3_Rinascita e restauro dell’antichità nel Quattrocento e nel Cinquecento
Tito Maccio Plauto Da semplice schiavo… a Spielberg dell’antichità !
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Tito Maccio Plauto
Da semplice schiavo… a Spielberg dell’antichità !
Plauto
Biografia
Commediografo
Stile e Metodo
delle Commedie
Mostellaria
Approfondimento rapporto padre-figlio
Approfondimento rapporto
servo-padrone
Approfondimento cosmetica
dell’epoca
Cosa analizzeremo ?
Chi era plauto ?
P lauto è stato
L a mente creatrice, ma anche
A ttore di commedie recitate da soli
U omini e rappresentate a
T eatro: si trattava delle prime
O pere comiche
CARTA D’IDENTITÀ Tito Maccio
Plauto250 a.C. – 184 a.C.
Sarsina Umbria
/ / /
RomanaRoma
/Celibe
Commediografo
Piedi piattiOrecchie lunghe
///
M. E. Lepido
AttivitÀ: Commediografo
Canone Varroniano
• 21 commedie certe (16 presentano la stessa trama)• 19 commedie dubbie• Tutte le altre spurie
Come si dividono le commedie plautine ?
BEFFA I. AsinariaII. CasinaIII. MostellariaIV. PersaV. Pseudolus
• Organizzazione della beffa• Ironia
CARATTERE I. AululariaII. M. GloriosusIII. Truculentus
• Analisi delle tipologie• Caricature dei personaggi
AGNIZIONE CistellariaCurculioEpidicusPoenulusRudens
• Riconoscimento finale (agnizione)
EQUIVOCOMaenechmiBacchidesAmphitruo
• Gioco delle somiglianze
stile METODO• Contaminatio
• Vortere barbare
• Ripresa dai modelli della Commedia Nuova Greca (Menandro, Difilo, Filemone)
• Metateatro
• Cantica > Deverbia
• Neologismi (pergraecari, congraecari)
• Arcaismi (faciam faxo)
• Uso del sermo familiaris
Imprecazioni Diminutivi
(Iuppiter, Pol) (Aulula)
Mostellaria(Commedia del fantasma)
M ise in libertà l’amante, e sprecò Filolachete
O gni avere in assenza del padre, dissipando.
S e ne ritorna il padre ma il servo Tranione,
T ira al vecchio un bidone dicendogli che in casa
E venti spaventosi avvennero, che quindi
L a si dové lasciare. Ma giunge un usuraio,
L a pecunia reclama urgentemente. Il vecchio
A ncora è corbellato, crede che il mutuo sia
R ivolto ad acquistare una casa, ma quale ?
I l servo dice quella del vicino. Ed il vecchio
A vederla si reca, vien deriso, si adira.
Personaggi Tranione: servo astuto ed ingannatore, protagonista della
commedia
Grumione: servo
Filolachete: figlio di Teopropide, il suo servo è Tranione
Filemazio: meretrice amata da Filolachete
Scafa: serva che consiglia Filemazio
Callidamate: migliore amico di Filolachete
Delfio: meretrice amata da Callidamate
Teopropide: vecchio, padre di Filolachete
Misargiride: usuraio avido e senza scrupoli
Simone: vecchio vicino di casa
Fanisco: servo di Callidamate
Pinacio: servo di Callidamate
Caratteristiche mostellaria
• Nomi parlanti: i nomi dei personaggi sono collegati alla storia, ad esempio il nome "Teopropide” ("Figlio di Indovino”), in contrapposizione alla lentezza con cui il vecchio comprende l'inganno orditogli NOMEN EST OMEN
• La presenza dello schiavo Tranione è un esempio di servus callidus, personaggio tipico della commedia plautina.
• La narrazione è piena di battute a doppio senso e di imprecazioni (Hercle, Pol, Age)
• In molti punti della commedia è presente il termine pergraecari (gozzovigliare alla maniera dei greci),che rappresenta i greci come fannulloni perdigiorno. La scelta di questo verbo ha il duplice scopo di far ridere il suo pubblico e implicitamente criticare i costumi dissoluti dei romani dell’epoca, attribuendoli ai greci.
RAPPORTO PADRE-FIGLIOCom’era il rapporto padre-figlio nell’antichità?
Sicuramente… DIVERSO DA QUELLO ODIERNO!Ne abbiamo un esempio nella Mostellaria dove però Plauto ricorre ad
un capovolgimento carnevalesco della realtà, il figlio infatti riesce sempre
ad avere la meglio sul padre, il quale nonostante sia arrabbiato e deluso lo perdona e si ristabilisce così la tranquillità.
Questo metodo del capovolgimento aveva lo scopo di far divertireil pubblico risum movere presentando una
situazione che non si sarebbe mai verificata nella realtà, in quanto il padre
era una figura solitamente molto rispettata sia dal figlio, che dallo schiavo,
personaggio che al contrario nelle commedieplautine si prende ampio gioco del padrone,
ma che tuttavia, in un modo o in un altro riesce sempre a scamparla !
Mostellaria, atto IFilolachete
“L'uomo, quando viene al mondo, a che somiglia? A che cosa èsimile? A che cosa può paragonarsi? Ecco, ho trovato la risposta. Penso che l'uomo sia, quando nasce, come una casa nuova. E vi spiego perchè.Forse a voi non sembrerà verisimile, ma io farò in modo di convincervi.Sicuramente riuscirò a dimostrarvi che quel che dico è vero. E voi, voi stessi, lo so, quando avrete ascoltato le mie parole, direte che le cose stanno così, e non diversamente. Ascoltate gli argomenti che vi espongo al riguardo perchè voglio che ne siate informati quanto me. La casa, non appena è pronta, tirata a lucido, fatta a regola d'arte, tutti a lodare l'architetto, ad esaltare la costruzione, ognuno se la prende a modello per la sua, non badano alle spese e alle fatiche. Ma poi, nella casa, ci va ad abitare un uomo dappoco, un fiaccone servito da pigroni, sporco e sfaticato; ed ecco che nella casa cominciano i guai, perché quel che è buono è mal tenuto.
Capita spesso, anche, che arrivi la tempesta, la qualemanda in briciole le tegole e gli embrici. Il padrone non li cambia, quel buono a nulla; arrivano rovesci di pioggia, infradiciano i muri, l'acqua si infiltra, fa marcire le travi, manda in malora l'opera dell'architetto.La conduzione della casa va di male in peggio e l'architetto non ne ha colpa, lui. Troppa gente segue questo andazzo, che se può farsi un lavoretto da due soldi, loro aspettano, loro, non muovono un dito, sinché i muri crollano. E allora la casa va rifatta di bel nuovo. Questi discorsi, io li ho fatti per la casa, ma ora voglio dirvi come e perché sono convinto che gli uomini sono come le case. Punto primo: i genitori sono gli architetti dei figli. Gli danno le fondamenta, li fan crescere, curano che vengano su belli e robusti e non stanno a lesinare sui materiali purché nell'apparenza e nella sostanza siano buoni per sé e per la gente. Le spese che fanno, mica le considerano spese. Li educano, li indottrinano in lettere e leggi e diritto. Si dan da fare, spendendo e faticando perché nasca negli altri il desiderio di aver figli simili.”
BEN IN 12/20 !Padre rivale in amore del figlio ( ridicolizzato)• Mercator• Casina• Asinaria
Pater oppositore dell’amore dei figli ma con lieto• Bacchides• Stichus
Padri alla ricerca dei figli o delle figlie perduti o rapiti• Captivi• Poenulus• Rudens
Padre che impone al figlio la propria scelta matrimoniale• Cistellaria
Padre beffato dal servus• Mostellaria• Epidicus
Padre complice dell’inganno organizzato dal servus a vantaggio del figlio• Pseudulus
Rapporto servo-padrone
Tr: Me l’hai fattaTe: Come?Tr: Mi hai proprio spremutoTe: E tu non sei contento? Hai forse il moccolo al naso?Te: No non ce l’ho, perché tu dalla mia testa hai spremuto anche il cervello.
Citiamo un estratto del dialogo finale tra i due, quando Teopropide scopre di esser stato ingannato
[…]Te: Razza di boia, ora faccio portar qui sarmenti e fuoco, tutt’intorno a te.Tr: Non farlo, prego. Son più saporito a lesso che in arrosto.[…] Te: Tu, immondizia, sarai appeso e distrutto a suon di bastonate.Te: […] Per Ercole io stesso ti accopperò, se campo. Questo pendaglio da forca!
Te: Suvvia, vattene! Vattene impunito!(finale a lieto fine)
Cosmetica femminile
Filemazio: La cipria prego.
Scafa: La cipria? Che bisogno ne hai? Filemazio: Per schiarirmi le gote.
Scafa: Padrona mia è fatica sprecata. Vuoi sbiancare l’avorio con l’inchiostro.
Segreti per farsi belle 2000 anni fa !
I gesti e gli strumenti per farsi belle erano tutto sommato simili a quelli odierni…Gli ingredienti invece un po’ meno (pensate per truccarsi gli occhi usavano una pasta scurissima… fatta di formiche abbrustolite)
Il colore preferito per le labbra era il rosso acceso.
Molto usato era il fondotinta inoltre pensate… già in epoca romana le donne si applicavano sul volto nei finti!
Maschere di bellezza e creme per la pelle andavano molto di moda!
Dialogo tra scafa e Filemazio
ConclusionePlauto affronta diversi aspetti nelle sue commedie, aspetti che ci aiutano a comprendere meglio la vita e la società del tempo. E un paragone sorge spontaneo: è poi cosi diversa la vita di adesso a quella di allora?
Per alcuni aspetti si assomigliano, basti pensare alla cosmetica, che già all’epoca era di gran moda; e per altri differiscono come ad esempio nel rapporto servo-padrone, che oggi non esiste più.
Plauto si rivela così un commediografo, che anche senza comunicare alcun messaggio nelle sue opere, in quanto il suo unico scopo era quello di far divertire il pubblico, ci fornisce una descrizione molto ampia delle realtà dell’epoca!
E poichè …Il suo pubblico lo ADORAVA, Plauto era considerato una sorta di Spielberg a Roma, un regista eccezionale che faceva rivivere sulla scena fatti quotidiani rendendoli ridicoli e capovolgendo le realtà dell’epoca !
È proprio vero quindi che “paupertas artis omnis perdocet” , lui da semplice schiavo
qual’era è riuscito a diventare un rispettabile commediografo !