Newsletter Centro “Cardinal Bea” per gli Studi Giudaici - 01

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Centro “Cardinal Bea” per gli Studi Giudaici n. 1 - Primavera 2007

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Centro “Cardinal Bea” per gli Studi Giudaici

Al via una NewsletterDALLA REDAZIONE

Colleghi e amici: saluti da Roma!Abbiamo il piacere di comunicarvi l’uscita del

primo numero di una NEWSLETTER del Centro“Cardinal Bea” per gli Studi Giudaici, allaPontificia Università Gregoriana.

In questo numero, un nostro breve articolo diriflessione, della Dr. Maria Brutti, è dedicato alCardinale Agostino Bea, il principale architetto deldocumento del Concilio Ecumenico Vaticano II“Nostra Aetate”.

La persona del Cardinale Bea fu fonte di ispi-razione per la fondazione del Centro “CardinalBea” per gli Studi Giudaici e la sua vita continuaad ispirare ebrei e cristiani in tutto il mondo.

Questo numero inoltre fornisce le seguentiinformazioni: a) scambio di programmi e didocenti, ad esempio con l’Università Ebraica diGerusalemme e con altri centri universitari distudi ebraico-cristiani, come il Center forChristian Jewish Learning del Boston College;b) corsi di studio, compreso uno stimolantecorso, che è attualmente offerto dalBrenninkmeijer-Werhahn Visiting Professor,Daniel Boyarin, proveniente dall’Universitàdi Berkeley in California. Un altro articolo diBruna Velcic, del Pontificio Istituto Biblico,presenta la sua esperienza di studio in qualitàdi borsista post-laurea all’Università Ebraica diGerusalemme. Una breve riflessione, del Dr.Maurizio Mottolese offre alcuni punti

focali della stimolante conferenza del Prof. JacobNeusner. Tutte queste e altre iniziative del Centro“Cardinal Bea” si trovano sul nostro sito web:www.unigre.it.

Ci proponiamo di pubblicare questaNEWSLETTER a scadenza regolare. Sarà disponi-bile online e in forma stampata, sia in linguainglese che in lingua italiana.

Se desiderate ricevere regolarmente laNEWSLETTER del Centro “Cardinal Bea” pergli Studi Giudaici, mandate una e-mail a: judaicstudies@unigre.it.

La NEWSLETTER intende ricordare che ilCentro “Cardinal Bea” si propone di utilizzare inmodo originale le risorse della Pontificia UniversitàGregoriana e di altre varie Università e Centri

ebraico-cristiani (come il SIDIC)per promuovere la reciproca

conoscenza di ebrei e cri-stiani ad ogni livello.

A nome dello staffdel Centro “CardinalBea”, desidero espri-mere sinceri auguridi GIOIA e diPACE per tutte lenostre sorelle e fra-telli ebrei e cristianiche celebrano le feste

di Pasqua.

Lucy Thorson, nds

LA PAROLA DEL DIRETTORE

Il Centro “Cardinal Bea”per gli Studi Giudaici esiste,con questo nome, fin dal2001. Le sue origini tuttavia,risalgono al 1978, ad una ini-ziativa del Cardinale CarloMaria Martini, a quel tempoRettore della PontificiaUniversità Gregoriana. In questianni, il Centro è cresciuto e si è svilup-pato considerevolmente. Durante gli ultimiquattro anni, ha offerto corsi in vari campi deglistudi giudaici grazie a un corpo internazionale distudiosi ebrei e cristiani. Tali corsi sono inseriti nelprogramma dell’Istituto di Studi su Religioni eCulture, ma sono aperti e frequentati da studenticristiani (non solo cattolici), ebrei e musulmani,provenienti dai diversi centri accademicidell’Università, in particolare dalla Facoltà diTeologia. Sono aperti anche ad uditori esterni all’Università.

Il Centro Cardinal Bea si propone comeluogo in cui cattolici e altri studenti, provenienti

da diverse parti del mondo, possonotrovare un contesto di insegnamentoserio e accogliente, nel quale perse-guire lo studio dell’ebraismo, dellerelazioni ebraico-cristiane e del dia-logo interreligioso.

Oltre ai nostri corsi, il compitodel Centro coinvolge una serie di

altre attività, alcune delle quali sonobrevemente descritte nelle pagine di

questa newsletter. In particolare, la coope-razione con altre istituzioni accademiche è

arricchente per tutti coloro che vi sono coinvolti.Tutte queste attività non sarebbero possibili

senza il generoso sostegno che abbiamo ricevuto inmolti modi diversi. E’ con un senso di gratitudinee di responsabilità verso coloro la cui perspicaciaha reso possibile il Centro, tutti coloro che cihanno così generosamente aiutati ed anche coloroche sono interessati alle attività del Centro, chediamo inizio a questa newsletter. Sono particolar-mente grato a Sr. Lucy Thorson, per aver accettatoil compito di redattore.

Joseph SieversCENT

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NUMERO 1Primavera 2007

Alcuni corsi e seminari proposti dal Centro:

• Introduzione all’Ebraismo • Introduzione alla letteratura rabbinica • Introduzione alla liturgia ebraica• Le festività ebraiche• I Rotoli del Mar Morto e l’Ebraismo rabbinico • Esegesi ebraica in epoca pre-moderna • L’Ebraismo nel periodo del Secondo Tempio • Testi ebraici antichi al di fuori della Bibbia

Ebraica • L’Olocausto - memorie e documenti • Pensatori ebrei dopo la Shoah • Storia delle relazioni ebraico-cristiane • La Chiesa Cattolica e l'Ebraismo dal

Vaticano II ad oggi• Ebraico moderno

4

Corsi e Seminari

Un momento di una lezione del corso sulle festività ebraiche del

Rabbino Benedetto Carucci Viterbi

Per ulteriori informazioni sulleattività del Centro “Cardinal Bea”

e per iscriversi alla nostra mailing-list, si prega di contattare:

Centro “Cardinal Bea” per gli Studi Giudaici

Pontificia Università GregorianaPiazza della Pilotta, 4

00187 Roma

Tel. +39/06-6701-5522judaicstudies@unigre.it

www.unigre.it

Joseph Sievers, DirettoreLucy Thorson, Program Development

Flavia Galiani, Segreteria

Consiglieri:Sr. Nuria Calduch-Benages, msfn

P. Reinhard Neudecker, SJ

BORSE DI STUDIO AA 2006-2007(Per i bandi relativi all’AA 2007-2008 consultare il sito www.unigre.it)

Brenninkmeijer-Werhahn Fellowship all’Università Ebraica di GerusalemmeBruna Velcic, Croatia - Fr. Anh Nhue Ngyuen, Vietnam

Skirball Fellowship for the Study of Christianity alla Pontificia Università Gregoriana Eva Palmieri, Pont. Università Gregoriana - Samuele Rocca, Bar Ilan University

SERIE DI CONFERENZE E CORSO 1o semestre 2007-2008

I rapporti ebraico-cristianidal passato alle sfide del futuro

Borsa di Studio all’Università Ebraica di GerusalemmeGrazie alla borsa di studio del Centro

“Cardinal Bea” per gli Studi Giudaici, ho trascor-so il semestre invernale dell’anno accademico2006/2007 all’Università Ebraica diGerusalemme. Durante questo periodo ho fattoricerca per il dottorato in scienze bibliche e, a mioavviso, non c’è un posto migliore di studiare laBibbia che Gerusalemme, dove la città stessa ciriporta indietro nel tempo, nel mondo biblico.

Studiare a Gerusalemme significa vivere in unambiente dove si parla la lingua ebraica, andarenella sinagoga e alle cene di Shabbat, parteciparealle feste ebraiche, visitare luoghi biblici… Sia lalingua che il mondo della Bibbia diventano vivi: èun’immersione completa! Il campo universitariodel Monte Scopus è inoltre un ambiente moltovivace è piacevole, non solo per le diverse bib-lioteche, caffetterie, negozi e bellissime aree verdi,ma anche per l’ambiente accademico, siccome iprofessori sono assai disponibili ed informali, lelezioni sono interattive e gli studenti internazion-ali. La Rothberg International School, che ho fre-quentato, offre diversi corsi di lingue (Ebraicomoderno e biblico, Accadico ecc.) e di esegesi,archeologia e storia ebraica, interessanti ed utiliper uno studente della Bibbia.

Ma la mia permanenza a Gerusalemme nonpoteva non essere anche un pellegrinaggio. Hotrascorso il Natale a Betlemme, ho visitato Nazarete il Lago di Galilea, ho passeggiato tante volte peril Monte degli Ulivi e pregato alla Chiesa delSanto Sepolcro. Ho osservato gli Ebrei pregaresilenziosi al Muro del Pianto, e i Musulmaniaffrettarsi alla Cupola della Roccia per le loropreghiere del Venerdì. Ma questo era un pellegri-naggio non solo per la presenza di tutti questiluoghi santi, ma a causa della storia, del presente,della gente, le diverse religioni, culture e linguedella Terra Santa – era un continuo cercare del

volto del Signore nel volto diogni persona che incontravo,al di là di tutte le differenze ei pregiudizi.

A causa di queste dif-ferenze, però, vivere in TerraSanta significa anche render-si partecipe di una difficilesituazione politica e di unarealtà di separazione. Questarealtà, comunque, sembravasparire quando i muezzininvitavano i fedeli allapreghiera dai loro minareti,mentre la sirena nello stesso momento segnalava l’inizio del Shabbat e le campane di unachiesa invece l’inizio della santa messa. In momenti come questi la religione non ci divide-va più ma ci univa, e Gerusalemme, malgrado tutte le difficoltà della convivenza umana, èun simbolo di questa unità, dell’unità delle tre fedi monoteistiche.

Per tutti questi motivi, aver avuto la possibilità di studiare e vivere a Gerusalemme, èstato per me un arricchimento non solo dal punto di vista accademico ma anche per la miavita personale e spirituale. E ringrazio dal cuore tutti coloro che mi hanno dato quest’op-portunità e che mi hanno accompagnato in questa esperienza.

Bruna Velcic, Croazia

Il 21 gennaio, il Centro

“Cardinal Bea” e l’Ambasciatore

d’Israele presso la Santa Sede,

S.E. Oded Ben-Hur (primo da

destra), hanno partecipato al

programma di RAI UNO “A Sua

Immagine”. La puntata era dedi-

cata alle relazioni ebraico-cris-

tiane.

Bruna Velcic a Gerusalemme

Muore il 16 novembre 1968 a Roma

Date significative nella vita del Cardinale Bea

“Scrivere la biografia di Augustin Bea significa scrive-re una parte della nostra storia e ripercorrere un’epoca cru-ciale della Chiesa, animata dal soffio del Concilio VaticanoSecondo. Ricordare, poi, significa sempre attualizzare, inmezzo a noi, colui che ricordiamo”.

Con queste parole, nel 1986, il cardinale JohannesWillebrands presentava il libro di Stjepan Schmidt,segretario particolare del cardinale Bea, a 18 anni dallamorte. Il titolo del libro: “Agostino Bea. Il cardinale del-l’unità” (Roma 1987) intendeva sottolineare come l’uni-tà fosse la sua missione specifica.

E’ lo stesso Bea a dichiararlo, una volta diventatocardinale e poi presidente del Segretariato per l’unità deicristiani: «Tutta la mia vita è stata – nel disegno di Dio –una preparazione per questa missione; quello che debbo fareoggi non potrei farlo se non fossi passato attraverso tantiimpegni ed incarichi» (Schmidt 1987: 8).

La biografia di Schmidt è tuttora la più completa.Ad essa farò riferimento, nel sottolineare brevementealcuni aspetti dell’attività e della personalità di Bea, cheappaiono più strettamente collegati all’esistenza di unCentro di Studi Giudaici, intitolato al suo nome, all’in-terno della Pontificia Università Gregoriana.

La missione di Bea si esplicitò particolarmente nel-l’attività da lui svolta prima, durante e dopo il ConcilioEcumenico Vaticano Secondo. Chiamato da PapaGiovanni XXIII ad occuparsi degli aspetti ecumenicinella preparazione del Concilio, egli si impegnò su piùpiani: con la redazione dei progetti dei testi; la creazionedi una fitta rete di relazioni con rappresentanti di con-fessioni religiose diverse e, infine, con un ampio lavorodi “propaganda” ecumenica. Il numero delle pubblica-zioni, conferenze, messaggi e incontri con la stampa,tenuti da Bea, nel periodo pre-conciliare, ma anchedurante e dopo il concilio, fino quasi alla sua morte, èimpressionante, ancora più se si considera l’età da luiraggiunta in quel periodo (Schmidt 1987: 892-922).

Un aspetto particolarissimo di questa attivitàriguardò il lavoro che avrebbe portato nel 1965 allaDichiarazione Conciliare Nostra Aetate, in particolarealla elaborazione del paragrafo nr. 4, che riguardava ilrapporto tra la Chiesa e l’Ebraismo. Fu lo stesso papaGiovanni XXIII che, all’indomani dell’incontro conJules Isaac, gli chiese di occuparsene ed in esso Bea,biblista, esegeta ed insegnante di Antico Testamento perquaranta anni, conoscitore della letteratura ebraica, siimpegnò come per una vocazione personale. Vocazioneche andò gradatamente maturandosi ed approfondendo-si.

Il lungo e complesso iter del documento vienedescritto dallo stesso Schmidt (1987: 564-613) e ad essohanno fatto riferimento più volte anche opere più recen-ti. Ricordo, in questo contesto, il lavoro del prof.Alberto Melloni “Nostra Aetate e la scoperta del sacramen-to dell’alterità”, contenuto nel volume curato dal Centro“Cardinal Bea” per gli Studi Giudaici e pubblicato dallaEditrice Pontificia Università Gregoriana nel 2005, daltitolo “Chiesa ed Ebraismo oggi. Percorsi fatti, questioniaperte”: 153-179.

L’opera instancabile, infaticabile del card. Bea, lasua attività di mediazione sono elementi unanimamenterilevati. Ma vorrei riflettere soprattutto sulle motivazio-ni che lo spinsero a tutto questo, sulla sua “vocazionepersonale”.

In un discorso rivolto alle suore di Sion, ricordan-do la loro “vocazione speciale”, Bea sottolineava come laquestione delle relazioni con gli ebrei fosse a lui partico-larmente “familiare ed anche cara”. Nel tratteggiare poile linee portanti di tale vocazione, si richiamava alla suastessa esperienza personale, fondata sullo studio, sullavita spirituale, sull’attività apostolica (A. Bea, Discorso alCapitolo generale della Congregazione di N.S. di Sion1964 <www.sidic.org>). Esortava perciò le suore allostudio dell’Antico Testamento, alla lettura continua emeditativa, ma le esortava anche a conoscere la storia delpopolo ebraico successiva alla venuta di Cristo, a cono-scere l’atteggiamento della chiesa e dei papi verso gliebrei (Discorso: 3).

Lo studio e la ricerca biblica alimentarono tutta lavita di Agostino Bea. Ma essi divennero, in occasione dellavoro ecumenico a cui in tarda età venne chiamato,impegno sacro, completa dedizione. Dedizione che loportò, da un lato, a spingersi su strade che chiedevanoalla Chiesa un profondo rinnovamento, ma dall’altro aconservare intatta la sua fedeltà alla Chiesa stessa.Questa apparente contraddizione di due atteggiamenti,che lo fecero definire attraverso la formula paradossale di“riformatore conservatore” (Schmidt: 856) si risolveva inunità nella sua personalità “carismatica”.

Nella adesione di Bea alla fedeltà della Chiesa, si èvista l’adesione alla spiritualità della Compagnia di Gesùa cui egli apparteneva; a quel principio ignaziano secon-do il quale l’uomo è strumento, vivo, intelligente e libe-ro, nelle mani di Dio. Più concretamente, Bea afferma-va di sentirsi nelle mani di Cristo e quindi anche dellaChiesa, in cui Cristo stesso vive e opera (Schmidt: 883).

Alcune indicazioni di Bea costituiscono tuttora ilfondamento dei rapporti tra Chiesa ed Ebraismo. E’ par-ticolarmente significativo, a questo proposito, il modocon il quale egli concepiva il dialogo: “E’ necessario col-laborare con le iniziative che tendono a migliorare i rappor-ti tra ebrei e cristiani, collaborare con gli ebrei stessi, intutta fraternità, per affermare i valori religiosi e morali(…) Parlare con gli ebrei anche di questioni religiose. Ma,lo dico esplicitamente, a condizione di avere una conoscen-za teologica sufficiente (…) Non si deve mai fare del falsoirenismo, cioè attenuare la verità, ma si deve professare laverità com’essa è, con prudenza, nel rispetto assoluto dellecoscienze… (Discorso: 7)

E’ stato detto che nel volto del cardinale anche ilontani scoprivano il volto della Chiesa Cattolica. Unvolto che Bea presentava nei tratti più simpatici e avvin-centi (Schmidt: 853).

E’ a questo volto che intende riferirsi il Centro“Cardinal Bea” per gli Studi Giudaici, della PontificiaUniversità Gregoriana.

Maria Brutti

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Il Cardinale Agostino Bea l’architetto di Nostra Aetate

28 Maggio 1881Nasce aRiedboehringen,Baden, Germania

1912Ordinato sacerdotenella Compagnia di Gesù

1917-1921Professore diScrittura Sacra aValkenburg, Olanda

1924-1928

Professore diTeologia Biblica allaPontificia UniversitàGregoriana

1924-1959Professore alPontificio IstitutoBiblico

1930-1949Rettore del Pontificio IstitutoBiblico

1959Nominato Cardinale(14 Dicembre)

1960-1968

Presidente delSegretariato per laPromozionedell’Unità dei Cristiani

Cardinale Agostino BeaFoto: Cortese concessione del SIDIC (Service International Documentation Judéo-Chrétienne)

COLLOQUIO

INTERNAZIONALE

Nel mese di ottobre 2006 ilCentro “Cardinal Bea”, il

Center for Christian-Jewish Learning delBoston College, il CardinalJoseph Bernardin Center delCatholic Theological Union,

Chicago e la KatholiekeUniversiteit Leuven, Belgio hanno co-sponsorizzzato il

colloquio teologicointernazionale

“Christ and theJewish People”

http://www.bc.edu/research/cjl

Scambi internazionali di professori 2006-2007Brenninkmeijer-Werhahn Visiting Professor alla Pontificia Università Gregoriana

Prof. Daniel Boyarin, University of California, BerkeleyThe Son of Man and the Jewish Matrix of Christianity (Il Figlio dell’Uomo e la matrice ebraica del cristianesimo)

Richard and Susan Master Visiting Professor alla Pontificia Università Gregoriana Prof. Burton Visotzky, Jewish Theological Seminary, New York“Polemics of Departure” or “Creative Engagement”? Rabbinic Judaism and christianity in their First Five Centuries(“Polemiche di separazione” o “confronto creativo”. Ebraismo rabbinico e cristianesimo nei primi cinque secoli)

Conferenze Brenninkmeijer-Werhahn- all’Università Ebraica di Gerusalemme

Prof. Craig Morrison, Pontificio Istituto Biblico The Hebrew Bible without the Jews in the Writings of Ephrem the Syrian(La Bibbia Ebraica senza gli ebrei negli scritti di San Ephrem di Siria)

- alla Pontificia Università Gregoriana Dr. Brouria Bitton-Ashkelony, Hebrew University of Jerusalem Pilgrimage in Judaism and Early Christianity (Pellegrinaggi nell’ebraismo e nel primo cristianesimo)

Una conferenza del Prof. Neusner: sfide e stimoliIl 23 gennaio scorso, l’Università Gregoriana ha avuto l’onore di

ospitare, per una conferenza pubblica organizzata dal Centro CardinalBea, il professor Jacob Neusner, uno dei più noti e importanti studiosi delGiudaismo rabbinico. Neusner ha presentato una lezione dal titolo “Ifondamenti teologici della tolleranza nel Giudaismo classico”, il cui obi-ettivo dichiarato era quello di valutare se, e in quale misura, un atteggia-mento di tolleranza religiosa fosse conseguente dai principi di base delpensiero biblico-rabbinico. Alla luce di un’analisi accurata e imparzialedelle fonti, la conclusione di Neusner è stata la seguente: mentre ilGiudaismo classico prospettava una visione escatologica aperta, secondocui l’umanità si riunisce alla fine dei tempi nel nome di Dio, non avevabasi dottrinali effettive per il riconoscimento nel presente di religionialtre. Ecco dunque che, più tardi, il confronto con il Cristianesimo el’Islam doveva necessariamente sollecitare gli ebrei a una rivisitazionedelle proprie categorie di fondo.

Maurizio Mottolese

Eventi Speciali 2006-2007Conferenze Pubbliche • 15 Novembre 2006 - Prof. Guy Stroumsa, Hebrew University of Jerusalem

Cultural Dynamics Between Christians and Jews in Late Antiquity (Dinamiche culturali tra cristiani ed ebrei nella tarda antichità)

• 16 Gennaio 2007 - In occasione della “Giornata dell’Ebraismo” (per info: www.sidic.org) Rav Roberto Della Rocca, Unione Comunità Ebraiche ItalianeDon Michael Maier, Accademia per la Teologia del Popolo di DioIdolatria senza immagini – Il Secondo Comandamento e il culto dei nuovi idoli

• 23 Gennaio 2007 - Prof. Jacob Neusner, Bard College, New York Theological Foundations of Tolerance in Classical Judaism (Fondamenti teologici di tolleranza nell’ebraismo classico)

Prof. Daniel Boyarin

Prof. Jacob Neusner

Collaborazione con ilCollegio Rabbinico di Roma

Conferenza del Prof. Daniel BoyarinUniversity of California,

Berkeley

Religious ConnectionsBetween Babylonian Rabbis

and Cappadocian Heretics inthe Fourth Century

(Legami religiosi tra i rabbiniBabilonesi e gli eretici della

Cappadocia nel quarto secolo)

Dr. Brouria Bitton-Ashkelony

ALTRE

COLLABORAZIONI

A GERUSALEMME

Corso a Settembre 2007

“Jewish Identity and

Diversity through the ages”

Corso al Bat Kol Institute

“Excavating the Book of Exodus:

the Parashah and the Haftarah”

www.batkol.info

• Mrs. Gisèle d’Ailly van Waterschoot van der Gracht• American Jewish Committee (AJC)• Mr. Hubert Brenninkmeijer e Mrs. Aldegonde

Brenninkmeijer-Werhahn• Mr. Jean and Mrs. Deborah Brunel• Catholic Near East Welfare Association (CNEWA)

• Mr. Robert and Mrs. Suzanne Chute• Mr. Robert Gordon• Mr. Richard and Mrs. Susan Master• Schult’z s.a.• Mr. and Mrs. Stephen Silverman• The Skirball Foundation

RingraziamentiIn aggiunta ai nostri Sponsor istituzionali vogliamo ringraziare:

Il Centro “Cardinal Bea” per gli Studi Giudaici desidera sinceramente ringraziare tutti coloro che hanno collaborato con il Centro durante questi ultimi anni. Siamo molto grati per il vostro generoso sostegno