Post on 12-Apr-2017
#Maker Cosa cercano le aziende dagli artigiani digitali
Stefano Schiavo @stefanoschiavo Imprenditore e manager. Co-founder di Sharazad e Lino’s & Co. In libreria con “#Maker. Cosa cercano le aziende dagli artigiani digitali”. Lean thinker, Business model strategist.
#Maker Cosa cercano le aziende dagli artigiani digitali
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Esiste una professione maker?
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Il concetto di maker sembra appartenere più a un approccio culturale che a un tipo di ruolo nel mercato del lavoro. Esiste un’attitudine al progetto e alla produzione che passa attraverso curiosità e manualità. L’amore per il digitale applicato agli atomi forse però non basta per definire un ruolo professionale.
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Cos’è un maker?
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Se si cerca in rete una definizione di maker, ci si ritrova imbrigliati in una lunga serie di discussioni in cui ognuno dà la propria versione.Esistono figure riconosciute, organizzazioni di Fab Lab e riviste, ma la confusione sembra caratterizzare il dibattito.
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Diversi punti di vista
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Esistono molte professioni con cui il maker può interagire, ma anche sovrapporsi. Sia ruoli tecnici che gestionali o creativi.
Designer
vs maker
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Maker
vs maker
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Inoltre esiste una sorta di difesa del territorio per cui chiunque etichetti la propria professione con un titolo cerca di marcarne i confini elencando le cose di cui si occupa. Il maker non si deve definire per ciò che fa, bensì per il valore che crea.
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Un altro punto di vista
Nel libro ho preso il punto di vista delle aziende, in particolare delle PMI manifatturiere italiane.
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Le origini
dei maker
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Le radici profonde del saper fareJohn Ruskin e William Morris con tutto il movimento Arts and Crafts, la controcultura degli anni Sessanta e i garage della Silicon Valley, il movimento punk e gli hacker…
1998 Neil Gershenfeld (MIT di Boston), in seguito alle ricerche del Center for Bits and Atoms e al corso How to Make (Almost) Anything, crea il primo Fab Lab in collaborazione con Bakhtiar Mikhak. !2010 Articolo di Chris Andreson su Wired: “In the Next Industrial Revolution, Atoms Are the New Bits"
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Fab Lab
MIT e dintorni
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Maker Faire
Le radici profonde del saper fare
2005 Massimo Banzi propone Arduino, una piattaforma hardware aperta e libera per la prototipazione. Poi arrivano la stampante RepRap, la piattaforma di condivisione Instructables, la rivista Make, le varie Maker Faire, tra cui quella europea di Roma. A Torino nasce il primo Fab Lab italiano, lanciato sempre da Massimo Banzi. Poi tanti altri ne sono nati. MakeinItaly Foundation, fondata da Riccardo Luna, Massimo Banzi e Carlo de Benedetti, ha mappato accuratamente l’avanzamento del movimento.
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Il movimento
dei maker
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I Maker e il mondo del business
L’origine stessa dei maker, tra controcultura, punk e terzomondismo, ha reso il rapporto con il mondo dell’impresa non sempre semplice.
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Un viaggio di esplorazione
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Il punto di vista dell’impresa
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Maker
”non solo un appassionato di tecnologia nelle sue dimensioni
digitali e produttive, ma anche un agente di cambiamento dei
modelli di business del mondo manifatturiero”
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Progettazione la cultura dell’open innovation
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Progettazione la cultura dell’open innovation e
del design thinking
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“l’uomo è al centro dell’innovazione; rendere le cose tangibili aiuta a leggerle diversamente; si parte dalle soluzioni passate per cambiarle e
adattarle; bisogna sempre tenere aperte le strade all’ambiguità senza chiudere le porte al nuovo”
Produzione Industria 4.0 e Artigiani Digitali
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Produzione Industria 4.0 e Artigiani Digitali
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“lo scenario lavorativo, che però non dobbiamo dare per scontato, passa attraverso educazione, qualità del servizio, cooperazione, innovazione
sociale, artigianalità, ospitalità” (De Biase)
Marketing e Retail Spazi incompiuti ed estetica relazionale
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Marketing e Retail Spazi incompiuti ed estetica relazionale
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“il retail è diventato spazio esperienziale e luogo di confronto e apprendimento, punto di interfaccia fisica o
digitale tra azienda e mercato dove più si possono apprendere nuovi bisogni, sperimentare nuove soluzioni,
accrescere in genere la conoscenza del cliente”
Marketing e Retail Spazi incompiuti ed estetica relazionale
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Marketing e Retail Spazi incompiuti ed estetica relazionale
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Arte e cultura La crescita di un pubblico creativo
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Arte e cultura La crescita di un pubblico creativo
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Soft skill per il maker in azienda
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Credibilità e affidabilità 1
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Gestione dei team 2
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Empatia e lettura del contesto
3
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Nei luoghi dei maker
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The FabLab
Tag CalabianaWeMake
Opendot
Lino’s & Co
Udine
New Craft Maker
Faire
LAGO Fabbrica
Mero & More
Self Group
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Cinque regole per i maker
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La tecnologia
è un amplificatore 1
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1 La tecnologia è un amplificatorePresta attenzione e usa la tecnologia al momento opportuno: essa è un potente amplificatore. Il maker deve applicarla a un progetto solo dopo averne definito tutti i dettagli: se applicata a processi caotici, infatti, funzionerà come moltiplicatore di caos.
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Il maker agisce
sui modelli di business 2
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2 Il maker agisce sui modelli di businessStai attento a non focalizzarti su elementi di dettaglio. Il quadro complessivo del tuo intervento è complesso e tocca gli elementi alla base del business aziendale. Il maker non si può limitare a proporre soluzioni tecnologiche senza ripensare il rapporto dell’azienda con il mercato.
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Il maker nelle aziende deve interagire e lavorare in squadra 3
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3 Il maker nelle aziende deve interagire e fare lavoro di squadraDevi avere consapevolezza organizzativa. Il processo di decision making in azienda non è lineare, essendo l’organizzazione un mix di diversi interessi e priorità. Il maker deve integrare aree come il marketing e la ricerca e sviluppo, cogliendone il focus e ripensando le relazioni tra prodotto/servizio e clienti.
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Il maker deve guardarsi
dall’effetto moda 4
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4 Il maker deve guardarsi dall’effetto modaOggi sei al centro dell’attenzione dei media, ma devi evitare il craftwashing. L’azione del maker non deve essere una patina superficiale sull’immagine dell’azienda. Altrimenti il suo ruolo sarà effimero e scomparirà appena si sposteranno i riflettori. Bisogna evitare di farsi bandiera e “alibi” di progetti senza reale sostanza.
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Il maker deve sviluppare un personal branding a tutto tondo 5
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5 Il maker deve sviluppare un personal branding a tutto tondoNon concentrarti su ciò che sai fare, anche e soprattutto se lo sai fare bene. Il maker porta soluzioni ad altri che ne definiranno il valore in base a quanto avrà cambiato in meglio il loro modo di vivere. Bisogna far leva sui risultati dei progetti e non sulle premesse perché la tecnologia non è al servizio di se stessa. La tecnologia è al servizio delle persone.
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Un esempio
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Leaderform
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ConclusioniOggi le aziende non cercano i maker. I maker devono costruirsi un ruolo per le aziende. !Come? All’interno di progetti di innovazione nell’ambito 4.0, interagendo con il mondo del design (in particolare quello dei servizi), nell’ambito dell’azienda in R&D, Innovation con team eterogenei, nel marketing e nel retail per rileggere il mercato, … !Altrimenti rimarranno un contenuto di comunicazione. Ragazzi giovani, belli e dinamici che piacciono tanto ai giornalisti e ai social…
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#M
AK
ERS. Schiavo
Stefano Schiavo
Cosa cercano le aziende dagli artigiani digitali
#MAKER
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Professioni digitali
blog.francoangeli.it/professionidigitali
FrancoAngeliDigitale
Un libro come questo, esattamente come questo, lo avrei voluto scrivere io
Massimo Temporelli, Presidente e Founder di The FabLab
Siamo davanti a una rivoluzione: comprenderla è l'unico modo per cavalcarla!Davide Dattoli, CoFounder di Talent Garden
Il fenomeno dei maker cresce impetuosamente e si alimenta di eventi, spazi e progetti.Le aziende si interrogano sugli sviluppi dell’automazione industriale e sui confi ni della personalizzazione di prodotti e servizi tra Industria 4.0 e digital manufacturing.A che condizioni il movimento dei maker potrà avere un vero impatto nel contesto economico italiano? Cosa cercano le aziende dagli artigiani digitali? Come riuscire a parlare e comprendersi? Quali competenze, quali approcci, quali idee sapranno dare una nuova linfa al mondo dell’impresa?In un viaggio tra gli spazi di innovazione manifatturiera, il libro incontra imprenditori e manager, tecnici e specialisti del tema, alla ricerca dell’identità ancora irrisolta del bricoleur digitale e indica una strada per far dialogare gli innovatori del saper fare con l’economia reale.Un testo che illustra in concreto le competenze che gli appassionati di tecnologia e innovazione devono sviluppare per poter pensare a un percorso professionale tutto da inventare. Il dialogo continua su #maker
Stefano Schiavo ha maturato nel tempo una forte
esperienza come manager di importanti
aziende nell’ambito manifatturiero e
design ed è oggi protagonista
di progetti che spaziano dal mondo
maker a quello dell’innovazione nei
business model di aziende e startup.@stefanoschiavo
O
28.5.indd 1 17/01/17 15:43
Grazie
stefano.schiavo@sharazad.com
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