Stella Romagnoli · 2020. 3. 3. · Branding Building Process – dove eravamo 1. Definire e...

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Comunicazione d’Impresa -Laboratorio di strategie pubblicitarie

Stella RomagnoliComunicazione d'Impresa - Laboratorio di Strategie Pubblicitarie 2019-20 1

Stella Romagnoli

Branding Building Process – dove eravamo

1. Definire e posizionare il Brand (Vision, Mission, Values e Brand Value Proposition)

2. Esprimere il brand (creare la visual identity, partendo dal nome e dal logo)

3. Creare visibilità, conoscenza e reputazione4. Misurare le performance del brand

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2. Esprimere il Brand

Esprimere il brand

Esprimere il brand significa:Creare un nome, visual look & feel per il

brand,E una total customer experience per il

target ogni volta che entra in contatto con il brand

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Brand identification system

Il Brand Identification System

• E’ uno specifico sistema di segni progettato e utilizzato dal’impresa per esprimere il Brand impiegando:– Un codice verbale o linguistico (visuale o sonoro)– Un codice iconico (legato alla percezione visiva)

• Ogni unità espressiva svolge 2 fondamentali funzioni comunicative:– La denotazione (il significato è prefissato da una convenzione

culturale largamente accettata)– La connotazione (frutto di un meccanismo soggettivo di

interpretazione)

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Brand Identification System

Definizione:

Insieme dei segni verbali e iconici che, attraverso i meccanismi di denotazione e connotazione,

esprimono l’identità di un brand (Corporate o di prodotto/servizio),

nonché le politiche e le tecniche per un’efficace ed efficiente gestione dell’insieme stesso

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Gli elementi identitari della marca più stabili nel tempo

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Relazione tra Identity e touchpoint

ALTA

BASSA

INDIRETTA DIRETTA

Stab

ilità

nel t

empo

Alberto Pastore, Maria Vernuccio - Impresa e Comunicazione – 2008

ELEM

ENTI

DE

LL’ID

ENTI

TA’

Brand name

Design

Symbol

Colors

Typography

Slogan, tag-line

Jingle

Tone of voice

Punti vendita

Edifici

Packaging

Web site

Advertising

Materiali promotionali

Brand Identification System

• Strumenti di comunicazione permanenti:– Nome della marca– Design distintivo (visual identity: immagini e colori)– Simboli– Caratteri tipografici (lettering, font)– Lo slogan (payoff o tagline)– Il jingle sonoro

• Il Brand Identification System comprende la scelta e la gestione coordinata di queste componenti espressive, che possono avere gradi di nesso con l’identità dell’impresa e permanenza nel tempo diversi tra loro

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Identity elemens

• I segni distintivi della marca dovrebbero essere:– Distintivi– Memorizzabili– Significativi– Coerenti con il posizionamento– Flessibili/adattabili (nel tempo, altri mercati, ecc.)– Proteggibili legalmente

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La marca verbale

La marca verbale

È la condizione necessaria di esistenza del brand (in particolare la componente sonora del nome)La creazione del nome è il primo passo nella creazione della marca (naming)

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Fasi del processo di naming:

1. Fissare gli obiettivi di posizionamento2. Screening sulla base di una verifica legale (nome originale)3. Selezione di una rosa di nomi che devono essere:

– Pronunciabili– Comprensibili/memorizzabili– Coerenti con mission, target e posizionamento ricercato– Flessibili (estensione della gamma, altri paesi, ecc.)

4. Verifica della disponibilità del nome di dominio web

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Tipologie di nomi: denotativi

• NOMI DENOTATIVI o Suggestive Brand NamePresentano significati direttamente connessi al prodotto (es. 4SaltiInPadella, Perlana, Olio Friol, Vetril, Condiriso,…)

• PRO: anche con pochi soldi di investimento il significato semantico della marca consente al consumatore di conoscere gli attributi principali connessi al prodotto

• CONTRO: operazioni di riposizionamento della marca sono piuttosto difficili

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oggettivi

Tipologie di nomi: connotativi

• NOMI CONNOTATIVI: per i quali si associa un meccanismo soggettivo di astrazione o associazione simbolica– Termini con valore evocativo di tipo fonetico (Crick e Crock, Tic Tac,

Crunch)– Parole con valenza evocativa di origine semantica (Magnum, Smart,

Apple)– Nomi di fantasia/acroninimi (Pringles, Twingo, FIAT, TIM)– (Nomi e) Cognomi, che acquisiscono significatività grazie alla

comunicazione e all’esperienza di marca (Gucci, Missoni, Prada, Ferrari, Giovanni Rana….)

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soggettivi

Al giorno d’oggi in realtà il processo è quasi invertito…

La PRIMA cosa che bisogna fare è controllare la disponibilità del NOME come sito internet sul web (il nome del DOMINIO) (in altri termini se NON sono stati registrati siti con lo stesso nome)

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Il nome del dominio

• il nome del dominio web ha impatto sulla strategia digitale

• Un buon nome è:– Rilevante (rispetto al business)– Memoriabile (corto, con parole semplici e suffissi comuni: .com, .it,

ecc.)– Si scrive facilmente (niente caratteri speciali)

• E’ buona pratica acquistare anche nomi simili o varianti per evitare l’acquisto da parte dei competitors

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La marca iconica

La marca iconica

La principale componente della marca iconica è il logoIl LOGO è il complesso degli elementi tipografici, figurativi e plastici che, insieme al nome, viene utilizzato dall’impresa per identificare visivamente se stessa e i suoi prodotti

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Le regole per disegnare un logo

1. Un buon logo identifica, non descrive2. Deve essere visivamente ingaggiante3. Deve essere facilmente memorizzabile, memorabile4. Deve poter essere adattato a diversi media (e

grandezze)5. Il logo è alla base di tutto il sistema visivo del brand

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Wordmarks

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2’30’’

Wordmark

• Un buon wordmark non è solo un semplice impaginatodi un font esistente. Dovrebbe utilizzare caratteri fattiapposta. Non può essere riprodotto con caratteriesistenti. E’ l’icona da un nome.

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Monogram

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2’04’’

Monogram

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Icon

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2’32’’

Figurative design: icon

Le icone sono simboli utilizzati come logo.Servono diversi anni prima di poter essere collegati allamarca verbale

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Jingle: il sound logo

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3030

Payoff, tagline o slogan

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Può essere la brand valueproposition

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Slogan, pay-off o tagline

• Un altro elemento costitutivo della marca verbale è lo slogan (tagline, pay-off, key message), che fornisce un supporto alla rappresentazione dell’identità e al brand positioning– RAI.

• Di tutto di più

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Slogan, tag-line, payoff, key message

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La brand visual identity dovrebbeessere aggiornata nel tempo per

rimanere attuale

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La tendenza è verso la semplicità e l’iconicità

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Colori piatti, niente trasparenze, ombre o effetti 3D

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Wordmark sempre più semplificato

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Meno parole e slogan

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Dal wordmark all’icona

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Un recentissimo re-brandng

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Il logo reveal

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30’’

Il video emozionale

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1’34’’

Deloitte. La nuova identity

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50’’

La nuova visual identity di Kyocera

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1’42’’

Evoluzione icona Firefox

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Cambiare un logo porta SEMPRE a critiche

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4’20’’

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Il Manuale di Corporate Identity

Il manuale di Corporate identityÈ il documento che garantisce la corretta e coerente attuazione dell’identity strategy.

Contiene sia le linee guida di ordine strategico, sia indicazioni operative per il management

della marca.

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Cosa è lo Style Guide?

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2’14’’

Developing a Style Guide –Nigel French – Linkedin Learning

Cosa c’è nel Brand Book

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1’54’’

Developing a Style Guide –Nigel French – Linkedin Learning

Le componenti del Brand Book

1. Brand Identity (mission, vision, values, core promise, drivers e brand personality)

2. Logo (specifiche ed esempi) con gli adattamenti3. Palette dei colori (primari e secondari)4. Font5. Linee guida fotografiche e delle immagini6. Tone of voice (con esempi)

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Altre componenti delle Guidelines

• Format per la comunicazione print e per le brochure• Biglietti da visita e carta da lettere• Template di power point• Specifiche per le insegne• Social media guidelines

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Qualche esempio diBrand Book

o Brand style guidelines

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British Airways 2007

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Brand Book Paypal

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3. Costruire notorietà e reputatione per il brand

Per conquistare una buona reputazione dobbiamo mantenere

la brand promisecon il nostro prodotto/servizio

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Product performance and brand essence

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2’19’’

Branding Foundation – Drew Boyd – Linkedinlearning.com

Bisogna far sì che il prodotto sia coerente con i brand drivers

I prodotti e servizi che offriamo sono la componente più importante del brand: devono mantenere quello che promettiamo!Bisogna assicurarsi costantemente che non ci siano gap tra le performance dei prodotti ed il brand:• Fare una lista delle caratteristiche dei nostri prodotti /

servizi• Cercare di abbinare le caratteristiche/benefit di

prodotto con i brand drivers

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E non dobbiamo dimenticare il target interno

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4’09’’

Branding Foundation – Drew Boyd – Linkedinlearning.com

Cosa devono sapere i collaboratori:

• La promessa di marca (la brand value proposition)• I valori (come si devono comportare)• I brand drivers• La brand identity (per essere sempre coerenti in termini

«visivi» ma anche di tono di voce)• Come si devono comportare (e pensare) a seconda

delle situazioni

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(secondo Interbrand)la forza del brand dipende anche da

alcuni fattori interni

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ClarityMisura quanto il posizionamento del brand e i suoi valori fondanti siano riconosciuti e condivisi internamente

CommitmentMisura quanto il brand è tenutoin considerazione nelle decisioni aziendali, ovvero

quanti investimenti materiali e immateriali attrae.

ProtectionMisura il grado di protezione del brand da diverse prospettive, legale, competitivo, di attrazione di talento

ResponsivenessMisura la capacità del brand di rinnovarsi continuamente e di rispondere alle istanze espresse dalla società nel suo complesso.

Componenti interne

Le componenti interne sono parte integrantedel modello proprietario di Interbrand –Brand Strength Score – volto a misurare la forza competitiva del brand ed il suo profilodi rischio.

Questo modello è stato validatoattraverso molteplici studi condotti dagliufficidi Interbrand nel mondo.

Brand Strength Score, le componenti interne.

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E’ il mantenimento della promessa di marca nel tempo che crea

adesione e fiducia.

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La Brand Experiencedeve essere coerente durante tutto il

customer journey

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Grazie per l’attenzione

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FONTIBranding Foundation – Drew Boyd – Linkedinlearning.comBranding for Designer – Sean Adams –Linkedinlearning.comDeveloping a Style Guide – Nigel French Linkedinlearning.comAlberto Pastore, Maria Vernuccio - Impresa e Comunicazione – 2008