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quesito voi avete preso in considerazione anche eventuali
responsabilità di soggetti diversi da chirurghi toracici
e anestesisti?
P.M. DOTT.SSA PRADELLA – Stiamo proiettando il cartellino
dell’anestesista.
C.T. P.M. RONCHI - Facendo un passo indietro nell’immagine
proiettata c’è scritto proprio “Fibrillazione atriale
cronica IM” che significa infarto miocardico. Quindi ecco
questa consapevolezza che prima... IM: infarto
miocardico.
P.M. DOTT.SSA PRADELLA – E’ la visita preoperatoria
dell’anestesista.
C.T. P.M. RONCHI – Data primo marzo, è la valutazione
preoperatoria.
AVV. FORNARI - Dopodiché c’è l’intervento chirurgico.
C.T. P.M. RONCHI – Scusi se abbiamo fatto un passo indietro,
ora facciamo il passo avanti. Gentilmente ripeta la
domanda, grazie.
PRESIDENTE – La domanda, è per rispondere al quesito in
relazione alla sussistenza o meno del nesso di causalità,
se nella vostra relazione avete considerato oltre alla
eventuale responsabilità del chirurgo e dell’anestesista
altre responsabilità di altri operatori sanitari. Era
questa la domanda, Avvocato?
AVV. FORNARI - Sì sì, esattamente questa.
C.T. P.M. RONCHI - Di altri operatori diversi dal chirurgo e
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C.T. P.M. RONCHI - Di quale quesito stiamo parlando, Avvocato,
scusi?
AVV. FORNARI – Il quesito in base al quale lei ha fatto la
sua... avete fatto la vostra relazione.
C.T. P.M. RONCHI – Dica, dica.
AVV. FORNARI – “Si approfondisca ogni tematica ritenuta
necessaria e opportuna per l’esaustivo chiarimento di
ogni aspetto di natura medico – legale concernente il
nesso di causalità”.
C.T. P.M. RONCHI – Scusi, Avvocato, quando era ricoverato in
Medicina quali colpevoli errori sarebbero configurabili
in capo...?
AVV. FORNARI - Lo chiedo a lei.
C.T. P.M. RONCHI – Scusi, abbia pazienza, se io non rispetto
gli step nella logica del ragionamento mi perdo, mi
perdoni. Sarò limitato, ma è così. In Medicina il
paziente è stato sottoposto a determinati accertamenti
diagnostici e a determinate cure. Per forza di cose mi
devo chiedere quali sarebbero i colpevoli errori da
addebitare al reparto di Medicina, se non supero questo
passaggio non riesco nella mia logica ad andare oltre.
AVV. FORNARI - Ma non necessariamente è colpevole, Professore.
Il quesito parla di nesso di causalità, la mia domanda è
molto semplice: il clinico che non riconosce un infarto
che, a vostro dire, era evidente non influisce
causalmente attraverso la richiesta di quesito sulla
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C.T. P.M. RONCHI - A noi risulta che abbiano ripetuto gli
enzimi CPK specifici per il miocardio il giorno 18.
AVV. FORNARI - Quindi si può dire che è stata impostata una
terapia per una insufficienza respiratoria acuta e non
per un infarto?
C.T. P.M. MARENGHI – Dunque, fa Congescor, fa Lanoxin,
Minitran che è... cioè, c’è una terapia cardiologica
impostata. Il Congescor è un farmaco cardiologico che poi
evidentemente hanno sospeso, ma probabilmente per una
questione di frequenza; il Minitran è un vaso dilatatore;
il Lanoxin è per sostenere la funzione cardiaca. Non è
una terapia specifica per... è una terapia per l’infarto,
ma è una terapia cardiologica sostanziale.
AVV. FORNARI - Ma è una terapia che ha anche dei riflessi,
degli sviluppi, degli effetti rispetto all’insufficienza
respiratoria o sono cose che non c’entrano niente una con
l’altra?
C.T. P.M. MARENGHI - Il cuore e i polmoni sono strettamente
correlati. Il cuore a lui non andava bene, tant’è che
aveva versamenti pleurici bilaterali che sicuramente
hanno condizionato il respiro perché quando il cuore non
funziona si porta dietro... non è che il cuore sta in
mezzo al torace e fine, i polmoni stanno di fianco e
fine, anzi il sistema cardiorespiratorio è strettamente
correlato. Chiaramente se io diminuisco la portata
cardiaca, cioè quanto il cuore pompa, anche dal punto di
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paziente non stava bene.
AVV. FORNARI – Lo vede e gli dà ASA 4.
C.T. P.M. MARENGHI - Ma io non voglio stabilire se ci sia
stato o non ci sia stato un errore... a parte che era lì
da vedere. Il paziente ha dovuto avere le amine perché il
circolo era sostenuto. Questo non sta nel contendere, io
sto soltanto dicendo che l’intervento chirurgico in un
paziente del genere era assolutamente prevedibile che
finisse male. Per forza, perché è un paziente ASA 4 che
non è assolutamente... le sue condizioni non sono
determinate da quel nodulo polmonare che aveva, ma da un
problema cardiologico estremo.
AVV. FORNARI – Questo l'ha detto, Dottoressa.
P.M. DOTT.SSA PRADELLA – Facciamole vedere la cartella. Come
entra?
C.T. P.M. MARENGHI – “Fibrillazione atriale cronica in
cardiopatia ischemica, lo dicono anche loro eh, non è che
dicono che non ci sia.
AVV. FORNARI – Ma questa è l’anamnesi, Dottoressa.
C.T. P.M. MARENGHI – Allora lo sanno, eh.
AVV. FORNARI – Ma non è la ragione del ricovero, cioè sono le
notizie che prendono...
C.T. P.M. MARENGHI – Scusi, la ragione del ricovero secondo
lei cosa è stata? Era un paziente che aveva 80 di
pressione...
AVV. FORNARI – Non secondo me, secondo la cartella. Gliel'ho
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letto prima, “insufficienza respiratoria acuta”.
C.T. P.M. MARENGHI - ...89 anni, 80 di pressione,
fibrillazione atriale ad alta frequenza e lei come la
chiama? Mi scusi, lei fa l’Avvocato, io la chiamo
insufficienza cardiaca. Che poi, le ripeto, ci possa
essere stata sotto anche eventualmente, ma poi non c’era,
una polmonite, questo non fa altro che aggravare la
situazione generale. Non è che una cosa escluda l’altra,
Avvocato. Lui aveva un problema polmonare e un problema
cardiaco, il problema cardiaco in prima battuta perché
anche quando ci fosse stata un’insufficienza respiratoria
il problema cardiaco che lui aveva già ed era chiaro non
andava nient’altro che a peggiorare ulteriormente la
situazione che aveva. Però l’insufficienza respiratoria
non era dovuta al nodulo polmonare.
AVV. FORNARI - Però con tutto questo i medici della Medicina
Generale pur avendo a disposizione questo infarto per lei
così evidente pongono il quesito chirurgico al Dottor
Brega Massone.
PRESIDENTE – Certo, il quesito, infatti. La sua domanda
invece? Loro pongono un quesito e la sua domanda è?
AVV. FORNARI - La domanda è: su quali basi razionali in
presenza di questi segni che lei ha evidenziato si pone
una proposta o un’ipotesi chirurgica per questo paziente?
C.T. P.M. MARENGHI – No no, chiedere la consulenza non è
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proporre proprio niente. Io posso chiedere qualsiasi tipo
di consulenza per avere un quadro generale del paziente,
questo non significa che se io vedo un tumore lo devo
operare. Io ho un paziente ricoverato da me, io faccio
un’anamnesi completa e cerco di capire esattamente quali
siano le condizioni, perché le condizioni generali sono
poi quelle che mi orientano verso una terapia piuttosto
che un'altra.
AVV. FORNARI - In questo caso è stata fatta? Non hanno neanche
scritto infarto in cartella. Cioè, questa valutazione
generale è stata fatta?
C.T. P.M. MARENGHI – Valutazione generale è fibrillazione
atriale ad alta frequenza, gli mettono una terapia
antischemica, gli mettono una terapia antiaritmica,
eccetera, secondo lei che cosa hanno fatto? Non l’avranno
esplicitato in cartella perché sono un po' sciatti, ma
comunque le cose le hanno fatte. Quindi che ci fosse un
problema cardiologico è dalla terapia che si evince. Lo
sta facendo, sta facendo la terapia cardiologica, non è
che non la sta facendo.
AVV. FORNARI - La stava facendo già da prima di entrare in
clinica o la comincia a fare lì?
C.T. P.M. MARENGHI - Lui era in fibrillazione atriale, quindi
probabilmente qualche cosa ha fatto, ma il Minitran
sicuramente no. Prendava il Lanoxin e il Congestor, il
Minitran no, e poi prendeva la cardioaspirina.
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viene in qualche maniera interrotto o comunque ci sono
delle piccole lesioni focali vi è un ritardo nella
trasmissione dell’impulso e questo si traduce in blocchi
di branca più o meno completi, più o meno insomma...
Quindi il signore era francamente cardiopatico, ma quello
su cui io vorrei poi esporre...
AVV. BELLANI - Dove ricava una fibrillazione ad alta
frequenza?
C.T. P.M. MARENGHI – 90, è ad alta frequenza.
AVV. BELLANI - Veramente c’è scritto media nel tracciato del
17 febbraio.
PRESIDENTE – No no, nell’elettrocardiogramma, Avvocato. Stiamo
guardando l’elettrocardiogramma, in alto a destra c’è
scritto.
C.T. P.M. MARENGHI – E’ da considerare alta per il semplice...
AVV. BELLANI – No, dove c’è scritto alta? Chiedo scusa.
C.T. P.M. MARENGHI – C’è scritto. Ascolti...
AVV. BELLANI – Perché non c’è scritto.
C.T. P.M. MARENGHI – Allora, il fatto che ci possa essere
scritto o non essere scritto lì c’è un
elettrocardiogramma letto. Uno lo legge, legge la
frequenza e lo capisce.
AVV. BELLANI - Lei la valuta media o alta?
C.T. P.M. MARENGHI – E’ alta, per un paziente è una frequenza
alta. Non si può lasciare a 90 di frequenza un paziente
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del genere che è un paziente compromesso.
AVV. BELLANI - Può vedere lì che cosa è indicato nel
tracciato?
C.T. P.M. MARENGHI - Media. Va bene, e quindi? Lei la
considera media e io la considero alta, quindi? Io ho
fatto la mia consulenza.
AVV. BELLANI – No, non io la considero media. Un signore
cardiologo che gli ha fatto l’elettrocardiogramma l'ha
considerata media.
C.T. P.M. MARENGHI – E allora? Mi scusi, ripeto una cosa: era
un paziente ASA 4 lì da vedere, è inutile che ci
arrampichiamo sui vetri. Il paziente era francamente
compromesso e lo sapevano, perché un paziente che viene
classificato ASA 4 significa che ha una grave
compromissione sistemica ed è un paziente che è a rischio
di vita. Allora un paziente di questo tipo viene
sottoposto a intervento chirurgico, un intervento di
chirurgia maggiore non salvavita, con un problema
cardiaco che c’è? Abbia pazienza.
AVV. BELLANI - La Dottoressa Campari, perché non è presente ma
forse è un dato che può essere... è stata sentita
all’udienza del 10 di giugno. Dunque, a pagina 7 di
quella trascrizione aveva parlato di enzimi cardiaci
coerenti con l’ipotesi di lesione, sofferenza ischemica,
infarto del miocardio. Il Professor Ronchi, medesima
udienza, ha parlato a pagina 12 e a pagina 14 di infarto
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miocardio in corso durante l’intervento. Dottoressa
Marenghi, lei ha parlato di un infarto assolutamente
recente, pagina 15, a pagina 23 di un infarto in atto. La
prima domanda che io vorrei formulare è questa: dire che
ci sono degli enzimi cardiaci coerenti con l’ipotesi di
lesione, sofferenza ischemica o infarto significa...
coerenti significa diagnostici di o significa compatibili
con? Questo è stato detto dalla Dottoressa Campari. E’
diagnosi di o significa che indica un sospetto o un
pregresso?
C.T. P.M. RONCHI - Gli elementi di valutazione, cioè il
tracciato e gli enzimi sono diagnostici. Non compatibili,
sono diagnostici di.
AVV. BELLANI - Quindi rispetto a cosa ha detto la Dottoressa
Campari è qualcosa di più?
C.T. P.M. RONCHI – Ascolti...
AVV. BELLANI – La Dottoressa Campari ha detto “coerenti”.
C.T. P.M. RONCHI - Quando dei Consulenti medici devono
esplicitare a una Corte che non è fatta di tecnici non
stanno troppo - mi perdoni, mi passi l’espressione - a
sottilizzare fra ischemia, lesione e infarto. Passano i
termini così giusto per rendere l’idea, ecco. Noi
riteniamo che il tracciato, gli enzimi siano diagnostici
di infarto.
AVV. BELLANI - Allora le chiederei questo, Professor Ronchi:
lei ha già risposto al Professor Fornari mi pare dicendo
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miocardio, oppure non tipico con questa diagnosi.
C.T. P.M. RONCHI - Abbiamo il 18 febbraio le CPK specifiche
per il miocardio 111, poi ancora la MB...
C.T. P.M. MARENGHI – (Fuori microfono) le CPK non vengono
nemmeno più utilizzate adesso per l’infarto al miocardio,
viene utilizzata la troponina. Da noi in ospedale non
vengono nemmeno più fatte, quindi fa fede la troponina.
La troponina era altissima.
AVV. BELLANI - Avrei bisogno di una risposta...
C.T. P.M. RONCHI - Fermo restando che la diagnosi di infarto
miocardio risulta lì scritta, primo marzo.
AVV. BELLANI – Professore, torniamo indietro. L’andamento
tipico del CPK e della LDH e la curva che fa in questo
caso è tipica di infarto del miocardio a vostro giudizio,
oppure no?
C.T. P.M. RONCHI – Risponde la Dottoressa Marenghi.
C.T. P.M. MARENGHI - LDH non le vedo. Sì, c’è una lesione, ma
bisognerebbe fare la curva enzimatica fatta in maniera
coerente, che poi - ripeto - non si fa nemmeno più.
AVV. BELLANI - Non ho capito la risposta.
C.T. P.M. MARENGHI – Ho detto che la curva enzimatica va fatta
in maniera coerente e adesso non si fa nemmeno più, si fa
la troponina da anni.
AVV. BELLANI – Ma in questo caso che è stata fatta voi la
valutate come tipica...?
C.T. P.M. MARENGHI - Positiva.
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AVV. BELLANI - Quindi che andamento ha questa curva che per
voi è positiva...?
C.T. P.M. MARENGHI - C’è una lesione.
AVV. BELLANI - No no, diagnostica di infarto. E’ differente,
chiedo scusa.
C.T. P.M. MARENGHI – Sì, le CPK MB dovrebbero essere meno del
6%. Sono al 19%, le LDH sono altissime, ha dei sintomi di
lesione e ci sono.
AVV. BELLANI - Quindi la risposta è “sì, è un andamento
tipico?”
C.T. P.M. MARENGHI – Sì, è un andamento tipico, nel senso che
non hanno fatto la curva coerente. Da quello che vedo qui
adesso, certo, io penso a un infarto sicuramente.
AVV. BELLANI – Scusi, cosa vuol dire “non hanno fatto la curva
coerente?”
C.T. P.M. MARENGHI – La curva coerente significa che va fatto
giornalmente e in certo modo. Ora, siccome è stata una
gestione abbastanza disordinata al problema, è chiaro che
con la troponina e le condizioni generali del paziente
l’infarto per me è diagnosticato.
AVV. BELLANI - Dalla relazione forse fatta anche dalla
Dottoressa Campari risulta che in un primo tracciato
elettrocardiografico il paziente risulta digitalizzato.
Potete spiegare che cosa significa alla Corte paziente
digitalizzato?
C.T. P.M. MARENGHI - Quando uno è in sovradosaggio di digitale
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possono avvenire delle alterazioni della conduzione di
cui si parlava. Però il paziente poteva sembrare
digitalizzato troppo, in realtà poi se andiamo a vedere
era ai limiti superiori, comunque la digitalizzazione non
era enorme. Ma quello che fa fede, e io questo continuo a
dire, esistono dei segni e dei sintomi ed esiste la
condizione del paziente che era in insufficienza
cardiaca. Vogliamo andare a vedere allora, Avvocato per
favore, e discutere la gasanalisi che è patognomonica
invece di una situazione di alterazione cardiologica e di
circolo? Andiamola a vedere, è tipica. Cioè, una cosa del
genere con i lattati che sono sintomo di un metabolismo
anaerobio, cioè non arriva abbastanza sangue e non arriva
abbastanza ossigeno, e questo c’è perché è ipoteso; ci
sono i lattati alti; c’è una diminuzione dell’anidride
carbonica, il paziente sta cercando di difendersi. Butta
fuori per quanto può delle fasi acide in maniera da
mantenere il Ph, che è quel primo numero che è
estremamente importante, in un range dove possono
funzionare le cose, perché al di sotto di un certo (inc.)
Ph le cellule vanno incontro a morte. Si chiama apoptosi,
vanno incontro a morte. Quindi il paziente... ovviamente
l’organismo cerca di mettere a difesa, e questo per darvi
la dimensione che il poveretto non aveva tanto
un’insufficienza respiratoria così drammatica per il
semplice motivo che riusciva a mandare a 32 la PCO2.
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Cioè, riusciva a ventilare tanto da mandare giù anidride
carbonica. Se avesse avuto un’insufficienza respiratoria,
come ipossiemica, che non ha perché ha 110, avrebbe
dovuto essere più basso, avremmo visto questi segni.
Inoltre guardate il base excess. Il base excess è proprio
sintomo di quanto stiamo andando in deficit col
metabolismo ed è altissimo, se ancora non bastassero i
lattati. Quindi questa è una cosa tipica da deficit di
circolo, il deficit di circolo in un paziente di questo
genere era sostenuto da un problema cardiaco. Vogliamo
dargli un nome? Diamoglielo, ma il problema era cardiaco,
primitivamente cardiaco.
AVV. BELLANI – Però, Dottoressa, viene valutato e la diagnosi
d’ingresso è quella di...
C.T. P.M. MARENGHI – Ascolti, io...
AVV. BELLANI - Posso finire?
C.T. P.M. MARENGHI - La diagnosi d’ingresso è una diagnosi
provvisoria. Io faccio il triage, c’è l’infermiere, gli
dice “respiro poco, non mi sento tanto bene” e metti
insufficienza respiratoria, ma sono poi gli esami che
formalizzano la diagnosi, non è quello che si vede al
triage.
AVV. BELLANI – Certo, infatti il paziente era ricoverato
quando fa queste...
C.T. P.M. MARENGHI – In Cardiologica, ma pensi un po', in
Medicina. Non era in Pneumologia.
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AVV. BELLANI – Allora, entra che ha una polmonite.
C.T. P.M. MARENGHI - Dov’è la polmonite?
AVV. BELLANI – Questo è in dubbio perché c’è una diagnosi. La
domanda è: avete valutato che la polmonite...? Chiedo
scusa, la diagnosi è...
C.T. P.M. MARENGHI – Ma la diagnosi d’ingresso...
AVV. BELLANI - ...insufficienza respiratoria in quadro di
polmonite a focolai multipli. Questa è la diagnosi
d’ingresso.
C.T. P.M. MARENGHI – Ascolti, il...
AVV. BELLANI – Non le ho fatto ancora la domanda, Dottoressa.
Voi avete valutato... torniamo alla terapia, lei ha
parlato anche di una terapia di tipo cardiologico. E’
corretto dire che quella terapia era la terapia comunque
che il paziente assumeva per la fibrillazione atriale
cronica che aveva?
C.T. P.M. MARENGHI – Sì, tranne il Minitran che è
cardiovasodilatatore. Il Minitran non ce l’aveva.
AVV. BELLANI – Questo non lo aveva ed è un vasodilatatore, che
però - mi corregga se sbaglio – ha già indicato non è una
terapia specifica per l’infarto.
C.T. P.M. MARENGHI – No, è la terapia per l’ischemico. La
terapia per l’infarto dipende dal momento di acuzie e da
come sta, perché si possono fare tante cose. La
trombolisi alta con un paziente di 89 anni uno non fa di
sicuro, cioè l’infarto del miocardio... in questo caso
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l’unica cosa che si poteva fare, ed è quella che è stata
fatta, era sostenere le condizioni generali e il cuore in
maniera che riparasse, perché se c’è una lesione non è
che lei la lesione la va a riparare, non esiste. Cioè,
bisogna aspettare che le complicanze, cioè le varie
aritmie, l’ipotensione e tutto il resto che l’insulto
cardiaco ha determinato si risistemino, quindi che si
vada in compenso. Se vuole fare la terapia dell’infarto
ci sono gli stent coronarici, sono una serie di cose che
non vengono fatte in un paziente di 89 anni in queste
condizioni.
AVV. BELLANI - Quindi la polmonite...?
C.T. P.M. MARENGHI - Non hanno agito come avrebbero agito in
qualsiasi Cardiologia, mantenendo lo stato del paziente e
cercando di ripristinare una situazione di equilibrio
senza fare delle cose eroiche perché non...
AVV. BELLANI - Ma la polmonite che è anche comprovata dal
sintomo, perché questo paziente era in dispnea per
insufficienza respiratoria...
C.T. P.M. MARENGHI – Allora, la polmonite...
AVV. BELLANI – Chiedo scusa, le faccio la domanda: avete
valutato che questo paziente dopo questa diagnosi in
Medicina Generale viene curato con antibiotici,
l’Amoxicillina in vena e dei mucolitici?
C.T. P.M. MARENGHI – Sì.
AVV. BELLANI - Le condizioni del paziente migliorano con
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questa terapia che è una terapia per il quadro polmonare,
non per il cuore?
C.T. P.M. MARENGHI - Le ho già spiegato, ma forse non sono
stata brava abbastanza perché se no questa cosa... che il
cuore e i polmoni sono molto strettamente correlati. Se
un paziente respira in quel modo lì perché ha
un’insufficienza respiratoria ha un respiro corto. Io non
sono convinta che le lesioni che uno veda lì in quella
maniera possano essere attribuite a un focolaio
flogistico, possono essere dovute a fenomeni anche
disventilatori. Non c’è un espettorato, una cosa che mi
dica che c’è francamente una roba flogistica infettiva.
C’è da dire che il paziente man mano migliora, tant’è che
gli levano le amine e questo va parallelamente a
migliorare anche la situazione respiratoria. Le ripeto,
sono strettamente connessi. Quindi il paziente era
sicuramente in miglioramento, poveretto, si stava
riprendendo e poi l'hanno operato. Oltretutto c’è una TAC
che dimostra che non c’è broncopolmonite, adesso mi fanno
vedere. Infatti il problema delle lesioni è un problema
che obiettivamente può essere ricondotto a
un’insufficienza cardiaca. Lui ha un’insufficienza
cardiaca, la chiami come vuole, ma lì c’era il cuore che
non pompava a sufficienza.
AVV. BELLANI - Perché gli danno i mucolitici e l’Amoxicillina
se lui soffre di insufficienza cardiaca?
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il compenso si va a distruggere e questo era un paziente
che era cardiopatico, che aveva un problema cardiologico
serio, che è entrato con un problema cardiologico serio.
Ma di che cosa stiamo parlando?
AVV. BELLANI – Dottoressa, sulle piaghe da decubito può, per
favore, dirmi da cartella clinica quando gli compaiono e
quante volte gli vengono curate? In tutto il periodo
della sua degenza ospedaliera.
C.T. P.M. RONCHI - Compaiono il 20 febbraio, Avvocato.
AVV. BELLANI - E vengono curate quanto e quante volte vengono
curate le piaghe?
C.T. P.M. RONCHI - Dobbiamo dire quante e quante volte.
Coraggio, Antonia.
C.T. P.M. MARENGHI - (Fuori microfono) le piaghe da decubito
che vengono pulite, lavate e il paziente viene mosso.
AVV. BELLANI – Esatto, quante volte viene fatta questa cura
delle piaghe?
PRESIDENTE – Nel diario infermieristico dovrebbe essere.
C.T. P.M. RONCHI - Sarebbe interessante anche capire perché ce
lo chiede.
AVV. BELLANI – Perché la Dottoressa Marenghi ha detto che
questo paziente presentava un problema. Io vorrei
sapere...
C.T. P.M. RONCHI – A me piace fare i passi indietro, scusi eh.
Facciamo un'altra volta un passo indietro...
AVV. BELLANI – Perché non risponde, Professor Ronchi? Poi mi
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dice tutto quello che ritiene.
C.T. P.M. RONCHI - La diagnosi di broncopolmonite che c’è nel
frontespizio della cartella clinica o come diagnosi...
AVV. BELLANI – Professore, cortesemente, potrebbe prima la
Dottoressa Marenghi rispondere alla mia domanda?
C.T. P.M. MARENGHI - Le piaghe da decubito non hanno una
terapia...
AVV. BELLANI – Quando? Guardi, da cartella clinica.
PRESIDENTE – Avvocato, però le sta rispondendo.
C.T. P.M. MARENGHI – Ma guardi che le piaghe da decubito,
“eseguita medicazione schiena”. Questa cosa che cos’è?
AVV. BELLANI – Il 22, e poi quando anche?
C.T. P.M. MARENGHI – Non lo so, probabilmente... ripeto, la
cartella così, possono anche non averla scritta. Ma la
piaga da decubito una volta che c’è non è che si risolve
in un giorno. Se viene vista la lesione la lesione c’era,
e una lesione non è che appare così di botto. Si arrossa
la cute e si rompe piano piano e questo è sintomo di poca
crasi ematica ed è sintomo di defedamento.
AVV. BELLANI – Dottoressa, quante altre volte, se, compare la
piaga da decubito da cartella clinica?
C.T. P.M. MARENGHI - Una volta ce l'ha e una volta rimane.
Cioè, quante volte deve comparire la piaga da decubito?
Le ripeto, non scompaiono...
AVV. BELLANI - Perché non vanno in risoluzione le piaghe da
decubito?
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questo referto di visita medica cinque mesi prima
emergerebbero delle condizioni del paziente... insomma
viene consigliata attività fisica costante, moderata e
graduale, quindi delle condizioni fisiche di benessere di
un paziente che...
C.T. P.M. MARENGHI - Cinque mesi prima?
AVV. BELLANI – Sì.
C.T. P.M. MARENGHI - Cinque mesi dopo il paziente entra in
Pronto Soccorso con 80 di pressione e nelle condizioni
che abbiamo già visto più volte.
AVV. BELLANI – Che ha una broncopolmonite infatti.
C.T. P.M. MARENGHI - Non ha la broncopolmonite, vada a vedere
la TAC.
AVV. BELLANI – Quindi la diagnosi è sbagliata?
C.T. P.M. MARENGHI – Ma sì, le abbiamo già spiegato.
C.T. P.M. RONCHI – Facciamo il famoso passo indietro,
Avvocato. La diagnosi iniziale è la diagnosi di
presentazione di accettazione, non è confermata. Intanto
c’è differenza tra polmonite e broncopolmonite. perché
una polmonite è una infiammazione grossolana di un lobo
polmonare intero, di una parte di lobo, difficilmente
sfugge a un esame clinico e radiologico, è difficile
equivocarla, ma i focolai multipli di broncopolmonite,
come ha spiegato prima la Dottoressa Marenghi, possono
essere equivocati sotto il profilo diagnostico per la
presenza di addensamenti che significano delle aree di
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disventilazione, ma non necessariamente di tipo
infiammatorio, vale a dire flogistico. Quindi quella è
una diagnosi iniziale che poi non ha più trovato conferma
da nessuna parte. Pensi che soltanto pochi giorni dopo la
persona viene sottoposta a una TAC in cui proprio di
broncopolmonite non si parla più. La broncopolmonite non
c’era.
AVV. BELLANI – Mi scusi, può dirmi a che TAC fa riferimento?
C.T. P.M. RONCHI - 24 febbraio.
C.T. P.M. MARENGHI – Poi, mi scusi, il 17 fanno un...
“l’addensamento parenchimale in sede sottoclaveare sembra
sostenere alcune calcificazioni” non è sintomo di
polmonite, potrebbe essere espressione di esiti
fibrocalcifici, quindi non di polmonite come dice lei, ma
non si può escludere che abbia un significato patologico
attuale. Quindi non c’è un segno di polmonite alla
lastra.
AVV. BELLANI - E il sintomo che presenta, l’insufficienza
respiratoria?
C.T. P.M. RONCHI - I sintomi sono “paziente soporoso...”.
AVV. BELLANI – Chiedo scusa, glielo dico...
C.T. P.M. RONCHI – “...orientato no, pressione arteriosa 85 –
80”.
AVV. BELLANI – Scusi, Professor Ronchi, la sua valutazione. “A
sinistra è presente un’evidente marezzatura del disegno
in campo medio suggestiva per processo flogistico in
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induzione o risoluzione”. Qui stiamo a otto giorni dopo
che il paziente è entrato ed è curato con gli
antibiotici.
C.T. P.M. RONCHI - Questa è una RX del 17 febbraio, primo
giorno. E’ sulla base di quello che è stata formulata
un’ipotesi di broncopolmonite a focolai multipli.
AVV. BELLANI - Però c’è una RX.
C.T. P.M. RONCHI – La RX è puramente descrittiva, non è
diagnostica. Il radiologo sulla base di quello che vede
nelle immagini dà una descrizione che poi va
interpretata, confermata o non confermata in sede clinica
anche attraverso ulteriori indagini. Tutto porta a
ritenere che non avesse dei focolai di broncopolmonite.
AVV. BELLANI - Mi perdoni, c’è un radiologo che scrive questo
e intanto non è un infermiere che fa una diagnosi
d’ingresso, quindi la diagnosi l'hanno fatta dopo il
referto di un radiologo che ha visto una lastra.
Successivamente questo signore viene curato in Medicina
Generale con l’antibiotico in vena e il mucolitico e
migliora dopo una settimana. Abbiamo detto che non ci
sono farmaci specifici cardiologici se non quelli della
fibrillazione atriale cronica che il signore aveva già in
passato. Allora...
C.T. P.M. MARENGHI - La copertura antibiotica non la nega
nessuno. Comunque, Avvocato, un paziente che arrivi a 27
di Co2 e abbia 110 di Po2 ovviamente con l’ossigeno non
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ha un’insufficienza respiratoria. Questo ha 80 di
pressione, è un problema cardiologico, ma lo vede dalla
gasanalisi. E’ un'altra cosa. Perché non mi parla della
gasanalisi, Dottoressa? Parliamo della gasanalisi.
AVV. BELLANI - Ma poi ne parla lei...
C.T. P.M. MARENGHI – No, le ho già parlato, è lì che si fa la
diagnosi e si fa la diagnosi lì e sulla TAC.
AVV. BELLANI – Io devo farle una domanda.
C.T. P.M. MARENGHI – Avvocato, è lì.
AVV. BELLANI - L’andamento della pressione, perché lei ha
riferito l’altra volta che è un paziente che ha 80 su 50.
C.T. P.M. MARENGHI – Sì, e gli mettono la dopamina.
AVV. BELLANI – Voglio chiederle l’andamento della pressione
durante il ricovero se sotto dopamina o se non sotto
dopamina.
C.T. P.M. MARENGHI - La dopamina la levano quando la pressione
comincia ad alzarsi e va bene da sola, quindi il cuore ha
un restitutio, diminuiscono la frequenza, il paziente
viene un pochino rimpannucciato, gli mettono il
minitrans, funzionano i farmaci e il paziente migliora
leggermente, tant’è che ha potuto essere... e le dico che
quando poi l'hanno messo sul tavolo operatorio, gli hanno
fatto l’induzione, gli hanno dato un farmaco che andava
ancora a impattare sul cuore il poveretto ha di nuovo
avuto bisogno di amine. Quindi tutte le cose, se lei
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vuole parlare, si concatenano in un certo modo, è inutile
che proviamo a fare un altro concatenamento. E’ lì da
vedere, potete chiederlo a chiunque cosa significhi
quella gasanalisi. Quella è una gasanalisi significativa
per l’insufficienza cardiaca, punto, perché
l’insufficienza cardiaca non dà un’acidosi metabolica, la
dà casomai respiratoria al limite. Quella è un’acidosi
metabolica.
AVV. BELLANI - Professor Ronchi o Dottoressa Marenghi, non ho
capito la coerenza dell’anestesista che scrive ASA 4 e
che poi addormenta il paziente e fa l’intervento. Non ho
capito quale coerenza c’è in questo percorso. All’udienza
del 10 di giugno il Professor Ronchi ha detto
“Coerentemente infatti l’anestesista pone un ASA 4 -
pagina 12, lei l'ha detto durante l’esame - perché il
paziente aveva un IMA recente o in atto”. Tra l'altro è
un infarto del miocardio acuto. Lei dice un “IMA” con la
A finale e non l’IM che viene descritto... Professore,
lei è l’esperto di questo. L’infarto del miocardio
presente in quella scheda preanestesiologica senza la A
di acuto dietro e poi l’anestesista che lo addormenta e
lo porta in sala operatoria è più coerente o compatibile,
a vostro giudizio, con un’anamnesi che fa l’anestesista
di un pregresso infarto o con un infarto in atto? Dico
bene che se l’infarto in atto fosse stato riconosciuto
dall’anestesista voi avete detto è una controindicazione
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assoluta all’intervento?
C.T. P.M. RONCHI – Avvocato, non esiste l’infarto miocardico
cronico, non esiste la possibilità di scrivere IMC.
AVV. BELLANI – No no, nessuno ha detto C.
C.T. P.M. RONCHI - O si scrive IMA o si scrive IM, è la stessa
cosa. O si scriva IMA o si scrive IM, non è che siccome
c’è scritto IM dobbiamo ritenere che non fosse un
infarto.
AVV. BELLANI – Professore, lei ha detto l’altra volta che un
infarto del miocardio in corso è un’assoluta
controindicazione all’intervento.
C.T. P.M. RONCHI – Confermiamo.
AVV. BELLANI - Se l’anestesista rileva un infarto del
miocardio in atto come fa lei a dire che coerentemente
mette un ASA 4?
C.T. P.M. RONCHI - Appunto, Avvocato scusi eh, sottolineo
appunto. Ha raccolto tutti gli elementi, tra cui anche
l’IM o IMA, che dir si voglia, per classificarlo come ASA
4. Qui c’è la coerenza nel ragionamento, no?
PRESIDENTE – E’ qui la coerenza. Avvocato, la coerenza si
ferma qui.
AVV. BELLANI - E quale coerenza c’è nel passo successivo
dell’anestesista?
C.T. P.M. RONCHI - Nell’avviare l’intervento?
AVV. BELLANI - Non solo nell’avviarlo e nel non interromperlo
secondo le indicazioni della Dottoressa Marenghi, perché
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l’anestesista...
C.T. P.M. RONCHI - Ma lì sta proprio la non coerenza.
AVV. BELLANI – Ah ecco, siccome lei ha detto...
C.T. P.M. RONCHI - Non doveva essere operato, certo.
PRESIDENTE – Avvocato, ha spiegato oggi il Professore che la
coerenza è nel mettere l’indicazione ASA 4, poi il
passaggio successivo alla sua domanda è “non è coerente”.
C.T. P.M. RONCHI – Anzi, dopo scatta la controindicazione
assoluta che bene ha sottolineato la Dottoressa Marenghi,
perché c’è una controindicazione assoluta a sottoporre a
un intervento, a meno che non sia salvavita ma non era
questo il caso, la persona.
AVV. BELLANI – Chiedo scusa, in un caso di scompenso
cardiocircolatorio quale quello che voi affermate in
questo caso la TAC non dovrebbe dare dei segni di edema
polmonare? Non dovrebbe dare l’edema polmonare?
C.T. P.M. MARENGHI – No, ci sono degli scompensi... a parte
che l’edema polmonare... be’, ci può essere lo scompenso
senza edema polmonare, comunque al di là del fatto che
quando è entrato lui aveva dei rantoli bilaterali e
questo significa semplicemente alle basi che sono un
altro sintomo dei vecchi medici di scompenso cardiaco.
Quindi abbiamo anche la clinica proprio oltre... se non
avessimo poi voluto vedere come stava, che aveva 80 di
pressione. Può essere che quando ha fatto la TAC...
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infatti quella marezzatura poteva essere riferita a una
forma di ipoventilazione o cose di questo genere che
c’erano. Poi piano piano si può risolvere. Gli hanno
fatto anche il Lasix, quindi l’hanno... Avvocato, mi
ascolti, per favore. Gli hanno fatto il Lasix, quindi
vuol dire che l'hanno svuotato, ha capito? Quand’anche ci
fosse un edema polmonare fai il Lasix che è un diuretico,
svuota e l’edema polmonare non si vede più, ha capito?
Quindi la TAC può far non vedere proprio niente in questo
caso, visto che era comunque fatta qualche giorno dopo ed
era in risoluzione.
AVV. BELLANI - Secondo la vostra opinione la spirometria... i
risultati della spirometria in questo caso sono
correlabili a una patologia cardiaca?
C.T. P.M. MARENGHI – Sì, anche, certo. Se lei ha dei
versamenti pleurici...
AVV. BELLANI - Perché “sì, anche?”
C.T. P.M. MARENGHI – Perché, le spiego, se lei ha dei
versamenti pleurici bilaterali che portano via il posto
al polmone il polmone non riesce ad espandersi, quindi è
chiaro che il volume di aria che entra ed esce dai
polmoni è limitato non tanto da una patologia
polmonare...
AVV. BELLANI - Però non ce li ha qui, Dottoressa.
C.T. P.M. MARENGHI – Che cosa, i versamenti pleurici? Come no.
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faccia inspirare più alta la mia PO2, okay? Se io prendo
un paziente che ha 50 di PO2 e ha delle condizioni... ci
sono alcuni casi in cui l’ossigeno non fa effetto, però
sono altri casi, e ho un paziente con un’insufficienza
respiratoria anche media, gli metto l’ossigeno, la PO2 da
50 sale a 70, ma questo non vuol dire che la PO2 sia
soddisfacente perché arriva a 70 perché io gli metto
dell’ossigeno in più. Quindi questo significa solo una
cosa, che aveva bisogno di un supporto di ossigeno serio.
Che poi abbiano tra le altre cose... non so neanche chi
abbia scritto questa cosa perché il carlens non si scrive
così, ma comunque... Detto questo, aveva un supporto...
guardate “Pressor support 18 con 50% di FIO2”. Capiamoci,
la frazione di ossigeno è 20%, quindi qui stava già
respirando il doppio di quello che respira una persona
normale. Il pressor support di 18... allora, facciamo
ancora un passo indietro, vi spiego una cosa che anche ai
medici che non siano del tutto tecnici a volte è un po'
confondente: la ventilazione meccanica non è una cosa
fisiologica. Con la ventilazione meccanica noi andiamo a
sovvertire completamente la fisiologia della
respirazione. Mi spiego meglio: quando io faccio un
respiro e sono in respiro spontaneo creo una depressione,
quindi la pressione intrapleurica diminuisce e l’aria
entra; quando io ventilo meccanicamente le persone io la
spingo a pressione. Quindi è del tutto diverso. E’ chiaro
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domanda telegrafica: posta questa descrizione del corso
causale, la vasodilatazione provocata dai farmaci
dell’anestesia ha effetti immediati?
C.T. P.M. RONCHI - Credo che sia più opportuno che risponda la
collega Marenghi.
C.T. P.M. MARENGHI - Eccome se ha effetti immediati, tanto che
hanno dovuto fermare l’intervento chirurgico. Non sono
riusciti ad andare avanti, hanno dovuto rimettere la
dopamina.
AVV. FORNARI – Quindi la vasodilatazione di cui parlate nella
relazione ha effetti immediati?
C.T. P.M. MARENGHI – Sì.
AVV. FORNARI - Grazie.
P.M. DOTT.SSA PRADELLA – Scusate, solo una domanda alla
Dottoressa Marenghi o a chi mi vuole rispondere, pleurite
cronica aspecifica che cosa significa?
C.T. P.M. MARENGHI - Che c’è un’infiltrazione della pleura
sicuramente non neoplastica perché è aspecifica,
probabilmente flogistica.
P.M. DOTT.SSA PRADELLA – E’ uguale alla polmonite?
C.T. P.M. MARENGHI – No, è una pleurite, quindi c’è una...
aspecifica, probabilmente dovuta a sfregamento, altre
cose di questo tipo. Non è carcinomatosa perché se no
l’avrebbero scritto e non è infettiva.
P.M. DOTT.SSA PRADELLA – Grazie.
AVV. FORNARI - Il Dottor Brega Massone aveva una rapida
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in questo caso il paziente non aveva una diagnosi, quindi
in ogni caso la diagnosi si sarebbe dovuta fare. Pertanto
io le dico solo che scrivo “Si richiedono emogasanalisi a
conclusione degli esami, spirometrie ecoaddome e visita
anestesiologica”. Lei troverà da tutte le mie consulenze
che mai io parto e dico “questo paziente va operato”,
chiederò sempre le consulenze cardiologiche e
anestesiologiche che sono per competenza, perché è ovvio
che io non ho nessuna ragione di dubitare che il
cardiologo che mi sta parlando, che è il primario della
Cardiologia che lei ha conosciuto e sentito, mi dica che
questo paziente non ha avuto un infarto e l’infarto l'ha
avuto. Io non leggo l’elettrocardiogramma, io conto solo
a fare l’intervento chirurgico e quindi a togliere un
tumore se il tumore bisogna toglierlo. In questo paziente
la cosa è abbastanza chiara, nel senso che io chiedo il
completamento di tutti gli esami, mi viene detto
precedentemente... ho sentito che la spirometria è una
spirometria da infarto. No, è da patologia cardiologica.
C.T. P.M. MARENGHI - (Fuori microfono).
IMP. BREGA MASSONE – Comunque io non entro in questo merito,
io entro solo nel mio merito. Il paziente ha 1170 di
FEW1. Tra l'altro viene scritto... è il 47%, ma poi dovrò
dirle qual era la mia esperienza e tutte le varie
situazioni sull’intervento chirurgico. E’ chiaramente
messo in evidenza che vi è una scarsa cooperazione al
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il TNM è sbagliato e nessuno è stato in grado di dire...
PRESIDENTE – Cos’è il TNM?
IMP. BREGA MASSONE – Il TNM è il tumore, la stazione del
tumore. T sta per tumor; N per Nodes, che sono i
linfonodi; M per metastasis. Allora, un tumore che
infiltra la pleura parietale è un T3 e su questo credo si
possano vedere tutte le varie stadiazioni. Il T3 sfocia
nello stadio 3A o nel 2B. Quindi la valutazione che ho
dato sul paziente e la do immediatamente, basta leggere
quello che io dico, non è su un paziente che ha un nodulo
di un centimetro ed è uno stadio primo, è su un paziente
che comunque ha uno stadio terzo o secondo B il quale ha
un’infiltrazione della parete toracica e la pleura già dà
da dolore, ma quando infiltrerà il nervo intercostale che
è subito dietro questo paziente avrà una sintomatologia
esagerata. Non servirà la radioterapia, non servirà la
chemioterapia e l’unico modo è l’asportazione chirurgica.
In questo caso il mio ragionamento è stato solo
esclusivamente questo e le dico che io ho operato questo
paziente in assenza totale di nemmeno, come dire, lontano
sospetto di un infarto del miocardio, altrimenti le
mostrerò anche la mia Letteratura che parte per da Pavia
in cui io avevo fatto dei lavori propri inerenti a questa
tipologia di malattia. Basta, volevo solo specificare
questo perché si è parlato, mi scusi se mi permetto, per
mezz’ora di una cartella clinica cardiologica. Grazie.