l’interoterritorio dell’isola. È stato approvato ilprimo ambito che riguarda proprio le coste.Queste sono anche regolate dai Piani terri-toriali di coordinamento provinciale, presen-ti solo per le quattro province storiche:Cagliari, Oristano, Nuoro e Sassari, mentrele quattro province di recente istituzione(Olbia, Carbonara Iglesias, Medio Campi-dano e Ogliastra) ne sono prive. Va comun-que precisato che i PTCP sono stati appro-vati prima dell’introduzione del Piano paesi-stico e ora, comunque vanno adeguati.Per l’adeguamento al PPR tutti i comunidovranno avere un PUC (Piano UrbanisticoComunale).Prima della revisione del Piano paesisticoc’erano i PTP (Piani Territoriali Paesistici). Icomuni che avevano operato nell’ambitodei PTP secondo la LR 45/89 avevano iPUC. La situazione è tale per cui alla scalacomunale è presente un mosaico di stru-menti: infatti coesistono PRG, PUC e Pro-grammi di Fabbricazione. Gli ambiti costierisono comunque quelli più avanzati, perchédotati di un numero maggiore di strumenti.Per quanto concerne gli strumenti di settore

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4. Siracusa, il teatro greco “fra terra e acqua”

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sono stati istituiti i PUL (Piani utilizzo dei lito-rali): una prima direttiva li prevedeva dicompetenza regionale, mentre una succes-siva 8 li riassegnava ai comuni.Alla scala provinciale sono stati istituiti, giàcon LR 45/89 all’art. 16, i PAOL, acronimo diPiano di Assetto Organizzativo dei Litorali,

poi finanziati con una successiva leggeregionale.Essi dovrebbero coordinare l’attività comu-nale. In realtà, per ora, solo la Provincia diCagliari si è dotata di un PAOL, mentrequella di Nuoro lo sta elaborando.Si segnala inoltre come la regione abbia

Note

6 Non a caso esso è di competenzaregionale per il settore delle attivitàproduttive

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bandito un concorso di idee per l’individua-zione di “tipologie edilizie costiere”, avendocome obiettivo la riqualificazione paesaggi-stica delle borgate marine tramite l’indivi-duazione di tipologie edilizie caratterizzanti.Con delibera 36/1 del 26/07/2005 è stataattivata la ricognizione del patrimonio immo-biliare regionale ricadente nella fasciacostiera dei due chilometri, mediante l’ac-quisizione di tutti i dati disponibili pressoAssessorati ed enti regionali.A livello comunale Olbia ed in particolare

alcune località della Costa Smeralda posso-no costituire un ottimo esempio di pianifica-zione di waterfront.

SiciliaIn Sicilia il Piano paesistico è di competen-za dell’Assessorato dei Beni Culturali

Ambientali e della Pubblica Istruzione. Atutt’oggi non copre l’intero territorio regiona-le, ma solo alcun zone. Dal 1996 sono pubblicate le “Linee guidadel piano territoriale paesistico regionale”,sulla cui base sono in fase di redazione ipiani paesistici locali.Ogni sovrintendenza redige il piano per ilproprio territorio 9, successivamente occor-rerà renderlo uniforme.Alla scala provinciale, i piani relativi allediverse province non hanno ancora com-pletato il loro iter formativo: alcune ammini-strazioni sono giunte alla fase finale, mentreper altre il processo è appena iniziato.Interessante quanto afferma Maurizio Carta 10

“Il processo di innovazione nella formazionedei piani provinciali in Sicilia è stato accele-rato e legittimato nel 2002 dall’emanazione

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5. Siracusa, waterfront di Ortigia,in primo piano la Fonte Aretusa

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di una Circolare del Dipartimento Regionaledell’Urbanistica, nel quadro dei più generaliprocessi di innovazione della strumentazio-ne urbanistica di piano verso una capacitàdi orientamento strategico delle decisioni.La circolare risponde a numerose istanzeposte dalle Province Regionali ed alledomande di innovazione poste dalla culturaurbanistica, attraverso un’articolazione delPtp in tre figure pianificatorie con diversovalore e cogenza, e attuabili con proceduredifferenti a seconda del diritto ad esse rico-nosciuto: a) il quadro conoscitivo strutturale,b) il quadro propositivo strategico, c) ilpiano operativo” 11.Per quanto riguarda i piani di settore la LR15/2005 all’Art. 4 ha stabilito che i comunicostieri 12 sono obbligati a redigere il PUTM(Piano di Utilizzo del Demanio Marittimo), inbase a linee guida emanate con Decreto del-l’Assessore Regionale al Territorio e Ambiente.C’è molto interesse da parte dei comuni perquesta impostazione data alla pianificazio-ne e per questo strumento, probabilmenteper l’importanza che riveste dal punto divista turistico ed economico 13.Sono previsti anche i Piani spiaggia di com-petenza comunale: essi vengono presentatialla regione a norma dell’Art. 107 del RegioDecreto RD 26/9/1904 .713.Osserviamo a tale proposito una singolaritàdi questa regione. Mentre in Italia la GuardiaCostiera è generalmente competente sullapulizia e tutela del demanio e sulla vigilanzadelle coste, nel caso specifico è tenuta arendicontare alla regione, che ne è la pro-prietaria. Infatti in Sicilia il suolo pubblicomarittimo è intestato alla regione in virtù delsuo Statuto, mentre nelle altre regioni ildemanio, con delega, è amministrato daqueste ultime, ma è di proprietà dello stato.In virtù di un Decreto di fine ‘800 ogni dueanni la Guardia Costiera procede ad unaispezione del litorale 14, andando a controlla-re lo stato della costa da terra e da mare, iltutto documentato con fotografie; questorilievo permette di operare un confronto conle letture precedenti ed osservare l’eventua-

le manifestazione di fenomeni erosivi o dan-nosi al sistema ambientale oltre che inter-venti abusivi 15.

PugliaLa Regione Puglia è dotata di un Piano Pae-sistico ed è in fase di elaborazione il suoadeguamento al Codice Urbani. Va tuttaviaprecisato come questo strumento abbiapreceduto l’emanazione della 431/85, infattiera già stato previsto dalla LR 56/80 con ladenominazione di PUTT/P (Piano Urbanisti-co Tematico Territoriale/Paesaggio).Il nuovo strumento riguarda cinque ambiti.Per quanto concerne i PTCP (Piani Territo-riali di Coordinamento Provinciale) solo laProvincia di Lecce ne è dotata.A livello comunale, le Leggi regionali di rife-rimento sono la LR 56/80 e la LR 20/2001.Quest’ultima prevede di sostituire al PRG ilPUG (Piano Urbanistico Generale), uno stru-mento che fa riferimento alla nuova conce-zione di piano strategico e piani operativi.In realtà la legge contemplava un unico pianoa duplice valenza, strategica ed operativa esolo circolari successive sono venute a ren-dere chiara la separazione dei due ruoli.Per quanto riguarda i Piani di settore la LR17/2006 ha introdotto alla scala comunale iPiani delle Coste 16. Tuttavia solo pochicomuni, dei quali il più importante è Fasa-no, hanno provveduto a dotarsi di questostrumento.

AbruzzoLa Regione Abruzzo è dotata di un Pianoregionale paesistico, che si configura comepiano di settore. È un Piano che risale al1987 17, attualmente in fase di revisione. Alla provincia spetta la formazione delpiano territoriale provinciale. A questo siaggiungono i piani di settore e i ProgettiSpeciali territoriali, che per lo più riguarda-no aree di montagna.Tutte e quattro le province della regionehanno un Piano Territoriale di coordinamen-to approvato, si tratta però di piani autoap-provati, caratterizzati da connotazioni diffe-

Note

7 In particolare la provincia di ViboValentia ha adottato il PTCP condeliberazione di C.P. n. 10 del27/04/2004 ed a seguitodell'approvazione delle Linee Guidaregionali per il governo del territorio, inapplicazione alla normativa diriferimento, la stessa AmministrazioneProvinciale ha dato avvio alprocedimento di adeguamento alle stessedirettive regionali. Per quanto concerne lealtre province alcune hanno avviato l'iterdi approvazione per la pianificazione dicompetenza, fra cui Cosenza e Catanzaro,secondo il rinnovato processo normativo

8 Si tratta di una direttiva del 2006, cheperò non è stata ancora applicata; conessa la competenza dei PUL vieneattribuita ai comuni che dovrebberoelaborarli insieme ai piani urbanistici ,allo stato attuale la situazione non neprevede

9 Recentemente è stato approvato l’ambito1 (Trapani, Erice) e si sta procedendocon le Egadi; gli altri sono in fase diredazione

10 Responsabile scientifico del Quadroconoscitivo strutturale del PTP diPalermo, Ordinario di Urbanistica pressola Facoltà di Architettura di Palermo

11 Tratto dal testo di sintesi presentato alla VRassegna Urbanistica Nazionale, Venezia,novembre 2004

12 Il comune che per primo ha risposto aqueste indicazioni è stato quello di SanVito Lo Capo

13 Si è ancora nella fase iniziale, entrol’autunno comunque i comunidovrebbero aver completato le mappeche individuano l’area di competenza delDemanio Marittimo, che oscilla in modoaccentuato

14 In Italia si considera mare territoriale lospecchio d’acqua compreso da 0 a 12miglia

15 I risultati dell’osservazione vengonocomunicati alla regione perprovvedimenti.Infatti la guardia costiera ispeziona, mapoi devono essere gli enti ad intervenire

16 Cfr BURP n. 79 del 27/06/2006

17 Approvato nel 1990 dal ConsiglioRegionale

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renti che andrebbero ricondotti all’interno diun disegno unitario.A livello comunale c’è ancora il PRG, previ-sto dalla LR 18/1983 modificata con laLR75/90. In realtà la legge a questo livelloprevedeva un ulteriore strumento, il cosid-detto Piano Regolatore Esecutivo, che perònon ha avuto seguito.Tra i Piani di settore si annovera il Piano delDemanio Marittimo, che definisce i principiper l’esercizio delle attività aventi fini turisti-co ricreativi, indica le modalità di attuazionedelle funzioni amministrative ai comuni,fissa i criteri e i parametri a cui devono atte-nersi gli enti locali nella redazione dei pianidemaniali comunali 18.I comuni, nei piani demaniali devono disci-plinare la qualità architettonica dei manufat-ti, prescrivendo tipologie predefinite, colori,materiali e il loro inserimento paesaggisticoambientale.Nelle aree sottoposte a specifico vincolo di“Natura 2000” e nelle aree protette la mate-ria è disciplinata in conformità alle normedel Piano di assetto naturalistico P.A.N.Un importante documento in discussione èil Quadro di riferimento regionale che alpunto 3.7 sottolinea come appaia metodolo-gicamente corretto prendere in esame l’in-terfaccia marittimo-litoraneo alla pari deglialtri sistemi spaziali adiacenti.Esso si propone come fondamentale stru-mento di indirizzo e di coordinamento dellapianificazione di livello intermedio e locale.È in fase di studio, contenuta nella nuovaproposta di Legge regionale, la Carta deiluoghi e dei paesaggi che va a rappresen-tare il territorio regionale come sintesi deisistemi insediativi e dei sistemi naturali.Essa viene a costituire supporto conoscitivoe ricognitivo del PPR (piano paesaggisticoregionale, quale piano di settore, ai sensidell’art. 135 del DL 22 gennaio 2004 n. 42).Attualmente si sta elaborando il ProgettoSpeciale Costa Teatina a seguito dell’istitu-zione del Parco Nazionale Costa Teatina.Sono approntati anche Piani di ripasci-mento.

MarcheLa Regione Marche ha un Piano PaesisticoAmbientale Regionale (PPAR), che stabili-sce ambiti di tutela per le fasce costiere.Attualmente è in fase di revisione per l’ade-guamento al Codice Urbani.Alla scala provinciale sono presenti, pertutte le province marchigiane, i Piani territo-riali di coordinameno provinciale; con laprovincia di Ascoli Piceno è già alla secon-da generazione del Piano.Alla scala comunale lo strumento con cui sigestisce il territorio è il PRG, in coerenzacon i piani specifici di settore.Tra questi lo strumento cardine è il PianoRegolatore del Porto 19, introdotto con laLegge 84/1994, venuta a chiarire, dal puntodi vista giuridico, il ruolo del Piano portuale,che viene definito paritetico al PRG.Con una Legge Regionale del ’99 la regio-ne ha delegato ai comuni la gestione deisingoli porti; si è comunque predispostoun piano regionale dei porti, a cui si stalavorando dal 2004 nell’obiettivo di faresistema. Vi sono infatti rappresentati tutti isettori, dalla cantieristica al settore com-merciale a quello turistico. Non c’è tuttaviauna norma specifica, ma si rimanda ai sin-goli PRG il compito di individuare unaspecializzazione non in concorrenza conle altre.Sono presenti i Piani delle spiagge, di com-petenza comunale, equiparati a Piani parti-colareggiati, sui quali però la Regione haconservato il controllo in una visione com-plessiva del sistema della costa.C’è poi un aspetto idraulico marittimo chevive un periodo di difficoltà a causa dellosmembramento delle strutture tecniche, fra-zionate tra i comuni con ricadute sull’effi-cienza gestionale dell’insieme.C’è anche un Piano di difesa della costaapprovato dal Consiglio Regionale, essoriguarda però principalmente le opere didifesa, essendo ormai venuto a mancarel’apporto dei fiumi e un Piano di GestioneIntegrata delle Aree Costiere secondo la LR14 luglio 2004 n.15.

Note

18 Ai sensi della LR 141/97 e LUR 18/83

19 Nel caso di Ancona, nel pieno accordocon l’amministrazione comunale si èprovveduto nell’ultima revisione delpiano adottato a definire un pianod’intesa col comune che va a pianificareanche le aree limitrofe al porto

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ARRIVARE AL MARE:LE SPIAGGE

Emilia RomagnaIl PTR (Piano Territoriale Regionale) è in fasedi costruzione ed è stato presentato il preli-minare. Tuttavia entra poco nel merito delleproblematiche legate alla costa.Il PTPR, paesistico, si occupa di coste perla sua parte, anche se deve essere sottopo-sto a revisione ed adeguamento.I PTCP (Piani Territoriali di CoordinamentoProvinciale) in Emilia Romagna sono unarealtà consolidata, per alcune province si ègià alla 2 o 3 generazione.Manca e se ne sente la carenza, unmomento trasversale che vada ad integra-re l’attenzione per i diversi aspetti cheentrano in gioco cercando una soluzioneequilibrata.A livello di disegno del waterfront sono i

piani comunali che operano e che dovreb-bero tenere conto nel loro operare dellelinee guida già emanate.Tra gli strumenti di settore si contempla ilProgetto Gestione Integrata Zone Costiere:vi hanno aderito le province e i comuni dellitorale, sono state stanziate risorse, emana-te linee guida e sono partiti dei progettiattuativi.Nell’82, poi nel ’96 e nel 2002 sono stati fattidegli aggiornamenti ai Piani della costa, inrealtà non erano piani, ma analisi delle dina-miche costiere con indicazioni per interventiesclusivamente a difesa della costa, peruna riduzione degli emungimenti, finalizzatial ripascimento e, se possibile, interventimirati a ripristinare il trasporto solido deifiumi 20.

6

6. Bordighera, Capo Sant’Ampelio

Note

20 Sino ad ora le indicazioni degli interventinon si sono mai tradotte in realtà.Si sta lavorando ad un’ulteriore stesuraaggiornata del piano di difesa della costache prevede una eventuale opera diaggiustamento delle difese rigideesistenti

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VenetoLa Regione Veneto non ha un Piano pae-saggistico, ma un Pianto territoriale di coor-dinamento regionale con valenza paesisti-ca, adottato nell’86 ed approvato nel 1992.Attualmente si sta provvedendo al rifaci-mento ed è stato adottato un documentopreliminare di piano ai sensi della LR11/2004 art. 25.Allo stato attuale mancano i Piani territorialidi coordinamento provinciale ed i Pianicomunali vengono ancora inviati in regioneper l’approvazione; nel giro di un annodovrebbero completarsi anche questi ed ipiani comunali verranno controllati dalleprovince.La Regione Veneto si è dotata nel 1999 diun PALAV (Piano d’area della Laguna e del-l’area veneziana), che sostanzialmente siconfigura come un piano di area vastacaratterizzato da significativi approfondi-menti e indirizzi di tutela.Oltre al PALAV la regione ha approvatodiversi altri piani d’area vasta, che, per lecaratteristiche del territorio veneto vengonospesso a interessare zone tra terra edacqua: va ricordato il Piano d’area del Deltadel Po e il Piano lacuale del Garda.Sono strumenti orientati alla tutela dellecoste, che inibiscono la progettazione; adessi devono adeguarsi gli strumenti dirango inferiore.

Friuli Venezia GiuliaIl paesistico è in fase di redazione; in realtàa partire dal 1978, è presente un Piano terri-toriale regionale, al quale è stata riconosciu-ta valenza paesaggistica. Ora si sta proce-dendo, secondo il Decreto Legge 42/2004a redigere un nuovo Piano territoriale cheentra nel merito delle coste; è stato presen-tato ed è in rete nella sua fase iniziale, quin-di non ancora approvato.Questo Piano territoriale ha al suo internoaspetti relativi alla tutela del paesaggio.In data 5 settembre 2007 è stato poi varato,dalla commissione consigliare, il Piano diutilizzo del demanio marittimo, che comun-

que non ha le caratteristiche di un pianoconformativo.La recente Legge regionale è intervenuta ariformare le politiche di governo del territo-rio sostituendo ai PRG i Piani strutturali ed iPiani operativi.

ConclusioniLa sintetica rassegna dei principali strumentioperanti sul territorio italiano, che in diversamisura intervengono sulla costruzione del-l’immagine dei litorali, sollecita considerazio-ni diverse e, in parte, contrastanti.Da un lato si percepisce chiaramente ildivario tra regioni più attente e virtuose,impegnate nella ricerca e sperimentazionedi regole e strumenti in grado di tutelare,valorizzare, tirare fuori l’anima del proprioterritorio per guidarne i processi di trasfor-mazione e altre, in alcuni casi ancora dispe-ratamente perse nella rincorsa degli stru-menti di base, indispensabili a garantire uncontrollo minimo sul territorio.Talvolta colpisce la forza della memoria eviene da chiedersi se sia un caso che, pro-prio le regioni in un tempo antico sede delleRepubbliche marinare si segnalino tra quel-le capaci di dar vita alle soluzioni più inte-ressanti.Certo occorrerebbe più dialogo, tra le diver-se amministrazioni e i vari enti, all’internodelle stesse amministrazioni tra i diversiassessorati, tra le diverse competenze, unitinell’obiettivo di dar vita al futuro migliorepossibile. Così non è, in ogni caso va osser-vato come spesso, anche nelle regioni piùtrascurate nei riguardi degli strumenti dipianificazione costiera, si avverta, nei fun-zionari e nei tecnici, la passione per il terri-torio su cui operano, la consapevolezzadella pochezza degli strumenti in loro pos-sesso e il rammarico per non poter fare dipiù. A tutti loro va il mio grazie per avermiaiutato a capire gli strumenti per un litorale.

➜ Riferimenti fotografici

Le immagini sono dell’autrice dell’articolo.

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