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la gente d’italia Venerdì 26 Gennaio 2007 24
Alla fine ce l'ho fatta ad arrivare in Uruguay. Nonè stato affatto semplice. Sono partito la sera della tormenta che s'e' abbattutasul Nord Europa e l'aereo dell'Air One è rientrato aPalermo con un'ora di ritardo. Lacatena dei ritardi immensi m'ha obbli-gato a restare due giorni in piu' aRoma, snodo principale dei voli inter-nazionali.Mentre ero nella Citta' Eterna pensa-vo a che cosa avrei trovato qui.E pensando pensando ho perso il tran-sito per Buenos Aires. Non ce l'avreimai fatta. Sono arrivato a Roma men-tre l'aereo per Buenos Aires s'alzavain volo.Per due giorni non ho fatto altro cheavanti e indietro una ventina di volteal giorno: dal terminal C dell'aeropor-to Fiumicino al terminal A. Al primocompetono i voli internazionali, alsecondo quelli nazionali. Alla fine sono arrivato al check-in la sera dello scor-so sabato: un'altra amara sorpresa, non hannno inol-trato la mia prenotazione. Per fortuna quellidell'Aerolinas Argentinas comprendono la situazionee aggiustano tutto.Ed eccomi in volo. Quattordici ore? Undici? Non cicapisco piu' niente col fuso ora-rio. Devo cambiare aeroporto aBuenos Aires ed entro nel pani-co. Per foruna ho volato sedutoal fianco di un'italoargentina chesi chiama - e questo non puo'essere un caso - Angela Custode.Ci pensa lei, parla nel suo spa-gnolo sicuro alla hostess e si faspiegare quale bus devo prende-re. Arrivo alle 7 all'aeroportoEzeiza. Aspetto la valigia, corrosubito a cambiare una ventina dieuro. Arrivo finalmente a pren-dere corriera e aereo. Bevo ilmio bicchiere di cola light sulvolo per Montevideo. Neancheho il tempo di soffermarmi aprendere piena coscienza di dovesto andando e arrivo.Apro gli occhi: il cielo e' d'unazzurro che fa male agli occhiper quanto e' intenso. Ho lasciatoRoma in preda ai rantoli di unatardiva primavera e sono in pienaestate. Tanto che il tassista chemi porta all'hotel mette al massi-mo l'aria condizionata.E' domenica, devo aggiustare
nuovamente l'orologio a cipolla. Chiedo ladomanda di rito di ogni viaggiatore: “che orae'?”. Solo un'ora di differenza dal fuso orariodi Buenos Aires.Arrivare di domenica e' stata in fin dei conti
una fortuna. Abbastanzacalma per rassettare le idee,decido di camminare sino alRio della Plata. Me lo trovodavanti e francamente dapalermitano, abituato al riga-gnolo che chiamiamo fiume Oreto,resto basito. Mi scappa una tipicaesclamazione siciliana famosa nelmondo. In estasi proseguo lungo le strade,di domenica ci sono solo i turisti e icartoneros a tenermi compagnia.Proprio i cartoneros mi fanno ripen-sare ai siciliani che raccolgono lacarta con la loro Ape con carburato-re da 50 CC. Meglio i cavalli che
aiutano pure a smaltire i rifiuti organici. Arrivofinalmente alla piazza principale, sotto la statua delgrande Artigas. Sono arrivato volutamente impreparato. Voglio toc-care con mano, qualsiasi libro non poteva darmi lesensazioni che provo a camminare qui, nel cuoredell'America Latina. Ogni tanto mi sveglio di notte e
ancora faccio fatica a capire dove sono. Lo stomacova ancora ai ritmi italiani. Mi sveglia alle quattro emezza.Si stanchera' presto. Non ho nessuna intenzione diassecondarlo.Ho fatto un'altra passeggiata, sino alla redazione. Hoattraversato la porta della citta' vecchia e camminatosino a Calle Misiones. La porta della redazione eral'ultimo ostacolo prima della nuova vita.Dopo un tempo forse interminabile ho aperto labusta che conteneva le chiavi. Quasi tremando sonoriuscito a far girare il chiavistello. Ed eccomi qui, ascrivervi.Questa pagina e' anche vostra. Per ogni segnalazioneabbiamo attivato un' apposita casella e-mail: gente-ditaliauruguay@gmail.comIl telefono della redazione e' (598) 916 08 15. Dalle16 alle 18 potete chiamarci tranquillamente.Come si dice qui? Ah, si', hasta luego!
Una terra che profuma d'Italia
DIARIO URUGUADIARIO URUGUAYYANOANO
di Tdi Tonino Pintacudaonino Pintacuda
la gente d’italia 8Lunedì 29 Gennaio 2007
Una delle piu' belle poesie di Borges s'intitola«Montevideo»:«Scivolo per la tua sera come la stanchezza per lapietà di un declivio./La notte nuova è come un'alasopra i tuoi terrazzi./ Sei la Buenos Aires che avem-mo, quella che negli anni si allontanò, quietamente./Sei nostra e festosa, come la stella che le acque rad-doppiano./Porta finta nel tempo, le tue strade guarda-no il passato più lieve./Chiarore da dove ci arriva il mattino, sopra le dolciacque torbide./ Prima di illuminare la mia persiana, iltuo basso sole rende felici le tue ville./ Città che siascolta come un verso./ Strade con luce di patio.»Come tangibile segno di riconoscenza, proprio que-st'anno, l'Intendencia di Montevideo ha intitolato algrande “escritor argentino” una delle strade piu' cono-sciute della citta'. Sono gia' sette i giorni che vivo qui e non smetto disorprendermi, vado in giro come il bambino che lascorsa mattina si rimirava estasiato nel tetto a specchiodella tettoia di un hotel di Calle Paraguay.Venerdi' 26, quando voi leggevate la prima puntata di questo “diariouruguayano” ho preso un taxi per arrivare sino in via Jose' BenitoLamas 2857 dove all'interno di un bellissimo palazzo bianco comeuna colomba e col tetto nero d'ardesia, ho trovato l'Ambasciatad'Italia. Dal 1926, la Residenza dei Capi Missione in Montevideo èun ampio edificio di tre piani con annesso giardino, situato in CalleEllauri 991, nel quartiere residenziale di Pocitos. La casa, in stile fran-cese, venne edificata a partire dal 1910per iniziativa di don Pedro C. Towers,uomo d'affari di origine britannica.Nel 1926 lo Stato italiano l'ha acqui-stata da un cittadino brasiliano percentoventimila pesos oro.Il palazzo e' cosi' bello che nel 1993,con decreto dell'Intendencia diMontevideo, è stato dichiarato “Benedi interesse municipale” per la suaspeciale qualità architettonica, paesag-gistica e urbana. Nel 2004 il Ministerodegli Esteri italiano ha finanziatointensi lavori di ristrutturazione e siste-mazione.Nella sala d'aspetto mi hanno offertoun caffe', abbastanza simile a un buonespresso italiano. Ho fatto un po' dicompagnia all'immancabile lupa conRomolo e Remo e neanche dieciminuti dopo ero nella stanzadell'Ambasciatore Guido Scalici.Cordialissimo, alto quasi quanto l'asta della tricolore che campeggiadietro la sua scrivania. E' di Catania, nato e cresciuto li' sino alla lau-rea in Giurisprudenza. Poi ha lasciato la Sicilia per intraprendere lacarriera diplomatica, sino a Singapore, dove e' stato Ambasciatored'Italia per sei anni. Dal luglio del 2006 ricopre la stessa carica aMontevideo.Una piacevole curiosita': l'Ambasciatore e' un grandissimo appassio-nato di vela. Nel 2003 mentre era Ambasciatore a Singapore ha datoil benvenuto, in compagnia del figlio Emanuele, ai “velisti per caso”Patrizio Roversi e Susy Bladi. La simpaticissima conduttrice del programma di Rai Tre ricorda nelsuo diario di viaggio: “Non solo appassionato, ma decisamente pra-ticante!! Scalici naviga da sempre; per alcuni anni l'ha fatto con la sua
barca e poi con amici, conoscenti, parenti, con incarichi ufficiali, cam-biando ogni tipo di imbarcazione, propulsione, dimensione, svariatimari del mondo...insomma, cogliendo ogni minima occasione perstare sul mare”. Ambasciatore, quanti sono gli italiani dell'Uruguay?«Secondo i dati ufficiali, aggiornati al 2003, gli italiani residenti sono33602, oltre a 70000 soggiornanti. Siamo gia' alla quarta generazio-ne in un Paese che ha una buona base culturale ed e' carretterizzatoda una stabilita' demografica. La parte piu' consistente della popola-
zione appartiene al ceto medio. Anche qui e' pale-se una corsa al consumismo. Come in Italia:soprattutto nelle nuove generazioni. Piuttosto checomperarsi una macchina scelgono di avere ilnuovo modello di cellulare».Esiste un'industria italiana in Uruguay? «L'unica attiva e' la Dirox che opera nel settorechimico. Gli italiani si affiancano alle principalirisorse del Paese che restano l'industria del cuoioe del grano. Oltre, naturalmente, alla produzionelanifera.Pero' dobbiamo ricordare la storia moderna percomprendere il ruolo particolare ricoperto dalPaese. La sua collocazione geogra-fica e il fatto che il Rio non sia deltutto navigabile ha fatto preferire,anche per la vicinanza alle minierel'Argentina come porto principale.Fermo restando il pericolo rappre-sentato dai portoghesi».Restiamo nella storia per ricor-dare l'arrivo dei numerosi italia-
ni tra Ottocento e Novecento. «Nell'Ottocento i contadini italiani e spagnoli si dedica-rono esclusivamente all'allevamento estensivo. Laseconda generazione incomincio' a manifestare i biso-gni tipici di un paese in espansione: il ruolo fondamen-tale del terziario esercitato dai valenti professionisti chearrivarono agli inizi del Novecento. Soprattutto architetti e medici. Iprimi hanno disegnato i palazzi della citta'. Dopo la seconda guerramondiale assistiamo a una crescita esponenziale del Paese. Un datosu tutti: nel 1956 il reddito pro capite degli uruguayani era superiorea quello degli svedesi».Il legame con l'Italia vive attraverso la cultura e in tempi piu' recentianche attraverso il voto.
«Si', soprattutto nel passato la lingua italiana aveva un ruolo fonda-mentale: era obbligatoria, ad esempio, per accedere alle facolta' di giu-risprudenza o di lettere. Oggi e' in atto una profonda ristrutturazionedel sistema: e' caduto l'obbligo della conoscenza della lingua italiana.Ma l'attivita' dei principali centri di cultura italiana e' ben radicata evitale. L'Italia investe cinquecentomila euro per mantenerli attivi.Penso alla Scuola Italiana, alla Societa' Dante Alighieri e all'Istitutoitaliano di Cultura. Pero' non possiamo omettere che i corsi di linguaitaliana sono tutti privati. Per quanto riguarda il voto: l'affluenza e' stata importante, hanno vota-to su 78000 aventi diritto un abbondante 60%».E la sanita'? «La sanita' e' divisa tra un servizio pubblico - con molte lacune - e unoprivato, efficiente, completamente a carico dell'utenza. Anche quidobbiamo dire con assoluta onesta' che le tariffe sono molto piu' bassedell'analogo settore privato italiano».La ringraziamo: per concludere puo' dirci qual e' stato il suoprimo impatto con Montevideo?«Buono, molto buono. Conoscevo gia' la realta' del Sud America eMontevideo e' una citta' meravigliosa.»Finita la prima intervista uruguayana il vostro “periodista” ha vistonevicare a Montevideo: un vento leggero ha alzato i coriandoli che
giovedi' scorso,durante la sfilata cheha dato via alCarnevale, i bambinihanno lanciato a chili. Qui li fanno con poli-stirolo sbriciolato. Hovisto questi fiocchi dipolistirolo alzarsilievi e ricadere comeneve dopo essere statisulle spalle dipagliacci e acrobati. Il mio primo acquaz-zone uruguayano ha
lavato via la mia neve e quel piccolo istante di magia. Inzuppato e felice vi ricordo che potete scriverci su genteditaliauru-guay@gmail.comIl telefono della redazione e' (598) 916 08 15. Da lunedi a venerdi,potete chiamarci tranquillamente dalle 16 alle 18.Come sempre: hasta luego!
L'Ambasciatore della città che s'ascolta come un verso
DIARIO URUGUADIARIO URUGUAYYANOANO
di Tdi Tonino Pintacudaonino Pintacuda
la gente d’italia 8Martedì 30 Gennaio 2007
La sveglia di Ana suona sempre alle 5 delmattino, s'iniziano presto tutte le giornate dellabella cantante di tango di origini italiane. AnaKarina Rossi ha ventotto anni, i capelli di setae un sorriso bello e contagioso.Lavora in due radio uruguayane e la sera smet-te di preoccuparsi di scalette e spot pubblicita-ri per dedicarsi alla passione della sua vita: lamusica.Un amore che comincia presto, ereditato dalpadre che le fa studiare pianoforte. Poi altredue scelte importanti: lasciare l'amatissimopianoforte per cantare e soprattutto la scelta dicantare pezzi originali, non solo cover o pezzidello splendido repertorio della storia deltango.L'abbiamo incontrata durante la sua pausapranzo.Ana, il tango e' una passione di famiglia ouna scelta esclusivamente tua?«È stato mio padre a farmi apprezzare edamare Carlo Gardel, il re del tango. E soprat-tutto mia cugina Beatriz Lozano è stato un riferimento importanteper me: Beatriz vive a Roma, è una famosa cantante lirica con unrepertorio che spazia dal lieder e romanze alla musica sacra.. Poimio padre ha scelto di farmi studiare pianoforte, avevo appenadieci anni. Ho studiato ogni giorno per superare l'esame d'ammis-sione per l'Università di Musica dell'Uruguay. L'ho superato con ilmassimo dei voti». Eri una promettente pianista: perche' hai scelto di cantare?«La mia vita è segnata da tre domande importanti, la prima me lasono posta subito dopo il conservatorio: voglio continuare col pia-noforte o cantare? Ho deciso di cantare e per un anno con tutta l'a-nima ho studiato canto privatamente». Dicevi che erano tre le domande importanti della tua vita.Qual e' stata la seconda?«Avevo fondato a vent'anni una banda di blues. Avevamo un
repertorio che andava da Janis Joplin a Tom Waits. Ed ecco laseconda domanda cruciale. Voglio fare solo covers? E ho scelto iltango. Mi ricordava mio padre e il bellissimo periodo passato conlui, da bambina, ad ascoltare e ballare il tango. Mio padre è mortoche ero appena adolescente. Con il tango riesco a ricordare queglianni felici con lui. Ecco, sono entrata nel mondo del Tango comecantante del “Trio Sur”, diretto dal Maestro Miguel Angel Trillo,primo bandoneón dell' “Orquesta Filarmónica de Montevideo”».Ed arriviamo alla terza domanda...«Sì, mi sono guardata allo specchio e mi sono chiesta: devo limi-tarmi solo al repertorio classico? Ho deciso di spaziare e, insiemeal pianista e compositore Alberto Magnone, ho contribuito alla dif-fusione nella piazza “montevideana” di un repertorio di tango con-temporaneo scritto dallo stesso Maestro Magnone, diffondendoanche l'opera d'avanguardia di Astor Piazzolla con i testi del suo
storico poeta-paroliere Horacio Ferrer».E cosi', inseguendo i tuoi sogni, sei arri-vata al progetto “Planeta Tango”. Ce neparli?«Sono produttrice artistica e voce solista di“Planeta Tango”, un gruppo di tango con-temporaneo. Abbiamo esordito nel novem-bre del 2006 con lo spettacolo “VidasVividas” al Festival Tango Vivo, insiemecon i gruppi argentini di tango elettronicoTanghetto e San Telmo Lounge. Lavorandocon il compositore uruguaiano Hugo Rocca,co-direttore del progetto Planeta Tango,abbiamo realizzato il nostro primo lavorodiscografico “Vidas vividas”, nominatodalla critica come “un nuovo concetto dellinguaggio del tango”».“Planeta Tango” (www.anakarinarossi.com)e' stata possibile anche grazie all'espe-rienza accumulata in Italia?«Certamente! Nel 2005 ho realizzato unatournèe di concerti nella bellissima Italia.
M'è rimasto nel cuore un concerto con il pianista argentino HugoAisemberg al Teatro di Marcello a Roma, simbolo dell' arte delperiodo romano. Ho cantato brani di Piazzolla e del tango riopla-tense: m'hanno detto che sono stata la prima cantante di tango adesibirmi in questo palco archeologico. Altri concerti li ho tenutigirando la penisola per vari Festival nelle città di Ancona, Iesi,Castelbellino, Macerata e in Sicilia.Ho continuato nel 2006 : un'altra tournèe di concerti italiani pre-sentandosi a Roma e in varie città delle Marche insieme al chitar-rista Francesco Albano. In Sicilia ho realizzato dei concerti con ungruppo de musicisti siciliani unendo il tango con la musica popo-lare dell'isola, presentandosi a Palermo, Agrigento, Enna, GoiosaMarea, Aquaviva ed altri paesi del Sud Italia. E piena di felicità asettembre ho ricevuto qui a Montevideo il premio “JovenSobresaliente” nella categoria espressioni musicali». Ana, i migliori auguri a nome della redazione e di tutti i nostrilettori. Toglici una curiosita', come riesci a trovare il tempo percondurre anche un programma radiofonico e collaborare allarealizzazione di un altro?«La musica è la mia passione. Mi sveglio alle 5 del mattino, dalle7 alle 13 lavoro alla Radio Carve dove conduco il programmagiornalistico più importante e di maggiore audience del paese “Lamañana de Carve”. È una radio storica, con 75 anni di attività. Tutte le mattine realizzo interviste d'alto livello su temi di attualitàin materia politica, economica, sociale e culturale. Lo faccio per-ché il giornalismo è un'altra grande passione. Sono laureata inScienze della Comunicazione presso l'“Universidad de laRepública del Uruguay”. Per Radio Carve ho fatto la corrispon-dente dall'Italia informando e curando ogni giorno approfondi-menti sul rapporto culturale tra Italia e Uruguay: considerando chepiù d'un terzo della popolazione in Uruguay - me compresa - è diorigine italiana.Pranzo e alle 14:00 sono in Calle Misiones, alla Radio NazionaleSadre. Sono la produttrice generale del programma “Estación LaPlaza”. Tra i nostri ospiti abbiamo anche artisti di rilievo interna-zionale.Alle 19 posso tornare al Tango. Il Tango è sensuale, è pieno di poe-sia. Il Tango è la mia vita».Come sempre: hasta luego.
Redazione (598) 2 916 08 15. Da lunedi a venerdi, dalle 16alle 18.
Scriveteci all'indirizzo genteditaliauruguay@gmail.com
Ana Karina Rossi: una vita per il Tango
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di Tdi Tonino Pintacudaonino Pintacuda
la gente d’italia Mercoledì 31 Gennaio 2007 7
L'ottima scelta di Dante, Cervantes e Socrate“Il meriggio è fatto per discutere»diceva Socrate a Fedro nell'omonimodialogo platonico.Mi viene da pensare che questo valeanche per le statue di Montevideo. Mi spiego meglio. Di ritorno dall'intervistaall'Ambasciatore Guido Scalici hodeciso di farmi la famosa scarpinata.Tutta Av.da 18 de Julio a piedi, con lagiacca e la cravatta.Sarà stato il caldo, la bellezza dellacittà o semplicemente la mia laurea infilosofia ma mi sono commosso a tro-vare a pochi marciapiedi di distanzaDante Alighieri, Cervantes e Socrate.Tre giganti dell'umanità acui Montevideo ha dedicatoaltrettante bellissime statue.Chissà che direbbero sepotessero parlare!Socrate perdonerebbe Danteper averlo messo nel limbotra i grandi uomini cheebbero la sfortuna di nasce-re prima della venuta diGesù Cristo?E il Gran Toscano chedirebbe al creatore dell'hi-dalgo? Magari Socrate liconvincerebbe a lasciare iloro basamenti per andare atrovare Garibaldi al porto. Di sicuro Socrate farebbevolentieri da scudiero aCervantes, andrebbero tuttie due a battagliare contro lestorture di questo nuovomillennio.Questi pensieri sono completamenteuruguayani. Non ho ancora bevuto illoro mate ma non posso che apprez-
zarli ancor di più per aver deciso dierigere queste statue. Socrate e Dante dovrebbero esserci inogni città italiana. Il grande filosofo
ci ha insegnato che una vitasenza ricerca non è degnadi essere vissuta. Rinunciò ai pochi anni divita che gli restavano - lemalelingue aggiungono cherinunciò volentieri purealle celeberrime bisticciatecon l'amata Santippe - e incambio di pochi anni haraggiunto l'eternità. Bevve l'amara cicutadavanti agli amici: la cittàche amava e che avevadifeso con coraggio in piùdi una battaglia, la grandis-sima Atene, lo condannòperché corrompeva i giova-ni con i suoi discorsi dilibertà e verità.Li vedo già, lungo Av.da 18de Julio, su un carretto dacartonero, Cervantes eSocrate. Felici che ancora
qualcuno conosca la loro storia.Dante li seguirebbe dopo, lui è troppovicino alla biblioteca. Se davveropotesse muoversi dal suo basamentone approfitterebbe subito per leggere,leggere e leggere ancora. Amava ilibri, avrebbe almeno sette secoli diletture arretrate.Inseguendo questi pensierie con i piedi doloranti hoavuto l'ennesima riprovadella gentilezza degli uru-guayani. Ho chiesto dov'e-ra Plaza Indipendencia e unbel giovanotto in manichedi camicia m'ha detto cheera lontana e mi ha consi-gliato un taxi. Avendo com-preso che volevo continua-re la mia passeggiata s'èfermato, ha contato mental-mente i marciapiedi e mi hadetto: «mancano tante“quadra”». Stupito di tanta gentilezzaho fatto un piccolo sondag-gio. Ho rifatto la stessadomanda via via che cam-biavo marciapiede e nonimportava: chiunque incon-trassi rispondeva gentil-mente scalando il numeroiniziale di uno. Come vole-
vasi dimostrare: la gentilezza è nelcuore degli uruguayani.Dante, Cervantes e Socrate non pote-vano trovare migliore compagnia.
to.pin.
SUDAMERICASUDAMERICA
la gente d’italia 8Mercoledì 31 Gennaio 2007
D a quando Giosuè Carducci l 'hafondata nel 1889 la Società DanteAl igh ie r i non ha ma i smesso d idiffondere la l ingua e la cul tura i ta-l iana nel mondo.A Montevideo la sede è a l quartopiano del numero 948 di Av.da 18de Jul io . I l presidente è la professo-ressa Renata Gerone, s ic i l iana, dasempre impegnata a onorare lo s ta-tuto del la società . Nel la sala di le t tura abbiamo incon-trato Valer ia Macal i , g iovaniss imadocente del la Scuola I ta l iana chet iene alcuni cors i anche al la SocietàDante Alighier i .Valer ia arr iva da Carpineto (provin-cia di Roma) e , dopo un viaggio inUruguay, i ncan ta t a ha dec i so d irestare qui anche per dare un sensoconc re to a l l a sua l au rea de l l aSapienza di Roma. Abita a Montevideo dal due gennaiodel l 'anno scorso. Per vivere insegnai ta l iano, s tor ia e geograf ia in t reclassi di vent isei a lunni a l la Scuolai ta l iana e a i cors is t i del la DanteAlighier i .Ha superato le pr ime diff icol tà earrotonda lo s t ipendio del la ScuolaI ta l iana con numerosiss ime lezionip r iva t e , appena poch i pesos pe rimparare la l ingua di Dante e di Petrarca. Ci r i corda l e sue pr ime impress ion i? Esoprattutto qui è fe l ice?«Sì , sono fel ice . Appena arr ivata questa c i t tàmi ha r icordato i raccont i del la gioventu ' dimia madre. Sembra di essere in un ' I ta l ia degl ianni Cinquanta . I local i hanno ancora quel t ipodi pavimenti o di arredamento che avevo vis to
solo a casa di mia nona.”Riesce a vivere con lo st ipendio del la scuola?“Non pot re i p ropr io . Devo necessar iamentedare lezioni pr ivate e vivere a Carrasco conuna famigl ia . La ci t tà comunque è bel l iss ima.Piut tosto che restare in I ta l ia ad aspet tare i llavoro ho prefer i to venire qui . Le giornatescorrono bel le e lente . Qui s i r iesce quasi adavere più tempo, lontani dal caos e dal la f rene-
sia del le grandi c i t tà i ta l iane. . .» .Lente come un carretto di un carto-nero? «Sì - sorr ide - posso raccontare unaneddoto per far capire megl io cosain tendo. A Nata le ho rega la to de l letazze di una famosa marca i ta l iana auna mia amica. Le ho comprate in unnegozio con i l pavimento t rabal lante . Aogni passo temevo di r idurre tut to incocci . Hanno pero ' sbagl ia to ad abbina-re i p ia t t ini . Torno al negozio. E midanno la r isposta: no pasa nada.Non ci fa niente . . . Fa par te del la lorocul tura . Non inseguono i l consumismoo le grandi marche. Vivono fel ic i nel laloro meravigl iosa ci t tà Poi ho chiamatodiret tamente la fabbrica. E anche lorohanno sbagl ia to ad abbinare i piat t ini .Erano semplicemente bianchi . Anche inI ta l ia no pasa nada».La professoressa Macal i ha un persona-l i s s imo r i conosc imen to da f a re a lnostro giornale: usa le nostre pagine di“Gente d ' I ta l ia l ibr i” ( la nostra rubricadel venerdì) come dispensa didat t ica . Questo piccolo gesto ci r iempie d 'orgo-gl io ma non ci sorprende: ident ica è lamol la de l le nos t re az ion i : vogl iamodiffondere e rafforzare la cul tura i ta-l i ana ne l mondo . Anche qu i , aMontevideo.Non pe r n ien te ne l l a nos t r a t e s t a t a
campeggia i l nos t ro amato t r ico lore . Comesempre: hasta luego.
Valeria Macali: «Insegno la lingua di Dante lontano dal caos e dalla frenesia»
DIARIO URUGUADIARIO URUGUAYYANOANO
LETTERE LETTERE AA GENTE D’ITGENTE D’ITALIAALIA
di Tdi Tonino Pintacudaonino Pintacuda
L e prime tre le t tere sono arri-vate . . .Cont inuate a scriverci al l ' indi-r i z z ogentedital iauruguya@gmail .comSe preferite i l te lefono, c i tro-vate qui dal le 16 al le 18, i lnumero e' (598) 916 08 15
Cara “Gente d ' I tal ia”, e ' bel lol eggere un d iar io daMontevideo. Ma voi che magaripo te t e , t og l i e t ec i una cur io i -s ta ' : qual i sono le prospet t ivedel la Rai per l 'America Lat ina,
che fara ' nel lo speci f ico opera-t ivamente la Rai di Montevideo?********************
Diret tore, parlo a nome anchedi tut t i g l i i tal iani che vivono aMontevideo, noi gente comunenon r iusciamo a mandare i f igl ial la scuola i tal iana perche' e 'troppo lontana dal centro abi ta-to , lontana mil le migl ia per icost i del le mensi l i ta ' da paga-re. E ' noto a tut t i , i ta l iani enon (che non diment ichiamolo:sono la maggioranza, i non i ta-l iani) . Fermo restando che lascuo la e ' un g io ie l lo perche 'non pensare a una sua succur-sale a prezz i popolar i e p iu '
v i c ina a l cuore de l la c i t t a '?Carrasco e ' troppo lontano, e 'un al tro mondo.
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Il nostro Garibaldi sentenzio ' :“Infel ic i i popol i che aspet tanoi l loro benessere dal lo s tranie-ro”. Dedicherete uno speciale aJose ' Garibaldi? Non abbiamosolo la s tatua! Esce una r iv is tain i tal iano e spagnolo, i l t i to loe ' "Garibaldi" . La real izza i lcomitato garibaldino che curaanche i l museo dedicato al l 'e-roe.
Precisiamo per i nostri lettori che nelriportare le parole dell'AmbasciatoreGuido Scalici nel numero di lunedì perun errore di trascrizione abbiamo maleinterpretato le dichiarazionidell'Ambasciatore.Secondo i dati ufficialidell'Ambasciata gli italiani in Uruguaysono 78000 e non, come erroneamenteriportato, 33602.A questi si aggiungo-no circa 20.000 domande di cittadi-nanza in trattazione.Altro punto fondamentale: non è anco-ra caduto l'obbligo della lingua italia-na nel biennio pre-universitario inUruguay. L'Ambasciata si sta impe-gnando per evitarlo.
(tp)
RETTIFICARETTIFICA
la gente d’italia 8Giovedì 1 Febbraio 2007
I l 17 set tembre di centoventuno anni fa nasce-va a Montev ideo la “Scuola I ta l i ana de l leSocietà Riuni te” su iniziat iva di t re benemeri-t e a s soc iaz ion i . “La Lega Lombarda” , l a“Società Aspirazioni drammatiche” e la società“Circolo Napol i tano”. Presto s i unì anche la“Mutuo Soccorso fra gl i Operai I ta l iani” .Per la Lega Lombarda f i rmarono i lDo t t . Leone Mar i a More l l i , i lP ro f . P ie t ro Rica ldon i , i l Do t t .Eugen io Cassane l lo e i l S ig .Giovanni Restel l i . Per la “SocietàAspirazioni Drammatiche” furonoi l Cav. Luigi Colombo e i l Prof .Albino Benedet t i a s iglare l 'accor-do . A rappresen ta re i l “Ci rco loNapo l i t ano” fu rono i l Do t t .Vincenzo Stajano e i l Sig. AntonioTommasel l i . I l sogno dei fondator i s i concre-t izzò pres to e con successo: lapr ima sede in via Colonia divenneda subi to una piccola c i t tà del la cul tura . E piùcresceva i l prest igio del la scuola più le aule s ir ivelavano insuff ic ient i a contenere i numerosialunni .Fu così che s i cerca di real izzare dal nul la un“edif ic io moderno”. Nasce così la s tor ica sededi via Uruguay. Proget ta ta dal l ' ingegnere LuigiAndreoni , divenne presto un centro importantedi i ta l iani tà . Le cronache del tempo par lanosenza mezzi termini del la s tor ica sede come“orgogl io di tut ta la col le t t ivi tà i ta l iana”.Ma in capo a pochi anni e anche la sede di viaUruguay diventa insuff ic iente a contenere tut t icoloro che vogl iono s tudiare la nostra cul turae la nostra l ingua. Nascono le pr ime succursa-l i : in via Garibaldi e in via 8 de Octubre. Sino al punto di svol ta : la bel l iss ima sede incui ancora oggi la Scuola opera, la prest igiosasede che fu del la Scuola del Sacro Cuore, aCarrasco.Da qui la Scuola cont inua a offr i re cors i d 'ot-t imo l ivel lo per non far perdere a l le nuovegenerazioni i l sol ido legame con l ' I ta l ia , pr imofra tut te quel lo con la bel la l ingua di Dante edi Petrarca.E sono f ini t i anche i problemi di spazio: i lcomplesso di Carrasco, secondo quanto dichia-rarono in occasione del centenario nel 1986, “èin condizione di ospi tare quals ias i piano disvi luppo”. Leggendo le emozionate cronache del centena-r io scopriamo come la Scuola fosse già a l l 'a-vanguardia vent i anni fa . Proprio quest 'anno s ifes teggia i l centenario del metodo Montessoriche qui portò al la nasci ta del la “Casa dei bam-bini” . I l bambino deve essere misura di tut te lecose del suo ambiente per crescere sano e a t t i -vo. La cresci ta dei bambini cont inua con lascuola e lementare . Cinque classi p iù una sestaper completare i l c ic lo pr imario uruguaiano.Nel le foto ingial l i te del lo speciale che i l men-
si le A.N.C.R.I . dedicò al centenariointravediamo perf ino un laborator io diin fo rma t i ca e un l abora to r io d iScienze pieno di provet te .Tut to era “a formazione del l 'educan-do” : educaz ione a l l a conoscenza ,al l 'amicizia , a l le re lazioni , a l la vi ta dicomunità . Non manca l 'a t tenzione fon-
damen ta l e a l l a c r e sc i t ade l co rpo con g io rna tesport ive. A naturale com-p le tamento corona tu t t al 'opera svol ta nei prece-den t i s e t to r i l a Scuo laSecondar ia , r i cca anchedi a t t ivi tà complementar ie or ientat ive. La Scuola I ta l iana è s ta tane i suo i p r imi cen to ann i unagrande oasi fe l ice ol t re che unastrut tura a l l 'avanguardia .Nei prossimi giorni vi raccontere-mo cosa è cambiato nel corso di
quest i ul t imi anni .I l s i to internet del la scuola (ht tp: / /www.scuo-lai ta l iana.edu.uy/) è un ot t imo portale: sembra
propr io che l ' e redi tà de i fondator i non s iaandata perduta .Come sempre: hasta luego.
Redazione (598) 916 08 15.Da lunedi a venerdi , dal le 16 al le 18.
Scriveteci al l ' indir izzo gentedi tal iauruguay@gmail .com
Il glorioso passato della Scuola Italiana di MontevideoDIARIO URUGUADIARIO URUGUAYYANOANO
di Tdi Tonino Pintacudaonino Pintacuda
Poteri speciali a Chavez per legiferareA partire da oggi e per i prossimi 18 mesii l presidente Hugo Chávez avrà poteri spe-cial i per legi ferare per decreto at traverso lacosiddet ta 'Ley Habil i tante ' , approvata ier idal l 'Assemblea nazionale , interamente com-pos ta da membr i de l la magg ioranza . Lanuova 'Ley ' consent irà a Chávez di emanarenormative su 11 aree speci f iche - inclusaquel la energet ica, i l 'p i lastro ' del l 'economiavenezuelana - ol tre ad r i formare leggi pree-s is tent i nei set tori di importanza nazionale .
Si trat ta del la seconda 'Ley Habil i tante ' con-cessa al presidente dopo quel la che, dal l 'o t-tobre 2001, gl i permise di promulgare 47nuove leggi - tra cui la 'Ley de Tierras ' e la'Ley de Hidrocarburos ' - che scatenarono ladura reazione del l 'opposiz ione. I l deputatoCarlos Escarrá ha spiegato che i l lavoro diChávez sarà art icolato in due fasi: f ino aset tembre preparerà proget t i d i legge chedovrebbero essere approvate nei nove mesisuccessivi . La 'Ley Habil i tante ' è considera-ta da Chávez uno dei c inque “motori s trate-
g i c i” de l suo nuovomanda to , che conc lu -derà nel 2013; gl i al tr isono la r i forma cost i -tuzionale , una campa-gna di “morale e luci”per “un' is truzione convalori social is t i”, una“nuova geometr ia de lpotere” per l 'ammini-s trazione terr i toriale ei l ra f fo r zamen to de ipoteri dei comuni .
L a “ S c u o l a I t a l i a n a d e l l e S o c i e t à R i u n i t e ” n a s c e v a 1 2 1 a n n i f a s u i n i z i a t i v ad i t r e b e n e m e r i t e a s s o c i a z i o n i . “ L a L e g a L o m b a r d a ” , l a “ S o c i e t à A s p i r a z i o n id r a m m a t i c h e ” e l a s o c i e t à “ C i r c o l o N a p o l i t a n o ” . P r e s t o s i u n ì a n c h e l a“ M u t u o S o c c o r s o f r a g l i O p e r a i I t a l i a n i ” .
VENEZUELAVENEZUELA
la gente d’italia Venerdì 2 Febbraio 2007 23
I l l ibro di Federico Guigl ia ha un t i tolo bel l is-simo: “Se i l mondo f inisce qui”. Ancora più bel-lo s i r ivela i l sot tot i tolo: “raccont i i ta l iani dio n o r e e d i s p e r a z i o n e d a l l ' A rg e n t i n a a l l ' U r u -guay”.Pubbl icato nel 2004 per la casa edi t r ice “Idea-zione”, s in dal le pr ime pagine ci catapul ta nel-l 'America la t ina che fu, quel la fa t ta del sensua-le e poet ico tango, terra di calciator i capaci dipercorrere un intero campo di calcio con la pal-la magicamente at taccata al piede. La patria del-la be l la Evi ta (annacquata in sa lsa hol lywoo-diana da Madonna) e di Anita , l 'amata moglie diGaribaldi . Un terr i tor io bel lo e profondo che vadel la grande Argent ina al piccolo Uruguay. Guigl ia conosce beniss imo questa real tà essen-do nato a Montevideo nel 1959. È s ta to da subi-to affascinato dal mondo e dal la cul tura i ta l ia-na, per amore del le sue radici ha s tudiato la l in-gua s ino a possederla megl io di tante penne no-strane.La sce l ta de l g iornal i smo r i su l ta na tura le . Lasua carr iera inizia ventuno anni fa - guarda ca-
so l 'anno del centenario del la Scuola I ta l iana diMontevideo - con l 'assunzione al “Giornale” diIndro Montanel l i , dopo che, appena ventiset ten-ne, aver vinto a Milano i l concorso nazionaledel l ' Is t i tuto per la Formazione al Giornal ismo. Guigl ia ha girato i l mondo e l 'ha descr i t to conmaestr ia . Cambiavano gl i scenari del la pol i t icainternazionale e i fusi orar i ma dal la Londra del1976 alla Berlino del 1996, rinata dopo la cadutadel Muro, ident ico è s ta to l ' impegno del giorna-l i s t a : da segna la re l e co l l aboraz ion i con DieWelt e con RadioFrance-Internat ionale . Una bel l iss ima poesia del premio nobel Sefer isreci ta : “Vecchio amico, che cosa vai cercando?/Dopo tant i anni a l l 'es tero r i torni /Con immagi-ni sor te / sot to c ie l i s t ranier i / lontaniss imi dal latua terra .”Guigl ia per evi tare questa dis tors ione ha scr i t -
to questo l ibro, un at to d 'amore vero, vivo e vi-ta le per la sua terra . Un l ibro che è usci to pro-pr io quando i l Vecchio Continente decideva de-c iso masochis t icamente d i abbandonare lenta-mente l 'America la t ina al suo dest ino.
Ed ecco quindi la lot ta contro i l nemico più te-nace: l ' indifferenza.I l l ibro narra di Garibaldi e Maradona, di Bor-ges che ascol tò Montevideo come un verso e diGardel che divenne i l re del tango.Un viaggio che s i snoda dal l ' incantevole Puntadel Este s ino ad Ushuaia . Senza dimenticare lecode ai consolat i i ta l iani e le r ichieste d 'a iutosui giornal i argent ini .Guigl ia lo spiega nel la quarta di copert ina: «c 'èun mondo che fa parte del mondo: i l nostro mon-do. A diecimila chi lometr i da Roma, es is te unarealtà di nomi e di luoghi latino-americani legatiper sempre al la vi ta del nostro Paese. Una “Vi-ta” da r i leggere e r iscoprire perché piena di fu-turo». Speriamo che Guiglia continui , ora che dal 1999ha scel to di fare i l l ibero professionis ta - dopoessere s ta to “not is ta” pol i t ico de i l Giornale ed i re t to re de l Borghese - d i con t inuare ad ac-compagnarci in questo meravigl ioso mondo.
toninopintacuda@libero. i t
Guiglia: un atto d'amore contro l'indifferenzapagina a cura dipagina a cura di
TTonino Pintacudaonino Pintacuda
CULTURA - SPECIALE SUD AMERICA
ILIL LIBROLIBRO
Anticipato come sempre da un ar-ticolo sulla “Civiltà Cattolica”, èarrivato da pochigiorni nelle libre-r i e i t a l i a n e i lnuovo libro di An-t o n i o S p a d a ro :“ N e l l a m e l o d i ad e l l a t e r r a . L apoesia di KarolWojtyla” (edizio-ni Jaca Book, 80pagine, 10 euro). Spadaro, oltre adessere conosciutouniversalmentecome il “tecnoge-s u i t a ” p e r l acompetenza dimo-s t r a t a p i ù v o l t econ i nuoviss imimedia, è soprat-tutto un prepara-
tissimo critico letterario, con inte-ressi che spaziano da Pier VittorioTondelli a Carver, senza dimentica-
re Flannery O' Connor acui ha intitolato i labo-ratori di lettura che con-duce con l 'associazionec u l t u r a l e B o m b a C a r t a(www.bombacarta.com),fondata da lui stesso nel1998. Nel numero 3733 di Ci-vi l tà Cattol ica AntonioSpadaro aveva g ià a f -frontato la poesia di Ka-rol Wojtyla, sottolinean-d o c o m e l ' i n t e re s s e d iGiovanni Paolo II per lapoesia risalisse alla pri-ma giovinezza del futuropapa del dialogo.Interesse che poi è matu-rato, insieme a una in-
tensaesperienzat e a t r a l e eallo studiodel la f i lo-logia polacca, s ino a sv i lupparsisviluppando una «devozione» per laparola. Le architetture metaforiche dei suoiversi si intrecciano a domande in-quiete e a risposte di grande inten-sità spirituale.L'ispirazione di Wojtyla ha genera-to composizioni che seguono il ritmodel pensiero: si restringono fino al-l'ermetismo e si allargano fino allameditazione in prosa. Tra pensiero evisione non ci sono fratture; così an-che t ra la d imens ione asce t ica equella pratica. Ecco una delle caratteristiche dellapoesia wojtyliana: partire da un og-getto, un fatto, una persona e co-
glierne la trama infinita di nessi colmistero dell'esistenza umana.C o m ' è e v i d e n t e a d e s e m p i o n e l“Canto dello splendore dell'acqua”del 1950:Nel fondo stesso, a cui volevo soloattingere/acqua con la mia brocca,ormai da tempo alle pupille/aderiscesplendore . . . Tante le mie scoper-te/quante mai f ino a ora!/Qui, ri-flesso dal pozzo, scopersi in me tan-to vuoto.//Che sollievo! Interamen-te non saprò in me trasportarti,/mavoglio che tu resti, come nello spec-chio del pozzo/restano foglie e fioricolti dall'alto,/dallo sguardo degliocchi stupefatti/- occhi più lumino-si che tristi.
Il mistero dell'esistenza umana nella poesia di Papa Giovanni Paolo II
la gente d’italia Venerdì 2 Febbraio 2007 24
Ed ecco la domanda che tutti aspettavano: quan-to costa la vita a Montevideo?Fughiamo subito ogni dubbio, con uno stipendioitaliano di 800 euro qui si vivrebbe benissimo. Lamaggior parte della gente qui, soprattutto dopo lagrande crisi degli scorsi anni legata all'impennatadelle quotazioni del dollaro, vive con appena 6400pesos. Che sarebbero poco più di 200 euro. Con tanto deve adeguarsi alla meno peggio,addrontando a testa alta ogni giorno che snoccioladal calendario. La quotidianità di tutti, quellafatta di rate, mutui e pagherò qui assume un signi-ficato metafisico.La gente si industria, spuntano lavoretti che nien-te hanno da invidiare alla famosa inventiva parte-nopea: un vecchietto vende in Av.da 18 de Julio cddi installazione di linux, il sistema operativo caroagli smanettoni che lottano contro il monopolio diWindows, qualcun altro vende noccioline glassatead appena 5 pesos. Poi volantinaggio, ragazzisandwich, cantanti e ballerini di tango, insommatutta quella serie di lavoretti figli del bisogno.Aveva ragione Aristotele, siamo animali sociali.Viviamo nel grande branco che è la società civilee possiamo vivere solo saziando i suoi bisogni. Partiamo dai quelli più elementari: il cibo necessa-rio per vivere.La gente abusa dell'ottima carne uruguayana e poine sconta le conseguenze. Gli stravizi proteici inta-sano presto le vene con percentuali di colesteroloche farebbero impallidire qualunque medico.Ma è uno stravizio nato dalla penuria di alternati-ve.Se la carne costa al chilo 35 pesos la gente la com-prerà piuttosto che spenderealtrettanto per un quotidia-no.A poco è servita la consi-stente campagna informati-va del governo contro glieccessi del consumo dicarne. Il chivito o il pancho- rispettivamente una speciedi hamburger con una tene-rissima fetta di carne ada-giata tra salse e pane e il piùnormale degli hot dog - adappena 30 pesos nei nume-rosi chioschi che decoranole strade è troppo allettantee saporito. I supermercati sono inseritiin una rete fortementegerarchizzata: dal basso degli almacenes de barrio(i nostri vecchi empori che spesso e volentieridevono fare credito) alla vetta rappresentata dallaTienda Inglesa che rappresenta il top dei top con unportale strapieno di animazioni in flash
(http://www.tinglesa.com.uy/).In mezzo ai due estremi c'è tutta una serie di nego-zi d'alimentari che conoscono benissimo le strate-gie del marketing. Dicevamo: al top la Tienda Inglesa che ha unavarietà di prodotti degni di un ipermercato ameri-cano, com'era quel vecchio motto americano?“Abbiamo tutto: dal seme di mela alla navicellaspaziale”. Ecco, con le dovute precisazioni, è veroanche per la Tienda. Anche i prezzi sono propor-
zionati, la Tienda ha nelsuo ricco inventarioanche la pasta italiana el'olio delle nostremigliori olive.La qualità si paga: pra-ticamente i prodottiimportati costano ildoppio dei nostri.Seguono a ruota ilDisco di Punta Carretae la catena dei Devoto,recentemente assorbitadal gruppo Disco. Poi laserie dei Ta Ta, quantodi più simile ai nostrisupermercati abbiaincontrato. Prezzi chedi certo non sono per lalarga fetta dei cittadini.
Anche se da italiano pagare 38 pesos 5 litri di otti-ma acqua salus mi sembra un sogno... Questi ultimi si arrangiano con Superfresco, coiMacro Mercado e con i Multi Ahorro. Soprattutto i
Superfresco si caratterizzano come piccoli negoziche hanno fatto di necessità virtù, dove nessuno sistranizza di pagare a rate una bottiglia di whisky odi comprare una banana solitaria o una solaci`polla. Ogni giorno la massaia scende e comprasolo quello di cui ha davvero bisogno: una cipolla,un pezzo di carne, una fetta di calabaza (la zucca)che lesta taglia con maestria col serrucho (ilseghetto) lasciato lì apposta. Se anche il Superfresco risulta troppo esoso - e nonsta noi giudicare il tenore di vita dei dignitosissimiuruguayani che mai, con encomiabile nobiltà d'ani-mo, piangono miseria - restano sempre le ferias, imercatini rionali che da noi in Italia stanno scom-parendo. Parlo per esperienza diretta: il pizzicagnolo cheogni mercoledì deliziava il mio colesterolo con ilsuo provolone e i suoi affettati è andato a lavoraredentro un supermercato dove ha cercato, inutilmen-te, di ricreare quel clima di familiarità che c'era nelmercatino. Nelle ferias si trovano frutta, verdura, formaggi esalumi a prezzi popolari. Da segnalare che sia la Tienda Inglesa che MacroMercado hanno cercato di catturare una clientelacon minore potere d'acquisto. Sono nati cosi laTienda Inglesa Sayago e Macro Mercado del Cerro.Come sempre: hasta luego! Redazione (598) 916 08 15. Da lunedi a venerdi,
dalle 16 alle 18.Scriveteci all'indirizzo
genteditaliauruguay@gmail.com
Quanto costa la vita a Montevideo?
DIARIO URUGUADIARIO URUGUAYYANOANO
di Tdi Tonino Pintacudaonino Pintacuda
la gente d’italia 8Lunedì 5 Febbraio 2007
Il presidente della Camera FaustoBertinotti arriva con mezz'ora di ritardoalla conferenza stampa che precede il rice-vimento dell'Ambasciatore d'Italia GuidoScalici. Il Presidente e' come sempreimpeccabile, sul bavero della giacca lucci-ca la spilletta con la bandiera italiana equella uruguayana.La spilla e' la sintesi di questa visita uffi-ciale del Presidente: ribadire con vigore -sono proprio le parole del presidenteBertinotti - la «vicinanza» tra l'Italiae l'Uruguay, il Paese che rappresen-ta il cuore del Mercosur.«E' un passaggio particolarmentecoinvolgente, in Uruguay e' presenteuna comunita' italiana di rilievo chesottolinea il peso che l'Italia haavuto nella formazione del Paese. Esono felice per l'impegno-restauro-rivalutazione-rilancio di un grandeospedale come l'Ospedale Italiano diMontevideo» esordisce Bertinotti econtinua ricordando anche il bellis-simo monumento dei desaparecidossu cui ha deposto, commosso, unmazzo di fiori.Ma il viaggio ha anche un'esigenzad'ordine pratico: perche', sono sem-pre parole del Presidente, «gli sforzi della comunita' ita-liana vanno riconosciuti attraverso la loro concretezza-zione». I numerosi giornalisti presenti nello studio del primopiano della splendida residenza dell'Ambasciatore Scaliciannuiscono.Un raggio di sole illumina la spilla con le due bandiere,quasi a rimarcare l'importanza degli ottimi rapporti traItalia e Uruguay. Il tema e' ormai di pubblico dominio, da tempo si parla diun probabile abbandono dell'obbligo della lingua italiananel biennio pre-universitario, la nostra lingua dovrebbesemplicemente diventare una fra le tante, cancellandocosi' anni e anni di storia.Bertinotti dedica ampio spazio alla questione, il restodella conferenza stampa affronta esclusivamente la que-stione della lingua italiana.
«La linguaitaliana costi-tuisce unachanche eun'opportuni-ta' professio-nale - dice -s o p r a t t u t t oquando lasocieta' va ine-vitabilmenteverso la mas-siccia produ-zione di beniimmateriali edi servizi.Possedere la
lingua italianasignifica per igiovani uru-guayani avereuna lingua-chia-ve, un giacimen-to culturale chenon esula da unpieno coinvolgi-mento emotivo per la nostra storia e lanostra tradizione».Nessuno interrompe.Molti si chiedono perche', allora, il
Presidente oltre a recarsi all'Ospedale Italiano non havisitato anche la piccola citta' della cultura, la meravi-gliosa Scuola Italiana di Montevideo diretta dalla dott.ssaAdriana Testoni.Il presidente, sinceramente, spera che le numerose realta'italo-uruguayane che non e' riuscito a visitare rappresen-tino, sono le sue stesse parole, «un auspicio per un ritor-no». Presidente, cosa fara' in concreto per la questionedella lingua italiana in Uruguay?«Al mio ritorno in Italia ne parlero' con tutti gli esponen-ti culturali. Mipreme precisareche questa non e'una rivendicazio-ne patriottica. Lalingua italiana e'uno strumento
indispensabile cheaggiunge peso e valorealla collettivita' italiana diMontevideo. Ripeto: lostudio della nostra linguarappresenta una chanceper tutto l'Uruguay». E da parte del Governo
Uruguayano che segnali ci sono stati?«I rapporti sono ottimi, come gia' era chiaro dopo la visi-ta dell'Onorevole Fassino due mesi fa. E' evidente che c'e'concordanza tra le due posizioni e non c'e' mai stato dis-senso alle proposte del Governo italiano» E per gli Italiani all'Estero ci sara' una piu' chiaradefinizione?«Sono sicuro che il Governo Prodi durera' per l'interalegislatura e la questione degli Italiani all'estero sara'affrontata nel corso dei cinque anni». Puo' anticiparci se avverra' entro l'anno?«Questo non posso prometterlo. Ma - ripeto - avverra' nelcorso della legislatura. Abbiamo un calendario a cui si faabbastanza violenza per rispettarne gli impegni».
«L'Italiano, lingua-chiaveper i giovani uruguayani»
DIARIO URUGUADIARIO URUGUAYYANOANO
di Tdi Tonino Pintacudaonino Pintacuda
la gente d’italia 8Martedì 6 Febbraio 2007
LaSono un famelico lettore, lo hanno detto in tantie lo ribadisco: se non hai tempo e voglia di leggere,non ne troverai mai nemmeno per scrivere.Da quando mia madre mi ha insegnato a leggere aquattro anni e mezzo, con il fine di tenermi lontanodal suo studio “matto e disperato” per la laurea inTeologia, non mi sono più fermato.Questa personalissima premessa mi serviva perspiegarvi che non c'è dif-ferenza tra leggere unlibro, un giornale, unarivista, un quadro diRaffaello o tutta una città.Seguitemi: UmbertoEco, luminare e padredella semiotica moderna- la scienza che studia isegni - lo ha ribadito piùvolte. Sin dai tempi del“Diario Minimo” in cuil'autore del “Nome dellarosa” ha letto perfinoMike Bongiorno perscrivere la celeberrimafenomenologia del pre-sentatore italo-americano.La lettura inchioda l'attenzione, serve a vedere meglio, oltre il velodelle distrazioni delle nostre giornate senza pretese. Ed ecco: ho deciso di leggere con voi Montevideo.La copertina di Montevideo é Plaza Indipendencia, al centro, bellis-simo e altero, l'eroe nazionale José Gervasio Artigas, il caudillo revo-lucionario che tanto ha dato a questa città e che, per legge, deve esse-re sempre presente e bene in vista in ogni pubblico ufficio, oltre cheapparire fiero in ogni moneta. Partiamo da qui. Dall'alto.Prendiamo in prestito il punto divista di un piccione, perfino luibeneficia dell'aria salubre diMontevideo. Appollaiato sullaspalla del Gaucho sembra un pic-colo soldato impettito e pennuto.Sotto la piazza-copertina troviamoil mausoleo Artigas, imponentemonumento in cui il popolo uru-guayano ha reso onore al suo eroe. Pennac nel suo bellissimo libro“Come un romanzo” ha stilato ildecalogo del lettore, tra cui spicca ildiritto a saltare le pagine. Usiamoquesto diritto, sfogliamo la cittàrelegando a un altro giorno la suastoria. Montevideo è un libro mastodonti-co, fatto di infiniti capitoli che sisnodano come dedali di un labirin-to, seguiamo un cartonero fermo alsemaforo. Questa figura merita un intero capitolo. E correggiamocisubito: il cartonero montevideano non è un cartonero. Ringraziamo il cavaliere Gianranieri Colella e sua moglie che, in unabellissima e-mail arrivata al nostro indirizzo genteditaliauru-guay@gmail.com, ci hanno gentilmente corretto: a Montevideoquelli che ci ostinavamo a chiamare “cartoneros” si chiamano “hur-gadores” e il loro trasporto é il “carrito”. La gente li chiama comu-nemente “carritos”.
I carritos lavorano per l'intera giornata, para-grafo dopo paragrafo scopriremmo chepotrebbero trattare meglio i loro cavalli.Dovrebbero bere di più, senza arrivare all'ec-cesso opposto dei vetturini palermitani che -
come tutti sanno - trattano meglio il loro cavalloche le loro mogli. Voltiamo pagina e zona, ecco il porto diMontevideo che abbraccia la città come unuomo abbraccerebbe la sua donna dopo tre mesidi lontananza.Qui c'è Garibaldi senza cavallo e senza Anita,solo, in piedi e in compagnia di un'àncora per
ricordare che per due annifu a capo delle forze navaliuruguayane. Qui l'Eroe deidue mondi sposò Anita. Maa José Garibaldi dedichere-mo un ampia monografia,andiamo avanti. Av.da 18 de Julio la leggia-mo dall'alto, la strada sisnoda lungo la città e lagente ama passeggiarelungo le sue “cuadras”. Ecco: le “cuadras”, concretizzazione dellagenialità uruguayana, da cui tanto noi italianipossiamo e dobbiamo imparare.Da noi uno semplicemente dice: “abito aBagheria in via Perez n.26”. E incominciano iguai. Restiamo nell'esempio. ABagheria ci sonodue via Perez, una nella frazione marinara diAspra, l'arcinoto lungomare e un'altra una pic-cola straduzza incastrata nel centro storico. I montevideani danno come indicazione la via especificano la cuadra in cui essa è inserita. Ad
esempio io vi scrivo da Calle Misiones, la mia cuadra è tra Rincon eSarandì. Non potete sbagliare.E se facessimo la stessa cosa in Italia? Finalmente arriverebbe laposta anche a casa mia, invece di ricevere le buste tatuate di “NoAspra, vedi Bagheria”. Ma la città è un libro bello e denso. In letteratura sarebbe “HorcynusOrca” di Stefano D'Arrigo. Un libro-monstrum, che in latino signi-fica “prodigio”. Un libro in cui un lettore è sopraffatto dalla densitàspecifica che trova in ogni pagina.
Montevideo è così: bella, sensuale, colorata, poetica. Si ascolta dav-vero “come un verso” e si legge estasiati, con un'evidenziatoreaccanto a segnare tutti i passaggi più interessanti.Ci accorgeremmo troppo tardi che abbiamo sottolineato ogni pagi-na di questa splendida città con l'alfabetizzazione al 98 % e la sua
gente che usa le nuove tecnologie conassoluta padronanza, tanto che ilGoverno inaugura una meritevolissimacampagna per far avere un portatile adogni niño. Amo questa città, proprio come succedesolo nell'amore vero, quello che merita lamaiuscola, non finisco mai di scoprirne ilmistero.Una volta Andrea Monda, vaticanista del“Foglio” di Ferrara, paragonò la mogliea un telefonino. Il vaticanista partecipavaad un convegno sul “Mistero delloScrivere” organizzato dalle straordinarie“Pietre di Scarto” guidate da Tita Ferro.Sua moglie Elvira, seduta in prima fila,restò basita e Monda, che con le parole ele metafore è imbattibile, si spiegòmeglio.
Lui non riesce mai a scoprire tutte le funzioni di un telefonino cellu-lare, proprio come nei tanti e bellissimi anni di matrimonio conElvira non è riuscito ancora a scoprire del tutto l'eccezionalità dellasua dolce metà.Ecco: io con Montevideosono ancora ai primiappuntamenti, il suomistero è tutto da scopri-re. Per fortuna... Devoancora “leggere” l'incan-tevole Scuola Italiana diMontevideo, la “Casadegli Italiani” e millecose ancora.Come sempre: hastaluego!
Come si legge una città?DIARIO URUGUADIARIO URUGUAYYANOANO
di Tdi Tonino Pintacudaonino Pintacuda
la gente d’italia 8Mercoledì 7 Febbraio 2007
L ’ 'avvoca to Giann i Raso , è i ldire t tore responsabi le degl i Uff ic iRai d i Montevideo, nel la sede a lnumero 1044 di Av.da 18 de Jul io .Ci ha raccontato la sua s tor ia , i l suolavoro e i l senso profondo del la l in-gua i ta l iana per l ' in tero Uruguay. Quella di Montevideo è una sedeparticolare con competenza su unterr i tor io che avvo lge tu t tal 'America Latina.«Nasce nel 1966 a segui to di incon-t r i t ra i l P res iden te Saraga t e i lGoverno u ruguayano . S i s ce l seMontevideo perché sembrò un postoadeguato per non far tor to né a SanPao lo né a Buenos Ai re s .Quaran t ' anni dopo l 'oppor tun i tà ès ta ta confermata dal la ser ie di faci-l i tazioni che l 'Uruguay offre a ini-ziat ive cul tural i e giornal is t iche. Èun posto centrale con una for te com-ponente i ta l iana». Parl iamo proprio del la presenzadel la comunità i tal iana. Che t ipodi utenza avete?«Cerchiamo di tenere costantementesempre aggiornat i dat i e r ichiestede i nos t r i t e l e spe t t a to r i . Va pe ròsegnalato che questa presenza neltempo è cambiata , s ia in Uruguayma anche ne l r e s to de l l 'Amer icaLat ina. Un cambiamento iniziatosicon la presa di coscienza d 'apparte-nere a l corpo elet torale i ta l iano. Oragl i i ta l iani e gl i i ta l iani- la t inoamericani chie-dono sopra t tu t to not iz ie e programmi d 'ap-profondimento». Che mansioni svolge la vostra sede?«Siamo un uff ic io Rai dis locato in AmericaLat ina e dipendiamo da Rai Corporat ion, con-sociata Rai con sede aNew York. Le nostreat t ivi tà c i met tono incontat to con le diver-se r ea l t à de l l a Ra i ,non so lo con Ra iI n t e r n a t i o n a l .Abb iamo funz ion ipr incipalmente cul tu-r a l i che cons i s tonone l l a d i s t r ibuz ionegra tu i t a i n Amer icaLat ina di programmi in i ta l iano, spagnolo eportoghese che fanno r i fer imento a not iz ie ,
cul tura , musica e c inema i ta l iani . Non ci occu-piamo, invece, del la dis t r ibuzione del segnale24 H di Rai Internat ional . Questa funzionev iene e ff e t tua t a a t t r ave r so una soc ie t à d icomunicazioni . Ovviamente però control l iamola qual i tà del segnale e t rasmett iamo in I ta l iale osservazioni e le r ichieste che gl i utent i
del l 'America Lat ina ci fannopervenire». Ci to lga una cur ios i tà?Com'è arrivato a dirigerequesta sede?«La mia s to r i a è un po 'd ive r sa da que l l a d i t an t iemig ran t i . Mio nonno e raci lentano e venne in Uruguayala f ine del l 'Ot tocento. Vissea Lascano. Mio padre - Juan- f ece l ' un ive r s i t à a
Montevideo e poi entrò nel Minis tero degl iEs te r i . Ne l 1946 , in p ieno dopoguer ra , fu
inviato a Napol i , dovenacqui io due anni dopo.Mio padre r e s tò aNapo l i pe r ven t ' ann i ,così ho potuto completa-r e i l l i ceo c l a s s i coal l 'Umberto I del capo-luogo pa r t enopeo . Ne l1966 a r r iva to aMontev ideo , en t r a i a lsecondo anno preparato-r io del la facol tà di leggedove s ' insegnava i ta l ia-no e poi mi laureai ing i u r i s p r u d e n z aa l l 'Un ive r s i t à s t a t a l edel l 'Uruguay ne l 1975.Anche se la tes i non eraobbl igator ia io la feci los tesso , l ' a rgomento erala d isoccupazione e lacassa integrazione, temiche poi ho cont inuato aseguire nel la mia carr ie-ra . Poi la svol ta . Al laf ine degl i anni Set tantafui assunto come legalede l l 'Uff i c io Ra i e ne l1989 mi diedero l ' inca-r ico di responsabi le cheancora r icopro». Da vent 'anni qu ind ivive e lavora qui , ott i -mo punto d'osservazio-ne su l la rea l tà i ta lo -
uruguaya. I l Presidente Bertinott i ha defini-to l ' i tal iano una l ingua-chiave, un'opportu-nità per i giovani uruguayani .«La quest ione del la l ingua e del la cul tura i ta-l iana in Uruguay è più complessa. Conoscerela nostra l ingua non è un semplice “sapere”ut i le o cul turalmente interessante . La l ingua ela cul tura i ta l iana fanno par te del DNA degliu ruguayan i . En t r ambe sono e sp res s ioneprofonda del la loro s tessa ident i tà . Girando perl 'America Lat ina in quest i vent 'anni ho capi touna cosa: c i sono solo due post i dove ci s isente come in I ta l ia : a Buenos Aires e in tut tol 'Uruguay.La difesa del la l ingua i ta l iana non è una difesadel l ' I ta l ia : è la difesa del l ' ident i tà s tessa delpopolo uruguayano».
Gianni Raso: «Difendere l'italiano significa difendere l'identità del popolo uruguayano»
DIARIO URUGUADIARIO URUGUAYYANOANO
di Tdi Tonino Pintacudaonino Pintacuda
la gente d’italia 8Giovedì 8 Febbraio 2007
S u una golet ta di nove metr i dilunghezza ch iama ta “Leone d iCapre ra” in onore d i G iuseppeGar iba ld i , i l 3 o t tob re de l 1879 VincenzoFondacaro di Bagnara Calabra (RC), OrlandoGrassoni di Ancona e Pietro Troccol i di Marinadi Camerota (SA) r iuscirono a coronare i l lorosogno: raggiungere Giuseppe Garibaldi .La golet ta era s ta ta autocostrui ta con f inanzia-ment i d i immigra t i i t a l i an i in Uruguay edArgent ina per compiere quel lo che a tut t i sem-brava un “fol le volo”: par t i re daMontevideo e raggiungere l ' i soladi Giuseppe Garibaldi . Per con-segna rg l i don i i nv ia t i daMontevideo, una sciabola e unl ibro di f i rme degl i emigrat i i ta-l i an i a Montev ideo e inArgent ina.Furono necessar i 110 giorni percoprire 6 mila e 500 migl ia larot ta a t lant ica Montevideo, LasPalmas, Gibi l terra , Malaga pla-cando con l ' o l io l a fu r i a de lmare in tempesta . I l calabreseVincenzo Fondacaro, l 'anconeta-no Orlando Grassoni e un ci len-tano di Marina di Camerota , s ierano imbarcat i sul "Leone diCaprera" per raggiungere l 'Eroe dei Due Mondinel la sua isola . I l c i lentano Pietro Troccol i ful 'unico a incontrare Giuseppe Garibaldi e aconsegnargl i i doni . La sciabola pero ' res to ' aMontevideo, nessuno credeva possibi le l 'a t t ra-versata oceanica. Troccol i fu anche l 'unico a r icevere una meda-gl ia d 'oro, conservata gelosamente da un suodiscendente , manco a dir lo ammiragl io del laMarina uruguaiana, per un ' impresa che sembra-va imposs ib i le : per l a d i s tanza che separal 'Uruguay dal l ' I ta l ia e per le dimensioni r idot-te di uno scafo proget ta to dal lo s tesso capi tanoFondacaro e reso inaffondabi le dal la par t icola-re tecnica di costruzione Nel 2003 la sciabola è f inalmente arr ivata ades t inaz ione e consegna ta a l l ' e r ede d iGar iba ld i . L ' e roe d i ques t ' impresa è P inoVeneroso, 62 anni , ex uff ic ia le del la Guardiad i F inanza , che ha in segu i to i l mi to de l“Leone” con la sua “Jut ta” , uno s loop di 9metr i , c lasse show 29, costrui ta nei cant ier i
Barberis di La Spezia . L ' impresa di Pino Veneroso è da manuale: daun capo al l 'a l t ro del l 'oceano, t raversata a t lan-t ica non s top o quasi . In sol i tar ia , dal le costedel Ci lento a quel le del Sud America inseguen-do per 10 mila chi lometr i - seimila e 500migl ia o giù di l i - i l mito del "Leone diCaprera”.
Con l 'ausi l io di due compagniEmil Kamaid e Gabriele Vita ,ques t ' u l t imo non ha po tu tocomple ta re i l v iaggio per lascadeza de l l a sua l i cenza e ,a l l e i so l e d i Capo Verde , èdovuto r ientrare in I ta l ia . E f inalmente i l 5 agosto del2004 la f ine del lungo viaggiocon l ' a r r ivo a l l a Madda lenacon la consegna del la sciabola .I l Conso le i t a l i ano d iMontev ideo aveva cer t i f ica tola consegna del la sciabola daparte del presidente del l 'Aercu(Asso icaz ione Emigran t iRegione Calabria in Uruguay) ,in dono a l museo Gar iba ld i
come simbolo di f ra te l lanza e del l 'unione fragl i uomini .Abbiamo incontrato Pino Veneroso negl i uff ic iRai di Montevideo e l 'abbiamo intervis ta to .Cosa l 'ha spinta a compiere questa incredi-bi le impresa?«Sono nato in un paese di mare, discendente dagenerazioni di pescator i e marinai , ho giocatocol mare e poi ho lavorato sul mare» - spiegaVeneroso r icordando le pr ime esperienze damozzo sul le barche usate per la pesca del leal ic i con la menaica e le rot te solcate con laMarina Mercant i le e Mil i tare , nel la Guardia diFinanza - «Con quel l 'amico, Nel lo Tambasco,diventato oggi presidente del c i rcolo naut icodi Marina di Pisciot ta , sognavamo da ragazzidi girare i l mondo in barca a vela r ipercorren-do l 'At lant ico sul la rot ta segui ta ol t re un seco-lo fa dal Leone di Caprera . Un sogno che hofinalmente real izzato. L 'ho fat to non solo permisurarmi con i l respiro del l 'At lant ico e con lesue dis tanze inf ini te ma anche per vis i tare leterre che at t rassero i nostr i antenat i c i lentani .
L 'ho fat to per r i t rovare i loro discendent i er ia l lacciare vincol i ant ichi di parentela e dicul tura c i lentana». La t raversata non è s ta ta solo una sf ida t ral 'uomo e i l mare ma anche un banco di provaper dei tes t scient i f ic i a l imentar i legat i a l laDieta Mediterranea e a l la produzione t ipica delCilento. La gran par te dei r i fornimenti a bordoera cost i tui ta da prodot t i c i lentani conservat i at r a s fo rma t i u t i l i zzando l e an t i che t ecn ichelocal i (dal l 'ess iccazione al la salatura) . Ha portato a termine un'impresa storica, èandato oltre i suoi grandi predecessori . Haaf fronta to anche l ' a t tacco de i p i ra t i aRecife , in Brasi le .«Il Leone di Caprera aveva lunghezza e s tazzacome la mia "Jut ta" ma nonostante le genial isoluzioni con le qual i fu costrui ta quel la barca,penso che oggi i l mio s loop s ia più aff idale es icuro del vecchio Leone. Quel la fu di s icuroun ' impresa ineguagl iabi le , per coraggio e per i-z ia marinara , la rot ta a t lant ica da ovest versoest non ha i l favore degl i Alisei -che spiranoinvece da est verso ovest- per cui i t re a bordodel Leone furono impegnat i in una cont inuabol ina s t re t ta e in interminabi le bordeggi . Ipirat i mi hanno tol to tut to , gl i s t rumenti dinavigazione e perf ino i vest i t i . Ma mi hannolasciato i l bene più prezioso: la vi ta». La vita di un uomo coraggioso che ha com-p iuto una memorabi l e impresa .Onestamente: lo r i farebbe?«Come no! Sono passato at t raverso tempeste emari in burrasca. Mai avuto paura. Se m'avesses f io ra to , s a rebbe s t a t a una t r aged ia .L ' importante è r iuscire a s tare in pace con i lproprio io». Ai nostr i le t tor i r icordiamo che i l “Leone diCaprera” è a t tualmente in esposizione pressola Grot ta di Lent icel le di Marina di Camerotaal les t i ta a l l 'opportuni tà a Museo.La pr ima edizione del diar io di bordo del la t ra-versata fu s tampata nel 1881, nel 1884 ne fufat ta una seconda edizione.Attualmente i l d iar io del viaggio è inser i to nell ibro “Dall 'America al l 'Europa. Viaggio at t ra-verso l 'Oceano” a cura di Giuseppe Galzerano.Con questa bel la s tor ia nel cuore, come sem-pre: hasta luego!
Sulla rotta del Leone di CapreraDIARIO URUGUADIARIO URUGUAYYANOANO
di Tdi Tonino Pintacudaonino Pintacuda
la gente d’italiaVenerdì 9 Febbraio 200726
O ggi mi sono alzato presto, avevo un appun-tamento importante: con un l ibro. Una “novela” di Mario Benedet t i (Pasos de losToros, 1920) , anzi , megl io , “ la” novela di Ma-r io Benedet t i , “La Tregua”, i l romanzo che nel1960 lo fece conoscere e apprezzare nel mondointero.Cent inaia di edizioni , t raduzioni in 19 l ingue,r iduzioni teatral i , radiofoniche, te levis ive e c i-nematograf iche.Addir i t tura la vers ione cinematograf ica , diret-ta da Sergio Renán, r icevet te nel 1974 la nomi-nat ion agl i Oscar come migl ior f i lm straniero. Con questo romanzo - che fel ice divorerò s ta-not te - lo scr i t tore ha iniziato la sua folgorantecarriera, diventando l 'autore uruguayano più let-to e amato. Ha pubbl icato più di 40 l ibr i , tu t t it radot t i in 18 l ingue.Nel la sua vasta produzione spiccano le sue rac-co l te poe t iche Inventar io e Inventar io Dos , icant i La muerte y otras sorpresas (1968) , Con ysin nostalgia (1977) e Geografías (1984), le no-vel le Gracias por e l fuego (1965) e Pr imaveracon una esquina rota. I l suo ult imo libro è “Can-ciones del que no canta” (Canzoni di c iò chenon canta) del 2006. Ma chi è Mario Benedet t i?Part iamo dal nome completo di questo baffutoar t ig iano del la parola : Mario Orlando HamletHardy Brenno Benedetti Farugia, ben cinque no-mi, tant i gl iene diedero i geni tor i Brenno Be-
nedet t i e Mat i lde Farugia , conformemente a l-l 'uso i ta l iano del pr imo dopoguerra. Sino ai dueanni abi tò nel suo paese natale , Paso de los To-ros .Successivamente, per ragioni di lavoro, la fa-migl ia Benedet t i s i t rasfer ì a Tacuarembó, quifurono vi t t ima di una t ruffa e con l 'esper ienzaaccumulata decisero di t rasfer i rs i nel la meravi-gl iosa Montevideo. Mario aveva appena 4 anni .Ad ot to anni iniziò i suoi s tudi pr imari nel Col-legio Tedesco di Montevideo, dove completò i lco r so d i s tud i ne l 1933 . In i z iò qu ind i a f r e -quentare i l Liceo Mirandaper. Nel 1934 entròne l l a Escue la Raumsó l i ca de Logoso f í a . Ne l1935 real izzò i suoi s tudi secondari in manieraincompleta , completandol i poi da pr ivat is ta a
causa dei problemi economici del la sua fami-gl ia . All 'e tà di quat tordici anni cominciò a lavorarenel la impresa di Wil l L. Smith, che real izzavaricambi per automobil i . Tra i l 1938 e i l 1941ris iedet te quasi cont inuamente a Buenos Aires ,Argent ina. Nel 1945 entrò a far par te del la redazione delset t imanale “Marcha”, dove r imase f ino al 1974(anno di chiusura del g iornale oggi d iventa to“Brecha”) de l 1954 venne nominato d i re t tore
let terar io del Marcha. E, f inalmente, i l 23 marzo 1946si sposò con Luz López Alegre,l ' amore d i t u t t a una v i t a . Ne l1948 diresse la r ivista let terariaMarginal ia e pubbl icò i l volu-me di saggi Per ipezia e Roman-zo (Peripecia y novela) . Cont i-nua ad accumula re esper ienzenell ' impegno delle riviste di let-teratura: nel 1949 divenne mem-bro del consigl io d i redazionedel “Número”, una del le r ivis tele t terar ie più important i del l 'e-poca. Par tecipò a t t ivamente a lmovimento contro i l trattato mi-l i tare con gl i Stat i Unit i d 'Ame-r i c a . F u q u e s t a l a s u a p r i m aazione come mil i tante pol i t ico.N e l l o s t e s s o a n n o o t t e n n e i lP r e m i o d e l M i n i s t e r o d e l l aIs t ruz ione Pubbl ica per la suap r i m a r a c c o l t a d i r a c c o n t i ,“Esta mañana”. Ne fu i l v inci-tore in r ipe tu te occas ioni f ino
al 1958, da quando lo r i f iutò r ipetutamente percontroversie sul regolamento. Nel 1964 lavorò come cr i t ico teatra le e codi-ret tore del la pagina le t terar ia set t imanale “Alservizio del le le t tere” del quot idiano La maña-na.Oltre a l la le t teratura Benedet t i ha sempre col-t ivato un sano umorismo, come dimostrò nel lacol laborazione al la r ivis ta umoris t ica “Pelodu-ro”. E non solo: res tano famose le sue cr i t ichecinematograf iche su “La t r ibuna popular” .Tornò a Cuba per par tecipare come giurato delconcorso “Casa de las America”. Par tecipò al-l ' incontro con Rubén Darío. E poi in Messicoper par tecipare a l “II Congresso Lat inoameri-
cano degl i Scr i t tor i” ; par tecipò inol t re a l Con-gresso Culturale del la Havana con la re lazioneSulla re lazione t ra l 'uomo d 'azione e l ' in te l le t-tuale e diventò Membro del Consigl io di Dire-zione del la Casa del le Americhe. Nel 1968 fondò e diresse i l “Centro di Invest i -gazione le t terar ia” del la Casa del le Americhe.
Mario Benedetti: il più grande artigiano della parolapagina a cura dipagina a cura di
TTonino Pintacudaonino Pintacuda
CULTURA - SPECIALE SUD AMERICA
Le tue mani sono la mia carezza,/i miei accordi quotidiani/ti amo perché le tue mani/si adoperano per la giustizia/se ti amo è perché sei/il mio amore la mia complice e tutto/e per la strada fianco a fianco/siamo molto più di due/i tuoi occhi sono il mio esorcismo/contro la cattiva giornata/ti amo per il tuo sguardo/ che osserva e semina il futuro/la tua bocca che è tua e mia/la tua bocca che non si sbaglia/ti amo perché la tua bocca/ sa incitare alla rivolta/se ti amo è perché sei/il mio amore la mia complice e tutto/e per la strada fianco a fianco/siamo molto più di due/ e per il tuo aspetto sincero/e il tuo passo vagabondo/ e il tuo pianto per il mondo/perché sei popolo ti amo/e perché l'amore non è un'aureola/né l'ingenuo finale di una favola/e perché siamo una coppia/che sa di non essere sola/ti voglio nel mio paradiso/ _ossia quel paese /in cui la gente vive felice/anche senza permesso/ se ti amo è perché sei/il mio amore la mia complice e tutto/e per la strada fianco a fianco/siamo molto più di due. _
Te Quiero
Potessi, volessi, vedessi, amassi… Tutteparole di un tempo che fu, perché ora-mai il modo congiuntivo sembra avereiniziato il declino, che lo sta portando ascomparire non solo dalla conversazionequotidiana ma anche dalla lingua scrit-ta. È per arginare questa perdita che nasceil comitato SIC, ovve-ro “Salviamo il con-giuntivo”, non adopera di vecchiromantici , d i fensoridel la purezza del lalingua ma di un'inse-gnante, la professoressa Braschi, e deglistudenti della classe II B dell'istitutocomprensivo “Cast igl ione 1”, aCastiglione delle Stiviere, in provinciadi Mantova. Un comitato per salvare un modo verba-le come per salvare una specie in viad'estinzione, e come tale il comitato si èorganizzato dotandosi da dicembreanche di un blog, per espandere la pro-pria attività e spiegare le proprie ragio-ni. Il blog, che potete visitare all'indiriz-zo www.salviamoilcongiuntivo.blog-
spot.com, contiene lo statuto del comita-to in cui è possibile leggere gli intenti difondatori e soci: «questa associazione,che non ha scopo di lucro, ha i seguentiscopi: difendere e diffondere il modoCongiuntivo». La difesa di una importante r isorsacomunicat iva ed espressiva è i l f ineprimo di questi ragazzi, che proprio tra-
mite il blog hanno accolto nuovi soci emolti meritati elogi. Al comitato si sonouniti e hanno applaudito giornalisti, ex-studenti, genitori e liberi professionisti,oltre che, ovviamente, tanti atri ragazziin età scolare, tutti uniti dal medesimointento, salvaguardare quel lo che èun'importante s trumento espressivo,spesso calpestato per incuria e sciatte-ria.Per dare maggiore concretezza alla loroiniz iat iva i ragazzi hanno compilatoanche una serie di agil i “regole del
modo congiuntivo”, che chiunque puòscaricare per chiarirsi i dubbi su quandoe come vada utilizzato questo modo ver-bale. Le iscrizioni al comitato sono aperte asoci di ogni età ed anche, inutile dirloalle scolaresche che volessero partecipa-re alla stessa iniziativa. Vi ricordiamo aquesto proposi to che i l regolamento
interno prevede che i sociconoscano il congiuntivo ele sue regole , che nonabbiano remore nel correg-gere gli errori altrui e chesiano i primi a dare l'esem-
pio di un uso corretto e impeccabile. Perusare le parole dei ragazzi stessi, inol-tre, non solo l'iscrizione al comitato nonha limiti di tempo, poiché una voltaimparato l'uso corretto della lingua nonsi dimentica più, ma questi giovani affe-zionati all'italiano ci ricordano anche ilprofondo valore della loro iniziativa:«l 'adesione al l 'associazione non dàdiritto a nessun riconoscimento, se nonquello morale di partecipare alla difesadi qualcosa che da tempo viene vilipeso,ignorato e sta per essere dimenticato».
Insieme ai membri del Movimento diLiberazione Nazionale - Tupamarosfondò, nel 1971, i l Movimento del leIndipendenze 26 Marzo, un raggrup-pamento che passò a formare la coa-l iz ione del le s inis t re Frente Amplio. Benedet t i fu dir igente del movimen-to. È nominato diret tore del “Dipar-t imento di Let teratura Ispanoameri-cana” nel la Facol tà di nel la Facol tàdi Umanis t iche e Scienza del l 'Uni-ve r s i t à de l l a Repubb l i ca . Pubb l i ca“Crónica de l 71” , compos to per lopiù da una raccol ta di edi tor ia l i po-l i t i c i p u b b l i c a t i n e l s e t t i m a n a l e“Marcha” , una poes ia inedi ta e t rediscorsi letti durante la campagna delFrente Amplio. Pubblica anche “Los poemas co-municantes” , con in terv is te a var i poet i la t i -noamericani .Nel 1973, dopo i l colpo di s ta to mil i tare a cau-sa del suo at t ivo favoreggiamento per la sov-versione marxista, deve abbandonare l 'Uruguay,i l s u o d o l o r e p i ù g r a n d e .Lascia anche l ' incar ico al-l 'Univers i tà e par te per l 'e-s i l io a Buenos Aires . Cos ì n iz i a l a s t ag ione de ig r a n d i v i a g g i : A rg e n t i n a ,Perù, Spagna. Furono diecil u n g h i a n n i c h e l o v i d e r olontano dalla sua patria e dasua moglie , la quale dovet-te r imanere in Uruguay peraccudire a l la madre ed al lasuocera Nel 1976 torna a Cuba, questa vol ta come esi-l ia to , e s i unisce nuovamente a l Consigl io diDirezione del la Casa del le Americhe. Nel 1980si t rasfer isce a Palma de Maiorca. Due anni piùtardi in iz ia la sua col laborazione se t t imanale
nel le pagine del l 'Opinion i l quot idiano El País .Nel lo s tesso anno i l Consigl io di Stato di Cubagl i concede onor i f icenza Orden Fél ix Vare la .Nel 1983 s i t rasfer isce a Madrid. Torna in Uru-guay nel marzo del 1983 iniziando l 'autonomi-nato per iodo “desexi l io”, ragione di molte sue
opere.È nomina to Membro de l Cons i -g l io Ed i to r i de l l a nuova r iv i s t a“Brecha”, che è una prosecuzionedel proget to del la r ivis ta Marchainterrot to nel 1974. E poi la s tagione dei grandi r ico-noscimenti , una vagonata di me-r i ta t iss imi premi e pubbl ic i r ico-n o s c i m e n t i : n e l 1 9 8 6 r i c e v e i lp remio “J r i s to Botev de Bulga-r ia” , per la sua opera di di poetae saggis ta .
Nel 1987 premiato a Bruxel les con i l Premio“Llama de Oro de Amnist ía Internacional” peri l romanzo “Primavera con un angolo rot to”.Nel 1989 è decorato con la “Medal la HaydeéSantamaría” dal Consiglio di Stato di Cuba. Nel
1997 è invest i to del t i tolo di “Dotto-re Honoris Causa” dal l 'Univers i tà diAlicante .I l 31 maggio del 1999 premiato conl 'ot tavo “ Premio Reina Sofía de Poe-sía Iberoamericana”. E in mezzo ad un 'a l t ra c inquant ina dir iconoscimenti con nomi al t isonant i ,f inalmente quel lo più at teso arr iva i l19 novembre del 2002 con la nominad i “ c i t t a d i n o o n o r a r i o d i M o n t e v i -deo”. I l 7 giugno del 2005 s i aggiudicò i lXIX Premio Internat ional MenéndezPe layo , e l a Madagl ia d 'Onore de l -l 'Universi tà Internazionale MenéndezPelayo. I l premio, concesso dal l 'Uni-
vers i tà Internazionale Menéndez Pelayo, è unriconoscimento al l 'opera di persone di spiccoche s i sono dis t in te nel la a t t iv i tà le t terar ia esc ient i f ica , tan to in l ingua spagnola come inportoghese. Mario Benedett i r ipart iva i l suo tempo nelle suecase in Uruguay ed in Spagna occupandosi deisuoi numerosi impegni .Dopo i l grandiss imo dolore per la morte di suamogl ie Luz, i l 13 apr i le 2006, Benedet t i s i èdef ini t ivamente t rasfer i to nel quart iere Centrodi Montevideo.Benedetti prima del trasferimento ha donato unacospicua parte del la sua bibl ioteca personale diMadrid, al “Centro de Estudios IberoamericanosMario Benedet t i del l 'Univers idad de Alicante”. Ho un l ibro bel l iss imo da leggere, quindi anchestavol ta hasta luego! Vi lascio con una bel l is-s ima poesia di Benedet t i : Ti amo, nel la t radu-zione di Federico Guerr ini , guida al la le t tera-tura sudamericana nel por ta le Dada.net . Rag-giungibi le a l l ' indir izzo:
http://guide.dada.net/letteratura_sudamericana/
la gente d’italia Venerdì 9 Febbraio 2007 27
Salviamo il congiuntivo!di Maria Renda di Maria Renda
la gente d’italia Venerdì 9 Febbraio 2007 32
Il Console Michele Pala non ha messo le sue note biografi-che nel sito del Consolato. Sul taxi che si recava a Bvd.Artigas pensavo: perche' ha omesso le informazioni?Come tutti sanno le informazioni biografiche dei diplomaticisono serpentoni di date e scatti di carriera. Lasciatemi dire cheservono soprattutto a noi giornalisti per arrivare preparati alleinterviste. Il Console Pala ha dedicato maggiore attenzione alpubblico, fronteggiando le numerose richieste di ricostruzioneanagrafica dei nostri connazionali italouruguayani piuttostoche scegliere una foto per un sito.E capirete benissimo che e' una scelta dal forte valore simbo-lico.Che noi di Gente d'Italia apprezziamo. Ma siamo davverocuriosi. Chi e' Michele Pala? Quest'uomo alto, distinto e cor-diale che giovanissimo, oggi 39enne, ha guidato la quinta - perestensione - circoscrizione consolare nello storico primo votodegli italiani all'estero.L'abbiamo intervistato nel suo studio. Il Console Pala siede dietro la scrivania, spegne il condizio-natore che mette a repentaglio il vostro cronista e inizia a par-lare.Alle spalle il nostro amato tricolore e la bandiera dell'UnioneEuropea, Giorgio Napolitano, il bellissimo calendario delMinistero degli Esteri e la fascia da Console.Inizia a parlare, sposta i numerosi rapporti sullo stato dellerichieste e notiamo con piacere che, ben ordinate, ci sono tuttele copie del nostro giornale in un tavolino di fronte alla scri-vania.Console, iniziamo con qualche dato.«Al nostro Consolato lavorano 15 dipendenti e il sottoscritto.Sette sono di ruolo e arrivano dagli Affari Esteri, otto sonodipendenti a contratto, tutti a tempo indeterminato.I dati piu' recenti indicano che i nostri connazionali inUruguay sono 79643, di cui solo 6253 sono nati in Italia.Bisogna notare che quindi il 92 % sono di seconda, terza,quarta, perfino quinta generazione. Oltre a questo dobbiamosottolineare che la nostra utenza va distinta tra effettiva e regi-strata e quella potenziale».E come procede la ricostruzione anagrafica dei numero-sissimi utenti che hanno fatto regolare richiesta?« Con la crisi del 2003 e la lunga fila che aspettava davanti alConsolato abbiamo deciso, spinti dalla pressione della piazzadi accettare le richieste. Solo che la fila si e' solo spostata disupporto fisico. Invece di esserci persone in fila davanti allanostra sede, ci sono le loro pratiche. Ugualmente in fila... Lanostra e' una realta' crescente. Stiamo elaborando tutte le pra-tiche e dobbiamo segnalare che e' stata creata una lista d'atte-sa certa per i nuovi utenti, l'abbiamo aperta nel maggio del2005 e tutte le istanze presentate sono state regolarmente pro-tocollate. Appena smaltiremo gli arretrati inizieremo con lenuove istanze, secondo il loro preciso ordine d'arrivo. Solo lenuove sono quasi 10000.»A giugno 2007 arrivera' il suo successore. Quale miglioremomento per tracciare un suo ritratto? Com'e' arrivatoqui?«Sono nato a Catania ma sono d'origine sarde. Mio padre -Aldo - era ufficiale dell'esercito, fu poi spostato a Roma pres-so il Ministero della Difesa. Poi sono stato quattro anni inBelgio presso il Comando della Nato. Alla fine degli anniSettanta mi sono laureato in Giurisprudenza all'Universita' diTor Vergata».Qual era l'argomento della sua tesi?
«La riunificazione dellaGermania e il DirittoInternazionale».Da questo si intuisce che era ilsuo sogno la carriera diploma-tica.«Si', dopo la laurea ero forte-mente determinato verso quel-la direzione. Ma e' stata unascelta obbligata».Obbligata?«Il mio sogno era la carrierad'ufficiale in Marina ma sonofortemente miope. Per fortunaesistono le lenti a contatto.Comunque questa miopia hacondizionato la mia vita e none' detto che sia stato un male».Dopo la laurea aveva gia'deciso la sua strada. Ci tolgauna curiosita': come haconosciuto sua moglie?«Tra una prova concorsuale el'altra ho trovato il tempo direalizzare il mio sogno. Amo ilmare e ho attraversatol'Oceano in barca a vela duevolte. La seconda volta in un'i-sola del Nord del Brasile hoincontrato Marcia, un avvoca-to brasiliano che poi, nel 1997- dopo che avevo gia' un lavo-ro sicuro ci siamo sposati. Dal1999 al 2003 sono statoConsole a Pretoria, inSudafrica. Nel 2003 sono arri-vato a Montevideo».Ha figli?«Si', due: Antonio di tre anni e Alessandro di cinque. Entrambifrequentano la “Casa dei Bambini” della bellissima ScuolaItaliana di Montevideo. Dove seguono il metodoMontessori».Inevitabilmente dobbiamo chiederle un commento sullaquestione della lingua italiana in Uruguay. Il presidenteBertinotti, sintetizzando, ha parlato di una lingua-chiave,una chanche per il lavoro dei giovani uruguayani. GianniRaso ha puntato sul senso d'identita' che ha l'italiano pergli uruguayani. E lei?«Sono due ottimi punti di vista che non si escludono a vicen-da. Ma io parlerei di piuttosto di opportunita'. Dobbiamo recu-perare parecchio terreno e non deve essere una battaglia diretroguardia. Quello di prima non era un sistema perfetto.Diciamo la verita': l'italiano non e' molto diffuso, ma se toglia-mo anche l'ultimo aggancio perfettibile e' la fine. Dobbiamoinserirlo in un contesto in cui offrire una valida controffensi-va: Come stiamo gia' facendo nel segmento elementare con icorsi d'italiano. Ecco: ora va allargato il ventaglio dell'offerta».Pensa alla proposta di una Universita' italiana? Il nostrogiornale e' tra i promotori del progetto.«Si', proprio sulle vostre pagine Federico Guiglia ha fattonotare che l'italiano non e' solo la lingua della nostalgia. E'anche la lingua della Chiesa Cattolica. Come scrivevaGuiglia: ricordiamo papi stranieri che si rivolgono in terre
straniere parlando l'italiano.Dobbiamo difendere e promuovere l'italiano Al di la' dell'a-spetto dell'utilita', sappiamo orai che il 40 % degli uruguay hasicure origini italiane. E' davvero nel loro DNA: l'uruguayanoe' in parte italiano e in parte spagnolo. L'italiano nel passatoera veicolo per eccellenza dei grandi classici del Diritto. E'intriso di tracce. Puo' essere indubbiamente utile nel lavoro el'identita' la dovrebbero sentire e rinsaldare i singoli. Io dicospesso che la nostra lingua e' soprattutto la lingua della tecno-logia. Un nome su tutti: Ferrari, la macchina piu' veloce delmondo e' italiana. E poi il calcio, la cultura, gli architetti. E'una lingua-patrimonio. E poi non dimentichiamo la cucina...C'e' bisogno di dirlo?».Console, la ringraziamo. Prima di congedarci potrebbedirci qual e' il suo romanzo preferito? «Il Signore degli Anelli. Adoro le avventure dell'hobbitSamwise, l'amico di Frodo».Il Console ci accompagna sino all'uscita, ci regala uno dei suoifamosi sorrisi belli e sinceri. Mentre il cancello del Consolatosi richiude ripensiamo alla bella storia di quest'uomo che amail mare, l'italiano e il “Signore degli Anelli”, divenuto consoleper un'eccessiva miopia. Vi diciamo, come sempre, hastaluego!
Michele Pala, il Console che ama il mare, la lingua italiana e il “Signore degli Anelli”
DIARIO URUGUADIARIO URUGUAYYANOANO
di Tdi Tonino Pintacudaonino Pintacuda
Chi e ' Miche le Pa la?Quest 'uomo al to , dis t into e cor-d ia l e che g iovan i s s imo , ogg i39enne, ha guidato la quinta -per es tensione - c ircoscriz ioneconsolare nel lo s torico primovoto degl i i tal iani al l 'es tero.
la gente d’italia 8Lunedì 12 Febbraio 2007
M anteniamo le promesse : comepreannunciato qualche puntata fa ,abbiamo vis i ta to la Scuola I ta l ianadi Montevideo e ora possiamo affer-mare, senza temere sment i te , chel 'eredi tà dei fondator i non è s ta tadispersa .Anzi .La scuola é molto più bel la di quan-to potessimo imma-ginare , davvero unapiccola c i t tà de l lacu l tu ra con 900a lunn i . En t r anoappena svezza t i(da i 2 a i 5 ann i )ne l l a “Casa de iBambin i” e con t i -nuano , anno dopoanno, s ino secondociclo del la “ScuolaS e c u n d a r i a ” .Arr ivano con un ' in-v id i ab i l e p repa ra -zione a l consegui-mento del t i tolo dis tud io l ega lmen ter i conosc iu to da lGoverno Uruguayano. Un ot t imo bigl ie t to perl 'univers i tà . La diret t r ice Adriana Testoni c i ha gent i lmen-te mostrato l ' in tera area, dal l ' ingresso con lalupa che al la t ta Romolo e Remo sino al lapalestra r icavata nel le navate del la vecchiachiesa del Col legio del Sacro Cuore.Sempre più meravigl ia t i , por ta dopo porta ,abbiamo discusso con la diret t r ice di a lcunidei proget t i por ta t i avant i da l la scuola loscorso anno. Iniziamo dal l 'encomiabi le proget to “AVVICI-NATI AL LIBRO CON L 'UNIONE EURO-PEA”, la f inal i tà , lasciatemelo dire in pr imapersona, è i l mio sogno di sempre: s t r ingeredei vincol i e condividere esper ienze at t raver-so la Let tura . Così nel l 'anno scolast ico 2006 La SIM, l 'acro-nimo per la Scuola I ta l iana di Montevideo, inco l l aboraz ione con l a De legaz ionedel l 'Unione Europea e le Scuole che rappre-sentano i divers i paesi membri present i sult e r r i t o r io ha po r t a to avan t i i l p roge t to .L 'azione del le var ie c lass i è s ta ta decl inataper promuovere e diffondere i l p iacere del lale t tu ra . Pe rché qu i a Montev ideo c redono
a n c o r anel la forzad e l l ' e s p e -r i e n z adel la le t tu-r a . Dab i b l i o f i l od . o . c .a c c a r e z z ouna f e l i -
c i t à incon t ro l l ab i l e a sen t i re deg l i s logancome “st imolare l 'amore per la le t tura t ra igiovani e i bambini” e l 'ancor più bel lo “s t r in-gere vincol i di amicizia , a l l ' in terno del la pro-pr ia is t i tuzione e con al t re is t i tuzioni a t t ra-verso la le t tura e i l ibr i” . Senza per questoperdere di vis ta la promozione del la sol ida-r ie tà . Dietro gl i s logan e gl i obiet t ivi c 'era la sol idaconcretezza di real izzare una grande raccol tad i l ib r i da donare a l l e b ib l io teche de l leScuo le S ta t a l i i n t i t o l a t e a paes i membr idel l 'Ue o ad al t re is t i tuzioni comunitar ie . La raccol ta dei l ibr i è s ta ta organizzata a t t ra-verso“ l 'amico le t tore” che ha coinvol to tut t i ,dagl i a lunni a i dir igent i .Tut to i l personale del la SIM ha donato unl ibro al l '“amico le t tore” che gl i era s ta to asse-gnato per sor teggio. Ad una sola condizione:i l “ le t tore” sor teggiato, dopo aver f ini to dileggere i l l ibro aff idatogl i , doveva r iportar loal la Scuola e r imet ter lo in c i rcolo. Un' ideasemplice, l impida e geniale . La vera concre-t izzazione del senso s tesso del la le t tura . E poi , f inalmente, i l pr imo set tembre del 2006nel la bel l iss ima Aula Magna del la SIM tut t i ipar tecipant i hanno condiviso le r i f less ioni e
lo scambio di opinioni sui l ibr i le t t i .Quei tes t i sono s ta t i davvero inter ior izzat i ,l 'ogget to- l ibro poteva cont inuare la vir tuosis-s ima s taffet ta : i volumi sono s ta t i donat i a l lediverse is t i tuzioni durante l 'emozionante cer i-monia al la Scuola Spagnola Cervantes . E quest 'anno la Scuola I ta l iana di Montevideosi s ta preparando per celebrare degnamente i lc inquantes imo anniversar io de l Tra t ta to d iRoma.Siamo cer t i che anche questo proget to entreràdi dir i t to nel la s tor ia di questa preziosa is t i tu-zione.Di s icuro la Lupa del l ' ingresso lo sa già e ,sorniona, sorr ide.Come sempre, hasta luego!
La redazione di “Gente d'Ital ia” esprime lapropria sol idarietà al la famigl ia di Natal iaMartínez Bengoa. Redazione: (598) 916 08 15.Da lunedi a venerdi , dal le 16 al le 18.Scriveteci al l ' indirizzo gentedital iauruguay@gmail .com
La Scuola Italiana di Montevideo: leggere per essere più vicini all'Unione Europea
DIARIO URUGUADIARIO URUGUAYYANOANO
di Tdi Tonino Pintacudaonino Pintacuda
la gente d’italia 8Mercoledì 13 Febbraio 2007
Stefano De Andreis, giornalista dell’agenzia giornalistica “ IlVelino” riporta il commento di Alessandra Longo, inviata di“Repubblica” al seguito del presidente della Camera FaustoBertinotti. La Longo, riferendosi alla mancata visita di Bertinotti alMuseo di Garibaldi di Montevideo, ha scritto che “il presidente siè trovato davanti a un portone inesorabilmente chiuso. Nessunatraccia di vita, nessun rumore dall'interno”. Così, la terza caricadello Stato ha rinunciato”.Non potevamo non verificare. La nostra redazione è a CalleMisiones nella cuadra tra Rincon e Sarandì, il Museo HistoricoNacional è vicinissimo, al numero 437 di Calle Rincon.Abbiamo telefonato e il Professor Enrique Mena Segarra, diretto-re del Museo a cui compete la gestione della casa montevideana diGaribaldi, ci ha accolti.L'ufficio del direttore somiglia all'idea che il vostro cronista hasempre avuto della stanza di un direttore di un museo così impor-tante e imponente.Aspetto che il direttore si congedi dal Cavaliere Jorge Massa, diret-
tore generale dell'Ospedale Italiano Umberto I. Mentre aspetto, ildott. Luis August Rodriguez Diaz mi porge due brochure illustra-tive.In testa ho mille domande.Ma appena il direttore Mena Segarra mi accoglie con un sorrisodecido semplicemente di ascoltare la voce sicura di quello che siautodefinisce “un modesto professore di storia”.Direttore, proprio oggi è stata resa pubblica la mancata visitadel Presidente Bertinotti al museo Garibaldi di Montevideo. Ildesiderio del Presidente è stato fermato da una porta chiusa.Perché?Il direttore risponde sfogliando semplicemente la sua agendina dipelle nera, intravediamo pagine fitte fitte di appunti. Si ferma al 2febbraio, il giorno della visita ufficiale del Presidente Bertinotti:«Avevo detto allo staff del Presidente Bertinotti d'avvisarmi, lacasa-museo viene aperta solo su appuntamento. È stato un sempli-cissimo caso di mancata coordinazione tra lo staff del museo e lostaff presidenziale. Questo fraintendimento però ci permette di par-lare della situazione della casa di Montevideo». Approffitiamone.«La Casa del Generale José Garibaldi si trova al numero 314 diCalle 25 de Mayo, la sua gestione compete a noi del MuseoHistorico Nacional. Il problema principale è l'annosa questionedella carenza di personale.
La Casa è troppo importante per lasciarla sprovvista di un adegua-to servizio di vigilanza e di portineria. Per questo chiedo sem-pre ai nostri ospiti di coordinarsi con il mio ufficio per aprire laCasa. Lei ha casualmente incontrato all'ingresso il Cavalier JorgeMassa che è venuto proprio per far visitare la Casa a delle per-sonalità. Il nostro sistema funziona, la Casa è sempre aperta, siaper le vostre alte cariche nazionali che regionali. Abbiamo fattocosì in occasione della visita ufficiale del precedente Capo delloStato Carlo Azeglio Ciampi e anche quando è venuto aMontevideo il Presidente della Regione Liguria ClaudioBurlando, a quest'ultimo ci lega un'immensa riconoscenza».Come molti sapranno, la Regione Liguria contribuirà a restau-rare il museo garibaldino di Montevideo in occasione delle inizia-tive del bi-centenario della nascita dell'Eroe dei due mondi. Durante la visita ufficiale in Uruguay dello scorso febbraio il pre-sidente della Regione Liguria Claudio Burlando e l'assessoreEnrico Vesco, ospiti del presidente Tabaré Vàzquez, avevano visi-tato il museo pubblico dedicato a Giuseppe Garibaldi, allestito
nella casa che lo ospitò. Consapevoli dell'importanza storica e culturaledi questo museo, “orgoglio per ogni italiano eancor più per un ligure”, la delegazione avevaquindi preso l'impegno di intervenire per risana-re e riqualificare la struttura.Per questo motivo la Regione Liguria, utilizzan-do le risorse assegnate alle Politichedell'Emigrazione ha garantito un contributo eco-nomico diretto alla ristrutturazione dell'edificio.Il direttore Mena Segarra conserva ancora tra lesue carte più preziose la lettera del PresidenteBurlando Come procedono i lavori di ristrutturazione?«La burocrazia è fatale in ogni parte del mondo.Ma non ci vogliamo fare scoraggiare.Procederemo secondo due fasi. Per entrambecontinuiamo a coordinarci col GovernoUruguayano.La prima prevede un'assoluta attenzione allacasa di Garibaldi, la più importante dopo quel-la di Caprera. Il Generale visse sei anni a
Montevideo, è annoverato con gratitudine tra i nostri eroi nazio-nali. Qui sposò Anita e qui nacquero tre dei suoi figli.Gli interventi sono mirati alla riparazione di una sala rovinatadall'umidità e l'installazione di una serie di televisori in cui proiet-tare un cd-rom che narri la storia di Garibaldi in più lingue.Abbiamo anche un altro progetto, ancora più importante checoinvolgerebbe direttamente l'Italia. Accanto alla casa c'è un edi-ficio del Banco di Prevision, abbandonato da anni. Ottenendoloin comodato d'uso per vent'anni potremmo restaurare la casa el'edificio attiguo. Risolveremmo definitivamente il problemadell'umidità - che viene proprio dall'edificio attiguo - ottenendoun locale in cui installare un'Instituzione Italiana permanente. Inmodo da rendere quotidianamente fruibile la Casa dell'Eroe deidue Mondi».In Italia anche la memoria garibaldina diventa pretesto perconflitti ideologici. S'era parlato di una seduta a Camere riu-nite percelebrare degnamente il bicentenario della nascita diGaribaldi. Oggi si ipotizza uno spostamento nella Sala dellaLupa di palazzo Montecitorio. Qual è la sua opinione?«Sono un modesto professore di storia nazionale e appoggioapertamente il partito blanco. Garibaldi quando aiutò l'Uruguaystava con il partito colorado... Ma questo non mi impedisce di apprezzare il suo ruolo nella sto-ria. Non si può parlare dell'Italia senza citare affianco a Vittorio
Emanuele II, Camillo Benso Conte diCavour e Giuseppe Garibaldi. Qui inUruguay la memoria garibaldina è pre-sente in tutto il territorio della
Repubblica. Diverse società si ispirano al grande eroe, come“Unione e fratellanza”, “Unione e benevolenza”. Esiste un vivaceculto di Garibaldi, ad esempio nel Museo di Trenta y Tres c'è per-fino un particolarissimo ritratto a cavallo di Garibaldi che costitui-sce un unicum per l'iconografia garibaldina».Ma, come sempre, l'ideologia acceca.«Ho sempre pensato all'ideologia come un prisma che poco chia-rifica e molto fa equivocare. Quello che è certo è che qualunqueideologia è una visione distorta del pensiero. Ho insegnato per qua-rant'anni storia e sono certo che la storia non esiste: esiste solo l'o-nestà intellettuale nel cogliere rapporti tra eventi».Professore, non possiamo che concludere chiedendole il suopunto di vista sulla lingua italiana e l'Uruguay.«L'utilitarismo o meno di conoscere la lingua italiana è una visio-ne miope, relega in un posto non suo una componente fondamen-tale e intimamente vincolante della stessa identità del popolo uru-guayano. Pensiamo solo ai rapporti coi genovesi, ancora oggi il termine“baccan”, in dialetto genovese “il padrone”, indica da noi l'uomodanaroso. Ci sono zone dell'interno del Paese in cui gli abitantisono per la quasi totalità discendenti dei migranti genovesi. Non èsoltanto una legittima rivendicazione: l'Uruguay e l'Italia sono inti-mamente legati».
Bertinotti e la Casa-museo di Garibaldi
DIARIO URUGUADIARIO URUGUAYYANOANO
di Tdi Tonino Pintacudaonino Pintacuda
la gente d’italia 8Mercoledì 14 Febbraio 2007
Ecco, l'ho schivato per troppo tempo. Con la let-teratura non ho problemi, acchiappo un libro e cilotto come Giacobbe con l'Angelo.Ma con il calcio son dolori, ebbene sì, sono un ita-liano atipico, uno di quelli che manco ha capitobene la regola del fuorigioco.Vi svelo un retroscena: sono del 1982, il miticoanno del “Campioni del mondo, campioni delmondo, campioni del mondo!” gridato a squarcia-gola da Nando Martellini.Ecco: ventiquattro anni dopo l'Italia conquista latanto agognata quarta stelletta. Di nuovo campionidel mondo in uno dei più sofferti mondiali dellastoria italiana. Ci leccavamo ancora le ferite perMoggiopoli ed ecco che Totti, Pirlo e Gattuso, gui-dati da Capitan Cannavaro ci hanno ricordato cheil calcio é l'unica realtà che davvero ci unisce.Siamo cinquanta milioni di commisari tecnici, tuttibuoni a schierare formazioni alternative a quellaufficiale. La notte della finale di Germania 2006 la parti-ta l'ho vista a San Martino, un paesino sopra Monreale,un posto bello e ancora vivibile. Lì, nel televisore di 47pollici di mio cugino Massimo ho visto la finale, contutto il parentado che saltava in aria a ogni tiro di rigore.E poi il tripudio di bandiere tricolori, una fila diCinquecento e di trattori che scendevano verso Palermo
per
festeggiare.Io torno a casa: il diluvio universale, saltano perfino itombini, nemmeno l'energia elettrica nelle strade. Unincubo: qualcuno mi stava forse punendo perché per menon era poi sta grande festa? Ero felice, certo. Ma ho giàdimenticato facce e nomi di Germania 2006. Ecco, finita la lunga parentesi biografica ora vi regalo unaltro motivo per venire a Montevideo.Come tutti i calciofili sapranno, i Mondiali sono nati pro-prio qui, in Uruguay.E allora vinco tutte le mie resistenze e ripercorro la sto-ria dell'unico evento globale che mette d'accordo tutti... Siamo nel 1928, ancora il mondo scricchiola per laGrande Guerra. Nuovi equilibri nel Vecchio e nel NuovoMondo vanno delineandosi. Jules Rimet, presidente dellaFIFA ha la grande intuizione: un nuovo torneo disputatoogni quattro anni tra le nazionali di tutto il mondo.L'organizzazione dello storico evento viene affidata alpiccolo grande Uruguay. Montevideo ha appena due anniper organizzare tutto. Iniziano i problemi: molte squadre declinano il gentile
invito, erano i tempi delle attraversate oceaniche, unaspesa esosa che avrebbe fatto arrivare i giocatori strema-ti.Le migliori squadre europee sono le grandi assenti.L'Italia per le difficoltà del viaggio, l'Inghilterra e laScozia per una insensata presa di posizione.Secondo loro, dato che il calcio era nato tra le Highlandscozzesi e il Big Ben, solo solo per questo erano due clubcosì blasonati da autodefinirsi già “Campioni delmondo”. E non scherzavano, rifiutarono di partecipareanche a Italia 1934 e Francia 1938. Poi vedendo cresce-re l'importanza e il pubblico parteciparono agli altriCampionati del mondo, piazzandosi sempre.Tanto di cappello alla piccola Montevideo che intuì tuttoe può tranquillamente seguire tutti iMondiali che verranno sorridendo.Come Liverpool con i Beatles puo met-tere nelle targhe: “dove tutto è inizia-to...”E si perdonano tranquillamente gli erro-rucci dovuti all'inesperienza: le partite diUruguay 1930 si giocarono dal 13 al 30luglio del 1930 negli stadi di Pocitos,Parque Central e Centenario.Gli aneddoti si sprecano: nella partitaArgentina-Francia, l'arbitro brasilianoRege fischiò la fine dopo solamente 84minuti di gioco. Tanto che il pubblicoinvase il campo per far giocare gli altrisei minuti. E che dire della partita traArgentina e Messico? Il dischetto delrigore fu piazzato a oltre 14 metri dallaporta, invece che i regolamentari 11.Alla fine - e meritatamente - a spuntarlafurono i padroni di casa, che liquidarononell'ordine Romania e Perù nel gironeeliminatorio, Jugoslavia in semifinale el'Argentina, di fronte a oltre 90.000 spet-tatori, in una finale dal clima. L'arbitrodella finalissima Uruguay-Argentina, ilbelga Langenus, impose alla FIFA la sti-
pulazione di un'assicurazione sulla vitaa favore della propria famiglia. LaCeleste riuscì a firmare l'impresa purdovendo far fronte all'inaspettata assen-za del forte attaccante Anselmo, scap-pato dal Centenario pochi minuti primadell'inizio della partita per un attacco dipanico. Nell'incontro conclusivo, fu l'u-ruguaiano Dorado ad aprire le marcatu-re, ma la risposta Argentina portò a rete,prima, Peucelle, e poi Stabile, ed il 1°tempo finì 2 a 1. Nella ripresa, la rea-zione dell'Uruguay fu veemente, e, nelgiro di venti minuti, mise a segno 3 reti,con Cea, Iriarte e Castro.Ai “fratelli argentini” la soddisfazionedi essere in tutti gli annuari di calciocon Guillermo Stábile, il primo capo-cannoniere nella storia dei Campionatimondiali di Calcio con le sue otto reti
in quattro partite (3 al Messico, 2 al Cile, 2 agli USA, unasola all'Uruguay).Agli Uruguayani la grandissima soddisfazione di esserestati i primi ad avere per quattro anni quella che poisarebbe stata la Coppa Rimet. Nel 1930 ancora era indi-cata semplicemente con il nome di “Victory”, ma conaffetto era per tutti semplicemente la agognata “Coppadel Mondo”.La coppa era stata disegnata da Abel Lafleur, tutta d'ar-gento, placcata d'oro, su una base blue di preziosi lapi-slazzuli. Alta appena 35 centimetri pesava 3,8 Kg, quan-to un neonato ben pasciuto.Durante la seconda guerra mondiale, il trofeo era in
Italia. Ottorino Barassi, l'italiano vicepresidente della Fifa e presidente dellaFIGC, portò via segretamente il trofeoda una banca di Roma in una scatola discarpe per evitare che la prendessero iNazisti.Rubata in Inghilterra - ah, le cose dellavita... - ritrovata, duplicata, diventatadefinitivamente brasiliana alla terza vit-toria in finale contro l'Italia nel 1970,rubata e mai più ritrovata nel 1983.La Confederazione commissionò unareplica fatta da Eastman Kodak, usando1,8 kg d'oro. Questa replica venne pre-sentata al presidente Brasiliano nel1984.Il trofeo è stato assegnato complessiva-mente 9 volte, la prima nel 1930all'Uruguay, l'ultima, quarant'anni dopo,nel 1970, al Brasile. Non è stato asse-gnato nel 1942 e nel 1946 a causa delsecondo conflitto bellico mondiale. Difronte all'abisso in cui l'uomo è statocapace di spingersi non c'era spazio perle emozioni e i sentimenti dello sport.Come sempre, hasta luego!
Uruguay 1930: dove tutto ebbe inizio
DIARIO URUGUADIARIO URUGUAYYANOANO
di Tdi Tonino Pintacudaonino Pintacuda
la gente d’italiaVenerdì 16 Febbraio 200722
Anche se fa male devo continuare a scrive-re, soprattutto oggi.La signora Josette ha sempre amato la cultu-ra. Questo pezzo e tutti quelli che verranno so-no per lei e i suoi “occhi infiniti”.La prima edizione di “The Purple Land” è del1885, l'autore è William Henry Hudson. Leg-giamo nel World Who's Who in Science. ABiographical Dictionary of Notable Scientistsfrom Antiquity to the Present. di G. DebusAllen: Hudson lavorò come apprendista pres-so una farmacia di Londra, prima di ricoprireil ruolo di bibliotecario aggiunto al BritishMuseum (1757). Nel 1761 divenne membro della Royal So-ciety e partecipò alla fondazione della LinneanSociety di Londra, la prima societa' tassomo-nica al mondo.Un impegno totale nella botanica tanto chel'abbreviazione Huds. si usa per indicare Wil-liam Hudson come autorità nella descrizionee classificazione scientifica del mondo vege-tale.Lo stesso acuto spirito d'osservazione e lastessa scientificità Hudson la riservò alla suapoco conosciuta attività di scrittore. Precisomeglio: poco conosciuta almeno in Italia.Basta annoverare due giudizi eccellenti sulsuo romanzo più famoso per andare subito acercare “The Purple Land”. Secondo Jorge Luis Borges “La Terra Rossaè uno dei pochissimi libri felici che ci sianoal mondo”. Fa eco al creatore della “Biblioteca di Babe-le” e dell'”Aleph”, Joseph Conrad, l'autore della “Linead'Ombra” e di “Cuore di tenebra” (la novella che ispiro' ilgenio di Stanley Kubrick per “Apocalipse now”): “Non èpossibile dire come quest'uomo raggiunga i suoi effetti.Scrive come l'erba cresce”.Le edizioni italiane del libro sono principalmente due: laprima è la storica edizione BUR del febbraio del 1975 conla bellissima introduzione di Pietro Citati, il titolo è “Laterra di porpora”, tradotta magistralmente da Nini' Anfos-so.
L'ultima disponibile è la raffinata edizione Adelphi, rinti-tolata - non sappiamo proprio perché - “La Terra rossa” (ag-giungiamo che nel 1973 l'avevano intitolato “Un mondolontano”). La traduzione è sempre di Adriana Motti, 14,46euro per 321 indimenticabili pagine.Leggiamo e ricopiamo per voi il risvolto di questa edizio-ne, ne condividiamo ogni singolo paragrafo: “Questo ro-manzo possiede la felicità, nell'unico modo, quasi incon-sapevole, con cui si può possedere la più volatile dea: unafelicità contagiosa, anche per il lettore, che incontra que-sto libro come uno di quegli amori immediati, rapidissimie crudeli che balenano nelle sue pagine». A Montevideo, verso il 1870, in un periodo di aspre con-tese civili, il giovane inglese Stephen Lamb abbandona lasua sposa-bambina, Paquita, per trovare lavoro all'internodel Paese.
Quando egli parte con questo proposito, e una certa boriabritannica, non sa che la sua mente segue un pretesto la-bilissimo, che servirà solo ad adescarlo all'avventura, nel-la incantata esplorazione della immensa Terra Rossa, illu-soriamente monotona come il mare, punteggiata dalle iso-le delle estancias, che celano vicende imprevedibili. Stephen Lamb, come ogni ulisside, ha quell'accortezzache gli permette di indovinare sempre i gesti giusti - o perlo meno i gesti che salvano la vita - in un mondo dove vi-gono regole tutte da scoprire; per il resto è un giovane «op-presso dalle armi e dalla corazza della civiltà», ma che nonosa confessare a se stesso la noia che quest'ultima gli ispi-ra: carico di vitalità, è pronto a trovare qualsiasi scusa perrimandare il ritorno a quella sua 'adorata moglie'. E ogniscusa è un incontro, ogni incontro la scoperta di un intrecciosorprendente di vite, e ogni scoperta porta presto le sue con-seguenze, che talora si dissolvono nel fumo di una pisto-la o nella luce dei coltelli”. E ogni luogo lascia nella memoria del lettore un grappolodi immagini animate da quella portentosa vividezza nel par-ticolare che è il segreto dell'arte di Hudson - un vero in-solubile segreto, come sentì Conrad: «Non è possibile di-re come quest'uomo raggiunga i suoi effetti. Scrive comel'erba cresce». Molte e disparate cose incontriamo insie-me a Stephen Lamb: gauchos taciturni e temibili, inglesieccentrici e miserabili che affogano nel rum le loro no-stalgie, un enigmatico capo rivoluzionario, bestie, piantee paesi che vivono come personaggi, donne dal fascino più
diverso, fra le quali una splendida pasiona-ria che l'ulisside non potrà fare a meno ditrattare meschinamente, un vecchio di dia-bolica prolissità, un guerriero cieco e pazzo,assassini e giudici - e tutti gli oscuri destini,le battaglie e i fantasmi della Terra Rossa. Al-la fine, come vuole la regola del genere let-terario nomade e rischioso cui appartiene illibro, il protagonista torna al suo punto dipartenza. Ma ormai del tutto “acriollado”, beatamen-te corrotto dalla semibarbara Terra Rossa, al-la quale non augura più, come all'inizio del-le sue avventure, i benefici civilizzatori deldominio inglese: anzi, egli ora vede che qual-siasi intervento europeo in quel meraviglio-so e precario equilibrio non potrebbe che es-sere distruttivo, e le sue riflessioni anticipa-no ciò che poi è successo, sicché giusta-mente Martínez Estrada ha scritto che «nel-le ultime pagine della Terra Rossa è conte-nuta la massima filosofia e la suprema giu-stificazione dell'America di fronte alla civiltàoccidentale e ai valori della cultura catte-dratica». Con questi lucidi pensieri, che po-trebbero spingersi molto lontano, Hudson ciabbandona, eppure il suo gesto di congedonon è più nella riflessione ma ancora una vol-ta nella vita, poiché, come egli ci dice, adat-tando una frase famosa, «ogni volta che ten-tavo di essere un filosofo ne ero impeditoperché irrompeva sempre la felicità».Ed ecco un assaggio del mirabile testo, la-
sciatemi aggiungere che è una condizione straordinarialeggerlo a venticinque anni appena compiuti proprio qui,a Montevideo. L'identificazione con Stephen Lamb è to-tale.L'incipit:“Vi sono tre capitoli nella storia della mia vita, tre perio-di distinti e ben definiti, sebbene consecutivi - incomin-ciati quando ancora non avevo venticinque anni e finiti pri-ma dei trenta -, che probabilmente risulteranno più vivi ditutti gli altri anni della mia esistenza...”.Ed ecco il protagonista che parla del Rio de la Plata:“Profondamente scoraggiato e con le suole che si stacca-vano dalle scarpe, sedetti su di una panca in riva al mare,o fiume che fosse, poiché chi lo chiama in un modo o chinell'altro, e il colore fangoso e la freschezza dell'acqua, in-sieme all'incertezza dei geografi, lasciano in dubbio seMontevideo sia situata sulle rive dell'Atlantico o soltantoin prossimità di questo e sulle rive di un fiume largo, allafoce, centocinquanta miglia”.Per i nostri lettori di lingua inglese segnaliamo che l'inte-ro testo è disponibile nell'edizione originale, dititalizzatodal Progetto Gutenberg:http://www.gutenberg.org/etext/7132
Viaggio nella Terra di Porporapagina a cura dipagina a cura di
TTonino Pintacudaonino Pintacuda
CULTURA - SPECIALE SUD AMERICA
la gente d’italia Venerdì 16 Febbraio 2007 23
D ecor rono ogg i i c en to ann i da l l a mor t e d i
Giosuè Carducc i , i l g rande poe ta to scano che
fu uno de i p ro t a gon i s t i p iù p ro l i f i c i e appas -
s i ona t i de l l a nos t r a s t o r i a r i so rg imen ta l e , e
che fu anche i l p r im o i t a l i ano ad e s se r e i n s i -
gn i to da l l 'Accademia Svedese de l p remio no-
be l pe r l a l e t t e r a tu ra . Ca rducc i pa r t ec ipò con
in t ens o im pe gno c iv i l e ag l i even t i che p r e -
c e d e t t e r o e , p o i , s e g u i r o n o l a c o s t i t u z i o n e
de l r egno d ' I t a l i a . I l s uo impegno fu cos t an -
t emen te d up l i c e , da una pa r t e po l i t i co , co ro -
na to da l l a nomina a s ena to re ne l1890 , d ' a l t r a
c u l t u r a l e , t e s t i m o n i a t o d a i s u o i c o m p o n i -
men t i poe t i c i e da i mo l t i s agg i e d i s co r s i che
c i ha l a s c i a t i .
Non è e r r a to d i r e c he l a r i f l e s s i one ca rduc -
c i ana i n to rno a i t an t i s c r i t t o r i , che i n I t a l i a
ave vano c r e a to i l p a r ados so d i una naz ione
u n i t a n e l l e l e t t e r e , p r i m a a n c o r a c h e n e l l e
l egg i d i uno s t a t o un i t a r i o , d i ede un con t r i -
bu t o r i l ev a n t e a l l a na sc i t a d i una cu l t u r a na -
z i o n a l e . B a s t i l e g g e r e l ' e l o g i o q u a s i c o m -
mos s o che Ca rduc c i f a d i Dan t e ne l suo s ag -
g io “Dan t e , Pe t r a r c a e i l Boccacc io” : «da l u i
l ' e s emp io a que l l o s c r i ve r vo lga r e de l qua l e
eg l i non ve rgognavas i» , a l l ' i l l u s t r e f i o r en t ino
e g l i r i c o n o s c e i l m e r i t o d i a v e r e c r e a t o , a t -
t r a v e r s o l a s u a s c e l t a l i n g u i s t i c a , i l f u l c r o
i n t o r n o a l q u a l e l e e n e r g i e i n t e l l e t t u a l i d i
un ' I t a l i a d iv i s a a v r ebbe ro t r ova to i l l o ro pun -
to d ' i ncon t ro e d i con f ron to .
«L ' i ngegn o ne l l a t e r r a d i Dan t e , d i Miche l an -
ge lo , d i Ga l i l eo , p iù ve r amen te che non i l s o -
l e ne i r en i d i Ca r lo V,
n o n t r a m o n t a m a i » ,
a v r e b b e s c r i t t o a l c u -
n i ann i p iù t a rd i , pa r -
l a n d o d e l R i s o r g i -
men t o i t a l i a no , qua s i
a cog l i e r e que l l e ga -
me i ne s aus to t r a pa s -
s a t o e p r e s e n t e , c h e
eg l i con l a sua ope ra
d i s t ud i o so e d i i n se -
g n a n t e c o n t r i b u ì a
man tene re v i t a l e . Co-
m e p r o f e s s o r e a l l ' A -
teneo d i Bologna Car-
d u c c i r i c o p r ì , d a l
1 8 6 0 , l a c a t t e d r a d i
E l o q u e n z a i t a l i a n a ,
che s a r ebbe d ive nu to
i n s e g u i t o l ' i n s e g n a -
mento d i Le t t e ra tu ra i t a l i ana . In fa t i cab i l e eg l i
r i t enne s empre che l o s t ud io e i l d i a l ogo con
g l i an t i ch i - pu rché v i s su to con p ig l i o c r i t i co
- f o s se ro l a f on t e d i cu i g l i i dea l i c i v i l i e l a
cosc i enza naz iona l e doves se ro nu t r i r s i .
Con i suo i ve r s i f u a r a ldo e c an to r e de l l a l i -
b e r a z i o n e d a l g i o g o s t r a n i e r o : « M a r c i a t e , o
de l l a pa t r i a i nc l i t i f i g l i , / d e i c annon i e de '
c a n t i a l ' a r m o n i a » l e g g i a m o
in Ça i r a , t r a l e R ime nuove .
In occa s ione de l l a p roc l ama-
z ione de l r egno d ' I t a l i a , t r a i l
n o v e m b r e e i l d i c e m b r e d e l
1861 , s c r i s s e una s t r ao rd ina -
r i a ode da i t on i v ib r an t i , r i -
v o l g e n d o s i d i r e t t a m e n t e a l l a
p a t r i a r i t r o v a t a , i m m a g i n a t a
t i n t a de i co lo r i de l t r i co lo r e
i t a l i a n o : « M a d r e e s i g n o r a
n o s t r a , / i d e a d e ' s a p i e n t i ,
amor de ' v a t i , / e sommo p re -
mio a ch i pe r t e mor ia , / i l tuo
c i n t o s ' i n o s t r a / n e l s a n g u e
de g l i e ro i che D io t ' h a da t i /
v e r d e r i d e i l t u o v e l o a l a
g i u l í a / p r i m a v e r a d ' a m o r e ,
o n d e g g i a b i a n c o / i l r e g a l
man to da l ' angus to f i anco» .
D i g r a t i t u d i n e e s c o n f i n a t a a m m i r a z i o n e
f u r ono i s e n t ime n t i de l poe t a ne i c on f r on -
t i d i G iuse ppe G a r iba ld i , l a c u i mor t e , a v -
ve nu t a ne l 1882 , e g l i c ons ide r ò una s c i a -
gu r a pe r sona l e , o l t r e c he de l l ' i n t e r a na z io -
ne e c he e g l i non e s i t ò a de f i n i r e “ l ' uomo
c he ho p iù a do r a to t r a i v i v i ” . A ppe na a l -
c un i a nn i p r ima Ca r duc c i a ve va c e l e b r a to ,
i n un c ompon ime n to i nc lu so t r a l e sue O d i
ba rba re , i l gene ra l e qua l e nove l l o Romolo ,
f onda to r e d i un nuovo s t a t o : « sop r a i l c o -
mune go rgo de l ' a n ime / t e r i f u lge n t e c h i a -
ma no i s e c o l i / a l e a l t e z z e , a l pu r o c onc i -
l i o / d e numi i nd ige t i su l a pa t r i a » .
Pe r c e l e b r a r e l a r i c o r r e nz a mo l t i sono g l i
e ve n t i o rga n i z z a t i , s op r a t t u t t o i n Tosc a na ,
sua t e r r a d ' o r i g ine , e a Bo logna , dove Ca r -
duc c i v i s s e a l ungo e dove mor ì a ppun to i l
16 f e bb r a io de l 1907 .
L ' i n a u g u r a z i o n e d e l l ' a n n o c a r d u c c i a n o i n
To s c a n a s i t e r r à o g g i a C a s t a g n e t o C a r -
duc c i , c omune i n p r ov inc i a d i L ivo r no , un
tempo Cas tagne to Mar i t t imo , dove Carduc-
c i v i s s e da ba mb ino e c he p r op r io i n suo
o n o r e c e n t ' a n n i f a m u t ò i l p r o p r i o n o m e .
I n q u e s t ' o c c a s i o n e v e r r a n n o i n a u g u r a t i i l
M use o A r c h iv io e i l Ce n t r o d i va lo r i z z a z ione
C a s a C a r d u c c i . S a r à q u i p o s s i b i l e a m m i r a r e
n u o v i d o c u m e n t i i n s i e m e a m a t e r i a l i g i à i n
n o s t r o p o s s e s s o r i o rg a n i z z a t i e d a r r i c c h i t i ,
g r a z i e a l l a c o l l a bo r a z ione c on Ca sa Ca r duc c i
d i Bo logna . I Comun i d i Ca s t a gne to Ca r duc -
c i , P ie t rasan ta e San ta Mar ia a Monte e l e Pro-
v inc e d i L uc c a e L ivo r no ha nno i no l t r e s t a b i -
l i t o un ' i n t e sa pe r coo rd ina re l e i n i z i a t i ve vo l -
t e a r i c o r da r e i l c e l e b r e poe t a ne l l a sua t e r r a
na t i a .
A nc he l ' un ive r s i t à d i Bo logna , dove i l poe t a
to sc a no i n se gnò f i no a l 1904 , ha o rga n i z z a to
i n c o l l a b o r a z i o n e c o l c o m u n e u n a s e r i e d i
e v e n t i i n s u o o n o r e . S e m p r e o g g i n e l l a B i -
b l i o t e c a d e l l ' A r c h i g i n n a s i o s i s v o l g e r à a l l e
16 .30 i l c onve gno «L id i a , M a rghe r i t a , A nn i e :
Ca r duc c i e l e donne » . N e l l a s t e s s a oc c a s ione
s i t e r r à l ' a nnu l l o spe c i a l e de l f i l a t e l i c o de d i -
c a t o a C a r d u c c i d a l l e P o s t e i t a l i a n e . P e r c h i
vo l e s se i n f o r ma r s i e ma ga r i pa r t e c ipa r e a g l i
e ve n t i p r og r a mma t i c ons ig l i a mo d i c onsu l t a -
r e i l s i t o w w w.c a sa c a r duc c i . i t dove è pos s i -
b i l e l e g g e r e i l c a l e n d a r i o d e t t a g l i a t o d e g l i
e ve n t i pe nsa t i pe r c e l e b r a r e i l poe t a .
Il centenario della morte di Giosuè Carduccidi Mario Rendadi Mario Renda
la gente d’italia Venerdì 16 Febbraio 2007 24
Sulla Rambla che abbraccia Montevideo, pro-prio accanto al porto sorge l'edificio Yacaré.All'ingresso ci attende il Ministro del Turismo yDeporte, il Dr. Héctor Lescano. Il suo ufficio è alprimo piano dell'edificio in cui ha sede il diparti-mento turistico dell'Uruguay. L'elemento domi-nante è il vetro, la trasparenza è un vecchio palli-no del Ministro Lescano, sin dai tempi dell'impe-gno parlamentare quando fondò il gruppo“Uruguay e Trasparenza”.L'abbiamo intervistato. Ministro, lei si occupa di “Turismo” e “Sport”.Un accostamento interessante.«Il sistema uruguayano prevede uno snellimentodella burocrazia, con l'accorpamento di alcunisettori. L'incarico che ricopro abbraccia due settoricontigui: il turismo rappresenta il futuro del Paese,lo sport il futuro dei nostri giovani. Ho portatoavanti una campagna per tenere nella giusta consi-derazione l'educazione fisica in tutto il nostro siste-ma scolastico. E non dimentichiamoci dei punti dicontatto che esistono tra i due campi: il golf uru-guayano richiama numerosi spettatori e turisti. E ilcalcio, lo sport nazionale, ha un ruolo di primissi-mo piano nella storia del Paese. Il primoCampionato Mondiale di calcio s'è svolto proprionel 1930 a Montevideo, come avete ricordato nelvostro giornale proprio oggi». Quali sono le prospettive per il turismo uru-guayano?«Il nostro piccolo Paese ha un'industria ben artico-lata, dall'incantevole Puntadel Este, Colonia e tutti idipartimenti dell'Uruguay.Abbiamo registrato la griffe“Uruguay Natural” perrimarcare che nel nostro ter-ritorio i nostri ospiti sonosicuri della qualità della vitae dell'alimentazione. Lavera difficoltà è nella pro-mozione. Ma ci stiamo muo-vendo proprio in quelladirezione». Non è così facile raggiun-gere il vostro bellissimoPaese. Quali interventiprevedete?«L'accordo con la compagnia aerea Pluna è di gra-nidssima importanza. Dobbiamo rafforzare la retedei trasporti con voli diretti e voli regionali. Lacostruzione di un altro aeroporto è ormai un'esigen-za. Dobbiamo praticare un'immersione forte nelleinfrastrutture, i primi segnali sono positivi. Il pros-simo traguardo è far includere le nostre città comenuove tappe delle principali crociere. Chi praticaturismo nautico è sempre soddisfatto dell'Uruguay.E non dimentichiamo che Montevideo è una sedeperfetta per i congressi. Proprio per questo dobbia-mo superare le nostre limitazioni logistiche. Almomento non possiamo accogliere più di tremilaconvegnisti ma stiamo progettando un centro con-
gressi a Punta del Este». In tutto questo quel è il ruolo del Mercosur?«Il Mercato Comune del Sud è un progetto di inte-grazione regionale stipulato tra Brasile, Argentina,Paraguay, Uruguay e Venezuela. Nelle intenzionidegli ideatori la chiave di tutto doveva essere unmercato comune, caratterizzato dal regionalismoaperto per valorizzare le pluralità dei paesi membri.Al momento siamo dentro uno scenario difficile,quelle che sembravano solo ipotesi pessimistiche sisono avverate, stiamo cercando di risolvere i pro-blemi politici. Quello che ha affermato il nostroPresidente Vasquez è il vero obiettivo: “Mas emejor Mercosur”. L'Uruguay mira ad ampliare ilcommercio con il resto del mondo, rafforzando isettori principali: lana, carne e turismo. Il nostro
augurio è semprequello di un mondo incui il mutipolarismogarantisca miglioricondizioni per tutti,in questo è implicitoil desiderio di strin-gere maggiori rappor-ti anche con l'UnioneEuropea». L'Uruguay si prepa-ra ad accogliere ilPresidente degliStati Uniti GeorgeW. Bush, qual è lasua opinione?«Personalmente ho
un'opinione molto critica sulla politica internazio-nale degli Stati Uniti ma questo non mi impediscedi giudicare positivamente una maggiore aperturacon il Nord America. Non dobbiamo dimenticareche è uno dei nostri principali mercati per i prodot-ti dell'industria tessile e sono certo che l'amiciziatra i nostri due Paesi non può che crescere in soli-dità». Il settore scientifico come procede?«Nei miei dieci anni come deputato ho curato anchela “Comisión de Ciencia y Tecnología” dellaCamera, non dobbiamo dimenticare che il primoby-pass è nato qui, nel Cono del Sur. Si deve inve-stire di più, l'attuale 0,3 % del Pil è troppo esiguo,tendiamo a riservare alla Ricerca almeno l'1 %.
Questo fermerebbe l'emoraggia di tanti nostri pre-paratissimi giovani, perché sono loro la vera ric-chezza dell'Uruguay. Dobbiamo crescere in qualitàe valorizzare le nostre risorse umane». Ministro, un'ultima domanda: ci racconta il suopercorso biografico e politico?«Con molto piacere: sono medico veterinario, spo-sato e padre di tre figli. Ricopro l'incarico diPresidente del PDC, il Partito DemocraticoCristiano. Prima dell'impegno politico volevo fareil genetista, ho insegnato come professore universi-tario all'Universidad de la República, dove ho assi-stito il Rettore, l'Ing. Jorge Brovetto.Poi per dieci anni sono stato eletto alla Camera deiDeputati, oltre a guidare la Comisión de Ciencia yTecnología mi sono sempre concentrato sulle perso-ne, sino alla creazione del Sistema Nacional deEmpleo per i nostri disoccupati.Poi sono stato scelto come Ministro del Turismo edello Sport dal Presidente Tabaré Vázquez.Continuo a studiare per questo nuovo incarico, neltempo libero leggo, amo la storia politica e, quandoho tempo, lo dedico alla lettura e allo sport.Amo il LIVERPOOL FÚTBOL CLUB, ai neroaz-zurri ho dedicato anche un libro: “LOS NEGROSDE LA CUCHILLA”. Allora non possiamo proprio evitare: qual è ilsuo libro preferito?«Quando posso leggere, leggo di cuore. Il libro cheho amato è della vostra grandissima Oriana Fallaci,Insciallah mi ha profondamente commosso». E allora rileggiamo con i nostri lettori il bellissimoincipit del libro amato dal Ministro Lescano: “Lanotte i cani randagi invadevano la città. Centinaia ecentinaia di cani che approfittando dell'altrui paurasi rovesciavano nelle strade deserte, nelle piazzevuote, nei vicoli disabitati, e da dove venissero nonsi capiva perché di giorno non si mostravano mai.Forse di giorno si nascondevano tra le macerie,dentro le cantine delle case distrutte, nelle fognecoi topi, forse non esistevano perché non erano canibensì fantasmi di cani che si materializzavano colbuio per imitare gli uomini da cui erano stati ucci-si.”Non ci resta che salutarvi, come sempre: hastaluego.
Per il Ministro Hector Lescano: “la vera ricchezza sono i giovani”
DIARIO URUGUADIARIO URUGUAYYANOANO
di Tdi Tonino Pintacudaonino Pintacuda
la gente d’italiaMartedì 20 Febbraio 20076
E cco, me lo sono beccato anch ' io . Dopo un
mese e ra inev i tab i le . I l “mal d 'Uruguay”
m'ha s t re t to nel suo amorevole abbraccio.
Non vi preoccupate , niente di grave. È un
mal d ' amore , mi sono i r r imed iab i lmen te
innamorato di questo Paese e non ho nessuna
intenzione di abbandonarlo.
I l mio bigl ie t to aereo mi guarda solenne, con
la sua data nera s tampigl ia ta come monito:
al t r i sessanta giorni e dovrò dirvi “arr iveder-
ci” .
Ho ancora sessanta preziosiss imi giorni per
conoscere quel la che fu la Banda Oriental .
Quando ero in I ta l ia ho cercato invano una
guida tur is t ica , anche solo per farmi un ' idea
di dove s tavo andando.
Niente , solo pagine bel-
l iss ime su internet ma
nul la che potess i por-
tarmi nel la bisaccia .
Allora r imedio subi to a
questa mancanza. Qui i l
“verano” è giunto al la
sua maestosa conclusio-
ne, ier i ed oggi due
giorni rossi , rossiss imi .
Montevideo è un deser-
to colorato, l 'a t tesa cul-
mine rà ne l l a s f i l a t a
conc lus iva che t r ac i -
merà lungo l e a r t e r i e
pr incipal i del la c i t tà .
Ogg i con i l mar t ed ì
grasso giungerà a ter-
mine anche i l Carnaval
2007, la murga, i tam-
bur i , i co r i ando l i e i
costumi colorat i lasce-
ranno spazio al la r i f les-
s ione e a l la preghiera in a t tesa del la Pasqua di
Resurrezione.
Abbiamo approfi t ta to del la bel la giornata di
ier i per vis i tare Maldonado, uno degl i a l t r i 19
depa r t amen tos de l l a Repubb l i ca Or i en ta l e
del l 'Uruguay.
Lo s temma del dipar t i -
men to r a ff igu ra una
ba lena che sp ruzza ,
f acendo capo l ino
sul l 'Oceano in un bel l is-
s imo t r amon to .
_Qua lcuno m 'ha f a t to
notare che nel le puntate
del mio diar io ut i l izzo
troppo spesso agget t iv i
co lmi d 'en tus iasmo. Se
ques t i mie i ama t i s s imi
c r i t i c i ven i s se ro qu i
andrebbero in de l iqu io
da superlat ivi .
Come si può reagire nel
vedere i l Rio de la Plata
che s i sposa con
l 'Oceano Atlant ico? Una l inea net ta confonde i
geograf i , i l Rio perde i l suo manto marrone per
diventare d 'un profondo azzurro.
E le s te l le? Dopo i l crepuscolo i l c ie lo s ' i l lu-
mina di es t re l le , una parola dolciss ima che s i
pronunzia es t recie . . .
Ed ecco che la zona balnear ia c ' incanta con le
sue spiagge pul i t iss ime e gratui te . Non esis to-
no gl i s tabi l iment i : i l mare è di tut t i , nessuno
escluso.
A Maldonado mi sono sent i to a casa, sarà che
sono cresciuto cul la to dal la dolce ninna nanna
d i mia madre che invocava sempre
Sant 'Antonio da Padova. Una nenia leggera che
conci l iava sonno e sogni .
Ed ecco che a Maldonado t rovo una candida
cappel le t ta sul Cerro San Antonio in cui r i t ro-
vo la s ta tua del santo di cui porto i l nome.
Proprio lui , nel la rappresentazione iconica in
cu i s empre l ' ho conosc iu to . È s t a to come
incont ra re un vecchio amico , avevo vogl ia
d 'abbracciar lo ma la mia at tenzione era tut ta
per gl i ex voto che gl i tenevano compagnia .
Segno tangibi le del la devozione uruguayana.
C'era perf ino un 'acchiappasogni , una di quel le
re t ine adornate con p iume e sassol in i che ,
secondo i Nat ivi americani , permettono di cat-
turare meglio i nostr i sogni .
Legg iamo ne l l ' enc i c loped ia geogra f i ca che
a r r i cch i sce i l s i t o d i Montev ideo
Il giglio di Sant'Antonio e i sogni degli innamorati
DIARIO URUGUADIARIO URUGUAYYANOANO
di Tdi Tonino Pintacudaonino Pintacuda
la gente d’italia Martedì 20 Febbraio 2007 7
(h t tp : / /www.montev ideo .com.uy / ) : « I l
Cer ro San An ton io , ch iama to anche
Cerro del Inglés . Si t rova a Pir iápol is ,
ne l d ipa r t imen to d i e Maldonado . È
posto a 130 metr i dal l ivel lo del mare.
Sul la c ima s i t rova i l tempio di San
Antonio, a l l ' in terno del quale s i t rova la
s ta tua del santo in terracot ta , arr ivata da
Milano».
Ha un viso dolce Sant 'Antonio, vegl ia
sui sogni degl i innamorat i . Anche qui le
ragazze - e sono cer to che lo fanno anche
i giovanot t i - s i votano al santo per t ro-
vare l 'anima gemella . Spesso e volent ie-
r i le preghiere danno i r isul ta t i sperat i .
Crede temi , è commoven te l egge re
“Gracias por nuestro amor” e vedere una
scarpina da neonata lasciata l ì a fugare
ogni dubbio sul f rut to di quel l 'amore
bel lo e puro. L 'ho det to anche a Maria ,
la mia f idanzata , tornerò con le i a l Cerro
per lasciare anch ' io i l mio ex voto.
Anche in S ic i l ia le ragazze sgranano
rosar i e s i votano al santo di Padova, a l
buon Fe rnando d i Bug l ione che da
Lisbona arr ivò in I ta l ia . Mariologo d 'a l-
to l ivel lo , convinto asser tore del l 'assun-
zione del la Vergine, su r ichiesta di papa
Gregorio IX nel 1228 t iene le prediche
del la set t imana di Quaresima e da questo
papa è def ini to “arca del Testamento”. Si
racconta che le prediche furono tenute davant i
ad una fol la cosmopoli ta e che ognuno lo sent ì
par lare nel la propria l ingua. Per t re anni viag-
gia senza r isparmio, è s tanco, soffre d 'asma e
d ' idropis ia , torna a Padova e memorabi l i sono
le sue prediche per la quaresima del 1231. Per
r iposars i s i r i t i ra a Camposampiero, vicino
Padova, dove i l conte Tiso, che aveva regalato
un eremo ai f ra t i , g l i fa a l les t i re una s tanzet ta
t ra i rami di un grande albero di noce. Da qui
Antonio predica, ma scende anche a con-
fessare e la sera torna al la sua
cel la arborea. Una not te che s i
era recato a control lare come
stesse Antonio, i l conte Tiso è
at t i ra to da una grande luce che
esce dal suo r i fugio e ass is te
al la vis i ta che Gesù Bambino
fa al Santo.
A mezzogiorno del 13 giugno,
e ra un vene rd ì , An ton io s i
sente mancare e prega i con-
fratel l i d i portar lo a Padova,
dove vuole morire . Caricato su
un carro t ra inato da buoi , a l la
per i fer ia del la c i t tà le sue con-
dizioni s i aggravano al punto
che s i decide di r icoverar lo nel
v i c ino conven to de l l 'Arce l l a
dove muore in serata . Si rac-
conta che mentre s tava per spi-
rare ebbe la vis ione del Signore
e che a l momento de l l a sua
morte , nel la c i t tà di Padova frot-
te di bambini presero a correre e
a gr idare che i l Santo era morto.
Antonio fu canonizza to l ' anno
seguente la sua morte dal papa
Gregorio IX.
La grande Basi l ica a lui dedica-
ta sorge vicino al convento di
Santa Maria Mater Domini .
Tren tadue ann i dopo l a sua
mor te , du ran te l a t r a s l az ione
de l l e sue spog l i e , San
Bonaven tu ra da Bagnoreg io
trovò la l ingua di Antonio incor-
rot ta , ed è conservata nel la cap-
pel la del Tesoro presso la basi l i -
ca del la c i t tà patavina di cui è
patrono. _Nel 1946 Pio XII lo
ha p roc lama to Do t to re de l l a
Chiesa
San t 'An ton io , pu ro come un
gigl io , anche in Uruguay cont i-
nua ad essere amato.
Sempre nel Cerro sorge una ver-
gine s t i l izzata , la Vergine dagl i
Alp in i , cos t ru i t a ne l 1972 in
onore de l P res iden te Ugo
Merl ini . Ricostrui ta nel 1991 in
r i co rdo de l Cav. R ina ldo
Testoni , con la col laborazione degl i Alpini di
Casale Monferrato.
Due pezz i d ' I t a l ia sorvegl iano i sogni de i
nostr i f ra te l l i uruguayani .
Come sempre, hasta luego!
la gente d’italiaMercoledì 21 Febbraio 20076
N el celeberr imo ar t icolo “Una contraddizio-
ne chiamata Uruguay”, Eduardo Galeano scr i-
veva: «noi Uruguayani abbiamo una cer ta ten-
denza a credere che i l nostro paese esis te , ma
che i l mondo non ne è consapevole . I mass
media - quei media che hanno un impat to a
l ivel lo mondiale - non par lano mai di questo
piccolo s ta to sperduto nel sud del le mappe.
Come eccezione a questa regola , la s tampa br i-
tannica alcuni mesi fa ( l 'ar t icolo è del l 'apr i le
del 1999, n .d . r. ) ha par la to di noi , a l la vigi l ia
del la vis i ta del pr incipe Carlo. In quel l 'occa-
s ione, i l prest igioso London Times ha informa-
to i suoi le t tor i che la legge uruguayana con-
sente ad un mari to t radi to di tagl iare i l naso
al la moglie infedele e castrare i l suo amante.
I l Times dunque at t r ibuiva queste
cat t ive abi tudini del le t ruppe colo-
nial i br i tanniche al la nostra vi ta
matr imoniale . Apprezziamo i l cor-
tese col legamento, ma a di re la
ver i tà non s iamo mai cadut i così in
basso. I l nostro barbaro paese, che
ha abol i to le pene corporal i nel le
scuole 120 anni pr ima del la Gran
Bretagna, è diverso da ciò che può
apparire dal l 'a l to e da lontano. Se i
giornal is t i s i decidessero a scende-
re dal l 'aereo, potrebbero t rovare alcune sorpre-
se».Per ora - grazie a un f i lmone americano - è
tornato sul la bocca di tut t i i l Déjà vu. Ecco,
diciamo che questo più che averlo già vis to ,
l 'ho le t to mil le vol te e provato sul la mia s tessa
pel le . Sost i tuendo i l nome del mio amatiss imo
Uruguay con l 'a l t re t tanto amatiss ima Sici l ia i l
r isul ta to non cambierebbe. L 'hanno già scr i t to
Sciascia e Pippo Fava e sono s icuro che in tut t i
i Sud del mondo una penna br i l lante è arr ivata
al le s tesse conclusioni .
Sono un giornal is ta , vogl io cont inuare a vivere
scr ivendo. E da quel l 'aereo, anche se a fa t ica ,
io ho deciso di scendere. E le soprese che ho
trovato m'hanno fat to innamorare perdutamen-
te di questa terra che profuma di meravigl ia .
Vi dono i miei occhi e condivido con voi que-
ste emozioni .
Oggi è i l martedì grasso, la f ine del le sciarade
carnevalesche. Ott imo per iodo per iniziare a
mos t ra rv i l 'Uruguay par tendo da l l e p icco le
cose. Piccole e fondamental i . Dei supermercat i
ho già t racciato un quadro generale , ma per
procurars i i l c ibo, a lmeno in questa vi ta , è
necessar io avere i l denaro da porgere a una
del le tante bel le cassiere .
Par t iamo da qui , dai “bi le t tes” e
da l l e “monedas” - bancono te e
monete -che gl i uruguayani guada-
gnano e t rasformano in c ibo, vest i t i
e tut to i l res to .
Lasciatemi abbracciare la nostalgia
del le nostre bel le l i re , pr ima del l 'e-
poca del l 'amico Euro, chiedevo a
mio padre la faccia di Alessandro
Volta , quel bel blu del le diecimila
l i re , confidenzialmente un “deca” -
r iempiva i l por tafogl io e faceva bere abbastan-
za benzina al la mia Renaul t 4 , con due “deca”
andavi in pizzer ia e con i l res to prendevi pure
un “mito mondadori” , l 'edizione super econo-
mica che costava appena 4900 l i re .
Questo solo per dirvi che l 'Euro sarà pure la
nost ra moneta nei secol i de i secol i ma un
b ig l i e t to senza i l vo l to d i un compa t r io t a
Nove banconote per conoscere nove grandissimi uruguayani
DIARIO URUGUADIARIO URUGUAYYANOANO
di Tdi Tonino Pintacudaonino Pintacuda
la gente d’italia Mercoledì 21 Febbraio 2007 7
ecce l l en te sembra un b ig l i e t to
nudo, una s impat ica banconota per
giocare a “monopoli” . E la scel ta
del la metafora dei pont i e del le
f inestre poco può fare per questa
mancanza.
Diciamolo subi to: qui in Uruguay
tut te le banconote , dai 5 a i 2000
pesos uruguayani sono dei piccol i
capo lavor i . Su tu t t e l e mone te
r i t rov iamo i l p rof i lo so lenne d i
Josè Gervasio Art igas . Anche sul le
bancono te poss i amo conosce re
meglio i l g lor ioso passato di questo piccolo
grande Paese.
I l pi t tore Joaquin Torres Garcia (1874-1949) ,
fondatore del l ' “universal ismo construct ivo” ci
osserva dai 5 pesos, in c i rcolazione dal 1998.
Dietro c 'è una sua bel l iss ima opera.
I 10 pesos sono ded ica t i a l Dr. Edua rdo
Acevedo (1815 - 1863) . Scr isse i l proget to del
Código Civi l de Uruguay nel 1851, anche se
non fu adot ta to inf luenzò i l Código del 1868.
Viene sopra t tu t to r i co rda to come Re t to re
del l 'Univers idad de la Repúbl ica dal 1904 al
1907 , l ' epoca d 'o ro de l l a c re sc i t a
de l l 'Univers idad in concomi tanza a l l ' o t t ima
economia de l l 'Uruguay ag l i i n i z i de l
Novecento. Dietro i l Ret tore t roviamo la fac-
ciata del la sua amatiss ima Universidad.
I l poe ta , mag i s t ra to , po l i t i co , d ip lomat ico ,
docen te un ivers i t a r io Juan Zor r i l l a de San
Mart in (1855 - 1931) e i l suo fol to pizzet to
campeggiano sui 20 pesos, scr isse i l suo cele-
berr imo “ largo poema épico”, “Tabaré” del
1888 e la bel l iss ima “Epopeya de Art igas” del
1910. Fu anche giornal is ta e fondò i l quot idia-
no “El Bien Públ ico”. Sul re t ro dei vent i pesos
troviamo un angelo in volo.
I l vol to e la barba solenne del l 'educatore José
Pedro Varela (1845-1879) sono su tut te le ban-
conote da 50 pesos ,
un tagl io medio per i l
g rand i s s imo u ru -
guayano che r i formò
i l s is tema scolas t ico
pubbl ico, consapevo-
le che l ' ignoranza era
un abuso su cu i i l
Poder Públ ico aveva
l ' obb l igo mora le d i
in te rveni re . Tut ta l a
sua azione è s intet izzabi le nel le sue s tesse
parole: « . . .Antes que la escuela la ica , en su
expres ión genu ina , s ea l a e scue la púb l i ca
l ega l , e s necesa r io
que se fo rme en l a
conciencia del pueblo
el convencimiento de
que la escue la debe
ser la ica». Sul verso
t rov iamo i l monu-
men to ded ica to a
Varela .
Al g rande mus ic i s t a
Eduardo Fab in i
(1882-1950) l ' onore
dei 100 pesos, r icordiamo i l suo pr imo poema
sinfonico “Campo”, esegui to per la pr ima vol ta
in pubbl ico nel Teatro Albéniz di Montevideo
i l 29 apri le del 1922. Un successo di pubbl ico
e cr i t ica che lo fece conoscere a l mondo inte-
ro. Dietro Fabini t ro-
viamo una rappresen-
t az ione a rcad ica d i
un giovane che suona
i nove tub i d i una
sir inga a f ia to .
I 200 pesos sono di
Pedro F igar i (1861-
1938) , de i suo i
occhial i e del la sua
ba rba pe r fe t t amen te
r i f i l a t a . Sc r i s se ne l
1930 i l suo tes tamento
in poesia "El arqui tec-
to" che arma un corpo
unico con i suoi bel l is-
s imi quadri , uno di ess i
è r ip rodo t to su l r e t ro
del la banconota .
Un a l t ro Re t to re ,
Al f r edo Vasquez
Acevedo (1844-1923) ,
r i empie aus t e ro con i
suo i ba ffon i i 500
pesos. Viene r icordato come padre del la UNI-
VERSIDAD MODERNA per la r i forma del l 'u-
nivers i tà , avvenuta durante i l suo re t tora to
(1890-1899)
E al l 'unica donna i l grande onore dei 1000
pesos: la poetessa Juana de Ibarbourou (1892-
1979) . Vinc i t r i ce de l P remio Nac iona l de
Literatura nel 1959. Nel re t ro gl i amati l ibr i e
una palma. La r icordiamo con la sua poesia
“Amor”: El amor es f ragante como un ramo de
rosas . /Amando, se poseen todas las pr imave-
ras . / Eros t rae en su al jaba las f lores oloro-
sas/de todas las umbrías y todas las prade-
ras . / /Cuando viene a mi lecho t rae aroma de
esteros , /de salvajes corolas y t réboles jugo-
sos. / ¡Efluvios ardorosos de nidos de j i lgue-
ros , /ocul tos en los gajos de los ceibos frondo-
sos! / / ¡Toda mi joven carne se impregna de esa
esencia! /Perfume de f lor idas y agrestes pr ima-
veras /queda en mi pie l morena de ardiente
transparencia/perfumes de retamas, de l i r ios y
gl ic inas . / /Amor l lega a mi lecho cruzando lar-
gas eras/y unge mi piel de frescas esencias
campesinas .
E concludiamo con Dámaso Antonio Larrañaga
(1771-1848) , sacerdote , pol i t ico e pr ima anco-
ra coraggiosiss imo cappel lano mil i tare , l 'unico
immortalato - sui 2000 pesos - di prof i lo .
La “Universidad catól ica del Uruguay” porta i l
suo nome.
Con i l v ivo esempio di quest i nove grandiss imi
uruguayani vi dico, come sempre, hasta luego.
la gente d’italiaGiovedì 22 Febbraio 20076
C he nessuno s i senta offeso, ma “las
murgas” non mi hanno entusiasmato.
Sarà che i l mio sempre meno s tentato
siculo-spagnolo non me ne ha fat to
assaporare l ' i ronia o sarà tut ta colpa
del la mia innata mal inconia . La s tes-
sa che maschero con un sorr iso tut to
sudamericano che cerco di far sgorga-
re dal cuore.
LA “MURGA URUGUAYA”, la pr in-
cipale a t t ra t t iva del carnevale uru-
guayano, è un genere teatrale-musica-
le formato da un coro di 13-15 perso-
ne che , accompagna te pe r una "ba te r í a de
murga" al suono di “bombo, plat i l los y redo-
blante”, intona cant i e real izza “cuadros musi-
cales” su tematiche pol i t iche e social i . Trasuda
ironia: r isate per seppel l i re le magagne del-
l 'anno appena t rascorso.
Per scansare le inevi tabi l i r isacche di mal inco-
nia dei miei vent ic inque anni mi sono ta tuato
in tes ta una del le più bel le f ras i del la “Tierra
purpurea” di Hudson: «ogni vol ta che tentavo
di essere un f i losofo ne ero impedi to perché
i r rompeva sempre l a f e l i c i t à» . Qu i a
Montevideo è faci le f i losofeggiare fe l ice cam-
minando lungo la Rambla che segue maestosa
i l Rio de la Plata .
È UN ASSAGGIO DI PARADISO, col vento
che al imenta i pensier i fe l ic i , g l i s tess i che
secondo James Matthew Barr ie facevano volare
Peter Pan.
Lo dicevo un mese fa , nel la pr ima puntata di
questo diar io: l 'Uruguay è una terra che profu-
ma d ' I ta l ia . Ma di un ' I ta l ia che non c 'è più per-
chè s 'è perduta dietro val le t topol i , moggiopol i ,
tangentopol i e tut t i le magagne che verranno
al la luce.
Mentre scr ivo i l Governo i ta l iano schricchiola .
M'immagino i te legiornal i i ta l iani che r igurgi-
tano aggiornamenti cont inui , mitragl ia te di
commenti e opinioni eccel lent i . Con i miei
col leghi appostat i per ot tenere un commento
a caldo dei nostr i pol i t ic i .
Per for tuna sono qui , a passare i l mercoledì
del le Ceneri a 12000 km di dis tanza
da Roma.
IL “PALACIO LEGISLATIVO” Ier i
ho lasciato i l palco del le murgas per
andare ad ammirare nel la piacevol is-
s ima brezza del la sera la facciata del
maes toso Pa lazzo de l Po te re
Legis la t ivo ad Avenida de las Leyes:
bel lo , bel l iss imo, fa t to per res is tere
nei secol i .
Al suo in terno t roviamo una r icca
p inaco teca e l a fo rn i t i s s ima
Bib l io t eca de l Pode r Leg i s l a t ivo ,
seconda so l tan to a l la monumenta le
Bibl ioteca Nazionale .
L 'edif ic io rappresenta la concret izzazione tan-
g ib i l e de l l ' a r t e t u t t a i t a l i ana d i Gae tano
More t t i (1860-1930) . Ne l la de t tag l ia t i s s ima
stor ia del Palacio Legis la t ivo nel s i to uff ic ia le
de l Pode r Leg i s l a t ivo d i Montev ideo
(ht tp: / /www.parlamento.gub.uy/) leggiamo del
“geniale contr ibuto” del l '“Arqui tecto Cayetano
Moret t i” . Non è necesar io t radurre: “Ocuparse
de la obra que real izó Moret t i en el Palacio es
hacer lo de par te importante de la his tor ia de la
construcción del edif ic io”.
SPECIALE Genio e arte italiana per far grande MontevideoPrima puntata: L'architetto Gaetano Moretti
DIARIO URUGUADIARIO URUGUAYYANOANO
di Tdi Tonino Pintacudaonino Pintacuda
la gente d’italia Giovedì 22 Febbraio 2007 7
CHI ERA GAETANO MORETTI?Moret t i in iz iò presto a raff inare i l
suo gusto estet ico: un unico f i lo
rosso lega gl i esordi nel l 'off ic ina
di ebanis ter ia del padre a Milano e
l ' inevi tabi le iscr iz ione, nel 1875,
a l l 'Accademia d i Be l l e Ar t i d i
Brera dove ha la for tuna di f re-
quentare la Scuola Speciale diret ta
da Boito; qui , sot to la direzione
anche di Bel t rami s i diploma br i l -
lantemente professore di Disegno
archi te t tonico nel 1883.
Con Bel t rami col laborerà in quegl i
ann i anche a i r i l i ev i de l Lazzare t to e de l
Castel lo Sforzesco e insieme fonderanno, più
tardi , nel 1892, la r ivis ta “Edi l iz ia moderna”.
Nel 1885 consegue l 'abi l i tazione al l ' insegna-
mento e vince i l concorso Vit tadini “Cimitero
secondario per Milano”; nel 1886-1887 con-
corre per la facciata del duomo di Milano dopo
esse re s t a to menz iona to g i à ne l 1881 a l
Concorso Canonica, in segui to ot terrà la car ica
di amminis t ra tore del la Fabbrica del Duomo.
Nel 1888 ot t iene i l pr imo successo nazionale
con la segnalazione t ra i pr imi c inque al con-
corso per i l Palazzo del Par lamento a Roma.
I PRIMI DIECI ANNI DEL NOVECENTOr appresen tano un pe r iodo f e r t i l i s s imo: ne l
1905 è , per t i tol i , l ibero docente di archi te t tu-
r a a l Reg io I s t i t u to Tecn ico Supe r io re d i
Milano.
LE CENTRALI IDROE-LETTRICHE I l rapporto
con i l mondo de l l ' i nge -
gneria e del l ' industr ia lo
conduce a una se r i e d i
incar ichi per la real izza-
zione di central i idroelet-
t r i che in Lombard ia . In
ques to pe r iodo nasce l a
sua opera, inclassif icabi le
come fu per secol i l 'orni-
to r inco : l a cen t r a l e d i
Trezzo D 'Adda (1904-
1906) , su incar ico del l ' in-
dus t r i a l e Cresp i che aveva avu to modo d i
apprezzare l 'opera di Moret t i nel c imitero e nel
mausoleo di famigl ia sempre a Trezzo (1896) ,
ma r isalgono a questo per iodo anche le centra-
l i d i Boffalora (1904-1905) , di Piedimulera
su l l 'Anza (1905-1907) pe r l a Soc ie t à
del l 'Anza, la G. Ponzio di Grosot to ( la pr ima
costrui ta in Val te l l ina per conto del la AEM,
1908-1911) e quel la termoelet t r ica di Novara
(1906) .
GLI INTENSI RAPPORTI CON IL SUDAMERICAL'amore reciproco t ra i l Sudamerica e Moret t i
vive ancora in Argent ina, Uruguay e Perù. Gli
intensi rapport i s i concret izzano nel 1909 con
la v i t t o r i a a l concor so d i I I g rado pe r i l
Monumento per l ' Ind ipendenza Argen t ina a
Buenos Aires e proseguono nel 1913-1925 (nel
1923 è Grand 'uff ic ia le del Perù) quando, a
segui to di un precedente concorso, real izza i l
comple t amen to de l Pa lazzo Leg i s l a t ivo d i
Montev ideo , l a Ga l le r i a Permanen te d 'Ar te
Contemporanea I ta l iana a Lima (1921) , la fon-
t ana monumen ta l e a Pa rco , L ima
(1922) , i l pennone commemora t ivo
per la Repubbl ica Argent ina a Buenos
Aires (1924-1926) .
L 'ECLETTISMO DI MORETTI Da l
1907 è anche sopr in t enden te a i
Monumenti del la Lombardia e succes-
s ivamen te de l Vene to (1912) .
L 'a t t ivi tà “eclet t ica” di Moret t i prose-
gue t ra operazioni a carat tere “conser-
vat ivo” (s is temazione del la faccia ta
del duomo di Vigevano 1910, facciata
di San Giovanni Bat t is ta a Chiavari
1933) e proget tuale ( real izzazione del la pro-
pr ia casa in viale Majno a Milano 1911; la
lunga ser ie di cappel le funerar ie pr ivate: la
Crespi-Ghigl ier i e la Marazzi Cast igl ioni del
1915 al Monumentale di Milano, la Dolci a l
c imitero di Somma Lombardo 1914; i l palazzo
del le Assicurazioni General i di Milano, con A.
Annoni e E. Meizza del 1928-1930) .
L 'a t t ivi tà didat t ica accompagna quel la profes-
s ionale per c inquant 'anni , pr ima con la cat te-
dra di Archi te t tura presso l 'Accademia di Brera
e poi presso i l Pol i tecnico di Milano. Fino agl i
ul t imi anni di vi ta farà par te del le più impor-
tant i commissioni giudicatr ic i del l 'epoca s ia
nel campo urbanis t ico che in quel lo del res tau-
ro dei monumenti e nel la nuova edi l iz ia res i-
denziale milanese.
Domani vis i teremo l ' in terno del palazzo. Oggi
vi dico, come sempre, hasta luego!
la gente d’italiaVenerdì 23 Febbraio 200720
RICORDALATUAPRIMAPALLADINEVE. Riporta alla mente l'alba ab-bracciato al primo amore della tuavita, il primo pesce finito nel tuo re-tino. L'hai buttata nel mare, quellatua prima preda, o l'hai tenuta persempre con te, quella tua prima sto-ria? Immagina una fanciulla così pu-ra che nemmeno il mestiere di pro-stituta le secca gli occhi, chiamalaErèndira, e mettile accanto una non-na snaturata: hai le visioni? Sotto ituoi occhi, e solo per i tuoi occhi, mi-ti e simboli si accoppiano e figliano,quella palla di neve levita e diventaun sole giallo come un delirio?Hai risposto “sì” a tutto? O sei Ga-briel García Márquez o già possiedila chiave per accedere ai suoi mondi.«Eréndira stava aiutando la nonna afare il bagno quando cominciò il ven-to della sua disgrazia. L'enorme ma-gione di malta lunare, smarrita nellasolitudine del deserto, rabbrividì finnei contrafforti sotto il primo assal-to.»DICE LO ZINGARO MELQUÍADESin “Cent'anni di solitudine” che le cosehanno vita propria: è tutta questione disvegliargli l'anima. Ti sorprende questafrase, o mi vuoi dire che l'hai già sentitamolte altre volte? D'accordo, ma l'hai maimessa in pratica? Si fa così: prendi, ruba,copia, mangia, accumula frammenti finchénon sarai così pieno da diventare psico-patico o scrittore. Sveglia l'anima a tutto.Sai come fa García Márquez secondo me?Chiude la meraviglia in un sacco magico.E non ti sorprendere che ne tiri fuori cer-te frasi incredibili, come Eta Beta dallemutande! Costruisce per frammenti, vedi?,con gran pazienza. Appare prima una don-na, poi il davanzale alla quale è affaccia-ta.«Era una mulatta sottile di San Juan dePuerto Rico, minuta e robusta, color delcaramello a riposo e con certi occhi da ca-gna selvaggia che si intonavano benissi-mo al suo modo di essere»POI LO SCRITTORE FAALTRO. Pas-sano giorni, o mesi, o anni, e gli apparel'entità (umana, animale, vegetale, mine-rale) che la donna sta fissando. Poi c'è unlampo, come quello del pizzico di polve-re incendiato dal fotografo (una volta ilflash si faceva così), ed ecco, appare l'e-spressione della donna: innamorata, af-flitta, determinata… I frammenti si con-solidano e nasce una storia. Un gioco diprestigio, un trucco da zingari.«Sono scrittore per timidezza”, ha dettouna volta García Márquez, “La mia veravocazione è quella dell'illusionista, ma mivergogno così tanto a fare un trucco inpubblico che ho dovuto rifugiarmi nellasolitudine della letteratura»
E bravo, credigli. Sono trucchi? Vero, la-sciano a bocca aperta… O sono macchi-
ne narrative strane e fascinose, locomoti-ve immaginarie a cui sono attaccati infi-niti vagoni, pieni di meraviglia o noia (nontutte le ciambelle riescono col buco), opieni di qualcosa che per altri è noia e perte è incanto?«Molti anni dopo, di fronte al plotone diesecuzione, il colonnello AurelianoBuendìa si sarebbe ricordato di quel re-moto pomeriggio in cui suo padre lo ave-va condotto a conoscere il ghiaccio.»COSÌ COMINCIA “CENT'ANNI DISOLITUDINE”. La sua prima preda,García Márquez bambino (per tutti Gabi-to) l'ha ributtata nel mare delle storie, e co-sì l'ha lasciata libera di moltiplicarsi. Vuoisapere poi come ha continuato?Innanzitutto, la mappa (direbbe J.R.R.Tolkien, seguìto a ruota da Umberto Eco).La mappa, che sia disegnata sulla carta onella mente, è fondamentale per creare lestorie della meraviglia e del mito. Quin-di, i monti, le foreste, le strade, i paesi: ec-cola là, Macondo, somiglia tanto al pae-sino di Aracataca in cui Gabito è cresciu-to. E il tempo: inteso come scorrere dellasabbia nella clessidra (che è magica e ca-pricciosa, i granelli che contiene sono tut-ti diversi l'uno dall'altro); e inteso comeclima, il caldo tropicale di solito, quelloche García Márquez conosce meglio. Maanche le primavere romane, Gabo ha stu-diato cinema a Roma con Zavattini. E ighiacci nordici, non è poi così raro che unromanziere viaggi, no?, soprattutto se faanche il giornalista.Tutto nel sacco. E poi, all'ora di cena, Ga-briel García Márquez, come gli zingari, la-scia arrostire le sue strofe attorno al fuo-co. Lentamente, odorosamente, il caos di-venta ordine, nascono le prime storie, checrescono e si biforcano e si ritrovano esanno da sole quando sono complete: in
quel momento Gabo prende carta epenna e scrive la stesura definitiva. Eracconta di un vecchio angelo stanco,che cade sulla terra come un'aquilastremata, e dei bambini che lo raccol-gono. E racconta dello scheletro diquest'angelo. E gli credi, perché è tut-to vero. Epico e reale, magia e truc-co, mito e vita quotidiana.GARCÍA MÁRQUEZ HA FAMI-LIARITÀ CON L'EPICA, e al tem-po stesso con la vita nelle case e coni colori delle strade. Io vedo, “tradu-cendo” lo scrittore in essere umano apartire dai suoi scritti (non leggo lasua biografia come è d'uso fare, igno-ro la regola), io vedo un bambino cheascolta i racconti di suo nonno: i ri-belli nelle foreste, i contadini massa-crati con i machete per aver sciopera-to, i viaggi raminghi, le donne troppobelle per questa terra, come Reme-dios, tanto bella che il Cielo se la ri-prese. Io vedo un bambino che ascol-ta i racconti di una zia zitella: un amo-re segreto, un destino di rovina; mi-
lioni di pietose bugie; le tele di ragno diparole che ancora sperano, ancora aspet-tano. Io vedo meticci e indios e italiani egitani che invece di raccontare fanno ve-dere al bambino come si avvelena unapunta di freccia e come si evocano gli spi-riti degli avi, come si suona un violino ecome si sogna un mondo intero in una so-la notte. Poi vedo uno spostamento nelleAnde (sì, ora sto sbirciando la sua bio-grafia), e lassù fa freddo e c'è da star so-li. C'è da leggere. C'è tempo per scrivere.Tutto questo, qualcuno lo chiama reali-smo magico. Io, “meraviglia”.Vedi, “meraviglia” per García Márqueznon è un'invenzione clamorosa, né un og-getto incantato, né tantomeno un eventomagico. La meraviglia è nella funzione: ilmodo in cui lo scrittore inserisce un ele-mento fantastico nel mondo che ha crea-to. Un po' come il cappello della scuola dimagia di Hogwarts: un cappello che par-la non è una novità, ma ha la funzione didecidere a quale gruppo i nuovi alunnidella scuola di magia debbano appartene-re; l'alunno lo indossa, il cappello dice“Grifon d'oro” o “Serpe verde” o “Tassorosso”, e così via. E nel racconto di J.K.Rowling, Harry Potter indossa il cappel-lo e gli rivolge una preghiera: “tutto manon Serpe verde”. È così?, la Rowling hasvegliato l'anima a un cappello, o sonofolle come José Arcadio Buendía, il pa-triarca alchimista che dovettero legare a unalbero come diceva la profezia?AMICO MIO, UNA STORIA CON-TIENE INFINITI MONDI, e questomondo contiene infinite storie - tutte quel-le che puoi immaginare. Allora, l'hai but-tata nel mare, quella tua prima preda? Haifatto bene: quando meno te l'aspetteraitornerà a te e ti riporterà la meraviglia.
Mappe, mulatte e meraviglieI trucchi di Gabriel García Márquez, scrittore per timidezza
di Grenar di Grenar
CULTURA - SPECIALE SUD AMERICA
I l 2007 è l 'anno di Gabo, comeviene affettuosamente chiamatolo scr i t tore colombiano GabrielGarcía Márquez, premio Nobelper la Letteratura nel 1982 “ peri suoi romanzi e i suoi raccon-t i , in cui i l fantast ico e i l real i-smo si combinano in un r icco ecomposi to mondo del l ' immagi-nazione che r i f le t te la vi ta e iconfl i t t i d i un intero cont inen-te”. Quarant 'anni fa , nel 1967 usci-va la pr ima edizione del cele-berrimo «Cien años de soledad»(Cent 'anni di sol i tudine) . I l ro-manzo - universalmente r icono-sciuto come la massima espres-s ione del “real ismo magico” -n a r r a l ' e p o p e a d e l l a f a m i g l i aBuendia e della cittadina di Ma-condo che viene invest i ta dal-l ' onda devas t an t e de l l ' i n a r r e -s tabi le progresso. Q u e s t a s e t t i m a n a l o s c r i t t o r epugl iese Grenar cerca la mera-v i g l i a n e l l e p a g i n e d i G a r c í aMárquez; invece la la t inis ta s i -c i l iana Maria Renda, sul la sciad i u n a d e n s i s s i m a p o e s i a d e lpoeta bagherese Ignazio Butt i t -ta , e logia la “Giornata Mondia-le del la Lingua Materna” is t i -tuita dall 'Unesco sin dal 21 feb-braio del 1999.Buona le t tura .
Per gent i l e conces s ione de l -l 'autore pubblichiamo un'an-t ic ipazione del primo numerodel la nuova serie di «Bomba-Sici l ia - r ivista trimestrale dia p p r o f o n d i m e n t i l e t t e r a r i »(www.bombasicil ia. it) . L'arti-colo è r i lasciato sotto l icenzaC re a t i v e C o m m o n s A t t r i b u -t ion - NonCommerc ia l - No-Derivs 2.0 (Italy License. Det-t a g l i : h t t p : / / c r e a t i v e c o m -mons.org/ l icenses/by-nc-nd/2.0/ i t / )
AA cura di Tcura di Tonino Pintacudaonino Pintacudacon la collaborazione con la collaborazione
di BombaSicilia.itdi BombaSicilia.it
la gente d’italia Venerdì 23 Febbraio 2007 21
Il poeta ebreo Paul Celan, pur parlan-do svariate lingue, si servì sempre nel-la propria poesia del tedesco. La Mut-tersprache, la lingua-madre, come eglila definì, era la stessa che parlavano gliassassini dei genitori, ma in quanto lin-gua materna era l'unica nella quale po-
teva ritrovare il ricordo dell'amata ma-dre e ricostruire la propria esistenzaspezzata. Questo è il potere fondamen-tale della lingua che abbiamo imparatoda piccoli.Il 21 febbraio, su iniziativa dell'Une-sco, è dal 1999 la “Giornata Internazio-
nale della Lingua materna” e vuole es-sere un momento di ri-flessione e di arricchi-mento su questa impor-tantissima risorsa. Sappiamo che la lingua èinfatti lo strumento prin-cipale di cui ci serviamoper esprimere la nostracultura, Oscar Wilde so-steneva che non vi è nul-la che distingue l'uomodall'animale tanto quanto il linguag-gio: «non esiste né modo d'agire néforma d'emozione che l'uomo non con-divida con gli animali inferiori. È so-lo tramite il linguaggio che ci s'innal-za su di loro. Tramite il linguaggio cheè il padre e non il figlio del pensiero».Dunque, riflettere sulla lingua signifi-ca riflettere sulla nostra cultura, e pre-servare la varietà e la diversità dellelingue significa guardare a questa va-rietà come ad un valore irrinunciabi-le. Scriveva il poeta dialettale IgnazioButtitta che un popolo cui si ruba lalingua ereditata dai padri diventa po-vero e servo, alludendo indubbiamen-te a una povertà non materiale ma spi-rituale e culturale. Purtroppo un pro-cesso di globalizzazione, disgiunto inalcuni casi da una politica di valoriz-zazione delle risorse locali, rischia ditradursi in un nuovo colonialismo cul-turale. Le cifre calcolate dall'Unescofanno riflettere: nelle mondo sono par-late dalle 6.000 alle 7.000 lingue e diqueste il 50-90% rischia di estinguer-si entro i prossimi cento anni.Affinché la sensibilità collettiva neiconfronti del problema resti viva an-che oltre il 21 febbraio, la associazio-ne “Esperanto” ha deciso di varare,sotto la direzione scientifica dell'et-nolinguista Maurizio Gnerre, un pro-getto di adozione a distanza delle lin-gue a rischio di estinzione, il titolodella campagna è, significativamente,“Salva una lingua, conosci un popolo”. L'Unesco promuove e incoraggia la di-versità linguistica sostenendo il ruolodella scuola in qualsiasi momento del-la formazione dell'individuo e dando ilvia ad una campagna di alfabetizza-zione nelle aree più povere del piane-ta.
In Italia dal luglio del 2005 è stata isti-tuita la “giornata della lingua italiana”che ricorre il 4 ottobre, in concomi-tanza con le celebrazioni dedicate alSanto Patrono Francesco D'Assisi. L'i-taliano è ad oggi - grazie a una tradi-zione letteraria di indubbio pregio -una delle lingue più tradotte al mondo,
insieme a inglese, francese,spagnolo, tedesco, russo esvedese, tuttavia da più par-ti si denuncia un suo pro-gress ivo impover imento,che si accompagna a una di-minuita importanza dellanostra lingua anche all'in-terno dell'Unione europeache pubblica i propri docu-menti nelle tre lingue consi-
derate principali.* * * * * *
I G N A Z I O B U T T I T TA è n a t o aB a g h e r i a ( a 1 3 c h i l o m e t r i d aP a l e r m o ) i l 1 9 s e t t e m b r e 1 8 9 9e d è m o r t o a d A s p r a - B a g h e r i ai l 5 a p r i l e 1 9 9 7 . “ P o e t a , u o m op o l i t i c o , r a g i o n a t o re , c o m m e n -t a t o r e , a t t o r e ” , e s o r d i s c e n e l1 9 2 3 c o n l a r a c c o l t a d i v e r s i“ S i n t i m i n t a l i ” .
I L S I L E N Z I O E I L S U C C E S S OD o p o u n l u n g o s i l e n z i o d u r a n -t e i l r e g i m e f a s c i s t a , B u t t i t t ap u b b l i c ò “ L u p a n i s i c h i a m ap a n i ” ( 1 9 5 4 ) , “ L u t r e n u d i l us u l i ” ( 1 9 6 3 ) , “ L a p e d d i n o v a ”( 1 9 6 3 ) , “ I o f a c c i o i l p o e t a ”( F e l t r i n e l l i 1 9 7 2 , P r e m i o Vi a -r e g g i o ) , “ I l p o e t a i n p i a z z a ”( F e l t r i n e l l i 1 9 7 4 ) , “ P i e t r e n e -r e ” ( 1 9 8 3 ) , “ L a v e r a s t o r i a d iS a l v a t o r e G i u l i a n o ” ( 1 9 9 7 ) .
L A C R I T I C A B u t t i t t a è s t a t oc o n s i d e r a t o d a l l a c r i t i c a p i ùa t t e n t a i l m a s s i m o p o e t a d i a -l e t t a l e d e i n o s t r i t e m p i . Tr a -d o t t o i n v a r i p a e s i , p e r s i n o i nC i n a ; i n I t a l i a è s t a t o p u b b l i -c a t o p r i n c i p a l m e n t e d a F e l t r i -n e l l i .
L A F O N D A Z I O N E I G N A Z I OB U T T I T TA P e r s t u d i a re l ' o p e r ad i B u t t i t t a , n e l m a r z o d e l 2 0 0 5è n a t a l a f o n d a z i o n e I g n a z i oB u t t i t t a c o n s e d e l e g a l e e d o p e -r a t i v a p r e s s o l a c a s a n a t a l e d iI g n a z i o B u t t i t t a . N e l l a s e d e ès t a t a c o s t i t u i t a e p r o g r e s s i v a -m e n t e s a r à p o t e n z i a t a u n a b i -b l i o t e c a s p e c i a l i z z a t a n e i d i -v e r s i a m b i t i d e l l a c u l t u r a s i c i -
l i a n a . I l p r e s i d e n t e d e l l a F o n -d a z i o n e è l ' i l l u s t r e l i n g u i s t aTu l l i o D e M a u r o . L ' A m m i n i s t r a z i o n e c o m u n a l ed i B a g h e r i a h a d e d i c a t o l ' 8 g i u -g n o d e l 1 9 9 8 l ' e x I V ^ S c u o l aM e d i a a l l ' i l l u s t r e b a g h e r e s e ,d i v e n u t a d a a l l o r a l ' I s t i t u t oC o m p r e n s i v o S t a t a l e “ I g n a z i oB u t t i t t a ” s o t t o l a d i r e z i o n e d e lP r e s i d e D o t t . G i o a c c h i n o G e -n u a r d i .
P E R I N F O R M A Z I O N IF o n d a z i o n e I g n a z i o B u t t i t t a V i a A . P a s c u l l i , 1 2 9 0 1 3 8 P a -l e r m o T e l . 0 9 1 7 0 2 3 2 9 0 F a x0 9 1 7 0 2 6 4 3 3E - m a i l :f o n d a z i o n e . b u t t i t t a @ y a h o o . i t
La Giornata Internazionale della Lingua Maternadi Maria Rendadi Maria Renda
CULTURA - SPECIALE SUD AMERICA
di Ignazio Buttitta (1970)di Ignazio Buttitta (1970)
LINGUAE DIALETTU
Un populumittitulu a catinaspugghiatuluattuppatici a vucca,è ancora libiru.
Livatici u travagghiuu passaportua tavola unni manciau lettu unni dormiè ancora riccu.
Un populu,diventa poviru e servuquannu ci arribbanu a linguaaddutata di patri:è persu pi sempri.
Diventa poviru e servuquannu i paroli non figghianu parolie si manciunu tra d'iddi.
Minn'addugnu ora,mentri accordu a chitarra du dialettuca perdi na corda lu jornu.
Mentri arripezzua tila camulatachi tesseru i nostri avicu lana di pecuri sicilianie sugnu poviruhaiu i dinarie non li pozzu spènniri
i giuiellie non li pozzu rigalari;u cantu,nta gaggiacu l'ali tagghati
U poviru,c'addatta nte minni strippida matri putativa,chi u chiama figghiu pi nciuria.
Nuàtri l'avevamu a matri,nni l'arrubbaru;aveva i minni a funtani di lattie ci vippiru tutti,ora ci sputanu.
Nni ristò a vuci d'idda,a cadenza,a nota vasciadu sonu e du lamentu:chissi non nni ponnu rubari.
Nni ristò a sumigghianza,l'annatura,i gesti,i lampi nta l'occhi:chissi non ni ponnu rubari.
Non nni ponnu rubari,ma ristamu povirie orfani u stissu.
di Ignazio Buttitta (1970)di Ignazio Buttitta (1970)
Io faccio il poeta, 1982.
Un popolo, / mettetelo in catene/ spogliatelo / tappategli la bocca,/ è ancora libero. // Toglietegli illavoro / il passaporto / la tavola incui mangia / il letto in cui dorme /è ancora ricco. // Un popolo / di-venta povero e servo, / quando glirubano la lingua / ereditata dai pa-dri: / è perduto per sempre. // Di-venta povero e servo, / quando leparole non generano più parole / esi mangiano fra di esse. / Me ne ac-corgo ora / mentre accordo la chi-tarra del E sono povero: / Ho i de-nari / e non li posso spendere; / igioielli / e non li posso regalare; /il canto, / nella gabbia / con le alitagliate. // Un povero, / che poppanel seno arido / della madre putati-va, / che lo chiama figlio / per in-giuria. // Noialtri l'avevamo la ma-dre, / ce l'hanno rubata ; / aveva lemammelle a fontane di latte / e cibevvero tutti, / ora ci sputano. //C'è rimasta la sua voce, / la caden-za, / la nota bassa / del suono e dellamento: / questi non ce li possonorubare. // dialetto, / che perde unacorda al giorno. // Mentre rattoppo,/ la tela tarlata / che tesserono i no-stri avi / con lana di pecore sicilia-ne. //C'è rimasta la somiglianza, /l'andatura, / i gesti, / i lampi negliocchi / questi non ce li possono ru-bare. // Non ce li possono rubare, /ma restiamo poveri, e orfani lo stes-so. (Traduzione di Lucio Zinna)
la gente d’italia Venerdì 23 Febbraio 2007 24
Come avevo preannunciato ieri, oggi visitocon voi i magnifici interni del PalazzoLegislativo di Montevideo, sede del Parlamentodella “República Oriental del Uruguay”.VESTÍBULO DE HONOR è l'entrata principa-le al Palazzo. Ci accolgono quattro grandi qua-dri che riempiono le pareti, tutte opere di artistinazionali. Le mezze lune che decorano gli archisono state dipinte da Manuel Rosé. Segnaliamol' allegoria dell'“Inconrto tra un centauro indioe un leone spagnolo”. Poi non possiamo nonsoffermarci sul capolavoro di Pedro BlanesViale “Il giurmaneto della Costituzione del1830” e sulla “Visita all 'accampamento diArtigas sul Cerrito”, sempre di Manuel Rosé.Su entrambi i lati dei quadri si stagliano soleenquattro colonne monolitiche di granito rosso,alte sei metri e venti centimetri.SALÓN DE LOS PASOS PERDIDOS Il Salonedei Passi Perduti è magnifico, rivestito total-mente del lussuoso marmo e granito uruguaya-no, etratti rispettivamente dai dipartimenti diLavalleja, di Maldonado e Canelones. Il Salonesepara in due parti simmetriche l'edificio, da unlato la Camera dei Senatori, dall'altro i Deputati.L'entrata della Camera dei Senatori è sormontatada una vetrata realizzata secondo lo stile diMilano raffigurante la Giustizia. Quella deiDeputati raffigura invece il Lavoro.Sui lati dei due accessi incontriamo altorilievi ingesso dello scultore Edmundo Prati.È tutto un gioco di colori ricamato dalla luce chefiltra dalle vetrate decora-te con mosaici venezianirealizzati su disegni dal-l ' i tal ianissimo artistaGiovanni Buffa a Milano.
I quattro simboli dello“stemma nazionale” rivi-vono in altrettante operedi José BelloniAl centro del salone ilposto di riguardo è perl 'originale dellaD i c h i a r a z i o n ed'Indipendenza del 1825.SALA DE FIESTAS LaSala delle Feste è riserva-ta a eventi protocollari eculturali. Il tetto è rivesti-to di una lamina d'oromassiccio in stile baroccobizantino in cui si riconosce la mano degli artistiitaliani Enrico e Alberico Albertazzi. I mobili della sala sono arrivati dall'Italia edell'Argentina, su tutti spiccano i bronzi e i cri-stalli di Murano.Alle pareti ci sono i quadri ad olio di alcuni dei
maggiori pittori uruguayani: “Las Instruccionesdel Año XIII” di Pedro Blanes Viale, il ritratto di“Fructuoso Rivera” e di “Manuel Oribe”, e la“Batalla de las Piedras” sempre di Manuel Rosé eun'altra versione di “Fructuoso Rivera” e delritratto di Juan Antonio Lavalleja, e di José LuisZorrilla de San Martín.CÁMARA DE SENADORES È la sede dei lavo-ri dei trenta senatori e del Vicepresidente dellaRepubblica Rodolfo Nin Novoa.
L'emiciclo è realiz-zato in legno delParaguay e rivesti-to con l 'ott imocuoio uruguayano.Sopra i l tavolodella Presidenzadel Senato è scolpi-to lo ScudoNazionale, sormon-tato dalla raffigura-zione della PalladeAtena, la dea grecadella Sapienza.Tutta la sala è illu-minata da unavetrata i taliana aforma di solenascente.CÁMARA DE
DIPUTADOS La Camera dei Deputati è struttu-rata per accogliere i 99 Deputati ed è presiedutada uno dei suoi membri su incarico annuale.Dietro il tavolo della Presidenza si trova un qua-dro ad olio dell'artista francese Fernando Larocheche raffigura l'incontro del Generale Artigas con
il Generale Rondeau nel corso del Secondo Annod'Assedio della città di Montevideo (1813), ricor-diamo che i nove anni d 'assedio valsero aMontevideo l'epiteto di Nuova Troia, reso celebreda Dumas.Su entrambi i lati della Presidenza vi sono iPalchi d'onore destinati a invitati speciali e i pal-chi per la stampa, oltre che la galleria per il pub-blico che può assistere alle sedute.L'emiciclo è in noce, ottimo legno italiano. Legallerie sono in legno di quercia importato dallaSlovenia. Sul tetto campeggia una vetrata con loScudo Nazionale. In questa stessa sala hannosede anche le sessioni dell'Assemblea Generale.SALÓN CENTRAL DE LA BIBLIOTECA LaBiblioteca del “Poder Legislativo” come diceva-mo ieri, è seconda per importanza solo allamonumentale e fornit issima BibliotecaNazionale.I volumi sono oltre 250.000, tutte le mattine ilpubblico può l iberamente accedere dei suoinumerosi servizi.Il Salone è illuminato da un'ampia vetrata dimanifattura italiana. Al centro l'imponente statuadell 'eroe nazionale, l 'amatissimo GeneraleArtigas, realizzata anche questa da un artista ita-liano, lo scultore Angelo Zanelli.Su un angolo bella e pensosa ci tiene compagniauna copia dell'incantevole Venere di Milo.Prima di congedarmi, vi invito semplicemente acontare in quest'articolo le ricorrenze dell'agget-tivo “italiano”. Fatto? Ecco, come vi dicevo nella prima puntatadel “diario”, questa terra profuma d'Italia.Come sempre, hasta luego.
Il “Palacio Legislativo”: un gioiello italiano nel cuore di Montevideo
DIARIO URUGUADIARIO URUGUAYYANOANO
di Tdi Tonino Pintacudaonino Pintacuda
la gente d’italia 8Mercoledì 27 Febbraio 2007
Nell'archivio delle tesi dell'Università Ca' Foscaridi Venezia ci siamo imbattuti in un eccellenteabstact che illustra la ricerca di Cristina Beltrami“La statuaria italiana dalla metà dell'Ottocento alprimo ventennio del Novecento a Montevideo”. IL PREZIOSO LAVORO DI CRISTINA BELTRA-MI La Dottoressa Beltrami merita di essere citata per ilsuo impeccabile lavoro. Rendiamole il giusto omag-gio con un ampio stralcio della presentazione dellaricerca:«La ricerca prende in esame il cospicuo patrimoniodi scultura italiana conservato nella capitale uru-guaiana.I DUE TERMINI TEMPORALI indicano dei paletticronologici ben definiti: è infatti dalla metàdell'Ottocento che si stabilisce a Montevideo ungruppo di pittori prima e scultori poi, di origine ita-liana, mentre gli anni venti segnano la svolta cultu-rale dell'Uruguay, dovuta ad una conoscenza direttadi modelli europei.L'OTTOCENTO In questo arco cronologicoMontevideo ha conosciuto un arredo monumentale earchitettonico principalmente legato a maestranzeitaliane; che siano queste rappresentate da scultorialla ricerca di maggior fortuna oltreoceano, o dafigure che hanno agito da intermediari con i labora-tori italiani. Questo ha permesso che giungesse a Montevideouna notevole quantità di scultura italiana, principal-mente di carattere cimiteriale, all'interno della qualevale la pena segnalare il Minatore di Enrico Butti,l'Olocausto e il Monumento al lavoro di LeonardoBistolfi ed un busto di Garibaldi di Vincenzo Vela.LA STAGIONE DEI CONCORSI INTERNAZIO-NALI Dal secondo decennio anche l'Uruguay è inte-ressato dai grandi concorsi internazionali, e duesono vinti da italiani: il monumento al GeneralArtigas di Angelo Zanelli e il Palazzo Legislativoaffidato, in seconda battuta, a Gaetano Moretti, cheper anni è attivo a Montevideo anche in veste didocente. [...] IL FORTE LEGAMECULTURALE TRAITALIA E URUGUAYA termine della ricerca,posso affermare chenella sola capitale sicontino più di centocin-quanta pezzi di plasticaitaliana, che provanol'esistenza di un fortelegame culturale che hasegnato almeno trent'an-ni della storiadell'Uruguay».Abbiamo già apprezzatogiovedì scorso ilPalazzo Legislativo el'opera di GaetanoMoretti, il diario di oggilo dedichiamo all'illu-stre scultore AngeloZanelli, l 'autore del
monumento ad Artigas che campeggia maestosonella Plaza Indipendencia. ANGELO ZANELLI, insigne scultore, accademicod'Italia nel 1939 e socio corrispondente dell'Ateneodi Salò. Visse a Salò la sua gioventù, lavorò nel laboratorioBigoni e frequentò la scuola d'arte "RomualdoTurrini" (1752-1822), dove ebbe come maestri duevalenti artisti come il pittore Carlo Banali ed ildecoratore Saverio Pollaroli. A Salò si trovano tre delle sue opere: il monumentoa Giuseppe Zanardelli (1904), il monumento aiCaduti di Salò (1926-31) e il busto di Gasparo daSalò (1906) del quale il poeta D'Annunzio disse: “E'opera veramente musicale, non ne ricordo altre discalpello, che trasmettano così chiaramente il sensodell'armonia: non si sa se stia aprendosi il petto pertrarne il violino, o se stia aprendo il violino permettervi cuore”.CUBA E L'URUGUAY Ma è all'estero che il nomedi Zanelli ebbe eterna gloria. La notorietà nazionalearriva con la vittoria al concorso per il fregio del
Vittoriano. E poi la risonanza mondiale, dopo averconcluso le decorazioni plastiche dell'Altare dellaPatria a Roma con la collocazione della statua dellaDea Roma nel 1925, l'anno in cui fu collocata nellanicchia centrale del Vittoriano. I critici hanno scrit-to di “un impeccabile gusto per il monumentalismoe la retorica, unitamente a spunti a carattere socia-le”. Nel Salone dei Passi Perduti del “Capitolio” diCuba si trova la statua che rappresenta LaRepubblica di Cuba. Zanelli la creò in Italia e dallaPenisola fu sezionata in tre parti per trasportarla aCuba. Si narra che l'artista fu ispirato da una bellacubana e dalla Pallade Atena, la dea greca dellaSapienza.Ma in questo nostro diario rivolgiamo l'at-tenzione soprattutto al grande monumento diArtigas, nel cuore di Montevideo, la PlazaIndipendencia. Non abbiamo che da rilanciare, col gentilissimoconsenso dell'autrice, l'impeccabile scheda delladott.ssa Beltrami dal suo sito www.duesecolidiscul-tura.it.
GENIO E ARTE ITALIANAPER FAR GRANDE MONTEVIDEO
Lo scultore Angelo Zanelli DIARIO URUGUADIARIO URUGUAYYANOANO
di Tdi Tonino Pintacudaonino Pintacuda
MONUMENTO AL GENERALE ARTIGAS (1923)Il concorso per il monumento montevideano alGeneral Artigas risale al 10 ottobre 1883 ma peranni non trova un vincitore. La scelta finale è traAngelo Zanelli e Juan Manuel Ferrari; la spuntal'italiano poiché il suo gesso “irradia una mae-stà, una forza, una bellezza che incantano” e -soprattutto - perché a questa data la fama diZanelli è al suo apice grazie al cantiere delVittoriano di Roma. Il monumento ad Artigas èinaugurato il 28 febbraio 1923 nell'entusiasmogenerale, sia per la maestria del suo esecutoreche per la ricostruzione filologica dei costumi edella vicenda storica narrata sul basamento.Bibliografia: sulle vicende italiane del concorsosi veda, Bosaglia-Passamani-Terraroli, 1984,
p.103; mentre Beltrami, 2003, pp.296-300amplia la lista dei titoli sudamericani. *Cristina Beltrami (1973) si è laureata inLettere con indirizzo storico-artistico pressol'università Ca' Foscari di Venezia nel 1998 eha poi seguito i corsi della Scuola diSpecializzazione in Storia dell'Artedell'Università degli Studi di Udine. Dal 2000 al 2002 è stata guida didattica dellaCollezione Peggy Guggenheim. Ha organizzato due edizioni dell'Esposizioned'arti visive. Sezione giovani presso il CircoloArtistico di Venezia e curato il volume“L'identità delle arti a Venezia nelNovecento” (Marsilio 2002). Nel 2004 ha discusso la tesi di dottorato sulla
“Statuaria italiana tra la metà dell'Ottocentoe il primo ventennio del Novecento aMontevideo”. Ha pubblicato “Segni e luoghi.Vita e opere di Lino Bianchi Barriviera(1906-1985)” (Canova, 2004). Dal gennaio2005 al giugno 2006 è stata borsista presso gliArchivi del '900 del Mart di Rovereto doveha ordinato il Fondo Corrado Forlin e LuigiRussolo partecipando all'organizzazionedella mostra di quest'ultimo (Mart, Roveretoestate 2006 - Estorick Collection, Londra,autunno 2006). Attualmente è impegnata inuna ricerca sulla Scultura monumentale delXIX e XX secolo a Verona presso l'Universitàdegli Studi di Verona. Ha ideato e gestisce ilsito www.duesecolidiscultura.it
di Cristina Beltramidi Cristina Beltrami
la gente d’italia Giovedì 1 Marzo 2007 7
Nella bellissima residenzadell'Ambasciatore d'Italia a MontevideoGuido Scalici la sera dello scorso 26 febbraioGiuseppe Dell'Osso, presidentedell'Accademia Italiana della Cucina hadimostrato con un apologo appassionato chel'Italianità può essere difesa, tutelata e fattaconoscere anche attraverso un sapiente usodi coltello e forchetta.In questi anni si è parlato giustamente di unSistema Italia, un patrimonio nazionale emondiale che va protetto anche dalle incur-sioni dei “pirati” gastronomici che cercanoinutilmente di scipparci il segreto del nostromangiar sano. Spuntano in ogni capo delmondo improbabili imitazioni delParmigiano Reggiano o del prosciutto Crudodi Parma.Due prodotti che possono assurgere a simbo-lo dell'italianità tutta, tanto da meritarsistemmi araldici sulla crosta o sulla pelle digustosissime cosce di nobili maiali.Il vostro cronista per l'occasione ha compra-to una giacca blu, piacevolissimo dovere perrendere il giusto omaggio al messaggio che ilpresidente Dell'Osso ha espresso nella emo-zionante conferenza stampa in un sicuroitalo-spagnolo, prontamente aiutato dall'im-peccabile traduzione dell'AmbasciatoreScalici.
I GRANDI “AMORI” DELL'AMBASCIATORE SCALICI
L'Ambasciatore ha un pizzetto curatissimo eama la famiglia e i valori impliciti nelTricolore. Quasi tutti quelli che lo conosconobene sanno però quanto il suo cuore batta perla vela e per la cucina italiana. Tanto da essere un orgo-glioso membro dell'Accademia Italiana di Cucina, comeera palese nella serata appena trascorsa, il logodell'Accademia faceva bella mostra sulle cravatte del pre-sidente e dell'Ambasciatore, che per fugare ogni dubbioportava al polso anche l'orologio dell'Accademia.IL FILO DELLA MEMORIANel giardino della residenza sotto il cielo vespertino diMontevideo s'è svolta la conferenza stampa, ho partecipa-to a centinaia di con-ferenze e comunica-zioni più o menoufficiali ma mai nes-suna m'ha trasmessole stesse vibrantiemozioni. La possia-mo sintetizzare nel-l'espressione su cuis'è ampiamente sof-fermato GiuseppeDell'Osso: la cucinarinsalda il “filo dellamemoria”.È davvero così, sof-fermatevi sui vostriricordi di migranti.La mente e il cuoreriallacciano connes-
sioni mai sopite, ripensate ai volti dei vostri cari chev'hanno visto partire su navi, aerei e treni in cerca di for-tuna. Nella valigia c'erano santini, foto con i vestiti buonidella domenica e soprattutto cibarie del vostro luogo d'o-rigine che inutilmente avete cercato in giro per il mondo.
SIAMO TUTTI COMPAGNI: LA FILOSOFIA A TAVOLA
La sacra ospitalità che abbiamo ereditato dai Greci s'e-sprime nel con-dividere ilpasto, GesùCristo spezza ilpane e offre ilvino ai suoiS a n t iD i s c e p o l i :gesto umanis-simo e cordialeche rinnova ilMistero. Lastessa etimolo-gia della parola“compagno”,prima di essereslavata dallacecità delleideologie, indi-ca il gesto di
condividere il pane: cum+panis. E le nostremadri ci tengono compagnia nella nostra inevita-bile vecchiaia ricordandole con il cuore e con ilpalato.Parlo anche per me, giovanissimo siciliano a12000 chilometri da casa, dai miei affetti, dallamia fedelissima cagnolina e soprattutto dalle lec-cornie che mia madre continua a preparare gior-no dopo giorno per mio padre e mia sorella.Ripenso alle inarrivabili polpette di broccolo,alla pasta con le sarde, alle lasagne e a tutto ilresto. Ricucinando le stesse ricette, qui la lonta-nanza peserebbe meno, ma non illudiamocianche se alla Tienda Inglesa troviamo olio d'oli-va e la pasta Barilla, i prezzi sono proibitivi emancano tutti gli altri ingredienti.Potrei raccontarvi del poeta Paul Celan che ritro-va il ricordo della madre nel ciclo Atemkristall,ciclo che inizia proprio con il verso “FA' PURE,se a un pasto di neve tu vuoi invitarmi”. O potreiricordare con voi il protagonista di“Conversazione in Sicilia” che ritorna dallamadre e mangia con lei l'aringa. Il perché colli-ma con il filo della memoria elogiato daDell'Osso: l'Io del ciclo Atemkristall e l'Io nar-rante del romanzo lirico di Vittorini si trovano inuno stato terribile, la quiete della non speranza eritornano all'origine. Una Sicilia che diventaterra del mito e la landa di ghiaccio. Ed entram-be le ricerche iniziano con qualcuno che offrecibo che attiva il recupero faticoso e incessante einevitabile di un passato che si credeva sepolto.L'io del ciclo mastica neve e Silvestro l'aringama la sostanza non cambia, quel condividerecibo con le rispettive guide diventa la chiave peraccedere a una dimensione nuova, altra.Proprio come succede a tutti gli emigranti quan-
do cucinano un'ottima pastasciutta o qualsiasi loro piatto“materno”.Dopo questa necessaria digressione filosofica-gastrono-mica, ecco l'intervista a Giuseppe Dell'Osso
Presidente Dell'Osso, che cos'è l'Accademia della CucinaItaliana?«La cultura della cucina - precisa il professor GiuseppeDell'Osso - è certamente una delle forme espressive del-l'ambiente che ci circonda, così come la natura, l'arte, laletteratura, l'archeologia. E' per questo che parlare diciviltà della tavola vuol dire, innanzi tutto, capire megliogli usi e i costumi, gli stili di vita e le consuetudini degliuomini che li condividono, perché l'identità gastronomicaè anche identità culturale. Salvaguardare il gusto e laciviltà del gusto diventa quindi essenziale per la difesadell'identità stessa di un popolo: ed è questo l'obiettivoprincipale dell'Accademia»Qual è la struttura dell'Accademia?«Il vero “motore” dell'Accademia sono le validissimeorganizzazioni territoriali, ad oggi 210 sono in Italia (intutte le regioni) e 65 all'estero (in oltre 40 nazioni, dallaFinlandia al Giappone), con 6.500 associati».Quali sono gli appuntamenti imperdibili?«L'appuntamento clou per l'Accademia è senz'altro laserie di meeting internazionali con cadenza biennale: ifamosi “Convegni della civiltà della tavola”, nel corso deiquali sono dibattuti argomenti di ampio interesse gastro-
«Mangiar bene, mangiare italiano per non disperdere il filo della memoria»
DIARIO URUGUADIARIO URUGUAYYANOANO
di Tdi Tonino Pintacudaonino Pintacuda
GIUSEPPE DELL'OSSO, PRESIDENTE DELL'ACCADEMIAITALIANADELLACUCINA:
la gente d’italia 8Giovedì 1 Marzo 2007
nomico e scientifico.L'Accademia Italiana dellaCucina, tuttavia, non sarebbe talese non prevedesse anche momenticonviviali di incontro fra gli acca-demici. Il momento del convivio -inteso in senso dantesco comeespressione di ospitalità, intelli-genza e diplomazia - è infatti l'e-spressione massima della comuni-cazione e di un fervido scambio diidee. Un esempio eclatante? La cenaecumenica, che si organizza incontemporanea - a ottobre - lostesso giorno in tutte leDelegazioni del mondo, è che ognianno è dedicata ad un alimentospecifico (nel 2004 -ad esempio-era il Formaggio, per il 13 ottobredel 2005 è stato scelto il Gelato ela Cucina del Freddo). A seguito di quest'evento vengonopubblicati i quaderni con le rela-zioni degli esperti partecipantiall'evento e le ricette più caratteri-stiche di ogni regione italiana rela-tive all'alimento a cui era dedicata,appunto, la cena ecumenica». Quale finalità perseguite?«Nel 2003 il Ministero per i Beni e le Attività Culturali hariconosciuto all'Accademia il titolo di “istituzione cultu-rale della Repubblica Italiana”, proprio in forza dei suoimeriti nell'intenso lavoro di salvaguardia, valorizzazione,ricerca e ampliamento della cultura gastronomica italiana,intesa come bene culturale, a livello nazionale e interna-zionale: il tutto con l'obiettivo di gestire l'evoluzione nelrispetto della tradizione e fare cultura della gastronomiaitaliana all'estero. Aggiunco che l'Accademia, inoltre, hal'obiettivo di scoprire (o far riscoprire, in alcuni casi) lacultura della convivialità, anche in casa propria, nei con-fronti di amici e parenti. In qualche modo ripercorrendo ilsignificato spirituale del rito della mensa, dove lo stareinsieme ha anche un fine di reciproco sostegno, di solida-rietà espressa nel gesto dell'offrire e del ricevere.Il compito dell'Accademia è quindi soprattutto quello digestire l'evoluzione nel rispetto della tradizione: un'atti-vità che richiede uno sforzo continuo, un ampliamentoincessante dei campi di azione, una presenza capillare sulterritorio nazionale e nel mondo»Non sempre l'insegna “ristorante italiano” garantiscegenuinità. « La salvaguardia della genuinità dei prodotti agroali-mentari è un punto cardine nella “mission”dell'Accademia. Non rappresenta solo un valore economi-co, ma assume sempre più i contorni di un'imprescindibi-le necessità sociale. L'Accademia riconosce la validitàsempre più pregnante dell'equazione qualità/territorio, inquanto la qualità e lagenuinità vanno dipari passo con la tra-dizione consolidatanei sistemi di coltiva-zione e allevamento,frutto d'esperienzemillenarie, sia purecon la dovuta apertu-ra all'utilizzo di tecni-che e macchinarimoderni. Altro filone d'estremointeresse perl'Accademia è quellorelativo alla vigilanzacontro i “falsi gastro-nomici” - prodottimeramente commer-ciali e speculativi chenel mondo intaccanol'immagine di altaqualità del cibo Madein Italy - e contro il
fenomeno dell'imbarbarimento delle ricette tradizionaliitaliane, causato dalla tendenza dei ristoranti sedicenti ita-liani a piegarsi, per ragioni commericiali, alle abitudini digusto e alle tendenze locali».Ma non di solo pane vive l'uomo... Ci riferiamo ovvia-mente all'ottimo vino italiano.«Infatti l'interesse dell'Accademia è alto anche nei con-fronti della cultura enologica.L'enologia italiana ha fattopassi da gigante negli ultimianni, sia sul terreno della qua-lità sia su quello della commer-cializzazione. Oggi i nostri vinisono apprezzati in tutto ilmondo, mentre in Italia si pre-sta una maggiore attenzione alvino come “ingrediente” essen-ziale di una buona gastronomia.La stessa ristorazione pubblicariconosce sempre di più al vinoil ruolo che esso merita, valo-rizzando la propria cantina.Molto spesso, però, nei risto-ranti i vini proposti risultanoeccessivamente costosi, mentrenon riesce a prender piede inItalia l'abitudine di servire alcliente il vino “a bicchiere”,consentendogli così di poter
abbinare adogni piatto ilvino giusto, adun costo con-t e n u t o .L'Accademia guarda con interesse a que-sto importante salto di qualità»La sua visita in Uruguay avrà sicuramen-te un obiettivo, quale?«Vista la presenza di un grande accade-mico come l'Ambasciatore Scalici stia-mo lavorando per far nascere una dele-gazione dell'Accademia anche inUruguay»L'Accademia ha un ricchissimo sito:cosa possono trovare i nostri lettori?«Nel sito www.accademiaitalianacuci-na.it c'è Tutta la nostra storia, i nostripunti forza e soprattutto - assolutamentegratuita -“La Guida ai ristoranti in Italiae nel mondo”. Il nostro fiore all'occhiel-lo oltre a più di 2500 ricette»Diciamo la verità, la cucina italiana nonha rivali al mondo.
« L'inserimentosempre più strettodell'Italia nellacompagine mon-diale comporta,oltre a numerosiinnegabili vantag-gi, anche deirischi, specialmen-te nel campoagroalimentare edella gastronomia.A suo tempol'Accademia haelaborato un docu-mento, dal titolo“Il rischioEuropa”, nel qualesi evidenziava lanecessità di unastretta difesa dellatipicità dei nostriprodotti e dellatipicità dellenostre preparazio-ni gastronomiche.L'Accademia oggiribadisce quantogià indicato, ma
soprattutto amplia l'orizzonte al mercato mondiale con irischi di una globalizzazione che porti ad una perdita delleidentità locali ed auspica la codificazione di una serie di“prodotti prototipo” e della preparazione di un “codicegastronomico”. Un accenno, infine, alla ristorazione ita-liana all'estero, un tema d'estremo interesse perl'Accademia Italiana della Cucina. Negli ultimi anni sta
ottenendo un grandis-simo successo in tuttoil mondo grazie allaserietà dei ristoratori,alla professionalitàdel personale di cuci-na e di sala e, soprat-tutto, grazie all'utiliz-zo pressoché esclusi-vo di prodotti italianiche, grazie all'attualecelerità delle comuni-cazioni, possono rag-giungere rapidamentedall'Italia ogni puntodel globo. Purtroppo,accanto a questi risto-ranti di grande classee d'ottimo prestigio,proliferano moltilocali che d'italianohanno solo il nome, eche danneggiano ilbuon nome della tavo-la italiana.L'Accademia, attra-verso le proprie
Delegazioni all'estero, presta una grande attenzione a que-sto fenomeno, premiando i ristoranti meritevoli e segna-landoli nella propria “Guida ai Ristoranti”, l'unica cheriporti anche i ristoranti italiani all'estero. In modo analo-go l'Accademia partecipa alle iniziative ufficiali di diffu-sione della cucina italiana di qualità all'estero»Il “¡Vamos a comer!” del presidente segna la dolcissimafine di questa intervista.Come sempre, mentre ancora ricordo le ottime pietanzedella cena in onore del professor Dell'Osso, hasta luego!
“Accademia Itliana della Cucina”VIA NAPO TORRIANI, 3120124 MILANO TEL. 02 6698 7018 FAX 02 6698 7008www.accademiaitalianacucina.it e-mail: segreteria@accademiaitalianacucina.it
la gente d’italiaVenerdì 2 Marzo 200712
I n casa Costanzell i parlano tutt i
un i taliano l impido, musicalissimo
e soprattutto scevro di tutt i quegli
inglesismi che l ' imperante pubbli-
cità ci ha imposto.
E' un caldo pomeriggio montevi-
deano, sorseggio la bibita in un
bicchiere pieno di ghiaccio e ascol-
to i l Caval ie re Giovanni
Costanzell i e la sua storia.
Mentre parla, Costanzell i sembra
ringiovanire, r i torna i l giovanotto
bello e muscoloso arrivato qui nel
1951 in cerca d i for tuna , dopo
essere emigra to ne l 1949 in
Argent ina da l la na t ia F ina le
Emil ia , in provincia di Modena.
Oggi questo grintoso emil iano è
Cavaliere Ufficiale dell 'Ordine al
Merito della Repubblica Italiana.
Ma le att ività in cui si impegna in
pr ima l inea sono mol tep l ic i : Giovanni
Costanzell i è presidente dell 'Associazione ex
Combat ten t i e Reduci - federaz ione
del l 'Uruguayay, pres idente de l l 'Aiuda
(Associazione Italo-Uruguayana di Assistenza),
segretario onorario del consiglio dirett ivo della
Scuola I tal iana di Montevideo e consigl iere
della commissione viaggi della stessa scuola,
direttore responsabile del notiziario Ancri , con-
sigliere della Fusie (Federazione Unitaria della
Stampa I ta l iana a l l 'Es te ro) , t esor ie re de l
Comites , dire t tore responsabi le del Corr iere
de l la Scuola , secondo v icepres idente
de l l 'Ospedale I ta l iano Umber to I d i
Montevideo , segre ta r io de l l ' assoc iaz ione
Patronato ENAS dell 'Uruguay. E la l ista potreb-
be continuare per altr i cinque paragrafi ma il
cavaliere precisa che «tutte le cariche sono di
prestazione onoraria ed elett ive in forma demo-
cratica».
L'aggettivo democratico sta a pennello a questo
gent i luomo d 'a l t r i t empi , coerente s ino a l
midollo con i l suo passato polit ico e anfitr ione
del la s tor ica v is i ta de l l ' ex Minis t ro degl i
Italiani all 'Estero Mirko Tremaglia, tanto da
affermare proprio in quell 'occasione la portata
storica dell 'evento: « votate per chi volete ma
andate a votare» disse i l Ministro Tremaglia
accanto a Costanzell i .
Le pareti del soggiorno sono riempite da onori-
ficenze e attestati di st ima che costi tuiscono
solo un piccolissimo segno di quanto quest '”i ta-
l iano vero” ha fatto per amore della sua Patria.
Tra tutte spicca una bella foto in cui i l giovane
Giovanni fuma una s igare t ta , be l lo come
Romolo, i l moro di “Poveri ma bell i”, i l f i lm
del 1956 di Dino Risi , interpretato dal giovanis-
s imo Mauriz io Arena. Stess i capel l i , s tesso
sguardo sicuro e coraggioso, intuibil issimo die-
tro gli immancabili occhiali scuri . Accanto a lui
la moglie Angela Nicolai , valdostana giovanis-
sima e bell issima, arrivata dall ' I tal ia per conti-
nuare i l loro amore, solidissimo che è germo-
gliato in tre bell issime e i talianissime figlie:
El iana , oggi “contadora”; Paola , t radut t r ice
pubblica d ' i tal iano e Fiorella, anche lei tradut-
trice pubblica d ' i tal iano e una delle dieci lau-
reate in Tecnica di marketing.
Le tre figlie di Costanzell i sono cresciute par-
lando italiano, tanto che i loro coetanei le chia-
mavano le “tanas”, le i tal iane. E la l ingua di
Dante e di Petrarca riceve nuova l infa dai nipo-
tini di Giovanni Costanzell i che parlano con i l
nonno in un sicuro i taliano.
«Noi in famiglia ci siamo sempre preoccupati di
far conoscere l ' i tal iano ai nostri f igli - esordi-
sce l 'orgoglioso Costanzell i - ma non tutt i agi-
scono così , anzi».
Allora iniziamo da qui, dalla questione della
lingua italiana in Uruguay. Qual è la sua opi-
nione dopo cinquantasei anni trascorsi qui?
“Amo l 'Uruguay - racconta a “Gente d 'I talia” -
in Italia, educato da Mussolini ne ero estasiato,
ma quando conobbi la democrazia non potei
seguire quella ideologia. È meglio una catt iva
democrazia che una buona dit tatura, sia di sini-
stra che di destra. Noi i taliani nati in Italia
abbiamo soprattutto i l dovere di diffondere la
“Il risveglio dell'italianità? Mi lascia amareggiato e contento”
DIARIO URUGUADIARIO URUGUAYYANOANO
di Tdi Tonino Pintacudaonino Pintacuda
IL CAVALIERE GIOVANNI COSTANZELLI, IN URUGUAY SIN DAL 1951
la gente d’italia Venerdì 2 Marzo 2007 13
nostra i talianità».
Ecco: che cosa vuol dire per Costanzell i essere
italiano?
«Riconoscere quel che è s ta ta l ' I ta l ia . Una
patria di poeti , di art ist i , di eroi, di santi , di
pensatori , di scienziati , di navigatori , di trasmi-
gratori . Ho l 'orgoglio di essere stato nominato
dall 'On. Mirko Tremaglia, come delegato del
CTIM per l 'Uruguay».
E in tutto questo qual è i l ruolo della l ingua?
Soprattutto i giovani la parlano?
Sono bravissimi ragazzi. E l i esorto a imparare
la l ingua i taliana. E' fondamentale. Non si può
rappresentare l ' I tal ia e non saper parlare l ' i ta-
l iano. Mi fan pena quei dirigenti di associazio-
ni i tal iane locali che si dirigono ai nostri parla-
mentari in spagnolo. L'Italia spende miliardi
per diffondere la nostra l ingua e noi, quando ci
troviamo, ci ostiniamo a parlare spagnolo. Ecco
questo mi amareggia molto. I l r isveglio dell ' i ta-
l ianità mi lascia amareggiato e contento».
Un accostamento insolito, sono due diversissi-
me sensazioni.
«Ma è proprio così: sono contento per i l r isve-
glio, ovviamente, ma, al tempo stesso, amareg-
giato perché i primi a parlare spagnolo siamo
proprio noi della comunità i taliana, per abitudi-
ne e comodità. Ma non basta i l passaporto per
essere i taliano, la l ingua à fondamentale. Segua
questo ragionamento, lo faccio con dati al la
mano.
Siamo 90.000 cit tadini i tal iani, solo i l 7% di
questi è nato in Italia, diciamo neanche 6300.
Tutto i l resto è composto da i taliani di seconda,
terza, quarta, perfino quinta generazione! Sono
loro i l futuro. Chi si postula come dirigente di
un' ist i tuzione i taliana deve essere i l primo a
conoscere la l ingua e le tradizioni che la sor-
reggono. Molto possono fare in questa direzio-
ne le associazioni i tal iane».
Parliamo proprio degli i tal iani di Montevideo.
«E' passato i l bel tempo in cui eravamo davvero
influenti . Ci fu un periodo in cui i l 70% della
popolazione dell ' intero Paese era i taliana. Basta
andare al cimitero, è un proliferare di cognomi
italiani. Quando mi dicono che oggi solo i l 40%
è di discendenza i taliana obietto. Come le fanno
queste statist iche?
Glielo dico io: prendono 100 nominativi sull 'e-
lenco telefonico e contano, ecco, esce fuori che
40 cognomi su 100 sono chiaramente i taliani.
Ma c 'è un vizio di forma: dietro tanti signor
Lopez e Garcìa c 'è una mamma italianissima.
Questi non sono italiani a tutt i gli effett i?
Di questo i l Governo Uruguayano sembra non
tenerne conto, però quando si tratta di incame-
rare i cospicui contributi che l ' I tal ia spedisce
per i suoi f igli al l 'estero se ne ricordano ecco-
me.. .»
Ma le associazioni concretamente cosa hanno
fatto?
«Tutti st iamo facendo qualcosa, anche lo Stato
italiano. E nel passato presidenti uruguayani -
un esempio su tutt i : Sanguinett i - erano cultori
della nostra l ingua e della nostra cultura. Ci
vuole uno scatto di legit t imo orgoglio. Che
deve partire dai dirett i interessati : i giovanissi-
mi i ta lo-uruguayani . Anche voi d i “Gente
d ' I ta l ia” s ta te facendo mol t i ss imo: Mimmo
Porpiglia è un valoroso difensore della l ingua
italiana e dell ' i tal ianità tutta. I l suo è uno sfor-
zo fisico e pecuniario che forse non è piena-
mente compreso da chi di dovere. Ed è un vero
peccato. Ma le cose sono destinate a cambiare,
è inevitabile, l ' I tal ia solo dopo le ult ime elezio-
ni ha capito che siamo tutt i i tal iani, anche noi
a l l 'Es te ro . Per ques to l ' in te rvento
dell 'Onorevole Tremaglia ha una portata stori-
ca».
Cavaliere, ci racconta adesso la sua storia?
Com'è arrivato a diventare una colonna della
comunità i taliana di Montevideo?
«La mia avventura inizia a Bariloche nel 1949
dove assumevano operai i tal iani da far lavorare
all ' isola Huemul. Le racconto un aneddoto: “Tu
no - mi disse Capitan Pasolli , comandante della
seconda Compagnia di costruzioni che prepara-
va i l reattore atomico dell 'Argentina dell 'al lora
Presidente Juan Domingo Peron - sei troppo
ben vesti to”.
Il giorno dopo ri torno, poco e mal vesti to, sotto
una nevicata copiosa, all ' isola. E mi assumono
anche come interprete assieme ad altr i i tal iani.
Quando Evita e i l Presidente Peron visitarono
l ' isola Huemul, regalarono a tutt i i collaborato-
ri i tal iani 3.000 pesos (i l mio stipendio mensile
era appena di 300!
Questa inaspettata fortuna mi diede la possibi-
l i tà di chiedere una l icenza, prendermi un aereo
della Forza aerea argentina, arrivare a Buenos
Aires e di l ì a Montevideo in Uruguay.
Dove decisi di stabil irmi - 56 anni fa - ma sem-
pre con i l cuore legato all ' I tal ia! - e dove in
seguito ho messo su famiglia . Mi presentai
negli uffici della General Electric».
E qui inizia la sua carriera uruguayana.
«Il passaporto i taliano era la miglior referenza
che potevano avere questi novelli emigranti e
fui subi to assunto», spiega Costanzel l i , che
aveva studiato ragioneria all ' Ist i tuto per ragio-
nieri Jacopo Barozzi di Modena. Poco dopo
diventai capo di un dipartimento di varie sezio-
ni con 60 persone alle mie dipendenze. Ho pas-
sa to quindic i be l l i s s imi anni a l la Genera l
Electric, specializzandomi in relazioni umane e
in controllo di quali tà».
E dopo? Com'è nata la famosa “industr ia
Costanzell i”?
Tutta la mia famiglia si trasferì a Montevideo.
Mia madre Antoniet ta gest iva un “almacen”
(generi alimentari) , mio padre e i miei fratell i
cominciarono con i l fabbricare saldature elettr i-
che per poi arrivare a mobili e poltrone d'auto
Fia t , Ford e Genera l Motor, con macchine
moderne e 43 dipendenti . Poi i miei amati geni-
tori r ientrarono in Italia per trascorrere a casa
gli ult imi anni della loro vita. Dopo la concor-
renza del Brasile e dell 'Argentina mi ha fatto
capire che era giunto i l momento della pensio-
ne, ma da allora la mia vita è ancora più piena.
Ma per me resta una gioia vedere la rinascita
dell ' I tal ianità. Significa che ho speso bene que-
sta mia vita».
Appena finita l ' intervista i l cavaliere ha voluto
scegliere personalmente la foto che correda
quest 'art icolo, ne aveva migliaia nel suo com-
puter in cui scrive i suoi art icoli sinceri e
vibranti . Tutte foto accomunate da un amore
vivo, vero e vitale per l ' I tal ia e i l Tricolore.
Una piccola curiosità: i l puntatore del mouse di
Giovanni Costanzell i è una freccia con abbinato
la nostra amatissima bandiera i taliana. Anche
nelle piccole cose si r iconosce la grandezza di
un uomo.
Come sempre, hasta luego!
E g r e g i o D i r e t t o r e ,l a p r e s e n t e p e r c o m m u n i c a r Vi c h e i lg i o r n o 2 6 f e b b r a i o h o p r e s e n t a t o l a m i ad i m i s s i o n e a l l ' A s s o c i a z i o n e G r u p p oL e g a m i , e d a i c a r i c h i d i c o e d i t o r e d e lm e n s i l e S p a z i o I t a l i a e d i c o n d u t t r i c ed e l p r o g r a m m a r a d i o f o n i c o S p a z i oI t a l i a .L a m i a d e c i s i o n e è s t a t a m o t i v a t a d a lf o r t e d i s a c c o r d o c o n l a D i r e t t r i c eG e n e r a l e , D o t t . s s a L a u r a Ve r a .C o n t i n u e r ò a p a r t e c i p a r e n e l l a c o l l e t t i -v i t à i t a l i a n a c o n i l s o l i t o a m o r e e c o n i ls o l i t o e n t u s i a s m o .
D i s t i n t i s a l u t i ,A r c h . A d r i a n a B o z z o
“LLUVE... ESPERA, NODUERMAS…”, “Piove,aspetta, non dormire...”, co-sì inizia la prima quartina di“Noche de lluvia”, “Nottedi Pioggia”, di Juana Fer-nandez Morales, meglio co-nosciuta come Juana de Ipar-bourou o anche come “Jua-na de America”, poetessa escrittice, nata l'8 marzo del1892 a Melo Cerro Largo,Uruguay e morta a Montevi-deo nel 1979.L'incipit è quasi un evocati-vo rimando scespiriano aquell'“Ora....” che apre ilRiccardo III, celebra l'invi-to all'armoniosa opera poe-tica della de Iparbourou attra-versata tutta da un'elegante ve-na di misticheggiante approcciorituale con la natura e il divino,contrapposta a una carnale va-lenza iniziatoria con tutto quan-to vi sia di terreno e fisicamen-te umano in terra.QUESTA APPROPRIAZIONEAUTENTICA DEL “SACRO”,unita alle correnti surrealistichedel periodo, ne fecero una dellevoci poetiche più apprezzate eimponenti della poesia sudame-ricana del secolo scorso.Salita ai favori della critica in-ternazionale nel 1918, con la suaprima raccolta di poesie “Laslenguas de diamante”, caratte-rizzata da un'originale e frescasensualità, negli anni successivi,Juana vide confermare il suoastro da un sempre più largoconsenso e stima. Tra gli anni'30 e '50, dopo un periodo di si-lenzio, diede vita a opere di poe-sia e prosa tra cui ricordiamo:“Perdida” (1950), “Estampas
dela Biblia”, scritte in uno stilepiù densamente riflessivo e ma-turo e ancora, “Los suenos denatacha” (1945), testo teatraleper ragazzi.ANCELLA CONSEGNATA AUNA SCRITTURA ATTENTAalle forme originarie della vita,dove le profondità intime nutro-no in vento la terra e dove l'ac-qua piovana: “golpea con sus de-dos menudos en los vidrios”,“batte, con le dita minute controi vetri”, Juana edifica con im-maginifiche e suggestive simbo-logie e con calcate gestualità li-riche, il ricongiungimento al si-lenzio in un registro poetico cheporta dentro di sé l'ascolto e lochiede, anche, con forza libe-rando una voce tutt'altro che ti-mida. LE METAFORE CON CUI CO-STRUISCE I VERSI NON CE-LANO, ma ci trasportano findentro il cuore del territorio-donna in cui la natura e la suaesuberante bellezza ne esaltanola complessità del mistero. Le
piante, i fiumi, i campi, i fioridiventano prolungamento fisicodel corpo e dell'anima femmi-nile: “que es esto? Prodigio!Mis manos florecen./ Rosas, ro-sas, rosas a mis dedos cre-cen…”, “che succede? Miraco-lo! Le mie mani fioriscono. Ro-se, rose, rose crescono sulle miedita…”. LA FRESCA GIOCOSITÀDELLA SUA POESIA salegorgogliante alla lettura maspinge ad andare oltre la tra-sparenza allegorica fino a po-terne toccare la profondità, ed èlì che Juana si offre nella suanudità, e in questo suo deside-rio sprigionato di femminilità esensualità non prova né sugge-
risce vergogna, come nella liri-ca “Te doy mi alma”.Non ci traggano in inganno l'a-rioso respiro delle immagini del-le sua l i r ica , i profumi chediffonde nelle righe, la legge-rezza con cui si dichiara, bensìentriamo nella forza con cui sfi-da le convenzioni. Lasciamociconquistare dalla sua sottile iro-nia, seguiamola quando con co-raggio difende il suo diritto adessere donna fino in fondo anchese questo dovesse significaretoccare l'oscurità e la pazzia cheogni sentimento nasconde.Per concludere, abbiamo credu-to non vi fosse modo miglioreper aprire questo spazio alla poe-sia e - in quanto donne - onora-re la data dell'8 marzo così pros-sima, che quello di rendereomaggio alla donna e alla poe-tessa che fu “Juana de Ameri-ca” ieri e che è, oggi, per chi neiversi ancora l'ascolta.
la gente d’italiaVenerdì 2 Marzo 200722
Juana, la figlia della naturaCULTURA - SPECIALE SUD AMERICA
Luis Sepùlveda lo sa bene, solo un poeta puòvolare al di là delle antenne e degli aquiloni, perquesto conclude la sua bellissima favola “Storiadi una gabianella e del gatto che le insegnò a vo-lare” con l'aiuto di un Poeta, un'anima buona concuore e occhi da aviatore. Il poeta porta il gattoZorba e la gabbianella Fortunata su un alto cam-panile e lì, finalmente, Fortunata apre le ali e vo-
la felice. È una verità universalmente riconosciuta: solodue poetesse possono scrivere degnamente di poe-sia. Così questa settimana Paola Lovisolo e LisaSammarco rendono omaggio alla poesia dell'uru-guayana Juana de Iparbourou, un omaggio a tut-te le donne del mondo in concomitanza all 'ap-prossimarsi dell'8 marzo.
Maura Gancitano, giovanissima scrittrice del rac-conto “Lampedusa”, selezionato da Mario De-siati per l'antologia “Best Off 2007” dell'atti-vissima Minimum Fax di Roma, traccia il quadrodella situazione della filosofia in Sud America.Soprattutto ne esiste una?Come sempre, buona lettura.
Te doy mi alma desnuda,como estatua a la cual ningún cendal escuda.
Desnuda como el puro impudorde un fruto, de una estrella o una flor;de todas esas cosas que tienen la infinitaserenidad de Eva antes de ser maldita.
De todas esas cosas,frutos, astros y rosas.Que no sienten vergüenza del sexo sin celajesy a quienes nadie osara fabricarles ropajes.
¡Sin velos, como el cuerpo de una diosa serenaque tuviera una intensa blancura de azucena!
¡Desnuda, y toda abierta de par en parpor el ansia de amar!
Ti do la mia anima nuda
«Ti do la mia anima» Traduzione di Lisa Sammarco
Ti do la mia anima nuda,come una statua che nessun zendado ripara.
Nuda come la casta impudenzaDi un frutto, di una stella o di un fiore;
di tutte queste cose che hanno l'infinitaserenità di Eva prima d'essere dannata.
Di tutte queste coseFrutti, astri e rose.
Che non hanno vergogna del sesso senza presagie a cui nessuno oserà cucire vestiti.
Senza veli! Come il corpo di una dea serenaChe avrà un intenso candore di giglio.
Nuda! Completamente libera per l'ansia di amarti
Te doy mi almadi Paola Lovisolo e Lisa Sammarcodi Paola Lovisolo e Lisa Sammarco
di Tdi Tonino Pintacudaonino Pintacuda
la gente d’italia Venerdì 2 Marzo 2007 23
N e l N o v e c e n t o s i è s t a t i p o r t a t i a
p e n s a r e c h e i p o p o l i m e r i d i o n a l i f o s -
s e r o c a p a c i d i f a r e b u o n a l e t t e r a t u r a ,
d i r a c c o n t a r e s t o r i e e p i c h e , m a n o n d i
f a r e f i l o s o f i a . P e r s i n o u n g r a n d e p e n -
s a t o r e c o m e H e n r y B e r g s o n s o s t e n e v a
c h e l a S p a g n a n o n a v e s s e u n a s u a f i l o -
s o f i a , m a s o l o r a c c o l t e d i p r o v e r b i .
E p p u r e , f i n o a p r o v a c o n t r a r i a , l a f i -
l o s o f i a è n a t a n e l M e d i t e r r a n e o , e a l -
l o r a n o n s i f a c e v a d i c e r t o a l l ' i n t e r n o
d i p o l v e r o s e b i b l i o t e c h e . Q u e s t a c o n -
v i n z i o n e , p e r ò , è s t a t a d i f f i c i l e d a a b -
b a t t e r e , t a n t o c h e n e l s e c o l o s c o r s o c ' è
s t a t a u n ' e g e m o n i a c u l t u r a l e d a p a r t e
d e i f i l o s o f i d e l l e n a z i o n i p i ù p o t e n t i ,
i q u a l i , d i v i d e n d o s i i n a n a l i t i c i ( i n -
g l e s i e a m e r i c a n i ) e c o n t i n e n t a l i ( f r a n -
c e s i e t e d e s c h i ) , h a n n o r e s o s t e r i l e i l
d i b a t t i t o e n o n h a n n o d a t o s p a z i o a
c o r r e n t i d i p e n s i e r o d i f f e r e n t i .
U N A “ F I L O S O F I A D E L L A L I B E R A -
Z I O N E ”
Q u e s t a s o t t o v a l u t a z i o n e è s t a t a a n c o r a
p i ù f o r t e n e i c o n f r o n t i d e i f i l o s o f i l a t i n o a -
m e r i c a n i . C o m u n e m e n t e s i p e n s a c h e q u e s t i
p e n s a t o r i , i n g e n e r e d i f o r m a z i o n e c a t t o l i -
c a , a b b i a n o d a t o c o n t r i b u t i v a l i d i s o l o i n
t e o l o g i a . I n r e a l t à l e c o s e s t a n n o d i v e r s a -
m e n t e .
L a f i l o s o f i a l a t i n o a m e r i c a n a n o n p u ò c h e
e s s e r e p r i m a d i t u t t o u n a f i l o s o f i a " s o c i a l e "
e " p o l i t i c a " : u n a " f i l o s o f i a d e l l a l i b e r a z i o -
n e " .
G i à n e l 1 8 3 8 , J u a n B a u t i s t a A l b e r d i a v e v a
s c r i t t o c h e " l a n o s t r a f i l o s o f i a d e v e n a s c e -
r e d a l l e n o s t r e n e c e s s i t à " . C i ò c h e i f i l o s o -
f i i n A m e r i c a L a t i n a h a n n o s e m p r e c e r c a t o ,
i n f a t t i , è s t a t a u n a l o r o i d e n t i t à , i l t e n t a t i -
v o d i c o m p r e n d e r e i l p r o p r i o m o n d o e i l p r o -
p r i o p a e s e a t t r a v e r s o l a r i f l e s s i o n e f i l o s o -
f i c a . N e l f a r q u e s t o , h a n n o d o v u t o r i s c o p r i -
r e l a s t o r i a s t e s s a d e l l ' A m e r i c a L a t i n a , p a r -
t e n d o d a i p o p o l i p r e c o l o m b i a n i , p a s s a n d o
p e r i l p e r i o d o c o l o n i a l e f i n o a d a r r i v a r e a l -
l a s t o r i a c o n t e m p o r a n e a .
D i v e r s a m e n t e d a q u a n t o a c c a d e i n a l t r i p a e -
s i , i n A m e r i c a L a t i n a l a f i l o s o f i a è o g g i
u n ' a t t i v i t à s t a b i l e , c h e c e r c a d i r i s p e c c h i a -
r e i b i s o g n i d e l l a c o m u n i t à e d i p e n e t r a r e
n e l l a s u a v i t a .
L A S C U O L A D I B U E N O S A I R E S
A n c h e q u a n d o s i è l i m i t a t a a i m p o r t a r e i l
d i b a t t i t o p r e s e n t e n e i p a e s i a n g l o s a s s o n i ,
p e r ò , l a f i l o s o f i a l a t i n o a m e r i c a n a h a s a p u -
t o d a r e u n a g r a n d e p r o v a d i o r i g i n a l i t à . E m -
b l e m a t i c a i n q u e s t o s e n s o è l ' e s p e r i e n z a d e l -
l a S c u o l a d i B u e n o s A i r e s , n a t a v e r s o l a f i -
n e d e g l i a n n i C i n q u a n t a e p a r a g o n a b i l e s o t -
t o m o l t i p u n t i d i v i s t a a q u e l l a i t a l i a n a , c h e
v i d e c o m e p r i n c i p a l e e s p o n e n t e N o r b e r t o
B o b b i o . F i l o s o f i d i v a r i a p r o v e n i e n z a , a p -
p a r t e n e n t i a u n a p a r t i c o l a r e v e r s i o n e d e l l a
f e n o m e n o l o g i a ( c o r r e n t e f i l o s o f i c a c r e a t a
d a E d m u n d H u s s e r l t r a l a f i n e d e l l ' 8 0 0 e l ' i -
n i z i o d e l ' 9 0 0 ) , a d o t t a r o n o i l m e t o d o a n a l i -
t i c o a p p l i c a t o a l d i r i t t o . A l c h o u r r ó n e B u l y -
g i n , i n p a r t i c o l a r e , v e n g o n o r i c o r d a t i p e r
S i s t e m i n o r m a t i v i ( 1 9 7 1 ) , u n l a v o r o c h e
r a p p r e s e n t a u n a s v o l t a n e l l a t e o r i a d e l s i -
s t e m a g i u r i d i c o , p o r t a t o a v a n t i c o n s t r u -
m e n t i l o g i c i p i ù r a f f i n a t i r i s p e t t o a q u e l -
l i u s a t i t r a d i z i o n a l m e n t e e c o n s i d e r a t o u n
t e s t o i m p r e s c i n d i b i l e p e r q u e s t ' a r e a d i r i -
c e r c a .
« E X I S T E U N A F I L O S O F I A D E N U E S T R A
A M E R I C A ! »
E p p u r e , a n c o r a o g g i , a l l a f i l o s o f i a l a t i -
n o a m e r i c a n a n o n v i e n e d a t o i l g i u s t o p e -
s o a l l ' i n t e r n o d e l d i b a t t i t o i n t e r n a z i o n a -
l e .
N o n o s t a n t e e s i s t a n o m o l t i t e s t i c r i t i c i c h e
r i f l e t t o n o s u l l a p e c u l i a r i t à d i u n a f i l o s o -
f i a i n A m e r i c a L a t i n a ( E x i s t e u n a f i l o s o -
f i a d e N u e s t r a A m e r i c a ? d i S a l a z a r
B o n d y, p e r c i t a r n e s o l o u n o ) e i n t u t t o i l
c o n t i n e n t e s e n e d i s c u t a i n c o n g r e s s i e
s e m i n a r i , s e m b r a c h e l e a l t r e t r a d i z i o n i
f i l o s o f i c h e c o n t i n u i n o a i g n o r a r e l ' i m -
p o r t a n t e c o n t r i b u t o c h e i p a e s i d e l S u d a -
m e r i c a p o t r e b b e r o d a r e .
I l a t i n o a m e r i c a n i s o n o a m m e s s i a l l ' i n t e r -
n o d e l d i b a t t i t o f i l o s o f i c o e s c l u s i v a m e n -
t e s e n e r i s p e t t a n o l e r e g o l e e a c c e t t a n o d i
l i m i t a r s i a l l a c r i t i c a .
Q u e s t i p e n s a t o r i , p e r ò , s t a n n o c e r c a n d o u n a
p r o p r i a a u t o n o m i a , u n m e t o d o , u n l i n g u a g -
g i o , d e l l e t e m a t i c h e c h e r i s p e c c h i n o l a l o r o
c u l t u r a , l a l o r o s t o r i a , e c h e p o s s a n o c r e a -
r e u n a d i s c u s s i o n e c o n c r e t a a l l ' i n t e r n o d e l -
l a p r o p r i a c o m u n i t à . I f i l o s o f i l a t i n o a m e r i -
c a n i n o n v o g l i o n o i m p o r t a r e d a i p a e s i s t r a -
n i e r i d e l l e c o r r e n t i d i p e n s i e r o , m a v o g l i o -
n o d a r e a l l a p r o p r i a f i l o s o f i a l a p o s s i b i l i t à
d i e s s e r e c o m p r e s a a n c h e n e g l i a l t r i p a e s i .
A d e s s o c h e l a s e p a r a z i o n e t r a a n a l i t i c i e
c o n t i n e n t a l i p a r e q u a s i s u p e r a t a , s e m b r a v e -
n u t o i l m o m e n t o d i d a r l e l a g i u s t a i m p o r -
t a n z a . A l l a d o m a n d a : “ E x i s t e u n a f i l o s o f i a
d e N u e s t r a A m e r i c a ? ” , q u i n d i , n o n s i p u ò
c h e r i s p o n d e r e d i s i .
P e r c o m u n i c a r e c o n l e r e d a t t r i c i d e g l i a r t i -
c o l i d i q u e s t a s e t t i m a n a p o t e t e s c r i v e r e a l -
l ' i n d i r i z z o g e n t e d i t a l i a u r u g u a y @ g m a i l . c o m
o , i n a l t e r n a t i v a , a l l ' i n d i r i z z o i n f o @ b o m b a -
s i c i l i a . i t
Existe una filosofia de Nuestra America!di Maura Gancitanodi Maura Gancitano
la gente d’italia 8Lunedì 5 Marzo 2007
LA SAGGEZZA DEI MODI DI DIRESfogliando il “Dizionario moderno” del 1905scopriamo che secondo Alfredo Panzini lafrase “Piove, governo ladro” nacque comedidascalia di una vignetta nell'annodell'Unità d'Italia.Era il 1861 e i mazziniani avevano preparatonei minimi particolari una dimostrazione aTorino; ma il giorno fissato una malignapioggia mandò all'aria il progetto. La rivistasatirica il “Pasquino” pubblicò con impecca-bile puntualità una vignetta di Casimiro Tejache raffigurava tre mazziniani che cercavanoriparo dalla pioggia e sotto mise la didascaliache sarebbe diventata proverbiale: “Governoladro, piove!”. Intuizione geniale che poidivenne il motto della stessa rivista.Oggi l'espressione “Piove, governo ladro!” è diven-tata di uso comune, buona a parodiare qualsiasi slo-gan contro il potere costituito, colpevole a priori pertutti i mali possibili e quindi, per assurdo, anche difar piovere.LA PIOGGIA POSTICIPATRICE Vi chiederete giu-stamente il motivo di questa parentesi eziologica: ilprimo marzo il Presidente della Repubblica TabaréVázquez doveva tenere la storica “informe a la ciu-dadanía sobre la gestión del Gobierno” all'ombradella statua d'Artigas realizzata dall'italianissimoscultore Zanelli. Ma la pioggia maligna ha colpitoanche il Governo uruguayano.
Ed per le condizioni atmosferiche inclementi è statoposticipato tutto all'indomani, il 2 marzo, unvenerdì di Quaresima.UN TRIPUDIO DI BANDIERE Per due ore e cin-quantacinque minuti in un tripudio di bandiere delFrente Amplio e dell'Uruguay hanno colorato laPlaza Indipendencia. Tenute per ovvi motivi di sicu-
rezza dietro alte transenne gialle che abbracciavanoil perimetro della piazza. Le stime, ballerine anchequi, indicano tra 50000 e 60000 persone. Un terzodella popolazione ha ascoltato attentamente il lun-ghissimo discorso del suo Presidente.OPERAZIONE TRASPARENZA Un evento storico,dai tempi bui della dittatura militare nessuno erasceso in piazza a rendere edotta la popolazione sulsuo operato, un'encomiabile operazione di traspa-renza, resasi necessaria anche per l'imminente arri-vo del Presidente George W. Bush. Il GovernoUruguayano doveva fugare ogni dubbio sul suo ope-rato dopo gli scandali dell'ultimo mese: il caso delSenador LeonardoNicolini, dichiaratosipovero per beneficiaredi una necessaria ope-razione e poi lo scan-dalo della gestionepoco trasparente deiCasinò della città.UN GOVERNO DISINISTRA La gentedoveva sapere, era unobbligo morale e consolennità il presidenteTabaré Vázquez èsceso in piazza con undiscorso limpido, lun-ghissimo e trapunto didati. Nessun argomen-to è stato tralasciato,dal costo della vitaall'inflazione, dalprezzo del petrolio altasso di disoccupazio-ne, dalla cultura al
prezzo della carne, dalle scelte atte a valorizza-re il Turismo e lo Sport all'Innovazione tecnolo-gica.Ministero per ministero, rigide scalette di datiper dimostrare contro ogni critica che questocontinua ad essere un governo di sinistra e nonun governo sinistrato: “ Falta mucho, perovamos bien”.COMPATRIOTAS TODOS L'esordio, dopo l'in-no nazionale, è solenne, con quel “Compatriotastodos” l'istantanea esigenza di puntualizzareche il discorso non era un atto di propagandapolitica, tanto meno una collezione di pubblichescuse. Chi lo pensa “se equivoca”. Il discorso èstato un atto per far conoscere alla popolazione“quello che il Governo ha realizzato, quello chesta realizzando e quello che si propone di rea-
lizzare nel 2007”.IL SOGNO DI TUTTI La conclusione coincide conla legittima aspirazione alla felicità per tuttol'Uruguay per realizzare i sogni di tutti i suoi figli,uniti si può.Speriamo di sbagliarci ma, se abbiamo sentito bene,durante le due ore e cinquantacinque minuti non èstato fatto neppure un minimo accenno al futurodella lingua italiana in Uruguay.Come sempre, forse un po' più amareggiati, hastaluego!
Due ore e cinquantacinque minuti per ribadire la legittima aspirazione alla felicità dell'Uruguay
DIARIO URUGUADIARIO URUGUAYYANOANO
di Tdi Tonino Pintacudaonino Pintacuda
IL PRESIDENTE TABARÉ VÁZQUEZ IN PLAZA INDIPENDENCIA
la gente d’italiaMartedì 6 Marzo 20076
Q uando nel 1873 s i scatenò unate r r ib i l e ep idemia d i co le ra ,Montevideo non poteva immaginareche questa sciagura s i sarebbe pro-t r a t t a pe r c inque ann i , mie t endonumerose vi t t ime e rendendo cosìnecessa r i a l a cos t ruz ione d i unnuovo cimitero. La zona indicata fuque l l a a l l e spa l l e de l po r to de lBuceo - l ievemente decentrata - per-ché la cresci ta del la necropol i nonfosse vincolata da l imit i urbanis t ic icome invece e ra accadu to pe r i lCentral , i l c imitero più ant ico del lacapi ta le .La scul tura i ta l iana fa i l suo esordioal c imitero del Buceo nel 1885 conla f igura del pescatore del la tombadi Pedro C. Bal lef in: un 'opera che èa metà t ra un vago real ismo social i -s ta - a l la Minatore di Enrico Butt i -e un cer to compiacimento romanticoda operet ta , di lagante in quegl i s tes-s i anni a l c imitero di Stagl ieno. Nontardano però a sopraggiungere letombe con una i conogra f i a p iùdichiaratamente borghese, pr ima fratu t t e que l l a d i Juan Ba t t i s t aStar icco, r iproposta in segui to daDomenico Carl i s ia nel c imitero diGenova che in quel lo di Varazze.Benché in auge in I ta l ia da almenoun decennio, le scenet te di bambineben ves t i t e come g l i ep i sod i d icar i tà cr is t iana o i l r i fer imento puntuale a det-tagl i di vi ta borghese segui tano a soddisfare ler i ch ies te de l l a borghes ia i t a l i ana , come d iquel la montevideana. Tra i tant i scul tor i rag-gruppabi l i in questo f i lone meri ta di esserenominato Alessandro Biggi che a Montevideoopera solo per i l Buceo. La tomba Facio infat-t i è capace di coniugare le aspet ta t ive del lacommit tenza borghese, che ama r iconoscers i apieno nel le immagini scolpi te , e a l contempodi tes t imoniare la sol ida formazione accademi-
ca di Biggi . L ' iconograf ia del la donna sedutain pol t rona, in tut te le sue var iant i , ha infat t iampia diffusione nei c imiter i del la Penisola apar t i re a lmeno dagl i anni set tanta .
I l Buceo vede i l proprio al les t imento in anni incui la cur iosi tà a t torno ai gruppi scul torei pro-venient i dal l ' I ta l ia s i va aff ievolendo: lo dimo-stra la scarsa bibl iograf ia r i fer i ta a l la necropo-l i e a i s ingol i monumenti . Una eccezione inquesto senso è la tomba Pir ia che almeno vantaun 'es igua a t tenz ione da par te de l la s tampa
locale , affascinata in real tà piùdal le imprese del commit tente chedal valore effet t ivo del la longi l i -nea f igura scolpi ta da GiovanniScanzi . I l tema del la sogl ia comeconfine t ra la vi ta e la morte , cheha ampia diffusione in I ta l ia eanche al la Recoleta , t rova invecerar i ss imi esempi a Montevideo .Come pure la t ipologia del sepol-cro in bronzo e grani to compare alBuceo solo nel 1899 e per operad i Fe l ix More l l i . Memore de imonumenti real izzat i dal lo s tessoMorel l i per i l c imitero Central , lafamigl ia Imenarr ie ta aff ida infat t ii l proprio sepolcro al lo scul torei ta l iano che lo r i so lve secondoquel la che sarà una nota carat ter i-s t ica di Morel l i : un al to pi las t roquadrango la re , so rmon ta to da ir i t ra t t i dei defunt i , d iviene l 'ap-poggio ideale di un grande ange-lo. Di l ì a poco infat t i egl i avreb-be ot tenuto anche l ' incar ico per latomba Medeiros con la costantedel la presenza di angel i dal l 'am-b igua sensua l i t à . I l l egame t raamore e morte ha intr iso l ' icono-graf ia e la poet ica i ta l iana d ' ini-zio secolo e Morel l i non fa ecce-z ione . Tra i l 1906 e i l 1909Giovanni Azzarini , abi le scul tore-imprendi tore e deus ex machina di
buona par te de l la monumenta l izzaz ione de lCentral , col loca due grandi angel i di saporemonteverdiano: uno per la tomba Rossel lo euno per la tomba Corominas. Propone poi uncerto aggiornamento r ispet to a Stagl ieno conl ' imponente tomba di Demetr io Del Cerro, pernegare in segui to quals ias i t ipo di svecchia-mento l inguis t ico con i monumenti successivi .A part i re dal pr imo decennio del Novecento i lBuceo offre l 'occasione per ammirare a lcunip icch i d i p las t i ca i t a l i ana , qua l i l e tombe
Un parco d'arte italianaalle spalle del Rio de la Plata
DIARIO URUGUADIARIO URUGUAYYANOANO
di Tdi Tonino Pintacudaonino Pintacuda
SPECIALE GENIO E ARTE ITALIANA PER FAR GRANDE MONTEVIDEO
Continua il nostro viaggio alla scoperta dei gioielli italiani di Montevideo, grazie anche a una guida eccezionale come Cristina Beltrami.L'autrice dell'articolo di oggi ha dedicato la sua ricerca di dottorato alla “Statuaria italiana tra la metà dell'Ottocento e il primo ven-tennio del Novecento a Montevideo”. Anticipiamo che, entro la fine dell'anno, proprio questa ricerca uscirà sotto forma dicatalogo.Immergiamoci nel Cimitero del Buceo, espressione altissima dell'arte italiana.
di Cristina Beltramidi Cristina Beltrami
la gente d’italia Martedì 6 Marzo 2007 7
b i s to l f i ane e i l nudo sco lp i to daDemetr io Paernio per la tomba DeAllende. I due marmi che lo scul tored i Casa le Monfe r ra to inv ia aMontevideo sono entrambi su com-missione pr ivata e in I ta l ia è nota dasempre la loro sor te . Nel 1905 infat t il 'Olocausto per la tomba Crovet to èesposto al la Biennale di Venezia conla d idasca l i a ( "L 'o locaus to -Monumento fune ra r io Crove t to ,Montevideo, 1903") che ne dichiaragià la dest inazione.
Nove anni più tardi è inaugurato i lmonumento ad Angel Giorel lo , dove ir imandi l iber ty e s imbolis t i s i sonostemperat i per lasciare spazio ad unasi lenziosa processione di nudi miche-l ang io lesch i . F igura d i sp icco de lBuceo è però senza dubbio i l cremo-nese Aris t ide Bassi . A lui infat t i s ideve l a t omba Amegl io che ne l l esoluzioni iconograf iche t iene presen-te i l v ic ino monumento Crovet to diB i s to l f i ; s egu i to da l monumen toSaint Bois forse t ra i p iù not i del lanecropol i . Quest 'u l t imo mostra unascena al legorica in cui i l v i r tuosismodi Bassi s i manifesta a t t raverso laresa degl i sforzi f is ic i e l 'avvi luppar-s i dei corpi . Una soluzione s t i l is t icadi questo t ipo è naturalmente inim-mag inab i l e s enza t ene r con to de lco invo lg imen to d i Bass i ne l can t i e re de lPalazzo Legis la t ivo dove ha potuto ammirare ibozzet t i d i Giannino Cast igl ioni .Si col loca invece negl i anni t renta la scenabronzea del Cris to nel l 'Orto dei Getsèmanidel la tomba Rodriguez in cui Bassi s i f i rmacome "constructor de monumentos funebres" ,confermando una special izzazione che proba-bi lmente condivideva con tant i laborator i uru-
guaiani .L ' intenso commercio di marmi dal le aree delcentro e nord d ' I ta l ia non cessa comunque pertut to i l pr imo t rentennio del Novecento; lod imos t r ano imponen t i monumen t i come l atomba Perratone e la tomba Delf ino. Entrambepropongono un tardo sapore l iber ty e proven-gono dal l 'area toscana che è inevi tabi lmenteanche in contat to con le cave carraresi a loro
vol ta in pos-sesso di ot t i -mi canal i colSudamerica.Si t ra t ta peròd i mode l l is te reot ipa t i eanche p iu t to-s to f rus t i s ep a r a g o n a t ia l l e impresed e c o r a t i v ede l l e ope rea r c h i t e t t o n i -che o de l l ee s p o s i z i o n ii n t e r n a z i o n a -
l i . I l monumento a Juan Podestache da ta 1927 esp l i c i t a que -st 'u l t imo concet to: esso è anco-ra legato a l l ' iconograf ia ot to-centesca del l 'anima consolatr i -ce ed è s t i l is t icamente vicino aibis tolf ismi dei pr imi anni delseco lo . I documen t i po r t anoperò la f i rma di Antonio Biggi -erede di Alessandro - a dimo-strazione di come le bot teghei ta l iane cont inuassero, di padrein f igl io , a seguire le danaroserot te d 'ol t reoceano.Vi sono anche cas i con t r a r i ,ovvero di scul tor i che t rovanola propria fonte di guadagno neicircui t i del le grandi esposizioniin t e rnaz iona l i , e t r a ques t iAmleto Cataldi che, nel 1923,pa r t ec ipa a l l 'Espos i z ioneUff i c i a l e d 'Ar t e I t a l i ana aBuenos Ai re s incon t randoimmedia t amen te l ' a cqu i r en teper due del le t re opere esposte .In questa s tessa occasione egl ientra in contat to col facol tosoLuigi Podesta che acquis ta unmarmo per la propria tomba alBuceo.È interessante , a l f ine di unaana l i s i de l l a d i f fus ione d imodel l i i ta l iani in suolo uru-gua iano , segna la re una cop ia
del Minatore di But t i ' seduto ' sul la tombaRaffo: e l hombre vencido por e l Trabajo puòevidentemente eserci tare i l suo fascino ancoranel 1925.Se i l Central è i l monumento al l 'ant ica ol igar-chia uruguaiana, i l Buceo, con i suoi ampispazi di inumazione, r ispecchia l 'a l largamentodemograf ico del la capi ta le e l 'affermarsi diuna generale "borghesizzazione" del la sepol-tura . Salvo alcune eccezioni , le tombe s i r isol-vono in r iproduzioni meccaniche di angel i ,angiolet t i e cr is t i , molt i provenient i da unaser ie di laborator i local i , che sono ora ingrado di far f ronte a l la r ichiesta del mercato.I l monumento i ta l iano r imane uno s ta tus sym-bol a cui però col tempo viene r ivol ta menoat tenzione: dagl i anni vent i infat t i le tombesembrano apprezzate più per la loro monu-mental i tà - in concomitanza con una esplosio-ne decò del l 'archi te t tura c i t tadina - che per laloro provenienza. I l fa t to che anche i l PalazzoLegis la t ivo venga rea l i zza to con mate r i a l ilocal i probabi lmente f rena la corrente d ' im-portazione di costosi marmi i ta l iani .
la gente d’italiaMercoledì 7 Marzo 20076
Ospedale Italiano "Umberto I".Bulevar Artigas 1832, tra AvenidaItalia e Calle Canning (CiudadNovísima).Progetto originario del 1884; inau-gurato nel 1890.Dichiarato Monumento Storico nel1975 (Resolución 1280/975).Sede dell'Ospedale Italiano“Umberto I”.
***FIN DAL 1884, anno in cui stavalavorando ai progetti del Teatro Solíse di Casa Buxareo, l'instancabileAndreoni aveva in mente un grandiosoprogetto per l'Ospedale Italiano diMontevideo.La lunga e tormentata storiadell'Ospedale Italiano di Montevideonon inizia però nel 1884: l'idea di costruire un ospe-dale nacque già alla metà dell'Ottocento e fu conse-guenza di una reale necessità sentita della colletti-vità italiana, dato che l'unico sanatorio funzionantea Montevideo all'epoca era l'Hospital de Caridad,scarso di mezzi ed ovviamente insufficiente a soddi-sfare le esigenze della sempre più numerosa popola-zione montevideana.La costruzione del primo ospedale italiano sembròconcretarsi ufficialmente nel 1853, dopo che GiovanBattista Capurro, ricco italiano immigrato inUruguay e padre del più noto ingegnere Alberto,donò all'allora Re di Sardegna, Vittorio Emanuele II,un terreno di sua proprietà nella Ciudad Nueva, trale Calles Soriano e Paraguay, perché vi fossecostruito l'ospedale della collettività italiana. Talesimbolica donazione, intrisa di sentimento patriotti-co, fece della realizzazione dell'Ospedale Italianoquasi un dovere etico e morale della collettività ita-liana residente a Montevideo nei confronti sia dellapatria lontana sia del suo Re, che continuava a con-siderare la figura simbolo della propria identità
nazionale.La notizia della costruzione di un ospedale italianoa Montevideo fu subito accolta con grande entusia-smo patriottico non solo dall'orgoglioso Re, che nefu il principale sostenitore finanziario e che ne seguìgli sviluppi attraverso i suoi rappresentanti diploma-tici in Uruguay, ma anche dagli Italiani residenti aMontevideo e in altri Paesi sudamericani che invia-rono i loro contributi monetari. LA COSTRUZIONE, INIZIATA NEL 1854, SIPROTRASSE FINO AL 1872, senza per altro vede-re terminato l'edificio, alternando periodi di alacrelavoro a interruzioni dovute a mancanza di fondi ealle sanguinose guerre civili che paralizzavano losvolgersi delle attività a Montevideo. Nonostante ilavori continuassero, anche se piuttosto stancamen-te, iniziarono ad emergere i limiti del progetto e del-l'ubicazione del futuro ospedale: soprattutto le scar-se condizioni igieniche e la carenza di spazi, dovutialla posizione dell'edificio in una zona troppo cen-trale della città, convinsero la ormai disillusa colo-nia italiana che fosse il caso di intraprendere la
costruzione di un nuovo ospeda-le, realmente rispondente alla suafunzione sanitaria. Nel 1872 sifece per la prima volta strada l'i-dea di vendere l'edificio, ormairitenuto inutile e non ancora ter-minato, per costruirne un secondoin un luogo ritenuto più idoneo.Si dovettero aspettare però alcunianni prima di trovare il terrenopiù adatto alla costruzione delnuovo ospedale: finalmente, nel1876, la collettività italiana rice-vette da parte di un privato l'of-ferta di un terreno di 21.820 metriquadrati di superficie a TresCruces, una zona che, trovandosial di fuori dei limiti della CittàNuova, era all'epoca praticamente
disabitata ma che, dalla fine del XIX secolo, diven-terà il centro della Città Nuovissima, ulterioreespansione urbana di Montevideo. Restava il proble-ma di vendere il primitivo ospedale per far frontealla nuova spesa: nel 1882 la loggia massonica delGran Oriente del Uruguay comprò l'edificio renden-do finalmente possibile, il 19 gennaio del 1883, l'ac-quisto del terreno di Tres Cruces ad un prezzo di 465millesimi di pesos alla vara quadrata. In realtà,dopo una più accurata misurazione, il terreno acqui-stato risultò maggiore. Lo Stato uruguayano, pro-prietario dei lotti eccedenti, decise allora di farnedono alla collettività italiana come apporto alla fina-lità sociale dell'opera: alla fine, dunque, il terrenoedificabile risultò di 22472 metri quadrati. Il 4 otto-bre 1883 la Commissione Edilizia dell'Ospedaledichiarò in pubblica scrittura di cedere il possessodell'intero terreno a Sua Maestà il Re d'Italia, che nedivenne unico simbolico proprietario. IL 12 OTTOBRE 1883 fu ufficialmente redatto ilnuovo Statuto fondamentale della Pia Opera deno-minata Ospedale Italiano in Montevideo: "Il fine
Luigi Andreoni e l'OspedaleItaliano di Montevideo
DIARIO URUGUADIARIO URUGUAYYANOANO
di Tdi Tonino Pintacudaonino Pintacuda
U N A R C H I T E T T O I N G E G N E R E I TA L I A N O I N U R U G U AY:
Montevideo s'è svegliata presto, la città si prepara ad accogliere il Presidente degli Stati Uniti d'America George W. Bush.Da questa visita il piccolo grandeUruguay s'attende giustamente grandi cose, qualche certezza in più nel cammino verso la realizzazione della sua felicità, come ha rimarcato il PresidenteVasquez nel suo dettagliattissimo discorso in Plaza Indipendencia. E, mentre la città si veste a festa, sorvegliata a vista con assoluta discrezione, noi conti-nuiamo il nostro viaggio alla scoperta dei gioielli dell'arte italiana.Perché è innegabile: Montevideo tracima di italianissimi gioielli architettonici.Anche oggiabbiamo l'onore d'ospitare una studiosa di tutto rilievo: Ilaria Busetto che ha dedicato anni d'appassionato studio alla storia di Luigi Andreoni e dell'Ospedaleitaliano. Ecco la prima delle tre puntate: dal concorso per l'assegnazione del progetto dell'Ospedale Italiano al viaggio in Italia di Andreoni
di Ilaria Busetto di Ilaria Busetto
la gente d’italia Mercoledì 7 Marzo 2007 7
della Comunità è aprire nel terrenodi S.M. il Re d'Italia uno stabili-mento di beneficenza destinatoall'asilo e all'assistenza degli italia-ni, così come dei cittadini orientalie di altre nazionalità, dietro i rego-lamenti che si dettino. Il patrimo-nio è formato dal terreno, l'edifi-cio, le somme donate dai primicontribuenti, quelle risparmiatedalla Commissione Edilizia, lecontribuzioni volontarie dei privatie da qualsiasi specie di proventi".Fonte preziosissima cui faremocontinuo riferimento nella ricostru-zione della storia del secondoOspedale Italiano è la Notizia sto-rica dell'Ospedale Italiano pubbli-cata dalla sua Commissione Edilizia a cura diFrancisco Berra, rappresentante legale dellaCommissione, che raccolse in un volume, pubblica-to a Montevideo nel 1897, tutti i verbali delleassemblee relativi alla lunga e tormentata storiadella realizzazione dell'edificio.Nel mese di ottobre del 1883 la CommissioneEdilizia dell'Ospedale, di cui era Presidente, perstatuto, il Console d'Italia in rappresentanza del Re,indisse un concorso pubblico per la costruzione del-l'opera: i progetti, che avrebbero dovuto essere pre-sentati entro il 30 dicembre del 1883, erano vinco-lati dalla realizzazione di venti infermerie per due-cento malati e, per ovvie ragioni economiche, dove-vano prevedere la costruzione dell'edificio in partisuccessive. Condizioni imprescindibili nella proget-tazione delle infermerie erano la loro corretta espo-sizione al sole e la separazione di esse attraversogiardini interni. Si stabilì inoltre che al vincitoredel primo premio fossero consegnati quattrocentopesos, duecento al secondo e cento al terzo.Fu proprio a partire dal concorso pubblico che scop-piò quello che chiameremo il "caso dell'OspedaleItaliano" che vide protagonisti la CommissioneEdilizia ed il nostro Andreoni, ma che coinvolsetutta la collettività italiana protraendosi, in un cre-scendo di polemiche, fino all'inaugurazione delgrandioso edificio. I TRE PROGETTI Il 30 dicembre 1883 furonopresentati alla Commissione Edilizia dell'Ospedaletre progetti; altri tre ne furono presentati il giornoseguente, "Più quello di Andreoni, che non potéconsegnarlo il giorno anteriore perché, essendofestivo, trovò chiusa la Segreteria di mattina e disera, non trovò in casa il Primo vicepresidente, edovette depositarlo presso il Consolato d'Italia. Sidiscusse calorosamente nei giorni 31 dicembre e 4gennaio 1884 se questi piani verrebbero ammessi,in virtù del fatto che il Signor Console certificavacirca l'ingegnere Andreoni". Grazie al consenso deipartecipanti al concorso che avevano presentato iprogetti entro la data ultima del 30 dicembre, tutti i
progetti vennero comunque accettati e fu, quindi,nominata una Commissione Scientifica composta dasei medici e tre ingegneri - tra i quali AchilleMonzani, amico e, come vedremo, futuro socio diAndreoni - per giudicare i lavori e scegliere il vin-citore.Andreoni però, inspiegabilmente, aveva nel frat-tempo deciso di ritirarsi dal concorso "per delica-tezza" - termine piuttosto ambiguo, che non spiegala reale motivazione di tale scelta - e "fu costretto"- anche qui oscuramente - a ricusare la nomina dimembro della Commissione Scientifica che a quelpunto, non essendo più in concorso, laCommissione Edilizia dell'Ospedale gli aveva pro-posto. SEI PROGETTI E SEI PSEUDONIMI Alla fine,dunque, i progetti in gara al concorso risultaronosei, tutti presentati con pseudonimi: il 6 marzo1884, dopo giorni di discussioni, la CommissioneScientifica concluse che nessuno dei progetti eraabbastanza soddisfacente da vincere il primo pre-mio. Decise, quindi, di attribuire soltanto il secon-do premio, vinto dal costruttore Matteo Astengo yDíez, che guadagnò i duecento pesos previsti. "Lostesso giorno in cui si prendeva questa risoluzionesi ricordò che l'ingegner Andreoni aveva preparatodei piani per il concorso, e si disse che l'ingegneresignor Alberto Capurro ne aveva intrapresi altri daparte sua. In vista di questo l'avvocato Corte, reg-gente il Consolato, propose s'invitassero dettisignori a concorrere; e, approvata l'idea, si stabilìpremiare con quattrocento pesos il progetto cheottenesse l'accettazione". Capurro non poté accetta-re l'invito della Commissione a presentare il suoprogetto per il giorno convenuto, quindi l'unico pro-getto da prendere in esame rimase quello diAndreoni. Certo, appare alquanto arbitraria la deci-sione della Commissione di aggiudicare a priori ilprimo premio a dei progetti che non solo non eranoin concorso, ma che neppure aveva avuto modo divisionare. Vedremo che, effettivamente, tale deci-sione, sulla quale il Berra si sofferma in maniera
volutamente - a parer nostro -laconica, si trascinerà dietro dellepolemiche poco piacevoli. LA VITTORIA DI ANDREONIIl primo maggio del 1884 laCommissione, della quale conti-nuava a far parte l'ingegnereMonzani, dopo aver esaminato iprogetti di Andreoni, decise diassegnargli il primo premio:"Dopo un minuzioso esame isignori ingegneri e medici furonounanimi in lodare il progettosuindicato, pe' suoi meriti e van-taggi, per le buone distribuzionidelle località, per la sua buonaarchitettura, il buon gusto delladecorazione e l'armonia, la mae-
stà e la severa eleganza dell'insieme, stimandomolto accettabile il progetto sotto questo rapporto.Relativamente alla parte igienica, quantunque locreda ugualmente accettabile e degno di elogi inquasi tutte le sue parti, ha osservato un inconve-niente assai rilevante, quale si è l'insufficienteesposizione al sole di alcune delle sue infermerie.Ciò proviene dall'orientazione, forma ed estensionedel terreno, poco sufficiente per il numero di infer-merie che si desiderano costrurre, obbligandol'Autore del progetto a destinare poco spazio peigiardini. Ciò non ostante, la Commissione scientifi-ca giudica che il buon criterio della Commissioneedilizia potrà rimediare in gran parte questo difettosopprimendo alcune delle infermerie centrali, e virimedierà del tutto acquistando maggiore area diterreno per ingrandire i giardini.". Inoltre, aggiungeBerra, "quantunque il valore scientifico d'un lavoroè giudicato indipendentemente dalle qualità perso-nali dell'Autore, dalle persone competenti non pote-vano difettare di valore morale per la Commissioneedilizia la circostanza del concetto che già godeval'ingegnere Andreoni quale uomo di competenzatecnica e di carattere onesto, e quella d'aver egliricevuto nel 1875 il suo diploma d'ingegnere nellaRegia Scuola d'applicazione di Napoli, dopo esserestato classificato il primo per ordine di merito fracinquanta laureandi". IL PROGETTO ORIGINALE Il progetto origina-le dell'Ospedale Italiano, che poi Andreoni saràcostretto a modificare e a ridimensionare per moti-vi economici, era davvero grandioso: l'edificio, per-corso in tutto il suo perimetro da un corridoio ester-no cadenzato da arcate, avrebbe dovuto avere unamonumentale facciata di 270 metri, interrotta nelmezzo da un grandioso portale di accesso, quasi unasorta di arco trionfale - mai realizzato, come vedre-mo - che, attraverso una galleria coperta da unavolta a botte, conduceva ad un giardino interno.Ognuna delle venti infermerie previste, costruite apadiglioni isolati, secondo la tendenza delle piùmoderne regole igienico-sanitarie, sarebbe stata
la gente d’italia 8Mercoledì 7 Marzo 2007
affiancata da un giardino rigoglioso divegetazione, ambiente fondamentale perottenere una corretta aerazione ed unasufficiente illuminazione interna, non-ché motivo di sollievo estetico nella"casa delle sofferenze". L'INSODDISFAZIONE COLLETTI-VA La decennale storia della costruzionedell'Ospedale Italiano fu segnata, fin dal1853, dalla sempre più forte insoddisfa-zione della collettività italiana, inizial-mente entusiastica sostenitrice dell'im-presa non solo dal punto di vista senti-mentale e patriottico ma soprattutto eco-nomico, per l'operato, apparentementepoco chiaro dal punto di vista finanzia-rio, delle varie Commissioni Edilizieche si succedettero negli anni.I periodici italiani dell'epoca stampati aMontevideo, che dedicarono ovviamentemolto spazio al "caso dell'OspedaleItaliano" e che si crogiolarono nellepolemiche, forniscono una visione com-pletamente diversa rispetto a quella uffi-ciale di Berra. In particolare, è interes-sante ciò che "La colonia italiana" pub-blicò il 15 agosto 1886, nel mezzo, comefra breve vedremo, di un'accesa polemi-ca tra Andreoni e la Commissione Edilizia, da unlato, ed il costruttore Tosi dall'altro. Il periodico ita-liano afferma, infatti, che la Commissione avrebbescelto i progetti di Andreoni, a scapito di quelli diAstengo y Díez, giudicati - non sappiamo su qualibasi - non solo più belli ma anche più economici efunzionali nella realizzazione, senza sentire il pare-re di una Commissione tecnica. QUATTROCENTO PESOS PER UN GIOIELLOApprovato, quindi, il progetto di Andreoni, gli furo-no consegnati i quattrocento pesos del primo pre-
mio, e si decise di dare inizio ai lavori preliminarialla costruzione dell'edificio. In un primo momento,si sarebbero costruite soltanto le prime quattroinfermerie a partire dall'attuale Avenida Italia, per-ché la realizzazione dell'intero progetto superavanotevolmente, nella sua grandiosità, il costo che laCommissione aveva previsto per la realizzazione ditutta l'opera. Il resto sarebbe stato costruito in unsecondo momento.Essenziale, per dare inizio ai lavori, era la nominadel direttore dei lavori. Andreoni si propose per l'in-
carico chiedendo un compenso del due emezzo per cento: il 9 giugno 1884 laCommissione accettò la proposta dell'inge-gnere sia perché, in quanto autore del pro-getto, era sicuramente la persona più adat-ta per dirigere l'opera, sia perché consi-derò la richiesta economica di Andreoni"Tenue, avuto riguardo a quella che siusava nel paese ed a quella che avevanoanteriormente domandato altri ingegneri". L'INCONTRO CON IL RE D'ITALIAAndreoni, però, non poté incaricarsi dasubito dell'impegno: comunicò, infatti,alla Commissione che doveva recarsi inItalia "Per brevissimo tempo" e, approfit-tando del suo viaggio, la Commissione glidiede il privilegiato incarico di consegnareal Re d'Italia Umberto I una veduta foto-grafica della prospettiva del futuroOspedale Italiano. Purtroppo, non sappia-mo quale fosse la ragione che spinseAndreoni ad affrontare nuovamente, que-sta volta al contrario, il lungo viaggioverso l'Italia né verso quale città si siadiretto. Possiamo però ipotizzare, alla lucedei fatti avvenuti al ritorno dell'ingegnerea Montevideo, che abbia visitatol'Esposizione Nazionale di Torino del 1884
in cui Alessandro Cruto espose la sua straordinarialampadina elettrica: tornato in Uruguay nei primimesi del 1885, Andreoni, in qualità di rappresentan-te della ditta torinese di Alessandro Cruto, si occu-perà, infatti, della diffusione del nuovo sistema diilluminazione elettrica a Montevideo. Comunque, il venti settembre 1884 Andreoni si tro-vava a Monza dove, con grande risonanza dellastampa nazionale, fu ricevuto con grandi onori dalRe Umberto I: "Nel medesimo giorno in cui aMontevideo compievasi la cerimonia della colloca-zione della pietra fondamentale, a Monza l'ingegne-re Andreoni veniva ricevuto da Sua Maestà il Re,padrino dell'opera, al quale presentò un indirizzo euno stupendo disegno in prospettiva dell'opera. IlRe diede ad Andreoni una speciale prova di sovranabenevolenza trattenendolo seco a colazione". Fu intale occasione che il Re, entusiasta del progettodell'Ospedale Italiano, nominò Andreoni Cavalieredell'ordine della Corona d'Italia. IL SIGARO DEL RE Quello che le fonti ufficialinon dicono è che il Re fece dono ad Andreoni di unsigaro che l'ingegnere custodì gelosamente all'inter-no di un piccolo cilindro di vetro con un bigliettinoautografo che ne spiega la provenienza: quel sigaro,al quale Andreoni teneva come ad un cimelio, sitrova ancora oggi in quella che fu la casa di campa-gna di Andreoni, l'estancia "Belvedere".
Fine della prima puntata
LUIGI ANDREONI nacque a Vercelli nel 1853e, dopo aver studiato ingegneria civile nelleScuole di applicazione di Torino e di Napoli, siimbarcò in una nave che salpava versol'America. IL 25 AGOSTO DEL 1876 SBARCÒA MONTEVIDEO. Nonostante in quegli anni lasituazione politica e sociale dell'Uruguay fosseparticolarmente caotica, Andreoni seppe con-quistare uno spazio privilegiato all'internodella fiorente colonia italiana.NELLA SUA LUNGA CARRIERA abbracciòtutte le tipologie edilizie realizzando alcuni frai più importanti edifici di Montevideo (ClubUruguay, Banco Inglés, Banco Italiano,Stazione Centrale, Teatro Stella d'Italia,Ospedale Italiano) si dedicò ad importantissimiinterventi territoriali, ottenne numerosi incari-chi pubblici e fu celebrato dai contemporaneiquale personalità di spicco dell'élite culturaleuruguayana.A MONTEVIDEO, che così generosamente loaveva accolto, importò l'arte e la cultura italia-ne ma anche lo spirito scientifico e liberale delPiemonte progressista. Dopo sessant'anni diresidenza in Uruguay, morì a Montevideo il 20maggio del 1936 _ _ _
Ilaria Busetto (1972) si è laureata in“Conservazione dei Beni Culturali” pressol'Università Ca' Foscari di Venezia con una tesidal titolo “Un architetto ingegnere italiano inUruguay: Luigi Andreoni” (1853-1936).NEL 2000 ha ottenuto un assegno di ricercabiennale sulla scultura italiana in Argentina traXIX e XX secolo e nel 2003 si è specializzata in“Storia delle Arti e Conservazione dei BeniArtistici” con la tesi “La scultura italiana inArgentina tra XIX e XX secolo”.HA COLLABORATO con contributi scientifici erecensioni di libri di arte con le riviste “VeneziaArti”, “Il veltro”, “Critica d'arte” e“Notiziario bibliografico”.DAL 2004 AL 2006 è stata schedatrice di beniculturali ecclesiastici per la Diocesi di Padovanell'ambito del progetto della ConferenzaEpiscopale Italiana di inventariazione delpatrimonio ecclesiastico italiano.ATTUALMENTE lavora a Venezia presso unasocietà di servizi culturali
la gente d’italiaGiovedì 8 Marzo 20076
L uigi Andreon i r i en t ròa Montev ideo ne i p r imig i o r n i d i g e n n a i o d e l1885 . Nel f ra t t empo , il a v o r i p r e l i m i n a r i a l l ac o s t r u z i o n ede l l 'Ospeda le , in iz ia t i i l3 novembre 1884 , e ranoprosegu i t i so t to l a d i re -z i o n e d e g l i i n g e g n e r iZ a n e t t i e M o n z a n i ,n o m i n a t i s u o i s o s t i t u t iduran te l a sua assenzada Montev ideo . Al suor i to rno , l a Commiss ioneg l i comunicò che avevadec i so d i acqu i s ta re unam a g g i o r s u p e r f i c i e d it e r r e n o c o m p r a n d o d e ilo t t i ad iacen t i a que l log ià in suo possesso : fuc o s ì c h e a l t r i 6 . 2 9 0met r i quadra t i s i r e se ro d i spon ib i l i a l l a g iàampia super f i c ie ed i f i cab i l e . In rea l t à , l ' ac -qu i s to d i una maggiore porz ione d i t e r renoera g ià s t a ta ausp ica ta da l lo s t esso Andreon ia l f ine d i ampl ia re i g ia rd in i e l e in fe rmer ierendendo l ' ed i f i c io p iù funz iona le da l pun tod i v i s t a i g i e n i c o - s a n i t a r i o . A n d r e o n i s ia ff re t tò , qu ind i , a modi f i ca re in t r e pun t i i lp roge t to o r ig ina r io e ne so l l ec i tò l ' approva-z ione a l Min i s te r io de Obras Pub l icas conuna l e t t e ra de l p r imo g iugno 1885: o l t r e a l l a"es tens ión mayor de los j a rd ines en t re l a sen fe rmer í a s " e a l l a "dob le pa red de l a senfe rmer ías en los f ren tes a l Es te que no sonabr igados de l a l luv ia con pór t i cos como loson a l Oes te" , l a modi f i ca p iù impor tan te èl ' " e n s a n c h e d e l f r e n t e a l C a m i n o 8 d e
Octubre" - a t tua le Avenida I t a l i a - . "E l f ren-te p r imi t ivo e ra e l de una enfe rmer ía , mien-t ras ahora es compues to de los f ren tes dedos , un idas en t re e í por un pór t i co de t r esa reas" . Ques ta va r iaz ione de l p roge t to è ogg iv i s ib i l e ne l sugges t ivo coronamento a t r ea rch i e dopp ia se r l i ana d i que l l a che , dopo i lde f in i t i vo r i d imens ionamen to de l p roge t t oper rag ion i economiche , d iven te rà l a f acc ia tapr inc ipa le de l l 'Ospeda le .
I PRIMI PROBLEMI: LA TERRA MOSSAMa, ne l momento in cu i tu t to sembrava o rmaiavv ia to a l megl io , un g rave p rob lema fecet r emare l a g i à s c r ed i t a t a Commiss ione : anessuno , in fa t t i , e ra mai passa to pe r l a menteche i l t e r reno compra to a Tres Cruces po tes -se esse re d i ca t t iva qua l i t à . Fu so lo ve rso l a
f ine de l 1884 , quan-d o s i i n i z i a r o n o il avo r i de l l e fonda -z i o n i d e l l ' e d i f i c i o ,che p rese a c i rco la -r e l a v o c e c h e l ate r ra mancasse de l l as o l i d i t à n e c e s s a r i ap e r s o s t e n e r e i lg r a n d i o s o e d i f i c i oche e ra s t a to p roge t -t a t o . O v v i a m e n t e ,q u e s t o e n n e s i m op r o b l e m a n o n f ao n o r e n é a l l aC o m m i s s i o n e , d a v -vero appross imat ivae i r responsab i le ne lges t i r e l a cos t ruz io-n e d e l l ' O s p e d a l ede l l a co lon ia i t a l i a -n a , n é , p e r ò , p e r
esse re ones t i , a l nos t ro ingegnere Andreon iche p roge t tò un ed i f i c io senza p reoccupars ide l l e ca ra t t e r i s t i che geo log iche de l t e r renosu cu i s i sa rebbe ed i f i ca to . La Commiss ione ,p reoccupa t i s s ima , inca r icò Andreon i , appenar ien t ra to da l l ' I t a l i a , d i condur re deg l i accu-ra t i s tud i t ecn ic i pe r ve r i f i ca re l a so l id i t à de lt e r reno . Effe t t ivamente , g l i s t r a t i super io r ide l t e r reno e rano poco cons i s ten t i e non s it rovavano s t ra t i so l id i se non ad una p rofon-d i t à o l t r e i q u a t t r o m e t r i e m e z z o m aAndreon i "Credeva d i po te r a ss icura re che l aso l id i t à e ra bas tevo le pe r l ' ed i f i c io che dove-va soppor ta re , e che conven iva ed i f i ca r qu iv iper l a d i ff i co l t à che v i sa rebbe d i t rovare una l t ro t e r reno in mig l io r i cond iz ion i e cos ìbene s i tua to , dovendo no ta r s i che l a sc ienzad i spone d i mezz i non mol to cos tos i pe r sup-
Luigi Andreoni e l'OspedaleItaliano di Montevideo
DIARIO URUGUADIARIO URUGUAYYANOANO
di Tdi Tonino Pintacudaonino Pintacuda
U N A R C H I T E T T O I N G E G N E R E I TA L I A N O I N U R U G U AY:
Sono tornate le transenne gialle in PlazaIndipendencia, dopo nemmeno una settimana,per garantire massima sicurezza all'imminentevisita del Presidente Bush.Montevideo conti-nua a prepararsi, accogliendo calorosamentela schiera di Nord Americani arrivati al segui-to del Presidente. Nerboruti e giovanissimimarines, con gli immancabili capelli rasati, si
sono riversati per le strade della capitale.Lacittà reagisce con legittima curiosità, leSinistre si limitano ad organizzare la contro-manifestazione di venerdì 8 alle 18, traAvenida 18 de Julio e Egido. Ammoniscono che“No venderemos el rico patrimonio al repre-sentante del imperialismo”. I più avveduticomprendono bene che al di là delle legittime e
simboliche lotte ideologiche il viaggio diGeorge W. Bush, l'uomo più potente del mondo,rappresenta un'occasione irripetibile per ilpiccolo grande Uruguay.Oggi continuiamo conla seconda e penultima puntata della storiadell'Ospedale Italiano di Montevideo: dall'ini-zio dei lavori ai problemi con l'ingegnereGiovanni Tosi.
di Ilaria Busettodi Ilaria Busetto
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p l i r e l a p o c a t e n a c i t à d e l l at e r r a " . Tr a n q u i l l i z z a t a l aCommiss ione , Andreon i d i sposed i n o n c o n s o l i d a r e i l t e r r e n ocon t roppo cos tos i e non neces -sa r i p i l a s t r i su p ie t ra , da ta l apoca a l t ezza de l l ' ed i f i c io , ma d ied i f i ca re su t r e fondament i a l d isopra d i un ' ampia base d i ca lce -s t ruzzo .
LA SCELTA DEL COSTRUT-TOREConclus i g l i s tud i p re l iminar i eavv ic ina tos i i l momento de l l ' i -n iz io de i l avor i ve r i e p ropr i , l aC o m m i s s i o n e i n d i s s e u n c o n -corso pubbl ico per l a sce l t a de lcos t ru t to re : i l 17 lug l io 1885 laC o m m i s s i o n e , p r e s e n t eAndreon i , sce l se l ' o ffe r t a de l -l ' i ngegnere Tos i , che s i impe-gnava , secondo con t ra t to , a t e r -minare i l avor i en t ro ven t iqua t -t ro mes i . L ' ingegnere Giovanni Tos i , o r i -g ina r io d i Fer ra ra , e ra g iun to aMontev ideo ne l 1885 e s i e raimmedia tamente fa t to conoscereper l a s ingo la r i t à e l ' e suberanzade l suo ca ra t t e re : "Era un hombre de imagi -nac ión exa l t ada , rumboso y con ín fu las degran señor, amigo de pasear en esp léndodoscoches , su un i fo rmes l l enos de meda l las . " .Tos i non e ra ce r tamente uno sprovveduto : aMontev ideo , dove cos t ru ì un numero no tevo-le d i opere , fu a rch i t e t to apprezza to e s ided icò ag l i a ffa r i con l a fondaz ione de l l a" C o m p a ñ i a N a c i o n a l d e C r é d i t o y O b r a sPubl icas" , no ta a l l ' epoca per una ges t ionede i fond i poco pu l i t a . Dopo i l d i sas t ro f inan-z i a r i o d e l l a C o m p a g n i a , f u a t t a c c a t o d ain fe rmi tà menta le e l a mogl ie fu cos t re t t a ar ipor ta r lo in I t a l i a , dove mor ì poco dopo i lsuo a r r ivo .
L'IMPREVEDIBILE TOSI Né la Commiss ione né Andreon i po tevanoimmaginare qua l i conseguenze avrebbe sca-tena to l a co l l aboraz ione con l ' impreved ib i l eTo s i . A l c o n t r a r i o , l ' i g n a r a C o m m i s s i o n e ,s e m p r e m o s s a d a s e n t i m e n t i a l t a m e n t epa t r io t t i c i , sa lu tò con en tus iasmo la f i rmade l con t ra t to con un ingegnere d i naz iona l i t ài t a l i ana e non dub i tò de l l ' a ff idab i l i t à d i Tos iche "Aveva o t t enu to in poco t empo le s impa-
t i e , e pe rs ino l a f iduc ia deg l ' I t a l i an i r es iden-t i in Montev ideo ; e l a Commiss ione ed i l i z ia ,c redeva , come tu t t i , quando f i rmò i l con t ra t -to , e s se r s i a ss icura ta l a cooperaz ione d i unade l le p iù be l l e in te l l igenze , e d i uno de icuor i p iù nob i l i che l a pa t r i a comune man-dasse in Amer ica a fo r t i f i ca re l a d ign i tà de lsuo nome." . Ma , a poco p iù d i un mese da l -l ' i n iz io de i l avor i , Andreon i e g l i i spe t to r iinca r ica t i da l l a Commiss ione d i segu i re l ' o -pera to de l cos t ru t to re Tos i cominc ia rono ano ta re deg l i "abus i " ne l l ' u t i l i zzo de i mate-r i a l i p resc r i t t i da Andreon i pe r l a r ea l i zza-z ione de l l e fondaz ion i de l l ' ed i f i c io : Tos i , inp r a t i c a , c e r c a n d o d i r i s p a r m i a r e d e n a r o ,impiegava mate r ia l i d i seconda qua l i t à - sab-b ia p iù f ine , p ie t re "meno a l t e e meno gros -se" - me t tendo a repen tag l io l a so l id i t à de l -l ' ed i f i c io . Tos i fu p iù vo l t e r ip reso da l l aCommiss ione e da l lo s t esso Andreon i ma " idue i spe t to r i in fo rmarono che non s i adempi-vano ag l i o rd in i da t i da l Di re t to re" :
IMPERDONABILI MANCANZE Tos i , in fa t t i , con t inuava , in fa t t i , ad usa remate r ia l i d i ca t t iva qua l i t à , non aveva coper -to g l i zocco l i con g ran i to come Andreon i g l i
aveva o rd ina to e , sopra t tu t to , nonaveva ancora p ra t i ca to i cana l i d isco lo de l l e acque p luv ia l i - cosache non fa rà mai - né aveva pos toi condot t i d i gh i sa ne l l e fondaz io-n i . Conseguenza d i t a l i g rav i man-canze fu i l ve r i f i ca r s i , ne l l e pa re -t i appena in iz ia te , d i pe r ico losei n f i l t r a z i o n i e d , a d d i r i t t u r a , d ic repe che met tevano in dubbio l as icurezza s t a t i ca de l l ' ed i f i c io f inoa que l momento cos t ru i to . Tos i fup i ù v o l t e r i p r e s o s i a d a l l aCommiss ione s ia da Andreon i ma ,da to che "non t rascor reva una se t -t imana senza che s i scopr i s se rod e l l e i r r e g o l a r i t à p i ù o m e n ograv i" e che non s i r iusc iva adins taura re un d ia logo con lu i , pe r -severan te ne l lo sca r ica re tu t t a l aco lpa ad Andreon i ed a l l a sca r saso l id i t à de l suo lo , ne l genna io de l1886 la Commiss ione r i so l se d inominare una commiss ione d i t r eper i t i - Ponc in i , Zane t t i e Penco -p e r c h é f a c e s s e f i n a l m e n t e l u c esu l l e responsab i l i t à de i dann i p ro-v o c a t i . I p e r i t i i n i z i a r o n oapprofond i t i s tud i pe r s t ab i l i r e l ec a u s e d e l l e c r e p e n e l l e p a r e t i :
fu rono compiu t i numeros i s cav i da i qua l iemerse , t r a l ' o r ro re e lo s tupore genera l i , chetu t t e l e pa re t i de l l ' ed i f i c io in iz ia te da Tos inon poggiavano su l l e lo ro fondaz ion i , e s sen-do s ta te cos t ru i t e "p iù a l sud per una dev ia-z i o n e d i v e n t i c i n q u e c e n t i m e t r i " !Ne l l ' ap r i l e de l 1886 , l a Commiss ione emisela p ropr ia sen tenza , de l tu t to favorevo le adA n d r e o n i : l a r e s p o n s a b i l i t à d e i p r o b l e m i"Non i s t á ne l t e r reno ; non i s t á neppure ne ls i s t ema d i fondaz ion i che s i con t ra t tò ; s t áso lamente in ques to che i l s ignor Tos i non ès ta to fede le a l con t ra t to , né a l l ' a r t e , che hafa t to male i l avor i . " . I pe r i t i cos ì conc luse ro :" I l cos t ru t to re non ha osse rva to l e p resc r i -z ion i de l l ' a r t e ne l l ' e secuz ione d i tu t t i i l avo-r i . " .
TRE NUOVI PERITITos i pe rò non s i d iede per v in to : impugnò lasen tenza e s i appe l lò a l Giud ice Civ i l e pe r i lr i c o r s o d i n u l l i t à . A q u e s t o p u n t o , l aCommiss ione , s f in i t a , dec i se d i avv ia re l epra t i che pe r una rag ionevole t r ansaz ione cheponesse f ine a l con t ra t to con Tos i . Ne l g iu -gno de l 1886 fu rono nomina t i t r e nuov i pe r i -
la gente d’italia 8Giovedì 8 Marzo 2007
t i : l a Commiss ione nominò l ' i nge-gnere Monzan i , Tos i i l cos t ru t to reAs tengo y Díez , e , i due pe r i t i , d ic o m u n e a c c o r d o , n o m i n a r o n oAlber to Capur ro .La con tesa , pe rò , come e ra p reve-d ib i l e , da to i l va lo re de l l ' ed i f i c iope r l a co l l e t t i v i t à i t a l i ana , nonr imase racch iusa t r a l e " imper fe t -t e" pa re t i de l l 'Ospeda le : a l con-t r a r i o , To s i m o b i l i t ò l ' o p i n i o n epubbl ica a t t r averso in fuoca te l e t -t e r e a i p e r i o d i c i i t a l i a n i d iM o n t e v i d e o s c a t e n a n d o u n ' a g -g re s s iva po lemica ne i con f ron t ide l l ' au to r e de l p roge t t o , da l u ii n d i c a t o q u a l e i n c o m p e t e n t e e dun ico responsab i le de i d i fe t t i d icos t ruz ione de l l ' ed i f i c io . I l qu ind ic i lug l io 1886 "La co lo-n ia i t a l i ana" pubbl icò una l e t t e rad i Giovanni Tos i che , sca r icandoqua l s ias i r esponsab i l i t à a l l e ina-da t t e ca ra t t e r i s t i che de l suo lo d iTres Cruces , ch iese a l l ' " Ingegnereche s tud iò i l t e r reno e t r acc iò i lp r o g e t t o " d i c h i a r i r e p u b b l i c a -mente i f a t t i . Da no ta re come, inf o r m a v o l u t a m e n t e s p r e g i a t i v a ,To s i s i r i f e r i s s e a d A n d r e o n isenza neppure nominar lo . A ques to pun to Andreon i , ch iamato in causa ,r i spose pubb l i camente a l l e accuse d i Tos ii n v i a n d o u n a l e t t e r a a p e r t a a l g i o r n a l e"L ' I t a l i a" l imi tandos i a d ich ia ra re d i e sse repron to ad assumers i tu t t e l e r esponsab i l i t àc h e g l i c o r r i s p o n d e s s e r o m e n t r e l aCommiss ione Edi l i z ia e ra impegna ta a fa rluce su ques to " sgradevo le a ffa re" . Ques ta ful ' un ica d ich ia raz ione pubbl ica d i Andreon iche , ev iden temente , op tò pe r un d ign i tosos i l enz io e l a sc iò a l l e conc lus ion i de i pe r i t iqua l s ias i g iud iz io su l suo opera to . I l 28 lug l io Tos i to rnò a l l a ca r ica su l "Laco lon ia i t a l i ana" . Affe rmò, in fa t t i , che i p ro-b lemi de l l ' ed i f i c io d ipendevano da l t ipo d ica l ce che Andreon i g l i aveva o rd ina to d iusa re pe r l e fondaz ion i : t a l e ca lce , e ra - apare r suo - a sso lu tamente sbag l ia ta , in quan-to non id rau l i ca . Eg l i , d ' a l t ronde , s i e ra p iùvo l te p reoccupa to d i avver t i r e Andreon i ed imembr i de l l a Commiss ione de l l ' e r ro re , masenza r i su l t a to .A ques to pun to , Tos i incon t rò l a so l ida r ie tàd i que l l a pa r te de l l a co l l e t t iv i t à i t a l i ana che ,s f in i t a da ann i d i a t t e se e insospe t t i t a da l l ages t ione economica de i con t r ibu t i ve r sa t i a l l aCommiss ione per l a r ea l i zzaz ione de l l ' opera ,
aveva o rmai pe rse l e speranze d i veder rea -l i z z a t o l ' e d i f i c i o s i m b o l o d e g l i I t a l i a n i aMontev ideo . I l 15 agos to 1886 una l e t t e ra d it a l e Lazza ro Sp inoso accusava , i n fa t t i , l aC o m m i s s i o n e d i e s s e r e i l l e g a l e e l a d r a elamentava i l cos to eccess ivo de l p roge t to d iAndreon i che , pe r a l t ro , "non f igurava ne lconcorso" .
LE CRITICHE NON SI PLACANO Torn iamo qu ind i a l l a l e t t e ra de l 17 agos to su"La co lon ia i t a l i ana" - g ià in pa r te r ipor ta ta ,t r a t t a n d o d e l c o n c o r s o - d e l l ' a n o n i m oc o s t r u t t o r e c h e , p r o s e g u e n d o c o n c h i a r ea c c u s e d i i n c o m p e t e n z a a l l ' i n g e g n e r eAndreon i , a ffe rmava : "Quantunque io s i a unsempl ice cos t ru t to re , non ho mai poggia to de ifondament i sopra t e r ra mossa pe rché l à èq u a s i t u t t a r i p o r t a t a . B i s o g n a v a f a r v i d e irobus t i p i l l a r i f ino a t rovare i l t e r reno so l idoe senza sprecare t an t i ma te r ia l i in fondamen-t i t r a sversa l i e inu t i l i pe rché non sos tengononul la , c rea re de i buon i e benfa t t i a rch i , etu t to sa rebbe anda to bene e con mol ta mag-g iore economia" .I l 27 agos to Tos i , dopo aver inve i to con t ro l aCommiss ione ed Andreon i , dec i se d i g iocarela ca r ta de l v i t t imismo: a ffe rmò d i e sse re i l
" c a p r o e s p i a t o r i o " d e l l aCommiss ione e accusò add i r i t tu -ra Andreon i d i averg l i vo lu ta -mente c rea to p rob lemi duran te i ll a vo r o : " L e c op i e de i d i s e gn iche mi ven ivano g rada tamentec o n s e g n a t i d a l l ' i n g . A n d r e o n ie rano fa l s i f i ca t i con a l t e raz ion id i d imens ion i e con var iaz ion i am e d a n n o s i s s i m e i n c o n f r o n t ode i d i segn i o r ig ina l i , su i qua l iavevo fa t to i l con t ra t to . Ino l t rele l iqu idaz ion i che mi faceva i lde t to s ig . ing . l e t rova i sens ib i l -mente in fe r io r i a l ve ro" .
L A S C I S S I O N E D E L C O N -TRATTO Dopo mes i d i nuov i e approfon-d i t i s t u d i , l a C o m m i s s i o n e d iper i t i comprovò che , e ffe t t iva -mente , l e pa re t i g ià e re t t e de l -l ' ed i f i c io non co inc idevano conle fondaz ion i , ma " r iposavano infa l so" e , ne l l ' o t tobre de l 1886 ,e m i s e l a p r o p r i a s e n t e n z a , i nt u t t o c o i n c i d e n t e c o n q u e l l ad e l l a p r i m a C o m m i s s i o n e d iper i t i . Le c repa tu re e rano dovu-te a l l a ca t t iva qua l i t à de l ca lce -
s t ruzzo e l ' acqua t rova ta neg l i scav i , causade l l e in f i l t r az ion i , e ra dovuta a l l a manca tar e a l i z z a z i o n e d e g l i s c o l i p r e v i s t i , e n o n ,come sos teneva Tos i , a l l a na tu ra de l t e r reno .A ques to pun to , l a Commiss ione , sodd is fa t t a ,s i sen t ì l eg i t t ima ta a resc indere i l con t ra t tocon Tos i , a t to che aveva ev i t a to f ino a l g iud i -z io de i pe r i t i pe r l a paura d i t i r a r s i addossou l te r io r i po lemiche da pa r te de l l a co l l e t t iv i t ài t a l i ana , su l l a cu i f iduc ia , g ià t empo, nonpoteva p iù fa r a ff idamento , pe r l e r ag ion i cheg ià conosc iamo. Inu t i l e agg iungere che nonfu cosa sempl ice né d i b reve dura ta , a causade l l e con t inue po lemiche e fo l l i e de l cos t ru t -to re , ma , f ina lmente , ne l l ' o t tobre de l 1886 ,r iusc ì a l ibe ra r s i d i Tos i .Tu t t i ques t i g rav i f a t t i f ece ro ovv iamente ra l -l en ta re mol t i s s imo i l avor i che , duran te g l is tud i de i pe r i t i , r imasero add i r i t tu ra pa ra l i z -za t i pe r pa recch i mes i : e rano passa t i g ià dueann i da l l a co l locaz ione de l l a p ie t ra fonda-menta le de l l 'Ospeda le e ancora non s i e ranocos t ru i t e , e t r a l ' a l t ro male , se non l e fonda-z ion i , che dovevano esse re in pa r te r i f a t t e .
Fine seconda punta ta
la gente d’italiaVenerdì 9 Marzo 200710
ddii IIllaarriiaa BBuusseettttooddii IIllaarriiaa BBuusseettttoo
Andreoni approntò un nuovo
progetto per correggere gli imper-
donabili errori di Tosi evitando di
buttare giù la parte già edificata:
risolse di rinforzare le strutture
dell'edificio con il drenaggio delle
zone umide e la ricostruzione delle
fondazioni delle pareti "in falso"
colando Portland e buona malta
nelle crepe; stringendo tutta la
base dell'edificio con una robusta
legatura di ferro e sostituendo le
volte, originariamente progettate
per coprire il primo piano, con pic-
cole volte sostenute da tiranti di
ferro . Andreoni, sicuramente
segnato dalla precedente esperien-
za, insistette perché il suo progetto
venisse sottomesso al giudizio di
un'ennesima commissione di
esperti, che lo approvò completa-
mente .
Nel dicembre del 1886, finalmente, i lavori ripresero
sotto la direzione di Andreoni e, concluse le fonda-
zioni, si poté dare inizio all'edificazione
dell'Ospedale . Nel 1887, per accelerare i tempi, la
Commissione nominò quattro costruttori diversi, uno
per ognuna delle quattro infermerie che si intendeva-
no realizzare in un primo
momento .
TRENTASETTE ANNI DOPO
Finalmente, nel 1890, dopo tren-
tasette anni - non dimentichiamo
infatti che era dal lontano 1853
che la collettività italiana aspet-
tava il suo ospedale - i lavori
furono terminati e, il primo giu-
gno dello stesso anno, l'Ospedale
"Umberto I" fu inaugurato con
una grandiosa cerimonia pubbli-
ca aperta dal discorso del Conte
Carlo Greppi, Console d'Italia e,
quindi, Presidente, per Statuto,
della Commissione Edilizia . Ma
l'entusiasmo generale, che aveva fatto già dimenticare
all'orgogliosa comunità italiana decenni di ritardi e
polemiche, fu subito smorzato: un'ordinanza del
Consiglio di Igiene Pubblica proibì, infatti, l'apertura
al servizio dell'Ospedale finché non fosse stato dota-
to di un adeguato sistema di riscaldamento e di una
"stufa di disinfezione" . Il primo giugno del 1892 ,
finalmente, l'Ospedale "Umberto I" aprì le sue porte
al pubblico.
Come più volte accennato, Andreoni
fu costretto, per mancanza di fondi, a
ridimensionare il suo ambizioso pro-
getto iniziale, di cui riuscì ad edifica-
re, almeno fino ai primi del
Novecento, soltanto la quinta parte :
delle venti infermerie previste origi-
nariamente, infatti, ne furono realiz-
zate solo quattro, ossia quelle che la
Commissione aveva deciso di costrui-
re in un primo momento. Né non
venne mai eretto il grandioso portale
d'accesso su Bulevar Artigas, tanto
che la facciata principale, caratteriz-
zata da tre archi e due serliane, si
costruì sul fronte più breve, sul lato di
Avenida Italia.
LA QUINTA INFERMIERIA
Nel 1916, grazie alla generosa dona-
zione di Elena Pietracaprina, fu
aggiunta, sempre su progetto di
Andreoni, una quinta infermeria,
destinata alle donne . Il nuovo padi-
glione, intitolato al defunto marito
della Pietracaprina, Santiago
Marexiano, fu costruito al lato del
palazzetto dell'attuale ingresso prin-
cipale, conferendo molta più simme-
tria al prospetto di facciata .
LA STRUTTURA
La pianta dell'Ospedale è costituita,
sul fronte di Bulevar Artigas, da tre
padiglioni-infermerie in infilata, cir-
condati da una galleria porticata
continua e separati dalle altre due
infermerie attraverso spaziosi giar-
dini interni. L'edificio si sviluppa su
tre livelli: la pianta bassa, un poco
sotto il livello del suolo, si affaccia
all'esterno e sui giardini interni attraverso piccole
finestre incorniciate da archi ribassati e bugnati. La
pianta principale è circondata, sia lungo la facciata
esterna sia nei giardini interni, dalle gallerie aperte e
continue di archi di memoria rinascimentale retti da
sottili colonne doriche di ferro abbinate a gruppi di
due o di quattro. La pianta superiore, infine, è occu-
pata quasi interamente da un'ampia terrazza circonda-
ta da una balaustra di marmo, che, vista dal basso,
funge anche da coronamento dell'edificio.
Alla facciata principale dell'edificio, su Avenida Italia
- oggi accesso inutilizzato per ragioni di funzionalità
-, Andreoni conferisce l'importanza che conviene al
suo ruolo di ingresso privilegiato: un'ampia scalinata
di marmo conduce alla suggestiva triplice apertura
degli archi incorniciati ai lati da due splendide serlia-
ne.
Il fronte posteriore, su Calle Canning, attualmente
ingresso principale dell'Ospedale, è costituito da un
elegante palazzetto di tre piani con finestre timpanate
e balconi in marmo, dove sono ospitati, come un
tempo, gli uffici direttivi. Ai lati, i due padiglioni sim-
metrici con apertura a serliana.
REMINESCENZE RINASCIMENTALI
Luigi Andreoni e l'OspedaleItaliano di Montevideo
DIARIO URDIARIO URUGUUGUAAYYANOANO
ddii TToonniinnoo PPiinnttaaccuuddaaddii TToonniinnoo PPiinnttaaccuuddaa
UN ARCHITETTO INGEGNERE ITALIANO IN URUGUAY:
L a l u n g a d i g r e s s i o n e s u l l a s t o r i ad e l l ' O s p e d a l e i t a l i a n o d i M o n t e v i d e og i u n g e a l t e r m i n e , n e i p r o s s i m i g i o r n i c e r -c h e r e m o d i s c o p r i r e i l p r e s e n t e d i q u e s t a
g l o r i o s a i s t i t u z i o n e . S e n z a d i m e n t i c a r e c h e , i n o c c a s i o n e d e l l as u a v i s i t a u f f i c i a l e i n U r u g u a y, a l p r i n c i -p i o d i f e b b r a i o , i l P r e s i d e n t e d e l l aC a m e r a d e i D e p u t a t i F a u s t o B e r t i n o t t i h a
e s p r e s s o t u t t a l a s u a g i o i a p e r - s o n op a r o l e s u e - “ l ' i m p e g n o - r e s t a u r o - r i v a l u t a -z i o n e - r i l a n c i o d e l l ' O s p e d a l e I t a l i a n o ” .C o m e s e m p r e , h a s t a l u e g o !
la gente d’italia Venerdì 9 Marzo 2007 11
L'architettura dell'Ospedale rivela, come moltissime
altre creazioni di Andreoni, chiare reminiscenze rina-
scimentali e manieriste. Eppure, l'Ospedale è un'opera
assolutamente unica nel ricco e
vario catalogo dell'ingegnere: men-
tre, infatti, nelle altre opere
Andreoni gioca sull'effetto plastico
dei volumi, qui affida la composi-
zione al disegno lineare: rifiutando
qualsiasi esagerazione e quasi senza
ricorrere alla scultura ornamentale,
crea un monumento la cui bellezza
sta soltanto nelle buone proporzioni
delle arcate e nella loro armonica ed
ininterrotta iterazione.
L'architetto Juan Giuria mette in
rilievo dei dettagli architettonici di
particolare raffinatezza, che
Andreoni riprende da grandi maestri
italiani del passato, ossia: "La
manera de disponer las dobles
columnas dóricas que reciben los arcos de las galerías;
en vez de colocarlas de manera que las dos se vean de
frente, están despuestas de modo que una oculta a la
otra: de esta manera, las pilas, sin perder solidez,
resultan más aéreas y más gráciles, y no angostan los
arcos, los que vistos de escorzo producen excelente
efecto, debido a su respetable profundidad, pues tie-
nen que cubrir las dos columnas colocadas en sentido
del espesor del muro." . Tale espediente, usato anche
da Palladio nella Basilica di Vicenza, risente di sogge-
zioni cinquecentesche di matrice tosco-romana. "Otra
particularidad interesante es la de colocar el "pulvino"
entre el ábaco de los capiteles y el arranque de los
arcos, obteniéndose así arcadas esbeltas sin necesitad
de emplear columnas elevadas y por consiguiente de
diámetro relativamente exiguo." . In questo caso, inve-
ce, il referente potrebbe essere stato Brunelleschi
negli archi che separano le navate della Chiesa di San
Lorenzo.
L'architetto Aurelio Lucchini, oltre a porre l'accento
l'incidenza nel progetto del pensiero razionale positi-
vista nell'adattamento della distribuzione formale a
moderne esigenze funzionali , vede nella serliana del-
l'originaria facciata principale dell'edificio un chiaro
richiamo al vasariano coronamento degli Uffizi sulla
riva dell'Arno .
Andreoni curò i dettagli interni dell'Ospedale con
grande raffinatezza ma senza lusso: gallerie di elegan-
ti losanghe di marmo bianco e nero, ambienti interni
con vivaci piastrelle colorate a disegni pompeiani,
medaglioni di marmo con i nomi ed i busti dei bene-
fattori dell'Ospedale. Unica eccezione alla raffinata
sobrietà, confacente del resto alla destinazione dell'e-
dificio, è il grande utilizzo del marmo bianco, nella
scalinata principale ed in quelle minori, nelle balau-
stre e nei balconi. Interessante la cappella ad aula
unica nella pianta principale dell'edificio - unico
ambiente religioso progettato da Andreoni nella sua
lunga carriera.
IN CERCA DI NUOVE FUNZIONALITA'
Ovviamente l'Ospedale, proprio a causa della sua
destinazione, soffrì numerose modifiche finalizzate a
renderlo sempre più funzionale rispetto ai progressi e
alle esigenze della scienza medica: i giardini interni,
forse gli ambienti più suggestivi per la vegetazione
tropicale e la cornice delle gallerie, furono i primi ad
essere invasi da nuove costruzioni.
Nel giardino più grande fu costrui-
to, nel 1915 , l'edificio della Sala
operatoria principale che alterò la
successione dei giardini, alla base
della concezione estetica progettata
da Andreoni. Il giardino centrale
addirittura scomparì, sostituito dal-
l'edificio di radioterapia , ma se ne
può ancora oggi indovinare l'esi-
stenza nella copertura a cemento
della nuova costruzione, bucata per
far uscire una sfrontata palma visi-
bile dalla terrazza del piano supe-
riore.
Nel 1952 si rese indispensabile un
ampliamento dell'Ospedale verso la
Calle Jorge Canning, su progetto
dell'architetto Carlos Surraco che, pur necessaria dal
punto di vista medico, certo non dona esteticamente
all'opera di Andreoni, cui si trova addossata.
IL GLORIOSO PASSATO
L'Ospedale "Umberto I" fu, sia per la razionalità e la
funzionalità della distribuzione interna dell'edificio,
sia per il suo preparatissimo personale medico, uno
degli ospedali più efficienti di Montevideo, tanto da
ospitare nei suoi letti Presidenti della Repubblica,
politici e grosse personalità della società montevidea-
na .
Il legame di Andreoni
con il suo capolavoro
architettonico non si
concluse, comunque, con
l'inaugurazione e l'aper-
tura al pubblico
dell'Ospedale: Andreoni,
infatti, restò vincolato
per tutta la sua lunga vita
alle sorti e alla storia del
monumento della collet-
tività italiana, di cui fu,
dal 1898 al 1931, Presidente ad vitam e, dal 1931 alla
morte, Presidente Onorario Perpetuo . Pare che davve-
ro Andreoni si sia occupato con estrema dedizione
della direzione e della cura dell'Ospedale Italiano,
tanto da trasferirsi proprio di fronte all'edificio, per
essere più vicino a quella che considerava la sua
seconda casa. La nota intervista di Vicente Salaverri fu
realizzata, come dichiara lo stesso autore, proprio
nell'Ospedale, nell'ufficio di Andreoni, ubicato al
secondo piano della attuale facciata principale dell'e-
dificio.
UN RITRATTO INEDITO
Un ritratto inedito, purtroppo viziato dalla pomposa
retorica novecentesca, dell'Andreoni che avremo
modo di conoscere come spregiudicato uomo d'affari e
convinto razionalista se non addirittura materialista,
così descrive l'altero ingegnere: "Non è raro il caso di
udirlo, a sera inoltrata, quando egli non ha ancora
avuto il tempo di prendere un boccone, dichiarare a
chi, accompagnandolo a casa pretende lasciarlo alla
sua porta: "No, no, vado un momento all'ospedale: c'è
un povero vecchio un po' agitato che non dormirebbe
se non andassi a tenergli un po' di compagnia”!
CON LA PATRIA NEL CUORE
L'Ospedale Italiano, come già detto, fu l'edificio più
rappresentativo della collettività italiana di
Montevideo, che volle caricarlo di simboli e valenze
patriottiche. In occasione della sua inaugurazione, fu
scoperto il busto in memoria del defunto Re Vittorio
Emanuele II, simbolo, per le associazioni italiane che
ne avevano commissionato la realizzazione, di identità
nazionale . Altra figura caricata dalla collettività ita-
liana di sentimenti patriottici era Giuseppe Garibaldi.
Il 20 settembre del 1895 Andreoni, in qualità di
Presidente della Commissione del Comitato Esecutivo
delle feste italiane, presenziò alla cerimonia di collo-
cazione della pietra fondamentale di un monumento a
Garibaldi in ricordo del 20 settembre 1870 .
L'obelisco, tuttora posto davanti alla scalinata dell'ori-
ginaria facciata principale dell'Ospedale, fu inaugura-
to il 20 settembre 1896 . Tale data, ricorrente in molte
delle cerimonie degli Italiani, ha un duplice valore
simbolico in quanto ricorrenza patriottica della presa
di Roma ed anniversario massonico della fine del
potere temporale dei papi . E' risaputo, infatti, che le
personalità più in vista della collettività italiana e,
quindi, anche dell'ospedale erano appartenenti a logge
massoniche di tradizione italiana vincolate al nome e
alla figura di Garibaldi .
IL GIUSTO OMAGGIO
AD ANDREONI
Il 20 settembre del 1925
l'Ospedale Italiano volle
rendere omaggio il suo
architetto e Presidente
Andreoni con un busto,
commissionato allo scultore
milanese Giannino
Castiglioni, recante un'iscri-
zione in oro dell'architetto
Gaetano Moretti : "L'alto
intelletto e ed il fermo vole-
re / con studioso amore profuse / a far sorgere e pro-
sperare / nel glorioso nome d'Italia / questa casa /
dedicata alla pietà ed alla scienza / unite contro gli
umani dolori. / Assolto per opera di Lui il voto / sacra-
to alla carità ed alla Patria / a perenne onor suo / se ne
ricordano qui / il Nome e l'effigie." .
IL PRESENTE
L'"Umberto I", nonostante abbia già passato il secolo
di vita, continua a funzionare come sanatorio. Il suo
mantenimento e l'adeguamento dei suoi locali alle
moderne esigenze igienico-sanitarie non sono, ovvia-
mente, resi facili dai vincoli posti a tutela della sua
conservazione architettonica. Più volte negli anni si
parlò di una sua diversa destinazione. Nel 1942, lo
Stato sembrò sul punto di acquistare l'Ospedale per
farne la sede del Museo Nazionale di Belle Arti ma l'i-
niziativa non andò a buon fine per difficoltà economi-
che .
la gente d’italiaVenerdì 9 Marzo 200714
Un pensiero triste che si ballaCULTURA - SPECIALE SUD AMERICA
S T O R I A E G L O R I A D E L S E N S U A L I S S I M O T A N G O
S i n a r r a c h e , n e l p r i m o N o v e c e n t o , q u a n -
d o i l t a n g o c o m i n c i a v a a s p o d e s t a re i v a l -
z e r e u r o p e i , d i f r o n t e a l l e p r e s s a n t i r i -
c h i e s t e d ' i n t e rd i z i o n e d e l l e a u t o r i t à e c c l e -
s i a s t i c h e , Pa p a P i o X a v e s s e c h i e s t o a d u n a
c o p p i a d i b a l l e r i n i d ' e s i b i r s i p e r f a r s i u n ' i -
d e a p re c i s a . A l l a f i n e d e l t a n g o i l Po n t e f i -
c e e s c l a m ò : “ A m e s e m b r a c h e s i a p i ù b e l -
l o i l b a l l o a l l a f r i u l a n a ; m a n o n v e d o c h e
g r a n p e c c a t o v i s i a i n q u e s t o n u o v o b a l -
l o ! ” . I m m e d i a t a f u l a re v o c a d e l l a s a n z i o -
n e e c c l e s i a s t i c a p re v i s t a p e r c h i l o a v e s s e
b a l l a t o .
S i s c i u p a n o g l i a n e d d o t i s u l s e n s u a l i s s i m o
b a l l o n a t o c o n t e m p o r a n e a m e n t e a M o n t e -
v i d e o e a B u e n o s A i re s , l u n g o l a l i n e a d e l
R i o d e l a P l a t a .
I n i z i a m o q u e s t o n o s t ro v i a g g i o n e l m o n d o
d e l t a n g o l eg g e n d o u n b e l l i s s i m o l i b ro d e l -
l a s c r i t t r i c e L a u r a Pa r i a n i : “ Q u a n d o D i o
b a l l a v a i l t a n g o ” .
M a u r a G a n c i t a n o t r a c c i a u n a s t o r i a m i n i -
m a d i q u e l l o c h e n o n p u ò e s s e re e t i c h e t t a -
t o c o m e u n s e m p l i c e b a l l o : i l t a n g o è l a
s c o p e r t a d i s e s t e s s i a t t r a v e r s o d u e c o r p i
c h e d i v e n t a n o p o e s i a .
L a u r a Pa r i a n i d o p o u n v i a g g i o
d a a d o l e s c e n t e i n S u d A m e r i c a
n o n è p i ù p o t u t a t o r n a re i n d i e -
t ro . S ' è p e rd u t a m e n t e i n n a m o r a -
t a d i q u e s t o n u o v o m o n d o e c o n
u n a l i n g u a l e v i g a t a c o m e u n
s a s s o d i f i u m e h a s c r i t t o p a g i n e
m i r a b i l i d e l l a n u o v a l e t t e r a t u r a
i t a l i a n a .
T r a q u e s t e n o n p o s s i a m o - i n
q u e s t e p a g i n e d e d i c a t e a l t a n g o
- n o n d a re i l g i u s t o s p a z i o a u n
ro m a n z o m e r a v i g l i o s o : “ Q u a n -
d o D i o b a l l a v a i l t a n g o ” , s t o r i a
s o f f e r t a d e l l ' e m i g r a z i o n e i t a l i a -
n a i n A rg e n t i n a .
S t o r i a c h e d i v e n t a u n i m m e n s o
a f f r e s c o d i u n i n t e r o s e c o l o ,
s c e g l i e n d o u n i n u s u a l e t a g l i o
s t i l i s t i c o : u n a s t ro f a d i t a n g o e
u n n o m e d i d o n n a s c a n d i s c o n o
q u e s t o ro m a n z o c h e s i l eg g e c o -
m e s e s t e s s i m o b a l l a n d o t r a l e
s t e l l e .
L AU R A PA R I A N I I N S E G U E L A
M E M O R I A l u n g o u n ' A r g e n t i n a
o r m a i d i m e n t i c a t a e d e c i d e d i
f a r l o d a l p u n t o d i v i s t a d i a l -
t r e t t a n t e Pe n e l o p i . D i e t r o u n
u o m o c h e p a r t i v a p e r l a “ M e r i -
c a ” c ' e r a u n a g r a n d i s s i m a d o n -
n a c h e a c c e t t a v a t u t t o q u e l l o
c h e i l v i a g g i o v o l e v a s i g n i f i c a -
re .
P r i m a d e i t e m p i d i “ s k y p e ” e
d e i c e l l u l a r i , q u a n d o a n c o r a i l
m o n d o a p e rc o r re r l o t u t t o c i s i
m e t t e v a n o m o l t i d i p i ù d eg l i o t -
t a n t a g i o r n i d e l l a s c o m m e s s a d i
Ju l e s Ve r n e .
U O M I N I C H E V I AG G I A N O S U L -
L E S U O L E D E L L A N E C E S S I TÀ ,
s c a p p a n o d a i m o r s i n e r i d e l l a
f a m e i n c e r c a d i m eg l i o , s o t t o
s t e l l e s t r a n i e re , d o v e i l m o n d o
a n c o r a è g i o v a n e , p e rc h é è v e ro
c h e « s o n s o l a m e n t e l e m o n t a g n e
c h e r e s t a n o a l l o r o p o s t o . L e
m o n t a g n e e n o i d o n n e ; s e m p re
q u i a d a s p e t t a re , a n o n c h i e d e -
re , a n o n p re t e n d e re , a n o n s e c -
c a re » .
R E S T A N O L E D I S C E N D E N T I
D E L L A M A T R I A R C A Ve n t u r i n a
M a j n a a t e n e r c o m p a g n i a a l l e
v e c c h i e f o t o , q u e l l e f a t t e i n d o s -
s a n d o i v e s t i t i b u o n i d e l l a d o -
m e n i c a . I n s eg u e n d o i l s o g n o d i
u n a v i t a m i g l i o re c h e f o r s e l o è
s o l o p e rc h é g l i u o m i n i n a r r a t i
d a l l a Pa r i a n i s i s o n o m e s s i i n
t e s t a c h e i l m o n d o n o n f i n i s c e
n e l l e v a l l i d e l T i c i n o . E l ' A r -
g e n t i n a è b e l l a e i m m e n s a ,
t e r r a g e n e ro s a c o n l e f e r i -
t e d e l S e c o l o b re v e : i d e -
s a p e re c i d o s , l a c r i s i e c o -
n o m i c a , i l f o l l e c o r a g g i o
d i a b b r a c c i a re d i n u o v o l a
s p e r a n z a .
U N U N I C O F I L O L E G A L E
S T O R I E c h e p o r t a n o a l -
l ' a r r i v o d i C o r a z o n a l l a
“ M a l p e n s a t a ” , l a c a s c i n a
i n c u i è s t a t a l a s c i a t a s o -
l a l a v e c c h i a Ve n t u r i n a .
C o r a z ó n a r r i v a c o n l a s u a
b a m b i n a , a l l a r i c e rc a d e l -
l e s u e o r i g i n i p e r r i n s a l d a r e
q u e l l a m e m o r i a c h e c i f a s c o n -
f i g g e re l e n e b b i e d e l t e m p o .
A r r i v a c o n l a s u a b a m b i n a , s e -
g n o n o n e q u i v o c a b i l e : l a s t a f -
f e t t a d e l l e d o n n e n o n s i f e r m e r à ,
c i s a r à u n a l t ro t a n g o , u n a l t ro
n o m e , u n a l t ro c a p i t o l o l u n g o l a
s t r a d a c h e l e g a l ' A r g e n t i n a e
l ' I t a l i a .
C O R A Z Ó N F U G G E DA L L A D I T -
TAT U R A A R G E N T I NA , h a p e r s o
i l s u o u o m o , a n c h e l u i r e s t e r à
u n o d e i t a n t i “ d e s a p a re c i d o s ” .
I n q u e s t a n u o v a O d i s s e a l a s t o -
r i a o r a s i c a p o v o l g e , g l i i t a -
l o a rg e n t i n i d i n u o v a g e n e r a z i o -
n e f a n n o i l p e rc o r s o i nv e r s o , r i -
t o r n a n o , s p i n t i d a l l a f a m e , i n
I t a l i a , r e c u p e r a n d o l a l i n g u a
m a d r e , c h e l a Pa r i a n i - c h e è
u n a t r a d u t t r i c e d i p r i m ' o rd i n e -
m a g i s t r a l m e n t e d e f i n i s c e “ l ' u l -
t i m o r i f u g i o d e i p e r s eg u i t a t i ” .
E C o r a z ó n c o n t i n u a l a t r a d i z i o -
n e d i f a m i g l i a , n o n p i ù v e c c h i e
f o t o s b i a d i t e m a u n d o c u m e n t a -
r i o s u g l i i t a l o - a rg e n t i n i . A c c u -
m u l a i n t e r v i s t e , r i n s a l d a i r a m i
d e l l ' a l b e ro g e n e a l o g i c o e t u t t e
l e v o c i s eg u o n o i l v i v i s s i m o c re -
s c e n d o d i “ t u t t i i t a n g h i p o s s i -
b i l i ” .
«Quando Dio ballava il tango»L'Argentina di Laura Pariani
ddii TToonniinnoo PPiinnttaaccuuddaaddii TToonniinnoo PPiinnttaaccuuddaa
la gente d’italia Venerdì 9 Marzo 2007 15
I l b a l l o e r o t i c o p e r e c c e l -
l e n z a , i l s e n t i m e n t o s t e s s o
d e l l a p a s s i o n e , m a a l c o n t e m -
p o e s p r e s s i o n e d i i m m e n s a
s o l i t u d i n e . A m a t o i n t u t t o i l
m o n d o , i l t a n g o h a u n a s t o r i a
s i n g o l a r e e , s o t t o c e r t i a s p e t -
t i , a n c h e d i f f i c i l e d a r i c o -
s t r u i r e .
M U S I C A D E G L I S C H I A V I ,
G I O I A E N O S TA L G I A
S i p u ò d i r e c h e i l t a n g o s i a
f i g l i o d e l l ' h a b a n e r a c u b a n a e
i n g e n e r e d e l l a m u s i c a c h e g l i
s c h i a v i a f r i c a n i p o r t a r o n o i n
A m e r i c a L a t i n a n e l ' 7 0 0 . U n a
m u s i c a n o s t a l g i c a , m a c h e
r a p p r e s e n t a v a a n c h e u n m o -
m e n t o d i e v a s i o n e d a l l e d i f -
f i c o l t à q u o t i d i a n e . U n ' a l c h i -
m i a d i p i a c e r e e d o l o r e , c h e
s i u n ì s u c c e s s i v a m e n t e a l l a
p a y a d a , c a n t o p o e t i c o d e l l a
g e n t e d e l l e c a m p a g n e . D a q u i
n a c q u e l a m i l o n g a , c h e v e n i -
v a s u o n a t a c o n c h i t a r r a , f l a u -
t o e v i o l i n o . L a m i l o n g a
p u ò e s s e r e c o n s i d e r a t a a
t u t t i g l i e f f e t t i l a m a d r e
d e l t a n g o , t a n t o c h e s p e s -
s o i d u e b a l l i v e n g o n o
i d e n t i f i c a t i .
S O F F E R E N Z A E A L L E -
G R I A N E I S O B B O R G H I
R I O P L AT E N S I
I l t a n g o v e r o e p r o p r i o -
d e t t o “ r i o p l a t e n s e ” - s e m -
b r a e s s e r e n a t o i n t o r n o a l
1 8 8 0 n e i s o b b o r g h i d i
B u e n o s A i r e s e M o n t e v i -
d e o ( s e p a r a t e d a l R i o d e l -
l a P l a t a ) . S e m b r a c h e s i a
a p p a r s o a l l ' i m p r o v v i s o ,
u n e n d o i m m i g r a t i s p a g n o -
l i , t e d e s c h i , i t a l i a n i , r u s -
s i , g e n t e d e l p o r t o e g e n t e
d e l l e c a m p a g n e , d a n d o a
c i a s c u n o d i l o r o l a p o s s i -
b i l i t à d i e s p r i m e r e t r a m i t e
i l b a l l o e l a m u s i c a t u t t e
l e p r o p r i e s o f f e r e n z e e l e
p r o p r i e g i o i e . È l ' u n i o n e
d i m u s i c h e , d a n z e e s t r u m e n -
t i d i f f e r e n t i , d i s e n t i m e n t i ,
n o s t a l g i e e g i o i e i d e n t i c i .
U n i o n e d i c u l t u r e i n a p p a r e n -
z a t a n t o d i s t a n t i , m a i n r e a l t à
l e g a t e d a l l e s t e s s e e m o z i o n i .
I l t a n g o è c o n t r a d d i z i o n e f i n
d a l l a s u a n a s c i t a , s e n t i m e n t o
t r i s t e e a l l e g r i a i m m e n s a .
L A M U S I C A T R A T R A D I Z I O -
N E E I N N O VA Z I O N E
I n t o r n o a l 1 9 1 0 i l t a n g o i n i -
z i ò a d i f f o n d e r s i a n c h e a l l ' e -
s t e r o . D i v e n n e u n a d a n z a a l l a
m o d a , m a i n f l u e n z ò a n c h e
m o l t i c o m p o s i t o r i d e l l ' e p o c a
c o m e I g o r S t r a v i n s k i j , E r n s t
K r e n e k e M o r t o n G o u l d .
A s t o r P i a z z o l a f u i l m a s s i m o
e s p o n e n t e d i u n m o v i m e n t o
d ' a v a n g u a r d i a c h e n e g l i a n n i
C i n q u a n t a i n t r o d u s s e n e l l a
t r a d i z i o n a l e m e l o d i a d e l t a n -
g o a r m o n i e d i s s o n a n t i e r i t m i
n o n t r a d i z i o n a l i .
I l t a n g o h a , i n f a t t i , i l p r e g i o
d i u n i r e t r a d i z i o n e e m o d e r -
n i t à , e d à l a p o s s i b i -
l i t à a c h i u n q u e d i f a r -
l o d i v e n t a r e i l p r o -
p r i o b a l l o , d i e s s e r e
l i b e r o i n o g n i m o m e n -
t o d i r i n n o v a r l o , d i
i m p r o v v i s a r e .
S C O P R I R E S E S T E S -
S I N E L B A L L O
I l t a n g o è u n b a l l o r i -
v o l u z i o n a r i o s o p r a t -
t u t t o p e r i l r a p p o r t o
c h e s i v i e n e a c r e a r e
t r a i p a r t n e r . N o n s i t r a t t a p i ù
d i u n b a l l o d i c o p p i a c o n u n o
s c h e m a d e f i n i t o , m a d i u n
l i n g u a g g i o d e l c o r p o i n c o n -
t i n u o m u t a m e n t o . Q u a n d o i n i -
z i a a b a l l a r e , l a c o p p i a n o n s a
c o s a s u c c e d e r à , c o s a s c o p r i r à
d u r a n t e i l b a l l o , c o m e r i p e -
t e r à e r e i n v e n t e r à i m o v i m e n -
t i d e l t a n g o .
B a l l a r e i l t a n g o s i g n i f i c a
“ t e n t a r e i n d u e l ' e s e r c i z i o
d e l l a s o l i t u d i n e ” . È l o t t a e
a b b r a c c i o . I b a l l e r i n i d i t a n -
g o r i v i v o n o l a l o t t a t r a G i a -
c o b b e e l ' A n g e l o .
N e l f i l m “ L e z i o n i d i t a n g o ”
( 1 9 9 7 ) , S a l l y P o t t e r r a c c o n -
t a : “ G i a c o b b e e r a s o l o n e l l a
v a l l e , e l ì i n c o n t r ò u n o s t r a -
n i e r o . L o t t a r o n o d u r a n t e u n a
l u n g a , l u n g a n o t t e . M a a l s o r -
g e r e d e l l ' a l b a G i a c o b b e r e a -
l i z z a v a c h e n o n a v r e b b e m a i
p o t u t o s c o n f i g g e r e l o s t r a n i e -
r o . P e r c h é l o s t r a n i e r o e r a
D i o . O u n a n g e l o . O f o r s e f i n
d a l l ' i n i z i o e g l i a v e v a l o t t a t o
c o n s e s t e s s o . ”
E i l f i l m s i c h i u d e c o n u n
t a n g o c h e h a q u e s t e p a r o l e :
“ D a d o v e v i e n i ? / D a d o v e , d a
d o v e ? / D a l l a t e r r a , d a l l ' a c -
q u a / d a l f u o c o , d a l l ' a r i a ? /
Q u a n d o d a n z i a m o / s o n o s i c u -
r a / t i c o n o s c o , t i c o n o s c o /
d a s e m p r e . / U o m o v i a g g i a t o -
r e / u o m o n e l m i o c u o r e / u o -
m o s u l p a l c o / u o m o d e l l a s u a
a r t e . / P a r l a n d o v e l o c e / c o n i
s u o i p i e d i / t i s e n t o , t i v e d o /
l à c i i n c o n t r i a m o . / Q u a n d o
o c c h i e o r e c c h i e / r i c e v o n o l a
p a r o l a / q u a n d o c i ò c h e v i e n e
d e t t o / p u ò e s s e r e a s c o l t a t o . /
T u s e i m e / e i o s o n o t e / u n o
è u n o / e u n o s o n o d u e . ”
I l t a n g o n o n è u n b a l l o , è l a
s c o p e r t a d i s e s t e s s i a t t r a v e r -
s o i l p r o p r i o c o r p o . U n a s c o -
p e r t a c h e n o n p u ò c h e e s s e r e
f a t t a i n d u e .
Vivere in un tangoddii MMaauurraa GGaanncciittaannoo ddii MMaauurraa GGaanncciittaannoo
la gente d’italiaLunedì 12 Marzo 20074
Il momento più atteso di tutta la visita del
Presidente degli Stati Uniti d'America in Uruguay
dura appena venticinque densissimi minuti. Tanto è
durata la conferenza stampa congiunta del
Presidente Bush e del Presidente Vazquez , dalle
11.53 alle 12.18 dello scorso sabato nel suggestivo
scenario del “Centro Visitantes” del Parque
Anchorena di Colonia del Sacramento, a 190 chilo-
metri dalla capitale dell'Uruguay, Montevideo.
UNA NOTTE DI FOLLIA La notte prima il centro
della città è stato assaltato dalla follia di uno sparu-
to gruppo di dissidenti che hanno espresso il loro
dissenso distruggendo le vetrine dei Mac Donald di
Montevideo. Rovinando così la marcia pacifica del
Coordinamento Anti-imperialista formato da moltis-
sime organizzazioni sociali per la difesa dei diritti
umani, appoggiati dai potenti sindacati PIT.CNT
che hanno collaborato con le autorità locali per il
rispetto dell'ordine pubblico. Ciò nonn ha impedito
le ormai solite scene di ordinaria follia, sempre
troppo uguali alle precedenti: secondo gli specialisti
di Intelligence si tratterebbe di un gruppo arrivato
da Buenos Aires.
IL PREZZO DELLA SICUREZZA Nei giorni prece-
denti gli uomini del Presidente Bush avevano già
provveduto a neutralizzare ogni pericolo possibile:
come molti hanno scritto, il “Grande Fratello” ame-
ricano ha trasformato per due giorni la pacifica
Montevideo nella città più controllata del mondo. I
computer, la linea adsl, i cellulari: tutti i feticci
della nostra epoca sono stati sottoposti a un siste-
matico controllo che ha causato non pochi disagi
alla cittadinanza. È l'inevitabile prezzo che tutto il
mondo deve pagare dopo l'11 Settembre anche il
servizio Google Earth ha subito palesi restrizioni, e
secondo la stessa Cia due satelliti sono stati
momentaneamente dirottati.
UN ADDESTRAMENTO SPECIALE La polizia
uruguayana ha avuto il privilegio di un addestra-
mento “full immersion” dai famosissimi Swat
(Special Weapons and Tactics) americani, uomini
dalla faccia dura pronti ad affrontare qualunque
situazione d'emergenza. Un corso intensivo che ha
dato i suoi frutti. Solo otto arresti in una situazione
rovente che poteva facilmente degenerare in una
catastrofica guerriglia urbana.
I Nord Americani hanno offerto la loro collabora-
zione e le loro tecnologie, donate alla polizia locale
per rimarcare la profonda amicizia con il
popolo uruguayano.
LA NECESSITA' DI ACCORDI BILATE-
RALI Come hanno
rimarcato le
Agenzie internazio-
nali di notizie la
molla di tutto sareb-
be il crescente inte-
resse per i trattati bilaterali
di libero commercio tra il
Cono Sud dell'America
Latina e gli Stati Uniti, tutto
ciò contrasta con gli accordi
previsti tra i Paesi membri
del Mercosur, che si ispirano
all'Unione Europea per la
costituzione di un reale mer-
cato unico tra i Paesi
dell'America Latina. Ma il
Mercosur, come ci ha rivelato il Ministro del
Turismo e dello Sport Lescano deve affrontare pro-
blemi che non erano stati previsti, primo fra tutti l'a-
pertura dei ponti con l'Argentina (libero transito
delle merci e delle persone), attualmente bloccati
dai piqueteros argentini in seguito alla cosiddetta
guerra delle cartiere.
LA RIUNIONE PARALLELA Una riunione paralle-
la si svolgeva contemporaneamente a Buenos Aires
tra il Presidente argentino Kirchner e il Presidente
del Venezuela Chavez che, in un discorso pubblico,
rilanciato da tutte le televisioni dell'America Latina,
ha definito plateal-
mente il Presidente
Bush «un cadavere
politico», rivendican-
do a gran voce il dirit-
to alla legittima auto-
determinazione dei
popoli, criticando
aspramente la politica
estera degli Stati Uniti.
LA CONFERENZA STAMPA: I PUNTI SALIENTI
LA RICONOSCENZA DELL'URUGUAY
Il Presidente dell'Uruguay Vazquez ha sintetizzato i
due punti che gli stavano particolarmente a cuore: i
cittadini uruguayani che vivono e lavorano negli
Stati Uniti e la riconoscenza che quella che fu la
Banda Oriental nutre nei confronti dell'Aquila Nord
Americana.
Nessuno può dimenticare che - sono le stesse paro-
le di Vazquez - «quando il nostro Paese visse la piu'
Il Presidente Bush in Uruguay «Qui mi sento davvero a casa»
DIARIO URDIARIO URUGUUGUAAYYANOANO
ddii TToonniinnoo PPiinnttaaccuuddaaddii TToonniinnoo PPiinnttaaccuuddaa
la gente d’italia Lunedì 12 Marzo 2007 5
grande e brutale crisi economica della
sua storia, furono proprio gli Stati Uniti
e, in particolare proprio il Presidente
Bush, a tenderci la mano».
Vazquez ha poi ricordato quando, anco-
ra sindaco di Montevideo, il 5 dicembre
di diciassette anni fa, ebbe il piacere di
donare a George Bush padre le chiavi
della città. Oggi quella amicizia frater-
na è ancora più forte, tanto che il
Presidente dell'Uruguay ha detto: conti-
nuiamo «lungo la strada che stiamo per-
correndo che è quella del dialogo col
Presidente degli Stati Uniti cercando di
incrementare il nostro interscambio
commerciale, la possibilità di aumenta-
re l'esportazione del nostro lavoro negli
Stati Uniti, aumentando l'interscambio scientifico,
tecnologico e culturale con il “paese fratello” (el
país hermano, sic!) per raggiungere una maggiore
qualità di vita alle nostre popolazioni» (l'Uruguay è
al momento il principale esportatore di software in
America Latina, n.d.R.).
LA RISPOSTA DI BUSH
Il Presidente Bush
ricorda ancora la
visita di Vazquez
allo Studio Ovale
della Casa Bianca e
si definisce piena-
mente d'accordo con
le parole del suo
omologo uruguaya-
no, soprattutto si
rivela vincente la
scelta del luogo
della conferenza
stampa: «Mi sento
davvero a casa qui.
Lo sa? È così, nel
mio Stato, il Texas,
quando s'invita qual-
cuno nel proprio ranch è un segnale di rispetto, quin-
di la ringrazio davvero per questo gentile gesto d'o-
spitalità, in fin dei conti anche lei è texano!»
L'esordio cordiale prosegue in una impeccabile con-
ferenza stampa, con Bush che appoggia su tutta la
linea lo spirito delle parole di Vazquez e si definisce
estasiato dalla bontà della cucina uruguayana:
soprattutto il delizioso asado, il piatto nazionale.
Senza dimenticare che tra le tradizioni secolari degli
Stati Uniti, spicca prima fra tutte l'accoglienza.
Sulla stampa dell'America Latina
Bush le dijo a Vázquez que lo llame si necesita
ayuda
A su paso por Uruguay, el presidente de Estados
Unidos dejó en claro su firme voluntad de fortalecer
los vínculos con nuestro país.
El Pais, (Montevideo)
En la marcha de la Coordinadora Antiimperialista se
registraron incidentes
Miles de uruguayos repudiaron a Bush: la mayoría
en paz y otros con violencia
La Republica (Montevideo)
Llegó Bush y hubo incidentes
... A pocas horas del arribo de Bush a nuestro país,
en una de las marchas que se desarrollaron ayer en la
tarde, por la avenida 18 de Julio, la furia antiimpe-
rialista se hizo sentir. Hubo destrozos en locales de
McDonald's y hasta en la iglesia "Pare de Sufrir". La
Policía incautó bombas y hay varios detenidos.
Ulimas Noticias
(Montevideo)
M a n i f e s t a c i o n e s
anti-Bush
La visita del presi-
dente de Estados
Unidos a América
Latina se viste de
matices de
protesta en diferen-
tes puntos de la
región.
BBC (en español)
Sob protestos, Bush
se reúne com presi-
dente uruguayo
Bush chegou na
sexta a Montevidéu,
onde foi recebido
com cartazes de ´fora´ e ´assassino´; Vázquez espera
assinar um Tratado de Livre-Comércio com os EUA
“Vázquez tem sugerido a possibilidade de assinar um
Tratado de Livre-Comércio com os EUA para melho-
rar a economia local, o que irritou seus sócios no
bloco Mercosul, integrado também
por Argentina, Brasil, Paraguai e
Venezuela”. Agenzie Efe e Reuters
O Estado de Sao Paulo (San Paolo)
Bush en LatinoAmerica : la visita
del presidente de EE.UU. a
Uruguay
Tabaré dijo a Bush que Uruguay no
quiere irse del Mercosur
Fue en la rueda de prensa de
ambos mandatarios. Pero el uru-
guayo reclamó que los socios del
mercado puedan tener relaciones
comerciales bilaterales con otros
países, algo que hoy prohíben los
estatutos.
Clarín (Buenos Aires)
Bush, en busca del continente perdido
"Gracias, señor Chávez", tituló The New
York Times su irónico editorial el día en
que el archirrival del presidente venezola-
no, George W. Bush, se subió al Air Force
One para emprender su octava y más larga
gira por América latina. "Si se necesita de
la demagogia de Chávez para incentivar a
Washington a promover políticas más ilu-
minadas en el continente americano, enton-
ces bienvenida", explicó el diario.
La Nación (Buenos Aires)
No hubo anuncios concretos tras la cumbre;
Vazquez defendio el Mercosur
Bush y Tabaré hablaron pero no acordaron
Pagina 12, (Buenos Aires)
Sulla stampa italiana
Bush in Uruguay incontra Vazquez
Presidente Usa ribadisce impegno per l'America del
Sud
(ANSA) - MONTEVIDEO, 11 MAR - Il Sudamerica
“mi importa moltissimo”: cosi' Bush nel corso di una
conferenza stampa con il presidente uruguayano
Tabare' Vazquez. Bush ha affermato che il suo viag-
gio risponde al desiderio di lavorare insieme con i
popoli dell'America Latina e realizzare l'integrazio-
ne di tutto il continente. Durante i suoi due mandati
presidenziali gli Usa hanno raddoppiato l'entita' dei
programmi di assistenza ai diversi paesi della regio-
ne, portandola da 800 a 1.600 milioni di dollari.
Ansa.it (Roma)
Ventimila persone contro il capo della Casa Bianca:
«Terrorista»
Manifestazioni anti-Bush anche in Uruguay
Il presidente americano continua fra le proteste il
suo tour in Sud America. Chavez a Buenos Aires per
un corteo parallelo
Corriere della Sera, (Milano)
Il leader Usa punta sulla lotta alla povertà: "voglia-
mo aiutare, siamo amici"
Il presidente venezuelano Chavez: "Vince la meda-
glia d'oro per l'ipocrisia"
Bush alla rinconquista del Sud America
Disordini al suo arrivo in Brasile
La Repubblica (Roma)
la gente d’italiaMartedì 13 Marzo 20076
I l C i m i t e r o C e n t r a l e d i
M o n t e v i d e o , p r e s e n t a n d o s i c o m e
t e s t i m o n e d i u n a n u m e r o s a c o m -
p a g i n e d i s c u l t o r i e d a r c h i t e t t i
i t a l i a n i n o n c h é s p e c c h i o d e l
g u s t o d e l l ' o l i g a r c h i a c i t t a d i n a , è
u n o d e i l u o g h i m a g g i o r m e n t e
s e g n a t i d a l l a c u l t u r a i t a l i a n a .
U n a v o l t a g i u n t o s u l l ' a l t r a s p o n -
d a d e l l ' O c e a n o e d o p o e s s e r s i
c r e a t o u n a p o s i z i o n e e c o n o m i c a ,
i l p r i m o p e n s i e r o d e l l ' e m i g r a n t e
o t t o c e n t e s c o è q u e l l o d i r i c o -
s t r u i r e l e a b i t u d i n i e g l i s t a t u s
d e l l a t e r r a d ' o r i g i n e . E t r a l e
p r i o r i t à v i è s e n z a d u b b i o l ' a c -
q u i s t o d i u n a t o m b a d i f a m i g l i a ,
s p e s s o d i m a n i f a t t u r a e u r o p e a ,
c h e r i p o r t a s s e a l l a m e n t e l e
i m m a g i n i d i q u e i c i m i t e r i m o n u -
m e n t a l i c h e a v e v a n o g i à p r e s o
p i e d e i n I t a l i a a p a r t i r e d a l l ' e d i t -
t o d i S a i n t - C l o u d ( 1 8 0 4 ) .
Q u e s t ' u l t i m o è u n m e c c a n i s m o
s o c i a l e c h e v a l e p e r t u t t a l ' a r e a
d e l S u d A m e r i c a ; n e è l a p r o v a
u n p a s s a g g i o d e l f o r t u n a t o D o n
C a s m u r r o ( 1 8 9 9 ) d e l l o s c r i t t o r e
b r a s i l i a n o M a c h a d o d e A s s i s
( 1 8 3 9 - 1 9 0 8 ) . L ' a u t o r e n a r r a l a
v i c e n d a d i u n u o m o d i c l a s s e
m e d i a , P á d u a , c h e n o n a p p e n a
v i n t a l a l o t t e r i a p e n s a a l m o d o d i i n v e s t i -
r e i l d e n a r o : " L a p r i m a i d e a [ . . . ] f u d i
c o m p e r a r e u n c a v a l l o , u n g i o i e l l o d i b r i l -
l a n t i p e r l a m o g l i e , u n a t o m b a d i f a m i g l i a ,
f a r v e n i r e d a l l ' E u r o p a a l c u n i u c c e l l i , … " .
È p r o p r i o g r a z i e a q u e s t o p r o c e s s o c h e u n
f o l t o n u m e r o d i s c u l t o r i e l a b o r a t o r i s p e -
c i a l i z z a t i h a n n o p o t u t o s o s t e n e r s i p e r a n n i
c o n g l i i n c a r i c h i p r o v e n i e n t i d a i c i m i t e r i
s u d a m e r i c a n i . N e l c a s o d e l l ' U r u g u a y, l a
n e c r o p o l i p i ù a n t i c a è i l C i m i t e r o C e n t r a l e
c h e n e i p r o g e t t i r i s a l e a l 1 8 3 8 e c h e c o n i
s u o i m a r m i r i s u l t a e s s e r e i l p r i m o m o n u -
m e n t o t o u t c o u r t d e l l ' U r u g u a y. I n r e a l t à
e s i s t e v a g i à u n c i m i t e r o i n e p o c a c o l o n i a -
l e - s e n e h a n n o t e s t i m o n i a n z e
a p a r t i r e d a l 1 8 0 8 - s i t u a t o
a l l ' i n c r o c i o d e l l e a t t u a l i c a l l e
D u r a z n o e A n d e s ; p o i n e l 1 8 2 9
i l p i a n o r e g o l a t o r e d e l l a c i t t à
e s i g e t t e l ' e l i m i n a z i o n e d i q u e -
s t o c i m i t e r o e l ' a n n e s s i o n e d e l
n u c l e o p i ù a n t i c o d e l l a c i t t à -
l a " c i u d a d v i e j a " - a l l a p a r t e
" n u e v a " ; g i à d a l 1 8 3 5 s i f e c e
p e r c i ò i m p e l l e n t e l a c r e a z i o n e
d i u n n u o v o l u o g o d e p u t a t o
a l l e s e p o l t u r e , c h e p e r l u n g a g -
g i n i b u r o c r a t i c h e e i n c e r t e z z e
p r o g e t t u a l i v e n n e b e n e d e t t o
s o l e n n e m e n t e n e l 1 8 6 3 .
L ' a r r e d o s c u l t o r e o d e l c i m i t e -
r o , s i n d a l s u o e s o r d i o , è l e g a -
t o a p e r s o n a l i t à i t a l i a n e . I n
a s s o l u t o i l p r i m o è i l c a r r a r e -
s e G i u s e p p e L i v i ( 1 8 2 8 c . -
1 8 9 0 c . ) c h e i n t r i s o d i m o d e l l i
n e o c l a s s i c i , m i s t i a q u e l l e
c o m p e t e n z e a p p r e s e d a p r i m a
n e l l o s t u d i o p a t e r n o a C a r r a r a
e i n s e g u i t o a F i r e n z e c o n
L u i g i B a r t o l i n i , i n c o n t r a i l
f a v o r e d e l l a c l a s s e d i r i g e n t e
l o c a l e e t r a s f o r m a i l C i m i t e r o
C e n t r a l e n e l l u o g o d e l l a c o m -
m e m o r a z i o n e n a z i o n a l e . L e
p r i m e t o m b e p o r t a n o i n f a t t i i
n o m i d e i m i l i t a r i c h e , n e l
b e n e e n e l m a l e , h a n n o f a t t o l a s t o r i a d e l
P a e s e : A t a n a s i o L a p i d o ( 1 8 6 2 ) , A t a n a s i o
S i e r r a ( 1 8 6 3 - 6 6 ) , P a b l o P e d r o B e r m u d e z
( 1 8 6 5 c . ) , L e a n d r o G o m e z ( 1 8 6 5 c . ) ,
Ve n a c i o F l o r e s ( 1 8 6 6 ) , B e r n a b é R i v e r a
( 1 8 6 6 c ) e s o p r a t t u t t o i l m o n u m e n t o a i
M a r t i r i d i Q u i n t e r o s ( 1 8 6 6 - 6 8 ) .
Un giardino di marmi italianiDIARIO URUGUADIARIO URUGUAYYANOANO
di Tdi Tonino Pintacudaonino Pintacuda
GENIO E ARTE ITALIANA PER FAR GRANDE MONTEVIDEO
Oggi i “Fogoneros”, un gruppo di estrema sinistra, hanno rivendicato tutti gli atti vandalici compiuti nel centro della città nella notte tra venerdì e saba-to. Tutti obiettivi mirati per rimarcare l'odio nei confronti del rappresentante dell'imperialismo “¡Ni un Yanki mas en América Latina!!! Fuera Bush deNuestra America”.Ma, come sempre, è ormai una notizia vecchia, molto più interessante risulta il progetto uruguayano di spiegare i diritti ai giovani lavo-ratori attraverso un fumetto con un supereroe creato ad hoc.Noi, sempre guidati da Cristina Beltrami, continuiamo il nostro viaggio alla sco-perta dei gioielli italiani della capitale uruguayana.Oggi è di scena il Cimitero Centrale di Montevideo, “uno dei luoghi maggiormentesegnati dalla cultura italiana”.Come sempre, hasta luego! Vi ricordiamo che siamo a vostra disposizione Redazione (598 -2) 916 08 15.Da lunedi a venerdi, dalle 15 alle 17.Email genteditaliauruguay@gmail.com
di Cristina Beltramidi Cristina Beltrami
la gente d’italia Martedì 13 Marzo 2007 7
Q u e s t ' u l t i m o è s e n z a d u b b i o l a
m a c c h i n a d e c o r a t i v a p i ù i m p o n e n -
t e d e l l ' i n t e r o p r i m o c o r p o d e l
c i m i t e r o e i l s u o i m p a t t o s u l l a
s t a m p a è s t a t o f o r t e e c o n t i n u a t i -
v o : l o s i r i t r o v a i n f a t t i i n i l l u s t r a -
z i o n i a n t i c h e , c o m e i n q u e l l a r e a -
l i z z a t a d a l l a E s c u e l a d e A r t e s y
O f i c i o s p e r l a " I l u s t r a c i o n
U r u g u a y a " , e i n p u b b l i c a z i o n i
r e c e n t i . L a p r i m a s c u l t u r a c h e
r o m p e c o n l a t r a d i z i o n e t a r d o -
n e o c l a s s i c a d i L i v i è l a t o m b a
M u s s i o ( 1 8 6 4 c . ) , p r o v e n i e n t e
d a l l a L i g u r i a ; e s s a è d e f i n i t a
c o m e " e l m o n u m e n t o m a s i m p o -
n e n t e y q u e d e j a u n a i m p r e s i o n
m a s t r i s t e e n e l a l m a " e s i d e v e a i
L a v a r e l l o , u n a d i t t a a t t i v a n e i
c a n t i e r i l i g u r i a l m e n o a p a r t i r e
d a l l a m e t à d e l l ' O t t o c e n t o .
L ' a r r i v o d e l l a t o m b a a M o n t e v i d e o
è a m m a n t a t o d a l l a l e g g e n d a :
S a n t i a g o M u s s i o , v e d o v o a f f r a n t o ,
s i s a r e b b e i m b a r c a t o p e r G e n o v a
a l l a r i c e r c a d i u n o s c u l t o r e i n
g r a d o d i r i p r o d u r r e l e e s a t t e f a t -
t e z z e d e l v o l t o d e l l a c o m p a g n a
s c o m p a r s a . A l d i l à d e l l a c o l o r i t a
n a r r a z i o n e , v a r i l e v a t o c o m e l a t o m b a
M u s s i o s i a i l p r i m o m o n u m e n t o d i i c o n o -
g r a f i a b o r g h e s e c h e c o m p a i a n e l l a n e c r o -
p o l i m o n t e v i d e a n a . E s s a r a p p r e s e n t a s e n z a
d u b b i o u n m o d e l l o i n n o v a t i v o e i n a u g u r a
u n f l o r i d o c o m m e r c i o c h e a v r à d i l ì a
p o c h i a n n i i l s u o m a g g i o r e p r o t a g o n i s t a i n
G i o v a n n i A z z a r i n i ( G e n o v a 1 8 5 3 -
M o n t e v i d e o 1 9 2 4 c . ) . A z z a r i n i i n c a r n a l a
f i g u r a d e l l o s c u l t o r e - i n t e r m e d i a r i o c h e ,
a l l e t t a t o d a l l e p o s s i b i l i t à l a v o r a t i v e , s i
a v v e n t u r a i n a r e a p l a t e n s e e d i n c o n t r a u n a
n a z i o n e c h e è a n c o r a i n p r o c i n t o d i
c o s t r u i r e l a p r o p r i a i m m a g i n e m o n u m e n t a -
l e . E g l i , d a
m e d i o s c u l t o r e
m a i n t r a p r e n d e n -
t e i m p r e s a r i o ,
d e v e a v e r i m m e -
d i a t a m e n t e i n t u i -
t o l ' o p p o r t u n i t à
d i i m p o r t a r e
d a l l ' I t a l i a u n a
s e r i e d i m a r m i
g i à s c o l p i t i e
c o l l o c a b i l i s u l l e
t o m b e d e l n e o n a -
t o c i m i t e r o C e n t r a l e
L e o p e r e , s u b i t o s i g l a t e c o l p r o p r i o n o m e ,
e r a n o s p e s s o c o p i e d i m o d e l l i g i à p r o p o s t i
c o n s u c c e s s o n e i c i m i t e r i i t a l i a n i o c h e a d
e s s i s i i s p i r a v a n o , c o m e l e t o m b e D e i c a s -
H e r e s ( 1 8 8 6 ) , A l v a r e z ( 1 8 8 6 ) , C h u c a r r o
( 1 8 8 4 ) , B o n i f a z ( 1 8 8 8 ) , C o s t a ( 1 8 9 0 ) ,
E s c a l a d a ( 1 8 9 1 ) , M a r t i n e z ( 1 8 9 3 c . ) , c h e
d e v o n o l e p r o p r i e i n v e n z i o n i i c o n o g r a f i -
c h e a d A g u s t o R i v a l t a , C e s a r e F a g g i o n i ,
F e d e r i c o F a b i a n i e m o l t i a l t r i . I l p i c c o
a s s o l u t o d e g l i a c q u i s t i a z z a r i n i a n i è p e r ò
s e n z a d u b b i o i l M i n a t o r e d i E n r i c o B u t t i .
L a s c u l t u r a c h e , n e l 1 8 8 8 v i n s e s o l a m e n t e
i l s e c o n d o p r e m i o a l c o n c o r s o P r i n c i p e
U m b e r t o d e l l ' A c c a d e m i a d i B r e r a -
n o n o s t a n t e l ' o t t i m a m o d e l l a z i o n e -
a c a u s a d e l l a s u a s f a c c i a t a d e n u n c i a
s o c i a l e , o r n a o g g i l a t o m b a d i J u a n
N i c o l a ( 1 8 8 8 c . ) . P u r t r o p p o l ' i t e r d e l
m a r m o è s c a r s a m e n t e r i c o s t r u i b i l e ;
g r a z i e a g l i s t u d i d i F l a v i o F e r g o n z i
è n o t o p e r ò c h e f u d i r e t t a m e n t e
G i o v a n n i A z z a r i n i a p r e n d e r e c o n -
t a t t o c o n B u t t i , m a v i s t a l a d i s t a n z a
s t i l i s t i c a c o n l e o p e r e c h e h a p r o c u -
r a t o i m p e r t e r r i t o p e r i c i m i t e r i
m o n t e v i d e a n i , n o n è d a e s c l u d e r e
c h e i n q u e s t o c a s o a b b i a o p e r a t o
s o t t o e s p l i c i t a r i c h i e s t a d e i c o m m i t -
t e n t i .
A p a r t e q u a l c h e p r e s e n z a d i s c u l t o r i
l o m b a r d i , l e d u e m a g g i o r i a r e e d i
p r o v e n i e n z a r e s t a n o , p e r l ' o v v i a
p r e s e n z a d i c a v e , q u e l l e l i g u r i e
t o s c a n e . D a C a r r a r a i n p a r t i c o l a r e -
o l t r e a G i u s e p p e L i v i - g i u n g o n o a
M o n t e v i d e o C a r l o N i c c o l i e
G i o v a n n i D e l Ve c c h i o . A l p r i m o s i
d e v e l a m o n u m e n t a l e f i g u r a d i v e c -
c h i o d e l l a t o m b a d i T i b u r c o C a c h o n
i l c u i m o d e l l o è c o n s e r v a t o c o l t i t o -
l o d i S i l e n z i o a l l ' A c c a d e m i a d i
B e l l e A r t i d i C a r r a r a ; m e n t r e i l
s e c o n d o è l ' a u t o r e d e l l a f o r t u n a t i s s i m a
t o m b a A r a m b u r u , l a c u i f u s i o n e v i e n e p e r ò
r e a l i z z a t a a n c o r a i n I t a l i a .
I l m e r i t o d i a v e r u t i l i z z a t o p e r p r i m o l ' a b -
b i n a m e n t o d i b r o n z o e g r a n i t o , m a s o p r a t -
t u t t o d i a v e r i n s t a l l a t o n e l l a c a p i t a l e u n a
f o n d e r i a a u t o n o m a , s p e t t a a l n a p o l e t a n o
F e l i c e M o r e l l i ( 1 8 5 7 - 1 9 2 2 ) . E g l i , s u l l a
s c o r t a d e l s u c c e s s o d i E t t o r e X i m e n e s a l
c i m i t e r o d e l l a R e c o l e t a a B u e n o s A i r e s ,
p r o p o n e s u l m e r c a t o c i m i t e r i a l e u r u g u a i a -
n o l e i c o n o g r a f i e d i p o s s e n t i f i g u r e f e m -
m i n i l i a c c a s c i a t e s u t o m b e i n g r a n i t o ,
s p e s s o c o n a t t e g g i a m e n t i l a s c i v i - u n s e n o
s c o p e r t o , l o s g u a r d o e s t a t i c o . . . - s e c o n d o
l ' i m m a g i n e r i c o r r e n t e d e l c o s t a n t e e f l e b i -
l e e q u i l i b r i o t r a E r o s e T h a n a t h o s : u n
e s e m p i o s u t u t t i l a t o m b a P e i r a n o .
L ' a t t i v i t à d e l C e n t r a l r a l l e n t ò n e g l i a n n i
v e n t i i n f a v o r e d e l B u c e o , i l s e c o n d o
c i m i t e r o m o n u m e n t a l e d e l l a c a p i t a l e c h e ,
s o r t o i n u n a r e a l e g g e r m e n t e p e r i f e r i c a ,
n o n c o n o s c e v a l i m i t i s p a z i a l i e d i v e n n e i l
l u o g o d e l l e c o m m e m o r a z i o n i m o d e r n e ,
l a s c i a n d o a l C e n t r a l i l r u o l o d i t e s t i m o n e
d e l l e o r i g i n i d e l l a n a z i o n e .
a
la gente d’italiaMercoledì 14 Marzo 20076
Oggi è stato ufficialmente presentato ilprogramma delle attività dell'IstitutoItaliano di Cultura in Uruguay. Programmaparticolarmente ricco in concomitanza conil bicentenario della nascita di GiuseppeGaribaldi, tra cui spicca la “Settimanadella lingua italiana”. Oltre a una interes-sante serie di mostre, spettacoli teatrali,concerti, cineforum e dibattiti. Al rinfresco che ha seguito la presentazio-ne erano presenti l'Ambasciatore GuidoScalici, il Console Michele Pala e il foltogruppo di corsisti e di amici dell'istituzio-ne.Concediamo con piacere tutto lo spazio delnostro “diario uruguayano”, anticipandoche, nei prossimi giorni, “Gente d'Italia”visiterà le altre realtà che contribuiscono amantenere vivo, vero e vitale il legame conl'Italia e l'italianità attraverso lo studioappassionato della nostra lingua e dellanostra cultura.Come sempre, hasta luego!
******Istituto Italiano di Cultura di Montevideo Calle Paraguay 1177 - C.P.11100 Montevideo - Uruguay Tel: (005982) 900 33 54 - 902 05 58 Fax: (005982) 902 08 19 e-mail. iicmontevideo@esteri.it sito web: www.iicmontevideo.esteri.it
Orario diapertura alpubblico: Da lunedì agiovedì dalleore 10.00alle ore13.00Venerdì dalle10.00 alle12.00
Dichiarazioni di valore: Martedì e giovedì dalle ore 10.00 alle ore 12.00
Lo staffDott. Angelo Manenti, direttoredirettore.iicmontevideo@esteri.it, angelo.manen-ti@esteri.itSig.ra Silvana Rossignolsegreteria.iicmontevideo@esteri.itSig.ra Ma. del Rosario Chiodi biblioteca.iicmontevideo@esteri.itSig.ra Ma. del Rosario Firpo
manifestazioni.iicmontevideo@esteri.it, corsi.iic-montevideo@esteri.it Sig.ra Gabriella Galeotti
amministrazione.iicmontevideo@esteri.it
La missioneL'Istituto Italiano di Cultura, ufficio cultu-rale dell'Ambasciata d'Italia, ha comeobiettivo quello di promuovere la diffusio-ne all'estero, della cultura e della linguaitaliane, per favorire lo sviluppo dellaconoscenza reciproca e della cooperazioneculturale tra i popoli, nel marco dei rappor-ti che l'Italia ha conl'Uruguay.
I serviziCorsi di lingua e cultura italiana Certificazione dell'italiano comelingua straniera Prestito di VHS e di DVD. Biblioteca: opere di consultazio-ne, libri, riviste e quotidiani Gestione delle borse di studioofferte dal governo italiano Dichiarazioni di valoreManifestazioni culturali
Da più di cinquant'anni al servizio della cultura italiana
Fondato nel 1950, l'Istituto Italiano diCultura in Uruguay, dispone di unasede demaniale di complessivi 1200metri quadrati, distribuiti su tre piani. L'edificio in stile neoclassico fucostruito nel 1912 su progetto diAlbino Pierotti. Al pianterreno si trova la Sala delleEsposizioni, la Sala delle conferenze,la Sala per le audizioni musicali, unpiccolo bar. Al primo piano sono disposti gli uffi-ci, la Sala di Lettura e la Bibliotecache dispone di circa 15.000 volumi.Al secondo piano sono dislocate setteaule utilizzate per i corsi di lingua ita-liana.
I TRE PUNTI FONDAMENTALIFin dai suoi inizi l'Istituto ha indivi-
duato le sue linee di azione nei seguenti tre puntifondamentali: 1) diffusione della lingua e cultura italiane 2) organizzazione di eventi culturali 3) partecipazione a tutti gli eventi culturali di rile-vanza internazionale organizzati dalle istituzionilocali.LA COOPERATIVA DI DOCENTIL'insegnamento della lingua italiana attualmenteviene impartito mediante una cooperativa di docen-ti che tiene i corsi di lingua nella sede dell'Istituto,articolati in cinque livelli.
GLI ESAMIL'Istituto inoltre è sede di esamiper quanti sono interessati adottenere la certificazione diconoscenza della lingua italianarilasciata dall'UniversitàItaliana per Stranieri di Perugia. Per consentire un adeguato edefficiente insegnamento dellalingua, l'Istituto ha organizzatocorsi di aggiornamento perdocenti, anche in collaborazionecon l'Università locale.
Un anno sorprendentemente ricco per l'Istituto Italiano di Cultura in Uruguay
DIARIO URUGUADIARIO URUGUAYYANOANO
di Tdi Tonino Pintacudaonino Pintacuda
SPECIALE LINGUA E CULTURA ITALIANA A MONTEVIDEO
la gente d’italia Mercoledì 14 Marzo 2007 7
LE CONFERENZEGli allievi dei corsi assistonoinoltre a conferenze sulla lette-ratura, sull'arte e sulla culturaitaliana in genere, tenute sia daidocenti dei corsi stessi, sia daspecialisti italiani espressamenteinvitati dall'Istituto.Annualmente l'Istituto organizzauna serie di eventi in occasionedella Settimana della Lingua ita-liana che si celebra nel mese diottobre. Oltre ai Seminari tenutida esperti nel campo della glot-todidattica e della linguisticaapplicata,l'Istituto proponeeventi tematici, destinati ai lin-guaggi settoriali come per esem-pio l'italiano nella canzone,mediante spettacoli musicali conla partecipazione di cantanti ita-liani.
LE ATTIVITÀCULTURALILe attività cul-t u r a l id e l l ' I s t i t u t ocoprono buonaparte degliaspetti dellacultura italianae comprendonoesecuzioni diconcerti, espo-sizioni d'arte,rassegne cine-matograf iche ,spettacoli teatrali, ecc.
GLI OSPITI ILLUSTRIL'Istituto ha avuto l'onore di ospitare insegni per-sonalità della cultura italiana come Turi Ferro,Carlo Cassola, Maria Tipo, Giorgio Albertazzi,Anna Proclemer, Giulio Bosetti, Luigi Squarzina,Ferruccio Soleri, Vittorio Gassman, i fratelliTaviani, Gian Maria Volonté, Fulvio Tomizza,Gianni Amelio, Giuliano Montaldo, GiovanniSartori, Gianni Vattimo, Carlo Cassola, Uto Ughi,Salvatore Accardo, I Solisti Veneti, Luigi Nono,Gillo Pontecorvo, Dacia Maraini, tra altri.Vi ricordiamo che siamo a vostra disposizioneRedazione (598 -2) 916 08 15. Da lunedi a vener-di, dalle 15 alle 17.Email genteditaliauruguay@gmail.com
IL PROSSIMO APPUNTAMENTO "Mozart-aqva": Balletto dell'Esperia - Compagniaprofessionale di danza contemporanea di base clas-sica.Mozart/Aqva è un balletto che si ispira all'affinitàdell'elemento acquatico con la leggerezza quasi
naturale delle partitureMozartiane creando unacoreografia che vuolanche giocare alla con-trapposizione tra dioni-siaco e apollineo, tra laforza della natura e laricercatezza architetto-nica della musica baroc-ca. Due mondi che nonsi respingono ma diven-gono quasi come in unrespiro, la conseguenza,lo sfogo l'uno dell'altro.Ricordando il 250ºanniversario del geniodi Salisburgo, PaoloMohovich ha volutofare uso, sempre perabbinare due mondi dif-ferenti, di una dinamicamolto acquatica abbina-ta ad un'altra più etereadove i danzatori asse-
condano sia le famo-se melodie mozar-tiane, sia i suoniaquatici visti comeparti integranti diautentiche sinfonienaturali.
InformazioniData: martedì 20marzo 2007 Orari: ore 20.00Luogo: Teatro SolisOrganizzato da:
Istituto Italiano di CulturaIn collaborazione con: Regione Piemonte e TeatroSolis Ingresso gratuito solo per invito.
Il Console d'Italia a Montevideo,Michele Pala, ha inviato aiPresidenti delle Associazioni,degli Enti e degli Organismi dellaCollettività Italiana in Uruguay, aiResponsabili dei Patronati, aiRappresentanti dei mezzi d'infor-mazione italiani, ai Titolari diUffici Consolari Onorari, il libret-to "Costituzione e simboli dellaRepubblica". Obiettivo, divulgareil testo fondamentale dell'ordina-mento repubblicano italiano e, conesso, spiegare brevemente anche ilsignificato e l'origine dei simbolidello Stato italiano. Il volume, di 64 pagine, stampatoin carta patinata, contiene, oltrealla Costituzione della RepubblicaItaliana, anche l'Inno Nazionale(testo e partitura musicale), la sto-ria ed immagini della Bandiera e ladescrizione dell'Emblema repub-blicano. Il libretto contiene inoltre
una prefazione a cura del ConsolePala, nella quale si spiega che "l'i-dea di realizzare un opuscolo perdivulgare il testo fondamentale delnostro ordinamento repubblicano""nasce dalla circostanza che ormaila collettività italiana dell'Uruguayè composta in gran parte dalleterze, quarte, quinte e più genera-zioni, discendenti di coloro chevissero in prima persona la lacera-zione dell'abbandono del suolopatrio. Connazionali, quindi, cheper ragioni temporali e di distanzaspesso hanno una conoscenza soloindiretta, se non addirittura vaga,del Paese di cui pur sono cittadi-ni".Con il libretto, spiega il console,"intendiamo offrire un piccolostrumento a coloro che voglionoavvicinarsi ad un concetto di citta-dinanza vissuto, o perlomeno sen-tito, non solo attraverso la titolarità
di un passaporto che schiude leporte dell'Europa e facilita l'in-gresso anche in molti altri Paesi"."Vi sono, poi, - aggiunge - coloroche la cittadinanza la acquistano,in quanto coniugi di connazionali,e a cui facciamo giurare fedeltàalle leggi italiane: consegneremoloro una copia della più importantedi tutte, anche per conferire mag-giore solennità all'atto". II tuttorigorosamente in versionebilingüe, "perché - conclude - se daun lato siamo consci del fatto chele nuove generazioni hanno persol'uso dell'italiano, dall'altro, c'é chiper migliore comprensione preferi-sce leggere la traduzione in spa-gnolo avendo però l'originalecomodamente disponibile a fronte;speriamo ne approfitti anche perun po' di esercizio linguistico".(aise)
AL CONSOLATO D'ITALIA A MONTEVIDEO IL VOLUME "COSTITUZIONE E SIMBOLI DELLA REPUBBLICA"
la gente d’italiaGiovedì 15 Marzo 20076
OD o p o a v e r r i c o s t r u i t o l a s c o r s a
s e t t i m a n a i n t r e p u n t a t e l a s t o r i a
d e l l ' O s p e d a l e I t a l i a n o , a b b i a m o
r a g g i u n t o i l p r e s i d e n t e R e n a t o
A z z o n i P o n z o n i . L ' a b b i a m o f a t t o
p e r c o n o s c e r e i l p r e s e n t e e
s o p r a t t u t t o l e p r o s p e t t i v e f u t u r e
d i q u e s t a g l o r i o s a i s t i t u z i o n e .
A z z o n i è a r r i v a t o i n U r u g u a y i l
2 1 g e n n a i o d e l 1 9 5 4 , a p p e n a
d i c i a s s e t t e n n e d a l p i c c o l o p a e s i -
n o d i Vo l t i d o , n e l l a B a s s a
P a d a n a . I s u o i c u g i n i l o a t t e n d e -
v a n o a t r e c e n t o c h i l o m e t r i d a
M o n t e v i d e o , i n u n r a n c h o
i m m e n s o d o v e a n c o r a n o n e r a
a r r i v a t a l ' a c q u a c o r r e n t e e l a
l u c e .
I l g i o v a n e R e n a t o r e s t ò l ì d u e l u n g h i s s i m i
a n n i , s i n o a q u a n d o a r r i v a r o n o i g e n i t o r i e
i l f r a t e l l o c h e a v e v a n o v e n d u t o l ' a z i e n d a
a g r i c o l a d e l l a n a t i v a Vo l t i d o p e r t e n t a r e
l a f o r t u n a i n U r u g u a y.
L a m a d r e , p r a g m a -
t i c a e d i r e t t a , a p p e -
n a a r r i v a t a e s c l a m ò
c h e q u e l “ r a n c h o ”
n o n l o v o l e v a v e d e -
r e m a n c o i n f o t o -
g r a f i a , e r a p r o n t a a
p r e n d e r e l a p r i m a
n a v e p e r l ' I t a l i a ,
c o s ì g l i A z z o n i
P o n z o n i i n v e s t i r o n o i l r i c a v a t o d e l l a v e n -
d i t a d e l l e p r o p r i e t à i t a l i a n e i n u n a c a s e t t a
a M o n t e v i d e o .
E q u i i n i z i a l a b e l l a s t o r i a d i q u e l l o c h e
s a r e b b e d i v e n t a t o l ' a t t u a l e p r e s i d e n t e
d e l l ' O s p e d a l e I t a l i a n o U m b e r t o I .
U n a s t o r i a i n c u i m o l t i m e r i t e v o l i m i g r a n -
t i i t a l i a n i s i r i c o n o s c e r a n n o : l a p i c c o l a e
t e n a c e s c a l a t a s o c i a l e d i u n d i c i a n n o v e n n e
i t a l i a n o c h e e n t r a i n u n a g r a n d e a z i e n d a
d o l c i a r i a , l a g r a n d i s s i m a P e r n i g o t t i , e
c o n e n c o m i a b i l e s p i r i t o d i s a c r i f i c i o e
d e d i z i o n e , d a f a t t o r i n o , n e l g i r o d i t r e d i c i
a n n i , c o n c l u d e l a c a r r i e r a c o m e c a p o v e n -
d i t e g e n e r a l i d e l l ' i m -
p r e s a .
P e r c h è R e n a t o A z z o n i
P o n z o n i h a s e m p r e
c r e d u t o c h e , i l v e c -
c h i o d e t t o c o r r i s p o n -
d e a d u n ' i n n e g a b i l e
v e r i t à : i l l a v o r o n o b i -
l i t a l ' u o m o .
Tu t t i s ' a c c o r s e r o d e l l a d e d i z i o n e d i q u e l
f a t t o r i n o c h e r e s t a v a a l a v o r a r e b e n o l t r e
l ' o r a r i o d ' u f f i c i o , u n i n c a r i c o d ' a l t a
r e s p o n s a b i l i t à i n a s p e t t a t o g l i p e r m e t t e d i
g i r a r e l ' i n t e r o U r u g u a y s i n o a d i v e n t a r e
u o m o d i f i d u c i a d e i P e r n i g o t t i e i n i z i a r e
l e t r a t t a t i v e c o n l ' i m m e n s o m e r c a t o b r a s i -
l i a n o .
M a e r a u n l a v o r o d i f f i c i l m e n t e c o n c i l i a b i -
l e c o n l e e s i g e n z e d i u n a g i o v a n e c o p p i a
d i s p o s i , q u a n d o R e n a t o i n c o n t r a R o s a l i a
P a s q u a l i n i d e v e d e c i d e r e , p a s s a l e g i o r n a -
t e e q u a m e n t e d i v i s o : l a m a t t i n a t r a c i o c -
c o l a t i n i e t o r r o n i , i l p o m e r i g g i o n e l
f a m o s i s s i m o c a l z a t u r i f i c i o P a s q u a l i n i , g l i
“ a r t i s t i d e l l a s c a r p e ” c h e a r r i v a v a n o d a
M i l a n o .
D a l m a t r i m o n i o s o n o n a t i d u e f i g l i :
D a n i e l e M a r i n a , e n t r a m b i i m p i e g a t i n e l l a
a z i e n d a d i f a m i g l i a .
D i c i a m o l o s u b i t o : l ' O s p e d a l e i t a l i a n o n o n
p o t e v a a v e r e p r e s i d e n t e m i g l i o r e , R e n a t o
A z z o n i P o n z o n i e l a g i u n t a d ' e m e r g e n z a
i n s e d i a t a s i n e l 2 0 0 3 s o n o r i u s c i t i a s u p e -
r a r e l e d i f f i c o l t à i n c u i v e r s a v a
l ' O s p e d a l e .
R i s o l v e n d o p e r p r i m a c o s a l ' o s t a c o l o c o n i
s i n d a c a t i c h e , p a r t e n d o d a u n a g i u s t a
r i v e n d i c a z i o n e , e r a n o a r r i v a t i a d o c c u p a r e
l o s t o r i c o e d i f i c i o .
Renato Azzoni Ponzoni: da fattorino in una dolceria alla presidenza dell'Ospedale Italiano di Montevideo
DIARIO URUGUADIARIO URUGUAYYANOANO
di Tdi Tonino Pintacudaonino Pintacuda
la gente d’italia Giovedì 15 Marzo 2007 7
P r e s i d e n t e , q u a l e r a l a
s i t u a z i o n e d e l l ' O s p e d a l e
q u a n d o h a a s s u n t o l ' i n c a r i -
c o ?
« E r a i l f e b b r a i o d e l 2 0 0 3 ,
i l p r e s i t i g i o d e l l ' O s p e d a l e
I t a l i a n o e r a s c e m a t o c o n
l ' a r r i v o d e l l a c o n c o r r e n z a ,
c ' e r a n o s o l o o t t o l e t t i
o c c u p a t i . P e r d a r s u b i t o
u n ' i d e a d e l l a s i t u a z i o n e :
o g g i i l e t t i o c c u p a t i s o n o
s e t t a n t a . . . E l ' O s p e d a l e h a
u n o r g a n i c o d i 4 5 0 p e r s o -
n e .
N o i d e l l a c o m m i s s i o n e d ' e -
m e r g e n z a a b b i a m o a g i t o
“ a l l a g a r i b a l d i n a ” , f u r o n o
a n n i d i f f i c i l i s s i m i m a a v e -
v a m o b e n c h i a r o u n o b i e t -
t i v o » .
Q u a l e ?
« N o n v o l e v a m o p e r d e r e u n
g i o i e l l o i t a l i a n o . A b b i a m o
a g i t o a n c h e p e r l e g i t t i m o
o r g o g l i o p a t r i o t t i c o . N e l
m a r z o d i q u a t t r o a n n i f a
i n i z i a m m o l e t r a t t a t i v e c o n
i s i n d a c a t i , u n d e b i t o
p e s a n t e g r a v a v a
s u l l ' U m b e r t o I m a p i a n
p i a n o , c o n p a z i e n z a a b b i a m o o t t e n u t o
d i l a z i o n i e s o p r a t t u t t o a b b i a m o r i s o l t o
l ' a n n o s a q u e s t i o n e s i n d a c a l e . S o p r a t t u t t o
- m e l o l a s c i d i r e - c o n c o r a g g i o . A b b i a m o
l i q u i d a t o t u t t i g l i a r r e t r a t i e o r a o g n i 1 0
d e l m e s e l ' o r g a n i c o v i e n e r e g o l a r m e n t e
p a g a t o » .
Q u a l i s e r v i z i o f f r i t e ?
« A m i a m o d e f i n i r c i u n o “ s h o p p i n g d e l l a
s a l u t e ” , u n c e n t r o d ' e c c e l l e n z a a s e r v i z i o
d e i v a r i a s s o c i a t i d e l l e r e t i s a n i t a r i e p r i -
v a t e . N o n a b b i a m o n e s s u n a r e s p o n s a b i l i t à
d i r e t t a d e l m a l a t o . O f f r i a m o s t a n z e e s a l e
o p e r a t o r i e . I n o l t r e a b b i a m o u n o s t a f f d i
m e d i c i c h e o p e r a n o n e l l ' a r c o d e l l e v e n t i -
q u a t t r o o r e p e r l e
e v e n t u a l i e m e r -
g e n z e . S i a m o
o r g o g l i o s i s o p r a t -
t u t t o d e l r e p a r t o
t r a p i a n t i , o l t r e
1 0 0 0 t r a p i a n t i d i
r e n e a n d a t i a
b u o n f i n e » .
Q u a l i s o n o l e p r o -
s p e t t i v e f u t u r e ?
« S i a m o i n f a s e d i
a v a n z a t a p r o g e t -
t a z i o n e , n o n n a s c o n d i a m o
c h e i l n o s t r o o b i e t t i v o è
q u e l l o d i a v e r e i n o s t r i
a s s o c i a t i , d i r e t t a m e n t e ,
s e n z a i n t e r m e d i a r i . T r a
g i u g n o e a g o s t o d i q u e s t o
s t e s s o a n n o i n i z i e r e m o , i l
n o s t r o o b i e t t i v o s o n o 5 0 0 0
a s s o c i a t i . C o n u n a t a r i f f a
c h e o s c i l l e r à i n t o r n o a i
1 0 0 0 p e s o s u r u g u a y a n i
m e n s i l i .
L a n o s t r a “ m i s s i o n ” è
q u e l l a d i o f f r i r e u n m a g -
g i o r s e r v i z i o , s t i a m o
f a c e n d o u n l a v o r o e c c e -
z i o n a l e i n q u e s t a d i r e z i o -
n e : t u t t a l a p o l i c l i n i c a è
s t a t a r i n n o v a t a » .
C o m e f u n z i o n a l a c o m m i s -
s i o n e ? Q u a n t i s o n o i s u o i
m e m b r i ?
« S i a m o s e d i c i , s u d d i v i s i
i n d u e g r u p p i , p i ù q u a t t r o
c h e s i o c c u p a n o d e l l a
g e s t i o n e f i s c a l e . S e c o n d o
l o s t a t u t o i l t r e n t a p e r
c e n t o d e l l a c o m m i s s i o n e
d e v e c a m b i a r e o g n i t r e
a n n i . E s e m p r e s e c o n d o l o
s t a t u t o l a P r e s i d e n z a
O n o r a r i a d e l l ' U m b e r t o I
s p e t t a a l l a m a s s i m a p e r s o n a l i t à i t a l i a n a :
n e a p p r o f i t t o p e r r i b a d i r e i m i g l i o r i a u g u -
r i a l l ' A m b a s c i a t o r e G u i d o S c a l i c i , n e o p r e -
s i d e n t e o n o r a r i o d e l n o s t r o O s p e d a l e » .
C o m e s e m p r e , h a s t a l u e g o !
la gente d’italiaVenerdì 16 Marzo 200712
I n i z i a m o c o n u n a d o v e r o s a r e t t i f i -
c a : n e l l ' i n t e r v i s t a d e l l o s c o r s o 9
f e b b r a i o a b b i a m o p e r i n v o l o n t a r i s -
s i m o e r r o r e r i p o r t a t o c h e l a l a u r e a
i n G i u r i s p r u d e n z a i l C o n s o l e P a l a
l ' a v e v a c o n s e g u i t a a l l a f i n e d e g l i
a n n i S e t t a n t a . O v v i a m e n t e i l g i o v a -
n i s s i m o e a l t i s s i m o C o n s o l e m a l -
g r a d o t u t t i i s u o i s f o r z i n o n p o t e v a
p r o p r i o l a u r e a r s i a d i e c i a n n i . . .
L a l a u r e a i n g i u r i s p r u d e n z a c o m u n -
q u e c ' è d a v v e r o : l a p e r g a m e n a n o n
l a s c i a d u b b i , l ' a n n o a c c a d e m i c o e r a
i l 1 9 9 2 . U n d i c i a n n i d o p o i l
C o n s o l e P a l a a r r i v a a M o n t e v i d e o ,
a d a p p e n a t r e n t a c i n q u e a n n i .
O g g i , p r i m a d e l l ' i n c o n t r o o r g a n i z -
z a t o d a l C o m . I t . e s . a l l e 1 9 . 0 0 p r e s -
s o l a C a s a d e g l i I t a l i a n i a
M o n t e v i d e o ( Av e n i d a 8 d e O c t u b r e
2 6 5 5 ) p e r i d e l e g a t i d e l C o n s i g l i o
G e n e r a l e d e g l i I t a l i a n i a l l ' E s t e r o , i l
C o n s o l e s a l u t e r à l a c o l l e t t i v i t à i t a l i a n a c o n
u n b r i n d i s i p r i m a d e l s u o r i e n t r o d e f i n i t i v o
a R o m a .
A b b i a m o i n c o n t r a t o i l C o n s o l e P a l a c h e ,
t r a i s u o i m i l l e i m p e g n i q u o t i d i a n i , c i h a
d e d i c a t o u n p o ' d e l s u o p r e z i o s i s s i m o
t e m p o . G u a r d a t e l e f o t o : i l C o n s o l e r i s p o n -
d e a l t e l e f o n o , a l l e e m a i l , a l c e l l u l a r e ,
a s c o l t a i l s u o s t a f f .
C o n s o l e , v u o l e t r a c c i a r e p e r n o i u n b i l a n -
c i o d i q u e s t i a n n i ?
« I n t u t t a o n e s t à n o n c i
h o r i f l e t t u t o s o p r a e
s o p r a t t u t t o c r e d o
c h e n o n s p e t t i a m e
f a r e b i l a n c i .
D a v v e r o , n o n m i
l a n c i o i n b i l a n c i . O
m e g l i o l i f a c c i o
i n t i m a m e n t e , p e r
m i a c o s c i e n z a p r o -
f e s s i o n a l e . O g n i
a l t r o b i l a n c i o
s a r e b b e i n e v i t a b i l -
m e n t e n o n o b i e t t i -
v o . E ' u n c o m p i t o
c h e s p e t t a a l
M i n i s t e r o d e g l i
E s t e r i e a l l ' u t e n z a .
Vo g l i o i n v e c e
c o g l i e r e l ' o c c a s i o n e
p e r r i n g r a z i a r e d i c u o r e e s i n c e r a m e n t e
t u t t i i f u n z i o n a r i d e l l a s e d e c o n s o l a r e d i
M o n t e v i d e o » .
C i r e g a l a u n r i c o r d o c h e l e r e s t e r à s e m p r e
n e l c u o r e d o p o q u e s t i q u a t t r o a n n i a
M o n t e v i d e o ?
« A n t o n i o , i l m i o s e c o n d o g e n i t o , è n a t o p r o -
p r i o q u i , q u i n d i n o n p u ò c h e e s s e r e l u i i l
La fine del mandato del Console d'Italia Michele Pala«Sicuramente tornerò per i bei ricordi che lascio qui»
DIARIO URUGUADIARIO URUGUAYYANOANO
di Tdi Tonino Pintacudaonino Pintacuda
la gente d’italia Venerdì 16 Marzo 2007 13
m i o r i c o r d o p i ù f e l i c e .
L e d i c o p u r e l a d a t a : i l
2 9 a g o s t o d e l 2 0 0 3 , i o
s o n o a r r i v a t o q u i n e l
m a g g i o d e l l o s t e s s o
a n n o »
To r n e r à a M o n t e v i d e o ?
« S e n z ' a l t r o . I o e l a m i a
f a m i g l i a s i a m o s t a t i
b e n i s s i m o , t o r n e r e m o a
v i s i t a r e q u e s t a b e l l i s s i -
m a t e r r a p e r i r i c o r d i c h e
l a s c i a m o q u i .
S o p r a t t u t t o , q u a n d o
A n t o n i o s a r à a b b a s t a n z a
g r a n d e d a c o m p r e n d e r e
p i e n a m e n t e , l o p o r t e r e -
m o n e l l u o g o d o v e è n a t o »
U n l u o g o d e l l ' U r u g u a y c h e n o n d i m e n t i -
c h e r à m a i .
« N o n p o t r ò m a i d i m e n t i c a r e l e i m m a g i n i e
l e e m o z i o n i d e l l a s t e r m i n a t a p i a n u r a n e l
c u o r e d e l P a e s e . U n o s p a z i o s c o n f i n a t o ,
f e r t i l e , i n f i n i t a m e n t e v e r d e . S e p o i d e v o
s c e g l i e r e u n l u o g o p r e c i s o n o n h o d u b b i :
i l c e n t r o
s t o r i c o d i C o l o n i a d e l
S a c r a m e n t o » .
L ' u l t i m a i n e v i t a b i l e d o m a n -
d a . Q u a l è i l s u o m e s s a g g i o
c o n c l u s i v o p e r l a c o l l e t t i v i t à
i t a l i a n a ?
« I l m i o a u g u r i o è c h e q u e s t a c o l l e t t i v i t à
p o s s a c o n t i n u a r e a p r o g r e d i r e e a c r e s c e r e .
N o n s o l t a n t o i n s e n s o n u m e r i c o
m a a n c h e d a l p u n t o d i v i s t a d e l l a
c o e s i o n e e d e l l a s u a i m p o r t a n z a
a l l ' i n t e r n o d e l l a s o c i e t à u r u g u a y a -
n a d e l l a q u a l e è p a r t e i n t e g r a n t e
i n t u t t o e p e r t u t t o .
N e l c o r s o d i q u e s t i a n n i h o p o t u t o
a s s i s t e r e a l l a g r a n d e v o g l i a d i
p a r t e c i p a z i o n e p o l i t i c a c h e s o i è
m a n i f e s t a t a i n p a r t i c o l a r m o d o i n
o c c a s i o n e d e l v o t o d e g l i I t a l i a n i
a l l ' e s t e r o . U n a p a r t e c i p a z i o n e c h e
m i a u g u r o p o s s a n e l c o r s o d e g l i
a n n i
c o n s o l i -
d a r s i
a n c h e
s o t t o
f o r m a d i
n u o v o
s l a n c i o e
d i n u o v a
v i t a l i t à .
U n r a f f o r z a m e n t o e u n a r i s c o p e r t a d e l l a
p r o p r i a i d e n t i t à i t a l i a n a » .
“Costituzione e Simboli della Repubblica”L’ idea di real izzare
un opuscolo per divul-
gare i l t e s to fonda-
men ta le de l nos t ro
ordinamento repubbl i -
cano e con esso spie-
gare brevemente anche
i l s igni f icato e l 'or igi-
ne de i s imbo l i de l lo
S ta to I ta l iano , nasce
dal la c ircos tanza che
ormai la co l l e t t i v i tà
i ta l iana de l l 'Uruguay
è compos ta in gran
par te da l l e t e r ze ,
quar te , qu in t e e p iù
generaz ion i d i scen-
dent i di coloro che vis-
sero in prima persona la lacera-
z ione de l l ' abbandono de l suo lo
patr io . Connazional i , quindi , che
per ragioni temporal i e di dis tanza
spesso hanno una conoscenza solo
indiret ta , se non addir i t tura vaga,
del Paese di cui pur sono ci t tadi-
ni .
Con i l presente l ibret to , intendia-
mo of fr ire un piccolo s trumento a
coloro che vogl iono avvicinarsi ad
un concet to di c i t tadinanza vissu-
to , o perlomeno sent i to , non solo
at traverso la t i tolari tà di un pas-
sapor to che sch iude l e por t e
del l 'Europa e faci l i ta (oggi ancor
di più nel la nuova versione elet-
tronica) l ' ingresso anche in molt i
al tr i paesi . Da cosa part ire se non
dal la nos t ra Cos t i tuz ione , da l la
bandiera, dal l ' inno e dal l 'emblema
del la Repubbl ica che capeggia su
quasi tut te le carte?
Vi sono, poi , coloro che la c i t tadi-
nanza la acqu i s tano , i n quan to
coniugi di connazional i , e a cui
facc iamo g iurare
f ede l tà a l l e l egg i
i ta l iane: consegne-
remo loro una copia
del la più importante
di tut te , anche per
con fer i re magg iore
solenni tà al l 'a t to .
I l tu t to in versione
bi l ingue, perché se
da un la to s iamo
consci del fat to che
le nuove generazio-
ni hanno perso l 'uso
de l l ' i t a l iano , da l -
l ' a l t ro , ch i per
mig l iore compren-
sione preferisce leg-
gere la t raduz ione
in spagnolo avendo però l 'or igina-
l e comodamen te d i spon ib i l e a
f ron te , sper iamo ne appro f i t t i
anche per un po' di eserciz io l in-
guis t ico.
Michele Pala,
Console d'I tal ia a Montevideo
la gente d’italiaVenerdì 16 Marzo 200720
Tra gli scaffali della Biblioteca di BabeleJorge Luis Borges, l'alfiere della semplicità
CULTURA - SPECIALE SUD AMERICA
L e p a g i n e d i q u e s t a s e t t i -
m a n a l e d e d i c h i a m o a l g r a n -
d i s s i m o s c r i t t o re a rg e n t i n o
J o rg e L u i s B o rg e s , a i d u b b i
c h e c i re g a l a n e l l ' a b b r a c c i o
c h e a v v i e n e t r a l e t t o r e e
s c r i t t o re .
E p ro p r i o l ' A rg e n t i n o s c r i s -
s e c h e “ i l d u b b i o è u n o d e i
n o m i d e l l ' i n t e l l i g e n z a ” .
L a s c r i t t r i c e M a u r a G a n c i -
t a n o c i r a c c o n t a i l t e s t a -
m e n t o d i B o rg e s , i l s u o a r t i -
c o l o è u n l u n g o c o m m e n t o
a l l a b e l l i s s i m a p o e s i a
“ I s t a n t i ” .
I l c r i t i c o l e t t e r a r i o A n t o n i o
S p a d a ro i n d a g a n e i m e a n d r i
d i i n t e r n e t : l ì , n e l r e g n o
d e l l ' h t t p e d e i w w w, s i a n n i -
d a l ' e re d i t à d e l l a “ B i b l i o t e -
c a d i B a b e l e ” p a r t o r i t a d a
B o rg e s .
E c c o l ' i n c i p i t d e l l ' o m o n i m o
r a c c o n t o d e l 1 9 4 1 :
« L ' u n i v e r s o ( c h e a l t r i c h i a -
m a n o l a B i b l i o t e c a ) s i c o m -
p o n e d ' u n n u m e ro i n d e f i n i -
t o , e f o r s e i n f i n i t o , d i g a l -
l e r i e e s a g o n a l i , c o n v a s t i
p o z z i d i v e n t i l a z i o n e n e l
m e z z o , o r l a t i d i b a s s e r i n -
g h i e re . D a q u a l s i a s i e s a g o -
n o s i v e d o n o i p i a n i s u p e -
r i o r i e i n f e r i o r i , i n t e r m i n a -
b i l m e n t e » . . .
C o m e s e m p re , b u o n a l e t t u -
r a !
Se c'è un autore di cuiè difficile parlare, nelquale la critica letterariasi intreccia inevitabil-mente alla filosofia e l'o-pera alla biografia, que-sto è Jorge Luis Borges.Sono molte le tematicheche emergono dalle suepagine, ma ciò che stu-pisce veramente di lui èla sua meraviglia difronte alla vita, e il suotentativo di raccontarla.“SO CHE ACCADRÀQUALCOSA” Ecco co-sa diceva durante unaconferenza tenuta a Mi-lano nel 1984 (alcuni testi delle sue confe-renze sono stati raccolti in “Testamento poe-tico letterario”, uscito per Giunti Citylightsnel 2004) a proposito del suo rapporto con lascrittura:“All'improvviso so che accadrà qualcosa, equesto qualcosa può anche essere una storia.Di questa storia vedo il principio e la fine, manon riesco a vedere quello che accade fra ilpunto di partenza e la meta: questo lo devoscoprire io, così come devo cogliere il tem-po più appropriato, la sintassi che convieneusare.”Si potrebbe dire, a ragione, che Borges era unessere umano capace di meravigliarsi, di in-namorarsi di tutto. Per questo motivo si erareso conto di quanto fosse difficile descrive-re questa meraviglia, scegliere le parole perraccontarla. Aveva capito che la parola vie-ne sempre dopo il pensiero, che è sempreinadeguata al fatto che vuole raccontare. Co-me Stevenson, il quale diceva che “ciò che
avviene in cinque minuti oltrepassa tutto ilvocabolario e tutte le immagini di Shake-speare”. UN ALFIEREDELLASEMPLI-CITÀ Questo fa diBorges un alfieredella semplicità,della parola daventi centesimi,per dirla con He-mingway, dellaleggerezza, perdirla con Calvino,e gli fa dire, du-rante un'altra delleconferenze mila-nesi, delle paroleche farebbero ge-lare il sangue diqualsiasi puristadella lingua:
“cerco sempre di costruire unafrase senza impiegare troppeparole, di evitare i sinonimi.Preferisco ripetere una parolaanziché cercarne il sinonimo.”L'ABBRACCIO FRA LET-TORE E SCRITTORE Si di-ce spesso che un libro è com-pleto solo quando viene letto.Senza il lettore, lo scrittore èniente, la storia che ha rac-contato non esiste. In Borges,questo abbraccio fra lettore e scrittore èancora più forte. Borges è lettore di sestesso, lascia che il racconto sia prota-gonista e si mette quasi in disparte, a go-dersi lo spettacolo insieme al proprio let-tore. C'è quasi una scissione tra chi scri-ve e chi legge, tra il Borges che raccon-
ta le storie e quello che si limita a comple-
tarle con la lettura. Ed è una sorta di “sanaschizofrenia” che raggiunge l'apice nel bel-lissimo “Borges e io”, che inizia così:“È all'altro, a Borges, che accadono le cose.Io cammino per Buenos Aires e mi soffermo,forse ormai meccanicamente, a osservare l'ar-co di un androne e il cancello del cortile; diBorges ho notizie dalla posta e vedo il suo no-me in una terna di professori o in un dizio-
nario biografico.”“CHI SCRIVE QUESTAPAGI-NA?” E si conclude con questeemblematiche parole: “non sochi di noi due scrive questa pa-gina”.Ed è ancora la meraviglia dellavita che, nella vecchiaia, gli fascrivere “Istanti”, meravigliosapoesia in cui lo scrittore argenti-no sembra rimpiangere gli annipassati alla ricerca del sapere, al-lo studio “matto e disperatissi-mo”. Eppure anche in questa di-chiarazione di fallimento nonpossiamo non accorgerci diquanto della vita fosse innamo-rato, di quanto proprio dalla vi-ta, più che dai libri, Borges abbiaimparato.
L’Omero della Pampa
a cura di Ta cura di Tonino Pintacudaonino Pintacuda
di Maura Gancitanodi Maura Gancitano
Jorge Luis Borges nacque a Buenos Aires nel 1899e morì a Ginevra nel 1986. di famiglia colta e be-nestante, si formò in Europa, dapprima in Svizzera(1914-1919) e poi in Spagna, dopve restò fino al1921 e dove scrisse tre manifesti di adesione al mo-vimento d'avanguardia denominato “ultraismo”. Tornato in Argentina, promosse alcune riviste lette-rarie d'avanguardia, lavorò come critico cinemato-grafico, come bibliotecario e come professore uni-versitario. Alla caduta di Peròn (1955), fu nomina-to direttore della Biblioteca di Buenos Aires. Dive-nuto progressivamente cieco, negli ultimi anni di vi-ta Borges ha goduto di una fama planetaria, che gliha valso numerosissimi premi internazionali. La prima attività letteraria dello scrittore è in ver-si: esordisce nel 1923 con Fervore di Buenos Aires,seguito dalle raccolte Luna di fronte (1925) e Qua-derno San Martìn (1929). Nel 1930 esce il suo pri-mo libro in prosa, Evaristo Carriego, cui succedo-no Storia universale dell'infamia (1933), Finzioni(1944) e L'Aleph (1949). Prose e poesie si trovano in L'artefice (1960) e in L'e-logio dell'ombra (1965), mentre una nuova fase poe-tica si apre con L'altro, lo stesso (1964), L'oro del-le tigri (1972), La moneta di ferro (1976), La cifra(1979). Nel 1970 torna al racconto con Il mano-scritto di Brodie, seguito da Il congresso del mon-do (1971), da Il libro di sabbia (1975) e da Atlante(pubblicato nel 1984). Molto importante anche laproduzione saggistica, per la quale sono da ricor-dare Inquisizioni (1925), Discussione (1932), Storiadell'eternità (1935), Altre inquisizioni (1960) e No-ve saggi danteschi (1982).
Un uomo che coltiva il suo giardino, come voleva Voltaire.Chi è contento che sulla terra esista la musica.Chi scopre con piacere una etimologia.Due impiegati che in un caffè del Sud giocano in silenzio agli scacchi.Il ceramista che premedita un colore e una forma.Il tipografo che compone bene questa pagina che forse non gli piace.Una donna e un uomo che leggono le terzine finali di un certo canto.Chi accarezza un animale addormentato.Chi giustifica o vuole giustificare un male che gli hanno fatto.Chi è contento che sulla terra ci sia Stevenson.Chi preferisce che abbiano ragione gli altri.Tali persone, che si ignorano, stanno salvando il mondo.
Jorge Luis Borges
BIOGRAFIA
I giusti
la gente d’italia Venerdì 16 Marzo 2007 21
L’immagine di Borges è affascinante eviene spontanea alla mente quando si pen-sa che il più consultato motore di ricerca pre-sente in internet, cioè Google, il 14 dicem-bre scorso ha reso noto un accordo per ladigitalizzazione di circa 15 milioni di vo-lumi. Ciò significa che le intere collezionidella Stanford University (8 milioni di vo-lumi), della University of Michigan (7 mi-lioni di volumi), oltre a collezioni di docu-menti della New York Public Library, a te-sti dell'Ottocento di Oxford e a 40.000 vo-lumi di Harvard, per un totale di circa 4,5miliardi di pagine saranno trasferiti dallacarta su supporto informatico e poi resi ac-cessibili gratuitamente attraverso la Rete. Aquesti vanno aggiunti i libri che gli stessieditori mettono a disposizione direttamen-te. Ovviamente, saranno consultabili inte-gralmente soltanto quelli che non sono co-perti da diritto di autore; degli altri è prevista la digitalizzazioneintegrale per attivare ricerche al loro interno, ma non la piena di-sponibilità per l'utente. Il lettore che desiderasse acquistare il vo-lume consultato potrà farlo proprio dalla pagina di accesso allalettura.... E D'INDUBBIO FASCINO Concretamente ciò significa chetutta la ricchezza di questo sapere potrà essere consultabile da ca-sa propria in qualunque parte del mondo. Mary Sue Coleman,rettore dell'University of Michigan, ha dichiarato che permette-re l'accesso universale al sapere mediante i tesori della bibliote-ca è una delle missioni importanti di una grande università. Il pro-getto non è privo di fascino e ricorda da vicino l'utopia di poterraccogliere e schedare tutto il sapere prodotto dall'umanità, ren-dendo possibile al suo interno ricerche e studi. Il nome di questoprogetto è Google Print, disponile all'accesso in una versione di-mostrativa dal giugno scorso. La ricerca è realizzata sull'integritàdei testi già inseriti e così permette di visualizzare l'elenco dei li-bri che contengono le parole-chiave ricercate. COME FUNZIONA? Di ogni volume possiamo leggere le pa-gine disponibili e visualizzare il luogo esatto del testo nel qualericorre la citazione della parola o dell'espressione che stiamo cer-cando. Possiamo però vederne anche la copertina, scorrerne l'in-dice ed, eventualmente, effettuare una nuova ricerca all'internodell'opera scelta. Se essa è soggetta a diritti di autore, Google Printpropone la consultazione di poche pagine soltanto (ma anche al-tre parti come l'indice o la bibliografia o la presentazione, a se-conda degli accordi editoriali), mentre i testi di pubblico domi-nio sono proposti integralmente. L'utente dispone di link verso isiti partner del progetto, cioè librerie che vendono i libri via in-ternet e propongono l'acquisto del volume cartaceo. È possibilepoi, sempre dalla stessa pagina, proseguire nella ricerca per ave-re informazioni sul libro in questione: giudizi critici e citazionidel medesimo presenti in tutta la Rete.I PRECEDENTI In realtà quello di Google non è un progettodel tutto nuovo. Basti ricordare che la libreria virtuale Amazonche, col suo motore di ricerca A9, sin dall'ottobre 2003 offre unservizio molto interessante. Essa infatti ha varato il programma«Inside the book» (Dentro il libro), al quale hanno aderito nu-merosi editori. Un'altra iniziativa abbastanza significativa è il Million BookProject, curato presso la Carnegie Mellon University di Pittsburg(USA).LE DIMENSIONI MASTODONTICHE Tuttavia Google Printsi rivela unico per le sue dimensioni mastodontiche. Il suo obiet-tivo culturale utopico è quello di dar vita a un gigantesco catalo-go bibliografico in rete e di aiutare i lettori e gli studiosi a cono-scere quali siano i libri nei quali si parla delle cose che a loro in-teressano o che intendono approfondire. In tal modo anche libriediti da piccoli editori in qualunque nazione del mondo potreb-
bero essere conosciuti e messi adisposizione di tutti per la con-sultazione, ma anche per l'ac-quisto. Il capitale culturale dei li-bri inseriti sarebbe come un uni-co grande testo sul quale effet-tuare ricerche, nello stesso mo-do in cui ciò avviene in internet.Google Print fornisce a ogni bi-blioteca partner copia digitaledei libri acquisiti, in accordo conle leggi in vigore nei vari Paesi,e in tal modo permette ad essedi costituire un archivio digita-le interno completo. Il costo sti-mato dell'operazione è tra i 150e i 200 milioni di dollari. Qualile reazioni a quest'operazione? Ilsogno enciclopedico di Diderote d'Alembert si è trasferito in
California?Una cosa perciò ci sembra chiara: avere a disposizione in qua-lunque luogo e in qualunque momento milioni di volumi, dai clas-sici dell'antichità ai saggi contemporanei, è una risorsa di gran-dissimo valore per lo studio e la ricerca. EGEMONIA CULTURALE? La principale preoccupazione èdi carattere culturale. Google Print intende immettere in rete 15milioni di libri. Il numero è elevatissimo, ma esso è soltanto unapiccola parte dei libri pubblicati dall'invenzione della stampa aoggi. Concretamente l'iniziativa attinge le sue risorse principalida biblioteche inglesi e statunitensi: non dunque da risorse scrit-te nella sola lingua inglese, ma, certo, da risorse selezionate daistituzioni culturali anglo-americane. Si prospetta un'egemoniaculturale? Quale il migliore atteggiamento possibile? Fare ostru-zionismo netto significa, crediamo, non raccogliere la sfida. Goo-gle Print sta lentamente diventan-do una realtà davanti alla qualenon si può rimanere indifferenti.Essa coinvolgerà anche molti edi-tori al di fuori del mondo anglo-sassone. Crediamo dunque che glisforzi dovrebbero essere indiriz-zati verso iniziative nuove e ap-petibili, capaci di produrre alter-native interessanti. In Europa ilprocesso è stato avviato. In parti-colare, 19 biblioteche nazionalieuropee hanno firmato un appel-lo collettivo per promuovere unadigitalizzazione larga e organiz-zata delle opere appartenenti alpatrimonio europeo. Un primo ab-bozzo del progetto è The Euro-pean Library, un portale che con-sente l'accesso ai cataloghi e ai testi digitalizzati di 43 bibliote-che nazionali.ALTRE “BIBLIOTECHE DI BABELE” Un altro progetto si-gnificativo, finanziato dall'Unione Europea e già attivo dal gen-naio 2004, è il Building Resources for Integrated Cultural Know-ledge Services (BRICKS, che in inglese significa «mattoni»), chedovrebbe essere completato nel 2007. L'obiettivo è molto inte-ressante e impegnativo: costruire una memoria digitale europeacondivisa attraverso il collegamento fra tutti i database delle or-ganizzazioni aderenti. La differenza tra Google Print e Bricks almomento è che il primo dà accesso a testi, il secondo a risorse divario tipo, permettendo l'accesso virtuale (anche a pagamento:l'iniziativa ha anche un aspetto commerciale) ai luoghi (musei,biblioteche, istituti…) che custodiscono le risorse. Stanno na-scendo anche varie iniziative a carattere nazionale.
E IN ITALIA? Tra quelle italiane, ricordiamo il «Progetto Ma-nuzio» dell'associazione Liber Liber, che ha già messo in rete alettura gratuita centinaia di libri in formato testo. La maggiore, alivello pubblico, è stata varata nell'ambito della III Conferenzanazionale delle biblioteche (2001), quando è stato ufficialmentedato il via al progetto denominato Biblioteca Digitale Italiana(BDI). Nello stesso anno è stato istituito un Comitato guida pre-sieduto dal professor Tullio Gregory e composto da esperti delmondo bibliotecario statale e regionale, del mondo archivisticoe museale, dell'Università e della ricerca per definire alcune li-nee guida. Ha così avuto avvio l'ideazione del Portale della Bi-blioteca Digitale Italiana e del Network Turistico Culturale. L'Italia, tra il Ministero per l'Innovazione e le Tecnologie e il Mi-nistero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, ha stanziatocirca 80 milioni di euro per iniziative che riguardano la digita-lizzazione dei testi e i libri elettronici, la costruzione delle infra-strutture necessarie e la formazione professionale. Per l'uso ef-fettivo di questi fondi si attende un accordo, che pare imminen-te, tra i due Ministeri e l'Associazione Italiana Editori (AIE).ILFUTURO È GIÀ QUI Il progetto dunque è quello di costruireun'unica grande realtà che fondi insieme biblioteca, libreria e bot-tega del libro usato o difficilmente reperibile. Sarà una nuova for-ma di promozione e diffusione del libro? Riteniamo di sì, anchese questo aprirà un altro problema: la sopravvivenza delle nor-mali librerie, schiacciate sempre di più tra le grandi catene libra-rie e le librerie in Rete. Non solo: le librerie on line che appaio-no nella pagina di Google Print sono solamente quelle partnerdel progetto. Resisteranno alla fine soltanto due o tre librerie, ca-paci di fornire l'intero pianeta? La fantasia galoppa. Non siamoancora davanti a questi panorami. Fra l'altro, l'acquisto on lineper mezzo di una carta di credito non è diffuso in tutto il mondocome lo è negli Stati Uniti. Tuttavia i rischi teorici non sono dasottovalutare per interpretare il presente in maniera lucida.ILNECESSARIO DISCERNIMENTO Riteniamo che quella diGoogle Print sia una sfida da accogliere, ma in modo non inge-
nuo. Trincerarsi inun atteggiamentodifensivo non ser-ve né a compren-dere l'evoluzionetecnologica e cul-turale in corso, né ibisogni ai quali es-sa risponde. L'op-portunità di diffu-sione capillare delpatrimonio librarioche si apre davan-ti a lettori e ricer-catori è decisa-mente affascinan-te. Tuttavia l'appel-lo al senso critico èda tenere sempre
desto per comprendere gli esiti di un progetto che in questi me-si sta compiendo i suoi primi passi. Dopo il prossimo novembreforse si capirà quale sarà l'esito della vertenza sui diritti d'autoree quindi il futuro del progetto. Per il momento un frutto positivodell'allarme generato in Europa dai «neoamanuensi» california-ni è però evidente: una spinta alla collaborazione tra gli Stati delVecchio Continente in vista della possibilità di rendere fruibili uni-versalmente, mediante tecnologie digitali, non solo l'immenso pa-trimonio culturale europeo, ma anche le sue grandi istituzioni cul-turali.
Per gentile concessione de “La Civiltà Cattolica”La versione completa dell'articolo è stato pubblicato sulla
“Civiltà Cattolica” 2005 III 507-516, quaderno 3726
«Google Print»: è nata la Biblioteca di Babele?di di Antonio Spadaro S.J.Antonio Spadaro S.J.
Lo scrittore argentino Jorge Louis Borges nel racconto “La Biblioteca di Babele” (1941) paragonava l'universo a un'immensa biblioteca; tutti sonoattratti dal numero indefinito delle sue gallerie e trascorrono la vita a esplorarle, senza però mai venirne a capo: non si trovano né i confini estreminé i libri che si cercano: «La Biblioteca è una sfera il cui centro esatto è qualsiasi esagono, e la cui circonferenza è inaccessibile». Ecco la domanda:è possibile che qualcuno abbia pensato sul serio di catalogare, riprodurre e rendere disponibile al pubblico l'intera memoria dell'umanità contenutain tutti i libri del mondo? Forse no, ma qualcuno ha avuto un'idea che, sebbene sia più realistica, si ispira comunque a quell'utopia.
la gente d’italiaLunedì 19 Marzo 20074
Adesso sappiamo che gli amici brasiliani hanno
l'abitudine di scusarsi per tutto, una gentilezza che
sgorga spontanea dal cuore prima del commiato di
un ospite particolarmente caro.
L'abbiamo scoperto lo scorso venerdì, alla Casa
degli Italiani di Avenida 8 de Octubre in occasione
del saluto del Console d'Italia Michele Pala che
ritorna a Roma.il Console Pala ha voluto
salutare la collettività con un rinfresco in
concomitanza all'incontro organizzato dal
Com.It.es con i delegati del Consiglio
Generale degli Italiani all'estero che nel fine
settimana hanno partecipano alla riunione
continentale dell'organismo, Alla porta il
Console ha accolto tutti, in compagnia della
L'abbraccio della “Casa degli Italiani” per il ritorno a Roma del Console Pala
DIARIO URUGUADIARIO URUGUAYYANOANO
di Tdi Tonino Pintacudaonino Pintacuda
sua bellissima moglie, accanto a un tavolo pieno del
libro “Costituzione e Simboli della Repubblica
Italiana”, fortemente voluto dal Consolato per rin-
saldare il filo della memoria tra l'Italia e gli Italiani
dell'Uruguay.
Lasciatemelo dire: è stata una delle serate più emo-
zionanti da quando sono arrivato qui due mesi fa.
Ascoltare l'inno nazionale uruguayano e subito dopo
quello italiano, con i nostri connazionali che teneva-
no visibilmente commossi la mano sul cuore. E oltre
alle notizie sui lavori della Commissione del Cgie -
a cui daremo ampio spazio in una delle prossime
puntate di questo “diario uruguayano” - tutti i riflet-
tori erano puntati sul Console Pala, sul lavoro che
questo giovanissimo italiano ha fatto a Montevideo
per tutti gli italiani dell'Uruguay.
Soprattutto tra i meritatissimi elogi e attestati di
stima, vogliamo soffermarci sulle parole
dell'Ambasciatore Guido Scalici e su quelle dello
stesso Console.
Il Console Scalici ha voluto ricordare che l'impecca-
bile lavoro di Pala è stato possibile perché - e que-
sta, per dirla come Jane Austen, è “una verità uni-
versalmente riconosciuta” - grazie al sostegno e alla
comprensione della sua sposa.
Lo stesso Pala ha voluto ringraziare la sua consorte
brasiliana: soffermiamoci sul significato della paro-
la consorte: con-sorte è molto più bello che “sposa”,
indica la ferma volontà di condividere la medesima
sorte, lo stesso destino del proprio sposo. Ed è pro-
prio quello che la Signora Pala ha fatto in questi
quattro anni.
Concludiamo riportando il legittimo orgoglio del
Console Pala: «In questi anni ho cercato sempre di
lavorare per poter entrare dalla porta di ingresso del
Consolato. Ci sono riuscito». Ed è proprio così: Pala
non ha mai dovuto utilizzare l'ingresso posteriore,
ha sempre varcato la soglia principale del Consolato,
avendo sempre per tutti i nostri compatrioti una
parola cordiale.
La standing ovation, l'apertura dei regali e l'arrivo
del rinfresco spezzano la visibile commozione di
tutti gli italiani, arrivati anche dall'interno
dell'Uruguay per salutare l'amico Console.
Al Console vanno i migliori auguri di tutti noi di
“Gente d'Italia”.
Come sempre e stavolta più che mai: Signor
Console, hasta luego!
la gente d’italia Lunedì 19 Marzo 2007 5
Mastrogiacomo:“Sono finalmente libero e sono veramente contento”
Sarebbero un milione le vittime irachene dellaguerra cominciata con il bombardamento america-no di Baghdad nella notte del 20 marzo 2003: losostiene Gideon Polya, un ricercatore australianoche ha confrontato e incrociato dati e informazionidi diverse fonti, qualificate e indipendenti, cominciando daquelli del Fondo Onu per l'infanzia (Unicef). Nel "notiziario del 12 ottobre 2005", la MISNA scriveva:"secondo uno studio americano, il numero delle vittime delconflitto dal 2003, sarebbe di certo superiore a 400.000 epotrebbe perfino sfiorare le 800.000. (No, non ci sono zeri inpiù: è proprio ottocentomila). Lo studio non è di un gruppo diestremisti o radicals o no global: è stato fatto dalla "JohnsHopkins Bloomberg School of Public Health". Ovviamente, lestime riguardano solo i civili iracheni.
E dire che quando la rivista specializzata inglese "Lancet" dueanni fa aveva valutato da 100.000 a 200.000 vittime era stata'ridicolizzata' a favore del cosiddetto 'Iraq body count' che nonne ha mai indicate più di alcune decine di migliaia. Follia diguerre preventive per l'esportazione della democrazia, "con-tro" il terrorismo e tendenti, in questo caso più che altrove, auna sorta di non dichiarato genocidio!". Polya, dopo 40 anni di vita accademica come biochimico - ingran parte trascorsi all'Università 'Latrobe' di Melbourne, unadelle prime 10 università australiane e una delle prime 100 almondo - si è dedicato in questi ultimi anni a una crescente atti-
vità pubblicistica in cui spicca il testo “Global mortality,Iraq and the Muslim Holocaust” del luglio 2004. Già allora- sottolineando che “sotto l'occupazione anglo-americana la“excess mortality” (mortalità evitabile) e quella dei bambi-ni entro i cinque anni di età era stimabile a 100.000 l'anno”
- Polya scriveva: “Come umanista e studioso di scienze biolo-giche, ho approfondito e scritto un'analisi dettagliata dellamortalità planetaria nella Storia, allo scopo di affrontare que-sta straordinaria cecità morale e intellettuale delle nostre altri-menti istruite e certamente umane società del Primo mondo”. Lo studioso australiano è anche autore di un volume scientifi-co di 864 pagine sulle sostanze chimiche delle piante, publica-to a Londra e a New Yoprk, considerato dagli specialisti una"bibbia" del settore.
Per la sua ultima ricerca sulla morta-
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Anno VIII, Martedì 20 Marzo 2007USD 1,00 - Can 2,00 - URY 35 Pesos
DirettoreMimmo Porpiglia
R
Quotidiano d’informazione indipendente
segue a pag. 2segue a pag. 2
L'olocausto iracheno
La protesta dei contrattisti
italiani negli Usa
Nei giorni scorsi SalvatoreFerrigno, deputato di ForzaItalia eletto nella circoscrizioneestero ha denunciato la gravesituazione nella quale versano100epiù famiglie dei contrattistiitaliani impiegati presso i nostriConsalati negli Usa. Questi lavo-ratori con doppia cittadinanza, contrattisti presso le sedi Consolari eDiplomatiche italiane hanno sempre pagato le tasse allo Stato Italiano.Da oltre23 anni. Nessuno ha pero’mai avvisato loro che, in virtù del Trattato di Vienna,le tasse andavano versate allo Stato dove effettivamente lavoravano. E oradovrebbero rimborsare cifre iperboliche all’ufficio delle t asseamericane.L’Agenzia News Italia Press ha raccolto la loro protesta
****"Ilmio futuro, se dovessi pagare questa cifra di dollari, sarebbe rovina-to, considerando anche il fatto che la mia malattia richiede continui con-trolli medici e opedalieri. Se ciò avvenisse andrei sul lastrico" diceAntonio Massa dal Consolato Generale d'Italia in San Francisco "Misento vittima dell'arroganza e del malservizio da una parte e della negli-genza e indifferenza dall'altra" dice Alessandra Ravaioli, segretaria delConsole Generale d'Italia a Miami "Lavoro presso la Rappresentanzada 18 anni e invece di ritrovarmi con dei risparmi, mi ritroverei con unenorme debito - e non per colpa mia. Arriverei all'età del pensionamento(tra 15/17 anni) con poco o niente in tasca" dice Rosanna Ruffo, dallaRappresentanza Permanente d'Italia presso le Nazioni Unite ."Questatragedia si sarebbe potuta evitare a suo tempo rispettando la convenzio-ne Italia-USA in materia fiscale che risale al 1984 e soprattutto appli-cando l' art. 19 di tale convenzione che si riferisce in particolare alla fun-zione pubblica" dice Anna Maselli, dal Consolato Generale d'Italia a SanFrancisco . segue a pag. 2segue a pag. 2
di Pietro Mariano Benni*di Pietro Mariano Benni*
Dengue, primo caso a MontevideoAllerta sanitaria anche a PanamaÈun uomo di 30 anni residente a Salto, 500 chilometri anord-ovest di Montevideo, il “primo caso accertato autoc-tono” di 'dengue, l'affezione febbrile acuta che ha già crea-to una drammatica emergenza nel vicino Paraguay conoltre 400.000 persone infette. Lo ha riferito il ministerodella Sanità uruguayano, precisando che il paese “è passa-to alla fase 1, ovvero l'allerta per lo scoppio della 'dengue'perché il paziente non ha visitato di recente stati esteri”.
segue a pag. 2segue a pag. 2Antonino Pintacuda a pag. 4Antonino Pintacuda a pag. 4
''Sonofinalmente libero e sono veramente contento''. Queste le primeparole di Daniele Mastrogiacomo a Repubblica Tv dopo la sua libe-razione. ''Ringrazio tutti quanti perl'affetto che ho avuto, la gente chesi e' mobilitata per me, tutti quanti'', ha aggiunto il reporter diRepubblica. ''Sono riuscito ad uscireda questa situazione anche gra-zie all'aiuto del mio giornale, del governo, del ministero degli Esteri, ditutti quanti gli amici e dei colleghi che mi hanno sostenuto'', ha spie-gato Mastrogiacomo, aggiungendo che ''questo mi dava grandeconforto, specialmente la notte quando mi legavano mani e piedi,quando mi tenevano in queste quindici prigioni, piccole come ovili''.
L'inviato di Repubblica ha raccontato come spesso gli capitasse di''dormire perterra, in mezzo alle dune del deserto''. ''Pero' - ha sotto-lineato - sapevo che l'Italia in qualche modo mi sosteneva e mi stavavicino e questo era l'unico conforto nei momento piu' disperati in cuitemevo veramente di morire''. 'Ringrazio veramente tutti quantiper quello che hanno fatto per me, questo momento forse e' il piu'bello che sto vivendo della mia vita'', ha concluso. Quella che haportato alla liberazione di Mastrogiacomo e' stata ''un'opera-zione non semplice'' ha detto il premier Romano Prodi, nelcorso della breve conferenza stampa a Palazzo Chigi
Archiviato con soddisfazione ditutti il caso Mastrogiacomo, ilmondo politico concentra la pro-pria attenzione sul rifinanziamentodella missione in Afghanistan. Enel centrodestra crescono - anchealla luce delle modalità, ancoraoscure, con le quali si è giunti allaliberazione del giornalista rapitodai talebani - i dubbi sulla conti-nuità tra l'impronta che il prece-dente governo aveva conferito allapresenza italiana e il segnoimpresso dal nuovo esecutivo.Dopo le trattative con i talebaniper il rilascio di DanieleMastrogiacomo, la missione italia-na è destinata a cambiare? E laproposta - avanzata dal segretarioDs Piero Fassino - di aprire ai tale-bani le porte della conferenza dipace per l'Afghanistan caldeggiatada governo e maggioranza è unsegnale che anticipa questo nuovocorso? segue a pag. 2segue a pag. 2
di Nicholas D. Leonedi Nicholas D. Leone
Ma oracrescono i dubbi
la gente d’italiaMartedì 20 Marzo 20074
Irrimediabilmente con l'arrivo dell'autunno la vita riprende i suoi cicli, ilcalendario ricorda a tutti gli uruguayani che il verano è finito: addio allemurgas, addio alle passeggiate in costume sull'oceano, addio ai ritmi lenti,lentissimi dell'estate.Rimettiamoci la cravatta e andiamo a prendere l'omnibus tutte le mattine,nel faticoso tran tran che si chiama vita.Appena 15 pesos e i torpedoni ci lasceranno sotto l'ufficio ad aspettare lepiccole pause sino al pomeriggio, e poi spesa, un po' di tv e di nuovo la sve-glia puntata per ricominciare.Camus ha definito questa quotidianità la “fatica di Sisifo”: Sisifo è il miti-co eroe greco punito per aver sfidato gli dei con la sua sagacia. Zeus decise che Sisifo avrebbe dovuto far rotolare un masso dalla base allacima di un monte. Tuttavia, ogni volta che Sisifo stava per raggiungere lacima, il masso rotolava nuovamente alla base del monte, per cui Sisifodovette per l'eternità ricominciare la sua scalata.I giorni troppo uguali - lo sentiamo e lo sappiamo tutti - sono altrettantimassi ma in questo gli uruguayani sono fortunati, prendiamo ad esempioquelli che lavorano alla Borsa di Commercio in Calle Misiones, proprio difronte alla mia finestra.Eccoli fumare furtive sigarette nelle pause rubate agli impegni pressanti deimovimenti economici ma non capita a tutti di far pochi passi per raggiun-gere il Rio de la Plata nel suo quotidiano abbraccio con l'Oceano Atlantico.C'è una serenità diffusa, figlia delle bellezze architettoniche e del manto verdedella città, la filosofia del “no pasa nada” ha un suo fondamento, cammina-re per Avenida 18 de Julio e soffermarsi nella dozzina di piazzette che non
ha nulla da invidiare alle omologhe europee. La gente dell'interno del Paese è tornata alla vita normale, si nota dalla dimi-nuzione di estimatori di mate, la bevanda nazionale. Molti camminano contutto l'armamentario per sorseggiare tranquillamenteil loro mate: termos e bombilla. Versano l'acqua bol-lente e succhiano tranquilli.Ma i primi a essere consci del facile stereotipo del-l'uruguayano mate e bombilla sono loro stessi: l'ulti-mo esempio, proprio l'altro ieri sull'Observador ilvignettista Salvatore ha realizzato un piccolo capola-voro.Sale la tensione per il primo caso autoctono di den-gue e per sdrammatizzare Salvatore ha disegnato unmate appollaiato sulla torre Salvo - ovvia citazionedelceleberrimo King Kong appollaiato sull'EmpireState Building - lì, sull'edificio più alto della bellaPlaza Indipendencia, il “mate” con occhi e boccatiene a bada con opportuno insetticida gigante latemibile zanzara del dengue: come sempre un sorri-so riesce a scacciare le paure.Il “dengue” altro non è che la pestifera febbre spac-ca-ossa, lo porta la zanzara del genere Aedes aegyp-ti, lo stesso disgraziato e infimo insettucolo che portala febbre gialla.Rilanciamo la scheda dal sito www.malattiedimen-ticate.net, lo stesso nome del sito web fa ben spera-
re...******
LAFEBBRE DENGUE È UNAMALATTIASIMILE ALL'IN-FLUENZA;nei bambini è caratterizzata da febbre ed rash. Negli adulti lafebbre è più alta ed accompagnata da forti emicranee, dolori nelle regioniorbitali, dolori muscolari e rash. La febbre dengue si manifesta dopo l'espo-sizione ad un sierotipo, nei confronti del quale il paziente diventa resistente.Esistono però, come detto in precedenza, quattro sierotipi ed una secondainfezione con un sierotipo diverso, può portare a conseguenze ben peggiori:la febbre dengue emorragica (DHF).
LADHF È CARATTERIZZATADAFEBBRE ALTA, EMOR-RAGIE, FEGATO INGROSSATO e problemi circolatori. La febbrepuò persistere per diversi giorni e può raggiungere i 41° gradi, seguita da con-vulsioni e emorragie. Il paziente se non trattato può morire per problemi cir-colatori. Ifattori coinvolti nella severità della DHF sono: la prima infezione, l'intervallodi tempo tra quest'ultima e la seconda, il sierotipo virale e il genotipo delpaziente. Le principali caratteristiche fisiopatologiche sono correlate con laconcentrazione di alcune citochine (molecole coinvolte nella risposta immu-nitaria), quali IFN-, IL-2 e TNF-
LASTORIAPrima del 1970 solo nove paesi avevano descritto casi di DHF. Dai circa 100casi del 1955 si è passati agli attuali 500 mila.
VIE DI TRASMISSIONE
Il virus è trasmesso attraverso il morso di diverse zanzare del genereStegomyia. Il principale vettore è Aedes aegypti, identificato per la primavolta nel 1906 come responsabile della trasmissione; una volta che la zan-zara è stata infettata lo rimane per tutta la vita. Gli umani servono come ser-batoio amplificante e molto probabilmente anche le scimmie possono esse-re considerate come serbatoi. In particolare si ipotizza che il virus si sia dif-fuso per la prima volta nelle scimmie, e poi i vettori l'abbiano trasmessoall'uomo. Le zanzare trasmettono il virus anche per via verticale, alle pro-prie progenie.
TRATTAMENTIAttualmente l'unico modo per ridurre i casi di febbre dengue è quello di evi-tare il contatto con il vettore e controllare la popolazione delle zanzare, modi-ficando il loro habitat e utilizzando larvicidi. E' in corso un programma spe-cifico di pulizia per eliminare bottiglie, copertoni e lattine dall'ambiente(oggetti che ricreano un habitat ideale per la proliferazione dei vettori), cosìda limitare i possibili luoghi di crescita del vettore.
LADIAGNOSILa diagnosi si basa sulla ricerca di IgM anti-dengue, come indice di unarecente infezione; inoltre viene utilizzata la PCR per rilevare la presenza delvirus nel siero dei pazienti. Esistono alcune terapie antivirali che possonoessere efficaci solo se eseguite nelle prime fasi della malattia.
RICERCAESVILUPPOSono in corso alcuni studi per sviluppare larvicidi non tossici per l'uomo, dautilizzare nell'acqua. Sono in corso di sperimentazione sei vaccini virali vivi attenuati, che dovreb-bero proteggere la popolazione da tutti i sierotipi mantenendo a lungo eleva-to il titolo anticorpale. Alcuni risultati di una sperimentazione durata quattroanni hanno rivelato che uno dei vaccini attenuati conferisce protezione dallafebbre dengue e non conduce a DHF.Esiste un sistema globale di rilevazione di dati epidemiologici e di sorve-glianza alle mutazioni dei virus; questo programma, chiamato DengueNet,facilita la realizzazione di nuovi metodi di controllo contro la trasmissionedella patologia. I dati epidemiologici e di laboratorio sono raccolti da diverseistituzioni, che riordinano i risultati in modo eterogeneo; sul sito sono presentistatistiche dal 1955 al 2001.Occorre sviluppare nuove strategie di diagnosi della malattia; un test con tar-get la proteina non strutturale NS1 è già in via di studio.
Il Ministero della Salute Pubblica dell'Uruguay oltre alla massicciaopera di fumigazione ha attivato perogni evenienza il numero 08004444 e il sito http://dengue.msp.gub.uy/
L'arrivo della febbre spacca ossanon ferma i cicli della vita quotidiana
DIARIO URUGUADIARIO URUGUAYYANOANO
di Tdi Tonino Pintacudaonino Pintacuda
EMERGENZA DENGUE
la gente d’italia Giovedì 22 Marzo 2007 7
I r Giosuè Bordoni scr ive-
va ne l suo sagg io
“Montev ideo e l a
Repubbl ica de l l 'Uruguay”
del 1885: «Durante la pr i -
mavera e l 'autunno, quest i
dintorni sono affol la t i a l la
l e t t e r a d i numerose
Società , che, sot to pretesto
d i f e s t egg ia re ques to o
que l l ' ann ive r sa r io , v i s i
recano in corporazione a
darsi bel tempo. Ora è la
Soc ie t à spagnuo la d i
mutuo soccorso; ora quel la
dei Baschi , ora la Società
francese, e inf ine l 'una o
l ' a l t r a de l l e numerose
Socie tà i ta l iane , che non
lasciano mai occasione di
dare tes t imonianza pubbl i-
ca del loro spir i to di f ra-
te l lanza e buona armonia,
e anche di eccel lente appe-
t i to , col farvi dei banchet t i
veramente omerici , in cui
s i t r ibutano sempre i dovu-
t i onori a l succulento e t ra-
d i z iona le a sado con
cuero».
122 anni fa le cose sono
radicalmente cambiate , la
rete del le associazioni i ta-
l iane di Montevideo s i è
for temente r idimensionata ,
cance l l ando co i f a t t i l a
ma l igna anno taz ione che
faceva Luig i Barz in i ne l
1902 «gl i i ta l iani a l Plata
sono uni t i in t recento asso-
ciazioni , i l che cost i tuisce
una vera disunione».
Questo r idimensionamento
è i l r isul ta to dei movimen-
t i s tor ic i che hanno portato
al la completa integrazione
degl i i ta l iani arr ivat i qui
in cerca di migl ior for tuna.
Se è vero, come scr ivono
gl i s tor ic i Luigi Favero e
Alicia Bernasconi , che i l
gruppo etnico è «la r isul-
t an te de l mov imen to
migrator io , in cui pers is to-
no, in grado piu ' o meno
elevato, gl i e lementi cul tu-
ral i e mater ia l i del lo spa-
zio sociale di par tenza, ma
in teg ra t i o g ius t appos t i
dag l i e l emen t i acqu i s i t i
nel l ' incontro con lo spazio
soc ia l e d ' i n se r imen to» ,
appa re ev iden te che i l
“gruppo etnico” i ta l iano è
un a ff a sc inan te mic roco-
smo al l ' in terno del piccolo
grande Uruguay.
Qual i sono le prospet t ive
future del la re te di asso-
ciazioni i ta l iane di quel la
che fu la Banda Oriental?
Lo scopriremo nel le pros-
s ime pun ta t e d i ques to
“diar io uruguayano”: con
un' inchiesta per conoscere
ques t a v i t a l i s s ima r ea l t à
che mantiene vivo i l lega-
me con l ' I t a l i a , capace
ancora - come ha da to
p rova in occas ione de l
saluto del Console Pala -
d i commuover s i quando
risuonano le note del l ' inno
di Mameli .
Scorr iamo l 'e lenco,
in r igo roso o rd ine
alfabet ico:
L 'Ancr i , l 'Anp i ,
l ' A s s o c i a z i o n e
Abruzzese d i
Montev ideo , g l i
Alpini , i Bel lunesi
de l mondo ,
l ' A s s o c i a z i o n e
Ca lab rese , i
C a m p a n i
de l l 'Ae rcu , l ' a s so -
ciazione Laziale , la
Casa degl i I ta l iani ,
i l C i rco lo Lucano ,
i l Circolo Giul iano,
i l Circolo Trent ino
d i Montev ideo , i l
Club degl i Anziani ,
i l Comi ta to
Tr i co lo re , l 'Assoc iaz ione
Emi l i a Romagna , l 'En te
Fr iu l i ano , i l F i l e f , i l
Famee Furlane, la Famigl ia
Piemontese , i F ig l i de l la
Toscana , i l Gruppo
Legami , l a F ra t e l l anza
I ta l iana, i Marchigiani nel
Mondo , l 'Ass . Laur i a ,
l 'Ass . L igu re , l 'Ass .
Ossolana, i Padovani nel
mondo, i Pensionat i Inas , i
Pug l i e s i , l 'Ass . Reg ione
Lombarda , l 'Ass .
Sa t r i anese San Rocco , i
Trev i san i ne l Mondo , i
S i c i l i an i i n Uruguay, l a
Uim (Unione I ta l iani nel
mondo) , i Vicen t in i ne l
Mondo e l 'Ass . de i
Vietresi .
Se non ho sbagl ia to a con-
tare sono t rentasei associa-
zioni , tut te hanno di s icuro
una bel la s tor ia da raccon-
tarci .
Come sempre, hasta luego!
Ricordiamo ai nostri let-
tori che per l 'emergenza
Dengue I l Ministero del la
Sa lute Pubbl i ca
de l l 'Uruguay o l t re a l la
massiccia opera di fumi-
gaz ione ha a t t ivato per
ogni evenienza i l numero
0800 4444 e i l s i to
http:/ /dengue.msp.gub.uy
Potete scriverci al l ' indi-
r i zzo gented i ta l iauru-
guay@gmail .com
Il te lefono del la redazio-
ne e' (598 -2) 916 08 15.
Da lunedi a venerdi , pote-
te chiamarci tranqui l la-
mente dal le 16 al le 18
SPECIALE Fratelli d'Italia sul Rio de la PlataQuante sono le associazioni italiane di Montevideo?
DIARIO URUGUADIARIO URUGUAYYANOANO
di Tdi Tonino Pintacudaonino Pintacuda
ECUADOR – Con il giuramento, di sette
nuovi deputati, sono 28 i parlamentari che
si sono insediati a Quito in sostituzione dei
57 rimossi la scorsa settimana per aver
ostacolato il referendum sull’Assemblea
Costituente, voluto dal governo del presi-
dente socialdemocratico Rafael Correa. I
nuovi ingressi in Parlamento, dominato
dall’opposizione conservatrice, hanno
consentito il riavvio dei lavori dell’assem-
blea, paralizzati da una settimana. Si pro-
filerebbe inoltre una nuova maggioranza
parlamentare, favorevole al referendum.
***
VENEZUELA – Negli ultimi tre anni l’in-
dice di povertà è sceso dall’80% al 39,4%:
lo ha detto il ministro delle Finanze di
Caracas, Rodrigo Cabeza, intervenendo
alla riunione annuale del ‘Banco intera-
mericano de desarrollo’ (Bid) in corso in
Guatemala. “L’obiettivo del governo è
quello di arrivare alla ‘povertà zero’ entro
il 2012” ha aggiunto Cabeza, secondo cui
tra il 2005 e il 2006 il Venezuela ha anche
aumentato dal 48 al 56% la cosiddetta
‘popolazione economicamente attiva’ e
oggi il salario minimo è pari a 238 dollari,
secondo solo a quello del Cile.
***
PERÙ – Tre guerriglieri e due soldati sono
stati uccisi in combattimenti tra l’esercito
e una colonna di ribelli di ‘Sendero
Luminoso’ nelle selve del dipartimento
sud-orientale di Huancavelica. Si tratta
del secondo scontro armato con gli sparu-
ti gruppi ancora attivi di ‘Sendero’, scon-
fitto militarmente nel 1992, dall’inizio
dell’anno: a gennaio un poliziotto era
morto in un’imboscata della guerriglia
nella regione sud-andina di Ayacucho.
***
ARGENTINA – Almeno 38 casi di ‘den-
gue’, la febbre trasmessa dalla zanzara
‘aedes aegypti’, sono stati riscontrati nella
provincia nord-orientale di Formosa, al
confine con il Paraguay, paese dove è in
corso un’emergenza nazionale con 400.000
contagiati. Fino a un mese fa i casi a
Formosa erano 23; in tutta l'Argentina
sarebbero finora 158 quelli accertati e i
588 sospetti, una cifra che per il momento
non desta eccessive preoccupazioni, secon-
do le autorità.
BREVI DAL SUDAMERICA
la gente d’italiaVenerdì 23 Marzo 200716
Quest'intervista poteva benissimo intitolar-si “dallo Stivale con furore”, giocando aper-tamente con la conformazione geograficadella nostra bella Italia e la professione deitre artisti della scarpa che “Gente d'Italia” haavuto il piacere d'incontrare.Il calzaturificio artigianale Bisignano è unpiccolo gioiello, un museo vivissimo in cuisbirciare il tempo che fu con le narici pienedi un buonissimo odore di pelle conciata.Rosario Mario, Giuseppe e Carmelo Ragosono tre calabresi arrivati qui il 20 febbraiodel 1954, troppo piccoli per ricordarsiquell'Italia che continuano ad amare e onora-re parlando un coloratissimo italo-calabrese.Loro sono i tre figli di Umile Rago, emigratoin cerca di miglior fortuna dalla amatissimaCalabria, un nome che traccia il destino diquesti tre galantuominiche lavorano ogni scarpacon “mani e cuore”:Sant'Umile, tra l'altro, èil patrono del Comune diBisignano, a cui i trefratelli hanno resoomaggio registrando perle loro splendide scarpeil marchio “Bisignano”.Ed ecco lo scoop: sonostati proprio i tre fratelliBisignano a realizzaregli splendidi stivali cheil Presidentedell'Uruguay ha donatoa George W. Bush, suoomologo statunitense, a suggello della visita del 9 e 10marzo scorsi.“Gente d'Italia”, in esclusiva per i suoi lettori, ha otte-nuto le foto degli stivali, realizzati dalla pelle di unpuledro, senza nessuna cucitura: l'apoteosi dell'arte deiRago.Loro non fanno distinzioni tra clienti, tutte le scarpesono tagliate e modellate a mano, un'arte che sta scom-parendo e di cui questi tre fratelli sono tra gli ultimivalidissimi rappresentanti.Li abbiamo intervistati.Che soddisfazione! Realizzare le scarpe per l'uomopiù potente del mondo. Ve lo sareste mai immagina-to?«Per noi non ci sono differenze: le nostre scarpe sonofatte tutte, senza eccezioni, con mani e cuore. Frutto diun'arte destinata a perdersi. Certo abbiamo pure festeg-giato, soprattutto perché è stata una faticaccia... Tregiorni di lavoro senza nessuna sosta».Non fate pubblicità ma siete arrivati a realizzare glistivali di Bush. Come avete fatto?«Noi abbiamo conosciuto il Presidente Vazquez prima
che assumesse l'incarico, era statoil suo sarto a mandarlo da noi,confermando quello che crediamoda sempre. Non è necessaria lapubblicità, la migliore promozio-ne è il passaparola tra clienti. Noilo vediamo come una palla dineve: inizia piccola e può diventa-re gigantesca e travolgere tutto.Così è stato per le nostre scarpe, inostri clienti portano altri clienti
ma, considerate la dimensione della nostra bottegadobbiamo spesso rinunciare, non possiamo fare più didieci scarpe al giorno, sarebbe penalizzata la qualitàdel nostro prodotto».Non avete apprendisti?«La nostra è un'arte destinata a morire. Non esiste piùla figura del ragazzo di bottega che era perfino dispo-sto a pagare per imparare l'arte. Nonsolo li dovremmo pagare noi» -ridono di cuore - «ma pure sarebbecontroproducente: al primo rimpro-vero ci direbbero che non siamo isuoi genitori. L'artigianato deve sentirsi per primacosa nel cuore, sarebbe necessariauna rivoluzione mentale ma non cisono giovani disposti a intraprende-re una vita di sacrifici. Giancarlo, ilfiglio di Carmelo, ci aiuta, realizzalui le scatole di cartone per le nostrescarpe».E' un vero peccato. Ed ecco che
arriviamo aglisplendidi stivalidi Bush...«Ci arriva unatelefonata lunedì5 marzo, era ilSegretario delP r e s i d e n t edell'Uruguay, cidice se possiamorealizzare entrovenerdì un paio di stivali. Rispondiamo che ovviamen-te è impossibile. Ci richiama, ci fa capire che è unacosa davvero importante, accettiamo. E lavoriamo perquattro lunghissimi giorni senza guardare - come sem-pre - l'orologio. Un paio di stivali senza cuciture, rea-lizzate con morbidissima pelle di puledro, numero 43,solo dopo abbiamo capito che stavamo facendo le scar-
pe al Presidente degli Usa. Noiil nostro lavoro lo facciamosempre allo stesso modo: dallascarpa di 1500 pesos agli stiva-li che naturalmente costanoqualcosa in più».Grazie, di cuore. E compli-menti per l'italiano, lo parla-te fluentemente.
«Ovvio. Noi tre lo parliamosempre non perdere le nostreradici».
I tre fratelli Rago del calzaturificio Bisignano«Gli stivali di Bush l'abbiamo fatti con mani e cuore»
DIARIO URUGUADIARIO URUGUAYYANOANO
di Tdi Tonino Pintacudaonino Pintacuda
la gente d’italia Venerdì 23 Marzo 2007 17
F ilomena Narducci
è davvero una colon-
na del la col le t t ivi tà
i t a l i a n a
d e l l ' U r u g u a y .
Emigra t a due vo l t e
p r ima da l l a na t iva
M o n t e v i d e o
al l 'Argent ina e da l ì
a Milano in segui to
al la di t ta tura mil i ta-
re dopo i l golpe del
1973 . Torna ta qu i
f inalmente nel 1985,
con i l r i torno del la
Democrazia , sot to la
protezione del l 'Onu.
L'abbiamo incontrata
al la sede del patro-
na to Inas (Ca l l e
Vazquez 1484 -
11200 Montevideo) da le i s tessa inaugurato
con i l bagagl io d 'esper ienza accumula to a
Milano.
Scorrendo la scheda nel s i to del Minis tero
degl i Ester i scopriamo che - e le i s tessa ce lo
r i confe rma - a s egu i to de l l a ch iusu ra
de l l 'Un ive r s i t à impos ta da l gove rno u ru -
guayano nel 1973, inizia a lavorare a dician-
nove anni come impiegata in un ' industr ia far-
maceut ica .
Nel 1976 abbandona, per ragioni pol i t iche, i l
paese e s i r i fugia pr ima in Argent ina e poi ,
grazie a l l ' in tervento del l 'Onu, in I ta l ia dove
nel 1977 ot t iene un incar ico presso la Cis l di
Mi lano (pe r l avora re ne l l a Fede raz ione
Unitar ia CGIL-CISL-UIL del Giambel l ino) ed
Inas successivamente.
Nel 1985, con i l r i torno del la democrazia in
Uruguay, r ientra nel paese ed apre la sede del
Patronato Inas-Cisl assumendone l ' incar ico di
coordinatr ice del Sudamerica.
Tra le a t t ivi tà socio comunitar ie da segnalare
che nel 1991 Fi lomena Narducci viene elet ta
Consigl iere del Cgie ed è r ie le t ta nel 1998,
dove success ivamente r icopre la car ica d i
membro de l Comi ta to d i P res idenza pe r
l 'America Lat ina, essendo r ie le t ta successiva-
mente e a t tualmente mantienen l ' incar ico nel
Comi ta to d i
Presidenza.
Dal 1991 ininterrot-
tamente viene elet ta
c o n s i g l i e r e
Comi te s , e s sendo
ne l l e u l t ime due
elezioni la persona
con piú preferenze.
Ne l 2002 v iene
e le t t a Vice
Segretar io Generale
pe r l 'Amer ica
Lat ina del Cgie .
Ma ques t i da t i c i
d i cono poco ,
non ci t rasmet-
tono nessuna
emoz ione . Ho
avuto la for tuna
di sent i re i l rac-
conto del la dop-
pia emigrazione
d i F i lomena ,
c rede temi è
stato un momen-
to toccante .
S o p r a t t u t t o
quando mi ha
spiegato che nel
1985 l 'Uruguay
- dopo gl i anni
mi l anes i - g l i
sembrò inf ini ta-
mente piccolo. E
poi un aneddoto
commovente : la
matt ina del la par tenza da Buenos Aires l 'ac-
compagnarono al l 'aeroporto la madre e la sua
amica Ersi l ia , era i l 17 febbraio del 1977. I l
17 maggio del 1985 l 'hostess del l 'Aerol inas
Argent inas , che la r iportava a Montevideo per
i l r ientro era proprio Ersi l ia! Commenta la
s tessa Narducci : «Ersi l ia non la vedevo da
dodici anni , gr idò “Mena!” e a l lora ho capi to
che s i chiudeva un cerchio, i l mondo, i l mio
mondo era r imasto sospeso, anche se devo
dire che ho sempre lavorato per l 'Uruguay,
pure mentre ero a Milano. Quando in Cisl
m'hanno det to che avevo un anno per decidere
FILOMENANARDUCCI, COORDINATRICE NAZIONALE DELL'INAS-CISL
«Il passaporto è solo un titolo di viaggio»
la gente d’italiaVenerdì 23 Marzo 200718
se re s t a re a
Montevideo o r ipar-
t i re per l ' I ta l ia , non
ho avu to dubb i ,
sono r imasta».
Men t re pa r l a g l i
occh i d i F i lomena
sono chiar i e dolcis-
s imi , dietro le lent i
deg l i occh ia l e t t i
tondi che le incorni-
c i ano un v i so che
irradia cordial i tà .
La sua famig l ia
com'è arr iva ta in
Uruguay?
«Mio padre ,
Carmine , a r r ivava
dal Molise e lavora-
va, pr ima di t rasfe-
r i r is i a Montevideo
e lavorare in fabbri-
ca, come tant i a l t r i
immigra t i , come
spaccap ie t r e a Co lon ia de l Sac ramen to .
Aveva già tentato una vol ta di par t i re per
l 'Uruguay dove c´era giá mio nonno ma era
stato scar ta to . Mi raccontava del la croce di
gesso che gl i fecero sul la spal la , quel la croce
s ignif icava che poteva par t i re . Ho r iv is to
quel r i tuale nel bel l iss imo f i lm di Crialese
“Nuovomondo”, ho r ivis to la croce di gesso e
ho compreso ciò che quel gesto s ignif icava
per un emigrante . Mio padre ar r ivava da
Santa Maria del Molise , è morto mesi fa , a
ot tantaquat t ro anni , dopo sessantot to anni
d 'Uruguay. S i sposò con mia madre ,
Antoniet ta Bertone che vive in Uruguay da
cinquantot to anni e s iamo nat i noi : io , mio
fratel lo e mia sorel la»
Il vostro patronato è tra i più att ivi
«Secondo le ispezioni minis ter ia l i quasi i l
50% degl i ass is t i t i in Uruguay sono prat iche
avviate e segui te da noi . Nel 2002, l 'anno
del la “guerra dei passaport i” e del la grande
cr i s i , abb iamo co l labora to co l Conso la to ,
scegl iendo la s t rada opposta: invece di r ice-
vere le prat iche e s t i lare una graduator ia
abbiamo aperto le nostre porte e s iamo arr i-
vat i ad accogl iere s ino a 100 persone al gior-
no»
E i g iovan i de l la co l l e t t iv i tà i ta l iana?
Hanno raccolto l 'eredità degl i i l lustri pre-
decessori?
«Dobbiamo fare una dis t inzione t ra la pr ima
generazione di i ta l iani in Uruguay che soffr i -
va per i l d is tacco e ha tenacemente cercato di
costur i re qualcosa per i l futuro, r icreando un
gruppo che anche se non uniforme era acco-
munato dal le radici comuni con l ' I ta l ia . Oggi
la nuova generazione non s ta rea l izzando
molto per i l futuro di quel l i che verranno. Ed
è un vero peccato. Noi abbiamo del le inizia-
t ive r ivol te a i giovani come “Inas apre le
porte” e l 'avvio di cors i di l ingua i ta l iana
autogest i t i . Si r iuniscono e s i dividono le
spese v ive , compreso i l pagamen to de i
docent i . Ad esempio, sempre nel 2002, abbia-
mo raccol to duemila e duecento f i rme inviate
al Minis tero per l 'appl icazione dei dir i t t i .
Non era solo per i l passaporto. Lo dico sem-
pre: i l passsaporto non è che un t i tolo di
viaggio. Le radici con l ' I ta l ia sono r insaldate
anche e sopra t tu t to con la par tec ipazione
pol i t ica e lo s tudio del la l ingua i ta l iana».
Parliamo proprio del la l ingua.
«Sono soddisfat ta , l ' in teresse per l ' i ta l iano è
vi ta le e diffuso, anche se nessuno par la più
di quale sarà i l futuro del la nostra l ingua in
Uruguay. E' un tema cr i t ico, sarebbe un erro-
re imperdonabi le abrogarne l 'obbl igo, l ' in-
glese e i l por toghese servono per i l lavoro:
l ' inglese in tut to i l mondo e i l por toghese
perché s iamo nel Mercosur. Ma l ' i ta l iano à la
l ingua materna in un paese come questo dove
i l 50% ha ascendenza i ta l iana , t an to che
basta considerare l ' enorme r ichies ta per i
co r s i d ' i t a l i ano : da l l ' I s t i t u to i t a l i ano d i
Cu l tu ra , a i co r s i de l Cas iu (Cen t ro
Assis tenza Scolast ica I ta l ia Uruguay) , i cors i
del la Dante Alighier i , s ino ai cors i autogest i -
t i da ognuna del le
associazioni i ta l ia-
ne del l 'Uruguay».
In ques to Ra i
I n t e r n a t i o n a l
potrebbe e s sere
d'aiuto.
« C e r t a m e n t e .
Invece Ra i
In t e rna t iona l a
momenti è inguar-
dab i l e . Dovrebbe
cambia re , come
hanno det to , perf i -
no i l nome. Perché
“ I n t e r n a t i o n a l ” ?
Pe rché no Ra i
I t a l i a o Ra i
In t e rnaz iona le? I l
f i ne se t t imana
ol t re a l te legiorna-
le quot idiano è l 'u-
nico giorno in cui
po t r e i gua rda r l a
ma prefer isco guardare la tv spagnola , uru-
guayana o brasi l iana. Prendiamo i l gioco dei
pacchi che per ora c i propinano, che senso
ha? E ' un format che di i ta l iano non ha nul la .
A lmeno p r ima passavano I l Commissa r io
Montalbano! Invece di “Un posto al sole”
sarebbe meglio “La Squadra”. E soprat tut to
corsi di i ta l iano, dovrebbero r i t rasmetter l i
come facevano pr ima. Ho intenzione di moni-
torare la programmazione. Badaloni aveva
proposto interessant i modif iche nel pal inse-
s to e sopra t tu t to ha ch ies to l ' aus i l io de l
Cgie»
Cgie, Comites e Parlamentari e lett i nel le
c i rcoscr iz ion i e s tere . C i sp iega ques ta
triangolazione?
«Dobbiamo r ipensare i l Cgie , per ora è s ta to
un inter locutore del la nostre col le t t ivi tá con
i l Par lamento ed i l governo. . Ora che ci sono
i par lamentar i e le t t i nel le c i rcoscr iz ioni es te-
re va r ipensato i l suo ruolo di c inghia di t ra-
smissione, d i raccordo t ra i Comites ed i
Par lamentar i . Va ridisegnato Anche se biso-
gna sot tol ineare che le pr ime proposte dei
par lamentar i e le t t i a l l 'es tero sono s ta te f rut to
del bagagl io s tor ico del Cgie , la nostra ere-
di tà . Ma r ipeto i l ruolo va r ipensato e aggior-
na to . La Confe renza de i r appresen tan t i
de l l 'Amer ica La t ina ha lavora to anche in
questo senso».
Come sempre, hasta luego!
la gente d’italia Venerdì 23 Marzo 2007 19
Giornalisti coraggiosiDaniele Mastrogiacomo è solo
l'ultimo di una lunga serie di co-
raggiosissimi giornalisti che ri-
schiano quotidianamente la vita
per confermare quello che scrisse
George Orwell, l'autore di 1984, il
padre del “Grande Fratello” pri-
ma che lo annacquassero con l'o-
monimo reality: “La vera libertà
di stampa è dire alla gente ciò che
la gente non vorrebbe sentirsi di-
re”.Lavoro scomodo, rischioso,
terribilmente affascinante: dietro
anche il più breve dei lanci d'a-
genzia c'è un uomo o una donna
che crede davvero in quello che
fa.Ricordate Superman? L'al ter
ego dell'Uomo d'Acciaio - Clark
Kent - decise di fare proprio i l
giornalista per avere un angolo
privi legiato da cui osservare i l
mondo. Dal la sua scr ivania d i
cronista del Daily Planet poteva
prontamente intervenire. Dietro la
citazione del mondo dei fumetti c'è
un'infinita verità: i giornalisti so-
no sempre in prima linea, rischia-
no quot idianamente la vi ta per
realizzare i l quotidiano, quello
che Hegel chiamò “la preghiera
del laico”.Questa settimana Mau-
ra Gancitano ci racconta di due
“giornalisti coraggiosi”: il gran-
dissimo uruguayano Eduardo Ga-
leano e il napoletano Roberto Sa-
v iano , cos t re t to a v ivere so t to
scorta dopo il successo del suo
“Gomorra”, un libro-denuncia vi-
vo, vero e vitale.Costantino Simo-
nelli ci strappa un amaro sorriso
con una lettera aperta proprio a
Daniele Mastrogiacomo, una pro-
vocazione per non far dimentica-
re l'afflato di solidarietà che si re-
spirava in Italia nei giorni del se-
questro.
D a qualche set-t imana s i t rova int u t t e l e l i b r e r i ed ' I ta l ia , ne l ban-c o d e l l e n o v i t à .Ch i non conoscei l suo autore po-t r e b b e p e n s a r eche s i t ra t t i d i unl i b r o a p p e n ascr i t to . In real tà ,nonostante sia an-cora oggi un testodi grande impor-t a n z a , “ L e v e n ea p e r t e d e l -l 'AmericaLa t ina” , ca -p o l a v o r o d iEduardo Ga-leano da po-co r is tampa-t o d a S p e r -l i n g e K u p -fer, uscì nel1971 , p r imaancora del led i t t a t u r e d iP i n o c h e t eVi d e l a . S it ra t ta di unapoderosa ac-
cusa de l lo s f ru t tamento de l -l 'America Lat ina da par te d ipoter i s t ran ier i a par t i re da lXV secolo ai giorni nostr i .U N L I B R O P E R I C O L O S OFu considerato un l ibro per i-coloso, che frut tò al suo auto-re una notorietà internaziona-le , d i cu i gode ancora oggi ,
ma che lo costr inse a fuggire pr imadal l 'Uruguay e poi dal l 'Argent ina,per t rovare inf ine r i fugio in Spa-gna. Un l ibro scr i t to senza paura,c o l c o r a g g i o p r o p r i o s o l o d i c h iama la ver i tà e che, per la propriaterra e i l proprio popolo, è dispostoa r inunciare a l la l iber tà .LAPREFAZIONE DI ISABELALLENDE
L e g g i a m o d a l l a p r e f a z i o n e d iIsabel Allende: “Galeano denun-cia lo sfrut tamento con inf less i-bi le ferocia , eppure i l suo l ibroè quasi poet ico nel le descr izioniche dà del la sol idar ie tà e del lacapaci tà umana di sopravvivereal le più atroci depredazioni . C 'èuna forza mis ter iosa nel la nar-razione di Galeano. Usa la suaar te per introdursi nel la pr ivacydel la mente del le t tore , persua-derlo a leggere e continuare f inoal la f ine, a soccombere al fasci-no del la sua scr i t tura e a l vigo-re del suo ideal ismo. [ . . . ] Le ve-ne aperte del l 'America Lat ina èun invi to a esplorare dietro l 'ap-parenza. Le grandi opere le t te-ra r ie come ques ta svegl iano lacoscienza, r iuniscono le perso-ne , in te rpre tano , sp iegano, de-nunciano, documentano e provo-cano cambiamenti" .
L O S T I L E D I G A L E A N O T R AGIORNALISMO E NARRATIVAUna grande opera letteraria, quindi,o l t r e che g io rna l i s t i ca . In ques tomodo il giornalista uruguayano cer-ca d i r i svegl iare le cosc ienze de ilatinoamericani, anche di quelli chenon hanno una grande cul tura , che
Galeano e SavianoLe vene aperte del Sud
a cura di Ta cura di Tonino Pintacudaonino Pintacuda
di Maura Gancitanodi Maura Gancitano
Quelli che lavorano hanno paura di perdere illavoro.Quelli che non lavorano hanno paura di non tro-vare mai lavoro.Gli automobilisti hanno paura di camminare e ipedoni hanno paura di essere investiti.La democrazia ha paura di ricordare e il lin-guaggio ha paura di dire.I civili hanno paura dei militari, i militari han-no paura della mancanza di armi, le armi han-no paura della mancanza di guerre.E' il tempo della paura.Paura da parte della donna della violenza del-l'uomo e paura da parte dell'uomo della donnasenza paura.Paura dei ladri, paura della polizia.Paura della porta non chiusa a chiave, del tem-po senza orologi, del bambino senza televisione,paura della notte senza pastiglie per dormire epaura del giorno senza pastiglie per stare sve-gli.Paura della moltitudine, paura della solitudine,paura di ciò che fu e di ciò che potrà essere, pau-ra di morire, paura di vivere.(Tratto da "Le labbra del Tempo" di EduardoGaleano - Sperling & Kupfer)
LAPAURAGLOBALE(ELMIEDO GLOBAL)
di Maura Gancitanodi Maura Gancitano
CULTURA
la gente d’italiaVenerdì 23 Marzo 200720
non sono abi tua te a documentars isui problemi del proprio paese.
GALEANO: RARO ESEMPIO DI INTELLETTUALE
Q u e l l o d i G a l e a n o p e r l ' A m e r i c aLatina è un amore incondizionato, ècome se gr idasse “Svegl ia tevi!” a isuoi abi tant i , ma al lo s tesso tempoprovasse una grande compass ioneper loro, e una grande ammirazioneper la loro capaci tà di andare avan-t i nonostante tut to . Un sent imento,questo, proprio di tut t i i popol i delSud.IL CASO DI ROBERTO SAVIANOParlando di Galeano, viene subi toin mente un al t ro caso, che qualchemese fa ha r iempito i giornal i i ta-l iani . Nel suo l ibro d 'esordio, “Go-morra”, i l g iovaniss imo giornal is tad i Napol i Rober to Saviano ha in-fat t i par la to di vicende camorr is t i -che. Per questo motivo, i l suo l ibroè sta to considerato per icoloso da-gl i s tess i camorr is t i , che hanno mi-nacciato i l g iornal is ta e portato i lMinis t ro del l ' Interno a concedergl iuna scor ta . Anche in questo caso,s i t ra t ta di un l ibro che cerca e cheriesce a r isvegliare le coscienze. Lohanno le t to i ragazzini dei quart ie-r i del la perifer ia di Napoli , che nonavevano mai tenuto un l ibro in ma-no, è s ta to le t to nel le scuole di tut-to i l Sud I ta l ia , che soffre dei me-des imi p rob lemi , lo hanno le t to ir agazz i de l Nord , cos ì lon tan i dauna real tà come quel la napoletana.
IL CORAGGIO DI RACCONTARE LA VERITA'
È forse questo, più di ogni a l t ra co-sa , che unisce le f igure di Galeanoe Saviano e fa di “Le vene apertedel l 'America Lat ina” e di “Gomor-ra” due libri importanti: la voglia diver i tà , i l coraggio d i raccontar la ,l 'amore per i l proprio paese ma, so-prat tut to, la capacità di svegliare lecoscienze.
E duardo GaleanoEduardo Germán Hughes Galeano, è nato a Monte-video i l 3 set tembre del 1940. A 14 anni cominciaa lavorare come vignet t is ta e , qualche tempo dopoa pubbl icare art icol i . Come molt i scr i t tor i suda-mericani , prima di approdare al la fama, fa un po'di tut to: i l cassiere, l 'operaio in una fabbrica di in-set t ic ida, . Diventa poi redat tore capo del la r iv is taMarcha, al la quale col laborava anche Mario Be-nedet t i e nel 1964 Galeano è diret tore del quot i-diano Epoca. Nel 1971 pubbl ica “Le vene apertedel l 'America Lat ina”, un'opera fondamentale percapire le amarezze e le traversie del continente sud-amer icano , da sempre i l “cor t i le d i casa” degl iStat i Unit i . L 'opera viene tradot ta in diciot to l in-gue e frut ta al l 'autore la notorietà internazionale .Nel 1973, dopo i l golpe, deve fuggire; trova r ipa-ro in Argent ina, dove fonda e dir ige una r iv is ta ,Cris is , che raggiunge una vast iss ima di f fusione e acui col labora fra gl i al tr i i l poeta Juan Gelman.Quando nel 1975 Jorge Videla restaura la di t tatu-ra nel Paese, Galeano, messo sul le l is te nere, deveriparare in Spagna, una Spagna che s i apprestavaa diventare democratica; l ì col labora a riviste spa-gnole , con uan radio tedesca e una canale te levis i-vo messicano. In Spagna scrisse “Giorni e not t i d iamore e di guerra” sui di f f ic i l i g iorni in Argent i -na e Uruguay e cominciò i l cammino che lo porteràa scrivere “Memoria del fuoco”, una tr i logia com-posta e pubbl icata fra i l 1982 e i l 1986, un esau-st ivo af fresco del la s toria lat ino-americana dal l 'e-poca precolombiana ai nostr i giorni . Nel 1985, ca-duta la di t tatura, Eduardo Galeano può f inalmen-te tornare in patr ia e nel 1988 pubbl ica “Il l ibrodegl i abbracci” , un 'opera p iù so t t i le e in t imis tadel la precedente . Seguono i l ibri “Parole in cam-mino” (1993) , “Splendori e miserie del gioco delcalcio” (1995), “A testa in giù - la scuola del mon-do al la rovescia” (1998) , con i qual i l 'autore con-t inua la sua appassionata lot ta per un mondo sen-za più ingiust iz ie e sperequazioni , fra popoli e per-sone che hanno tut to e molto più di tut to e quel l iche non hanno nemmeno l 'essenziale . Fa eccezione“Splendori e miserie del gioco del calcio”, in cuiGaleano, che da piccolo voleva diventare calciato-re (e santo) , entra a far parte di quel la schiera dinarratori che hanno poet izzato e esal tato in le t te-ratura il gioco del calcio. Nel 1999 è stato insignitodel Premio per la l iber tà cul turale del la Fonda-zione Lannan.
Roberto SavianoRoberto Saviano (Napoli , 1979) , scri t tore i tal iano.Nei suoi scri t t i , ar t icol i e nel suo l ibro usa la le t -teratura e i l reportage giornal is t ico per racconta-re la real tà economica, d i terr i tor io e d ' impresadel la Camorra e del la cr iminal i tà organizzata ingenere. Si è laureato in Filosofia al l 'Universi tà de-gl i Studi di Napol i "Federico II" , dove è s tato al-l ievo del lo s torico meridional is ta Francesco Bar-bagal lo . Fa par te de l gruppo d i r icercator i de l -l 'Osservatorio sul la Camorra e l ' I l legal i tà e col la-bora con L'Espresso. Suoi raccont i e reportage so-no apparsi su Nuovi Argomenti , Lo Straniero, Na-zione Indiana, Sud, e s i trovano inclusi in diverseantologie fra cui Best Off . I l megl io del le r iv is tele t terarie i tal iane (Minimum Fax 2005) , e Napol icomincia a Scampia (L 'Ancora del Medi terraneo2005) . Nel 2006 per i l romanzo Gomorra gl i v ienericonosciuto i l Premio Viareggio, i l Premio Gian-carlo Siani e i l Premio Stephen Dedalus. I l ministrodel l ' in terno Giul iano Amato gl i ha confer i to unascorta e lo ha cautelat ivamente portato lontano daNapoli . Gomorra di Roberto Saviano diventerà unf i lm con la regia di Matteo Garrone.
BIOGRAFIE
la gente d’italia Venerdì 23 Marzo 2007 21
Caro Mastrogiacomo, per favore, tornatene in AfghanistanM a non da giornal is ta
d ' a ssa l to , eh… c i man-
cherebbe al t ro . No, pro-
prio da rapito, questo in-
tendo. Riavvolgi t i i l na-
s t r o d i q u e s t i u l t i m i
qu ind i c i g io rn i , manda
i n d i e t r o l a m o v i o l a e
torna tene da i tuoi ta le-
bani .Che, non so se sarà
meglio per te , ma di s i -
curo è megl io pe r tu t t i
g l i a l t r i , a c o n t i f a t t i ,
per la nazione intera .
D ' a l t r a p a r t e , s i c c o m e
giornal is ta sei e sai ca-
pire come vanno queste
cose, lo hai vis to anche
tu quel lo che è succes-
so.
D u r a n t e i g i o r n i d e l l a
tua pr igionia , i l bel pae-
se tut to s 'è infervorato di sdegno e di umana
pietà per i l tuo caso.
Si è r ispolverato e r imesso a lucido i l carroz-
zone - già purtroppo ben sper imentato e car ico
di “dejà vù” - del la commedia del l 'ar te a l l ' i ta-
l iana e s i è a l les t i to e mandato in onda e nel le
piazze lo spet tacolo del “Liberatelo”.
Popolo, pol i t ica e mass media a gr idare pr ima
e a confabulare a bassa voce poi (c i sono i tem-
pi del la protesta , poi quel l i del la mediazione e
poi quel l i del la t ra t ta t iva in dir i t tura d 'arr ivo,
del “ssst t t t , s i lenzio, sennò sul più bel lo va tut-
to a put tane”; i l buon copione è sempre lo s tes-
so) tut t i concordi verso la meta comune. Una
sorta di miracolo che pacifica la nazione con di-
sposi t ivo a t imer e che va in funzione, pare, so -
lo in due occasioni nel nostro paese: quando,
appunto, s i rapisce un ci t tadino in terr i tor io di
guerra e quando si vincono i mondial i di calcio.
Quando sei s ta to l iberato, tut t i volevano par la-
re con te, abbracciart i , magari solo toccart i , co-
me se piut tosto che un miracolato, tu fossi un
miracoloso, cioè, in qualche modo possessore di
poter i magici .
Cur iosa la pr ima fo to d i te l ibero che hanno
mandato le agenzie . Appari con turbante e saio
talebano e mentre quel la scimmia umanitar ia di
Gino S t rada t i s i aggrappa a l co l lo in segno
d'affet to , tu in una mano hai la s igaret ta acce-
sa e col l ' a l t ra t ieni i l te lefonino at taccato al-
l 'orecchio. Esemplarmente ibr ido come appari-
vi in questa pr ima immagine, pareva che Dio e
Allah insieme s tessero benedicendo la tua l ibe-
razione.
E, per la ver i tà , per t re o quat t ro ore d 'orologio
anche l ' I ta l ia intera l 'ha benedet ta .
Ma già col ca lar del la sera , a l l 'ora che è dei
“Matr ix” e dei “Porta a porta” dal le pol t rone
succedanee di quel le par lamentar i (o è i l con-
t rar io?) gl i oracol i del tu t to va bene e quel l i
del tut to va male cominciavano a sferruzzare le
loro t rame fat te di dubbi e di dis t inguo.
E la eco degli oracoli , i l giorno dopo su tut t i gl i
organi di informazione, in tutt i i talk show smu-
tandat i ma con cravat ta ed orologio da benpen-
sant i , e poi , naturale dest ino d 'un f iume in pie-
na che t racima, nei bar e per la s t rada.
“Ma quanto ci è costato? Cinque ta lebani l ibe-
rat i… uno, poi … un maledet to assassino”.
Gasparr i l 'ha det ta giusta , noi abbiamo pagato
soldi le a l t re vol te , ma mai che abbiamo fat to
l iberare assass in i . E D'Alema, sempre mezzo
st izz i to e mezzo condiscendente con la Rice ,
che porta avant i la tes i che più gl i rompiamo i
cogl ion i e p iù s iamo amic i deg l i Amer ican i?
Massì , noi i ta l iani , d ic iamocelo, s iamo i sol i t i
t raff iconi , e pure melodrammatici ; vedi se t ra t-
tano gl i a l t r i , la Merkel ; quel la s ì che ha i l pol-
so fermo, e è donna, ma non per niente è tede-
sca. E ' chiaro che di questo passo, quel l i , quan-
do vogl iono ot tenere qualcosa … è chiaro che
chi rapiscono… un i ta l iano. Ma tu hai vis to i
nostr i servizi segret i? N' servono a un cazzo!
Messi da par te . I l minis tero degl i es ter i da noi
è Emergency ed ha vogl ia Mortadel la a pren-
dersi i meri t i… se non c 'era Gino Strada. Quel-
lo po i , meno male che
s foga l ì l e sue r abb ie ,
che è ut i le . Se s tesse in
I ta l ia , incendierebbe le
auto di lusso al le mani-
festazioni .
Oh, ma t i rendi conto…
è un fat to proprio uma-
n i ta r io… de i t re rap i t i
l 'unico che s 'è salvato è
i l g io rna l i s t a i t a l i ano ;
c h e d i s c r i m i n a z i o n e è
q u e s t a ? G l i a l t r i d u e
non sono pure loro f igl i
di mamma? Poi dice la
s inis t ra ugual i tar ia . .”
C a p i t o , D a n i e l e ? ! T u
adesso che se i t o rna to
h a i r i a b b r a c c i a t o m o -
gl ie , f igl i , amici , cono-
scenti , le massime auto-
r i tà del lo s ta to . Hai ab-
b racc i a to anche que l l i
che non t i sarest i sognato di abbracciare mai in
tu t ta la tua v i ta e mai avres t i abbracc ia to se
non fossi s ta to così cur ioso e s t ronzo da anda-
re dove è chiaro che t i potevano prendere e cu-
cinar t i a dovere in un r icat to di portata mon-
diale .
Non so quanto tu , anche lontanamente , t i s ia
sent i to eroe mentre facevi i l tuo mest iere . Non
so neppure se nei giorni del la pr igionia , quel l i
del l ' incer tezza hai pensato che potevi s tar di-
ventando un e roe o , a lmeno, punto d i r i fe r i -
mento d 'una nazione.
Io penso che, almeno nei nostri tempi e nella lo-
ro frenetica approssimazione di significato, esi-
s tono due t ipi di eroi . Quel l i a tempo e quel l i
immortali . Quell i immortali bisogna che muoia-
no. Da vivi , sono a scadenza, come una confe-
zione di la t te f resco . E i l la t te f resco, dopo la
scadenza, fa acido.
Perciò, se tu t i decidi di r iavvolgere i l nastro e
torni dai Talebani , io credo che quest i , avran-
no tutti i difetti del mondo (dai, chiamiamoli di-
fetti) ma sono meno chiacchieroni di noi i taliani
e vi ta e un po ' di duraturo r ispet to non te lo ne-
gheranno.
A noi , per favore, lasciaci l iberamente concen-
trare sul la quest ione del le foto di Sircana.
Che poi, sai, le morti civili , in questa nostra Ita-
l ia a t t izzano la gente come si fosse ancora al
Colosseo, a i tempi dei Romani , lo sbranamen-
to cieco dei leoni .
di Costantino Simonellidi Costantino Simonelli
la gente d’italia Lunedì 26 Marzo 2007 5
Leggo e rileggo la scheda nel catalogo d'arte“Conozcamos forjadores del Uruguay” ma nonci credo che Nello Calandra è nato il 4 settembredel lontanissimo 1929, lo stesso anno del venerdìnero della Borsa di Wall Street che diede avvioalla Grande Depressione.Questo siciliano arrivato qui il 15 agosto del 1951dalla natia Sicilia, ha speso una parte della suaaffascinante vita a fare ancora più belle le donnedi Montevideo che prenotavano con almeno unmese d'anticipo le forbici di Nello e suo fratelloPippo.Ma questo è ormai alle spalle di questo energico,dinamico e giovane settantasettenne d'assalto cheha dedicato la sua strepitosa terza età all'arte conrisultati strabilianti.SANT'IGNAZIO Il vostro cronista di Gented'Italia l'ha incontrato nel suo atelier. E, lasciate-melo dire, in quel paradiso di tele e pennelli sonorimasto folgoratodalla bellezza cheirradia ilSant'Ignazio diLoyola, realizzatoda Nello in seguitoalla richiesta diPadre Tuya dellaParrocchia Rasselly Rius per il cinque-centesimo anniver-sario della nascitadel fondatore dellaCompagnia diGesù.Io con i Gesuiti cisono cresciuto,nella villa SanCataldo della miaBagheria, la cittàdelle ville a tredicichilometri daPalermo. E di ritrat-ti di Sant'Ignazio ne avrò ammirati almeno uncentinaio ma mai uno così soave e al tempo stes-so solenne.POESIAIN PITTURALo stesso Nello ci spiegal'origine del ritratto: «Il parroco Tuya, che ha spo-
sato due deimiei figli, nel1996 inoccasionedei cinque-cento annidalla nascitad iSant'Ignaziomi chiese direalizzare unritratto delSanto. Lessie rilessi lavita di
Sant'Ignazio e avevo già rifinito un ritratto chericalcava l'impianto iconico tradizionale. Ma nonmi convinceva. Poi la svolta, guardando e riguar-dando la riproduzione di una statua diSant'Ignazio. Ho cercato di addentrarmi nel per-
sonaggio. Spero d'esserci riuscito».Ma il ritratto di Sant'Ignazio è in buona compa-gnia: tutta una serie di tele accarezzano un mondometafisico con mandolini che danzano con limo-ni deformati, un ritratto del celeberrimo Charlotcon il monello, barche e volti in un azzurro cheincanta.LA FONTE DELL'ETERNA GIOVINEZZANon ho potuto evitare di chiedere a Nello il segre-to della sua “eterna giovinezza”.«Da sempre hogiocato a tennis per il corpo e a scacchi per lamente. E cerco di tenermi in allenamento conlunghe passeggiate serali lungo la Rambla diMontevideo. Non fumo. Mangio poco e ognimomento è buono per un esercizio fisico: perfinodopo la doccia mattutina cerco di rendere prolifi-co il rito dell'asciugatura piegandomi sulle ginoc-chia e frizionandomi le gambe in un beneficomassaggio. Poi ho realizzato una corda per salta-re nella stanza da bagno, serie da cinquanta sal-
telli che mantengono flessibili le articolazioni. Houna mia teoria sulla forma fisica»Ce la spiega?«Certamente. Il trenta per cento della nostra vitaè segnato dal patrimonio genetico ma abbiamoun buon settanta per cento di cui gli unici respon-sabili siamo noi. Tutti i movimenti sbagliati chefacciamo durante la giornata nel corso degli annipossono danneggiare seriamente la nostra spinadorsale. Basta un minimo d'attenzione e trasfor-mare alcuni semplici accorgimenti nella posturain piacevoli abitudini»Con la bella storia di questo arzillo pittore settan-tasettenne che fu famosissimo parrucchiere emembro attivo dell'”Orden del Cabellero delCoiffure” con tanto di medaglia d'onore e titolo diCommendatore, vi dico, come sempre, hastaluego
Il nuovo mondo di Nello CalandraAddio alle forbici per tele e pennelli
DIARIO URUGUADIARIO URUGUAYYANOANO
di Tdi Tonino Pintacudaonino Pintacuda
la gente d’italiaMercoledì 28 Marzo 20076
Nel suo libro di memorie “Recuerdos y Cronicas deAntaño”, il cronista uruguayano Romulo F. Ross narra lastoria di Martin Ferreri, un bambino italiano arrivato dapoco a Canelones che si rifiutava di ripetere il sillabariocon il quale si cercava di insegnare l'alfabeto. La spiega-zione era semplice: nel “Colegio de las Franco” l'alfabe-to era una monotona ripetizione della lettere a cui si pre-metteva per rinsaldare la morale il nome di Cristo:«Cristo A, Cristo B, Cristo C...». Il rifiuto del giovanissi-mo immigrato era ovviamente dovuto alla formazionereligiosa familiare, tanto che la maestra dovette spiegarealla maestra che in italiano l'interiezione “Cristo!” equi-vale a una bestemmia, per aver nominato invano il nomedel Redentore.In questo mirabile aneddoto si ritrova in filigrana tutta lasemplice devozione degli italiani arrivati in Uruguay allafine dell'Ottocento.Subito seguiti da esponenti di vari ordini religiosi per«mantener viva nel cuore degli italiani la fede cattolica econ esso il sentimento di nazionalità e l'affetto verso lamadre patria», come recitava il motto della Società diprotettorato dell'emigrazione.Soprattutto va considerato - come nota lo storico CarlosZubillaga nel suo saggio “Religiosità, devozione popola-re e immigrazione italiana in Uruguay” - “il carattereportuale della capitale dello stato, Montevideo, portad'ingresso delle nuove correnti demografiche e delle ideedi cui erano portatrici, esso contribuì a sumare l'inciden-za della chiesa cattolica, dal momento che già negli anniquaranta del secolo XIX fu fondato un tempio anglicano,a sottolineare la forte presenza degli interessi britannicinell'economia e nella politica del paese”. Ciò nulla togliealle intuizioni del primo vescovo di Montevideo, JacintoVera, che compresel'importanza dell'apostolato nellecampagne, a discapito della sempre più laica capitale.Ed eccoci al punto focale: il legame strettissimo che pro-prio in quegli anni legò l'anticlericalismo al lento proces-so dell'unificazione italiana. La storia da sempre restamaestra di vita: ecco che intravediamo l'attualità delladiscussione sui Dico. Quasi nulla è cambiato ma moltietichettano come ingerenze le belle parole sulla famigliapronunciate di recente dal Papa Benedetto XVI. Ritorniamo al passato. Molti sacerdoti italiani arrivaronoa Montevideo per un semplice dato oggettivo: la sovrab-bondanza di religiosi in Italia e l'assenza in Uruguay.Sino ad arrivare al caso esemplare - raccontato sempre daCarlos Zubillaga - di otto sacerdoti uniti da vincoli diparentela, catena migratoria inaugurata da AntoninoD'Elia, parroco del Reducto a Montevideo. E poi CataldoD'Elia, Antonino D'Elia il giovane, Vincenzo D'Elia,Giuseppe Antonio Vincenzo D'Elia, Raffaele Falce eAntonino Falce. Muniti di buona volontà, questi santi uomini cozzaronocontro l'ostacolo lingui-stico. Leggiamo nel sag-gio citato: “l'ignoranzadello spagnolo inibì unrapido inserimento nellasocietà uruguayana,soprattutto nelle parroc-chie di campagna o inaree cittadine ad alta con-centrazione di creoliurbani”.Per completezza storicariportiamo il caso del
viceparroco della cattedrale di Montevideo, padreGuarratelli, che parlava in genovese stretto e faceva rab-brividire la chiesa con i suoi “orremus” (sic!) e il parro-co del Reducto, Juana Bautista Cuneo che i pronunciavai suoi sermoni per metà in napoletano e per metà in cat-tivo spagnolo.Commuove la semplicità di questi santi uomini, partiti“alla garibaldina”, certi del sostegno della religiositàsemplice degli italiani sbarcati sulle rive del Rio de laPlata, fatta di quei catechismi semplici e devotamenteingenui. Con tutte quelle preghiere ad hoc che aiutano avivere meglio, non è un caso se la Madonna scelse diapparire nella grotta di Lourdes alla pastorellaBernadette.
Per i nostri lettori offriamo una meditazione per laSettimana Santa. Un testo giovanile di PapaBenedetto XVI che parla dell'angoscia profonda insi-ta nell'animo umano, ma anche della Grazia risana-trice dell'Amore.
****Se un bambino si dovesse avventurare da solo nella nottebuia attraverso un bosco, avrebbe paura anche se gli sidimostrasse centinaia di volte che non ci sarebbe alcunpericolo. Egli non ha paura di qualcosa di determinato, acui si può dare un nome, ma nel buio sperimenta l'insi-curezza, la condizione di orfano, il carattere sinistro del-l'esistenza in sé. Solo una voce umana potrebbe conso-larlo, solo la mano di una persona cara potrebbe cacciarevia come un brutto sogno l'angoscia. Si dà un'angoscia -quella vera, annidata nelle profondità delle nostre solitu-dini - che non può essere superata mediante la ragione,ma solo con la presenza di una persona che ci ama.Quest'angoscia infatti non ha un oggetto a cui si possadare un nome, ma è solo l'espressione terribile dellanostra solitudine ultima. Chi non ha sentito la sensazionespaventosa di questa condizione di abbandono? Chi nonavvertirebbe il miracolo santo e consolatore suscitato inquesti frangenti da una parola di affetto? Laddove però siha una solitudine tale che non puòessere più raggiunta dalla parola trasformatrice dell'amo-re, allora noi parliamo di inferno. E noi sappiamo che
non pochi uomini del nostro tempo,apparentemente così ottimistico,sono dell'avviso che ogni incontrorimane in superficie, che nessunuomo ha accesso all'ultima e veraprofondità dell'altro e che quindi nelfondo ultimo di ogni esistenza giacela disperazione, anzi l'inferno. Jean-Paul Sartre ha espresso questo prati-camente in un suo dramma e nellostesso tempo ha esposto il nucleodella sua dottrina sull'uomo. Unacosa è certa: si dà una notte nel cui
buio non penetra alcuna parola di conforto, una porta chenoi dobbiamo oltrepassare in solitudine assoluta: la portadella morte. Tutta l'angoscia di questo mondo è in ultimaanalisi l'angoscia provocata da questa solitudine. Perquesto motivo nel Vecchio Testamento il termine perindicare il regno dei morti era identico a quello con cui siindicava l'inferno:sheol. La morte infatti è solitudine assoluta. Ma quellasolitudine che non può essere più illuminata dall'amore,che è talmente profonda che l'amore non può più accede-re ad essa, è l'inferno."Disceso all'inferno" - questa confessione del Sabatosanto sta asignificare che Cristo ha oltrepassato la porta della soli-tudine, che è disceso nel fondo irraggiungibile ed insu-perabile della nostra condizione di solitudine. Questo staa significare però che anche nella notte estrema nellaquale non penetra alcuna parola, nella quale noi tuttisiamo come bambini cacciati via, piangenti, si dà unavoce che ci chiama, una mano che ci prende e ci condu-ce. La solitudine insuperabile dell'uomo è stata superatadal momento che Egli si è trovato in essa. L'inferno èstato vinto dal momento in cui l'amore è anche entratonella regione della morte e la terra di nessuno della soli-tudine è stata abitata da Lui: nella sua profondità l'uomonon vive di pane, ma nell'autenticità del suo essere eglivive per il fatto che è amato e gli è permesso di amare.Nessuno può misurare in ultima analisi la portata di que-ste parole: "disceso all'inferno". Ma se qualche volta ci èdato di avvicinarci all'ora della nostra solitudine ultima,ci sarà permesso di comprendere qualcosa della grandechiarezza di questo mistero buio. Nella certezza speranteche in quell'ora di estrema solitudine non saremo soli,possiamo già adessopresagire qualcosa di quello che avverrà. Ed in mezzoalla nostra protesta contro il buio della morte di Diocominciamo a diventare grati per la luce che viene a noiproprio da questo buio.
Joseph RATZINGER, «Sabato santo», in Karl RAH-NER - Joseph RATZINGER, Settimana santa,
Brescia, Queriniana, 1999(V edizione), 78-79.L'edizione originale delloscritto è: Joseph RATZIN-GER, Meditationen zurKarwoche, Freising,Kyrios Verlag, 1969.
La bella e semplice fede dei primi italiani in Uruguayper mantenere vivo l'affetto verso la madre Patria
DIARIO URUGUADIARIO URUGUAYYANOANO
di Tdi Tonino Pintacudaonino Pintacuda
Luciano Neri parlerà del Partito Democratico domani sera alle 20,30 alla Casa degli ItalianiLuciano Neri, consigliere politico del ViceMinistro Danieli, Vice coordinatore delDipartimento italiani nel mondo della Margherita,e consigliere del Cgie, parlerà del PartitoDemocratico ai connazionali in
Uruguay.L'appuntamento è fissato per domanisera, 29 marzo, alle 20.30 nella Casa degliItaliani di Montevideo per un incontro che si svol-gerà sotto lo slogan "La Margherita incontra lacomunità"
la gente d’italiaLunedì 2 Aprile 20074
C e n t o v e n t i q u a t t r o c i c l i s t i
c o r r e r a n n o s i n o a l l a d o m e n i c a
d i P a s q u a p e r c o r r e n d o i n t o t a -
l e 1 4 1 5 c h i l o m e t r i d i v i s i i n
d i e c i t a p p e c h e a b b r a c c e r a n n o
l ' i n t e r o p a e s e e i s u o i 1 9
D i p a r t i m e n t i . È
l a “ Vu e l t a d e l
U r u g u a y ” , l a
p i ù a n t i c a d e l l e
c o m p e t i z i o n i
c i c l i s t i c h e d i
t u t t o i l
S u d a m e r i c a . L a
p r i m a e d i z i o n e
r i s a l e a l 1 9 3 9 e
f u v i n t a d a
D a q u e s t ' a n n o
p e r a u m e n t a r e i l l i v e l l o d e l l a
p r e s t a z i o n e e l ' a t t e n z i o n e d e l
c o n t i n e n t e , o g n i s q u a d r a p o t r à
a c c o g l i e r e u n c o r r i d o r e n o n
u r u g u a y a n o . L ' a l l e n a m e n t o
d u r a d a u n a n n o p e r r i u s c i r e a
i n d o s s a r e l ' a g o g n a t a m a g l i a
o r o d e l l ' u l t i m a t a p p a , c o n l a
f i n a l i s s i m a c h e s i s v o l g e r à
d o m e n i c a 8 a p r i l e n e l
Ve l o d r o m o M u n i c i p a l e d i
M o n t e v i d e o .
A l l a p a r t e n z a i p r o n o s t i c i
d a v a n o p e r f a v o -
r i t o l ' a r g e n t i n o
G u i l l e r m o B r u n e t t a , t r i o n f a t o -
r e d e l l ' e d i z i o n e p r e c e d e n t e .
A l t r i p a p a b i l i s o n o l ' u r u g u a y a -
n o M i l t o n Wy n a n t s , m e d a g l i a
d ' a r g e n t o a S i d n e y 2 0 0 0 p e r l a
p r o v a s u p i s t a , e i l c u b a n o
D a n i e l F u e n t e s d e l c l u b C r u z
A z u l
L e t a p p e
- P r i m a : C a n e l o n e s y D u r a z n o
( 1 4 2 k m ) _ - S e c o n d a : D u r a z n o
- P a s o d e l o s To r o s ( 1 5 2 k m )
_ - Te r z a : P a s o d e l o s To r o s -
Ta c u a r e m b ó ( 1 4 3 k m )
_ - Q u a r t a : Ta c u a r e m b ó
- S a l t o ( 1 8 2 k m ) _ -
Q u i n t a : S a l t o -
P a y s a n d ú ( 11 8 k m ) _ -
S e s t a : P a y s a n d ú - F r a y
B e n t o s ( 1 1 8 k m ) ;
_ “ c o n t r a r r e l o j ” F r a y
B e n t o s - M e r c e d e s ( 3 0
k m ) _ - S e t t i m a :
M e r c e d e s - C a r m e l o
( 1 5 8 k m ) _ - O t t a v a :
C a r m e l o - S a n J o s é
( 1 6 3 k m ) _ - N o n a : S a n
J o s é - Tr i n i d a d ( 1 3 0 k m )
_ - D e c i m a : S a r a n d í
G r a n d e - M o n t e v i d e o
( 1 5 5 k m ) .
C l a s s i f i c a g e n e r a l e
. 1 . - E s t e b a n J u c k i c h ( 3 3 S a n
J o s é - U R U ) 6 h 1 3 ' 3 8 ' ' . _ . 2 . -
Wi l d e r M i r a b a l l e s ( C r u z d e l
S u r - U R U ) 6 h 1 3 ' 5 0 ' ' . _ . 3 . -
C l a u d i o F l o r e s ( Vi l l a Te r e s a -
U R U ) 6 h 1 3 ' 5 0 ' ' . _ . 4 . -
N é s t o r A q u i n o ( U n i ó n
C i c l i s t a - U R U ) 6 h 1 3 ' 5 9 ' ' .
_ . 5 . - M a r i a n o Ve c i n o ( M i s m o s
C o l o r e s - U R U ) 6 h 1 4 ' 0 3 ' ' .
E F E
Al via la 64.ma Vuelta del UruguayDa un estremo all'altro del Paese
DIARIO URUGUADIARIO URUGUAYYANOANO
di Tdi Tonino Pintacudaonino Pintacuda
la gente d’italiaMartedì 3 Aprile 20074
Q u e s t i g i o r n i d i p i o g g i a
d a n n o u n s e n s o n u o v o a g l i u l t i -
m i s c a m p o l i d i q u e s t o m i o -
s p e r o p r i m o e n o n u n i c o - s o g -
g i o r n o i n U r u g u a y. D o p o q u a s i
t r e m e s i s o n o a f f a s c i n a t o d a l l a
m u l t i f o r m e r e a l t à i t a l o u r u -
g u a y a n a . H o a c c u m u l a t o s t o r i e
b e l l i s s i m e c h e m e r i t e r e b b e r o
a p p r o f o n d i m e n t i .
R i p e n s o a l c a v a l i e r
C o s t a n z e l l i , a l C o n s o l e P a l a , a
F i l o m e n a N a r d u c c i , a l l e l u c i d e
r i f l e s s i o n i d e l d i r e t t o r e
d e l l ' I s t i t u t o I t a l i a n o d i C u l t u r a
A n g e l o M a n e n t i , a i p r e z i o s i
c o n s i g l i e a l l ' i m p e g n o q u o t i -
d i a n o d e l l a P r e s i d e n t e d e l l a
D a n t e A l i g h i e r i R e n a t a G e r o n e ,
a i b e i q u a d r i d i N e l l o
C a l a n d r a , a l C i r c o l o d i B a c c o ,
a i s o r r i s i b e l l i e s i n c e r i d e l -
l ' a v v o c a t o G i a n n i R a s o . . . .
TUTTI LORO COLLABORANO
PER TENER VIVE LE RADICI.
I n q u e s t a S e t t i m a n a S a n t a -
c o i n c i d e n t e n e l l a i c i s s i m o
U r u g u a y c o n l a S e t t i m a n a d e l
T u r i s m o - r e g n a u n c l i m a
s o s p e s o e i r r e a l e . L a p i o g g i a
c o n c e d e b r e v i s o s t e , t a n t o p e r
r i c o r d a r c i c h e c ' è a n c o r a i l s o l e
a l d i l à d e l l e n u v o l e .
SINO AL NOVE APRILE LA VITA ASPETTA.
G l i O r i e n t a l e s b e n e f i c i a n o d i
u n a l u n g h i s s i m a v a c a n z a p e r
p o i a f f r o n t a r e a t e s t a a l t a n o v e
i n i n t e r r o t t i m e s i d i l a v o r o . E i o
c h ' e r o a b i t u a t o a p r o v v i d e n z i a -
l i “ p o n t i ” s p e z z a - r o u t i n e p a s -
s a t i m a g a r i i n s o s t e i n t e r m i n a -
b i l i n e l l e a u t o s t r a d e d ' I t a l i a
s c o p r o u n n u o v o m o d o d i
a f f r o n t a r e l a v i t a .
M e l ' a v e v a n o d e t t o : n o n c a p i r a i
n i e n t e d e l l ' U r u g u a y s i n o a
q u a n d o c o n t i n u e r a i a f a r e p a r a -
g o n i c o n l ' I t a l i a . E s i c c o m e
n o n m i p i a c e p e r s i s t e r e n e l l ' e r -
r o r e , h o s m e s s o d i f a r e s i m i l i -
t u d i n i d a u n p a i o d i m e s i .
DAALLORAIN POI TUTTO M'È DIVENTATO
UN PO' PIÙ CHIARO. S a r ò a l l ' u n p e r
c e n t o d i q u e l g r a n d e l i b r o c h e è
q u e s t o P a e s e , h o l e t t o v o l u m i
i m p o l v e r a t i , g u a r d a t o e s t a s i a t o
l e f o t o d e l l ' U r u g u a y v i s t o d a l
c i e l o , l e t t o e r i l e t t o l a “ Ti e r r a
P u r p u r e a ” d i H u d s o n e l e p e r i -
p e z i e d e l p r o t a g o n i s t a S t e p h e n
L a m b .
H o s c o p e r t o s t o r i e b e l l i s s i m e ,
i n c o m p a r a b i l i c o n t u t t e q u e l l e
s n o c c i o l a t e d a t u t t i i l i b r i c h e
h o p o t u t o l e g g e r e .
Q u e s t a s e t t i m a n a i l “ d i a r i o
u r u g u a y a n o ” l o d e d i c o a d
a p p r o f o n d i r e . U n a p a u s a c h e
d o n a s e n s o a l l a s t r a d a f a t t a e a
q u e l l a a n c o r a d a p e r c o r r e r e .
I N I Z I A M O C O N U N A S E G N A -
L A Z I O N E : i l p r o g e t t o “ I t e s -
O c c u p a z i o n e e S v i l u p p o d e g l i
I t a l i a n i a l l ' E s t e r o ” d e l l a s q u a -
d r a I t a l i a L a v o r o S . p . A . , o s s i a
l ' A g e n z i a t e c n i c a d e l M i n i s t e r o
d e l L a v o r o i t a l i a n o .
C o m e s e m p r e , h a s t a l u e g o !
I t a l i a L a v o r o S p A
P r o g e t t o I T E S U r u g u a y
P a y s a n d ú 8 1 6 , 1 1 . 1 0 0
M o n t e v i d e o ( c / o C á m a r a d e
C o m e r c i o I t a l i a n a d e l
U r u g u a y ) , Te l . : ( 5 9 8 - 2 ) 9 0 2
9 9 4 2 - 9 0 1 2 6 4 3 , We b :
w w w. i t a l i a n i - e s t e r o . i t
I l P r o g e t t o “ O c c u p a z i o n e e
S v i l u p p o d e l l a C o m u n i t à d e l i
I t a l i a n i a l l ' E s t e r o ” v i e n r e a l i z -
z a t o d a I t a l i a L a v o r o e n t r o i l
b i e n n i o 2 0 0 6 / 2 0 0 7 c o n u n a
d u r a t a p r e v i s t a d i 2 4 m e s i ,
s u l l a b a s e d e l l a C o n v e n z i o n e
s o t t o s c r i t t a c o n i l M i n i s t e r o
d e l L a v o r o i n d a t a 2 5 g e n n a i o
La saggezza che viene dall'Oceanoaspettando che la vita ricominci
DIARIO URUGUADIARIO URUGUAYYANOANO
di Tdi Tonino Pintacudaonino Pintacuda
A N C R I
C a r i C o n n a z i o n a l i , p re s i g l i a c c o rd i c o n l e
A u t o r i t à D i p l o m a t i c o - C o n s o l a r i , i l C O M I -
T E S , l ' A N P I e l e A s s o c i a z i o n i d ' A r m a , A N C R I
i n v i t a g l i I t a l i a n i t u t t i e d i s i m p a t i z z a n t i a l l a
S a n t a M e s s a c h e s i o f f i c e r à p e r t u t t i i C a d u t i
d i t u t t e l e g u e r r e i l p r o s s i m o 2 2 A p r i l e ,
D o m e n i c a , a l l e o re 1 0 . 0 0 p re c i s e n e i G i a rd i n i
d e l l ' O s p e d a l e I t a l i a n o U m b e r t o 1 º d a v a n t i a l
m o n u m e n t o a i C a d u t i .
A l l e o re 11 . 0 0 , p a r t e c i p e re m o n e l l a C a s a d e g l i
I t a l i a n i a l l ' A t t o d i O m a g g i o a i C a d u t i d e l l a
R e s i s t e n z a d a v a n t i a l l a t a rg a c h e l i r i c o rd a .
R i c o rd a re i l p a s s a t o s e n z a o d i , i n u n c l i m a d i
d i s t e n s i o n e , d i a r m o n i a , c o n t o l l e r a n z a e c o m -
p re n s i o n e è l ' a u g u r i o c h e f a c c i o a t u t t i .
G i o v a n n i C o s t a n z e l l i .
P re s i d e n t e d i A N C R I
Ancri
la gente d’italia Martedì 3 Aprile 2007 5
2 0 0 6 .
C o n l o s c o p o d i p r o m u o v e r e e s o s t e n e r e l a
q u a l i f i c a z i o n e p r o f e s s i o n a l e e l ' o c c u p a -
z i o n e d e i c o n n a z i o n a l i , i n p a r t i c o l a r e
d e l l e g i o v a n i g e n e r a z i o n i , i l p r o g e t t o p e r -
s e g u e g l i o b i e t t i v i d i :
- f a c i l i t a r e l ' i n t e g r a z i o n e d e g l i e n t i e
d e l l e o r g a n i z z a z i o n i d i o r i g i n e i t a l i a n a
n e l c o n t e s t o n o r m a t i v o e d o p e r a t i v o d e l
p a e s e a l f i n e d i r e n d e r n e s t a b i l e e c o n t i -
n u a t i v a l ' a t t i v i t à .
- f a v o r i r e l ' a g g r e g a z i o n e d i r i s o r s e e c o m -
p e t e n z e p e r l a q u a l i f i c a z i o n e d e l l ' o f f e r t a
f o r m a t i v a g e n e r a t a n e l l ' a m b i t o d e g l i e n t i
e d e l l e o r g a n i z z a z i o n i c h e o p e r a n o s u l
m e r c a t o l o c a l e .
- p r o m u o v e r e u n a m a g g i o r e c o o p e r a z i o n e
n e l l e i n i z i a t i v e d i a c c e s s o a l l a v o r o c o n i
p r o c e s s i i n a t t o n e l m e r c a t o d e l l a v o r o
i t a l i a n o .
- p r o m u o v e r e e d i f f o n d e r e l a c o n o s c e n z a
d e i s e r v i z i p e r l a f o r m a z i o n e e d i l l a v o r o
a l l e g e n e r a z i o n i p i ù g i o v a n i i n t r o d u c e n d o
s e r v i z i e p r o p o s t e o p e r a t i v e r e a l i z z a t e c o n
i l c o i n v o l g i m e n t o d e g l i e n t i e d e l l e o r g a -
n i z z a z i o n i c h e a d e r i s c o n o a l l a r e t e p r o -
m o s s a c o n l ' a z i o n e d i s i s t e m a .
I n s e n o a l p r o g e t t o v e r r a n n o a t t i v a t e d e l l e
a z i o n i c h e m i r a n o a f a v o r i r e l a c r e a z i o n e
d i u n a r e t e d i s e r v i z i p e r i l l a v o r o s e c o n -
d o i l m o d e l l o d e l l a B o r s a c o n t i n u a d e l
L a v o r o , m e d i a n t e l a c o s t r u z i o n e d i u n a
o r g a n i z z a z i o n e p e r m a n e n t e d i s e r v i z i c h e
s i i n t e g r i n o i n m o d o s i n e r g i c o e v i r t u o s o
c o n i l m e r c a t o d e l l a v o r o l o c a l e e c h e c o n -
t e m p o r a n e a m e n t e r a f f o r z i n o i l s i s t e m a d i
i n t e r v e n t o d e l l a c o m u n i t à i t a l i a n a v e r s o l a
c o m u n i t à s t e s s a .
L e l i n e e o p e r a t i v e i n d i v i d u a t e d a l
P r o g e t t o s i s v i l u p p e r a n n o s u q u a t t r o a r e e
s t r a t e g i c h e :
1 ) C o m u n i c a z i o n e e d A n i m a z i o n e
2 ) A s s i s t e n z a a l l ' o r g a n i z z a z i o n e d e i s e r v i -
z i
3 ) S p e r i m e n t a z i o n i p e r l ' a v v i o d e i s e r v i z i
4 ) P r e d i s p o s i z i o n e e d a d e g u a m e n t o d e l l e
i n f r a s t r u t t u r e t e c n o l o g i c h e d i s e r v i z i o
L e n o s t r e p r i m e i n i z i a t i v e , q u i n d i , s o n o
r i v o l t e a p r o m u o v e r e l a p a r t e c i p a z i o n e a l
p r o g e t t o d i t u t t e l e r e a l t á o r g a n i z z a t i v e
p r e s e n t i e d a t t i v e n e l l ' a m b i t o d e l l a
C o m u n i t á d e g l i I t a l i a n i i n U r u g u a y e l a
c o s t i t u z i o n e d i p a r t n e r i a t i i s t i t u z i o n a l i
c o n I t a l i a L a v o r o . I n q u e s t o s e n s o , u n
p r i m o p a s s o é g i á s t a t o c o m p i u t o c o n l a
f i r m a d i u n a C o n v e n z i o n e c o n l a C a m e r a
d i C o m m e r c i o I t a l i a n a d e l l ' U r u g u a y.
N e l l ' a m b i t o d i q u e s t o a c c o r d o , I l t e a m d i
I t a l i a L a v o r o i n q u e s t i g i o r n i h a a v v i a t o
l e a t t i v i t á c o n t e m p l a t e n e l l a p r i m a f a s e
d e l p r o g e t t o , d e d i c a n d o s i a l r i l e v a m e n t o
d e l l e n e c e s s i t á d e l l e i m p r e s e u r u g u a i a n e
i n t e r m i n i d i f a b b i s o g n i p r o f e s s i o n a l i e d i
s e r v i z i a l l o s v i l u p p o d e l l ' i m p r e s a .
A q u e s t a i n d a g i n e n e s e g u i r a n n o p r e s t o
a l t r e , r i v o l t e a d a p p r o f o n d i r e s i a l a c o n o -
s c e n z a d e g l i e n t i e d e l l e a s s o c i a z i o n i i t a -
l i a n e i n U r u g u a y, l e l o r o a t t i v i t á e d i s e r -
v i z i p r e s t a t i a l l a c o m u n i t á , s i a l e p r o b l e -
m a t i c h e d e l l a c o n d i z i o n e g i o v a n i l e r i g u a r -
d o a l m o n d o d e l l a v o r o , l e d i f f i c o l t á d i
i n s e r i m e n t o e l e n e c e s s i t á d i s e r v i z i p e r l a
f o r m a z i o n e p r o f e s s i o n a l e e l ' i m p i e g o .
Te a m I t a l i a L a v o r o U r u g u a y
N ei giorni scorsi un
nuovo peschereccio è
stato lanciato in mare
presso i l Cantiere
Navale Federico
Contessi y Cia SA, ditta
fondata negli anni 50
dall ' imprenditore doc
sanbenedettese e qui
emigrato nel dopoguerra
come tantissimi al tr i
marchigiani . Si trat ta
dell 'opera nº 104 battezzata
“Siempre Don Vicente” imbarca-
zione corredata dalle più moderne
tecnologie naviere in mercato di
18,90 metri di lunghezza fuoritutto
e 6,67 metri di larghezza per un'e-
quipaggio fino a 10 uomini.
Il motopesca è la settima della
produzione di Contessi per la
società armatrice “Pesquera
Virgen de I tat i SRL” proprietà
delle famiglie Di Bona e Buono.
Tra i numerosi invitati all'avveni-
mento, le autorità provinciali e
comunali del porto di Mar del
Plata, i rappresentanti delle forze
armate, il Console d'Italia a Mar
del Plata, Dr. Rozo Sordini, i diri-
genti del la collet t ivi tà i tal iana
locale, i dipendenti della compa-
gnia e tante al tre persone che
fanno parte dell'industria pesche-
reccia locale, la più importante in
questa zona del Paese.
Madrina della cerimonia
inaugurativa é stata la
Sig.ra. Roxana Di Bona che
ha avvuto i l compito,
conforme alla tradizione,
della 'bottigliata' di spumate
sullo scafo del natante.
mentre i l presbitero
Armando Ledesma ha impar-
t i to la benedizione dello
stesso.
Nella sua allocuzione, la
direzione dell'impresa si è
dichiarata soddisfat ta di
aver portato a termine la
nuova opera rivolta a la
creazione di ricchezze per
la società e quindi per il
Paese, superando anche le
più svariate complessità .
In particolare ha elencato i
molteplici contrast i ed
indugi che alcuni funzionari con
mansioni direttive della pubblica
amministrazione continuano a
frapporre in modo presuntuoso e
sistematico senza capirsi in
sostanza gl i obbiet ivi che si
vogliono raggiungere o addirittura
quali interessi si mascherano die-
tro, tutto ciò in un momento in cui
l'industria cantierìstica è in fase
di r ipresa anche se rimane la
necessità di consolidare e rinvi-
gorire il ciclo economico favore-
vole iniziato alcuni anni fa dal
Governo nazionale. L'azienda
marplatense, nonostante le per-
plessità esposte, -secondo il comu-
nicato- continuerà a svolgere la
sua attività con onestà e responsa-
bilità preservando la fonte lavora-
tiva e cercando di far accrescere
gli investimenti in tecnologia e
sviluppo per migliorare ancora la
qualità dei prodotti e servizii, la
f i losofia produtt iva,
peraltro, che ha
orientato la ditta sin
dalla stessa fondazio-
ne.
Aldo Mecozzi /
Unione Regionale
Marchigiana di Mar
del Plata
Varato a Mar del Plata il “Siempre Don Vincente”
la gente d’italiaMercoledì 4 Aprile 20076
A c h e s e r v e l e g g e r e u n
r o m a n z o o u n a r a c c o l t a
p o e t i c a ? A n z i : a c o s a
« s e r v e » , i n g e n e r a l e , l a
l e t t e r a t u r a ? C h e f a r s e n e d i
p a r o l e s c a r s e , e f o r s e
s e n z a s o l e ( S . P e n n a ) o d i
q u a l c h e s t o r t a s i l l a b a e
s e c c a c o m e u n r a m o ( E .
M o n t a l e ) ? E ' t u t t o q u i i l
s e n s o e i l p e s o s p e c i f i c o
d e l l a l e t t e r a t u r a ? S a r e b b e
e s s a d u n q u e d e l t u t t o i n a -
b i l e a d a p r i r e l ' o r i z z o n t e
v e r s o m o n d i d i s i g n i f i c a -
t o ? I n r e a l t à , s e n o n s i
c o n f r o n t a c o n l e t e n s i o n i
r a d i c a l i d i u n a v i t a u m a n a ,
l a l e t t e r a t u r a n o n « s e r v e »
a m o l t o . S e u n ' o p e r a d i
p o e s i a o d i n a r r a t i v a n o n
t o c c a q u e s t e t e n s i o n i è
c o m e u n « c e m b a l o c h e t i n -
t i n n a » .
E s s a i n f a t t i r i g u a r d a l a
v i t a : « M i i n t e r e s s a l a p o e -
s i a c h e p a r l a d i g r a n d i
q u e s t i o n i , q u e s t i o n i d i
v i t a e d i m o r t e , s ì , e l a
q u e s t i o n e d i c o m e s t a r e a l
m o n d o » ( R . C a r v e r ) . L a
l e t t e r a t u r a p u ò r i v e l a r s i u n
« c r u e n t o a t t o e s i s t e n z i a l e »
( B . C a t t a f i ) c h e v i v e n e l l o
s p a z i o d i u n r i n g . C o n i l
t e s t o , s i a l ' a u t o r e s i a i l
l e t t o r e , s o n o c o r d i a l m e n t e
i n v i t a t i a f a r e a p u g n i .
A c o s a s e r v e , d u n q u e , q u e -
s t o s a g g i o ? A p r o v a r e u n
b o z z e t t o d e l l a l e t t e r a t u r a .
N o n i n t e n d e e s s e r e u n t r a t -
t a t o , m a u n a s o r t a d i « c a n -
t i e r e » c h e v u o l e o f f r i r e
m a t e r i a l i p e r l a r i f l e s s i o n e
e l ' a p p r o f o n d i m e n t o .
L ' u n i c o t r a t t o m a r c a t o
d o v r e b b e r i s u l t a r e i l
s e g u e n t e : l a l e t t e r a t u r a
« s e r v e » f o n d a m e n t a l m e n t e
a d i r e l a n o s t r a p r e s e n z a
n e l m o n d o e , c o m e u n o
« s t r u m e n t o o t t i c o » ( M .
P r o u s t ) , a i n t e r p r e t a r l a , a
c o g l i e r e c i ò c h e v a o l t r e l a
m e r a « l e t t e r a l i t à » e s u p e r -
f i c i a l i t à d e l v i s s u t o . L a
s o l a r a g i o n e d ' e s s e r e d i u n
r o m a n z o è d i s c o p r i r e
q u e l l o c h e s o l o u n r o m a n z o
p u ò s c o p r i r e . I l r o m a n z o
c h e n o n s c o p r e u n a p o r z i o -
n e d i e s i s t e n z a f i n o a d
a l l o r a i g n o t a è i m m o r a l e
( M i l a n K u n d e r a )
L a v e r i t à d e l l a p o e s i a è
t e n s i o n e e s p r e s s i v a , l o t t a
E sis te un be l l i s s imo sagg io d i Anton io Spadaro da l l ' e loquen te t i to lo “A che cosa «se rve» l a l e t t e ra tu ra?” .
Me lo ch iedo spesso . Ma po i scopro che l a r i spos ta è cos ì ovv ia e complessa che - come tu t t i i conce t t i p iù
sempl ic i - s f io ra l ' i ndef in ib i l i t à . Cont inuerò a ce rca re una r i spos ta . E agg iorno l a domanda : “A che cosa
se rve l a l e t t e ra tu ra i t a l i ana a Montev ideo?” . La r i spos ta ogg i è dup l ice , da una par te l a r i f l e ss ione d i
Anton io Spadaro messa a in t roduz ione de l sagg io che c i t avo a l l ' i n iz io e po i , sempl icemente , l ' i n te ressan te
programma de l nuovo corso de l l a Soc ie tà Dante Al igh ie r i d i Montev ideo . Come sempre , has ta luego!
La letteratura italiana per non perdere le radiciUn nuovo corso della Società Dante Alighieri
Ache cosa “serve” la letteratura?
DIARIO URUGUADIARIO URUGUAYYANOANO
di Tdi Tonino Pintacudaonino Pintacuda
di di Antonio Spadaro, s.j.Antonio Spadaro, s.j.
L a S o c i e t à D a n t e A l i g h i e r i c o m u n i c a q u e e s t á n a b i e r t a s l a s i n s c r i p c i o n e s p a r a
e l c u r s o “ L a L e t t e r a t u r a I t a l i a n a d a l N e o re a l i s m o a i C a n n i b a l i ( 1 9 4 5 - 2 0 0 0 ) ”
q u e t e n d r á i n i c i o e l d í a l u n e s 9 d e a b r i l a l a s 1 8 . 0 0 e n 1 8 d e J u l i o 9 4 8 / 4 0 1 .
D i c h o c u r s o s e r à d i c t a d o p o r :
e l D o c t o r e n L i t e r a t u r a s R o m a n c e s , M a g í s t e r R i c c a rd o B o g l i o n e .
P o r m á s i n f o r m a c i ó n c o m u n i c a r s e a l 9 0 8 9 4 2 9 o a l 9 0 0 9 7 0 5
la gente d’italia Mercoledì 4 Aprile 2007 7
ii
c o n l a p a r o l e c h e d a n n o
v o c e a l l ' i n t e r p r e t a z i o n e
d e l l a n o s t r a p r e s e n z a n e l
m o n d o . I l p u n t o d i p a r t e n -
z a è l a c o n c r e t e z z a . C o n i
c o n c e t t i a s t r a t t i n o n s i
f a n n o s t o r i e . M a l a l e t t e -
r a t u r a n o n è m a i u n a c o p i a
a n a s t a t i c a d e l m o n d o . E '
i n v e c e u n m o d o d i i n t e r -
p r e t a r l o , c o g l i e n d o n e a l
s u o i n t e r n o i l m i s t e r o . I l
l i b r o e l a l e t t u r a s o n o
c o m p l i c i i n s o s t i t u i b i l i d i
u n e s e r c i z i o i n t e r i o r e . S u
q u e s t e b a s i s a r à p o s s i b i l e
q u i n d i r i f l e t t e r e s u l s e n s o
d e l l a l e t t u r a c r i t i c a , s i a
a c c a d e m i c a s i a m i l i t a n t e ,
c o m e a n c h e d e l s i g n i f i c a t o
s p e c i f i c a m e n t e t e o l o g i c o
d e l l ' e s p e r i e n z a .
* * * *
L a l e t t e r a t u r a i t a l i a n a
d a l n e o r e a l i s m o a i c a n n i -
b a l i ( 1 9 4 5 - 2 0 0 0 )
I l c o r s o i n t e n d e o f f r i r e u n
p a n o r a m a e s a u r i e n t e d e l l a
l e t t e r a t u r a i t a l i a n a d e g l i
u l t i m i s e s s a n t a a n n i , p r e -
s e n t a n d o s i a a u t o r i e
m o v i m e n t i c o n s i d e r a t i
o r m a i c l a s s i c i , s i a e s p e -
r i e n z e m e n o c e l e b r a t e m a
c h e h a n n o a v u t o u n p e s o
d e t e r m i n a n t e n e l l o s v i l u p -
p o c u l t u r a l e d e l l ' I t a l i a
c o n t e m p o r a n e a .
V e r r a n n o p r e s e n t a t i , i n
o r d i n e c r o n o l o g i c o , s i a
p o e t i c h e r o m a n z i e r i , i n
q u a d r i s t o r i o g r a f i c i c h e
r i c o s t r u i r a n n o , s u l l o s f o n -
d o d e l d i b a t t i t o t e o r i c o ,
l ' i n t r e c c i o t r a l a l e t t e r a t u -
r a e l e a l t r e a r t i , i n s p e -
c i a l m o d o i l c i n e m a .
I l c o r s o s a r à d i v i s o i n 3
b l o c c h i d i c i r c a 2 0 l e z i o n i
l ' u n o :
1 ) N e o r a l i s m o e p o s t e r m e -
t i s m o ;
2 ) I l b o o m e c o n o m i c o e l e
n e o a v a n g u a r d i e
3 ) l a l e t t e r a t u r a d e l l a f a s e
" p o s t m o d e r n a " .
P e r o g n i b l o c c o s i i n d a -
g h e r à i l c o n t e s t o t e o r i c o e
s i a n a l i z z e r a n n o g l i a u t o r i
p i ù r a p p r e s e n t a t i v i . F r a
g l i s c r i t t o r i c h e v e r r a n n o
s t u d i a t i E l i o V i t t o r i n i ,
C e s a r e P a v e s e , B e p p e
F e n o g l i o , I t a l o C a l v i n o ,
E u g e n i o M o n t a l e ,
G i u s e p p e U n g a r e t t i ,
G i o r g i o B a s s a n i , A l b e r t o
M o r a v i a , P i e r P a o l o
P a s o l i n i , E l s a M o r a n t e ,
C a r l o E m i l i o G a d d a ,
A n d r e a Z a n z o t t o , G i o r g i o
M a n g a n e l l i , E d o a r d o
S a n g u i n e t i , A m e l i a
R o s s e l l i , A l b e r t o
A r b a s i n o , U m b e r t o E c o ,
B i a n c a m a r i a F r a b o t t a ,
S e b a s t i a n o V a s s a l l i , P i e r
V i t t o r i o T o n d e l l i , A l d o
B u s i , A n t o n i o T a b u c c h i ,
A l d o N o v e .
''Il Movimento Sociale Italiano e' stato unanecessita'. Al di la' delle altre qualificazioni che sipossono dare di questo partito, e' giusto rimarcareche si avvertiva il bisogno di quella Fiamma, dopol'esperienza in qualche modo negativa dell'UomoQualunque, per raccogliere un'umanita' disperatache veniva dalla guerra e dalla prigionia, evitandoche milioni di italiani trovassero una strada diver-sa da quella di un nuovo posizionamento neldestino della Nazione. Questo fu un miracolocompiuto attraverso l'esempio della classe diri-gente del Msi''. Cosi' Franco Servello, storicoesponente della Destra italiana, raccontaall'ADNKRONOS il suo nuovo libro, '60 anni inFiamma. Dal Movimento Sociale ad AlleanzaNazionale', prefazione di Gennaro Malgieri, inter-vista a cura di Aldo Di Lello (Rubbettino, pp. 221,euro 15). ' 'Dopo sessant'anni -spiega ancoraServello- ci puo' essere necessita' di domandarsi,come ho fatto io, se ho dato un servizio non soloal mio partito ma all'Italia. Mi sono cioe' chiesto:e' stato inutile quello che e' stato fatto o abbiamoinvece contribuito a un processo di ricostruzionenazionale? La risposta e' che pensiamo di averfatto la nostra parte nella storia politica italiana,contribuendo alla pacificazione nazionale''. Ilmessaggio di queste pagine ''e' ai giovani, chesono richiamati da necessita' della vita. A lorodico: il futuro non e' solo dei ragionieri, ma di chicrede in qualcosa, di chi ha passione e si com-muove per il domani lottando per costruirlo''.Rispetto a questa tensione, ''la storia del Msi -rimarca Servello- insegna coerenza. Anzi, unacoerenza ad alto rischio, perche' molti si sonoimmolati per quell'idea. A cominciare da mio zio,Franco De Agazio, direttore del 'Merdiano d'Italia'trucidato dalla Volante Rossa. Raccolsi quellatestimonianza. Fu un patto di sangue e di amoreche non mi lascia mai. Rispetto al cammino com-
piuto poi, ho la coscienza a posto''. Servello,attualmente presidente dell'assemblea nazionaledi An, ha ricoperto importanti incarichi nel Msi epoi in An. Quarantotto anni di carriera parlamen-tare, direttore del periodico 'Il Meridiano d'Italia'e gia' autore di diversi contributi tra i quali varicordato 'Revisionismo, la caduta dei tabu'. E achi gli chiede una parte del libro che vuole mag-giormente sottolineare, Servello replica deciso:' 'E' il giorno in cui ho accompagnato LiciaCossetto al Quirinale da Ciampi per ricevere lamedaglia d'oro al valore civile in onore dellasorella Norma, trucidata nel 1943 dai partigianititini in Istria. A 23 anni fu gettata in una foibadopo innumerevoli sevizie. Il riconoscimento delColle venne su mia iniziativa. Ho sentito il dove-re di fare qualcosa. Momenti cosi' danno il sensodi tutta una vita di battaglie politiche''. -Il testo ripercorre la storia della destra italiana,dal Msi ad An, attraverso il racconto di un prota-gonista. Servello rievoca infcatti il dramma deireduci della Rsi, il clima intimdatorio in cui ope-ravano le riviste di destra nell'immediato dopo-guerra, e ancora le prime battaglie del nuovo par-tito e gli infuocati dibattiti tra le diverse anime diquella Fiamma che si accendeva in una notteromana del 26 dicembre 1946. Le conversazionicon Di Lello, responsabile delle pagine culturalidel 'Secolo d'Italia', spaziano percio' dal dopo-guerra ai nostri giorni. In primo piano scorrono inqueste pagine le figure dei leader: da DeMarsanich a Michelini, da Almirante a Fini. Maanche i tanti personaggi, piccoli e grandi, chehanno fatto la storia del Msi nei momenti forti edrammatici degli anni Cinquanta, nella successivastagione dell'addiaccio e della discriminazione,fino al boom degli anni Novanta con il congressodi Fiuggi e la nascita della destra di governo. ''Ecosi' il libro -scrive Malgieri nella prefazione- e'il racconto della passione politica di un uomo che
ha attraversato daprotagonista la seconda meta' del Novecento, maanche l'esame dettagliato di una vicenda di unpartito che adesso viene riconosciuto come tutt'al-tro che marginale nel lungo dopoguerra e, da piu'd'uno, gli viene finalmente attribuito il ruolo chegli spetta nell'aver reso possibile il percorso versola pacificazione tra gli italiani''. Percio', annotaancora il direttore di 'Percorsi', quello che pertutti e' il 'senatore' della Destra italiana in questolibro ''descrive un mondo non di risentiti ma diidealisti, sognatori, militanti, oscuri sostenitoriche, per come potevano, quotidianamente regge-vano un'invisibile bandiera dietro la quale cresce-vano generazioni che sono state poi chiamate areggere le sorti del Paese''. Dall'opposizione radi-cale all'inserimento politico, l'autore ha contribui-to a portare 'fuori dal ghetto' la comunita' umana epolitica della Destra che a Fiuggi, nel 1995, misea disposizione un patrimonio di ideali evalori ere-ditato dal Msi ''per costruire una nuova storia.Quel congresso -scandisce Servello- non fu unmaquillage, ma un cambiamento vero di culturapolitica. Pero' i tempi erano maturi per compierequel passo''. Altri, rimarca Malgieri, ''pensionatinell'anima oltre che dall'anagrafe, avrebberomesso nero su bianco nostalgie e risentimenti, unpo' di retorica e qualche aneddoto''. Servello, alcontrario, ''non ha mai pensato di fare il pensiona-to, neppure per un attimo. Decidendo di nonricandidarsi dopo aver frequengato come deputatoe senatore il parlamento dal 1958 al 2006, non hacerto inteso mettersi le pantofole e passare il suotempo ai giardini pubblici. Ha ricominciato dac-capo. Per esempio scrivendo questo libro. Alla suaeta' ci racconta il futuro piu' che il passato''.
Dal Msi ad An, Franco Servello racconta “60 anni in Fiamma”
LIBRILIBRI
Le meditazioni di Mons. Ravasi per la Via Crucis del 2007
la gente d’italiaGiovedì 5 Aprile 20076
Q u a n d o s c e n d e s u
G e r u s a l e m m e i l v e l o d e l l ' o s c u -
r i t à , g l i u l i v i d e l G e t s e m a n i
a n c o r o g g i s e m b r a n o r i c o n d u r -
c i , c o n l o s t o r m i r e d e l l e l o r o
f o g l i e , a q u e l l a n o t t e d i s o f f e -
r e n z a e d i p r e g h i e r a v i s s u t a d a
G e s ù . E g l i s i s t a g l i a s o l i t a r i o ,
a l c e n t r o d e l l a s c e n a , i n g i n o c -
c h i a t o s u l l e z o l l e d i q u e l l ' o r t o .
C o m e o g n i p e r s o n a q u a n d o è i n
f a c c i a a l l a m o r t e , a n c h e C r i s t o
è a t t a n a g l i a t o d a l l ' a n g o s c i a :
a n z i , l a p a r o l a o r i g i n a r i a c h e
l ' e v a n g e l i s t a L u c a u s a è « a g o -
n i a » , c i o è l o t t a . L a p r e g h i e r a d i
G e s ù è , a l l o r a , d r a m m a t i c a , è
t e s a c o m e i n u n c o m b a t t i m e n t o ,
e i l s u d o r e s t r i a t o d i s a n g u e c h e
c o l a s u l s u o v o l t o è s e g n o d i u n
t o r m e n t o a s p r o e d u r o .
I l g r i d o è l a n c i a t o v e r s o l ' a l t o ,
v e r s o q u e l P a d r e c h e s e m b r a
m i s t e r i o s o e m u t o : « P a d r e , s e
v u o i , a l l o n t a n a d a m e q u e s t o
c a l i c e » , i l c a l i c e d e l d o l o r e e
d e l l a m o r t e . A n c h e u n o d e i
g r a n d i p a d r i d i I s r a e l e ,
G i a c o b b e , i n u n a n o t t e c u p a ,
a l l e s p o n d e d i u n a f f l u e n t e d e l
G i o r d a n o , a v e v a i n c o n t r a t o D i o
c o m e u n a p e r s o n a m i s t e r i o s a
c h e « a v e v a l o t t a t o c o n l u i f i n o
a l l o s p u n t a r e d e l l ' a u r o r a » .
P r e g a r e n e l t e m p o d e l l a p r o v a è
u n ' e s p e r i e n z a c h e s c o n v o l g e i l
c o r p o e l ' a n i m a e a n c h e G e s ù ,
n e l l e t e n e b r e d i q u e l l a s e r a ,
« o f f r e p r e g h i e r e e s u p p l i c h e
c o n f o r t i g r i d a e l a c r i m e a c o l u i
c h e p u ò l i b e r a r l o d a l l a m o r t e » .
* * *
T r a g l i u l i v i d e l G e t s e m a n i ,
i m m e r s i n e l l a t e n e b r a , s ' a v a n z a
o r a u n a p i c c o l a f o l l a : a g u i d a r -
l a è G i u d a « u n o d e i
D o d i c i » , u n d i s c e p o l o
d i G e s ù . N e l r a c c o n t o
d i L u c a e g l i n o n p r o -
n u n c i a n e p p u r e u n a
p a r o l a , è s o l o u n a p r e -
s e n z a g e l i d a . S e m b r a
q u a s i c h e n o n r i e s c a
d e l t u t t o a d a c c o s t a r s i
a l v i s o d i G e s ù p e r
b a c i a r l o , f e r m a t o d a l -
l ' u n i c a v o c e c h e r i s u o -
n a , q u e l l a d i C r i s t o :
« G i u d a , c o n u n b a c i o
t r a d i s c i i l F i g l i o d e l -
l ' u o m o ? » . S o n o p a r o l e
d o l e n t i m a f e r m e c h e s v e l a n o i l
g r o v i g l i o m a l i g n o c h e s i a n n i d a
n e l c u o r e a g i t a t o e i n d u r i t o d e l
d i s c e p o l o , f o r s e i l l u s o e d e l u s o
e t r a p o c o d i s p e r a t o .
Q u e l t r a d i m e n t o e q u e l b a c i o
s o n o d i v e n t a t i n e i s e c o l i i l s i m -
b o l o d i t u t t e l e i n f e d e l t à , d i
t u t t e l e a p o s t a s i e , d i t u t t i g l i
La Set t imana Santa è tempo di s i lenzio e r i f les-s ione. Ecco perché r ipubbl ichiamo le pr imequa t t ro med i t az ion i r ea l i zza t e da Mons .Gianfranco Ravasi , Prefet to del la Bibl ioteca-Pinacoteca Ambrosiana di Milano, per la ViaCrucis a l Colosseo che s i terrà a Roma domani .
Per i nostr i le t tor i di Montevideo r i lanciamo gl io ra r i de l l e ce l eb raz ion i l i t u rg i che de l l aCat tedrale . I l calendario completo è disponibi-le sul s i to internet www.iglesiauruguaya.com
Inmacu lada Concepc ión y San Fe l ipe ySant iago (Catedral Metropol i tana)I tuzaingó 1373, Tel : 915 7018
JUEVES SANTO:Hora: 10:00 Misa Crismal presidida por e lseñor Arzobispo de Montevideo.Hora: 18:00 Misa de la Cena del Señor.Hora: 20:00 Hora Santa .
VIERNES SANTO:Hora: 9:00 Visi ta a las 7 iglesias , comienza enSan F ranc i sco y cu lmina en San An ton io(Capuchinos) .Hora: 16:00 Celebración de la Pasión del Señor.Hora: 18:00 Vía Crucis .
SÁBADO SANTO:
Hora: 12:00 Celebración de la Soledad de laVirgen María . Hora: 23:00 Solemne Vigi l ia Pascual .
DOMINGO DE PASCUA:Hora: 11:00 Misa de la Pascua de Resurreción.
«Possiamo soffrire ma non dobbiamo soccombere»Silenzio e riflessione per abbracciare il Mistero
DIARIO URUGUADIARIO URUGUAYYANOANO
di Tdi Tonino Pintacudaonino Pintacuda
la gente d’italia Giovedì 5 Aprile 2007 7
i n g a n n i . C r i s t o , d u n q u e , i n c o n -
t r a u n ' a l t r a p r o v a , q u e l l a d e l
t r a d i m e n t o c h e g e n e r a a b b a n d o -
n o e i s o l a m e n t o . N o n è l a s o l i -
t u d i n e a l u i c a r a , q u a n d o s i
r i t i r a v a s u i m o n t i a p r e g a r e ,
n o n è l a s o l i t u d i n e i n t e r i o r e
s o r g e n t e d i p a c e e d i q u i e t e
p e r c h é c o n e s s a c i s i a f f a c c i a
s u l m i s t e r o d e l l ' a n i m a e d i D i o .
E ' , i n v e c e , l ' e s p e r i e n z a a s p r a
d i t a n t e p e r s o n e c h e a n c h e i n
q u e s t ' o r a c h e c i v e d e r i u n i t i ,
c o m e i n a l t r i m o m e n t i d e l g i o r -
n o , s o n o s o l e i n u n a s t a n z a ,
d a v a n t i a u n a p a r e t e s p o g l i a o a
u n t e l e f o n o m u t o , d i m e n t i c a t i
d a t u t t i p e r c h é v e c c h i , m a l a t i ,
s t r a n i e r i o e s t r a n e i . G e s ù b e v e
c o n l o r o a n c h e q u e s t o c a l i c e
c h e c o n t i e n e i l v e l e n o d e l l ' a b -
b a n d o n o , d e l l a s o l i t u d i n e , d e l -
l ' o s t i l i t à .
* * *
L a s c e n a d e l G e t s e m a n i s i è ,
q u i n d i , a n i m a t a : a l p r e c e d e n t e
q u a d r o s o l e n n e , i n t i m o e s i l e n -
z i o s o d e l l a p r e g h i e r a , s i o p p o -
n e o r a , s o t t o g l i u l i v i , i l f r a -
s t u o n o , i l t u m u l t o e p e r s i n o l a
v i o l e n z a . G e s ù s i e r g e , p e r ò ,
s e m p r e a l c e n t r o c o m e u n p u n t o
f e r m o . E g l i è c o n s a p e v o l e c h e
i l m a l e a v v o l g e l a s t o r i a u m a n a
c o l s u o s u d a r i o d i p r e p o t e n z a ,
d i a g g r e s s i o n e , d i b r u t a l i t à :
« Q u e s t a è l a v o s t r a o r a , è l ' i m -
p e r o d e l l e t e n e b r e » .
C r i s t o n o n v u o l e c h e i d i s c e p o -
l i , p r o n t i a m e t t e r m a n o a l l a
s p a d a , r e a g i s c a n o a l m a l e c o l
m a l e , a l l a v i o l e n z a c o n a l t r a
v i o l e n z a . E g l i è c e r t o c h e i l
p o t e r e d e l l e t e n e b r e - a p p a r e n -
t e m e n t e i n v i n c i b i l e e m a i s a z i o
d i t r i o n f i - è d e s t i n a t o a e s s e r e
p i e g a t o . A l l a n o t t e , i n f a t t i ,
s u c c e d e r à l ' a l b a , a l l ' o s c u r i t à l a
l u c e , a l t r a d i m e n t o i l p e n t i m e n -
t o , a n c h e p e r G i u d a . E ' p e r
q u e s t o c h e , n o n o s t a n t e t u t t o ,
b i s o g n a c o n t i n u a r e a s p e r a r e e
a d a m a r e . C o m e l o s t e s s o G e s ù
a v e v a i n s e g n a t o s u l m o n t e
d e l l e B e a t i t u d i n i , p e r a v e r e u n
m o n d o n u o v o e d i v e r s o , è
n e c e s s a r i o « a m a r e i n o s t r i
n e m i c i e p r e g a r e p e r q u e l l i c h e
c i p e r s e g u i t a n o » .
I l s o l e d e l v e n e r d ì s a n t o s i s t a
a f f a c c i a n d o d i e t r o i l m o n t e
d e g l i U l i v i , d o p o a v e r r i s c h i a -
r a t o l e v a l l i d e l d e s e r t o d i
G i u d a . I s e t t a n t u n o m e m b r i d e l
S i n e d r i o , l a m a s s i m a i s t i t u z i o -
n e e b r a i c a , s o n o r i u n i t i a s e m i -
c e r c h i o a t t o r n o a G e s ù . S i s t a
p e r a p r i r e l ' u d i e n z a c h e c o m -
p r e n d e l a c o n s u e t a p r o c e d u r a
d e l l e a s s i s i g i u d i z i a r i e : i l c o n -
t r o l l o d e l l ' i d e n t i t à , i c a p i d i
i m p u t a z i o n e , l e t e s t i m o n i a n z e .
I l g i u d i z i o è d i n a t u r a r e l i g i o s a
s e c o n d o l e c o m p e t e n z e d i q u e l
t r i b u n a l e , c o m e a p p a r e a n c h e
n e l l e d u e d o m a n d e c a p i t a l i :
« S e i t u i l C r i s t o ? . . . S e i t u i l
F i g l i o d i D i o ? » .
L a r i s p o s t a d i G e s ù p a r t e d a
u n a p r e m e s s a q u a s i s c o r a g g i a -
t a : « A n c h e s e l o d i c o , n o n m i
c r e d e r e t e ; s e v i i n t e r r o g o , n o n
m i r i s p o n d e r e t e » . E g l i s a , d u n -
q u e , c h e i n a g g u a t o c ' è l ' i n -
c o m p r e n s i o n e , i l s o s p e t t o , l ' e -
q u i v o c o . E g l i s e n t e a t t o r n o a s é
u n a f r e d d a c o r t i n a d i d i f f i d e n z a
e d i o s t i l i t à , a n c o r p i ù o p p r i -
m e n t e p e r c h é e s s a è e r e t t a c o n -
t r o d i l u i d a l l a s u a s t e s s a
c o m u n i t à r e l i g i o s a e n a z i o n a l e .
G i à i l S a l m i s t a a v e v a p r o v a t o
q u e s t a d e l u s i o n e : « S e m i a v e s -
s e i n s u l t a t o u n n e m i c o , l ' a v r e i
s o p p o r t a t o ; s e f o s s e i n s o r t o
c o n t r o d i m e u n a v v e r s a r i o , d a
l u i m i s a r e i n a s c o s t o . M a s e i
t u , m i o c o m p a g n o , m i o a m i c o e
c o n f i d e n t e ; c i l e g a v a u n a d o l c e
a m i c i z i a , v e r s o l a c a s a d i D i o
c a m m i n a v a m o i n f e s t a » .
* * *
E p p u r e , n o n o s t a n t e q u e l l ' i n -
c o m p r e n s i o n e , G e s ù n o n e s i t a a
p r o c l a m a r e i l m i s t e r o c h e è i n
l u i e c h e d a q u e l m o m e n t o s t a
p e r e s s e r e s v e l a t o c o m e i n
u n ' e p i f a n i a . R i c o r r e n d o a l l i n -
g u a g g i o d e l l e S c r i t t u r e S a c r e ,
e g l i s i p r e s e n t a c o m e « i l F i g l i o
d e l l ' u o m o s e d u t o a l l a d e s t r a
d e l l a p o t e n z a d i D i o » . E ' l a
g l o r i a m e s s i a n i c a , a t t e s a d a
I s r a e l e , c h e o r a s i m a n i f e s t a i n
q u e s t o c o n d a n n a t o . A n z i , è i l
F i g l i o d i D i o c h e p a r a d o s s a l -
m e n t e s i p r e s e n t a r i v e s t i t o o r a
d e l l e s p o g l i e d i u n i m p u t a t o .
L a r i s p o s t a d i G e s ù - « I o l o
s o n o » - , a p r i m a v i s t a s i m i l e
a l l a c o n f e s s i o n e d i u n c o n d a n -
n a t o , d i v e n t a i n r e a l t à u n a p r o -
f e s s i o n e s o l e n n e d i d i v i n i t à .
P e r l a B i b b i a , i n f a t t i , « I o
s o n o » è i l n o m e e l ' a p p e l l a t i v o
d i D i o s t e s s o .
L ' i m p u t a z i o n e , c h e p r o d u r r à
u n a s e n t e n z a d i m o r t e , d i v e n t a
c o s ì u n a r i v e l a z i o n e e d i v i e n e
a n c h e l a n o s t r a p r o f e s s i o n e d i
f e d e n e l C r i s t o , F i g l i o d i D i o .
Q u e l l ' i m p u t a t o , u m i l i a t o d a l l a
c o r t e i m p e t t i t a , d a l l ' a u l a s o n -
t u o s a , d a u n g i u d i z i o o r m a i
s i g l a t o , r i c o r d a a t u t t i i l d o v e -
r e d e l l a t e s t i m o n i a n z a a l l a
v e r i t à . U n a t e s t i m o n i a n z a d a
f a r r i s u o n a r e a n c h e q u a n d o
f o r t e è l a t e n t a z i o n e d i c e l a r s i ,
d i r a s s e g n a r s i , d i l a s c i a r s i c o n -
d u r r e a l l a d e r i v a d a l l ' o p i n i o n e
d o m i n a n t e . C o m e d i c h i a r a v a
u n a g i o v a n e d o n n a e b r e a d e s t i -
n a t a a d e s s e r e u c c i s a i n u n
l a g e r , « a o g n i n u o v o o r r o r e o
c r i m i n e d o b b i a m o o p p o r r e u n
n u o v o f r a m m e n t o d i v e r i t à e d i
b o n t à c h e a b b i a m o c o n q u i s t a t o
i n n o i s t e s s i . P o s s i a m o s o f f r i -
r e , m a n o n d o b b i a m o s o c c o m -
b e r e » .
* * *
R i t o r n i a m o d i n u o v o n e l l a
n o t t e c h e a v e v a m o l a s c i a t o a l l e
s p a l l e e n t r a n d o n e l l ' a u l a d e l
p r i m o p r o c e s s o s u b i t o d a G e s ù .
L ' o s c u r i t à e i l f r e d d o s o n o
s q u a r c i a t i d a l l e f i a m m e d i u n
b r a c i e r e c o l l o c a t o n e l c o r t i l e
d e l p a l a z z o d e l S i n e d r i o . I l
p e r s o n a l e d i s e r v i z i o e d i
c u s t o d i a t e n d e l e m a n i v e r s o
q u e l t e p o r e ; i v i s i s o n o i l l u m i -
n a t i . E d e c c o l e v a r s i t r e v o c i i n
s u c c e s s i o n e , t r e m a n i p u n t a r s i
v e r s o u n v o l t o r i c o n o s c i u t o ,
q u e l l o d i P i e t r o .
L a p r i m a è u n a v o c e f e m m i n i l e .
E ' u n a d o m e s t i c a d e l p a l a z z o
c h e f i s s a n e g l i o c c h i i l d i s c e -
p o l o e d e s c l a m a : « E r i a n c h e t u
c o n G e s ù ! » . S u b e n t r a p o i u n a
v o c e m a s c h i l e : « S e i d e i l o r o ! » .
E ' a n c o r a u n u o m o a r i b a d i r e
p i ù t a r d i l a s t e s s a a c c u s a ,
n o t a n d o l ' a c c e n t o s e t t e n t r i o n a -
l e d i P i e t r o : « E r i c o n l u i ! » . A
q u e s t e d e n u n c e , q u a s i i n u n
c r e s c e n d o d i s p e r a t o d i a u t o d i -
f e s a , l ' a p o s t o l o n o n e s i t a p e r
t r e v o l t e a s p e r g i u r a r e : « N o n
c o n o s c o G e s ù ! N o n s o n o u n s u o
d i s c e p o l o ! N o n s o q u e l l o c h e
d i t e ! » . L a l u c e d i q u e l b r a c i e r e
p e n e t r a , d u n q u e , b e n o l t r e i l
v o l t o d i P i e t r o , s v e l a u n ' a n i m a
m e s c h i n a , l a s u a f r a g i l i t à , l ' e -
g o i s m o , l a p a u r a . E p p u r e p o c h e
o r e p r i m a e g l i a v e v a p r o c l a m a -
t o : « A n c h e s e t u t t i s i s c a n d a -
l i z z e r a n n o , i o n o ! . . . S e a n c h e
d o v e s s i m o r i r e c o n t e , n o n t i
r i n n e g h e r ò ! » . ( 9 )
* * *
I l s i p a r i o , p e r ò , n o n c a l a s u
q u e s t o t r a d i m e n t o , c o m e i n v e c e
e r a a c c a d u t o a G i u d a . C ' è ,
i n f a t t i , i n q u e l l a n o t t e u n o
s q u i l l o c h e l a c e r a i l s i l e n z i o d i
G e r u s a l e m m e m a s o p r a t t u t t o l a
c o s c i e n z a d i P i e t r o : è i l c a n t o
d i u n g a l l o . P r o p r i o i n q u e l
m o m e n t o G e s ù s t a u s c e n d o d a l -
l ' a s s i s e g i u d i z i a r i a c h e l ' h a
c o n d a n n a t o . L u c a d e s c r i v e l ' i n -
c r o c i o d e g l i s g u a r d i t r a C r i s t o
e P i e t r o e l o f a u s a n d o u n v e r b o
g r e c o c h e i n d i c a i l f i s s a r e i n
p r o f o n d i t à u n v i s o . M a , c o m e
n o t a l ' e v a n g e l i s t a , n o n è u n
u o m o q u a l s i a s i c h e o r a g u a r d a
l ' a l t r o , è « i l S i g n o r e » , i c u i
o c c h i s c r u t a n o c u o r e e r e n i ,
c i o è i l s e g r e t o i n t i m o d i u n ' a -
n i m a .
E d a g l i o c c h i d e l l ' a p o s t o l o
s c e n d o n o l e l a c r i m e d e l p e n t i -
m e n t o . N e l l a s u a v i c e n d a s i
c o n d e n s a n o t a n t e s t o r i e d i i n f e -
d e l t à e d i c o n v e r s i o n e , d i d e b o -
l e z z a e d i l i b e r a z i o n e . « H o
p i a n t o e h o c r e d u t o ! » : c o s ì , c o n
q u e s t i d u e s o l i v e r b i , s e c o l i
d o p o , u n c o n v e r t i t o ( 1 0 ) a c c o -
s t e r à l a s u a e s p e r i e n z a a q u e l l a
d i P i e t r o , d a n d o v o c e a n c h e a
t u t t i n o i c h e o g n i g i o r n o c o n -
s u m i a m o p i c c o l i t r a d i m e n t i ,
p r o t e g g e n d o c i d i e t r o g i u s t i f i -
c a z i o n i m e s c h i n e , l a s c i a n d o c i
p o s s e d e r e d a p a u r e v i l i . M a ,
c o m e p e r l ' a p o s t o l o , a n c h e p e r
n o i è a p e r t a l a s t r a d a d e l l ' i n -
c o n t r o c o n l o s g u a r d o d i C r i s t o
c h e c i a f f i d a l o s t e s s o i m p e g n o :
a n c h e t u , « u n a v o l t a r a v v e d u t o ,
c o n f e r m a i t u o i f r a t e l l i ! » .
D a l l o s p e c i a l e “ L a S e t t i m a n a
S a n t a ” s u l s i t o i n t e r n e t d e l l a
S a n t a S e d e ( w w w. v a t i c a n . v a )
la gente d’italiaVenerdì 6 Aprile 200714
Nel laicissimo Uruguay, come abbiamo più volte
accennato, la Settimana Santa è interamente rossa in
tutti i calendari, coincide tout court con la Settimana
del Turismo. Queste sono le ultime agognate vacan-
ze prima dell'effettivo inizio dell'anno lavorativo
trapuntato comunque di numerose festività civili.
TRASPORTI E NEGOZI La compagnia di traspor-
ti Cutsca consentirà ai suoi clienti minori di 10 anni
e maggiori di 70 anni di viaggiare gratis. Una bella
notizia per tutti quelli che ancora non hanno digeri-
to l'aumento di 50 centesimi di Pesos sul biglietto,
passato da 15 a 15.50 pesos.
E mentre i negozi chiudono, con cartelli che ricor-
dano che sino a lunedì saranno chiusi permanente-
mente, la città lenta e inesorabile si svuota. Diventa
difficile pure trovare dove mangiare un buon chivi-
to.
LA META PRINCIPALE Quest'anno la meta prin-
cipale dei montevideani è l'impianto termale della
città di Salto, celebre anche per il suo lago artificia-
le. Accantonata la psicosi dengue - dopo che il
Ministero della Salute ha solennemente affermato
che non c'è dengue autoctono - i lavoratori hanno
messo da parte pratiche e giacche e cravatte. Anche
il tempo sembra concedere un sole clemente dopo
tre giorni di fastidiosissima e continuativa pioggia.
UOVA E ASADO Nei supermercati è un tripudio di
conigli e uova di Pasqua, con gonfaloni che fanno la
gioia dei piccoli uruguayani. Le uova sono vendutis-
sime, sia quelle di cioccolato artigianali o industria-
li, sia quelle naturali, bianche e perfette per essere
decorate.
Abbiamo chiesto a numerosi montevideani quale
sarà il menu' del giorno di Pasqua.
Senza stupirci è ovvio che sarà l'asado con o senza
“cuero” a spadroneggiare sulle tavole di Montevideo
dopo l'immancabile pescado con arroz di oggi,
Venerdì Santo.
LE CELEBRAZIONI la Settimana Santa, iniziatasi
con la cerimonia della benedizione degli Ulivi, cul-
minerà nelle celebrazioni della Pasqua di
Resurrezione.
Alla Cattedrale, la splendida Chiesa
dell'Imnmaculada Concepción y San Felipe y
Santiago
Alle nove del mattino di oggi, Venerdi' Santo s'ini-
zierà la “Visita a las 7 iglesias”, dalla Chiesa di
San Francisco sino a quella di San Antonio.
Proseguirà alle 16:00 con la Celebrazione Della
Passione del Signore, seguita dalla Via Crucis alle
ore 18.
Alle 12 del Sabato Santo, sempre in Cattedrale, a
mezzogiorno la Celebrazione della Solitudine
della Vergine Maria e alle 23 la Solenne Vigilia
Pasquale. Alle 11 della Domenica di Pasqua si
svolgerà la Santa Messa.
Calendario Liturgico
Viernes Santo de la Muerte del Señor (06 de abril)
_Ayuno y Abstinencia _Is 52, 13 - 53, 12; Sal 30,
2.12-13.15-17.25; Hb 4, 14-16; 5, 7-9; Jn 18, 1 -
19, 42
Sábado Santo de la Sepultura del Señor - Vigilia
Pascual (07 de abril) _*En el d ía la Iglesia se
abstiene del sacrificio de la Misa _Gn 1,1 - 2,2; Sal
103; Gn 22, 1-18; Sal 15; Ex 14,15 - 15,1; Ex 15, 1-
6.17-18; Is 54, 5-14; Sal 29, Is 55, 1-11; Bar 3, 9-
15.32-4,4; Sal 18; Ez 36, 16-28; Sal 41 ó 50; Rom 6,
3-11; Sal 117; Lucas 24, 1-12
Domingo de Pascua de la Resurrección del Señor
(08 de abril) _Hch 10, 34.37-43; Sal 117, 1-2.16-
17.22-23; Col 3, 1-4; Jn 20 1-9.
La Santa Pasqua in Uruguay: Alle terme mangiando l'asado
DIARIO URUGUADIARIO URUGUAYYANOANO
di Tdi Tonino Pintacudaonino Pintacuda
“ Dopo oltre 60 anni la
lingua italiana rischia di scom-
parire in Uruguay a seguito
della decisione del Governo
locale di cancellare l'insegna-
mento della nostra lingua negli
atenei Uruguagi”. E quanto
denunciano il capogruppo di An
alla Provincia di Roma
Piergiorgio Benvenuti, il consi-
gliere provinciale di An, Andrea
Simonelli e il coordinatore Ugl
Esteri Francesco Cellini. “Tutto
ciò sta avvenendo in una nazione in cui
la collettività Italiana oriunda rappre-
senta poco meno della metà della popo-
lazione residente e la lingua Italiana e'
la piu' diffusa dopo quella locale -
hanno spiegato- Una situazione tanto
grave quanto paradossale - in quanto
dimostra come le autorita' italiane, non
solo non riescono a garantire il soste-
gno e la diffusione della lingua italiana
all'estero, ma mostrano segni di cedi-
mento e disinteresse anche nel mantene-
re le posizioni storicamente consolida-
te, come appunto in questo caso. Questa
sconfitta, sul piano politico e culturale
per l'Italia, segue quella che ha visto la
cancellazione dell'Italiano dall'ateneo
di Neuchatell in Svizzera -hanno
aggiunto gli esponenti di An della
Provincia di Roma- Ci chiediamo se
dietro questo cedimento politico diplo-
matico del nostro Ministero degli Esteri
si celi un disegno ben definito o se inve-
ce sia dovuto allo scarso interesse del-
l'attuale governo nel mantenere viva la
nostra lingua e la nostra cultura all'e-
stero''.
Non va dimenticato infine -hanno
aggiunto Benvenuti e Simonelli- il ruolo
svolto da Giuseppe Garibaldi nella sal-
vaguardia dell'indipendenza nazionale
dell'Uruguay e proprio per questo ci
faremo portavoce presso la Provinciale
di Roma di un apposito ordine del gior-
no da discutere in Consiglio alla luce
del fatto che la storia della Provincia di
Roma e' strettamente legata alla figura
di Menotti Garibaldi, discendente
dell'Eroe dei due Mondi, che e' stato
uno dei primi Presidenti dell'allora
Deputazione provinciale di Roma, dal
settembre 1902 al settembre 1905''.
An protesta per la decisione di cancellare l'insegnamentodel la l ingua i tal iana negl i atenei uruguayani
la gente d’italiaVenerdì 6 Aprile 200722
I l mondo ha bisogno di nuo-
ve s torie .Mai ne ha avuto bi-
sogno come oggi , soprat tut to
p e rc h é i n u n ' e r a d i g r a n d i
cambiamenti , in parte real iz-
zati e in parte subiti dalle no-
s t re g e n e r a z i o n i , l e n o s t re
s t o r i e d o v r a n n o s a p e r r a c -
contare le cose che non vo-
gl iamo più, e se possibi le de-
f i n i re q u e l l e c h e v o g l i a m o
per i nostr i f igl i in una ipo-
tesi accet tabi le di futuro.
JMM
Julio Monteiro Mart ins è na-
t o a N i t e r ó i ( B r a s i l e ) n e l
1955. Nel 1999 ha creato a
L u c c a l a S c u o l a S a g a r a n a ,
u n a d e l l e p i ù i m p o r t a n t i
scuole d i scr i t tura i ta l iane .
La Gente d ' I tal ia l 'ha intervis tato.
Come e quando nasce la Scuola Sa-
garana? Perché questo nome?
«La Scuola Sagarana nasce a Luc-
ca nel 1999. A part ire da quest 'an-
no ha la sua sede a Pis toia. “Sa-
garana” è i l t i to lo del primo l ibro
di João Guimarães Rosa, pioniere
del real ismo fantast ico in America
Latina. Sagarana è una parola in-
ventata da Guimarães Rosa, gran-
de creatore di neologismi , compo-
sta da due part icel le di origine et i-
mologica d iversa: "saga" , che in
portoghese ha lo s tesso s igni f icato
dell ' i taliano, sta per una storia che
at traversa epoche e generazioni , e
" rana" , su f f i s so co l l e t t i vo t ra t t o
dal l ' id ioma nat ivo brasi l iano tupí .
Sagarana, quindi , sarebbe la
"storia plurima", la "saga in-
f i n i t a " : f o r s e , l a r i u n i o n e
ideale d i tu t te le s tor ie mai
create dal l 'uomo nel suo lun-
go esi l io su questo pianeta».
Prima di creare Sagarana le i
ha insegnato presso d iverse
scuole di scri t tura e univer-
s i tà in Brasi le , Portogal lo e
S ta t i Un i t i . Qua l è s econdo
lei la funzione di una scuola
d i s c r i t t u ra e qua l i sono l e
d i f f e re n z e t r a l e s c u o l e d i
scri t tura americane e quel le
i tal iane?
«Una Scuola d i Scr i t tura d i
al to l ivel lo ha come scopo lo
sv i luppo tecn ico , f i loso f ico ,
teorico e s t i l is t ico di futuri scri t -
tor i d i narrat iva, poesia , sceneg-
giatura e teatro.
Le Scuole di Scri t ture nei diversi
paesi r ispecchiano necessariamen-
te le di f ferenze cul tural i , s toriche,
ma anche caratteriali dei popoli da
d o v e p ro v e n g o n o g l i a l l i e v i e i
prozfessori».
Com'è nata invece la r iv is ta?
«La Rivis ta Sagarana è nata pochi
mesi dopo la Scuola, per af f ianca-
re con tes t i le t terari e saggis t ic i le
lezioni e le r icerche. Dopo qualche
anno la Rivis ta ha assunto un ruo-
lo più autonomo, meno legato al-
l ' i n s e g n a m e n t o d e l l a S c r i t t u r a
Creat iva».
Cos 'è Scri t tori Migrant i?
«Sono gl i scri t tori provenient i dai
più svariate paesi del mondo che
hanno scel to l ' I tal ia come paese di
adozione e l ' I tal iano come l ingua
let teraria».
Qual i potenzial i tà r iconosce oggi
nel la narrat iva lat inoamericana e
in quel la i tal iana?
«Sono narrat ive in un certo senso
s imi l i e complemen tar i . D ic iamo
che la narrat iva la t inoamericana
urbana oggi sarebbe come la nar-
rat iva i ta l iana però es tremizzata,
rad ica l i z za ta , r ipor tando a l suo i
i n t e r n o i d r a m m i s p e c i f i c i d e l l a
fragi l i tà sociale di quel cont inen-
te».
Scritture migrantiN e l t e m p o c h e f u s i d i s t i n -
g u e v a t r a e m i g r a z i o n e e i m -
m i g r a z i o n e m a i l m o n d o è a n -
d a t o a v a n t i , o r a s i p re f e r i s c e
p a r l a re s e m p l i c e m e n t e d i m i -
g r a n t i . Q u e s t a s e t t i m a n a d e -
d i c h i a m o i l n o s t ro s p a z i o a l -
l e n u o v e s c r i t t u re , f a t t e p ro -
p r i o d a q u e s t i v i a g g i a t o r i c h e
h a n n o i l c o r a g g i o d i c a m b i a -
r e o r i z z o n t i e c o s t e l l a z i o n i
p e r s e g u i r e i l s o g n o d i u n a
v i t a m i g l i o re .
L o s c r i t t o r e J u l i o M o n t e i r o
M a r t i n s c i s p i e g a , n e l l ' i n t e r -
v i s t a d i M a u r a G a n c i t a n o ,
p e rc h é i l m o n d o h a b i s o g n o
d i s t o r i e .
E s i s t e a n c h e t u t t a u n a n u o v a
l e t t e r a t u r a i t a l i a n a f a t t a d a -
g l i s c r i t t o r i c h e n e l l ' I t a l i a
h a n n o t r o v a t o u n a s e c o n d a
p a t r i a . R i l a n c i a m o l a p re s e n -
t a z i o n e d e l l o s c r i t t o re D a v i -
d e B re g o l a , c u r a t o re d e l l ' i n -
t e r e s s a n t e v o l u m e “ D a q u i
v e r s o c a s a ” .
Julio Monteiro Martins, un brasiliano a Lucca
a cura di Ta cura di Tonino Pintacudaonino Pintacuda
di Maura Gancitanodi Maura Gancitano
GENTE D'ITALIALIBRI - SPECIALE SUD AMERICA
la gente d’italia Venerdì 6 Aprile 2007 23
Parlare con gli altri per imparare qualcosa si sèI I l 30 gennaio del 2003 mi è arr ivata questa e-
mail dal l 'Uff ic io Stampa del la casa edi t r ice: “E'
f ina lmen te d i spon ib i l e i l vo lume a cu ra d i
Davide Bregola Da qui verso casa , Ediz ioni
Intercul tural i , Roma 2002, pp.155, ISBN: 88-
88375-20-1, euro 11,00.
Con t i ene in t e rv i s t e a : Youn i s Tawf ik , A l i ce
Oxman, Ron Kubat i , Jadel in Mabiala Gangbo,
He lga Schne ide r, J a rmi l a Ockayova , Taha r
Lamr i , Chr i s t i ana de Ca ldas Br i to , Ju l io
Monte i ro Mar t in s , He lena Janeczek , Smar i
Abdel Malek.
I l volume s i chiude con un contr ibuto, in forma
di dialogo, di Davide Bregola e Armando Gnisci
sul la le t teratura i ta l iana del la migrazione.
Recapi t i del la casa edi t r ice: Via Santa Maria
del l 'Anima 16, Roma, te l . / fax: 06.68892580”
Mi sono r i le t to a l t re due vol te i l comunicato e la
pr ima domanda che mi sono r ivol to è s ta ta la
seguente: “Ma l 'ho fat to veramente io questo
l ibro?”
In ver i tà l 'ho costrui to ass ieme ad al t re persone.
L 'abbiamo fat to ass ieme io e gl i scr i t tor i intervi-
s ta t i che mi hanno concesso i l loro tempo, la
loro f iducia , le loro idee.
Già, le idee. Nel l ibro Da qui verso casa c 'è la
condivis ione di idee con i l mio prossimo.
Ho intervis ta to undici autor i s t ranier i che scr i-
vono in i ta l iano senza bisogno di un t radut tore
(scr i t tor i a l lofoni s i chiamerebbero) .
Abbiamo parlato di le t teratura , intercul tural i tà ,
tecniche narrat ive, bibl ioteche di autor i poco
conosciut i o inedi t i in I ta l ia . . .massimi s is temi
del mondo!
Nella maggior par te dei casi sono andato a t ro-
vare le scr i t t r ic i e gl i scr i t tor i a casa loro.
Abbiamo stabi l i to un rapporto diret to senza fax,
mail , te lefono interpost i t ra me e l 'autr ice/auto-
re .
Da l mio paese l lo , Se rmide , v i c in i s s imo a
Disvetro di Antonio Delf ini e di tant i a l t r i auto-
r i i ta l iani che hanno fat to i l '900 le t terar io , ho
preso su i 4 s t racci e sono andato a Bari , Roma,
Torino, Bologna. . .
I nomi degl i scr i t tor i l i sapete già . A voi i l p ia-
cere di scoprire da qual i Stat i arr ivano, cosa
hanno pubbl icato e che esperienze portano con
sé.
Da ques t i sc r i t to r i ho avu to una ven ta ta d i
cosmopoli t ismo e un entusiasmo che mi servirà
per proseguire nel la mia passione più grande: La
Scri t tura .
Kuma, la col lana in cui è s ta to incluso i l l ibro, è
diret ta dal comparat is ta del la Sapienza Armando
Gnisci . Ho fat to f inta di intervis tare pure lui ; ho
usato i suoi l ibr i sul l 'argomento t ranscul turale e
a tematica “migrant wri ters” per farmi domande
e r ispondermi con ci tazioni t ra t te dai suoi s tudi .
Da qui verso casa è un l ibro la cui intenzione
principale è s ta ta quel la di “andare a bot tega” da
al t r i scr i t tor i . E ' unico nel suo genere e , come s i
dice in quarta di copert ina: “Da ora in poi non
potremo far f inta che non esis ta .”
www.edizioni intercul tural i . i t
amcedizioni@mclink. i t
Da qui verso casa
di Davide Bregola
Kùmà, Let tere migrant i ,
2002, pagg.157, 11,00 euro
Dav ide Brego la (1971) v ive a Man tova in
Lombardia , I ta l ia . Ha pubbl icato due l ibr i di
col loqui con scr i t tor i e poet i s t ranier i che scr i-
vono d i r e t t amen te in i t a l i ano e ha sc r i t t o
“Raccont i fe l ic i” e “La cul tura enciclopedica
del l 'autodidat ta” per Sironi Edi tore .
di Davide Bregola di Davide Bregola
NOTE BIBLIOGRAFI-
CHE
Jul io Montei ro Mart ins è
n a t o a N i t e r ó i ( B r a s i l e )
nel 1955. È s ta to profes-
sore d i scr i t tura c rea t iva
al Goddard College (Ver-
mon t ) da l 1979 a l 1980 ,
al l 'Oficina Li terár ia Afrâ-
nio Coutinho (Rio de Ja-
ne i ro ) da l 1982 a l 1989 ,
al l ' Is t i tuto Camões di Li-
sbona nel 1994 e al la Pon-
t i f ícia Universidade Cató-
l ica di Rio de Janeiro nel
1995. Ha r icevuto i l t i tolo
d i " H o n o r a r y F e l l o w i n
Wr i t i n g " d a l l ' U n i v e r s i t à d i I o w a
(International Writing Program) nel
1979.
Tr a i f o n d a t o r i d e l p a r t i t o v e r d e
b r a s i l i a n o e d e l m o v i m e n t o a m -
biental is ta "Os Verdes" , è s ta to av-
voca to de i d i r i t t i umani a Rio de
Jane i ro , r esponsab i le de l l ' i nco lu-
mità dei "meninos de rua" chiama-
t i a tes t imoniare in t r ibunale sul le
stragi dei bambini abbandonati . At-
t u a l m e n t e i n s e g n a L i n g u a P o r t o -
ghese e Traduzione Let te rar ia a l -
l 'Univers i tà Degl i Studi d i Pisa e
dir ige i l Laborator io di Narrat iva,
che è par te del Master del la Scuola
Sagarana, a Lucca.
Nel suo paese d 'or igine ha pubbl i-
cato, a par t i re dal 1977, raccol te di
raccont i , romanzi e saggi : "Torpa-
l ium", "Sabe quem dançou?" (Sa i
c h i h a n n o b e c c a t o s t a v o l t a ? ) ,
"Artér ias e becos" (Arter ie e vico-
l i ciechi) , "Bárbara", A oeste de na-
da" (A ovest di niente) , "As forças
desarmadas" (Le forze disarmate) ,
"O l ivro das Diretas" ( I l l ibro del-
la democrazia r i t rovata) ,
" M u a m b a " e " O e s p a ç o
i m a g i n á r i o " ( L o s p a z i o
immaginario) .
In I ta l ia ha pubbl icato "I l
p e r c o r s o d e l l ' i d e a "
(1998) , "Raccont i i ta l ia -
ni" (2000) , "La pass ione
del vuoto" (2003) e "ma-
d r e l i n g u a " ( 2 0 0 5 ) . C o n
A n t o n i o Ta b u c c h i , B e r -
n a r d o B e r t o l u c c i , D a r i o
Fo, Err i de Luca e Gianni
Va t t i m o h a p u b b l i c a t o
i n o l t r e i l v o l u m e " N o n
s i a m o i n v e n d i t a - v o c i
contro i l regime" (2001) .
È s ta to anche autore di opere tea-
t ra l i ( "L ' i s te r ia de l marmo" , "Per
mot iv i d i fo rza maggiore" , "Aula
magna", "Hitler e Chaplin") e i suoi
sc r i t t i hanno i sp i ra to opere c ine-
m a t o g r a f i c h e , c o m e " G a r g a n t a "
(Gola) del regis ta Dodô Brandão e
"Referência" (Referenza) , del regi-
s ta Ricardo Bravo.
la gente d’italiaMartedì 10 Aprile 20074
I l M e r c a t o è l a d i m o s t r a z i o n e
c h e i s o g n i p i ù s e m b r a n o l o n -
t a n i e f o l l i e p i ù f a n n o b r e c c i a
n e l c u o r e d e g l i u o m i n i , s i n o a
d i v e n t a r e m o t i v o d ' o r g o g l i o
n a z i o n a l e . O g g i d e d i c h i a m o i l
“ d i a r i o u r u g u a y a n o ” a l c e l e -
b e r r i m o M e r c a d o d e l P u e r t o d i
M o n t e v i d e o , s o r t o p e r i n i z i a -
t i v a d e l c o m m e r c i a n t e s p a g n o -
l o P e d r o S a e n z d e Z u m a r a n
a r r i v a t o a a M o n t e v i d e o c o n l e
i d e e c h i a r e e i l p r e c i s o o b i e t -
t i v o d i r e a l i z z a r e u n ' i m p r e s a
p r i v a t a e u n n u o v o m e r c a t o .
I l d e s i d e r i o s i c o n c r e t i z z ò
i n v e s t e n d o u n c a p i t a l e i n i z i a l e
d i 3 0 9 . 0 0 0 p e s o s p e r 3 5 0 0
m e t r i q u a d r a t i n e l l a z o n a c h e
v a d a C a l l e P i e d r a s , P e r e z C a s t e l l a n o , l a
m e r a v i g l i o s a R a m b l a 2 5 d e A g o s t o . Z o n a
a l l ' e p o c a c o n o s c i u t a c o m e “ B a ñ o d e l o s
P a d r e s ” .
I l n u o v o e d i f i c i o f u s u b i t o b a t t e z z a t o
“ M e r c a d o d e l P u e r t o ” e i n a u g u r a t o i l 1 0
d ' o t t o b r e d e l 1 8 6 8 c o n i l b e n e s t a r e e l ' a s -
s i s t e n z a d e l l ' a l l o r a P r e s i d e n t e d e l l a
R e p u b b l i c a i l G e n e r a l e L o r e n z o B a t l l e e
a l c u n i d e i s u o i M i n i s t r i . L ' i n d o m a n i i l
M e r c a t o e r a g i à a p e r t o a l p u b b l i c o .
I l p r o g e t t o e r a d e l l ' i n g e g n e r e R . V.
M e s u r e s c h e s i i n c a r i c ò p e r s o n a l m e n t e d e l -
l ' i n s t a l l a z i o n e d e l m e t a l l o f a t t o f o n d e r e
d a l l a “ U n i o n F o u n d r i ” d i K . T. P a r k i n ,
d a l l a c i t t à d i L i v e r p o o l , d i v e n t a t a p o i
f a m o s a p e r a v e r d a t o i n a t a l i a i F a b F o u r ,
g l i i n d i m e n t i c a b i l i B e a t l e s .
L ' a c c o s t a m e n t o d e i m a t e r i a l i s c e l t i c r e a
u n a s t r a n a s e n s a z i o n e : d a f u o r i s e m b r a
o p a c o e p e s a n t e m a c h i h a l a f o r t u n a d i
p e r d e r s i a l s u o i n t e r n o d i m e n t i c a s u b i t o l a
p r i m a s e n s a z i o n e e d e n t r a a f a r p a r t e d i
q u e l l a c a t t e d r a l e d i m e t a l l o e v e t r o c h e
s ' a l z a l e g g e r a v e r s o i l c i e l o . M i r a b i l e f r u t -
t o d e l l ' e c l e t t i s m o c h e i m p e r a v a i n q u e g l i
a n n i , l e m o d i f i c h e s u c c e s s i v e n e h a n n o
r i m a r c a t o l e c a r a t t e r i s t i c h e i n i z i a l i e d è
n o t i z i a d i q u e s t i g i o r n i u n c r e s c e n t e i n t e -
r e s s e d e l l ' I n t e n d e n c i a M u n i c i p a l p e r l a
v a l o r i z z a z i o n e d i t u t t a l ' a r e a , c e r c a n d o n e i
l i m i t i d e l p o s s i b i l e d ' a r m o n i z z a r e i l f l o r i -
d o p a s s a t o c o n l e e s i g e n z e d i u n p o r t o i n
Dal 1868 nel cuore di tutti gli uruguayaniil rinnovato incanto del Mercado del Puerto
DIARIO URUGUADIARIO URUGUAYYANOANO
di Tdi Tonino Pintacudaonino Pintacuda
la gente d’italia Martedì 10 Aprile 2007 5
e s p a n s i o n e , s c e l t o s e m p r e d a
p i ù c o m p a g n i e p e r i p r e z z i
v a n t a g g i o s i e l e g a r a n z i e d i
s i c u r e z z a c h e o f f r e r i s p e t t o
a l l a v i c i n a A r g e n t i n a .
E n e l 1 8 9 7 , b e n 11 0 a n n i f a ,
i l 2 5 d ' a g o s t o v e n n e i n a u g u -
r a t o l ' o r o l o g i o m o n u m e n t a l e
c h e i n c a n t a e c o m m u o v e t u t t i .
C o m e s c r i s s e r o n e l g i o r n a l e
“ E l P a i s ” i n o c c a s i o n e d e l
c e n t e n a r i o .
I l 7 a g o s t o d e l 1 9 7 5 i l
G o v e r n o u r u g u a y a n o h a
d i c h i a r a t o l ' i n t e r o c o m p l e s s o
M o n u m e n t o S t o r i c o
N a z i o n a l e c o n l a R e s o l u c i ó n
d e l P o d e r E j e c u t i v o N 0
1 2 8 0 / 9 7 5
E a n c h e s e l a s e r a l a z o n a n o n
è r a c c o m a n d a b i l e p e r o v v i
m o t i v i d i s i c u r e z z a , g i o r n o
d o p o g i o r n o t u r i s t i e m o n t e -
v i d e a n i n o n d i s d e g n a n o u n a c a p a t i n a a l
“ M e r c a d o ” , i n q u e l t r i p u d i o d i c o l o r i e
b a n c a r e l l e s i p o s s o n o g u s t a r e i t i p i c i p i a t -
t i d e l l a c u c i n a u r u g u a y a n a : l a p a r r i l l a d a ,
l ' a s a d o , i l c h o r i z o r o v e n t e , i l c h u r r a s c o ,
o t t i m i c h i v i t o s . C h i e d e t e p u r e c i a s c u n a d i
q u e s t e d e l i z i e , s e p r e f e r i t e l a c a r n e n o n
t r o p p o c o t t a d o v e t e o r d i n a r l a “ j u g o s a ” ,
c o t t a a l p u n t o g i u s t o “ a p u n t o ” e i n f i n e
“ c o c i d a ” s e l ' a m a t e s t r a c o t t a e c r o c c a n t e .
I n u t i l e a g g i u n g e r e c h e s i m a n g i a d i v i n a -
m e n t e e i n c o m p a g n i a d e l l e n u m e r o s e
o r c h e s t r i n e c h e i n c a m b i o d i o p p o r t u n a
“ p r o p i n a ” - c h e s a r e b b e l a m a n c i a - v i
d e l i z i e r a n n o c o n i c a n t i d e l l a B a n d a
O r i e n t a l . E n o n d i m e n t i c a t e d i c h i e d e r e
u n a b o t t i g l i a d i “ M e d i o y M e d i o ” , d e l l a
c a s a R o l d ó s , l a t i p i c a b e v a n d a d e l
M e r c a d o , o t t e n u t a m i s c h i a n d o s p u m a n t e e
v i n o b i a n c o s e c c o .
L o s l o g a n d e l M e r c a d o d i c e t u t t o : “ S i n o
v i s i t ó e l M e r c a d o d e l P u e r t o n o v i s i t ó
M o n t e v i d e o ” . N o n s e r v e l a t r a d u z i o n e ,
v e r o ?
C o m e s e m p r e , h a s t a l u e g o !
la gente d’italiaMercoledì 11 Aprile 20074
L a l i b e r a l i z z a z i o n e c o m -
m e r c i a l e e i n t e g r a t a t r a i
d u e p a e s i d e l C o n o d e l
S u d - U r u g u a y e C i l e -
c r e s c e r à p e r f a v o r i r e
s c a m b i p r o f i c u i a d
e n t r a m b i i p a r t n e r m a
s a r à u n ' “ i n t e g r a z i o n e
a p e r t a ” , s e n z a d i m e n t i c a -
r e g l i a l t r i P a e s i .
Q u e s t a , i n e s t r e m a s i n t e -
s i , i l r i s u l t a t o d e l v i a g -
g i o i s t i t u z i o n a l e d e l
P r e s i d e n t e V a z q u e z i n
C i l e , c o r o n a t o n e l l a
v i s i t a a l P a l a c i o
P r e s i d e n c i a l d e L a
M o n e d a , c h e -
s e c o n d o l e d i c h i a r a -
z i o n i d e l P r e s i d e n t e
u r u g u a y a n o - c o m -
m u o v e s e m p r e ,
g e n e r a n d o s e n t i m e n -
t i p r o f o n d i n e l
c u o r e d i t u t t i i l a t i -
n o a m e r i c a n i .
I L L E G I T T I M O
O R G O G L I O D E L
C O N O S U D
D u r a n t e l a c o n f e -
r e n z a s t a m p a i l
P r e s i d e n t e V a z q u e z
h a r i b a d i t o q u a n t o
h a p i ù v o l t e e s p r e s -
s o : « N o i a p p a r t e n i a -
m o a u n a r e g i o n e e
c i s e n t i a m o p r o f o n -
d a m e n t e o r g o g l i o s i
d i s t a r e i n e s s a , l a
r e g i o n e d e l S u d , d e l
C o n o S u d d e l
C o n t i n e n t e a m e r i c a -
n o , u n a r e g i o n e c h e
n o n p o s s i a m o n e '
v o g l i a m o a b b a n d o n a r e . E p e r q u e s t o
c h i e d i a m o u n p r o c e s s o d i i n t e g r a -
z i o n e c h e r e a l m e n t e c o n t e m p l i n o n
s o l o l e n e c e s s i t à e l e r i c h i e s t e d e i
g r a n d i p a e s i . P a r l a n d o d i “ g r a n d i
p a e s i ” n o n d o b b i a m o c o n s i d e r a r e
s o l o q u e l l i c h e h a n n o m a g g i o r e
n u m e r o d i a b i t a n t i o r i c c h e z z e e c o -
n o m i c h e , c r e d o c h e t u t t i i p a e s i
c o n s i d e r a t i d a l p u n t o d i v i s t a d e l l a
l o r o s o c i e t à e d e l l o r o p o p o l o s o n o
u g u a l m e n t e g r a n d i , t u t t i a b b i a m o
u n a n o s t r a s t o r i a , c o s e c h e c i h a n n o
r e s o f e l i c i e c o s e c h e c i h a n n o f a t t o
s o f f r i r e , t u t t i a b b i a m o u n a n o s t r a
i d e n t i t à » .
U N ' I N T E G R A Z I O N E R E A L E E
A P E R T A E i l P r e s i d e n t e V a z q u e z h a
c o n t i n u a t o : « S o l o c o n u n r e a l e p r o -
c e s s o d i i n t e g r a z i o n e c h e s i e s t e n d a
a n c h e a i p a e s i c o n m i n o r n u m e r o d i
a b i t a n t i e m i n o r e r i c c h e z z a e c o n o -
m i c a c o n d u r r à a l l a f l e s s i b i l i t à
n e c e s s a r i a p e r g i u n g e r e a d a c c o r d i
c o m m e r c i a l i e a p r i r e a l m o n d o p e r
t r o v a r e m e r c a t i c h e a l l ' i n t e r n o d e i
n o s t r i p a e s i s o n o a s s o l u t a m e n t e
i n s u f f i c i e n t i p e r r a g g i u n g e r e q u e l l a
c r e s c i t a e c o n o m i a a c u i m i r i f e r i v o .
P e r q u e s t o a s p i r i a m o a u n p r o c e s s o
d i i n t e g r a z i o n e r e g i o n a l e a p e r t o .
Q u e s t ' o p p o r t u n i t à a b b i a m o d i s c u s s o
c o n i l C i l e , q u e s t o b e l l i s s i m o p a e s e
p e r r a f f o r z a r e v e c c h i e a m i c i z i e e
v e c c h i a c c o r d i c o m e u n T r a t t a t o d i
Uruguay e Cile insieme per la giustizia sociale L'orgoglio del Cono Sud del continente americano
DIARIO URUGUADIARIO URUGUAYYANOANO
di Tdi Tonino Pintacudaonino Pintacuda
la gente d’italia Mercoledì 11 Aprile 2007 5
L i b e r o C o m m e r c i o c h e i l
C i l e h a s i g l a t o c o n t u t t i i
p a e s i d e l M e r c o s u r e c e r t a -
m e n t e a n c h e c o n l ' U r u g u a y
c h e è d e t e r m i n a t o a t r a d u r l o
i n p r a t i c a a n c h e p r i m a d e l
f a t i d i c o 2 0 1 1 . P e r c h é n o n i n
u n a n n o o d u e ? »
C O N U N O C C H I O A L B R A S I -
L E P r o s e g u e n d o n e l t e m a c h e
c o s t i t u i s c e u n o d e i s u o i s l o -
g a n p i ù f a m o s i - “ m a s y
m e j o r M e r c o s u r ” - i l
P r e s i d e n t e d e l p i c c o l o g r a n d e
U r u g u a y h a r i b a d i t o : « A n c h e c o n i l
P r e s i d e n t e L u l a e c o n i l B r a s i l e
v o g l i a m o p r o g r e d i r e i n q u e s t o p e r -
c o r s o a s s i e m e , u n i t i » .
C O N T I N U A N D O L A T R A D I Z I O N E
C I L E N A I l P r e s i d e n t e d e l C i l e
M i c h e l l e B a c h e l e t a l l a d o m a n d a s u
c o m e i n t e r p r e t a r e q u e s t o a m p l i a -
m e n t o h a f u g a t o o g n i d u b b i o : « N o i
s i a m o s t a t i i n p a s s a t o m e m b r o a s s o -
c i a t o d e l M e r c o s u r , s i a m o i n c a m m i -
n o p e r t o r n a r e a q u e s t o r u o l o , p e r -
c h é o g g i s i a m o c o m e o s s e r v a t o r i
d e l l a C a n ( C o m u n i d a d A n d i n a d e
N a c i o n e s , n . d . R . ) , i l C i l e é s t a t o
m e m b r o d e l P a t t o A n d i n o s i n o a l
g o v e r n o m i l i t a r e , q u a n d o d e c i s e r o
d i u s c i r n e . N o i s t i a m o t o r n a n d o a l l a
n o s t r a s t o r i c a t r a d i z i o n e e t e n i a m o
r e l a z i o n i b i l a t e r a l i c o n i
p a e s i c o n c u i s i a m o c o n -
v i n t i c h e l a m i g l i o r e p r o -
s p e t t i v a è u n ' a s s o c i a z i o -
n e s t r a t e g i c a o u n ' a l l e a n -
z a s i g n i f i c a t i v a p e r c h é
a s p i r i a m o a l l a c o m p l e -
m e n t a r i t à c h e p e r m e t t e r à ,
c r e d o , e l e m e n t i p o s i t i v i
p e r e n t r a m b i i p a e s i .
C o m e s e g n a l a v a i l
P r e s i d e n t e T a b a r é , n o i s t i a m o
c o l l a b o r a n d o c o n i l M e r c o s u r e
c o n t i n u i a m o c o n l e n o s t r e
p e c u l i a r i t à c o m e a b b i a m o g i à
d i m o s t r a t o n e l l a C a n , e c o m e
a b b i a m o f a t t o n e l g r u p p o R Í O .
A n c h e n o i a b b i a m o c o m e o b i e t -
t i v o u n ' i n t e g r a z i o n e m a g g i o r e
p e r c h é i p r o b l e m i c h e p o s s i a -
m o a f f r o n t a r e s o n o b i l a t e r a l i .
C o n u n u n i o n e m a g g i o r e e u n a
r e a l e c o l l e g i a l i t à p o s s i a m o
i n n a l z a r e i l l i v e l l o d i t u t t o i l
S u d A m e r i c a e a l l ' A m e r i c a
L a t i n a n e l s u o i n s i e m e , o v v i a m e n t e
s e n z a d i m e n t i c a r e i l M e s s i c o e i l
C e n t r o - A m e r i c a » .
C o m e s e m p r e , h a s t a l u e g o !
la gente d’italia Giovedì 12 Aprile 2007 5
I l l ogo de l Cas iu - Cen t roAss i s t enza Sco la s t i ca I t a l i aUruguay - s intet izza mirabi lmen-t e l a funz ione d i ques to en tegestore: le bandiere del l 'Uruguaye del l ' I ta l ia sono due pezzi dipuzzle , col t i nel l ' i s tante pr ima diun perfet to incastro. La “Gente d ' I ta l ia” ha intervis ta-to i l P re s iden te de l Cas iu , i lCaval ier Alfredo Camussi .Presidente , qual è i l ruolo delCasiu?«Il Casiu è un Ente Gestore , cheopera in base al la legge 153 delGoverno I ta l iano, facendo inse-gnare la l ingua i ta l iana, in formato ta lmen te g ra tu i t a , pe rl 'Uruguay e per gl i a lunni , poichéi l tut to viene pagato con i fondiche r i cev iamo da l GovernoItal iano at t raverso i l M.A.E. set-tore emigrazione. Quest i fondi -mi preme precisar lo - sono f i lo-so f i camente d ive r s i dag l i a l t r idest inat i ad operazioni analoghe»Par l iamo propr io de l le or ig in i s to r iche de lCasiu.«Negli anni Set tanta l 'emigrazione degl i i ta l ia-ni era accompagnata da fenomeni di scarsaintegrazione, tanto da arr ivare - come nel cele-b re f i lm “Pane e c iocco la t a” con NinoManfredi - a diss imulare le proprie or igini i ta-l i ane pe r f avor i r e l ' a cce t t az ione de l l aGermania o del la Svezia . L 'es igenza era diordine prat ico, soprat tut to era in per icolo l ' i -dent i tà dei f igl i degl i emigrat i . Si correva i lr ischio di perdere le radici e la l ingua delcuore per ot tenere piccol i svizzer i e svedesipe r fe t t amen te in t eg ra t i . Da qu i l ' e s igenzamorale di organizzare corsi di l ingua i ta l ianaper i f igl i degl i emigrant i»L 'evoluzione dei f luss i migra tor i edel concet to s tesso d 'emigrazione haperò modif icato la s tessa f inal i tà delCasiu.«I tempi sono cambiat i , l ' in tegrazio-
ne s 'è natural izzata e quasi tut t i quel-l i degl i anni Set tanta sono tornat i inI ta l ia . Oggi i d iscendent i degl i i ta l ia-ni sentono for temente la l ingua i ta l ia-na come l ingua del cuore, è una que-st ione affet t iva. Per questo non pos-s iamo l imi tarc i so lo a i d iscendent ii ta l iani d i re t t i . Sarebbe una s ter i leghe t t izzaz ione . Sopra t tu t to qu i inUruguay l ' i ta l iano è l 'unico lusso cul-tu ra l e che ques t i g iovan i possono
avere».
Anal izziamo qualche dato. Quant i sono gl i s tu-dent i che frequentano i cors i organizzat i dalCasiu? E quant i sono quest i ul t imi?«Valut iamo la valanga di r ichieste che par tonodire t tamente da i d i re t tor i de l le scuole uru-guayane, a t tualmente abbiamo at t ivato corsi innovanta scuole , per un totale di 13000 alunni .I nostr i docent i sono set tantacinque, molt i diessi seguono, ovviamente, più corsi . Le ore dii ta l iano sono dentro l 'orar io scolast ico anchese extra curr icular i , e i docent i sono tut t i con-tat ta t i e preparat i da noi a t t raverso i l laborato-r io I ta ls del l 'univers i tà Ca ' Foscar i di Veneziae cont inui cors i d 'aggiornamento.I nostr i s tudent i hanno a disposizione un l ibro
di tes to e un quaderno d 'esercizi preparato dauna nostra docente . Ciò ha abbat tuto i cost i , i lt i tolo è “I ta l ia che va”. Su l l a ques t ione de l l a l i ngua i t a l i ana inUruguay è calato un preoccupante s i lenzio.«E' un foruncolo che pesa. I nostr i cors i copro-no dal quarto al sesto anno del l ' i s t ruzione uru-guayana ma questo s i lenzio del le is t i tuzioni ,che sono l ibere e indipendent i , pesa come unmacigno. Soprat tut to perché ha tol to la cont i-nui tà a l c i rcolo vir tuoso che s i creava t ra inostr i a lunni . Definire qui in Uruguay l ' i ta l ia-no l ingua s t raniera è una fol l ia . Cont inueremo.Anche se , r ipeto, i l s i lenzio è peggio di ognicosa»Ringraziamo i l Presidente Camussi e gl i a l t r imembri del diret t ivo: i l caval ier Gianranier i
Colel la , la professoressa MariaSegario, Marta Boggiano e JuanEduardo Vel t roni . Tut t i e c inquelavorano per mantener vivo i llegame con la l ingua-madre, lal ingua del cuore.Come sempre, hasta luego.
CASIUPresidente: Sr. Al fredo CamussiHorario: de Lunes a viernes de
14 a 18 Hs.Dirección: Pza. Independencia
749 Of . 302Telefax: 902 6475
E-mail: casiu@adinet .com.uy
DIARIO URUGUADIARIO URUGUAYYANOANO
di Tdi Tonino Pintacudaonino Pintacuda
L'IMPEGNO QUOTIDIANO DELCASIU PER MANTENERE VIVALALINGUADELCUORE
Il Presidente Camussi: «L'italiano? L'unico lusso culturale per gli studenti uruguayani»
la gente d’italiaVenerdì 13 Aprile 200716
Gente D’Italia,due anni in UruguayPromesse mantenute
Domani, sabato 14 aprile 2007. Sono tra-
scorsi due anni da quel venerdì 14 aprile
2005 quando per la prima volta in Uruguay è
comparso nelle edicole un quotidiano tutto
italiano pensato, stampato e diffuso fuori
dall'Italia, Gente d'Italia . Che continua ad
essere stampato ogni giorno oltre che nell'edi-
zione Usa-Canada anche nell'edizione specia-
le, “Sudamerica”, e diffuso nelle edicole
dell'America del Nord, del CentroAmerica e
in buona parte dell'America Latina. Abbiamo
cominciato due anni fa anche in Uruguay, in
questo meraviglioso e fraterno Paese perché -
scrivevo e continuo a ripetere da due anni - in
quest'area del mondo, secondo gli ultimi cal-
coli effettuati da consolati ed ambasciate ita-
liane, vive e lavora la più alta concentrazione
del mondo di italiani e oriundi italiani, figli e
nipoti di quei nostri connazionali che, pur-
troppo, hanno perso o stanno perdendo ogni
contatto con la patria d'origine. Soprattutto
per mancanza d'informazione. Non quella “ di
ritorno”, intendiamoci. Ma l'informazione sui
fatti italiani. Sulla politica, sull'economia,
sulla cronaca e sulla vita italiana di tutti i
giorni.
In generale la stampa italiana all'estero ha
perseguito negli anni un obiettivo circoscrit-
to. Ha cercato cioè di focalizzare problemi e
vita delle nostre comunità, ispirandosi, spesso
con ragione all'esperienza della gazzetta, che
privilegia la cronaca locale. Gente d'Italia ha
dato vita ad un quotidiano diverso: competiti-
vo, realisticamente, con gli organi di informa-
zione nazionale. Ha cercato non solo di
cogliere ogni aspetto della vita delle nostre
comunità nelle due Americhe, ma ha posto sul
mercato un prodotto giornalistico di alto
livello, raccogliendo firme prestigiose della
stampa nazionale ed internazionale.
Scegliendo la strada dell'approfondimento
tematico, inquadrando e spiegando le novità
della politica come dello sport, del costume
come degli spettacoli, della cultura come dei
piaceri della vita. Con l'obiettivo di fare
anche grande cronaca. Non solo cronaca
comunitaria. Dando in esclusiva notizie a cui
neanche i principali media possono accedere.
Vale per tutti l'aver riportato alla luce la tra-
gedia di Monongah, la miniera del West
Virginia saltata in aria nel dicembre del 1907
con più di mille morti più di 500 italiani.
Inchiesta giornalistica elogiata e premiata
anche dall'ex Presidente Ciampi. Tragedia
che noi commemoreremo, quest'anno, in
occasione del centenario, con un libro-inchie-
sta, un convegno, e manifestazioni di cordo-
glio in West Virginia e in Italia. Grazie anche
al patrocinio dell'attuale viceministro degli
italiani nel mondo, Franco Danieli.
Nato nel 2000, intorno al tavolo di un risto-
rante romano, Gente d'Italia ha bruciato le
tappe in pochi anni, passando da mensile a
quotidiano. Con la direzione centrale a
Miami, in Key Biscayne, la redazione politica
di Roma, gli uffici di corrispondenza di New
York, Buenos Aires e Toronto e la sede suda-
mericana di Montevideo. “Gente d'Italia è in
una certa misura un giornale sperimentale.
Non statico, ma in movimento. Alla ricerca di
nuove proposte. Di un miglioramento costan-
te, sia della veste grafica, sia dei suoi conte-
nuti. Un giornale che ha l'ambizione non solo
di recepire, presentare e tradurre problemi,
di Mimmo Porpigliadi Mimmo Porpiglia
14 Aprile 2005, tipografia di Ultimas Noticias: le prime copie di Gente d’Italia vengono firmate dal direttore e dagliinviati italiani e dal segretario generale della Fusie intervenuti in Uruguay per l’avvenimento
la gente d’italia Venerdì 13 Aprile 2007 17
ansie e storie dei nostri conna-
zionali, ma di portare tra loro
uno spaccato di alto livello del-
l'informazione e della cultura
italiana. In parallelo, con un
ambizioso progetto di sviluppo
dell'interscambio con la stampa
dei paesi dell'America latina -
scrivevo - Un giornale diverso
perché in un mondo rissoso e
partigiano qual è quello della
politica italiana, si è sforzato e
continua a sforzarsi di interpre-
tare una realtà democratica in
chiave unitaria. Chi segue
Gente d'Italia non si sorprende
di leggere firme, cronache ed
analisi di segno diverso.
Talvolta opposto. Un giornale in
una certa misura bipartisan. Non un giornale
asettico ed equilibrista. Che voi lettori avete
avuto l'occasione di “misurare” proprio nel
corso dell'ultima campagna elettorale dove
abbiamo rifiutato messaggi elettorali a paga-
mento proprio per dare lo stesso spazio a tutti.
Ha detto Silvana Mangione del comitato di pre-
sidenza del CGIE “Nessun altro strumento car-
taceo d'informazione ha adottato la formula di
Gente d'Italia, il quotidiano delle idee, con-
trapposte ma non stridenti, coerenti con la scel-
ta dell'imparzialità: un concetto questo rara-
mente applicato nel quadro dei giornali per gli
italiani all'estero, che spesso vengono usati
come armi di discriminazione e di offesa nei
confronti delle «persone non grate»”. Per
Armando Pizzuti Presidente del Comites
Uruguay “Gente d'Italia si è dimostrato uno
strumento d'informazione valido non solo per il
carattere quotidiano (senza precedenti in que-
sto paese) ma soprattutto per il livello delle
informazioni e degli articoli che troviamo nelle
sue pagine. Strumenti di questa
natura, oltre ad informare, svol-
gono un ruolo di sostegno impor-
tante per l'organizzazione delle
nostre collettività all'estero.
Inoltre, nella società di acco-
glienza realizzano un lavoro per-
manente di diffusione della
nostra storia, dei nostri valori,
delle nostre tradizioni e della
realtà politica della nostra nazio-
ne”. Due anni dopo, confermia-
mo, la scelta si è rivelata felice.
La decisione di “posizionare” il
nostro giornale anche in Sud
America, nell'Uruguay in parti-
colare, è stata vincente. Siamo
ben radicati anche a Montevideo,
oggi, con gli occhi puntati a
Buenos Aires e sul medio termine alle altre
capitali latine del Sud, nel quadro di una stra-
tegia che ,in chiave geopolitica, possiamo defi-
nire come riferita all'intero emisfero occidenta-
le. Ci siamo, infatti, spostati al Sud senza
abbandonare le posizioni al Nord. Al contrario.
Da Miami a New York a Toronto, il nostro gior-
nale rafforza in termini di immagine, credito e
diffusione la sua presenza, al servizio delle
comunità italiane e dell'incremento dei rappor-
ti bilaterali con i paesi che le ospitano.
Abbiamo puntato - dicevamo - più sull'affluen-
za che non sull'orientamento, ritenendo così di
compiere un servizio al nostro Paese e di
rispetto per quello che ci ospita. Il nostro è un
giornale il cui orientamento politico non è
certo ambiguo o nascosto. Tuttavia, ritenendo
che il nostro ruolo prioritario sia quello di
informare ed interpretare, abbiamo sempre
lasciato aperte le pagine al contributo degli
esponenti sia del centro destra che del centro
sinistra. Un giornale, quindi, che ha la presun-
zione di vivere in sintonia con le
nostre comunità e di saper
cogliere le grandi novità in atto
nelle Americhe, ed in particola-
re nell'America Latina. Un con-
tinente che vive una stagione di
grandi mutamenti politici e
sociali. Che risale la china del
disastro economico. Cha stabi-
lizza sempre di più il suo quadro
istituzionale. Che vede l'affac-
ciarsi sulla scena di nuovi pro-
tagonisti etnico\politici. Che sta
intraprendendo, in chiave
ovviamente latino americana, le
vie di una sinistra di tipo euro-
peo. Che si confronta con nuove
forme di populismo che, aldilà
della demagogia, sono rivelatri-
ci di antichi malesseri. Che sta cercando un
rapporto nuovo e più equilibrato, ma non più
antagonistico, con gli Stati Uniti del Nord. Da
questo osservatorio avanzato e privilegiato che
è Montevideo, ma direttamente collegato al
Nord di questo emisfero, il nostro giornale
intende sempre di più seguire e comprendere
questi grandi cambiamenti epocali in atto a Sud
del Rio Grande. Ricordando l'impatto che 40
milioni di “latinos” hanno ormai sulla vita di
un America del Nord sempre meno WASP. In
questa realtà vivono ed operano le nostre comu-
nità alle quali, ovviamente, si rivolge l'interes-
se prioritario di questo giornale. Grazie anche
all'apporto della Fondazione Italia nelle
Americhe, con la quale in collaborazione stia-
mo portando avanti un programma di diffusione
della lingua, della cultura, del “sentire” italia-
no culminato, proprio a Montevideo, con un
importante convegno, lo scorso settembre.
Siamo e lieti ed orgogliosi di operare oltre che
nell'America del Nord, anche in uno splendido
Paese, a forte origine italiana,
che è l'Uruguay, assistiti dalla
amicizia e dal sostegno di una
classe dirigente di alto livello e
da una comunità nazionale di
grande valore. Un Paese che
Maria Josette Caprio, cofonda-
trice di questo giornale, moglie
e compagna di vita di chi scrive,
ha amato subito, al punto di
aver pensato di stabilire qui, tra
voi, la residenza della Sua,
della nostra famiglia. E nel Suo
ricordo, nella Sua volontà,
spero, insieme con le mie figlie
e i miei collaboratori di conti-
nuare a darvi ogni giorno un
buon prodotto.
la gente d’italiaVenerdì 13 Aprile 200718
A due anni un bambino ha imparato da tempo a cam-
minare, e da tempo sta imparando a parlare. Per un
giornale il compleanno numero due non è troppo diver-
so. E questo giornale proprio in queste ore s'accinge a
soffiare sulla seconda candelina della sua vita in
Uruguay. Sì, giusto a metà aprile del 2005 la Gente
d'Italia sbarcava a Montevideo con la stessa temera-
rietà con cui, per decenni, devono essere sbarcati tanti
connazionali provenienti dalla Penisola. Quella teme-
rarietà che ti fa affrontare, con la
certezza di vincerla, la nuova e
così lontana sfida; ma tale sicu-
rezza la scopri solamente dopo, a
impresa avvenuta. E' il senno del
poi che fa dire “ne valeva la
pena”; mentre si parte e si arriva,
mentre l'avventura comincia tra le onde dell'Atlantico,
davvero “di doman non c'è certezza”, come ammoniva
Lorenzo il Magnifico.
Eppure, quando il direttore ed editore di questo quoti-
diano iniziava a navigare verso il Río de la Plata con
la folle idea di far stampare a Montevideo il giornale in
lingua italiana che già distribuiva negli Stati Uniti e in
Canada -oltre che, per abbonamento, ovunque richie-
sto-, quando Mimmo Porpiglia pensò di far vedere e
vendere la Gente d'Italia nelle edicole dell'Uruguay,
nessuno tra quei pochi che condividevano il progetto,
dubitava del successo. Intanto, perché il capitano con-
tava su un equipaggio di prim'ordine, costituito non
solo dalle firme del giornale (che sempre rappresenta-
no il vero patrimonio di un giornale), ma soprattutto
dalla bussola per fortuna in mano a tre donne:
Margareth, Francesca e Josette, ovvero le due figlie e la
moglie di Porpiglia. Sono state loro a credere e a far
credere nell'iniziativa, sono state loro a lavorare dentro
e fuori il giornale affinché l'America latina, attraverso
l'Uruguay, divenisse il nuovo sbocco comunicativo per
un giornale che da circa sette anni era presente
nell'America che ha trovato l'America.
Invece l'America del Sud non se la filava nessuno,
nell'Europa distratta. E l'Uruguay era considerato,
piuttosto, per il suo grande avvenire dietro le spalle: la
leggenda di Maracaná, la nomea da “Svizzera
dell'America latina”, i miti di Ghiggia e Schiaffino, la
bellezza di Punta del Este, tutto l'immaginario colletti-
vo per questo piccolo, grande Paese parlava e parla al
passato. Ecco, se la Gente d'Italia ha un merito, è quel-
lo d'aver scommesso sul futuro dell'Uruguay. Se oggi
che il giornale ricorda il suo secondo anno di diffusio-
ne una cosa si può dire, è che ha stimolato, ha scosso il
pubblico che legge in italiano a sentirsi parte integran-
te di un mondo che cammina. Quel mondo in italiano
che per decenni è stato ignorato dalla politica estera
dell'Italia, e che solo da pochi anni è diventato una
risorsa di politica interna e internazionale dell'Italia. E
Montevideo, la tanto commemorata città di Garibaldi
(stile “ei fu”: si commemorano sempre i morti o le cose
percepite come tali…), è oggi uno dei punti cardinali di
quest'universo dell'italianità.Ecco, se la Gente d'Italia
ha un altro merito, è quello d'aver colto il senso della
vita della capitale dell'Uruguay, della capitale del
Mercosur, della capitale del mondo in italiano nel suo
sconosciuto versante meridionale.
D'altronde, un giornale può investire soltanto parole,
può raccontare soltanto ciò che è successo e riflettere
su quel che (forse) succederà, può aprire le sue pagine
a chiunque ne richieda l'ospitalità. Può, infine, mettere
a contatto la realtà italiana con quella sudamericana,
incastrare l'una all'altra come accade anche material-
mente col giornale, che viene distribuito insieme con
l'uruguaiano Últimas Noticias. E quando un'identità si
confronta con l'altra, quando un'identità viaggia per
mano dell'altra, essa diventa più forte. Gli “italiani
all'estero” non esistono, se non come categoria dello
spirito. Esistono gli italiani uruguaiani (o gli uru-
guaiani italiani, la variante generazionale), esistono gli
italiani che hanno aggiunto qualche altra cosa al loro
essere italiani, secondo il principio universale di una
cultura, di una lingua e di una tradizione millenari, e
che da Roma al Rinascimento, al Risorgimento, alla
Repubblica oggi può volare ovunque.
Di più. Oggi esistono milioni e milioni di italiani che
non parlano l'italiano e che pure sono consci della loro
italianità in aggiunta.Perché l'identità italiana è quasi
una formula matematica: dipende dalla percentuale
d'amore che una persona esprima per l'Italia. E dunque
può essere più italiano un australiano che ha conosciu-
to Michelangelo sui libri di scuola, rispetto a un italia-
no di Roma che abiti vicino alla “Pietà” senza essersi
mai curato di riconoscerla Ecco, forse, il terzo merito
che si può attribuire a questo giornale è d'aver avvici-
nato molti alla patria di Michelangelo, è d'aver instilla-
to in tanti la curiosità, foss'anche nient'altro che la
curiosità, per la grandezza della nazione evocata.
A parte l'informazione e lo spazio aperto a chiunque
avesse o abbia qualcosa da dire, senza prima doman-
dargli se è guelfo o ghibellino, ci sono poi state alcune
battaglie giornalistiche tipiche -queste sì- del giornale.
I fatti separati dalle opinioni, dice la buona scuola del
giornalismo, ma solo chi non ha opinioni s'accontenta o
si nasconde dietro i fatti. Invece in questo paio d'anni
la Gente d'Italia ha potuto sollevare, fra le altre cose,
due questioni che mi stanno molto a cuore: la necessità
di istituire un'Università italiana a Montevideo, e il
dovere di assicurare agli uruguaiani di domani lo stu-
dio della lingua italiana nel biennio umanistico e giuri-
dico propedeutico all'Università in Uruguay.Sul primo
punto torneremo presto, considerandolo il coronamento
di una strategia senza frontiere. Ma posto che noi par-
tiamo dal felice assunto dell'ex presidente della
Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, secondo il quale
l'Italia è la prima super-potenza culturale del pianeta
(con tutto ciò che questo implica e impone), è evidente
che l'America latina non possa essere privata ancora a
lungo di un'Università italiana. Ed è ragionevole pen-
sare che essa potrebbe sorgere in Uruguay per una serie
di motivi di cui torneremo a scrivere nei prossimi nume-
ri.Invece ora e subito anticipiamo il senso della nostra
serenam indignazione
per l'avvenuta abolizione
dell'obbligo di studiare
l'italiano nel primo anno
del cosiddetto bachillera-
to, che è fatto di due
anni. E' un'indignazione
non soltanto per la miopia con cui un'oligarchia di teo-
rici esperti, senza aver dibattuto pubblicamente della
questione, ha ritenuto di dover prendere questa decisio-
ne nell'interesse degli uruguaiani (la qual cosa, da
oriundo e fiero uruguayo, ho contestato e contesterò).
E' indignazione soprattutto per come l'istituzione italia-
na a tutti i livelli -dalla Farnesina all'Ambasciata ita-
liana a Montevideo, tanto per essere chiari-, ha subìto
ciò che non avrebbe dovuto subìre. Lungi da noi spie-
gare a Lorsignori ministri, sottosegretari, ambasciatori,
consoli, direttori e presidenti “come si fa” a trattare
con le autorità di un altro e sovrano Paese: a ciascuno
il suo ruolo, e in questo campo, il campo della diploma-
zia, l'Italia ha un'esperienza ineguagliabile. Ma la que-
stione è stata presa sottogamba, e non tutti hanno fatto
ciò che avrebbero dovuto e potuto.
Mi correggo: ciò che Lorsignori sono ancora in tempo
a fare, perché con una forte iniziativa politico-istituzio-
nale l'Italia può ottenere il ripristino di ciò che non
doveva essere neanche toccato.
Nell'anno del bicentenario di Garibaldi, che
all'Uruguay ha dedicato le sue più belle avventure in
Sud America, la valorizzazione della lingua italiana
sarà l'imperativo dolce e categorico delle settimane a
venire. Per un giornalista l'italiano è come il bisturi per
il chirurgo: non si può, altrimenti, operare. Ma per chi
ha una certa idea dell'Italia, e quindi del mondo in ita-
liano, la lingua italiana è molto più di uno strumento di
lavoro e di comunicazione. E' il senso di una vita tra-
scorsa in molti luoghi fisici e dell'anima, di una vita
ricca di più lingue, e perciò consapevole del valore
della lingua italiana.
E allora non diremo “tanti auguri” per il compleanno
numero due del quotidiano. Non spegneremo, metafori-
camente, alcuna candelina. Due anni vissuti appassio-
natamente, ma la festa più emozionante per ungiornale
che cresce, è quella d'indicare, con umiltà, il prossimo
traguardo da raggiungere: far rimettere la lingua di
Dante al bachillerato di Montevideo. Sapendo di poter
contare, per questa battaglia delle idee e dei sentimen-
ti, su un angelo in cielo. Sapendo, questo giornale, di
poter avere il conforto della sua co-fondatrice Josette.
Le donne riusciranno laddove gli uomini sono falliti.
f.guiglia@tiscali.it
Gente d'Italia, 2 anni in UruguayE un impegno: la lingua italiana
FRONTIERE
di Federico Guigliadi Federico Guiglia
la gente d’italia Venerdì 13 Aprile 2007 19
E gregio Diret tore ,
ne l secondo ann iversar io de l l ' i n i z io
del le pubbl icazioni del Suo giornale
qui in Uruguay desidero formularLe i
m ie i augur i e man i f e s tarLe quan to
importante s i s ia r ivelata questa espe-
rienza per i nostr i connazional i qui
resident i e più in generale per la pre-
senza i tal iana in questo Paese.
Desidero sot tol ineare la coopera-
zione tra l 'unico quot idiano i tal iano in
Uruguay e l 'unico Consolato d ' I tal ia ,
al serviz io del la numerosiss ima nostra
col le t t iv i tà , e gl i ampi spazi puntual-
mente dat i ai nostr i comunicat i di inte-
resse generale . Nonostante la possibi-
l i t à d i avva le r s i de l nos t ro s i t o
Internet e del le informazioni che ero-
gh iamo d i re t tamen te , a t t raverso i l
mezzo s tampa possiamo raggiungere un
pubbl ico ancora maggiore, considerata
anche la di f fusione e l 'apprezzamento
di cui ormai “Gente d ' I tal ia” gode tra
g l i i t a lo -uruguayan i e non so lo . I l
recen te ar r i cch imen to de l l e pag ine
dedicate a s torie e s toria, personaggi ,
fat t i , curiosi tà e intervis te degl i e agl i
I tal iani in Uruguay, ha conferi to ul te-
r iore interesse, anche at traverso l 'a t t i -
v i tà del giovane e dinamico cronis ta ,
al la tes tata che Lei dir ige, ormai già
consol idata ne l panorama edi tor ia le
locale .
Vogl io anche r ingraziarLa per la
costante at tenzione dedicata al la di fe-
sa del la nostra l ingua in Uruguay.
Mi permetta, inf ine, di r innovarLe
i miei sent iment i di s incera vicinanza a
segui to del la incolmabile perdi ta che
ha co lp i to Le i , l a Sua famig l ia e
“Gente d ' I tal ia” con l 'augurio che, c iò
nonostante , la memoria del la Signora
Maria Joset te cont inui ad ispirare l 'a t -
t iv i tà e le fortune del giornale .
Colgo l 'occasione per inviarLe i miei
più cordial i salut i
Michele Pala
Console Generale d’I tal ia
Caro Direttore,
Sembra ieri, quando eravamo riuniti
tutti nel Hotel Radisson, per il lancio
di “Gente d'Italia”. Mi toccó pure a
me di parlare e confesso che non fu
facile, perché mi sembrava un'avven-
tura troppo donchisciottesca: reggere
in Uruguay con un quotidiano italia-
no!
... E sono passari giá due anni, anche
se sembra ieri. Indubbiamente per
avventurarsi nel mondo delle utopie
ci vuole molto coraggio e un po' di
follia spirituale. E il Dott. Domenico
Porpiglia (Mimmo, per coloro che lo
stimano colloquialmente come me) di
coraggio e di follia utopica ce ne ha
tanto. Perché se oggi celebriamo i
due anni di Gente d'Italia é perché
celebriamo anche il bienno di quella
follia, che oggi non sembra piú tanto
follia, ma un progetto che si sta svi-
luppando con grande dimensione.
Mi é toccato lavorare con il Dott.
Porpiglia e posso dire che io, che non
mi credo un pigro, ho sempre stentato
a seguirgli il passo. Ed é bello oggi
confermare che "Gente d'Italia" ha
un grande successo, che si sente la
necessitá di leggerlo di prima matti-
na con il caffé e che in questo "cre-
scere" della sua presenza in Uruguay
e in tanti altri posti del mondo, uno
sente il rispetto verso i coraggiosi
che credono in questo piccolo
Uruguay, che sta mostrando in
America Latina di essere piú grande
di quello che indicano le sue dimen-
sioni geografiche.
In questa occasione di auguri anche
un saluto affettuoso al giovane
Tonino Pintacuda, che mi ricorda la
mia epoca giovanile - e quindi i miei
anni migliori - vicino a giornali e
radio italiane d'emigrazione, anche
se di piú modesta portata. Credo che
Tonino ha il merito di aver saputo
subito capire la sensibilitá
dell'Uruguay, senza perdere la cultu-
ra dell'Italia. Bravo!
Gianni Raso, coordinatore della sede
Rai di Montevideo
***
A “Gente d´Italia” e tutti i suoi col-
laboratori che rendono possibile la
sua lettura quotidiana, Vi salutiamo
cordialmente nel vostro secondo
anniversario editoriale e Vi auguria-
mo tanti successi.
É una data che, noi corregionali del
Friuli Venezia Giulia e tutta l'intera
collettività italiana residente al
Uruguay, non abbiamo dimenticato,
non dimentichiamo e non dimentiche-
remo mai.
EFASCE Uruguay
Ente Friulano Assistenza Sociale
Culturale Emigranti
Caro Direttore,
è con piacere ed allegria che ti invio
queste due righe di felicitazioni e
complimenti per il secondo com-
pleanno del tuo giornale Gente
d'Italia.
È grazie a te che oggi possiamo con-
tare in Uruguay e nelle Americhe di
un quotidiano di alto valore cultura-
le. Ti sei proposto e, ci sei riuscito, a
diffondere la nostra lingua col valido
pensiero di uno staff di giornalisti di
alto livello. Il mezzo per mantenere la
nostra lingua, lontani dalla Patria, è
leggere, leggere, leggere, e tu ci hai
dato questa possibilità.
Siamo così informati giorno a giorno
di ciò che accade in Italia e nel
mondo, nonché di conoscere la nostra
letteratura, la nostra storia e le opi-
nioni della nostra attualità politica.
Tutte le opinioni, di una parte e dal-
l'altra in una chiara posizione demo-
cratica.
Il mio augurio è che il tuo giornale
abbia sempre maggiori successi,
diffondendo quella italianità della
quale ne siamo orgogliosi, special-
mente all'estero.
Un cordiale saluto ed un abbraccio.
Ad maiora !
Giovanni Costanzelli,
direttore del mensile Ancri
***
Caro Direttore,
Complimenti per questo nuovo anni-
versario di Gente d' Italia in
Uruguay.
In questi due anni, il vostro progetto
giornalistico non solo si é consolida-
to ma si é, pienamente integrato alla
vita quotidiana della nostra comu-
nitá.
Pertanto giungano a Lei Sig.
Direttore e a tutti i suoi collaborato-
ri i miei auguri per il futuro e il mio
piú sincero riconoscimento, al vostro
impegno per informare con massima
professionalitá e pluralitá i nostri
connazionali in questo paese.
Filomena Narducci,
Componente il Comitato
di Presidenza del Consiglio Generale
degli Italiani all' Estero
***
Gentile Direttore,
In occasione del secondo anniversa-
rio di Gente di Italia in Uruguay,
invio a Lei e allo staff da Lei diretto,
gli auguri per il lavoro svolto in
comunicazione in questo tempo da
parte di Spazio Italia
Gli auguri del Viceministro Danieli
la gente d’italiaVenerdì 13 Aprile 200726
L'America Lat ina è sem-
pre s ta ta cons idera ta la
patr ia del “real ismo ma-
gico”, un f i lone art is t ico
la cui caratterist ica prin-
c i p a l e è l a p re s e n z a d i
elementi sovrannaturali e
straordinari, in una paro-
la “magici”, in un conte-
s to real is t ico.
I l termine fu coniato dal
c r i t i c o t e d e s c o F r a n z
Roth per descr ivere l ' o -
p e r a d i a l c u n i p i t t o r i
americani degli anni Ven-
t i , ma a part ire dagl i an-
ni Sessanta f inì col desi-
gnare pr inc ipa lmen te la
produz ione l e t t e rar ia d i
quegli scrit tori sudameri-
cani che, in preda al l 'en-
tusiasmo per la rivoluzio-
ne cubana e in generale
per i moviment i indipen-
dent i s t i che s tavano na-
scendo in quel periodo, contr ibui-
rono a r idisegnare e a raf forzare
l ' iden t i tà de l con t inen te la t inoa-
mericano.
Le opere di quegl i anni divennero
mit i , raccont i epici con i qual i s i
tentava di fondare una cul tura for-
te che doveva, e f inalmente pote-
va, r ivendicare la propria autono-
mia.
L 'opera p iù impor tante d i ques to
f i l o n e l e t t e r a r i o è s e n z a d u b b i o
“Cent 'ann i d i so l i tud ine” d i Ga-
briel Garçia Marquez, romanzo ca-
polavoro del 1967 considerato og-
gi i l tes tamento le t terario del l 'A-
merica Lat ina, nel quale l ' immagi-
nario paese di Macondo diventa un
piccolo universo in cui s i muovono
personaggi incredibi lmente umani
e s traordinariamente surreal i .
NELL'ETA' DELLA GLOBALIZZA-
ZIONE I l rea l i smo magico , però ,
sembra essere in procinto di esau-
rirsi . Ha assunto ormai uno schema
preciso, e anche gl i s tess i “padri”
d i ques to f i l one l e t t e rar io (Mar-
quez in pr imis , ma anche Vargas
Llosa) pare s i s iano r idot t i a co-
piare se s tess i .
Del res to , i seguaci de l rea l i smo
magico in America Lat ina sono r i -
mast i in pochi . Gl i scr i t tor i la t i -
noamer icani de l la nuova genera-
zione, infat t i , sono costret t i a fare
i conti coi cambiamenti sociali , po-
l i t ic i e cul tural i che s tanno avve-
nendo in tu t to i l mondo, cambia-
menti che necessariamente inf lui-
scono sul le loro opere.
Q u e s t i s c r i t t o r i n o n s i s t a c c a n o
dal la real tà , ma la raccontano co-
sì com'è.
E' un tendenza molto viva anche in
I ta l ia , dove s i s ta sv i lup-
pando una nuova forma di
ro m a n z o , q u e l l a d e l “ re -
portage narrat ivo”, che r i -
por ta l ' a t t enz ione su l l ' a t -
tual i tà , su i temi caldi che
coinvolgono tut t i noi .
MANTENERE L'IDENTITA'
NELLA SOCIETA' GLOBA-
LE I l tentat ivo di racconta-
re un'America Latina diver-
sa da quella degli Anni Ses-
santa non può essere con-
siderato sbagl iato a priori .
Q u e l l o c h e p r e o c c u p a ,
però , è che i l dec l ino de l
re a l i s m o m a g i c o s i a s o l o
una del le conseguenze del-
la global izzazione, del l 'era
di Internet e degl i iPod.
I l p e r i c o l o , i n f a t t i , è c h e
l 'at tenzione al mondo e al-
l ' a t tua l i tà d iven t i so lo un
modo per “copiare” lo s t i -
le del la le t teratura inglese
e americana, che port i al la perdi-
ta del l ' ident i tà cul turale di un po-
polo, che faccia dimenticare le sto-
r ie che lo hanno formato.
Ciò che ci auguriamo è che l 'uomo
che viene fuori dai nuovi romanzi
la t inoamer icani non s ia un uomo
incapace di cogl iere i l sopranna-
turale , lo s traordinario, i l meravi-
g l ioso che è den t ro ogn i p i cco lo
fat to quot idiano, ma che mantenga
quel lo sguardo nonostante s ia im-
merso nel la nuova società globale .
In cerca di un nuovo realismo magicoC h e f i n e h a n n o f a t t o q u e i m a g i c i f u -
r o r i c h e s t i l l a v a n o d a l l e p a g i n e d e g l i
s c r i t t o r i d e l l ' A m e r i c a L a t i n a ?
I n c a n t a v a n o , s p i a z z a v a n o , e r a u n p a -
r a d i s o d i p a r o l e l i m p i d e , p e s c a t e n e l -
l a p o z z a d e l l e m e t a f o r e p i ù v e r e e
s i n c e r e .
B a s t a s f o g l i a r e l e p r e c e d e n t i p u n t a t e
d i q u e s t a r u b r i c a d e l v e n e r d ì : s o n o
t u t t i a u t o r i d e l p a s s a t o , o a u t o r i c h e
a q u e l p a s s a t o s i s o n o r i v o l t i p e r c e r -
c a r e i s p i r a z i o n e . M e g l i o a n c o r a : b a -
s t a e n t r a r e i n u n a q u a l s i a s i l i b r e r i a ,
c e r c h i l ' A m e r i c a d e l S u d e t r o v i P a u -
l o C o e l h o e i l p e r u v i a n o - a u s t r a l i a n o
S e r g i o B a m b a r é n c h e c e r c a l ' o n d a
p e r f e t t a s u l l a s c h i e n a d e i d e l f i n i .
S e m b r a c h e l a l e t t e r a t u r a l a t i n o a m e -
r i c a n a a b b i a d e c i s o d i “ p r o d u r r e ” r o -
m a n z i c o n i l p r e c i s o o b i e t t i v o d i r i -
c a v a r n e f r a s i p e r a c c o m p a g n a r e i
c i o c c o l a t i n i .
S ' è d a v v e r o p e r s a l a s t r a d a p e r M a -
c o n d o ? S e l o c h i e d e M a u r a G a n c i t a -
n o . O f o r s e b i s o g n a c a m b i a r e p r o s p e t -
t i v a , a v e r e i l c o r a g g i o d i d i f e n d e r e i
p r o p r i s o g n i , c o m e h a f a t t o l o s c r i t -
t o r e r o m a n o P a o l o P a p o t t i , s b a r c a t o
i n A m e r i c a p e r l a v o r a r e a l l ' I B M .
L a p r i m a p u n t a t a d e l s u o “ d i a r i o a m e -
r i c a n o ” i n c a r n a p e r f e t t a m e n t e q u e l l a
m e r a v i g l i a c h e g l i s c r i t t o r i d e l C o n o
d e l S u d n o n r i e s c o n o p i ù a r i t r o v a r e .
C o m e s e m p r e , b u o n a l e t t u r a .
La strada per Macondo nell'età della globalizzazione
a cura di Ta cura di Tonino Pintacudaonino Pintacuda
di Maura Gancitanodi Maura Gancitano
GENTE D'ITALIALIBRI - SPECIALE SUD AMERICA
la gente d’italia Venerdì 13 Aprile 2007 27
Sognando la CaliforniaL'America, la California poi, noi la conosciamo
bene. Ne s iamo convint i tut t i . Basta dire
California e tutti si immaginano un Eden di
ragazze seminude, fusti che fanno surf, droga
buona ed economica, sesso libero, musica rock e
così via.
Io non facevo eccezione. Quando mi hanno detto
che sarei andato a San Jose, California, 80km da
San Francisco, ero convinto di sapere quello che
mi aspettava. Certo curioso di scoprire come
sarebbe stato vivere in una cittadina di provin-
cia, questa esotica San Jose che non avevo mai
sentito. Mi immaginavo giri a piedi e in biciclet-
ta per quello che doveva essere un paesetto, dove
avrei trovato un paio di bar dove andare la sera.
Lì mi avrebbero conosciuto come “l 'italiano” e
avrei imparato a bere birra ghiacciata mentre mi
facevo battere a biliardo da tutto il paese. Ecco,
pensavo di sapere tutto. E mi sbagliavo.
Di preparativi per la partenza non c'è stato molto
tempo. Qualche settimana per lasciare la stanza
in affitto, baciare gli affetti, mangiare in una
trattoria diversa ogni sera, andare a ballare nei
local i prefer i t i , inf ine
stampare gl i ar t icol i da
studiare sull 'aereo per evi-
tare f iguracce una vol ta
davanti ai mostri delle basi
di dati. Pochi giorni prima
di partire ho ricevuto la
mail di quello di sarebbe
stato il mio capo all 'IBM,
Howard. Annunciava che
mi sarebbe venuto a pren-
dere all 'aeroporto di San
Francisco e mi avrebbe
portato dritto ad affittare
la macchina, che non avrei
potuto fare senza.
Perplesso dal le news ho
trovato il tempo di aprire google maps fra una
carbonara e una passeggiata a Testaccio, per
vedere dove fosse Almaden e farmi un'idea più
precisa del paesotto San Jose. Il centro di ricerca
IBM visto dal satellite è una chiazza grigia pic-
cola piccola su una distesa verde e marrone.
Si distingue un parcheggio gigantesco e una stra-
da piccola e tortuosa che la collega alla chiazza
grigia gigante.
San Jose è la decima città degli Stati Uniti per
numero di abitanti. Senza contare il corridoio di
asfal to e abi tazioni che la col lega a San
Francisco, il continuo di industrie, università e
startup che chiamano Silicon Valley, che proba-
bilmente da sola fa qualche altro milione di inge-
gneri e informatici. Come stavo per
scoprire, la bicicletta l 'avrei vista
solo al le cr i t ical mass i l venerdì
pomeriggio a San Francisco.
Delle aspettative disilluse in realtà
eravamo ancora al l ' in iz io , come
anche di sorprese che si sarebbero
manifestate a breve. All 'aeroporto,
per esempio, aspettavo di trovare il
mio capo fuori ad aspettarmi, col car-
te l l ino PAPOTTI s t ropicciato in
mano. Mi aveva scritto che era asiati-
co e basso. Avevo apprezzato quella
descr iz ione aset t ica , semplice ed
efficace. Pochi mesi dopo anche le
mie email romantiche e lunghissime,
con cui avevo mezzo sedotto ragaz-
zette in giro per l 'Italia, avrebbero
raggiunto quei toni, ma lì, innocente
e ingenuo, ancora non sapevo e mi
guardavo intorno all ' inizio entusiasta
per l ' incontro imminente. Poi passai
allo sguardo preoccupato. Poi a quel-
lo perso.
Perché uno è convinto di par lare
inglese e di cavarsela bene ovunque
lo piazzino, finché non prende in
mano un telefono e deve chiamare un
cellulare americano. Serve o no il
prefisso? Quale è il prefisso? Quanti
soldi servono? Ma soprattutto, sba-
glio o è una segreteria quella che sta
di Paolo Papottidi Paolo Papotti
la gente d’italiaVenerdì 13 Aprile 200728
gracchiando al numero del
mio capo? Ok.
Razional i tà . No panic .
Fermo una signora, la più
innocua e cicciotta a vista
vicino al te lefono. Le
chiedo se può sentire cosa
dice la segreteria e ripe-
termelo in Inglese. La
signora mi dice lentamen-
te e spalancando la bocca
come parlasse a un sordo-
muto: Il Numero Non E'
Raggiungibile. Ok, ringra-
zio e mi incammino deciso
per darmi un tono dopo la
figura meschina. In preda
al sonno e a una sottile
ansia di non aver ricono-
sciuto il basso cinese mi
aggiro a cerchi concentrici
sempre più larghi intorno
al l 'usci ta del mio volo.
Una ragazza conosciuta
sull 'aereo compare fra la
folla e mi ferma, mi pre-
senta alla sua amica roma-
na che vive a San Francisco, dice che dovremmo
vederci, l 'amica mi dà il suo numero, mi spiega
in 30 secondi tutto quello che devo sapere per
avere un telefono (sul momento non colgo nulla,
troppo scosso dalla notizia che si paga pure
quando ti chiamano gli altri), spariscono in una
piroetta di trolley e dalla loro nuvoletta esce
Howard che mi guarda tutto sorridente ripetendo
“Paulo? Paulo? Eh eh, Paulo?”.
La macchina di Howard è gigantesca come da
copione. L'autostrada ha sei corsie come previ-
sto. Il cielo è blu, fa un caldo
incredibile anche se l 'estate è fini-
ta da dieci giorni e c i s iamo.
Howard parla solo di cose pratiche
e lo capisco, appena salito in mac-
china mi ha messo in mano una
bottiglietta di acqua minerale da
mezzo litro. Lui nel viaggio da
SFO a San Jose se ne spara due,
tanto ne ha una cassa nel portaba-
gagli del SUV. Io parlo a monosil-
labi, tranne quando chiedo consi-
gli su come guidare, visto che da
un momento all 'altro mi ritroverò
a seguirlo in giro per le autostrade
che tengono insieme la chiazza di
San Jose. Howard, da perfetto immigrato cono-
sce tutte le regole e comincia a spiegare: non
andare mai a più di 10 miglia sopra il limite,
segui il flusso, se devi girare mettiti nella corsia
e anche se hai capito che hai sbagliato uscita,
esci lo stesso. Non la farò lunga su quanto sia
semplice affittare una macchina, abituarsi al
cambio automatico e guidare sulla one-o-one
come se fosse la Cristoforo Colombo alle quattro
di mattina un martedì sera. La cosa più interes-
sante è il posto dove mi stava guidando Howard
con il suo macchinone. La prima cosa che mi
dice: non parcheggiare per strada, ma paga per
un parcheggio privato. Io mi guardo intorno per-
plesso: ci sono centinaia di parcheggi, compreso
uno di fronte alla mia futura stanza che appartie-
ne a una chiesa o qualcosa che gli assomiglia.
Scoprirò la sera stessa, dalla mia finestra, che
quella croce gigante, alta 20 metri o più, si illu-
mina la notte, passando dal viola al blu al verde,
e che la scritta scorrevole rossa non avrebbe mai
smesso di raccomandarmi di entrare per incon-
trare Gesù.
Ora, io sono stato un mese dentro una stanza di
due metri per due, con una tv 14 pollici, un
unico lavandino di
inox da usare per lava-
re l ' insalata e i denti,
un forno a microonde e
un bagno un metro per
mezzo con la porta
scorrevole che non si
chiudeva. Perché gl i
altri intern dell 'IBM ci
avevano passato tre o
quattro mesi in quella
gabbia, anche se pren-
devano stipendi tali da
poters i aff i t tare un
intero appartamento in
un quartiere qualsiasi?
Non l 'ho mai capi to.
Però mi era chiarissi-
mo che sarei dovuto
scappare al più presto.
A me non aveva mai
sedotto vivere da solo.
Prefer ivo vivere con
al t re persone. Pr ima
vent iquat t ro anni dai
miei (se si esclude una
breve parentesi con
altri tre “erasmus” a Madrid), poi tre anni con
amici, e mi ero sempre trovato benissimo. Mi
piaceva tornare e mangiare con qualcuno, saluta-
re entrando o uscendo, fare la spesa insieme.
Cose minime, ma, mi dicevo, a me piace vivere
così. E' vero che c'era una sorta di vera cucina
comune, ma non riuscivo ad abituarmi agli altri
ospiti che popolavano quella sorta di residence.
Pare che, per avere la concessione così vicino al
centro, la direzione avesse un vincolo molto
chiaro: una quota, tipo il 25% delle stanze,
doveva essere data gratis agli homeless
della città. A patto che non usassero dro-
ghe, non rubassero e così via. Questo non
esclude l 'alcool e non esclude il mio imba-
razzo quotidiano nell 'avere a che fare con
gli accenti più strani e i discorsi più stram-
palati, da cui potevo scappare solo con uno
“yes yes” imbarazzato e un sorriso stirato.
Tutto era difficile e curioso. Hai bisogno
di una brugola? Serve un pomeriggio inte-
ro per scoprire come si chiama una brugo-
la (non lo ricordo neanche ora), come si
chiama il negozio che le vende e trovare
l 'uscita dell 'autostrada giusta per raggiun-
gere il negozio. Ma ero in America, anzi,
in California e superato il weekend per
ambientarmi avrei cominciato a lavorare con
degli scienziati pazzeschi e avrei cominciato a
divertirmi. Quella sera, preso dall 'entusiasmo,
entrai nella chiesa della luci acide per chiedere
dove potevo trovare una messa.
la gente d’italia 8Lunedì 16 Aprile 2007
Il piccolo grande Uruguay non si ferma,l'instancabile Presidente Tabaré Vázquezin meno di due mesi ha ottenuto l'appog-gio del Presidente Bush; ha proseguito conla preparazione dell'insediamento delParlamento del Mercosur che avverrà ilprossimo 7 maggio; seguito dagli accordicol Cile e ora anche quelli con Cuba, coro-namento della seconda “Comisión Mixtade Cooperación Económica-Industrial yCientífico-Técnica Cuba - Uruguay”. Nei giorni scorsi la delegazione cubana s'èriunita con le principali autorità politicheuruguayane, in accordo a quanto era statosottoscritto il 6 marzo del 1987 nell'artico-lo 3 del “Convenio de CooperaciónEconómico-Industrial y Científico-Técnica” tra il governo uruguayano eCuba, ribadito nel novembre del 2005nella seconda riunione della “ComisiónMixta de Cooperación Uruguayo-Cubana”.I rapporti tra i due paesi, secondo laCancelleria Uruguayana sono eccellenti,da quando il presidente Vázquez e FidelCastro hanno ripreso i contatti. Fondamentale resta il riferimento alcomune sentire del celebre Nam, il“Movimento dei Non-Allineati”, l'orga-nizzazione internazionale di più di 100stati che si considerano non allineati con ocontro le principali potenze mondiali.Il Nam nacque nel 1961 su iniziativa diJosip Broz Tito, presidente dellaRepubblica Socialista Federale dellaIugoslavia, per legare gli stati che nonvolevano schierarsi con le potenze delleGuerra Fredda. Nel terzo meeting delNam, tenutosi nel 1969 a Lusaka(Zambia), si istituì la struttura permanenteche si occupa esclusivamente di temi eco-nomici e politici.Secondo quanto riportato da MaydaBurgel nel giornale montevideano “LaRepublica”, la visita della delegazionecubana ha ribadito la ferma volontàdell'Uruguay di essere incorporato come“miembro pleno” del Nam, di cui Cuba èattualmente presidente pro-tempore.Sempre secondo quanto riportato dalla“Republica”, il Governo uruguayanoappoggerebbe la cdndidatura cubana alConsiglio Esecutivo dell'Unesco per iltriennio 2008-2001. All'insegna dell'ap-poggio reciproco, l'Uruguay vorrebbe asua volta essere sostenuto come candidatoal Comitato della “Consolidación de laPaz” nelle elezioni del prossimo anno.L'incontro con la delegazione cubana èculminato nella visita all'Ospedale Saint-
Bois dove si sta realizzando un “Centro deAtención Oftalmológico”, che aspira adessere uno dei più grandi di tuttal'America Latina, con attrezzature finan-ziate completamente da donazioni cubane.La visita s'è conclusa al complesso didat-tico per gli adulti a Toledo in cui si appli-ca il Programma di alfabetizzazione cuba-no “Varela Yo Sí Puedo”. LA DELEGAZIONE CUBANA*. Orlando Requeijo, viceministrodel Ministerio para la Inversión Extranjeray la Colaboración Económica;* Embajadora Marielena RuizCapote, embajadora de Cuba en Uruguay;ministra consejera del Ministerio deRelaciones Exteriores,* Carmen Zila Pérez Mazón;* María Caridad Balaguer Labrada,consejera de la Embajada de Cuba en
Uruguay;* Iruma Díaz Blanco, funcionariade la Dirección de América Latina y elCaribe del Ministerio para la InversiónExtranjera y la Colaboración Económica;* Consejera comercial MirnaMartínez Arjuria de la Embajada de Cuba;* Cecilia Cárdenas Medina, funcio-naria de Política Comercial;* Rosa María Pascual, representan-te del Polo Científico y agregada comer-cial de la Embajada de Cuba en Argentina;* Jesús Fonseca Arteaga, funciona-rio del Ministerio del Azúcar* Doctora Alina MontalvoMartínez, funcionaria de la Oficina deSalud del Consejo de Estado.LA DELEGAZIONE URUGUAYANA* Belela Herrera, viceministra delMinisterio de Relaciones Exteriores;
* Ana Olivera, viceministra delMinisterio de Desarrollo Social;* Fernando Cáceres, directorNacional de Deporte del Ministerio deTurismo y Deporte;* Alvaro Gallardo, director generalpara Asuntos Políticos del Ministerio deRelaciones Exteriores;* Raquel Rodríguez, directorageneral de Cooperación Internacional delMinisterio de Relaciones Exteriores;* Jorge Mazzarovich, embajadoruruguayo en Cuba;* Federico Gomensoro, jefe degabinete del Ministerio de RelacionesExteriores;Rosario Portell, subdirectora general paraAsuntos Económicos del Ministerio deRelaciones Exteriores.
L'Uruguay, un Paese piccolo, grande e instancabile:Le conclusioni della visita della delegazione cubana
DIARIO URUGUADIARIO URUGUAYYANOANO
di Tdi Tonino Pintacudaonino Pintacuda
Gli auguri a Gente d'Italia dell'Ambasciatore ScaliciA due anni dal la pub-b l i caz ione in Uruguaydi Gente d ' I ta l ia , formu-lo i mie i p iù f e rv id iauguri a l la Direzione ea tut t i coloro che, con i lloro lavoro, hanno fat todi questo quot idiano unprez ioso s t rumen tod ' in fo rmaz ione semprea t t en to a l l e e s igenze
del la comunità i ta l iana.Con l 'occasione deside-ro r ing raz i a re Gen ted ' I t a l i a per l ' osp i ta l i t àfrequente e puntuale cheha dato, in quest i anni ,ag l i even t idel l 'Ambasciata .
Guido Scal ic iAmbasciatore d'I tal ia
in Uruguay
Amici di Gente d'Italia,Il C.A.S.I.U. (Centro AssistenzaScolastica Italia Uruguay), comeEnte di Lingua e Cultura italiana nonpuò essere assente dal condividerecon Voi l'orgoglio e la felicità per iprimi due anni dei futuri 2000 delVostro Giornale. _Orglogliosi perchéun'attività che rappresenta cosí benel'Italia non puó meritare che unaggettivo del genere e felici perché ilVostro lavoro permette essere unospecchio dove si vede anche il lavorodegli altri, e questo, cari amici, non èuna situazione normale nel mondo dioggi.Brindiamo per duemila anni ancora
CONSIGLIO DIRETTIVOC.A.S.I.U. (Centro Assistenza
Scolastica Italia Uruguay) ***
Gentili Amici di Gente d'Italia, comeitaliano residente in Uruguay, non
posso assolutamente rimanere estra-neo a questa celebrazione del Vostrosecondo _anno di presenza inMontevideo. Vi siete pian piano inse-riti nella nostra vita, ed ancor piúcon la presenza del vostro giovanegiornalista Sig.A.Pintacuda, chespero presto ritorni in Uruguay, per-ché ha realizzato un piú che proficuolavoro. Vi auguro di tutto cuore cheil Vostro giornale possa continuare acompiere anni, lo meno per altri duesecoli.Auguro a tutti i facenti parte diGente d'Italia ogni bene nel piúampio dei sensi.
Gianranieri Colella, Montevideo***
Buon Anniversario caro giornale, Sei diventato una amico fedele ed unottimo informatore con le tue notizieprecise sull'attualità italiana e infor-mazioni della nostra Collettività.
In questi due anni, ci hai dato moltoe ti aspettiamo ogni giorno per leg-gerti...Grazie per trasmettere le notizie che“la Dante” ti manda.Grazie per aver chiesto la nostra col-laborazione per l'inchiesta"L'Italiano Volante": è stata un'espe-rienza molto interessante per tutti.Con simpatia ti dico “BuonAnniversario” a nome della “Dante”e mio personale.“Ad Majorem” Gente d'Italia.
***Renata Gerone,Presidente della Società DanteAlighieri di Montevideo La Commissione Direttiva del CIR-COLO LUCANO aderisce alla com-memorazione del secondo anniversa-rio di Gente d'Italia e porge i miglio-ri auguri per il buon esito futuro.
Martedì 17 Aprile 2007 5
N o n s i p l a c a n o l e p r o t e -
s t e d e i p i q u e t e r o s a r g e n t i -
n i , i l m o t i v o d e l l a c o n t e s a
è s e m p r e l o s t e s s o : l a
c o s t r u z i o n e d e l l a n u o v a
c a r t i e r a d e l l a m u l t i n a z i o -
n a l e f i n l a n d e s e B o t n i a
s u l l a r i v a u r u g u a y a n a d e l
r i o U r u g u a y , c o n f i n e n a t u -
r a l e t r a l a B a n d a O r i e n t a l
e l ' A r g e n t i n a .
L o s l o g a n d e g l i e c o l o g i s t i
n o n c o n s e n t e r e p l i c h e ,
“ B o t n i a s e n e v a e i b l o c -
c h i a n c h e ” , d a l l a l o r o
h a n n o a n c h e l ' a p p o g g i o d e l
p r i n c i p a l e s i n d a c a t o
a r g e n t i n o , l a p o t e n t e
C o n f e d e r a z i o n e G e n e r a l e
d e l L a v o r o .
D u r a o r m a i d a u n a n n o e
m e z z o l a p r o t e s t a , d o m a n i ,
s e c o n d o q u a n t o d i c h i a r a t o
p r i m a d e l l a S e t t i m a n a
S a n t a , i l p r e s i d e n t e u r u -
g u a y a n o T a b a r é V a z q u e z
d o v r e b b e i n c o n t r a r e i l s u o
o m o l o g o N e s t o r K i r c h n e r a
M a d r i d , p e r u n c o n f r o n t o
s o t t o l a s u p e r v i s i o n e d e l
r e d i S p a g n a J u a n C a r l o s
d e B o r b ó n a c e r c a r e d i
r i s o l v e r e l ' a n n o s a q u e s t i o -
n e . N o n s a r à s e m p l i c e , l a
g u e r r a d e l l a c a r t a è s t a t a
p o r t a t a p u r e a l l ' a t t e n z i o n e
d e l T r i b u n a l e
I n t e r n a z i o n a l e d e l l ' A j a .
T i t o l o a t u t t a p a g i n a s u l
g i o r n a l e m o n t e v i d e a n o E l
P a i s d i i e r i : “ E l r e y
a f i r m ó p r e o c u p a c i ó n a n t e
c o n f l i c t o p o r p a p e l e r a ” .
P r e o c c u p a z i o n e a c u i i l
C a n c e l l i e r e u r u g u a y a n o
G a r g a n o r i s p o n d e d i c h i a -
r a n d o c h e “ l ' U r u g u a y p a r -
t e c i p e r à a l l ' i n c o n t r o c o l
“ f a c i l i t a d o r ” s p a g n o l o c o n
s p i r i t o d i a l o g i c o m a f e r -
m a m e n t e d e c i s o a d i f e n d e -
r e i l d i r i t t o s o v r a n o d e l
P a e s e , p e r c h é n e l l a q u e -
s t i o n e s o n o s t a t i r i s p e t t a t i
l e n o r m e , l ' a m b i e n t e e i l
d i r i t t o i n t e r n a z i o n a l e ”
D a p a r t e s u a i l P r e s i d e n t e
a r g e n t i n o h a p i ù v o l t e
r i b a d i t o c h e n o n a p p o g g i a
l a p r o t e s t a c h e - l o r i c o r -
d i a m o - h a d i f a t t i s e r r a t o i
p o n t i t r a A r g e n t i n a e
U r u g u a y A l m a n c a t o
a p p o g g i o c o r r i s p o n d e l a
f e r m a v o l o n t à d i n o n f a r
s c e n d e r e i n c a m p o l e f o r z e
d e l l ' o r d i n e a r g e n t i n e p e r
s e d a r e i p i q u e t e r o s . D i
f a t t o u n o s n e r v a n t e b r a c -
c i o d i f e r r o , v e r a s p i n a d e l
f i a n c o d e l M e r c o s u r .
L a p r o t e s t a c o n t i n u a s u l
p o n t e G u a l e g u a y c h ú , s u l
p o n t e C o l ó n e i l p o n t e
C o n c o r d i a , r i s p e t t i v a m e n t e
a 2 2 0 , 3 2 0 e 4 0 0 c h i l o m e -
t r i d a B u e n o s A i r e s . L a
p r o t e s t a n a s c e d a l l a p r e o c -
c u p a z i o n e p e r i d a n n i
a l l ' e c o s i s t e m a c a u s a t i d a i
r e f l u s s i d e g l i a g e n t i c h i -
m i c i e d a g l i s c a r t i d i p r o -
d u z i o n e d e l l a c a r t i e r a .
S o p r a t t u t t o s e q u e s t i d a n n i
s i e s t e n d o n o a l G u a r a n ì , l a
s e c o n d a i m p o r t a n t i s s i m a
f a l d a a c q u i f e r a d e l l ' i n t e r o
c o n t i n e n t e , s e c o n d a s o l o a
q u e l l a a m a z z o n i c a .
M o n t e v i d e o e B u e n o s A i r e s
a s p e t t a n o c o n a n s i a l a
r i s o l u z i o n e d e l l a g u e r r a
d e l l a c a r t a : a d e n t r a m b i i
g o v e r n i i m o t i v i d i a m e -
t r a l m e n t e o p p o s t i s o n o
d i v e n t a t i t u t t ' u n o c o n i l
l o r o f u t u r o . I l P r e s i d e n t e
K i r c h n e r c a v a l c h e r à l ' o n d a
e c o l o g i s t a p e r l a r i e l e z i o -
n e , T a b a r é V a z q u e z n o n
p u ò p e r d e r e l ' o c c a s i o n e
d e l r i l a n c i o d e l l ' e c o n o m i a
u r u g u a y a n a . U n p a e s e
s e n z a i n d u s t r i e n o n p u ò
i n t r a p r e n d e r e q u e l c a m m i -
n o a l l a l e g i t t i m a f e l i c i t à
c h e è d i v e n t a t o i l n u o v o
s l o g a n d e l G o v e r n o s o c i a l
d e m o c r a t i c o .
Il braccio di ferro tra Uruguay e ArgentinaLa Guerra della Carta sul fiume della discordia
di Tdi Tonino Pintacudaonino Pintacuda
DIARIO URUGUADIARIO URUGUAYYANOANO
la gente d’italiaMercoledì 18 Aprile 20076
D i c o n o c h e n e e s i s t a n o
a l m e n o 5 0 v e r s i o n i e c e n -
t i n a i a e c e n t i n a i a d i a r r a n -
g i a m e n t i e c h e g l i a m a n t i
d e l T a n g o s i c o m m u o v i n o a
o g n i a s c o l t o . L a
C u m p a r s i t a , f i g l i a d e l
g r a n d e u r u g u a y a n o
G e r a r d o M a t o s R o d r í g u e z e
r i e m p i t a c o n l e b e l l i s s i m e
p a r o l e d i P a s c u a l
R o d r i g h e z e d E n r i q u e
M a r o n i , è , a d e t t a d i
m o l t i , i l t a n g o p i ù b e l l o
d e l m o n d o . D i s i c u r o è i l
p i ù c o n o s c i u t o .
P r o p r i o i n q u e s t i g i o r n i
M o n t e v i d e o n e f e s t e g g i a i l
n o v a n t e s i m o a n n i v e r s a r i o ,
t a n t i s o n o g l i a n n i p a s s a t i
d a q u e l l ' a p r i l e d e l 1 9 1 7 .
I l p r o g r a m m a d e l l ' a n n i v e r -
s a r i o è r i c c h i s s i m o e
s e g u e i l s e n t i e r o t r a c c i a t o
d a l T a n g o b u s , l a g e n i a l e
c r e a z i o n e d e l M i n i s t e r o
d e l T u r i s m o i n c o l l a b o r a -
z i o n e c o n l a c o m p a g n i a d i
t r a s p o r t i C u t c s a : u n t o r p e d o n e s c o -
p e r c h i a t o e t r a s f o r m a t o i n p a l c o
m o b i l e p e r e s t e m p o r a n e e e s i b i z i o n i
d e l l e n u m e r o s e s c u o l e d i t a n g o .
G e n t e d ' I t a l i a r i p r o p o n e a i s u o i l e t -
t o r i i l t e s t o i t a l i a n o d e l f a m o s o
t a n g o e i l p r o g r a m m a d e i f e s t e g g i a -
m e n t i .
L A C U M P A R S I T A
C h i e d o i l p e r m e s s o s i g n o r i
q u e s t o t a n g o , q u e s t o
t a n g o p a r l a p e r m e e
l a m i a v o c e t r a i s u o i
s u o n i d i r à d i r à p e r -
c h é c a n t o c o s ì . . .
P e r c h é q u a n d o e r o
p i c c o l o
p e r c h é q u a n d o e r o
p i c c o l o m i c u l l a v a u n
t a n g o l a c a n z o n e
m a t e r n a p e r c h i a m a r e
i l m i o s o n n o e a s c o l -
t a v o i l a m e n t i d e i
b a n d o n e o n e s
s o t t o i l p e r g o l a t o d e l m i o
v e c c h i o p a t i o
p e r c h é v e d e v o l a s f i l a t a
d e l l e c r u d e l t à
c o n i m i e i p o v e r i o c c h i
p i a n g e n t i e a p e r t i
e n e l l a t r i s t e s t a n z a d e i
m i e i b u o n i v e c c h i
l a p o v e r t à c a n t ò l a s u a
c a n z o n e d ' i n v e r n o
e i o s o n o c r e s c i u t o n e l
t a n g o ,
m o d e l l a t o d a l f a n g o , d a l l a
m i s e r i a
d a l l e a m a r e z z e c h e d à l a
p o v e r t à
d a l p i a n t o m a t e r n o .
D a l l a r i b e l l i o n e d i c h i è
f o r t e m a d e v e
i n c r o c i a r e l e b r a c c i a q u a n -
d o v i e n e l a f a m e
e i o s o n o c r e s c i u t o n e l
t a n g o
p e r c h é i l t a n g o è m a s c h i o
p e r c h é i l t a n g o è f o r t e .
H a o d o r e a v i t a
h a i l s a p o r e d e l l a m o r t e .
P e r c h é h o a m a t o m o l t o
e p e r c h é m i h a n n o i n g a n n a t o
e h o p a s s a t o l a v i t a m o r s i c a n d o
s o g n i
p e r c h é s o n o u n a l b e r o c h e n o n h a
m a i d a t o f r u t t i
p e r c h é s o n o u n c a n e c h e n o n h a
p a d r o n e
p e r c h é n u t r o o d i c h e n o n h o m a i
d e t t o
p e r c h é q u a n d o a m o
p e r c h é q u a n d o a m o m i d i s s a n g u o i n
b a c i
p e r c h é h o a m a t o t a n t o e n o n m i
h a n n o a m a t o
p e r q u e s t o c a n t o c o n t a n t a t r i s t e z z a
p e r q u e s t o . . .
* * *
M i é r c o l e s 1 8 d e a b r i l
1 5 : 0 0 h s - T A N G O b u s , c o n C u a r t e t o
Novant'anni di Cumparsitadi Tdi Tonino Pintacudaonino Pintacuda
DIARIO URUGUADIARIO URUGUAYYANOANO
Montevideo festeggia il tango di Gerardo Matos Rodríguez
la gente d’italia Martedì 17 Aprile 2007 7
R I C A C O S A , L A M U F A ,
G A R U F A e n P l a z a
V i d i e l l a , C o l ó n .
1 6 : 0 0 h s - H o m e n a j e d e
l a J u n t a D e p a r t a m e n t a l
a " L a C u m p a r s i t a " y
d e c l a r a c i ó n d e v i s i t a n -
t e i l u s t r e a J u a n C a r l o s
C O P E S .
I n a u g u r a c i ó n d e m u e -
s t r a f o t o g r á f i c a .
D i s e r t a c i ó n d e R o s a r i o
I n f a n t o z z i .
J u e v e s 1 9 d e a b r i l
1 6 : 0 0 h s - T A N G O b u s ,
c o n C u a r t e t o R I C A C O -
S A y M a i a C A S T R O e n
E x p l a n a d a M u n i c i p a l .
1 6 : 0 0 h s - E s c e n a r i o e n
P z a . C a g a n c h a c o n
N A T A C H A ( d e s d e
A r g e n t i n a ) G A R U F A , y G a b r i e l a
M O R G A R E .
1 8 : 0 0 h s - C o l o c a c i ó n d e p l a c a c o n -
m e m o r a t i v a e n A v . 1 8 d e j u l i o y
A n d e s .
1 8 : 1 5 h s - E s c e n a r i o p r i n c i p a l e n
P z a . I n d e p e n d e n c i a . A c t ú a n : M a l e n a
M U Y A L A y O r q u e s t a d e l T A N G O d e
B u e n o s A i r e s , D i r i g e :
R a ú l G A R E L L O 2 0 : 3 0
h s . , O r q . M A T O S
R O D R I G U E Z . T e a t r o
S o l í s .
V i e r n e s 2 0 d e a b r i l
1 7 : 0 0 h s - T A N G O b u s
c o n A T I P I C A , N A T A -
C H A y G a b r i e l a
M O R G A R E e n e x p l a -
n a d a d e l M i n i s t e r i o
d e T U R I S M O .
S á b a d o 2 1 d e a b r i l
1 3 : 0 0 h s - M i g u e l
A n g e l M A I D A N A y "
5 p a r a e l T a n g o " e n
P l a z a M a t r i z .
1 3 : 0 0 h s - T A N G O b u s e n l o s C a f é s y
B a r e s H i s t ó r i c o s d e l a c i u d a d , c o n
M a t í a s y G a b r i e l a , E L C H A M U Y O
c o n G o n z a l o G R A V I N A , F e r n a n d o
R O S A y T a t á n e n E L T R A N Q U I L O ,
2 1 d e s e t i e m b r e y C h u c a r r o .
1 6 : 0 0 h s - T A N G O b u s e n l o s C a f é s y
B a r e s H i s t ó r i c o s d e l a c i u d a d , c o n
G a b r i e l a M O R G A R E y A n d r e a
G E N T A e n e l B a r R E Y , D a n i e l
M u ñ o z y R e q u e n a .
D o m i n g o 2 2 d e a b r i l
1 2 : 0 0 h s - T A N G O b u s c o n P L A N E T A
T A N G O y F e d e r i c o G A N Ó N e n
P a r q u e R o d ó .
2 0 : 3 0 h s - " S a l u d o a L a
C u m p a r s i t a " , C u a r t e t o R I C A C O S A
e n S a l a F l o r e n c i o S á n c h e z
C a r i C o n n a z i o n a l i ,
p r e s i g l i a c c o r d i c o n l e
A u t o r i t à D i p l o m a t i c o -
C o n s o l a r i , i l C O M I T E S ,
l ' A N P I e l e A s s o c i a z i o n i d ' A r m a , A N C R I i n v i t a g l i
I t a l i a n i t u t t i e d i s i m p a t i z z a n t i a l l a S a n t a M e s s a c h e s i
o f f i c e r à p e r t u t t i i C a d u t i d i t u t t e l e g u e r r e i l p r o s s i m o
2 2 A p r i l e , D o m e n i c a , a l l e o r e 1 0 . 0 0 p r e c i s e n e i G i a r d i n i
d e l l ' O s p e d a l e I t a l i a n o U m b e r t o 1 º d a v a n t i a l m o n u m e n t o
a i C a d u t i .
A l l e o r e 1 1 . 0 0 , p a r t e -
c i p e r e m o n e l l a C a s a
d e g l i I t a l i a n i a l l ' A t t o
d i O m a g g i o a i C a d u t i
d e l l a R e s i s t e n z a d a v a n t i a l l a t a r g a c h e l i r i c o r d a .
R i c o r d a r e i l p a s s a t o s e n z a o d i , i n u n c l i m a d i d i s t e n s i o -
n e , d i a r m o n i a , c o n t o l l e r a n z a e c o m p r e n s i o n e è l ' a u g u -
r i o c h e f a c c i o a t u t t i .
G i o v a n n i C o s t a n z e l l i .
ANCRIANCRIRicordando il 25 Aprile 1945:Santa Messa per tutti i Caduti