la gente dÕitalia V enerd 26 Gennaio 2007 DIARIO URUGUA Y ... · Buenos Aires ed entro nel...

101
la gente d’italia Venerdì 26 Gennaio 2007 24 A lla fine ce l'ho fatta ad arrivare in Uruguay. Non è stato affatto semplice. Sono partito la sera della tormenta che s'e' abbattuta sul Nord Europa e l'aereo dell'Air One è rientrato a Palermo con un'ora di ritardo. La catena dei ritardi immensi m'ha obbli- gato a restare due giorni in piu' a Roma, snodo principale dei voli inter- nazionali. Mentre ero nella Citta' Eterna pensa- vo a che cosa avrei trovato qui. E pensando pensando ho perso il tran- sito per Buenos Aires. Non ce l'avrei mai fatta. Sono arrivato a Roma men- tre l'aereo per Buenos Aires s'alzava in volo. Per due giorni non ho fatto altro che avanti e indietro una ventina di volte al giorno: dal terminal C dell'aeropor- to Fiumicino al terminal A. Al primo competono i voli internazionali, al secondo quelli nazionali. Alla fine sono arrivato al check-in la sera dello scor- so sabato: un'altra amara sorpresa, non hannno inol- trato la mia prenotazione. Per fortuna quelli dell'Aerolinas Argentinas comprendono la situazione e aggiustano tutto. Ed eccomi in volo. Quattordici ore? Undici? Non ci capisco piu' niente col fuso ora- rio. Devo cambiare aeroporto a Buenos Aires ed entro nel pani- co. Per foruna ho volato seduto al fianco di un'italoargentina che si chiama - e questo non puo' essere un caso - Angela Custode. Ci pensa lei, parla nel suo spa- gnolo sicuro alla hostess e si fa spiegare quale bus devo prende- re. Arrivo alle 7 all'aeroporto Ezeiza. Aspetto la valigia, corro subito a cambiare una ventina di euro. Arrivo finalmente a pren- dere corriera e aereo. Bevo il mio bicchiere di cola light sul volo per Montevideo. Neanche ho il tempo di soffermarmi a prendere piena coscienza di dove sto andando e arrivo. Apro gli occhi: il cielo e' d'un azzurro che fa male agli occhi per quanto e' intenso. Ho lasciato Roma in preda ai rantoli di una tardiva primavera e sono in piena estate. Tanto che il tassista che mi porta all'hotel mette al massi- mo l'aria condizionata. E' domenica, devo aggiustare nuovamente l'orologio a cipolla. Chiedo la domanda di rito di ogni viaggiatore: “che ora e'?”. Solo un'ora di differenza dal fuso orario di Buenos Aires. Arrivare di domenica e' stata in fin dei conti una fortuna. Abbastanza calma per rassettare le idee, decido di camminare sino al Rio della Plata. Me lo trovo davanti e francamente da palermitano, abituato al riga- gnolo che chiamiamo fiume Oreto, resto basito. Mi scappa una tipica esclamazione siciliana famosa nel mondo. In estasi proseguo lungo le strade, di domenica ci sono solo i turisti e i cartoneros a tenermi compagnia. Proprio i cartoneros mi fanno ripen- sare ai siciliani che raccolgono la carta con la loro Ape con carburato- re da 50 CC. Meglio i cavalli che aiutano pure a smaltire i rifiuti organici. Arrivo finalmente alla piazza principale, sotto la statua del grande Artigas. Sono arrivato volutamente impreparato. Voglio toc- care con mano, qualsiasi libro non poteva darmi le sensazioni che provo a camminare qui, nel cuore dell'America Latina. Ogni tanto mi sveglio di notte e ancora faccio fatica a capire dove sono. Lo stomaco va ancora ai ritmi italiani. Mi sveglia alle quattro e mezza. Si stanchera' presto. Non ho nessuna intenzione di assecondarlo. Ho fatto un'altra passeggiata, sino alla redazione. Ho attraversato la porta della citta' vecchia e camminato sino a Calle Misiones. La porta della redazione era l'ultimo ostacolo prima della nuova vita. Dopo un tempo forse interminabile ho aperto la busta che conteneva le chiavi. Quasi tremando sono riuscito a far girare il chiavistello. Ed eccomi qui, a scrivervi. Questa pagina e' anche vostra. Per ogni segnalazione abbiamo attivato un' apposita casella e-mail: gente- [email protected] Il telefono della redazione e' (598) 916 08 15. Dalle 16 alle 18 potete chiamarci tranquillamente. Come si dice qui? Ah, si', hasta luego! Una terra che profuma d'Italia DIARIO URUGUA DIARIO URUGUAYANO ANO di T di Tonino Pintacuda onino Pintacuda

Transcript of la gente dÕitalia V enerd 26 Gennaio 2007 DIARIO URUGUA Y ... · Buenos Aires ed entro nel...

la gente d’italia Venerdì 26 Gennaio 2007 24

Alla fine ce l'ho fatta ad arrivare in Uruguay. Nonè stato affatto semplice. Sono partito la sera della tormenta che s'e' abbattutasul Nord Europa e l'aereo dell'Air One è rientrato aPalermo con un'ora di ritardo. Lacatena dei ritardi immensi m'ha obbli-gato a restare due giorni in piu' aRoma, snodo principale dei voli inter-nazionali.Mentre ero nella Citta' Eterna pensa-vo a che cosa avrei trovato qui.E pensando pensando ho perso il tran-sito per Buenos Aires. Non ce l'avreimai fatta. Sono arrivato a Roma men-tre l'aereo per Buenos Aires s'alzavain volo.Per due giorni non ho fatto altro cheavanti e indietro una ventina di volteal giorno: dal terminal C dell'aeropor-to Fiumicino al terminal A. Al primocompetono i voli internazionali, alsecondo quelli nazionali. Alla fine sono arrivato al check-in la sera dello scor-so sabato: un'altra amara sorpresa, non hannno inol-trato la mia prenotazione. Per fortuna quellidell'Aerolinas Argentinas comprendono la situazionee aggiustano tutto.Ed eccomi in volo. Quattordici ore? Undici? Non cicapisco piu' niente col fuso ora-rio. Devo cambiare aeroporto aBuenos Aires ed entro nel pani-co. Per foruna ho volato sedutoal fianco di un'italoargentina chesi chiama - e questo non puo'essere un caso - Angela Custode.Ci pensa lei, parla nel suo spa-gnolo sicuro alla hostess e si faspiegare quale bus devo prende-re. Arrivo alle 7 all'aeroportoEzeiza. Aspetto la valigia, corrosubito a cambiare una ventina dieuro. Arrivo finalmente a pren-dere corriera e aereo. Bevo ilmio bicchiere di cola light sulvolo per Montevideo. Neancheho il tempo di soffermarmi aprendere piena coscienza di dovesto andando e arrivo.Apro gli occhi: il cielo e' d'unazzurro che fa male agli occhiper quanto e' intenso. Ho lasciatoRoma in preda ai rantoli di unatardiva primavera e sono in pienaestate. Tanto che il tassista chemi porta all'hotel mette al massi-mo l'aria condizionata.E' domenica, devo aggiustare

nuovamente l'orologio a cipolla. Chiedo ladomanda di rito di ogni viaggiatore: “che orae'?”. Solo un'ora di differenza dal fuso orariodi Buenos Aires.Arrivare di domenica e' stata in fin dei conti

una fortuna. Abbastanzacalma per rassettare le idee,decido di camminare sino alRio della Plata. Me lo trovodavanti e francamente dapalermitano, abituato al riga-gnolo che chiamiamo fiume Oreto,resto basito. Mi scappa una tipicaesclamazione siciliana famosa nelmondo. In estasi proseguo lungo le strade,di domenica ci sono solo i turisti e icartoneros a tenermi compagnia.Proprio i cartoneros mi fanno ripen-sare ai siciliani che raccolgono lacarta con la loro Ape con carburato-re da 50 CC. Meglio i cavalli che

aiutano pure a smaltire i rifiuti organici. Arrivofinalmente alla piazza principale, sotto la statua delgrande Artigas. Sono arrivato volutamente impreparato. Voglio toc-care con mano, qualsiasi libro non poteva darmi lesensazioni che provo a camminare qui, nel cuoredell'America Latina. Ogni tanto mi sveglio di notte e

ancora faccio fatica a capire dove sono. Lo stomacova ancora ai ritmi italiani. Mi sveglia alle quattro emezza.Si stanchera' presto. Non ho nessuna intenzione diassecondarlo.Ho fatto un'altra passeggiata, sino alla redazione. Hoattraversato la porta della citta' vecchia e camminatosino a Calle Misiones. La porta della redazione eral'ultimo ostacolo prima della nuova vita.Dopo un tempo forse interminabile ho aperto labusta che conteneva le chiavi. Quasi tremando sonoriuscito a far girare il chiavistello. Ed eccomi qui, ascrivervi.Questa pagina e' anche vostra. Per ogni segnalazioneabbiamo attivato un' apposita casella e-mail: [email protected] telefono della redazione e' (598) 916 08 15. Dalle16 alle 18 potete chiamarci tranquillamente.Come si dice qui? Ah, si', hasta luego!

Una terra che profuma d'Italia

DIARIO URUGUADIARIO URUGUAYYANOANO

di Tdi Tonino Pintacudaonino Pintacuda

la gente d’italia 8Lunedì 29 Gennaio 2007

Una delle piu' belle poesie di Borges s'intitola«Montevideo»:«Scivolo per la tua sera come la stanchezza per lapietà di un declivio./La notte nuova è come un'alasopra i tuoi terrazzi./ Sei la Buenos Aires che avem-mo, quella che negli anni si allontanò, quietamente./Sei nostra e festosa, come la stella che le acque rad-doppiano./Porta finta nel tempo, le tue strade guarda-no il passato più lieve./Chiarore da dove ci arriva il mattino, sopra le dolciacque torbide./ Prima di illuminare la mia persiana, iltuo basso sole rende felici le tue ville./ Città che siascolta come un verso./ Strade con luce di patio.»Come tangibile segno di riconoscenza, proprio que-st'anno, l'Intendencia di Montevideo ha intitolato algrande “escritor argentino” una delle strade piu' cono-sciute della citta'. Sono gia' sette i giorni che vivo qui e non smetto disorprendermi, vado in giro come il bambino che lascorsa mattina si rimirava estasiato nel tetto a specchiodella tettoia di un hotel di Calle Paraguay.Venerdi' 26, quando voi leggevate la prima puntata di questo “diariouruguayano” ho preso un taxi per arrivare sino in via Jose' BenitoLamas 2857 dove all'interno di un bellissimo palazzo bianco comeuna colomba e col tetto nero d'ardesia, ho trovato l'Ambasciatad'Italia. Dal 1926, la Residenza dei Capi Missione in Montevideo èun ampio edificio di tre piani con annesso giardino, situato in CalleEllauri 991, nel quartiere residenziale di Pocitos. La casa, in stile fran-cese, venne edificata a partire dal 1910per iniziativa di don Pedro C. Towers,uomo d'affari di origine britannica.Nel 1926 lo Stato italiano l'ha acqui-stata da un cittadino brasiliano percentoventimila pesos oro.Il palazzo e' cosi' bello che nel 1993,con decreto dell'Intendencia diMontevideo, è stato dichiarato “Benedi interesse municipale” per la suaspeciale qualità architettonica, paesag-gistica e urbana. Nel 2004 il Ministerodegli Esteri italiano ha finanziatointensi lavori di ristrutturazione e siste-mazione.Nella sala d'aspetto mi hanno offertoun caffe', abbastanza simile a un buonespresso italiano. Ho fatto un po' dicompagnia all'immancabile lupa conRomolo e Remo e neanche dieciminuti dopo ero nella stanzadell'Ambasciatore Guido Scalici.Cordialissimo, alto quasi quanto l'asta della tricolore che campeggiadietro la sua scrivania. E' di Catania, nato e cresciuto li' sino alla lau-rea in Giurisprudenza. Poi ha lasciato la Sicilia per intraprendere lacarriera diplomatica, sino a Singapore, dove e' stato Ambasciatored'Italia per sei anni. Dal luglio del 2006 ricopre la stessa carica aMontevideo.Una piacevole curiosita': l'Ambasciatore e' un grandissimo appassio-nato di vela. Nel 2003 mentre era Ambasciatore a Singapore ha datoil benvenuto, in compagnia del figlio Emanuele, ai “velisti per caso”Patrizio Roversi e Susy Bladi. La simpaticissima conduttrice del programma di Rai Tre ricorda nelsuo diario di viaggio: “Non solo appassionato, ma decisamente pra-ticante!! Scalici naviga da sempre; per alcuni anni l'ha fatto con la sua

barca e poi con amici, conoscenti, parenti, con incarichi ufficiali, cam-biando ogni tipo di imbarcazione, propulsione, dimensione, svariatimari del mondo...insomma, cogliendo ogni minima occasione perstare sul mare”. Ambasciatore, quanti sono gli italiani dell'Uruguay?«Secondo i dati ufficiali, aggiornati al 2003, gli italiani residenti sono33602, oltre a 70000 soggiornanti. Siamo gia' alla quarta generazio-ne in un Paese che ha una buona base culturale ed e' carretterizzatoda una stabilita' demografica. La parte piu' consistente della popola-

zione appartiene al ceto medio. Anche qui e' pale-se una corsa al consumismo. Come in Italia:soprattutto nelle nuove generazioni. Piuttosto checomperarsi una macchina scelgono di avere ilnuovo modello di cellulare».Esiste un'industria italiana in Uruguay? «L'unica attiva e' la Dirox che opera nel settorechimico. Gli italiani si affiancano alle principalirisorse del Paese che restano l'industria del cuoioe del grano. Oltre, naturalmente, alla produzionelanifera.Pero' dobbiamo ricordare la storia moderna percomprendere il ruolo particolare ricoperto dalPaese. La sua collocazione geogra-fica e il fatto che il Rio non sia deltutto navigabile ha fatto preferire,anche per la vicinanza alle minierel'Argentina come porto principale.Fermo restando il pericolo rappre-sentato dai portoghesi».Restiamo nella storia per ricor-dare l'arrivo dei numerosi italia-

ni tra Ottocento e Novecento. «Nell'Ottocento i contadini italiani e spagnoli si dedica-rono esclusivamente all'allevamento estensivo. Laseconda generazione incomincio' a manifestare i biso-gni tipici di un paese in espansione: il ruolo fondamen-tale del terziario esercitato dai valenti professionisti chearrivarono agli inizi del Novecento. Soprattutto architetti e medici. Iprimi hanno disegnato i palazzi della citta'. Dopo la seconda guerramondiale assistiamo a una crescita esponenziale del Paese. Un datosu tutti: nel 1956 il reddito pro capite degli uruguayani era superiorea quello degli svedesi».Il legame con l'Italia vive attraverso la cultura e in tempi piu' recentianche attraverso il voto.

«Si', soprattutto nel passato la lingua italiana aveva un ruolo fonda-mentale: era obbligatoria, ad esempio, per accedere alle facolta' di giu-risprudenza o di lettere. Oggi e' in atto una profonda ristrutturazionedel sistema: e' caduto l'obbligo della conoscenza della lingua italiana.Ma l'attivita' dei principali centri di cultura italiana e' ben radicata evitale. L'Italia investe cinquecentomila euro per mantenerli attivi.Penso alla Scuola Italiana, alla Societa' Dante Alighieri e all'Istitutoitaliano di Cultura. Pero' non possiamo omettere che i corsi di linguaitaliana sono tutti privati. Per quanto riguarda il voto: l'affluenza e' stata importante, hanno vota-to su 78000 aventi diritto un abbondante 60%».E la sanita'? «La sanita' e' divisa tra un servizio pubblico - con molte lacune - e unoprivato, efficiente, completamente a carico dell'utenza. Anche quidobbiamo dire con assoluta onesta' che le tariffe sono molto piu' bassedell'analogo settore privato italiano».La ringraziamo: per concludere puo' dirci qual e' stato il suoprimo impatto con Montevideo?«Buono, molto buono. Conoscevo gia' la realta' del Sud America eMontevideo e' una citta' meravigliosa.»Finita la prima intervista uruguayana il vostro “periodista” ha vistonevicare a Montevideo: un vento leggero ha alzato i coriandoli che

giovedi' scorso,durante la sfilata cheha dato via alCarnevale, i bambinihanno lanciato a chili. Qui li fanno con poli-stirolo sbriciolato. Hovisto questi fiocchi dipolistirolo alzarsilievi e ricadere comeneve dopo essere statisulle spalle dipagliacci e acrobati. Il mio primo acquaz-zone uruguayano ha

lavato via la mia neve e quel piccolo istante di magia. Inzuppato e felice vi ricordo che potete scriverci su [email protected] telefono della redazione e' (598) 916 08 15. Da lunedi a venerdi,potete chiamarci tranquillamente dalle 16 alle 18.Come sempre: hasta luego!

L'Ambasciatore della città che s'ascolta come un verso

DIARIO URUGUADIARIO URUGUAYYANOANO

di Tdi Tonino Pintacudaonino Pintacuda

la gente d’italia 8Martedì 30 Gennaio 2007

La sveglia di Ana suona sempre alle 5 delmattino, s'iniziano presto tutte le giornate dellabella cantante di tango di origini italiane. AnaKarina Rossi ha ventotto anni, i capelli di setae un sorriso bello e contagioso.Lavora in due radio uruguayane e la sera smet-te di preoccuparsi di scalette e spot pubblicita-ri per dedicarsi alla passione della sua vita: lamusica.Un amore che comincia presto, ereditato dalpadre che le fa studiare pianoforte. Poi altredue scelte importanti: lasciare l'amatissimopianoforte per cantare e soprattutto la scelta dicantare pezzi originali, non solo cover o pezzidello splendido repertorio della storia deltango.L'abbiamo incontrata durante la sua pausapranzo.Ana, il tango e' una passione di famiglia ouna scelta esclusivamente tua?«È stato mio padre a farmi apprezzare edamare Carlo Gardel, il re del tango. E soprat-tutto mia cugina Beatriz Lozano è stato un riferimento importanteper me: Beatriz vive a Roma, è una famosa cantante lirica con unrepertorio che spazia dal lieder e romanze alla musica sacra.. Poimio padre ha scelto di farmi studiare pianoforte, avevo appenadieci anni. Ho studiato ogni giorno per superare l'esame d'ammis-sione per l'Università di Musica dell'Uruguay. L'ho superato con ilmassimo dei voti». Eri una promettente pianista: perche' hai scelto di cantare?«La mia vita è segnata da tre domande importanti, la prima me lasono posta subito dopo il conservatorio: voglio continuare col pia-noforte o cantare? Ho deciso di cantare e per un anno con tutta l'a-nima ho studiato canto privatamente». Dicevi che erano tre le domande importanti della tua vita.Qual e' stata la seconda?«Avevo fondato a vent'anni una banda di blues. Avevamo un

repertorio che andava da Janis Joplin a Tom Waits. Ed ecco laseconda domanda cruciale. Voglio fare solo covers? E ho scelto iltango. Mi ricordava mio padre e il bellissimo periodo passato conlui, da bambina, ad ascoltare e ballare il tango. Mio padre è mortoche ero appena adolescente. Con il tango riesco a ricordare queglianni felici con lui. Ecco, sono entrata nel mondo del Tango comecantante del “Trio Sur”, diretto dal Maestro Miguel Angel Trillo,primo bandoneón dell' “Orquesta Filarmónica de Montevideo”».Ed arriviamo alla terza domanda...«Sì, mi sono guardata allo specchio e mi sono chiesta: devo limi-tarmi solo al repertorio classico? Ho deciso di spaziare e, insiemeal pianista e compositore Alberto Magnone, ho contribuito alla dif-fusione nella piazza “montevideana” di un repertorio di tango con-temporaneo scritto dallo stesso Maestro Magnone, diffondendoanche l'opera d'avanguardia di Astor Piazzolla con i testi del suo

storico poeta-paroliere Horacio Ferrer».E cosi', inseguendo i tuoi sogni, sei arri-vata al progetto “Planeta Tango”. Ce neparli?«Sono produttrice artistica e voce solista di“Planeta Tango”, un gruppo di tango con-temporaneo. Abbiamo esordito nel novem-bre del 2006 con lo spettacolo “VidasVividas” al Festival Tango Vivo, insiemecon i gruppi argentini di tango elettronicoTanghetto e San Telmo Lounge. Lavorandocon il compositore uruguaiano Hugo Rocca,co-direttore del progetto Planeta Tango,abbiamo realizzato il nostro primo lavorodiscografico “Vidas vividas”, nominatodalla critica come “un nuovo concetto dellinguaggio del tango”».“Planeta Tango” (www.anakarinarossi.com)e' stata possibile anche grazie all'espe-rienza accumulata in Italia?«Certamente! Nel 2005 ho realizzato unatournèe di concerti nella bellissima Italia.

M'è rimasto nel cuore un concerto con il pianista argentino HugoAisemberg al Teatro di Marcello a Roma, simbolo dell' arte delperiodo romano. Ho cantato brani di Piazzolla e del tango riopla-tense: m'hanno detto che sono stata la prima cantante di tango adesibirmi in questo palco archeologico. Altri concerti li ho tenutigirando la penisola per vari Festival nelle città di Ancona, Iesi,Castelbellino, Macerata e in Sicilia.Ho continuato nel 2006 : un'altra tournèe di concerti italiani pre-sentandosi a Roma e in varie città delle Marche insieme al chitar-rista Francesco Albano. In Sicilia ho realizzato dei concerti con ungruppo de musicisti siciliani unendo il tango con la musica popo-lare dell'isola, presentandosi a Palermo, Agrigento, Enna, GoiosaMarea, Aquaviva ed altri paesi del Sud Italia. E piena di felicità asettembre ho ricevuto qui a Montevideo il premio “JovenSobresaliente” nella categoria espressioni musicali». Ana, i migliori auguri a nome della redazione e di tutti i nostrilettori. Toglici una curiosita', come riesci a trovare il tempo percondurre anche un programma radiofonico e collaborare allarealizzazione di un altro?«La musica è la mia passione. Mi sveglio alle 5 del mattino, dalle7 alle 13 lavoro alla Radio Carve dove conduco il programmagiornalistico più importante e di maggiore audience del paese “Lamañana de Carve”. È una radio storica, con 75 anni di attività. Tutte le mattine realizzo interviste d'alto livello su temi di attualitàin materia politica, economica, sociale e culturale. Lo faccio per-ché il giornalismo è un'altra grande passione. Sono laureata inScienze della Comunicazione presso l'“Universidad de laRepública del Uruguay”. Per Radio Carve ho fatto la corrispon-dente dall'Italia informando e curando ogni giorno approfondi-menti sul rapporto culturale tra Italia e Uruguay: considerando chepiù d'un terzo della popolazione in Uruguay - me compresa - è diorigine italiana.Pranzo e alle 14:00 sono in Calle Misiones, alla Radio NazionaleSadre. Sono la produttrice generale del programma “Estación LaPlaza”. Tra i nostri ospiti abbiamo anche artisti di rilievo interna-zionale.Alle 19 posso tornare al Tango. Il Tango è sensuale, è pieno di poe-sia. Il Tango è la mia vita».Come sempre: hasta luego.

Redazione (598) 2 916 08 15. Da lunedi a venerdi, dalle 16alle 18.

Scriveteci all'indirizzo [email protected]

Ana Karina Rossi: una vita per il Tango

DIARIO URUGUADIARIO URUGUAYYANOANO

di Tdi Tonino Pintacudaonino Pintacuda

la gente d’italia Mercoledì 31 Gennaio 2007 7

L'ottima scelta di Dante, Cervantes e Socrate“Il meriggio è fatto per discutere»diceva Socrate a Fedro nell'omonimodialogo platonico.Mi viene da pensare che questo valeanche per le statue di Montevideo. Mi spiego meglio. Di ritorno dall'intervistaall'Ambasciatore Guido Scalici hodeciso di farmi la famosa scarpinata.Tutta Av.da 18 de Julio a piedi, con lagiacca e la cravatta.Sarà stato il caldo, la bellezza dellacittà o semplicemente la mia laurea infilosofia ma mi sono commosso a tro-vare a pochi marciapiedi di distanzaDante Alighieri, Cervantes e Socrate.Tre giganti dell'umanità acui Montevideo ha dedicatoaltrettante bellissime statue.Chissà che direbbero sepotessero parlare!Socrate perdonerebbe Danteper averlo messo nel limbotra i grandi uomini cheebbero la sfortuna di nasce-re prima della venuta diGesù Cristo?E il Gran Toscano chedirebbe al creatore dell'hi-dalgo? Magari Socrate liconvincerebbe a lasciare iloro basamenti per andare atrovare Garibaldi al porto. Di sicuro Socrate farebbevolentieri da scudiero aCervantes, andrebbero tuttie due a battagliare contro lestorture di questo nuovomillennio.Questi pensieri sono completamenteuruguayani. Non ho ancora bevuto illoro mate ma non posso che apprez-

zarli ancor di più per aver deciso dierigere queste statue. Socrate e Dante dovrebbero esserci inogni città italiana. Il grande filosofo

ci ha insegnato che una vitasenza ricerca non è degnadi essere vissuta. Rinunciò ai pochi anni divita che gli restavano - lemalelingue aggiungono cherinunciò volentieri purealle celeberrime bisticciatecon l'amata Santippe - e incambio di pochi anni haraggiunto l'eternità. Bevve l'amara cicutadavanti agli amici: la cittàche amava e che avevadifeso con coraggio in piùdi una battaglia, la grandis-sima Atene, lo condannòperché corrompeva i giova-ni con i suoi discorsi dilibertà e verità.Li vedo già, lungo Av.da 18de Julio, su un carretto dacartonero, Cervantes eSocrate. Felici che ancora

qualcuno conosca la loro storia.Dante li seguirebbe dopo, lui è troppovicino alla biblioteca. Se davveropotesse muoversi dal suo basamentone approfitterebbe subito per leggere,leggere e leggere ancora. Amava ilibri, avrebbe almeno sette secoli diletture arretrate.Inseguendo questi pensierie con i piedi doloranti hoavuto l'ennesima riprovadella gentilezza degli uru-guayani. Ho chiesto dov'e-ra Plaza Indipendencia e unbel giovanotto in manichedi camicia m'ha detto cheera lontana e mi ha consi-gliato un taxi. Avendo com-preso che volevo continua-re la mia passeggiata s'èfermato, ha contato mental-mente i marciapiedi e mi hadetto: «mancano tante“quadra”». Stupito di tanta gentilezzaho fatto un piccolo sondag-gio. Ho rifatto la stessadomanda via via che cam-biavo marciapiede e nonimportava: chiunque incon-trassi rispondeva gentil-mente scalando il numeroiniziale di uno. Come vole-

vasi dimostrare: la gentilezza è nelcuore degli uruguayani.Dante, Cervantes e Socrate non pote-vano trovare migliore compagnia.

to.pin.

SUDAMERICASUDAMERICA

la gente d’italia 8Mercoledì 31 Gennaio 2007

D a quando Giosuè Carducci l 'hafondata nel 1889 la Società DanteAl igh ie r i non ha ma i smesso d idiffondere la l ingua e la cul tura i ta-l iana nel mondo.A Montevideo la sede è a l quartopiano del numero 948 di Av.da 18de Jul io . I l presidente è la professo-ressa Renata Gerone, s ic i l iana, dasempre impegnata a onorare lo s ta-tuto del la società . Nel la sala di le t tura abbiamo incon-trato Valer ia Macal i , g iovaniss imadocente del la Scuola I ta l iana chet iene alcuni cors i anche al la SocietàDante Alighier i .Valer ia arr iva da Carpineto (provin-cia di Roma) e , dopo un viaggio inUruguay, i ncan ta t a ha dec i so d irestare qui anche per dare un sensoconc re to a l l a sua l au rea de l l aSapienza di Roma. Abita a Montevideo dal due gennaiodel l 'anno scorso. Per vivere insegnai ta l iano, s tor ia e geograf ia in t reclassi di vent isei a lunni a l la Scuolai ta l iana e a i cors is t i del la DanteAlighier i .Ha superato le pr ime diff icol tà earrotonda lo s t ipendio del la ScuolaI ta l iana con numerosiss ime lezionip r iva t e , appena poch i pesos pe rimparare la l ingua di Dante e di Petrarca. Ci r i corda l e sue pr ime impress ion i? Esoprattutto qui è fe l ice?«Sì , sono fel ice . Appena arr ivata questa c i t tàmi ha r icordato i raccont i del la gioventu ' dimia madre. Sembra di essere in un ' I ta l ia degl ianni Cinquanta . I local i hanno ancora quel t ipodi pavimenti o di arredamento che avevo vis to

solo a casa di mia nona.”Riesce a vivere con lo st ipendio del la scuola?“Non pot re i p ropr io . Devo necessar iamentedare lezioni pr ivate e vivere a Carrasco conuna famigl ia . La ci t tà comunque è bel l iss ima.Piut tosto che restare in I ta l ia ad aspet tare i llavoro ho prefer i to venire qui . Le giornatescorrono bel le e lente . Qui s i r iesce quasi adavere più tempo, lontani dal caos e dal la f rene-

sia del le grandi c i t tà i ta l iane. . .» .Lente come un carretto di un carto-nero? «Sì - sorr ide - posso raccontare unaneddoto per far capire megl io cosain tendo. A Nata le ho rega la to de l letazze di una famosa marca i ta l iana auna mia amica. Le ho comprate in unnegozio con i l pavimento t rabal lante . Aogni passo temevo di r idurre tut to incocci . Hanno pero ' sbagl ia to ad abbina-re i p ia t t ini . Torno al negozio. E midanno la r isposta: no pasa nada.Non ci fa niente . . . Fa par te del la lorocul tura . Non inseguono i l consumismoo le grandi marche. Vivono fel ic i nel laloro meravigl iosa ci t tà Poi ho chiamatodiret tamente la fabbrica. E anche lorohanno sbagl ia to ad abbinare i piat t ini .Erano semplicemente bianchi . Anche inI ta l ia no pasa nada».La professoressa Macal i ha un persona-l i s s imo r i conosc imen to da f a re a lnostro giornale: usa le nostre pagine di“Gente d ' I ta l ia l ibr i” ( la nostra rubricadel venerdì) come dispensa didat t ica . Questo piccolo gesto ci r iempie d 'orgo-gl io ma non ci sorprende: ident ica è lamol la de l le nos t re az ion i : vogl iamodiffondere e rafforzare la cul tura i ta-l i ana ne l mondo . Anche qu i , aMontevideo.Non pe r n ien te ne l l a nos t r a t e s t a t a

campeggia i l nos t ro amato t r ico lore . Comesempre: hasta luego.

Valeria Macali: «Insegno la lingua di Dante lontano dal caos e dalla frenesia»

DIARIO URUGUADIARIO URUGUAYYANOANO

LETTERE LETTERE AA GENTE D’ITGENTE D’ITALIAALIA

di Tdi Tonino Pintacudaonino Pintacuda

L e prime tre le t tere sono arri-vate . . .Cont inuate a scriverci al l ' indi-r i z z ogentedital iauruguya@gmail .comSe preferite i l te lefono, c i tro-vate qui dal le 16 al le 18, i lnumero e' (598) 916 08 15

Cara “Gente d ' I tal ia”, e ' bel lol eggere un d iar io daMontevideo. Ma voi che magaripo te t e , t og l i e t ec i una cur io i -s ta ' : qual i sono le prospet t ivedel la Rai per l 'America Lat ina,

che fara ' nel lo speci f ico opera-t ivamente la Rai di Montevideo?********************

Diret tore, parlo a nome anchedi tut t i g l i i tal iani che vivono aMontevideo, noi gente comunenon r iusciamo a mandare i f igl ial la scuola i tal iana perche' e 'troppo lontana dal centro abi ta-to , lontana mil le migl ia per icost i del le mensi l i ta ' da paga-re. E ' noto a tut t i , i ta l iani enon (che non diment ichiamolo:sono la maggioranza, i non i ta-l iani) . Fermo restando che lascuo la e ' un g io ie l lo perche 'non pensare a una sua succur-sale a prezz i popolar i e p iu '

v i c ina a l cuore de l la c i t t a '?Carrasco e ' troppo lontano, e 'un al tro mondo.

***********************

Il nostro Garibaldi sentenzio ' :“Infel ic i i popol i che aspet tanoi l loro benessere dal lo s tranie-ro”. Dedicherete uno speciale aJose ' Garibaldi? Non abbiamosolo la s tatua! Esce una r iv is tain i tal iano e spagnolo, i l t i to loe ' "Garibaldi" . La real izza i lcomitato garibaldino che curaanche i l museo dedicato al l 'e-roe.

Precisiamo per i nostri lettori che nelriportare le parole dell'AmbasciatoreGuido Scalici nel numero di lunedì perun errore di trascrizione abbiamo maleinterpretato le dichiarazionidell'Ambasciatore.Secondo i dati ufficialidell'Ambasciata gli italiani in Uruguaysono 78000 e non, come erroneamenteriportato, 33602.A questi si aggiungo-no circa 20.000 domande di cittadi-nanza in trattazione.Altro punto fondamentale: non è anco-ra caduto l'obbligo della lingua italia-na nel biennio pre-universitario inUruguay. L'Ambasciata si sta impe-gnando per evitarlo.

(tp)

RETTIFICARETTIFICA

la gente d’italia 8Giovedì 1 Febbraio 2007

I l 17 set tembre di centoventuno anni fa nasce-va a Montev ideo la “Scuola I ta l i ana de l leSocietà Riuni te” su iniziat iva di t re benemeri-t e a s soc iaz ion i . “La Lega Lombarda” , l a“Società Aspirazioni drammatiche” e la società“Circolo Napol i tano”. Presto s i unì anche la“Mutuo Soccorso fra gl i Operai I ta l iani” .Per la Lega Lombarda f i rmarono i lDo t t . Leone Mar i a More l l i , i lP ro f . P ie t ro Rica ldon i , i l Do t t .Eugen io Cassane l lo e i l S ig .Giovanni Restel l i . Per la “SocietàAspirazioni Drammatiche” furonoi l Cav. Luigi Colombo e i l Prof .Albino Benedet t i a s iglare l 'accor-do . A rappresen ta re i l “Ci rco loNapo l i t ano” fu rono i l Do t t .Vincenzo Stajano e i l Sig. AntonioTommasel l i . I l sogno dei fondator i s i concre-t izzò pres to e con successo: lapr ima sede in via Colonia divenneda subi to una piccola c i t tà del la cul tura . E piùcresceva i l prest igio del la scuola più le aule s ir ivelavano insuff ic ient i a contenere i numerosialunni .Fu così che s i cerca di real izzare dal nul la un“edif ic io moderno”. Nasce così la s tor ica sededi via Uruguay. Proget ta ta dal l ' ingegnere LuigiAndreoni , divenne presto un centro importantedi i ta l iani tà . Le cronache del tempo par lanosenza mezzi termini del la s tor ica sede come“orgogl io di tut ta la col le t t ivi tà i ta l iana”.Ma in capo a pochi anni e anche la sede di viaUruguay diventa insuff ic iente a contenere tut t icoloro che vogl iono s tudiare la nostra cul turae la nostra l ingua. Nascono le pr ime succursa-l i : in via Garibaldi e in via 8 de Octubre. Sino al punto di svol ta : la bel l iss ima sede incui ancora oggi la Scuola opera, la prest igiosasede che fu del la Scuola del Sacro Cuore, aCarrasco.Da qui la Scuola cont inua a offr i re cors i d 'ot-t imo l ivel lo per non far perdere a l le nuovegenerazioni i l sol ido legame con l ' I ta l ia , pr imofra tut te quel lo con la bel la l ingua di Dante edi Petrarca.E sono f ini t i anche i problemi di spazio: i lcomplesso di Carrasco, secondo quanto dichia-rarono in occasione del centenario nel 1986, “èin condizione di ospi tare quals ias i piano disvi luppo”. Leggendo le emozionate cronache del centena-r io scopriamo come la Scuola fosse già a l l 'a-vanguardia vent i anni fa . Proprio quest 'anno s ifes teggia i l centenario del metodo Montessoriche qui portò al la nasci ta del la “Casa dei bam-bini” . I l bambino deve essere misura di tut te lecose del suo ambiente per crescere sano e a t t i -vo. La cresci ta dei bambini cont inua con lascuola e lementare . Cinque classi p iù una sestaper completare i l c ic lo pr imario uruguaiano.Nel le foto ingial l i te del lo speciale che i l men-

si le A.N.C.R.I . dedicò al centenariointravediamo perf ino un laborator io diin fo rma t i ca e un l abora to r io d iScienze pieno di provet te .Tut to era “a formazione del l 'educan-do” : educaz ione a l l a conoscenza ,al l 'amicizia , a l le re lazioni , a l la vi ta dicomunità . Non manca l 'a t tenzione fon-

damen ta l e a l l a c r e sc i t ade l co rpo con g io rna tesport ive. A naturale com-p le tamento corona tu t t al 'opera svol ta nei prece-den t i s e t to r i l a Scuo laSecondar ia , r i cca anchedi a t t ivi tà complementar ie or ientat ive. La Scuola I ta l iana è s ta tane i suo i p r imi cen to ann i unagrande oasi fe l ice ol t re che unastrut tura a l l 'avanguardia .Nei prossimi giorni vi raccontere-mo cosa è cambiato nel corso di

quest i ul t imi anni .I l s i to internet del la scuola (ht tp: / /www.scuo-lai ta l iana.edu.uy/) è un ot t imo portale: sembra

propr io che l ' e redi tà de i fondator i non s iaandata perduta .Come sempre: hasta luego.

Redazione (598) 916 08 15.Da lunedi a venerdi , dal le 16 al le 18.

Scriveteci al l ' indir izzo gentedi tal iauruguay@gmail .com

Il glorioso passato della Scuola Italiana di MontevideoDIARIO URUGUADIARIO URUGUAYYANOANO

di Tdi Tonino Pintacudaonino Pintacuda

Poteri speciali a Chavez per legiferareA partire da oggi e per i prossimi 18 mesii l presidente Hugo Chávez avrà poteri spe-cial i per legi ferare per decreto at traverso lacosiddet ta 'Ley Habil i tante ' , approvata ier idal l 'Assemblea nazionale , interamente com-pos ta da membr i de l la magg ioranza . Lanuova 'Ley ' consent irà a Chávez di emanarenormative su 11 aree speci f iche - inclusaquel la energet ica, i l 'p i lastro ' del l 'economiavenezuelana - ol tre ad r i formare leggi pree-s is tent i nei set tori di importanza nazionale .

Si trat ta del la seconda 'Ley Habil i tante ' con-cessa al presidente dopo quel la che, dal l 'o t-tobre 2001, gl i permise di promulgare 47nuove leggi - tra cui la 'Ley de Tierras ' e la'Ley de Hidrocarburos ' - che scatenarono ladura reazione del l 'opposiz ione. I l deputatoCarlos Escarrá ha spiegato che i l lavoro diChávez sarà art icolato in due fasi: f ino aset tembre preparerà proget t i d i legge chedovrebbero essere approvate nei nove mesisuccessivi . La 'Ley Habil i tante ' è considera-ta da Chávez uno dei c inque “motori s trate-

g i c i” de l suo nuovomanda to , che conc lu -derà nel 2013; gl i al tr isono la r i forma cost i -tuzionale , una campa-gna di “morale e luci”per “un' is truzione convalori social is t i”, una“nuova geometr ia de lpotere” per l 'ammini-s trazione terr i toriale ei l ra f fo r zamen to de ipoteri dei comuni .

L a “ S c u o l a I t a l i a n a d e l l e S o c i e t à R i u n i t e ” n a s c e v a 1 2 1 a n n i f a s u i n i z i a t i v ad i t r e b e n e m e r i t e a s s o c i a z i o n i . “ L a L e g a L o m b a r d a ” , l a “ S o c i e t à A s p i r a z i o n id r a m m a t i c h e ” e l a s o c i e t à “ C i r c o l o N a p o l i t a n o ” . P r e s t o s i u n ì a n c h e l a“ M u t u o S o c c o r s o f r a g l i O p e r a i I t a l i a n i ” .

VENEZUELAVENEZUELA

la gente d’italia Venerdì 2 Febbraio 2007 23

I l l ibro di Federico Guigl ia ha un t i tolo bel l is-simo: “Se i l mondo f inisce qui”. Ancora più bel-lo s i r ivela i l sot tot i tolo: “raccont i i ta l iani dio n o r e e d i s p e r a z i o n e d a l l ' A rg e n t i n a a l l ' U r u -guay”.Pubbl icato nel 2004 per la casa edi t r ice “Idea-zione”, s in dal le pr ime pagine ci catapul ta nel-l 'America la t ina che fu, quel la fa t ta del sensua-le e poet ico tango, terra di calciator i capaci dipercorrere un intero campo di calcio con la pal-la magicamente at taccata al piede. La patria del-la be l la Evi ta (annacquata in sa lsa hol lywoo-diana da Madonna) e di Anita , l 'amata moglie diGaribaldi . Un terr i tor io bel lo e profondo che vadel la grande Argent ina al piccolo Uruguay. Guigl ia conosce beniss imo questa real tà essen-do nato a Montevideo nel 1959. È s ta to da subi-to affascinato dal mondo e dal la cul tura i ta l ia-na, per amore del le sue radici ha s tudiato la l in-gua s ino a possederla megl io di tante penne no-strane.La sce l ta de l g iornal i smo r i su l ta na tura le . Lasua carr iera inizia ventuno anni fa - guarda ca-

so l 'anno del centenario del la Scuola I ta l iana diMontevideo - con l 'assunzione al “Giornale” diIndro Montanel l i , dopo che, appena ventiset ten-ne, aver vinto a Milano i l concorso nazionaledel l ' Is t i tuto per la Formazione al Giornal ismo. Guigl ia ha girato i l mondo e l 'ha descr i t to conmaestr ia . Cambiavano gl i scenari del la pol i t icainternazionale e i fusi orar i ma dal la Londra del1976 alla Berlino del 1996, rinata dopo la cadutadel Muro, ident ico è s ta to l ' impegno del giorna-l i s t a : da segna la re l e co l l aboraz ion i con DieWelt e con RadioFrance-Internat ionale . Una bel l iss ima poesia del premio nobel Sefer isreci ta : “Vecchio amico, che cosa vai cercando?/Dopo tant i anni a l l 'es tero r i torni /Con immagi-ni sor te / sot to c ie l i s t ranier i / lontaniss imi dal latua terra .”Guigl ia per evi tare questa dis tors ione ha scr i t -

to questo l ibro, un at to d 'amore vero, vivo e vi-ta le per la sua terra . Un l ibro che è usci to pro-pr io quando i l Vecchio Continente decideva de-c iso masochis t icamente d i abbandonare lenta-mente l 'America la t ina al suo dest ino.

Ed ecco quindi la lot ta contro i l nemico più te-nace: l ' indifferenza.I l l ibro narra di Garibaldi e Maradona, di Bor-ges che ascol tò Montevideo come un verso e diGardel che divenne i l re del tango.Un viaggio che s i snoda dal l ' incantevole Puntadel Este s ino ad Ushuaia . Senza dimenticare lecode ai consolat i i ta l iani e le r ichieste d 'a iutosui giornal i argent ini .Guigl ia lo spiega nel la quarta di copert ina: «c 'èun mondo che fa parte del mondo: i l nostro mon-do. A diecimila chi lometr i da Roma, es is te unarealtà di nomi e di luoghi latino-americani legatiper sempre al la vi ta del nostro Paese. Una “Vi-ta” da r i leggere e r iscoprire perché piena di fu-turo». Speriamo che Guiglia continui , ora che dal 1999ha scel to di fare i l l ibero professionis ta - dopoessere s ta to “not is ta” pol i t ico de i l Giornale ed i re t to re de l Borghese - d i con t inuare ad ac-compagnarci in questo meravigl ioso mondo.

toninopintacuda@libero. i t

Guiglia: un atto d'amore contro l'indifferenzapagina a cura dipagina a cura di

TTonino Pintacudaonino Pintacuda

CULTURA - SPECIALE SUD AMERICA

ILIL LIBROLIBRO

Anticipato come sempre da un ar-ticolo sulla “Civiltà Cattolica”, èarrivato da pochigiorni nelle libre-r i e i t a l i a n e i lnuovo libro di An-t o n i o S p a d a ro :“ N e l l a m e l o d i ad e l l a t e r r a . L apoesia di KarolWojtyla” (edizio-ni Jaca Book, 80pagine, 10 euro). Spadaro, oltre adessere conosciutouniversalmentecome il “tecnoge-s u i t a ” p e r l acompetenza dimo-s t r a t a p i ù v o l t econ i nuoviss imimedia, è soprat-tutto un prepara-

tissimo critico letterario, con inte-ressi che spaziano da Pier VittorioTondelli a Carver, senza dimentica-

re Flannery O' Connor acui ha intitolato i labo-ratori di lettura che con-duce con l 'associazionec u l t u r a l e B o m b a C a r t a(www.bombacarta.com),fondata da lui stesso nel1998. Nel numero 3733 di Ci-vi l tà Cattol ica AntonioSpadaro aveva g ià a f -frontato la poesia di Ka-rol Wojtyla, sottolinean-d o c o m e l ' i n t e re s s e d iGiovanni Paolo II per lapoesia risalisse alla pri-ma giovinezza del futuropapa del dialogo.Interesse che poi è matu-rato, insieme a una in-

tensaesperienzat e a t r a l e eallo studiodel la f i lo-logia polacca, s ino a sv i lupparsisviluppando una «devozione» per laparola. Le architetture metaforiche dei suoiversi si intrecciano a domande in-quiete e a risposte di grande inten-sità spirituale.L'ispirazione di Wojtyla ha genera-to composizioni che seguono il ritmodel pensiero: si restringono fino al-l'ermetismo e si allargano fino allameditazione in prosa. Tra pensiero evisione non ci sono fratture; così an-che t ra la d imens ione asce t ica equella pratica. Ecco una delle caratteristiche dellapoesia wojtyliana: partire da un og-getto, un fatto, una persona e co-

glierne la trama infinita di nessi colmistero dell'esistenza umana.C o m ' è e v i d e n t e a d e s e m p i o n e l“Canto dello splendore dell'acqua”del 1950:Nel fondo stesso, a cui volevo soloattingere/acqua con la mia brocca,ormai da tempo alle pupille/aderiscesplendore . . . Tante le mie scoper-te/quante mai f ino a ora!/Qui, ri-flesso dal pozzo, scopersi in me tan-to vuoto.//Che sollievo! Interamen-te non saprò in me trasportarti,/mavoglio che tu resti, come nello spec-chio del pozzo/restano foglie e fioricolti dall'alto,/dallo sguardo degliocchi stupefatti/- occhi più lumino-si che tristi.

Il mistero dell'esistenza umana nella poesia di Papa Giovanni Paolo II

la gente d’italia Venerdì 2 Febbraio 2007 24

Ed ecco la domanda che tutti aspettavano: quan-to costa la vita a Montevideo?Fughiamo subito ogni dubbio, con uno stipendioitaliano di 800 euro qui si vivrebbe benissimo. Lamaggior parte della gente qui, soprattutto dopo lagrande crisi degli scorsi anni legata all'impennatadelle quotazioni del dollaro, vive con appena 6400pesos. Che sarebbero poco più di 200 euro. Con tanto deve adeguarsi alla meno peggio,addrontando a testa alta ogni giorno che snoccioladal calendario. La quotidianità di tutti, quellafatta di rate, mutui e pagherò qui assume un signi-ficato metafisico.La gente si industria, spuntano lavoretti che nien-te hanno da invidiare alla famosa inventiva parte-nopea: un vecchietto vende in Av.da 18 de Julio cddi installazione di linux, il sistema operativo caroagli smanettoni che lottano contro il monopolio diWindows, qualcun altro vende noccioline glassatead appena 5 pesos. Poi volantinaggio, ragazzisandwich, cantanti e ballerini di tango, insommatutta quella serie di lavoretti figli del bisogno.Aveva ragione Aristotele, siamo animali sociali.Viviamo nel grande branco che è la società civilee possiamo vivere solo saziando i suoi bisogni. Partiamo dai quelli più elementari: il cibo necessa-rio per vivere.La gente abusa dell'ottima carne uruguayana e poine sconta le conseguenze. Gli stravizi proteici inta-sano presto le vene con percentuali di colesteroloche farebbero impallidire qualunque medico.Ma è uno stravizio nato dalla penuria di alternati-ve.Se la carne costa al chilo 35 pesos la gente la com-prerà piuttosto che spenderealtrettanto per un quotidia-no.A poco è servita la consi-stente campagna informati-va del governo contro glieccessi del consumo dicarne. Il chivito o il pancho- rispettivamente una speciedi hamburger con una tene-rissima fetta di carne ada-giata tra salse e pane e il piùnormale degli hot dog - adappena 30 pesos nei nume-rosi chioschi che decoranole strade è troppo allettantee saporito. I supermercati sono inseritiin una rete fortementegerarchizzata: dal basso degli almacenes de barrio(i nostri vecchi empori che spesso e volentieridevono fare credito) alla vetta rappresentata dallaTienda Inglesa che rappresenta il top dei top con unportale strapieno di animazioni in flash

(http://www.tinglesa.com.uy/).In mezzo ai due estremi c'è tutta una serie di nego-zi d'alimentari che conoscono benissimo le strate-gie del marketing. Dicevamo: al top la Tienda Inglesa che ha unavarietà di prodotti degni di un ipermercato ameri-cano, com'era quel vecchio motto americano?“Abbiamo tutto: dal seme di mela alla navicellaspaziale”. Ecco, con le dovute precisazioni, è veroanche per la Tienda. Anche i prezzi sono propor-

zionati, la Tienda ha nelsuo ricco inventarioanche la pasta italiana el'olio delle nostremigliori olive.La qualità si paga: pra-ticamente i prodottiimportati costano ildoppio dei nostri.Seguono a ruota ilDisco di Punta Carretae la catena dei Devoto,recentemente assorbitadal gruppo Disco. Poi laserie dei Ta Ta, quantodi più simile ai nostrisupermercati abbiaincontrato. Prezzi chedi certo non sono per lalarga fetta dei cittadini.

Anche se da italiano pagare 38 pesos 5 litri di otti-ma acqua salus mi sembra un sogno... Questi ultimi si arrangiano con Superfresco, coiMacro Mercado e con i Multi Ahorro. Soprattutto i

Superfresco si caratterizzano come piccoli negoziche hanno fatto di necessità virtù, dove nessuno sistranizza di pagare a rate una bottiglia di whisky odi comprare una banana solitaria o una solaci`polla. Ogni giorno la massaia scende e comprasolo quello di cui ha davvero bisogno: una cipolla,un pezzo di carne, una fetta di calabaza (la zucca)che lesta taglia con maestria col serrucho (ilseghetto) lasciato lì apposta. Se anche il Superfresco risulta troppo esoso - e nonsta noi giudicare il tenore di vita dei dignitosissimiuruguayani che mai, con encomiabile nobiltà d'ani-mo, piangono miseria - restano sempre le ferias, imercatini rionali che da noi in Italia stanno scom-parendo. Parlo per esperienza diretta: il pizzicagnolo cheogni mercoledì deliziava il mio colesterolo con ilsuo provolone e i suoi affettati è andato a lavoraredentro un supermercato dove ha cercato, inutilmen-te, di ricreare quel clima di familiarità che c'era nelmercatino. Nelle ferias si trovano frutta, verdura, formaggi esalumi a prezzi popolari. Da segnalare che sia la Tienda Inglesa che MacroMercado hanno cercato di catturare una clientelacon minore potere d'acquisto. Sono nati cosi laTienda Inglesa Sayago e Macro Mercado del Cerro.Come sempre: hasta luego! Redazione (598) 916 08 15. Da lunedi a venerdi,

dalle 16 alle 18.Scriveteci all'indirizzo

[email protected]

Quanto costa la vita a Montevideo?

DIARIO URUGUADIARIO URUGUAYYANOANO

di Tdi Tonino Pintacudaonino Pintacuda

la gente d’italia 8Lunedì 5 Febbraio 2007

Il presidente della Camera FaustoBertinotti arriva con mezz'ora di ritardoalla conferenza stampa che precede il rice-vimento dell'Ambasciatore d'Italia GuidoScalici. Il Presidente e' come sempreimpeccabile, sul bavero della giacca lucci-ca la spilletta con la bandiera italiana equella uruguayana.La spilla e' la sintesi di questa visita uffi-ciale del Presidente: ribadire con vigore -sono proprio le parole del presidenteBertinotti - la «vicinanza» tra l'Italiae l'Uruguay, il Paese che rappresen-ta il cuore del Mercosur.«E' un passaggio particolarmentecoinvolgente, in Uruguay e' presenteuna comunita' italiana di rilievo chesottolinea il peso che l'Italia haavuto nella formazione del Paese. Esono felice per l'impegno-restauro-rivalutazione-rilancio di un grandeospedale come l'Ospedale Italiano diMontevideo» esordisce Bertinotti econtinua ricordando anche il bellis-simo monumento dei desaparecidossu cui ha deposto, commosso, unmazzo di fiori.Ma il viaggio ha anche un'esigenzad'ordine pratico: perche', sono sem-pre parole del Presidente, «gli sforzi della comunita' ita-liana vanno riconosciuti attraverso la loro concretezza-zione». I numerosi giornalisti presenti nello studio del primopiano della splendida residenza dell'Ambasciatore Scaliciannuiscono.Un raggio di sole illumina la spilla con le due bandiere,quasi a rimarcare l'importanza degli ottimi rapporti traItalia e Uruguay. Il tema e' ormai di pubblico dominio, da tempo si parla diun probabile abbandono dell'obbligo della lingua italiananel biennio pre-universitario, la nostra lingua dovrebbesemplicemente diventare una fra le tante, cancellandocosi' anni e anni di storia.Bertinotti dedica ampio spazio alla questione, il restodella conferenza stampa affronta esclusivamente la que-stione della lingua italiana.

«La linguaitaliana costi-tuisce unachanche eun'opportuni-ta' professio-nale - dice -s o p r a t t u t t oquando lasocieta' va ine-vitabilmenteverso la mas-siccia produ-zione di beniimmateriali edi servizi.Possedere la

lingua italianasignifica per igiovani uru-guayani avereuna lingua-chia-ve, un giacimen-to culturale chenon esula da unpieno coinvolgi-mento emotivo per la nostra storia e lanostra tradizione».Nessuno interrompe.Molti si chiedono perche', allora, il

Presidente oltre a recarsi all'Ospedale Italiano non havisitato anche la piccola citta' della cultura, la meravi-gliosa Scuola Italiana di Montevideo diretta dalla dott.ssaAdriana Testoni.Il presidente, sinceramente, spera che le numerose realta'italo-uruguayane che non e' riuscito a visitare rappresen-tino, sono le sue stesse parole, «un auspicio per un ritor-no». Presidente, cosa fara' in concreto per la questionedella lingua italiana in Uruguay?«Al mio ritorno in Italia ne parlero' con tutti gli esponen-ti culturali. Mipreme precisareche questa non e'una rivendicazio-ne patriottica. Lalingua italiana e'uno strumento

indispensabile cheaggiunge peso e valorealla collettivita' italiana diMontevideo. Ripeto: lostudio della nostra linguarappresenta una chanceper tutto l'Uruguay». E da parte del Governo

Uruguayano che segnali ci sono stati?«I rapporti sono ottimi, come gia' era chiaro dopo la visi-ta dell'Onorevole Fassino due mesi fa. E' evidente che c'e'concordanza tra le due posizioni e non c'e' mai stato dis-senso alle proposte del Governo italiano» E per gli Italiani all'Estero ci sara' una piu' chiaradefinizione?«Sono sicuro che il Governo Prodi durera' per l'interalegislatura e la questione degli Italiani all'estero sara'affrontata nel corso dei cinque anni». Puo' anticiparci se avverra' entro l'anno?«Questo non posso prometterlo. Ma - ripeto - avverra' nelcorso della legislatura. Abbiamo un calendario a cui si faabbastanza violenza per rispettarne gli impegni».

«L'Italiano, lingua-chiaveper i giovani uruguayani»

DIARIO URUGUADIARIO URUGUAYYANOANO

di Tdi Tonino Pintacudaonino Pintacuda

la gente d’italia 8Martedì 6 Febbraio 2007

LaSono un famelico lettore, lo hanno detto in tantie lo ribadisco: se non hai tempo e voglia di leggere,non ne troverai mai nemmeno per scrivere.Da quando mia madre mi ha insegnato a leggere aquattro anni e mezzo, con il fine di tenermi lontanodal suo studio “matto e disperato” per la laurea inTeologia, non mi sono più fermato.Questa personalissima premessa mi serviva perspiegarvi che non c'è dif-ferenza tra leggere unlibro, un giornale, unarivista, un quadro diRaffaello o tutta una città.Seguitemi: UmbertoEco, luminare e padredella semiotica moderna- la scienza che studia isegni - lo ha ribadito piùvolte. Sin dai tempi del“Diario Minimo” in cuil'autore del “Nome dellarosa” ha letto perfinoMike Bongiorno perscrivere la celeberrimafenomenologia del pre-sentatore italo-americano.La lettura inchioda l'attenzione, serve a vedere meglio, oltre il velodelle distrazioni delle nostre giornate senza pretese. Ed ecco: ho deciso di leggere con voi Montevideo.La copertina di Montevideo é Plaza Indipendencia, al centro, bellis-simo e altero, l'eroe nazionale José Gervasio Artigas, il caudillo revo-lucionario che tanto ha dato a questa città e che, per legge, deve esse-re sempre presente e bene in vista in ogni pubblico ufficio, oltre cheapparire fiero in ogni moneta. Partiamo da qui. Dall'alto.Prendiamo in prestito il punto divista di un piccione, perfino luibeneficia dell'aria salubre diMontevideo. Appollaiato sullaspalla del Gaucho sembra un pic-colo soldato impettito e pennuto.Sotto la piazza-copertina troviamoil mausoleo Artigas, imponentemonumento in cui il popolo uru-guayano ha reso onore al suo eroe. Pennac nel suo bellissimo libro“Come un romanzo” ha stilato ildecalogo del lettore, tra cui spicca ildiritto a saltare le pagine. Usiamoquesto diritto, sfogliamo la cittàrelegando a un altro giorno la suastoria. Montevideo è un libro mastodonti-co, fatto di infiniti capitoli che sisnodano come dedali di un labirin-to, seguiamo un cartonero fermo alsemaforo. Questa figura merita un intero capitolo. E correggiamocisubito: il cartonero montevideano non è un cartonero. Ringraziamo il cavaliere Gianranieri Colella e sua moglie che, in unabellissima e-mail arrivata al nostro indirizzo [email protected], ci hanno gentilmente corretto: a Montevideoquelli che ci ostinavamo a chiamare “cartoneros” si chiamano “hur-gadores” e il loro trasporto é il “carrito”. La gente li chiama comu-nemente “carritos”.

I carritos lavorano per l'intera giornata, para-grafo dopo paragrafo scopriremmo chepotrebbero trattare meglio i loro cavalli.Dovrebbero bere di più, senza arrivare all'ec-cesso opposto dei vetturini palermitani che -

come tutti sanno - trattano meglio il loro cavalloche le loro mogli. Voltiamo pagina e zona, ecco il porto diMontevideo che abbraccia la città come unuomo abbraccerebbe la sua donna dopo tre mesidi lontananza.Qui c'è Garibaldi senza cavallo e senza Anita,solo, in piedi e in compagnia di un'àncora per

ricordare che per due annifu a capo delle forze navaliuruguayane. Qui l'Eroe deidue mondi sposò Anita. Maa José Garibaldi dedichere-mo un ampia monografia,andiamo avanti. Av.da 18 de Julio la leggia-mo dall'alto, la strada sisnoda lungo la città e lagente ama passeggiarelungo le sue “cuadras”. Ecco: le “cuadras”, concretizzazione dellagenialità uruguayana, da cui tanto noi italianipossiamo e dobbiamo imparare.Da noi uno semplicemente dice: “abito aBagheria in via Perez n.26”. E incominciano iguai. Restiamo nell'esempio. ABagheria ci sonodue via Perez, una nella frazione marinara diAspra, l'arcinoto lungomare e un'altra una pic-cola straduzza incastrata nel centro storico. I montevideani danno come indicazione la via especificano la cuadra in cui essa è inserita. Ad

esempio io vi scrivo da Calle Misiones, la mia cuadra è tra Rincon eSarandì. Non potete sbagliare.E se facessimo la stessa cosa in Italia? Finalmente arriverebbe laposta anche a casa mia, invece di ricevere le buste tatuate di “NoAspra, vedi Bagheria”. Ma la città è un libro bello e denso. In letteratura sarebbe “HorcynusOrca” di Stefano D'Arrigo. Un libro-monstrum, che in latino signi-fica “prodigio”. Un libro in cui un lettore è sopraffatto dalla densitàspecifica che trova in ogni pagina.

Montevideo è così: bella, sensuale, colorata, poetica. Si ascolta dav-vero “come un verso” e si legge estasiati, con un'evidenziatoreaccanto a segnare tutti i passaggi più interessanti.Ci accorgeremmo troppo tardi che abbiamo sottolineato ogni pagi-na di questa splendida città con l'alfabetizzazione al 98 % e la sua

gente che usa le nuove tecnologie conassoluta padronanza, tanto che ilGoverno inaugura una meritevolissimacampagna per far avere un portatile adogni niño. Amo questa città, proprio come succedesolo nell'amore vero, quello che merita lamaiuscola, non finisco mai di scoprirne ilmistero.Una volta Andrea Monda, vaticanista del“Foglio” di Ferrara, paragonò la mogliea un telefonino. Il vaticanista partecipavaad un convegno sul “Mistero delloScrivere” organizzato dalle straordinarie“Pietre di Scarto” guidate da Tita Ferro.Sua moglie Elvira, seduta in prima fila,restò basita e Monda, che con le parole ele metafore è imbattibile, si spiegòmeglio.

Lui non riesce mai a scoprire tutte le funzioni di un telefonino cellu-lare, proprio come nei tanti e bellissimi anni di matrimonio conElvira non è riuscito ancora a scoprire del tutto l'eccezionalità dellasua dolce metà.Ecco: io con Montevideosono ancora ai primiappuntamenti, il suomistero è tutto da scopri-re. Per fortuna... Devoancora “leggere” l'incan-tevole Scuola Italiana diMontevideo, la “Casadegli Italiani” e millecose ancora.Come sempre: hastaluego!

Come si legge una città?DIARIO URUGUADIARIO URUGUAYYANOANO

di Tdi Tonino Pintacudaonino Pintacuda

la gente d’italia 8Mercoledì 7 Febbraio 2007

L ’ 'avvoca to Giann i Raso , è i ldire t tore responsabi le degl i Uff ic iRai d i Montevideo, nel la sede a lnumero 1044 di Av.da 18 de Jul io .Ci ha raccontato la sua s tor ia , i l suolavoro e i l senso profondo del la l in-gua i ta l iana per l ' in tero Uruguay. Quella di Montevideo è una sedeparticolare con competenza su unterr i tor io che avvo lge tu t tal 'America Latina.«Nasce nel 1966 a segui to di incon-t r i t ra i l P res iden te Saraga t e i lGoverno u ruguayano . S i s ce l seMontevideo perché sembrò un postoadeguato per non far tor to né a SanPao lo né a Buenos Ai re s .Quaran t ' anni dopo l 'oppor tun i tà ès ta ta confermata dal la ser ie di faci-l i tazioni che l 'Uruguay offre a ini-ziat ive cul tural i e giornal is t iche. Èun posto centrale con una for te com-ponente i ta l iana». Parl iamo proprio del la presenzadel la comunità i tal iana. Che t ipodi utenza avete?«Cerchiamo di tenere costantementesempre aggiornat i dat i e r ichiestede i nos t r i t e l e spe t t a to r i . Va pe ròsegnalato che questa presenza neltempo è cambiata , s ia in Uruguayma anche ne l r e s to de l l 'Amer icaLat ina. Un cambiamento iniziatosicon la presa di coscienza d 'apparte-nere a l corpo elet torale i ta l iano. Oragl i i ta l iani e gl i i ta l iani- la t inoamericani chie-dono sopra t tu t to not iz ie e programmi d 'ap-profondimento». Che mansioni svolge la vostra sede?«Siamo un uff ic io Rai dis locato in AmericaLat ina e dipendiamo da Rai Corporat ion, con-sociata Rai con sede aNew York. Le nostreat t ivi tà c i met tono incontat to con le diver-se r ea l t à de l l a Ra i ,non so lo con Ra iI n t e r n a t i o n a l .Abb iamo funz ion ipr incipalmente cul tu-r a l i che cons i s tonone l l a d i s t r ibuz ionegra tu i t a i n Amer icaLat ina di programmi in i ta l iano, spagnolo eportoghese che fanno r i fer imento a not iz ie ,

cul tura , musica e c inema i ta l iani . Non ci occu-piamo, invece, del la dis t r ibuzione del segnale24 H di Rai Internat ional . Questa funzionev iene e ff e t tua t a a t t r ave r so una soc ie t à d icomunicazioni . Ovviamente però control l iamola qual i tà del segnale e t rasmett iamo in I ta l iale osservazioni e le r ichieste che gl i utent i

del l 'America Lat ina ci fannopervenire». Ci to lga una cur ios i tà?Com'è arrivato a dirigerequesta sede?«La mia s to r i a è un po 'd ive r sa da que l l a d i t an t iemig ran t i . Mio nonno e raci lentano e venne in Uruguayala f ine del l 'Ot tocento. Vissea Lascano. Mio padre - Juan- f ece l ' un ive r s i t à a

Montevideo e poi entrò nel Minis tero degl iEs te r i . Ne l 1946 , in p ieno dopoguer ra , fu

inviato a Napol i , dovenacqui io due anni dopo.Mio padre r e s tò aNapo l i pe r ven t ' ann i ,così ho potuto completa-r e i l l i ceo c l a s s i coal l 'Umberto I del capo-luogo pa r t enopeo . Ne l1966 a r r iva to aMontev ideo , en t r a i a lsecondo anno preparato-r io del la facol tà di leggedove s ' insegnava i ta l ia-no e poi mi laureai ing i u r i s p r u d e n z aa l l 'Un ive r s i t à s t a t a l edel l 'Uruguay ne l 1975.Anche se la tes i non eraobbl igator ia io la feci los tesso , l ' a rgomento erala d isoccupazione e lacassa integrazione, temiche poi ho cont inuato aseguire nel la mia carr ie-ra . Poi la svol ta . Al laf ine degl i anni Set tantafui assunto come legalede l l 'Uff i c io Ra i e ne l1989 mi diedero l ' inca-r ico di responsabi le cheancora r icopro». Da vent 'anni qu ind ivive e lavora qui , ott i -mo punto d'osservazio-ne su l la rea l tà i ta lo -

uruguaya. I l Presidente Bertinott i ha defini-to l ' i tal iano una l ingua-chiave, un'opportu-nità per i giovani uruguayani .«La quest ione del la l ingua e del la cul tura i ta-l iana in Uruguay è più complessa. Conoscerela nostra l ingua non è un semplice “sapere”ut i le o cul turalmente interessante . La l ingua ela cul tura i ta l iana fanno par te del DNA degliu ruguayan i . En t r ambe sono e sp res s ioneprofonda del la loro s tessa ident i tà . Girando perl 'America Lat ina in quest i vent 'anni ho capi touna cosa: c i sono solo due post i dove ci s isente come in I ta l ia : a Buenos Aires e in tut tol 'Uruguay.La difesa del la l ingua i ta l iana non è una difesadel l ' I ta l ia : è la difesa del l ' ident i tà s tessa delpopolo uruguayano».

Gianni Raso: «Difendere l'italiano significa difendere l'identità del popolo uruguayano»

DIARIO URUGUADIARIO URUGUAYYANOANO

di Tdi Tonino Pintacudaonino Pintacuda

la gente d’italia 8Giovedì 8 Febbraio 2007

S u una golet ta di nove metr i dilunghezza ch iama ta “Leone d iCapre ra” in onore d i G iuseppeGar iba ld i , i l 3 o t tob re de l 1879 VincenzoFondacaro di Bagnara Calabra (RC), OrlandoGrassoni di Ancona e Pietro Troccol i di Marinadi Camerota (SA) r iuscirono a coronare i l lorosogno: raggiungere Giuseppe Garibaldi .La golet ta era s ta ta autocostrui ta con f inanzia-ment i d i immigra t i i t a l i an i in Uruguay edArgent ina per compiere quel lo che a tut t i sem-brava un “fol le volo”: par t i re daMontevideo e raggiungere l ' i soladi Giuseppe Garibaldi . Per con-segna rg l i don i i nv ia t i daMontevideo, una sciabola e unl ibro di f i rme degl i emigrat i i ta-l i an i a Montev ideo e inArgent ina.Furono necessar i 110 giorni percoprire 6 mila e 500 migl ia larot ta a t lant ica Montevideo, LasPalmas, Gibi l terra , Malaga pla-cando con l ' o l io l a fu r i a de lmare in tempesta . I l calabreseVincenzo Fondacaro, l 'anconeta-no Orlando Grassoni e un ci len-tano di Marina di Camerota , s ierano imbarcat i sul "Leone diCaprera" per raggiungere l 'Eroe dei Due Mondinel la sua isola . I l c i lentano Pietro Troccol i ful 'unico a incontrare Giuseppe Garibaldi e aconsegnargl i i doni . La sciabola pero ' res to ' aMontevideo, nessuno credeva possibi le l 'a t t ra-versata oceanica. Troccol i fu anche l 'unico a r icevere una meda-gl ia d 'oro, conservata gelosamente da un suodiscendente , manco a dir lo ammiragl io del laMarina uruguaiana, per un ' impresa che sembra-va imposs ib i le : per l a d i s tanza che separal 'Uruguay dal l ' I ta l ia e per le dimensioni r idot-te di uno scafo proget ta to dal lo s tesso capi tanoFondacaro e reso inaffondabi le dal la par t icola-re tecnica di costruzione Nel 2003 la sciabola è f inalmente arr ivata ades t inaz ione e consegna ta a l l ' e r ede d iGar iba ld i . L ' e roe d i ques t ' impresa è P inoVeneroso, 62 anni , ex uff ic ia le del la Guardiad i F inanza , che ha in segu i to i l mi to de l“Leone” con la sua “Jut ta” , uno s loop di 9metr i , c lasse show 29, costrui ta nei cant ier i

Barberis di La Spezia . L ' impresa di Pino Veneroso è da manuale: daun capo al l 'a l t ro del l 'oceano, t raversata a t lan-t ica non s top o quasi . In sol i tar ia , dal le costedel Ci lento a quel le del Sud America inseguen-do per 10 mila chi lometr i - seimila e 500migl ia o giù di l i - i l mito del "Leone diCaprera”.

Con l 'ausi l io di due compagniEmil Kamaid e Gabriele Vita ,ques t ' u l t imo non ha po tu tocomple ta re i l v iaggio per lascadeza de l l a sua l i cenza e ,a l l e i so l e d i Capo Verde , èdovuto r ientrare in I ta l ia . E f inalmente i l 5 agosto del2004 la f ine del lungo viaggiocon l ' a r r ivo a l l a Madda lenacon la consegna del la sciabola .I l Conso le i t a l i ano d iMontev ideo aveva cer t i f ica tola consegna del la sciabola daparte del presidente del l 'Aercu(Asso icaz ione Emigran t iRegione Calabria in Uruguay) ,in dono a l museo Gar iba ld i

come simbolo di f ra te l lanza e del l 'unione fragl i uomini .Abbiamo incontrato Pino Veneroso negl i uff ic iRai di Montevideo e l 'abbiamo intervis ta to .Cosa l 'ha spinta a compiere questa incredi-bi le impresa?«Sono nato in un paese di mare, discendente dagenerazioni di pescator i e marinai , ho giocatocol mare e poi ho lavorato sul mare» - spiegaVeneroso r icordando le pr ime esperienze damozzo sul le barche usate per la pesca del leal ic i con la menaica e le rot te solcate con laMarina Mercant i le e Mil i tare , nel la Guardia diFinanza - «Con quel l 'amico, Nel lo Tambasco,diventato oggi presidente del c i rcolo naut icodi Marina di Pisciot ta , sognavamo da ragazzidi girare i l mondo in barca a vela r ipercorren-do l 'At lant ico sul la rot ta segui ta ol t re un seco-lo fa dal Leone di Caprera . Un sogno che hofinalmente real izzato. L 'ho fat to non solo permisurarmi con i l respiro del l 'At lant ico e con lesue dis tanze inf ini te ma anche per vis i tare leterre che at t rassero i nostr i antenat i c i lentani .

L 'ho fat to per r i t rovare i loro discendent i er ia l lacciare vincol i ant ichi di parentela e dicul tura c i lentana». La t raversata non è s ta ta solo una sf ida t ral 'uomo e i l mare ma anche un banco di provaper dei tes t scient i f ic i a l imentar i legat i a l laDieta Mediterranea e a l la produzione t ipica delCilento. La gran par te dei r i fornimenti a bordoera cost i tui ta da prodot t i c i lentani conservat i at r a s fo rma t i u t i l i zzando l e an t i che t ecn ichelocal i (dal l 'ess iccazione al la salatura) . Ha portato a termine un'impresa storica, èandato oltre i suoi grandi predecessori . Haaf fronta to anche l ' a t tacco de i p i ra t i aRecife , in Brasi le .«Il Leone di Caprera aveva lunghezza e s tazzacome la mia "Jut ta" ma nonostante le genial isoluzioni con le qual i fu costrui ta quel la barca,penso che oggi i l mio s loop s ia più aff idale es icuro del vecchio Leone. Quel la fu di s icuroun ' impresa ineguagl iabi le , per coraggio e per i-z ia marinara , la rot ta a t lant ica da ovest versoest non ha i l favore degl i Alisei -che spiranoinvece da est verso ovest- per cui i t re a bordodel Leone furono impegnat i in una cont inuabol ina s t re t ta e in interminabi le bordeggi . Ipirat i mi hanno tol to tut to , gl i s t rumenti dinavigazione e perf ino i vest i t i . Ma mi hannolasciato i l bene più prezioso: la vi ta». La vita di un uomo coraggioso che ha com-p iuto una memorabi l e impresa .Onestamente: lo r i farebbe?«Come no! Sono passato at t raverso tempeste emari in burrasca. Mai avuto paura. Se m'avesses f io ra to , s a rebbe s t a t a una t r aged ia .L ' importante è r iuscire a s tare in pace con i lproprio io». Ai nostr i le t tor i r icordiamo che i l “Leone diCaprera” è a t tualmente in esposizione pressola Grot ta di Lent icel le di Marina di Camerotaal les t i ta a l l 'opportuni tà a Museo.La pr ima edizione del diar io di bordo del la t ra-versata fu s tampata nel 1881, nel 1884 ne fufat ta una seconda edizione.Attualmente i l d iar io del viaggio è inser i to nell ibro “Dall 'America al l 'Europa. Viaggio at t ra-verso l 'Oceano” a cura di Giuseppe Galzerano.Con questa bel la s tor ia nel cuore, come sem-pre: hasta luego!

Sulla rotta del Leone di CapreraDIARIO URUGUADIARIO URUGUAYYANOANO

di Tdi Tonino Pintacudaonino Pintacuda

la gente d’italiaVenerdì 9 Febbraio 200726

O ggi mi sono alzato presto, avevo un appun-tamento importante: con un l ibro. Una “novela” di Mario Benedet t i (Pasos de losToros, 1920) , anzi , megl io , “ la” novela di Ma-r io Benedet t i , “La Tregua”, i l romanzo che nel1960 lo fece conoscere e apprezzare nel mondointero.Cent inaia di edizioni , t raduzioni in 19 l ingue,r iduzioni teatral i , radiofoniche, te levis ive e c i-nematograf iche.Addir i t tura la vers ione cinematograf ica , diret-ta da Sergio Renán, r icevet te nel 1974 la nomi-nat ion agl i Oscar come migl ior f i lm straniero. Con questo romanzo - che fel ice divorerò s ta-not te - lo scr i t tore ha iniziato la sua folgorantecarriera, diventando l 'autore uruguayano più let-to e amato. Ha pubbl icato più di 40 l ibr i , tu t t it radot t i in 18 l ingue.Nel la sua vasta produzione spiccano le sue rac-co l te poe t iche Inventar io e Inventar io Dos , icant i La muerte y otras sorpresas (1968) , Con ysin nostalgia (1977) e Geografías (1984), le no-vel le Gracias por e l fuego (1965) e Pr imaveracon una esquina rota. I l suo ult imo libro è “Can-ciones del que no canta” (Canzoni di c iò chenon canta) del 2006. Ma chi è Mario Benedet t i?Part iamo dal nome completo di questo baffutoar t ig iano del la parola : Mario Orlando HamletHardy Brenno Benedetti Farugia, ben cinque no-mi, tant i gl iene diedero i geni tor i Brenno Be-

nedet t i e Mat i lde Farugia , conformemente a l-l 'uso i ta l iano del pr imo dopoguerra. Sino ai dueanni abi tò nel suo paese natale , Paso de los To-ros .Successivamente, per ragioni di lavoro, la fa-migl ia Benedet t i s i t rasfer ì a Tacuarembó, quifurono vi t t ima di una t ruffa e con l 'esper ienzaaccumulata decisero di t rasfer i rs i nel la meravi-gl iosa Montevideo. Mario aveva appena 4 anni .Ad ot to anni iniziò i suoi s tudi pr imari nel Col-legio Tedesco di Montevideo, dove completò i lco r so d i s tud i ne l 1933 . In i z iò qu ind i a f r e -quentare i l Liceo Mirandaper. Nel 1934 entròne l l a Escue la Raumsó l i ca de Logoso f í a . Ne l1935 real izzò i suoi s tudi secondari in manieraincompleta , completandol i poi da pr ivat is ta a

causa dei problemi economici del la sua fami-gl ia . All 'e tà di quat tordici anni cominciò a lavorarenel la impresa di Wil l L. Smith, che real izzavaricambi per automobil i . Tra i l 1938 e i l 1941ris iedet te quasi cont inuamente a Buenos Aires ,Argent ina. Nel 1945 entrò a far par te del la redazione delset t imanale “Marcha”, dove r imase f ino al 1974(anno di chiusura del g iornale oggi d iventa to“Brecha”) de l 1954 venne nominato d i re t tore

let terar io del Marcha. E, f inalmente, i l 23 marzo 1946si sposò con Luz López Alegre,l ' amore d i t u t t a una v i t a . Ne l1948 diresse la r ivista let terariaMarginal ia e pubbl icò i l volu-me di saggi Per ipezia e Roman-zo (Peripecia y novela) . Cont i-nua ad accumula re esper ienzenell ' impegno delle riviste di let-teratura: nel 1949 divenne mem-bro del consigl io d i redazionedel “Número”, una del le r ivis tele t terar ie più important i del l 'e-poca. Par tecipò a t t ivamente a lmovimento contro i l trattato mi-l i tare con gl i Stat i Unit i d 'Ame-r i c a . F u q u e s t a l a s u a p r i m aazione come mil i tante pol i t ico.N e l l o s t e s s o a n n o o t t e n n e i lP r e m i o d e l M i n i s t e r o d e l l aIs t ruz ione Pubbl ica per la suap r i m a r a c c o l t a d i r a c c o n t i ,“Esta mañana”. Ne fu i l v inci-tore in r ipe tu te occas ioni f ino

al 1958, da quando lo r i f iutò r ipetutamente percontroversie sul regolamento. Nel 1964 lavorò come cr i t ico teatra le e codi-ret tore del la pagina le t terar ia set t imanale “Alservizio del le le t tere” del quot idiano La maña-na.Oltre a l la le t teratura Benedet t i ha sempre col-t ivato un sano umorismo, come dimostrò nel lacol laborazione al la r ivis ta umoris t ica “Pelodu-ro”. E non solo: res tano famose le sue cr i t ichecinematograf iche su “La t r ibuna popular” .Tornò a Cuba per par tecipare come giurato delconcorso “Casa de las America”. Par tecipò al-l ' incontro con Rubén Darío. E poi in Messicoper par tecipare a l “II Congresso Lat inoameri-

cano degl i Scr i t tor i” ; par tecipò inol t re a l Con-gresso Culturale del la Havana con la re lazioneSulla re lazione t ra l 'uomo d 'azione e l ' in te l le t-tuale e diventò Membro del Consigl io di Dire-zione del la Casa del le Americhe. Nel 1968 fondò e diresse i l “Centro di Invest i -gazione le t terar ia” del la Casa del le Americhe.

Mario Benedetti: il più grande artigiano della parolapagina a cura dipagina a cura di

TTonino Pintacudaonino Pintacuda

CULTURA - SPECIALE SUD AMERICA

Le tue mani sono la mia carezza,/i miei accordi quotidiani/ti amo perché le tue mani/si adoperano per la giustizia/se ti amo è perché sei/il mio amore la mia complice e tutto/e per la strada fianco a fianco/siamo molto più di due/i tuoi occhi sono il mio esorcismo/contro la cattiva giornata/ti amo per il tuo sguardo/ che osserva e semina il futuro/la tua bocca che è tua e mia/la tua bocca che non si sbaglia/ti amo perché la tua bocca/ sa incitare alla rivolta/se ti amo è perché sei/il mio amore la mia complice e tutto/e per la strada fianco a fianco/siamo molto più di due/ e per il tuo aspetto sincero/e il tuo passo vagabondo/ e il tuo pianto per il mondo/perché sei popolo ti amo/e perché l'amore non è un'aureola/né l'ingenuo finale di una favola/e perché siamo una coppia/che sa di non essere sola/ti voglio nel mio paradiso/ _ossia quel paese /in cui la gente vive felice/anche senza permesso/ se ti amo è perché sei/il mio amore la mia complice e tutto/e per la strada fianco a fianco/siamo molto più di due. _

Te Quiero

Potessi, volessi, vedessi, amassi… Tutteparole di un tempo che fu, perché ora-mai il modo congiuntivo sembra avereiniziato il declino, che lo sta portando ascomparire non solo dalla conversazionequotidiana ma anche dalla lingua scrit-ta. È per arginare questa perdita che nasceil comitato SIC, ovve-ro “Salviamo il con-giuntivo”, non adopera di vecchiromantici , d i fensoridel la purezza del lalingua ma di un'inse-gnante, la professoressa Braschi, e deglistudenti della classe II B dell'istitutocomprensivo “Cast igl ione 1”, aCastiglione delle Stiviere, in provinciadi Mantova. Un comitato per salvare un modo verba-le come per salvare una specie in viad'estinzione, e come tale il comitato si èorganizzato dotandosi da dicembreanche di un blog, per espandere la pro-pria attività e spiegare le proprie ragio-ni. Il blog, che potete visitare all'indiriz-zo www.salviamoilcongiuntivo.blog-

spot.com, contiene lo statuto del comita-to in cui è possibile leggere gli intenti difondatori e soci: «questa associazione,che non ha scopo di lucro, ha i seguentiscopi: difendere e diffondere il modoCongiuntivo». La difesa di una importante r isorsacomunicat iva ed espressiva è i l f ineprimo di questi ragazzi, che proprio tra-

mite il blog hanno accolto nuovi soci emolti meritati elogi. Al comitato si sonouniti e hanno applaudito giornalisti, ex-studenti, genitori e liberi professionisti,oltre che, ovviamente, tanti atri ragazziin età scolare, tutti uniti dal medesimointento, salvaguardare quel lo che èun'importante s trumento espressivo,spesso calpestato per incuria e sciatte-ria.Per dare maggiore concretezza alla loroiniz iat iva i ragazzi hanno compilatoanche una serie di agil i “regole del

modo congiuntivo”, che chiunque puòscaricare per chiarirsi i dubbi su quandoe come vada utilizzato questo modo ver-bale. Le iscrizioni al comitato sono aperte asoci di ogni età ed anche, inutile dirloalle scolaresche che volessero partecipa-re alla stessa iniziativa. Vi ricordiamo aquesto proposi to che i l regolamento

interno prevede che i sociconoscano il congiuntivo ele sue regole , che nonabbiano remore nel correg-gere gli errori altrui e chesiano i primi a dare l'esem-

pio di un uso corretto e impeccabile. Perusare le parole dei ragazzi stessi, inol-tre, non solo l'iscrizione al comitato nonha limiti di tempo, poiché una voltaimparato l'uso corretto della lingua nonsi dimentica più, ma questi giovani affe-zionati all'italiano ci ricordano anche ilprofondo valore della loro iniziativa:«l 'adesione al l 'associazione non dàdiritto a nessun riconoscimento, se nonquello morale di partecipare alla difesadi qualcosa che da tempo viene vilipeso,ignorato e sta per essere dimenticato».

Insieme ai membri del Movimento diLiberazione Nazionale - Tupamarosfondò, nel 1971, i l Movimento del leIndipendenze 26 Marzo, un raggrup-pamento che passò a formare la coa-l iz ione del le s inis t re Frente Amplio. Benedet t i fu dir igente del movimen-to. È nominato diret tore del “Dipar-t imento di Let teratura Ispanoameri-cana” nel la Facol tà di nel la Facol tàdi Umanis t iche e Scienza del l 'Uni-ve r s i t à de l l a Repubb l i ca . Pubb l i ca“Crónica de l 71” , compos to per lopiù da una raccol ta di edi tor ia l i po-l i t i c i p u b b l i c a t i n e l s e t t i m a n a l e“Marcha” , una poes ia inedi ta e t rediscorsi letti durante la campagna delFrente Amplio. Pubblica anche “Los poemas co-municantes” , con in terv is te a var i poet i la t i -noamericani .Nel 1973, dopo i l colpo di s ta to mil i tare a cau-sa del suo at t ivo favoreggiamento per la sov-versione marxista, deve abbandonare l 'Uruguay,i l s u o d o l o r e p i ù g r a n d e .Lascia anche l ' incar ico al-l 'Univers i tà e par te per l 'e-s i l io a Buenos Aires . Cos ì n iz i a l a s t ag ione de ig r a n d i v i a g g i : A rg e n t i n a ,Perù, Spagna. Furono diecil u n g h i a n n i c h e l o v i d e r olontano dalla sua patria e dasua moglie , la quale dovet-te r imanere in Uruguay peraccudire a l la madre ed al lasuocera Nel 1976 torna a Cuba, questa vol ta come esi-l ia to , e s i unisce nuovamente a l Consigl io diDirezione del la Casa del le Americhe. Nel 1980si t rasfer isce a Palma de Maiorca. Due anni piùtardi in iz ia la sua col laborazione se t t imanale

nel le pagine del l 'Opinion i l quot idiano El País .Nel lo s tesso anno i l Consigl io di Stato di Cubagl i concede onor i f icenza Orden Fél ix Vare la .Nel 1983 s i t rasfer isce a Madrid. Torna in Uru-guay nel marzo del 1983 iniziando l 'autonomi-nato per iodo “desexi l io”, ragione di molte sue

opere.È nomina to Membro de l Cons i -g l io Ed i to r i de l l a nuova r iv i s t a“Brecha”, che è una prosecuzionedel proget to del la r ivis ta Marchainterrot to nel 1974. E poi la s tagione dei grandi r ico-noscimenti , una vagonata di me-r i ta t iss imi premi e pubbl ic i r ico-n o s c i m e n t i : n e l 1 9 8 6 r i c e v e i lp remio “J r i s to Botev de Bulga-r ia” , per la sua opera di di poetae saggis ta .

Nel 1987 premiato a Bruxel les con i l Premio“Llama de Oro de Amnist ía Internacional” peri l romanzo “Primavera con un angolo rot to”.Nel 1989 è decorato con la “Medal la HaydeéSantamaría” dal Consiglio di Stato di Cuba. Nel

1997 è invest i to del t i tolo di “Dotto-re Honoris Causa” dal l 'Univers i tà diAlicante .I l 31 maggio del 1999 premiato conl 'ot tavo “ Premio Reina Sofía de Poe-sía Iberoamericana”. E in mezzo ad un 'a l t ra c inquant ina dir iconoscimenti con nomi al t isonant i ,f inalmente quel lo più at teso arr iva i l19 novembre del 2002 con la nominad i “ c i t t a d i n o o n o r a r i o d i M o n t e v i -deo”. I l 7 giugno del 2005 s i aggiudicò i lXIX Premio Internat ional MenéndezPe layo , e l a Madagl ia d 'Onore de l -l 'Universi tà Internazionale MenéndezPelayo. I l premio, concesso dal l 'Uni-

vers i tà Internazionale Menéndez Pelayo, è unriconoscimento al l 'opera di persone di spiccoche s i sono dis t in te nel la a t t iv i tà le t terar ia esc ient i f ica , tan to in l ingua spagnola come inportoghese. Mario Benedett i r ipart iva i l suo tempo nelle suecase in Uruguay ed in Spagna occupandosi deisuoi numerosi impegni .Dopo i l grandiss imo dolore per la morte di suamogl ie Luz, i l 13 apr i le 2006, Benedet t i s i èdef ini t ivamente t rasfer i to nel quart iere Centrodi Montevideo.Benedetti prima del trasferimento ha donato unacospicua parte del la sua bibl ioteca personale diMadrid, al “Centro de Estudios IberoamericanosMario Benedet t i del l 'Univers idad de Alicante”. Ho un l ibro bel l iss imo da leggere, quindi anchestavol ta hasta luego! Vi lascio con una bel l is-s ima poesia di Benedet t i : Ti amo, nel la t radu-zione di Federico Guerr ini , guida al la le t tera-tura sudamericana nel por ta le Dada.net . Rag-giungibi le a l l ' indir izzo:

http://guide.dada.net/letteratura_sudamericana/

la gente d’italia Venerdì 9 Febbraio 2007 27

Salviamo il congiuntivo!di Maria Renda di Maria Renda

la gente d’italia Venerdì 9 Febbraio 2007 32

Il Console Michele Pala non ha messo le sue note biografi-che nel sito del Consolato. Sul taxi che si recava a Bvd.Artigas pensavo: perche' ha omesso le informazioni?Come tutti sanno le informazioni biografiche dei diplomaticisono serpentoni di date e scatti di carriera. Lasciatemi dire cheservono soprattutto a noi giornalisti per arrivare preparati alleinterviste. Il Console Pala ha dedicato maggiore attenzione alpubblico, fronteggiando le numerose richieste di ricostruzioneanagrafica dei nostri connazionali italouruguayani piuttostoche scegliere una foto per un sito.E capirete benissimo che e' una scelta dal forte valore simbo-lico.Che noi di Gente d'Italia apprezziamo. Ma siamo davverocuriosi. Chi e' Michele Pala? Quest'uomo alto, distinto e cor-diale che giovanissimo, oggi 39enne, ha guidato la quinta - perestensione - circoscrizione consolare nello storico primo votodegli italiani all'estero.L'abbiamo intervistato nel suo studio. Il Console Pala siede dietro la scrivania, spegne il condizio-natore che mette a repentaglio il vostro cronista e inizia a par-lare.Alle spalle il nostro amato tricolore e la bandiera dell'UnioneEuropea, Giorgio Napolitano, il bellissimo calendario delMinistero degli Esteri e la fascia da Console.Inizia a parlare, sposta i numerosi rapporti sullo stato dellerichieste e notiamo con piacere che, ben ordinate, ci sono tuttele copie del nostro giornale in un tavolino di fronte alla scri-vania.Console, iniziamo con qualche dato.«Al nostro Consolato lavorano 15 dipendenti e il sottoscritto.Sette sono di ruolo e arrivano dagli Affari Esteri, otto sonodipendenti a contratto, tutti a tempo indeterminato.I dati piu' recenti indicano che i nostri connazionali inUruguay sono 79643, di cui solo 6253 sono nati in Italia.Bisogna notare che quindi il 92 % sono di seconda, terza,quarta, perfino quinta generazione. Oltre a questo dobbiamosottolineare che la nostra utenza va distinta tra effettiva e regi-strata e quella potenziale».E come procede la ricostruzione anagrafica dei numero-sissimi utenti che hanno fatto regolare richiesta?« Con la crisi del 2003 e la lunga fila che aspettava davanti alConsolato abbiamo deciso, spinti dalla pressione della piazzadi accettare le richieste. Solo che la fila si e' solo spostata disupporto fisico. Invece di esserci persone in fila davanti allanostra sede, ci sono le loro pratiche. Ugualmente in fila... Lanostra e' una realta' crescente. Stiamo elaborando tutte le pra-tiche e dobbiamo segnalare che e' stata creata una lista d'atte-sa certa per i nuovi utenti, l'abbiamo aperta nel maggio del2005 e tutte le istanze presentate sono state regolarmente pro-tocollate. Appena smaltiremo gli arretrati inizieremo con lenuove istanze, secondo il loro preciso ordine d'arrivo. Solo lenuove sono quasi 10000.»A giugno 2007 arrivera' il suo successore. Quale miglioremomento per tracciare un suo ritratto? Com'e' arrivatoqui?«Sono nato a Catania ma sono d'origine sarde. Mio padre -Aldo - era ufficiale dell'esercito, fu poi spostato a Roma pres-so il Ministero della Difesa. Poi sono stato quattro anni inBelgio presso il Comando della Nato. Alla fine degli anniSettanta mi sono laureato in Giurisprudenza all'Universita' diTor Vergata».Qual era l'argomento della sua tesi?

«La riunificazione dellaGermania e il DirittoInternazionale».Da questo si intuisce che era ilsuo sogno la carriera diploma-tica.«Si', dopo la laurea ero forte-mente determinato verso quel-la direzione. Ma e' stata unascelta obbligata».Obbligata?«Il mio sogno era la carrierad'ufficiale in Marina ma sonofortemente miope. Per fortunaesistono le lenti a contatto.Comunque questa miopia hacondizionato la mia vita e none' detto che sia stato un male».Dopo la laurea aveva gia'deciso la sua strada. Ci tolgauna curiosita': come haconosciuto sua moglie?«Tra una prova concorsuale el'altra ho trovato il tempo direalizzare il mio sogno. Amo ilmare e ho attraversatol'Oceano in barca a vela duevolte. La seconda volta in un'i-sola del Nord del Brasile hoincontrato Marcia, un avvoca-to brasiliano che poi, nel 1997- dopo che avevo gia' un lavo-ro sicuro ci siamo sposati. Dal1999 al 2003 sono statoConsole a Pretoria, inSudafrica. Nel 2003 sono arri-vato a Montevideo».Ha figli?«Si', due: Antonio di tre anni e Alessandro di cinque. Entrambifrequentano la “Casa dei Bambini” della bellissima ScuolaItaliana di Montevideo. Dove seguono il metodoMontessori».Inevitabilmente dobbiamo chiederle un commento sullaquestione della lingua italiana in Uruguay. Il presidenteBertinotti, sintetizzando, ha parlato di una lingua-chiave,una chanche per il lavoro dei giovani uruguayani. GianniRaso ha puntato sul senso d'identita' che ha l'italiano pergli uruguayani. E lei?«Sono due ottimi punti di vista che non si escludono a vicen-da. Ma io parlerei di piuttosto di opportunita'. Dobbiamo recu-perare parecchio terreno e non deve essere una battaglia diretroguardia. Quello di prima non era un sistema perfetto.Diciamo la verita': l'italiano non e' molto diffuso, ma se toglia-mo anche l'ultimo aggancio perfettibile e' la fine. Dobbiamoinserirlo in un contesto in cui offrire una valida controffensi-va: Come stiamo gia' facendo nel segmento elementare con icorsi d'italiano. Ecco: ora va allargato il ventaglio dell'offerta».Pensa alla proposta di una Universita' italiana? Il nostrogiornale e' tra i promotori del progetto.«Si', proprio sulle vostre pagine Federico Guiglia ha fattonotare che l'italiano non e' solo la lingua della nostalgia. E'anche la lingua della Chiesa Cattolica. Come scrivevaGuiglia: ricordiamo papi stranieri che si rivolgono in terre

straniere parlando l'italiano.Dobbiamo difendere e promuovere l'italiano Al di la' dell'a-spetto dell'utilita', sappiamo orai che il 40 % degli uruguay hasicure origini italiane. E' davvero nel loro DNA: l'uruguayanoe' in parte italiano e in parte spagnolo. L'italiano nel passatoera veicolo per eccellenza dei grandi classici del Diritto. E'intriso di tracce. Puo' essere indubbiamente utile nel lavoro el'identita' la dovrebbero sentire e rinsaldare i singoli. Io dicospesso che la nostra lingua e' soprattutto la lingua della tecno-logia. Un nome su tutti: Ferrari, la macchina piu' veloce delmondo e' italiana. E poi il calcio, la cultura, gli architetti. E'una lingua-patrimonio. E poi non dimentichiamo la cucina...C'e' bisogno di dirlo?».Console, la ringraziamo. Prima di congedarci potrebbedirci qual e' il suo romanzo preferito? «Il Signore degli Anelli. Adoro le avventure dell'hobbitSamwise, l'amico di Frodo».Il Console ci accompagna sino all'uscita, ci regala uno dei suoifamosi sorrisi belli e sinceri. Mentre il cancello del Consolatosi richiude ripensiamo alla bella storia di quest'uomo che amail mare, l'italiano e il “Signore degli Anelli”, divenuto consoleper un'eccessiva miopia. Vi diciamo, come sempre, hastaluego!

Michele Pala, il Console che ama il mare, la lingua italiana e il “Signore degli Anelli”

DIARIO URUGUADIARIO URUGUAYYANOANO

di Tdi Tonino Pintacudaonino Pintacuda

Chi e ' Miche le Pa la?Quest 'uomo al to , dis t into e cor-d ia l e che g iovan i s s imo , ogg i39enne, ha guidato la quinta -per es tensione - c ircoscriz ioneconsolare nel lo s torico primovoto degl i i tal iani al l 'es tero.

la gente d’italia 8Lunedì 12 Febbraio 2007

M anteniamo le promesse : comepreannunciato qualche puntata fa ,abbiamo vis i ta to la Scuola I ta l ianadi Montevideo e ora possiamo affer-mare, senza temere sment i te , chel 'eredi tà dei fondator i non è s ta tadispersa .Anzi .La scuola é molto più bel la di quan-to potessimo imma-ginare , davvero unapiccola c i t tà de l lacu l tu ra con 900a lunn i . En t r anoappena svezza t i(da i 2 a i 5 ann i )ne l l a “Casa de iBambin i” e con t i -nuano , anno dopoanno, s ino secondociclo del la “ScuolaS e c u n d a r i a ” .Arr ivano con un ' in-v id i ab i l e p repa ra -zione a l consegui-mento del t i tolo dis tud io l ega lmen ter i conosc iu to da lGoverno Uruguayano. Un ot t imo bigl ie t to perl 'univers i tà . La diret t r ice Adriana Testoni c i ha gent i lmen-te mostrato l ' in tera area, dal l ' ingresso con lalupa che al la t ta Romolo e Remo sino al lapalestra r icavata nel le navate del la vecchiachiesa del Col legio del Sacro Cuore.Sempre più meravigl ia t i , por ta dopo porta ,abbiamo discusso con la diret t r ice di a lcunidei proget t i por ta t i avant i da l la scuola loscorso anno. Iniziamo dal l 'encomiabi le proget to “AVVICI-NATI AL LIBRO CON L 'UNIONE EURO-PEA”, la f inal i tà , lasciatemelo dire in pr imapersona, è i l mio sogno di sempre: s t r ingeredei vincol i e condividere esper ienze at t raver-so la Let tura . Così nel l 'anno scolast ico 2006 La SIM, l 'acro-nimo per la Scuola I ta l iana di Montevideo, inco l l aboraz ione con l a De legaz ionedel l 'Unione Europea e le Scuole che rappre-sentano i divers i paesi membri present i sult e r r i t o r io ha po r t a to avan t i i l p roge t to .L 'azione del le var ie c lass i è s ta ta decl inataper promuovere e diffondere i l p iacere del lale t tu ra . Pe rché qu i a Montev ideo c redono

a n c o r anel la forzad e l l ' e s p e -r i e n z adel la le t tu-r a . Dab i b l i o f i l od . o . c .a c c a r e z z ouna f e l i -

c i t à incon t ro l l ab i l e a sen t i re deg l i s logancome “st imolare l 'amore per la le t tura t ra igiovani e i bambini” e l 'ancor più bel lo “s t r in-gere vincol i di amicizia , a l l ' in terno del la pro-pr ia is t i tuzione e con al t re is t i tuzioni a t t ra-verso la le t tura e i l ibr i” . Senza per questoperdere di vis ta la promozione del la sol ida-r ie tà . Dietro gl i s logan e gl i obiet t ivi c 'era la sol idaconcretezza di real izzare una grande raccol tad i l ib r i da donare a l l e b ib l io teche de l leScuo le S ta t a l i i n t i t o l a t e a paes i membr idel l 'Ue o ad al t re is t i tuzioni comunitar ie . La raccol ta dei l ibr i è s ta ta organizzata a t t ra-verso“ l 'amico le t tore” che ha coinvol to tut t i ,dagl i a lunni a i dir igent i .Tut to i l personale del la SIM ha donato unl ibro al l '“amico le t tore” che gl i era s ta to asse-gnato per sor teggio. Ad una sola condizione:i l “ le t tore” sor teggiato, dopo aver f ini to dileggere i l l ibro aff idatogl i , doveva r iportar loal la Scuola e r imet ter lo in c i rcolo. Un' ideasemplice, l impida e geniale . La vera concre-t izzazione del senso s tesso del la le t tura . E poi , f inalmente, i l pr imo set tembre del 2006nel la bel l iss ima Aula Magna del la SIM tut t i ipar tecipant i hanno condiviso le r i f less ioni e

lo scambio di opinioni sui l ibr i le t t i .Quei tes t i sono s ta t i davvero inter ior izzat i ,l 'ogget to- l ibro poteva cont inuare la vir tuosis-s ima s taffet ta : i volumi sono s ta t i donat i a l lediverse is t i tuzioni durante l 'emozionante cer i-monia al la Scuola Spagnola Cervantes . E quest 'anno la Scuola I ta l iana di Montevideosi s ta preparando per celebrare degnamente i lc inquantes imo anniversar io de l Tra t ta to d iRoma.Siamo cer t i che anche questo proget to entreràdi dir i t to nel la s tor ia di questa preziosa is t i tu-zione.Di s icuro la Lupa del l ' ingresso lo sa già e ,sorniona, sorr ide.Come sempre, hasta luego!

La redazione di “Gente d'Ital ia” esprime lapropria sol idarietà al la famigl ia di Natal iaMartínez Bengoa. Redazione: (598) 916 08 15.Da lunedi a venerdi , dal le 16 al le 18.Scriveteci al l ' indirizzo gentedital iauruguay@gmail .com

La Scuola Italiana di Montevideo: leggere per essere più vicini all'Unione Europea

DIARIO URUGUADIARIO URUGUAYYANOANO

di Tdi Tonino Pintacudaonino Pintacuda

la gente d’italia 8Mercoledì 13 Febbraio 2007

Stefano De Andreis, giornalista dell’agenzia giornalistica “ IlVelino” riporta il commento di Alessandra Longo, inviata di“Repubblica” al seguito del presidente della Camera FaustoBertinotti. La Longo, riferendosi alla mancata visita di Bertinotti alMuseo di Garibaldi di Montevideo, ha scritto che “il presidente siè trovato davanti a un portone inesorabilmente chiuso. Nessunatraccia di vita, nessun rumore dall'interno”. Così, la terza caricadello Stato ha rinunciato”.Non potevamo non verificare. La nostra redazione è a CalleMisiones nella cuadra tra Rincon e Sarandì, il Museo HistoricoNacional è vicinissimo, al numero 437 di Calle Rincon.Abbiamo telefonato e il Professor Enrique Mena Segarra, diretto-re del Museo a cui compete la gestione della casa montevideana diGaribaldi, ci ha accolti.L'ufficio del direttore somiglia all'idea che il vostro cronista hasempre avuto della stanza di un direttore di un museo così impor-tante e imponente.Aspetto che il direttore si congedi dal Cavaliere Jorge Massa, diret-

tore generale dell'Ospedale Italiano Umberto I. Mentre aspetto, ildott. Luis August Rodriguez Diaz mi porge due brochure illustra-tive.In testa ho mille domande.Ma appena il direttore Mena Segarra mi accoglie con un sorrisodecido semplicemente di ascoltare la voce sicura di quello che siautodefinisce “un modesto professore di storia”.Direttore, proprio oggi è stata resa pubblica la mancata visitadel Presidente Bertinotti al museo Garibaldi di Montevideo. Ildesiderio del Presidente è stato fermato da una porta chiusa.Perché?Il direttore risponde sfogliando semplicemente la sua agendina dipelle nera, intravediamo pagine fitte fitte di appunti. Si ferma al 2febbraio, il giorno della visita ufficiale del Presidente Bertinotti:«Avevo detto allo staff del Presidente Bertinotti d'avvisarmi, lacasa-museo viene aperta solo su appuntamento. È stato un sempli-cissimo caso di mancata coordinazione tra lo staff del museo e lostaff presidenziale. Questo fraintendimento però ci permette di par-lare della situazione della casa di Montevideo». Approffitiamone.«La Casa del Generale José Garibaldi si trova al numero 314 diCalle 25 de Mayo, la sua gestione compete a noi del MuseoHistorico Nacional. Il problema principale è l'annosa questionedella carenza di personale.

La Casa è troppo importante per lasciarla sprovvista di un adegua-to servizio di vigilanza e di portineria. Per questo chiedo sem-pre ai nostri ospiti di coordinarsi con il mio ufficio per aprire laCasa. Lei ha casualmente incontrato all'ingresso il Cavalier JorgeMassa che è venuto proprio per far visitare la Casa a delle per-sonalità. Il nostro sistema funziona, la Casa è sempre aperta, siaper le vostre alte cariche nazionali che regionali. Abbiamo fattocosì in occasione della visita ufficiale del precedente Capo delloStato Carlo Azeglio Ciampi e anche quando è venuto aMontevideo il Presidente della Regione Liguria ClaudioBurlando, a quest'ultimo ci lega un'immensa riconoscenza».Come molti sapranno, la Regione Liguria contribuirà a restau-rare il museo garibaldino di Montevideo in occasione delle inizia-tive del bi-centenario della nascita dell'Eroe dei due mondi. Durante la visita ufficiale in Uruguay dello scorso febbraio il pre-sidente della Regione Liguria Claudio Burlando e l'assessoreEnrico Vesco, ospiti del presidente Tabaré Vàzquez, avevano visi-tato il museo pubblico dedicato a Giuseppe Garibaldi, allestito

nella casa che lo ospitò. Consapevoli dell'importanza storica e culturaledi questo museo, “orgoglio per ogni italiano eancor più per un ligure”, la delegazione avevaquindi preso l'impegno di intervenire per risana-re e riqualificare la struttura.Per questo motivo la Regione Liguria, utilizzan-do le risorse assegnate alle Politichedell'Emigrazione ha garantito un contributo eco-nomico diretto alla ristrutturazione dell'edificio.Il direttore Mena Segarra conserva ancora tra lesue carte più preziose la lettera del PresidenteBurlando Come procedono i lavori di ristrutturazione?«La burocrazia è fatale in ogni parte del mondo.Ma non ci vogliamo fare scoraggiare.Procederemo secondo due fasi. Per entrambecontinuiamo a coordinarci col GovernoUruguayano.La prima prevede un'assoluta attenzione allacasa di Garibaldi, la più importante dopo quel-la di Caprera. Il Generale visse sei anni a

Montevideo, è annoverato con gratitudine tra i nostri eroi nazio-nali. Qui sposò Anita e qui nacquero tre dei suoi figli.Gli interventi sono mirati alla riparazione di una sala rovinatadall'umidità e l'installazione di una serie di televisori in cui proiet-tare un cd-rom che narri la storia di Garibaldi in più lingue.Abbiamo anche un altro progetto, ancora più importante checoinvolgerebbe direttamente l'Italia. Accanto alla casa c'è un edi-ficio del Banco di Prevision, abbandonato da anni. Ottenendoloin comodato d'uso per vent'anni potremmo restaurare la casa el'edificio attiguo. Risolveremmo definitivamente il problemadell'umidità - che viene proprio dall'edificio attiguo - ottenendoun locale in cui installare un'Instituzione Italiana permanente. Inmodo da rendere quotidianamente fruibile la Casa dell'Eroe deidue Mondi».In Italia anche la memoria garibaldina diventa pretesto perconflitti ideologici. S'era parlato di una seduta a Camere riu-nite percelebrare degnamente il bicentenario della nascita diGaribaldi. Oggi si ipotizza uno spostamento nella Sala dellaLupa di palazzo Montecitorio. Qual è la sua opinione?«Sono un modesto professore di storia nazionale e appoggioapertamente il partito blanco. Garibaldi quando aiutò l'Uruguaystava con il partito colorado... Ma questo non mi impedisce di apprezzare il suo ruolo nella sto-ria. Non si può parlare dell'Italia senza citare affianco a Vittorio

Emanuele II, Camillo Benso Conte diCavour e Giuseppe Garibaldi. Qui inUruguay la memoria garibaldina è pre-sente in tutto il territorio della

Repubblica. Diverse società si ispirano al grande eroe, come“Unione e fratellanza”, “Unione e benevolenza”. Esiste un vivaceculto di Garibaldi, ad esempio nel Museo di Trenta y Tres c'è per-fino un particolarissimo ritratto a cavallo di Garibaldi che costitui-sce un unicum per l'iconografia garibaldina».Ma, come sempre, l'ideologia acceca.«Ho sempre pensato all'ideologia come un prisma che poco chia-rifica e molto fa equivocare. Quello che è certo è che qualunqueideologia è una visione distorta del pensiero. Ho insegnato per qua-rant'anni storia e sono certo che la storia non esiste: esiste solo l'o-nestà intellettuale nel cogliere rapporti tra eventi».Professore, non possiamo che concludere chiedendole il suopunto di vista sulla lingua italiana e l'Uruguay.«L'utilitarismo o meno di conoscere la lingua italiana è una visio-ne miope, relega in un posto non suo una componente fondamen-tale e intimamente vincolante della stessa identità del popolo uru-guayano. Pensiamo solo ai rapporti coi genovesi, ancora oggi il termine“baccan”, in dialetto genovese “il padrone”, indica da noi l'uomodanaroso. Ci sono zone dell'interno del Paese in cui gli abitantisono per la quasi totalità discendenti dei migranti genovesi. Non èsoltanto una legittima rivendicazione: l'Uruguay e l'Italia sono inti-mamente legati».

Bertinotti e la Casa-museo di Garibaldi

DIARIO URUGUADIARIO URUGUAYYANOANO

di Tdi Tonino Pintacudaonino Pintacuda

la gente d’italia 8Mercoledì 14 Febbraio 2007

Ecco, l'ho schivato per troppo tempo. Con la let-teratura non ho problemi, acchiappo un libro e cilotto come Giacobbe con l'Angelo.Ma con il calcio son dolori, ebbene sì, sono un ita-liano atipico, uno di quelli che manco ha capitobene la regola del fuorigioco.Vi svelo un retroscena: sono del 1982, il miticoanno del “Campioni del mondo, campioni delmondo, campioni del mondo!” gridato a squarcia-gola da Nando Martellini.Ecco: ventiquattro anni dopo l'Italia conquista latanto agognata quarta stelletta. Di nuovo campionidel mondo in uno dei più sofferti mondiali dellastoria italiana. Ci leccavamo ancora le ferite perMoggiopoli ed ecco che Totti, Pirlo e Gattuso, gui-dati da Capitan Cannavaro ci hanno ricordato cheil calcio é l'unica realtà che davvero ci unisce.Siamo cinquanta milioni di commisari tecnici, tuttibuoni a schierare formazioni alternative a quellaufficiale. La notte della finale di Germania 2006 la parti-ta l'ho vista a San Martino, un paesino sopra Monreale,un posto bello e ancora vivibile. Lì, nel televisore di 47pollici di mio cugino Massimo ho visto la finale, contutto il parentado che saltava in aria a ogni tiro di rigore.E poi il tripudio di bandiere tricolori, una fila diCinquecento e di trattori che scendevano verso Palermo

per

festeggiare.Io torno a casa: il diluvio universale, saltano perfino itombini, nemmeno l'energia elettrica nelle strade. Unincubo: qualcuno mi stava forse punendo perché per menon era poi sta grande festa? Ero felice, certo. Ma ho giàdimenticato facce e nomi di Germania 2006. Ecco, finita la lunga parentesi biografica ora vi regalo unaltro motivo per venire a Montevideo.Come tutti i calciofili sapranno, i Mondiali sono nati pro-prio qui, in Uruguay.E allora vinco tutte le mie resistenze e ripercorro la sto-ria dell'unico evento globale che mette d'accordo tutti... Siamo nel 1928, ancora il mondo scricchiola per laGrande Guerra. Nuovi equilibri nel Vecchio e nel NuovoMondo vanno delineandosi. Jules Rimet, presidente dellaFIFA ha la grande intuizione: un nuovo torneo disputatoogni quattro anni tra le nazionali di tutto il mondo.L'organizzazione dello storico evento viene affidata alpiccolo grande Uruguay. Montevideo ha appena due anniper organizzare tutto. Iniziano i problemi: molte squadre declinano il gentile

invito, erano i tempi delle attraversate oceaniche, unaspesa esosa che avrebbe fatto arrivare i giocatori strema-ti.Le migliori squadre europee sono le grandi assenti.L'Italia per le difficoltà del viaggio, l'Inghilterra e laScozia per una insensata presa di posizione.Secondo loro, dato che il calcio era nato tra le Highlandscozzesi e il Big Ben, solo solo per questo erano due clubcosì blasonati da autodefinirsi già “Campioni delmondo”. E non scherzavano, rifiutarono di partecipareanche a Italia 1934 e Francia 1938. Poi vedendo cresce-re l'importanza e il pubblico parteciparono agli altriCampionati del mondo, piazzandosi sempre.Tanto di cappello alla piccola Montevideo che intuì tuttoe può tranquillamente seguire tutti iMondiali che verranno sorridendo.Come Liverpool con i Beatles puo met-tere nelle targhe: “dove tutto è inizia-to...”E si perdonano tranquillamente gli erro-rucci dovuti all'inesperienza: le partite diUruguay 1930 si giocarono dal 13 al 30luglio del 1930 negli stadi di Pocitos,Parque Central e Centenario.Gli aneddoti si sprecano: nella partitaArgentina-Francia, l'arbitro brasilianoRege fischiò la fine dopo solamente 84minuti di gioco. Tanto che il pubblicoinvase il campo per far giocare gli altrisei minuti. E che dire della partita traArgentina e Messico? Il dischetto delrigore fu piazzato a oltre 14 metri dallaporta, invece che i regolamentari 11.Alla fine - e meritatamente - a spuntarlafurono i padroni di casa, che liquidarononell'ordine Romania e Perù nel gironeeliminatorio, Jugoslavia in semifinale el'Argentina, di fronte a oltre 90.000 spet-tatori, in una finale dal clima. L'arbitrodella finalissima Uruguay-Argentina, ilbelga Langenus, impose alla FIFA la sti-

pulazione di un'assicurazione sulla vitaa favore della propria famiglia. LaCeleste riuscì a firmare l'impresa purdovendo far fronte all'inaspettata assen-za del forte attaccante Anselmo, scap-pato dal Centenario pochi minuti primadell'inizio della partita per un attacco dipanico. Nell'incontro conclusivo, fu l'u-ruguaiano Dorado ad aprire le marcatu-re, ma la risposta Argentina portò a rete,prima, Peucelle, e poi Stabile, ed il 1°tempo finì 2 a 1. Nella ripresa, la rea-zione dell'Uruguay fu veemente, e, nelgiro di venti minuti, mise a segno 3 reti,con Cea, Iriarte e Castro.Ai “fratelli argentini” la soddisfazionedi essere in tutti gli annuari di calciocon Guillermo Stábile, il primo capo-cannoniere nella storia dei Campionatimondiali di Calcio con le sue otto reti

in quattro partite (3 al Messico, 2 al Cile, 2 agli USA, unasola all'Uruguay).Agli Uruguayani la grandissima soddisfazione di esserestati i primi ad avere per quattro anni quella che poisarebbe stata la Coppa Rimet. Nel 1930 ancora era indi-cata semplicemente con il nome di “Victory”, ma conaffetto era per tutti semplicemente la agognata “Coppadel Mondo”.La coppa era stata disegnata da Abel Lafleur, tutta d'ar-gento, placcata d'oro, su una base blue di preziosi lapi-slazzuli. Alta appena 35 centimetri pesava 3,8 Kg, quan-to un neonato ben pasciuto.Durante la seconda guerra mondiale, il trofeo era in

Italia. Ottorino Barassi, l'italiano vicepresidente della Fifa e presidente dellaFIGC, portò via segretamente il trofeoda una banca di Roma in una scatola discarpe per evitare che la prendessero iNazisti.Rubata in Inghilterra - ah, le cose dellavita... - ritrovata, duplicata, diventatadefinitivamente brasiliana alla terza vit-toria in finale contro l'Italia nel 1970,rubata e mai più ritrovata nel 1983.La Confederazione commissionò unareplica fatta da Eastman Kodak, usando1,8 kg d'oro. Questa replica venne pre-sentata al presidente Brasiliano nel1984.Il trofeo è stato assegnato complessiva-mente 9 volte, la prima nel 1930all'Uruguay, l'ultima, quarant'anni dopo,nel 1970, al Brasile. Non è stato asse-gnato nel 1942 e nel 1946 a causa delsecondo conflitto bellico mondiale. Difronte all'abisso in cui l'uomo è statocapace di spingersi non c'era spazio perle emozioni e i sentimenti dello sport.Come sempre, hasta luego!

Uruguay 1930: dove tutto ebbe inizio

DIARIO URUGUADIARIO URUGUAYYANOANO

di Tdi Tonino Pintacudaonino Pintacuda

la gente d’italiaVenerdì 16 Febbraio 200722

Anche se fa male devo continuare a scrive-re, soprattutto oggi.La signora Josette ha sempre amato la cultu-ra. Questo pezzo e tutti quelli che verranno so-no per lei e i suoi “occhi infiniti”.La prima edizione di “The Purple Land” è del1885, l'autore è William Henry Hudson. Leg-giamo nel World Who's Who in Science. ABiographical Dictionary of Notable Scientistsfrom Antiquity to the Present. di G. DebusAllen: Hudson lavorò come apprendista pres-so una farmacia di Londra, prima di ricoprireil ruolo di bibliotecario aggiunto al BritishMuseum (1757). Nel 1761 divenne membro della Royal So-ciety e partecipò alla fondazione della LinneanSociety di Londra, la prima societa' tassomo-nica al mondo.Un impegno totale nella botanica tanto chel'abbreviazione Huds. si usa per indicare Wil-liam Hudson come autorità nella descrizionee classificazione scientifica del mondo vege-tale.Lo stesso acuto spirito d'osservazione e lastessa scientificità Hudson la riservò alla suapoco conosciuta attività di scrittore. Precisomeglio: poco conosciuta almeno in Italia.Basta annoverare due giudizi eccellenti sulsuo romanzo più famoso per andare subito acercare “The Purple Land”. Secondo Jorge Luis Borges “La Terra Rossaè uno dei pochissimi libri felici che ci sianoal mondo”. Fa eco al creatore della “Biblioteca di Babe-le” e dell'”Aleph”, Joseph Conrad, l'autore della “Linead'Ombra” e di “Cuore di tenebra” (la novella che ispiro' ilgenio di Stanley Kubrick per “Apocalipse now”): “Non èpossibile dire come quest'uomo raggiunga i suoi effetti.Scrive come l'erba cresce”.Le edizioni italiane del libro sono principalmente due: laprima è la storica edizione BUR del febbraio del 1975 conla bellissima introduzione di Pietro Citati, il titolo è “Laterra di porpora”, tradotta magistralmente da Nini' Anfos-so.

L'ultima disponibile è la raffinata edizione Adelphi, rinti-tolata - non sappiamo proprio perché - “La Terra rossa” (ag-giungiamo che nel 1973 l'avevano intitolato “Un mondolontano”). La traduzione è sempre di Adriana Motti, 14,46euro per 321 indimenticabili pagine.Leggiamo e ricopiamo per voi il risvolto di questa edizio-ne, ne condividiamo ogni singolo paragrafo: “Questo ro-manzo possiede la felicità, nell'unico modo, quasi incon-sapevole, con cui si può possedere la più volatile dea: unafelicità contagiosa, anche per il lettore, che incontra que-sto libro come uno di quegli amori immediati, rapidissimie crudeli che balenano nelle sue pagine». A Montevideo, verso il 1870, in un periodo di aspre con-tese civili, il giovane inglese Stephen Lamb abbandona lasua sposa-bambina, Paquita, per trovare lavoro all'internodel Paese.

Quando egli parte con questo proposito, e una certa boriabritannica, non sa che la sua mente segue un pretesto la-bilissimo, che servirà solo ad adescarlo all'avventura, nel-la incantata esplorazione della immensa Terra Rossa, illu-soriamente monotona come il mare, punteggiata dalle iso-le delle estancias, che celano vicende imprevedibili. Stephen Lamb, come ogni ulisside, ha quell'accortezzache gli permette di indovinare sempre i gesti giusti - o perlo meno i gesti che salvano la vita - in un mondo dove vi-gono regole tutte da scoprire; per il resto è un giovane «op-presso dalle armi e dalla corazza della civiltà», ma che nonosa confessare a se stesso la noia che quest'ultima gli ispi-ra: carico di vitalità, è pronto a trovare qualsiasi scusa perrimandare il ritorno a quella sua 'adorata moglie'. E ogniscusa è un incontro, ogni incontro la scoperta di un intrecciosorprendente di vite, e ogni scoperta porta presto le sue con-seguenze, che talora si dissolvono nel fumo di una pisto-la o nella luce dei coltelli”. E ogni luogo lascia nella memoria del lettore un grappolodi immagini animate da quella portentosa vividezza nel par-ticolare che è il segreto dell'arte di Hudson - un vero in-solubile segreto, come sentì Conrad: «Non è possibile di-re come quest'uomo raggiunga i suoi effetti. Scrive comel'erba cresce». Molte e disparate cose incontriamo insie-me a Stephen Lamb: gauchos taciturni e temibili, inglesieccentrici e miserabili che affogano nel rum le loro no-stalgie, un enigmatico capo rivoluzionario, bestie, piantee paesi che vivono come personaggi, donne dal fascino più

diverso, fra le quali una splendida pasiona-ria che l'ulisside non potrà fare a meno ditrattare meschinamente, un vecchio di dia-bolica prolissità, un guerriero cieco e pazzo,assassini e giudici - e tutti gli oscuri destini,le battaglie e i fantasmi della Terra Rossa. Al-la fine, come vuole la regola del genere let-terario nomade e rischioso cui appartiene illibro, il protagonista torna al suo punto dipartenza. Ma ormai del tutto “acriollado”, beatamen-te corrotto dalla semibarbara Terra Rossa, al-la quale non augura più, come all'inizio del-le sue avventure, i benefici civilizzatori deldominio inglese: anzi, egli ora vede che qual-siasi intervento europeo in quel meraviglio-so e precario equilibrio non potrebbe che es-sere distruttivo, e le sue riflessioni anticipa-no ciò che poi è successo, sicché giusta-mente Martínez Estrada ha scritto che «nel-le ultime pagine della Terra Rossa è conte-nuta la massima filosofia e la suprema giu-stificazione dell'America di fronte alla civiltàoccidentale e ai valori della cultura catte-dratica». Con questi lucidi pensieri, che po-trebbero spingersi molto lontano, Hudson ciabbandona, eppure il suo gesto di congedonon è più nella riflessione ma ancora una vol-ta nella vita, poiché, come egli ci dice, adat-tando una frase famosa, «ogni volta che ten-tavo di essere un filosofo ne ero impeditoperché irrompeva sempre la felicità».Ed ecco un assaggio del mirabile testo, la-

sciatemi aggiungere che è una condizione straordinarialeggerlo a venticinque anni appena compiuti proprio qui,a Montevideo. L'identificazione con Stephen Lamb è to-tale.L'incipit:“Vi sono tre capitoli nella storia della mia vita, tre perio-di distinti e ben definiti, sebbene consecutivi - incomin-ciati quando ancora non avevo venticinque anni e finiti pri-ma dei trenta -, che probabilmente risulteranno più vivi ditutti gli altri anni della mia esistenza...”.Ed ecco il protagonista che parla del Rio de la Plata:“Profondamente scoraggiato e con le suole che si stacca-vano dalle scarpe, sedetti su di una panca in riva al mare,o fiume che fosse, poiché chi lo chiama in un modo o chinell'altro, e il colore fangoso e la freschezza dell'acqua, in-sieme all'incertezza dei geografi, lasciano in dubbio seMontevideo sia situata sulle rive dell'Atlantico o soltantoin prossimità di questo e sulle rive di un fiume largo, allafoce, centocinquanta miglia”.Per i nostri lettori di lingua inglese segnaliamo che l'inte-ro testo è disponibile nell'edizione originale, dititalizzatodal Progetto Gutenberg:http://www.gutenberg.org/etext/7132

Viaggio nella Terra di Porporapagina a cura dipagina a cura di

TTonino Pintacudaonino Pintacuda

CULTURA - SPECIALE SUD AMERICA

la gente d’italia Venerdì 16 Febbraio 2007 23

D ecor rono ogg i i c en to ann i da l l a mor t e d i

Giosuè Carducc i , i l g rande poe ta to scano che

fu uno de i p ro t a gon i s t i p iù p ro l i f i c i e appas -

s i ona t i de l l a nos t r a s t o r i a r i so rg imen ta l e , e

che fu anche i l p r im o i t a l i ano ad e s se r e i n s i -

gn i to da l l 'Accademia Svedese de l p remio no-

be l pe r l a l e t t e r a tu ra . Ca rducc i pa r t ec ipò con

in t ens o im pe gno c iv i l e ag l i even t i che p r e -

c e d e t t e r o e , p o i , s e g u i r o n o l a c o s t i t u z i o n e

de l r egno d ' I t a l i a . I l s uo impegno fu cos t an -

t emen te d up l i c e , da una pa r t e po l i t i co , co ro -

na to da l l a nomina a s ena to re ne l1890 , d ' a l t r a

c u l t u r a l e , t e s t i m o n i a t o d a i s u o i c o m p o n i -

men t i poe t i c i e da i mo l t i s agg i e d i s co r s i che

c i ha l a s c i a t i .

Non è e r r a to d i r e c he l a r i f l e s s i one ca rduc -

c i ana i n to rno a i t an t i s c r i t t o r i , che i n I t a l i a

ave vano c r e a to i l p a r ados so d i una naz ione

u n i t a n e l l e l e t t e r e , p r i m a a n c o r a c h e n e l l e

l egg i d i uno s t a t o un i t a r i o , d i ede un con t r i -

bu t o r i l ev a n t e a l l a na sc i t a d i una cu l t u r a na -

z i o n a l e . B a s t i l e g g e r e l ' e l o g i o q u a s i c o m -

mos s o che Ca rduc c i f a d i Dan t e ne l suo s ag -

g io “Dan t e , Pe t r a r c a e i l Boccacc io” : «da l u i

l ' e s emp io a que l l o s c r i ve r vo lga r e de l qua l e

eg l i non ve rgognavas i» , a l l ' i l l u s t r e f i o r en t ino

e g l i r i c o n o s c e i l m e r i t o d i a v e r e c r e a t o , a t -

t r a v e r s o l a s u a s c e l t a l i n g u i s t i c a , i l f u l c r o

i n t o r n o a l q u a l e l e e n e r g i e i n t e l l e t t u a l i d i

un ' I t a l i a d iv i s a a v r ebbe ro t r ova to i l l o ro pun -

to d ' i ncon t ro e d i con f ron to .

«L ' i ngegn o ne l l a t e r r a d i Dan t e , d i Miche l an -

ge lo , d i Ga l i l eo , p iù ve r amen te che non i l s o -

l e ne i r en i d i Ca r lo V,

n o n t r a m o n t a m a i » ,

a v r e b b e s c r i t t o a l c u -

n i ann i p iù t a rd i , pa r -

l a n d o d e l R i s o r g i -

men t o i t a l i a no , qua s i

a cog l i e r e que l l e ga -

me i ne s aus to t r a pa s -

s a t o e p r e s e n t e , c h e

eg l i con l a sua ope ra

d i s t ud i o so e d i i n se -

g n a n t e c o n t r i b u ì a

man tene re v i t a l e . Co-

m e p r o f e s s o r e a l l ' A -

teneo d i Bologna Car-

d u c c i r i c o p r ì , d a l

1 8 6 0 , l a c a t t e d r a d i

E l o q u e n z a i t a l i a n a ,

che s a r ebbe d ive nu to

i n s e g u i t o l ' i n s e g n a -

mento d i Le t t e ra tu ra i t a l i ana . In fa t i cab i l e eg l i

r i t enne s empre che l o s t ud io e i l d i a l ogo con

g l i an t i ch i - pu rché v i s su to con p ig l i o c r i t i co

- f o s se ro l a f on t e d i cu i g l i i dea l i c i v i l i e l a

cosc i enza naz iona l e doves se ro nu t r i r s i .

Con i suo i ve r s i f u a r a ldo e c an to r e de l l a l i -

b e r a z i o n e d a l g i o g o s t r a n i e r o : « M a r c i a t e , o

de l l a pa t r i a i nc l i t i f i g l i , / d e i c annon i e de '

c a n t i a l ' a r m o n i a » l e g g i a m o

in Ça i r a , t r a l e R ime nuove .

In occa s ione de l l a p roc l ama-

z ione de l r egno d ' I t a l i a , t r a i l

n o v e m b r e e i l d i c e m b r e d e l

1861 , s c r i s s e una s t r ao rd ina -

r i a ode da i t on i v ib r an t i , r i -

v o l g e n d o s i d i r e t t a m e n t e a l l a

p a t r i a r i t r o v a t a , i m m a g i n a t a

t i n t a de i co lo r i de l t r i co lo r e

i t a l i a n o : « M a d r e e s i g n o r a

n o s t r a , / i d e a d e ' s a p i e n t i ,

amor de ' v a t i , / e sommo p re -

mio a ch i pe r t e mor ia , / i l tuo

c i n t o s ' i n o s t r a / n e l s a n g u e

de g l i e ro i che D io t ' h a da t i /

v e r d e r i d e i l t u o v e l o a l a

g i u l í a / p r i m a v e r a d ' a m o r e ,

o n d e g g i a b i a n c o / i l r e g a l

man to da l ' angus to f i anco» .

D i g r a t i t u d i n e e s c o n f i n a t a a m m i r a z i o n e

f u r ono i s e n t ime n t i de l poe t a ne i c on f r on -

t i d i G iuse ppe G a r iba ld i , l a c u i mor t e , a v -

ve nu t a ne l 1882 , e g l i c ons ide r ò una s c i a -

gu r a pe r sona l e , o l t r e c he de l l ' i n t e r a na z io -

ne e c he e g l i non e s i t ò a de f i n i r e “ l ' uomo

c he ho p iù a do r a to t r a i v i v i ” . A ppe na a l -

c un i a nn i p r ima Ca r duc c i a ve va c e l e b r a to ,

i n un c ompon ime n to i nc lu so t r a l e sue O d i

ba rba re , i l gene ra l e qua l e nove l l o Romolo ,

f onda to r e d i un nuovo s t a t o : « sop r a i l c o -

mune go rgo de l ' a n ime / t e r i f u lge n t e c h i a -

ma no i s e c o l i / a l e a l t e z z e , a l pu r o c onc i -

l i o / d e numi i nd ige t i su l a pa t r i a » .

Pe r c e l e b r a r e l a r i c o r r e nz a mo l t i sono g l i

e ve n t i o rga n i z z a t i , s op r a t t u t t o i n Tosc a na ,

sua t e r r a d ' o r i g ine , e a Bo logna , dove Ca r -

duc c i v i s s e a l ungo e dove mor ì a ppun to i l

16 f e bb r a io de l 1907 .

L ' i n a u g u r a z i o n e d e l l ' a n n o c a r d u c c i a n o i n

To s c a n a s i t e r r à o g g i a C a s t a g n e t o C a r -

duc c i , c omune i n p r ov inc i a d i L ivo r no , un

tempo Cas tagne to Mar i t t imo , dove Carduc-

c i v i s s e da ba mb ino e c he p r op r io i n suo

o n o r e c e n t ' a n n i f a m u t ò i l p r o p r i o n o m e .

I n q u e s t ' o c c a s i o n e v e r r a n n o i n a u g u r a t i i l

M use o A r c h iv io e i l Ce n t r o d i va lo r i z z a z ione

C a s a C a r d u c c i . S a r à q u i p o s s i b i l e a m m i r a r e

n u o v i d o c u m e n t i i n s i e m e a m a t e r i a l i g i à i n

n o s t r o p o s s e s s o r i o rg a n i z z a t i e d a r r i c c h i t i ,

g r a z i e a l l a c o l l a bo r a z ione c on Ca sa Ca r duc c i

d i Bo logna . I Comun i d i Ca s t a gne to Ca r duc -

c i , P ie t rasan ta e San ta Mar ia a Monte e l e Pro-

v inc e d i L uc c a e L ivo r no ha nno i no l t r e s t a b i -

l i t o un ' i n t e sa pe r coo rd ina re l e i n i z i a t i ve vo l -

t e a r i c o r da r e i l c e l e b r e poe t a ne l l a sua t e r r a

na t i a .

A nc he l ' un ive r s i t à d i Bo logna , dove i l poe t a

to sc a no i n se gnò f i no a l 1904 , ha o rga n i z z a to

i n c o l l a b o r a z i o n e c o l c o m u n e u n a s e r i e d i

e v e n t i i n s u o o n o r e . S e m p r e o g g i n e l l a B i -

b l i o t e c a d e l l ' A r c h i g i n n a s i o s i s v o l g e r à a l l e

16 .30 i l c onve gno «L id i a , M a rghe r i t a , A nn i e :

Ca r duc c i e l e donne » . N e l l a s t e s s a oc c a s ione

s i t e r r à l ' a nnu l l o spe c i a l e de l f i l a t e l i c o de d i -

c a t o a C a r d u c c i d a l l e P o s t e i t a l i a n e . P e r c h i

vo l e s se i n f o r ma r s i e ma ga r i pa r t e c ipa r e a g l i

e ve n t i p r og r a mma t i c ons ig l i a mo d i c onsu l t a -

r e i l s i t o w w w.c a sa c a r duc c i . i t dove è pos s i -

b i l e l e g g e r e i l c a l e n d a r i o d e t t a g l i a t o d e g l i

e ve n t i pe nsa t i pe r c e l e b r a r e i l poe t a .

Il centenario della morte di Giosuè Carduccidi Mario Rendadi Mario Renda

la gente d’italia Venerdì 16 Febbraio 2007 24

Sulla Rambla che abbraccia Montevideo, pro-prio accanto al porto sorge l'edificio Yacaré.All'ingresso ci attende il Ministro del Turismo yDeporte, il Dr. Héctor Lescano. Il suo ufficio è alprimo piano dell'edificio in cui ha sede il diparti-mento turistico dell'Uruguay. L'elemento domi-nante è il vetro, la trasparenza è un vecchio palli-no del Ministro Lescano, sin dai tempi dell'impe-gno parlamentare quando fondò il gruppo“Uruguay e Trasparenza”.L'abbiamo intervistato. Ministro, lei si occupa di “Turismo” e “Sport”.Un accostamento interessante.«Il sistema uruguayano prevede uno snellimentodella burocrazia, con l'accorpamento di alcunisettori. L'incarico che ricopro abbraccia due settoricontigui: il turismo rappresenta il futuro del Paese,lo sport il futuro dei nostri giovani. Ho portatoavanti una campagna per tenere nella giusta consi-derazione l'educazione fisica in tutto il nostro siste-ma scolastico. E non dimentichiamoci dei punti dicontatto che esistono tra i due campi: il golf uru-guayano richiama numerosi spettatori e turisti. E ilcalcio, lo sport nazionale, ha un ruolo di primissi-mo piano nella storia del Paese. Il primoCampionato Mondiale di calcio s'è svolto proprionel 1930 a Montevideo, come avete ricordato nelvostro giornale proprio oggi». Quali sono le prospettive per il turismo uru-guayano?«Il nostro piccolo Paese ha un'industria ben artico-lata, dall'incantevole Puntadel Este, Colonia e tutti idipartimenti dell'Uruguay.Abbiamo registrato la griffe“Uruguay Natural” perrimarcare che nel nostro ter-ritorio i nostri ospiti sonosicuri della qualità della vitae dell'alimentazione. Lavera difficoltà è nella pro-mozione. Ma ci stiamo muo-vendo proprio in quelladirezione». Non è così facile raggiun-gere il vostro bellissimoPaese. Quali interventiprevedete?«L'accordo con la compagnia aerea Pluna è di gra-nidssima importanza. Dobbiamo rafforzare la retedei trasporti con voli diretti e voli regionali. Lacostruzione di un altro aeroporto è ormai un'esigen-za. Dobbiamo praticare un'immersione forte nelleinfrastrutture, i primi segnali sono positivi. Il pros-simo traguardo è far includere le nostre città comenuove tappe delle principali crociere. Chi praticaturismo nautico è sempre soddisfatto dell'Uruguay.E non dimentichiamo che Montevideo è una sedeperfetta per i congressi. Proprio per questo dobbia-mo superare le nostre limitazioni logistiche. Almomento non possiamo accogliere più di tremilaconvegnisti ma stiamo progettando un centro con-

gressi a Punta del Este». In tutto questo quel è il ruolo del Mercosur?«Il Mercato Comune del Sud è un progetto di inte-grazione regionale stipulato tra Brasile, Argentina,Paraguay, Uruguay e Venezuela. Nelle intenzionidegli ideatori la chiave di tutto doveva essere unmercato comune, caratterizzato dal regionalismoaperto per valorizzare le pluralità dei paesi membri.Al momento siamo dentro uno scenario difficile,quelle che sembravano solo ipotesi pessimistiche sisono avverate, stiamo cercando di risolvere i pro-blemi politici. Quello che ha affermato il nostroPresidente Vasquez è il vero obiettivo: “Mas emejor Mercosur”. L'Uruguay mira ad ampliare ilcommercio con il resto del mondo, rafforzando isettori principali: lana, carne e turismo. Il nostro

augurio è semprequello di un mondo incui il mutipolarismogarantisca miglioricondizioni per tutti,in questo è implicitoil desiderio di strin-gere maggiori rappor-ti anche con l'UnioneEuropea». L'Uruguay si prepa-ra ad accogliere ilPresidente degliStati Uniti GeorgeW. Bush, qual è lasua opinione?«Personalmente ho

un'opinione molto critica sulla politica internazio-nale degli Stati Uniti ma questo non mi impediscedi giudicare positivamente una maggiore aperturacon il Nord America. Non dobbiamo dimenticareche è uno dei nostri principali mercati per i prodot-ti dell'industria tessile e sono certo che l'amiciziatra i nostri due Paesi non può che crescere in soli-dità». Il settore scientifico come procede?«Nei miei dieci anni come deputato ho curato anchela “Comisión de Ciencia y Tecnología” dellaCamera, non dobbiamo dimenticare che il primoby-pass è nato qui, nel Cono del Sur. Si deve inve-stire di più, l'attuale 0,3 % del Pil è troppo esiguo,tendiamo a riservare alla Ricerca almeno l'1 %.

Questo fermerebbe l'emoraggia di tanti nostri pre-paratissimi giovani, perché sono loro la vera ric-chezza dell'Uruguay. Dobbiamo crescere in qualitàe valorizzare le nostre risorse umane». Ministro, un'ultima domanda: ci racconta il suopercorso biografico e politico?«Con molto piacere: sono medico veterinario, spo-sato e padre di tre figli. Ricopro l'incarico diPresidente del PDC, il Partito DemocraticoCristiano. Prima dell'impegno politico volevo fareil genetista, ho insegnato come professore universi-tario all'Universidad de la República, dove ho assi-stito il Rettore, l'Ing. Jorge Brovetto.Poi per dieci anni sono stato eletto alla Camera deiDeputati, oltre a guidare la Comisión de Ciencia yTecnología mi sono sempre concentrato sulle perso-ne, sino alla creazione del Sistema Nacional deEmpleo per i nostri disoccupati.Poi sono stato scelto come Ministro del Turismo edello Sport dal Presidente Tabaré Vázquez.Continuo a studiare per questo nuovo incarico, neltempo libero leggo, amo la storia politica e, quandoho tempo, lo dedico alla lettura e allo sport.Amo il LIVERPOOL FÚTBOL CLUB, ai neroaz-zurri ho dedicato anche un libro: “LOS NEGROSDE LA CUCHILLA”. Allora non possiamo proprio evitare: qual è ilsuo libro preferito?«Quando posso leggere, leggo di cuore. Il libro cheho amato è della vostra grandissima Oriana Fallaci,Insciallah mi ha profondamente commosso». E allora rileggiamo con i nostri lettori il bellissimoincipit del libro amato dal Ministro Lescano: “Lanotte i cani randagi invadevano la città. Centinaia ecentinaia di cani che approfittando dell'altrui paurasi rovesciavano nelle strade deserte, nelle piazzevuote, nei vicoli disabitati, e da dove venissero nonsi capiva perché di giorno non si mostravano mai.Forse di giorno si nascondevano tra le macerie,dentro le cantine delle case distrutte, nelle fognecoi topi, forse non esistevano perché non erano canibensì fantasmi di cani che si materializzavano colbuio per imitare gli uomini da cui erano stati ucci-si.”Non ci resta che salutarvi, come sempre: hastaluego.

Per il Ministro Hector Lescano: “la vera ricchezza sono i giovani”

DIARIO URUGUADIARIO URUGUAYYANOANO

di Tdi Tonino Pintacudaonino Pintacuda

la gente d’italiaMartedì 20 Febbraio 20076

E cco, me lo sono beccato anch ' io . Dopo un

mese e ra inev i tab i le . I l “mal d 'Uruguay”

m'ha s t re t to nel suo amorevole abbraccio.

Non vi preoccupate , niente di grave. È un

mal d ' amore , mi sono i r r imed iab i lmen te

innamorato di questo Paese e non ho nessuna

intenzione di abbandonarlo.

I l mio bigl ie t to aereo mi guarda solenne, con

la sua data nera s tampigl ia ta come monito:

al t r i sessanta giorni e dovrò dirvi “arr iveder-

ci” .

Ho ancora sessanta preziosiss imi giorni per

conoscere quel la che fu la Banda Oriental .

Quando ero in I ta l ia ho cercato invano una

guida tur is t ica , anche solo per farmi un ' idea

di dove s tavo andando.

Niente , solo pagine bel-

l iss ime su internet ma

nul la che potess i por-

tarmi nel la bisaccia .

Allora r imedio subi to a

questa mancanza. Qui i l

“verano” è giunto al la

sua maestosa conclusio-

ne, ier i ed oggi due

giorni rossi , rossiss imi .

Montevideo è un deser-

to colorato, l 'a t tesa cul-

mine rà ne l l a s f i l a t a

conc lus iva che t r ac i -

merà lungo l e a r t e r i e

pr incipal i del la c i t tà .

Ogg i con i l mar t ed ì

grasso giungerà a ter-

mine anche i l Carnaval

2007, la murga, i tam-

bur i , i co r i ando l i e i

costumi colorat i lasce-

ranno spazio al la r i f les-

s ione e a l la preghiera in a t tesa del la Pasqua di

Resurrezione.

Abbiamo approfi t ta to del la bel la giornata di

ier i per vis i tare Maldonado, uno degl i a l t r i 19

depa r t amen tos de l l a Repubb l i ca Or i en ta l e

del l 'Uruguay.

Lo s temma del dipar t i -

men to r a ff igu ra una

ba lena che sp ruzza ,

f acendo capo l ino

sul l 'Oceano in un bel l is-

s imo t r amon to .

_Qua lcuno m 'ha f a t to

notare che nel le puntate

del mio diar io ut i l izzo

troppo spesso agget t iv i

co lmi d 'en tus iasmo. Se

ques t i mie i ama t i s s imi

c r i t i c i ven i s se ro qu i

andrebbero in de l iqu io

da superlat ivi .

Come si può reagire nel

vedere i l Rio de la Plata

che s i sposa con

l 'Oceano Atlant ico? Una l inea net ta confonde i

geograf i , i l Rio perde i l suo manto marrone per

diventare d 'un profondo azzurro.

E le s te l le? Dopo i l crepuscolo i l c ie lo s ' i l lu-

mina di es t re l le , una parola dolciss ima che s i

pronunzia es t recie . . .

Ed ecco che la zona balnear ia c ' incanta con le

sue spiagge pul i t iss ime e gratui te . Non esis to-

no gl i s tabi l iment i : i l mare è di tut t i , nessuno

escluso.

A Maldonado mi sono sent i to a casa, sarà che

sono cresciuto cul la to dal la dolce ninna nanna

d i mia madre che invocava sempre

Sant 'Antonio da Padova. Una nenia leggera che

conci l iava sonno e sogni .

Ed ecco che a Maldonado t rovo una candida

cappel le t ta sul Cerro San Antonio in cui r i t ro-

vo la s ta tua del santo di cui porto i l nome.

Proprio lui , nel la rappresentazione iconica in

cu i s empre l ' ho conosc iu to . È s t a to come

incont ra re un vecchio amico , avevo vogl ia

d 'abbracciar lo ma la mia at tenzione era tut ta

per gl i ex voto che gl i tenevano compagnia .

Segno tangibi le del la devozione uruguayana.

C'era perf ino un 'acchiappasogni , una di quel le

re t ine adornate con p iume e sassol in i che ,

secondo i Nat ivi americani , permettono di cat-

turare meglio i nostr i sogni .

Legg iamo ne l l ' enc i c loped ia geogra f i ca che

a r r i cch i sce i l s i t o d i Montev ideo

Il giglio di Sant'Antonio e i sogni degli innamorati

DIARIO URUGUADIARIO URUGUAYYANOANO

di Tdi Tonino Pintacudaonino Pintacuda

la gente d’italia Martedì 20 Febbraio 2007 7

(h t tp : / /www.montev ideo .com.uy / ) : « I l

Cer ro San An ton io , ch iama to anche

Cerro del Inglés . Si t rova a Pir iápol is ,

ne l d ipa r t imen to d i e Maldonado . È

posto a 130 metr i dal l ivel lo del mare.

Sul la c ima s i t rova i l tempio di San

Antonio, a l l ' in terno del quale s i t rova la

s ta tua del santo in terracot ta , arr ivata da

Milano».

Ha un viso dolce Sant 'Antonio, vegl ia

sui sogni degl i innamorat i . Anche qui le

ragazze - e sono cer to che lo fanno anche

i giovanot t i - s i votano al santo per t ro-

vare l 'anima gemella . Spesso e volent ie-

r i le preghiere danno i r isul ta t i sperat i .

Crede temi , è commoven te l egge re

“Gracias por nuestro amor” e vedere una

scarpina da neonata lasciata l ì a fugare

ogni dubbio sul f rut to di quel l 'amore

bel lo e puro. L 'ho det to anche a Maria ,

la mia f idanzata , tornerò con le i a l Cerro

per lasciare anch ' io i l mio ex voto.

Anche in S ic i l ia le ragazze sgranano

rosar i e s i votano al santo di Padova, a l

buon Fe rnando d i Bug l ione che da

Lisbona arr ivò in I ta l ia . Mariologo d 'a l-

to l ivel lo , convinto asser tore del l 'assun-

zione del la Vergine, su r ichiesta di papa

Gregorio IX nel 1228 t iene le prediche

del la set t imana di Quaresima e da questo

papa è def ini to “arca del Testamento”. Si

racconta che le prediche furono tenute davant i

ad una fol la cosmopoli ta e che ognuno lo sent ì

par lare nel la propria l ingua. Per t re anni viag-

gia senza r isparmio, è s tanco, soffre d 'asma e

d ' idropis ia , torna a Padova e memorabi l i sono

le sue prediche per la quaresima del 1231. Per

r iposars i s i r i t i ra a Camposampiero, vicino

Padova, dove i l conte Tiso, che aveva regalato

un eremo ai f ra t i , g l i fa a l les t i re una s tanzet ta

t ra i rami di un grande albero di noce. Da qui

Antonio predica, ma scende anche a con-

fessare e la sera torna al la sua

cel la arborea. Una not te che s i

era recato a control lare come

stesse Antonio, i l conte Tiso è

at t i ra to da una grande luce che

esce dal suo r i fugio e ass is te

al la vis i ta che Gesù Bambino

fa al Santo.

A mezzogiorno del 13 giugno,

e ra un vene rd ì , An ton io s i

sente mancare e prega i con-

fratel l i d i portar lo a Padova,

dove vuole morire . Caricato su

un carro t ra inato da buoi , a l la

per i fer ia del la c i t tà le sue con-

dizioni s i aggravano al punto

che s i decide di r icoverar lo nel

v i c ino conven to de l l 'Arce l l a

dove muore in serata . Si rac-

conta che mentre s tava per spi-

rare ebbe la vis ione del Signore

e che a l momento de l l a sua

morte , nel la c i t tà di Padova frot-

te di bambini presero a correre e

a gr idare che i l Santo era morto.

Antonio fu canonizza to l ' anno

seguente la sua morte dal papa

Gregorio IX.

La grande Basi l ica a lui dedica-

ta sorge vicino al convento di

Santa Maria Mater Domini .

Tren tadue ann i dopo l a sua

mor te , du ran te l a t r a s l az ione

de l l e sue spog l i e , San

Bonaven tu ra da Bagnoreg io

trovò la l ingua di Antonio incor-

rot ta , ed è conservata nel la cap-

pel la del Tesoro presso la basi l i -

ca del la c i t tà patavina di cui è

patrono. _Nel 1946 Pio XII lo

ha p roc lama to Do t to re de l l a

Chiesa

San t 'An ton io , pu ro come un

gigl io , anche in Uruguay cont i-

nua ad essere amato.

Sempre nel Cerro sorge una ver-

gine s t i l izzata , la Vergine dagl i

Alp in i , cos t ru i t a ne l 1972 in

onore de l P res iden te Ugo

Merl ini . Ricostrui ta nel 1991 in

r i co rdo de l Cav. R ina ldo

Testoni , con la col laborazione degl i Alpini di

Casale Monferrato.

Due pezz i d ' I t a l ia sorvegl iano i sogni de i

nostr i f ra te l l i uruguayani .

Come sempre, hasta luego!

la gente d’italiaMercoledì 21 Febbraio 20076

N el celeberr imo ar t icolo “Una contraddizio-

ne chiamata Uruguay”, Eduardo Galeano scr i-

veva: «noi Uruguayani abbiamo una cer ta ten-

denza a credere che i l nostro paese esis te , ma

che i l mondo non ne è consapevole . I mass

media - quei media che hanno un impat to a

l ivel lo mondiale - non par lano mai di questo

piccolo s ta to sperduto nel sud del le mappe.

Come eccezione a questa regola , la s tampa br i-

tannica alcuni mesi fa ( l 'ar t icolo è del l 'apr i le

del 1999, n .d . r. ) ha par la to di noi , a l la vigi l ia

del la vis i ta del pr incipe Carlo. In quel l 'occa-

s ione, i l prest igioso London Times ha informa-

to i suoi le t tor i che la legge uruguayana con-

sente ad un mari to t radi to di tagl iare i l naso

al la moglie infedele e castrare i l suo amante.

I l Times dunque at t r ibuiva queste

cat t ive abi tudini del le t ruppe colo-

nial i br i tanniche al la nostra vi ta

matr imoniale . Apprezziamo i l cor-

tese col legamento, ma a di re la

ver i tà non s iamo mai cadut i così in

basso. I l nostro barbaro paese, che

ha abol i to le pene corporal i nel le

scuole 120 anni pr ima del la Gran

Bretagna, è diverso da ciò che può

apparire dal l 'a l to e da lontano. Se i

giornal is t i s i decidessero a scende-

re dal l 'aereo, potrebbero t rovare alcune sorpre-

se».Per ora - grazie a un f i lmone americano - è

tornato sul la bocca di tut t i i l Déjà vu. Ecco,

diciamo che questo più che averlo già vis to ,

l 'ho le t to mil le vol te e provato sul la mia s tessa

pel le . Sost i tuendo i l nome del mio amatiss imo

Uruguay con l 'a l t re t tanto amatiss ima Sici l ia i l

r isul ta to non cambierebbe. L 'hanno già scr i t to

Sciascia e Pippo Fava e sono s icuro che in tut t i

i Sud del mondo una penna br i l lante è arr ivata

al le s tesse conclusioni .

Sono un giornal is ta , vogl io cont inuare a vivere

scr ivendo. E da quel l 'aereo, anche se a fa t ica ,

io ho deciso di scendere. E le soprese che ho

trovato m'hanno fat to innamorare perdutamen-

te di questa terra che profuma di meravigl ia .

Vi dono i miei occhi e condivido con voi que-

ste emozioni .

Oggi è i l martedì grasso, la f ine del le sciarade

carnevalesche. Ott imo per iodo per iniziare a

mos t ra rv i l 'Uruguay par tendo da l l e p icco le

cose. Piccole e fondamental i . Dei supermercat i

ho già t racciato un quadro generale , ma per

procurars i i l c ibo, a lmeno in questa vi ta , è

necessar io avere i l denaro da porgere a una

del le tante bel le cassiere .

Par t iamo da qui , dai “bi le t tes” e

da l l e “monedas” - bancono te e

monete -che gl i uruguayani guada-

gnano e t rasformano in c ibo, vest i t i

e tut to i l res to .

Lasciatemi abbracciare la nostalgia

del le nostre bel le l i re , pr ima del l 'e-

poca del l 'amico Euro, chiedevo a

mio padre la faccia di Alessandro

Volta , quel bel blu del le diecimila

l i re , confidenzialmente un “deca” -

r iempiva i l por tafogl io e faceva bere abbastan-

za benzina al la mia Renaul t 4 , con due “deca”

andavi in pizzer ia e con i l res to prendevi pure

un “mito mondadori” , l 'edizione super econo-

mica che costava appena 4900 l i re .

Questo solo per dirvi che l 'Euro sarà pure la

nost ra moneta nei secol i de i secol i ma un

b ig l i e t to senza i l vo l to d i un compa t r io t a

Nove banconote per conoscere nove grandissimi uruguayani

DIARIO URUGUADIARIO URUGUAYYANOANO

di Tdi Tonino Pintacudaonino Pintacuda

la gente d’italia Mercoledì 21 Febbraio 2007 7

ecce l l en te sembra un b ig l i e t to

nudo, una s impat ica banconota per

giocare a “monopoli” . E la scel ta

del la metafora dei pont i e del le

f inestre poco può fare per questa

mancanza.

Diciamolo subi to: qui in Uruguay

tut te le banconote , dai 5 a i 2000

pesos uruguayani sono dei piccol i

capo lavor i . Su tu t t e l e mone te

r i t rov iamo i l p rof i lo so lenne d i

Josè Gervasio Art igas . Anche sul le

bancono te poss i amo conosce re

meglio i l g lor ioso passato di questo piccolo

grande Paese.

I l pi t tore Joaquin Torres Garcia (1874-1949) ,

fondatore del l ' “universal ismo construct ivo” ci

osserva dai 5 pesos, in c i rcolazione dal 1998.

Dietro c 'è una sua bel l iss ima opera.

I 10 pesos sono ded ica t i a l Dr. Edua rdo

Acevedo (1815 - 1863) . Scr isse i l proget to del

Código Civi l de Uruguay nel 1851, anche se

non fu adot ta to inf luenzò i l Código del 1868.

Viene sopra t tu t to r i co rda to come Re t to re

del l 'Univers idad de la Repúbl ica dal 1904 al

1907 , l ' epoca d 'o ro de l l a c re sc i t a

de l l 'Univers idad in concomi tanza a l l ' o t t ima

economia de l l 'Uruguay ag l i i n i z i de l

Novecento. Dietro i l Ret tore t roviamo la fac-

ciata del la sua amatiss ima Universidad.

I l poe ta , mag i s t ra to , po l i t i co , d ip lomat ico ,

docen te un ivers i t a r io Juan Zor r i l l a de San

Mart in (1855 - 1931) e i l suo fol to pizzet to

campeggiano sui 20 pesos, scr isse i l suo cele-

berr imo “ largo poema épico”, “Tabaré” del

1888 e la bel l iss ima “Epopeya de Art igas” del

1910. Fu anche giornal is ta e fondò i l quot idia-

no “El Bien Públ ico”. Sul re t ro dei vent i pesos

troviamo un angelo in volo.

I l vol to e la barba solenne del l 'educatore José

Pedro Varela (1845-1879) sono su tut te le ban-

conote da 50 pesos ,

un tagl io medio per i l

g rand i s s imo u ru -

guayano che r i formò

i l s is tema scolas t ico

pubbl ico, consapevo-

le che l ' ignoranza era

un abuso su cu i i l

Poder Públ ico aveva

l ' obb l igo mora le d i

in te rveni re . Tut ta l a

sua azione è s intet izzabi le nel le sue s tesse

parole: « . . .Antes que la escuela la ica , en su

expres ión genu ina , s ea l a e scue la púb l i ca

l ega l , e s necesa r io

que se fo rme en l a

conciencia del pueblo

el convencimiento de

que la escue la debe

ser la ica». Sul verso

t rov iamo i l monu-

men to ded ica to a

Varela .

Al g rande mus ic i s t a

Eduardo Fab in i

(1882-1950) l ' onore

dei 100 pesos, r icordiamo i l suo pr imo poema

sinfonico “Campo”, esegui to per la pr ima vol ta

in pubbl ico nel Teatro Albéniz di Montevideo

i l 29 apri le del 1922. Un successo di pubbl ico

e cr i t ica che lo fece conoscere a l mondo inte-

ro. Dietro Fabini t ro-

viamo una rappresen-

t az ione a rcad ica d i

un giovane che suona

i nove tub i d i una

sir inga a f ia to .

I 200 pesos sono di

Pedro F igar i (1861-

1938) , de i suo i

occhial i e del la sua

ba rba pe r fe t t amen te

r i f i l a t a . Sc r i s se ne l

1930 i l suo tes tamento

in poesia "El arqui tec-

to" che arma un corpo

unico con i suoi bel l is-

s imi quadri , uno di ess i

è r ip rodo t to su l r e t ro

del la banconota .

Un a l t ro Re t to re ,

Al f r edo Vasquez

Acevedo (1844-1923) ,

r i empie aus t e ro con i

suo i ba ffon i i 500

pesos. Viene r icordato come padre del la UNI-

VERSIDAD MODERNA per la r i forma del l 'u-

nivers i tà , avvenuta durante i l suo re t tora to

(1890-1899)

E al l 'unica donna i l grande onore dei 1000

pesos: la poetessa Juana de Ibarbourou (1892-

1979) . Vinc i t r i ce de l P remio Nac iona l de

Literatura nel 1959. Nel re t ro gl i amati l ibr i e

una palma. La r icordiamo con la sua poesia

“Amor”: El amor es f ragante como un ramo de

rosas . /Amando, se poseen todas las pr imave-

ras . / Eros t rae en su al jaba las f lores oloro-

sas/de todas las umbrías y todas las prade-

ras . / /Cuando viene a mi lecho t rae aroma de

esteros , /de salvajes corolas y t réboles jugo-

sos. / ¡Efluvios ardorosos de nidos de j i lgue-

ros , /ocul tos en los gajos de los ceibos frondo-

sos! / / ¡Toda mi joven carne se impregna de esa

esencia! /Perfume de f lor idas y agrestes pr ima-

veras /queda en mi pie l morena de ardiente

transparencia/perfumes de retamas, de l i r ios y

gl ic inas . / /Amor l lega a mi lecho cruzando lar-

gas eras/y unge mi piel de frescas esencias

campesinas .

E concludiamo con Dámaso Antonio Larrañaga

(1771-1848) , sacerdote , pol i t ico e pr ima anco-

ra coraggiosiss imo cappel lano mil i tare , l 'unico

immortalato - sui 2000 pesos - di prof i lo .

La “Universidad catól ica del Uruguay” porta i l

suo nome.

Con i l v ivo esempio di quest i nove grandiss imi

uruguayani vi dico, come sempre, hasta luego.

la gente d’italiaGiovedì 22 Febbraio 20076

C he nessuno s i senta offeso, ma “las

murgas” non mi hanno entusiasmato.

Sarà che i l mio sempre meno s tentato

siculo-spagnolo non me ne ha fat to

assaporare l ' i ronia o sarà tut ta colpa

del la mia innata mal inconia . La s tes-

sa che maschero con un sorr iso tut to

sudamericano che cerco di far sgorga-

re dal cuore.

LA “MURGA URUGUAYA”, la pr in-

cipale a t t ra t t iva del carnevale uru-

guayano, è un genere teatrale-musica-

le formato da un coro di 13-15 perso-

ne che , accompagna te pe r una "ba te r í a de

murga" al suono di “bombo, plat i l los y redo-

blante”, intona cant i e real izza “cuadros musi-

cales” su tematiche pol i t iche e social i . Trasuda

ironia: r isate per seppel l i re le magagne del-

l 'anno appena t rascorso.

Per scansare le inevi tabi l i r isacche di mal inco-

nia dei miei vent ic inque anni mi sono ta tuato

in tes ta una del le più bel le f ras i del la “Tierra

purpurea” di Hudson: «ogni vol ta che tentavo

di essere un f i losofo ne ero impedi to perché

i r rompeva sempre l a f e l i c i t à» . Qu i a

Montevideo è faci le f i losofeggiare fe l ice cam-

minando lungo la Rambla che segue maestosa

i l Rio de la Plata .

È UN ASSAGGIO DI PARADISO, col vento

che al imenta i pensier i fe l ic i , g l i s tess i che

secondo James Matthew Barr ie facevano volare

Peter Pan.

Lo dicevo un mese fa , nel la pr ima puntata di

questo diar io: l 'Uruguay è una terra che profu-

ma d ' I ta l ia . Ma di un ' I ta l ia che non c 'è più per-

chè s 'è perduta dietro val le t topol i , moggiopol i ,

tangentopol i e tut t i le magagne che verranno

al la luce.

Mentre scr ivo i l Governo i ta l iano schricchiola .

M'immagino i te legiornal i i ta l iani che r igurgi-

tano aggiornamenti cont inui , mitragl ia te di

commenti e opinioni eccel lent i . Con i miei

col leghi appostat i per ot tenere un commento

a caldo dei nostr i pol i t ic i .

Per for tuna sono qui , a passare i l mercoledì

del le Ceneri a 12000 km di dis tanza

da Roma.

IL “PALACIO LEGISLATIVO” Ier i

ho lasciato i l palco del le murgas per

andare ad ammirare nel la piacevol is-

s ima brezza del la sera la facciata del

maes toso Pa lazzo de l Po te re

Legis la t ivo ad Avenida de las Leyes:

bel lo , bel l iss imo, fa t to per res is tere

nei secol i .

Al suo in terno t roviamo una r icca

p inaco teca e l a fo rn i t i s s ima

Bib l io t eca de l Pode r Leg i s l a t ivo ,

seconda so l tan to a l la monumenta le

Bibl ioteca Nazionale .

L 'edif ic io rappresenta la concret izzazione tan-

g ib i l e de l l ' a r t e t u t t a i t a l i ana d i Gae tano

More t t i (1860-1930) . Ne l la de t tag l ia t i s s ima

stor ia del Palacio Legis la t ivo nel s i to uff ic ia le

de l Pode r Leg i s l a t ivo d i Montev ideo

(ht tp: / /www.parlamento.gub.uy/) leggiamo del

“geniale contr ibuto” del l '“Arqui tecto Cayetano

Moret t i” . Non è necesar io t radurre: “Ocuparse

de la obra que real izó Moret t i en el Palacio es

hacer lo de par te importante de la his tor ia de la

construcción del edif ic io”.

SPECIALE Genio e arte italiana per far grande MontevideoPrima puntata: L'architetto Gaetano Moretti

DIARIO URUGUADIARIO URUGUAYYANOANO

di Tdi Tonino Pintacudaonino Pintacuda

la gente d’italia Giovedì 22 Febbraio 2007 7

CHI ERA GAETANO MORETTI?Moret t i in iz iò presto a raff inare i l

suo gusto estet ico: un unico f i lo

rosso lega gl i esordi nel l 'off ic ina

di ebanis ter ia del padre a Milano e

l ' inevi tabi le iscr iz ione, nel 1875,

a l l 'Accademia d i Be l l e Ar t i d i

Brera dove ha la for tuna di f re-

quentare la Scuola Speciale diret ta

da Boito; qui , sot to la direzione

anche di Bel t rami s i diploma br i l -

lantemente professore di Disegno

archi te t tonico nel 1883.

Con Bel t rami col laborerà in quegl i

ann i anche a i r i l i ev i de l Lazzare t to e de l

Castel lo Sforzesco e insieme fonderanno, più

tardi , nel 1892, la r ivis ta “Edi l iz ia moderna”.

Nel 1885 consegue l 'abi l i tazione al l ' insegna-

mento e vince i l concorso Vit tadini “Cimitero

secondario per Milano”; nel 1886-1887 con-

corre per la facciata del duomo di Milano dopo

esse re s t a to menz iona to g i à ne l 1881 a l

Concorso Canonica, in segui to ot terrà la car ica

di amminis t ra tore del la Fabbrica del Duomo.

Nel 1888 ot t iene i l pr imo successo nazionale

con la segnalazione t ra i pr imi c inque al con-

corso per i l Palazzo del Par lamento a Roma.

I PRIMI DIECI ANNI DEL NOVECENTOr appresen tano un pe r iodo f e r t i l i s s imo: ne l

1905 è , per t i tol i , l ibero docente di archi te t tu-

r a a l Reg io I s t i t u to Tecn ico Supe r io re d i

Milano.

LE CENTRALI IDROE-LETTRICHE I l rapporto

con i l mondo de l l ' i nge -

gneria e del l ' industr ia lo

conduce a una se r i e d i

incar ichi per la real izza-

zione di central i idroelet-

t r i che in Lombard ia . In

ques to pe r iodo nasce l a

sua opera, inclassif icabi le

come fu per secol i l 'orni-

to r inco : l a cen t r a l e d i

Trezzo D 'Adda (1904-

1906) , su incar ico del l ' in-

dus t r i a l e Cresp i che aveva avu to modo d i

apprezzare l 'opera di Moret t i nel c imitero e nel

mausoleo di famigl ia sempre a Trezzo (1896) ,

ma r isalgono a questo per iodo anche le centra-

l i d i Boffalora (1904-1905) , di Piedimulera

su l l 'Anza (1905-1907) pe r l a Soc ie t à

del l 'Anza, la G. Ponzio di Grosot to ( la pr ima

costrui ta in Val te l l ina per conto del la AEM,

1908-1911) e quel la termoelet t r ica di Novara

(1906) .

GLI INTENSI RAPPORTI CON IL SUDAMERICAL'amore reciproco t ra i l Sudamerica e Moret t i

vive ancora in Argent ina, Uruguay e Perù. Gli

intensi rapport i s i concret izzano nel 1909 con

la v i t t o r i a a l concor so d i I I g rado pe r i l

Monumento per l ' Ind ipendenza Argen t ina a

Buenos Aires e proseguono nel 1913-1925 (nel

1923 è Grand 'uff ic ia le del Perù) quando, a

segui to di un precedente concorso, real izza i l

comple t amen to de l Pa lazzo Leg i s l a t ivo d i

Montev ideo , l a Ga l le r i a Permanen te d 'Ar te

Contemporanea I ta l iana a Lima (1921) , la fon-

t ana monumen ta l e a Pa rco , L ima

(1922) , i l pennone commemora t ivo

per la Repubbl ica Argent ina a Buenos

Aires (1924-1926) .

L 'ECLETTISMO DI MORETTI Da l

1907 è anche sopr in t enden te a i

Monumenti del la Lombardia e succes-

s ivamen te de l Vene to (1912) .

L 'a t t ivi tà “eclet t ica” di Moret t i prose-

gue t ra operazioni a carat tere “conser-

vat ivo” (s is temazione del la faccia ta

del duomo di Vigevano 1910, facciata

di San Giovanni Bat t is ta a Chiavari

1933) e proget tuale ( real izzazione del la pro-

pr ia casa in viale Majno a Milano 1911; la

lunga ser ie di cappel le funerar ie pr ivate: la

Crespi-Ghigl ier i e la Marazzi Cast igl ioni del

1915 al Monumentale di Milano, la Dolci a l

c imitero di Somma Lombardo 1914; i l palazzo

del le Assicurazioni General i di Milano, con A.

Annoni e E. Meizza del 1928-1930) .

L 'a t t ivi tà didat t ica accompagna quel la profes-

s ionale per c inquant 'anni , pr ima con la cat te-

dra di Archi te t tura presso l 'Accademia di Brera

e poi presso i l Pol i tecnico di Milano. Fino agl i

ul t imi anni di vi ta farà par te del le più impor-

tant i commissioni giudicatr ic i del l 'epoca s ia

nel campo urbanis t ico che in quel lo del res tau-

ro dei monumenti e nel la nuova edi l iz ia res i-

denziale milanese.

Domani vis i teremo l ' in terno del palazzo. Oggi

vi dico, come sempre, hasta luego!

la gente d’italiaVenerdì 23 Febbraio 200720

RICORDALATUAPRIMAPALLADINEVE. Riporta alla mente l'alba ab-bracciato al primo amore della tuavita, il primo pesce finito nel tuo re-tino. L'hai buttata nel mare, quellatua prima preda, o l'hai tenuta persempre con te, quella tua prima sto-ria? Immagina una fanciulla così pu-ra che nemmeno il mestiere di pro-stituta le secca gli occhi, chiamalaErèndira, e mettile accanto una non-na snaturata: hai le visioni? Sotto ituoi occhi, e solo per i tuoi occhi, mi-ti e simboli si accoppiano e figliano,quella palla di neve levita e diventaun sole giallo come un delirio?Hai risposto “sì” a tutto? O sei Ga-briel García Márquez o già possiedila chiave per accedere ai suoi mondi.«Eréndira stava aiutando la nonna afare il bagno quando cominciò il ven-to della sua disgrazia. L'enorme ma-gione di malta lunare, smarrita nellasolitudine del deserto, rabbrividì finnei contrafforti sotto il primo assal-to.»DICE LO ZINGARO MELQUÍADESin “Cent'anni di solitudine” che le cosehanno vita propria: è tutta questione disvegliargli l'anima. Ti sorprende questafrase, o mi vuoi dire che l'hai già sentitamolte altre volte? D'accordo, ma l'hai maimessa in pratica? Si fa così: prendi, ruba,copia, mangia, accumula frammenti finchénon sarai così pieno da diventare psico-patico o scrittore. Sveglia l'anima a tutto.Sai come fa García Márquez secondo me?Chiude la meraviglia in un sacco magico.E non ti sorprendere che ne tiri fuori cer-te frasi incredibili, come Eta Beta dallemutande! Costruisce per frammenti, vedi?,con gran pazienza. Appare prima una don-na, poi il davanzale alla quale è affaccia-ta.«Era una mulatta sottile di San Juan dePuerto Rico, minuta e robusta, color delcaramello a riposo e con certi occhi da ca-gna selvaggia che si intonavano benissi-mo al suo modo di essere»POI LO SCRITTORE FAALTRO. Pas-sano giorni, o mesi, o anni, e gli apparel'entità (umana, animale, vegetale, mine-rale) che la donna sta fissando. Poi c'è unlampo, come quello del pizzico di polve-re incendiato dal fotografo (una volta ilflash si faceva così), ed ecco, appare l'e-spressione della donna: innamorata, af-flitta, determinata… I frammenti si con-solidano e nasce una storia. Un gioco diprestigio, un trucco da zingari.«Sono scrittore per timidezza”, ha dettouna volta García Márquez, “La mia veravocazione è quella dell'illusionista, ma mivergogno così tanto a fare un trucco inpubblico che ho dovuto rifugiarmi nellasolitudine della letteratura»

E bravo, credigli. Sono trucchi? Vero, la-sciano a bocca aperta… O sono macchi-

ne narrative strane e fascinose, locomoti-ve immaginarie a cui sono attaccati infi-niti vagoni, pieni di meraviglia o noia (nontutte le ciambelle riescono col buco), opieni di qualcosa che per altri è noia e perte è incanto?«Molti anni dopo, di fronte al plotone diesecuzione, il colonnello AurelianoBuendìa si sarebbe ricordato di quel re-moto pomeriggio in cui suo padre lo ave-va condotto a conoscere il ghiaccio.»COSÌ COMINCIA “CENT'ANNI DISOLITUDINE”. La sua prima preda,García Márquez bambino (per tutti Gabi-to) l'ha ributtata nel mare delle storie, e co-sì l'ha lasciata libera di moltiplicarsi. Vuoisapere poi come ha continuato?Innanzitutto, la mappa (direbbe J.R.R.Tolkien, seguìto a ruota da Umberto Eco).La mappa, che sia disegnata sulla carta onella mente, è fondamentale per creare lestorie della meraviglia e del mito. Quin-di, i monti, le foreste, le strade, i paesi: ec-cola là, Macondo, somiglia tanto al pae-sino di Aracataca in cui Gabito è cresciu-to. E il tempo: inteso come scorrere dellasabbia nella clessidra (che è magica e ca-pricciosa, i granelli che contiene sono tut-ti diversi l'uno dall'altro); e inteso comeclima, il caldo tropicale di solito, quelloche García Márquez conosce meglio. Maanche le primavere romane, Gabo ha stu-diato cinema a Roma con Zavattini. E ighiacci nordici, non è poi così raro che unromanziere viaggi, no?, soprattutto se faanche il giornalista.Tutto nel sacco. E poi, all'ora di cena, Ga-briel García Márquez, come gli zingari, la-scia arrostire le sue strofe attorno al fuo-co. Lentamente, odorosamente, il caos di-venta ordine, nascono le prime storie, checrescono e si biforcano e si ritrovano esanno da sole quando sono complete: in

quel momento Gabo prende carta epenna e scrive la stesura definitiva. Eracconta di un vecchio angelo stanco,che cade sulla terra come un'aquilastremata, e dei bambini che lo raccol-gono. E racconta dello scheletro diquest'angelo. E gli credi, perché è tut-to vero. Epico e reale, magia e truc-co, mito e vita quotidiana.GARCÍA MÁRQUEZ HA FAMI-LIARITÀ CON L'EPICA, e al tem-po stesso con la vita nelle case e coni colori delle strade. Io vedo, “tradu-cendo” lo scrittore in essere umano apartire dai suoi scritti (non leggo lasua biografia come è d'uso fare, igno-ro la regola), io vedo un bambino cheascolta i racconti di suo nonno: i ri-belli nelle foreste, i contadini massa-crati con i machete per aver sciopera-to, i viaggi raminghi, le donne troppobelle per questa terra, come Reme-dios, tanto bella che il Cielo se la ri-prese. Io vedo un bambino che ascol-ta i racconti di una zia zitella: un amo-re segreto, un destino di rovina; mi-

lioni di pietose bugie; le tele di ragno diparole che ancora sperano, ancora aspet-tano. Io vedo meticci e indios e italiani egitani che invece di raccontare fanno ve-dere al bambino come si avvelena unapunta di freccia e come si evocano gli spi-riti degli avi, come si suona un violino ecome si sogna un mondo intero in una so-la notte. Poi vedo uno spostamento nelleAnde (sì, ora sto sbirciando la sua bio-grafia), e lassù fa freddo e c'è da star so-li. C'è da leggere. C'è tempo per scrivere.Tutto questo, qualcuno lo chiama reali-smo magico. Io, “meraviglia”.Vedi, “meraviglia” per García Márqueznon è un'invenzione clamorosa, né un og-getto incantato, né tantomeno un eventomagico. La meraviglia è nella funzione: ilmodo in cui lo scrittore inserisce un ele-mento fantastico nel mondo che ha crea-to. Un po' come il cappello della scuola dimagia di Hogwarts: un cappello che par-la non è una novità, ma ha la funzione didecidere a quale gruppo i nuovi alunnidella scuola di magia debbano appartene-re; l'alunno lo indossa, il cappello dice“Grifon d'oro” o “Serpe verde” o “Tassorosso”, e così via. E nel racconto di J.K.Rowling, Harry Potter indossa il cappel-lo e gli rivolge una preghiera: “tutto manon Serpe verde”. È così?, la Rowling hasvegliato l'anima a un cappello, o sonofolle come José Arcadio Buendía, il pa-triarca alchimista che dovettero legare a unalbero come diceva la profezia?AMICO MIO, UNA STORIA CON-TIENE INFINITI MONDI, e questomondo contiene infinite storie - tutte quel-le che puoi immaginare. Allora, l'hai but-tata nel mare, quella tua prima preda? Haifatto bene: quando meno te l'aspetteraitornerà a te e ti riporterà la meraviglia.

Mappe, mulatte e meraviglieI trucchi di Gabriel García Márquez, scrittore per timidezza

di Grenar di Grenar

CULTURA - SPECIALE SUD AMERICA

I l 2007 è l 'anno di Gabo, comeviene affettuosamente chiamatolo scr i t tore colombiano GabrielGarcía Márquez, premio Nobelper la Letteratura nel 1982 “ peri suoi romanzi e i suoi raccon-t i , in cui i l fantast ico e i l real i-smo si combinano in un r icco ecomposi to mondo del l ' immagi-nazione che r i f le t te la vi ta e iconfl i t t i d i un intero cont inen-te”. Quarant 'anni fa , nel 1967 usci-va la pr ima edizione del cele-berrimo «Cien años de soledad»(Cent 'anni di sol i tudine) . I l ro-manzo - universalmente r icono-sciuto come la massima espres-s ione del “real ismo magico” -n a r r a l ' e p o p e a d e l l a f a m i g l i aBuendia e della cittadina di Ma-condo che viene invest i ta dal-l ' onda devas t an t e de l l ' i n a r r e -s tabi le progresso. Q u e s t a s e t t i m a n a l o s c r i t t o r epugl iese Grenar cerca la mera-v i g l i a n e l l e p a g i n e d i G a r c í aMárquez; invece la la t inis ta s i -c i l iana Maria Renda, sul la sciad i u n a d e n s i s s i m a p o e s i a d e lpoeta bagherese Ignazio Butt i t -ta , e logia la “Giornata Mondia-le del la Lingua Materna” is t i -tuita dall 'Unesco sin dal 21 feb-braio del 1999.Buona le t tura .

Per gent i l e conces s ione de l -l 'autore pubblichiamo un'an-t ic ipazione del primo numerodel la nuova serie di «Bomba-Sici l ia - r ivista trimestrale dia p p r o f o n d i m e n t i l e t t e r a r i »(www.bombasicil ia. it) . L'arti-colo è r i lasciato sotto l icenzaC re a t i v e C o m m o n s A t t r i b u -t ion - NonCommerc ia l - No-Derivs 2.0 (Italy License. Det-t a g l i : h t t p : / / c r e a t i v e c o m -mons.org/ l icenses/by-nc-nd/2.0/ i t / )

AA cura di Tcura di Tonino Pintacudaonino Pintacudacon la collaborazione con la collaborazione

di BombaSicilia.itdi BombaSicilia.it

la gente d’italia Venerdì 23 Febbraio 2007 21

Il poeta ebreo Paul Celan, pur parlan-do svariate lingue, si servì sempre nel-la propria poesia del tedesco. La Mut-tersprache, la lingua-madre, come eglila definì, era la stessa che parlavano gliassassini dei genitori, ma in quanto lin-gua materna era l'unica nella quale po-

teva ritrovare il ricordo dell'amata ma-dre e ricostruire la propria esistenzaspezzata. Questo è il potere fondamen-tale della lingua che abbiamo imparatoda piccoli.Il 21 febbraio, su iniziativa dell'Une-sco, è dal 1999 la “Giornata Internazio-

nale della Lingua materna” e vuole es-sere un momento di ri-flessione e di arricchi-mento su questa impor-tantissima risorsa. Sappiamo che la lingua èinfatti lo strumento prin-cipale di cui ci serviamoper esprimere la nostracultura, Oscar Wilde so-steneva che non vi è nul-la che distingue l'uomodall'animale tanto quanto il linguag-gio: «non esiste né modo d'agire néforma d'emozione che l'uomo non con-divida con gli animali inferiori. È so-lo tramite il linguaggio che ci s'innal-za su di loro. Tramite il linguaggio cheè il padre e non il figlio del pensiero».Dunque, riflettere sulla lingua signifi-ca riflettere sulla nostra cultura, e pre-servare la varietà e la diversità dellelingue significa guardare a questa va-rietà come ad un valore irrinunciabi-le. Scriveva il poeta dialettale IgnazioButtitta che un popolo cui si ruba lalingua ereditata dai padri diventa po-vero e servo, alludendo indubbiamen-te a una povertà non materiale ma spi-rituale e culturale. Purtroppo un pro-cesso di globalizzazione, disgiunto inalcuni casi da una politica di valoriz-zazione delle risorse locali, rischia ditradursi in un nuovo colonialismo cul-turale. Le cifre calcolate dall'Unescofanno riflettere: nelle mondo sono par-late dalle 6.000 alle 7.000 lingue e diqueste il 50-90% rischia di estinguer-si entro i prossimi cento anni.Affinché la sensibilità collettiva neiconfronti del problema resti viva an-che oltre il 21 febbraio, la associazio-ne “Esperanto” ha deciso di varare,sotto la direzione scientifica dell'et-nolinguista Maurizio Gnerre, un pro-getto di adozione a distanza delle lin-gue a rischio di estinzione, il titolodella campagna è, significativamente,“Salva una lingua, conosci un popolo”. L'Unesco promuove e incoraggia la di-versità linguistica sostenendo il ruolodella scuola in qualsiasi momento del-la formazione dell'individuo e dando ilvia ad una campagna di alfabetizza-zione nelle aree più povere del piane-ta.

In Italia dal luglio del 2005 è stata isti-tuita la “giornata della lingua italiana”che ricorre il 4 ottobre, in concomi-tanza con le celebrazioni dedicate alSanto Patrono Francesco D'Assisi. L'i-taliano è ad oggi - grazie a una tradi-zione letteraria di indubbio pregio -una delle lingue più tradotte al mondo,

insieme a inglese, francese,spagnolo, tedesco, russo esvedese, tuttavia da più par-ti si denuncia un suo pro-gress ivo impover imento,che si accompagna a una di-minuita importanza dellanostra lingua anche all'in-terno dell'Unione europeache pubblica i propri docu-menti nelle tre lingue consi-

derate principali.* * * * * *

I G N A Z I O B U T T I T TA è n a t o aB a g h e r i a ( a 1 3 c h i l o m e t r i d aP a l e r m o ) i l 1 9 s e t t e m b r e 1 8 9 9e d è m o r t o a d A s p r a - B a g h e r i ai l 5 a p r i l e 1 9 9 7 . “ P o e t a , u o m op o l i t i c o , r a g i o n a t o re , c o m m e n -t a t o r e , a t t o r e ” , e s o r d i s c e n e l1 9 2 3 c o n l a r a c c o l t a d i v e r s i“ S i n t i m i n t a l i ” .

I L S I L E N Z I O E I L S U C C E S S OD o p o u n l u n g o s i l e n z i o d u r a n -t e i l r e g i m e f a s c i s t a , B u t t i t t ap u b b l i c ò “ L u p a n i s i c h i a m ap a n i ” ( 1 9 5 4 ) , “ L u t r e n u d i l us u l i ” ( 1 9 6 3 ) , “ L a p e d d i n o v a ”( 1 9 6 3 ) , “ I o f a c c i o i l p o e t a ”( F e l t r i n e l l i 1 9 7 2 , P r e m i o Vi a -r e g g i o ) , “ I l p o e t a i n p i a z z a ”( F e l t r i n e l l i 1 9 7 4 ) , “ P i e t r e n e -r e ” ( 1 9 8 3 ) , “ L a v e r a s t o r i a d iS a l v a t o r e G i u l i a n o ” ( 1 9 9 7 ) .

L A C R I T I C A B u t t i t t a è s t a t oc o n s i d e r a t o d a l l a c r i t i c a p i ùa t t e n t a i l m a s s i m o p o e t a d i a -l e t t a l e d e i n o s t r i t e m p i . Tr a -d o t t o i n v a r i p a e s i , p e r s i n o i nC i n a ; i n I t a l i a è s t a t o p u b b l i -c a t o p r i n c i p a l m e n t e d a F e l t r i -n e l l i .

L A F O N D A Z I O N E I G N A Z I OB U T T I T TA P e r s t u d i a re l ' o p e r ad i B u t t i t t a , n e l m a r z o d e l 2 0 0 5è n a t a l a f o n d a z i o n e I g n a z i oB u t t i t t a c o n s e d e l e g a l e e d o p e -r a t i v a p r e s s o l a c a s a n a t a l e d iI g n a z i o B u t t i t t a . N e l l a s e d e ès t a t a c o s t i t u i t a e p r o g r e s s i v a -m e n t e s a r à p o t e n z i a t a u n a b i -b l i o t e c a s p e c i a l i z z a t a n e i d i -v e r s i a m b i t i d e l l a c u l t u r a s i c i -

l i a n a . I l p r e s i d e n t e d e l l a F o n -d a z i o n e è l ' i l l u s t r e l i n g u i s t aTu l l i o D e M a u r o . L ' A m m i n i s t r a z i o n e c o m u n a l ed i B a g h e r i a h a d e d i c a t o l ' 8 g i u -g n o d e l 1 9 9 8 l ' e x I V ^ S c u o l aM e d i a a l l ' i l l u s t r e b a g h e r e s e ,d i v e n u t a d a a l l o r a l ' I s t i t u t oC o m p r e n s i v o S t a t a l e “ I g n a z i oB u t t i t t a ” s o t t o l a d i r e z i o n e d e lP r e s i d e D o t t . G i o a c c h i n o G e -n u a r d i .

P E R I N F O R M A Z I O N IF o n d a z i o n e I g n a z i o B u t t i t t a V i a A . P a s c u l l i , 1 2 9 0 1 3 8 P a -l e r m o T e l . 0 9 1 7 0 2 3 2 9 0 F a x0 9 1 7 0 2 6 4 3 3E - m a i l :f o n d a z i o n e . b u t t i t t a @ y a h o o . i t

La Giornata Internazionale della Lingua Maternadi Maria Rendadi Maria Renda

CULTURA - SPECIALE SUD AMERICA

di Ignazio Buttitta (1970)di Ignazio Buttitta (1970)

LINGUAE DIALETTU

Un populumittitulu a catinaspugghiatuluattuppatici a vucca,è ancora libiru.

Livatici u travagghiuu passaportua tavola unni manciau lettu unni dormiè ancora riccu.

Un populu,diventa poviru e servuquannu ci arribbanu a linguaaddutata di patri:è persu pi sempri.

Diventa poviru e servuquannu i paroli non figghianu parolie si manciunu tra d'iddi.

Minn'addugnu ora,mentri accordu a chitarra du dialettuca perdi na corda lu jornu.

Mentri arripezzua tila camulatachi tesseru i nostri avicu lana di pecuri sicilianie sugnu poviruhaiu i dinarie non li pozzu spènniri

i giuiellie non li pozzu rigalari;u cantu,nta gaggiacu l'ali tagghati

U poviru,c'addatta nte minni strippida matri putativa,chi u chiama figghiu pi nciuria.

Nuàtri l'avevamu a matri,nni l'arrubbaru;aveva i minni a funtani di lattie ci vippiru tutti,ora ci sputanu.

Nni ristò a vuci d'idda,a cadenza,a nota vasciadu sonu e du lamentu:chissi non nni ponnu rubari.

Nni ristò a sumigghianza,l'annatura,i gesti,i lampi nta l'occhi:chissi non ni ponnu rubari.

Non nni ponnu rubari,ma ristamu povirie orfani u stissu.

di Ignazio Buttitta (1970)di Ignazio Buttitta (1970)

Io faccio il poeta, 1982.

Un popolo, / mettetelo in catene/ spogliatelo / tappategli la bocca,/ è ancora libero. // Toglietegli illavoro / il passaporto / la tavola incui mangia / il letto in cui dorme /è ancora ricco. // Un popolo / di-venta povero e servo, / quando glirubano la lingua / ereditata dai pa-dri: / è perduto per sempre. // Di-venta povero e servo, / quando leparole non generano più parole / esi mangiano fra di esse. / Me ne ac-corgo ora / mentre accordo la chi-tarra del E sono povero: / Ho i de-nari / e non li posso spendere; / igioielli / e non li posso regalare; /il canto, / nella gabbia / con le alitagliate. // Un povero, / che poppanel seno arido / della madre putati-va, / che lo chiama figlio / per in-giuria. // Noialtri l'avevamo la ma-dre, / ce l'hanno rubata ; / aveva lemammelle a fontane di latte / e cibevvero tutti, / ora ci sputano. //C'è rimasta la sua voce, / la caden-za, / la nota bassa / del suono e dellamento: / questi non ce li possonorubare. // dialetto, / che perde unacorda al giorno. // Mentre rattoppo,/ la tela tarlata / che tesserono i no-stri avi / con lana di pecore sicilia-ne. //C'è rimasta la somiglianza, /l'andatura, / i gesti, / i lampi negliocchi / questi non ce li possono ru-bare. // Non ce li possono rubare, /ma restiamo poveri, e orfani lo stes-so. (Traduzione di Lucio Zinna)

la gente d’italia Venerdì 23 Febbraio 2007 24

Come avevo preannunciato ieri, oggi visitocon voi i magnifici interni del PalazzoLegislativo di Montevideo, sede del Parlamentodella “República Oriental del Uruguay”.VESTÍBULO DE HONOR è l'entrata principa-le al Palazzo. Ci accolgono quattro grandi qua-dri che riempiono le pareti, tutte opere di artistinazionali. Le mezze lune che decorano gli archisono state dipinte da Manuel Rosé. Segnaliamol' allegoria dell'“Inconrto tra un centauro indioe un leone spagnolo”. Poi non possiamo nonsoffermarci sul capolavoro di Pedro BlanesViale “Il giurmaneto della Costituzione del1830” e sulla “Visita all 'accampamento diArtigas sul Cerrito”, sempre di Manuel Rosé.Su entrambi i lati dei quadri si stagliano soleenquattro colonne monolitiche di granito rosso,alte sei metri e venti centimetri.SALÓN DE LOS PASOS PERDIDOS Il Salonedei Passi Perduti è magnifico, rivestito total-mente del lussuoso marmo e granito uruguaya-no, etratti rispettivamente dai dipartimenti diLavalleja, di Maldonado e Canelones. Il Salonesepara in due parti simmetriche l'edificio, da unlato la Camera dei Senatori, dall'altro i Deputati.L'entrata della Camera dei Senatori è sormontatada una vetrata realizzata secondo lo stile diMilano raffigurante la Giustizia. Quella deiDeputati raffigura invece il Lavoro.Sui lati dei due accessi incontriamo altorilievi ingesso dello scultore Edmundo Prati.È tutto un gioco di colori ricamato dalla luce chefiltra dalle vetrate decora-te con mosaici venezianirealizzati su disegni dal-l ' i tal ianissimo artistaGiovanni Buffa a Milano.

I quattro simboli dello“stemma nazionale” rivi-vono in altrettante operedi José BelloniAl centro del salone ilposto di riguardo è perl 'originale dellaD i c h i a r a z i o n ed'Indipendenza del 1825.SALA DE FIESTAS LaSala delle Feste è riserva-ta a eventi protocollari eculturali. Il tetto è rivesti-to di una lamina d'oromassiccio in stile baroccobizantino in cui si riconosce la mano degli artistiitaliani Enrico e Alberico Albertazzi. I mobili della sala sono arrivati dall'Italia edell'Argentina, su tutti spiccano i bronzi e i cri-stalli di Murano.Alle pareti ci sono i quadri ad olio di alcuni dei

maggiori pittori uruguayani: “Las Instruccionesdel Año XIII” di Pedro Blanes Viale, il ritratto di“Fructuoso Rivera” e di “Manuel Oribe”, e la“Batalla de las Piedras” sempre di Manuel Rosé eun'altra versione di “Fructuoso Rivera” e delritratto di Juan Antonio Lavalleja, e di José LuisZorrilla de San Martín.CÁMARA DE SENADORES È la sede dei lavo-ri dei trenta senatori e del Vicepresidente dellaRepubblica Rodolfo Nin Novoa.

L'emiciclo è realiz-zato in legno delParaguay e rivesti-to con l 'ott imocuoio uruguayano.Sopra i l tavolodella Presidenzadel Senato è scolpi-to lo ScudoNazionale, sormon-tato dalla raffigura-zione della PalladeAtena, la dea grecadella Sapienza.Tutta la sala è illu-minata da unavetrata i taliana aforma di solenascente.CÁMARA DE

DIPUTADOS La Camera dei Deputati è struttu-rata per accogliere i 99 Deputati ed è presiedutada uno dei suoi membri su incarico annuale.Dietro il tavolo della Presidenza si trova un qua-dro ad olio dell'artista francese Fernando Larocheche raffigura l'incontro del Generale Artigas con

il Generale Rondeau nel corso del Secondo Annod'Assedio della città di Montevideo (1813), ricor-diamo che i nove anni d 'assedio valsero aMontevideo l'epiteto di Nuova Troia, reso celebreda Dumas.Su entrambi i lati della Presidenza vi sono iPalchi d'onore destinati a invitati speciali e i pal-chi per la stampa, oltre che la galleria per il pub-blico che può assistere alle sedute.L'emiciclo è in noce, ottimo legno italiano. Legallerie sono in legno di quercia importato dallaSlovenia. Sul tetto campeggia una vetrata con loScudo Nazionale. In questa stessa sala hannosede anche le sessioni dell'Assemblea Generale.SALÓN CENTRAL DE LA BIBLIOTECA LaBiblioteca del “Poder Legislativo” come diceva-mo ieri, è seconda per importanza solo allamonumentale e fornit issima BibliotecaNazionale.I volumi sono oltre 250.000, tutte le mattine ilpubblico può l iberamente accedere dei suoinumerosi servizi.Il Salone è illuminato da un'ampia vetrata dimanifattura italiana. Al centro l'imponente statuadell 'eroe nazionale, l 'amatissimo GeneraleArtigas, realizzata anche questa da un artista ita-liano, lo scultore Angelo Zanelli.Su un angolo bella e pensosa ci tiene compagniauna copia dell'incantevole Venere di Milo.Prima di congedarmi, vi invito semplicemente acontare in quest'articolo le ricorrenze dell'agget-tivo “italiano”. Fatto? Ecco, come vi dicevo nella prima puntatadel “diario”, questa terra profuma d'Italia.Come sempre, hasta luego.

Il “Palacio Legislativo”: un gioiello italiano nel cuore di Montevideo

DIARIO URUGUADIARIO URUGUAYYANOANO

di Tdi Tonino Pintacudaonino Pintacuda

la gente d’italia 8Mercoledì 27 Febbraio 2007

Nell'archivio delle tesi dell'Università Ca' Foscaridi Venezia ci siamo imbattuti in un eccellenteabstact che illustra la ricerca di Cristina Beltrami“La statuaria italiana dalla metà dell'Ottocento alprimo ventennio del Novecento a Montevideo”. IL PREZIOSO LAVORO DI CRISTINA BELTRA-MI La Dottoressa Beltrami merita di essere citata per ilsuo impeccabile lavoro. Rendiamole il giusto omag-gio con un ampio stralcio della presentazione dellaricerca:«La ricerca prende in esame il cospicuo patrimoniodi scultura italiana conservato nella capitale uru-guaiana.I DUE TERMINI TEMPORALI indicano dei paletticronologici ben definiti: è infatti dalla metàdell'Ottocento che si stabilisce a Montevideo ungruppo di pittori prima e scultori poi, di origine ita-liana, mentre gli anni venti segnano la svolta cultu-rale dell'Uruguay, dovuta ad una conoscenza direttadi modelli europei.L'OTTOCENTO In questo arco cronologicoMontevideo ha conosciuto un arredo monumentale earchitettonico principalmente legato a maestranzeitaliane; che siano queste rappresentate da scultorialla ricerca di maggior fortuna oltreoceano, o dafigure che hanno agito da intermediari con i labora-tori italiani. Questo ha permesso che giungesse a Montevideouna notevole quantità di scultura italiana, principal-mente di carattere cimiteriale, all'interno della qualevale la pena segnalare il Minatore di Enrico Butti,l'Olocausto e il Monumento al lavoro di LeonardoBistolfi ed un busto di Garibaldi di Vincenzo Vela.LA STAGIONE DEI CONCORSI INTERNAZIO-NALI Dal secondo decennio anche l'Uruguay è inte-ressato dai grandi concorsi internazionali, e duesono vinti da italiani: il monumento al GeneralArtigas di Angelo Zanelli e il Palazzo Legislativoaffidato, in seconda battuta, a Gaetano Moretti, cheper anni è attivo a Montevideo anche in veste didocente. [...] IL FORTE LEGAMECULTURALE TRAITALIA E URUGUAYA termine della ricerca,posso affermare chenella sola capitale sicontino più di centocin-quanta pezzi di plasticaitaliana, che provanol'esistenza di un fortelegame culturale che hasegnato almeno trent'an-ni della storiadell'Uruguay».Abbiamo già apprezzatogiovedì scorso ilPalazzo Legislativo el'opera di GaetanoMoretti, il diario di oggilo dedichiamo all'illu-stre scultore AngeloZanelli, l 'autore del

monumento ad Artigas che campeggia maestosonella Plaza Indipendencia. ANGELO ZANELLI, insigne scultore, accademicod'Italia nel 1939 e socio corrispondente dell'Ateneodi Salò. Visse a Salò la sua gioventù, lavorò nel laboratorioBigoni e frequentò la scuola d'arte "RomualdoTurrini" (1752-1822), dove ebbe come maestri duevalenti artisti come il pittore Carlo Banali ed ildecoratore Saverio Pollaroli. A Salò si trovano tre delle sue opere: il monumentoa Giuseppe Zanardelli (1904), il monumento aiCaduti di Salò (1926-31) e il busto di Gasparo daSalò (1906) del quale il poeta D'Annunzio disse: “E'opera veramente musicale, non ne ricordo altre discalpello, che trasmettano così chiaramente il sensodell'armonia: non si sa se stia aprendosi il petto pertrarne il violino, o se stia aprendo il violino permettervi cuore”.CUBA E L'URUGUAY Ma è all'estero che il nomedi Zanelli ebbe eterna gloria. La notorietà nazionalearriva con la vittoria al concorso per il fregio del

Vittoriano. E poi la risonanza mondiale, dopo averconcluso le decorazioni plastiche dell'Altare dellaPatria a Roma con la collocazione della statua dellaDea Roma nel 1925, l'anno in cui fu collocata nellanicchia centrale del Vittoriano. I critici hanno scrit-to di “un impeccabile gusto per il monumentalismoe la retorica, unitamente a spunti a carattere socia-le”. Nel Salone dei Passi Perduti del “Capitolio” diCuba si trova la statua che rappresenta LaRepubblica di Cuba. Zanelli la creò in Italia e dallaPenisola fu sezionata in tre parti per trasportarla aCuba. Si narra che l'artista fu ispirato da una bellacubana e dalla Pallade Atena, la dea greca dellaSapienza.Ma in questo nostro diario rivolgiamo l'at-tenzione soprattutto al grande monumento diArtigas, nel cuore di Montevideo, la PlazaIndipendencia. Non abbiamo che da rilanciare, col gentilissimoconsenso dell'autrice, l'impeccabile scheda delladott.ssa Beltrami dal suo sito www.duesecolidiscul-tura.it.

GENIO E ARTE ITALIANAPER FAR GRANDE MONTEVIDEO

Lo scultore Angelo Zanelli DIARIO URUGUADIARIO URUGUAYYANOANO

di Tdi Tonino Pintacudaonino Pintacuda

MONUMENTO AL GENERALE ARTIGAS (1923)Il concorso per il monumento montevideano alGeneral Artigas risale al 10 ottobre 1883 ma peranni non trova un vincitore. La scelta finale è traAngelo Zanelli e Juan Manuel Ferrari; la spuntal'italiano poiché il suo gesso “irradia una mae-stà, una forza, una bellezza che incantano” e -soprattutto - perché a questa data la fama diZanelli è al suo apice grazie al cantiere delVittoriano di Roma. Il monumento ad Artigas èinaugurato il 28 febbraio 1923 nell'entusiasmogenerale, sia per la maestria del suo esecutoreche per la ricostruzione filologica dei costumi edella vicenda storica narrata sul basamento.Bibliografia: sulle vicende italiane del concorsosi veda, Bosaglia-Passamani-Terraroli, 1984,

p.103; mentre Beltrami, 2003, pp.296-300amplia la lista dei titoli sudamericani. *Cristina Beltrami (1973) si è laureata inLettere con indirizzo storico-artistico pressol'università Ca' Foscari di Venezia nel 1998 eha poi seguito i corsi della Scuola diSpecializzazione in Storia dell'Artedell'Università degli Studi di Udine. Dal 2000 al 2002 è stata guida didattica dellaCollezione Peggy Guggenheim. Ha organizzato due edizioni dell'Esposizioned'arti visive. Sezione giovani presso il CircoloArtistico di Venezia e curato il volume“L'identità delle arti a Venezia nelNovecento” (Marsilio 2002). Nel 2004 ha discusso la tesi di dottorato sulla

“Statuaria italiana tra la metà dell'Ottocentoe il primo ventennio del Novecento aMontevideo”. Ha pubblicato “Segni e luoghi.Vita e opere di Lino Bianchi Barriviera(1906-1985)” (Canova, 2004). Dal gennaio2005 al giugno 2006 è stata borsista presso gliArchivi del '900 del Mart di Rovereto doveha ordinato il Fondo Corrado Forlin e LuigiRussolo partecipando all'organizzazionedella mostra di quest'ultimo (Mart, Roveretoestate 2006 - Estorick Collection, Londra,autunno 2006). Attualmente è impegnata inuna ricerca sulla Scultura monumentale delXIX e XX secolo a Verona presso l'Universitàdegli Studi di Verona. Ha ideato e gestisce ilsito www.duesecolidiscultura.it

di Cristina Beltramidi Cristina Beltrami

la gente d’italia Giovedì 1 Marzo 2007 7

Nella bellissima residenzadell'Ambasciatore d'Italia a MontevideoGuido Scalici la sera dello scorso 26 febbraioGiuseppe Dell'Osso, presidentedell'Accademia Italiana della Cucina hadimostrato con un apologo appassionato chel'Italianità può essere difesa, tutelata e fattaconoscere anche attraverso un sapiente usodi coltello e forchetta.In questi anni si è parlato giustamente di unSistema Italia, un patrimonio nazionale emondiale che va protetto anche dalle incur-sioni dei “pirati” gastronomici che cercanoinutilmente di scipparci il segreto del nostromangiar sano. Spuntano in ogni capo delmondo improbabili imitazioni delParmigiano Reggiano o del prosciutto Crudodi Parma.Due prodotti che possono assurgere a simbo-lo dell'italianità tutta, tanto da meritarsistemmi araldici sulla crosta o sulla pelle digustosissime cosce di nobili maiali.Il vostro cronista per l'occasione ha compra-to una giacca blu, piacevolissimo dovere perrendere il giusto omaggio al messaggio che ilpresidente Dell'Osso ha espresso nella emo-zionante conferenza stampa in un sicuroitalo-spagnolo, prontamente aiutato dall'im-peccabile traduzione dell'AmbasciatoreScalici.

I GRANDI “AMORI” DELL'AMBASCIATORE SCALICI

L'Ambasciatore ha un pizzetto curatissimo eama la famiglia e i valori impliciti nelTricolore. Quasi tutti quelli che lo conosconobene sanno però quanto il suo cuore batta perla vela e per la cucina italiana. Tanto da essere un orgo-glioso membro dell'Accademia Italiana di Cucina, comeera palese nella serata appena trascorsa, il logodell'Accademia faceva bella mostra sulle cravatte del pre-sidente e dell'Ambasciatore, che per fugare ogni dubbioportava al polso anche l'orologio dell'Accademia.IL FILO DELLA MEMORIANel giardino della residenza sotto il cielo vespertino diMontevideo s'è svolta la conferenza stampa, ho partecipa-to a centinaia di con-ferenze e comunica-zioni più o menoufficiali ma mai nes-suna m'ha trasmessole stesse vibrantiemozioni. La possia-mo sintetizzare nel-l'espressione su cuis'è ampiamente sof-fermato GiuseppeDell'Osso: la cucinarinsalda il “filo dellamemoria”.È davvero così, sof-fermatevi sui vostriricordi di migranti.La mente e il cuoreriallacciano connes-

sioni mai sopite, ripensate ai volti dei vostri cari chev'hanno visto partire su navi, aerei e treni in cerca di for-tuna. Nella valigia c'erano santini, foto con i vestiti buonidella domenica e soprattutto cibarie del vostro luogo d'o-rigine che inutilmente avete cercato in giro per il mondo.

SIAMO TUTTI COMPAGNI: LA FILOSOFIA A TAVOLA

La sacra ospitalità che abbiamo ereditato dai Greci s'e-sprime nel con-dividere ilpasto, GesùCristo spezza ilpane e offre ilvino ai suoiS a n t iD i s c e p o l i :gesto umanis-simo e cordialeche rinnova ilMistero. Lastessa etimolo-gia della parola“compagno”,prima di essereslavata dallacecità delleideologie, indi-ca il gesto di

condividere il pane: cum+panis. E le nostremadri ci tengono compagnia nella nostra inevita-bile vecchiaia ricordandole con il cuore e con ilpalato.Parlo anche per me, giovanissimo siciliano a12000 chilometri da casa, dai miei affetti, dallamia fedelissima cagnolina e soprattutto dalle lec-cornie che mia madre continua a preparare gior-no dopo giorno per mio padre e mia sorella.Ripenso alle inarrivabili polpette di broccolo,alla pasta con le sarde, alle lasagne e a tutto ilresto. Ricucinando le stesse ricette, qui la lonta-nanza peserebbe meno, ma non illudiamocianche se alla Tienda Inglesa troviamo olio d'oli-va e la pasta Barilla, i prezzi sono proibitivi emancano tutti gli altri ingredienti.Potrei raccontarvi del poeta Paul Celan che ritro-va il ricordo della madre nel ciclo Atemkristall,ciclo che inizia proprio con il verso “FA' PURE,se a un pasto di neve tu vuoi invitarmi”. O potreiricordare con voi il protagonista di“Conversazione in Sicilia” che ritorna dallamadre e mangia con lei l'aringa. Il perché colli-ma con il filo della memoria elogiato daDell'Osso: l'Io del ciclo Atemkristall e l'Io nar-rante del romanzo lirico di Vittorini si trovano inuno stato terribile, la quiete della non speranza eritornano all'origine. Una Sicilia che diventaterra del mito e la landa di ghiaccio. Ed entram-be le ricerche iniziano con qualcuno che offrecibo che attiva il recupero faticoso e incessante einevitabile di un passato che si credeva sepolto.L'io del ciclo mastica neve e Silvestro l'aringama la sostanza non cambia, quel condividerecibo con le rispettive guide diventa la chiave peraccedere a una dimensione nuova, altra.Proprio come succede a tutti gli emigranti quan-

do cucinano un'ottima pastasciutta o qualsiasi loro piatto“materno”.Dopo questa necessaria digressione filosofica-gastrono-mica, ecco l'intervista a Giuseppe Dell'Osso

Presidente Dell'Osso, che cos'è l'Accademia della CucinaItaliana?«La cultura della cucina - precisa il professor GiuseppeDell'Osso - è certamente una delle forme espressive del-l'ambiente che ci circonda, così come la natura, l'arte, laletteratura, l'archeologia. E' per questo che parlare diciviltà della tavola vuol dire, innanzi tutto, capire megliogli usi e i costumi, gli stili di vita e le consuetudini degliuomini che li condividono, perché l'identità gastronomicaè anche identità culturale. Salvaguardare il gusto e laciviltà del gusto diventa quindi essenziale per la difesadell'identità stessa di un popolo: ed è questo l'obiettivoprincipale dell'Accademia»Qual è la struttura dell'Accademia?«Il vero “motore” dell'Accademia sono le validissimeorganizzazioni territoriali, ad oggi 210 sono in Italia (intutte le regioni) e 65 all'estero (in oltre 40 nazioni, dallaFinlandia al Giappone), con 6.500 associati».Quali sono gli appuntamenti imperdibili?«L'appuntamento clou per l'Accademia è senz'altro laserie di meeting internazionali con cadenza biennale: ifamosi “Convegni della civiltà della tavola”, nel corso deiquali sono dibattuti argomenti di ampio interesse gastro-

«Mangiar bene, mangiare italiano per non disperdere il filo della memoria»

DIARIO URUGUADIARIO URUGUAYYANOANO

di Tdi Tonino Pintacudaonino Pintacuda

GIUSEPPE DELL'OSSO, PRESIDENTE DELL'ACCADEMIAITALIANADELLACUCINA:

la gente d’italia 8Giovedì 1 Marzo 2007

nomico e scientifico.L'Accademia Italiana dellaCucina, tuttavia, non sarebbe talese non prevedesse anche momenticonviviali di incontro fra gli acca-demici. Il momento del convivio -inteso in senso dantesco comeespressione di ospitalità, intelli-genza e diplomazia - è infatti l'e-spressione massima della comuni-cazione e di un fervido scambio diidee. Un esempio eclatante? La cenaecumenica, che si organizza incontemporanea - a ottobre - lostesso giorno in tutte leDelegazioni del mondo, è che ognianno è dedicata ad un alimentospecifico (nel 2004 -ad esempio-era il Formaggio, per il 13 ottobredel 2005 è stato scelto il Gelato ela Cucina del Freddo). A seguito di quest'evento vengonopubblicati i quaderni con le rela-zioni degli esperti partecipantiall'evento e le ricette più caratteri-stiche di ogni regione italiana rela-tive all'alimento a cui era dedicata,appunto, la cena ecumenica». Quale finalità perseguite?«Nel 2003 il Ministero per i Beni e le Attività Culturali hariconosciuto all'Accademia il titolo di “istituzione cultu-rale della Repubblica Italiana”, proprio in forza dei suoimeriti nell'intenso lavoro di salvaguardia, valorizzazione,ricerca e ampliamento della cultura gastronomica italiana,intesa come bene culturale, a livello nazionale e interna-zionale: il tutto con l'obiettivo di gestire l'evoluzione nelrispetto della tradizione e fare cultura della gastronomiaitaliana all'estero. Aggiunco che l'Accademia, inoltre, hal'obiettivo di scoprire (o far riscoprire, in alcuni casi) lacultura della convivialità, anche in casa propria, nei con-fronti di amici e parenti. In qualche modo ripercorrendo ilsignificato spirituale del rito della mensa, dove lo stareinsieme ha anche un fine di reciproco sostegno, di solida-rietà espressa nel gesto dell'offrire e del ricevere.Il compito dell'Accademia è quindi soprattutto quello digestire l'evoluzione nel rispetto della tradizione: un'atti-vità che richiede uno sforzo continuo, un ampliamentoincessante dei campi di azione, una presenza capillare sulterritorio nazionale e nel mondo»Non sempre l'insegna “ristorante italiano” garantiscegenuinità. « La salvaguardia della genuinità dei prodotti agroali-mentari è un punto cardine nella “mission”dell'Accademia. Non rappresenta solo un valore economi-co, ma assume sempre più i contorni di un'imprescindibi-le necessità sociale. L'Accademia riconosce la validitàsempre più pregnante dell'equazione qualità/territorio, inquanto la qualità e lagenuinità vanno dipari passo con la tra-dizione consolidatanei sistemi di coltiva-zione e allevamento,frutto d'esperienzemillenarie, sia purecon la dovuta apertu-ra all'utilizzo di tecni-che e macchinarimoderni. Altro filone d'estremointeresse perl'Accademia è quellorelativo alla vigilanzacontro i “falsi gastro-nomici” - prodottimeramente commer-ciali e speculativi chenel mondo intaccanol'immagine di altaqualità del cibo Madein Italy - e contro il

fenomeno dell'imbarbarimento delle ricette tradizionaliitaliane, causato dalla tendenza dei ristoranti sedicenti ita-liani a piegarsi, per ragioni commericiali, alle abitudini digusto e alle tendenze locali».Ma non di solo pane vive l'uomo... Ci riferiamo ovvia-mente all'ottimo vino italiano.«Infatti l'interesse dell'Accademia è alto anche nei con-fronti della cultura enologica.L'enologia italiana ha fattopassi da gigante negli ultimianni, sia sul terreno della qua-lità sia su quello della commer-cializzazione. Oggi i nostri vinisono apprezzati in tutto ilmondo, mentre in Italia si pre-sta una maggiore attenzione alvino come “ingrediente” essen-ziale di una buona gastronomia.La stessa ristorazione pubblicariconosce sempre di più al vinoil ruolo che esso merita, valo-rizzando la propria cantina.Molto spesso, però, nei risto-ranti i vini proposti risultanoeccessivamente costosi, mentrenon riesce a prender piede inItalia l'abitudine di servire alcliente il vino “a bicchiere”,consentendogli così di poter

abbinare adogni piatto ilvino giusto, adun costo con-t e n u t o .L'Accademia guarda con interesse a que-sto importante salto di qualità»La sua visita in Uruguay avrà sicuramen-te un obiettivo, quale?«Vista la presenza di un grande accade-mico come l'Ambasciatore Scalici stia-mo lavorando per far nascere una dele-gazione dell'Accademia anche inUruguay»L'Accademia ha un ricchissimo sito:cosa possono trovare i nostri lettori?«Nel sito www.accademiaitalianacuci-na.it c'è Tutta la nostra storia, i nostripunti forza e soprattutto - assolutamentegratuita -“La Guida ai ristoranti in Italiae nel mondo”. Il nostro fiore all'occhiel-lo oltre a più di 2500 ricette»Diciamo la verità, la cucina italiana nonha rivali al mondo.

« L'inserimentosempre più strettodell'Italia nellacompagine mon-diale comporta,oltre a numerosiinnegabili vantag-gi, anche deirischi, specialmen-te nel campoagroalimentare edella gastronomia.A suo tempol'Accademia haelaborato un docu-mento, dal titolo“Il rischioEuropa”, nel qualesi evidenziava lanecessità di unastretta difesa dellatipicità dei nostriprodotti e dellatipicità dellenostre preparazio-ni gastronomiche.L'Accademia oggiribadisce quantogià indicato, ma

soprattutto amplia l'orizzonte al mercato mondiale con irischi di una globalizzazione che porti ad una perdita delleidentità locali ed auspica la codificazione di una serie di“prodotti prototipo” e della preparazione di un “codicegastronomico”. Un accenno, infine, alla ristorazione ita-liana all'estero, un tema d'estremo interesse perl'Accademia Italiana della Cucina. Negli ultimi anni sta

ottenendo un grandis-simo successo in tuttoil mondo grazie allaserietà dei ristoratori,alla professionalitàdel personale di cuci-na e di sala e, soprat-tutto, grazie all'utiliz-zo pressoché esclusi-vo di prodotti italianiche, grazie all'attualecelerità delle comuni-cazioni, possono rag-giungere rapidamentedall'Italia ogni puntodel globo. Purtroppo,accanto a questi risto-ranti di grande classee d'ottimo prestigio,proliferano moltilocali che d'italianohanno solo il nome, eche danneggiano ilbuon nome della tavo-la italiana.L'Accademia, attra-verso le proprie

Delegazioni all'estero, presta una grande attenzione a que-sto fenomeno, premiando i ristoranti meritevoli e segna-landoli nella propria “Guida ai Ristoranti”, l'unica cheriporti anche i ristoranti italiani all'estero. In modo analo-go l'Accademia partecipa alle iniziative ufficiali di diffu-sione della cucina italiana di qualità all'estero»Il “¡Vamos a comer!” del presidente segna la dolcissimafine di questa intervista.Come sempre, mentre ancora ricordo le ottime pietanzedella cena in onore del professor Dell'Osso, hasta luego!

“Accademia Itliana della Cucina”VIA NAPO TORRIANI, 3120124 MILANO TEL. 02 6698 7018 FAX 02 6698 7008www.accademiaitalianacucina.it e-mail: [email protected]

la gente d’italiaVenerdì 2 Marzo 200712

I n casa Costanzell i parlano tutt i

un i taliano l impido, musicalissimo

e soprattutto scevro di tutt i quegli

inglesismi che l ' imperante pubbli-

cità ci ha imposto.

E' un caldo pomeriggio montevi-

deano, sorseggio la bibita in un

bicchiere pieno di ghiaccio e ascol-

to i l Caval ie re Giovanni

Costanzell i e la sua storia.

Mentre parla, Costanzell i sembra

ringiovanire, r i torna i l giovanotto

bello e muscoloso arrivato qui nel

1951 in cerca d i for tuna , dopo

essere emigra to ne l 1949 in

Argent ina da l la na t ia F ina le

Emil ia , in provincia di Modena.

Oggi questo grintoso emil iano è

Cavaliere Ufficiale dell 'Ordine al

Merito della Repubblica Italiana.

Ma le att ività in cui si impegna in

pr ima l inea sono mol tep l ic i : Giovanni

Costanzell i è presidente dell 'Associazione ex

Combat ten t i e Reduci - federaz ione

del l 'Uruguayay, pres idente de l l 'Aiuda

(Associazione Italo-Uruguayana di Assistenza),

segretario onorario del consiglio dirett ivo della

Scuola I tal iana di Montevideo e consigl iere

della commissione viaggi della stessa scuola,

direttore responsabile del notiziario Ancri , con-

sigliere della Fusie (Federazione Unitaria della

Stampa I ta l iana a l l 'Es te ro) , t esor ie re de l

Comites , dire t tore responsabi le del Corr iere

de l la Scuola , secondo v icepres idente

de l l 'Ospedale I ta l iano Umber to I d i

Montevideo , segre ta r io de l l ' assoc iaz ione

Patronato ENAS dell 'Uruguay. E la l ista potreb-

be continuare per altr i cinque paragrafi ma il

cavaliere precisa che «tutte le cariche sono di

prestazione onoraria ed elett ive in forma demo-

cratica».

L'aggettivo democratico sta a pennello a questo

gent i luomo d 'a l t r i t empi , coerente s ino a l

midollo con i l suo passato polit ico e anfitr ione

del la s tor ica v is i ta de l l ' ex Minis t ro degl i

Italiani all 'Estero Mirko Tremaglia, tanto da

affermare proprio in quell 'occasione la portata

storica dell 'evento: « votate per chi volete ma

andate a votare» disse i l Ministro Tremaglia

accanto a Costanzell i .

Le pareti del soggiorno sono riempite da onori-

ficenze e attestati di st ima che costi tuiscono

solo un piccolissimo segno di quanto quest '”i ta-

l iano vero” ha fatto per amore della sua Patria.

Tra tutte spicca una bella foto in cui i l giovane

Giovanni fuma una s igare t ta , be l lo come

Romolo, i l moro di “Poveri ma bell i”, i l f i lm

del 1956 di Dino Risi , interpretato dal giovanis-

s imo Mauriz io Arena. Stess i capel l i , s tesso

sguardo sicuro e coraggioso, intuibil issimo die-

tro gli immancabili occhiali scuri . Accanto a lui

la moglie Angela Nicolai , valdostana giovanis-

sima e bell issima, arrivata dall ' I tal ia per conti-

nuare i l loro amore, solidissimo che è germo-

gliato in tre bell issime e i talianissime figlie:

El iana , oggi “contadora”; Paola , t radut t r ice

pubblica d ' i tal iano e Fiorella, anche lei tradut-

trice pubblica d ' i tal iano e una delle dieci lau-

reate in Tecnica di marketing.

Le tre figlie di Costanzell i sono cresciute par-

lando italiano, tanto che i loro coetanei le chia-

mavano le “tanas”, le i tal iane. E la l ingua di

Dante e di Petrarca riceve nuova l infa dai nipo-

tini di Giovanni Costanzell i che parlano con i l

nonno in un sicuro i taliano.

«Noi in famiglia ci siamo sempre preoccupati di

far conoscere l ' i tal iano ai nostri f igli - esordi-

sce l 'orgoglioso Costanzell i - ma non tutt i agi-

scono così , anzi».

Allora iniziamo da qui, dalla questione della

lingua italiana in Uruguay. Qual è la sua opi-

nione dopo cinquantasei anni trascorsi qui?

“Amo l 'Uruguay - racconta a “Gente d 'I talia” -

in Italia, educato da Mussolini ne ero estasiato,

ma quando conobbi la democrazia non potei

seguire quella ideologia. È meglio una catt iva

democrazia che una buona dit tatura, sia di sini-

stra che di destra. Noi i taliani nati in Italia

abbiamo soprattutto i l dovere di diffondere la

“Il risveglio dell'italianità? Mi lascia amareggiato e contento”

DIARIO URUGUADIARIO URUGUAYYANOANO

di Tdi Tonino Pintacudaonino Pintacuda

IL CAVALIERE GIOVANNI COSTANZELLI, IN URUGUAY SIN DAL 1951

la gente d’italia Venerdì 2 Marzo 2007 13

nostra i talianità».

Ecco: che cosa vuol dire per Costanzell i essere

italiano?

«Riconoscere quel che è s ta ta l ' I ta l ia . Una

patria di poeti , di art ist i , di eroi, di santi , di

pensatori , di scienziati , di navigatori , di trasmi-

gratori . Ho l 'orgoglio di essere stato nominato

dall 'On. Mirko Tremaglia, come delegato del

CTIM per l 'Uruguay».

E in tutto questo qual è i l ruolo della l ingua?

Soprattutto i giovani la parlano?

Sono bravissimi ragazzi. E l i esorto a imparare

la l ingua i taliana. E' fondamentale. Non si può

rappresentare l ' I tal ia e non saper parlare l ' i ta-

l iano. Mi fan pena quei dirigenti di associazio-

ni i tal iane locali che si dirigono ai nostri parla-

mentari in spagnolo. L'Italia spende miliardi

per diffondere la nostra l ingua e noi, quando ci

troviamo, ci ostiniamo a parlare spagnolo. Ecco

questo mi amareggia molto. I l r isveglio dell ' i ta-

l ianità mi lascia amareggiato e contento».

Un accostamento insolito, sono due diversissi-

me sensazioni.

«Ma è proprio così: sono contento per i l r isve-

glio, ovviamente, ma, al tempo stesso, amareg-

giato perché i primi a parlare spagnolo siamo

proprio noi della comunità i taliana, per abitudi-

ne e comodità. Ma non basta i l passaporto per

essere i taliano, la l ingua à fondamentale. Segua

questo ragionamento, lo faccio con dati al la

mano.

Siamo 90.000 cit tadini i tal iani, solo i l 7% di

questi è nato in Italia, diciamo neanche 6300.

Tutto i l resto è composto da i taliani di seconda,

terza, quarta, perfino quinta generazione! Sono

loro i l futuro. Chi si postula come dirigente di

un' ist i tuzione i taliana deve essere i l primo a

conoscere la l ingua e le tradizioni che la sor-

reggono. Molto possono fare in questa direzio-

ne le associazioni i tal iane».

Parliamo proprio degli i tal iani di Montevideo.

«E' passato i l bel tempo in cui eravamo davvero

influenti . Ci fu un periodo in cui i l 70% della

popolazione dell ' intero Paese era i taliana. Basta

andare al cimitero, è un proliferare di cognomi

italiani. Quando mi dicono che oggi solo i l 40%

è di discendenza i taliana obietto. Come le fanno

queste statist iche?

Glielo dico io: prendono 100 nominativi sull 'e-

lenco telefonico e contano, ecco, esce fuori che

40 cognomi su 100 sono chiaramente i taliani.

Ma c 'è un vizio di forma: dietro tanti signor

Lopez e Garcìa c 'è una mamma italianissima.

Questi non sono italiani a tutt i gli effett i?

Di questo i l Governo Uruguayano sembra non

tenerne conto, però quando si tratta di incame-

rare i cospicui contributi che l ' I tal ia spedisce

per i suoi f igli al l 'estero se ne ricordano ecco-

me.. .»

Ma le associazioni concretamente cosa hanno

fatto?

«Tutti st iamo facendo qualcosa, anche lo Stato

italiano. E nel passato presidenti uruguayani -

un esempio su tutt i : Sanguinett i - erano cultori

della nostra l ingua e della nostra cultura. Ci

vuole uno scatto di legit t imo orgoglio. Che

deve partire dai dirett i interessati : i giovanissi-

mi i ta lo-uruguayani . Anche voi d i “Gente

d ' I ta l ia” s ta te facendo mol t i ss imo: Mimmo

Porpiglia è un valoroso difensore della l ingua

italiana e dell ' i tal ianità tutta. I l suo è uno sfor-

zo fisico e pecuniario che forse non è piena-

mente compreso da chi di dovere. Ed è un vero

peccato. Ma le cose sono destinate a cambiare,

è inevitabile, l ' I tal ia solo dopo le ult ime elezio-

ni ha capito che siamo tutt i i tal iani, anche noi

a l l 'Es te ro . Per ques to l ' in te rvento

dell 'Onorevole Tremaglia ha una portata stori-

ca».

Cavaliere, ci racconta adesso la sua storia?

Com'è arrivato a diventare una colonna della

comunità i taliana di Montevideo?

«La mia avventura inizia a Bariloche nel 1949

dove assumevano operai i tal iani da far lavorare

all ' isola Huemul. Le racconto un aneddoto: “Tu

no - mi disse Capitan Pasolli , comandante della

seconda Compagnia di costruzioni che prepara-

va i l reattore atomico dell 'Argentina dell 'al lora

Presidente Juan Domingo Peron - sei troppo

ben vesti to”.

Il giorno dopo ri torno, poco e mal vesti to, sotto

una nevicata copiosa, all ' isola. E mi assumono

anche come interprete assieme ad altr i i tal iani.

Quando Evita e i l Presidente Peron visitarono

l ' isola Huemul, regalarono a tutt i i collaborato-

ri i tal iani 3.000 pesos (i l mio stipendio mensile

era appena di 300!

Questa inaspettata fortuna mi diede la possibi-

l i tà di chiedere una l icenza, prendermi un aereo

della Forza aerea argentina, arrivare a Buenos

Aires e di l ì a Montevideo in Uruguay.

Dove decisi di stabil irmi - 56 anni fa - ma sem-

pre con i l cuore legato all ' I tal ia! - e dove in

seguito ho messo su famiglia . Mi presentai

negli uffici della General Electric».

E qui inizia la sua carriera uruguayana.

«Il passaporto i taliano era la miglior referenza

che potevano avere questi novelli emigranti e

fui subi to assunto», spiega Costanzel l i , che

aveva studiato ragioneria all ' Ist i tuto per ragio-

nieri Jacopo Barozzi di Modena. Poco dopo

diventai capo di un dipartimento di varie sezio-

ni con 60 persone alle mie dipendenze. Ho pas-

sa to quindic i be l l i s s imi anni a l la Genera l

Electric, specializzandomi in relazioni umane e

in controllo di quali tà».

E dopo? Com'è nata la famosa “industr ia

Costanzell i”?

Tutta la mia famiglia si trasferì a Montevideo.

Mia madre Antoniet ta gest iva un “almacen”

(generi alimentari) , mio padre e i miei fratell i

cominciarono con i l fabbricare saldature elettr i-

che per poi arrivare a mobili e poltrone d'auto

Fia t , Ford e Genera l Motor, con macchine

moderne e 43 dipendenti . Poi i miei amati geni-

tori r ientrarono in Italia per trascorrere a casa

gli ult imi anni della loro vita. Dopo la concor-

renza del Brasile e dell 'Argentina mi ha fatto

capire che era giunto i l momento della pensio-

ne, ma da allora la mia vita è ancora più piena.

Ma per me resta una gioia vedere la rinascita

dell ' I tal ianità. Significa che ho speso bene que-

sta mia vita».

Appena finita l ' intervista i l cavaliere ha voluto

scegliere personalmente la foto che correda

quest 'art icolo, ne aveva migliaia nel suo com-

puter in cui scrive i suoi art icoli sinceri e

vibranti . Tutte foto accomunate da un amore

vivo, vero e vitale per l ' I tal ia e i l Tricolore.

Una piccola curiosità: i l puntatore del mouse di

Giovanni Costanzell i è una freccia con abbinato

la nostra amatissima bandiera i taliana. Anche

nelle piccole cose si r iconosce la grandezza di

un uomo.

Come sempre, hasta luego!

E g r e g i o D i r e t t o r e ,l a p r e s e n t e p e r c o m m u n i c a r Vi c h e i lg i o r n o 2 6 f e b b r a i o h o p r e s e n t a t o l a m i ad i m i s s i o n e a l l ' A s s o c i a z i o n e G r u p p oL e g a m i , e d a i c a r i c h i d i c o e d i t o r e d e lm e n s i l e S p a z i o I t a l i a e d i c o n d u t t r i c ed e l p r o g r a m m a r a d i o f o n i c o S p a z i oI t a l i a .L a m i a d e c i s i o n e è s t a t a m o t i v a t a d a lf o r t e d i s a c c o r d o c o n l a D i r e t t r i c eG e n e r a l e , D o t t . s s a L a u r a Ve r a .C o n t i n u e r ò a p a r t e c i p a r e n e l l a c o l l e t t i -v i t à i t a l i a n a c o n i l s o l i t o a m o r e e c o n i ls o l i t o e n t u s i a s m o .

D i s t i n t i s a l u t i ,A r c h . A d r i a n a B o z z o

“LLUVE... ESPERA, NODUERMAS…”, “Piove,aspetta, non dormire...”, co-sì inizia la prima quartina di“Noche de lluvia”, “Nottedi Pioggia”, di Juana Fer-nandez Morales, meglio co-nosciuta come Juana de Ipar-bourou o anche come “Jua-na de America”, poetessa escrittice, nata l'8 marzo del1892 a Melo Cerro Largo,Uruguay e morta a Montevi-deo nel 1979.L'incipit è quasi un evocati-vo rimando scespiriano aquell'“Ora....” che apre ilRiccardo III, celebra l'invi-to all'armoniosa opera poe-tica della de Iparbourou attra-versata tutta da un'elegante ve-na di misticheggiante approcciorituale con la natura e il divino,contrapposta a una carnale va-lenza iniziatoria con tutto quan-to vi sia di terreno e fisicamen-te umano in terra.QUESTA APPROPRIAZIONEAUTENTICA DEL “SACRO”,unita alle correnti surrealistichedel periodo, ne fecero una dellevoci poetiche più apprezzate eimponenti della poesia sudame-ricana del secolo scorso.Salita ai favori della critica in-ternazionale nel 1918, con la suaprima raccolta di poesie “Laslenguas de diamante”, caratte-rizzata da un'originale e frescasensualità, negli anni successivi,Juana vide confermare il suoastro da un sempre più largoconsenso e stima. Tra gli anni'30 e '50, dopo un periodo di si-lenzio, diede vita a opere di poe-sia e prosa tra cui ricordiamo:“Perdida” (1950), “Estampas

dela Biblia”, scritte in uno stilepiù densamente riflessivo e ma-turo e ancora, “Los suenos denatacha” (1945), testo teatraleper ragazzi.ANCELLA CONSEGNATA AUNA SCRITTURA ATTENTAalle forme originarie della vita,dove le profondità intime nutro-no in vento la terra e dove l'ac-qua piovana: “golpea con sus de-dos menudos en los vidrios”,“batte, con le dita minute controi vetri”, Juana edifica con im-maginifiche e suggestive simbo-logie e con calcate gestualità li-riche, il ricongiungimento al si-lenzio in un registro poetico cheporta dentro di sé l'ascolto e lochiede, anche, con forza libe-rando una voce tutt'altro che ti-mida. LE METAFORE CON CUI CO-STRUISCE I VERSI NON CE-LANO, ma ci trasportano findentro il cuore del territorio-donna in cui la natura e la suaesuberante bellezza ne esaltanola complessità del mistero. Le

piante, i fiumi, i campi, i fioridiventano prolungamento fisicodel corpo e dell'anima femmi-nile: “que es esto? Prodigio!Mis manos florecen./ Rosas, ro-sas, rosas a mis dedos cre-cen…”, “che succede? Miraco-lo! Le mie mani fioriscono. Ro-se, rose, rose crescono sulle miedita…”. LA FRESCA GIOCOSITÀDELLA SUA POESIA salegorgogliante alla lettura maspinge ad andare oltre la tra-sparenza allegorica fino a po-terne toccare la profondità, ed èlì che Juana si offre nella suanudità, e in questo suo deside-rio sprigionato di femminilità esensualità non prova né sugge-

risce vergogna, come nella liri-ca “Te doy mi alma”.Non ci traggano in inganno l'a-rioso respiro delle immagini del-le sua l i r ica , i profumi chediffonde nelle righe, la legge-rezza con cui si dichiara, bensìentriamo nella forza con cui sfi-da le convenzioni. Lasciamociconquistare dalla sua sottile iro-nia, seguiamola quando con co-raggio difende il suo diritto adessere donna fino in fondo anchese questo dovesse significaretoccare l'oscurità e la pazzia cheogni sentimento nasconde.Per concludere, abbiamo credu-to non vi fosse modo miglioreper aprire questo spazio alla poe-sia e - in quanto donne - onora-re la data dell'8 marzo così pros-sima, che quello di rendereomaggio alla donna e alla poe-tessa che fu “Juana de Ameri-ca” ieri e che è, oggi, per chi neiversi ancora l'ascolta.

la gente d’italiaVenerdì 2 Marzo 200722

Juana, la figlia della naturaCULTURA - SPECIALE SUD AMERICA

Luis Sepùlveda lo sa bene, solo un poeta puòvolare al di là delle antenne e degli aquiloni, perquesto conclude la sua bellissima favola “Storiadi una gabianella e del gatto che le insegnò a vo-lare” con l'aiuto di un Poeta, un'anima buona concuore e occhi da aviatore. Il poeta porta il gattoZorba e la gabbianella Fortunata su un alto cam-panile e lì, finalmente, Fortunata apre le ali e vo-

la felice. È una verità universalmente riconosciuta: solodue poetesse possono scrivere degnamente di poe-sia. Così questa settimana Paola Lovisolo e LisaSammarco rendono omaggio alla poesia dell'uru-guayana Juana de Iparbourou, un omaggio a tut-te le donne del mondo in concomitanza all 'ap-prossimarsi dell'8 marzo.

Maura Gancitano, giovanissima scrittrice del rac-conto “Lampedusa”, selezionato da Mario De-siati per l'antologia “Best Off 2007” dell'atti-vissima Minimum Fax di Roma, traccia il quadrodella situazione della filosofia in Sud America.Soprattutto ne esiste una?Come sempre, buona lettura.

Te doy mi alma desnuda,como estatua a la cual ningún cendal escuda.

Desnuda como el puro impudorde un fruto, de una estrella o una flor;de todas esas cosas que tienen la infinitaserenidad de Eva antes de ser maldita.

De todas esas cosas,frutos, astros y rosas.Que no sienten vergüenza del sexo sin celajesy a quienes nadie osara fabricarles ropajes.

¡Sin velos, como el cuerpo de una diosa serenaque tuviera una intensa blancura de azucena!

¡Desnuda, y toda abierta de par en parpor el ansia de amar!

Ti do la mia anima nuda

«Ti do la mia anima» Traduzione di Lisa Sammarco

Ti do la mia anima nuda,come una statua che nessun zendado ripara.

Nuda come la casta impudenzaDi un frutto, di una stella o di un fiore;

di tutte queste cose che hanno l'infinitaserenità di Eva prima d'essere dannata.

Di tutte queste coseFrutti, astri e rose.

Che non hanno vergogna del sesso senza presagie a cui nessuno oserà cucire vestiti.

Senza veli! Come il corpo di una dea serenaChe avrà un intenso candore di giglio.

Nuda! Completamente libera per l'ansia di amarti

Te doy mi almadi Paola Lovisolo e Lisa Sammarcodi Paola Lovisolo e Lisa Sammarco

di Tdi Tonino Pintacudaonino Pintacuda

la gente d’italia Venerdì 2 Marzo 2007 23

N e l N o v e c e n t o s i è s t a t i p o r t a t i a

p e n s a r e c h e i p o p o l i m e r i d i o n a l i f o s -

s e r o c a p a c i d i f a r e b u o n a l e t t e r a t u r a ,

d i r a c c o n t a r e s t o r i e e p i c h e , m a n o n d i

f a r e f i l o s o f i a . P e r s i n o u n g r a n d e p e n -

s a t o r e c o m e H e n r y B e r g s o n s o s t e n e v a

c h e l a S p a g n a n o n a v e s s e u n a s u a f i l o -

s o f i a , m a s o l o r a c c o l t e d i p r o v e r b i .

E p p u r e , f i n o a p r o v a c o n t r a r i a , l a f i -

l o s o f i a è n a t a n e l M e d i t e r r a n e o , e a l -

l o r a n o n s i f a c e v a d i c e r t o a l l ' i n t e r n o

d i p o l v e r o s e b i b l i o t e c h e . Q u e s t a c o n -

v i n z i o n e , p e r ò , è s t a t a d i f f i c i l e d a a b -

b a t t e r e , t a n t o c h e n e l s e c o l o s c o r s o c ' è

s t a t a u n ' e g e m o n i a c u l t u r a l e d a p a r t e

d e i f i l o s o f i d e l l e n a z i o n i p i ù p o t e n t i ,

i q u a l i , d i v i d e n d o s i i n a n a l i t i c i ( i n -

g l e s i e a m e r i c a n i ) e c o n t i n e n t a l i ( f r a n -

c e s i e t e d e s c h i ) , h a n n o r e s o s t e r i l e i l

d i b a t t i t o e n o n h a n n o d a t o s p a z i o a

c o r r e n t i d i p e n s i e r o d i f f e r e n t i .

U N A “ F I L O S O F I A D E L L A L I B E R A -

Z I O N E ”

Q u e s t a s o t t o v a l u t a z i o n e è s t a t a a n c o r a

p i ù f o r t e n e i c o n f r o n t i d e i f i l o s o f i l a t i n o a -

m e r i c a n i . C o m u n e m e n t e s i p e n s a c h e q u e s t i

p e n s a t o r i , i n g e n e r e d i f o r m a z i o n e c a t t o l i -

c a , a b b i a n o d a t o c o n t r i b u t i v a l i d i s o l o i n

t e o l o g i a . I n r e a l t à l e c o s e s t a n n o d i v e r s a -

m e n t e .

L a f i l o s o f i a l a t i n o a m e r i c a n a n o n p u ò c h e

e s s e r e p r i m a d i t u t t o u n a f i l o s o f i a " s o c i a l e "

e " p o l i t i c a " : u n a " f i l o s o f i a d e l l a l i b e r a z i o -

n e " .

G i à n e l 1 8 3 8 , J u a n B a u t i s t a A l b e r d i a v e v a

s c r i t t o c h e " l a n o s t r a f i l o s o f i a d e v e n a s c e -

r e d a l l e n o s t r e n e c e s s i t à " . C i ò c h e i f i l o s o -

f i i n A m e r i c a L a t i n a h a n n o s e m p r e c e r c a t o ,

i n f a t t i , è s t a t a u n a l o r o i d e n t i t à , i l t e n t a t i -

v o d i c o m p r e n d e r e i l p r o p r i o m o n d o e i l p r o -

p r i o p a e s e a t t r a v e r s o l a r i f l e s s i o n e f i l o s o -

f i c a . N e l f a r q u e s t o , h a n n o d o v u t o r i s c o p r i -

r e l a s t o r i a s t e s s a d e l l ' A m e r i c a L a t i n a , p a r -

t e n d o d a i p o p o l i p r e c o l o m b i a n i , p a s s a n d o

p e r i l p e r i o d o c o l o n i a l e f i n o a d a r r i v a r e a l -

l a s t o r i a c o n t e m p o r a n e a .

D i v e r s a m e n t e d a q u a n t o a c c a d e i n a l t r i p a e -

s i , i n A m e r i c a L a t i n a l a f i l o s o f i a è o g g i

u n ' a t t i v i t à s t a b i l e , c h e c e r c a d i r i s p e c c h i a -

r e i b i s o g n i d e l l a c o m u n i t à e d i p e n e t r a r e

n e l l a s u a v i t a .

L A S C U O L A D I B U E N O S A I R E S

A n c h e q u a n d o s i è l i m i t a t a a i m p o r t a r e i l

d i b a t t i t o p r e s e n t e n e i p a e s i a n g l o s a s s o n i ,

p e r ò , l a f i l o s o f i a l a t i n o a m e r i c a n a h a s a p u -

t o d a r e u n a g r a n d e p r o v a d i o r i g i n a l i t à . E m -

b l e m a t i c a i n q u e s t o s e n s o è l ' e s p e r i e n z a d e l -

l a S c u o l a d i B u e n o s A i r e s , n a t a v e r s o l a f i -

n e d e g l i a n n i C i n q u a n t a e p a r a g o n a b i l e s o t -

t o m o l t i p u n t i d i v i s t a a q u e l l a i t a l i a n a , c h e

v i d e c o m e p r i n c i p a l e e s p o n e n t e N o r b e r t o

B o b b i o . F i l o s o f i d i v a r i a p r o v e n i e n z a , a p -

p a r t e n e n t i a u n a p a r t i c o l a r e v e r s i o n e d e l l a

f e n o m e n o l o g i a ( c o r r e n t e f i l o s o f i c a c r e a t a

d a E d m u n d H u s s e r l t r a l a f i n e d e l l ' 8 0 0 e l ' i -

n i z i o d e l ' 9 0 0 ) , a d o t t a r o n o i l m e t o d o a n a l i -

t i c o a p p l i c a t o a l d i r i t t o . A l c h o u r r ó n e B u l y -

g i n , i n p a r t i c o l a r e , v e n g o n o r i c o r d a t i p e r

S i s t e m i n o r m a t i v i ( 1 9 7 1 ) , u n l a v o r o c h e

r a p p r e s e n t a u n a s v o l t a n e l l a t e o r i a d e l s i -

s t e m a g i u r i d i c o , p o r t a t o a v a n t i c o n s t r u -

m e n t i l o g i c i p i ù r a f f i n a t i r i s p e t t o a q u e l -

l i u s a t i t r a d i z i o n a l m e n t e e c o n s i d e r a t o u n

t e s t o i m p r e s c i n d i b i l e p e r q u e s t ' a r e a d i r i -

c e r c a .

« E X I S T E U N A F I L O S O F I A D E N U E S T R A

A M E R I C A ! »

E p p u r e , a n c o r a o g g i , a l l a f i l o s o f i a l a t i -

n o a m e r i c a n a n o n v i e n e d a t o i l g i u s t o p e -

s o a l l ' i n t e r n o d e l d i b a t t i t o i n t e r n a z i o n a -

l e .

N o n o s t a n t e e s i s t a n o m o l t i t e s t i c r i t i c i c h e

r i f l e t t o n o s u l l a p e c u l i a r i t à d i u n a f i l o s o -

f i a i n A m e r i c a L a t i n a ( E x i s t e u n a f i l o s o -

f i a d e N u e s t r a A m e r i c a ? d i S a l a z a r

B o n d y, p e r c i t a r n e s o l o u n o ) e i n t u t t o i l

c o n t i n e n t e s e n e d i s c u t a i n c o n g r e s s i e

s e m i n a r i , s e m b r a c h e l e a l t r e t r a d i z i o n i

f i l o s o f i c h e c o n t i n u i n o a i g n o r a r e l ' i m -

p o r t a n t e c o n t r i b u t o c h e i p a e s i d e l S u d a -

m e r i c a p o t r e b b e r o d a r e .

I l a t i n o a m e r i c a n i s o n o a m m e s s i a l l ' i n t e r -

n o d e l d i b a t t i t o f i l o s o f i c o e s c l u s i v a m e n -

t e s e n e r i s p e t t a n o l e r e g o l e e a c c e t t a n o d i

l i m i t a r s i a l l a c r i t i c a .

Q u e s t i p e n s a t o r i , p e r ò , s t a n n o c e r c a n d o u n a

p r o p r i a a u t o n o m i a , u n m e t o d o , u n l i n g u a g -

g i o , d e l l e t e m a t i c h e c h e r i s p e c c h i n o l a l o r o

c u l t u r a , l a l o r o s t o r i a , e c h e p o s s a n o c r e a -

r e u n a d i s c u s s i o n e c o n c r e t a a l l ' i n t e r n o d e l -

l a p r o p r i a c o m u n i t à . I f i l o s o f i l a t i n o a m e r i -

c a n i n o n v o g l i o n o i m p o r t a r e d a i p a e s i s t r a -

n i e r i d e l l e c o r r e n t i d i p e n s i e r o , m a v o g l i o -

n o d a r e a l l a p r o p r i a f i l o s o f i a l a p o s s i b i l i t à

d i e s s e r e c o m p r e s a a n c h e n e g l i a l t r i p a e s i .

A d e s s o c h e l a s e p a r a z i o n e t r a a n a l i t i c i e

c o n t i n e n t a l i p a r e q u a s i s u p e r a t a , s e m b r a v e -

n u t o i l m o m e n t o d i d a r l e l a g i u s t a i m p o r -

t a n z a . A l l a d o m a n d a : “ E x i s t e u n a f i l o s o f i a

d e N u e s t r a A m e r i c a ? ” , q u i n d i , n o n s i p u ò

c h e r i s p o n d e r e d i s i .

P e r c o m u n i c a r e c o n l e r e d a t t r i c i d e g l i a r t i -

c o l i d i q u e s t a s e t t i m a n a p o t e t e s c r i v e r e a l -

l ' i n d i r i z z o g e n t e d i t a l i a u r u g u a y @ g m a i l . c o m

o , i n a l t e r n a t i v a , a l l ' i n d i r i z z o i n f o @ b o m b a -

s i c i l i a . i t

Existe una filosofia de Nuestra America!di Maura Gancitanodi Maura Gancitano

la gente d’italia 8Lunedì 5 Marzo 2007

LA SAGGEZZA DEI MODI DI DIRESfogliando il “Dizionario moderno” del 1905scopriamo che secondo Alfredo Panzini lafrase “Piove, governo ladro” nacque comedidascalia di una vignetta nell'annodell'Unità d'Italia.Era il 1861 e i mazziniani avevano preparatonei minimi particolari una dimostrazione aTorino; ma il giorno fissato una malignapioggia mandò all'aria il progetto. La rivistasatirica il “Pasquino” pubblicò con impecca-bile puntualità una vignetta di Casimiro Tejache raffigurava tre mazziniani che cercavanoriparo dalla pioggia e sotto mise la didascaliache sarebbe diventata proverbiale: “Governoladro, piove!”. Intuizione geniale che poidivenne il motto della stessa rivista.Oggi l'espressione “Piove, governo ladro!” è diven-tata di uso comune, buona a parodiare qualsiasi slo-gan contro il potere costituito, colpevole a priori pertutti i mali possibili e quindi, per assurdo, anche difar piovere.LA PIOGGIA POSTICIPATRICE Vi chiederete giu-stamente il motivo di questa parentesi eziologica: ilprimo marzo il Presidente della Repubblica TabaréVázquez doveva tenere la storica “informe a la ciu-dadanía sobre la gestión del Gobierno” all'ombradella statua d'Artigas realizzata dall'italianissimoscultore Zanelli. Ma la pioggia maligna ha colpitoanche il Governo uruguayano.

Ed per le condizioni atmosferiche inclementi è statoposticipato tutto all'indomani, il 2 marzo, unvenerdì di Quaresima.UN TRIPUDIO DI BANDIERE Per due ore e cin-quantacinque minuti in un tripudio di bandiere delFrente Amplio e dell'Uruguay hanno colorato laPlaza Indipendencia. Tenute per ovvi motivi di sicu-

rezza dietro alte transenne gialle che abbracciavanoil perimetro della piazza. Le stime, ballerine anchequi, indicano tra 50000 e 60000 persone. Un terzodella popolazione ha ascoltato attentamente il lun-ghissimo discorso del suo Presidente.OPERAZIONE TRASPARENZA Un evento storico,dai tempi bui della dittatura militare nessuno erasceso in piazza a rendere edotta la popolazione sulsuo operato, un'encomiabile operazione di traspa-renza, resasi necessaria anche per l'imminente arri-vo del Presidente George W. Bush. Il GovernoUruguayano doveva fugare ogni dubbio sul suo ope-rato dopo gli scandali dell'ultimo mese: il caso delSenador LeonardoNicolini, dichiaratosipovero per beneficiaredi una necessaria ope-razione e poi lo scan-dalo della gestionepoco trasparente deiCasinò della città.UN GOVERNO DISINISTRA La gentedoveva sapere, era unobbligo morale e consolennità il presidenteTabaré Vázquez èsceso in piazza con undiscorso limpido, lun-ghissimo e trapunto didati. Nessun argomen-to è stato tralasciato,dal costo della vitaall'inflazione, dalprezzo del petrolio altasso di disoccupazio-ne, dalla cultura al

prezzo della carne, dalle scelte atte a valorizza-re il Turismo e lo Sport all'Innovazione tecnolo-gica.Ministero per ministero, rigide scalette di datiper dimostrare contro ogni critica che questocontinua ad essere un governo di sinistra e nonun governo sinistrato: “ Falta mucho, perovamos bien”.COMPATRIOTAS TODOS L'esordio, dopo l'in-no nazionale, è solenne, con quel “Compatriotastodos” l'istantanea esigenza di puntualizzareche il discorso non era un atto di propagandapolitica, tanto meno una collezione di pubblichescuse. Chi lo pensa “se equivoca”. Il discorso èstato un atto per far conoscere alla popolazione“quello che il Governo ha realizzato, quello chesta realizzando e quello che si propone di rea-

lizzare nel 2007”.IL SOGNO DI TUTTI La conclusione coincide conla legittima aspirazione alla felicità per tuttol'Uruguay per realizzare i sogni di tutti i suoi figli,uniti si può.Speriamo di sbagliarci ma, se abbiamo sentito bene,durante le due ore e cinquantacinque minuti non èstato fatto neppure un minimo accenno al futurodella lingua italiana in Uruguay.Come sempre, forse un po' più amareggiati, hastaluego!

Due ore e cinquantacinque minuti per ribadire la legittima aspirazione alla felicità dell'Uruguay

DIARIO URUGUADIARIO URUGUAYYANOANO

di Tdi Tonino Pintacudaonino Pintacuda

IL PRESIDENTE TABARÉ VÁZQUEZ IN PLAZA INDIPENDENCIA

la gente d’italiaMartedì 6 Marzo 20076

Q uando nel 1873 s i scatenò unate r r ib i l e ep idemia d i co le ra ,Montevideo non poteva immaginareche questa sciagura s i sarebbe pro-t r a t t a pe r c inque ann i , mie t endonumerose vi t t ime e rendendo cosìnecessa r i a l a cos t ruz ione d i unnuovo cimitero. La zona indicata fuque l l a a l l e spa l l e de l po r to de lBuceo - l ievemente decentrata - per-ché la cresci ta del la necropol i nonfosse vincolata da l imit i urbanis t ic icome invece e ra accadu to pe r i lCentral , i l c imitero più ant ico del lacapi ta le .La scul tura i ta l iana fa i l suo esordioal c imitero del Buceo nel 1885 conla f igura del pescatore del la tombadi Pedro C. Bal lef in: un 'opera che èa metà t ra un vago real ismo social i -s ta - a l la Minatore di Enrico Butt i -e un cer to compiacimento romanticoda operet ta , di lagante in quegl i s tes-s i anni a l c imitero di Stagl ieno. Nontardano però a sopraggiungere letombe con una i conogra f i a p iùdichiaratamente borghese, pr ima fratu t t e que l l a d i Juan Ba t t i s t aStar icco, r iproposta in segui to daDomenico Carl i s ia nel c imitero diGenova che in quel lo di Varazze.Benché in auge in I ta l ia da almenoun decennio, le scenet te di bambineben ves t i t e come g l i ep i sod i d icar i tà cr is t iana o i l r i fer imento puntuale a det-tagl i di vi ta borghese segui tano a soddisfare ler i ch ies te de l l a borghes ia i t a l i ana , come d iquel la montevideana. Tra i tant i scul tor i rag-gruppabi l i in questo f i lone meri ta di esserenominato Alessandro Biggi che a Montevideoopera solo per i l Buceo. La tomba Facio infat-t i è capace di coniugare le aspet ta t ive del lacommit tenza borghese, che ama r iconoscers i apieno nel le immagini scolpi te , e a l contempodi tes t imoniare la sol ida formazione accademi-

ca di Biggi . L ' iconograf ia del la donna sedutain pol t rona, in tut te le sue var iant i , ha infat t iampia diffusione nei c imiter i del la Penisola apar t i re a lmeno dagl i anni set tanta .

I l Buceo vede i l proprio al les t imento in anni incui la cur iosi tà a t torno ai gruppi scul torei pro-venient i dal l ' I ta l ia s i va aff ievolendo: lo dimo-stra la scarsa bibl iograf ia r i fer i ta a l la necropo-l i e a i s ingol i monumenti . Una eccezione inquesto senso è la tomba Pir ia che almeno vantaun 'es igua a t tenz ione da par te de l la s tampa

locale , affascinata in real tà piùdal le imprese del commit tente chedal valore effet t ivo del la longi l i -nea f igura scolpi ta da GiovanniScanzi . I l tema del la sogl ia comeconfine t ra la vi ta e la morte , cheha ampia diffusione in I ta l ia eanche al la Recoleta , t rova invecerar i ss imi esempi a Montevideo .Come pure la t ipologia del sepol-cro in bronzo e grani to compare alBuceo solo nel 1899 e per operad i Fe l ix More l l i . Memore de imonumenti real izzat i dal lo s tessoMorel l i per i l c imitero Central , lafamigl ia Imenarr ie ta aff ida infat t ii l proprio sepolcro al lo scul torei ta l iano che lo r i so lve secondoquel la che sarà una nota carat ter i-s t ica di Morel l i : un al to pi las t roquadrango la re , so rmon ta to da ir i t ra t t i dei defunt i , d iviene l 'ap-poggio ideale di un grande ange-lo. Di l ì a poco infat t i egl i avreb-be ot tenuto anche l ' incar ico per latomba Medeiros con la costantedel la presenza di angel i dal l 'am-b igua sensua l i t à . I l l egame t raamore e morte ha intr iso l ' icono-graf ia e la poet ica i ta l iana d ' ini-zio secolo e Morel l i non fa ecce-z ione . Tra i l 1906 e i l 1909Giovanni Azzarini , abi le scul tore-imprendi tore e deus ex machina di

buona par te de l la monumenta l izzaz ione de lCentral , col loca due grandi angel i di saporemonteverdiano: uno per la tomba Rossel lo euno per la tomba Corominas. Propone poi uncerto aggiornamento r ispet to a Stagl ieno conl ' imponente tomba di Demetr io Del Cerro, pernegare in segui to quals ias i t ipo di svecchia-mento l inguis t ico con i monumenti successivi .A part i re dal pr imo decennio del Novecento i lBuceo offre l 'occasione per ammirare a lcunip icch i d i p las t i ca i t a l i ana , qua l i l e tombe

Un parco d'arte italianaalle spalle del Rio de la Plata

DIARIO URUGUADIARIO URUGUAYYANOANO

di Tdi Tonino Pintacudaonino Pintacuda

SPECIALE GENIO E ARTE ITALIANA PER FAR GRANDE MONTEVIDEO

Continua il nostro viaggio alla scoperta dei gioielli italiani di Montevideo, grazie anche a una guida eccezionale come Cristina Beltrami.L'autrice dell'articolo di oggi ha dedicato la sua ricerca di dottorato alla “Statuaria italiana tra la metà dell'Ottocento e il primo ven-tennio del Novecento a Montevideo”. Anticipiamo che, entro la fine dell'anno, proprio questa ricerca uscirà sotto forma dicatalogo.Immergiamoci nel Cimitero del Buceo, espressione altissima dell'arte italiana.

di Cristina Beltramidi Cristina Beltrami

la gente d’italia Martedì 6 Marzo 2007 7

b i s to l f i ane e i l nudo sco lp i to daDemetr io Paernio per la tomba DeAllende. I due marmi che lo scul tored i Casa le Monfe r ra to inv ia aMontevideo sono entrambi su com-missione pr ivata e in I ta l ia è nota dasempre la loro sor te . Nel 1905 infat t il 'Olocausto per la tomba Crovet to èesposto al la Biennale di Venezia conla d idasca l i a ( "L 'o locaus to -Monumento fune ra r io Crove t to ,Montevideo, 1903") che ne dichiaragià la dest inazione.

Nove anni più tardi è inaugurato i lmonumento ad Angel Giorel lo , dove ir imandi l iber ty e s imbolis t i s i sonostemperat i per lasciare spazio ad unasi lenziosa processione di nudi miche-l ang io lesch i . F igura d i sp icco de lBuceo è però senza dubbio i l cremo-nese Aris t ide Bassi . A lui infat t i s ideve l a t omba Amegl io che ne l l esoluzioni iconograf iche t iene presen-te i l v ic ino monumento Crovet to diB i s to l f i ; s egu i to da l monumen toSaint Bois forse t ra i p iù not i del lanecropol i . Quest 'u l t imo mostra unascena al legorica in cui i l v i r tuosismodi Bassi s i manifesta a t t raverso laresa degl i sforzi f is ic i e l 'avvi luppar-s i dei corpi . Una soluzione s t i l is t icadi questo t ipo è naturalmente inim-mag inab i l e s enza t ene r con to de lco invo lg imen to d i Bass i ne l can t i e re de lPalazzo Legis la t ivo dove ha potuto ammirare ibozzet t i d i Giannino Cast igl ioni .Si col loca invece negl i anni t renta la scenabronzea del Cris to nel l 'Orto dei Getsèmanidel la tomba Rodriguez in cui Bassi s i f i rmacome "constructor de monumentos funebres" ,confermando una special izzazione che proba-bi lmente condivideva con tant i laborator i uru-

guaiani .L ' intenso commercio di marmi dal le aree delcentro e nord d ' I ta l ia non cessa comunque pertut to i l pr imo t rentennio del Novecento; lod imos t r ano imponen t i monumen t i come l atomba Perratone e la tomba Delf ino. Entrambepropongono un tardo sapore l iber ty e proven-gono dal l 'area toscana che è inevi tabi lmenteanche in contat to con le cave carraresi a loro

vol ta in pos-sesso di ot t i -mi canal i colSudamerica.Si t ra t ta peròd i mode l l is te reot ipa t i eanche p iu t to-s to f rus t i s ep a r a g o n a t ia l l e impresed e c o r a t i v ede l l e ope rea r c h i t e t t o n i -che o de l l ee s p o s i z i o n ii n t e r n a z i o n a -

l i . I l monumento a Juan Podestache da ta 1927 esp l i c i t a que -st 'u l t imo concet to: esso è anco-ra legato a l l ' iconograf ia ot to-centesca del l 'anima consolatr i -ce ed è s t i l is t icamente vicino aibis tolf ismi dei pr imi anni delseco lo . I documen t i po r t anoperò la f i rma di Antonio Biggi -erede di Alessandro - a dimo-strazione di come le bot teghei ta l iane cont inuassero, di padrein f igl io , a seguire le danaroserot te d 'ol t reoceano.Vi sono anche cas i con t r a r i ,ovvero di scul tor i che t rovanola propria fonte di guadagno neicircui t i del le grandi esposizioniin t e rnaz iona l i , e t r a ques t iAmleto Cataldi che, nel 1923,pa r t ec ipa a l l 'Espos i z ioneUff i c i a l e d 'Ar t e I t a l i ana aBuenos Ai re s incon t randoimmedia t amen te l ' a cqu i r en teper due del le t re opere esposte .In questa s tessa occasione egl ientra in contat to col facol tosoLuigi Podesta che acquis ta unmarmo per la propria tomba alBuceo.È interessante , a l f ine di unaana l i s i de l l a d i f fus ione d imodel l i i ta l iani in suolo uru-gua iano , segna la re una cop ia

del Minatore di But t i ' seduto ' sul la tombaRaffo: e l hombre vencido por e l Trabajo puòevidentemente eserci tare i l suo fascino ancoranel 1925.Se i l Central è i l monumento al l 'ant ica ol igar-chia uruguaiana, i l Buceo, con i suoi ampispazi di inumazione, r ispecchia l 'a l largamentodemograf ico del la capi ta le e l 'affermarsi diuna generale "borghesizzazione" del la sepol-tura . Salvo alcune eccezioni , le tombe s i r isol-vono in r iproduzioni meccaniche di angel i ,angiolet t i e cr is t i , molt i provenient i da unaser ie di laborator i local i , che sono ora ingrado di far f ronte a l la r ichiesta del mercato.I l monumento i ta l iano r imane uno s ta tus sym-bol a cui però col tempo viene r ivol ta menoat tenzione: dagl i anni vent i infat t i le tombesembrano apprezzate più per la loro monu-mental i tà - in concomitanza con una esplosio-ne decò del l 'archi te t tura c i t tadina - che per laloro provenienza. I l fa t to che anche i l PalazzoLegis la t ivo venga rea l i zza to con mate r i a l ilocal i probabi lmente f rena la corrente d ' im-portazione di costosi marmi i ta l iani .

la gente d’italiaMercoledì 7 Marzo 20076

Ospedale Italiano "Umberto I".Bulevar Artigas 1832, tra AvenidaItalia e Calle Canning (CiudadNovísima).Progetto originario del 1884; inau-gurato nel 1890.Dichiarato Monumento Storico nel1975 (Resolución 1280/975).Sede dell'Ospedale Italiano“Umberto I”.

***FIN DAL 1884, anno in cui stavalavorando ai progetti del Teatro Solíse di Casa Buxareo, l'instancabileAndreoni aveva in mente un grandiosoprogetto per l'Ospedale Italiano diMontevideo.La lunga e tormentata storiadell'Ospedale Italiano di Montevideonon inizia però nel 1884: l'idea di costruire un ospe-dale nacque già alla metà dell'Ottocento e fu conse-guenza di una reale necessità sentita della colletti-vità italiana, dato che l'unico sanatorio funzionantea Montevideo all'epoca era l'Hospital de Caridad,scarso di mezzi ed ovviamente insufficiente a soddi-sfare le esigenze della sempre più numerosa popola-zione montevideana.La costruzione del primo ospedale italiano sembròconcretarsi ufficialmente nel 1853, dopo che GiovanBattista Capurro, ricco italiano immigrato inUruguay e padre del più noto ingegnere Alberto,donò all'allora Re di Sardegna, Vittorio Emanuele II,un terreno di sua proprietà nella Ciudad Nueva, trale Calles Soriano e Paraguay, perché vi fossecostruito l'ospedale della collettività italiana. Talesimbolica donazione, intrisa di sentimento patriotti-co, fece della realizzazione dell'Ospedale Italianoquasi un dovere etico e morale della collettività ita-liana residente a Montevideo nei confronti sia dellapatria lontana sia del suo Re, che continuava a con-siderare la figura simbolo della propria identità

nazionale.La notizia della costruzione di un ospedale italianoa Montevideo fu subito accolta con grande entusia-smo patriottico non solo dall'orgoglioso Re, che nefu il principale sostenitore finanziario e che ne seguìgli sviluppi attraverso i suoi rappresentanti diploma-tici in Uruguay, ma anche dagli Italiani residenti aMontevideo e in altri Paesi sudamericani che invia-rono i loro contributi monetari. LA COSTRUZIONE, INIZIATA NEL 1854, SIPROTRASSE FINO AL 1872, senza per altro vede-re terminato l'edificio, alternando periodi di alacrelavoro a interruzioni dovute a mancanza di fondi ealle sanguinose guerre civili che paralizzavano losvolgersi delle attività a Montevideo. Nonostante ilavori continuassero, anche se piuttosto stancamen-te, iniziarono ad emergere i limiti del progetto e del-l'ubicazione del futuro ospedale: soprattutto le scar-se condizioni igieniche e la carenza di spazi, dovutialla posizione dell'edificio in una zona troppo cen-trale della città, convinsero la ormai disillusa colo-nia italiana che fosse il caso di intraprendere la

costruzione di un nuovo ospeda-le, realmente rispondente alla suafunzione sanitaria. Nel 1872 sifece per la prima volta strada l'i-dea di vendere l'edificio, ormairitenuto inutile e non ancora ter-minato, per costruirne un secondoin un luogo ritenuto più idoneo.Si dovettero aspettare però alcunianni prima di trovare il terrenopiù adatto alla costruzione delnuovo ospedale: finalmente, nel1876, la collettività italiana rice-vette da parte di un privato l'of-ferta di un terreno di 21.820 metriquadrati di superficie a TresCruces, una zona che, trovandosial di fuori dei limiti della CittàNuova, era all'epoca praticamente

disabitata ma che, dalla fine del XIX secolo, diven-terà il centro della Città Nuovissima, ulterioreespansione urbana di Montevideo. Restava il proble-ma di vendere il primitivo ospedale per far frontealla nuova spesa: nel 1882 la loggia massonica delGran Oriente del Uruguay comprò l'edificio renden-do finalmente possibile, il 19 gennaio del 1883, l'ac-quisto del terreno di Tres Cruces ad un prezzo di 465millesimi di pesos alla vara quadrata. In realtà,dopo una più accurata misurazione, il terreno acqui-stato risultò maggiore. Lo Stato uruguayano, pro-prietario dei lotti eccedenti, decise allora di farnedono alla collettività italiana come apporto alla fina-lità sociale dell'opera: alla fine, dunque, il terrenoedificabile risultò di 22472 metri quadrati. Il 4 otto-bre 1883 la Commissione Edilizia dell'Ospedaledichiarò in pubblica scrittura di cedere il possessodell'intero terreno a Sua Maestà il Re d'Italia, che nedivenne unico simbolico proprietario. IL 12 OTTOBRE 1883 fu ufficialmente redatto ilnuovo Statuto fondamentale della Pia Opera deno-minata Ospedale Italiano in Montevideo: "Il fine

Luigi Andreoni e l'OspedaleItaliano di Montevideo

DIARIO URUGUADIARIO URUGUAYYANOANO

di Tdi Tonino Pintacudaonino Pintacuda

U N A R C H I T E T T O I N G E G N E R E I TA L I A N O I N U R U G U AY:

Montevideo s'è svegliata presto, la città si prepara ad accogliere il Presidente degli Stati Uniti d'America George W. Bush.Da questa visita il piccolo grandeUruguay s'attende giustamente grandi cose, qualche certezza in più nel cammino verso la realizzazione della sua felicità, come ha rimarcato il PresidenteVasquez nel suo dettagliattissimo discorso in Plaza Indipendencia. E, mentre la città si veste a festa, sorvegliata a vista con assoluta discrezione, noi conti-nuiamo il nostro viaggio alla scoperta dei gioielli dell'arte italiana.Perché è innegabile: Montevideo tracima di italianissimi gioielli architettonici.Anche oggiabbiamo l'onore d'ospitare una studiosa di tutto rilievo: Ilaria Busetto che ha dedicato anni d'appassionato studio alla storia di Luigi Andreoni e dell'Ospedaleitaliano. Ecco la prima delle tre puntate: dal concorso per l'assegnazione del progetto dell'Ospedale Italiano al viaggio in Italia di Andreoni

di Ilaria Busetto di Ilaria Busetto

la gente d’italia Mercoledì 7 Marzo 2007 7

della Comunità è aprire nel terrenodi S.M. il Re d'Italia uno stabili-mento di beneficenza destinatoall'asilo e all'assistenza degli italia-ni, così come dei cittadini orientalie di altre nazionalità, dietro i rego-lamenti che si dettino. Il patrimo-nio è formato dal terreno, l'edifi-cio, le somme donate dai primicontribuenti, quelle risparmiatedalla Commissione Edilizia, lecontribuzioni volontarie dei privatie da qualsiasi specie di proventi".Fonte preziosissima cui faremocontinuo riferimento nella ricostru-zione della storia del secondoOspedale Italiano è la Notizia sto-rica dell'Ospedale Italiano pubbli-cata dalla sua Commissione Edilizia a cura diFrancisco Berra, rappresentante legale dellaCommissione, che raccolse in un volume, pubblica-to a Montevideo nel 1897, tutti i verbali delleassemblee relativi alla lunga e tormentata storiadella realizzazione dell'edificio.Nel mese di ottobre del 1883 la CommissioneEdilizia dell'Ospedale, di cui era Presidente, perstatuto, il Console d'Italia in rappresentanza del Re,indisse un concorso pubblico per la costruzione del-l'opera: i progetti, che avrebbero dovuto essere pre-sentati entro il 30 dicembre del 1883, erano vinco-lati dalla realizzazione di venti infermerie per due-cento malati e, per ovvie ragioni economiche, dove-vano prevedere la costruzione dell'edificio in partisuccessive. Condizioni imprescindibili nella proget-tazione delle infermerie erano la loro corretta espo-sizione al sole e la separazione di esse attraversogiardini interni. Si stabilì inoltre che al vincitoredel primo premio fossero consegnati quattrocentopesos, duecento al secondo e cento al terzo.Fu proprio a partire dal concorso pubblico che scop-piò quello che chiameremo il "caso dell'OspedaleItaliano" che vide protagonisti la CommissioneEdilizia ed il nostro Andreoni, ma che coinvolsetutta la collettività italiana protraendosi, in un cre-scendo di polemiche, fino all'inaugurazione delgrandioso edificio. I TRE PROGETTI Il 30 dicembre 1883 furonopresentati alla Commissione Edilizia dell'Ospedaletre progetti; altri tre ne furono presentati il giornoseguente, "Più quello di Andreoni, che non potéconsegnarlo il giorno anteriore perché, essendofestivo, trovò chiusa la Segreteria di mattina e disera, non trovò in casa il Primo vicepresidente, edovette depositarlo presso il Consolato d'Italia. Sidiscusse calorosamente nei giorni 31 dicembre e 4gennaio 1884 se questi piani verrebbero ammessi,in virtù del fatto che il Signor Console certificavacirca l'ingegnere Andreoni". Grazie al consenso deipartecipanti al concorso che avevano presentato iprogetti entro la data ultima del 30 dicembre, tutti i

progetti vennero comunque accettati e fu, quindi,nominata una Commissione Scientifica composta dasei medici e tre ingegneri - tra i quali AchilleMonzani, amico e, come vedremo, futuro socio diAndreoni - per giudicare i lavori e scegliere il vin-citore.Andreoni però, inspiegabilmente, aveva nel frat-tempo deciso di ritirarsi dal concorso "per delica-tezza" - termine piuttosto ambiguo, che non spiegala reale motivazione di tale scelta - e "fu costretto"- anche qui oscuramente - a ricusare la nomina dimembro della Commissione Scientifica che a quelpunto, non essendo più in concorso, laCommissione Edilizia dell'Ospedale gli aveva pro-posto. SEI PROGETTI E SEI PSEUDONIMI Alla fine,dunque, i progetti in gara al concorso risultaronosei, tutti presentati con pseudonimi: il 6 marzo1884, dopo giorni di discussioni, la CommissioneScientifica concluse che nessuno dei progetti eraabbastanza soddisfacente da vincere il primo pre-mio. Decise, quindi, di attribuire soltanto il secon-do premio, vinto dal costruttore Matteo Astengo yDíez, che guadagnò i duecento pesos previsti. "Lostesso giorno in cui si prendeva questa risoluzionesi ricordò che l'ingegner Andreoni aveva preparatodei piani per il concorso, e si disse che l'ingegneresignor Alberto Capurro ne aveva intrapresi altri daparte sua. In vista di questo l'avvocato Corte, reg-gente il Consolato, propose s'invitassero dettisignori a concorrere; e, approvata l'idea, si stabilìpremiare con quattrocento pesos il progetto cheottenesse l'accettazione". Capurro non poté accetta-re l'invito della Commissione a presentare il suoprogetto per il giorno convenuto, quindi l'unico pro-getto da prendere in esame rimase quello diAndreoni. Certo, appare alquanto arbitraria la deci-sione della Commissione di aggiudicare a priori ilprimo premio a dei progetti che non solo non eranoin concorso, ma che neppure aveva avuto modo divisionare. Vedremo che, effettivamente, tale deci-sione, sulla quale il Berra si sofferma in maniera

volutamente - a parer nostro -laconica, si trascinerà dietro dellepolemiche poco piacevoli. LA VITTORIA DI ANDREONIIl primo maggio del 1884 laCommissione, della quale conti-nuava a far parte l'ingegnereMonzani, dopo aver esaminato iprogetti di Andreoni, decise diassegnargli il primo premio:"Dopo un minuzioso esame isignori ingegneri e medici furonounanimi in lodare il progettosuindicato, pe' suoi meriti e van-taggi, per le buone distribuzionidelle località, per la sua buonaarchitettura, il buon gusto delladecorazione e l'armonia, la mae-

stà e la severa eleganza dell'insieme, stimandomolto accettabile il progetto sotto questo rapporto.Relativamente alla parte igienica, quantunque locreda ugualmente accettabile e degno di elogi inquasi tutte le sue parti, ha osservato un inconve-niente assai rilevante, quale si è l'insufficienteesposizione al sole di alcune delle sue infermerie.Ciò proviene dall'orientazione, forma ed estensionedel terreno, poco sufficiente per il numero di infer-merie che si desiderano costrurre, obbligandol'Autore del progetto a destinare poco spazio peigiardini. Ciò non ostante, la Commissione scientifi-ca giudica che il buon criterio della Commissioneedilizia potrà rimediare in gran parte questo difettosopprimendo alcune delle infermerie centrali, e virimedierà del tutto acquistando maggiore area diterreno per ingrandire i giardini.". Inoltre, aggiungeBerra, "quantunque il valore scientifico d'un lavoroè giudicato indipendentemente dalle qualità perso-nali dell'Autore, dalle persone competenti non pote-vano difettare di valore morale per la Commissioneedilizia la circostanza del concetto che già godeval'ingegnere Andreoni quale uomo di competenzatecnica e di carattere onesto, e quella d'aver egliricevuto nel 1875 il suo diploma d'ingegnere nellaRegia Scuola d'applicazione di Napoli, dopo esserestato classificato il primo per ordine di merito fracinquanta laureandi". IL PROGETTO ORIGINALE Il progetto origina-le dell'Ospedale Italiano, che poi Andreoni saràcostretto a modificare e a ridimensionare per moti-vi economici, era davvero grandioso: l'edificio, per-corso in tutto il suo perimetro da un corridoio ester-no cadenzato da arcate, avrebbe dovuto avere unamonumentale facciata di 270 metri, interrotta nelmezzo da un grandioso portale di accesso, quasi unasorta di arco trionfale - mai realizzato, come vedre-mo - che, attraverso una galleria coperta da unavolta a botte, conduceva ad un giardino interno.Ognuna delle venti infermerie previste, costruite apadiglioni isolati, secondo la tendenza delle piùmoderne regole igienico-sanitarie, sarebbe stata

la gente d’italia 8Mercoledì 7 Marzo 2007

affiancata da un giardino rigoglioso divegetazione, ambiente fondamentale perottenere una corretta aerazione ed unasufficiente illuminazione interna, non-ché motivo di sollievo estetico nella"casa delle sofferenze". L'INSODDISFAZIONE COLLETTI-VA La decennale storia della costruzionedell'Ospedale Italiano fu segnata, fin dal1853, dalla sempre più forte insoddisfa-zione della collettività italiana, inizial-mente entusiastica sostenitrice dell'im-presa non solo dal punto di vista senti-mentale e patriottico ma soprattutto eco-nomico, per l'operato, apparentementepoco chiaro dal punto di vista finanzia-rio, delle varie Commissioni Edilizieche si succedettero negli anni.I periodici italiani dell'epoca stampati aMontevideo, che dedicarono ovviamentemolto spazio al "caso dell'OspedaleItaliano" e che si crogiolarono nellepolemiche, forniscono una visione com-pletamente diversa rispetto a quella uffi-ciale di Berra. In particolare, è interes-sante ciò che "La colonia italiana" pub-blicò il 15 agosto 1886, nel mezzo, comefra breve vedremo, di un'accesa polemi-ca tra Andreoni e la Commissione Edilizia, da unlato, ed il costruttore Tosi dall'altro. Il periodico ita-liano afferma, infatti, che la Commissione avrebbescelto i progetti di Andreoni, a scapito di quelli diAstengo y Díez, giudicati - non sappiamo su qualibasi - non solo più belli ma anche più economici efunzionali nella realizzazione, senza sentire il pare-re di una Commissione tecnica. QUATTROCENTO PESOS PER UN GIOIELLOApprovato, quindi, il progetto di Andreoni, gli furo-no consegnati i quattrocento pesos del primo pre-

mio, e si decise di dare inizio ai lavori preliminarialla costruzione dell'edificio. In un primo momento,si sarebbero costruite soltanto le prime quattroinfermerie a partire dall'attuale Avenida Italia, per-ché la realizzazione dell'intero progetto superavanotevolmente, nella sua grandiosità, il costo che laCommissione aveva previsto per la realizzazione ditutta l'opera. Il resto sarebbe stato costruito in unsecondo momento.Essenziale, per dare inizio ai lavori, era la nominadel direttore dei lavori. Andreoni si propose per l'in-

carico chiedendo un compenso del due emezzo per cento: il 9 giugno 1884 laCommissione accettò la proposta dell'inge-gnere sia perché, in quanto autore del pro-getto, era sicuramente la persona più adat-ta per dirigere l'opera, sia perché consi-derò la richiesta economica di Andreoni"Tenue, avuto riguardo a quella che siusava nel paese ed a quella che avevanoanteriormente domandato altri ingegneri". L'INCONTRO CON IL RE D'ITALIAAndreoni, però, non poté incaricarsi dasubito dell'impegno: comunicò, infatti,alla Commissione che doveva recarsi inItalia "Per brevissimo tempo" e, approfit-tando del suo viaggio, la Commissione glidiede il privilegiato incarico di consegnareal Re d'Italia Umberto I una veduta foto-grafica della prospettiva del futuroOspedale Italiano. Purtroppo, non sappia-mo quale fosse la ragione che spinseAndreoni ad affrontare nuovamente, que-sta volta al contrario, il lungo viaggioverso l'Italia né verso quale città si siadiretto. Possiamo però ipotizzare, alla lucedei fatti avvenuti al ritorno dell'ingegnerea Montevideo, che abbia visitatol'Esposizione Nazionale di Torino del 1884

in cui Alessandro Cruto espose la sua straordinarialampadina elettrica: tornato in Uruguay nei primimesi del 1885, Andreoni, in qualità di rappresentan-te della ditta torinese di Alessandro Cruto, si occu-perà, infatti, della diffusione del nuovo sistema diilluminazione elettrica a Montevideo. Comunque, il venti settembre 1884 Andreoni si tro-vava a Monza dove, con grande risonanza dellastampa nazionale, fu ricevuto con grandi onori dalRe Umberto I: "Nel medesimo giorno in cui aMontevideo compievasi la cerimonia della colloca-zione della pietra fondamentale, a Monza l'ingegne-re Andreoni veniva ricevuto da Sua Maestà il Re,padrino dell'opera, al quale presentò un indirizzo euno stupendo disegno in prospettiva dell'opera. IlRe diede ad Andreoni una speciale prova di sovranabenevolenza trattenendolo seco a colazione". Fu intale occasione che il Re, entusiasta del progettodell'Ospedale Italiano, nominò Andreoni Cavalieredell'ordine della Corona d'Italia. IL SIGARO DEL RE Quello che le fonti ufficialinon dicono è che il Re fece dono ad Andreoni di unsigaro che l'ingegnere custodì gelosamente all'inter-no di un piccolo cilindro di vetro con un bigliettinoautografo che ne spiega la provenienza: quel sigaro,al quale Andreoni teneva come ad un cimelio, sitrova ancora oggi in quella che fu la casa di campa-gna di Andreoni, l'estancia "Belvedere".

Fine della prima puntata

LUIGI ANDREONI nacque a Vercelli nel 1853e, dopo aver studiato ingegneria civile nelleScuole di applicazione di Torino e di Napoli, siimbarcò in una nave che salpava versol'America. IL 25 AGOSTO DEL 1876 SBARCÒA MONTEVIDEO. Nonostante in quegli anni lasituazione politica e sociale dell'Uruguay fosseparticolarmente caotica, Andreoni seppe con-quistare uno spazio privilegiato all'internodella fiorente colonia italiana.NELLA SUA LUNGA CARRIERA abbracciòtutte le tipologie edilizie realizzando alcuni frai più importanti edifici di Montevideo (ClubUruguay, Banco Inglés, Banco Italiano,Stazione Centrale, Teatro Stella d'Italia,Ospedale Italiano) si dedicò ad importantissimiinterventi territoriali, ottenne numerosi incari-chi pubblici e fu celebrato dai contemporaneiquale personalità di spicco dell'élite culturaleuruguayana.A MONTEVIDEO, che così generosamente loaveva accolto, importò l'arte e la cultura italia-ne ma anche lo spirito scientifico e liberale delPiemonte progressista. Dopo sessant'anni diresidenza in Uruguay, morì a Montevideo il 20maggio del 1936 _ _ _

Ilaria Busetto (1972) si è laureata in“Conservazione dei Beni Culturali” pressol'Università Ca' Foscari di Venezia con una tesidal titolo “Un architetto ingegnere italiano inUruguay: Luigi Andreoni” (1853-1936).NEL 2000 ha ottenuto un assegno di ricercabiennale sulla scultura italiana in Argentina traXIX e XX secolo e nel 2003 si è specializzata in“Storia delle Arti e Conservazione dei BeniArtistici” con la tesi “La scultura italiana inArgentina tra XIX e XX secolo”.HA COLLABORATO con contributi scientifici erecensioni di libri di arte con le riviste “VeneziaArti”, “Il veltro”, “Critica d'arte” e“Notiziario bibliografico”.DAL 2004 AL 2006 è stata schedatrice di beniculturali ecclesiastici per la Diocesi di Padovanell'ambito del progetto della ConferenzaEpiscopale Italiana di inventariazione delpatrimonio ecclesiastico italiano.ATTUALMENTE lavora a Venezia presso unasocietà di servizi culturali

la gente d’italiaGiovedì 8 Marzo 20076

L uigi Andreon i r i en t ròa Montev ideo ne i p r imig i o r n i d i g e n n a i o d e l1885 . Nel f ra t t empo , il a v o r i p r e l i m i n a r i a l l ac o s t r u z i o n ede l l 'Ospeda le , in iz ia t i i l3 novembre 1884 , e ranoprosegu i t i so t to l a d i re -z i o n e d e g l i i n g e g n e r iZ a n e t t i e M o n z a n i ,n o m i n a t i s u o i s o s t i t u t iduran te l a sua assenzada Montev ideo . Al suor i to rno , l a Commiss ioneg l i comunicò che avevadec i so d i acqu i s ta re unam a g g i o r s u p e r f i c i e d it e r r e n o c o m p r a n d o d e ilo t t i ad iacen t i a que l log ià in suo possesso : fuc o s ì c h e a l t r i 6 . 2 9 0met r i quadra t i s i r e se ro d i spon ib i l i a l l a g iàampia super f i c ie ed i f i cab i l e . In rea l t à , l ' ac -qu i s to d i una maggiore porz ione d i t e r renoera g ià s t a ta ausp ica ta da l lo s t esso Andreon ia l f ine d i ampl ia re i g ia rd in i e l e in fe rmer ierendendo l ' ed i f i c io p iù funz iona le da l pun tod i v i s t a i g i e n i c o - s a n i t a r i o . A n d r e o n i s ia ff re t tò , qu ind i , a modi f i ca re in t r e pun t i i lp roge t to o r ig ina r io e ne so l l ec i tò l ' approva-z ione a l Min i s te r io de Obras Pub l icas conuna l e t t e ra de l p r imo g iugno 1885: o l t r e a l l a"es tens ión mayor de los j a rd ines en t re l a sen fe rmer í a s " e a l l a "dob le pa red de l a senfe rmer ías en los f ren tes a l Es te que no sonabr igados de l a l luv ia con pór t i cos como loson a l Oes te" , l a modi f i ca p iù impor tan te èl ' " e n s a n c h e d e l f r e n t e a l C a m i n o 8 d e

Octubre" - a t tua le Avenida I t a l i a - . "E l f ren-te p r imi t ivo e ra e l de una enfe rmer ía , mien-t ras ahora es compues to de los f ren tes dedos , un idas en t re e í por un pór t i co de t r esa reas" . Ques ta va r iaz ione de l p roge t to è ogg iv i s ib i l e ne l sugges t ivo coronamento a t r ea rch i e dopp ia se r l i ana d i que l l a che , dopo i lde f in i t i vo r i d imens ionamen to de l p roge t t oper rag ion i economiche , d iven te rà l a f acc ia tapr inc ipa le de l l 'Ospeda le .

I PRIMI PROBLEMI: LA TERRA MOSSAMa, ne l momento in cu i tu t to sembrava o rmaiavv ia to a l megl io , un g rave p rob lema fecet r emare l a g i à s c r ed i t a t a Commiss ione : anessuno , in fa t t i , e ra mai passa to pe r l a menteche i l t e r reno compra to a Tres Cruces po tes -se esse re d i ca t t iva qua l i t à . Fu so lo ve rso l a

f ine de l 1884 , quan-d o s i i n i z i a r o n o il avo r i de l l e fonda -z i o n i d e l l ' e d i f i c i o ,che p rese a c i rco la -r e l a v o c e c h e l ate r ra mancasse de l l as o l i d i t à n e c e s s a r i ap e r s o s t e n e r e i lg r a n d i o s o e d i f i c i oche e ra s t a to p roge t -t a t o . O v v i a m e n t e ,q u e s t o e n n e s i m op r o b l e m a n o n f ao n o r e n é a l l aC o m m i s s i o n e , d a v -vero appross imat ivae i r responsab i le ne lges t i r e l a cos t ruz io-n e d e l l ' O s p e d a l ede l l a co lon ia i t a l i a -n a , n é , p e r ò , p e r

esse re ones t i , a l nos t ro ingegnere Andreon iche p roge t tò un ed i f i c io senza p reoccupars ide l l e ca ra t t e r i s t i che geo log iche de l t e r renosu cu i s i sa rebbe ed i f i ca to . La Commiss ione ,p reoccupa t i s s ima , inca r icò Andreon i , appenar ien t ra to da l l ' I t a l i a , d i condur re deg l i accu-ra t i s tud i t ecn ic i pe r ve r i f i ca re l a so l id i t à de lt e r reno . Effe t t ivamente , g l i s t r a t i super io r ide l t e r reno e rano poco cons i s ten t i e non s it rovavano s t ra t i so l id i se non ad una p rofon-d i t à o l t r e i q u a t t r o m e t r i e m e z z o m aAndreon i "Credeva d i po te r a ss icura re che l aso l id i t à e ra bas tevo le pe r l ' ed i f i c io che dove-va soppor ta re , e che conven iva ed i f i ca r qu iv iper l a d i ff i co l t à che v i sa rebbe d i t rovare una l t ro t e r reno in mig l io r i cond iz ion i e cos ìbene s i tua to , dovendo no ta r s i che l a sc ienzad i spone d i mezz i non mol to cos tos i pe r sup-

Luigi Andreoni e l'OspedaleItaliano di Montevideo

DIARIO URUGUADIARIO URUGUAYYANOANO

di Tdi Tonino Pintacudaonino Pintacuda

U N A R C H I T E T T O I N G E G N E R E I TA L I A N O I N U R U G U AY:

Sono tornate le transenne gialle in PlazaIndipendencia, dopo nemmeno una settimana,per garantire massima sicurezza all'imminentevisita del Presidente Bush.Montevideo conti-nua a prepararsi, accogliendo calorosamentela schiera di Nord Americani arrivati al segui-to del Presidente. Nerboruti e giovanissimimarines, con gli immancabili capelli rasati, si

sono riversati per le strade della capitale.Lacittà reagisce con legittima curiosità, leSinistre si limitano ad organizzare la contro-manifestazione di venerdì 8 alle 18, traAvenida 18 de Julio e Egido. Ammoniscono che“No venderemos el rico patrimonio al repre-sentante del imperialismo”. I più avveduticomprendono bene che al di là delle legittime e

simboliche lotte ideologiche il viaggio diGeorge W. Bush, l'uomo più potente del mondo,rappresenta un'occasione irripetibile per ilpiccolo grande Uruguay.Oggi continuiamo conla seconda e penultima puntata della storiadell'Ospedale Italiano di Montevideo: dall'ini-zio dei lavori ai problemi con l'ingegnereGiovanni Tosi.

di Ilaria Busettodi Ilaria Busetto

la gente d’italia Giovedì 8 Marzo 2007 7

p l i r e l a p o c a t e n a c i t à d e l l at e r r a " . Tr a n q u i l l i z z a t a l aCommiss ione , Andreon i d i sposed i n o n c o n s o l i d a r e i l t e r r e n ocon t roppo cos tos i e non neces -sa r i p i l a s t r i su p ie t ra , da ta l apoca a l t ezza de l l ' ed i f i c io , ma d ied i f i ca re su t r e fondament i a l d isopra d i un ' ampia base d i ca lce -s t ruzzo .

LA SCELTA DEL COSTRUT-TOREConclus i g l i s tud i p re l iminar i eavv ic ina tos i i l momento de l l ' i -n iz io de i l avor i ve r i e p ropr i , l aC o m m i s s i o n e i n d i s s e u n c o n -corso pubbl ico per l a sce l t a de lcos t ru t to re : i l 17 lug l io 1885 laC o m m i s s i o n e , p r e s e n t eAndreon i , sce l se l ' o ffe r t a de l -l ' i ngegnere Tos i , che s i impe-gnava , secondo con t ra t to , a t e r -minare i l avor i en t ro ven t iqua t -t ro mes i . L ' ingegnere Giovanni Tos i , o r i -g ina r io d i Fer ra ra , e ra g iun to aMontev ideo ne l 1885 e s i e raimmedia tamente fa t to conoscereper l a s ingo la r i t à e l ' e suberanzade l suo ca ra t t e re : "Era un hombre de imagi -nac ión exa l t ada , rumboso y con ín fu las degran señor, amigo de pasear en esp léndodoscoches , su un i fo rmes l l enos de meda l las . " .Tos i non e ra ce r tamente uno sprovveduto : aMontev ideo , dove cos t ru ì un numero no tevo-le d i opere , fu a rch i t e t to apprezza to e s ided icò ag l i a ffa r i con l a fondaz ione de l l a" C o m p a ñ i a N a c i o n a l d e C r é d i t o y O b r a sPubl icas" , no ta a l l ' epoca per una ges t ionede i fond i poco pu l i t a . Dopo i l d i sas t ro f inan-z i a r i o d e l l a C o m p a g n i a , f u a t t a c c a t o d ain fe rmi tà menta le e l a mogl ie fu cos t re t t a ar ipor ta r lo in I t a l i a , dove mor ì poco dopo i lsuo a r r ivo .

L'IMPREVEDIBILE TOSI Né la Commiss ione né Andreon i po tevanoimmaginare qua l i conseguenze avrebbe sca-tena to l a co l l aboraz ione con l ' impreved ib i l eTo s i . A l c o n t r a r i o , l ' i g n a r a C o m m i s s i o n e ,s e m p r e m o s s a d a s e n t i m e n t i a l t a m e n t epa t r io t t i c i , sa lu tò con en tus iasmo la f i rmade l con t ra t to con un ingegnere d i naz iona l i t ài t a l i ana e non dub i tò de l l ' a ff idab i l i t à d i Tos iche "Aveva o t t enu to in poco t empo le s impa-

t i e , e pe rs ino l a f iduc ia deg l ' I t a l i an i r es iden-t i in Montev ideo ; e l a Commiss ione ed i l i z ia ,c redeva , come tu t t i , quando f i rmò i l con t ra t -to , e s se r s i a ss icura ta l a cooperaz ione d i unade l le p iù be l l e in te l l igenze , e d i uno de icuor i p iù nob i l i che l a pa t r i a comune man-dasse in Amer ica a fo r t i f i ca re l a d ign i tà de lsuo nome." . Ma , a poco p iù d i un mese da l -l ' i n iz io de i l avor i , Andreon i e g l i i spe t to r iinca r ica t i da l l a Commiss ione d i segu i re l ' o -pera to de l cos t ru t to re Tos i cominc ia rono ano ta re deg l i "abus i " ne l l ' u t i l i zzo de i mate-r i a l i p resc r i t t i da Andreon i pe r l a r ea l i zza-z ione de l l e fondaz ion i de l l ' ed i f i c io : Tos i , inp r a t i c a , c e r c a n d o d i r i s p a r m i a r e d e n a r o ,impiegava mate r ia l i d i seconda qua l i t à - sab-b ia p iù f ine , p ie t re "meno a l t e e meno gros -se" - me t tendo a repen tag l io l a so l id i t à de l -l ' ed i f i c io . Tos i fu p iù vo l t e r ip reso da l l aCommiss ione e da l lo s t esso Andreon i ma " idue i spe t to r i in fo rmarono che non s i adempi-vano ag l i o rd in i da t i da l Di re t to re" :

IMPERDONABILI MANCANZE Tos i , in fa t t i , con t inuava , in fa t t i , ad usa remate r ia l i d i ca t t iva qua l i t à , non aveva coper -to g l i zocco l i con g ran i to come Andreon i g l i

aveva o rd ina to e , sopra t tu t to , nonaveva ancora p ra t i ca to i cana l i d isco lo de l l e acque p luv ia l i - cosache non fa rà mai - né aveva pos toi condot t i d i gh i sa ne l l e fondaz io-n i . Conseguenza d i t a l i g rav i man-canze fu i l ve r i f i ca r s i , ne l l e pa re -t i appena in iz ia te , d i pe r ico losei n f i l t r a z i o n i e d , a d d i r i t t u r a , d ic repe che met tevano in dubbio l as icurezza s t a t i ca de l l ' ed i f i c io f inoa que l momento cos t ru i to . Tos i fup i ù v o l t e r i p r e s o s i a d a l l aCommiss ione s ia da Andreon i ma ,da to che "non t rascor reva una se t -t imana senza che s i scopr i s se rod e l l e i r r e g o l a r i t à p i ù o m e n ograv i" e che non s i r iusc iva adins taura re un d ia logo con lu i , pe r -severan te ne l lo sca r ica re tu t t a l aco lpa ad Andreon i ed a l l a sca r saso l id i t à de l suo lo , ne l genna io de l1886 la Commiss ione r i so l se d inominare una commiss ione d i t r eper i t i - Ponc in i , Zane t t i e Penco -p e r c h é f a c e s s e f i n a l m e n t e l u c esu l l e responsab i l i t à de i dann i p ro-v o c a t i . I p e r i t i i n i z i a r o n oapprofond i t i s tud i pe r s t ab i l i r e l ec a u s e d e l l e c r e p e n e l l e p a r e t i :

fu rono compiu t i numeros i s cav i da i qua l iemerse , t r a l ' o r ro re e lo s tupore genera l i , chetu t t e l e pa re t i de l l ' ed i f i c io in iz ia te da Tos inon poggiavano su l l e lo ro fondaz ion i , e s sen-do s ta te cos t ru i t e "p iù a l sud per una dev ia-z i o n e d i v e n t i c i n q u e c e n t i m e t r i " !Ne l l ' ap r i l e de l 1886 , l a Commiss ione emisela p ropr ia sen tenza , de l tu t to favorevo le adA n d r e o n i : l a r e s p o n s a b i l i t à d e i p r o b l e m i"Non i s t á ne l t e r reno ; non i s t á neppure ne ls i s t ema d i fondaz ion i che s i con t ra t tò ; s t áso lamente in ques to che i l s ignor Tos i non ès ta to fede le a l con t ra t to , né a l l ' a r t e , che hafa t to male i l avor i . " . I pe r i t i cos ì conc luse ro :" I l cos t ru t to re non ha osse rva to l e p resc r i -z ion i de l l ' a r t e ne l l ' e secuz ione d i tu t t i i l avo-r i . " .

TRE NUOVI PERITITos i pe rò non s i d iede per v in to : impugnò lasen tenza e s i appe l lò a l Giud ice Civ i l e pe r i lr i c o r s o d i n u l l i t à . A q u e s t o p u n t o , l aCommiss ione , s f in i t a , dec i se d i avv ia re l epra t i che pe r una rag ionevole t r ansaz ione cheponesse f ine a l con t ra t to con Tos i . Ne l g iu -gno de l 1886 fu rono nomina t i t r e nuov i pe r i -

la gente d’italia 8Giovedì 8 Marzo 2007

t i : l a Commiss ione nominò l ' i nge-gnere Monzan i , Tos i i l cos t ru t to reAs tengo y Díez , e , i due pe r i t i , d ic o m u n e a c c o r d o , n o m i n a r o n oAlber to Capur ro .La con tesa , pe rò , come e ra p reve-d ib i l e , da to i l va lo re de l l ' ed i f i c iope r l a co l l e t t i v i t à i t a l i ana , nonr imase racch iusa t r a l e " imper fe t -t e" pa re t i de l l 'Ospeda le : a l con-t r a r i o , To s i m o b i l i t ò l ' o p i n i o n epubbl ica a t t r averso in fuoca te l e t -t e r e a i p e r i o d i c i i t a l i a n i d iM o n t e v i d e o s c a t e n a n d o u n ' a g -g re s s iva po lemica ne i con f ron t ide l l ' au to r e de l p roge t t o , da l u ii n d i c a t o q u a l e i n c o m p e t e n t e e dun ico responsab i le de i d i fe t t i d icos t ruz ione de l l ' ed i f i c io . I l qu ind ic i lug l io 1886 "La co lo-n ia i t a l i ana" pubbl icò una l e t t e rad i Giovanni Tos i che , sca r icandoqua l s ias i r esponsab i l i t à a l l e ina-da t t e ca ra t t e r i s t i che de l suo lo d iTres Cruces , ch iese a l l ' " Ingegnereche s tud iò i l t e r reno e t r acc iò i lp r o g e t t o " d i c h i a r i r e p u b b l i c a -mente i f a t t i . Da no ta re come, inf o r m a v o l u t a m e n t e s p r e g i a t i v a ,To s i s i r i f e r i s s e a d A n d r e o n isenza neppure nominar lo . A ques to pun to Andreon i , ch iamato in causa ,r i spose pubb l i camente a l l e accuse d i Tos ii n v i a n d o u n a l e t t e r a a p e r t a a l g i o r n a l e"L ' I t a l i a" l imi tandos i a d ich ia ra re d i e sse repron to ad assumers i tu t t e l e r esponsab i l i t àc h e g l i c o r r i s p o n d e s s e r o m e n t r e l aCommiss ione Edi l i z ia e ra impegna ta a fa rluce su ques to " sgradevo le a ffa re" . Ques ta ful ' un ica d ich ia raz ione pubbl ica d i Andreon iche , ev iden temente , op tò pe r un d ign i tosos i l enz io e l a sc iò a l l e conc lus ion i de i pe r i t iqua l s ias i g iud iz io su l suo opera to . I l 28 lug l io Tos i to rnò a l l a ca r ica su l "Laco lon ia i t a l i ana" . Affe rmò, in fa t t i , che i p ro-b lemi de l l ' ed i f i c io d ipendevano da l t ipo d ica l ce che Andreon i g l i aveva o rd ina to d iusa re pe r l e fondaz ion i : t a l e ca lce , e ra - apare r suo - a sso lu tamente sbag l ia ta , in quan-to non id rau l i ca . Eg l i , d ' a l t ronde , s i e ra p iùvo l te p reoccupa to d i avver t i r e Andreon i ed imembr i de l l a Commiss ione de l l ' e r ro re , masenza r i su l t a to .A ques to pun to , Tos i incon t rò l a so l ida r ie tàd i que l l a pa r te de l l a co l l e t t iv i t à i t a l i ana che ,s f in i t a da ann i d i a t t e se e insospe t t i t a da l l ages t ione economica de i con t r ibu t i ve r sa t i a l l aCommiss ione per l a r ea l i zzaz ione de l l ' opera ,

aveva o rmai pe rse l e speranze d i veder rea -l i z z a t o l ' e d i f i c i o s i m b o l o d e g l i I t a l i a n i aMontev ideo . I l 15 agos to 1886 una l e t t e ra d it a l e Lazza ro Sp inoso accusava , i n fa t t i , l aC o m m i s s i o n e d i e s s e r e i l l e g a l e e l a d r a elamentava i l cos to eccess ivo de l p roge t to d iAndreon i che , pe r a l t ro , "non f igurava ne lconcorso" .

LE CRITICHE NON SI PLACANO Torn iamo qu ind i a l l a l e t t e ra de l 17 agos to su"La co lon ia i t a l i ana" - g ià in pa r te r ipor ta ta ,t r a t t a n d o d e l c o n c o r s o - d e l l ' a n o n i m oc o s t r u t t o r e c h e , p r o s e g u e n d o c o n c h i a r ea c c u s e d i i n c o m p e t e n z a a l l ' i n g e g n e r eAndreon i , a ffe rmava : "Quantunque io s i a unsempl ice cos t ru t to re , non ho mai poggia to de ifondament i sopra t e r ra mossa pe rché l à èq u a s i t u t t a r i p o r t a t a . B i s o g n a v a f a r v i d e irobus t i p i l l a r i f ino a t rovare i l t e r reno so l idoe senza sprecare t an t i ma te r ia l i in fondamen-t i t r a sversa l i e inu t i l i pe rché non sos tengononul la , c rea re de i buon i e benfa t t i a rch i , etu t to sa rebbe anda to bene e con mol ta mag-g iore economia" .I l 27 agos to Tos i , dopo aver inve i to con t ro l aCommiss ione ed Andreon i , dec i se d i g iocarela ca r ta de l v i t t imismo: a ffe rmò d i e sse re i l

" c a p r o e s p i a t o r i o " d e l l aCommiss ione e accusò add i r i t tu -ra Andreon i d i averg l i vo lu ta -mente c rea to p rob lemi duran te i ll a vo r o : " L e c op i e de i d i s e gn iche mi ven ivano g rada tamentec o n s e g n a t i d a l l ' i n g . A n d r e o n ie rano fa l s i f i ca t i con a l t e raz ion id i d imens ion i e con var iaz ion i am e d a n n o s i s s i m e i n c o n f r o n t ode i d i segn i o r ig ina l i , su i qua l iavevo fa t to i l con t ra t to . Ino l t rele l iqu idaz ion i che mi faceva i lde t to s ig . ing . l e t rova i sens ib i l -mente in fe r io r i a l ve ro" .

L A S C I S S I O N E D E L C O N -TRATTO Dopo mes i d i nuov i e approfon-d i t i s t u d i , l a C o m m i s s i o n e d iper i t i comprovò che , e ffe t t iva -mente , l e pa re t i g ià e re t t e de l -l ' ed i f i c io non co inc idevano conle fondaz ion i , ma " r iposavano infa l so" e , ne l l ' o t tobre de l 1886 ,e m i s e l a p r o p r i a s e n t e n z a , i nt u t t o c o i n c i d e n t e c o n q u e l l ad e l l a p r i m a C o m m i s s i o n e d iper i t i . Le c repa tu re e rano dovu-te a l l a ca t t iva qua l i t à de l ca lce -

s t ruzzo e l ' acqua t rova ta neg l i scav i , causade l l e in f i l t r az ion i , e ra dovuta a l l a manca tar e a l i z z a z i o n e d e g l i s c o l i p r e v i s t i , e n o n ,come sos teneva Tos i , a l l a na tu ra de l t e r reno .A ques to pun to , l a Commiss ione , sodd is fa t t a ,s i sen t ì l eg i t t ima ta a resc indere i l con t ra t tocon Tos i , a t to che aveva ev i t a to f ino a l g iud i -z io de i pe r i t i pe r l a paura d i t i r a r s i addossou l te r io r i po lemiche da pa r te de l l a co l l e t t iv i t ài t a l i ana , su l l a cu i f iduc ia , g ià t empo, nonpoteva p iù fa r a ff idamento , pe r l e r ag ion i cheg ià conosc iamo. Inu t i l e agg iungere che nonfu cosa sempl ice né d i b reve dura ta , a causade l l e con t inue po lemiche e fo l l i e de l cos t ru t -to re , ma , f ina lmente , ne l l ' o t tobre de l 1886 ,r iusc ì a l ibe ra r s i d i Tos i .Tu t t i ques t i g rav i f a t t i f ece ro ovv iamente ra l -l en ta re mol t i s s imo i l avor i che , duran te g l is tud i de i pe r i t i , r imasero add i r i t tu ra pa ra l i z -za t i pe r pa recch i mes i : e rano passa t i g ià dueann i da l l a co l locaz ione de l l a p ie t ra fonda-menta le de l l 'Ospeda le e ancora non s i e ranocos t ru i t e , e t r a l ' a l t ro male , se non l e fonda-z ion i , che dovevano esse re in pa r te r i f a t t e .

Fine seconda punta ta

la gente d’italiaVenerdì 9 Marzo 200710

ddii IIllaarriiaa BBuusseettttooddii IIllaarriiaa BBuusseettttoo

Andreoni approntò un nuovo

progetto per correggere gli imper-

donabili errori di Tosi evitando di

buttare giù la parte già edificata:

risolse di rinforzare le strutture

dell'edificio con il drenaggio delle

zone umide e la ricostruzione delle

fondazioni delle pareti "in falso"

colando Portland e buona malta

nelle crepe; stringendo tutta la

base dell'edificio con una robusta

legatura di ferro e sostituendo le

volte, originariamente progettate

per coprire il primo piano, con pic-

cole volte sostenute da tiranti di

ferro . Andreoni, sicuramente

segnato dalla precedente esperien-

za, insistette perché il suo progetto

venisse sottomesso al giudizio di

un'ennesima commissione di

esperti, che lo approvò completa-

mente .

Nel dicembre del 1886, finalmente, i lavori ripresero

sotto la direzione di Andreoni e, concluse le fonda-

zioni, si poté dare inizio all'edificazione

dell'Ospedale . Nel 1887, per accelerare i tempi, la

Commissione nominò quattro costruttori diversi, uno

per ognuna delle quattro infermerie che si intendeva-

no realizzare in un primo

momento .

TRENTASETTE ANNI DOPO

Finalmente, nel 1890, dopo tren-

tasette anni - non dimentichiamo

infatti che era dal lontano 1853

che la collettività italiana aspet-

tava il suo ospedale - i lavori

furono terminati e, il primo giu-

gno dello stesso anno, l'Ospedale

"Umberto I" fu inaugurato con

una grandiosa cerimonia pubbli-

ca aperta dal discorso del Conte

Carlo Greppi, Console d'Italia e,

quindi, Presidente, per Statuto,

della Commissione Edilizia . Ma

l'entusiasmo generale, che aveva fatto già dimenticare

all'orgogliosa comunità italiana decenni di ritardi e

polemiche, fu subito smorzato: un'ordinanza del

Consiglio di Igiene Pubblica proibì, infatti, l'apertura

al servizio dell'Ospedale finché non fosse stato dota-

to di un adeguato sistema di riscaldamento e di una

"stufa di disinfezione" . Il primo giugno del 1892 ,

finalmente, l'Ospedale "Umberto I" aprì le sue porte

al pubblico.

Come più volte accennato, Andreoni

fu costretto, per mancanza di fondi, a

ridimensionare il suo ambizioso pro-

getto iniziale, di cui riuscì ad edifica-

re, almeno fino ai primi del

Novecento, soltanto la quinta parte :

delle venti infermerie previste origi-

nariamente, infatti, ne furono realiz-

zate solo quattro, ossia quelle che la

Commissione aveva deciso di costrui-

re in un primo momento. Né non

venne mai eretto il grandioso portale

d'accesso su Bulevar Artigas, tanto

che la facciata principale, caratteriz-

zata da tre archi e due serliane, si

costruì sul fronte più breve, sul lato di

Avenida Italia.

LA QUINTA INFERMIERIA

Nel 1916, grazie alla generosa dona-

zione di Elena Pietracaprina, fu

aggiunta, sempre su progetto di

Andreoni, una quinta infermeria,

destinata alle donne . Il nuovo padi-

glione, intitolato al defunto marito

della Pietracaprina, Santiago

Marexiano, fu costruito al lato del

palazzetto dell'attuale ingresso prin-

cipale, conferendo molta più simme-

tria al prospetto di facciata .

LA STRUTTURA

La pianta dell'Ospedale è costituita,

sul fronte di Bulevar Artigas, da tre

padiglioni-infermerie in infilata, cir-

condati da una galleria porticata

continua e separati dalle altre due

infermerie attraverso spaziosi giar-

dini interni. L'edificio si sviluppa su

tre livelli: la pianta bassa, un poco

sotto il livello del suolo, si affaccia

all'esterno e sui giardini interni attraverso piccole

finestre incorniciate da archi ribassati e bugnati. La

pianta principale è circondata, sia lungo la facciata

esterna sia nei giardini interni, dalle gallerie aperte e

continue di archi di memoria rinascimentale retti da

sottili colonne doriche di ferro abbinate a gruppi di

due o di quattro. La pianta superiore, infine, è occu-

pata quasi interamente da un'ampia terrazza circonda-

ta da una balaustra di marmo, che, vista dal basso,

funge anche da coronamento dell'edificio.

Alla facciata principale dell'edificio, su Avenida Italia

- oggi accesso inutilizzato per ragioni di funzionalità

-, Andreoni conferisce l'importanza che conviene al

suo ruolo di ingresso privilegiato: un'ampia scalinata

di marmo conduce alla suggestiva triplice apertura

degli archi incorniciati ai lati da due splendide serlia-

ne.

Il fronte posteriore, su Calle Canning, attualmente

ingresso principale dell'Ospedale, è costituito da un

elegante palazzetto di tre piani con finestre timpanate

e balconi in marmo, dove sono ospitati, come un

tempo, gli uffici direttivi. Ai lati, i due padiglioni sim-

metrici con apertura a serliana.

REMINESCENZE RINASCIMENTALI

Luigi Andreoni e l'OspedaleItaliano di Montevideo

DIARIO URDIARIO URUGUUGUAAYYANOANO

ddii TToonniinnoo PPiinnttaaccuuddaaddii TToonniinnoo PPiinnttaaccuuddaa

UN ARCHITETTO INGEGNERE ITALIANO IN URUGUAY:

L a l u n g a d i g r e s s i o n e s u l l a s t o r i ad e l l ' O s p e d a l e i t a l i a n o d i M o n t e v i d e og i u n g e a l t e r m i n e , n e i p r o s s i m i g i o r n i c e r -c h e r e m o d i s c o p r i r e i l p r e s e n t e d i q u e s t a

g l o r i o s a i s t i t u z i o n e . S e n z a d i m e n t i c a r e c h e , i n o c c a s i o n e d e l l as u a v i s i t a u f f i c i a l e i n U r u g u a y, a l p r i n c i -p i o d i f e b b r a i o , i l P r e s i d e n t e d e l l aC a m e r a d e i D e p u t a t i F a u s t o B e r t i n o t t i h a

e s p r e s s o t u t t a l a s u a g i o i a p e r - s o n op a r o l e s u e - “ l ' i m p e g n o - r e s t a u r o - r i v a l u t a -z i o n e - r i l a n c i o d e l l ' O s p e d a l e I t a l i a n o ” .C o m e s e m p r e , h a s t a l u e g o !

la gente d’italia Venerdì 9 Marzo 2007 11

L'architettura dell'Ospedale rivela, come moltissime

altre creazioni di Andreoni, chiare reminiscenze rina-

scimentali e manieriste. Eppure, l'Ospedale è un'opera

assolutamente unica nel ricco e

vario catalogo dell'ingegnere: men-

tre, infatti, nelle altre opere

Andreoni gioca sull'effetto plastico

dei volumi, qui affida la composi-

zione al disegno lineare: rifiutando

qualsiasi esagerazione e quasi senza

ricorrere alla scultura ornamentale,

crea un monumento la cui bellezza

sta soltanto nelle buone proporzioni

delle arcate e nella loro armonica ed

ininterrotta iterazione.

L'architetto Juan Giuria mette in

rilievo dei dettagli architettonici di

particolare raffinatezza, che

Andreoni riprende da grandi maestri

italiani del passato, ossia: "La

manera de disponer las dobles

columnas dóricas que reciben los arcos de las galerías;

en vez de colocarlas de manera que las dos se vean de

frente, están despuestas de modo que una oculta a la

otra: de esta manera, las pilas, sin perder solidez,

resultan más aéreas y más gráciles, y no angostan los

arcos, los que vistos de escorzo producen excelente

efecto, debido a su respetable profundidad, pues tie-

nen que cubrir las dos columnas colocadas en sentido

del espesor del muro." . Tale espediente, usato anche

da Palladio nella Basilica di Vicenza, risente di sogge-

zioni cinquecentesche di matrice tosco-romana. "Otra

particularidad interesante es la de colocar el "pulvino"

entre el ábaco de los capiteles y el arranque de los

arcos, obteniéndose así arcadas esbeltas sin necesitad

de emplear columnas elevadas y por consiguiente de

diámetro relativamente exiguo." . In questo caso, inve-

ce, il referente potrebbe essere stato Brunelleschi

negli archi che separano le navate della Chiesa di San

Lorenzo.

L'architetto Aurelio Lucchini, oltre a porre l'accento

l'incidenza nel progetto del pensiero razionale positi-

vista nell'adattamento della distribuzione formale a

moderne esigenze funzionali , vede nella serliana del-

l'originaria facciata principale dell'edificio un chiaro

richiamo al vasariano coronamento degli Uffizi sulla

riva dell'Arno .

Andreoni curò i dettagli interni dell'Ospedale con

grande raffinatezza ma senza lusso: gallerie di elegan-

ti losanghe di marmo bianco e nero, ambienti interni

con vivaci piastrelle colorate a disegni pompeiani,

medaglioni di marmo con i nomi ed i busti dei bene-

fattori dell'Ospedale. Unica eccezione alla raffinata

sobrietà, confacente del resto alla destinazione dell'e-

dificio, è il grande utilizzo del marmo bianco, nella

scalinata principale ed in quelle minori, nelle balau-

stre e nei balconi. Interessante la cappella ad aula

unica nella pianta principale dell'edificio - unico

ambiente religioso progettato da Andreoni nella sua

lunga carriera.

IN CERCA DI NUOVE FUNZIONALITA'

Ovviamente l'Ospedale, proprio a causa della sua

destinazione, soffrì numerose modifiche finalizzate a

renderlo sempre più funzionale rispetto ai progressi e

alle esigenze della scienza medica: i giardini interni,

forse gli ambienti più suggestivi per la vegetazione

tropicale e la cornice delle gallerie, furono i primi ad

essere invasi da nuove costruzioni.

Nel giardino più grande fu costrui-

to, nel 1915 , l'edificio della Sala

operatoria principale che alterò la

successione dei giardini, alla base

della concezione estetica progettata

da Andreoni. Il giardino centrale

addirittura scomparì, sostituito dal-

l'edificio di radioterapia , ma se ne

può ancora oggi indovinare l'esi-

stenza nella copertura a cemento

della nuova costruzione, bucata per

far uscire una sfrontata palma visi-

bile dalla terrazza del piano supe-

riore.

Nel 1952 si rese indispensabile un

ampliamento dell'Ospedale verso la

Calle Jorge Canning, su progetto

dell'architetto Carlos Surraco che, pur necessaria dal

punto di vista medico, certo non dona esteticamente

all'opera di Andreoni, cui si trova addossata.

IL GLORIOSO PASSATO

L'Ospedale "Umberto I" fu, sia per la razionalità e la

funzionalità della distribuzione interna dell'edificio,

sia per il suo preparatissimo personale medico, uno

degli ospedali più efficienti di Montevideo, tanto da

ospitare nei suoi letti Presidenti della Repubblica,

politici e grosse personalità della società montevidea-

na .

Il legame di Andreoni

con il suo capolavoro

architettonico non si

concluse, comunque, con

l'inaugurazione e l'aper-

tura al pubblico

dell'Ospedale: Andreoni,

infatti, restò vincolato

per tutta la sua lunga vita

alle sorti e alla storia del

monumento della collet-

tività italiana, di cui fu,

dal 1898 al 1931, Presidente ad vitam e, dal 1931 alla

morte, Presidente Onorario Perpetuo . Pare che davve-

ro Andreoni si sia occupato con estrema dedizione

della direzione e della cura dell'Ospedale Italiano,

tanto da trasferirsi proprio di fronte all'edificio, per

essere più vicino a quella che considerava la sua

seconda casa. La nota intervista di Vicente Salaverri fu

realizzata, come dichiara lo stesso autore, proprio

nell'Ospedale, nell'ufficio di Andreoni, ubicato al

secondo piano della attuale facciata principale dell'e-

dificio.

UN RITRATTO INEDITO

Un ritratto inedito, purtroppo viziato dalla pomposa

retorica novecentesca, dell'Andreoni che avremo

modo di conoscere come spregiudicato uomo d'affari e

convinto razionalista se non addirittura materialista,

così descrive l'altero ingegnere: "Non è raro il caso di

udirlo, a sera inoltrata, quando egli non ha ancora

avuto il tempo di prendere un boccone, dichiarare a

chi, accompagnandolo a casa pretende lasciarlo alla

sua porta: "No, no, vado un momento all'ospedale: c'è

un povero vecchio un po' agitato che non dormirebbe

se non andassi a tenergli un po' di compagnia”!

CON LA PATRIA NEL CUORE

L'Ospedale Italiano, come già detto, fu l'edificio più

rappresentativo della collettività italiana di

Montevideo, che volle caricarlo di simboli e valenze

patriottiche. In occasione della sua inaugurazione, fu

scoperto il busto in memoria del defunto Re Vittorio

Emanuele II, simbolo, per le associazioni italiane che

ne avevano commissionato la realizzazione, di identità

nazionale . Altra figura caricata dalla collettività ita-

liana di sentimenti patriottici era Giuseppe Garibaldi.

Il 20 settembre del 1895 Andreoni, in qualità di

Presidente della Commissione del Comitato Esecutivo

delle feste italiane, presenziò alla cerimonia di collo-

cazione della pietra fondamentale di un monumento a

Garibaldi in ricordo del 20 settembre 1870 .

L'obelisco, tuttora posto davanti alla scalinata dell'ori-

ginaria facciata principale dell'Ospedale, fu inaugura-

to il 20 settembre 1896 . Tale data, ricorrente in molte

delle cerimonie degli Italiani, ha un duplice valore

simbolico in quanto ricorrenza patriottica della presa

di Roma ed anniversario massonico della fine del

potere temporale dei papi . E' risaputo, infatti, che le

personalità più in vista della collettività italiana e,

quindi, anche dell'ospedale erano appartenenti a logge

massoniche di tradizione italiana vincolate al nome e

alla figura di Garibaldi .

IL GIUSTO OMAGGIO

AD ANDREONI

Il 20 settembre del 1925

l'Ospedale Italiano volle

rendere omaggio il suo

architetto e Presidente

Andreoni con un busto,

commissionato allo scultore

milanese Giannino

Castiglioni, recante un'iscri-

zione in oro dell'architetto

Gaetano Moretti : "L'alto

intelletto e ed il fermo vole-

re / con studioso amore profuse / a far sorgere e pro-

sperare / nel glorioso nome d'Italia / questa casa /

dedicata alla pietà ed alla scienza / unite contro gli

umani dolori. / Assolto per opera di Lui il voto / sacra-

to alla carità ed alla Patria / a perenne onor suo / se ne

ricordano qui / il Nome e l'effigie." .

IL PRESENTE

L'"Umberto I", nonostante abbia già passato il secolo

di vita, continua a funzionare come sanatorio. Il suo

mantenimento e l'adeguamento dei suoi locali alle

moderne esigenze igienico-sanitarie non sono, ovvia-

mente, resi facili dai vincoli posti a tutela della sua

conservazione architettonica. Più volte negli anni si

parlò di una sua diversa destinazione. Nel 1942, lo

Stato sembrò sul punto di acquistare l'Ospedale per

farne la sede del Museo Nazionale di Belle Arti ma l'i-

niziativa non andò a buon fine per difficoltà economi-

che .

la gente d’italiaVenerdì 9 Marzo 200714

Un pensiero triste che si ballaCULTURA - SPECIALE SUD AMERICA

S T O R I A E G L O R I A D E L S E N S U A L I S S I M O T A N G O

S i n a r r a c h e , n e l p r i m o N o v e c e n t o , q u a n -

d o i l t a n g o c o m i n c i a v a a s p o d e s t a re i v a l -

z e r e u r o p e i , d i f r o n t e a l l e p r e s s a n t i r i -

c h i e s t e d ' i n t e rd i z i o n e d e l l e a u t o r i t à e c c l e -

s i a s t i c h e , Pa p a P i o X a v e s s e c h i e s t o a d u n a

c o p p i a d i b a l l e r i n i d ' e s i b i r s i p e r f a r s i u n ' i -

d e a p re c i s a . A l l a f i n e d e l t a n g o i l Po n t e f i -

c e e s c l a m ò : “ A m e s e m b r a c h e s i a p i ù b e l -

l o i l b a l l o a l l a f r i u l a n a ; m a n o n v e d o c h e

g r a n p e c c a t o v i s i a i n q u e s t o n u o v o b a l -

l o ! ” . I m m e d i a t a f u l a re v o c a d e l l a s a n z i o -

n e e c c l e s i a s t i c a p re v i s t a p e r c h i l o a v e s s e

b a l l a t o .

S i s c i u p a n o g l i a n e d d o t i s u l s e n s u a l i s s i m o

b a l l o n a t o c o n t e m p o r a n e a m e n t e a M o n t e -

v i d e o e a B u e n o s A i re s , l u n g o l a l i n e a d e l

R i o d e l a P l a t a .

I n i z i a m o q u e s t o n o s t ro v i a g g i o n e l m o n d o

d e l t a n g o l eg g e n d o u n b e l l i s s i m o l i b ro d e l -

l a s c r i t t r i c e L a u r a Pa r i a n i : “ Q u a n d o D i o

b a l l a v a i l t a n g o ” .

M a u r a G a n c i t a n o t r a c c i a u n a s t o r i a m i n i -

m a d i q u e l l o c h e n o n p u ò e s s e re e t i c h e t t a -

t o c o m e u n s e m p l i c e b a l l o : i l t a n g o è l a

s c o p e r t a d i s e s t e s s i a t t r a v e r s o d u e c o r p i

c h e d i v e n t a n o p o e s i a .

L a u r a Pa r i a n i d o p o u n v i a g g i o

d a a d o l e s c e n t e i n S u d A m e r i c a

n o n è p i ù p o t u t a t o r n a re i n d i e -

t ro . S ' è p e rd u t a m e n t e i n n a m o r a -

t a d i q u e s t o n u o v o m o n d o e c o n

u n a l i n g u a l e v i g a t a c o m e u n

s a s s o d i f i u m e h a s c r i t t o p a g i n e

m i r a b i l i d e l l a n u o v a l e t t e r a t u r a

i t a l i a n a .

T r a q u e s t e n o n p o s s i a m o - i n

q u e s t e p a g i n e d e d i c a t e a l t a n g o

- n o n d a re i l g i u s t o s p a z i o a u n

ro m a n z o m e r a v i g l i o s o : “ Q u a n -

d o D i o b a l l a v a i l t a n g o ” , s t o r i a

s o f f e r t a d e l l ' e m i g r a z i o n e i t a l i a -

n a i n A rg e n t i n a .

S t o r i a c h e d i v e n t a u n i m m e n s o

a f f r e s c o d i u n i n t e r o s e c o l o ,

s c e g l i e n d o u n i n u s u a l e t a g l i o

s t i l i s t i c o : u n a s t ro f a d i t a n g o e

u n n o m e d i d o n n a s c a n d i s c o n o

q u e s t o ro m a n z o c h e s i l eg g e c o -

m e s e s t e s s i m o b a l l a n d o t r a l e

s t e l l e .

L AU R A PA R I A N I I N S E G U E L A

M E M O R I A l u n g o u n ' A r g e n t i n a

o r m a i d i m e n t i c a t a e d e c i d e d i

f a r l o d a l p u n t o d i v i s t a d i a l -

t r e t t a n t e Pe n e l o p i . D i e t r o u n

u o m o c h e p a r t i v a p e r l a “ M e r i -

c a ” c ' e r a u n a g r a n d i s s i m a d o n -

n a c h e a c c e t t a v a t u t t o q u e l l o

c h e i l v i a g g i o v o l e v a s i g n i f i c a -

re .

P r i m a d e i t e m p i d i “ s k y p e ” e

d e i c e l l u l a r i , q u a n d o a n c o r a i l

m o n d o a p e rc o r re r l o t u t t o c i s i

m e t t e v a n o m o l t i d i p i ù d eg l i o t -

t a n t a g i o r n i d e l l a s c o m m e s s a d i

Ju l e s Ve r n e .

U O M I N I C H E V I AG G I A N O S U L -

L E S U O L E D E L L A N E C E S S I TÀ ,

s c a p p a n o d a i m o r s i n e r i d e l l a

f a m e i n c e r c a d i m eg l i o , s o t t o

s t e l l e s t r a n i e re , d o v e i l m o n d o

a n c o r a è g i o v a n e , p e rc h é è v e ro

c h e « s o n s o l a m e n t e l e m o n t a g n e

c h e r e s t a n o a l l o r o p o s t o . L e

m o n t a g n e e n o i d o n n e ; s e m p re

q u i a d a s p e t t a re , a n o n c h i e d e -

re , a n o n p re t e n d e re , a n o n s e c -

c a re » .

R E S T A N O L E D I S C E N D E N T I

D E L L A M A T R I A R C A Ve n t u r i n a

M a j n a a t e n e r c o m p a g n i a a l l e

v e c c h i e f o t o , q u e l l e f a t t e i n d o s -

s a n d o i v e s t i t i b u o n i d e l l a d o -

m e n i c a . I n s eg u e n d o i l s o g n o d i

u n a v i t a m i g l i o re c h e f o r s e l o è

s o l o p e rc h é g l i u o m i n i n a r r a t i

d a l l a Pa r i a n i s i s o n o m e s s i i n

t e s t a c h e i l m o n d o n o n f i n i s c e

n e l l e v a l l i d e l T i c i n o . E l ' A r -

g e n t i n a è b e l l a e i m m e n s a ,

t e r r a g e n e ro s a c o n l e f e r i -

t e d e l S e c o l o b re v e : i d e -

s a p e re c i d o s , l a c r i s i e c o -

n o m i c a , i l f o l l e c o r a g g i o

d i a b b r a c c i a re d i n u o v o l a

s p e r a n z a .

U N U N I C O F I L O L E G A L E

S T O R I E c h e p o r t a n o a l -

l ' a r r i v o d i C o r a z o n a l l a

“ M a l p e n s a t a ” , l a c a s c i n a

i n c u i è s t a t a l a s c i a t a s o -

l a l a v e c c h i a Ve n t u r i n a .

C o r a z ó n a r r i v a c o n l a s u a

b a m b i n a , a l l a r i c e rc a d e l -

l e s u e o r i g i n i p e r r i n s a l d a r e

q u e l l a m e m o r i a c h e c i f a s c o n -

f i g g e re l e n e b b i e d e l t e m p o .

A r r i v a c o n l a s u a b a m b i n a , s e -

g n o n o n e q u i v o c a b i l e : l a s t a f -

f e t t a d e l l e d o n n e n o n s i f e r m e r à ,

c i s a r à u n a l t ro t a n g o , u n a l t ro

n o m e , u n a l t ro c a p i t o l o l u n g o l a

s t r a d a c h e l e g a l ' A r g e n t i n a e

l ' I t a l i a .

C O R A Z Ó N F U G G E DA L L A D I T -

TAT U R A A R G E N T I NA , h a p e r s o

i l s u o u o m o , a n c h e l u i r e s t e r à

u n o d e i t a n t i “ d e s a p a re c i d o s ” .

I n q u e s t a n u o v a O d i s s e a l a s t o -

r i a o r a s i c a p o v o l g e , g l i i t a -

l o a rg e n t i n i d i n u o v a g e n e r a z i o -

n e f a n n o i l p e rc o r s o i nv e r s o , r i -

t o r n a n o , s p i n t i d a l l a f a m e , i n

I t a l i a , r e c u p e r a n d o l a l i n g u a

m a d r e , c h e l a Pa r i a n i - c h e è

u n a t r a d u t t r i c e d i p r i m ' o rd i n e -

m a g i s t r a l m e n t e d e f i n i s c e “ l ' u l -

t i m o r i f u g i o d e i p e r s eg u i t a t i ” .

E C o r a z ó n c o n t i n u a l a t r a d i z i o -

n e d i f a m i g l i a , n o n p i ù v e c c h i e

f o t o s b i a d i t e m a u n d o c u m e n t a -

r i o s u g l i i t a l o - a rg e n t i n i . A c c u -

m u l a i n t e r v i s t e , r i n s a l d a i r a m i

d e l l ' a l b e ro g e n e a l o g i c o e t u t t e

l e v o c i s eg u o n o i l v i v i s s i m o c re -

s c e n d o d i “ t u t t i i t a n g h i p o s s i -

b i l i ” .

«Quando Dio ballava il tango»L'Argentina di Laura Pariani

ddii TToonniinnoo PPiinnttaaccuuddaaddii TToonniinnoo PPiinnttaaccuuddaa

la gente d’italia Venerdì 9 Marzo 2007 15

I l b a l l o e r o t i c o p e r e c c e l -

l e n z a , i l s e n t i m e n t o s t e s s o

d e l l a p a s s i o n e , m a a l c o n t e m -

p o e s p r e s s i o n e d i i m m e n s a

s o l i t u d i n e . A m a t o i n t u t t o i l

m o n d o , i l t a n g o h a u n a s t o r i a

s i n g o l a r e e , s o t t o c e r t i a s p e t -

t i , a n c h e d i f f i c i l e d a r i c o -

s t r u i r e .

M U S I C A D E G L I S C H I A V I ,

G I O I A E N O S TA L G I A

S i p u ò d i r e c h e i l t a n g o s i a

f i g l i o d e l l ' h a b a n e r a c u b a n a e

i n g e n e r e d e l l a m u s i c a c h e g l i

s c h i a v i a f r i c a n i p o r t a r o n o i n

A m e r i c a L a t i n a n e l ' 7 0 0 . U n a

m u s i c a n o s t a l g i c a , m a c h e

r a p p r e s e n t a v a a n c h e u n m o -

m e n t o d i e v a s i o n e d a l l e d i f -

f i c o l t à q u o t i d i a n e . U n ' a l c h i -

m i a d i p i a c e r e e d o l o r e , c h e

s i u n ì s u c c e s s i v a m e n t e a l l a

p a y a d a , c a n t o p o e t i c o d e l l a

g e n t e d e l l e c a m p a g n e . D a q u i

n a c q u e l a m i l o n g a , c h e v e n i -

v a s u o n a t a c o n c h i t a r r a , f l a u -

t o e v i o l i n o . L a m i l o n g a

p u ò e s s e r e c o n s i d e r a t a a

t u t t i g l i e f f e t t i l a m a d r e

d e l t a n g o , t a n t o c h e s p e s -

s o i d u e b a l l i v e n g o n o

i d e n t i f i c a t i .

S O F F E R E N Z A E A L L E -

G R I A N E I S O B B O R G H I

R I O P L AT E N S I

I l t a n g o v e r o e p r o p r i o -

d e t t o “ r i o p l a t e n s e ” - s e m -

b r a e s s e r e n a t o i n t o r n o a l

1 8 8 0 n e i s o b b o r g h i d i

B u e n o s A i r e s e M o n t e v i -

d e o ( s e p a r a t e d a l R i o d e l -

l a P l a t a ) . S e m b r a c h e s i a

a p p a r s o a l l ' i m p r o v v i s o ,

u n e n d o i m m i g r a t i s p a g n o -

l i , t e d e s c h i , i t a l i a n i , r u s -

s i , g e n t e d e l p o r t o e g e n t e

d e l l e c a m p a g n e , d a n d o a

c i a s c u n o d i l o r o l a p o s s i -

b i l i t à d i e s p r i m e r e t r a m i t e

i l b a l l o e l a m u s i c a t u t t e

l e p r o p r i e s o f f e r e n z e e l e

p r o p r i e g i o i e . È l ' u n i o n e

d i m u s i c h e , d a n z e e s t r u m e n -

t i d i f f e r e n t i , d i s e n t i m e n t i ,

n o s t a l g i e e g i o i e i d e n t i c i .

U n i o n e d i c u l t u r e i n a p p a r e n -

z a t a n t o d i s t a n t i , m a i n r e a l t à

l e g a t e d a l l e s t e s s e e m o z i o n i .

I l t a n g o è c o n t r a d d i z i o n e f i n

d a l l a s u a n a s c i t a , s e n t i m e n t o

t r i s t e e a l l e g r i a i m m e n s a .

L A M U S I C A T R A T R A D I Z I O -

N E E I N N O VA Z I O N E

I n t o r n o a l 1 9 1 0 i l t a n g o i n i -

z i ò a d i f f o n d e r s i a n c h e a l l ' e -

s t e r o . D i v e n n e u n a d a n z a a l l a

m o d a , m a i n f l u e n z ò a n c h e

m o l t i c o m p o s i t o r i d e l l ' e p o c a

c o m e I g o r S t r a v i n s k i j , E r n s t

K r e n e k e M o r t o n G o u l d .

A s t o r P i a z z o l a f u i l m a s s i m o

e s p o n e n t e d i u n m o v i m e n t o

d ' a v a n g u a r d i a c h e n e g l i a n n i

C i n q u a n t a i n t r o d u s s e n e l l a

t r a d i z i o n a l e m e l o d i a d e l t a n -

g o a r m o n i e d i s s o n a n t i e r i t m i

n o n t r a d i z i o n a l i .

I l t a n g o h a , i n f a t t i , i l p r e g i o

d i u n i r e t r a d i z i o n e e m o d e r -

n i t à , e d à l a p o s s i b i -

l i t à a c h i u n q u e d i f a r -

l o d i v e n t a r e i l p r o -

p r i o b a l l o , d i e s s e r e

l i b e r o i n o g n i m o m e n -

t o d i r i n n o v a r l o , d i

i m p r o v v i s a r e .

S C O P R I R E S E S T E S -

S I N E L B A L L O

I l t a n g o è u n b a l l o r i -

v o l u z i o n a r i o s o p r a t -

t u t t o p e r i l r a p p o r t o

c h e s i v i e n e a c r e a r e

t r a i p a r t n e r . N o n s i t r a t t a p i ù

d i u n b a l l o d i c o p p i a c o n u n o

s c h e m a d e f i n i t o , m a d i u n

l i n g u a g g i o d e l c o r p o i n c o n -

t i n u o m u t a m e n t o . Q u a n d o i n i -

z i a a b a l l a r e , l a c o p p i a n o n s a

c o s a s u c c e d e r à , c o s a s c o p r i r à

d u r a n t e i l b a l l o , c o m e r i p e -

t e r à e r e i n v e n t e r à i m o v i m e n -

t i d e l t a n g o .

B a l l a r e i l t a n g o s i g n i f i c a

“ t e n t a r e i n d u e l ' e s e r c i z i o

d e l l a s o l i t u d i n e ” . È l o t t a e

a b b r a c c i o . I b a l l e r i n i d i t a n -

g o r i v i v o n o l a l o t t a t r a G i a -

c o b b e e l ' A n g e l o .

N e l f i l m “ L e z i o n i d i t a n g o ”

( 1 9 9 7 ) , S a l l y P o t t e r r a c c o n -

t a : “ G i a c o b b e e r a s o l o n e l l a

v a l l e , e l ì i n c o n t r ò u n o s t r a -

n i e r o . L o t t a r o n o d u r a n t e u n a

l u n g a , l u n g a n o t t e . M a a l s o r -

g e r e d e l l ' a l b a G i a c o b b e r e a -

l i z z a v a c h e n o n a v r e b b e m a i

p o t u t o s c o n f i g g e r e l o s t r a n i e -

r o . P e r c h é l o s t r a n i e r o e r a

D i o . O u n a n g e l o . O f o r s e f i n

d a l l ' i n i z i o e g l i a v e v a l o t t a t o

c o n s e s t e s s o . ”

E i l f i l m s i c h i u d e c o n u n

t a n g o c h e h a q u e s t e p a r o l e :

“ D a d o v e v i e n i ? / D a d o v e , d a

d o v e ? / D a l l a t e r r a , d a l l ' a c -

q u a / d a l f u o c o , d a l l ' a r i a ? /

Q u a n d o d a n z i a m o / s o n o s i c u -

r a / t i c o n o s c o , t i c o n o s c o /

d a s e m p r e . / U o m o v i a g g i a t o -

r e / u o m o n e l m i o c u o r e / u o -

m o s u l p a l c o / u o m o d e l l a s u a

a r t e . / P a r l a n d o v e l o c e / c o n i

s u o i p i e d i / t i s e n t o , t i v e d o /

l à c i i n c o n t r i a m o . / Q u a n d o

o c c h i e o r e c c h i e / r i c e v o n o l a

p a r o l a / q u a n d o c i ò c h e v i e n e

d e t t o / p u ò e s s e r e a s c o l t a t o . /

T u s e i m e / e i o s o n o t e / u n o

è u n o / e u n o s o n o d u e . ”

I l t a n g o n o n è u n b a l l o , è l a

s c o p e r t a d i s e s t e s s i a t t r a v e r -

s o i l p r o p r i o c o r p o . U n a s c o -

p e r t a c h e n o n p u ò c h e e s s e r e

f a t t a i n d u e .

Vivere in un tangoddii MMaauurraa GGaanncciittaannoo ddii MMaauurraa GGaanncciittaannoo

la gente d’italiaLunedì 12 Marzo 20074

Il momento più atteso di tutta la visita del

Presidente degli Stati Uniti d'America in Uruguay

dura appena venticinque densissimi minuti. Tanto è

durata la conferenza stampa congiunta del

Presidente Bush e del Presidente Vazquez , dalle

11.53 alle 12.18 dello scorso sabato nel suggestivo

scenario del “Centro Visitantes” del Parque

Anchorena di Colonia del Sacramento, a 190 chilo-

metri dalla capitale dell'Uruguay, Montevideo.

UNA NOTTE DI FOLLIA La notte prima il centro

della città è stato assaltato dalla follia di uno sparu-

to gruppo di dissidenti che hanno espresso il loro

dissenso distruggendo le vetrine dei Mac Donald di

Montevideo. Rovinando così la marcia pacifica del

Coordinamento Anti-imperialista formato da moltis-

sime organizzazioni sociali per la difesa dei diritti

umani, appoggiati dai potenti sindacati PIT.CNT

che hanno collaborato con le autorità locali per il

rispetto dell'ordine pubblico. Ciò nonn ha impedito

le ormai solite scene di ordinaria follia, sempre

troppo uguali alle precedenti: secondo gli specialisti

di Intelligence si tratterebbe di un gruppo arrivato

da Buenos Aires.

IL PREZZO DELLA SICUREZZA Nei giorni prece-

denti gli uomini del Presidente Bush avevano già

provveduto a neutralizzare ogni pericolo possibile:

come molti hanno scritto, il “Grande Fratello” ame-

ricano ha trasformato per due giorni la pacifica

Montevideo nella città più controllata del mondo. I

computer, la linea adsl, i cellulari: tutti i feticci

della nostra epoca sono stati sottoposti a un siste-

matico controllo che ha causato non pochi disagi

alla cittadinanza. È l'inevitabile prezzo che tutto il

mondo deve pagare dopo l'11 Settembre anche il

servizio Google Earth ha subito palesi restrizioni, e

secondo la stessa Cia due satelliti sono stati

momentaneamente dirottati.

UN ADDESTRAMENTO SPECIALE La polizia

uruguayana ha avuto il privilegio di un addestra-

mento “full immersion” dai famosissimi Swat

(Special Weapons and Tactics) americani, uomini

dalla faccia dura pronti ad affrontare qualunque

situazione d'emergenza. Un corso intensivo che ha

dato i suoi frutti. Solo otto arresti in una situazione

rovente che poteva facilmente degenerare in una

catastrofica guerriglia urbana.

I Nord Americani hanno offerto la loro collabora-

zione e le loro tecnologie, donate alla polizia locale

per rimarcare la profonda amicizia con il

popolo uruguayano.

LA NECESSITA' DI ACCORDI BILATE-

RALI Come hanno

rimarcato le

Agenzie internazio-

nali di notizie la

molla di tutto sareb-

be il crescente inte-

resse per i trattati bilaterali

di libero commercio tra il

Cono Sud dell'America

Latina e gli Stati Uniti, tutto

ciò contrasta con gli accordi

previsti tra i Paesi membri

del Mercosur, che si ispirano

all'Unione Europea per la

costituzione di un reale mer-

cato unico tra i Paesi

dell'America Latina. Ma il

Mercosur, come ci ha rivelato il Ministro del

Turismo e dello Sport Lescano deve affrontare pro-

blemi che non erano stati previsti, primo fra tutti l'a-

pertura dei ponti con l'Argentina (libero transito

delle merci e delle persone), attualmente bloccati

dai piqueteros argentini in seguito alla cosiddetta

guerra delle cartiere.

LA RIUNIONE PARALLELA Una riunione paralle-

la si svolgeva contemporaneamente a Buenos Aires

tra il Presidente argentino Kirchner e il Presidente

del Venezuela Chavez che, in un discorso pubblico,

rilanciato da tutte le televisioni dell'America Latina,

ha definito plateal-

mente il Presidente

Bush «un cadavere

politico», rivendican-

do a gran voce il dirit-

to alla legittima auto-

determinazione dei

popoli, criticando

aspramente la politica

estera degli Stati Uniti.

LA CONFERENZA STAMPA: I PUNTI SALIENTI

LA RICONOSCENZA DELL'URUGUAY

Il Presidente dell'Uruguay Vazquez ha sintetizzato i

due punti che gli stavano particolarmente a cuore: i

cittadini uruguayani che vivono e lavorano negli

Stati Uniti e la riconoscenza che quella che fu la

Banda Oriental nutre nei confronti dell'Aquila Nord

Americana.

Nessuno può dimenticare che - sono le stesse paro-

le di Vazquez - «quando il nostro Paese visse la piu'

Il Presidente Bush in Uruguay «Qui mi sento davvero a casa»

DIARIO URDIARIO URUGUUGUAAYYANOANO

ddii TToonniinnoo PPiinnttaaccuuddaaddii TToonniinnoo PPiinnttaaccuuddaa

la gente d’italia Lunedì 12 Marzo 2007 5

grande e brutale crisi economica della

sua storia, furono proprio gli Stati Uniti

e, in particolare proprio il Presidente

Bush, a tenderci la mano».

Vazquez ha poi ricordato quando, anco-

ra sindaco di Montevideo, il 5 dicembre

di diciassette anni fa, ebbe il piacere di

donare a George Bush padre le chiavi

della città. Oggi quella amicizia frater-

na è ancora più forte, tanto che il

Presidente dell'Uruguay ha detto: conti-

nuiamo «lungo la strada che stiamo per-

correndo che è quella del dialogo col

Presidente degli Stati Uniti cercando di

incrementare il nostro interscambio

commerciale, la possibilità di aumenta-

re l'esportazione del nostro lavoro negli

Stati Uniti, aumentando l'interscambio scientifico,

tecnologico e culturale con il “paese fratello” (el

país hermano, sic!) per raggiungere una maggiore

qualità di vita alle nostre popolazioni» (l'Uruguay è

al momento il principale esportatore di software in

America Latina, n.d.R.).

LA RISPOSTA DI BUSH

Il Presidente Bush

ricorda ancora la

visita di Vazquez

allo Studio Ovale

della Casa Bianca e

si definisce piena-

mente d'accordo con

le parole del suo

omologo uruguaya-

no, soprattutto si

rivela vincente la

scelta del luogo

della conferenza

stampa: «Mi sento

davvero a casa qui.

Lo sa? È così, nel

mio Stato, il Texas,

quando s'invita qual-

cuno nel proprio ranch è un segnale di rispetto, quin-

di la ringrazio davvero per questo gentile gesto d'o-

spitalità, in fin dei conti anche lei è texano!»

L'esordio cordiale prosegue in una impeccabile con-

ferenza stampa, con Bush che appoggia su tutta la

linea lo spirito delle parole di Vazquez e si definisce

estasiato dalla bontà della cucina uruguayana:

soprattutto il delizioso asado, il piatto nazionale.

Senza dimenticare che tra le tradizioni secolari degli

Stati Uniti, spicca prima fra tutte l'accoglienza.

Sulla stampa dell'America Latina

Bush le dijo a Vázquez que lo llame si necesita

ayuda

A su paso por Uruguay, el presidente de Estados

Unidos dejó en claro su firme voluntad de fortalecer

los vínculos con nuestro país.

El Pais, (Montevideo)

En la marcha de la Coordinadora Antiimperialista se

registraron incidentes

Miles de uruguayos repudiaron a Bush: la mayoría

en paz y otros con violencia

La Republica (Montevideo)

Llegó Bush y hubo incidentes

... A pocas horas del arribo de Bush a nuestro país,

en una de las marchas que se desarrollaron ayer en la

tarde, por la avenida 18 de Julio, la furia antiimpe-

rialista se hizo sentir. Hubo destrozos en locales de

McDonald's y hasta en la iglesia "Pare de Sufrir". La

Policía incautó bombas y hay varios detenidos.

Ulimas Noticias

(Montevideo)

M a n i f e s t a c i o n e s

anti-Bush

La visita del presi-

dente de Estados

Unidos a América

Latina se viste de

matices de

protesta en diferen-

tes puntos de la

región.

BBC (en español)

Sob protestos, Bush

se reúne com presi-

dente uruguayo

Bush chegou na

sexta a Montevidéu,

onde foi recebido

com cartazes de ´fora´ e ´assassino´; Vázquez espera

assinar um Tratado de Livre-Comércio com os EUA

“Vázquez tem sugerido a possibilidade de assinar um

Tratado de Livre-Comércio com os EUA para melho-

rar a economia local, o que irritou seus sócios no

bloco Mercosul, integrado também

por Argentina, Brasil, Paraguai e

Venezuela”. Agenzie Efe e Reuters

O Estado de Sao Paulo (San Paolo)

Bush en LatinoAmerica : la visita

del presidente de EE.UU. a

Uruguay

Tabaré dijo a Bush que Uruguay no

quiere irse del Mercosur

Fue en la rueda de prensa de

ambos mandatarios. Pero el uru-

guayo reclamó que los socios del

mercado puedan tener relaciones

comerciales bilaterales con otros

países, algo que hoy prohíben los

estatutos.

Clarín (Buenos Aires)

Bush, en busca del continente perdido

"Gracias, señor Chávez", tituló The New

York Times su irónico editorial el día en

que el archirrival del presidente venezola-

no, George W. Bush, se subió al Air Force

One para emprender su octava y más larga

gira por América latina. "Si se necesita de

la demagogia de Chávez para incentivar a

Washington a promover políticas más ilu-

minadas en el continente americano, enton-

ces bienvenida", explicó el diario.

La Nación (Buenos Aires)

No hubo anuncios concretos tras la cumbre;

Vazquez defendio el Mercosur

Bush y Tabaré hablaron pero no acordaron

Pagina 12, (Buenos Aires)

Sulla stampa italiana

Bush in Uruguay incontra Vazquez

Presidente Usa ribadisce impegno per l'America del

Sud

(ANSA) - MONTEVIDEO, 11 MAR - Il Sudamerica

“mi importa moltissimo”: cosi' Bush nel corso di una

conferenza stampa con il presidente uruguayano

Tabare' Vazquez. Bush ha affermato che il suo viag-

gio risponde al desiderio di lavorare insieme con i

popoli dell'America Latina e realizzare l'integrazio-

ne di tutto il continente. Durante i suoi due mandati

presidenziali gli Usa hanno raddoppiato l'entita' dei

programmi di assistenza ai diversi paesi della regio-

ne, portandola da 800 a 1.600 milioni di dollari.

Ansa.it (Roma)

Ventimila persone contro il capo della Casa Bianca:

«Terrorista»

Manifestazioni anti-Bush anche in Uruguay

Il presidente americano continua fra le proteste il

suo tour in Sud America. Chavez a Buenos Aires per

un corteo parallelo

Corriere della Sera, (Milano)

Il leader Usa punta sulla lotta alla povertà: "voglia-

mo aiutare, siamo amici"

Il presidente venezuelano Chavez: "Vince la meda-

glia d'oro per l'ipocrisia"

Bush alla rinconquista del Sud America

Disordini al suo arrivo in Brasile

La Repubblica (Roma)

la gente d’italiaMartedì 13 Marzo 20076

I l C i m i t e r o C e n t r a l e d i

M o n t e v i d e o , p r e s e n t a n d o s i c o m e

t e s t i m o n e d i u n a n u m e r o s a c o m -

p a g i n e d i s c u l t o r i e d a r c h i t e t t i

i t a l i a n i n o n c h é s p e c c h i o d e l

g u s t o d e l l ' o l i g a r c h i a c i t t a d i n a , è

u n o d e i l u o g h i m a g g i o r m e n t e

s e g n a t i d a l l a c u l t u r a i t a l i a n a .

U n a v o l t a g i u n t o s u l l ' a l t r a s p o n -

d a d e l l ' O c e a n o e d o p o e s s e r s i

c r e a t o u n a p o s i z i o n e e c o n o m i c a ,

i l p r i m o p e n s i e r o d e l l ' e m i g r a n t e

o t t o c e n t e s c o è q u e l l o d i r i c o -

s t r u i r e l e a b i t u d i n i e g l i s t a t u s

d e l l a t e r r a d ' o r i g i n e . E t r a l e

p r i o r i t à v i è s e n z a d u b b i o l ' a c -

q u i s t o d i u n a t o m b a d i f a m i g l i a ,

s p e s s o d i m a n i f a t t u r a e u r o p e a ,

c h e r i p o r t a s s e a l l a m e n t e l e

i m m a g i n i d i q u e i c i m i t e r i m o n u -

m e n t a l i c h e a v e v a n o g i à p r e s o

p i e d e i n I t a l i a a p a r t i r e d a l l ' e d i t -

t o d i S a i n t - C l o u d ( 1 8 0 4 ) .

Q u e s t ' u l t i m o è u n m e c c a n i s m o

s o c i a l e c h e v a l e p e r t u t t a l ' a r e a

d e l S u d A m e r i c a ; n e è l a p r o v a

u n p a s s a g g i o d e l f o r t u n a t o D o n

C a s m u r r o ( 1 8 9 9 ) d e l l o s c r i t t o r e

b r a s i l i a n o M a c h a d o d e A s s i s

( 1 8 3 9 - 1 9 0 8 ) . L ' a u t o r e n a r r a l a

v i c e n d a d i u n u o m o d i c l a s s e

m e d i a , P á d u a , c h e n o n a p p e n a

v i n t a l a l o t t e r i a p e n s a a l m o d o d i i n v e s t i -

r e i l d e n a r o : " L a p r i m a i d e a [ . . . ] f u d i

c o m p e r a r e u n c a v a l l o , u n g i o i e l l o d i b r i l -

l a n t i p e r l a m o g l i e , u n a t o m b a d i f a m i g l i a ,

f a r v e n i r e d a l l ' E u r o p a a l c u n i u c c e l l i , … " .

È p r o p r i o g r a z i e a q u e s t o p r o c e s s o c h e u n

f o l t o n u m e r o d i s c u l t o r i e l a b o r a t o r i s p e -

c i a l i z z a t i h a n n o p o t u t o s o s t e n e r s i p e r a n n i

c o n g l i i n c a r i c h i p r o v e n i e n t i d a i c i m i t e r i

s u d a m e r i c a n i . N e l c a s o d e l l ' U r u g u a y, l a

n e c r o p o l i p i ù a n t i c a è i l C i m i t e r o C e n t r a l e

c h e n e i p r o g e t t i r i s a l e a l 1 8 3 8 e c h e c o n i

s u o i m a r m i r i s u l t a e s s e r e i l p r i m o m o n u -

m e n t o t o u t c o u r t d e l l ' U r u g u a y. I n r e a l t à

e s i s t e v a g i à u n c i m i t e r o i n e p o c a c o l o n i a -

l e - s e n e h a n n o t e s t i m o n i a n z e

a p a r t i r e d a l 1 8 0 8 - s i t u a t o

a l l ' i n c r o c i o d e l l e a t t u a l i c a l l e

D u r a z n o e A n d e s ; p o i n e l 1 8 2 9

i l p i a n o r e g o l a t o r e d e l l a c i t t à

e s i g e t t e l ' e l i m i n a z i o n e d i q u e -

s t o c i m i t e r o e l ' a n n e s s i o n e d e l

n u c l e o p i ù a n t i c o d e l l a c i t t à -

l a " c i u d a d v i e j a " - a l l a p a r t e

" n u e v a " ; g i à d a l 1 8 3 5 s i f e c e

p e r c i ò i m p e l l e n t e l a c r e a z i o n e

d i u n n u o v o l u o g o d e p u t a t o

a l l e s e p o l t u r e , c h e p e r l u n g a g -

g i n i b u r o c r a t i c h e e i n c e r t e z z e

p r o g e t t u a l i v e n n e b e n e d e t t o

s o l e n n e m e n t e n e l 1 8 6 3 .

L ' a r r e d o s c u l t o r e o d e l c i m i t e -

r o , s i n d a l s u o e s o r d i o , è l e g a -

t o a p e r s o n a l i t à i t a l i a n e . I n

a s s o l u t o i l p r i m o è i l c a r r a r e -

s e G i u s e p p e L i v i ( 1 8 2 8 c . -

1 8 9 0 c . ) c h e i n t r i s o d i m o d e l l i

n e o c l a s s i c i , m i s t i a q u e l l e

c o m p e t e n z e a p p r e s e d a p r i m a

n e l l o s t u d i o p a t e r n o a C a r r a r a

e i n s e g u i t o a F i r e n z e c o n

L u i g i B a r t o l i n i , i n c o n t r a i l

f a v o r e d e l l a c l a s s e d i r i g e n t e

l o c a l e e t r a s f o r m a i l C i m i t e r o

C e n t r a l e n e l l u o g o d e l l a c o m -

m e m o r a z i o n e n a z i o n a l e . L e

p r i m e t o m b e p o r t a n o i n f a t t i i

n o m i d e i m i l i t a r i c h e , n e l

b e n e e n e l m a l e , h a n n o f a t t o l a s t o r i a d e l

P a e s e : A t a n a s i o L a p i d o ( 1 8 6 2 ) , A t a n a s i o

S i e r r a ( 1 8 6 3 - 6 6 ) , P a b l o P e d r o B e r m u d e z

( 1 8 6 5 c . ) , L e a n d r o G o m e z ( 1 8 6 5 c . ) ,

Ve n a c i o F l o r e s ( 1 8 6 6 ) , B e r n a b é R i v e r a

( 1 8 6 6 c ) e s o p r a t t u t t o i l m o n u m e n t o a i

M a r t i r i d i Q u i n t e r o s ( 1 8 6 6 - 6 8 ) .

Un giardino di marmi italianiDIARIO URUGUADIARIO URUGUAYYANOANO

di Tdi Tonino Pintacudaonino Pintacuda

GENIO E ARTE ITALIANA PER FAR GRANDE MONTEVIDEO

Oggi i “Fogoneros”, un gruppo di estrema sinistra, hanno rivendicato tutti gli atti vandalici compiuti nel centro della città nella notte tra venerdì e saba-to. Tutti obiettivi mirati per rimarcare l'odio nei confronti del rappresentante dell'imperialismo “¡Ni un Yanki mas en América Latina!!! Fuera Bush deNuestra America”.Ma, come sempre, è ormai una notizia vecchia, molto più interessante risulta il progetto uruguayano di spiegare i diritti ai giovani lavo-ratori attraverso un fumetto con un supereroe creato ad hoc.Noi, sempre guidati da Cristina Beltrami, continuiamo il nostro viaggio alla sco-perta dei gioielli italiani della capitale uruguayana.Oggi è di scena il Cimitero Centrale di Montevideo, “uno dei luoghi maggiormentesegnati dalla cultura italiana”.Come sempre, hasta luego! Vi ricordiamo che siamo a vostra disposizione Redazione (598 -2) 916 08 15.Da lunedi a venerdi, dalle 15 alle 17.Email [email protected]

di Cristina Beltramidi Cristina Beltrami

la gente d’italia Martedì 13 Marzo 2007 7

Q u e s t ' u l t i m o è s e n z a d u b b i o l a

m a c c h i n a d e c o r a t i v a p i ù i m p o n e n -

t e d e l l ' i n t e r o p r i m o c o r p o d e l

c i m i t e r o e i l s u o i m p a t t o s u l l a

s t a m p a è s t a t o f o r t e e c o n t i n u a t i -

v o : l o s i r i t r o v a i n f a t t i i n i l l u s t r a -

z i o n i a n t i c h e , c o m e i n q u e l l a r e a -

l i z z a t a d a l l a E s c u e l a d e A r t e s y

O f i c i o s p e r l a " I l u s t r a c i o n

U r u g u a y a " , e i n p u b b l i c a z i o n i

r e c e n t i . L a p r i m a s c u l t u r a c h e

r o m p e c o n l a t r a d i z i o n e t a r d o -

n e o c l a s s i c a d i L i v i è l a t o m b a

M u s s i o ( 1 8 6 4 c . ) , p r o v e n i e n t e

d a l l a L i g u r i a ; e s s a è d e f i n i t a

c o m e " e l m o n u m e n t o m a s i m p o -

n e n t e y q u e d e j a u n a i m p r e s i o n

m a s t r i s t e e n e l a l m a " e s i d e v e a i

L a v a r e l l o , u n a d i t t a a t t i v a n e i

c a n t i e r i l i g u r i a l m e n o a p a r t i r e

d a l l a m e t à d e l l ' O t t o c e n t o .

L ' a r r i v o d e l l a t o m b a a M o n t e v i d e o

è a m m a n t a t o d a l l a l e g g e n d a :

S a n t i a g o M u s s i o , v e d o v o a f f r a n t o ,

s i s a r e b b e i m b a r c a t o p e r G e n o v a

a l l a r i c e r c a d i u n o s c u l t o r e i n

g r a d o d i r i p r o d u r r e l e e s a t t e f a t -

t e z z e d e l v o l t o d e l l a c o m p a g n a

s c o m p a r s a . A l d i l à d e l l a c o l o r i t a

n a r r a z i o n e , v a r i l e v a t o c o m e l a t o m b a

M u s s i o s i a i l p r i m o m o n u m e n t o d i i c o n o -

g r a f i a b o r g h e s e c h e c o m p a i a n e l l a n e c r o -

p o l i m o n t e v i d e a n a . E s s a r a p p r e s e n t a s e n z a

d u b b i o u n m o d e l l o i n n o v a t i v o e i n a u g u r a

u n f l o r i d o c o m m e r c i o c h e a v r à d i l ì a

p o c h i a n n i i l s u o m a g g i o r e p r o t a g o n i s t a i n

G i o v a n n i A z z a r i n i ( G e n o v a 1 8 5 3 -

M o n t e v i d e o 1 9 2 4 c . ) . A z z a r i n i i n c a r n a l a

f i g u r a d e l l o s c u l t o r e - i n t e r m e d i a r i o c h e ,

a l l e t t a t o d a l l e p o s s i b i l i t à l a v o r a t i v e , s i

a v v e n t u r a i n a r e a p l a t e n s e e d i n c o n t r a u n a

n a z i o n e c h e è a n c o r a i n p r o c i n t o d i

c o s t r u i r e l a p r o p r i a i m m a g i n e m o n u m e n t a -

l e . E g l i , d a

m e d i o s c u l t o r e

m a i n t r a p r e n d e n -

t e i m p r e s a r i o ,

d e v e a v e r i m m e -

d i a t a m e n t e i n t u i -

t o l ' o p p o r t u n i t à

d i i m p o r t a r e

d a l l ' I t a l i a u n a

s e r i e d i m a r m i

g i à s c o l p i t i e

c o l l o c a b i l i s u l l e

t o m b e d e l n e o n a -

t o c i m i t e r o C e n t r a l e

L e o p e r e , s u b i t o s i g l a t e c o l p r o p r i o n o m e ,

e r a n o s p e s s o c o p i e d i m o d e l l i g i à p r o p o s t i

c o n s u c c e s s o n e i c i m i t e r i i t a l i a n i o c h e a d

e s s i s i i s p i r a v a n o , c o m e l e t o m b e D e i c a s -

H e r e s ( 1 8 8 6 ) , A l v a r e z ( 1 8 8 6 ) , C h u c a r r o

( 1 8 8 4 ) , B o n i f a z ( 1 8 8 8 ) , C o s t a ( 1 8 9 0 ) ,

E s c a l a d a ( 1 8 9 1 ) , M a r t i n e z ( 1 8 9 3 c . ) , c h e

d e v o n o l e p r o p r i e i n v e n z i o n i i c o n o g r a f i -

c h e a d A g u s t o R i v a l t a , C e s a r e F a g g i o n i ,

F e d e r i c o F a b i a n i e m o l t i a l t r i . I l p i c c o

a s s o l u t o d e g l i a c q u i s t i a z z a r i n i a n i è p e r ò

s e n z a d u b b i o i l M i n a t o r e d i E n r i c o B u t t i .

L a s c u l t u r a c h e , n e l 1 8 8 8 v i n s e s o l a m e n t e

i l s e c o n d o p r e m i o a l c o n c o r s o P r i n c i p e

U m b e r t o d e l l ' A c c a d e m i a d i B r e r a -

n o n o s t a n t e l ' o t t i m a m o d e l l a z i o n e -

a c a u s a d e l l a s u a s f a c c i a t a d e n u n c i a

s o c i a l e , o r n a o g g i l a t o m b a d i J u a n

N i c o l a ( 1 8 8 8 c . ) . P u r t r o p p o l ' i t e r d e l

m a r m o è s c a r s a m e n t e r i c o s t r u i b i l e ;

g r a z i e a g l i s t u d i d i F l a v i o F e r g o n z i

è n o t o p e r ò c h e f u d i r e t t a m e n t e

G i o v a n n i A z z a r i n i a p r e n d e r e c o n -

t a t t o c o n B u t t i , m a v i s t a l a d i s t a n z a

s t i l i s t i c a c o n l e o p e r e c h e h a p r o c u -

r a t o i m p e r t e r r i t o p e r i c i m i t e r i

m o n t e v i d e a n i , n o n è d a e s c l u d e r e

c h e i n q u e s t o c a s o a b b i a o p e r a t o

s o t t o e s p l i c i t a r i c h i e s t a d e i c o m m i t -

t e n t i .

A p a r t e q u a l c h e p r e s e n z a d i s c u l t o r i

l o m b a r d i , l e d u e m a g g i o r i a r e e d i

p r o v e n i e n z a r e s t a n o , p e r l ' o v v i a

p r e s e n z a d i c a v e , q u e l l e l i g u r i e

t o s c a n e . D a C a r r a r a i n p a r t i c o l a r e -

o l t r e a G i u s e p p e L i v i - g i u n g o n o a

M o n t e v i d e o C a r l o N i c c o l i e

G i o v a n n i D e l Ve c c h i o . A l p r i m o s i

d e v e l a m o n u m e n t a l e f i g u r a d i v e c -

c h i o d e l l a t o m b a d i T i b u r c o C a c h o n

i l c u i m o d e l l o è c o n s e r v a t o c o l t i t o -

l o d i S i l e n z i o a l l ' A c c a d e m i a d i

B e l l e A r t i d i C a r r a r a ; m e n t r e i l

s e c o n d o è l ' a u t o r e d e l l a f o r t u n a t i s s i m a

t o m b a A r a m b u r u , l a c u i f u s i o n e v i e n e p e r ò

r e a l i z z a t a a n c o r a i n I t a l i a .

I l m e r i t o d i a v e r u t i l i z z a t o p e r p r i m o l ' a b -

b i n a m e n t o d i b r o n z o e g r a n i t o , m a s o p r a t -

t u t t o d i a v e r i n s t a l l a t o n e l l a c a p i t a l e u n a

f o n d e r i a a u t o n o m a , s p e t t a a l n a p o l e t a n o

F e l i c e M o r e l l i ( 1 8 5 7 - 1 9 2 2 ) . E g l i , s u l l a

s c o r t a d e l s u c c e s s o d i E t t o r e X i m e n e s a l

c i m i t e r o d e l l a R e c o l e t a a B u e n o s A i r e s ,

p r o p o n e s u l m e r c a t o c i m i t e r i a l e u r u g u a i a -

n o l e i c o n o g r a f i e d i p o s s e n t i f i g u r e f e m -

m i n i l i a c c a s c i a t e s u t o m b e i n g r a n i t o ,

s p e s s o c o n a t t e g g i a m e n t i l a s c i v i - u n s e n o

s c o p e r t o , l o s g u a r d o e s t a t i c o . . . - s e c o n d o

l ' i m m a g i n e r i c o r r e n t e d e l c o s t a n t e e f l e b i -

l e e q u i l i b r i o t r a E r o s e T h a n a t h o s : u n

e s e m p i o s u t u t t i l a t o m b a P e i r a n o .

L ' a t t i v i t à d e l C e n t r a l r a l l e n t ò n e g l i a n n i

v e n t i i n f a v o r e d e l B u c e o , i l s e c o n d o

c i m i t e r o m o n u m e n t a l e d e l l a c a p i t a l e c h e ,

s o r t o i n u n a r e a l e g g e r m e n t e p e r i f e r i c a ,

n o n c o n o s c e v a l i m i t i s p a z i a l i e d i v e n n e i l

l u o g o d e l l e c o m m e m o r a z i o n i m o d e r n e ,

l a s c i a n d o a l C e n t r a l i l r u o l o d i t e s t i m o n e

d e l l e o r i g i n i d e l l a n a z i o n e .

a

la gente d’italiaMercoledì 14 Marzo 20076

Oggi è stato ufficialmente presentato ilprogramma delle attività dell'IstitutoItaliano di Cultura in Uruguay. Programmaparticolarmente ricco in concomitanza conil bicentenario della nascita di GiuseppeGaribaldi, tra cui spicca la “Settimanadella lingua italiana”. Oltre a una interes-sante serie di mostre, spettacoli teatrali,concerti, cineforum e dibattiti. Al rinfresco che ha seguito la presentazio-ne erano presenti l'Ambasciatore GuidoScalici, il Console Michele Pala e il foltogruppo di corsisti e di amici dell'istituzio-ne.Concediamo con piacere tutto lo spazio delnostro “diario uruguayano”, anticipandoche, nei prossimi giorni, “Gente d'Italia”visiterà le altre realtà che contribuiscono amantenere vivo, vero e vitale il legame conl'Italia e l'italianità attraverso lo studioappassionato della nostra lingua e dellanostra cultura.Come sempre, hasta luego!

******Istituto Italiano di Cultura di Montevideo Calle Paraguay 1177 - C.P.11100 Montevideo - Uruguay Tel: (005982) 900 33 54 - 902 05 58 Fax: (005982) 902 08 19 e-mail. [email protected] sito web: www.iicmontevideo.esteri.it

Orario diapertura alpubblico: Da lunedì agiovedì dalleore 10.00alle ore13.00Venerdì dalle10.00 alle12.00

Dichiarazioni di valore: Martedì e giovedì dalle ore 10.00 alle ore 12.00

Lo staffDott. Angelo Manenti, [email protected], [email protected] Silvana [email protected] Ma. del Rosario Chiodi [email protected] Ma. del Rosario Firpo

[email protected], [email protected] Sig.ra Gabriella Galeotti

[email protected]

La missioneL'Istituto Italiano di Cultura, ufficio cultu-rale dell'Ambasciata d'Italia, ha comeobiettivo quello di promuovere la diffusio-ne all'estero, della cultura e della linguaitaliane, per favorire lo sviluppo dellaconoscenza reciproca e della cooperazioneculturale tra i popoli, nel marco dei rappor-ti che l'Italia ha conl'Uruguay.

I serviziCorsi di lingua e cultura italiana Certificazione dell'italiano comelingua straniera Prestito di VHS e di DVD. Biblioteca: opere di consultazio-ne, libri, riviste e quotidiani Gestione delle borse di studioofferte dal governo italiano Dichiarazioni di valoreManifestazioni culturali

Da più di cinquant'anni al servizio della cultura italiana

Fondato nel 1950, l'Istituto Italiano diCultura in Uruguay, dispone di unasede demaniale di complessivi 1200metri quadrati, distribuiti su tre piani. L'edificio in stile neoclassico fucostruito nel 1912 su progetto diAlbino Pierotti. Al pianterreno si trova la Sala delleEsposizioni, la Sala delle conferenze,la Sala per le audizioni musicali, unpiccolo bar. Al primo piano sono disposti gli uffi-ci, la Sala di Lettura e la Bibliotecache dispone di circa 15.000 volumi.Al secondo piano sono dislocate setteaule utilizzate per i corsi di lingua ita-liana.

I TRE PUNTI FONDAMENTALIFin dai suoi inizi l'Istituto ha indivi-

duato le sue linee di azione nei seguenti tre puntifondamentali: 1) diffusione della lingua e cultura italiane 2) organizzazione di eventi culturali 3) partecipazione a tutti gli eventi culturali di rile-vanza internazionale organizzati dalle istituzionilocali.LA COOPERATIVA DI DOCENTIL'insegnamento della lingua italiana attualmenteviene impartito mediante una cooperativa di docen-ti che tiene i corsi di lingua nella sede dell'Istituto,articolati in cinque livelli.

GLI ESAMIL'Istituto inoltre è sede di esamiper quanti sono interessati adottenere la certificazione diconoscenza della lingua italianarilasciata dall'UniversitàItaliana per Stranieri di Perugia. Per consentire un adeguato edefficiente insegnamento dellalingua, l'Istituto ha organizzatocorsi di aggiornamento perdocenti, anche in collaborazionecon l'Università locale.

Un anno sorprendentemente ricco per l'Istituto Italiano di Cultura in Uruguay

DIARIO URUGUADIARIO URUGUAYYANOANO

di Tdi Tonino Pintacudaonino Pintacuda

SPECIALE LINGUA E CULTURA ITALIANA A MONTEVIDEO

la gente d’italia Mercoledì 14 Marzo 2007 7

LE CONFERENZEGli allievi dei corsi assistonoinoltre a conferenze sulla lette-ratura, sull'arte e sulla culturaitaliana in genere, tenute sia daidocenti dei corsi stessi, sia daspecialisti italiani espressamenteinvitati dall'Istituto.Annualmente l'Istituto organizzauna serie di eventi in occasionedella Settimana della Lingua ita-liana che si celebra nel mese diottobre. Oltre ai Seminari tenutida esperti nel campo della glot-todidattica e della linguisticaapplicata,l'Istituto proponeeventi tematici, destinati ai lin-guaggi settoriali come per esem-pio l'italiano nella canzone,mediante spettacoli musicali conla partecipazione di cantanti ita-liani.

LE ATTIVITÀCULTURALILe attività cul-t u r a l id e l l ' I s t i t u t ocoprono buonaparte degliaspetti dellacultura italianae comprendonoesecuzioni diconcerti, espo-sizioni d'arte,rassegne cine-matograf iche ,spettacoli teatrali, ecc.

GLI OSPITI ILLUSTRIL'Istituto ha avuto l'onore di ospitare insegni per-sonalità della cultura italiana come Turi Ferro,Carlo Cassola, Maria Tipo, Giorgio Albertazzi,Anna Proclemer, Giulio Bosetti, Luigi Squarzina,Ferruccio Soleri, Vittorio Gassman, i fratelliTaviani, Gian Maria Volonté, Fulvio Tomizza,Gianni Amelio, Giuliano Montaldo, GiovanniSartori, Gianni Vattimo, Carlo Cassola, Uto Ughi,Salvatore Accardo, I Solisti Veneti, Luigi Nono,Gillo Pontecorvo, Dacia Maraini, tra altri.Vi ricordiamo che siamo a vostra disposizioneRedazione (598 -2) 916 08 15. Da lunedi a vener-di, dalle 15 alle 17.Email [email protected]

IL PROSSIMO APPUNTAMENTO "Mozart-aqva": Balletto dell'Esperia - Compagniaprofessionale di danza contemporanea di base clas-sica.Mozart/Aqva è un balletto che si ispira all'affinitàdell'elemento acquatico con la leggerezza quasi

naturale delle partitureMozartiane creando unacoreografia che vuolanche giocare alla con-trapposizione tra dioni-siaco e apollineo, tra laforza della natura e laricercatezza architetto-nica della musica baroc-ca. Due mondi che nonsi respingono ma diven-gono quasi come in unrespiro, la conseguenza,lo sfogo l'uno dell'altro.Ricordando il 250ºanniversario del geniodi Salisburgo, PaoloMohovich ha volutofare uso, sempre perabbinare due mondi dif-ferenti, di una dinamicamolto acquatica abbina-ta ad un'altra più etereadove i danzatori asse-

condano sia le famo-se melodie mozar-tiane, sia i suoniaquatici visti comeparti integranti diautentiche sinfonienaturali.

InformazioniData: martedì 20marzo 2007 Orari: ore 20.00Luogo: Teatro SolisOrganizzato da:

Istituto Italiano di CulturaIn collaborazione con: Regione Piemonte e TeatroSolis Ingresso gratuito solo per invito.

Il Console d'Italia a Montevideo,Michele Pala, ha inviato aiPresidenti delle Associazioni,degli Enti e degli Organismi dellaCollettività Italiana in Uruguay, aiResponsabili dei Patronati, aiRappresentanti dei mezzi d'infor-mazione italiani, ai Titolari diUffici Consolari Onorari, il libret-to "Costituzione e simboli dellaRepubblica". Obiettivo, divulgareil testo fondamentale dell'ordina-mento repubblicano italiano e, conesso, spiegare brevemente anche ilsignificato e l'origine dei simbolidello Stato italiano. Il volume, di 64 pagine, stampatoin carta patinata, contiene, oltrealla Costituzione della RepubblicaItaliana, anche l'Inno Nazionale(testo e partitura musicale), la sto-ria ed immagini della Bandiera e ladescrizione dell'Emblema repub-blicano. Il libretto contiene inoltre

una prefazione a cura del ConsolePala, nella quale si spiega che "l'i-dea di realizzare un opuscolo perdivulgare il testo fondamentale delnostro ordinamento repubblicano""nasce dalla circostanza che ormaila collettività italiana dell'Uruguayè composta in gran parte dalleterze, quarte, quinte e più genera-zioni, discendenti di coloro chevissero in prima persona la lacera-zione dell'abbandono del suolopatrio. Connazionali, quindi, cheper ragioni temporali e di distanzaspesso hanno una conoscenza soloindiretta, se non addirittura vaga,del Paese di cui pur sono cittadi-ni".Con il libretto, spiega il console,"intendiamo offrire un piccolostrumento a coloro che voglionoavvicinarsi ad un concetto di citta-dinanza vissuto, o perlomeno sen-tito, non solo attraverso la titolarità

di un passaporto che schiude leporte dell'Europa e facilita l'in-gresso anche in molti altri Paesi"."Vi sono, poi, - aggiunge - coloroche la cittadinanza la acquistano,in quanto coniugi di connazionali,e a cui facciamo giurare fedeltàalle leggi italiane: consegneremoloro una copia della più importantedi tutte, anche per conferire mag-giore solennità all'atto". II tuttorigorosamente in versionebilingüe, "perché - conclude - se daun lato siamo consci del fatto chele nuove generazioni hanno persol'uso dell'italiano, dall'altro, c'é chiper migliore comprensione preferi-sce leggere la traduzione in spa-gnolo avendo però l'originalecomodamente disponibile a fronte;speriamo ne approfitti anche perun po' di esercizio linguistico".(aise)

AL CONSOLATO D'ITALIA A MONTEVIDEO IL VOLUME "COSTITUZIONE E SIMBOLI DELLA REPUBBLICA"

la gente d’italiaGiovedì 15 Marzo 20076

OD o p o a v e r r i c o s t r u i t o l a s c o r s a

s e t t i m a n a i n t r e p u n t a t e l a s t o r i a

d e l l ' O s p e d a l e I t a l i a n o , a b b i a m o

r a g g i u n t o i l p r e s i d e n t e R e n a t o

A z z o n i P o n z o n i . L ' a b b i a m o f a t t o

p e r c o n o s c e r e i l p r e s e n t e e

s o p r a t t u t t o l e p r o s p e t t i v e f u t u r e

d i q u e s t a g l o r i o s a i s t i t u z i o n e .

A z z o n i è a r r i v a t o i n U r u g u a y i l

2 1 g e n n a i o d e l 1 9 5 4 , a p p e n a

d i c i a s s e t t e n n e d a l p i c c o l o p a e s i -

n o d i Vo l t i d o , n e l l a B a s s a

P a d a n a . I s u o i c u g i n i l o a t t e n d e -

v a n o a t r e c e n t o c h i l o m e t r i d a

M o n t e v i d e o , i n u n r a n c h o

i m m e n s o d o v e a n c o r a n o n e r a

a r r i v a t a l ' a c q u a c o r r e n t e e l a

l u c e .

I l g i o v a n e R e n a t o r e s t ò l ì d u e l u n g h i s s i m i

a n n i , s i n o a q u a n d o a r r i v a r o n o i g e n i t o r i e

i l f r a t e l l o c h e a v e v a n o v e n d u t o l ' a z i e n d a

a g r i c o l a d e l l a n a t i v a Vo l t i d o p e r t e n t a r e

l a f o r t u n a i n U r u g u a y.

L a m a d r e , p r a g m a -

t i c a e d i r e t t a , a p p e -

n a a r r i v a t a e s c l a m ò

c h e q u e l “ r a n c h o ”

n o n l o v o l e v a v e d e -

r e m a n c o i n f o t o -

g r a f i a , e r a p r o n t a a

p r e n d e r e l a p r i m a

n a v e p e r l ' I t a l i a ,

c o s ì g l i A z z o n i

P o n z o n i i n v e s t i r o n o i l r i c a v a t o d e l l a v e n -

d i t a d e l l e p r o p r i e t à i t a l i a n e i n u n a c a s e t t a

a M o n t e v i d e o .

E q u i i n i z i a l a b e l l a s t o r i a d i q u e l l o c h e

s a r e b b e d i v e n t a t o l ' a t t u a l e p r e s i d e n t e

d e l l ' O s p e d a l e I t a l i a n o U m b e r t o I .

U n a s t o r i a i n c u i m o l t i m e r i t e v o l i m i g r a n -

t i i t a l i a n i s i r i c o n o s c e r a n n o : l a p i c c o l a e

t e n a c e s c a l a t a s o c i a l e d i u n d i c i a n n o v e n n e

i t a l i a n o c h e e n t r a i n u n a g r a n d e a z i e n d a

d o l c i a r i a , l a g r a n d i s s i m a P e r n i g o t t i , e

c o n e n c o m i a b i l e s p i r i t o d i s a c r i f i c i o e

d e d i z i o n e , d a f a t t o r i n o , n e l g i r o d i t r e d i c i

a n n i , c o n c l u d e l a c a r r i e r a c o m e c a p o v e n -

d i t e g e n e r a l i d e l l ' i m -

p r e s a .

P e r c h è R e n a t o A z z o n i

P o n z o n i h a s e m p r e

c r e d u t o c h e , i l v e c -

c h i o d e t t o c o r r i s p o n -

d e a d u n ' i n n e g a b i l e

v e r i t à : i l l a v o r o n o b i -

l i t a l ' u o m o .

Tu t t i s ' a c c o r s e r o d e l l a d e d i z i o n e d i q u e l

f a t t o r i n o c h e r e s t a v a a l a v o r a r e b e n o l t r e

l ' o r a r i o d ' u f f i c i o , u n i n c a r i c o d ' a l t a

r e s p o n s a b i l i t à i n a s p e t t a t o g l i p e r m e t t e d i

g i r a r e l ' i n t e r o U r u g u a y s i n o a d i v e n t a r e

u o m o d i f i d u c i a d e i P e r n i g o t t i e i n i z i a r e

l e t r a t t a t i v e c o n l ' i m m e n s o m e r c a t o b r a s i -

l i a n o .

M a e r a u n l a v o r o d i f f i c i l m e n t e c o n c i l i a b i -

l e c o n l e e s i g e n z e d i u n a g i o v a n e c o p p i a

d i s p o s i , q u a n d o R e n a t o i n c o n t r a R o s a l i a

P a s q u a l i n i d e v e d e c i d e r e , p a s s a l e g i o r n a -

t e e q u a m e n t e d i v i s o : l a m a t t i n a t r a c i o c -

c o l a t i n i e t o r r o n i , i l p o m e r i g g i o n e l

f a m o s i s s i m o c a l z a t u r i f i c i o P a s q u a l i n i , g l i

“ a r t i s t i d e l l a s c a r p e ” c h e a r r i v a v a n o d a

M i l a n o .

D a l m a t r i m o n i o s o n o n a t i d u e f i g l i :

D a n i e l e M a r i n a , e n t r a m b i i m p i e g a t i n e l l a

a z i e n d a d i f a m i g l i a .

D i c i a m o l o s u b i t o : l ' O s p e d a l e i t a l i a n o n o n

p o t e v a a v e r e p r e s i d e n t e m i g l i o r e , R e n a t o

A z z o n i P o n z o n i e l a g i u n t a d ' e m e r g e n z a

i n s e d i a t a s i n e l 2 0 0 3 s o n o r i u s c i t i a s u p e -

r a r e l e d i f f i c o l t à i n c u i v e r s a v a

l ' O s p e d a l e .

R i s o l v e n d o p e r p r i m a c o s a l ' o s t a c o l o c o n i

s i n d a c a t i c h e , p a r t e n d o d a u n a g i u s t a

r i v e n d i c a z i o n e , e r a n o a r r i v a t i a d o c c u p a r e

l o s t o r i c o e d i f i c i o .

Renato Azzoni Ponzoni: da fattorino in una dolceria alla presidenza dell'Ospedale Italiano di Montevideo

DIARIO URUGUADIARIO URUGUAYYANOANO

di Tdi Tonino Pintacudaonino Pintacuda

la gente d’italia Giovedì 15 Marzo 2007 7

P r e s i d e n t e , q u a l e r a l a

s i t u a z i o n e d e l l ' O s p e d a l e

q u a n d o h a a s s u n t o l ' i n c a r i -

c o ?

« E r a i l f e b b r a i o d e l 2 0 0 3 ,

i l p r e s i t i g i o d e l l ' O s p e d a l e

I t a l i a n o e r a s c e m a t o c o n

l ' a r r i v o d e l l a c o n c o r r e n z a ,

c ' e r a n o s o l o o t t o l e t t i

o c c u p a t i . P e r d a r s u b i t o

u n ' i d e a d e l l a s i t u a z i o n e :

o g g i i l e t t i o c c u p a t i s o n o

s e t t a n t a . . . E l ' O s p e d a l e h a

u n o r g a n i c o d i 4 5 0 p e r s o -

n e .

N o i d e l l a c o m m i s s i o n e d ' e -

m e r g e n z a a b b i a m o a g i t o

“ a l l a g a r i b a l d i n a ” , f u r o n o

a n n i d i f f i c i l i s s i m i m a a v e -

v a m o b e n c h i a r o u n o b i e t -

t i v o » .

Q u a l e ?

« N o n v o l e v a m o p e r d e r e u n

g i o i e l l o i t a l i a n o . A b b i a m o

a g i t o a n c h e p e r l e g i t t i m o

o r g o g l i o p a t r i o t t i c o . N e l

m a r z o d i q u a t t r o a n n i f a

i n i z i a m m o l e t r a t t a t i v e c o n

i s i n d a c a t i , u n d e b i t o

p e s a n t e g r a v a v a

s u l l ' U m b e r t o I m a p i a n

p i a n o , c o n p a z i e n z a a b b i a m o o t t e n u t o

d i l a z i o n i e s o p r a t t u t t o a b b i a m o r i s o l t o

l ' a n n o s a q u e s t i o n e s i n d a c a l e . S o p r a t t u t t o

- m e l o l a s c i d i r e - c o n c o r a g g i o . A b b i a m o

l i q u i d a t o t u t t i g l i a r r e t r a t i e o r a o g n i 1 0

d e l m e s e l ' o r g a n i c o v i e n e r e g o l a r m e n t e

p a g a t o » .

Q u a l i s e r v i z i o f f r i t e ?

« A m i a m o d e f i n i r c i u n o “ s h o p p i n g d e l l a

s a l u t e ” , u n c e n t r o d ' e c c e l l e n z a a s e r v i z i o

d e i v a r i a s s o c i a t i d e l l e r e t i s a n i t a r i e p r i -

v a t e . N o n a b b i a m o n e s s u n a r e s p o n s a b i l i t à

d i r e t t a d e l m a l a t o . O f f r i a m o s t a n z e e s a l e

o p e r a t o r i e . I n o l t r e a b b i a m o u n o s t a f f d i

m e d i c i c h e o p e r a n o n e l l ' a r c o d e l l e v e n t i -

q u a t t r o o r e p e r l e

e v e n t u a l i e m e r -

g e n z e . S i a m o

o r g o g l i o s i s o p r a t -

t u t t o d e l r e p a r t o

t r a p i a n t i , o l t r e

1 0 0 0 t r a p i a n t i d i

r e n e a n d a t i a

b u o n f i n e » .

Q u a l i s o n o l e p r o -

s p e t t i v e f u t u r e ?

« S i a m o i n f a s e d i

a v a n z a t a p r o g e t -

t a z i o n e , n o n n a s c o n d i a m o

c h e i l n o s t r o o b i e t t i v o è

q u e l l o d i a v e r e i n o s t r i

a s s o c i a t i , d i r e t t a m e n t e ,

s e n z a i n t e r m e d i a r i . T r a

g i u g n o e a g o s t o d i q u e s t o

s t e s s o a n n o i n i z i e r e m o , i l

n o s t r o o b i e t t i v o s o n o 5 0 0 0

a s s o c i a t i . C o n u n a t a r i f f a

c h e o s c i l l e r à i n t o r n o a i

1 0 0 0 p e s o s u r u g u a y a n i

m e n s i l i .

L a n o s t r a “ m i s s i o n ” è

q u e l l a d i o f f r i r e u n m a g -

g i o r s e r v i z i o , s t i a m o

f a c e n d o u n l a v o r o e c c e -

z i o n a l e i n q u e s t a d i r e z i o -

n e : t u t t a l a p o l i c l i n i c a è

s t a t a r i n n o v a t a » .

C o m e f u n z i o n a l a c o m m i s -

s i o n e ? Q u a n t i s o n o i s u o i

m e m b r i ?

« S i a m o s e d i c i , s u d d i v i s i

i n d u e g r u p p i , p i ù q u a t t r o

c h e s i o c c u p a n o d e l l a

g e s t i o n e f i s c a l e . S e c o n d o

l o s t a t u t o i l t r e n t a p e r

c e n t o d e l l a c o m m i s s i o n e

d e v e c a m b i a r e o g n i t r e

a n n i . E s e m p r e s e c o n d o l o

s t a t u t o l a P r e s i d e n z a

O n o r a r i a d e l l ' U m b e r t o I

s p e t t a a l l a m a s s i m a p e r s o n a l i t à i t a l i a n a :

n e a p p r o f i t t o p e r r i b a d i r e i m i g l i o r i a u g u -

r i a l l ' A m b a s c i a t o r e G u i d o S c a l i c i , n e o p r e -

s i d e n t e o n o r a r i o d e l n o s t r o O s p e d a l e » .

C o m e s e m p r e , h a s t a l u e g o !

la gente d’italiaVenerdì 16 Marzo 200712

I n i z i a m o c o n u n a d o v e r o s a r e t t i f i -

c a : n e l l ' i n t e r v i s t a d e l l o s c o r s o 9

f e b b r a i o a b b i a m o p e r i n v o l o n t a r i s -

s i m o e r r o r e r i p o r t a t o c h e l a l a u r e a

i n G i u r i s p r u d e n z a i l C o n s o l e P a l a

l ' a v e v a c o n s e g u i t a a l l a f i n e d e g l i

a n n i S e t t a n t a . O v v i a m e n t e i l g i o v a -

n i s s i m o e a l t i s s i m o C o n s o l e m a l -

g r a d o t u t t i i s u o i s f o r z i n o n p o t e v a

p r o p r i o l a u r e a r s i a d i e c i a n n i . . .

L a l a u r e a i n g i u r i s p r u d e n z a c o m u n -

q u e c ' è d a v v e r o : l a p e r g a m e n a n o n

l a s c i a d u b b i , l ' a n n o a c c a d e m i c o e r a

i l 1 9 9 2 . U n d i c i a n n i d o p o i l

C o n s o l e P a l a a r r i v a a M o n t e v i d e o ,

a d a p p e n a t r e n t a c i n q u e a n n i .

O g g i , p r i m a d e l l ' i n c o n t r o o r g a n i z -

z a t o d a l C o m . I t . e s . a l l e 1 9 . 0 0 p r e s -

s o l a C a s a d e g l i I t a l i a n i a

M o n t e v i d e o ( Av e n i d a 8 d e O c t u b r e

2 6 5 5 ) p e r i d e l e g a t i d e l C o n s i g l i o

G e n e r a l e d e g l i I t a l i a n i a l l ' E s t e r o , i l

C o n s o l e s a l u t e r à l a c o l l e t t i v i t à i t a l i a n a c o n

u n b r i n d i s i p r i m a d e l s u o r i e n t r o d e f i n i t i v o

a R o m a .

A b b i a m o i n c o n t r a t o i l C o n s o l e P a l a c h e ,

t r a i s u o i m i l l e i m p e g n i q u o t i d i a n i , c i h a

d e d i c a t o u n p o ' d e l s u o p r e z i o s i s s i m o

t e m p o . G u a r d a t e l e f o t o : i l C o n s o l e r i s p o n -

d e a l t e l e f o n o , a l l e e m a i l , a l c e l l u l a r e ,

a s c o l t a i l s u o s t a f f .

C o n s o l e , v u o l e t r a c c i a r e p e r n o i u n b i l a n -

c i o d i q u e s t i a n n i ?

« I n t u t t a o n e s t à n o n c i

h o r i f l e t t u t o s o p r a e

s o p r a t t u t t o c r e d o

c h e n o n s p e t t i a m e

f a r e b i l a n c i .

D a v v e r o , n o n m i

l a n c i o i n b i l a n c i . O

m e g l i o l i f a c c i o

i n t i m a m e n t e , p e r

m i a c o s c i e n z a p r o -

f e s s i o n a l e . O g n i

a l t r o b i l a n c i o

s a r e b b e i n e v i t a b i l -

m e n t e n o n o b i e t t i -

v o . E ' u n c o m p i t o

c h e s p e t t a a l

M i n i s t e r o d e g l i

E s t e r i e a l l ' u t e n z a .

Vo g l i o i n v e c e

c o g l i e r e l ' o c c a s i o n e

p e r r i n g r a z i a r e d i c u o r e e s i n c e r a m e n t e

t u t t i i f u n z i o n a r i d e l l a s e d e c o n s o l a r e d i

M o n t e v i d e o » .

C i r e g a l a u n r i c o r d o c h e l e r e s t e r à s e m p r e

n e l c u o r e d o p o q u e s t i q u a t t r o a n n i a

M o n t e v i d e o ?

« A n t o n i o , i l m i o s e c o n d o g e n i t o , è n a t o p r o -

p r i o q u i , q u i n d i n o n p u ò c h e e s s e r e l u i i l

La fine del mandato del Console d'Italia Michele Pala«Sicuramente tornerò per i bei ricordi che lascio qui»

DIARIO URUGUADIARIO URUGUAYYANOANO

di Tdi Tonino Pintacudaonino Pintacuda

la gente d’italia Venerdì 16 Marzo 2007 13

m i o r i c o r d o p i ù f e l i c e .

L e d i c o p u r e l a d a t a : i l

2 9 a g o s t o d e l 2 0 0 3 , i o

s o n o a r r i v a t o q u i n e l

m a g g i o d e l l o s t e s s o

a n n o »

To r n e r à a M o n t e v i d e o ?

« S e n z ' a l t r o . I o e l a m i a

f a m i g l i a s i a m o s t a t i

b e n i s s i m o , t o r n e r e m o a

v i s i t a r e q u e s t a b e l l i s s i -

m a t e r r a p e r i r i c o r d i c h e

l a s c i a m o q u i .

S o p r a t t u t t o , q u a n d o

A n t o n i o s a r à a b b a s t a n z a

g r a n d e d a c o m p r e n d e r e

p i e n a m e n t e , l o p o r t e r e -

m o n e l l u o g o d o v e è n a t o »

U n l u o g o d e l l ' U r u g u a y c h e n o n d i m e n t i -

c h e r à m a i .

« N o n p o t r ò m a i d i m e n t i c a r e l e i m m a g i n i e

l e e m o z i o n i d e l l a s t e r m i n a t a p i a n u r a n e l

c u o r e d e l P a e s e . U n o s p a z i o s c o n f i n a t o ,

f e r t i l e , i n f i n i t a m e n t e v e r d e . S e p o i d e v o

s c e g l i e r e u n l u o g o p r e c i s o n o n h o d u b b i :

i l c e n t r o

s t o r i c o d i C o l o n i a d e l

S a c r a m e n t o » .

L ' u l t i m a i n e v i t a b i l e d o m a n -

d a . Q u a l è i l s u o m e s s a g g i o

c o n c l u s i v o p e r l a c o l l e t t i v i t à

i t a l i a n a ?

« I l m i o a u g u r i o è c h e q u e s t a c o l l e t t i v i t à

p o s s a c o n t i n u a r e a p r o g r e d i r e e a c r e s c e r e .

N o n s o l t a n t o i n s e n s o n u m e r i c o

m a a n c h e d a l p u n t o d i v i s t a d e l l a

c o e s i o n e e d e l l a s u a i m p o r t a n z a

a l l ' i n t e r n o d e l l a s o c i e t à u r u g u a y a -

n a d e l l a q u a l e è p a r t e i n t e g r a n t e

i n t u t t o e p e r t u t t o .

N e l c o r s o d i q u e s t i a n n i h o p o t u t o

a s s i s t e r e a l l a g r a n d e v o g l i a d i

p a r t e c i p a z i o n e p o l i t i c a c h e s o i è

m a n i f e s t a t a i n p a r t i c o l a r m o d o i n

o c c a s i o n e d e l v o t o d e g l i I t a l i a n i

a l l ' e s t e r o . U n a p a r t e c i p a z i o n e c h e

m i a u g u r o p o s s a n e l c o r s o d e g l i

a n n i

c o n s o l i -

d a r s i

a n c h e

s o t t o

f o r m a d i

n u o v o

s l a n c i o e

d i n u o v a

v i t a l i t à .

U n r a f f o r z a m e n t o e u n a r i s c o p e r t a d e l l a

p r o p r i a i d e n t i t à i t a l i a n a » .

“Costituzione e Simboli della Repubblica”L’ idea di real izzare

un opuscolo per divul-

gare i l t e s to fonda-

men ta le de l nos t ro

ordinamento repubbl i -

cano e con esso spie-

gare brevemente anche

i l s igni f icato e l 'or igi-

ne de i s imbo l i de l lo

S ta to I ta l iano , nasce

dal la c ircos tanza che

ormai la co l l e t t i v i tà

i ta l iana de l l 'Uruguay

è compos ta in gran

par te da l l e t e r ze ,

quar te , qu in t e e p iù

generaz ion i d i scen-

dent i di coloro che vis-

sero in prima persona la lacera-

z ione de l l ' abbandono de l suo lo

patr io . Connazional i , quindi , che

per ragioni temporal i e di dis tanza

spesso hanno una conoscenza solo

indiret ta , se non addir i t tura vaga,

del Paese di cui pur sono ci t tadi-

ni .

Con i l presente l ibret to , intendia-

mo of fr ire un piccolo s trumento a

coloro che vogl iono avvicinarsi ad

un concet to di c i t tadinanza vissu-

to , o perlomeno sent i to , non solo

at traverso la t i tolari tà di un pas-

sapor to che sch iude l e por t e

del l 'Europa e faci l i ta (oggi ancor

di più nel la nuova versione elet-

tronica) l ' ingresso anche in molt i

al tr i paesi . Da cosa part ire se non

dal la nos t ra Cos t i tuz ione , da l la

bandiera, dal l ' inno e dal l 'emblema

del la Repubbl ica che capeggia su

quasi tut te le carte?

Vi sono, poi , coloro che la c i t tadi-

nanza la acqu i s tano , i n quan to

coniugi di connazional i , e a cui

facc iamo g iurare

f ede l tà a l l e l egg i

i ta l iane: consegne-

remo loro una copia

del la più importante

di tut te , anche per

con fer i re magg iore

solenni tà al l 'a t to .

I l tu t to in versione

bi l ingue, perché se

da un la to s iamo

consci del fat to che

le nuove generazio-

ni hanno perso l 'uso

de l l ' i t a l iano , da l -

l ' a l t ro , ch i per

mig l iore compren-

sione preferisce leg-

gere la t raduz ione

in spagnolo avendo però l 'or igina-

l e comodamen te d i spon ib i l e a

f ron te , sper iamo ne appro f i t t i

anche per un po' di eserciz io l in-

guis t ico.

Michele Pala,

Console d'I tal ia a Montevideo

la gente d’italiaVenerdì 16 Marzo 200720

Tra gli scaffali della Biblioteca di BabeleJorge Luis Borges, l'alfiere della semplicità

CULTURA - SPECIALE SUD AMERICA

L e p a g i n e d i q u e s t a s e t t i -

m a n a l e d e d i c h i a m o a l g r a n -

d i s s i m o s c r i t t o re a rg e n t i n o

J o rg e L u i s B o rg e s , a i d u b b i

c h e c i re g a l a n e l l ' a b b r a c c i o

c h e a v v i e n e t r a l e t t o r e e

s c r i t t o re .

E p ro p r i o l ' A rg e n t i n o s c r i s -

s e c h e “ i l d u b b i o è u n o d e i

n o m i d e l l ' i n t e l l i g e n z a ” .

L a s c r i t t r i c e M a u r a G a n c i -

t a n o c i r a c c o n t a i l t e s t a -

m e n t o d i B o rg e s , i l s u o a r t i -

c o l o è u n l u n g o c o m m e n t o

a l l a b e l l i s s i m a p o e s i a

“ I s t a n t i ” .

I l c r i t i c o l e t t e r a r i o A n t o n i o

S p a d a ro i n d a g a n e i m e a n d r i

d i i n t e r n e t : l ì , n e l r e g n o

d e l l ' h t t p e d e i w w w, s i a n n i -

d a l ' e re d i t à d e l l a “ B i b l i o t e -

c a d i B a b e l e ” p a r t o r i t a d a

B o rg e s .

E c c o l ' i n c i p i t d e l l ' o m o n i m o

r a c c o n t o d e l 1 9 4 1 :

« L ' u n i v e r s o ( c h e a l t r i c h i a -

m a n o l a B i b l i o t e c a ) s i c o m -

p o n e d ' u n n u m e ro i n d e f i n i -

t o , e f o r s e i n f i n i t o , d i g a l -

l e r i e e s a g o n a l i , c o n v a s t i

p o z z i d i v e n t i l a z i o n e n e l

m e z z o , o r l a t i d i b a s s e r i n -

g h i e re . D a q u a l s i a s i e s a g o -

n o s i v e d o n o i p i a n i s u p e -

r i o r i e i n f e r i o r i , i n t e r m i n a -

b i l m e n t e » . . .

C o m e s e m p re , b u o n a l e t t u -

r a !

Se c'è un autore di cuiè difficile parlare, nelquale la critica letterariasi intreccia inevitabil-mente alla filosofia e l'o-pera alla biografia, que-sto è Jorge Luis Borges.Sono molte le tematicheche emergono dalle suepagine, ma ciò che stu-pisce veramente di lui èla sua meraviglia difronte alla vita, e il suotentativo di raccontarla.“SO CHE ACCADRÀQUALCOSA” Ecco co-sa diceva durante unaconferenza tenuta a Mi-lano nel 1984 (alcuni testi delle sue confe-renze sono stati raccolti in “Testamento poe-tico letterario”, uscito per Giunti Citylightsnel 2004) a proposito del suo rapporto con lascrittura:“All'improvviso so che accadrà qualcosa, equesto qualcosa può anche essere una storia.Di questa storia vedo il principio e la fine, manon riesco a vedere quello che accade fra ilpunto di partenza e la meta: questo lo devoscoprire io, così come devo cogliere il tem-po più appropriato, la sintassi che convieneusare.”Si potrebbe dire, a ragione, che Borges era unessere umano capace di meravigliarsi, di in-namorarsi di tutto. Per questo motivo si erareso conto di quanto fosse difficile descrive-re questa meraviglia, scegliere le parole perraccontarla. Aveva capito che la parola vie-ne sempre dopo il pensiero, che è sempreinadeguata al fatto che vuole raccontare. Co-me Stevenson, il quale diceva che “ciò che

avviene in cinque minuti oltrepassa tutto ilvocabolario e tutte le immagini di Shake-speare”. UN ALFIEREDELLASEMPLI-CITÀ Questo fa diBorges un alfieredella semplicità,della parola daventi centesimi,per dirla con He-mingway, dellaleggerezza, perdirla con Calvino,e gli fa dire, du-rante un'altra delleconferenze mila-nesi, delle paroleche farebbero ge-lare il sangue diqualsiasi puristadella lingua:

“cerco sempre di costruire unafrase senza impiegare troppeparole, di evitare i sinonimi.Preferisco ripetere una parolaanziché cercarne il sinonimo.”L'ABBRACCIO FRA LET-TORE E SCRITTORE Si di-ce spesso che un libro è com-pleto solo quando viene letto.Senza il lettore, lo scrittore èniente, la storia che ha rac-contato non esiste. In Borges,questo abbraccio fra lettore e scrittore èancora più forte. Borges è lettore di sestesso, lascia che il racconto sia prota-gonista e si mette quasi in disparte, a go-dersi lo spettacolo insieme al proprio let-tore. C'è quasi una scissione tra chi scri-ve e chi legge, tra il Borges che raccon-

ta le storie e quello che si limita a comple-

tarle con la lettura. Ed è una sorta di “sanaschizofrenia” che raggiunge l'apice nel bel-lissimo “Borges e io”, che inizia così:“È all'altro, a Borges, che accadono le cose.Io cammino per Buenos Aires e mi soffermo,forse ormai meccanicamente, a osservare l'ar-co di un androne e il cancello del cortile; diBorges ho notizie dalla posta e vedo il suo no-me in una terna di professori o in un dizio-

nario biografico.”“CHI SCRIVE QUESTAPAGI-NA?” E si conclude con questeemblematiche parole: “non sochi di noi due scrive questa pa-gina”.Ed è ancora la meraviglia dellavita che, nella vecchiaia, gli fascrivere “Istanti”, meravigliosapoesia in cui lo scrittore argenti-no sembra rimpiangere gli annipassati alla ricerca del sapere, al-lo studio “matto e disperatissi-mo”. Eppure anche in questa di-chiarazione di fallimento nonpossiamo non accorgerci diquanto della vita fosse innamo-rato, di quanto proprio dalla vi-ta, più che dai libri, Borges abbiaimparato.

L’Omero della Pampa

a cura di Ta cura di Tonino Pintacudaonino Pintacuda

di Maura Gancitanodi Maura Gancitano

Jorge Luis Borges nacque a Buenos Aires nel 1899e morì a Ginevra nel 1986. di famiglia colta e be-nestante, si formò in Europa, dapprima in Svizzera(1914-1919) e poi in Spagna, dopve restò fino al1921 e dove scrisse tre manifesti di adesione al mo-vimento d'avanguardia denominato “ultraismo”. Tornato in Argentina, promosse alcune riviste lette-rarie d'avanguardia, lavorò come critico cinemato-grafico, come bibliotecario e come professore uni-versitario. Alla caduta di Peròn (1955), fu nomina-to direttore della Biblioteca di Buenos Aires. Dive-nuto progressivamente cieco, negli ultimi anni di vi-ta Borges ha goduto di una fama planetaria, che gliha valso numerosissimi premi internazionali. La prima attività letteraria dello scrittore è in ver-si: esordisce nel 1923 con Fervore di Buenos Aires,seguito dalle raccolte Luna di fronte (1925) e Qua-derno San Martìn (1929). Nel 1930 esce il suo pri-mo libro in prosa, Evaristo Carriego, cui succedo-no Storia universale dell'infamia (1933), Finzioni(1944) e L'Aleph (1949). Prose e poesie si trovano in L'artefice (1960) e in L'e-logio dell'ombra (1965), mentre una nuova fase poe-tica si apre con L'altro, lo stesso (1964), L'oro del-le tigri (1972), La moneta di ferro (1976), La cifra(1979). Nel 1970 torna al racconto con Il mano-scritto di Brodie, seguito da Il congresso del mon-do (1971), da Il libro di sabbia (1975) e da Atlante(pubblicato nel 1984). Molto importante anche laproduzione saggistica, per la quale sono da ricor-dare Inquisizioni (1925), Discussione (1932), Storiadell'eternità (1935), Altre inquisizioni (1960) e No-ve saggi danteschi (1982).

Un uomo che coltiva il suo giardino, come voleva Voltaire.Chi è contento che sulla terra esista la musica.Chi scopre con piacere una etimologia.Due impiegati che in un caffè del Sud giocano in silenzio agli scacchi.Il ceramista che premedita un colore e una forma.Il tipografo che compone bene questa pagina che forse non gli piace.Una donna e un uomo che leggono le terzine finali di un certo canto.Chi accarezza un animale addormentato.Chi giustifica o vuole giustificare un male che gli hanno fatto.Chi è contento che sulla terra ci sia Stevenson.Chi preferisce che abbiano ragione gli altri.Tali persone, che si ignorano, stanno salvando il mondo.

Jorge Luis Borges

BIOGRAFIA

I giusti

la gente d’italia Venerdì 16 Marzo 2007 21

L’immagine di Borges è affascinante eviene spontanea alla mente quando si pen-sa che il più consultato motore di ricerca pre-sente in internet, cioè Google, il 14 dicem-bre scorso ha reso noto un accordo per ladigitalizzazione di circa 15 milioni di vo-lumi. Ciò significa che le intere collezionidella Stanford University (8 milioni di vo-lumi), della University of Michigan (7 mi-lioni di volumi), oltre a collezioni di docu-menti della New York Public Library, a te-sti dell'Ottocento di Oxford e a 40.000 vo-lumi di Harvard, per un totale di circa 4,5miliardi di pagine saranno trasferiti dallacarta su supporto informatico e poi resi ac-cessibili gratuitamente attraverso la Rete. Aquesti vanno aggiunti i libri che gli stessieditori mettono a disposizione direttamen-te. Ovviamente, saranno consultabili inte-gralmente soltanto quelli che non sono co-perti da diritto di autore; degli altri è prevista la digitalizzazioneintegrale per attivare ricerche al loro interno, ma non la piena di-sponibilità per l'utente. Il lettore che desiderasse acquistare il vo-lume consultato potrà farlo proprio dalla pagina di accesso allalettura.... E D'INDUBBIO FASCINO Concretamente ciò significa chetutta la ricchezza di questo sapere potrà essere consultabile da ca-sa propria in qualunque parte del mondo. Mary Sue Coleman,rettore dell'University of Michigan, ha dichiarato che permette-re l'accesso universale al sapere mediante i tesori della bibliote-ca è una delle missioni importanti di una grande università. Il pro-getto non è privo di fascino e ricorda da vicino l'utopia di poterraccogliere e schedare tutto il sapere prodotto dall'umanità, ren-dendo possibile al suo interno ricerche e studi. Il nome di questoprogetto è Google Print, disponile all'accesso in una versione di-mostrativa dal giugno scorso. La ricerca è realizzata sull'integritàdei testi già inseriti e così permette di visualizzare l'elenco dei li-bri che contengono le parole-chiave ricercate. COME FUNZIONA? Di ogni volume possiamo leggere le pa-gine disponibili e visualizzare il luogo esatto del testo nel qualericorre la citazione della parola o dell'espressione che stiamo cer-cando. Possiamo però vederne anche la copertina, scorrerne l'in-dice ed, eventualmente, effettuare una nuova ricerca all'internodell'opera scelta. Se essa è soggetta a diritti di autore, Google Printpropone la consultazione di poche pagine soltanto (ma anche al-tre parti come l'indice o la bibliografia o la presentazione, a se-conda degli accordi editoriali), mentre i testi di pubblico domi-nio sono proposti integralmente. L'utente dispone di link verso isiti partner del progetto, cioè librerie che vendono i libri via in-ternet e propongono l'acquisto del volume cartaceo. È possibilepoi, sempre dalla stessa pagina, proseguire nella ricerca per ave-re informazioni sul libro in questione: giudizi critici e citazionidel medesimo presenti in tutta la Rete.I PRECEDENTI In realtà quello di Google non è un progettodel tutto nuovo. Basti ricordare che la libreria virtuale Amazonche, col suo motore di ricerca A9, sin dall'ottobre 2003 offre unservizio molto interessante. Essa infatti ha varato il programma«Inside the book» (Dentro il libro), al quale hanno aderito nu-merosi editori. Un'altra iniziativa abbastanza significativa è il Million BookProject, curato presso la Carnegie Mellon University di Pittsburg(USA).LE DIMENSIONI MASTODONTICHE Tuttavia Google Printsi rivela unico per le sue dimensioni mastodontiche. Il suo obiet-tivo culturale utopico è quello di dar vita a un gigantesco catalo-go bibliografico in rete e di aiutare i lettori e gli studiosi a cono-scere quali siano i libri nei quali si parla delle cose che a loro in-teressano o che intendono approfondire. In tal modo anche libriediti da piccoli editori in qualunque nazione del mondo potreb-

bero essere conosciuti e messi adisposizione di tutti per la con-sultazione, ma anche per l'ac-quisto. Il capitale culturale dei li-bri inseriti sarebbe come un uni-co grande testo sul quale effet-tuare ricerche, nello stesso mo-do in cui ciò avviene in internet.Google Print fornisce a ogni bi-blioteca partner copia digitaledei libri acquisiti, in accordo conle leggi in vigore nei vari Paesi,e in tal modo permette ad essedi costituire un archivio digita-le interno completo. Il costo sti-mato dell'operazione è tra i 150e i 200 milioni di dollari. Qualile reazioni a quest'operazione? Ilsogno enciclopedico di Diderote d'Alembert si è trasferito in

California?Una cosa perciò ci sembra chiara: avere a disposizione in qua-lunque luogo e in qualunque momento milioni di volumi, dai clas-sici dell'antichità ai saggi contemporanei, è una risorsa di gran-dissimo valore per lo studio e la ricerca. EGEMONIA CULTURALE? La principale preoccupazione èdi carattere culturale. Google Print intende immettere in rete 15milioni di libri. Il numero è elevatissimo, ma esso è soltanto unapiccola parte dei libri pubblicati dall'invenzione della stampa aoggi. Concretamente l'iniziativa attinge le sue risorse principalida biblioteche inglesi e statunitensi: non dunque da risorse scrit-te nella sola lingua inglese, ma, certo, da risorse selezionate daistituzioni culturali anglo-americane. Si prospetta un'egemoniaculturale? Quale il migliore atteggiamento possibile? Fare ostru-zionismo netto significa, crediamo, non raccogliere la sfida. Goo-gle Print sta lentamente diventan-do una realtà davanti alla qualenon si può rimanere indifferenti.Essa coinvolgerà anche molti edi-tori al di fuori del mondo anglo-sassone. Crediamo dunque che glisforzi dovrebbero essere indiriz-zati verso iniziative nuove e ap-petibili, capaci di produrre alter-native interessanti. In Europa ilprocesso è stato avviato. In parti-colare, 19 biblioteche nazionalieuropee hanno firmato un appel-lo collettivo per promuovere unadigitalizzazione larga e organiz-zata delle opere appartenenti alpatrimonio europeo. Un primo ab-bozzo del progetto è The Euro-pean Library, un portale che con-sente l'accesso ai cataloghi e ai testi digitalizzati di 43 bibliote-che nazionali.ALTRE “BIBLIOTECHE DI BABELE” Un altro progetto si-gnificativo, finanziato dall'Unione Europea e già attivo dal gen-naio 2004, è il Building Resources for Integrated Cultural Know-ledge Services (BRICKS, che in inglese significa «mattoni»), chedovrebbe essere completato nel 2007. L'obiettivo è molto inte-ressante e impegnativo: costruire una memoria digitale europeacondivisa attraverso il collegamento fra tutti i database delle or-ganizzazioni aderenti. La differenza tra Google Print e Bricks almomento è che il primo dà accesso a testi, il secondo a risorse divario tipo, permettendo l'accesso virtuale (anche a pagamento:l'iniziativa ha anche un aspetto commerciale) ai luoghi (musei,biblioteche, istituti…) che custodiscono le risorse. Stanno na-scendo anche varie iniziative a carattere nazionale.

E IN ITALIA? Tra quelle italiane, ricordiamo il «Progetto Ma-nuzio» dell'associazione Liber Liber, che ha già messo in rete alettura gratuita centinaia di libri in formato testo. La maggiore, alivello pubblico, è stata varata nell'ambito della III Conferenzanazionale delle biblioteche (2001), quando è stato ufficialmentedato il via al progetto denominato Biblioteca Digitale Italiana(BDI). Nello stesso anno è stato istituito un Comitato guida pre-sieduto dal professor Tullio Gregory e composto da esperti delmondo bibliotecario statale e regionale, del mondo archivisticoe museale, dell'Università e della ricerca per definire alcune li-nee guida. Ha così avuto avvio l'ideazione del Portale della Bi-blioteca Digitale Italiana e del Network Turistico Culturale. L'Italia, tra il Ministero per l'Innovazione e le Tecnologie e il Mi-nistero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, ha stanziatocirca 80 milioni di euro per iniziative che riguardano la digita-lizzazione dei testi e i libri elettronici, la costruzione delle infra-strutture necessarie e la formazione professionale. Per l'uso ef-fettivo di questi fondi si attende un accordo, che pare imminen-te, tra i due Ministeri e l'Associazione Italiana Editori (AIE).ILFUTURO È GIÀ QUI Il progetto dunque è quello di costruireun'unica grande realtà che fondi insieme biblioteca, libreria e bot-tega del libro usato o difficilmente reperibile. Sarà una nuova for-ma di promozione e diffusione del libro? Riteniamo di sì, anchese questo aprirà un altro problema: la sopravvivenza delle nor-mali librerie, schiacciate sempre di più tra le grandi catene libra-rie e le librerie in Rete. Non solo: le librerie on line che appaio-no nella pagina di Google Print sono solamente quelle partnerdel progetto. Resisteranno alla fine soltanto due o tre librerie, ca-paci di fornire l'intero pianeta? La fantasia galoppa. Non siamoancora davanti a questi panorami. Fra l'altro, l'acquisto on lineper mezzo di una carta di credito non è diffuso in tutto il mondocome lo è negli Stati Uniti. Tuttavia i rischi teorici non sono dasottovalutare per interpretare il presente in maniera lucida.ILNECESSARIO DISCERNIMENTO Riteniamo che quella diGoogle Print sia una sfida da accogliere, ma in modo non inge-

nuo. Trincerarsi inun atteggiamentodifensivo non ser-ve né a compren-dere l'evoluzionetecnologica e cul-turale in corso, né ibisogni ai quali es-sa risponde. L'op-portunità di diffu-sione capillare delpatrimonio librarioche si apre davan-ti a lettori e ricer-catori è decisa-mente affascinan-te. Tuttavia l'appel-lo al senso critico èda tenere sempre

desto per comprendere gli esiti di un progetto che in questi me-si sta compiendo i suoi primi passi. Dopo il prossimo novembreforse si capirà quale sarà l'esito della vertenza sui diritti d'autoree quindi il futuro del progetto. Per il momento un frutto positivodell'allarme generato in Europa dai «neoamanuensi» california-ni è però evidente: una spinta alla collaborazione tra gli Stati delVecchio Continente in vista della possibilità di rendere fruibili uni-versalmente, mediante tecnologie digitali, non solo l'immenso pa-trimonio culturale europeo, ma anche le sue grandi istituzioni cul-turali.

Per gentile concessione de “La Civiltà Cattolica”La versione completa dell'articolo è stato pubblicato sulla

“Civiltà Cattolica” 2005 III 507-516, quaderno 3726

«Google Print»: è nata la Biblioteca di Babele?di di Antonio Spadaro S.J.Antonio Spadaro S.J.

Lo scrittore argentino Jorge Louis Borges nel racconto “La Biblioteca di Babele” (1941) paragonava l'universo a un'immensa biblioteca; tutti sonoattratti dal numero indefinito delle sue gallerie e trascorrono la vita a esplorarle, senza però mai venirne a capo: non si trovano né i confini estreminé i libri che si cercano: «La Biblioteca è una sfera il cui centro esatto è qualsiasi esagono, e la cui circonferenza è inaccessibile». Ecco la domanda:è possibile che qualcuno abbia pensato sul serio di catalogare, riprodurre e rendere disponibile al pubblico l'intera memoria dell'umanità contenutain tutti i libri del mondo? Forse no, ma qualcuno ha avuto un'idea che, sebbene sia più realistica, si ispira comunque a quell'utopia.

la gente d’italiaLunedì 19 Marzo 20074

Adesso sappiamo che gli amici brasiliani hanno

l'abitudine di scusarsi per tutto, una gentilezza che

sgorga spontanea dal cuore prima del commiato di

un ospite particolarmente caro.

L'abbiamo scoperto lo scorso venerdì, alla Casa

degli Italiani di Avenida 8 de Octubre in occasione

del saluto del Console d'Italia Michele Pala che

ritorna a Roma.il Console Pala ha voluto

salutare la collettività con un rinfresco in

concomitanza all'incontro organizzato dal

Com.It.es con i delegati del Consiglio

Generale degli Italiani all'estero che nel fine

settimana hanno partecipano alla riunione

continentale dell'organismo, Alla porta il

Console ha accolto tutti, in compagnia della

L'abbraccio della “Casa degli Italiani” per il ritorno a Roma del Console Pala

DIARIO URUGUADIARIO URUGUAYYANOANO

di Tdi Tonino Pintacudaonino Pintacuda

sua bellissima moglie, accanto a un tavolo pieno del

libro “Costituzione e Simboli della Repubblica

Italiana”, fortemente voluto dal Consolato per rin-

saldare il filo della memoria tra l'Italia e gli Italiani

dell'Uruguay.

Lasciatemelo dire: è stata una delle serate più emo-

zionanti da quando sono arrivato qui due mesi fa.

Ascoltare l'inno nazionale uruguayano e subito dopo

quello italiano, con i nostri connazionali che teneva-

no visibilmente commossi la mano sul cuore. E oltre

alle notizie sui lavori della Commissione del Cgie -

a cui daremo ampio spazio in una delle prossime

puntate di questo “diario uruguayano” - tutti i riflet-

tori erano puntati sul Console Pala, sul lavoro che

questo giovanissimo italiano ha fatto a Montevideo

per tutti gli italiani dell'Uruguay.

Soprattutto tra i meritatissimi elogi e attestati di

stima, vogliamo soffermarci sulle parole

dell'Ambasciatore Guido Scalici e su quelle dello

stesso Console.

Il Console Scalici ha voluto ricordare che l'impecca-

bile lavoro di Pala è stato possibile perché - e que-

sta, per dirla come Jane Austen, è “una verità uni-

versalmente riconosciuta” - grazie al sostegno e alla

comprensione della sua sposa.

Lo stesso Pala ha voluto ringraziare la sua consorte

brasiliana: soffermiamoci sul significato della paro-

la consorte: con-sorte è molto più bello che “sposa”,

indica la ferma volontà di condividere la medesima

sorte, lo stesso destino del proprio sposo. Ed è pro-

prio quello che la Signora Pala ha fatto in questi

quattro anni.

Concludiamo riportando il legittimo orgoglio del

Console Pala: «In questi anni ho cercato sempre di

lavorare per poter entrare dalla porta di ingresso del

Consolato. Ci sono riuscito». Ed è proprio così: Pala

non ha mai dovuto utilizzare l'ingresso posteriore,

ha sempre varcato la soglia principale del Consolato,

avendo sempre per tutti i nostri compatrioti una

parola cordiale.

La standing ovation, l'apertura dei regali e l'arrivo

del rinfresco spezzano la visibile commozione di

tutti gli italiani, arrivati anche dall'interno

dell'Uruguay per salutare l'amico Console.

Al Console vanno i migliori auguri di tutti noi di

“Gente d'Italia”.

Come sempre e stavolta più che mai: Signor

Console, hasta luego!

la gente d’italia Lunedì 19 Marzo 2007 5

Mastrogiacomo:“Sono finalmente libero e sono veramente contento”

Sarebbero un milione le vittime irachene dellaguerra cominciata con il bombardamento america-no di Baghdad nella notte del 20 marzo 2003: losostiene Gideon Polya, un ricercatore australianoche ha confrontato e incrociato dati e informazionidi diverse fonti, qualificate e indipendenti, cominciando daquelli del Fondo Onu per l'infanzia (Unicef). Nel "notiziario del 12 ottobre 2005", la MISNA scriveva:"secondo uno studio americano, il numero delle vittime delconflitto dal 2003, sarebbe di certo superiore a 400.000 epotrebbe perfino sfiorare le 800.000. (No, non ci sono zeri inpiù: è proprio ottocentomila). Lo studio non è di un gruppo diestremisti o radicals o no global: è stato fatto dalla "JohnsHopkins Bloomberg School of Public Health". Ovviamente, lestime riguardano solo i civili iracheni.

E dire che quando la rivista specializzata inglese "Lancet" dueanni fa aveva valutato da 100.000 a 200.000 vittime era stata'ridicolizzata' a favore del cosiddetto 'Iraq body count' che nonne ha mai indicate più di alcune decine di migliaia. Follia diguerre preventive per l'esportazione della democrazia, "con-tro" il terrorismo e tendenti, in questo caso più che altrove, auna sorta di non dichiarato genocidio!". Polya, dopo 40 anni di vita accademica come biochimico - ingran parte trascorsi all'Università 'Latrobe' di Melbourne, unadelle prime 10 università australiane e una delle prime 100 almondo - si è dedicato in questi ultimi anni a una crescente atti-

vità pubblicistica in cui spicca il testo “Global mortality,Iraq and the Muslim Holocaust” del luglio 2004. Già allora- sottolineando che “sotto l'occupazione anglo-americana la“excess mortality” (mortalità evitabile) e quella dei bambi-ni entro i cinque anni di età era stimabile a 100.000 l'anno”

- Polya scriveva: “Come umanista e studioso di scienze biolo-giche, ho approfondito e scritto un'analisi dettagliata dellamortalità planetaria nella Storia, allo scopo di affrontare que-sta straordinaria cecità morale e intellettuale delle nostre altri-menti istruite e certamente umane società del Primo mondo”. Lo studioso australiano è anche autore di un volume scientifi-co di 864 pagine sulle sostanze chimiche delle piante, publica-to a Londra e a New Yoprk, considerato dagli specialisti una"bibbia" del settore.

Per la sua ultima ricerca sulla morta-

Direzione, redazione, amministrazione Porps International Inc. - 199 Ocean Lane Drive Suite 1109 - Key Biscayne FL 33149 - Tel. 305 365 6526- Fax 3053656518 Internet: www.lagenteditalia.com - Email: [email protected] LaGente d’Italia Cronache degli italiani dal mondo - Trademark n° 75/829279 Prezzi di vendita all’estero: Albania USD 2,00; Argentina USD2; Australia $A. 4; Austria Sc. 26; Belgio FB. 75; Brasile R.$ 7,50; Canada $C. 3.00 plus g.s.t.; CostaRica US$ 3,50; Danimarca Kr. 15; Egitto E.P. 8; Etiopia Birr 6,50; Finlandia Fnk 10; Francia Fr. 12; Germania Euro 2.50; Grecia Dr. 500; Gran Bretagna L.G. 1,30; Irlanda I.£ 1,60; Libia Dirh 3,60; Lux FL 75; Malta Cts 50; Messico N.$21; Monaco P. F. 12; Norvegia Kr. 15; Olanda FL. 4; Portogallo Esc. 200; Romania Lei 6000; S. Domingo Rd$ 50; Slovenia SIT 280; Spagna Pts. 150; Sud Africa R. 16;Svezia Kr. 15; Svizzera Fr. 2,80; Uruguay $U 0,5; Italia Euro0.50

Anno VIII, Martedì 20 Marzo 2007USD 1,00 - Can 2,00 - URY 35 Pesos

DirettoreMimmo Porpiglia

R

Quotidiano d’informazione indipendente

segue a pag. 2segue a pag. 2

L'olocausto iracheno

La protesta dei contrattisti

italiani negli Usa

Nei giorni scorsi SalvatoreFerrigno, deputato di ForzaItalia eletto nella circoscrizioneestero ha denunciato la gravesituazione nella quale versano100epiù famiglie dei contrattistiitaliani impiegati presso i nostriConsalati negli Usa. Questi lavo-ratori con doppia cittadinanza, contrattisti presso le sedi Consolari eDiplomatiche italiane hanno sempre pagato le tasse allo Stato Italiano.Da oltre23 anni. Nessuno ha pero’mai avvisato loro che, in virtù del Trattato di Vienna,le tasse andavano versate allo Stato dove effettivamente lavoravano. E oradovrebbero rimborsare cifre iperboliche all’ufficio delle t asseamericane.L’Agenzia News Italia Press ha raccolto la loro protesta

****"Ilmio futuro, se dovessi pagare questa cifra di dollari, sarebbe rovina-to, considerando anche il fatto che la mia malattia richiede continui con-trolli medici e opedalieri. Se ciò avvenisse andrei sul lastrico" diceAntonio Massa dal Consolato Generale d'Italia in San Francisco "Misento vittima dell'arroganza e del malservizio da una parte e della negli-genza e indifferenza dall'altra" dice Alessandra Ravaioli, segretaria delConsole Generale d'Italia a Miami "Lavoro presso la Rappresentanzada 18 anni e invece di ritrovarmi con dei risparmi, mi ritroverei con unenorme debito - e non per colpa mia. Arriverei all'età del pensionamento(tra 15/17 anni) con poco o niente in tasca" dice Rosanna Ruffo, dallaRappresentanza Permanente d'Italia presso le Nazioni Unite ."Questatragedia si sarebbe potuta evitare a suo tempo rispettando la convenzio-ne Italia-USA in materia fiscale che risale al 1984 e soprattutto appli-cando l' art. 19 di tale convenzione che si riferisce in particolare alla fun-zione pubblica" dice Anna Maselli, dal Consolato Generale d'Italia a SanFrancisco . segue a pag. 2segue a pag. 2

di Pietro Mariano Benni*di Pietro Mariano Benni*

Dengue, primo caso a MontevideoAllerta sanitaria anche a PanamaÈun uomo di 30 anni residente a Salto, 500 chilometri anord-ovest di Montevideo, il “primo caso accertato autoc-tono” di 'dengue, l'affezione febbrile acuta che ha già crea-to una drammatica emergenza nel vicino Paraguay conoltre 400.000 persone infette. Lo ha riferito il ministerodella Sanità uruguayano, precisando che il paese “è passa-to alla fase 1, ovvero l'allerta per lo scoppio della 'dengue'perché il paziente non ha visitato di recente stati esteri”.

segue a pag. 2segue a pag. 2Antonino Pintacuda a pag. 4Antonino Pintacuda a pag. 4

''Sonofinalmente libero e sono veramente contento''. Queste le primeparole di Daniele Mastrogiacomo a Repubblica Tv dopo la sua libe-razione. ''Ringrazio tutti quanti perl'affetto che ho avuto, la gente chesi e' mobilitata per me, tutti quanti'', ha aggiunto il reporter diRepubblica. ''Sono riuscito ad uscireda questa situazione anche gra-zie all'aiuto del mio giornale, del governo, del ministero degli Esteri, ditutti quanti gli amici e dei colleghi che mi hanno sostenuto'', ha spie-gato Mastrogiacomo, aggiungendo che ''questo mi dava grandeconforto, specialmente la notte quando mi legavano mani e piedi,quando mi tenevano in queste quindici prigioni, piccole come ovili''.

L'inviato di Repubblica ha raccontato come spesso gli capitasse di''dormire perterra, in mezzo alle dune del deserto''. ''Pero' - ha sotto-lineato - sapevo che l'Italia in qualche modo mi sosteneva e mi stavavicino e questo era l'unico conforto nei momento piu' disperati in cuitemevo veramente di morire''. 'Ringrazio veramente tutti quantiper quello che hanno fatto per me, questo momento forse e' il piu'bello che sto vivendo della mia vita'', ha concluso. Quella che haportato alla liberazione di Mastrogiacomo e' stata ''un'opera-zione non semplice'' ha detto il premier Romano Prodi, nelcorso della breve conferenza stampa a Palazzo Chigi

Archiviato con soddisfazione ditutti il caso Mastrogiacomo, ilmondo politico concentra la pro-pria attenzione sul rifinanziamentodella missione in Afghanistan. Enel centrodestra crescono - anchealla luce delle modalità, ancoraoscure, con le quali si è giunti allaliberazione del giornalista rapitodai talebani - i dubbi sulla conti-nuità tra l'impronta che il prece-dente governo aveva conferito allapresenza italiana e il segnoimpresso dal nuovo esecutivo.Dopo le trattative con i talebaniper il rilascio di DanieleMastrogiacomo, la missione italia-na è destinata a cambiare? E laproposta - avanzata dal segretarioDs Piero Fassino - di aprire ai tale-bani le porte della conferenza dipace per l'Afghanistan caldeggiatada governo e maggioranza è unsegnale che anticipa questo nuovocorso? segue a pag. 2segue a pag. 2

di Nicholas D. Leonedi Nicholas D. Leone

Ma oracrescono i dubbi

la gente d’italiaMartedì 20 Marzo 20074

Irrimediabilmente con l'arrivo dell'autunno la vita riprende i suoi cicli, ilcalendario ricorda a tutti gli uruguayani che il verano è finito: addio allemurgas, addio alle passeggiate in costume sull'oceano, addio ai ritmi lenti,lentissimi dell'estate.Rimettiamoci la cravatta e andiamo a prendere l'omnibus tutte le mattine,nel faticoso tran tran che si chiama vita.Appena 15 pesos e i torpedoni ci lasceranno sotto l'ufficio ad aspettare lepiccole pause sino al pomeriggio, e poi spesa, un po' di tv e di nuovo la sve-glia puntata per ricominciare.Camus ha definito questa quotidianità la “fatica di Sisifo”: Sisifo è il miti-co eroe greco punito per aver sfidato gli dei con la sua sagacia. Zeus decise che Sisifo avrebbe dovuto far rotolare un masso dalla base allacima di un monte. Tuttavia, ogni volta che Sisifo stava per raggiungere lacima, il masso rotolava nuovamente alla base del monte, per cui Sisifodovette per l'eternità ricominciare la sua scalata.I giorni troppo uguali - lo sentiamo e lo sappiamo tutti - sono altrettantimassi ma in questo gli uruguayani sono fortunati, prendiamo ad esempioquelli che lavorano alla Borsa di Commercio in Calle Misiones, proprio difronte alla mia finestra.Eccoli fumare furtive sigarette nelle pause rubate agli impegni pressanti deimovimenti economici ma non capita a tutti di far pochi passi per raggiun-gere il Rio de la Plata nel suo quotidiano abbraccio con l'Oceano Atlantico.C'è una serenità diffusa, figlia delle bellezze architettoniche e del manto verdedella città, la filosofia del “no pasa nada” ha un suo fondamento, cammina-re per Avenida 18 de Julio e soffermarsi nella dozzina di piazzette che non

ha nulla da invidiare alle omologhe europee. La gente dell'interno del Paese è tornata alla vita normale, si nota dalla dimi-nuzione di estimatori di mate, la bevanda nazionale. Molti camminano contutto l'armamentario per sorseggiare tranquillamenteil loro mate: termos e bombilla. Versano l'acqua bol-lente e succhiano tranquilli.Ma i primi a essere consci del facile stereotipo del-l'uruguayano mate e bombilla sono loro stessi: l'ulti-mo esempio, proprio l'altro ieri sull'Observador ilvignettista Salvatore ha realizzato un piccolo capola-voro.Sale la tensione per il primo caso autoctono di den-gue e per sdrammatizzare Salvatore ha disegnato unmate appollaiato sulla torre Salvo - ovvia citazionedelceleberrimo King Kong appollaiato sull'EmpireState Building - lì, sull'edificio più alto della bellaPlaza Indipendencia, il “mate” con occhi e boccatiene a bada con opportuno insetticida gigante latemibile zanzara del dengue: come sempre un sorri-so riesce a scacciare le paure.Il “dengue” altro non è che la pestifera febbre spac-ca-ossa, lo porta la zanzara del genere Aedes aegyp-ti, lo stesso disgraziato e infimo insettucolo che portala febbre gialla.Rilanciamo la scheda dal sito www.malattiedimen-ticate.net, lo stesso nome del sito web fa ben spera-

re...******

LAFEBBRE DENGUE È UNAMALATTIASIMILE ALL'IN-FLUENZA;nei bambini è caratterizzata da febbre ed rash. Negli adulti lafebbre è più alta ed accompagnata da forti emicranee, dolori nelle regioniorbitali, dolori muscolari e rash. La febbre dengue si manifesta dopo l'espo-sizione ad un sierotipo, nei confronti del quale il paziente diventa resistente.Esistono però, come detto in precedenza, quattro sierotipi ed una secondainfezione con un sierotipo diverso, può portare a conseguenze ben peggiori:la febbre dengue emorragica (DHF).

LADHF È CARATTERIZZATADAFEBBRE ALTA, EMOR-RAGIE, FEGATO INGROSSATO e problemi circolatori. La febbrepuò persistere per diversi giorni e può raggiungere i 41° gradi, seguita da con-vulsioni e emorragie. Il paziente se non trattato può morire per problemi cir-colatori. Ifattori coinvolti nella severità della DHF sono: la prima infezione, l'intervallodi tempo tra quest'ultima e la seconda, il sierotipo virale e il genotipo delpaziente. Le principali caratteristiche fisiopatologiche sono correlate con laconcentrazione di alcune citochine (molecole coinvolte nella risposta immu-nitaria), quali IFN-, IL-2 e TNF-

LASTORIAPrima del 1970 solo nove paesi avevano descritto casi di DHF. Dai circa 100casi del 1955 si è passati agli attuali 500 mila.

VIE DI TRASMISSIONE

Il virus è trasmesso attraverso il morso di diverse zanzare del genereStegomyia. Il principale vettore è Aedes aegypti, identificato per la primavolta nel 1906 come responsabile della trasmissione; una volta che la zan-zara è stata infettata lo rimane per tutta la vita. Gli umani servono come ser-batoio amplificante e molto probabilmente anche le scimmie possono esse-re considerate come serbatoi. In particolare si ipotizza che il virus si sia dif-fuso per la prima volta nelle scimmie, e poi i vettori l'abbiano trasmessoall'uomo. Le zanzare trasmettono il virus anche per via verticale, alle pro-prie progenie.

TRATTAMENTIAttualmente l'unico modo per ridurre i casi di febbre dengue è quello di evi-tare il contatto con il vettore e controllare la popolazione delle zanzare, modi-ficando il loro habitat e utilizzando larvicidi. E' in corso un programma spe-cifico di pulizia per eliminare bottiglie, copertoni e lattine dall'ambiente(oggetti che ricreano un habitat ideale per la proliferazione dei vettori), cosìda limitare i possibili luoghi di crescita del vettore.

LADIAGNOSILa diagnosi si basa sulla ricerca di IgM anti-dengue, come indice di unarecente infezione; inoltre viene utilizzata la PCR per rilevare la presenza delvirus nel siero dei pazienti. Esistono alcune terapie antivirali che possonoessere efficaci solo se eseguite nelle prime fasi della malattia.

RICERCAESVILUPPOSono in corso alcuni studi per sviluppare larvicidi non tossici per l'uomo, dautilizzare nell'acqua. Sono in corso di sperimentazione sei vaccini virali vivi attenuati, che dovreb-bero proteggere la popolazione da tutti i sierotipi mantenendo a lungo eleva-to il titolo anticorpale. Alcuni risultati di una sperimentazione durata quattroanni hanno rivelato che uno dei vaccini attenuati conferisce protezione dallafebbre dengue e non conduce a DHF.Esiste un sistema globale di rilevazione di dati epidemiologici e di sorve-glianza alle mutazioni dei virus; questo programma, chiamato DengueNet,facilita la realizzazione di nuovi metodi di controllo contro la trasmissionedella patologia. I dati epidemiologici e di laboratorio sono raccolti da diverseistituzioni, che riordinano i risultati in modo eterogeneo; sul sito sono presentistatistiche dal 1955 al 2001.Occorre sviluppare nuove strategie di diagnosi della malattia; un test con tar-get la proteina non strutturale NS1 è già in via di studio.

Il Ministero della Salute Pubblica dell'Uruguay oltre alla massicciaopera di fumigazione ha attivato perogni evenienza il numero 08004444 e il sito http://dengue.msp.gub.uy/

L'arrivo della febbre spacca ossanon ferma i cicli della vita quotidiana

DIARIO URUGUADIARIO URUGUAYYANOANO

di Tdi Tonino Pintacudaonino Pintacuda

EMERGENZA DENGUE

la gente d’italia Giovedì 22 Marzo 2007 7

I r Giosuè Bordoni scr ive-

va ne l suo sagg io

“Montev ideo e l a

Repubbl ica de l l 'Uruguay”

del 1885: «Durante la pr i -

mavera e l 'autunno, quest i

dintorni sono affol la t i a l la

l e t t e r a d i numerose

Società , che, sot to pretesto

d i f e s t egg ia re ques to o

que l l ' ann ive r sa r io , v i s i

recano in corporazione a

darsi bel tempo. Ora è la

Soc ie t à spagnuo la d i

mutuo soccorso; ora quel la

dei Baschi , ora la Società

francese, e inf ine l 'una o

l ' a l t r a de l l e numerose

Socie tà i ta l iane , che non

lasciano mai occasione di

dare tes t imonianza pubbl i-

ca del loro spir i to di f ra-

te l lanza e buona armonia,

e anche di eccel lente appe-

t i to , col farvi dei banchet t i

veramente omerici , in cui

s i t r ibutano sempre i dovu-

t i onori a l succulento e t ra-

d i z iona le a sado con

cuero».

122 anni fa le cose sono

radicalmente cambiate , la

rete del le associazioni i ta-

l iane di Montevideo s i è

for temente r idimensionata ,

cance l l ando co i f a t t i l a

ma l igna anno taz ione che

faceva Luig i Barz in i ne l

1902 «gl i i ta l iani a l Plata

sono uni t i in t recento asso-

ciazioni , i l che cost i tuisce

una vera disunione».

Questo r idimensionamento

è i l r isul ta to dei movimen-

t i s tor ic i che hanno portato

al la completa integrazione

degl i i ta l iani arr ivat i qui

in cerca di migl ior for tuna.

Se è vero, come scr ivono

gl i s tor ic i Luigi Favero e

Alicia Bernasconi , che i l

gruppo etnico è «la r isul-

t an te de l mov imen to

migrator io , in cui pers is to-

no, in grado piu ' o meno

elevato, gl i e lementi cul tu-

ral i e mater ia l i del lo spa-

zio sociale di par tenza, ma

in teg ra t i o g ius t appos t i

dag l i e l emen t i acqu i s i t i

nel l ' incontro con lo spazio

soc ia l e d ' i n se r imen to» ,

appa re ev iden te che i l

“gruppo etnico” i ta l iano è

un a ff a sc inan te mic roco-

smo al l ' in terno del piccolo

grande Uruguay.

Qual i sono le prospet t ive

future del la re te di asso-

ciazioni i ta l iane di quel la

che fu la Banda Oriental?

Lo scopriremo nel le pros-

s ime pun ta t e d i ques to

“diar io uruguayano”: con

un' inchiesta per conoscere

ques t a v i t a l i s s ima r ea l t à

che mantiene vivo i l lega-

me con l ' I t a l i a , capace

ancora - come ha da to

p rova in occas ione de l

saluto del Console Pala -

d i commuover s i quando

risuonano le note del l ' inno

di Mameli .

Scorr iamo l 'e lenco,

in r igo roso o rd ine

alfabet ico:

L 'Ancr i , l 'Anp i ,

l ' A s s o c i a z i o n e

Abruzzese d i

Montev ideo , g l i

Alpini , i Bel lunesi

de l mondo ,

l ' A s s o c i a z i o n e

Ca lab rese , i

C a m p a n i

de l l 'Ae rcu , l ' a s so -

ciazione Laziale , la

Casa degl i I ta l iani ,

i l C i rco lo Lucano ,

i l Circolo Giul iano,

i l Circolo Trent ino

d i Montev ideo , i l

Club degl i Anziani ,

i l Comi ta to

Tr i co lo re , l 'Assoc iaz ione

Emi l i a Romagna , l 'En te

Fr iu l i ano , i l F i l e f , i l

Famee Furlane, la Famigl ia

Piemontese , i F ig l i de l la

Toscana , i l Gruppo

Legami , l a F ra t e l l anza

I ta l iana, i Marchigiani nel

Mondo , l 'Ass . Laur i a ,

l 'Ass . L igu re , l 'Ass .

Ossolana, i Padovani nel

mondo, i Pensionat i Inas , i

Pug l i e s i , l 'Ass . Reg ione

Lombarda , l 'Ass .

Sa t r i anese San Rocco , i

Trev i san i ne l Mondo , i

S i c i l i an i i n Uruguay, l a

Uim (Unione I ta l iani nel

mondo) , i Vicen t in i ne l

Mondo e l 'Ass . de i

Vietresi .

Se non ho sbagl ia to a con-

tare sono t rentasei associa-

zioni , tut te hanno di s icuro

una bel la s tor ia da raccon-

tarci .

Come sempre, hasta luego!

Ricordiamo ai nostri let-

tori che per l 'emergenza

Dengue I l Ministero del la

Sa lute Pubbl i ca

de l l 'Uruguay o l t re a l la

massiccia opera di fumi-

gaz ione ha a t t ivato per

ogni evenienza i l numero

0800 4444 e i l s i to

http:/ /dengue.msp.gub.uy

Potete scriverci al l ' indi-

r i zzo gented i ta l iauru-

guay@gmail .com

Il te lefono del la redazio-

ne e' (598 -2) 916 08 15.

Da lunedi a venerdi , pote-

te chiamarci tranqui l la-

mente dal le 16 al le 18

SPECIALE Fratelli d'Italia sul Rio de la PlataQuante sono le associazioni italiane di Montevideo?

DIARIO URUGUADIARIO URUGUAYYANOANO

di Tdi Tonino Pintacudaonino Pintacuda

ECUADOR – Con il giuramento, di sette

nuovi deputati, sono 28 i parlamentari che

si sono insediati a Quito in sostituzione dei

57 rimossi la scorsa settimana per aver

ostacolato il referendum sull’Assemblea

Costituente, voluto dal governo del presi-

dente socialdemocratico Rafael Correa. I

nuovi ingressi in Parlamento, dominato

dall’opposizione conservatrice, hanno

consentito il riavvio dei lavori dell’assem-

blea, paralizzati da una settimana. Si pro-

filerebbe inoltre una nuova maggioranza

parlamentare, favorevole al referendum.

***

VENEZUELA – Negli ultimi tre anni l’in-

dice di povertà è sceso dall’80% al 39,4%:

lo ha detto il ministro delle Finanze di

Caracas, Rodrigo Cabeza, intervenendo

alla riunione annuale del ‘Banco intera-

mericano de desarrollo’ (Bid) in corso in

Guatemala. “L’obiettivo del governo è

quello di arrivare alla ‘povertà zero’ entro

il 2012” ha aggiunto Cabeza, secondo cui

tra il 2005 e il 2006 il Venezuela ha anche

aumentato dal 48 al 56% la cosiddetta

‘popolazione economicamente attiva’ e

oggi il salario minimo è pari a 238 dollari,

secondo solo a quello del Cile.

***

PERÙ – Tre guerriglieri e due soldati sono

stati uccisi in combattimenti tra l’esercito

e una colonna di ribelli di ‘Sendero

Luminoso’ nelle selve del dipartimento

sud-orientale di Huancavelica. Si tratta

del secondo scontro armato con gli sparu-

ti gruppi ancora attivi di ‘Sendero’, scon-

fitto militarmente nel 1992, dall’inizio

dell’anno: a gennaio un poliziotto era

morto in un’imboscata della guerriglia

nella regione sud-andina di Ayacucho.

***

ARGENTINA – Almeno 38 casi di ‘den-

gue’, la febbre trasmessa dalla zanzara

‘aedes aegypti’, sono stati riscontrati nella

provincia nord-orientale di Formosa, al

confine con il Paraguay, paese dove è in

corso un’emergenza nazionale con 400.000

contagiati. Fino a un mese fa i casi a

Formosa erano 23; in tutta l'Argentina

sarebbero finora 158 quelli accertati e i

588 sospetti, una cifra che per il momento

non desta eccessive preoccupazioni, secon-

do le autorità.

BREVI DAL SUDAMERICA

la gente d’italiaVenerdì 23 Marzo 200716

Quest'intervista poteva benissimo intitolar-si “dallo Stivale con furore”, giocando aper-tamente con la conformazione geograficadella nostra bella Italia e la professione deitre artisti della scarpa che “Gente d'Italia” haavuto il piacere d'incontrare.Il calzaturificio artigianale Bisignano è unpiccolo gioiello, un museo vivissimo in cuisbirciare il tempo che fu con le narici pienedi un buonissimo odore di pelle conciata.Rosario Mario, Giuseppe e Carmelo Ragosono tre calabresi arrivati qui il 20 febbraiodel 1954, troppo piccoli per ricordarsiquell'Italia che continuano ad amare e onora-re parlando un coloratissimo italo-calabrese.Loro sono i tre figli di Umile Rago, emigratoin cerca di miglior fortuna dalla amatissimaCalabria, un nome che traccia il destino diquesti tre galantuominiche lavorano ogni scarpacon “mani e cuore”:Sant'Umile, tra l'altro, èil patrono del Comune diBisignano, a cui i trefratelli hanno resoomaggio registrando perle loro splendide scarpeil marchio “Bisignano”.Ed ecco lo scoop: sonostati proprio i tre fratelliBisignano a realizzaregli splendidi stivali cheil Presidentedell'Uruguay ha donatoa George W. Bush, suoomologo statunitense, a suggello della visita del 9 e 10marzo scorsi.“Gente d'Italia”, in esclusiva per i suoi lettori, ha otte-nuto le foto degli stivali, realizzati dalla pelle di unpuledro, senza nessuna cucitura: l'apoteosi dell'arte deiRago.Loro non fanno distinzioni tra clienti, tutte le scarpesono tagliate e modellate a mano, un'arte che sta scom-parendo e di cui questi tre fratelli sono tra gli ultimivalidissimi rappresentanti.Li abbiamo intervistati.Che soddisfazione! Realizzare le scarpe per l'uomopiù potente del mondo. Ve lo sareste mai immagina-to?«Per noi non ci sono differenze: le nostre scarpe sonofatte tutte, senza eccezioni, con mani e cuore. Frutto diun'arte destinata a perdersi. Certo abbiamo pure festeg-giato, soprattutto perché è stata una faticaccia... Tregiorni di lavoro senza nessuna sosta».Non fate pubblicità ma siete arrivati a realizzare glistivali di Bush. Come avete fatto?«Noi abbiamo conosciuto il Presidente Vazquez prima

che assumesse l'incarico, era statoil suo sarto a mandarlo da noi,confermando quello che crediamoda sempre. Non è necessaria lapubblicità, la migliore promozio-ne è il passaparola tra clienti. Noilo vediamo come una palla dineve: inizia piccola e può diventa-re gigantesca e travolgere tutto.Così è stato per le nostre scarpe, inostri clienti portano altri clienti

ma, considerate la dimensione della nostra bottegadobbiamo spesso rinunciare, non possiamo fare più didieci scarpe al giorno, sarebbe penalizzata la qualitàdel nostro prodotto».Non avete apprendisti?«La nostra è un'arte destinata a morire. Non esiste piùla figura del ragazzo di bottega che era perfino dispo-sto a pagare per imparare l'arte. Nonsolo li dovremmo pagare noi» -ridono di cuore - «ma pure sarebbecontroproducente: al primo rimpro-vero ci direbbero che non siamo isuoi genitori. L'artigianato deve sentirsi per primacosa nel cuore, sarebbe necessariauna rivoluzione mentale ma non cisono giovani disposti a intraprende-re una vita di sacrifici. Giancarlo, ilfiglio di Carmelo, ci aiuta, realizzalui le scatole di cartone per le nostrescarpe».E' un vero peccato. Ed ecco che

arriviamo aglisplendidi stivalidi Bush...«Ci arriva unatelefonata lunedì5 marzo, era ilSegretario delP r e s i d e n t edell'Uruguay, cidice se possiamorealizzare entrovenerdì un paio di stivali. Rispondiamo che ovviamen-te è impossibile. Ci richiama, ci fa capire che è unacosa davvero importante, accettiamo. E lavoriamo perquattro lunghissimi giorni senza guardare - come sem-pre - l'orologio. Un paio di stivali senza cuciture, rea-lizzate con morbidissima pelle di puledro, numero 43,solo dopo abbiamo capito che stavamo facendo le scar-

pe al Presidente degli Usa. Noiil nostro lavoro lo facciamosempre allo stesso modo: dallascarpa di 1500 pesos agli stiva-li che naturalmente costanoqualcosa in più».Grazie, di cuore. E compli-menti per l'italiano, lo parla-te fluentemente.

«Ovvio. Noi tre lo parliamosempre non perdere le nostreradici».

I tre fratelli Rago del calzaturificio Bisignano«Gli stivali di Bush l'abbiamo fatti con mani e cuore»

DIARIO URUGUADIARIO URUGUAYYANOANO

di Tdi Tonino Pintacudaonino Pintacuda

la gente d’italia Venerdì 23 Marzo 2007 17

F ilomena Narducci

è davvero una colon-

na del la col le t t ivi tà

i t a l i a n a

d e l l ' U r u g u a y .

Emigra t a due vo l t e

p r ima da l l a na t iva

M o n t e v i d e o

al l 'Argent ina e da l ì

a Milano in segui to

al la di t ta tura mil i ta-

re dopo i l golpe del

1973 . Torna ta qu i

f inalmente nel 1985,

con i l r i torno del la

Democrazia , sot to la

protezione del l 'Onu.

L'abbiamo incontrata

al la sede del patro-

na to Inas (Ca l l e

Vazquez 1484 -

11200 Montevideo) da le i s tessa inaugurato

con i l bagagl io d 'esper ienza accumula to a

Milano.

Scorrendo la scheda nel s i to del Minis tero

degl i Ester i scopriamo che - e le i s tessa ce lo

r i confe rma - a s egu i to de l l a ch iusu ra

de l l 'Un ive r s i t à impos ta da l gove rno u ru -

guayano nel 1973, inizia a lavorare a dician-

nove anni come impiegata in un ' industr ia far-

maceut ica .

Nel 1976 abbandona, per ragioni pol i t iche, i l

paese e s i r i fugia pr ima in Argent ina e poi ,

grazie a l l ' in tervento del l 'Onu, in I ta l ia dove

nel 1977 ot t iene un incar ico presso la Cis l di

Mi lano (pe r l avora re ne l l a Fede raz ione

Unitar ia CGIL-CISL-UIL del Giambel l ino) ed

Inas successivamente.

Nel 1985, con i l r i torno del la democrazia in

Uruguay, r ientra nel paese ed apre la sede del

Patronato Inas-Cisl assumendone l ' incar ico di

coordinatr ice del Sudamerica.

Tra le a t t ivi tà socio comunitar ie da segnalare

che nel 1991 Fi lomena Narducci viene elet ta

Consigl iere del Cgie ed è r ie le t ta nel 1998,

dove success ivamente r icopre la car ica d i

membro de l Comi ta to d i P res idenza pe r

l 'America Lat ina, essendo r ie le t ta successiva-

mente e a t tualmente mantienen l ' incar ico nel

Comi ta to d i

Presidenza.

Dal 1991 ininterrot-

tamente viene elet ta

c o n s i g l i e r e

Comi te s , e s sendo

ne l l e u l t ime due

elezioni la persona

con piú preferenze.

Ne l 2002 v iene

e le t t a Vice

Segretar io Generale

pe r l 'Amer ica

Lat ina del Cgie .

Ma ques t i da t i c i

d i cono poco ,

non ci t rasmet-

tono nessuna

emoz ione . Ho

avuto la for tuna

di sent i re i l rac-

conto del la dop-

pia emigrazione

d i F i lomena ,

c rede temi è

stato un momen-

to toccante .

S o p r a t t u t t o

quando mi ha

spiegato che nel

1985 l 'Uruguay

- dopo gl i anni

mi l anes i - g l i

sembrò inf ini ta-

mente piccolo. E

poi un aneddoto

commovente : la

matt ina del la par tenza da Buenos Aires l 'ac-

compagnarono al l 'aeroporto la madre e la sua

amica Ersi l ia , era i l 17 febbraio del 1977. I l

17 maggio del 1985 l 'hostess del l 'Aerol inas

Argent inas , che la r iportava a Montevideo per

i l r ientro era proprio Ersi l ia! Commenta la

s tessa Narducci : «Ersi l ia non la vedevo da

dodici anni , gr idò “Mena!” e a l lora ho capi to

che s i chiudeva un cerchio, i l mondo, i l mio

mondo era r imasto sospeso, anche se devo

dire che ho sempre lavorato per l 'Uruguay,

pure mentre ero a Milano. Quando in Cisl

m'hanno det to che avevo un anno per decidere

FILOMENANARDUCCI, COORDINATRICE NAZIONALE DELL'INAS-CISL

«Il passaporto è solo un titolo di viaggio»

la gente d’italiaVenerdì 23 Marzo 200718

se re s t a re a

Montevideo o r ipar-

t i re per l ' I ta l ia , non

ho avu to dubb i ,

sono r imasta».

Men t re pa r l a g l i

occh i d i F i lomena

sono chiar i e dolcis-

s imi , dietro le lent i

deg l i occh ia l e t t i

tondi che le incorni-

c i ano un v i so che

irradia cordial i tà .

La sua famig l ia

com'è arr iva ta in

Uruguay?

«Mio padre ,

Carmine , a r r ivava

dal Molise e lavora-

va, pr ima di t rasfe-

r i r is i a Montevideo

e lavorare in fabbri-

ca, come tant i a l t r i

immigra t i , come

spaccap ie t r e a Co lon ia de l Sac ramen to .

Aveva già tentato una vol ta di par t i re per

l 'Uruguay dove c´era giá mio nonno ma era

stato scar ta to . Mi raccontava del la croce di

gesso che gl i fecero sul la spal la , quel la croce

s ignif icava che poteva par t i re . Ho r iv is to

quel r i tuale nel bel l iss imo f i lm di Crialese

“Nuovomondo”, ho r ivis to la croce di gesso e

ho compreso ciò che quel gesto s ignif icava

per un emigrante . Mio padre ar r ivava da

Santa Maria del Molise , è morto mesi fa , a

ot tantaquat t ro anni , dopo sessantot to anni

d 'Uruguay. S i sposò con mia madre ,

Antoniet ta Bertone che vive in Uruguay da

cinquantot to anni e s iamo nat i noi : io , mio

fratel lo e mia sorel la»

Il vostro patronato è tra i più att ivi

«Secondo le ispezioni minis ter ia l i quasi i l

50% degl i ass is t i t i in Uruguay sono prat iche

avviate e segui te da noi . Nel 2002, l 'anno

del la “guerra dei passaport i” e del la grande

cr i s i , abb iamo co l labora to co l Conso la to ,

scegl iendo la s t rada opposta: invece di r ice-

vere le prat iche e s t i lare una graduator ia

abbiamo aperto le nostre porte e s iamo arr i-

vat i ad accogl iere s ino a 100 persone al gior-

no»

E i g iovan i de l la co l l e t t iv i tà i ta l iana?

Hanno raccolto l 'eredità degl i i l lustri pre-

decessori?

«Dobbiamo fare una dis t inzione t ra la pr ima

generazione di i ta l iani in Uruguay che soffr i -

va per i l d is tacco e ha tenacemente cercato di

costur i re qualcosa per i l futuro, r icreando un

gruppo che anche se non uniforme era acco-

munato dal le radici comuni con l ' I ta l ia . Oggi

la nuova generazione non s ta rea l izzando

molto per i l futuro di quel l i che verranno. Ed

è un vero peccato. Noi abbiamo del le inizia-

t ive r ivol te a i giovani come “Inas apre le

porte” e l 'avvio di cors i di l ingua i ta l iana

autogest i t i . Si r iuniscono e s i dividono le

spese v ive , compreso i l pagamen to de i

docent i . Ad esempio, sempre nel 2002, abbia-

mo raccol to duemila e duecento f i rme inviate

al Minis tero per l 'appl icazione dei dir i t t i .

Non era solo per i l passaporto. Lo dico sem-

pre: i l passsaporto non è che un t i tolo di

viaggio. Le radici con l ' I ta l ia sono r insaldate

anche e sopra t tu t to con la par tec ipazione

pol i t ica e lo s tudio del la l ingua i ta l iana».

Parliamo proprio del la l ingua.

«Sono soddisfat ta , l ' in teresse per l ' i ta l iano è

vi ta le e diffuso, anche se nessuno par la più

di quale sarà i l futuro del la nostra l ingua in

Uruguay. E' un tema cr i t ico, sarebbe un erro-

re imperdonabi le abrogarne l 'obbl igo, l ' in-

glese e i l por toghese servono per i l lavoro:

l ' inglese in tut to i l mondo e i l por toghese

perché s iamo nel Mercosur. Ma l ' i ta l iano à la

l ingua materna in un paese come questo dove

i l 50% ha ascendenza i ta l iana , t an to che

basta considerare l ' enorme r ichies ta per i

co r s i d ' i t a l i ano : da l l ' I s t i t u to i t a l i ano d i

Cu l tu ra , a i co r s i de l Cas iu (Cen t ro

Assis tenza Scolast ica I ta l ia Uruguay) , i cors i

del la Dante Alighier i , s ino ai cors i autogest i -

t i da ognuna del le

associazioni i ta l ia-

ne del l 'Uruguay».

In ques to Ra i

I n t e r n a t i o n a l

potrebbe e s sere

d'aiuto.

« C e r t a m e n t e .

Invece Ra i

In t e rna t iona l a

momenti è inguar-

dab i l e . Dovrebbe

cambia re , come

hanno det to , perf i -

no i l nome. Perché

“ I n t e r n a t i o n a l ” ?

Pe rché no Ra i

I t a l i a o Ra i

In t e rnaz iona le? I l

f i ne se t t imana

ol t re a l te legiorna-

le quot idiano è l 'u-

nico giorno in cui

po t r e i gua rda r l a

ma prefer isco guardare la tv spagnola , uru-

guayana o brasi l iana. Prendiamo i l gioco dei

pacchi che per ora c i propinano, che senso

ha? E ' un format che di i ta l iano non ha nul la .

A lmeno p r ima passavano I l Commissa r io

Montalbano! Invece di “Un posto al sole”

sarebbe meglio “La Squadra”. E soprat tut to

corsi di i ta l iano, dovrebbero r i t rasmetter l i

come facevano pr ima. Ho intenzione di moni-

torare la programmazione. Badaloni aveva

proposto interessant i modif iche nel pal inse-

s to e sopra t tu t to ha ch ies to l ' aus i l io de l

Cgie»

Cgie, Comites e Parlamentari e lett i nel le

c i rcoscr iz ion i e s tere . C i sp iega ques ta

triangolazione?

«Dobbiamo r ipensare i l Cgie , per ora è s ta to

un inter locutore del la nostre col le t t ivi tá con

i l Par lamento ed i l governo. . Ora che ci sono

i par lamentar i e le t t i nel le c i rcoscr iz ioni es te-

re va r ipensato i l suo ruolo di c inghia di t ra-

smissione, d i raccordo t ra i Comites ed i

Par lamentar i . Va ridisegnato Anche se biso-

gna sot tol ineare che le pr ime proposte dei

par lamentar i e le t t i a l l 'es tero sono s ta te f rut to

del bagagl io s tor ico del Cgie , la nostra ere-

di tà . Ma r ipeto i l ruolo va r ipensato e aggior-

na to . La Confe renza de i r appresen tan t i

de l l 'Amer ica La t ina ha lavora to anche in

questo senso».

Come sempre, hasta luego!

la gente d’italia Venerdì 23 Marzo 2007 19

Giornalisti coraggiosiDaniele Mastrogiacomo è solo

l'ultimo di una lunga serie di co-

raggiosissimi giornalisti che ri-

schiano quotidianamente la vita

per confermare quello che scrisse

George Orwell, l'autore di 1984, il

padre del “Grande Fratello” pri-

ma che lo annacquassero con l'o-

monimo reality: “La vera libertà

di stampa è dire alla gente ciò che

la gente non vorrebbe sentirsi di-

re”.Lavoro scomodo, rischioso,

terribilmente affascinante: dietro

anche il più breve dei lanci d'a-

genzia c'è un uomo o una donna

che crede davvero in quello che

fa.Ricordate Superman? L'al ter

ego dell'Uomo d'Acciaio - Clark

Kent - decise di fare proprio i l

giornalista per avere un angolo

privi legiato da cui osservare i l

mondo. Dal la sua scr ivania d i

cronista del Daily Planet poteva

prontamente intervenire. Dietro la

citazione del mondo dei fumetti c'è

un'infinita verità: i giornalisti so-

no sempre in prima linea, rischia-

no quot idianamente la vi ta per

realizzare i l quotidiano, quello

che Hegel chiamò “la preghiera

del laico”.Questa settimana Mau-

ra Gancitano ci racconta di due

“giornalisti coraggiosi”: il gran-

dissimo uruguayano Eduardo Ga-

leano e il napoletano Roberto Sa-

v iano , cos t re t to a v ivere so t to

scorta dopo il successo del suo

“Gomorra”, un libro-denuncia vi-

vo, vero e vitale.Costantino Simo-

nelli ci strappa un amaro sorriso

con una lettera aperta proprio a

Daniele Mastrogiacomo, una pro-

vocazione per non far dimentica-

re l'afflato di solidarietà che si re-

spirava in Italia nei giorni del se-

questro.

D a qualche set-t imana s i t rova int u t t e l e l i b r e r i ed ' I ta l ia , ne l ban-c o d e l l e n o v i t à .Ch i non conoscei l suo autore po-t r e b b e p e n s a r eche s i t ra t t i d i unl i b r o a p p e n ascr i t to . In real tà ,nonostante sia an-cora oggi un testodi grande impor-t a n z a , “ L e v e n ea p e r t e d e l -l 'AmericaLa t ina” , ca -p o l a v o r o d iEduardo Ga-leano da po-co r is tampa-t o d a S p e r -l i n g e K u p -fer, uscì nel1971 , p r imaancora del led i t t a t u r e d iP i n o c h e t eVi d e l a . S it ra t ta di unapoderosa ac-

cusa de l lo s f ru t tamento de l -l 'America Lat ina da par te d ipoter i s t ran ier i a par t i re da lXV secolo ai giorni nostr i .U N L I B R O P E R I C O L O S OFu considerato un l ibro per i-coloso, che frut tò al suo auto-re una notorietà internaziona-le , d i cu i gode ancora oggi ,

ma che lo costr inse a fuggire pr imadal l 'Uruguay e poi dal l 'Argent ina,per t rovare inf ine r i fugio in Spa-gna. Un l ibro scr i t to senza paura,c o l c o r a g g i o p r o p r i o s o l o d i c h iama la ver i tà e che, per la propriaterra e i l proprio popolo, è dispostoa r inunciare a l la l iber tà .LAPREFAZIONE DI ISABELALLENDE

L e g g i a m o d a l l a p r e f a z i o n e d iIsabel Allende: “Galeano denun-cia lo sfrut tamento con inf less i-bi le ferocia , eppure i l suo l ibroè quasi poet ico nel le descr izioniche dà del la sol idar ie tà e del lacapaci tà umana di sopravvivereal le più atroci depredazioni . C 'èuna forza mis ter iosa nel la nar-razione di Galeano. Usa la suaar te per introdursi nel la pr ivacydel la mente del le t tore , persua-derlo a leggere e continuare f inoal la f ine, a soccombere al fasci-no del la sua scr i t tura e a l vigo-re del suo ideal ismo. [ . . . ] Le ve-ne aperte del l 'America Lat ina èun invi to a esplorare dietro l 'ap-parenza. Le grandi opere le t te-ra r ie come ques ta svegl iano lacoscienza, r iuniscono le perso-ne , in te rpre tano , sp iegano, de-nunciano, documentano e provo-cano cambiamenti" .

L O S T I L E D I G A L E A N O T R AGIORNALISMO E NARRATIVAUna grande opera letteraria, quindi,o l t r e che g io rna l i s t i ca . In ques tomodo il giornalista uruguayano cer-ca d i r i svegl iare le cosc ienze de ilatinoamericani, anche di quelli chenon hanno una grande cul tura , che

Galeano e SavianoLe vene aperte del Sud

a cura di Ta cura di Tonino Pintacudaonino Pintacuda

di Maura Gancitanodi Maura Gancitano

Quelli che lavorano hanno paura di perdere illavoro.Quelli che non lavorano hanno paura di non tro-vare mai lavoro.Gli automobilisti hanno paura di camminare e ipedoni hanno paura di essere investiti.La democrazia ha paura di ricordare e il lin-guaggio ha paura di dire.I civili hanno paura dei militari, i militari han-no paura della mancanza di armi, le armi han-no paura della mancanza di guerre.E' il tempo della paura.Paura da parte della donna della violenza del-l'uomo e paura da parte dell'uomo della donnasenza paura.Paura dei ladri, paura della polizia.Paura della porta non chiusa a chiave, del tem-po senza orologi, del bambino senza televisione,paura della notte senza pastiglie per dormire epaura del giorno senza pastiglie per stare sve-gli.Paura della moltitudine, paura della solitudine,paura di ciò che fu e di ciò che potrà essere, pau-ra di morire, paura di vivere.(Tratto da "Le labbra del Tempo" di EduardoGaleano - Sperling & Kupfer)

LAPAURAGLOBALE(ELMIEDO GLOBAL)

di Maura Gancitanodi Maura Gancitano

CULTURA

la gente d’italiaVenerdì 23 Marzo 200720

non sono abi tua te a documentars isui problemi del proprio paese.

GALEANO: RARO ESEMPIO DI INTELLETTUALE

Q u e l l o d i G a l e a n o p e r l ' A m e r i c aLatina è un amore incondizionato, ècome se gr idasse “Svegl ia tevi!” a isuoi abi tant i , ma al lo s tesso tempoprovasse una grande compass ioneper loro, e una grande ammirazioneper la loro capaci tà di andare avan-t i nonostante tut to . Un sent imento,questo, proprio di tut t i i popol i delSud.IL CASO DI ROBERTO SAVIANOParlando di Galeano, viene subi toin mente un al t ro caso, che qualchemese fa ha r iempito i giornal i i ta-l iani . Nel suo l ibro d 'esordio, “Go-morra”, i l g iovaniss imo giornal is tad i Napol i Rober to Saviano ha in-fat t i par la to di vicende camorr is t i -che. Per questo motivo, i l suo l ibroè sta to considerato per icoloso da-gl i s tess i camorr is t i , che hanno mi-nacciato i l g iornal is ta e portato i lMinis t ro del l ' Interno a concedergl iuna scor ta . Anche in questo caso,s i t ra t ta di un l ibro che cerca e cheriesce a r isvegliare le coscienze. Lohanno le t to i ragazzini dei quart ie-r i del la perifer ia di Napoli , che nonavevano mai tenuto un l ibro in ma-no, è s ta to le t to nel le scuole di tut-to i l Sud I ta l ia , che soffre dei me-des imi p rob lemi , lo hanno le t to ir agazz i de l Nord , cos ì lon tan i dauna real tà come quel la napoletana.

IL CORAGGIO DI RACCONTARE LA VERITA'

È forse questo, più di ogni a l t ra co-sa , che unisce le f igure di Galeanoe Saviano e fa di “Le vene apertedel l 'America Lat ina” e di “Gomor-ra” due libri importanti: la voglia diver i tà , i l coraggio d i raccontar la ,l 'amore per i l proprio paese ma, so-prat tut to, la capacità di svegliare lecoscienze.

E duardo GaleanoEduardo Germán Hughes Galeano, è nato a Monte-video i l 3 set tembre del 1940. A 14 anni cominciaa lavorare come vignet t is ta e , qualche tempo dopoa pubbl icare art icol i . Come molt i scr i t tor i suda-mericani , prima di approdare al la fama, fa un po'di tut to: i l cassiere, l 'operaio in una fabbrica di in-set t ic ida, . Diventa poi redat tore capo del la r iv is taMarcha, al la quale col laborava anche Mario Be-nedet t i e nel 1964 Galeano è diret tore del quot i-diano Epoca. Nel 1971 pubbl ica “Le vene apertedel l 'America Lat ina”, un'opera fondamentale percapire le amarezze e le traversie del continente sud-amer icano , da sempre i l “cor t i le d i casa” degl iStat i Unit i . L 'opera viene tradot ta in diciot to l in-gue e frut ta al l 'autore la notorietà internazionale .Nel 1973, dopo i l golpe, deve fuggire; trova r ipa-ro in Argent ina, dove fonda e dir ige una r iv is ta ,Cris is , che raggiunge una vast iss ima di f fusione e acui col labora fra gl i al tr i i l poeta Juan Gelman.Quando nel 1975 Jorge Videla restaura la di t tatu-ra nel Paese, Galeano, messo sul le l is te nere, deveriparare in Spagna, una Spagna che s i apprestavaa diventare democratica; l ì col labora a riviste spa-gnole , con uan radio tedesca e una canale te levis i-vo messicano. In Spagna scrisse “Giorni e not t i d iamore e di guerra” sui di f f ic i l i g iorni in Argent i -na e Uruguay e cominciò i l cammino che lo porteràa scrivere “Memoria del fuoco”, una tr i logia com-posta e pubbl icata fra i l 1982 e i l 1986, un esau-st ivo af fresco del la s toria lat ino-americana dal l 'e-poca precolombiana ai nostr i giorni . Nel 1985, ca-duta la di t tatura, Eduardo Galeano può f inalmen-te tornare in patr ia e nel 1988 pubbl ica “Il l ibrodegl i abbracci” , un 'opera p iù so t t i le e in t imis tadel la precedente . Seguono i l ibri “Parole in cam-mino” (1993) , “Splendori e miserie del gioco delcalcio” (1995), “A testa in giù - la scuola del mon-do al la rovescia” (1998) , con i qual i l 'autore con-t inua la sua appassionata lot ta per un mondo sen-za più ingiust iz ie e sperequazioni , fra popoli e per-sone che hanno tut to e molto più di tut to e quel l iche non hanno nemmeno l 'essenziale . Fa eccezione“Splendori e miserie del gioco del calcio”, in cuiGaleano, che da piccolo voleva diventare calciato-re (e santo) , entra a far parte di quel la schiera dinarratori che hanno poet izzato e esal tato in le t te-ratura il gioco del calcio. Nel 1999 è stato insignitodel Premio per la l iber tà cul turale del la Fonda-zione Lannan.

Roberto SavianoRoberto Saviano (Napoli , 1979) , scri t tore i tal iano.Nei suoi scri t t i , ar t icol i e nel suo l ibro usa la le t -teratura e i l reportage giornal is t ico per racconta-re la real tà economica, d i terr i tor io e d ' impresadel la Camorra e del la cr iminal i tà organizzata ingenere. Si è laureato in Filosofia al l 'Universi tà de-gl i Studi di Napol i "Federico II" , dove è s tato al-l ievo del lo s torico meridional is ta Francesco Bar-bagal lo . Fa par te de l gruppo d i r icercator i de l -l 'Osservatorio sul la Camorra e l ' I l legal i tà e col la-bora con L'Espresso. Suoi raccont i e reportage so-no apparsi su Nuovi Argomenti , Lo Straniero, Na-zione Indiana, Sud, e s i trovano inclusi in diverseantologie fra cui Best Off . I l megl io del le r iv is tele t terarie i tal iane (Minimum Fax 2005) , e Napol icomincia a Scampia (L 'Ancora del Medi terraneo2005) . Nel 2006 per i l romanzo Gomorra gl i v ienericonosciuto i l Premio Viareggio, i l Premio Gian-carlo Siani e i l Premio Stephen Dedalus. I l ministrodel l ' in terno Giul iano Amato gl i ha confer i to unascorta e lo ha cautelat ivamente portato lontano daNapoli . Gomorra di Roberto Saviano diventerà unf i lm con la regia di Matteo Garrone.

BIOGRAFIE

la gente d’italia Venerdì 23 Marzo 2007 21

Caro Mastrogiacomo, per favore, tornatene in AfghanistanM a non da giornal is ta

d ' a ssa l to , eh… c i man-

cherebbe al t ro . No, pro-

prio da rapito, questo in-

tendo. Riavvolgi t i i l na-

s t r o d i q u e s t i u l t i m i

qu ind i c i g io rn i , manda

i n d i e t r o l a m o v i o l a e

torna tene da i tuoi ta le-

bani .Che, non so se sarà

meglio per te , ma di s i -

curo è megl io pe r tu t t i

g l i a l t r i , a c o n t i f a t t i ,

per la nazione intera .

D ' a l t r a p a r t e , s i c c o m e

giornal is ta sei e sai ca-

pire come vanno queste

cose, lo hai vis to anche

tu quel lo che è succes-

so.

D u r a n t e i g i o r n i d e l l a

tua pr igionia , i l bel pae-

se tut to s 'è infervorato di sdegno e di umana

pietà per i l tuo caso.

Si è r ispolverato e r imesso a lucido i l carroz-

zone - già purtroppo ben sper imentato e car ico

di “dejà vù” - del la commedia del l 'ar te a l l ' i ta-

l iana e s i è a l les t i to e mandato in onda e nel le

piazze lo spet tacolo del “Liberatelo”.

Popolo, pol i t ica e mass media a gr idare pr ima

e a confabulare a bassa voce poi (c i sono i tem-

pi del la protesta , poi quel l i del la mediazione e

poi quel l i del la t ra t ta t iva in dir i t tura d 'arr ivo,

del “ssst t t t , s i lenzio, sennò sul più bel lo va tut-

to a put tane”; i l buon copione è sempre lo s tes-

so) tut t i concordi verso la meta comune. Una

sorta di miracolo che pacifica la nazione con di-

sposi t ivo a t imer e che va in funzione, pare, so -

lo in due occasioni nel nostro paese: quando,

appunto, s i rapisce un ci t tadino in terr i tor io di

guerra e quando si vincono i mondial i di calcio.

Quando sei s ta to l iberato, tut t i volevano par la-

re con te, abbracciart i , magari solo toccart i , co-

me se piut tosto che un miracolato, tu fossi un

miracoloso, cioè, in qualche modo possessore di

poter i magici .

Cur iosa la pr ima fo to d i te l ibero che hanno

mandato le agenzie . Appari con turbante e saio

talebano e mentre quel la scimmia umanitar ia di

Gino S t rada t i s i aggrappa a l co l lo in segno

d'affet to , tu in una mano hai la s igaret ta acce-

sa e col l ' a l t ra t ieni i l te lefonino at taccato al-

l 'orecchio. Esemplarmente ibr ido come appari-

vi in questa pr ima immagine, pareva che Dio e

Allah insieme s tessero benedicendo la tua l ibe-

razione.

E, per la ver i tà , per t re o quat t ro ore d 'orologio

anche l ' I ta l ia intera l 'ha benedet ta .

Ma già col ca lar del la sera , a l l 'ora che è dei

“Matr ix” e dei “Porta a porta” dal le pol t rone

succedanee di quel le par lamentar i (o è i l con-

t rar io?) gl i oracol i del tu t to va bene e quel l i

del tut to va male cominciavano a sferruzzare le

loro t rame fat te di dubbi e di dis t inguo.

E la eco degli oracoli , i l giorno dopo su tut t i gl i

organi di informazione, in tutt i i talk show smu-

tandat i ma con cravat ta ed orologio da benpen-

sant i , e poi , naturale dest ino d 'un f iume in pie-

na che t racima, nei bar e per la s t rada.

“Ma quanto ci è costato? Cinque ta lebani l ibe-

rat i… uno, poi … un maledet to assassino”.

Gasparr i l 'ha det ta giusta , noi abbiamo pagato

soldi le a l t re vol te , ma mai che abbiamo fat to

l iberare assass in i . E D'Alema, sempre mezzo

st izz i to e mezzo condiscendente con la Rice ,

che porta avant i la tes i che più gl i rompiamo i

cogl ion i e p iù s iamo amic i deg l i Amer ican i?

Massì , noi i ta l iani , d ic iamocelo, s iamo i sol i t i

t raff iconi , e pure melodrammatici ; vedi se t ra t-

tano gl i a l t r i , la Merkel ; quel la s ì che ha i l pol-

so fermo, e è donna, ma non per niente è tede-

sca. E ' chiaro che di questo passo, quel l i , quan-

do vogl iono ot tenere qualcosa … è chiaro che

chi rapiscono… un i ta l iano. Ma tu hai vis to i

nostr i servizi segret i? N' servono a un cazzo!

Messi da par te . I l minis tero degl i es ter i da noi

è Emergency ed ha vogl ia Mortadel la a pren-

dersi i meri t i… se non c 'era Gino Strada. Quel-

lo po i , meno male che

s foga l ì l e sue r abb ie ,

che è ut i le . Se s tesse in

I ta l ia , incendierebbe le

auto di lusso al le mani-

festazioni .

Oh, ma t i rendi conto…

è un fat to proprio uma-

n i ta r io… de i t re rap i t i

l 'unico che s 'è salvato è

i l g io rna l i s t a i t a l i ano ;

c h e d i s c r i m i n a z i o n e è

q u e s t a ? G l i a l t r i d u e

non sono pure loro f igl i

di mamma? Poi dice la

s inis t ra ugual i tar ia . .”

C a p i t o , D a n i e l e ? ! T u

adesso che se i t o rna to

h a i r i a b b r a c c i a t o m o -

gl ie , f igl i , amici , cono-

scenti , le massime auto-

r i tà del lo s ta to . Hai ab-

b racc i a to anche que l l i

che non t i sarest i sognato di abbracciare mai in

tu t ta la tua v i ta e mai avres t i abbracc ia to se

non fossi s ta to così cur ioso e s t ronzo da anda-

re dove è chiaro che t i potevano prendere e cu-

cinar t i a dovere in un r icat to di portata mon-

diale .

Non so quanto tu , anche lontanamente , t i s ia

sent i to eroe mentre facevi i l tuo mest iere . Non

so neppure se nei giorni del la pr igionia , quel l i

del l ' incer tezza hai pensato che potevi s tar di-

ventando un e roe o , a lmeno, punto d i r i fe r i -

mento d 'una nazione.

Io penso che, almeno nei nostri tempi e nella lo-

ro frenetica approssimazione di significato, esi-

s tono due t ipi di eroi . Quel l i a tempo e quel l i

immortali . Quell i immortali bisogna che muoia-

no. Da vivi , sono a scadenza, come una confe-

zione di la t te f resco . E i l la t te f resco, dopo la

scadenza, fa acido.

Perciò, se tu t i decidi di r iavvolgere i l nastro e

torni dai Talebani , io credo che quest i , avran-

no tutti i difetti del mondo (dai, chiamiamoli di-

fetti) ma sono meno chiacchieroni di noi i taliani

e vi ta e un po ' di duraturo r ispet to non te lo ne-

gheranno.

A noi , per favore, lasciaci l iberamente concen-

trare sul la quest ione del le foto di Sircana.

Che poi, sai, le morti civili , in questa nostra Ita-

l ia a t t izzano la gente come si fosse ancora al

Colosseo, a i tempi dei Romani , lo sbranamen-

to cieco dei leoni .

di Costantino Simonellidi Costantino Simonelli

la gente d’italia Lunedì 26 Marzo 2007 5

Leggo e rileggo la scheda nel catalogo d'arte“Conozcamos forjadores del Uruguay” ma nonci credo che Nello Calandra è nato il 4 settembredel lontanissimo 1929, lo stesso anno del venerdìnero della Borsa di Wall Street che diede avvioalla Grande Depressione.Questo siciliano arrivato qui il 15 agosto del 1951dalla natia Sicilia, ha speso una parte della suaaffascinante vita a fare ancora più belle le donnedi Montevideo che prenotavano con almeno unmese d'anticipo le forbici di Nello e suo fratelloPippo.Ma questo è ormai alle spalle di questo energico,dinamico e giovane settantasettenne d'assalto cheha dedicato la sua strepitosa terza età all'arte conrisultati strabilianti.SANT'IGNAZIO Il vostro cronista di Gented'Italia l'ha incontrato nel suo atelier. E, lasciate-melo dire, in quel paradiso di tele e pennelli sonorimasto folgoratodalla bellezza cheirradia ilSant'Ignazio diLoyola, realizzatoda Nello in seguitoalla richiesta diPadre Tuya dellaParrocchia Rasselly Rius per il cinque-centesimo anniver-sario della nascitadel fondatore dellaCompagnia diGesù.Io con i Gesuiti cisono cresciuto,nella villa SanCataldo della miaBagheria, la cittàdelle ville a tredicichilometri daPalermo. E di ritrat-ti di Sant'Ignazio ne avrò ammirati almeno uncentinaio ma mai uno così soave e al tempo stes-so solenne.POESIAIN PITTURALo stesso Nello ci spiegal'origine del ritratto: «Il parroco Tuya, che ha spo-

sato due deimiei figli, nel1996 inoccasionedei cinque-cento annidalla nascitad iSant'Ignaziomi chiese direalizzare unritratto delSanto. Lessie rilessi lavita di

Sant'Ignazio e avevo già rifinito un ritratto chericalcava l'impianto iconico tradizionale. Ma nonmi convinceva. Poi la svolta, guardando e riguar-dando la riproduzione di una statua diSant'Ignazio. Ho cercato di addentrarmi nel per-

sonaggio. Spero d'esserci riuscito».Ma il ritratto di Sant'Ignazio è in buona compa-gnia: tutta una serie di tele accarezzano un mondometafisico con mandolini che danzano con limo-ni deformati, un ritratto del celeberrimo Charlotcon il monello, barche e volti in un azzurro cheincanta.LA FONTE DELL'ETERNA GIOVINEZZANon ho potuto evitare di chiedere a Nello il segre-to della sua “eterna giovinezza”.«Da sempre hogiocato a tennis per il corpo e a scacchi per lamente. E cerco di tenermi in allenamento conlunghe passeggiate serali lungo la Rambla diMontevideo. Non fumo. Mangio poco e ognimomento è buono per un esercizio fisico: perfinodopo la doccia mattutina cerco di rendere prolifi-co il rito dell'asciugatura piegandomi sulle ginoc-chia e frizionandomi le gambe in un beneficomassaggio. Poi ho realizzato una corda per salta-re nella stanza da bagno, serie da cinquanta sal-

telli che mantengono flessibili le articolazioni. Houna mia teoria sulla forma fisica»Ce la spiega?«Certamente. Il trenta per cento della nostra vitaè segnato dal patrimonio genetico ma abbiamoun buon settanta per cento di cui gli unici respon-sabili siamo noi. Tutti i movimenti sbagliati chefacciamo durante la giornata nel corso degli annipossono danneggiare seriamente la nostra spinadorsale. Basta un minimo d'attenzione e trasfor-mare alcuni semplici accorgimenti nella posturain piacevoli abitudini»Con la bella storia di questo arzillo pittore settan-tasettenne che fu famosissimo parrucchiere emembro attivo dell'”Orden del Cabellero delCoiffure” con tanto di medaglia d'onore e titolo diCommendatore, vi dico, come sempre, hastaluego

Il nuovo mondo di Nello CalandraAddio alle forbici per tele e pennelli

DIARIO URUGUADIARIO URUGUAYYANOANO

di Tdi Tonino Pintacudaonino Pintacuda

la gente d’italiaMercoledì 28 Marzo 20076

Nel suo libro di memorie “Recuerdos y Cronicas deAntaño”, il cronista uruguayano Romulo F. Ross narra lastoria di Martin Ferreri, un bambino italiano arrivato dapoco a Canelones che si rifiutava di ripetere il sillabariocon il quale si cercava di insegnare l'alfabeto. La spiega-zione era semplice: nel “Colegio de las Franco” l'alfabe-to era una monotona ripetizione della lettere a cui si pre-metteva per rinsaldare la morale il nome di Cristo:«Cristo A, Cristo B, Cristo C...». Il rifiuto del giovanissi-mo immigrato era ovviamente dovuto alla formazionereligiosa familiare, tanto che la maestra dovette spiegarealla maestra che in italiano l'interiezione “Cristo!” equi-vale a una bestemmia, per aver nominato invano il nomedel Redentore.In questo mirabile aneddoto si ritrova in filigrana tutta lasemplice devozione degli italiani arrivati in Uruguay allafine dell'Ottocento.Subito seguiti da esponenti di vari ordini religiosi per«mantener viva nel cuore degli italiani la fede cattolica econ esso il sentimento di nazionalità e l'affetto verso lamadre patria», come recitava il motto della Società diprotettorato dell'emigrazione.Soprattutto va considerato - come nota lo storico CarlosZubillaga nel suo saggio “Religiosità, devozione popola-re e immigrazione italiana in Uruguay” - “il carattereportuale della capitale dello stato, Montevideo, portad'ingresso delle nuove correnti demografiche e delle ideedi cui erano portatrici, esso contribuì a sumare l'inciden-za della chiesa cattolica, dal momento che già negli anniquaranta del secolo XIX fu fondato un tempio anglicano,a sottolineare la forte presenza degli interessi britannicinell'economia e nella politica del paese”. Ciò nulla togliealle intuizioni del primo vescovo di Montevideo, JacintoVera, che compresel'importanza dell'apostolato nellecampagne, a discapito della sempre più laica capitale.Ed eccoci al punto focale: il legame strettissimo che pro-prio in quegli anni legò l'anticlericalismo al lento proces-so dell'unificazione italiana. La storia da sempre restamaestra di vita: ecco che intravediamo l'attualità delladiscussione sui Dico. Quasi nulla è cambiato ma moltietichettano come ingerenze le belle parole sulla famigliapronunciate di recente dal Papa Benedetto XVI. Ritorniamo al passato. Molti sacerdoti italiani arrivaronoa Montevideo per un semplice dato oggettivo: la sovrab-bondanza di religiosi in Italia e l'assenza in Uruguay.Sino ad arrivare al caso esemplare - raccontato sempre daCarlos Zubillaga - di otto sacerdoti uniti da vincoli diparentela, catena migratoria inaugurata da AntoninoD'Elia, parroco del Reducto a Montevideo. E poi CataldoD'Elia, Antonino D'Elia il giovane, Vincenzo D'Elia,Giuseppe Antonio Vincenzo D'Elia, Raffaele Falce eAntonino Falce. Muniti di buona volontà, questi santi uomini cozzaronocontro l'ostacolo lingui-stico. Leggiamo nel sag-gio citato: “l'ignoranzadello spagnolo inibì unrapido inserimento nellasocietà uruguayana,soprattutto nelle parroc-chie di campagna o inaree cittadine ad alta con-centrazione di creoliurbani”.Per completezza storicariportiamo il caso del

viceparroco della cattedrale di Montevideo, padreGuarratelli, che parlava in genovese stretto e faceva rab-brividire la chiesa con i suoi “orremus” (sic!) e il parro-co del Reducto, Juana Bautista Cuneo che i pronunciavai suoi sermoni per metà in napoletano e per metà in cat-tivo spagnolo.Commuove la semplicità di questi santi uomini, partiti“alla garibaldina”, certi del sostegno della religiositàsemplice degli italiani sbarcati sulle rive del Rio de laPlata, fatta di quei catechismi semplici e devotamenteingenui. Con tutte quelle preghiere ad hoc che aiutano avivere meglio, non è un caso se la Madonna scelse diapparire nella grotta di Lourdes alla pastorellaBernadette.

Per i nostri lettori offriamo una meditazione per laSettimana Santa. Un testo giovanile di PapaBenedetto XVI che parla dell'angoscia profonda insi-ta nell'animo umano, ma anche della Grazia risana-trice dell'Amore.

****Se un bambino si dovesse avventurare da solo nella nottebuia attraverso un bosco, avrebbe paura anche se gli sidimostrasse centinaia di volte che non ci sarebbe alcunpericolo. Egli non ha paura di qualcosa di determinato, acui si può dare un nome, ma nel buio sperimenta l'insi-curezza, la condizione di orfano, il carattere sinistro del-l'esistenza in sé. Solo una voce umana potrebbe conso-larlo, solo la mano di una persona cara potrebbe cacciarevia come un brutto sogno l'angoscia. Si dà un'angoscia -quella vera, annidata nelle profondità delle nostre solitu-dini - che non può essere superata mediante la ragione,ma solo con la presenza di una persona che ci ama.Quest'angoscia infatti non ha un oggetto a cui si possadare un nome, ma è solo l'espressione terribile dellanostra solitudine ultima. Chi non ha sentito la sensazionespaventosa di questa condizione di abbandono? Chi nonavvertirebbe il miracolo santo e consolatore suscitato inquesti frangenti da una parola di affetto? Laddove però siha una solitudine tale che non puòessere più raggiunta dalla parola trasformatrice dell'amo-re, allora noi parliamo di inferno. E noi sappiamo che

non pochi uomini del nostro tempo,apparentemente così ottimistico,sono dell'avviso che ogni incontrorimane in superficie, che nessunuomo ha accesso all'ultima e veraprofondità dell'altro e che quindi nelfondo ultimo di ogni esistenza giacela disperazione, anzi l'inferno. Jean-Paul Sartre ha espresso questo prati-camente in un suo dramma e nellostesso tempo ha esposto il nucleodella sua dottrina sull'uomo. Unacosa è certa: si dà una notte nel cui

buio non penetra alcuna parola di conforto, una porta chenoi dobbiamo oltrepassare in solitudine assoluta: la portadella morte. Tutta l'angoscia di questo mondo è in ultimaanalisi l'angoscia provocata da questa solitudine. Perquesto motivo nel Vecchio Testamento il termine perindicare il regno dei morti era identico a quello con cui siindicava l'inferno:sheol. La morte infatti è solitudine assoluta. Ma quellasolitudine che non può essere più illuminata dall'amore,che è talmente profonda che l'amore non può più accede-re ad essa, è l'inferno."Disceso all'inferno" - questa confessione del Sabatosanto sta asignificare che Cristo ha oltrepassato la porta della soli-tudine, che è disceso nel fondo irraggiungibile ed insu-perabile della nostra condizione di solitudine. Questo staa significare però che anche nella notte estrema nellaquale non penetra alcuna parola, nella quale noi tuttisiamo come bambini cacciati via, piangenti, si dà unavoce che ci chiama, una mano che ci prende e ci condu-ce. La solitudine insuperabile dell'uomo è stata superatadal momento che Egli si è trovato in essa. L'inferno èstato vinto dal momento in cui l'amore è anche entratonella regione della morte e la terra di nessuno della soli-tudine è stata abitata da Lui: nella sua profondità l'uomonon vive di pane, ma nell'autenticità del suo essere eglivive per il fatto che è amato e gli è permesso di amare.Nessuno può misurare in ultima analisi la portata di que-ste parole: "disceso all'inferno". Ma se qualche volta ci èdato di avvicinarci all'ora della nostra solitudine ultima,ci sarà permesso di comprendere qualcosa della grandechiarezza di questo mistero buio. Nella certezza speranteche in quell'ora di estrema solitudine non saremo soli,possiamo già adessopresagire qualcosa di quello che avverrà. Ed in mezzoalla nostra protesta contro il buio della morte di Diocominciamo a diventare grati per la luce che viene a noiproprio da questo buio.

Joseph RATZINGER, «Sabato santo», in Karl RAH-NER - Joseph RATZINGER, Settimana santa,

Brescia, Queriniana, 1999(V edizione), 78-79.L'edizione originale delloscritto è: Joseph RATZIN-GER, Meditationen zurKarwoche, Freising,Kyrios Verlag, 1969.

La bella e semplice fede dei primi italiani in Uruguayper mantenere vivo l'affetto verso la madre Patria

DIARIO URUGUADIARIO URUGUAYYANOANO

di Tdi Tonino Pintacudaonino Pintacuda

Luciano Neri parlerà del Partito Democratico domani sera alle 20,30 alla Casa degli ItalianiLuciano Neri, consigliere politico del ViceMinistro Danieli, Vice coordinatore delDipartimento italiani nel mondo della Margherita,e consigliere del Cgie, parlerà del PartitoDemocratico ai connazionali in

Uruguay.L'appuntamento è fissato per domanisera, 29 marzo, alle 20.30 nella Casa degliItaliani di Montevideo per un incontro che si svol-gerà sotto lo slogan "La Margherita incontra lacomunità"

la gente d’italiaLunedì 2 Aprile 20074

C e n t o v e n t i q u a t t r o c i c l i s t i

c o r r e r a n n o s i n o a l l a d o m e n i c a

d i P a s q u a p e r c o r r e n d o i n t o t a -

l e 1 4 1 5 c h i l o m e t r i d i v i s i i n

d i e c i t a p p e c h e a b b r a c c e r a n n o

l ' i n t e r o p a e s e e i s u o i 1 9

D i p a r t i m e n t i . È

l a “ Vu e l t a d e l

U r u g u a y ” , l a

p i ù a n t i c a d e l l e

c o m p e t i z i o n i

c i c l i s t i c h e d i

t u t t o i l

S u d a m e r i c a . L a

p r i m a e d i z i o n e

r i s a l e a l 1 9 3 9 e

f u v i n t a d a

D a q u e s t ' a n n o

p e r a u m e n t a r e i l l i v e l l o d e l l a

p r e s t a z i o n e e l ' a t t e n z i o n e d e l

c o n t i n e n t e , o g n i s q u a d r a p o t r à

a c c o g l i e r e u n c o r r i d o r e n o n

u r u g u a y a n o . L ' a l l e n a m e n t o

d u r a d a u n a n n o p e r r i u s c i r e a

i n d o s s a r e l ' a g o g n a t a m a g l i a

o r o d e l l ' u l t i m a t a p p a , c o n l a

f i n a l i s s i m a c h e s i s v o l g e r à

d o m e n i c a 8 a p r i l e n e l

Ve l o d r o m o M u n i c i p a l e d i

M o n t e v i d e o .

A l l a p a r t e n z a i p r o n o s t i c i

d a v a n o p e r f a v o -

r i t o l ' a r g e n t i n o

G u i l l e r m o B r u n e t t a , t r i o n f a t o -

r e d e l l ' e d i z i o n e p r e c e d e n t e .

A l t r i p a p a b i l i s o n o l ' u r u g u a y a -

n o M i l t o n Wy n a n t s , m e d a g l i a

d ' a r g e n t o a S i d n e y 2 0 0 0 p e r l a

p r o v a s u p i s t a , e i l c u b a n o

D a n i e l F u e n t e s d e l c l u b C r u z

A z u l

L e t a p p e

- P r i m a : C a n e l o n e s y D u r a z n o

( 1 4 2 k m ) _ - S e c o n d a : D u r a z n o

- P a s o d e l o s To r o s ( 1 5 2 k m )

_ - Te r z a : P a s o d e l o s To r o s -

Ta c u a r e m b ó ( 1 4 3 k m )

_ - Q u a r t a : Ta c u a r e m b ó

- S a l t o ( 1 8 2 k m ) _ -

Q u i n t a : S a l t o -

P a y s a n d ú ( 11 8 k m ) _ -

S e s t a : P a y s a n d ú - F r a y

B e n t o s ( 1 1 8 k m ) ;

_ “ c o n t r a r r e l o j ” F r a y

B e n t o s - M e r c e d e s ( 3 0

k m ) _ - S e t t i m a :

M e r c e d e s - C a r m e l o

( 1 5 8 k m ) _ - O t t a v a :

C a r m e l o - S a n J o s é

( 1 6 3 k m ) _ - N o n a : S a n

J o s é - Tr i n i d a d ( 1 3 0 k m )

_ - D e c i m a : S a r a n d í

G r a n d e - M o n t e v i d e o

( 1 5 5 k m ) .

C l a s s i f i c a g e n e r a l e

. 1 . - E s t e b a n J u c k i c h ( 3 3 S a n

J o s é - U R U ) 6 h 1 3 ' 3 8 ' ' . _ . 2 . -

Wi l d e r M i r a b a l l e s ( C r u z d e l

S u r - U R U ) 6 h 1 3 ' 5 0 ' ' . _ . 3 . -

C l a u d i o F l o r e s ( Vi l l a Te r e s a -

U R U ) 6 h 1 3 ' 5 0 ' ' . _ . 4 . -

N é s t o r A q u i n o ( U n i ó n

C i c l i s t a - U R U ) 6 h 1 3 ' 5 9 ' ' .

_ . 5 . - M a r i a n o Ve c i n o ( M i s m o s

C o l o r e s - U R U ) 6 h 1 4 ' 0 3 ' ' .

E F E

Al via la 64.ma Vuelta del UruguayDa un estremo all'altro del Paese

DIARIO URUGUADIARIO URUGUAYYANOANO

di Tdi Tonino Pintacudaonino Pintacuda

la gente d’italiaMartedì 3 Aprile 20074

Q u e s t i g i o r n i d i p i o g g i a

d a n n o u n s e n s o n u o v o a g l i u l t i -

m i s c a m p o l i d i q u e s t o m i o -

s p e r o p r i m o e n o n u n i c o - s o g -

g i o r n o i n U r u g u a y. D o p o q u a s i

t r e m e s i s o n o a f f a s c i n a t o d a l l a

m u l t i f o r m e r e a l t à i t a l o u r u -

g u a y a n a . H o a c c u m u l a t o s t o r i e

b e l l i s s i m e c h e m e r i t e r e b b e r o

a p p r o f o n d i m e n t i .

R i p e n s o a l c a v a l i e r

C o s t a n z e l l i , a l C o n s o l e P a l a , a

F i l o m e n a N a r d u c c i , a l l e l u c i d e

r i f l e s s i o n i d e l d i r e t t o r e

d e l l ' I s t i t u t o I t a l i a n o d i C u l t u r a

A n g e l o M a n e n t i , a i p r e z i o s i

c o n s i g l i e a l l ' i m p e g n o q u o t i -

d i a n o d e l l a P r e s i d e n t e d e l l a

D a n t e A l i g h i e r i R e n a t a G e r o n e ,

a i b e i q u a d r i d i N e l l o

C a l a n d r a , a l C i r c o l o d i B a c c o ,

a i s o r r i s i b e l l i e s i n c e r i d e l -

l ' a v v o c a t o G i a n n i R a s o . . . .

TUTTI LORO COLLABORANO

PER TENER VIVE LE RADICI.

I n q u e s t a S e t t i m a n a S a n t a -

c o i n c i d e n t e n e l l a i c i s s i m o

U r u g u a y c o n l a S e t t i m a n a d e l

T u r i s m o - r e g n a u n c l i m a

s o s p e s o e i r r e a l e . L a p i o g g i a

c o n c e d e b r e v i s o s t e , t a n t o p e r

r i c o r d a r c i c h e c ' è a n c o r a i l s o l e

a l d i l à d e l l e n u v o l e .

SINO AL NOVE APRILE LA VITA ASPETTA.

G l i O r i e n t a l e s b e n e f i c i a n o d i

u n a l u n g h i s s i m a v a c a n z a p e r

p o i a f f r o n t a r e a t e s t a a l t a n o v e

i n i n t e r r o t t i m e s i d i l a v o r o . E i o

c h ' e r o a b i t u a t o a p r o v v i d e n z i a -

l i “ p o n t i ” s p e z z a - r o u t i n e p a s -

s a t i m a g a r i i n s o s t e i n t e r m i n a -

b i l i n e l l e a u t o s t r a d e d ' I t a l i a

s c o p r o u n n u o v o m o d o d i

a f f r o n t a r e l a v i t a .

M e l ' a v e v a n o d e t t o : n o n c a p i r a i

n i e n t e d e l l ' U r u g u a y s i n o a

q u a n d o c o n t i n u e r a i a f a r e p a r a -

g o n i c o n l ' I t a l i a . E s i c c o m e

n o n m i p i a c e p e r s i s t e r e n e l l ' e r -

r o r e , h o s m e s s o d i f a r e s i m i l i -

t u d i n i d a u n p a i o d i m e s i .

DAALLORAIN POI TUTTO M'È DIVENTATO

UN PO' PIÙ CHIARO. S a r ò a l l ' u n p e r

c e n t o d i q u e l g r a n d e l i b r o c h e è

q u e s t o P a e s e , h o l e t t o v o l u m i

i m p o l v e r a t i , g u a r d a t o e s t a s i a t o

l e f o t o d e l l ' U r u g u a y v i s t o d a l

c i e l o , l e t t o e r i l e t t o l a “ Ti e r r a

P u r p u r e a ” d i H u d s o n e l e p e r i -

p e z i e d e l p r o t a g o n i s t a S t e p h e n

L a m b .

H o s c o p e r t o s t o r i e b e l l i s s i m e ,

i n c o m p a r a b i l i c o n t u t t e q u e l l e

s n o c c i o l a t e d a t u t t i i l i b r i c h e

h o p o t u t o l e g g e r e .

Q u e s t a s e t t i m a n a i l “ d i a r i o

u r u g u a y a n o ” l o d e d i c o a d

a p p r o f o n d i r e . U n a p a u s a c h e

d o n a s e n s o a l l a s t r a d a f a t t a e a

q u e l l a a n c o r a d a p e r c o r r e r e .

I N I Z I A M O C O N U N A S E G N A -

L A Z I O N E : i l p r o g e t t o “ I t e s -

O c c u p a z i o n e e S v i l u p p o d e g l i

I t a l i a n i a l l ' E s t e r o ” d e l l a s q u a -

d r a I t a l i a L a v o r o S . p . A . , o s s i a

l ' A g e n z i a t e c n i c a d e l M i n i s t e r o

d e l L a v o r o i t a l i a n o .

C o m e s e m p r e , h a s t a l u e g o !

I t a l i a L a v o r o S p A

P r o g e t t o I T E S U r u g u a y

P a y s a n d ú 8 1 6 , 1 1 . 1 0 0

M o n t e v i d e o ( c / o C á m a r a d e

C o m e r c i o I t a l i a n a d e l

U r u g u a y ) , Te l . : ( 5 9 8 - 2 ) 9 0 2

9 9 4 2 - 9 0 1 2 6 4 3 , We b :

w w w. i t a l i a n i - e s t e r o . i t

I l P r o g e t t o “ O c c u p a z i o n e e

S v i l u p p o d e l l a C o m u n i t à d e l i

I t a l i a n i a l l ' E s t e r o ” v i e n r e a l i z -

z a t o d a I t a l i a L a v o r o e n t r o i l

b i e n n i o 2 0 0 6 / 2 0 0 7 c o n u n a

d u r a t a p r e v i s t a d i 2 4 m e s i ,

s u l l a b a s e d e l l a C o n v e n z i o n e

s o t t o s c r i t t a c o n i l M i n i s t e r o

d e l L a v o r o i n d a t a 2 5 g e n n a i o

La saggezza che viene dall'Oceanoaspettando che la vita ricominci

DIARIO URUGUADIARIO URUGUAYYANOANO

di Tdi Tonino Pintacudaonino Pintacuda

A N C R I

C a r i C o n n a z i o n a l i , p re s i g l i a c c o rd i c o n l e

A u t o r i t à D i p l o m a t i c o - C o n s o l a r i , i l C O M I -

T E S , l ' A N P I e l e A s s o c i a z i o n i d ' A r m a , A N C R I

i n v i t a g l i I t a l i a n i t u t t i e d i s i m p a t i z z a n t i a l l a

S a n t a M e s s a c h e s i o f f i c e r à p e r t u t t i i C a d u t i

d i t u t t e l e g u e r r e i l p r o s s i m o 2 2 A p r i l e ,

D o m e n i c a , a l l e o re 1 0 . 0 0 p re c i s e n e i G i a rd i n i

d e l l ' O s p e d a l e I t a l i a n o U m b e r t o 1 º d a v a n t i a l

m o n u m e n t o a i C a d u t i .

A l l e o re 11 . 0 0 , p a r t e c i p e re m o n e l l a C a s a d e g l i

I t a l i a n i a l l ' A t t o d i O m a g g i o a i C a d u t i d e l l a

R e s i s t e n z a d a v a n t i a l l a t a rg a c h e l i r i c o rd a .

R i c o rd a re i l p a s s a t o s e n z a o d i , i n u n c l i m a d i

d i s t e n s i o n e , d i a r m o n i a , c o n t o l l e r a n z a e c o m -

p re n s i o n e è l ' a u g u r i o c h e f a c c i o a t u t t i .

G i o v a n n i C o s t a n z e l l i .

P re s i d e n t e d i A N C R I

Ancri

la gente d’italia Martedì 3 Aprile 2007 5

2 0 0 6 .

C o n l o s c o p o d i p r o m u o v e r e e s o s t e n e r e l a

q u a l i f i c a z i o n e p r o f e s s i o n a l e e l ' o c c u p a -

z i o n e d e i c o n n a z i o n a l i , i n p a r t i c o l a r e

d e l l e g i o v a n i g e n e r a z i o n i , i l p r o g e t t o p e r -

s e g u e g l i o b i e t t i v i d i :

- f a c i l i t a r e l ' i n t e g r a z i o n e d e g l i e n t i e

d e l l e o r g a n i z z a z i o n i d i o r i g i n e i t a l i a n a

n e l c o n t e s t o n o r m a t i v o e d o p e r a t i v o d e l

p a e s e a l f i n e d i r e n d e r n e s t a b i l e e c o n t i -

n u a t i v a l ' a t t i v i t à .

- f a v o r i r e l ' a g g r e g a z i o n e d i r i s o r s e e c o m -

p e t e n z e p e r l a q u a l i f i c a z i o n e d e l l ' o f f e r t a

f o r m a t i v a g e n e r a t a n e l l ' a m b i t o d e g l i e n t i

e d e l l e o r g a n i z z a z i o n i c h e o p e r a n o s u l

m e r c a t o l o c a l e .

- p r o m u o v e r e u n a m a g g i o r e c o o p e r a z i o n e

n e l l e i n i z i a t i v e d i a c c e s s o a l l a v o r o c o n i

p r o c e s s i i n a t t o n e l m e r c a t o d e l l a v o r o

i t a l i a n o .

- p r o m u o v e r e e d i f f o n d e r e l a c o n o s c e n z a

d e i s e r v i z i p e r l a f o r m a z i o n e e d i l l a v o r o

a l l e g e n e r a z i o n i p i ù g i o v a n i i n t r o d u c e n d o

s e r v i z i e p r o p o s t e o p e r a t i v e r e a l i z z a t e c o n

i l c o i n v o l g i m e n t o d e g l i e n t i e d e l l e o r g a -

n i z z a z i o n i c h e a d e r i s c o n o a l l a r e t e p r o -

m o s s a c o n l ' a z i o n e d i s i s t e m a .

I n s e n o a l p r o g e t t o v e r r a n n o a t t i v a t e d e l l e

a z i o n i c h e m i r a n o a f a v o r i r e l a c r e a z i o n e

d i u n a r e t e d i s e r v i z i p e r i l l a v o r o s e c o n -

d o i l m o d e l l o d e l l a B o r s a c o n t i n u a d e l

L a v o r o , m e d i a n t e l a c o s t r u z i o n e d i u n a

o r g a n i z z a z i o n e p e r m a n e n t e d i s e r v i z i c h e

s i i n t e g r i n o i n m o d o s i n e r g i c o e v i r t u o s o

c o n i l m e r c a t o d e l l a v o r o l o c a l e e c h e c o n -

t e m p o r a n e a m e n t e r a f f o r z i n o i l s i s t e m a d i

i n t e r v e n t o d e l l a c o m u n i t à i t a l i a n a v e r s o l a

c o m u n i t à s t e s s a .

L e l i n e e o p e r a t i v e i n d i v i d u a t e d a l

P r o g e t t o s i s v i l u p p e r a n n o s u q u a t t r o a r e e

s t r a t e g i c h e :

1 ) C o m u n i c a z i o n e e d A n i m a z i o n e

2 ) A s s i s t e n z a a l l ' o r g a n i z z a z i o n e d e i s e r v i -

z i

3 ) S p e r i m e n t a z i o n i p e r l ' a v v i o d e i s e r v i z i

4 ) P r e d i s p o s i z i o n e e d a d e g u a m e n t o d e l l e

i n f r a s t r u t t u r e t e c n o l o g i c h e d i s e r v i z i o

L e n o s t r e p r i m e i n i z i a t i v e , q u i n d i , s o n o

r i v o l t e a p r o m u o v e r e l a p a r t e c i p a z i o n e a l

p r o g e t t o d i t u t t e l e r e a l t á o r g a n i z z a t i v e

p r e s e n t i e d a t t i v e n e l l ' a m b i t o d e l l a

C o m u n i t á d e g l i I t a l i a n i i n U r u g u a y e l a

c o s t i t u z i o n e d i p a r t n e r i a t i i s t i t u z i o n a l i

c o n I t a l i a L a v o r o . I n q u e s t o s e n s o , u n

p r i m o p a s s o é g i á s t a t o c o m p i u t o c o n l a

f i r m a d i u n a C o n v e n z i o n e c o n l a C a m e r a

d i C o m m e r c i o I t a l i a n a d e l l ' U r u g u a y.

N e l l ' a m b i t o d i q u e s t o a c c o r d o , I l t e a m d i

I t a l i a L a v o r o i n q u e s t i g i o r n i h a a v v i a t o

l e a t t i v i t á c o n t e m p l a t e n e l l a p r i m a f a s e

d e l p r o g e t t o , d e d i c a n d o s i a l r i l e v a m e n t o

d e l l e n e c e s s i t á d e l l e i m p r e s e u r u g u a i a n e

i n t e r m i n i d i f a b b i s o g n i p r o f e s s i o n a l i e d i

s e r v i z i a l l o s v i l u p p o d e l l ' i m p r e s a .

A q u e s t a i n d a g i n e n e s e g u i r a n n o p r e s t o

a l t r e , r i v o l t e a d a p p r o f o n d i r e s i a l a c o n o -

s c e n z a d e g l i e n t i e d e l l e a s s o c i a z i o n i i t a -

l i a n e i n U r u g u a y, l e l o r o a t t i v i t á e d i s e r -

v i z i p r e s t a t i a l l a c o m u n i t á , s i a l e p r o b l e -

m a t i c h e d e l l a c o n d i z i o n e g i o v a n i l e r i g u a r -

d o a l m o n d o d e l l a v o r o , l e d i f f i c o l t á d i

i n s e r i m e n t o e l e n e c e s s i t á d i s e r v i z i p e r l a

f o r m a z i o n e p r o f e s s i o n a l e e l ' i m p i e g o .

Te a m I t a l i a L a v o r o U r u g u a y

N ei giorni scorsi un

nuovo peschereccio è

stato lanciato in mare

presso i l Cantiere

Navale Federico

Contessi y Cia SA, ditta

fondata negli anni 50

dall ' imprenditore doc

sanbenedettese e qui

emigrato nel dopoguerra

come tantissimi al tr i

marchigiani . Si trat ta

dell 'opera nº 104 battezzata

“Siempre Don Vicente” imbarca-

zione corredata dalle più moderne

tecnologie naviere in mercato di

18,90 metri di lunghezza fuoritutto

e 6,67 metri di larghezza per un'e-

quipaggio fino a 10 uomini.

Il motopesca è la settima della

produzione di Contessi per la

società armatrice “Pesquera

Virgen de I tat i SRL” proprietà

delle famiglie Di Bona e Buono.

Tra i numerosi invitati all'avveni-

mento, le autorità provinciali e

comunali del porto di Mar del

Plata, i rappresentanti delle forze

armate, il Console d'Italia a Mar

del Plata, Dr. Rozo Sordini, i diri-

genti del la collet t ivi tà i tal iana

locale, i dipendenti della compa-

gnia e tante al tre persone che

fanno parte dell'industria pesche-

reccia locale, la più importante in

questa zona del Paese.

Madrina della cerimonia

inaugurativa é stata la

Sig.ra. Roxana Di Bona che

ha avvuto i l compito,

conforme alla tradizione,

della 'bottigliata' di spumate

sullo scafo del natante.

mentre i l presbitero

Armando Ledesma ha impar-

t i to la benedizione dello

stesso.

Nella sua allocuzione, la

direzione dell'impresa si è

dichiarata soddisfat ta di

aver portato a termine la

nuova opera rivolta a la

creazione di ricchezze per

la società e quindi per il

Paese, superando anche le

più svariate complessità .

In particolare ha elencato i

molteplici contrast i ed

indugi che alcuni funzionari con

mansioni direttive della pubblica

amministrazione continuano a

frapporre in modo presuntuoso e

sistematico senza capirsi in

sostanza gl i obbiet ivi che si

vogliono raggiungere o addirittura

quali interessi si mascherano die-

tro, tutto ciò in un momento in cui

l'industria cantierìstica è in fase

di r ipresa anche se rimane la

necessità di consolidare e rinvi-

gorire il ciclo economico favore-

vole iniziato alcuni anni fa dal

Governo nazionale. L'azienda

marplatense, nonostante le per-

plessità esposte, -secondo il comu-

nicato- continuerà a svolgere la

sua attività con onestà e responsa-

bilità preservando la fonte lavora-

tiva e cercando di far accrescere

gli investimenti in tecnologia e

sviluppo per migliorare ancora la

qualità dei prodotti e servizii, la

f i losofia produtt iva,

peraltro, che ha

orientato la ditta sin

dalla stessa fondazio-

ne.

Aldo Mecozzi /

Unione Regionale

Marchigiana di Mar

del Plata

Varato a Mar del Plata il “Siempre Don Vincente”

la gente d’italiaMercoledì 4 Aprile 20076

A c h e s e r v e l e g g e r e u n

r o m a n z o o u n a r a c c o l t a

p o e t i c a ? A n z i : a c o s a

« s e r v e » , i n g e n e r a l e , l a

l e t t e r a t u r a ? C h e f a r s e n e d i

p a r o l e s c a r s e , e f o r s e

s e n z a s o l e ( S . P e n n a ) o d i

q u a l c h e s t o r t a s i l l a b a e

s e c c a c o m e u n r a m o ( E .

M o n t a l e ) ? E ' t u t t o q u i i l

s e n s o e i l p e s o s p e c i f i c o

d e l l a l e t t e r a t u r a ? S a r e b b e

e s s a d u n q u e d e l t u t t o i n a -

b i l e a d a p r i r e l ' o r i z z o n t e

v e r s o m o n d i d i s i g n i f i c a -

t o ? I n r e a l t à , s e n o n s i

c o n f r o n t a c o n l e t e n s i o n i

r a d i c a l i d i u n a v i t a u m a n a ,

l a l e t t e r a t u r a n o n « s e r v e »

a m o l t o . S e u n ' o p e r a d i

p o e s i a o d i n a r r a t i v a n o n

t o c c a q u e s t e t e n s i o n i è

c o m e u n « c e m b a l o c h e t i n -

t i n n a » .

E s s a i n f a t t i r i g u a r d a l a

v i t a : « M i i n t e r e s s a l a p o e -

s i a c h e p a r l a d i g r a n d i

q u e s t i o n i , q u e s t i o n i d i

v i t a e d i m o r t e , s ì , e l a

q u e s t i o n e d i c o m e s t a r e a l

m o n d o » ( R . C a r v e r ) . L a

l e t t e r a t u r a p u ò r i v e l a r s i u n

« c r u e n t o a t t o e s i s t e n z i a l e »

( B . C a t t a f i ) c h e v i v e n e l l o

s p a z i o d i u n r i n g . C o n i l

t e s t o , s i a l ' a u t o r e s i a i l

l e t t o r e , s o n o c o r d i a l m e n t e

i n v i t a t i a f a r e a p u g n i .

A c o s a s e r v e , d u n q u e , q u e -

s t o s a g g i o ? A p r o v a r e u n

b o z z e t t o d e l l a l e t t e r a t u r a .

N o n i n t e n d e e s s e r e u n t r a t -

t a t o , m a u n a s o r t a d i « c a n -

t i e r e » c h e v u o l e o f f r i r e

m a t e r i a l i p e r l a r i f l e s s i o n e

e l ' a p p r o f o n d i m e n t o .

L ' u n i c o t r a t t o m a r c a t o

d o v r e b b e r i s u l t a r e i l

s e g u e n t e : l a l e t t e r a t u r a

« s e r v e » f o n d a m e n t a l m e n t e

a d i r e l a n o s t r a p r e s e n z a

n e l m o n d o e , c o m e u n o

« s t r u m e n t o o t t i c o » ( M .

P r o u s t ) , a i n t e r p r e t a r l a , a

c o g l i e r e c i ò c h e v a o l t r e l a

m e r a « l e t t e r a l i t à » e s u p e r -

f i c i a l i t à d e l v i s s u t o . L a

s o l a r a g i o n e d ' e s s e r e d i u n

r o m a n z o è d i s c o p r i r e

q u e l l o c h e s o l o u n r o m a n z o

p u ò s c o p r i r e . I l r o m a n z o

c h e n o n s c o p r e u n a p o r z i o -

n e d i e s i s t e n z a f i n o a d

a l l o r a i g n o t a è i m m o r a l e

( M i l a n K u n d e r a )

L a v e r i t à d e l l a p o e s i a è

t e n s i o n e e s p r e s s i v a , l o t t a

E sis te un be l l i s s imo sagg io d i Anton io Spadaro da l l ' e loquen te t i to lo “A che cosa «se rve» l a l e t t e ra tu ra?” .

Me lo ch iedo spesso . Ma po i scopro che l a r i spos ta è cos ì ovv ia e complessa che - come tu t t i i conce t t i p iù

sempl ic i - s f io ra l ' i ndef in ib i l i t à . Cont inuerò a ce rca re una r i spos ta . E agg iorno l a domanda : “A che cosa

se rve l a l e t t e ra tu ra i t a l i ana a Montev ideo?” . La r i spos ta ogg i è dup l ice , da una par te l a r i f l e ss ione d i

Anton io Spadaro messa a in t roduz ione de l sagg io che c i t avo a l l ' i n iz io e po i , sempl icemente , l ' i n te ressan te

programma de l nuovo corso de l l a Soc ie tà Dante Al igh ie r i d i Montev ideo . Come sempre , has ta luego!

La letteratura italiana per non perdere le radiciUn nuovo corso della Società Dante Alighieri

Ache cosa “serve” la letteratura?

DIARIO URUGUADIARIO URUGUAYYANOANO

di Tdi Tonino Pintacudaonino Pintacuda

di di Antonio Spadaro, s.j.Antonio Spadaro, s.j.

L a S o c i e t à D a n t e A l i g h i e r i c o m u n i c a q u e e s t á n a b i e r t a s l a s i n s c r i p c i o n e s p a r a

e l c u r s o “ L a L e t t e r a t u r a I t a l i a n a d a l N e o re a l i s m o a i C a n n i b a l i ( 1 9 4 5 - 2 0 0 0 ) ”

q u e t e n d r á i n i c i o e l d í a l u n e s 9 d e a b r i l a l a s 1 8 . 0 0 e n 1 8 d e J u l i o 9 4 8 / 4 0 1 .

D i c h o c u r s o s e r à d i c t a d o p o r :

e l D o c t o r e n L i t e r a t u r a s R o m a n c e s , M a g í s t e r R i c c a rd o B o g l i o n e .

P o r m á s i n f o r m a c i ó n c o m u n i c a r s e a l 9 0 8 9 4 2 9 o a l 9 0 0 9 7 0 5

la gente d’italia Mercoledì 4 Aprile 2007 7

ii

c o n l a p a r o l e c h e d a n n o

v o c e a l l ' i n t e r p r e t a z i o n e

d e l l a n o s t r a p r e s e n z a n e l

m o n d o . I l p u n t o d i p a r t e n -

z a è l a c o n c r e t e z z a . C o n i

c o n c e t t i a s t r a t t i n o n s i

f a n n o s t o r i e . M a l a l e t t e -

r a t u r a n o n è m a i u n a c o p i a

a n a s t a t i c a d e l m o n d o . E '

i n v e c e u n m o d o d i i n t e r -

p r e t a r l o , c o g l i e n d o n e a l

s u o i n t e r n o i l m i s t e r o . I l

l i b r o e l a l e t t u r a s o n o

c o m p l i c i i n s o s t i t u i b i l i d i

u n e s e r c i z i o i n t e r i o r e . S u

q u e s t e b a s i s a r à p o s s i b i l e

q u i n d i r i f l e t t e r e s u l s e n s o

d e l l a l e t t u r a c r i t i c a , s i a

a c c a d e m i c a s i a m i l i t a n t e ,

c o m e a n c h e d e l s i g n i f i c a t o

s p e c i f i c a m e n t e t e o l o g i c o

d e l l ' e s p e r i e n z a .

* * * *

L a l e t t e r a t u r a i t a l i a n a

d a l n e o r e a l i s m o a i c a n n i -

b a l i ( 1 9 4 5 - 2 0 0 0 )

I l c o r s o i n t e n d e o f f r i r e u n

p a n o r a m a e s a u r i e n t e d e l l a

l e t t e r a t u r a i t a l i a n a d e g l i

u l t i m i s e s s a n t a a n n i , p r e -

s e n t a n d o s i a a u t o r i e

m o v i m e n t i c o n s i d e r a t i

o r m a i c l a s s i c i , s i a e s p e -

r i e n z e m e n o c e l e b r a t e m a

c h e h a n n o a v u t o u n p e s o

d e t e r m i n a n t e n e l l o s v i l u p -

p o c u l t u r a l e d e l l ' I t a l i a

c o n t e m p o r a n e a .

V e r r a n n o p r e s e n t a t i , i n

o r d i n e c r o n o l o g i c o , s i a

p o e t i c h e r o m a n z i e r i , i n

q u a d r i s t o r i o g r a f i c i c h e

r i c o s t r u i r a n n o , s u l l o s f o n -

d o d e l d i b a t t i t o t e o r i c o ,

l ' i n t r e c c i o t r a l a l e t t e r a t u -

r a e l e a l t r e a r t i , i n s p e -

c i a l m o d o i l c i n e m a .

I l c o r s o s a r à d i v i s o i n 3

b l o c c h i d i c i r c a 2 0 l e z i o n i

l ' u n o :

1 ) N e o r a l i s m o e p o s t e r m e -

t i s m o ;

2 ) I l b o o m e c o n o m i c o e l e

n e o a v a n g u a r d i e

3 ) l a l e t t e r a t u r a d e l l a f a s e

" p o s t m o d e r n a " .

P e r o g n i b l o c c o s i i n d a -

g h e r à i l c o n t e s t o t e o r i c o e

s i a n a l i z z e r a n n o g l i a u t o r i

p i ù r a p p r e s e n t a t i v i . F r a

g l i s c r i t t o r i c h e v e r r a n n o

s t u d i a t i E l i o V i t t o r i n i ,

C e s a r e P a v e s e , B e p p e

F e n o g l i o , I t a l o C a l v i n o ,

E u g e n i o M o n t a l e ,

G i u s e p p e U n g a r e t t i ,

G i o r g i o B a s s a n i , A l b e r t o

M o r a v i a , P i e r P a o l o

P a s o l i n i , E l s a M o r a n t e ,

C a r l o E m i l i o G a d d a ,

A n d r e a Z a n z o t t o , G i o r g i o

M a n g a n e l l i , E d o a r d o

S a n g u i n e t i , A m e l i a

R o s s e l l i , A l b e r t o

A r b a s i n o , U m b e r t o E c o ,

B i a n c a m a r i a F r a b o t t a ,

S e b a s t i a n o V a s s a l l i , P i e r

V i t t o r i o T o n d e l l i , A l d o

B u s i , A n t o n i o T a b u c c h i ,

A l d o N o v e .

''Il Movimento Sociale Italiano e' stato unanecessita'. Al di la' delle altre qualificazioni che sipossono dare di questo partito, e' giusto rimarcareche si avvertiva il bisogno di quella Fiamma, dopol'esperienza in qualche modo negativa dell'UomoQualunque, per raccogliere un'umanita' disperatache veniva dalla guerra e dalla prigionia, evitandoche milioni di italiani trovassero una strada diver-sa da quella di un nuovo posizionamento neldestino della Nazione. Questo fu un miracolocompiuto attraverso l'esempio della classe diri-gente del Msi''. Cosi' Franco Servello, storicoesponente della Destra italiana, raccontaall'ADNKRONOS il suo nuovo libro, '60 anni inFiamma. Dal Movimento Sociale ad AlleanzaNazionale', prefazione di Gennaro Malgieri, inter-vista a cura di Aldo Di Lello (Rubbettino, pp. 221,euro 15). ' 'Dopo sessant'anni -spiega ancoraServello- ci puo' essere necessita' di domandarsi,come ho fatto io, se ho dato un servizio non soloal mio partito ma all'Italia. Mi sono cioe' chiesto:e' stato inutile quello che e' stato fatto o abbiamoinvece contribuito a un processo di ricostruzionenazionale? La risposta e' che pensiamo di averfatto la nostra parte nella storia politica italiana,contribuendo alla pacificazione nazionale''. Ilmessaggio di queste pagine ''e' ai giovani, chesono richiamati da necessita' della vita. A lorodico: il futuro non e' solo dei ragionieri, ma di chicrede in qualcosa, di chi ha passione e si com-muove per il domani lottando per costruirlo''.Rispetto a questa tensione, ''la storia del Msi -rimarca Servello- insegna coerenza. Anzi, unacoerenza ad alto rischio, perche' molti si sonoimmolati per quell'idea. A cominciare da mio zio,Franco De Agazio, direttore del 'Merdiano d'Italia'trucidato dalla Volante Rossa. Raccolsi quellatestimonianza. Fu un patto di sangue e di amoreche non mi lascia mai. Rispetto al cammino com-

piuto poi, ho la coscienza a posto''. Servello,attualmente presidente dell'assemblea nazionaledi An, ha ricoperto importanti incarichi nel Msi epoi in An. Quarantotto anni di carriera parlamen-tare, direttore del periodico 'Il Meridiano d'Italia'e gia' autore di diversi contributi tra i quali varicordato 'Revisionismo, la caduta dei tabu'. E achi gli chiede una parte del libro che vuole mag-giormente sottolineare, Servello replica deciso:' 'E' il giorno in cui ho accompagnato LiciaCossetto al Quirinale da Ciampi per ricevere lamedaglia d'oro al valore civile in onore dellasorella Norma, trucidata nel 1943 dai partigianititini in Istria. A 23 anni fu gettata in una foibadopo innumerevoli sevizie. Il riconoscimento delColle venne su mia iniziativa. Ho sentito il dove-re di fare qualcosa. Momenti cosi' danno il sensodi tutta una vita di battaglie politiche''. -Il testo ripercorre la storia della destra italiana,dal Msi ad An, attraverso il racconto di un prota-gonista. Servello rievoca infcatti il dramma deireduci della Rsi, il clima intimdatorio in cui ope-ravano le riviste di destra nell'immediato dopo-guerra, e ancora le prime battaglie del nuovo par-tito e gli infuocati dibattiti tra le diverse anime diquella Fiamma che si accendeva in una notteromana del 26 dicembre 1946. Le conversazionicon Di Lello, responsabile delle pagine culturalidel 'Secolo d'Italia', spaziano percio' dal dopo-guerra ai nostri giorni. In primo piano scorrono inqueste pagine le figure dei leader: da DeMarsanich a Michelini, da Almirante a Fini. Maanche i tanti personaggi, piccoli e grandi, chehanno fatto la storia del Msi nei momenti forti edrammatici degli anni Cinquanta, nella successivastagione dell'addiaccio e della discriminazione,fino al boom degli anni Novanta con il congressodi Fiuggi e la nascita della destra di governo. ''Ecosi' il libro -scrive Malgieri nella prefazione- e'il racconto della passione politica di un uomo che

ha attraversato daprotagonista la seconda meta' del Novecento, maanche l'esame dettagliato di una vicenda di unpartito che adesso viene riconosciuto come tutt'al-tro che marginale nel lungo dopoguerra e, da piu'd'uno, gli viene finalmente attribuito il ruolo chegli spetta nell'aver reso possibile il percorso versola pacificazione tra gli italiani''. Percio', annotaancora il direttore di 'Percorsi', quello che pertutti e' il 'senatore' della Destra italiana in questolibro ''descrive un mondo non di risentiti ma diidealisti, sognatori, militanti, oscuri sostenitoriche, per come potevano, quotidianamente regge-vano un'invisibile bandiera dietro la quale cresce-vano generazioni che sono state poi chiamate areggere le sorti del Paese''. Dall'opposizione radi-cale all'inserimento politico, l'autore ha contribui-to a portare 'fuori dal ghetto' la comunita' umana epolitica della Destra che a Fiuggi, nel 1995, misea disposizione un patrimonio di ideali evalori ere-ditato dal Msi ''per costruire una nuova storia.Quel congresso -scandisce Servello- non fu unmaquillage, ma un cambiamento vero di culturapolitica. Pero' i tempi erano maturi per compierequel passo''. Altri, rimarca Malgieri, ''pensionatinell'anima oltre che dall'anagrafe, avrebberomesso nero su bianco nostalgie e risentimenti, unpo' di retorica e qualche aneddoto''. Servello, alcontrario, ''non ha mai pensato di fare il pensiona-to, neppure per un attimo. Decidendo di nonricandidarsi dopo aver frequengato come deputatoe senatore il parlamento dal 1958 al 2006, non hacerto inteso mettersi le pantofole e passare il suotempo ai giardini pubblici. Ha ricominciato dac-capo. Per esempio scrivendo questo libro. Alla suaeta' ci racconta il futuro piu' che il passato''.

Dal Msi ad An, Franco Servello racconta “60 anni in Fiamma”

LIBRILIBRI

Le meditazioni di Mons. Ravasi per la Via Crucis del 2007

la gente d’italiaGiovedì 5 Aprile 20076

Q u a n d o s c e n d e s u

G e r u s a l e m m e i l v e l o d e l l ' o s c u -

r i t à , g l i u l i v i d e l G e t s e m a n i

a n c o r o g g i s e m b r a n o r i c o n d u r -

c i , c o n l o s t o r m i r e d e l l e l o r o

f o g l i e , a q u e l l a n o t t e d i s o f f e -

r e n z a e d i p r e g h i e r a v i s s u t a d a

G e s ù . E g l i s i s t a g l i a s o l i t a r i o ,

a l c e n t r o d e l l a s c e n a , i n g i n o c -

c h i a t o s u l l e z o l l e d i q u e l l ' o r t o .

C o m e o g n i p e r s o n a q u a n d o è i n

f a c c i a a l l a m o r t e , a n c h e C r i s t o

è a t t a n a g l i a t o d a l l ' a n g o s c i a :

a n z i , l a p a r o l a o r i g i n a r i a c h e

l ' e v a n g e l i s t a L u c a u s a è « a g o -

n i a » , c i o è l o t t a . L a p r e g h i e r a d i

G e s ù è , a l l o r a , d r a m m a t i c a , è

t e s a c o m e i n u n c o m b a t t i m e n t o ,

e i l s u d o r e s t r i a t o d i s a n g u e c h e

c o l a s u l s u o v o l t o è s e g n o d i u n

t o r m e n t o a s p r o e d u r o .

I l g r i d o è l a n c i a t o v e r s o l ' a l t o ,

v e r s o q u e l P a d r e c h e s e m b r a

m i s t e r i o s o e m u t o : « P a d r e , s e

v u o i , a l l o n t a n a d a m e q u e s t o

c a l i c e » , i l c a l i c e d e l d o l o r e e

d e l l a m o r t e . A n c h e u n o d e i

g r a n d i p a d r i d i I s r a e l e ,

G i a c o b b e , i n u n a n o t t e c u p a ,

a l l e s p o n d e d i u n a f f l u e n t e d e l

G i o r d a n o , a v e v a i n c o n t r a t o D i o

c o m e u n a p e r s o n a m i s t e r i o s a

c h e « a v e v a l o t t a t o c o n l u i f i n o

a l l o s p u n t a r e d e l l ' a u r o r a » .

P r e g a r e n e l t e m p o d e l l a p r o v a è

u n ' e s p e r i e n z a c h e s c o n v o l g e i l

c o r p o e l ' a n i m a e a n c h e G e s ù ,

n e l l e t e n e b r e d i q u e l l a s e r a ,

« o f f r e p r e g h i e r e e s u p p l i c h e

c o n f o r t i g r i d a e l a c r i m e a c o l u i

c h e p u ò l i b e r a r l o d a l l a m o r t e » .

* * *

T r a g l i u l i v i d e l G e t s e m a n i ,

i m m e r s i n e l l a t e n e b r a , s ' a v a n z a

o r a u n a p i c c o l a f o l l a : a g u i d a r -

l a è G i u d a « u n o d e i

D o d i c i » , u n d i s c e p o l o

d i G e s ù . N e l r a c c o n t o

d i L u c a e g l i n o n p r o -

n u n c i a n e p p u r e u n a

p a r o l a , è s o l o u n a p r e -

s e n z a g e l i d a . S e m b r a

q u a s i c h e n o n r i e s c a

d e l t u t t o a d a c c o s t a r s i

a l v i s o d i G e s ù p e r

b a c i a r l o , f e r m a t o d a l -

l ' u n i c a v o c e c h e r i s u o -

n a , q u e l l a d i C r i s t o :

« G i u d a , c o n u n b a c i o

t r a d i s c i i l F i g l i o d e l -

l ' u o m o ? » . S o n o p a r o l e

d o l e n t i m a f e r m e c h e s v e l a n o i l

g r o v i g l i o m a l i g n o c h e s i a n n i d a

n e l c u o r e a g i t a t o e i n d u r i t o d e l

d i s c e p o l o , f o r s e i l l u s o e d e l u s o

e t r a p o c o d i s p e r a t o .

Q u e l t r a d i m e n t o e q u e l b a c i o

s o n o d i v e n t a t i n e i s e c o l i i l s i m -

b o l o d i t u t t e l e i n f e d e l t à , d i

t u t t e l e a p o s t a s i e , d i t u t t i g l i

La Set t imana Santa è tempo di s i lenzio e r i f les-s ione. Ecco perché r ipubbl ichiamo le pr imequa t t ro med i t az ion i r ea l i zza t e da Mons .Gianfranco Ravasi , Prefet to del la Bibl ioteca-Pinacoteca Ambrosiana di Milano, per la ViaCrucis a l Colosseo che s i terrà a Roma domani .

Per i nostr i le t tor i di Montevideo r i lanciamo gl io ra r i de l l e ce l eb raz ion i l i t u rg i che de l l aCat tedrale . I l calendario completo è disponibi-le sul s i to internet www.iglesiauruguaya.com

Inmacu lada Concepc ión y San Fe l ipe ySant iago (Catedral Metropol i tana)I tuzaingó 1373, Tel : 915 7018

JUEVES SANTO:Hora: 10:00 Misa Crismal presidida por e lseñor Arzobispo de Montevideo.Hora: 18:00 Misa de la Cena del Señor.Hora: 20:00 Hora Santa .

VIERNES SANTO:Hora: 9:00 Visi ta a las 7 iglesias , comienza enSan F ranc i sco y cu lmina en San An ton io(Capuchinos) .Hora: 16:00 Celebración de la Pasión del Señor.Hora: 18:00 Vía Crucis .

SÁBADO SANTO:

Hora: 12:00 Celebración de la Soledad de laVirgen María . Hora: 23:00 Solemne Vigi l ia Pascual .

DOMINGO DE PASCUA:Hora: 11:00 Misa de la Pascua de Resurreción.

«Possiamo soffrire ma non dobbiamo soccombere»Silenzio e riflessione per abbracciare il Mistero

DIARIO URUGUADIARIO URUGUAYYANOANO

di Tdi Tonino Pintacudaonino Pintacuda

la gente d’italia Giovedì 5 Aprile 2007 7

i n g a n n i . C r i s t o , d u n q u e , i n c o n -

t r a u n ' a l t r a p r o v a , q u e l l a d e l

t r a d i m e n t o c h e g e n e r a a b b a n d o -

n o e i s o l a m e n t o . N o n è l a s o l i -

t u d i n e a l u i c a r a , q u a n d o s i

r i t i r a v a s u i m o n t i a p r e g a r e ,

n o n è l a s o l i t u d i n e i n t e r i o r e

s o r g e n t e d i p a c e e d i q u i e t e

p e r c h é c o n e s s a c i s i a f f a c c i a

s u l m i s t e r o d e l l ' a n i m a e d i D i o .

E ' , i n v e c e , l ' e s p e r i e n z a a s p r a

d i t a n t e p e r s o n e c h e a n c h e i n

q u e s t ' o r a c h e c i v e d e r i u n i t i ,

c o m e i n a l t r i m o m e n t i d e l g i o r -

n o , s o n o s o l e i n u n a s t a n z a ,

d a v a n t i a u n a p a r e t e s p o g l i a o a

u n t e l e f o n o m u t o , d i m e n t i c a t i

d a t u t t i p e r c h é v e c c h i , m a l a t i ,

s t r a n i e r i o e s t r a n e i . G e s ù b e v e

c o n l o r o a n c h e q u e s t o c a l i c e

c h e c o n t i e n e i l v e l e n o d e l l ' a b -

b a n d o n o , d e l l a s o l i t u d i n e , d e l -

l ' o s t i l i t à .

* * *

L a s c e n a d e l G e t s e m a n i s i è ,

q u i n d i , a n i m a t a : a l p r e c e d e n t e

q u a d r o s o l e n n e , i n t i m o e s i l e n -

z i o s o d e l l a p r e g h i e r a , s i o p p o -

n e o r a , s o t t o g l i u l i v i , i l f r a -

s t u o n o , i l t u m u l t o e p e r s i n o l a

v i o l e n z a . G e s ù s i e r g e , p e r ò ,

s e m p r e a l c e n t r o c o m e u n p u n t o

f e r m o . E g l i è c o n s a p e v o l e c h e

i l m a l e a v v o l g e l a s t o r i a u m a n a

c o l s u o s u d a r i o d i p r e p o t e n z a ,

d i a g g r e s s i o n e , d i b r u t a l i t à :

« Q u e s t a è l a v o s t r a o r a , è l ' i m -

p e r o d e l l e t e n e b r e » .

C r i s t o n o n v u o l e c h e i d i s c e p o -

l i , p r o n t i a m e t t e r m a n o a l l a

s p a d a , r e a g i s c a n o a l m a l e c o l

m a l e , a l l a v i o l e n z a c o n a l t r a

v i o l e n z a . E g l i è c e r t o c h e i l

p o t e r e d e l l e t e n e b r e - a p p a r e n -

t e m e n t e i n v i n c i b i l e e m a i s a z i o

d i t r i o n f i - è d e s t i n a t o a e s s e r e

p i e g a t o . A l l a n o t t e , i n f a t t i ,

s u c c e d e r à l ' a l b a , a l l ' o s c u r i t à l a

l u c e , a l t r a d i m e n t o i l p e n t i m e n -

t o , a n c h e p e r G i u d a . E ' p e r

q u e s t o c h e , n o n o s t a n t e t u t t o ,

b i s o g n a c o n t i n u a r e a s p e r a r e e

a d a m a r e . C o m e l o s t e s s o G e s ù

a v e v a i n s e g n a t o s u l m o n t e

d e l l e B e a t i t u d i n i , p e r a v e r e u n

m o n d o n u o v o e d i v e r s o , è

n e c e s s a r i o « a m a r e i n o s t r i

n e m i c i e p r e g a r e p e r q u e l l i c h e

c i p e r s e g u i t a n o » .

I l s o l e d e l v e n e r d ì s a n t o s i s t a

a f f a c c i a n d o d i e t r o i l m o n t e

d e g l i U l i v i , d o p o a v e r r i s c h i a -

r a t o l e v a l l i d e l d e s e r t o d i

G i u d a . I s e t t a n t u n o m e m b r i d e l

S i n e d r i o , l a m a s s i m a i s t i t u z i o -

n e e b r a i c a , s o n o r i u n i t i a s e m i -

c e r c h i o a t t o r n o a G e s ù . S i s t a

p e r a p r i r e l ' u d i e n z a c h e c o m -

p r e n d e l a c o n s u e t a p r o c e d u r a

d e l l e a s s i s i g i u d i z i a r i e : i l c o n -

t r o l l o d e l l ' i d e n t i t à , i c a p i d i

i m p u t a z i o n e , l e t e s t i m o n i a n z e .

I l g i u d i z i o è d i n a t u r a r e l i g i o s a

s e c o n d o l e c o m p e t e n z e d i q u e l

t r i b u n a l e , c o m e a p p a r e a n c h e

n e l l e d u e d o m a n d e c a p i t a l i :

« S e i t u i l C r i s t o ? . . . S e i t u i l

F i g l i o d i D i o ? » .

L a r i s p o s t a d i G e s ù p a r t e d a

u n a p r e m e s s a q u a s i s c o r a g g i a -

t a : « A n c h e s e l o d i c o , n o n m i

c r e d e r e t e ; s e v i i n t e r r o g o , n o n

m i r i s p o n d e r e t e » . E g l i s a , d u n -

q u e , c h e i n a g g u a t o c ' è l ' i n -

c o m p r e n s i o n e , i l s o s p e t t o , l ' e -

q u i v o c o . E g l i s e n t e a t t o r n o a s é

u n a f r e d d a c o r t i n a d i d i f f i d e n z a

e d i o s t i l i t à , a n c o r p i ù o p p r i -

m e n t e p e r c h é e s s a è e r e t t a c o n -

t r o d i l u i d a l l a s u a s t e s s a

c o m u n i t à r e l i g i o s a e n a z i o n a l e .

G i à i l S a l m i s t a a v e v a p r o v a t o

q u e s t a d e l u s i o n e : « S e m i a v e s -

s e i n s u l t a t o u n n e m i c o , l ' a v r e i

s o p p o r t a t o ; s e f o s s e i n s o r t o

c o n t r o d i m e u n a v v e r s a r i o , d a

l u i m i s a r e i n a s c o s t o . M a s e i

t u , m i o c o m p a g n o , m i o a m i c o e

c o n f i d e n t e ; c i l e g a v a u n a d o l c e

a m i c i z i a , v e r s o l a c a s a d i D i o

c a m m i n a v a m o i n f e s t a » .

* * *

E p p u r e , n o n o s t a n t e q u e l l ' i n -

c o m p r e n s i o n e , G e s ù n o n e s i t a a

p r o c l a m a r e i l m i s t e r o c h e è i n

l u i e c h e d a q u e l m o m e n t o s t a

p e r e s s e r e s v e l a t o c o m e i n

u n ' e p i f a n i a . R i c o r r e n d o a l l i n -

g u a g g i o d e l l e S c r i t t u r e S a c r e ,

e g l i s i p r e s e n t a c o m e « i l F i g l i o

d e l l ' u o m o s e d u t o a l l a d e s t r a

d e l l a p o t e n z a d i D i o » . E ' l a

g l o r i a m e s s i a n i c a , a t t e s a d a

I s r a e l e , c h e o r a s i m a n i f e s t a i n

q u e s t o c o n d a n n a t o . A n z i , è i l

F i g l i o d i D i o c h e p a r a d o s s a l -

m e n t e s i p r e s e n t a r i v e s t i t o o r a

d e l l e s p o g l i e d i u n i m p u t a t o .

L a r i s p o s t a d i G e s ù - « I o l o

s o n o » - , a p r i m a v i s t a s i m i l e

a l l a c o n f e s s i o n e d i u n c o n d a n -

n a t o , d i v e n t a i n r e a l t à u n a p r o -

f e s s i o n e s o l e n n e d i d i v i n i t à .

P e r l a B i b b i a , i n f a t t i , « I o

s o n o » è i l n o m e e l ' a p p e l l a t i v o

d i D i o s t e s s o .

L ' i m p u t a z i o n e , c h e p r o d u r r à

u n a s e n t e n z a d i m o r t e , d i v e n t a

c o s ì u n a r i v e l a z i o n e e d i v i e n e

a n c h e l a n o s t r a p r o f e s s i o n e d i

f e d e n e l C r i s t o , F i g l i o d i D i o .

Q u e l l ' i m p u t a t o , u m i l i a t o d a l l a

c o r t e i m p e t t i t a , d a l l ' a u l a s o n -

t u o s a , d a u n g i u d i z i o o r m a i

s i g l a t o , r i c o r d a a t u t t i i l d o v e -

r e d e l l a t e s t i m o n i a n z a a l l a

v e r i t à . U n a t e s t i m o n i a n z a d a

f a r r i s u o n a r e a n c h e q u a n d o

f o r t e è l a t e n t a z i o n e d i c e l a r s i ,

d i r a s s e g n a r s i , d i l a s c i a r s i c o n -

d u r r e a l l a d e r i v a d a l l ' o p i n i o n e

d o m i n a n t e . C o m e d i c h i a r a v a

u n a g i o v a n e d o n n a e b r e a d e s t i -

n a t a a d e s s e r e u c c i s a i n u n

l a g e r , « a o g n i n u o v o o r r o r e o

c r i m i n e d o b b i a m o o p p o r r e u n

n u o v o f r a m m e n t o d i v e r i t à e d i

b o n t à c h e a b b i a m o c o n q u i s t a t o

i n n o i s t e s s i . P o s s i a m o s o f f r i -

r e , m a n o n d o b b i a m o s o c c o m -

b e r e » .

* * *

R i t o r n i a m o d i n u o v o n e l l a

n o t t e c h e a v e v a m o l a s c i a t o a l l e

s p a l l e e n t r a n d o n e l l ' a u l a d e l

p r i m o p r o c e s s o s u b i t o d a G e s ù .

L ' o s c u r i t à e i l f r e d d o s o n o

s q u a r c i a t i d a l l e f i a m m e d i u n

b r a c i e r e c o l l o c a t o n e l c o r t i l e

d e l p a l a z z o d e l S i n e d r i o . I l

p e r s o n a l e d i s e r v i z i o e d i

c u s t o d i a t e n d e l e m a n i v e r s o

q u e l t e p o r e ; i v i s i s o n o i l l u m i -

n a t i . E d e c c o l e v a r s i t r e v o c i i n

s u c c e s s i o n e , t r e m a n i p u n t a r s i

v e r s o u n v o l t o r i c o n o s c i u t o ,

q u e l l o d i P i e t r o .

L a p r i m a è u n a v o c e f e m m i n i l e .

E ' u n a d o m e s t i c a d e l p a l a z z o

c h e f i s s a n e g l i o c c h i i l d i s c e -

p o l o e d e s c l a m a : « E r i a n c h e t u

c o n G e s ù ! » . S u b e n t r a p o i u n a

v o c e m a s c h i l e : « S e i d e i l o r o ! » .

E ' a n c o r a u n u o m o a r i b a d i r e

p i ù t a r d i l a s t e s s a a c c u s a ,

n o t a n d o l ' a c c e n t o s e t t e n t r i o n a -

l e d i P i e t r o : « E r i c o n l u i ! » . A

q u e s t e d e n u n c e , q u a s i i n u n

c r e s c e n d o d i s p e r a t o d i a u t o d i -

f e s a , l ' a p o s t o l o n o n e s i t a p e r

t r e v o l t e a s p e r g i u r a r e : « N o n

c o n o s c o G e s ù ! N o n s o n o u n s u o

d i s c e p o l o ! N o n s o q u e l l o c h e

d i t e ! » . L a l u c e d i q u e l b r a c i e r e

p e n e t r a , d u n q u e , b e n o l t r e i l

v o l t o d i P i e t r o , s v e l a u n ' a n i m a

m e s c h i n a , l a s u a f r a g i l i t à , l ' e -

g o i s m o , l a p a u r a . E p p u r e p o c h e

o r e p r i m a e g l i a v e v a p r o c l a m a -

t o : « A n c h e s e t u t t i s i s c a n d a -

l i z z e r a n n o , i o n o ! . . . S e a n c h e

d o v e s s i m o r i r e c o n t e , n o n t i

r i n n e g h e r ò ! » . ( 9 )

* * *

I l s i p a r i o , p e r ò , n o n c a l a s u

q u e s t o t r a d i m e n t o , c o m e i n v e c e

e r a a c c a d u t o a G i u d a . C ' è ,

i n f a t t i , i n q u e l l a n o t t e u n o

s q u i l l o c h e l a c e r a i l s i l e n z i o d i

G e r u s a l e m m e m a s o p r a t t u t t o l a

c o s c i e n z a d i P i e t r o : è i l c a n t o

d i u n g a l l o . P r o p r i o i n q u e l

m o m e n t o G e s ù s t a u s c e n d o d a l -

l ' a s s i s e g i u d i z i a r i a c h e l ' h a

c o n d a n n a t o . L u c a d e s c r i v e l ' i n -

c r o c i o d e g l i s g u a r d i t r a C r i s t o

e P i e t r o e l o f a u s a n d o u n v e r b o

g r e c o c h e i n d i c a i l f i s s a r e i n

p r o f o n d i t à u n v i s o . M a , c o m e

n o t a l ' e v a n g e l i s t a , n o n è u n

u o m o q u a l s i a s i c h e o r a g u a r d a

l ' a l t r o , è « i l S i g n o r e » , i c u i

o c c h i s c r u t a n o c u o r e e r e n i ,

c i o è i l s e g r e t o i n t i m o d i u n ' a -

n i m a .

E d a g l i o c c h i d e l l ' a p o s t o l o

s c e n d o n o l e l a c r i m e d e l p e n t i -

m e n t o . N e l l a s u a v i c e n d a s i

c o n d e n s a n o t a n t e s t o r i e d i i n f e -

d e l t à e d i c o n v e r s i o n e , d i d e b o -

l e z z a e d i l i b e r a z i o n e . « H o

p i a n t o e h o c r e d u t o ! » : c o s ì , c o n

q u e s t i d u e s o l i v e r b i , s e c o l i

d o p o , u n c o n v e r t i t o ( 1 0 ) a c c o -

s t e r à l a s u a e s p e r i e n z a a q u e l l a

d i P i e t r o , d a n d o v o c e a n c h e a

t u t t i n o i c h e o g n i g i o r n o c o n -

s u m i a m o p i c c o l i t r a d i m e n t i ,

p r o t e g g e n d o c i d i e t r o g i u s t i f i -

c a z i o n i m e s c h i n e , l a s c i a n d o c i

p o s s e d e r e d a p a u r e v i l i . M a ,

c o m e p e r l ' a p o s t o l o , a n c h e p e r

n o i è a p e r t a l a s t r a d a d e l l ' i n -

c o n t r o c o n l o s g u a r d o d i C r i s t o

c h e c i a f f i d a l o s t e s s o i m p e g n o :

a n c h e t u , « u n a v o l t a r a v v e d u t o ,

c o n f e r m a i t u o i f r a t e l l i ! » .

D a l l o s p e c i a l e “ L a S e t t i m a n a

S a n t a ” s u l s i t o i n t e r n e t d e l l a

S a n t a S e d e ( w w w. v a t i c a n . v a )

la gente d’italiaVenerdì 6 Aprile 200714

Nel laicissimo Uruguay, come abbiamo più volte

accennato, la Settimana Santa è interamente rossa in

tutti i calendari, coincide tout court con la Settimana

del Turismo. Queste sono le ultime agognate vacan-

ze prima dell'effettivo inizio dell'anno lavorativo

trapuntato comunque di numerose festività civili.

TRASPORTI E NEGOZI La compagnia di traspor-

ti Cutsca consentirà ai suoi clienti minori di 10 anni

e maggiori di 70 anni di viaggiare gratis. Una bella

notizia per tutti quelli che ancora non hanno digeri-

to l'aumento di 50 centesimi di Pesos sul biglietto,

passato da 15 a 15.50 pesos.

E mentre i negozi chiudono, con cartelli che ricor-

dano che sino a lunedì saranno chiusi permanente-

mente, la città lenta e inesorabile si svuota. Diventa

difficile pure trovare dove mangiare un buon chivi-

to.

LA META PRINCIPALE Quest'anno la meta prin-

cipale dei montevideani è l'impianto termale della

città di Salto, celebre anche per il suo lago artificia-

le. Accantonata la psicosi dengue - dopo che il

Ministero della Salute ha solennemente affermato

che non c'è dengue autoctono - i lavoratori hanno

messo da parte pratiche e giacche e cravatte. Anche

il tempo sembra concedere un sole clemente dopo

tre giorni di fastidiosissima e continuativa pioggia.

UOVA E ASADO Nei supermercati è un tripudio di

conigli e uova di Pasqua, con gonfaloni che fanno la

gioia dei piccoli uruguayani. Le uova sono vendutis-

sime, sia quelle di cioccolato artigianali o industria-

li, sia quelle naturali, bianche e perfette per essere

decorate.

Abbiamo chiesto a numerosi montevideani quale

sarà il menu' del giorno di Pasqua.

Senza stupirci è ovvio che sarà l'asado con o senza

“cuero” a spadroneggiare sulle tavole di Montevideo

dopo l'immancabile pescado con arroz di oggi,

Venerdì Santo.

LE CELEBRAZIONI la Settimana Santa, iniziatasi

con la cerimonia della benedizione degli Ulivi, cul-

minerà nelle celebrazioni della Pasqua di

Resurrezione.

Alla Cattedrale, la splendida Chiesa

dell'Imnmaculada Concepción y San Felipe y

Santiago

Alle nove del mattino di oggi, Venerdi' Santo s'ini-

zierà la “Visita a las 7 iglesias”, dalla Chiesa di

San Francisco sino a quella di San Antonio.

Proseguirà alle 16:00 con la Celebrazione Della

Passione del Signore, seguita dalla Via Crucis alle

ore 18.

Alle 12 del Sabato Santo, sempre in Cattedrale, a

mezzogiorno la Celebrazione della Solitudine

della Vergine Maria e alle 23 la Solenne Vigilia

Pasquale. Alle 11 della Domenica di Pasqua si

svolgerà la Santa Messa.

Calendario Liturgico

Viernes Santo de la Muerte del Señor (06 de abril)

_Ayuno y Abstinencia _Is 52, 13 - 53, 12; Sal 30,

2.12-13.15-17.25; Hb 4, 14-16; 5, 7-9; Jn 18, 1 -

19, 42

Sábado Santo de la Sepultura del Señor - Vigilia

Pascual (07 de abril) _*En el d ía la Iglesia se

abstiene del sacrificio de la Misa _Gn 1,1 - 2,2; Sal

103; Gn 22, 1-18; Sal 15; Ex 14,15 - 15,1; Ex 15, 1-

6.17-18; Is 54, 5-14; Sal 29, Is 55, 1-11; Bar 3, 9-

15.32-4,4; Sal 18; Ez 36, 16-28; Sal 41 ó 50; Rom 6,

3-11; Sal 117; Lucas 24, 1-12

Domingo de Pascua de la Resurrección del Señor

(08 de abril) _Hch 10, 34.37-43; Sal 117, 1-2.16-

17.22-23; Col 3, 1-4; Jn 20 1-9.

La Santa Pasqua in Uruguay: Alle terme mangiando l'asado

DIARIO URUGUADIARIO URUGUAYYANOANO

di Tdi Tonino Pintacudaonino Pintacuda

“ Dopo oltre 60 anni la

lingua italiana rischia di scom-

parire in Uruguay a seguito

della decisione del Governo

locale di cancellare l'insegna-

mento della nostra lingua negli

atenei Uruguagi”. E quanto

denunciano il capogruppo di An

alla Provincia di Roma

Piergiorgio Benvenuti, il consi-

gliere provinciale di An, Andrea

Simonelli e il coordinatore Ugl

Esteri Francesco Cellini. “Tutto

ciò sta avvenendo in una nazione in cui

la collettività Italiana oriunda rappre-

senta poco meno della metà della popo-

lazione residente e la lingua Italiana e'

la piu' diffusa dopo quella locale -

hanno spiegato- Una situazione tanto

grave quanto paradossale - in quanto

dimostra come le autorita' italiane, non

solo non riescono a garantire il soste-

gno e la diffusione della lingua italiana

all'estero, ma mostrano segni di cedi-

mento e disinteresse anche nel mantene-

re le posizioni storicamente consolida-

te, come appunto in questo caso. Questa

sconfitta, sul piano politico e culturale

per l'Italia, segue quella che ha visto la

cancellazione dell'Italiano dall'ateneo

di Neuchatell in Svizzera -hanno

aggiunto gli esponenti di An della

Provincia di Roma- Ci chiediamo se

dietro questo cedimento politico diplo-

matico del nostro Ministero degli Esteri

si celi un disegno ben definito o se inve-

ce sia dovuto allo scarso interesse del-

l'attuale governo nel mantenere viva la

nostra lingua e la nostra cultura all'e-

stero''.

Non va dimenticato infine -hanno

aggiunto Benvenuti e Simonelli- il ruolo

svolto da Giuseppe Garibaldi nella sal-

vaguardia dell'indipendenza nazionale

dell'Uruguay e proprio per questo ci

faremo portavoce presso la Provinciale

di Roma di un apposito ordine del gior-

no da discutere in Consiglio alla luce

del fatto che la storia della Provincia di

Roma e' strettamente legata alla figura

di Menotti Garibaldi, discendente

dell'Eroe dei due Mondi, che e' stato

uno dei primi Presidenti dell'allora

Deputazione provinciale di Roma, dal

settembre 1902 al settembre 1905''.

An protesta per la decisione di cancellare l'insegnamentodel la l ingua i tal iana negl i atenei uruguayani

la gente d’italiaVenerdì 6 Aprile 200722

I l mondo ha bisogno di nuo-

ve s torie .Mai ne ha avuto bi-

sogno come oggi , soprat tut to

p e rc h é i n u n ' e r a d i g r a n d i

cambiamenti , in parte real iz-

zati e in parte subiti dalle no-

s t re g e n e r a z i o n i , l e n o s t re

s t o r i e d o v r a n n o s a p e r r a c -

contare le cose che non vo-

gl iamo più, e se possibi le de-

f i n i re q u e l l e c h e v o g l i a m o

per i nostr i f igl i in una ipo-

tesi accet tabi le di futuro.

JMM

Julio Monteiro Mart ins è na-

t o a N i t e r ó i ( B r a s i l e ) n e l

1955. Nel 1999 ha creato a

L u c c a l a S c u o l a S a g a r a n a ,

u n a d e l l e p i ù i m p o r t a n t i

scuole d i scr i t tura i ta l iane .

La Gente d ' I tal ia l 'ha intervis tato.

Come e quando nasce la Scuola Sa-

garana? Perché questo nome?

«La Scuola Sagarana nasce a Luc-

ca nel 1999. A part ire da quest 'an-

no ha la sua sede a Pis toia. “Sa-

garana” è i l t i to lo del primo l ibro

di João Guimarães Rosa, pioniere

del real ismo fantast ico in America

Latina. Sagarana è una parola in-

ventata da Guimarães Rosa, gran-

de creatore di neologismi , compo-

sta da due part icel le di origine et i-

mologica d iversa: "saga" , che in

portoghese ha lo s tesso s igni f icato

dell ' i taliano, sta per una storia che

at traversa epoche e generazioni , e

" rana" , su f f i s so co l l e t t i vo t ra t t o

dal l ' id ioma nat ivo brasi l iano tupí .

Sagarana, quindi , sarebbe la

"storia plurima", la "saga in-

f i n i t a " : f o r s e , l a r i u n i o n e

ideale d i tu t te le s tor ie mai

create dal l 'uomo nel suo lun-

go esi l io su questo pianeta».

Prima di creare Sagarana le i

ha insegnato presso d iverse

scuole di scri t tura e univer-

s i tà in Brasi le , Portogal lo e

S ta t i Un i t i . Qua l è s econdo

lei la funzione di una scuola

d i s c r i t t u ra e qua l i sono l e

d i f f e re n z e t r a l e s c u o l e d i

scri t tura americane e quel le

i tal iane?

«Una Scuola d i Scr i t tura d i

al to l ivel lo ha come scopo lo

sv i luppo tecn ico , f i loso f ico ,

teorico e s t i l is t ico di futuri scri t -

tor i d i narrat iva, poesia , sceneg-

giatura e teatro.

Le Scuole di Scri t ture nei diversi

paesi r ispecchiano necessariamen-

te le di f ferenze cul tural i , s toriche,

ma anche caratteriali dei popoli da

d o v e p ro v e n g o n o g l i a l l i e v i e i

prozfessori».

Com'è nata invece la r iv is ta?

«La Rivis ta Sagarana è nata pochi

mesi dopo la Scuola, per af f ianca-

re con tes t i le t terari e saggis t ic i le

lezioni e le r icerche. Dopo qualche

anno la Rivis ta ha assunto un ruo-

lo più autonomo, meno legato al-

l ' i n s e g n a m e n t o d e l l a S c r i t t u r a

Creat iva».

Cos 'è Scri t tori Migrant i?

«Sono gl i scri t tori provenient i dai

più svariate paesi del mondo che

hanno scel to l ' I tal ia come paese di

adozione e l ' I tal iano come l ingua

let teraria».

Qual i potenzial i tà r iconosce oggi

nel la narrat iva lat inoamericana e

in quel la i tal iana?

«Sono narrat ive in un certo senso

s imi l i e complemen tar i . D ic iamo

che la narrat iva la t inoamericana

urbana oggi sarebbe come la nar-

rat iva i ta l iana però es tremizzata,

rad ica l i z za ta , r ipor tando a l suo i

i n t e r n o i d r a m m i s p e c i f i c i d e l l a

fragi l i tà sociale di quel cont inen-

te».

Scritture migrantiN e l t e m p o c h e f u s i d i s t i n -

g u e v a t r a e m i g r a z i o n e e i m -

m i g r a z i o n e m a i l m o n d o è a n -

d a t o a v a n t i , o r a s i p re f e r i s c e

p a r l a re s e m p l i c e m e n t e d i m i -

g r a n t i . Q u e s t a s e t t i m a n a d e -

d i c h i a m o i l n o s t ro s p a z i o a l -

l e n u o v e s c r i t t u re , f a t t e p ro -

p r i o d a q u e s t i v i a g g i a t o r i c h e

h a n n o i l c o r a g g i o d i c a m b i a -

r e o r i z z o n t i e c o s t e l l a z i o n i

p e r s e g u i r e i l s o g n o d i u n a

v i t a m i g l i o re .

L o s c r i t t o r e J u l i o M o n t e i r o

M a r t i n s c i s p i e g a , n e l l ' i n t e r -

v i s t a d i M a u r a G a n c i t a n o ,

p e rc h é i l m o n d o h a b i s o g n o

d i s t o r i e .

E s i s t e a n c h e t u t t a u n a n u o v a

l e t t e r a t u r a i t a l i a n a f a t t a d a -

g l i s c r i t t o r i c h e n e l l ' I t a l i a

h a n n o t r o v a t o u n a s e c o n d a

p a t r i a . R i l a n c i a m o l a p re s e n -

t a z i o n e d e l l o s c r i t t o re D a v i -

d e B re g o l a , c u r a t o re d e l l ' i n -

t e r e s s a n t e v o l u m e “ D a q u i

v e r s o c a s a ” .

Julio Monteiro Martins, un brasiliano a Lucca

a cura di Ta cura di Tonino Pintacudaonino Pintacuda

di Maura Gancitanodi Maura Gancitano

GENTE D'ITALIALIBRI - SPECIALE SUD AMERICA

la gente d’italia Venerdì 6 Aprile 2007 23

Parlare con gli altri per imparare qualcosa si sèI I l 30 gennaio del 2003 mi è arr ivata questa e-

mail dal l 'Uff ic io Stampa del la casa edi t r ice: “E'

f ina lmen te d i spon ib i l e i l vo lume a cu ra d i

Davide Bregola Da qui verso casa , Ediz ioni

Intercul tural i , Roma 2002, pp.155, ISBN: 88-

88375-20-1, euro 11,00.

Con t i ene in t e rv i s t e a : Youn i s Tawf ik , A l i ce

Oxman, Ron Kubat i , Jadel in Mabiala Gangbo,

He lga Schne ide r, J a rmi l a Ockayova , Taha r

Lamr i , Chr i s t i ana de Ca ldas Br i to , Ju l io

Monte i ro Mar t in s , He lena Janeczek , Smar i

Abdel Malek.

I l volume s i chiude con un contr ibuto, in forma

di dialogo, di Davide Bregola e Armando Gnisci

sul la le t teratura i ta l iana del la migrazione.

Recapi t i del la casa edi t r ice: Via Santa Maria

del l 'Anima 16, Roma, te l . / fax: 06.68892580”

Mi sono r i le t to a l t re due vol te i l comunicato e la

pr ima domanda che mi sono r ivol to è s ta ta la

seguente: “Ma l 'ho fat to veramente io questo

l ibro?”

In ver i tà l 'ho costrui to ass ieme ad al t re persone.

L 'abbiamo fat to ass ieme io e gl i scr i t tor i intervi-

s ta t i che mi hanno concesso i l loro tempo, la

loro f iducia , le loro idee.

Già, le idee. Nel l ibro Da qui verso casa c 'è la

condivis ione di idee con i l mio prossimo.

Ho intervis ta to undici autor i s t ranier i che scr i-

vono in i ta l iano senza bisogno di un t radut tore

(scr i t tor i a l lofoni s i chiamerebbero) .

Abbiamo parlato di le t teratura , intercul tural i tà ,

tecniche narrat ive, bibl ioteche di autor i poco

conosciut i o inedi t i in I ta l ia . . .massimi s is temi

del mondo!

Nella maggior par te dei casi sono andato a t ro-

vare le scr i t t r ic i e gl i scr i t tor i a casa loro.

Abbiamo stabi l i to un rapporto diret to senza fax,

mail , te lefono interpost i t ra me e l 'autr ice/auto-

re .

Da l mio paese l lo , Se rmide , v i c in i s s imo a

Disvetro di Antonio Delf ini e di tant i a l t r i auto-

r i i ta l iani che hanno fat to i l '900 le t terar io , ho

preso su i 4 s t racci e sono andato a Bari , Roma,

Torino, Bologna. . .

I nomi degl i scr i t tor i l i sapete già . A voi i l p ia-

cere di scoprire da qual i Stat i arr ivano, cosa

hanno pubbl icato e che esperienze portano con

sé.

Da ques t i sc r i t to r i ho avu to una ven ta ta d i

cosmopoli t ismo e un entusiasmo che mi servirà

per proseguire nel la mia passione più grande: La

Scri t tura .

Kuma, la col lana in cui è s ta to incluso i l l ibro, è

diret ta dal comparat is ta del la Sapienza Armando

Gnisci . Ho fat to f inta di intervis tare pure lui ; ho

usato i suoi l ibr i sul l 'argomento t ranscul turale e

a tematica “migrant wri ters” per farmi domande

e r ispondermi con ci tazioni t ra t te dai suoi s tudi .

Da qui verso casa è un l ibro la cui intenzione

principale è s ta ta quel la di “andare a bot tega” da

al t r i scr i t tor i . E ' unico nel suo genere e , come s i

dice in quarta di copert ina: “Da ora in poi non

potremo far f inta che non esis ta .”

www.edizioni intercul tural i . i t

amcedizioni@mclink. i t

Da qui verso casa

di Davide Bregola

Kùmà, Let tere migrant i ,

2002, pagg.157, 11,00 euro

Dav ide Brego la (1971) v ive a Man tova in

Lombardia , I ta l ia . Ha pubbl icato due l ibr i di

col loqui con scr i t tor i e poet i s t ranier i che scr i-

vono d i r e t t amen te in i t a l i ano e ha sc r i t t o

“Raccont i fe l ic i” e “La cul tura enciclopedica

del l 'autodidat ta” per Sironi Edi tore .

di Davide Bregola di Davide Bregola

NOTE BIBLIOGRAFI-

CHE

Jul io Montei ro Mart ins è

n a t o a N i t e r ó i ( B r a s i l e )

nel 1955. È s ta to profes-

sore d i scr i t tura c rea t iva

al Goddard College (Ver-

mon t ) da l 1979 a l 1980 ,

al l 'Oficina Li terár ia Afrâ-

nio Coutinho (Rio de Ja-

ne i ro ) da l 1982 a l 1989 ,

al l ' Is t i tuto Camões di Li-

sbona nel 1994 e al la Pon-

t i f ícia Universidade Cató-

l ica di Rio de Janeiro nel

1995. Ha r icevuto i l t i tolo

d i " H o n o r a r y F e l l o w i n

Wr i t i n g " d a l l ' U n i v e r s i t à d i I o w a

(International Writing Program) nel

1979.

Tr a i f o n d a t o r i d e l p a r t i t o v e r d e

b r a s i l i a n o e d e l m o v i m e n t o a m -

biental is ta "Os Verdes" , è s ta to av-

voca to de i d i r i t t i umani a Rio de

Jane i ro , r esponsab i le de l l ' i nco lu-

mità dei "meninos de rua" chiama-

t i a tes t imoniare in t r ibunale sul le

stragi dei bambini abbandonati . At-

t u a l m e n t e i n s e g n a L i n g u a P o r t o -

ghese e Traduzione Let te rar ia a l -

l 'Univers i tà Degl i Studi d i Pisa e

dir ige i l Laborator io di Narrat iva,

che è par te del Master del la Scuola

Sagarana, a Lucca.

Nel suo paese d 'or igine ha pubbl i-

cato, a par t i re dal 1977, raccol te di

raccont i , romanzi e saggi : "Torpa-

l ium", "Sabe quem dançou?" (Sa i

c h i h a n n o b e c c a t o s t a v o l t a ? ) ,

"Artér ias e becos" (Arter ie e vico-

l i ciechi) , "Bárbara", A oeste de na-

da" (A ovest di niente) , "As forças

desarmadas" (Le forze disarmate) ,

"O l ivro das Diretas" ( I l l ibro del-

la democrazia r i t rovata) ,

" M u a m b a " e " O e s p a ç o

i m a g i n á r i o " ( L o s p a z i o

immaginario) .

In I ta l ia ha pubbl icato "I l

p e r c o r s o d e l l ' i d e a "

(1998) , "Raccont i i ta l ia -

ni" (2000) , "La pass ione

del vuoto" (2003) e "ma-

d r e l i n g u a " ( 2 0 0 5 ) . C o n

A n t o n i o Ta b u c c h i , B e r -

n a r d o B e r t o l u c c i , D a r i o

Fo, Err i de Luca e Gianni

Va t t i m o h a p u b b l i c a t o

i n o l t r e i l v o l u m e " N o n

s i a m o i n v e n d i t a - v o c i

contro i l regime" (2001) .

È s ta to anche autore di opere tea-

t ra l i ( "L ' i s te r ia de l marmo" , "Per

mot iv i d i fo rza maggiore" , "Aula

magna", "Hitler e Chaplin") e i suoi

sc r i t t i hanno i sp i ra to opere c ine-

m a t o g r a f i c h e , c o m e " G a r g a n t a "

(Gola) del regis ta Dodô Brandão e

"Referência" (Referenza) , del regi-

s ta Ricardo Bravo.

la gente d’italiaMartedì 10 Aprile 20074

I l M e r c a t o è l a d i m o s t r a z i o n e

c h e i s o g n i p i ù s e m b r a n o l o n -

t a n i e f o l l i e p i ù f a n n o b r e c c i a

n e l c u o r e d e g l i u o m i n i , s i n o a

d i v e n t a r e m o t i v o d ' o r g o g l i o

n a z i o n a l e . O g g i d e d i c h i a m o i l

“ d i a r i o u r u g u a y a n o ” a l c e l e -

b e r r i m o M e r c a d o d e l P u e r t o d i

M o n t e v i d e o , s o r t o p e r i n i z i a -

t i v a d e l c o m m e r c i a n t e s p a g n o -

l o P e d r o S a e n z d e Z u m a r a n

a r r i v a t o a a M o n t e v i d e o c o n l e

i d e e c h i a r e e i l p r e c i s o o b i e t -

t i v o d i r e a l i z z a r e u n ' i m p r e s a

p r i v a t a e u n n u o v o m e r c a t o .

I l d e s i d e r i o s i c o n c r e t i z z ò

i n v e s t e n d o u n c a p i t a l e i n i z i a l e

d i 3 0 9 . 0 0 0 p e s o s p e r 3 5 0 0

m e t r i q u a d r a t i n e l l a z o n a c h e

v a d a C a l l e P i e d r a s , P e r e z C a s t e l l a n o , l a

m e r a v i g l i o s a R a m b l a 2 5 d e A g o s t o . Z o n a

a l l ' e p o c a c o n o s c i u t a c o m e “ B a ñ o d e l o s

P a d r e s ” .

I l n u o v o e d i f i c i o f u s u b i t o b a t t e z z a t o

“ M e r c a d o d e l P u e r t o ” e i n a u g u r a t o i l 1 0

d ' o t t o b r e d e l 1 8 6 8 c o n i l b e n e s t a r e e l ' a s -

s i s t e n z a d e l l ' a l l o r a P r e s i d e n t e d e l l a

R e p u b b l i c a i l G e n e r a l e L o r e n z o B a t l l e e

a l c u n i d e i s u o i M i n i s t r i . L ' i n d o m a n i i l

M e r c a t o e r a g i à a p e r t o a l p u b b l i c o .

I l p r o g e t t o e r a d e l l ' i n g e g n e r e R . V.

M e s u r e s c h e s i i n c a r i c ò p e r s o n a l m e n t e d e l -

l ' i n s t a l l a z i o n e d e l m e t a l l o f a t t o f o n d e r e

d a l l a “ U n i o n F o u n d r i ” d i K . T. P a r k i n ,

d a l l a c i t t à d i L i v e r p o o l , d i v e n t a t a p o i

f a m o s a p e r a v e r d a t o i n a t a l i a i F a b F o u r ,

g l i i n d i m e n t i c a b i l i B e a t l e s .

L ' a c c o s t a m e n t o d e i m a t e r i a l i s c e l t i c r e a

u n a s t r a n a s e n s a z i o n e : d a f u o r i s e m b r a

o p a c o e p e s a n t e m a c h i h a l a f o r t u n a d i

p e r d e r s i a l s u o i n t e r n o d i m e n t i c a s u b i t o l a

p r i m a s e n s a z i o n e e d e n t r a a f a r p a r t e d i

q u e l l a c a t t e d r a l e d i m e t a l l o e v e t r o c h e

s ' a l z a l e g g e r a v e r s o i l c i e l o . M i r a b i l e f r u t -

t o d e l l ' e c l e t t i s m o c h e i m p e r a v a i n q u e g l i

a n n i , l e m o d i f i c h e s u c c e s s i v e n e h a n n o

r i m a r c a t o l e c a r a t t e r i s t i c h e i n i z i a l i e d è

n o t i z i a d i q u e s t i g i o r n i u n c r e s c e n t e i n t e -

r e s s e d e l l ' I n t e n d e n c i a M u n i c i p a l p e r l a

v a l o r i z z a z i o n e d i t u t t a l ' a r e a , c e r c a n d o n e i

l i m i t i d e l p o s s i b i l e d ' a r m o n i z z a r e i l f l o r i -

d o p a s s a t o c o n l e e s i g e n z e d i u n p o r t o i n

Dal 1868 nel cuore di tutti gli uruguayaniil rinnovato incanto del Mercado del Puerto

DIARIO URUGUADIARIO URUGUAYYANOANO

di Tdi Tonino Pintacudaonino Pintacuda

la gente d’italia Martedì 10 Aprile 2007 5

e s p a n s i o n e , s c e l t o s e m p r e d a

p i ù c o m p a g n i e p e r i p r e z z i

v a n t a g g i o s i e l e g a r a n z i e d i

s i c u r e z z a c h e o f f r e r i s p e t t o

a l l a v i c i n a A r g e n t i n a .

E n e l 1 8 9 7 , b e n 11 0 a n n i f a ,

i l 2 5 d ' a g o s t o v e n n e i n a u g u -

r a t o l ' o r o l o g i o m o n u m e n t a l e

c h e i n c a n t a e c o m m u o v e t u t t i .

C o m e s c r i s s e r o n e l g i o r n a l e

“ E l P a i s ” i n o c c a s i o n e d e l

c e n t e n a r i o .

I l 7 a g o s t o d e l 1 9 7 5 i l

G o v e r n o u r u g u a y a n o h a

d i c h i a r a t o l ' i n t e r o c o m p l e s s o

M o n u m e n t o S t o r i c o

N a z i o n a l e c o n l a R e s o l u c i ó n

d e l P o d e r E j e c u t i v o N 0

1 2 8 0 / 9 7 5

E a n c h e s e l a s e r a l a z o n a n o n

è r a c c o m a n d a b i l e p e r o v v i

m o t i v i d i s i c u r e z z a , g i o r n o

d o p o g i o r n o t u r i s t i e m o n t e -

v i d e a n i n o n d i s d e g n a n o u n a c a p a t i n a a l

“ M e r c a d o ” , i n q u e l t r i p u d i o d i c o l o r i e

b a n c a r e l l e s i p o s s o n o g u s t a r e i t i p i c i p i a t -

t i d e l l a c u c i n a u r u g u a y a n a : l a p a r r i l l a d a ,

l ' a s a d o , i l c h o r i z o r o v e n t e , i l c h u r r a s c o ,

o t t i m i c h i v i t o s . C h i e d e t e p u r e c i a s c u n a d i

q u e s t e d e l i z i e , s e p r e f e r i t e l a c a r n e n o n

t r o p p o c o t t a d o v e t e o r d i n a r l a “ j u g o s a ” ,

c o t t a a l p u n t o g i u s t o “ a p u n t o ” e i n f i n e

“ c o c i d a ” s e l ' a m a t e s t r a c o t t a e c r o c c a n t e .

I n u t i l e a g g i u n g e r e c h e s i m a n g i a d i v i n a -

m e n t e e i n c o m p a g n i a d e l l e n u m e r o s e

o r c h e s t r i n e c h e i n c a m b i o d i o p p o r t u n a

“ p r o p i n a ” - c h e s a r e b b e l a m a n c i a - v i

d e l i z i e r a n n o c o n i c a n t i d e l l a B a n d a

O r i e n t a l . E n o n d i m e n t i c a t e d i c h i e d e r e

u n a b o t t i g l i a d i “ M e d i o y M e d i o ” , d e l l a

c a s a R o l d ó s , l a t i p i c a b e v a n d a d e l

M e r c a d o , o t t e n u t a m i s c h i a n d o s p u m a n t e e

v i n o b i a n c o s e c c o .

L o s l o g a n d e l M e r c a d o d i c e t u t t o : “ S i n o

v i s i t ó e l M e r c a d o d e l P u e r t o n o v i s i t ó

M o n t e v i d e o ” . N o n s e r v e l a t r a d u z i o n e ,

v e r o ?

C o m e s e m p r e , h a s t a l u e g o !

la gente d’italiaMercoledì 11 Aprile 20074

L a l i b e r a l i z z a z i o n e c o m -

m e r c i a l e e i n t e g r a t a t r a i

d u e p a e s i d e l C o n o d e l

S u d - U r u g u a y e C i l e -

c r e s c e r à p e r f a v o r i r e

s c a m b i p r o f i c u i a d

e n t r a m b i i p a r t n e r m a

s a r à u n ' “ i n t e g r a z i o n e

a p e r t a ” , s e n z a d i m e n t i c a -

r e g l i a l t r i P a e s i .

Q u e s t a , i n e s t r e m a s i n t e -

s i , i l r i s u l t a t o d e l v i a g -

g i o i s t i t u z i o n a l e d e l

P r e s i d e n t e V a z q u e z i n

C i l e , c o r o n a t o n e l l a

v i s i t a a l P a l a c i o

P r e s i d e n c i a l d e L a

M o n e d a , c h e -

s e c o n d o l e d i c h i a r a -

z i o n i d e l P r e s i d e n t e

u r u g u a y a n o - c o m -

m u o v e s e m p r e ,

g e n e r a n d o s e n t i m e n -

t i p r o f o n d i n e l

c u o r e d i t u t t i i l a t i -

n o a m e r i c a n i .

I L L E G I T T I M O

O R G O G L I O D E L

C O N O S U D

D u r a n t e l a c o n f e -

r e n z a s t a m p a i l

P r e s i d e n t e V a z q u e z

h a r i b a d i t o q u a n t o

h a p i ù v o l t e e s p r e s -

s o : « N o i a p p a r t e n i a -

m o a u n a r e g i o n e e

c i s e n t i a m o p r o f o n -

d a m e n t e o r g o g l i o s i

d i s t a r e i n e s s a , l a

r e g i o n e d e l S u d , d e l

C o n o S u d d e l

C o n t i n e n t e a m e r i c a -

n o , u n a r e g i o n e c h e

n o n p o s s i a m o n e '

v o g l i a m o a b b a n d o n a r e . E p e r q u e s t o

c h i e d i a m o u n p r o c e s s o d i i n t e g r a -

z i o n e c h e r e a l m e n t e c o n t e m p l i n o n

s o l o l e n e c e s s i t à e l e r i c h i e s t e d e i

g r a n d i p a e s i . P a r l a n d o d i “ g r a n d i

p a e s i ” n o n d o b b i a m o c o n s i d e r a r e

s o l o q u e l l i c h e h a n n o m a g g i o r e

n u m e r o d i a b i t a n t i o r i c c h e z z e e c o -

n o m i c h e , c r e d o c h e t u t t i i p a e s i

c o n s i d e r a t i d a l p u n t o d i v i s t a d e l l a

l o r o s o c i e t à e d e l l o r o p o p o l o s o n o

u g u a l m e n t e g r a n d i , t u t t i a b b i a m o

u n a n o s t r a s t o r i a , c o s e c h e c i h a n n o

r e s o f e l i c i e c o s e c h e c i h a n n o f a t t o

s o f f r i r e , t u t t i a b b i a m o u n a n o s t r a

i d e n t i t à » .

U N ' I N T E G R A Z I O N E R E A L E E

A P E R T A E i l P r e s i d e n t e V a z q u e z h a

c o n t i n u a t o : « S o l o c o n u n r e a l e p r o -

c e s s o d i i n t e g r a z i o n e c h e s i e s t e n d a

a n c h e a i p a e s i c o n m i n o r n u m e r o d i

a b i t a n t i e m i n o r e r i c c h e z z a e c o n o -

m i c a c o n d u r r à a l l a f l e s s i b i l i t à

n e c e s s a r i a p e r g i u n g e r e a d a c c o r d i

c o m m e r c i a l i e a p r i r e a l m o n d o p e r

t r o v a r e m e r c a t i c h e a l l ' i n t e r n o d e i

n o s t r i p a e s i s o n o a s s o l u t a m e n t e

i n s u f f i c i e n t i p e r r a g g i u n g e r e q u e l l a

c r e s c i t a e c o n o m i a a c u i m i r i f e r i v o .

P e r q u e s t o a s p i r i a m o a u n p r o c e s s o

d i i n t e g r a z i o n e r e g i o n a l e a p e r t o .

Q u e s t ' o p p o r t u n i t à a b b i a m o d i s c u s s o

c o n i l C i l e , q u e s t o b e l l i s s i m o p a e s e

p e r r a f f o r z a r e v e c c h i e a m i c i z i e e

v e c c h i a c c o r d i c o m e u n T r a t t a t o d i

Uruguay e Cile insieme per la giustizia sociale L'orgoglio del Cono Sud del continente americano

DIARIO URUGUADIARIO URUGUAYYANOANO

di Tdi Tonino Pintacudaonino Pintacuda

la gente d’italia Mercoledì 11 Aprile 2007 5

L i b e r o C o m m e r c i o c h e i l

C i l e h a s i g l a t o c o n t u t t i i

p a e s i d e l M e r c o s u r e c e r t a -

m e n t e a n c h e c o n l ' U r u g u a y

c h e è d e t e r m i n a t o a t r a d u r l o

i n p r a t i c a a n c h e p r i m a d e l

f a t i d i c o 2 0 1 1 . P e r c h é n o n i n

u n a n n o o d u e ? »

C O N U N O C C H I O A L B R A S I -

L E P r o s e g u e n d o n e l t e m a c h e

c o s t i t u i s c e u n o d e i s u o i s l o -

g a n p i ù f a m o s i - “ m a s y

m e j o r M e r c o s u r ” - i l

P r e s i d e n t e d e l p i c c o l o g r a n d e

U r u g u a y h a r i b a d i t o : « A n c h e c o n i l

P r e s i d e n t e L u l a e c o n i l B r a s i l e

v o g l i a m o p r o g r e d i r e i n q u e s t o p e r -

c o r s o a s s i e m e , u n i t i » .

C O N T I N U A N D O L A T R A D I Z I O N E

C I L E N A I l P r e s i d e n t e d e l C i l e

M i c h e l l e B a c h e l e t a l l a d o m a n d a s u

c o m e i n t e r p r e t a r e q u e s t o a m p l i a -

m e n t o h a f u g a t o o g n i d u b b i o : « N o i

s i a m o s t a t i i n p a s s a t o m e m b r o a s s o -

c i a t o d e l M e r c o s u r , s i a m o i n c a m m i -

n o p e r t o r n a r e a q u e s t o r u o l o , p e r -

c h é o g g i s i a m o c o m e o s s e r v a t o r i

d e l l a C a n ( C o m u n i d a d A n d i n a d e

N a c i o n e s , n . d . R . ) , i l C i l e é s t a t o

m e m b r o d e l P a t t o A n d i n o s i n o a l

g o v e r n o m i l i t a r e , q u a n d o d e c i s e r o

d i u s c i r n e . N o i s t i a m o t o r n a n d o a l l a

n o s t r a s t o r i c a t r a d i z i o n e e t e n i a m o

r e l a z i o n i b i l a t e r a l i c o n i

p a e s i c o n c u i s i a m o c o n -

v i n t i c h e l a m i g l i o r e p r o -

s p e t t i v a è u n ' a s s o c i a z i o -

n e s t r a t e g i c a o u n ' a l l e a n -

z a s i g n i f i c a t i v a p e r c h é

a s p i r i a m o a l l a c o m p l e -

m e n t a r i t à c h e p e r m e t t e r à ,

c r e d o , e l e m e n t i p o s i t i v i

p e r e n t r a m b i i p a e s i .

C o m e s e g n a l a v a i l

P r e s i d e n t e T a b a r é , n o i s t i a m o

c o l l a b o r a n d o c o n i l M e r c o s u r e

c o n t i n u i a m o c o n l e n o s t r e

p e c u l i a r i t à c o m e a b b i a m o g i à

d i m o s t r a t o n e l l a C a n , e c o m e

a b b i a m o f a t t o n e l g r u p p o R Í O .

A n c h e n o i a b b i a m o c o m e o b i e t -

t i v o u n ' i n t e g r a z i o n e m a g g i o r e

p e r c h é i p r o b l e m i c h e p o s s i a -

m o a f f r o n t a r e s o n o b i l a t e r a l i .

C o n u n u n i o n e m a g g i o r e e u n a

r e a l e c o l l e g i a l i t à p o s s i a m o

i n n a l z a r e i l l i v e l l o d i t u t t o i l

S u d A m e r i c a e a l l ' A m e r i c a

L a t i n a n e l s u o i n s i e m e , o v v i a m e n t e

s e n z a d i m e n t i c a r e i l M e s s i c o e i l

C e n t r o - A m e r i c a » .

C o m e s e m p r e , h a s t a l u e g o !

la gente d’italia Giovedì 12 Aprile 2007 5

I l l ogo de l Cas iu - Cen t roAss i s t enza Sco la s t i ca I t a l i aUruguay - s intet izza mirabi lmen-t e l a funz ione d i ques to en tegestore: le bandiere del l 'Uruguaye del l ' I ta l ia sono due pezzi dipuzzle , col t i nel l ' i s tante pr ima diun perfet to incastro. La “Gente d ' I ta l ia” ha intervis ta-to i l P re s iden te de l Cas iu , i lCaval ier Alfredo Camussi .Presidente , qual è i l ruolo delCasiu?«Il Casiu è un Ente Gestore , cheopera in base al la legge 153 delGoverno I ta l iano, facendo inse-gnare la l ingua i ta l iana, in formato ta lmen te g ra tu i t a , pe rl 'Uruguay e per gl i a lunni , poichéi l tut to viene pagato con i fondiche r i cev iamo da l GovernoItal iano at t raverso i l M.A.E. set-tore emigrazione. Quest i fondi -mi preme precisar lo - sono f i lo-so f i camente d ive r s i dag l i a l t r idest inat i ad operazioni analoghe»Par l iamo propr io de l le or ig in i s to r iche de lCasiu.«Negli anni Set tanta l 'emigrazione degl i i ta l ia-ni era accompagnata da fenomeni di scarsaintegrazione, tanto da arr ivare - come nel cele-b re f i lm “Pane e c iocco la t a” con NinoManfredi - a diss imulare le proprie or igini i ta-l i ane pe r f avor i r e l ' a cce t t az ione de l l aGermania o del la Svezia . L 'es igenza era diordine prat ico, soprat tut to era in per icolo l ' i -dent i tà dei f igl i degl i emigrat i . Si correva i lr ischio di perdere le radici e la l ingua delcuore per ot tenere piccol i svizzer i e svedesipe r fe t t amen te in t eg ra t i . Da qu i l ' e s igenzamorale di organizzare corsi di l ingua i ta l ianaper i f igl i degl i emigrant i»L 'evoluzione dei f luss i migra tor i edel concet to s tesso d 'emigrazione haperò modif icato la s tessa f inal i tà delCasiu.«I tempi sono cambiat i , l ' in tegrazio-

ne s 'è natural izzata e quasi tut t i quel-l i degl i anni Set tanta sono tornat i inI ta l ia . Oggi i d iscendent i degl i i ta l ia-ni sentono for temente la l ingua i ta l ia-na come l ingua del cuore, è una que-st ione affet t iva. Per questo non pos-s iamo l imi tarc i so lo a i d iscendent ii ta l iani d i re t t i . Sarebbe una s ter i leghe t t izzaz ione . Sopra t tu t to qu i inUruguay l ' i ta l iano è l 'unico lusso cul-tu ra l e che ques t i g iovan i possono

avere».

Anal izziamo qualche dato. Quant i sono gl i s tu-dent i che frequentano i cors i organizzat i dalCasiu? E quant i sono quest i ul t imi?«Valut iamo la valanga di r ichieste che par tonodire t tamente da i d i re t tor i de l le scuole uru-guayane, a t tualmente abbiamo at t ivato corsi innovanta scuole , per un totale di 13000 alunni .I nostr i docent i sono set tantacinque, molt i diessi seguono, ovviamente, più corsi . Le ore dii ta l iano sono dentro l 'orar io scolast ico anchese extra curr icular i , e i docent i sono tut t i con-tat ta t i e preparat i da noi a t t raverso i l laborato-r io I ta ls del l 'univers i tà Ca ' Foscar i di Veneziae cont inui cors i d 'aggiornamento.I nostr i s tudent i hanno a disposizione un l ibro

di tes to e un quaderno d 'esercizi preparato dauna nostra docente . Ciò ha abbat tuto i cost i , i lt i tolo è “I ta l ia che va”. Su l l a ques t ione de l l a l i ngua i t a l i ana inUruguay è calato un preoccupante s i lenzio.«E' un foruncolo che pesa. I nostr i cors i copro-no dal quarto al sesto anno del l ' i s t ruzione uru-guayana ma questo s i lenzio del le is t i tuzioni ,che sono l ibere e indipendent i , pesa come unmacigno. Soprat tut to perché ha tol to la cont i-nui tà a l c i rcolo vir tuoso che s i creava t ra inostr i a lunni . Definire qui in Uruguay l ' i ta l ia-no l ingua s t raniera è una fol l ia . Cont inueremo.Anche se , r ipeto, i l s i lenzio è peggio di ognicosa»Ringraziamo i l Presidente Camussi e gl i a l t r imembri del diret t ivo: i l caval ier Gianranier i

Colel la , la professoressa MariaSegario, Marta Boggiano e JuanEduardo Vel t roni . Tut t i e c inquelavorano per mantener vivo i llegame con la l ingua-madre, lal ingua del cuore.Come sempre, hasta luego.

CASIUPresidente: Sr. Al fredo CamussiHorario: de Lunes a viernes de

14 a 18 Hs.Dirección: Pza. Independencia

749 Of . 302Telefax: 902 6475

E-mail: casiu@adinet .com.uy

DIARIO URUGUADIARIO URUGUAYYANOANO

di Tdi Tonino Pintacudaonino Pintacuda

L'IMPEGNO QUOTIDIANO DELCASIU PER MANTENERE VIVALALINGUADELCUORE

Il Presidente Camussi: «L'italiano? L'unico lusso culturale per gli studenti uruguayani»

la gente d’italiaVenerdì 13 Aprile 200716

Gente D’Italia,due anni in UruguayPromesse mantenute

Domani, sabato 14 aprile 2007. Sono tra-

scorsi due anni da quel venerdì 14 aprile

2005 quando per la prima volta in Uruguay è

comparso nelle edicole un quotidiano tutto

italiano pensato, stampato e diffuso fuori

dall'Italia, Gente d'Italia . Che continua ad

essere stampato ogni giorno oltre che nell'edi-

zione Usa-Canada anche nell'edizione specia-

le, “Sudamerica”, e diffuso nelle edicole

dell'America del Nord, del CentroAmerica e

in buona parte dell'America Latina. Abbiamo

cominciato due anni fa anche in Uruguay, in

questo meraviglioso e fraterno Paese perché -

scrivevo e continuo a ripetere da due anni - in

quest'area del mondo, secondo gli ultimi cal-

coli effettuati da consolati ed ambasciate ita-

liane, vive e lavora la più alta concentrazione

del mondo di italiani e oriundi italiani, figli e

nipoti di quei nostri connazionali che, pur-

troppo, hanno perso o stanno perdendo ogni

contatto con la patria d'origine. Soprattutto

per mancanza d'informazione. Non quella “ di

ritorno”, intendiamoci. Ma l'informazione sui

fatti italiani. Sulla politica, sull'economia,

sulla cronaca e sulla vita italiana di tutti i

giorni.

In generale la stampa italiana all'estero ha

perseguito negli anni un obiettivo circoscrit-

to. Ha cercato cioè di focalizzare problemi e

vita delle nostre comunità, ispirandosi, spesso

con ragione all'esperienza della gazzetta, che

privilegia la cronaca locale. Gente d'Italia ha

dato vita ad un quotidiano diverso: competiti-

vo, realisticamente, con gli organi di informa-

zione nazionale. Ha cercato non solo di

cogliere ogni aspetto della vita delle nostre

comunità nelle due Americhe, ma ha posto sul

mercato un prodotto giornalistico di alto

livello, raccogliendo firme prestigiose della

stampa nazionale ed internazionale.

Scegliendo la strada dell'approfondimento

tematico, inquadrando e spiegando le novità

della politica come dello sport, del costume

come degli spettacoli, della cultura come dei

piaceri della vita. Con l'obiettivo di fare

anche grande cronaca. Non solo cronaca

comunitaria. Dando in esclusiva notizie a cui

neanche i principali media possono accedere.

Vale per tutti l'aver riportato alla luce la tra-

gedia di Monongah, la miniera del West

Virginia saltata in aria nel dicembre del 1907

con più di mille morti più di 500 italiani.

Inchiesta giornalistica elogiata e premiata

anche dall'ex Presidente Ciampi. Tragedia

che noi commemoreremo, quest'anno, in

occasione del centenario, con un libro-inchie-

sta, un convegno, e manifestazioni di cordo-

glio in West Virginia e in Italia. Grazie anche

al patrocinio dell'attuale viceministro degli

italiani nel mondo, Franco Danieli.

Nato nel 2000, intorno al tavolo di un risto-

rante romano, Gente d'Italia ha bruciato le

tappe in pochi anni, passando da mensile a

quotidiano. Con la direzione centrale a

Miami, in Key Biscayne, la redazione politica

di Roma, gli uffici di corrispondenza di New

York, Buenos Aires e Toronto e la sede suda-

mericana di Montevideo. “Gente d'Italia è in

una certa misura un giornale sperimentale.

Non statico, ma in movimento. Alla ricerca di

nuove proposte. Di un miglioramento costan-

te, sia della veste grafica, sia dei suoi conte-

nuti. Un giornale che ha l'ambizione non solo

di recepire, presentare e tradurre problemi,

di Mimmo Porpigliadi Mimmo Porpiglia

14 Aprile 2005, tipografia di Ultimas Noticias: le prime copie di Gente d’Italia vengono firmate dal direttore e dagliinviati italiani e dal segretario generale della Fusie intervenuti in Uruguay per l’avvenimento

la gente d’italia Venerdì 13 Aprile 2007 17

ansie e storie dei nostri conna-

zionali, ma di portare tra loro

uno spaccato di alto livello del-

l'informazione e della cultura

italiana. In parallelo, con un

ambizioso progetto di sviluppo

dell'interscambio con la stampa

dei paesi dell'America latina -

scrivevo - Un giornale diverso

perché in un mondo rissoso e

partigiano qual è quello della

politica italiana, si è sforzato e

continua a sforzarsi di interpre-

tare una realtà democratica in

chiave unitaria. Chi segue

Gente d'Italia non si sorprende

di leggere firme, cronache ed

analisi di segno diverso.

Talvolta opposto. Un giornale in

una certa misura bipartisan. Non un giornale

asettico ed equilibrista. Che voi lettori avete

avuto l'occasione di “misurare” proprio nel

corso dell'ultima campagna elettorale dove

abbiamo rifiutato messaggi elettorali a paga-

mento proprio per dare lo stesso spazio a tutti.

Ha detto Silvana Mangione del comitato di pre-

sidenza del CGIE “Nessun altro strumento car-

taceo d'informazione ha adottato la formula di

Gente d'Italia, il quotidiano delle idee, con-

trapposte ma non stridenti, coerenti con la scel-

ta dell'imparzialità: un concetto questo rara-

mente applicato nel quadro dei giornali per gli

italiani all'estero, che spesso vengono usati

come armi di discriminazione e di offesa nei

confronti delle «persone non grate»”. Per

Armando Pizzuti Presidente del Comites

Uruguay “Gente d'Italia si è dimostrato uno

strumento d'informazione valido non solo per il

carattere quotidiano (senza precedenti in que-

sto paese) ma soprattutto per il livello delle

informazioni e degli articoli che troviamo nelle

sue pagine. Strumenti di questa

natura, oltre ad informare, svol-

gono un ruolo di sostegno impor-

tante per l'organizzazione delle

nostre collettività all'estero.

Inoltre, nella società di acco-

glienza realizzano un lavoro per-

manente di diffusione della

nostra storia, dei nostri valori,

delle nostre tradizioni e della

realtà politica della nostra nazio-

ne”. Due anni dopo, confermia-

mo, la scelta si è rivelata felice.

La decisione di “posizionare” il

nostro giornale anche in Sud

America, nell'Uruguay in parti-

colare, è stata vincente. Siamo

ben radicati anche a Montevideo,

oggi, con gli occhi puntati a

Buenos Aires e sul medio termine alle altre

capitali latine del Sud, nel quadro di una stra-

tegia che ,in chiave geopolitica, possiamo defi-

nire come riferita all'intero emisfero occidenta-

le. Ci siamo, infatti, spostati al Sud senza

abbandonare le posizioni al Nord. Al contrario.

Da Miami a New York a Toronto, il nostro gior-

nale rafforza in termini di immagine, credito e

diffusione la sua presenza, al servizio delle

comunità italiane e dell'incremento dei rappor-

ti bilaterali con i paesi che le ospitano.

Abbiamo puntato - dicevamo - più sull'affluen-

za che non sull'orientamento, ritenendo così di

compiere un servizio al nostro Paese e di

rispetto per quello che ci ospita. Il nostro è un

giornale il cui orientamento politico non è

certo ambiguo o nascosto. Tuttavia, ritenendo

che il nostro ruolo prioritario sia quello di

informare ed interpretare, abbiamo sempre

lasciato aperte le pagine al contributo degli

esponenti sia del centro destra che del centro

sinistra. Un giornale, quindi, che ha la presun-

zione di vivere in sintonia con le

nostre comunità e di saper

cogliere le grandi novità in atto

nelle Americhe, ed in particola-

re nell'America Latina. Un con-

tinente che vive una stagione di

grandi mutamenti politici e

sociali. Che risale la china del

disastro economico. Cha stabi-

lizza sempre di più il suo quadro

istituzionale. Che vede l'affac-

ciarsi sulla scena di nuovi pro-

tagonisti etnico\politici. Che sta

intraprendendo, in chiave

ovviamente latino americana, le

vie di una sinistra di tipo euro-

peo. Che si confronta con nuove

forme di populismo che, aldilà

della demagogia, sono rivelatri-

ci di antichi malesseri. Che sta cercando un

rapporto nuovo e più equilibrato, ma non più

antagonistico, con gli Stati Uniti del Nord. Da

questo osservatorio avanzato e privilegiato che

è Montevideo, ma direttamente collegato al

Nord di questo emisfero, il nostro giornale

intende sempre di più seguire e comprendere

questi grandi cambiamenti epocali in atto a Sud

del Rio Grande. Ricordando l'impatto che 40

milioni di “latinos” hanno ormai sulla vita di

un America del Nord sempre meno WASP. In

questa realtà vivono ed operano le nostre comu-

nità alle quali, ovviamente, si rivolge l'interes-

se prioritario di questo giornale. Grazie anche

all'apporto della Fondazione Italia nelle

Americhe, con la quale in collaborazione stia-

mo portando avanti un programma di diffusione

della lingua, della cultura, del “sentire” italia-

no culminato, proprio a Montevideo, con un

importante convegno, lo scorso settembre.

Siamo e lieti ed orgogliosi di operare oltre che

nell'America del Nord, anche in uno splendido

Paese, a forte origine italiana,

che è l'Uruguay, assistiti dalla

amicizia e dal sostegno di una

classe dirigente di alto livello e

da una comunità nazionale di

grande valore. Un Paese che

Maria Josette Caprio, cofonda-

trice di questo giornale, moglie

e compagna di vita di chi scrive,

ha amato subito, al punto di

aver pensato di stabilire qui, tra

voi, la residenza della Sua,

della nostra famiglia. E nel Suo

ricordo, nella Sua volontà,

spero, insieme con le mie figlie

e i miei collaboratori di conti-

nuare a darvi ogni giorno un

buon prodotto.

la gente d’italiaVenerdì 13 Aprile 200718

A due anni un bambino ha imparato da tempo a cam-

minare, e da tempo sta imparando a parlare. Per un

giornale il compleanno numero due non è troppo diver-

so. E questo giornale proprio in queste ore s'accinge a

soffiare sulla seconda candelina della sua vita in

Uruguay. Sì, giusto a metà aprile del 2005 la Gente

d'Italia sbarcava a Montevideo con la stessa temera-

rietà con cui, per decenni, devono essere sbarcati tanti

connazionali provenienti dalla Penisola. Quella teme-

rarietà che ti fa affrontare, con la

certezza di vincerla, la nuova e

così lontana sfida; ma tale sicu-

rezza la scopri solamente dopo, a

impresa avvenuta. E' il senno del

poi che fa dire “ne valeva la

pena”; mentre si parte e si arriva,

mentre l'avventura comincia tra le onde dell'Atlantico,

davvero “di doman non c'è certezza”, come ammoniva

Lorenzo il Magnifico.

Eppure, quando il direttore ed editore di questo quoti-

diano iniziava a navigare verso il Río de la Plata con

la folle idea di far stampare a Montevideo il giornale in

lingua italiana che già distribuiva negli Stati Uniti e in

Canada -oltre che, per abbonamento, ovunque richie-

sto-, quando Mimmo Porpiglia pensò di far vedere e

vendere la Gente d'Italia nelle edicole dell'Uruguay,

nessuno tra quei pochi che condividevano il progetto,

dubitava del successo. Intanto, perché il capitano con-

tava su un equipaggio di prim'ordine, costituito non

solo dalle firme del giornale (che sempre rappresenta-

no il vero patrimonio di un giornale), ma soprattutto

dalla bussola per fortuna in mano a tre donne:

Margareth, Francesca e Josette, ovvero le due figlie e la

moglie di Porpiglia. Sono state loro a credere e a far

credere nell'iniziativa, sono state loro a lavorare dentro

e fuori il giornale affinché l'America latina, attraverso

l'Uruguay, divenisse il nuovo sbocco comunicativo per

un giornale che da circa sette anni era presente

nell'America che ha trovato l'America.

Invece l'America del Sud non se la filava nessuno,

nell'Europa distratta. E l'Uruguay era considerato,

piuttosto, per il suo grande avvenire dietro le spalle: la

leggenda di Maracaná, la nomea da “Svizzera

dell'America latina”, i miti di Ghiggia e Schiaffino, la

bellezza di Punta del Este, tutto l'immaginario colletti-

vo per questo piccolo, grande Paese parlava e parla al

passato. Ecco, se la Gente d'Italia ha un merito, è quel-

lo d'aver scommesso sul futuro dell'Uruguay. Se oggi

che il giornale ricorda il suo secondo anno di diffusio-

ne una cosa si può dire, è che ha stimolato, ha scosso il

pubblico che legge in italiano a sentirsi parte integran-

te di un mondo che cammina. Quel mondo in italiano

che per decenni è stato ignorato dalla politica estera

dell'Italia, e che solo da pochi anni è diventato una

risorsa di politica interna e internazionale dell'Italia. E

Montevideo, la tanto commemorata città di Garibaldi

(stile “ei fu”: si commemorano sempre i morti o le cose

percepite come tali…), è oggi uno dei punti cardinali di

quest'universo dell'italianità.Ecco, se la Gente d'Italia

ha un altro merito, è quello d'aver colto il senso della

vita della capitale dell'Uruguay, della capitale del

Mercosur, della capitale del mondo in italiano nel suo

sconosciuto versante meridionale.

D'altronde, un giornale può investire soltanto parole,

può raccontare soltanto ciò che è successo e riflettere

su quel che (forse) succederà, può aprire le sue pagine

a chiunque ne richieda l'ospitalità. Può, infine, mettere

a contatto la realtà italiana con quella sudamericana,

incastrare l'una all'altra come accade anche material-

mente col giornale, che viene distribuito insieme con

l'uruguaiano Últimas Noticias. E quando un'identità si

confronta con l'altra, quando un'identità viaggia per

mano dell'altra, essa diventa più forte. Gli “italiani

all'estero” non esistono, se non come categoria dello

spirito. Esistono gli italiani uruguaiani (o gli uru-

guaiani italiani, la variante generazionale), esistono gli

italiani che hanno aggiunto qualche altra cosa al loro

essere italiani, secondo il principio universale di una

cultura, di una lingua e di una tradizione millenari, e

che da Roma al Rinascimento, al Risorgimento, alla

Repubblica oggi può volare ovunque.

Di più. Oggi esistono milioni e milioni di italiani che

non parlano l'italiano e che pure sono consci della loro

italianità in aggiunta.Perché l'identità italiana è quasi

una formula matematica: dipende dalla percentuale

d'amore che una persona esprima per l'Italia. E dunque

può essere più italiano un australiano che ha conosciu-

to Michelangelo sui libri di scuola, rispetto a un italia-

no di Roma che abiti vicino alla “Pietà” senza essersi

mai curato di riconoscerla Ecco, forse, il terzo merito

che si può attribuire a questo giornale è d'aver avvici-

nato molti alla patria di Michelangelo, è d'aver instilla-

to in tanti la curiosità, foss'anche nient'altro che la

curiosità, per la grandezza della nazione evocata.

A parte l'informazione e lo spazio aperto a chiunque

avesse o abbia qualcosa da dire, senza prima doman-

dargli se è guelfo o ghibellino, ci sono poi state alcune

battaglie giornalistiche tipiche -queste sì- del giornale.

I fatti separati dalle opinioni, dice la buona scuola del

giornalismo, ma solo chi non ha opinioni s'accontenta o

si nasconde dietro i fatti. Invece in questo paio d'anni

la Gente d'Italia ha potuto sollevare, fra le altre cose,

due questioni che mi stanno molto a cuore: la necessità

di istituire un'Università italiana a Montevideo, e il

dovere di assicurare agli uruguaiani di domani lo stu-

dio della lingua italiana nel biennio umanistico e giuri-

dico propedeutico all'Università in Uruguay.Sul primo

punto torneremo presto, considerandolo il coronamento

di una strategia senza frontiere. Ma posto che noi par-

tiamo dal felice assunto dell'ex presidente della

Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, secondo il quale

l'Italia è la prima super-potenza culturale del pianeta

(con tutto ciò che questo implica e impone), è evidente

che l'America latina non possa essere privata ancora a

lungo di un'Università italiana. Ed è ragionevole pen-

sare che essa potrebbe sorgere in Uruguay per una serie

di motivi di cui torneremo a scrivere nei prossimi nume-

ri.Invece ora e subito anticipiamo il senso della nostra

serenam indignazione

per l'avvenuta abolizione

dell'obbligo di studiare

l'italiano nel primo anno

del cosiddetto bachillera-

to, che è fatto di due

anni. E' un'indignazione

non soltanto per la miopia con cui un'oligarchia di teo-

rici esperti, senza aver dibattuto pubblicamente della

questione, ha ritenuto di dover prendere questa decisio-

ne nell'interesse degli uruguaiani (la qual cosa, da

oriundo e fiero uruguayo, ho contestato e contesterò).

E' indignazione soprattutto per come l'istituzione italia-

na a tutti i livelli -dalla Farnesina all'Ambasciata ita-

liana a Montevideo, tanto per essere chiari-, ha subìto

ciò che non avrebbe dovuto subìre. Lungi da noi spie-

gare a Lorsignori ministri, sottosegretari, ambasciatori,

consoli, direttori e presidenti “come si fa” a trattare

con le autorità di un altro e sovrano Paese: a ciascuno

il suo ruolo, e in questo campo, il campo della diploma-

zia, l'Italia ha un'esperienza ineguagliabile. Ma la que-

stione è stata presa sottogamba, e non tutti hanno fatto

ciò che avrebbero dovuto e potuto.

Mi correggo: ciò che Lorsignori sono ancora in tempo

a fare, perché con una forte iniziativa politico-istituzio-

nale l'Italia può ottenere il ripristino di ciò che non

doveva essere neanche toccato.

Nell'anno del bicentenario di Garibaldi, che

all'Uruguay ha dedicato le sue più belle avventure in

Sud America, la valorizzazione della lingua italiana

sarà l'imperativo dolce e categorico delle settimane a

venire. Per un giornalista l'italiano è come il bisturi per

il chirurgo: non si può, altrimenti, operare. Ma per chi

ha una certa idea dell'Italia, e quindi del mondo in ita-

liano, la lingua italiana è molto più di uno strumento di

lavoro e di comunicazione. E' il senso di una vita tra-

scorsa in molti luoghi fisici e dell'anima, di una vita

ricca di più lingue, e perciò consapevole del valore

della lingua italiana.

E allora non diremo “tanti auguri” per il compleanno

numero due del quotidiano. Non spegneremo, metafori-

camente, alcuna candelina. Due anni vissuti appassio-

natamente, ma la festa più emozionante per ungiornale

che cresce, è quella d'indicare, con umiltà, il prossimo

traguardo da raggiungere: far rimettere la lingua di

Dante al bachillerato di Montevideo. Sapendo di poter

contare, per questa battaglia delle idee e dei sentimen-

ti, su un angelo in cielo. Sapendo, questo giornale, di

poter avere il conforto della sua co-fondatrice Josette.

Le donne riusciranno laddove gli uomini sono falliti.

[email protected]

Gente d'Italia, 2 anni in UruguayE un impegno: la lingua italiana

FRONTIERE

di Federico Guigliadi Federico Guiglia

la gente d’italia Venerdì 13 Aprile 2007 19

E gregio Diret tore ,

ne l secondo ann iversar io de l l ' i n i z io

del le pubbl icazioni del Suo giornale

qui in Uruguay desidero formularLe i

m ie i augur i e man i f e s tarLe quan to

importante s i s ia r ivelata questa espe-

rienza per i nostr i connazional i qui

resident i e più in generale per la pre-

senza i tal iana in questo Paese.

Desidero sot tol ineare la coopera-

zione tra l 'unico quot idiano i tal iano in

Uruguay e l 'unico Consolato d ' I tal ia ,

al serviz io del la numerosiss ima nostra

col le t t iv i tà , e gl i ampi spazi puntual-

mente dat i ai nostr i comunicat i di inte-

resse generale . Nonostante la possibi-

l i t à d i avva le r s i de l nos t ro s i t o

Internet e del le informazioni che ero-

gh iamo d i re t tamen te , a t t raverso i l

mezzo s tampa possiamo raggiungere un

pubbl ico ancora maggiore, considerata

anche la di f fusione e l 'apprezzamento

di cui ormai “Gente d ' I tal ia” gode tra

g l i i t a lo -uruguayan i e non so lo . I l

recen te ar r i cch imen to de l l e pag ine

dedicate a s torie e s toria, personaggi ,

fat t i , curiosi tà e intervis te degl i e agl i

I tal iani in Uruguay, ha conferi to ul te-

r iore interesse, anche at traverso l 'a t t i -

v i tà del giovane e dinamico cronis ta ,

al la tes tata che Lei dir ige, ormai già

consol idata ne l panorama edi tor ia le

locale .

Vogl io anche r ingraziarLa per la

costante at tenzione dedicata al la di fe-

sa del la nostra l ingua in Uruguay.

Mi permetta, inf ine, di r innovarLe

i miei sent iment i di s incera vicinanza a

segui to del la incolmabile perdi ta che

ha co lp i to Le i , l a Sua famig l ia e

“Gente d ' I tal ia” con l 'augurio che, c iò

nonostante , la memoria del la Signora

Maria Joset te cont inui ad ispirare l 'a t -

t iv i tà e le fortune del giornale .

Colgo l 'occasione per inviarLe i miei

più cordial i salut i

Michele Pala

Console Generale d’I tal ia

Caro Direttore,

Sembra ieri, quando eravamo riuniti

tutti nel Hotel Radisson, per il lancio

di “Gente d'Italia”. Mi toccó pure a

me di parlare e confesso che non fu

facile, perché mi sembrava un'avven-

tura troppo donchisciottesca: reggere

in Uruguay con un quotidiano italia-

no!

... E sono passari giá due anni, anche

se sembra ieri. Indubbiamente per

avventurarsi nel mondo delle utopie

ci vuole molto coraggio e un po' di

follia spirituale. E il Dott. Domenico

Porpiglia (Mimmo, per coloro che lo

stimano colloquialmente come me) di

coraggio e di follia utopica ce ne ha

tanto. Perché se oggi celebriamo i

due anni di Gente d'Italia é perché

celebriamo anche il bienno di quella

follia, che oggi non sembra piú tanto

follia, ma un progetto che si sta svi-

luppando con grande dimensione.

Mi é toccato lavorare con il Dott.

Porpiglia e posso dire che io, che non

mi credo un pigro, ho sempre stentato

a seguirgli il passo. Ed é bello oggi

confermare che "Gente d'Italia" ha

un grande successo, che si sente la

necessitá di leggerlo di prima matti-

na con il caffé e che in questo "cre-

scere" della sua presenza in Uruguay

e in tanti altri posti del mondo, uno

sente il rispetto verso i coraggiosi

che credono in questo piccolo

Uruguay, che sta mostrando in

America Latina di essere piú grande

di quello che indicano le sue dimen-

sioni geografiche.

In questa occasione di auguri anche

un saluto affettuoso al giovane

Tonino Pintacuda, che mi ricorda la

mia epoca giovanile - e quindi i miei

anni migliori - vicino a giornali e

radio italiane d'emigrazione, anche

se di piú modesta portata. Credo che

Tonino ha il merito di aver saputo

subito capire la sensibilitá

dell'Uruguay, senza perdere la cultu-

ra dell'Italia. Bravo!

Gianni Raso, coordinatore della sede

Rai di Montevideo

***

A “Gente d´Italia” e tutti i suoi col-

laboratori che rendono possibile la

sua lettura quotidiana, Vi salutiamo

cordialmente nel vostro secondo

anniversario editoriale e Vi auguria-

mo tanti successi.

É una data che, noi corregionali del

Friuli Venezia Giulia e tutta l'intera

collettività italiana residente al

Uruguay, non abbiamo dimenticato,

non dimentichiamo e non dimentiche-

remo mai.

EFASCE Uruguay

Ente Friulano Assistenza Sociale

Culturale Emigranti

Caro Direttore,

è con piacere ed allegria che ti invio

queste due righe di felicitazioni e

complimenti per il secondo com-

pleanno del tuo giornale Gente

d'Italia.

È grazie a te che oggi possiamo con-

tare in Uruguay e nelle Americhe di

un quotidiano di alto valore cultura-

le. Ti sei proposto e, ci sei riuscito, a

diffondere la nostra lingua col valido

pensiero di uno staff di giornalisti di

alto livello. Il mezzo per mantenere la

nostra lingua, lontani dalla Patria, è

leggere, leggere, leggere, e tu ci hai

dato questa possibilità.

Siamo così informati giorno a giorno

di ciò che accade in Italia e nel

mondo, nonché di conoscere la nostra

letteratura, la nostra storia e le opi-

nioni della nostra attualità politica.

Tutte le opinioni, di una parte e dal-

l'altra in una chiara posizione demo-

cratica.

Il mio augurio è che il tuo giornale

abbia sempre maggiori successi,

diffondendo quella italianità della

quale ne siamo orgogliosi, special-

mente all'estero.

Un cordiale saluto ed un abbraccio.

Ad maiora !

Giovanni Costanzelli,

direttore del mensile Ancri

***

Caro Direttore,

Complimenti per questo nuovo anni-

versario di Gente d' Italia in

Uruguay.

In questi due anni, il vostro progetto

giornalistico non solo si é consolida-

to ma si é, pienamente integrato alla

vita quotidiana della nostra comu-

nitá.

Pertanto giungano a Lei Sig.

Direttore e a tutti i suoi collaborato-

ri i miei auguri per il futuro e il mio

piú sincero riconoscimento, al vostro

impegno per informare con massima

professionalitá e pluralitá i nostri

connazionali in questo paese.

Filomena Narducci,

Componente il Comitato

di Presidenza del Consiglio Generale

degli Italiani all' Estero

***

Gentile Direttore,

In occasione del secondo anniversa-

rio di Gente di Italia in Uruguay,

invio a Lei e allo staff da Lei diretto,

gli auguri per il lavoro svolto in

comunicazione in questo tempo da

parte di Spazio Italia

Gli auguri del Viceministro Danieli

la gente d’italiaVenerdì 13 Aprile 200726

L'America Lat ina è sem-

pre s ta ta cons idera ta la

patr ia del “real ismo ma-

gico”, un f i lone art is t ico

la cui caratterist ica prin-

c i p a l e è l a p re s e n z a d i

elementi sovrannaturali e

straordinari, in una paro-

la “magici”, in un conte-

s to real is t ico.

I l termine fu coniato dal

c r i t i c o t e d e s c o F r a n z

Roth per descr ivere l ' o -

p e r a d i a l c u n i p i t t o r i

americani degli anni Ven-

t i , ma a part ire dagl i an-

ni Sessanta f inì col desi-

gnare pr inc ipa lmen te la

produz ione l e t t e rar ia d i

quegli scrit tori sudameri-

cani che, in preda al l 'en-

tusiasmo per la rivoluzio-

ne cubana e in generale

per i moviment i indipen-

dent i s t i che s tavano na-

scendo in quel periodo, contr ibui-

rono a r idisegnare e a raf forzare

l ' iden t i tà de l con t inen te la t inoa-

mericano.

Le opere di quegl i anni divennero

mit i , raccont i epici con i qual i s i

tentava di fondare una cul tura for-

te che doveva, e f inalmente pote-

va, r ivendicare la propria autono-

mia.

L 'opera p iù impor tante d i ques to

f i l o n e l e t t e r a r i o è s e n z a d u b b i o

“Cent 'ann i d i so l i tud ine” d i Ga-

briel Garçia Marquez, romanzo ca-

polavoro del 1967 considerato og-

gi i l tes tamento le t terario del l 'A-

merica Lat ina, nel quale l ' immagi-

nario paese di Macondo diventa un

piccolo universo in cui s i muovono

personaggi incredibi lmente umani

e s traordinariamente surreal i .

NELL'ETA' DELLA GLOBALIZZA-

ZIONE I l rea l i smo magico , però ,

sembra essere in procinto di esau-

rirsi . Ha assunto ormai uno schema

preciso, e anche gl i s tess i “padri”

d i ques to f i l one l e t t e rar io (Mar-

quez in pr imis , ma anche Vargas

Llosa) pare s i s iano r idot t i a co-

piare se s tess i .

Del res to , i seguaci de l rea l i smo

magico in America Lat ina sono r i -

mast i in pochi . Gl i scr i t tor i la t i -

noamer icani de l la nuova genera-

zione, infat t i , sono costret t i a fare

i conti coi cambiamenti sociali , po-

l i t ic i e cul tural i che s tanno avve-

nendo in tu t to i l mondo, cambia-

menti che necessariamente inf lui-

scono sul le loro opere.

Q u e s t i s c r i t t o r i n o n s i s t a c c a n o

dal la real tà , ma la raccontano co-

sì com'è.

E' un tendenza molto viva anche in

I ta l ia , dove s i s ta sv i lup-

pando una nuova forma di

ro m a n z o , q u e l l a d e l “ re -

portage narrat ivo”, che r i -

por ta l ' a t t enz ione su l l ' a t -

tual i tà , su i temi caldi che

coinvolgono tut t i noi .

MANTENERE L'IDENTITA'

NELLA SOCIETA' GLOBA-

LE I l tentat ivo di racconta-

re un'America Latina diver-

sa da quella degli Anni Ses-

santa non può essere con-

siderato sbagl iato a priori .

Q u e l l o c h e p r e o c c u p a ,

però , è che i l dec l ino de l

re a l i s m o m a g i c o s i a s o l o

una del le conseguenze del-

la global izzazione, del l 'era

di Internet e degl i iPod.

I l p e r i c o l o , i n f a t t i , è c h e

l 'at tenzione al mondo e al-

l ' a t tua l i tà d iven t i so lo un

modo per “copiare” lo s t i -

le del la le t teratura inglese

e americana, che port i al la perdi-

ta del l ' ident i tà cul turale di un po-

polo, che faccia dimenticare le sto-

r ie che lo hanno formato.

Ciò che ci auguriamo è che l 'uomo

che viene fuori dai nuovi romanzi

la t inoamer icani non s ia un uomo

incapace di cogl iere i l sopranna-

turale , lo s traordinario, i l meravi-

g l ioso che è den t ro ogn i p i cco lo

fat to quot idiano, ma che mantenga

quel lo sguardo nonostante s ia im-

merso nel la nuova società globale .

In cerca di un nuovo realismo magicoC h e f i n e h a n n o f a t t o q u e i m a g i c i f u -

r o r i c h e s t i l l a v a n o d a l l e p a g i n e d e g l i

s c r i t t o r i d e l l ' A m e r i c a L a t i n a ?

I n c a n t a v a n o , s p i a z z a v a n o , e r a u n p a -

r a d i s o d i p a r o l e l i m p i d e , p e s c a t e n e l -

l a p o z z a d e l l e m e t a f o r e p i ù v e r e e

s i n c e r e .

B a s t a s f o g l i a r e l e p r e c e d e n t i p u n t a t e

d i q u e s t a r u b r i c a d e l v e n e r d ì : s o n o

t u t t i a u t o r i d e l p a s s a t o , o a u t o r i c h e

a q u e l p a s s a t o s i s o n o r i v o l t i p e r c e r -

c a r e i s p i r a z i o n e . M e g l i o a n c o r a : b a -

s t a e n t r a r e i n u n a q u a l s i a s i l i b r e r i a ,

c e r c h i l ' A m e r i c a d e l S u d e t r o v i P a u -

l o C o e l h o e i l p e r u v i a n o - a u s t r a l i a n o

S e r g i o B a m b a r é n c h e c e r c a l ' o n d a

p e r f e t t a s u l l a s c h i e n a d e i d e l f i n i .

S e m b r a c h e l a l e t t e r a t u r a l a t i n o a m e -

r i c a n a a b b i a d e c i s o d i “ p r o d u r r e ” r o -

m a n z i c o n i l p r e c i s o o b i e t t i v o d i r i -

c a v a r n e f r a s i p e r a c c o m p a g n a r e i

c i o c c o l a t i n i .

S ' è d a v v e r o p e r s a l a s t r a d a p e r M a -

c o n d o ? S e l o c h i e d e M a u r a G a n c i t a -

n o . O f o r s e b i s o g n a c a m b i a r e p r o s p e t -

t i v a , a v e r e i l c o r a g g i o d i d i f e n d e r e i

p r o p r i s o g n i , c o m e h a f a t t o l o s c r i t -

t o r e r o m a n o P a o l o P a p o t t i , s b a r c a t o

i n A m e r i c a p e r l a v o r a r e a l l ' I B M .

L a p r i m a p u n t a t a d e l s u o “ d i a r i o a m e -

r i c a n o ” i n c a r n a p e r f e t t a m e n t e q u e l l a

m e r a v i g l i a c h e g l i s c r i t t o r i d e l C o n o

d e l S u d n o n r i e s c o n o p i ù a r i t r o v a r e .

C o m e s e m p r e , b u o n a l e t t u r a .

La strada per Macondo nell'età della globalizzazione

a cura di Ta cura di Tonino Pintacudaonino Pintacuda

di Maura Gancitanodi Maura Gancitano

GENTE D'ITALIALIBRI - SPECIALE SUD AMERICA

la gente d’italia Venerdì 13 Aprile 2007 27

Sognando la CaliforniaL'America, la California poi, noi la conosciamo

bene. Ne s iamo convint i tut t i . Basta dire

California e tutti si immaginano un Eden di

ragazze seminude, fusti che fanno surf, droga

buona ed economica, sesso libero, musica rock e

così via.

Io non facevo eccezione. Quando mi hanno detto

che sarei andato a San Jose, California, 80km da

San Francisco, ero convinto di sapere quello che

mi aspettava. Certo curioso di scoprire come

sarebbe stato vivere in una cittadina di provin-

cia, questa esotica San Jose che non avevo mai

sentito. Mi immaginavo giri a piedi e in biciclet-

ta per quello che doveva essere un paesetto, dove

avrei trovato un paio di bar dove andare la sera.

Lì mi avrebbero conosciuto come “l 'italiano” e

avrei imparato a bere birra ghiacciata mentre mi

facevo battere a biliardo da tutto il paese. Ecco,

pensavo di sapere tutto. E mi sbagliavo.

Di preparativi per la partenza non c'è stato molto

tempo. Qualche settimana per lasciare la stanza

in affitto, baciare gli affetti, mangiare in una

trattoria diversa ogni sera, andare a ballare nei

local i prefer i t i , inf ine

stampare gl i ar t icol i da

studiare sull 'aereo per evi-

tare f iguracce una vol ta

davanti ai mostri delle basi

di dati. Pochi giorni prima

di partire ho ricevuto la

mail di quello di sarebbe

stato il mio capo all 'IBM,

Howard. Annunciava che

mi sarebbe venuto a pren-

dere all 'aeroporto di San

Francisco e mi avrebbe

portato dritto ad affittare

la macchina, che non avrei

potuto fare senza.

Perplesso dal le news ho

trovato il tempo di aprire google maps fra una

carbonara e una passeggiata a Testaccio, per

vedere dove fosse Almaden e farmi un'idea più

precisa del paesotto San Jose. Il centro di ricerca

IBM visto dal satellite è una chiazza grigia pic-

cola piccola su una distesa verde e marrone.

Si distingue un parcheggio gigantesco e una stra-

da piccola e tortuosa che la collega alla chiazza

grigia gigante.

San Jose è la decima città degli Stati Uniti per

numero di abitanti. Senza contare il corridoio di

asfal to e abi tazioni che la col lega a San

Francisco, il continuo di industrie, università e

startup che chiamano Silicon Valley, che proba-

bilmente da sola fa qualche altro milione di inge-

gneri e informatici. Come stavo per

scoprire, la bicicletta l 'avrei vista

solo al le cr i t ical mass i l venerdì

pomeriggio a San Francisco.

Delle aspettative disilluse in realtà

eravamo ancora al l ' in iz io , come

anche di sorprese che si sarebbero

manifestate a breve. All 'aeroporto,

per esempio, aspettavo di trovare il

mio capo fuori ad aspettarmi, col car-

te l l ino PAPOTTI s t ropicciato in

mano. Mi aveva scritto che era asiati-

co e basso. Avevo apprezzato quella

descr iz ione aset t ica , semplice ed

efficace. Pochi mesi dopo anche le

mie email romantiche e lunghissime,

con cui avevo mezzo sedotto ragaz-

zette in giro per l 'Italia, avrebbero

raggiunto quei toni, ma lì, innocente

e ingenuo, ancora non sapevo e mi

guardavo intorno all ' inizio entusiasta

per l ' incontro imminente. Poi passai

allo sguardo preoccupato. Poi a quel-

lo perso.

Perché uno è convinto di par lare

inglese e di cavarsela bene ovunque

lo piazzino, finché non prende in

mano un telefono e deve chiamare un

cellulare americano. Serve o no il

prefisso? Quale è il prefisso? Quanti

soldi servono? Ma soprattutto, sba-

glio o è una segreteria quella che sta

di Paolo Papottidi Paolo Papotti

la gente d’italiaVenerdì 13 Aprile 200728

gracchiando al numero del

mio capo? Ok.

Razional i tà . No panic .

Fermo una signora, la più

innocua e cicciotta a vista

vicino al te lefono. Le

chiedo se può sentire cosa

dice la segreteria e ripe-

termelo in Inglese. La

signora mi dice lentamen-

te e spalancando la bocca

come parlasse a un sordo-

muto: Il Numero Non E'

Raggiungibile. Ok, ringra-

zio e mi incammino deciso

per darmi un tono dopo la

figura meschina. In preda

al sonno e a una sottile

ansia di non aver ricono-

sciuto il basso cinese mi

aggiro a cerchi concentrici

sempre più larghi intorno

al l 'usci ta del mio volo.

Una ragazza conosciuta

sull 'aereo compare fra la

folla e mi ferma, mi pre-

senta alla sua amica roma-

na che vive a San Francisco, dice che dovremmo

vederci, l 'amica mi dà il suo numero, mi spiega

in 30 secondi tutto quello che devo sapere per

avere un telefono (sul momento non colgo nulla,

troppo scosso dalla notizia che si paga pure

quando ti chiamano gli altri), spariscono in una

piroetta di trolley e dalla loro nuvoletta esce

Howard che mi guarda tutto sorridente ripetendo

“Paulo? Paulo? Eh eh, Paulo?”.

La macchina di Howard è gigantesca come da

copione. L'autostrada ha sei corsie come previ-

sto. Il cielo è blu, fa un caldo

incredibile anche se l 'estate è fini-

ta da dieci giorni e c i s iamo.

Howard parla solo di cose pratiche

e lo capisco, appena salito in mac-

china mi ha messo in mano una

bottiglietta di acqua minerale da

mezzo litro. Lui nel viaggio da

SFO a San Jose se ne spara due,

tanto ne ha una cassa nel portaba-

gagli del SUV. Io parlo a monosil-

labi, tranne quando chiedo consi-

gli su come guidare, visto che da

un momento all 'altro mi ritroverò

a seguirlo in giro per le autostrade

che tengono insieme la chiazza di

San Jose. Howard, da perfetto immigrato cono-

sce tutte le regole e comincia a spiegare: non

andare mai a più di 10 miglia sopra il limite,

segui il flusso, se devi girare mettiti nella corsia

e anche se hai capito che hai sbagliato uscita,

esci lo stesso. Non la farò lunga su quanto sia

semplice affittare una macchina, abituarsi al

cambio automatico e guidare sulla one-o-one

come se fosse la Cristoforo Colombo alle quattro

di mattina un martedì sera. La cosa più interes-

sante è il posto dove mi stava guidando Howard

con il suo macchinone. La prima cosa che mi

dice: non parcheggiare per strada, ma paga per

un parcheggio privato. Io mi guardo intorno per-

plesso: ci sono centinaia di parcheggi, compreso

uno di fronte alla mia futura stanza che appartie-

ne a una chiesa o qualcosa che gli assomiglia.

Scoprirò la sera stessa, dalla mia finestra, che

quella croce gigante, alta 20 metri o più, si illu-

mina la notte, passando dal viola al blu al verde,

e che la scritta scorrevole rossa non avrebbe mai

smesso di raccomandarmi di entrare per incon-

trare Gesù.

Ora, io sono stato un mese dentro una stanza di

due metri per due, con una tv 14 pollici, un

unico lavandino di

inox da usare per lava-

re l ' insalata e i denti,

un forno a microonde e

un bagno un metro per

mezzo con la porta

scorrevole che non si

chiudeva. Perché gl i

altri intern dell 'IBM ci

avevano passato tre o

quattro mesi in quella

gabbia, anche se pren-

devano stipendi tali da

poters i aff i t tare un

intero appartamento in

un quartiere qualsiasi?

Non l 'ho mai capi to.

Però mi era chiarissi-

mo che sarei dovuto

scappare al più presto.

A me non aveva mai

sedotto vivere da solo.

Prefer ivo vivere con

al t re persone. Pr ima

vent iquat t ro anni dai

miei (se si esclude una

breve parentesi con

altri tre “erasmus” a Madrid), poi tre anni con

amici, e mi ero sempre trovato benissimo. Mi

piaceva tornare e mangiare con qualcuno, saluta-

re entrando o uscendo, fare la spesa insieme.

Cose minime, ma, mi dicevo, a me piace vivere

così. E' vero che c'era una sorta di vera cucina

comune, ma non riuscivo ad abituarmi agli altri

ospiti che popolavano quella sorta di residence.

Pare che, per avere la concessione così vicino al

centro, la direzione avesse un vincolo molto

chiaro: una quota, tipo il 25% delle stanze,

doveva essere data gratis agli homeless

della città. A patto che non usassero dro-

ghe, non rubassero e così via. Questo non

esclude l 'alcool e non esclude il mio imba-

razzo quotidiano nell 'avere a che fare con

gli accenti più strani e i discorsi più stram-

palati, da cui potevo scappare solo con uno

“yes yes” imbarazzato e un sorriso stirato.

Tutto era difficile e curioso. Hai bisogno

di una brugola? Serve un pomeriggio inte-

ro per scoprire come si chiama una brugo-

la (non lo ricordo neanche ora), come si

chiama il negozio che le vende e trovare

l 'uscita dell 'autostrada giusta per raggiun-

gere il negozio. Ma ero in America, anzi,

in California e superato il weekend per

ambientarmi avrei cominciato a lavorare con

degli scienziati pazzeschi e avrei cominciato a

divertirmi. Quella sera, preso dall 'entusiasmo,

entrai nella chiesa della luci acide per chiedere

dove potevo trovare una messa.

la gente d’italia 8Lunedì 16 Aprile 2007

Il piccolo grande Uruguay non si ferma,l'instancabile Presidente Tabaré Vázquezin meno di due mesi ha ottenuto l'appog-gio del Presidente Bush; ha proseguito conla preparazione dell'insediamento delParlamento del Mercosur che avverrà ilprossimo 7 maggio; seguito dagli accordicol Cile e ora anche quelli con Cuba, coro-namento della seconda “Comisión Mixtade Cooperación Económica-Industrial yCientífico-Técnica Cuba - Uruguay”. Nei giorni scorsi la delegazione cubana s'èriunita con le principali autorità politicheuruguayane, in accordo a quanto era statosottoscritto il 6 marzo del 1987 nell'artico-lo 3 del “Convenio de CooperaciónEconómico-Industrial y Científico-Técnica” tra il governo uruguayano eCuba, ribadito nel novembre del 2005nella seconda riunione della “ComisiónMixta de Cooperación Uruguayo-Cubana”.I rapporti tra i due paesi, secondo laCancelleria Uruguayana sono eccellenti,da quando il presidente Vázquez e FidelCastro hanno ripreso i contatti. Fondamentale resta il riferimento alcomune sentire del celebre Nam, il“Movimento dei Non-Allineati”, l'orga-nizzazione internazionale di più di 100stati che si considerano non allineati con ocontro le principali potenze mondiali.Il Nam nacque nel 1961 su iniziativa diJosip Broz Tito, presidente dellaRepubblica Socialista Federale dellaIugoslavia, per legare gli stati che nonvolevano schierarsi con le potenze delleGuerra Fredda. Nel terzo meeting delNam, tenutosi nel 1969 a Lusaka(Zambia), si istituì la struttura permanenteche si occupa esclusivamente di temi eco-nomici e politici.Secondo quanto riportato da MaydaBurgel nel giornale montevideano “LaRepublica”, la visita della delegazionecubana ha ribadito la ferma volontàdell'Uruguay di essere incorporato come“miembro pleno” del Nam, di cui Cuba èattualmente presidente pro-tempore.Sempre secondo quanto riportato dalla“Republica”, il Governo uruguayanoappoggerebbe la cdndidatura cubana alConsiglio Esecutivo dell'Unesco per iltriennio 2008-2001. All'insegna dell'ap-poggio reciproco, l'Uruguay vorrebbe asua volta essere sostenuto come candidatoal Comitato della “Consolidación de laPaz” nelle elezioni del prossimo anno.L'incontro con la delegazione cubana èculminato nella visita all'Ospedale Saint-

Bois dove si sta realizzando un “Centro deAtención Oftalmológico”, che aspira adessere uno dei più grandi di tuttal'America Latina, con attrezzature finan-ziate completamente da donazioni cubane.La visita s'è conclusa al complesso didat-tico per gli adulti a Toledo in cui si appli-ca il Programma di alfabetizzazione cuba-no “Varela Yo Sí Puedo”. LA DELEGAZIONE CUBANA*. Orlando Requeijo, viceministrodel Ministerio para la Inversión Extranjeray la Colaboración Económica;* Embajadora Marielena RuizCapote, embajadora de Cuba en Uruguay;ministra consejera del Ministerio deRelaciones Exteriores,* Carmen Zila Pérez Mazón;* María Caridad Balaguer Labrada,consejera de la Embajada de Cuba en

Uruguay;* Iruma Díaz Blanco, funcionariade la Dirección de América Latina y elCaribe del Ministerio para la InversiónExtranjera y la Colaboración Económica;* Consejera comercial MirnaMartínez Arjuria de la Embajada de Cuba;* Cecilia Cárdenas Medina, funcio-naria de Política Comercial;* Rosa María Pascual, representan-te del Polo Científico y agregada comer-cial de la Embajada de Cuba en Argentina;* Jesús Fonseca Arteaga, funciona-rio del Ministerio del Azúcar* Doctora Alina MontalvoMartínez, funcionaria de la Oficina deSalud del Consejo de Estado.LA DELEGAZIONE URUGUAYANA* Belela Herrera, viceministra delMinisterio de Relaciones Exteriores;

* Ana Olivera, viceministra delMinisterio de Desarrollo Social;* Fernando Cáceres, directorNacional de Deporte del Ministerio deTurismo y Deporte;* Alvaro Gallardo, director generalpara Asuntos Políticos del Ministerio deRelaciones Exteriores;* Raquel Rodríguez, directorageneral de Cooperación Internacional delMinisterio de Relaciones Exteriores;* Jorge Mazzarovich, embajadoruruguayo en Cuba;* Federico Gomensoro, jefe degabinete del Ministerio de RelacionesExteriores;Rosario Portell, subdirectora general paraAsuntos Económicos del Ministerio deRelaciones Exteriores.

L'Uruguay, un Paese piccolo, grande e instancabile:Le conclusioni della visita della delegazione cubana

DIARIO URUGUADIARIO URUGUAYYANOANO

di Tdi Tonino Pintacudaonino Pintacuda

Gli auguri a Gente d'Italia dell'Ambasciatore ScaliciA due anni dal la pub-b l i caz ione in Uruguaydi Gente d ' I ta l ia , formu-lo i mie i p iù f e rv id iauguri a l la Direzione ea tut t i coloro che, con i lloro lavoro, hanno fat todi questo quot idiano unprez ioso s t rumen tod ' in fo rmaz ione semprea t t en to a l l e e s igenze

del la comunità i ta l iana.Con l 'occasione deside-ro r ing raz i a re Gen ted ' I t a l i a per l ' osp i ta l i t àfrequente e puntuale cheha dato, in quest i anni ,ag l i even t idel l 'Ambasciata .

Guido Scal ic iAmbasciatore d'I tal ia

in Uruguay

Amici di Gente d'Italia,Il C.A.S.I.U. (Centro AssistenzaScolastica Italia Uruguay), comeEnte di Lingua e Cultura italiana nonpuò essere assente dal condividerecon Voi l'orgoglio e la felicità per iprimi due anni dei futuri 2000 delVostro Giornale. _Orglogliosi perchéun'attività che rappresenta cosí benel'Italia non puó meritare che unaggettivo del genere e felici perché ilVostro lavoro permette essere unospecchio dove si vede anche il lavorodegli altri, e questo, cari amici, non èuna situazione normale nel mondo dioggi.Brindiamo per duemila anni ancora

CONSIGLIO DIRETTIVOC.A.S.I.U. (Centro Assistenza

Scolastica Italia Uruguay) ***

Gentili Amici di Gente d'Italia, comeitaliano residente in Uruguay, non

posso assolutamente rimanere estra-neo a questa celebrazione del Vostrosecondo _anno di presenza inMontevideo. Vi siete pian piano inse-riti nella nostra vita, ed ancor piúcon la presenza del vostro giovanegiornalista Sig.A.Pintacuda, chespero presto ritorni in Uruguay, per-ché ha realizzato un piú che proficuolavoro. Vi auguro di tutto cuore cheil Vostro giornale possa continuare acompiere anni, lo meno per altri duesecoli.Auguro a tutti i facenti parte diGente d'Italia ogni bene nel piúampio dei sensi.

Gianranieri Colella, Montevideo***

Buon Anniversario caro giornale, Sei diventato una amico fedele ed unottimo informatore con le tue notizieprecise sull'attualità italiana e infor-mazioni della nostra Collettività.

In questi due anni, ci hai dato moltoe ti aspettiamo ogni giorno per leg-gerti...Grazie per trasmettere le notizie che“la Dante” ti manda.Grazie per aver chiesto la nostra col-laborazione per l'inchiesta"L'Italiano Volante": è stata un'espe-rienza molto interessante per tutti.Con simpatia ti dico “BuonAnniversario” a nome della “Dante”e mio personale.“Ad Majorem” Gente d'Italia.

***Renata Gerone,Presidente della Società DanteAlighieri di Montevideo La Commissione Direttiva del CIR-COLO LUCANO aderisce alla com-memorazione del secondo anniversa-rio di Gente d'Italia e porge i miglio-ri auguri per il buon esito futuro.

Martedì 17 Aprile 2007 5

N o n s i p l a c a n o l e p r o t e -

s t e d e i p i q u e t e r o s a r g e n t i -

n i , i l m o t i v o d e l l a c o n t e s a

è s e m p r e l o s t e s s o : l a

c o s t r u z i o n e d e l l a n u o v a

c a r t i e r a d e l l a m u l t i n a z i o -

n a l e f i n l a n d e s e B o t n i a

s u l l a r i v a u r u g u a y a n a d e l

r i o U r u g u a y , c o n f i n e n a t u -

r a l e t r a l a B a n d a O r i e n t a l

e l ' A r g e n t i n a .

L o s l o g a n d e g l i e c o l o g i s t i

n o n c o n s e n t e r e p l i c h e ,

“ B o t n i a s e n e v a e i b l o c -

c h i a n c h e ” , d a l l a l o r o

h a n n o a n c h e l ' a p p o g g i o d e l

p r i n c i p a l e s i n d a c a t o

a r g e n t i n o , l a p o t e n t e

C o n f e d e r a z i o n e G e n e r a l e

d e l L a v o r o .

D u r a o r m a i d a u n a n n o e

m e z z o l a p r o t e s t a , d o m a n i ,

s e c o n d o q u a n t o d i c h i a r a t o

p r i m a d e l l a S e t t i m a n a

S a n t a , i l p r e s i d e n t e u r u -

g u a y a n o T a b a r é V a z q u e z

d o v r e b b e i n c o n t r a r e i l s u o

o m o l o g o N e s t o r K i r c h n e r a

M a d r i d , p e r u n c o n f r o n t o

s o t t o l a s u p e r v i s i o n e d e l

r e d i S p a g n a J u a n C a r l o s

d e B o r b ó n a c e r c a r e d i

r i s o l v e r e l ' a n n o s a q u e s t i o -

n e . N o n s a r à s e m p l i c e , l a

g u e r r a d e l l a c a r t a è s t a t a

p o r t a t a p u r e a l l ' a t t e n z i o n e

d e l T r i b u n a l e

I n t e r n a z i o n a l e d e l l ' A j a .

T i t o l o a t u t t a p a g i n a s u l

g i o r n a l e m o n t e v i d e a n o E l

P a i s d i i e r i : “ E l r e y

a f i r m ó p r e o c u p a c i ó n a n t e

c o n f l i c t o p o r p a p e l e r a ” .

P r e o c c u p a z i o n e a c u i i l

C a n c e l l i e r e u r u g u a y a n o

G a r g a n o r i s p o n d e d i c h i a -

r a n d o c h e “ l ' U r u g u a y p a r -

t e c i p e r à a l l ' i n c o n t r o c o l

“ f a c i l i t a d o r ” s p a g n o l o c o n

s p i r i t o d i a l o g i c o m a f e r -

m a m e n t e d e c i s o a d i f e n d e -

r e i l d i r i t t o s o v r a n o d e l

P a e s e , p e r c h é n e l l a q u e -

s t i o n e s o n o s t a t i r i s p e t t a t i

l e n o r m e , l ' a m b i e n t e e i l

d i r i t t o i n t e r n a z i o n a l e ”

D a p a r t e s u a i l P r e s i d e n t e

a r g e n t i n o h a p i ù v o l t e

r i b a d i t o c h e n o n a p p o g g i a

l a p r o t e s t a c h e - l o r i c o r -

d i a m o - h a d i f a t t i s e r r a t o i

p o n t i t r a A r g e n t i n a e

U r u g u a y A l m a n c a t o

a p p o g g i o c o r r i s p o n d e l a

f e r m a v o l o n t à d i n o n f a r

s c e n d e r e i n c a m p o l e f o r z e

d e l l ' o r d i n e a r g e n t i n e p e r

s e d a r e i p i q u e t e r o s . D i

f a t t o u n o s n e r v a n t e b r a c -

c i o d i f e r r o , v e r a s p i n a d e l

f i a n c o d e l M e r c o s u r .

L a p r o t e s t a c o n t i n u a s u l

p o n t e G u a l e g u a y c h ú , s u l

p o n t e C o l ó n e i l p o n t e

C o n c o r d i a , r i s p e t t i v a m e n t e

a 2 2 0 , 3 2 0 e 4 0 0 c h i l o m e -

t r i d a B u e n o s A i r e s . L a

p r o t e s t a n a s c e d a l l a p r e o c -

c u p a z i o n e p e r i d a n n i

a l l ' e c o s i s t e m a c a u s a t i d a i

r e f l u s s i d e g l i a g e n t i c h i -

m i c i e d a g l i s c a r t i d i p r o -

d u z i o n e d e l l a c a r t i e r a .

S o p r a t t u t t o s e q u e s t i d a n n i

s i e s t e n d o n o a l G u a r a n ì , l a

s e c o n d a i m p o r t a n t i s s i m a

f a l d a a c q u i f e r a d e l l ' i n t e r o

c o n t i n e n t e , s e c o n d a s o l o a

q u e l l a a m a z z o n i c a .

M o n t e v i d e o e B u e n o s A i r e s

a s p e t t a n o c o n a n s i a l a

r i s o l u z i o n e d e l l a g u e r r a

d e l l a c a r t a : a d e n t r a m b i i

g o v e r n i i m o t i v i d i a m e -

t r a l m e n t e o p p o s t i s o n o

d i v e n t a t i t u t t ' u n o c o n i l

l o r o f u t u r o . I l P r e s i d e n t e

K i r c h n e r c a v a l c h e r à l ' o n d a

e c o l o g i s t a p e r l a r i e l e z i o -

n e , T a b a r é V a z q u e z n o n

p u ò p e r d e r e l ' o c c a s i o n e

d e l r i l a n c i o d e l l ' e c o n o m i a

u r u g u a y a n a . U n p a e s e

s e n z a i n d u s t r i e n o n p u ò

i n t r a p r e n d e r e q u e l c a m m i -

n o a l l a l e g i t t i m a f e l i c i t à

c h e è d i v e n t a t o i l n u o v o

s l o g a n d e l G o v e r n o s o c i a l

d e m o c r a t i c o .

Il braccio di ferro tra Uruguay e ArgentinaLa Guerra della Carta sul fiume della discordia

di Tdi Tonino Pintacudaonino Pintacuda

DIARIO URUGUADIARIO URUGUAYYANOANO

la gente d’italiaMercoledì 18 Aprile 20076

D i c o n o c h e n e e s i s t a n o

a l m e n o 5 0 v e r s i o n i e c e n -

t i n a i a e c e n t i n a i a d i a r r a n -

g i a m e n t i e c h e g l i a m a n t i

d e l T a n g o s i c o m m u o v i n o a

o g n i a s c o l t o . L a

C u m p a r s i t a , f i g l i a d e l

g r a n d e u r u g u a y a n o

G e r a r d o M a t o s R o d r í g u e z e

r i e m p i t a c o n l e b e l l i s s i m e

p a r o l e d i P a s c u a l

R o d r i g h e z e d E n r i q u e

M a r o n i , è , a d e t t a d i

m o l t i , i l t a n g o p i ù b e l l o

d e l m o n d o . D i s i c u r o è i l

p i ù c o n o s c i u t o .

P r o p r i o i n q u e s t i g i o r n i

M o n t e v i d e o n e f e s t e g g i a i l

n o v a n t e s i m o a n n i v e r s a r i o ,

t a n t i s o n o g l i a n n i p a s s a t i

d a q u e l l ' a p r i l e d e l 1 9 1 7 .

I l p r o g r a m m a d e l l ' a n n i v e r -

s a r i o è r i c c h i s s i m o e

s e g u e i l s e n t i e r o t r a c c i a t o

d a l T a n g o b u s , l a g e n i a l e

c r e a z i o n e d e l M i n i s t e r o

d e l T u r i s m o i n c o l l a b o r a -

z i o n e c o n l a c o m p a g n i a d i

t r a s p o r t i C u t c s a : u n t o r p e d o n e s c o -

p e r c h i a t o e t r a s f o r m a t o i n p a l c o

m o b i l e p e r e s t e m p o r a n e e e s i b i z i o n i

d e l l e n u m e r o s e s c u o l e d i t a n g o .

G e n t e d ' I t a l i a r i p r o p o n e a i s u o i l e t -

t o r i i l t e s t o i t a l i a n o d e l f a m o s o

t a n g o e i l p r o g r a m m a d e i f e s t e g g i a -

m e n t i .

L A C U M P A R S I T A

C h i e d o i l p e r m e s s o s i g n o r i

q u e s t o t a n g o , q u e s t o

t a n g o p a r l a p e r m e e

l a m i a v o c e t r a i s u o i

s u o n i d i r à d i r à p e r -

c h é c a n t o c o s ì . . .

P e r c h é q u a n d o e r o

p i c c o l o

p e r c h é q u a n d o e r o

p i c c o l o m i c u l l a v a u n

t a n g o l a c a n z o n e

m a t e r n a p e r c h i a m a r e

i l m i o s o n n o e a s c o l -

t a v o i l a m e n t i d e i

b a n d o n e o n e s

s o t t o i l p e r g o l a t o d e l m i o

v e c c h i o p a t i o

p e r c h é v e d e v o l a s f i l a t a

d e l l e c r u d e l t à

c o n i m i e i p o v e r i o c c h i

p i a n g e n t i e a p e r t i

e n e l l a t r i s t e s t a n z a d e i

m i e i b u o n i v e c c h i

l a p o v e r t à c a n t ò l a s u a

c a n z o n e d ' i n v e r n o

e i o s o n o c r e s c i u t o n e l

t a n g o ,

m o d e l l a t o d a l f a n g o , d a l l a

m i s e r i a

d a l l e a m a r e z z e c h e d à l a

p o v e r t à

d a l p i a n t o m a t e r n o .

D a l l a r i b e l l i o n e d i c h i è

f o r t e m a d e v e

i n c r o c i a r e l e b r a c c i a q u a n -

d o v i e n e l a f a m e

e i o s o n o c r e s c i u t o n e l

t a n g o

p e r c h é i l t a n g o è m a s c h i o

p e r c h é i l t a n g o è f o r t e .

H a o d o r e a v i t a

h a i l s a p o r e d e l l a m o r t e .

P e r c h é h o a m a t o m o l t o

e p e r c h é m i h a n n o i n g a n n a t o

e h o p a s s a t o l a v i t a m o r s i c a n d o

s o g n i

p e r c h é s o n o u n a l b e r o c h e n o n h a

m a i d a t o f r u t t i

p e r c h é s o n o u n c a n e c h e n o n h a

p a d r o n e

p e r c h é n u t r o o d i c h e n o n h o m a i

d e t t o

p e r c h é q u a n d o a m o

p e r c h é q u a n d o a m o m i d i s s a n g u o i n

b a c i

p e r c h é h o a m a t o t a n t o e n o n m i

h a n n o a m a t o

p e r q u e s t o c a n t o c o n t a n t a t r i s t e z z a

p e r q u e s t o . . .

* * *

M i é r c o l e s 1 8 d e a b r i l

1 5 : 0 0 h s - T A N G O b u s , c o n C u a r t e t o

Novant'anni di Cumparsitadi Tdi Tonino Pintacudaonino Pintacuda

DIARIO URUGUADIARIO URUGUAYYANOANO

Montevideo festeggia il tango di Gerardo Matos Rodríguez

la gente d’italia Martedì 17 Aprile 2007 7

R I C A C O S A , L A M U F A ,

G A R U F A e n P l a z a

V i d i e l l a , C o l ó n .

1 6 : 0 0 h s - H o m e n a j e d e

l a J u n t a D e p a r t a m e n t a l

a " L a C u m p a r s i t a " y

d e c l a r a c i ó n d e v i s i t a n -

t e i l u s t r e a J u a n C a r l o s

C O P E S .

I n a u g u r a c i ó n d e m u e -

s t r a f o t o g r á f i c a .

D i s e r t a c i ó n d e R o s a r i o

I n f a n t o z z i .

J u e v e s 1 9 d e a b r i l

1 6 : 0 0 h s - T A N G O b u s ,

c o n C u a r t e t o R I C A C O -

S A y M a i a C A S T R O e n

E x p l a n a d a M u n i c i p a l .

1 6 : 0 0 h s - E s c e n a r i o e n

P z a . C a g a n c h a c o n

N A T A C H A ( d e s d e

A r g e n t i n a ) G A R U F A , y G a b r i e l a

M O R G A R E .

1 8 : 0 0 h s - C o l o c a c i ó n d e p l a c a c o n -

m e m o r a t i v a e n A v . 1 8 d e j u l i o y

A n d e s .

1 8 : 1 5 h s - E s c e n a r i o p r i n c i p a l e n

P z a . I n d e p e n d e n c i a . A c t ú a n : M a l e n a

M U Y A L A y O r q u e s t a d e l T A N G O d e

B u e n o s A i r e s , D i r i g e :

R a ú l G A R E L L O 2 0 : 3 0

h s . , O r q . M A T O S

R O D R I G U E Z . T e a t r o

S o l í s .

V i e r n e s 2 0 d e a b r i l

1 7 : 0 0 h s - T A N G O b u s

c o n A T I P I C A , N A T A -

C H A y G a b r i e l a

M O R G A R E e n e x p l a -

n a d a d e l M i n i s t e r i o

d e T U R I S M O .

S á b a d o 2 1 d e a b r i l

1 3 : 0 0 h s - M i g u e l

A n g e l M A I D A N A y "

5 p a r a e l T a n g o " e n

P l a z a M a t r i z .

1 3 : 0 0 h s - T A N G O b u s e n l o s C a f é s y

B a r e s H i s t ó r i c o s d e l a c i u d a d , c o n

M a t í a s y G a b r i e l a , E L C H A M U Y O

c o n G o n z a l o G R A V I N A , F e r n a n d o

R O S A y T a t á n e n E L T R A N Q U I L O ,

2 1 d e s e t i e m b r e y C h u c a r r o .

1 6 : 0 0 h s - T A N G O b u s e n l o s C a f é s y

B a r e s H i s t ó r i c o s d e l a c i u d a d , c o n

G a b r i e l a M O R G A R E y A n d r e a

G E N T A e n e l B a r R E Y , D a n i e l

M u ñ o z y R e q u e n a .

D o m i n g o 2 2 d e a b r i l

1 2 : 0 0 h s - T A N G O b u s c o n P L A N E T A

T A N G O y F e d e r i c o G A N Ó N e n

P a r q u e R o d ó .

2 0 : 3 0 h s - " S a l u d o a L a

C u m p a r s i t a " , C u a r t e t o R I C A C O S A

e n S a l a F l o r e n c i o S á n c h e z

C a r i C o n n a z i o n a l i ,

p r e s i g l i a c c o r d i c o n l e

A u t o r i t à D i p l o m a t i c o -

C o n s o l a r i , i l C O M I T E S ,

l ' A N P I e l e A s s o c i a z i o n i d ' A r m a , A N C R I i n v i t a g l i

I t a l i a n i t u t t i e d i s i m p a t i z z a n t i a l l a S a n t a M e s s a c h e s i

o f f i c e r à p e r t u t t i i C a d u t i d i t u t t e l e g u e r r e i l p r o s s i m o

2 2 A p r i l e , D o m e n i c a , a l l e o r e 1 0 . 0 0 p r e c i s e n e i G i a r d i n i

d e l l ' O s p e d a l e I t a l i a n o U m b e r t o 1 º d a v a n t i a l m o n u m e n t o

a i C a d u t i .

A l l e o r e 1 1 . 0 0 , p a r t e -

c i p e r e m o n e l l a C a s a

d e g l i I t a l i a n i a l l ' A t t o

d i O m a g g i o a i C a d u t i

d e l l a R e s i s t e n z a d a v a n t i a l l a t a r g a c h e l i r i c o r d a .

R i c o r d a r e i l p a s s a t o s e n z a o d i , i n u n c l i m a d i d i s t e n s i o -

n e , d i a r m o n i a , c o n t o l l e r a n z a e c o m p r e n s i o n e è l ' a u g u -

r i o c h e f a c c i o a t u t t i .

G i o v a n n i C o s t a n z e l l i .

ANCRIANCRIRicordando il 25 Aprile 1945:Santa Messa per tutti i Caduti