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- Latte alimentare - Rischi microbiologici fra passato e
presente
“Latte: quale futuro per un alimento antico” – Cagliari 21-22 Gennaio 2011
- Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sardegna - [email protected]
Leonardo da Vinci: Madonna del latte (1490)
Museo dell’Ermitage - San Pietroburgo
Il latte viene considerato, a ragione, l’alimento naturale per
eccellenza
Tuttavia è, dal punto di vista microbiologico, un “sistema complesso” e quindi si presenta come
un vero e proprio mosaicomosaico di componenti
assai diversi fra loro
I componenti microbiologici del latte derivano infatti dalla mammella, dall’ambiente di mungitura e da quelli di lavorazione e conservazione
Nel latte sono presenti molti microrganismi considerati come “naturali”, la cui presenza è auspicata e il cui effetto è comunque da considerarsi
benefico per la salute
Ma spesso, purtroppo, anche microrganismi non “naturali”, considerati estranei o comunque indesiderati e/o con effetti nocivi per la salute
Ciascun microrganismo che ritroviamo nel latte
può essere ricondotto a uno di questi tre
“tipi” principali
Flora Microbica
Lattica LactobacillusLattococcus
StreptococcusPediococcus Leuconostoc
Utilissima nel conservare il difficile equilibrio microbico
intestinale per via dell’azione protettiva sviluppata contro la
proliferazione dei microrganismi patogeni
Di grande importanza soprattutto per i derivati del latte, come yogurt, formaggi
e moderni preparati a base di latte fermentato, in cui vengono talvolta
aggiunti come probiotici
La parola PROBIOTICO sembra sia stata per la prima volta usata da Kollath (1956) ad indicare quelle cellule e quelle molecole in grado di promuovere o migliorare la
sopravvivenza di altri organismi viventi (in contrapposizione agli antibiotici)
I batteri con funzione probiotica hanno particolari caratteristiche di
aderenza alla mucosa intestinale.
Per l’adesione alla mucosa si pongono pertanto in competizione con i
patogeni, impedendone o ostacolandone lo sviluppo
Probiotici: microrganismi vivi in grado di assicurare effetti benefici alla salute dell’ospite quando assunti per via orale in
quantità appropriata (FAO/WHO))
Producono vitamine (Acido folico, Vit. K, Vit. gruppo B)
Regolano la motilità intestinale
Yogurt
Alla fine della shelf-life:-107 cellule vive/ gr. di prodotto- 0,7 % di acido lattico
Streptococcus thermophilus
Lactobacillus delbrueckii subsp. bulgaricus
Latte Fermentato contenente batteri
probiotici (bifidobatteri)
NON può essere chiamato yogurt,ma latte fermentato (probiotico)
Alla fine della shelf-life:- 106 cellule vive/ gr. di prodotto- 0,6 % di acido lattico
La Flora batterica “BUONA” è presente nel latte crudo ed è importante soprattutto per i derivati del latte, in quanto essa viene normalmente distrutta dai trattamenti termici cui
viene sottoposto il latte alimentare
Flora Microbica ContaminanteLa presenza di questo tipo di microrganismi nel latte crudo è “inevitabile” perché inevitabile è, almeno in certa misura, la contaminazione derivante da ambiente, impianti di mungitura,
sistemi di conservazione e di trasporto del latte, da parte di questi microrganismi
E’ infatti IMPOSSIBILE che tutte queste operazioni avvengano “sterilmente” e quindi l’obiettivo può essere soltanto limitare la contaminazione al minimo possibile
Flora Microbica Contaminante
Sono microrganismi appartenenti ad un vasto gruppo
Poiché questi microrganismi hanno una nicchia ecologica simile a quella di molti patogeni di
origine fecale, sono utili come “spia” della possibile presenza di questi ultimi nel latte
Si tratta di microrganismi non dannosi per la salute ma la cui
presenza rappresenta un indice di qualità igienica del “prodotto” latte
EnterobacteriaceeEscherichia Enterobacter
KlebsiellaeCitrobacterEnterococcus
Molti sono microrganismi responsabili di alterazione dei caratteri organolettici
Microrganismi del Genere Alcaligenes, psicrotrofi, non desiderati perché
capaci di produrre durante la refrigerazione sostanze
vischiose o colorate
Genere Pseudomonas, psicrotrofo, non desiderato perché dà luogo ad azioni proteolitiche, lipolitiche e
cromogene
B. cereus, produce una proteasi che conferisce al latte
aroma sgradevole
?Le infezioni e tossinfezioni alimentari sono all’ultimo
posto fra le cause di decesso in Italia, con un tasso di mortalità dello 0,64% ogni 10.000 abitanti
42,2% delle malattie cardiovascolari
28% dei tumori
6,4% delle malattie respiratorie
(ISTAT 2008)
Il latte è quindi uno degli alimenti più sicuri
Latte e prodotti lattiero-caseari sono risultati nel 2008 responsabili dell’1,7% degli episodi
morbosi dovuti a tossinfezioni alimentari (Community Summary Report - EFSA 2008)
Tuttavia non è sempre stato così
Fino a non molti anni fa il latte era responsabile di gravi malattie
Si ignorava ancora l’esistenza e il ruolo dei batteri e soprattutto non
si conosceva l’effetto risanante che il calore aveva sul latte
Chi sono i protagonisti del rischio microbiologico nel latte?
Microrganismi “storici”
Brucella
Salmonella Staphylococcus aureusMycobacterium bovis
Listeria monocytogenes
Esistono al momento attuale oltre 250 agenti responsabili di malattie alimentari fra microrganismi e loro tossine ma nel mondo occidentale l’85% delle tossinfezioni alimentari
è dato da un numero di questi agenti inferiore a 30 (nel latte anche meno)
Microrganismi “moderni”
Shigella dysenteriaeCoxiella burnetii
Bacillus cereus
Yersinia enterocolitica
Escherichia coliCampylobacter jejuni Cronobacter sakazakii
Sir David Bruce – Medico militare australiano 1855 - 1931
Bernhard Bang – Veterinario danese 1848 - 1932
Prende il nome da un medico australiano che, come medico militare dell’esercito britannico che occupava Malta, isolò per primo nel 1886 un batterio dalla milza di un paziente deceduto, chiamandolo Micrococcus melitensis
Nel 1895 il batterio venne identificato a partire da aborti contagiosi nei bovini e, dal nome del suo scopritore, venne chiamato Bacillo di Bang e, in seguito, Brucella abortus
Oggi Brucella è un genere di microrganismi Gram -, comprendente le seguenti specie:
• B. melitensis
• B. abortus
• B. suis
• B. ovis
• B. neotomae
• B. canis
•B. maris
Col tempo le due specie vennero raggruppate nell’unico genere Brucella, cui in seguito si aggiunsero altre specie
BRUCELLABRUCELLA
Da sempre la Brucellosi ha colpito l’uomo attraverso il contagio veicolato da animali infetti ma soprattutto per il consumo di latte crudo o non pastorizzato e dei latticini derivati
La malattia è stata denominata in vario modo, soprattutto
“Febbre maltese” dal sito geografico dove
nel 1861 venne differenziata da altri
tipi di febbre
Nota anche come “Febbre ondulante”
La temperatura, in graduale ascesa per molti giorni in periodi di 1- 4 settimane in cui mantiene
un elevato livello continuo-remittente e poi decresce. Questo
si ripete a cicli.
La malattia è cosmopolita e solo pochi paesi ne sono indenni
I casi di brucellosi da consumo di latte crudo sono sempre meno: la maggior parte degli ultimi casi in Italia sono stati determinati dal consumo di prodotti caseari artigianali freschi
che non prevedevano il trattamento termico di pastorizzazione
La malattia ha la sua maggiore prevalenza nel bacino del Mediterraneo
Andamento dei casi di Brucellosi umana in Italia
Dove non sono applicate misure di controllo si arriva a 550 casi per 100.000 persone. Le ultime stime italiane indicano circa 2 casi ogni 100.000 abitanti, con un netto decremento rispetto soprattutto alla prima metà del secolo scorso.
Nell’uomo il consumo di latte infetto non pastorizzato ha sempre svolto nel passato un ruolo importante
D’altra parte va ricordato che anche persone infettate da M. bovis hanno rappresentato spesso un’importante fonte
di infezione per i bovini
La TBC ha sempre accompagnato il cammino dell’uomo: Aristotele la descrisse già nel IV° secolo a. C.
Mycobacterium bovis
Fino a quando Louis Pasteur (1822-1895) non scoprì che il calore distruggeva i batteri responsabili di infezioni alimentari il latte
veniva consumato crudo, anche diversi giorni dopo la mungitura
Dopo gli esperimenti di Pasteur gli scienziati sospettarono che il latte crudo trasmettesse la malattia allora più temuta: la TBC, che all’inizio
del 1900 causava negli USA 160000 morti/anno, soprattutto bambini (la febbre tifoidea, in paragone, “solo“ 25000!)
Nel 1882 Koch aveva scoperto il bacillo tubercolare.
Dopo ciò la pastorizzazione del
latte si diffuse anche in Europa,
salvando ogni anno migliaia di bambini
Nel 1897 un uomo d’affari americano, Nathan Straus,
proprietario di una catena di grandi magazzini, che aveva perso
un figlio per tubercolosi ed era convinto che la causa fosse stata il
latte, decise di impiantare un pastorizzatore in un orfanotrofio, portando la mortalità infantile, in
un solo anno, dal 44 al 16%
Una delle conseguenze più gravi e vistose della malattia, un tempo piuttosto diffusa, era rappresentata nel passato dal
cosiddetto “Morbo di Pott”, cioè dalla spondilite tubercolare da M. bovis, che
portava allo sviluppo del gibbo
Oggi il Morbo di Pott, grazie anche alla forte riduzione dell’infezione tubercolare, continua a colpire in paesi con grave
arretratezza sanitaria, ma è quasi scomparso nei paesi più sviluppati
Tuttavia ultimamente anche in questi ultimi si è assistito a una ripresa dell’infezione tubercolare a trasmissione alimentare
In tempi recenti sono stati registrati morti di neonati e infezioni in adulti p. e. nella città di New York, per consumo di latte crudo e di formaggi da latte crudo provenienti da Messico e paesi del Centro America
(Queso Fresco) importati da immigrati
La FDA ha quindi dichiarato “rischiosi per la salute” alcuni formaggi molli, per categorie di consumatori a rischio come donne in gravidanza,
neonati, anziani, soggetti immunocompromessi
WHO: ancora oggi la TBC è la malattia infettiva più diffusa al mondo ed è considerata una delle principali malattie trasmesse con il latte
1° caso riconosciuto di Listeriosi: Un soldato morto di meningite durante la 1a Guerra Mondiale
Fino al 1950 i casi sono stati pochissimi / anno.
Causa più morti di Cl. Botulinum e di Salmonella
Listeria monocytogenes
Oggi i casi nei paesi industrializzati sono diverse centinaia all’anno
Negli USA, fra i patogeni letali, è il più
importante
Incidenza 0,7 casi/100.000
3 volte più alta negli anziani 20 volte più alta nelle donne in gravidanza
L’aumento è dovuto essenzialmente a 3 fattori:
- Aumentato uso della refrigerazione nella conservazione dei cibi
- Aumento dei tempi di conservazione dei cibi a temperature di refrigerazione
- Aumento delle categorie immunodepresse come trapiantati, malati di AIDS ecc.
Stima mondiale: 3 - 7% dei campioni di latte
crudo sarebbero contaminati da
L. monocytogenes
Ottimizzare le procedure di pasteurizzazione e
evitare le ricontaminazioni post trattamento termico
- WHO -
“La pasteurizzazione è un processo che riduce il numero di Listeria monocytogenes nel latte a livelli tali da non costituire un rischio apprezzabile per la salute umana”
La malattia è da considerarsi comunque rara: in Europa l’incidenza è fra 2 e 7 casi/milione, con carattere di solito sporadico e non epidemico (uno o pochi casi per volta)
Categorie maggiormente a rischio
Neonati Anziani > 60 anni Donne in gravidanza (1/3 dei casi)
Immunodepressi
La Listeriosi è una tossinfezione alimentare atipica
Solo raramente mostra sintomi enterici
Mostra elevato tasso di letalità (circa 30% ma in diminuzione)
I tempi di incubazione sono molto lunghi (da 11 a 47 gg, con una media di circa 30 gg)
Secondo il Report annuale sulle allerte comunitarie riguardo a contaminanti biologici e microbiologici L. monocytogenes risulta nel 2009 al secondo posto dopo Salmonella spp, con
78 notifiche su un totale di 659, pari a circa l’11%
Salmonella spp
La Salmonella è l’agente batterico più comunemente isolato in caso di infezioni trasmesse da alimenti, sia sporadiche che epidemiche. È stata
segnalata per la prima volta nel 1886 dal medico veterinario
americano Daniel Elmer Salmon(1850 – 1914 )
E’ presente in natura con più di 2400 varianti (i cosiddetti sierotipi) ma i ceppi più frequentemente diffusi nell’uomo e nelle specie animali, in particolare in quelle
allevate per la catena alimentare, sono
S. enteritidis S. typhimurium