STORIA DELLA PSICOTERAPIA SISTEMICA E ANALISI … · STORIA DELLA PSICOTERAPIA SISTEMICA E ANALISI...

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STORIA DELLA PSICOTERAPIA SISTEMICA E ANALISI COMPARATA CON ALTRI INDIRIZZI PSICOTERAPEUTICI I

introduzioneL’approccio sistemico-relazionale ha costruito la sua metodologia clinica intorno all’idea che il disagio psichico può essere colto attraverso l’osservazione delle relazioni umane (in particolare quelle familiari)

il sistema quale entità complessa entro cui individuare le relazioni patogene che giustificano e mantengono lo stato di crisi di cui soffre la famiglia

I terapeuti familiari di orientamento sistemico segnarono la scomparsa, nel loro vocabolario, di termini quali individuo, inconscio, contenuti intrapsichici, transfert-controtransfert, rimosso: di ogni termine, insomma, che non fosse legato alle dinamiche di un gruppo o a ciò che poteva essere osservabile.

Se la contrapposizione con la psicanalisi passava anche attraverso il rifiuto di un’ottica centrata sull’individuo, la patologia individuale perdeva di significato e si configurava semplicemente come il risultato di un approccio sbagliato al problema

Già da molti anni è in corso una riflessione epistemologica che ha recentemente orientato i terapeuti familiari a prendere in considerazione l’individuo quale oggetto di studio e intervento terapeutico

l’individuo è pur sempre un sistema, dotato di caratteristiche strutturali ed organizzative leggibili ancora con un paradigma sistemico. Questo interesse ha progressivamente reso lecito, dal punto di vista clinico, non solo l’osservazione delle dinamiche individuali all’interno del gruppo di riferimento, ma anche interventi terapeutici individuali, ovviamente di impostazione sistemica.

Tra i primi aspetti presi in considerazione con la riscoperta dell’individuo vi sono stati i sentimenti e le emozioni.

la consapevole esclusione degli aspetti emotivi dell’interazione per focalizzarsi sugli effetti pragmatici dei comportamenti e dei sintomi è da ricondursi all’esigenza di differenziarsi (e, per certi aspetti, individuarsi) dalla psicoanalisi, disciplina che in misura maggiore si è occupata del campo emozionale

nel momento in cui l’intervista non è unicamente centrata sui comportamenti, ma emergono e vengono presi in considerazione anche i vissuti emotivi e le connessioni storico-cronologiche, assistiamo ad una serie di modificazioni.

considerare la sfera emozionale non modifica solo il modo di condurre la seduta ma permette anche di mettere da parte quelle tecniche di chiaro stampo strategico finalizzate principalmente alla remissione del sintomo, come per esempio le prescrizioni paradossali del sintomo.

Attualmente l’intervento terapeutico nella logica socio-costruzionista e narrativa avviene attraverso l’incontro tra i sistemi emotivi di significato e le narrazioni dei pazienti e dei terapeuti i quali, nella conversazione, stimolano la ricerca di connessioni, significati, chiave di lettura alternative sollecitando la costruzione di un quadro narrativo rappresentativo dal punto di vista dei contenuti e convincente dal punto di vista emotivo

l terapeuta è dunque coinvolto nel processo terapeutico al pari del paziente, sebbene le parti siano caratterizzate da competenze specificamente differenti.

Il processo terapeutico è, essenzialmente, un contesto di incontro e di costruzione comune di esperienza.

• Il movimento di assistenza sociale: trattare i problemi individuali insieme alle relazioni interpersonali, consulenze a coppie e famiglie (1877-1940)

ASSISTENZA E CONSULENZA ALLA FAMIGLIA

Il movimento di educazione alla vita familiare: corsi e scuole per la preparazione alla vita coniugale e familiare, E. Groves (1920-1946)

La consulenza matrimoniale professionale: prima fase dal 1929 al 1932 centri medici influenzati da Hirschfeld, seconda fase dal ‘34 al ’45, costituzione dell’A.A.M.C., associazione di consulenti clinici matrimoniali

Terza fase dal 1946 al 1965, l’American Association of Marriage Counselors (est USA) e l’American Institute of Family Relations (ovest USA) si sviluppano verso una professione (legge del 1963 in California), con diversi centri

Quarta fase dal 1966 al 1975, proliferano vari approcci di consulenza e terapia di coppia1964: Ackerman, Bell, Satir e altri illustrarono le prime terapie familiari all’AAMC

L’AAMC molto interessata ai nuovi sviluppi si trasformò però in AAMFC, dove la F sta per Family

Nell’ambito della consulenza coniugale l’AAMFC si trasformò in AAMFT, dove la T sta per therapy, molti consulenti si amalgamarono con la terapia familiare

• La psichiatria sociale (1910-47): Adler e Jung sottolinearono gli aspetti sociali della psicoanalisi (motivi sociali al comportamento, sviluppo del sé nella relazione), Rank il qui ed ora e la fine prefissata del trattamento (anni ’20), Fromm l’interazione persona-società (1941)

• Sullivan (1947-53), parlò di empatia, come sperimentazione da parte del bambino delle emozioni materne; concetto di “apprezzamento riflesso”: il sé si forma attraverso le risposte sociali ai propri comportamenti, come con il “sé speculare” e l’”altro generalizzato” (Mead, 1934)

• Altri analisti (Horney, Thompson) sottolinearono la relazione tra comportamento dei pazienti e loro esperienze ed interazioni familiari

• Sullivan trattava la schizofrenia con la psicoterapia e si basava sul lavoro clinico più che sulla teoria: i primi terapeuti familiari ne furono influenzati (Bowen, Jackson che nel 1959 coniò il termine “terapia congiunta”)

• La terapia psicoanalitica congiunta di coppia apparve in un articolo (Obendorf, 1931), la “folie a deux” come nevrosi interattiva nel matrimonio (1933) ebbe come indicazioni terapeutiche il trattamento congiunto dei partner (Mittlemann, 1944)

Alla fine degli anni ‘40 alla Tavistock Clinic di Londra fu fondata una Family Psychiatric Unit, per la riconciliazione delle coppie inviate dai giudici

Bowlby fu uno dei precursori alla Tavistock Child Guidance Clinic, nel 1949, applicando tecniche di gruppo sulla famiglia, nel caso di un giovane che non migliorava

• Bowen, nel 1954, avviò un progetto di ricerca sulle famiglie di giovani schizofrenici, seguiva famiglie, istituì uno dei primi corsi di formazione psicoterapeutica

• Whitaker, tra i più irriverenti, dal 1943 coinvolgeva familiari nelle terapie, nel 1946 avviò un progetto di terapia “duale” con le coppie

• Il gruppo di Palo Alto: Bateson, Haley, Weakland, Jackson, Satir. Bateson iniziò gli studi sugli aspetti paradossali della comunicazione

• Si spiegavano così affermazioni come “io sto mentendo”, con due livelli logici: il contenuto e il meta-messaggio (mi aspetto che tu creda a quello che dico)

• Nel 1956 Bateson, Jackson, Haley e Weakland pubblicarono “Toward a theory of schizophrenia”, introducendo il concetto di “doppio legame” come determinante familiare della schizofrenia

• Nel 1956 l’equipe cominciò a vedere famiglie di schizofrenici, videoregistrandole

• Nel 1957 Jackson incontrò Bell e Fulweiler che lo iniziarono all’uso dello specchio unidirezionale per la supervisione interattiva

• Nel 1959 Jackson fondò il MRI e fu raggiunto da Virginia Satir che già dal ‘51 seguiva famiglie

• Nel 1960 Jackson e Ackerman fondarono la rivista Family Process, con direttore Haley, il primo numero è del 1962

• Il gruppo di Filadelfia: Boszormenyi-Nagy e collaboratori fondarono il Family Institute di Filadelfia, una scuola che formò tanti professionisti, a Bozszormeny-Nagy si deve l’approccio contestuale

La seconda ondata (1962-1977)New York: Ackerman aveva fondato il Family Institute, un secondo centro prese vita presso l’Albert Einstein College; un terzo fu il Wiltwyck School for boys dove Minuchin e altri lavorarono con giovani delinquenti (Family of the Slums)Filadelfia: Minuchin, con Montalvo e Rosman, poi raggiunto da Haley, iniziarono la supervisione in diretta, da qui nacque la terapia strutturale

Speck, allievo del Centro di Filadelfia fu l’iniziatore della Terapia di Rete, intervento a breve termine che prevedeva almeno una volta la convocazione di tutta la famiglia estesa e della sua rete, per poi proseguire con parti di essa

Boston Family Institute, 1969: Duhl e Kantor crearono forme espressive nuove (sviluppo della scultura familiare)

• Palo Alto: Watzlawick, Beavin, Jackson, elaborarono La Pragmatica della comunicazione umana (1967)

• Dopo il 1967 Watzlawick, Weakland, Fisch, Bodin costituirono il Brief Therapy Center del MRI e il modello di terapia breve. Dal 1974 Sluzki, affinò il concetto di doppio legame, Riskin sviluppò strumenti per la misurazione di interazioni familiari

• Galveston: Mc Gregor e Ritchie, Terapia a impatto multiplo (2 giorni, congiunte e individuali)

• Milano: Selvini Palazzoli, Boscolo, Cecchin, Prata, la terapia breve-lunga (10 lunghe sedute, 1 al mese)

• Chicago: 2 centri: Kramer (psicoanalista), Borstein che si ispirò a Whitaker

• 1977, si formò la American Family Therapy Association: Bowen, Spiegel, Framo, Spark

Teoria dei sistemi, prima cibernetica, epistemologia: Bateson e il gruppo di Palo AltoLa famiglia come sistema cibernetico, omeostasi, sistema governato da regoleIl membro sintomatico come delegato che regola l’omeostasi del sistema

Comunicazione e metacomunicazione nella famiglia, teoria dei tipi logici, analogico e digitale: l’uno “meta” rispetto all’altroLa teoria del doppio legame: particolare tipo di comunicazione caratterizzato da segnali incongrui e contraddittori che pongono il destinatario in un profondo dilemma

Dalla morfostasi alla morfogenesi: la sopravvivenza dei sistemi dipende da processi di - morfostasi: attraverso un processo di feedback negativo un sistema conserva la propria stabilità malgrado le modificazioni dell’ambiente- morfogenesi: attraverso processi di feedback positivi il sistema va incontro a cambiamenti strutturali possono consentirgli un diverso ed eventualmente migliore, adattamento all’ambiente

Nozione di informazione: entità discreta, continua, a gradino (può sembrare discontinua perché è impossibile osservarla in realtà)

• Modello psicoanalitico• Modello strutturale• Modello boweniano• Modelli strategici: terapia strategica

(Haley), terapia breve MRI • Modelli sistemici: Milano, Ackerman

Institute• Modelli epistemologici estetici e

pragmatici

• Famiglia come tipo speciale di gruppo sociale, regole come difese cioè compromessi tra individui e richieste familiari

• Natura inconscia ed affettiva delle transazioni, capro espiatorio come identificazione proiettiva, omeostasi

• Meccanismi della collusione, della proiezione e dell’identificazione proiettiva (uso della scultura familiare e del re-enactment -interazioni non verbali inconsce)

• Importanza alla prospettiva storica piuttosto che al qui ed ora

• Obiettivi della terapia: migliorare la comunicazione affettiva, aumento di insight, empatia reciproca e tolleranza verso gli altri familiari

• Spiegazione e interpretazione del comportamento manifesto collegato a motivazioni, pulsioni ed emozioni

• Terapia strutturale• Terapia strategica• Terapia ericksoniana• Terapia boweniana• Terapia contestuale• Terapia focale• Terapia simbolico esperienziale (Whitaker)

• Terapia breve del MRI• Modello sistemico di Milano• Terapia comportamentale della famiglia,

Falloon• Terapia comportamentale della coppia• Trattamenti psicoeducativi familiari• Evoluzioni costruttiviste, costruzioniste,

della complessità

approccio psicodinamico • Incremento dell’insight, focalizzazione sulla

consapevolezza del paziente e sull’ interpretazione dell’analista

• Attenzione a: conflitto inconscio tra es e super-io, mediato dalle difese dell’io, interpretato in base alle dinamiche transferali

• L’interpretazione, tecnica principale, fa emergere desideri inconsci rimossi

• L’interpretazione delle difese psichiche rispetto ai desideri inconsci favorisce lo svelamento dei sintomi, soluzioni disadattive dei conflitti

• L’io, con questa operazione incrementa le sue capacità di un esame di realtà più maturo, con rinuncia ai desideri infantili

• L’aumento di consapevolezza sui propri conflitti e sulle difese attivate, è il più importante fattore di cambiamento nella terapia

• Nel corso del tempo hanno assunto maggiore importanza nel modello psicoanalitico altri costrutti, tra i quali la considerazione dell’esperienza globale affettivo-cognitiva, che si realizza nell’interazione terapeutica

• L’enfasi sull’esperienza emotiva del paziente in terapia ha portato a considerare anche la soggettività dell’analista, nell’ambito della natura relazionale del processo psicoanalitico (transfert e controtransfert)

successivamente

• L’analista diviene così co-determinante la relazione terapeutica, con la sua soggettività emotiva-cognitiva, interagendo con il paziente nell’orientare il funzionamento delle strutture di attribuzione del significato del paziente che organizzano l’esperienza del transfert

• Dall’attenzione sull’intrapsichico della psicoanalisi classica si evolve verso la considerazione dell’interazione terapeutica e della soggettività dei suoi partecipanti

SVILUPPI DEGLI INDIRIZZI PSICODINAMICI CONNESSI CON L’EPISTEMOLOGIA SISTEMICA

I concetti di relazione e di sviluppo del pensiero in Bion • La realtà psichica secondo Bion si forma nella

relazione tra madre e bambino (concetto di Reverie materna).

• La mente non è più un fatto intrapsichico ma inevitabilmente nascente dalla relazione madre bambino

• Il pensiero prende vita e si sviluppa a partire dalle risposte che il bambino riceve rispetto ai suoi bisogni dalla figura materna

• Se la madre è sufficientemente buona nella relazione col bambino, la sua frustrazione non sarà angosciante, ma tollerabile, in modo che possano avere luogo processi di pensiero simbolico

• Al contrario i processi di pensiero sarebbero eliminati

• Con l'andare del tempo le esperienze vissute di gestione e contenimento delle emozioni saranno introiettate in modo da poter gestire le situazioni

• Il pensiero prende forma dalla relazione tra due menti, in una storia relazionale

• La frustrazione dei bisogni se viene tollerata permette al pensiero di prendere la strada della trasformazione simbolica

• Viceversa, se la frustrazione è troppo grande, il principio regolatore non sarà più la relazione e il suo correlato di pensiero, ma l'azione di fuga o l'emozione di spavento, ecc.

• Il pensiero e la relazione sono qui strettamente interconnessi

• Le rappresentazioni mentali, lungi dall'essere interne, si formano grazie alla relazione

• Quindi, le relazioni vissute permettono la formazione di contenuti di pensiero simbolico che vanno a costruire, nel tempo e lungo una storia, una modalità di vedere se stessi ed il mondo, di vivere e partecipare ai vari contesti di relazione

• Nella narrazione che avviene in seduta terapeutica tale modalità può essere rivista e trasformata in una nuova storia

Sviluppi degli indirizzi psicoterapeutici:• L’epistemologia della complessità ha portato a

rivedere il pensiero empirista per cui la mente rappresenta una realtà conoscibile

• La mente appare piuttosto come costruttrice della realtà che resta invece inconoscibile

• Man mano che la persona fa esperienza di sé, tali sistemi di significato definiscono un rapporto con se stessi e con il mondo, a partire dall’apprendimento dalle prime relazioni di attaccamento, fino alla costruzione di epistemologie, in gran parte tacite, del proprio essere nel mondo.

• Osserviamo come la psicoterapia sistemica sia nata studiando le relazioni tra le persone e il loro ambiente sociale, senza chiedersi cosa ci fosse nell’intrapsichico (approccio strutturale, strategico, ecc. di tipo pragmatico)

• Tale studio pone già l’attenzione su un sistema di relazioni e di significati (la famiglia), che costituisce qualcosa di più della somma delle sue parti individuali, restando però nel qui ed ora

• In questa prima fase nascono modelli che introducono un importante criterio, quello della “storia” o del “tempo”, conferendo un’accezione di sviluppo dell’individuo nei sistemi, ipotizzando la formazione di significati intrapsichici appresi nell’interazione, che giocano sulle relazioni a loro volta

terapia contestualeIvan Boszormenyi-Nagy

• Questo modello terapeutico considera molto importante il trauma psicologico, che nella psicoanalisi ha una importanza fondamentale nello sviluppo di patologie psichiche legate al narcisismo

• Il narcisismo oggettuale si manifesta in tre forme: a) pseudorelazionalità collusiva (falso sé di

Winnicott), b) apparente non relazionalità (muro di pietra), c) relazionalità negativa legata al bisogno

TERAPIA FOCALE

• Vi sono caratteristiche sia relazionali che intrapsichiche: quando le relazioni si modificano e il narcisismo oggettuale viene abbandonato, emerge il trauma che porta a un deterioramento sociale

• E’ un approccio pragmatico che parte dai bisogni della famiglia, integrando altri metodi della psicoterapia familiare

• L’attenzione è concentrata sulla modificazione di modelli di azione e significato fissati dal trauma passato

• Descrive sette livelli di funzionamento familiare1. Concetti: idee descrittive rispetto all’interazione familiare2. Elementi: descrizioni concrete dell’interazione, valutabili all’interno del contesto familiare

3. Episodi di interazione: si tratta di unità di osservazione più grandi che contengono gli elementi4. Modelli di significato: gli episodi inseriti nel contesto danno luogo a significati che fanno da cornice semantica di riferimento5. Formulazione olistica: descrizione sistemica completa della famiglia nel momento attuale, integrando i livelli precedenti

• 6. Formulazione tipologica: classificazione della famiglia in base ad aspetti caratteristici, a fini predittivi

• 7. Formulazione dei requisiti: concezione di come potrebbe essere la famiglia in futuro se la terapia avesse successo, comprendendo tutte le osservazioni precedenti

• La salute familiare viene rilevata attraverso delle scale che osservano: vita affettiva, comunicazione, confini, alleanze, adattabilità e stabilità familiare, competenza familiare

• Tali dimensioni sono i concetti che raccolgono elementi ed episodi

• Il significato viene derivato da tale rilevazione, che è condotta su di un’interazione osservabile e quindi un contesto, attraverso una interpretazione, che evidenzia la struttura profonda di una famiglia, mentre le interazioni ne rappresentano la superficie

• La sperimentazione della situazione esistenziale avviene in termini di significato, che può corrispondere ad azione superficiali diverse (per uno stesso significato profondo)

• I significati comuni che sono appresi culturalmente possono divenire nell’interazione significati intersoggettivi, che sono stati descritti in letteratura come matrici familiari o miti familiari

• Tali significati sono stati definiti anche come paradigma familiare (Reiss) o pattern che connette (Bateson), riferibili a sistemi di significato che esistono esclusivamente nell’interazione

Le famiglie disfunzionali che rivelano inadeguatezze nei loro episodi di interazione rispetto alle dimensioni principali, evidenziano alcune caratteristiche comuni:• Ripetizione di interazioni, irrilevanza dell’interazione

rispetto alla situazione, circoli viziosi, compulsività delle azioni, urgenza di fronte a conseguenze apparentemente distruttive, il sintomo che fa parte del ciclo

• Si distinguono sistemi di significato che divengono operativi attraverso meccanismi, presenti sia nella famiglia di origine (livello dei nonni) sia nella famiglia di procreazione (livello dei genitori) anche se con risultati diversi

• Tali meccanismi sono:

• 1) negazione, non-assimilazione o ignoramento rispetto al problema

• 2) ripetizione senza risoluzione né elaborazione degli atteggiamenti nelle diverse generazioni

• 3) deposito o rovesciamento, tentativi di trasformare le esperienze nel loro contrario

• La formulazione olistica viene costruita attraverso una scheda strutturata che osserva:

• In che modo il sintomo è parte dell’interazione• La funzione dell’interazione attuale, compreso il

sintomo (e senza?)• Qual è il disastro che la famiglia teme?• In che modo la situazione attuale è collegata al

trauma passato?

• La formulazione olistica o ipotesi focale: l’intento è di spiegare tutti i disturbi della famiglia in base alla storia familiare, connettendoli tra loro

• Il modello è orientato a rilevare la patologia, ma la formulazione del cambiamento necessario richiede la valutazione anche delle risorse della famiglia

• Si usa una scheda di valutazione che osserva: composizione familiare e rete professionale (servizi), disturbo attuale, storia del sistema familiare attuale e di quello precedente, l’azione manifesta, significati attivi nella famiglia, gestione eventi stressanti, cambiamenti necessari (stabiliti dal terapeuta, da lui osservati o riferiti dalla famiglia stessa)

• Il cambiamento è inteso come ristrutturazione delle interazioni, l’approccio è storico-genetico, il terapeuta è coinvolto nel transfert e controtransfert con auto-controllo e integra tutte le sue esperienze

• Strutturazione della terapia:• Si considera il sistema trattato ed il sistema

trattante, il modo in cui interagiscono• Il terapeuta deve essere in grado di usare una serie

di tecniche diverse, strutturali, strategiche, ecc.• Tuttavia il suo ruolo non è chiaramente definito, è

centrato sui bisogni della famiglia e quindi flessibile

• L’ipotesi focale deve essere la guida di riferimento per il terapeuta e si usa una scheda utile anche per la ricerca clinica: scheda di sintesi della terapia focale

• In essa si riportano: obiettivi del terapeuta, retroazione familiare ed eventi tra le sedute, contenuto collegato alla formulazione focale, area della formulazione focale su cui si lavora, interventi del terapeuta, criteri di miglioramento (valutazione continua dei risultati)

• La comprensione in termini di significato intrapsichico è fondamentale

• L’autoconsapevolezza del terapeuta è essenziale per interagire terapeuticamente con il sistema paziente

• Il lavoro terapeutico deve modificare i modi di essere e condurre alla comprensione dei significati, dell’origine del disturbo

• Gurman A. S., Kniskern D. P., Manuale di terapia della famiglia, 1995, Boringhieri, Torino

• Casadio L., Tra Bateson e Bion, alle radici del pensiero relazionale, 2010, Antigone Edizioni, Torino

• Satir V., Psicodinamica e psicoterapia del nucleo familiare. Armando, Roma, 1973.

• Teoria e terapia boweniana: visione della vita come sistema interconnesso dal protoplasma ai sistemi sociali e culturali

• Interessante il collegamento con E. Morin: ogni soggetto vivente è parte di un sistema-mente ecologico

• 4 concetti fondamentali: 1. Concetto di ansia cronica: esagerazione di un ritmo fondamentale della vita, reazione istintiva, non ragionata, movente di tutti gli stati di disagio

• Teoria e terapia boweniana: visione della vita come sistema interconnesso dal protoplasma ai sistemi sociali e culturali

• Interessante il collegamento con E. Morin: ogni soggetto vivente è parte di un sistema-mente ecologico

• 4 concetti fondamentali: 1. Concetto di ansia cronica: esagerazione di un ritmo fondamentale della vita, reazione istintiva, non ragionata, movente di tutti gli stati di disagio

• 2. Concetto di differenziazione: processo vitale per conservare il proprio essere in equilibrio attraverso l’autodefinizione verso l’esterno e l’autoregolazione interna

• Processo di auto-osservazione e di auto-consapevolezza diverso da “autonomia” o “individuazione”: è la capacità di essere “distinto da” ma, contemporaneamente, “appartenente a”

• Condizione ambientale e reazione di differenziazione: incrocio tra due assi (condizione e reazione) che origina 4 quadranti, a seconda delle diverse variabili di condizione stressante e di reazione di differenziazione:

• Si va da bassa condizione e alta reazione a alta condizione e bassa reazione (problema)

• 3. Sistema emozionale è qualsiasi sistema naturale interconnesso, è l’unità di analisi, è il “motore del cambiamento in senso sistemico”

• La trasmissione intergenerazionale: le reazioni emozionali si trasmettono tra le generazioni, con influenza ricorsiva tra presente e passato

• La storia del sistema emozionale parte dall’origine della genealogia e influenza come processo continuo e reciproco, il presente: il sintomo ha una storia multigenerazionale

• Le relazioni del presente possono propiziare un sintomo, ma sono meno potenti del flusso evolutivo nel formare la struttura delle relazioni

• 4. Il triangolo emozionale: tripartizione di ogni sistema emozionale, che sia la relazione tra tre persone o tra due persone e un problema

• Ha sue regole, come per esempio quella che non è modificabile la relazione tra due persone o tra una persona ed una sua abitudine

• Si formano dall’ansia sistemica tra 2 persone che ricercano un terzo, per l’impossibilità di mantenere una differenziazione atta a conservare una relazione stabile

• Il terapeuta che crea un triangolo con una coppia non deve farsi coinvolgere nel triangolo, ma restare una presenza non ansiosa, conservando la sua obiettività e la sua differenziazione e permettendo così il cambiamento della relazione nella coppia stessa (o sistema)

• Lo stress non è quantitativo ma posizionale: esiste in un triangolo o sistemi di triangoli interdipendenti che si trasmettono, nei quali si può occupare una posizione stressante

• Il concetto di triangolo emozionale si concentra sulla fenomenologia e non sull’interpretazione, con risvolti molto pratici riguardo a fattori descrivibili e verificabili

• Permette di misurare il cambiamento in termini meno influenzabili dalla psiche dell’osservatore ed è quindi un concetto legato all’obiettività, principio fondamentale della teoria e terapia di Bowen

• Terapia boweniana: l’obiettività del terapeuta dipende dal suo stato emotivo, dalla sua capacità di differenziazione dalla sua ansia e dall’altro, il triangolo costringe a guardare ad aspetti verificabili, pragmatici

• L’azione del terapeuta, anche paradossale, serve a lui per restare fuori dal triangolo e per indurre, con il suo funzionamento emozionale, obiettività nel sistema bloccato, non agendo sul comportamento del paziente

• Bowen sceglie una posizione diversa da quella del transfert psicoanalitico e da quella dello scienziato comportamentista: il terapeuta è un catalizzatore che sollecita una reazione nel sistema con cui si relaziona, conservando la sua integrità e non perdendosi nel processo

• Consiste nel non diventare il perno per gli spostamenti degli altri, un canale per la loro relazione

• Per promuovere obiettività e differenziazione la tecnica principale è porre domande, domande atte a sovvertire gli schemi che si presentano nei comportamenti dei pazienti (manovre di detriangolazione)

• Fare domande per fare chiarezza, che pare più importante dell’empatia, perché aiuta le persone ad essere obiettive sulla posizione che occupano: così il terapeuta può distinguere l’empatia dall’ansia

Il modo in cui il messaggio terapeutico viene percepito dal sistema dipende dal mezzo nel quale viaggia, il sistema emozionale, e questo a sua volta dipende dal grado di differenziazione del campo, che per parte sua dipende dallo stato emotivo del terapeuta

• La prossimità dei sé non definiti può fondere le persone, mentre l’autodefinizione crea spazio emotivo: l’iperfunzionamento dell’uno nello spazio dell’altro fonde i due, senza distinguere il sé dal non sé

• Il problema fondamentale della famiglia non è conservare le relazioni, ma è conservare il sé che permette relazioni non disintegrative, e questo avviene con l’auto-differenziazione (es. sacrificio e controllo vs. differenziazione)

• La guarigione è un fenomeno auto-rigenerativo: è auto-responsabile ed auto-realizzantesi, è assumersi la responsabilità della propria esistenza e del proprio destino

• La patologia viene intesa come fattore che non ha regolazione di crescita e di comportamento, come nelle malattie o nell’immaturità

• La patologia è il prodotto della sua replicazione in un organismo che fallisce

• Fiducia ed affidamento ai processi naturali di guarigione, promuovere anziché imporre

• Imporre guarigioni è un modo per sollevare ancora più resistenze, è perdere il sé nella relazione

• L’auto-differenziazione promuove le forze di auto-guarigione, attraverso un processo di relazione chiara e auto-regolante, anche di fronte alle situazioni più difficili

• 2. Concetto di differenziazione: processo vitale per conservare il proprio essere in equilibrio attraverso l’autodefinizione verso l’esterno e l’autoregolazione interna

• Processo di auto-osservazione e di auto-consapevolezza diverso da “autonomia” o “individuazione”: è la capacità di essere “distinto da” ma, contemporaneamente, “appartenente a”

• Condizione ambientale e reazione di differenziazione: incrocio tra due assi (condizione e reazione) che origina 4 quadranti, a seconda delle diverse variabili di condizione stressante e di reazione di differenziazione:

• Si va da bassa condizione e alta reazione a alta condizione e bassa reazione (problema)

• 3. Sistema emozionale è qualsiasi sistema naturale interconnesso, è l’unità di analisi, è il “motore del cambiamento in senso sistemico”

• La trasmissione intergenerazionale: le reazioni emozionali si trasmettono tra le generazioni, con influenza ricorsiva tra presente e passato

• La storia del sistema emozionale parte dall’origine della genealogia e influenza come processo continuo e reciproco, il presente: il sintomo ha una storia multigenerazionale

• Le relazioni del presente possono propiziare un sintomo, ma sono meno potenti del flusso evolutivo nel formare la struttura delle relazioni

• 4. Il triangolo emozionale: tripartizione di ogni sistema emozionale, che sia la relazione tra tre persone o tra due persone e un problema

• Ha sue regole, come per esempio quella che non è modificabile la relazione tra due persone o tra una persona ed una sua abitudine

• Si formano dall’ansia sistemica tra 2 persone che ricercano un terzo, per l’impossibilità di mantenere una differenziazione atta a conservare una relazione stabile

• Il terapeuta che crea un triangolo con una coppia non deve farsi coinvolgere nel triangolo, ma restare una presenza non ansiosa, conservando la sua obiettività e la sua differenziazione e permettendo così il cambiamento della relazione nella coppia stessa (o sistema)

• Lo stress non è quantitativo ma posizionale: esiste in un triangolo o sistemi di triangoli interdipendenti che si trasmettono, nei quali si può occupare una posizione stressante

• Il concetto di triangolo emozionale si concentra sulla fenomenologia e non sull’interpretazione, con risvolti molto pratici riguardo a fattori descrivibili e verificabili

• Permette di misurare il cambiamento in termini meno influenzabili dalla psiche dell’osservatore ed è quindi un concetto legato all’obiettività, principio fondamentale della teoria e terapia di Bowen

• Terapia boweniana: l’obiettività del terapeuta dipende dal suo stato emotivo, dalla sua capacità di differenziazione dalla sua ansia e dall’altro, il triangolo costringe a guardare ad aspetti verificabili, pragmatici

• L’azione del terapeuta, anche paradossale, serve a lui per restare fuori dal triangolo e per indurre, con il suo funzionamento emozionale, obiettività nel sistema bloccato, non agendo sul comportamento del paziente

• Bowen sceglie una posizione diversa da quella del transfert psicoanalitico e da quella dello scienziato comportamentista: il terapeuta è un catalizzatore che sollecita una reazione nel sistema con cui si relaziona, conservando la sua integrità e non perdendosi nel processo

• Consiste nel non diventare il perno per gli spostamenti degli altri, un canale per la loro relazione

• Per promuovere obiettività e differenziazione la tecnica principale è porre domande, domande atte a sovvertire gli schemi che si presentano nei comportamenti dei pazienti (manovre di detriangolazione)

• Fare domande per fare chiarezza, che pare più importante dell’empatia, perché aiuta le persone ad essere obiettive sulla posizione che occupano: così il terapeuta può distinguere l’empatia dall’ansia

Il modo in cui il messaggio terapeutico viene percepito dal sistema dipende dal mezzo nel quale viaggia, il sistema emozionale, e questo a sua volta dipende dal grado di differenziazione del campo, che per parte sua dipende dallo stato emotivo del terapeuta

• La prossimità dei sé non definiti può fondere le persone, mentre l’autodefinizione crea spazio emotivo: l’iperfunzionamento dell’uno nello spazio dell’altro fonde i due, senza distinguere il sé dal non sé

• Il problema fondamentale della famiglia non è conservare le relazioni, ma è conservare il sé che permette relazioni non disintegrative, e questo avviene con l’auto-differenziazione (es. sacrificio e controllo vs. differenziazione)

• La guarigione è un fenomeno auto-rigenerativo: è auto-responsabile ed auto-realizzantesi, è assumersi la responsabilità della propria esistenza e del proprio destino

• La patologia viene intesa come fattore che non ha regolazione di crescita e di comportamento, come nelle malattie o nell’immaturità

• La patologia è il prodotto della sua replicazione in un organismo che fallisce

• Fiducia ed affidamento ai processi naturali di guarigione, promuovere anziché imporre

• Imporre guarigioni è un modo per sollevare ancora più resistenze, è perdere il sé nella relazione

• L’auto-differenziazione promuove le forze di auto-guarigione, attraverso un processo di relazione chiara e auto-regolante, anche di fronte alle situazioni più difficili