0 Genova, Ottobre 2002 IL CONTROLLO DI GESTIONE LUCIDI DEL CORSO, ANNO ACCADEMICO 2002-2003.
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M
a g srl Genova, Ottobre 2002
IL CONTROLLO DI GESTIONE
LUCIDI DEL CORSO, ANNO ACCADEMICO 2002-2003
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M
a g srl
• L'azienda è una struttura composita formata da risorse di
diversa natura, organizzata nelle sue varie parti, per
conseguire, attraverso un processo di produzione di ricchezza,
finalità ed obiettivi, strumentali al raggiungimento del suo
scopo ultimo quale risulta dalla vision aziendale.
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M
a g srl
• Nel formulare la propria Vision l'azienda definisce la sua meta
specificando:
– il ruolo sociale che intende svolgere;
– i confini entro i quali intende muoversi;
– i principi etici a cui intende ispirare le sue scelte di governo ed i suoi
comportamenti (mission).
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M
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• Il tutto dev'essere finalizzato a
garantire nel tempo una conveniente
ed adeguata rimunerazione degli
stakeholder.
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M
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• Gli stakeholder sono tutti i portatori di interessi direttamente o indirettamente coinvolti nell'attività d'impresa:
– Azionisti
– Lavoratori
– finanziatori reali e potenziali
– Clienti
– Fornitori
– Comunità sociale
– Pubblica Amministrazione
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• Il soddisfacimento degli interessi istituzionali può realizzarsi
solo se l'azienda è in grado di svolgere la sua attività
economica in condizioni di tendenziale equilibrio
economico.
• La durabilità di tale equilibrio è legata alla capacità
dell'azienda di aumentare il suo valore economico.
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M
a g srl
• Il principio dell'economicità ed il principio del valore
sintetizzano, dunque, le condizioni necessarie a
soddisfare le attese degli stakeholder e rappresentano
due parametri di riferimento alla luce dei quali valutare le
modalità di svolgimento della combinazione produttiva.
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M
a g srl
• Tali principi devono trovare applicazione nelle relazioni che si
vengono ad instaurare tra l'impresa e l'ambiente circostante.
• Ciò implica che le decisioni e le azioni poste in essere da chi
governa l’azienda devono essere volte a coniugare l'efficienza
della combinazione produttiva con il soddisfacimento delle
attese degli stakeholder ed in particolare con quelle del
cliente.
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M
a g srl
• In sintesi, il sistema aziendale dev'essere efficace ed efficiente,
ossia deve rispondere alle esigenze del mercato e dell'ambiente
utilizzando al meglio le risorse disponibili.
• OBIETTIVI DA RAGGIUNGERE
• DECISIONI
• AZIONI
• RISULTATI
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VISION AZIENDALE
(meta e domini)
MISSION AZIENDALE
(principi)
OBIETTIVI
(traguardi quantitativi)
• Reddito
• Valore
FINALITA’
(traguardi qualitativi)
• Migliorare la tecnologia
• Aumentare la dimensione
• Migliorare il know-how, la
coesione e la motivazione
• Migliorare la capacità
relazionale e informativa
INDIVIDUAZIONE DI UNA STRATEGIA
CONTROLLO
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M
a g srl
• Per raggiungere i traguardi di lungo periodo lazienda
deve propedeuticamente conseguire, nel breve
periodo, target ed obiettivi quantitativi e qualitativi,
che, pur nel loro continuo adattarsi ai cambiamenti
delle variabili interne ed esterne, devono risultare
coerenti rispetto alla meta prefissata.
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M
a g srl
• A seguito di queste circostanze gli obiettivi aziendali si distinguono a
seconda della loro diversa dimensione temporale in:
– obiettivi di breve termine
– obiettivi di medio-lungo termine
• Le due tipologie di obiettivi delineano due differenti domini di
riferimento delle scelte aziendali le quali, a seconda degli obiettivi
cui si riferiscono si distinguono in decisioni di breve e di lungo
periodo.
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M
a g srl
• Per facilitare il raggiungimento dei risultati e delle finalità
aziendali occorre innescare un circuito virtuoso tra l'attività
di governo (volta a definire gli obiettivi, a decidere
attraverso quali percorsi raggiungerli e come attuarli) e la
creazione di un contesto lavorativo favorevole, in cui si
condividano gli obiettivi e le scelte aziendali, si acquistino
consensi e si attraggano risorse.
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• Il meccanismo operativo che permette il funzionamento del circuito è il sistema di controllo in quanto consente di svolgere in sequenza logica le tre fasi fondamentali in cui si articola l'attività di direzione:
– Definire le condizioni per realizzare e mantenere l’equilibrio economico-finanziario nel medio lungo periodo (pianificazione);
– determinare gli obiettivi di breve termine volti ad orientare il comportamento di chi detiene responsabilità direttive (programmazione);
– verificare il raggiungimento degli obiettivi stabiliti e la loro validità rispetto alle mutevoli situazioni di operatività generate dal dinamismo ambientale (controllo)
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M
a g srl
• Il controllo è un meccanismo operativo finalizzato ad
orientare i comportamenti individuali ed organizzativi
verso il raggiungimento degli obiettivi aziendali.
• Tale finalità è perseguita mediante:
– misurazioni analitiche
– responsabilizzazione su parametri-obiettivo
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a g srl
• Le misurazioni utilizzate nell'ambito del controllo, inteso nella sua accezione più ampia, possono essere:
– di natura economico-finanziaria di natura fisico-tecnica
.… e possono essere
– a supporto delle decisioni da prendere
– a supporto dei comportamenti umani
– a supporto delle valutazioni dei risultati
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M
a g srl
• Le misurazioni economico-finanziarie possono essere di tipo:
– quantitativo-monetario
(es. reddito, capitale economico, costi, ricavi);
– quantitativo non monetario
(es. rendimenti, tempi, difettosità di prodotti);
– qualitativo
(es. soddisfazione del cliente, credibilità nei confronti degli interlocutori aziendali)
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• Tra le varie tipologie di misurazioni che abbiamo ricordato
particolare rilevanza è riconosciuta a quelle:
1. di natura economico-finanziaria,
2. esprimibili in termini quantitativo -monetari
3. aventi come oggetto redditività e valore
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M
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• Tali misurazioni risultano da due fondamentali
modelli di determinazione quantitativa:
1. Il modello del bilancio
2. Il modello della creazione del valore
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Il modello del bilancio e l'analisi economico-finanziaria
• Obiettivi conoscitivi:
– comprendere la validità del modello come strumento di misurazione delle
performance aziendali;
– individuare un quadro di indicatori che consenta di esprimere un giudizio
sull'economicità aziendale;
– condurre un'analisi di gestione basata sugli indici e sui flussi
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Il bilancio
• Il sistema informativo è il principale mezzo di comunicazione delle informazioni
economiche aziendali all'ambiente di cui l'impresa è parte.
• Ogni informazione contenuta nel sistema bilancio-relazione trova la sua ragion
d'essere nel rendere più comprensibile l'evoluzione dell'assetto reddituale,
finanziario e patrimoniale d'insieme.
• Il sistema bilancio-relazione è l'occasione per presentare e diffondere:
– le linee ispiratrici del progetto strategico d'impresa, lo stile di comportamento, i tratti
essenziali della sua attività, i modi per realizzarla;
– il modo m cui sono state gestite le risorse acquisite da terzi e quelle proprie;
– la collocazione dell'impresa in prospettiva, sui mercati e nell'ambiente economico
sociale, per ciò che è e per ciò che si propone di essere
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M
a g srl
Il bilancio: contenuti dello Stato Patrimoniale
PATRIMONIO AZIENDALE COMPLESSIVO
PATRIMONIO DI BILANCIO (TANGIBILE ED INTANGIBILE)
PATRIMONIO NON EVIDNEZIATO NRLLA SITUAZIONE PATRIMONIALE
PATRIMONIO DI RELAZIONI COMMERCIALI
PATRIMONIO UMANO PATRIMONIO DI CONOSCENZE TECNICHE
PATRIMONIO INFORMATIVO: CONOSCENZE
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EQUILIBRIO FINANZIARIOCapacità di far fronte ai propri impegni
EQUILIBRIO ECONOMICOCapacità di remunerare tutti i fattori
produttivi, compreso il capitale di rischio
EQUILIBRIO PATRIMONIALECapacità di remunerare il capitale proprio
EQUILIBRIO AZIENDALE
Relazioni tra il sistema aziendale e l’equilibrio
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M
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• Il fabbisogno finanziario è rappresentato da
IMMOBILIZZAZIONIGIACENZE
FABBISOGNO FINANZIARIO DUREVOLE
ATTIVITÀ LIQUIDABILI (Ld)LIQUIDITÀ (Li)
RIMANENZE (Rd)FABBISOGNO FINANZIARIO VARIABILE
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Fonti di copertura del fabbisogno finanziario
• “Sono rappresentate dal totale delle passività dl bilancio e dal capitale
netto”
CAPITALE PROPRIO
DEBITI A MEDIO E LUNGO TERMINEFONTI DUREVOLI
DEBITI A BREVE TERMINE FONTI NON DUREVOLI
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Fabbisogno finanziario
• “È rappresentato dal totale delle attività nette dl bilancio ed esprime l'ammontare dei mezzi finanziari necessari per la vita di un'azienda”
• Può essere osservato sotto due aspetti:
– natura = aspetto qualitativo
– ammontare = aspetto quantitativo
• la sua entità dipende dalla natura e dall'entità delle operazioni in corso
– capacità produttiva fissa
– volume di affari annuo
– velocità di circolazione del capitale investito
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CA
P.C
IRC
OLA
NTE L
OR
DO
IMPIEGHI FONTI
CA
PIT
ALE F
ISS
O
C.C
.N.
700
LIQUIDITÀ IMMEDIATE E
DIFFERITE800
RIMANENZE500
ATTIVITA’ IMMOBILIZZATE
PASSIVITÀ CORRENTI
600
PASSIVITÀ CONSOLIDATE
1.200
CAPITALE NETTO 500
CA
PIT
ALE D
I TER
ZI
CA
PIT
ALE
PR
OP
RIO
=CAPITALE INVESTITONETTO
=CAPITALE ACQUISITO
Correlazione tra impieghi e fonti
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C.C.N.> 0= 0< 0
C - P
N + - FESEMPI
C=10.000
F=15.000
P=12.000
=8.000
N=5.000
C=10.000
F=15.000
P=7.000
=13.000
N=5.000
CCNMARGINE DI STRUTTURA PRIMARIO
MARGINE DI STRUTTURA SECONDARIO
2.000-10.000-2.000
3.000-10.000-3.000
QUESITIIl CCN è positivo?Come è finanziato l’attivo
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a g srl
C=10.000
F=15.000
P=10.000
=10.000
N=5.000
C=10.000
F=15.000
P=7.000
=13.000
N=5.000
CCN0 10.000
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a g srl
ATTIVO PASSIVOa) Crediti vs soci per versamentidovuti
a) Patrimonio netto
b) I mmobilizzazioni b) Fondi Rischi e Oneri1. I mm. I mmateriali2. I mm. Materiali3. I mm. Finanziarie
c) T.F.R.
c) Attivo circolante (con indicazioneseparata degli importi esigibili oltrel’esercizio successivo)
d) Debiti (con indicazione separatadei debiti esigibili oltre l’eserciziosuccessivo)
d) Ratei e risconti d) Ratei e risconti
Schema dello stato patrimoniale
• Art.2424 C.C.
• Tavola di sintesi
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Attività I mmobilizzate Capitale nettoI mm. I mmateriali netteI mm. Materiali netteI mm. Finanziarie nette
Capitale socialeRiserveReddito netto dell’esercizio
Attività circolanti Debiti a medio lungo termineScorteLiquidità diff eriteLiquidità immediate
Debiti a breve termine
TOTALE I MPI EGHI TOTALE FONTI
Riclassificazione dello stato patrimoniale secondo il criterio finanziario
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Analisi delle aree gestionali di redditività• Aree Gestionali
– AREA OPERATIVA
– AREA ATIPICA
– AREA FINANZIARIA
– AREA STRAORDINARIA
– AREA TRIBUTARIA
• Capitale investito nelle diverse aree
• IMPIEGHI FONTI
• K0 DEBITI A BREVE
• Ka DEBITI A MEDIO LUNGO
• K1 CAPITALE NETTO
• K K
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A) = Valore della produzione ……. …….B) – Costi della produzione ……. …….
= Differenza fra valori e costi della produzione ……. …….C) Proventi e oneri finanziari ……. …….D) Rettifiche di valore di attività finanziarie ……. …….E) Proventi e oneri straordinari ……. …….
= Risultato prima delle imposte ……. …….- Imposte sul reddito ……. …….= Utile / Perdita dell’esercizio ……. …….
Schema di conto economico
• (D.Lgs.127/91)
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L. %Vendite ……Costo di fabbricazione del venduto (……)Utile lordo ……Costi commerciali/amministrativi (……)Reddito operativo ……C/R FinanziariC/R AtipiciUtile ordinario ……C/R straordinariUtile netto ante imposte ……Imposte corrispondenti (……)Utile netto d’esercizio ……
Riclassificazione del conto economico: modello del costo del venduto
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Riclassificazione del conto economico: modello a valore aggiunto• Valore della produzione
• - Costi esterni della produzione
• Valore aggiunto lordo
• Ammortamenti
• Valore aggiunto netto
• - Costo del lavoro
• Reddito/Perdita operativa
• +/- Saldo della gestione atipica
• +/- Saldo della gestione finanziaria
• Utile/Perdita corrente
• +/- Saldo della gestione straordinaria
• Utile ante imposte
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Analisi di bilancio (problematica)
GIUDIZIO SULL’ATTENDIBILITA’ DEI DATI DI BILANCIO
METODOLOGIA DI RICLASSIFICAZIONE DEI VALORI DI BILANCIO
TECNICHE DI ANALISI
SIGNIFICATO DA ATTRIBUIRE AI VALORI
INFORMAZIONI AGGIUNTIVE PER ESPRIMERE GIUDIZI
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TIPI DI ANALISI POSSIBI LI IMPIEGHI ESEMPLIFICAZIONIAnalisi strutturale Esame istantaneo
Confronti di tesoreriaMargine di tesoreriaMargine di strutturaCapitale circolante netto
Analisi per indici Esame retrospettivoConfronti nel tempoConfronti nello spazio
Indici di liquiditàIndici di soliditàIndici di rotazioneIndici di auto-finanziamentoIndici di efficienza
Analisi per flussi Esame retrospettivoProgrammazioneDefinizione delle politichefinanziarie
Flussi totaleFlussi di C.C.N.Flussi di cassa
Tecniche di analisi finanziaria
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Tecniche di analisi finanziaria (2)
• L'analisi dei flussi integra con
informazioni di tipo dinamico-
finanziarie quelle statico-finanziarie ed
economiche fornite da margini ed indici.
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F Capitale immobilizzato N Capitale proprio
RDRimanenze(magazzino)
Passività consolidate
Ld Liquidità differite P Passività correntiLi Liquidità immediate
C (capitale circolante) = RD + Ld + LiK (capitale investito) = F + RD + Ld + LiK (capitale acquisito) = N + + p
Simbologie dei valori dello stato patrimoniale e percentualizzazione
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M
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Collegamenti fra margini ed indici
• Analisi sullo stato patrimonialeMARGINI INDICIMargine di struttura N-F Quoziente di
coperturaimmobilizzazioni
NF
Margine di tesoreria (Li+Ld)-p Quoziente di liquidità Li+Ldp
Capitale circolantenetto o margine distrutturasecondario
(Li+Ld+RD)-p Quoziente didisponibilità
(Li+Ld+RD)p
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Obiettivi dell'analisi di bilancio (in particolare per indici)
• SOLIDITÀ AZIENDALE• capacità dell'impresa di perdurare nel tempo adattandosi alle mutevoli
condizioni esterne ed interne;• LIQUIDITÀ • capacità dell'impresa di far tempestivamente ed economicamente ai
impegni;• RINNOVAMENTO • capacità intrinseche (derivanti dalle risorse interne) di adeguarsi al
mercato e di svilupparsi;• REDDITIVITÀ • capacità dell'impresa della produzione di remunerare tutti i fattori della
produzione e quindi tutti i mezzi impiegati;• EFFICIENZA • capacità dell'impresa di utilizzare nel modo migliore disposizione i mezzi
finanziari a disposizione.
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M
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La solidità aziendale
La solidità
RIGUARDA LA DIPENDENZA DA TERZI FINANZIATORI
MISURA IL RISCHIO FINANZIARIO DELL’IMPRESA
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M
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La solidità aziendale: obiettivi conoscitivi
– Quale giudizio diamo della solidità patrimoniale dell'impresa?
– Quali caratteristiche quali-quantitative presenta la solidità di quell'impresa?
– E' sottocapitalizzata?
– Qual'è stato il suo trend reddituale?
– Quale politica dei dividendi ha praticato?
– Come ha finanziato i suoi investimenti?
– La crescita dell'indebitamento c’è stata voluta o subita?
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M
a g srl
La solidità aziendale• Dipende dalla correlazione tra la struttura degli investimenti e dei finanziamenti
F/K+C/K=1 Più è vicino ad 1 il primo rapporto e più sono rigidi gli investimenti
(N+)/K+(p/K)=1 Più è vicino ad 1 il primo rapporto e minore è il rischio di richieste di
rimborso
(N+)/F >,<, =1 Più è alto l’indice più è favorevole il giudizio sulla solidità
N/K >0,66 possibilità di sviluppo
tra 0,55 e 0,66 equilibrio strutturale
tra 0,33 e 0,55 struttura finanziaria da controllare
<0,33 struttura finanziaria pesante
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M
a g srl
La solidità aziendale
• Dipende dal grado di dipendenza da terzi
(P+)/K+N/K=1 Se il primo indice è vicino ad 1 si ha un notevole grado di
dipendenza
(N/(P+) >0,50 situazione positiva
tra 0,15 e 0,50 tendenzialmente negativa
<0,15 negativa
N/n>1 esistono riserve nell’impresa
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M
a g srl
La liquidità: obiettivi conoscitivi
• Gli indicatori di liquidità denotano tensioni?
– L'andamento reddituale ne ha sofferto?
– L'evoluzione a breve termine va nel senso giusto?
– Il grado di fiducia accordato all'impresa è elevato?
– I flussi di cassa che andamento hanno e quali sono i fatti che li alimentano?
(Riserve di credito)
– La capacità finanziaria dell'impresa è in sintonia con il ritmo di sviluppo?
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M
a g srl
La liquidità
(Li+Ld+RD/p) >2 situazione positiva: N+F finanziano il C
<2 p finanziano F
(Li+Ld)/p >1 liquidità potenziale
<1 possibili carenze di liquidità
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M
a g srl
La liquidità• Quozienti operativi
Esprimono la mobilità o rotazione dei valori; ossia il numero di volte in cui il capitale investito si rinnova nell’esercizio, attraverso i ricavi
I loro reciproci, rapportati a 365 giorni, esprimono il tempo medio di investimento
Esprimono inoltre la dinamica della gestione
• (Liq. Inv. Liq.)
Vend/K
Vend/C
Vend/Rd
Vend/(Li+Ld)
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M
a g srl
Ciclo monetario
• E' un coordinato insieme di indici che si utilizza per misurare il
periodo di tempo intercorrente tra l'uscita monetaria collegata
all'acquisizione di fattori produttivi e l'entrata monetaria
relativa alle vendite dei prodotti o delle prestazioni.
• Consente di valutare eventuali crisi o tensioni di liquidità
dovute a sfasamenti tra il periodo degli incassi e quello dei
pagamenti.
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M
a g srl
Ciclo monetario
CICLO MONETARIOPA
GA
MEN
TO
RIS
CO
SSIO
NE
ACQ
UIS
TO
FATT
ORI
MAGAZZIN
O
PRO
DUZIO
NE
MAGAZZIN
O
VEN
DIT
A
PRO
DO
TTI
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M
a g srl
Ciclo monetario
+ Giacenza media materie prime (R1 +R2)/2/consumi *365
+ giacenza media dei prodotti finiti (R1+R2)/2/Costi della produzione * 365
+ periodo di produzione (semilavorati ecc.) (R1+R2)/2/Costi della produzione *
365
+ periodo di giacenza media crediti v/clienti Crediti v/clienti/Ricavi delle vendite
* 365
- periodo di giacenza media debiti v/fomitori Debiti v/fomitori/Acquisti * 365
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M
a g srl
La situazione economica
• La constatazione di un risultato economico positivo,
capiente come remunerazione del capitale di rischio, non è
una condizione sufficiente a definire "positiva" la situazione
economica.
• Occorre analizzare l'origine del reddito per stabilire il
contributo delle "diverse" gestioni (caratteristica,
finanziaria, atipica, straordinaria e tributaria).
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M
a g srl
Analisi dei risultati• AREA OPERATIVA
• Risultato operativo
• + area atipica
• Risultato corrente
• + area finanziaria
• Risultato ordinario
• + area straordinaria
• + area tributaria
• Risultato netto
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M
a g srl
Determinanti della redditività
• Condizioni di attività
• Condizioni di efficacia
• Condizioni di efficienza
• Condizioni di elasticità
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M
a g srl
La redditività:obiettivi conoscitivi
– Quale è stato il trend reddituale dell’impresa ?
– Come ha operato il meccanismo di leva finanziaria ?
– In che misura hanno inciso sulla redditività operativa le variazioni dei margini
di guadagno (ROS) e le variazioni del grado di sfruttamento della struttura
(VCC) ?
– Come si colloca l’impresa rispetto ai livelli di redditività del settore ?
– Quale politica degli investimenti viene seguita ?
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M
a g srl
La redditività globale o netta
• Esprime il tasso di redditività del capitale proprio ossia la remunerazione del capitale di pieno rischio. E' rappresentata dal ROE (return on equity)
• Dipende da numerosi fattori, infatti:
• ROE = Rn/N = Ro/K * K/N * Rn/Ro
• Il segno algebrico dipende economico (prescindendo da deficit patrimoniale).
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M
a g srl
La redditività operativa
• E' l'attitudine dell'impresa a remunerare in modo congruo gli investimenti utilizzati operativamente nell'impresa e al servizio della gestione caratteristica.
• E' misurata dal ROI (return on investment):
• Ro/Ko
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M
a g srl
La redditività operativa
• Segnala la capacità dell'impresa di remunerare il capitale
totale acquisito (proprio e di terzi) basandosi esclusivamente
sulla gestione caratteristica.
• Consente la formulazione di giudizi sull'operato degli organi
di governo dell'impresa che utilizzano capitali nella gestione
caratteristica, prescindendo dalle fonti di finanziamento utilizzate.
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M
a g srl
ROI
• Ro/Ko =Ro/V * V/Ko
• Dipende da:
– condizioni di attività aziendale che attengono il "che cosa" e il "quanto" produrre
– condizioni di efficienza che riguardano il "come" produrre il cosa e il quanto stabiliti in
precedenza
– condizioni di elasticità dell'impresa.
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M
a g srl
Analisi del ROI
Ro/Ko
(Ro-Co)/V
V/Ko
ANALISI DEL CONTO ECONOMICO A VALORI %
ANALISI DEI COSTI
RAZIONALIZZAZIONE DEL CAPITALE INVESTITO
(ANALISI DELLE V)
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M
a g srl
Esemplificazione• Caso A
Ro = 1000
Ko = 1.000
V = 8.000
• Caso B
Ro = 1000
Ko = 1.000
V = 500
ROI= 10%
ROS = 1,25%
Vel = 8
DEBOLEZZA
FORZA
ROI= 10%
ROS = 20%
Vel = 0,5
FORZA
DEBOLEZZA
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M
a g srl
La redditività delle vendite (ROS)
• E' formalizzata dal ROS = Ro/V ed esprime il reddito medio ottenuto per ogni unità di ricavo.
• Poiché Ro = ro - co, un valore positivo dell'indice di ricavo ancora disponibile segnala la porzione dopo la copertura di tutti i costi caratteristici.
• Dipende da numerosi fattori:
– dal lato dei ricavi: quantità, prezzi, mix;
– dal lato dei costi: consumi, costi operativi, ammortamenti, ect..
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M
a g srl
La velocità di rotazione del capitale investito (V/K)
• Esprime:
– il ricavo medio per unità di investimento operativo o caratteristico:
– quante volte, nell'arco di un periodo amministrativo, il capitale investito si
è trasformato in risorse finanziarie grazie alle vendite.
• Esistono misurazioni più analitiche che prendono in considerazione solo
alcuni elementi del capitale.
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M
a g srl
La leva finanziaria
• La redditività netta (ROE) dipende anche dalla composizione delle
fonti di finanziamento; in particolare si può notare che in
determinate circostanze (ROI > i) è possibile provocare aumenti di
ROE semplicemente incrementando il capitale di credito (a parità di
tutte le altre condizioni).
• La formulazione matematica è la seguente:
• ROE-[ROI+(ROI-i) * (p+)/N] * (1-t)
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M
a g srl
Esempio
• Consideriamo due aziende “A” e “B” che abbiano un eguale
utile operativo ed una diversa struttura finanziaria:“A” “B”
Ro 360 360
Of 150 75
Rn 210 285
N 1.000 1.500
P 1.000 500
K 2.000 2.000
ROI 18% 18%
ROE 21% 19%
La differenza del ROE dipende:
• dall’utile operativo,
• dalla struttura finanziaria,
• dall’incidenza dei costi e dei ricavi
delle aree non caratteristiche.
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M
a g srl
La leva finanziaria
• L'aumento del numeratore del rapporto (p+)/K provoca una
modificazione nella redditività netta che assume segno positivo o negativo
a seconda che ROI>i o viceversa.
• L'attuazione di una politica di "leverage" presuppone una particolare
capacità di previsione delle variabili economiche ROI ed i.
• Esistono comunque limiti “fisiologici” all'applicazione di tale politica.
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M
a g srl
La leva finanziaria
• Emerge che: ROI =20%; i = 10%; ROE =30%
• Si può osservare che un aumento degli investimenti di lit.100, ottenuto ricorrendo
all'indebitamento, provoca un aumento della redditività netta al 32% (a parità di altre condizioni).
STATO PATRIMONIALE CONTO ECONOMICON= 500 Reddito operativo 200+p= 500 - Oneri fi nanziari 50
K= 1.000 K= 1.000 = reddito netto 150
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M
a g srl
La leva finanziaria• La situazione risulta così modificata
• Emerge che: ROI =20%; i = 10%; ROE =32%
• L’incremento di ROE (+ due punti percentuali) è stato prodotto da un incremento
dell’indebitamento, a parità di altre condizioni.
STATO PATRIMONIALE CONTO ECONOMICON= 500 Reddito operativo 220+p= 600 - Oneri fi nanziari 60
K= 1.100 K= 1.100 = reddito netto 160
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M
a g srl
La leva finanziaria
• Si valutino gli effetti di un incremento di lit.100 di finanziamenti (opportunamente investiti) nelle tre
ipotesi (a parità di ROI ed i).
STATO PATRIMONIALE CONTO ECONOMICO (3 ipotesi)p+p= 500 Ro 200 100 150N= 500 Of 50 50 100
1.000 1.000 Rn 150 50 50
ROI 20% 10% 15%I 10% 10% 20%ROE 30% 10% 10%
70
M
a g srl
La leva finanziaria
• La situazione migliora nell’ipotesi 1), resta costante nella 2) e peggiora nella 3).
STATO PATRIMONIALE CONTO ECONOMICO (3 ipotesi)p+p= 600 Ro 220 110 165N= 500 Of 60 60 120
1.100 1.100 Rn 160 50 45
ROI 20% 10% 15%I 10% 10% 20%ROE 32% 10% 9%
(+2pt) = (-1pt)
71
M
a g srl
La leva finanziaria (formulazione completa)
• Quale effetto si ottiene applicando la politica precedente?
ROE = [ROI+(ROI-i)*(p+)/n]*1-t) ossia:
[20+(20-10)*(600/500)]*(1-0,4)=19,2%
STATO PATRIMONIALE CONTO ECONOMICOp+= 500 Ro 200 Roi 20%N= 500 Of 50 I 10%
1.000 1.000 Ot 60 T 0,4Rn 90 Roe 18%
72
M
a g srl
La scelta della struttura finanziaria
• La struttura finanziaria di un’azienda commerciale è, al termine di un
esercizio, così configurata:
– N = 2.000; (p+) = 3.000
– Ro = 1.200; Of = 540; Ot = 330; Rn = 330
– ROI = 24%; ROE = 16,5%; i = 18%; α= 0,50%; q = 1,5
• Obiettivo: elevare il ROE al 21%
•
• Poiché K = 5.000 allora N = 1.250 e (p+) = 3.750
• Tasso di sviluppo compatibile = ROE (1 - d) = 21 (1 - 18%) = 17,22%
• (ROE / α) - ROI (21 / 0,50) - 24 • q = = = 3• ROI - i 24 - 18
73
M
a g srl
Effetto leva
Relazione tra ROE e ROI:
Redditività operativa (ROI)
ROE: Onerosità del capitale di credito (i)
Struttura finanziaria
EFFETTO LEVA
SE ROI > i
LEVA POSITIVA
MOLTIPLICATORE A
FAVORE DELROI
SE ROI < i
LEVA NEGATIVA
MOLTIPLICATORE A
SFAVORE DELROI
74
M
a g srl
Il costo del capitale
COSTO MEDIO DEL CAPITALE
Costo che l’azienda sostiene per reperire i
mezzi finanziari, quale che sia la loro
provenienza.
75
M
a g srl
Il costo del capitale
(ic * N/K) + [id * (N-K)/K]
Costo del capitale proprio (ic)*
Incidenza del capitale proprio su K+
Costo del capitale di terzi (id)*
Incidenza del capitale di terzi su K
Ossia:
76
M
a g srl
Esempio
• Calcolare il costo medio del capitale in base ai seguenti dati:
– N = 2.000; (P + ) = 2.000; K = 4.000
– Ro = 200; Of = 50; Rn = 150
– ic = 0,15; id = 0,025
Quindi:
CMC = 0,15 * 1/2 + 0,025 * 1/2 = 9% circa
77
M
a g srl
Stima del costo del capitale
STIMA DEL COSTO DEL CAPITALE PROPRIO
Tasso di interesse sugli
investimenti privi di rischio
+
premio per il rischio
78
M
a g srl
Stima del costo del capitale
COSTO DEL CAPITALE
Tasso minimo di remunerazione ritenuto
soddisfacente dai finanziatori
dell’azienda.
Creditori
Costo del capitale di terzi
Azionisti
Costo del capitale proprio
A quale livellodeve essere
fissato ?
79
M
a g srl
Rischio globale dell’impresa
RISCHIO
ESTERNO
RISCHIO
INTERNO
RISCHIO ESTERNO
GENERALE
(AMBITO DEL
MACROAMBIENTE)
RISCHIO ESTERNO
SPECIFICO
(AMBITO
SETTORIALE)
RISCHIO
OPERATIVO
RISCHIO
FINANZIARIO
RISCHIO
SISTEMATICO
RISCHIO
SPECIFICO
80
M
a g srl
Esempio
– Costo del capitale di terzi 5%
– Costo del capitale proprio 10,7%• così determinato:
• tasso di rendimento impieghi senza rischio 3%
• premio medio per il rischio 7%
• coefficiente di rischio sistematico ß 1,1%
• Ke = 3% + 7% * 1,1 = 10,7%
– Debiti sul totale mezzi finanziari 40%
– capitale proprio sul totale mezzi finanziari 60%
Capitale di terzi 5% * 0,4 = 2%
Capitale proprio 10,7% * 0,6 = 6,4%
Costo medio del capitale = 8,4%
81
M
a g srl
Il Rendiconto Finanziario: obiettivi conoscitivi
• Come è variata la liquidità nell’impresa ?
• A quanto ammontano le fonti e gli impieghi ?
• A quanto ammonta il reddito spendibile ?
• Quali sono le componenti fondamentali del R.S. ?
• A quanto ammonta il flusso di cassa della gestione reddituale ?
• Quali sono le componenti fondamentali di tale flusso ?
• Quale è la fonte di liquidità prevalente ?
• Quale è l’impiego di liquidità prevalente ?
• Come sono correlati gli impieghi e le fonti ?
82
M
a g srl
Fasi per la preparazione del rendiconto
– Calcolo delle variazioni patrimoniali grezze
– Definizione della nozione di risorsa finanziaria
– Analisi della variazione grezza tenuto conto delle informazioni
aggiuntive fornite dalla nota integrativa
– Eliminazione delle variazioni che non rappresentano movimenti
finanziari
– Predisposizione del rendiconto finanziario
83
M
a g srl
Definizione di risorsa finanziaria
– Disponibilità liquide nette (al netto dei c/c bancari passivi)
– Disponibilità liquide nette + titoli disponibili
– Disponibilità liquide e differite nette
– Disponibilità liquide e differite al netto delle passività correnti
– Attivo circolante al netto dei soli c/c bancari passivi
– Capitale circolante netto
84
M
a g srl
Fondo di liquidità
• Liquidità iniziale Lit.
1.950
• Liquidità finale Lit. 2.490
• Variazione negativa di liquidità è pari a Lit.
540• Quali sono le cause che hanno prodotto tale
variazione e a quali classi di operazioni sono
attribuibili ?
85
M
a g srl
La genesi dei flussi finanziari
• Gestione reddituale o corrente
• a) reddito spendibile,
• b) reddito spendibile rettificato, ossa flusso di cassa della gestione
reddituale o corrente
• Investimenti o disinvestimenti
• relativi ad attività non direttamente attinenti alla gestione
reddituale
• Acquisizioni o rimborsi di finanziamenti
• Altre operazioni
• operazioni sul capitale proprio e dividendi
86
M
a g srl
La genesi degli impieghi finanziari
• Flusso di cassa per Investimenti
• a) relativi ad impianti e macchinari
• b) partecipazioni
• Flusso di cassa per rimborsi di finanziamenti
• a) Rimborso di debiti finanziari a MLT
• b)Rimborso di capitale proprio
• Altre operazioni
• Flusso di cassa per il pagamento di dividendi
87
M
a g srl
Composizione della variazione globale del CCN - Cause che la determinano
FONTI REDDITUALI
Ricavi finanziari > costi
finanziari
ASSORBIMENTO REDDITUALE
Ricavi finanziari < costi
finanziari
REDDITO SPENDIBILE
DIMINUZIONE DI ATTIVO FISSO
INCREMENTO DI PASSIVITA’ A
M/L
INCREMENTO DI CAPITALE
PROPRIO
INCREMENTO DI ATTIVO FISSO
DIMINUZIONE DI PASSIVITA’ A M/L
DIMINUZIONE DI CAPITALE
PROPRIO E DISTRIBUZIONE DI UTILI
VARIAZIONE GLOBALE DI C.C.N.
FONTI IMPIEGHI
AREA
GESTIONE
CORRENTE
AREAGESTIONE
NONCORRENTE
300
400
500
100
200+
200
300
200
F - I = 400
88
M
a g srl
Composizione della variazione globaledei flussi di liquidità: cause che la determinano
FONTI REDDITUALI
Ricavi finanziari > costi
finanziari
ASSORBIMENTO REDDITUALE
Ricavi finanziari < costi
finanziari
REDDITO SPENDIBILE
+ VARIAZIONE POSITIVA DEBITI- VARIAZIONE NEGATIVA DEBITI+ VARIAZIONE NEGATIVA CREDITI- VARIAZIONE POSITIVA CREDITI+ DECREMENTO RIMANENZE- INCREMENTO RIMANENZE
CASH FLOW OPERAZIONALE
DIMINUZIONE DI ATTIVO FISSOINCREMENTO DI PASSIVITA’ A M / LINCREMENTO DI CAPITALE PROPRIO
INCREMENTO DI ATTIVO FISSODIMINUZIONE DI PASSIVITA’ A M / LDIMINUZIONE DI CAPITALE PROPRIO E DISTRIBUZIONE DI UTILI
VARIAZIONE GLOBALE DI LIQUIDITA’
CASH FLOW GLOBALE
FONTI IMPIEGHI
+ -
AREA
GESTIONE
CORRENTE
AREAGESTIONE
NONCORRENTE
89
M
a g srl
Relazioni tra gestione economica, CCN e flussi di cassa
• Utile della gestione = 1.100
• Flusso di cassa generato dalla gestione reddituale = 3.200
• Reddito spendibile = variazione in aumento del C.C.N. = 1.400
VOCI DEL C.E. VALORI CREDITIRIM.
MAT.RIM.PROD.
DEBITIVS.
FORN.
DEBITIVS.PERS.
CASSA
Ricavi di vendita 8.000 500 7.500Variazione prodotti 150 150 0Acquisto materie - 4.000 2.000 0 - 2.000Costi servizi vari - 300 - 300Costo mano D’opera -2.500 500 - 2.000Ammortamenti - 200Accantonamento F. TFR - 100Variazione materie 50 50 0Utile d’esercizio 1.100 500 50 0 150 0 2.000 0 500 3.200
90
M
a g srl
Il modello del valore: obiettivi
• Conoscere la caratteristiche dei parametri contabili ai fini
della misuraz. delle performance aziendali
• Conoscere il concetto di capitale economico
• Spiegare i principi fondamentali della creazione del valore
• Comprendere il significato dell'EVA
91
M
a g srl
Parametri contabili e misurazione della performance
• La performance dell'azienda esprime il risultato complessivo conseguito
nello svolgimento dell'attività aziendale.
• La misura della performance evidenzia il grado di raggiungimento degli
obiettivi aziendali
• La misura della performance svolge due importanti funzioni:
– orienta le scelte aziendali
– consente di comunicare agli stakeholder i risultati.
92
M
a g srl
Limiti delle misure contabili di bilancio e loro rielaborazioni
– REGOLE GIURIDICHE
– IL RISCHIO
– VALORE FINANZIARIO DEL TEMPO
– VALORE DELLE RISORSE IMMATERIALI
93
M
a g srl
Il riferimento al capitale economico
• Il capitale economico è il valore economico attribuibile al "capitale proprio" di un'azienda tenuto conto dei suoi risultati filtri
• Il capitale economico esprime un indicatore di riferimento della performance aziendale
94
M
a g srl
Impieghi del CE
– DETERMINARE IL PREZZO DI SCAMBIO DEL CAPITALE
– DETERMINARE IL REDDITO D'ESERCIZIO
– SCELTA TRA ALTERNATIVE DI IMPIEGO DELLE RISORSE AZIENDALI
95
M
a g srl
La creazione del valore
• Per l'azionista il risultato della gestione nel periodo i comprende:
– i dividendi del periodo 1
– eventuale aumento a pagamento del capitale durante l'esercizio i
– variazione del CE nel periodo 1
96
M
a g srl
Creazione, realizzazione e diffusione del valore• Creazione (riguarda le iniziative aziendali che agiscono sulla capacità di
reddito e sulla diminuzione del rischio).
– Miglioramenti interni
– Miglioramenti realizzabili per vie esterne
– Ristrutturazioni finanziarie e societarie
• Questa fase si focalizza sul trasferimento delle maggiori potenzialità reddituali nei prezzi delle azioni espressi dai mercati borsistici.
• Queste ultime, infatti, dipendono non solo dalla capacità reddituale dell'impresa, ma da altri fattori che manifestano il loro effetto proprio in questa fase.
97
M
a g srl
La misura del valore
• W0 =
• dove:
W0 = valore odierno del capitale per l'investitore
dt = dividendo atteso al periodo T (per T variabile da 1 a n)
Pn = probabile prezzo di cessione dell'investimento al tempo n
Vo; Vt coefficienti di attualizzazione
• Come fissare il tasso di attualizzazione?
98
M
a g srl
Tasso di attualizzazione
• i = i' + s
• Dove: i = tasso di rendimento atteso dall'azionista
• i' = tasso di investimenti privi di rischio
• s = remunerazione per il rischio dell'investimento in una certa
impresa
99
M
a g srl
Il rischio
RISCHIO PER L’INVESTIMENTO IN
AZIENDA
RISCHIO OPERATIVO
RISCHIO FINANZIARIO
RISCHIO SISTEMATICO
RISCHIO SPECIFICO
100
M
a g srl
Economie Value Added (EVA)
• L'EVA è uno dei principali indicatori del valore aziendale e si
determina come segue;
• EVA=NOPAT - WACC x C
• dove:
– NOPAT= RO rettificato al netto delle imposte
– WACC= costo medio ponderato del capitale investito (weithted
Average Cost of Capital)
– C= capitale investito rettificato
101
M
a g srl
I value driver dell'EVA
• NOPAT
• ricavi (soddisfazione Cliente, prezzi, mix vendita, volumi) ; costi (efficienza)
• WACC
• rischio operativo e rischio finanziario
• C– allocazione capitale(portafoglio prodotti, portafoglio clienti, portaf.paesi);
– allocazione capitale(saturazione capacità, politiche di sost./rinnov./innovaz
immob., incasso crediti, dilazione fornitori, riduzione scorte)
102
M
a g srl
• Il controllo può essere:
– Controllo strategico, verifica la validità delle strategie in conformità ai cambiamenti
ambientali
– Controllo manageriale, verifica che l'organizzazione aziendale sia sufficientemente
motivata, condivida le scelte aziendali e raggiunga i risultati desiderati;
• Effetti del controllo sull'organizzazione:
– Migliora l'informazione verso i dipendenti;
– Motiva i dipendenti
– Verifica che sussistano le capacità e le competenze necessarie per svolgere le funzioni
assegnate
103
M
a g srl
• Come evitare i problemi del controllo:
– eliminazione delle attività aziendali (Outsourcing);
– automazione;
– centralizzazione;
– condivisione del rischio con soggetti esterni.
• La necessità di un controllo di gestione formalizzato nasce soprattutto
nelle seguenti situazioni:
– crescita dimensionale (strutturale e/o operativa);
– aumento della turbolenza ambientale;
– passaggio da una direzione imprenditoriale ad una direzione manageriale
104
M
a g srl
• Oggetto del controllo possono essere:
– le azioni: gli strumenti utilizzati agiscono direttamente su comportamenti dei
dipendenti;
– i risultati: gli strumenti utilizzati tendono a responsabilizzare i soggetti sugli
esiti delle loro attività e a gratificare coloro che migliorano le loro performance
105
M
a g srl
• Il controllo dei risultati si identifica con il controllo di gestione e consiste
nel responsabilizzare gli individui (o gruppi di individui) sugli esiti delle loro
attività.
• L'obiettivo è quello di motivare i soggetti aziendali a perseguire i risultati
indicati dall'alta direzione (è utile formalizzare un sistema di incentivazione
legato ai risultati).
• Tali controlli incoraggiano i dipendenti ad intraprendere le azioni più
idonee per raggiungere i risultati desiderati
106
M
a g srl
• Responsabilizzare significa:
– Far conoscere ai vari responsabili le aree di risultato critiche per l'azienda;
– Fornire elementi di motivazione affinché i soggetti raggiungano i risultati fissati dall'alta direzione
– assicurare un nesso tra la responsabilità assegnata al soggetto e le leve su cui esso può esercitare il suo potere decisionale.
107
M
a g srl
Il controllo di gestione
• É il processo attraverso il quale i responsabili
ai vari livelli si assicurano che le risorse
vengano acquisite ed impiegate in modo
efficace ed efficiente per il conseguimento
degli obiettivi d'impresa
108
M
a g srl
Il controllo di gestione
• Il sistema di controllo è nel contempo:
– Un metodo di lavoro direttivo mediante il quale l'azienda si dota di strumenti
idonei a migliorare la qualità decisionale.
– Un sistema di misura e valutazione delle performance aziendali in quanto gli
obiettivi assegnati ai vari responsabili costituiscono i parametri per valutare la
loro capacità.
109
M
a g srl
Il controllo di gestione
PROCESSO
OUTPUT
RISULTATI ATTUALI
REGOLATOREconfronto tra il budget e il
consuntivo
INTPUT
COME DA BUDGET
FEEDBACK FEEDBACK
110
M
a g srl
Controllo di Feedback e Feedforward
• Il FEEDBACK CONTROL riguarda il monitoraggio delle differenze tra
i risultati desiderati e risultati ottenuti. Su queste informazioni si
fondano le azioni correttive da apportare al piano/programma.
• Con il FORWARD CONTROL le previsioni e quindi il piano
programma viene elaborato sulla base delle informazioni acquisite
confrontando i risultati attesi con quanto si vorrebbe ottenere in un
certo filtro. Gli interventi correttivi sono finalizzati a ridurre queste
differenze.
111
M
a g srl
Fasi del controllo di gestione
• Definizione degli obiettivi da raggiungere entro un certo periodo di tempo.
• Elaborazione ed approvazione di un programma opportunamente articolato e
coordinato per il raggiungimento di tali obiettivi.
• Rilevazione delle informazioni consuntive sull'andamento effettivo della gestione.
• Confronto tra risultati raggiunti e programmati.
• Analisi delle cause di scostamento.
• Adozione di adeguati provvedimenti "correttivi".
112
M
a g srl
• I soggetti coinvolti nel CG sono :
– L’Alta Direzione (pianificazione, programmazione e controllo);
– tutti i manager, fino ai livelli inferiori della struttura, che
necessitano di informazioni per prendere decisioni utili per il buon
funzionamento dell'impresa (programmazione e controllo);
– gli specialisti del controllo (controller);
113
M
a g srl
Gli elementi del sistema di controllo di gestione
STRUTTURA ORGANIZZATIVA
MODALITÀ DI DISTRIBUZIONE E
ASSEGNAZIONE DELLE RESPONSABILITÀ
ECONOMICHE ALL’INTERNO DELL'AZIENDA
STRUTTURA TECNICO-
CONTABILE
CONTABILITÀ GENERALE
CONTABILITÀ ANALITICA
BUDGET
COSTI STANDARD
REPORTING
STRUTTURA ORGANIZZATIVA
DEFINIZIONE OBIETTIVI
MODALITÀ DI CONTROLLO LORO RAGGIUNGIMENTO
PREDISPOSIZIONE AZIONI CORRETTIVE
114
M
a g srl
• Le dimensioni del controllo:
– ECONOMICO-FINANZIARIO E VALORE
– ORGANIZZAZIONE (COESIONE E MOTIVAZIONE)
– KNOW-HOW INTERNO
– CAPACITÀ RELAZIONALE CON L'ESTERNO
– CLIENTI
– FORNITORI
– AMBIENTE
– ETICA
115
M
a g srl
DIREZIONE GENERALE
Direzione marketing
Direzione produzione
Direzione personale
Direzione amministrativa
Direzione finanza
Direzione ricerca
Stabilimento “1”
Stabilimento “2”
Officina 2.1 Officina 2.3
Reparto acquistiReparto
assemblaggio.
Reparto coloritura
Reparto collaudo
La struttura funzionale
116
M
a g srl
Direzione generale
Divisione “A” Divisione “B” Divisione “C”
Marketing Produzione
Stabilimento “A”
Stabilimento “B”
Amministrazione Personale
La struttura divisionale
117
M
a g srl
Gli oggetti dei CG
• L'intero sistema aziendale mediante il monitoraggio dei risultati
globali (Bilancio).
• Specifici sub-sistemi aziendali mediante il monitoraggio dei risultati
dei sub-sistemi più significativi. In quest'ultimo caso è importante
individuare le diverse modalità di disaggregazione della gestione
globale al fine di scegliere quella più consona alle esigenze della
direzione.
• Tutte le modalità di disaggregazione consentono di individuare aree
di risultato, ossia sub-sistemi di cui misurare l'efficienza o l'efficacia
118
M
a g srl
• Non tutte le aree di risultato sono aree di responsabilità o
centri di responsabilità, ossia degli insiemi di operazioni
sottoposti alla responsabilità di un preciso soggetto
nell'ambito della struttura organizzativa
• Sono aree o centri di responsabilità le funzioni aziendali o le
sub-funzioni. Le aree di risultato possono essere centri di
responsabilità solo se nell'ambito della struttura organizzativa
sono previste delle figure che presidiano tali aree (project
manager, product manager, process manager etc.)
119
M
a g srl
• L'individuazione ed il monitoraggio dei sub-sistemi è necessario
per:
– ridurre la complessità dell'azienda
– risalire alle vere cause dei risultati aziendali e alle fondamentali "leve"
per influenzarli
– individuare i soggetti a cui compete la responsabilità dei risultati stessi
120
M
a g srl
Centri di responsabilità
• Centri di costo• Sono le aree di responsabilità in cui i responsabili sono in grado di
influenzare in modo diretto ed in misura significativa solo i costi.
• Centri di ricavo• Sono i centri di responsabilità in cui le azioni dei rispettivi responsabili
influenzano in modo diretto ed in misura significativa:A) ricavi di vendita;B) costi di funzionamento del centro stesso.
• Centri di profitto• Sono unita' organizzative dotate di ampia autonomia decisionale nelle
quali i managers con le loro azioni sono in grado e influenzare in modo diretto ed in misura significativa il risultato economico (ricavi-costi) di particolari combinazioni produttive (line……………………………….)
121
M
a g srl
Strumenti contabili del controllo di gestione
• Il controllo di gestione si avvale di adeguati strumenti contabili, cioè di
un sistema informativo per il controllo economico-finanziario della
gestione:
– la COGE e il BILANCIO DI ESERCIZIO
– la CONTABILITA' ANALITICA
– il BUDGET ed i COSTI STANDARD
122
M
a g srl
CONTABILITA’ GENRALE E BILANCIO
D’ESERCIZIO
CONTABILITA’ ANALITICA PER CENTRI
DI COSTO E PER ATTIVITA’
BUDGET ED ALTRE MISURAZIONI A
PREVENTIVO
RILEVAZIONI EXTRACONTABILI
REPORTING
Strumenti contabili ed extracontabili del controllo di gestione
123
M
a g srl
Il processo logico del controllo di gestione
CONTABILITÀ GENERALE
CONTABILITÀ ANALITICA BUDGET
SISTEMA DI REPORTING
MANAGEMENTESTERNO
124
M
a g srl
Obiettivi della contabilità industriale
• Orientare talune decisioni aziendali in base a calcoli di convenienza economica;
• permettere la programmazione ed il controllo di gestione
• valutare le rimanenze di magazzino per rendere possibile la compilazione del bilancio d'esercizio.
125
M
a g srl
Contabilità industriale
– Per contabilità industriale si intende un insieme di determinazioni economico-quantitative mediante le quali si calcolano i costi di particolari oggetti, individuabili all'interno del sistema aziendale.
– I tipici oggetti di attribuzione dei costi sono:
• i centri di costo
• i prodotti
126
M
a g srl
Contabilità industriale
• I dati della contabilità industriale fanno parte del sub- sistema
informativo orientato alla programmazione ed al controllo della
gestione, le cui informazioni sono espresse in termini economico-
finanziari, cioè in unità monetarie.
• Presupposto:
• Ogni unità organizzativa, in quanto impiega delle risorse, influenza
con il proprio operato il sostenimento di certi costi.
127
M
a g srl
La programmazione dei costi
• Dal punto di vista economico, uno dei più rilevanti problemi di
costruzione del budget consiste nella programmazione dei costi.
• A seconda del modo con cui si programmano, essi si distinguono
in:
– Costi parametrici
– Costi discrezionali
– Costi vincolati
128
M
a g srl
DefinizioneElementi di costo per i quali si può determinareoggettivamente l’ammontare (cioè nota a priori laquantità di input una unità di output)
Ammontare a budget Dipende dal volume di produzione
Analisi degli scostamentiPiù bassi sono meglio è. Lo scostamento è unindice di efficienza
Periodo di controllo Breve
Costi tecnici o parametrici
129
M
a g srl
Definizione
Elementi di costo il cui ammontare non èvincolato a parametri tecnici, ma agli obiettiviche si vogliono raggiungere, senza un legamequantitativo preciso
Ammontare a budget Dipende dalla decisione della Direzione
Analisi degli scostamentiLo scostamento indica solo che ho speso +/- diquanto ero autorizzato a fare, non è una misuradi efficienza
Periodo di controllo Breve/medio
Costi discrezionali
130
M
a g srl
DefinizioneElementi di costo che sono conseguenza diimpegni assunti in passato dall’azienda
Ammontare a budget Dipende dalle decisioni prese in passato
Analisi degli scostamentiNon significativa nel breve termine. Variazioni dicosto dipendono da variazioni di struttura
Periodo di controllo Lungo
Costi vincolati
131
M
a g srl
È uno strumento di simulazione economica
Funzione del B.E.P.
• La vera funzione delle analisi di B.E.P. non è tanto cercare il volume di pareggio, bensì:
– VALUTARE IN ANTICIPO L'IMPATTO SUL PROFITTO DI QUESTE VARIABILI (o come manovrarle
in vista di un certo profitto)
– VOLUME
– PREZZO DI VENDITA,
– CAPACITA E PROGRAMMI
– EFFICIENZA INTERNA PREZZI DI ACQUISTO
132
M
a g srl
Analisi prezzi-costi-volumi
• Analisi propedeutica al budgeting
• Ricerca del volume di pareggio
• Ricerca del volume corrispondente ad un certo risultato economico
• Vera funzione dell'analisi: simulare l'impatto sul profitto delle sue
variabili
• Analisi con produzione diversificata e ricerca del fatturato di
pareggio
• Concetto di "rischio operativo" e di "leva operativa"
133
M
a g srl
Ricerca di volumi di pareggio
• Il volume di pareggio è dato daCon a= ammontare dei costi
fissi
e (p-b) = margine di
contribuzione unitario
• Mentre il volume di utile atteso è dato da
Xp= a
(p-b)
Xp= (a+u)
(p-b)
134
M
a g srl
Costi variabili, fissi e totali
0
50
100
150
200
250
q0 q q1 q2 q3 q4 q5
COSTI TOTALI
COSTI VARIABILI
COSTI FISSI
y=a+bx
y=a
y=bx
135
M
a g srl
Grafico del punto di pareggio
0
100
200
300
400
500
600
COSTI TOTALI
RICAVI TOTALI
136
M
a g srl
Esempio
– Costi fissi Lit.500 milioni
– Std fisico unitario Kg. 0,4/ unita di prodotto
– Std unitario di prezzo Lit. 200/ Kg. risorsa
– Prezzo unitario di vendita Lit. 180/unità Xp = 5001(180-80) = 5.000.000 di
unità di prodotto necessarie per raggiungere il pareggio economico.
– Reddito atteso così determinato: redditività attesa del capitale=12%, valore
medio del capitale investito=lit.1000 mio; Xu=(500+120)/100=6.200.000 unità
di prodotto necessarie per raggiungere la redditività attesa.
137
M
a g srl
Esempio
– A quanto ammonta il volume di pareggio se l’azienda peggiora la sua efficienza
del 10%? Xp=500Mni/(180-88)=5.434.000
– Che profitto ottiene l’azienda se ridimensiona la sua capacità economica del
10% e produce 5 mio di unità di prodotto? 5000000=(450 Mni+U)/100=50 Mni
– Di quanto dovrebbe aumentare il prezzo di vendita per portare il volume di
pareggio a 4.000.000 di unità?
• 4.000.000 = 500 M.ni / (p - 80) Lit.205 aumento del 13,9%
• OVVIAMENTE DI TUTTE LE SOLUZIONI VA VERIFICATA LA FATTIBILITÀ.
138
M
a g srl
Cos'è un budget
• Si può definire il budget come un programma coordinato
delle attività aziendali, a breve termine, che fissa gli
obiettivi da raggiungere, espone i costi per realizzarli ed
indica i risultati economici che devono essere conseguiti.
139
M
a g srl
Il budget
• Si tratta di:
– un programma delle operazioni di gestione da compiere in un
certo periodo ("breve"-> annuale)
– finalizzato al raggiungimento di certi obiettivi
– con una quantificazione delle risorse occorrenti.
• Non è una previsione richiede numerose previsioni.
140
M
a g srl
• Il budget è un programma di gestione, riferito all'esercizio futuro,
che si conclude con la formulazione di un bilancio preventivo.
• Il budget non è un programma qualsiasi, ma ha delle
caratteristiche precise:
– la globalità,
– l'articolazione per centri di responsabilità,
– l'articolazione per intervalli di tempo infrannuali;
– la traduzione in termini economico-finanziari, cioè in unità monetarie.
Il budget
141
M
a g srl
Il budget
– La globalità: il budget abbraccia tutta l'impresa, cioè in particolare:
• tutte le aree di attività.
• tutti i livelli organizzativi,
• tutti i prodotti.
– L'articolazione per centri di responsabilità: il budget deve guidare non solo
il comportamento dell'alta direzione, che amministra l'impresa nella sua
globalità, ma anche quello delle varie unità organizzative della struttura
aziendale. Ciò significa che il budget aziendale deve essere scomposto in tanti
"budget settoriali".
142
M
a g srl
Il budget
• L'ARTICOLAZIONE PER INTERVALLI DI TEMPO INFRAANNUALI, significa che
un programma di gestione, per essere efficace, deve essere in grado di guidare il
comportamento delle persone anche nei vari periodi dell'esercizio futuro. E' per
questa ragione che il budget annuale viene diviso in budget infraannuali
(trimestrali, mensili, etc...).
• LA TRADUZIONE IN TERMINI ECONOMICO FINANZIARI, significa che l'insieme
delle scelte che rappresentano il comportamento futuro dell'impresa viene
sintetizzato in termini quantitativi e non solo descrittivi. In particolare tale
quantificazione viene effettuata in unità monetarie, cosi da permettere, tra l'altro:
– Il consolidamento di budget settoriali
– la diffusione presso le diverse aree e livelli organizzativi di una mentalità economico
finanziaria
143
M
a g srl
Il budget
• Le funzioni del budget sono principalmente le seguenti:
– guida l'azione dei manager ai vari livelli;
– fornisce parametri economico-finanziari con i quali confrontare i risultati di gestione effettivamente ottenuti;
– permette il coordinamento a priori dei vari organi dell'azienda;
– consente di migliorare la programmazione;
– consente la comunicazione dei programmi;
– consente ai singoli manager la valutazione dei propri risultati.
144
M
a g srl
Il budget
• In sintesi, le funzioni del budget sono:
– GUIDARE
– VALUTARE
– COORDINARE
– MOTIVARE
– "FORMARE"
I MANAGER COINVOLTI NEL
PROCESSO DI CONTROLLO
145
M
a g srl
Le fasi del processo di budget
– Comunicazione, ai responsabili preposti alla elaborazione dei budget di centro,
delle politiche e delle linee guida a cui il budget deve essere ispirato;
– Individuazione dei fattori limitano o vincolano il raggiungimento degli obiettivi;
– Preparazione del budget delle vendite (volumi e mix delle vendite);
– Preparazione degli altri budget seguendo un processo "bottom-up" (ossia
iniziando a coinvolgere i livelli più bassi dell'organizzazione per poi passare alle
fasi di affinazione e coordinamento che verranno svolte dai livelli più alti)
146
M
a g srl
– Negoziazione dei budget iniziando dai livelli più bassi;
– Coordinamento e consolidamento dei budget;
– Preparazione e successiva approvazione del budget economico, patrimoniale e
del cash-flow preventivo;
– Revisione periodica del budget.
– Esempio di elaborazione del budget della produzione:
• Responsabile degli acquisti: budget delle materie prime dirette;
• Capo stabilimento: budget dello stabilimento;
• Direttore della fabbricazione: budget della fabbricazione;
• Responsabile della produzione: budget della produzione.
147
M
a g srl
Il budget, documenti amministrativi• Il budget, a livello globale aziendale, assume la forma di un bilancio preventivo,
cioè traduce i programmi di gestione dei successivo anno in prospetti aventi la
struttura dei bilanci.
• Il BUDGET AZIENDALE si compone di:
– BUDGET ECONOMICO
– BUDGET PATRIMONIALE
– BUDGET FINANZIARIO (di cassa e fonti-impieghi)
– BUDGET ECONOMICO, assume la forma contabile di un conto economico.
– BUDGET PATRIMONIALE, è uno stato patrimoniale preventivo, riferito al 31 dicembre del
successivo esercizio.
– BUDGET FINANZIARIO, è un documento che accoglie i flussi finanziari previsti per il
successivo esercizio.
148
M
a g srl
Budget economico
• VENDITE 6.900.000
• COSTO PROD.VEN. 4.000.000
• UT.LOR. VENDITE 2.900.000
• COSTI DIST./VEN. 900.000
• COSTI AMM. 200.000
• UTILE CARATTER. 1.800.000
• ONERI E PROV.FIN. 300.000
• UTILE AL LOR.IMP 1.500.000
• IMPOSTE E TASSE 200.000
• UTILE NETTO 1.300.000
149
M
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Fasi di formazione del budget
BUDGET DEGLI INVESTIMENTI
OBIETTIVI GENERALI DEL PIANO
OBIETTIVI GENERALI DEL BUDGET
BUDGET COMMERCIALE
BUDGET DEL MAGAZZINO PRODOTTI
BUDGET DI PRODUZIONE
BUDGET DELLE ALTRE AREE
BUDGET GLOBALE AZIENDALEeconomico, finanziario e patrimoniale
BUDGET DELLE QUANTITÀ VENDUTE E DEI RICAVI
BUDGET DEI COSTI COMMERCIALI
BUDGET DELLE QUANTITÀ PRODOTTE
BUDGET DEI COSTI DI PRODUZIONE
BUDGET DELLE ACQUISIZIONI DI PERSONALE E MATERIE
BUDGET DEI COSTI DELLE ALTRE AREE
150
M
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Il budget commerciale– Ricavi e costi commerciali
– Ricavi: 3 variabili (Volume, prezzo, mix)
– Volume Quantità da vendere = ordini da acquisire/fatturato nelle
produzioni di serie
– Prezzo: problema molto complesso a causa di
• Pluralità di variabili in gioco
• Interdipendenza tra le variabili
• Incertezza nel loro andamento futuro
– Mix: la scelta deriva da un calcolo di convenienza economica (MLC)
151
M
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Il budget di produzione
– Volume da produrre
– Costi industriali da sostenere
• Costi standard
• Budget flex, costi indiretti industriali
– Risorse da acquistare
• Materie
• Lavoro diretto
152
M
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Sistema di reporting
• Il sistema di reporting interno è io strumento che serve per
comunicare alla direzione, secondo i diversi gradi di
responsabilità, le informazioni economico-finanziarie e fisico-
tecniche rappresentative della gestione.
• L'importanza dello strumento è correlata alla sua capacità di
valorizzare le informazioni raccolte; classificate, selezionate e
elaborate
153
M
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Caratteristiche del Sistema di Reporting– Direzione del flusso
– Contenuto
– Peculiarità delle informazioni:
• selettività
• rilevanza
• attendibilità
• affidabilità dei dati
• tempistica e forma
– Fattori che hanno generato un aumento del fabbisogno informativo
dell'alta direzione:
– globalizzazione
– strategie di differenziazione
– information tecnology
– customer satisfaction;
– qualità
154
M
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• Il sistema di Reporting deve soddisfare almeno tre fabbisogni direzionali:
– prevedere le tendenze evolutive dei rapporto azienda-ambiente per cogliere in via anticipata le opportunità e le minacce;
– controllare in modo tempestivo e continuo i risultati economici, competitivi e sociali, confrontandoli con gli obiettivi prestabiliti;
– disporre sempre di una base interattiva e flessibile, così da consentire il supporto ai processi decisionali del management
• Le informazioni raccolte sono riconducibili a tre categorie:
– quantitativo monetarie
– quantitativo non monetarie
– qualitative
155
M
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• Le informazioni che possono essere oggetto di report giornalieri:
– Indicatori del volume d'affari;
– volumi di vendita tendenziali e consistenza del portafogli ordini;
– andamento produttivo (ore lavorate, prodotti lavorati, indici di
produttività, in dici di qualità);
– indicatori sul personale (turnover, assenteismo);
– indicatori gestione liquidità;
– eventi esterni e loro effetti sulla produzione.
156
M
a g srl
• Tra i modelli innovativi di Reporting troviamo la Balance
scorecard, che consente un più approfondito controllo sui risultati
dell'attività svolta in relazione alle strategie perseguite.
• Questa scheda di valutazione consente all'alta direzione di
utilizzare una tavola sintetica che fornisce informazioni su:
– le performance economico-finanziarie
– il cliente e la sua soddisfazione
– i processi interni
– l'apprendimento
157
M
a g srl
Relazioni che intercorrono tra la pianificazione ed il controllo e le scelte decisionali• Processo di pianificazione
– Identificazione degli obiettivi
– Individuazione di percorsi alternativi
– Analisi delle informazioni riguardanti i vari percorsi
– Scelta del percorso più conveniente
– Attuazione della scelta
• Processo di controllo
– Elaborazione del programma/budget
– Confronto tra programma e consuntivo
– Correzione degli eventuali scostamenti con interventi sulle azioni e sugli obiettivi
158
M
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Confronto tra pianificazione e controllo
PIANIFICAZIONE
Orizzonte temporale: lungo
“Output” del processo:politiche di gestione e relativi
piani di gestione
Soggetti coinvolti:Top ManagementStaff Pianificazione
Attività mentale: creativa, analitica
Processo: irregolare, poco formalizzabile, con largo uso di informazioni da FONTI ESTERNE
CONTROLLO
Orizzonte temporale: breve
“Output” del processo:programma operativi entro i
confini già delimitati
Soggetti coinvolti:Top e Middle ManagementStaff Amministrativo
Attività mentale: gestionale e persuasiva
Processo: regolare e continuativo, formalizzabile, con largo uso di INFORMAZIONI INTERNE
159
M
a g srl
I costi standard - premesse
• Il controllo dei costi consuntivi deve essere effettuato attraverso l'utilizzo un "valido confronto".
• Tale confronto, che spesso ha natura temporale, viene realizzato comparando un costo riferito ad un dato oggetto ad un certo tempo e un costo analogo riferito allo stesso oggetto ma in un tempo diverso.
• Le differenze che ne derivano non sono importanti in "sé e per sé" ma solo in quanto diventi possibile interpretarle (individuare le cause che le hanno generate).
160
M
a g srl
I costi standard - premesse • Quando il confronto avviene tra costi riferiti a tempi
corrispondenti di periodi susseguenti le condizioni generali di
riferimento possono non essere omogenee a causa dei mutamenti
esterni/interni all'impresa intercorsi nel periodo considerato.
– La mancanza di omogeneità inficia inevitabilmente il confronto.
– Il confronto tra consuntivi riflette solo passivamente gli svolgimenti
concreti dei processi d'azienda.
• Il controllo dei costi deve essere finalizzato a migliorare le condizioni
di svolgimento dei processi.
161
M
a g srl
I costi standard - premesse
• E' preferibile che il confronto avvenga tra i costi consuntivi e altri
costi elaborati al fine di costituire proprio un termine di paragone
(finalizzato al controllo).
• Tal costi, costruiti ad hoc sono i costi standard o costi tipo.
• L'utilizzo degli standard elimina (almeno in parte) gli
inconvenienti 1) e 2), poiché essi sono elaborati studiando
rigorosamente il processo in cui sono inseriti.
162
M
a g srl
I costi standard• Sono valori, elaborati rigorosamente, che rappresentano i costi tipici di
oggetti variamente definiti. Al costo standard è possibile attribuire la nozione di:
• Costo medio
• Costo minimo
• Costo previsto
• COSTO NORMALE
• COSTO CONVENIENTE
• COSTO IDEALECONFIGURAZIONI DERIVANTI DA
STUDI RIGOROSI DEI PROCESSI E
DELL'AMBIENTE
163
M
a g srl
I costi standard
• La determinazione del costo standard ha come punto di partenza
l'analisi e lo studio delle condizioni di svolgimento dei processi
dell'impresa, avendo riguardo alle esperienze passate ed ai
vincoli strutturali.
• Particolare attenzione meritano le indagini relative a:
– livello di efficienza raggiungibile,
– contesto ambientale di riferimento (analisi di macro ambiente)
164
M
a g srl
SVOLGIMENTOPROCESSI
EFFICIENZA STANDARD
regolare sufficiente normali
miglioramento buona convenienti
ottimale ottimale ideali
Ogni standard si riferisce comunque a "condizioni standard" dove il significato da attribuire alle condizioni sarà diverso a seconda del livello raggiunto.
I costi standard
• L'analisi delle condizioni di efficienza assume un 'importanza
fondamentale poiché, con riguardo ai livelli raggiungibili
dall'impresa, si possono formulare diverse ipotesi:
165
M
a g srl
I costi standard
• Sono determinabili i seguenti standard:
– quantità STD delle materie prime dirette impiegate;
– tempi STD della mano d'opera diretta;
– prezzi STD delle materie prime dirette;
– remunerazione STD della mano d'opera diretta;
– STD dei costi indiretti.
• La determinazione dello standard implica la configurazione di classi elementari di costi in relazione alle quali gli standard devono essere con figurati.
166
M
a g srl
I costi standard
• Gli standard sono raggruppabili in sistemi di costi
standard. Le imprese possono utilizzare:
– il sistema dei costi standard correnti
– il sistema dei costi standard di base.
167
M
a g srl
I costi standard correnti
• Servono per stabilire traguardi da raggiungere. Esprimono i livelli
di costo raggiungibili date certe condizioni di prezzo e quantità
dei fattori impiegabili nonché di livelli realizzabili di produzione.
• L'adozione di tale sistema impone confronti periodici coi risultati
per valutare le deviazioni che sono espressione dell’efficienza
raggiunta.
• Devono essere frequentemente variati per riflettere le condizioni
esistenti nell’impresa.
168
M
a g srl
I costi standard di base
• Vengono determinati quando il sistema dei costi standard
è introdotto nell’impresa e subiscono modificazioni solo in
caso di profonde mutazioni interne (processi o prodotto) ed
esterne (ambientali).
169
M
a g srl
La determinazione dello STD (di MOD)
– Il costo standard di MOD presuppone l'individuazione dei tempi di lavoro
standard e delle remunerazioni unitarie standard.
– Determinazione dei tempi:
• Collaborazione coi tecnici ed esperti della contabilità industriale;
• Utilizzo di procedimenti (calcolo, stima, diretto, confronto);
• Inserimento di rettifiche
– Determinazione delle remunerazioni
• Paghe orarie o ad incentivo o a cottimo.
170
M
a g srl
Budget flessibilizzato
a) i costi variabili variano in relazione ai volumi
b) i costi semivariabili vanno scomposti in: parte fissa e parte
variabile, e quest’ultima varietà in relazione ai volumi.
• Esempio di budget flessibilizzato di stabilimento industriale.
LIVELLI DI ATTIVITÀVoci di costo Formula budget 8.000 9.000 10.000 11.000 12.000Mano d’opera diretta L.6 per prodotto 48.000 54.000 60.000 66.000 72.000Materia 1 diretta L.5 per prodotto 40.000 45.000 50.000 55.000 60.000Costi indiretti
Mano d’opera40.000 fisso + L.4 perprodotto
72.000 76.000 80.000 84.000 88.000
Energia elettrica6.000 fisso + L.1 perprodotto
14.000 15.000 16.000 17.000 18.000
Manutenzione eriparazione
6.000 fisso + L.2 perprodotto
21.000 23.000 25.000 27.000 29.000
Materiali indiretti L.0,5 per prodotto 4.000 4.500 5.000 5.500 6.000Ammortamento 10.000 fisso 10.000 10.000 10.000 10.000 10.000
TOTALE 209.000 227.500 246.000 264.000 283.000
171
M
a g srl
Scomposizione e scostamenti
• Con il calcolo e la scomposizione degli scostamenti si risponde a:
– perché si è manifestata una differenza tra risultati attesi e risultati reali;
– chi è il responsabile di tale differenza e deve intervenire per porvi riparo o per
evitarla in futuro;
– come è opportuno intervenire, cioè con quali provvedimenti correttivi.
172
M
a g srl
Analisi degli scostamenti per centro di responsabilità
COSTO STANDARD DELLA
PRODUZIONE EFFETTIVA SVOLTA
IN CIASCUN CENTRO
COSTO EFFETTIVO PER CIASCUN
CENTRO
CONFRONTO TRA COSTI EFFETTIVI E COSTI
STANDARD ED ANALISI DEGLI SCOSTAMENTI
RICERCA DELLE CAUSE CHE HANNO DETERMINATO GLI
SCOSTAMENTI ED INDIVIDUAZIONE DEI CORRETTIVI DA
APPORTARE
AGGIUSTAMENTO DEGLI STANDARD: CONSUMI O
PREZZI
173
M
a g srl
Gli scostamenti
SCOSTAMENTI DI RISULTATI
SCOSTAMENTI DEI COSTI DI
VENDITA E DI DISTRIBUZIONE
SCOSTAMENTI DEI COSTI DI
PRODUZIONE
SCOSTAMENTO DEI RICAVI DI
VENDITA
VARIAZIONE
COSTO
MATERIA
PRIMA
VARIAZIONE
COSTO
MANODOPER
A
VARIAZIONE
COSTI
INDIRETTI
VARIABILI
VARIAZIONE
COSTI FISSI
VARIAZIONE
PREZZO
VARIAZIONE
EFFICIENZA
VARIAZIONE
COSTO
VARIAZIONE
EFFICIENZA
VARIAZIONE
COSTO
VARIAZIONE
EFFICIENZA
VARIAZIONE
PREZZO
VARIAZIONE
MIX
VARIAZIONE
VOLUME
174
M
a g srl
Costi pieni
COSTI
COSTI DI
FABBRICAZIONEALTRI COSTI
MATERIE LAVORO COSTI INDIRETTI
CONTO ECONOMICO
PRODOTTI IN
LAVORAZIONEPRODOTTI FINITI
175
M
a g srl
Costi variabili
COSTI
COSTI DI
FABBRICAZIONEALTRI COSTI
MATERIE LAVORO COSTI INDIRETTI
CONTO ECONOMICO
PRODOTTI IN
LAVORAZIONEPRODOTTI FINITI
COSTI INDIRETTI
VARIABILI
COSTI INDIRETTI
FISSI