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P R O V I N C I A D I P I A C E N Z A
A S S E S S O R A T O A L L A S I C U R E Z Z A S E R V I Z I O P O L I Z I A P R O V I N C I A L E
VIGILANZA, CACCIA E PESCA PROTEZIONE CIVILE
IL SENTIMENTO DI INSICUREZZA: INDAGINE SUL TERRITORIO
DI PIACENZA E PROVINCIA
Ottobre/Dicembre 2003
Studio realizzato nel trimestre ottobre/dicembre 2003 da:
ANNA BATTISTELLO. Psicologa clinica. Come psicologa esperta nelle problematiche della sicurezza urbana, della vittime, dell’insicurezza, della microcriminalità e dell’emergenza collabora con Enti Pubblici per la realizzazione di ricerche sul territorio riguardanti il tema della Sicurezza Urbana e della percezione della criminalità. Collabora con S.I.P.Si.Vi. (Società Italiana Psicologia della Sicurezza Viaria) con attività di formazione in materia di educazione stradale degli studenti del biennio delle scuole superiori della Provincia di Torino. È consulente psicologo presso le scuole dell’obbligo svolgendo attività di ascolto, consulenza e mediazione dei conflitti. È in formazione presso una Scuola di Specializzazione per psicoterapeuti ad indirizzo sistemico-relazionale. CRISTINA CORTESE. Psicologa clinica. Come psicologa esperta nelle problematiche della sicurezza urbana, della vittime, dell’insicurezza, della microcriminalità e dell’emergenza collabora con Enti Pubblici per la realizzazione di ricerche sul territorio riguardanti il tema della Sicurezza Urbana e della percezione della criminalità. Collabora con S.I.P.Si.Vi. (Società Italiana Psicologia della Sicurezza Viaria) con attività di formazione in materia di educazione stradale degli studenti del biennio delle scuole superiori della Provincia di Torino. Lavora inoltre presso una struttura privata come coordinatrice di attività educative-riabilitative per adulti psichiatrici.
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INDICE I dati sulla criminalità: alcune osservazioni sull'andamento del fenomeno
in Italia 3
La percezione dell'insicurezza: alcune osservazioni generali 5
La Provincia di Piacenza: la città e i comuni 11 Dimensioni della Provincia, struttura del territorio, evoluzione demografica e
distribuzione della popolazione 11
La delittuosità nella Provincia di Piacenza 15
Le iniziative della Provincia 16
Il sentimento di insicurezza: indagine sul territorio di Piacenza e Provincia 21
Analisi dei dati 23
Anagrafica 23
Sicurezza collettiva 25
Sicurezza individuale 41
Conclusioni 60
Bibliografia 61
Ringraziamenti 62
APPENDICE – Questionario 63
2
I DATI SULLA CRIMINALITÀ: ALCUNE OSSERVAZIONI SULL'ANDAMENTO DEL FENOMENO IN ITALIA. Prima di affrontare l'esame dei dati relativi alla città di Piacenza è opportuno premettere
alcune osservazioni relative all'andamento della criminalità in Italia negli ultimi anni.
Per analizzare la criminalità e le sue variazioni nel tempo e nello spazio la ricerca si serve
principalmente di due fonti: i reati denunciati all'Autorità Giudiziaria da Polizia, Carabinieri
e Guardia di Finanza (statistica della delittuosità) e quelli per i quali l'Autorità Giudiziaria ha
iniziato l'azione penale (statistica della criminalità), che tuttavia non rappresentano tutta la
realtà, essendovi esclusa la parte di reati non denunciati (dark number).
In Italia la criminalità, così come rilevato dalle Forze dell’Ordine, ha sperimentato, nel
corso degli Anni Ottanta e dei primi anni Novanta, una quanto mai rapida ascesa,
passando dalle 2.134 denunce ogni 100.000 abitanti del 1983 alle 4.665 del 1991. In soli 9
anni i reati sono più che raddoppiati, con un incremento medio annuo del 13,2%. A partire
dal 1992, invece, la criminalità nel nostro Paese ha mostrato andamenti meno chiari,
anche se i dati più recenti, ad oggi disponibili, indicano una tendenza alla diminuzione. Nel
2000 le Forze dell’Ordine hanno segnalato alla Magistratura 3.821 delitti ogni 100.000
abitanti: il 18,1% in meno rispetto al 1991.
Nonostante questi segnali incoraggianti che provengono dalle statistiche giudiziarie, si
avverte una diffusa e crescente domanda di sicurezza. Se la delinquenza comune nel
1997 era al quarto posto fra le preoccupazioni degli italiani, preceduta - in ordine
crescente - da traffico urbano, droga e disoccupazione (fonte Istat), nel 2000 è balzata in
vetta alla classifica dei problemi più rilevanti per i cittadini, anche se seguita a breve
distanza dalla disoccupazione (fonte Censis).
Come si spiega questo apparente paradosso?
3
Il carattere centralizzato ed altamente burocratico del sistema penale non consente al
cittadino comune di avere conoscenza diretta dei problemi connessi alla criminalità, che gli
giungono filtrati dai mezzi di comunicazione. In questo modo l’informazione sulla
criminalità tende ad essere distorta, risultando molto spesso sovrarappresentati gli eventi
delittuosi gravi, che fanno più notizia. Tuttavia, l’insicurezza non è imputabile
esclusivamente alla mancanza di una conoscenza puntuale delle dinamiche criminali.
Infatti, alcuni criminologi, sulla base di ricerche empiriche, sono giunti alla conclusione che
l’insicurezza risente solo in parte dell’andamento della criminalità e della vittimizzazione
diretta (l’essere stati vittime, in prima persona, di eventi criminali) o indiretta (l’essere
venuti a conoscenza della commissione di un reato nella zona in cui si vive). Incidono
anche, talvolta in modo preponderante, il funzionamento delle agenzie del controllo sociale
e l’opinione che di esse si sono formati i cittadini.
In criminologia, per controllo sociale, si intende l’insieme degli strumenti in grado di
contrastare lo sviluppo di comportamenti criminali in un determinato contesto sociale.
Generalmente, si distingue tra controllo formale e controllo informale. Il primo è quello
esercitato dalle forze di polizia, dalla magistratura, cioè da tutti quegli organi pubblici la cui
attività è finalizzata specificatamente alla repressione ed alla prevenzione della criminalità.
Fungono invece da agenzie di controllo informale la famiglia, la scuola, il sindacato,
l’associazionismo, eccetera. Si tratta di strutture che, intenzionalmente o meno,
concorrono a determinare l’adattamento del soggetto alle norme che regolano la
convivenza civile, e a correggere eventuali comportamenti devianti. Il controllo sociale
formale dovrebbe rappresentare, quindi, l’extrema ratio: dovrebbe scattare solo nel
momento in cui tutti i meccanismi del controllo informale hanno fallito nell’influenzare il
comportamento del singolo.
In questi ultimi decenni si è assistito ad un indebolimento del controllo informale,
proceduto di pari passo con l’urbanizzazione delle nostre città, grandi e piccole.
È entrata in crisi la famiglia "allargata", che ha lasciato il posto alla famiglia "uninucleare". I
rapporti di solidarietà con il vicinato sono pressoché scomparsi, dando spazio
all’anonimato e all’isolamento, che accentuano i conflitti, creano tensione sociale e
producono allarme ed insicurezza.
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LA PERCEZIONE DELL'INSICUREZZA: ALCUNE OSSERVAZIONI GENERALI
La paura della criminalità ed il timore di esserne colpiti fanno parte di un fenomeno che sta
caratterizzando sempre più profondamente la società contemporanea e comporta
gravissime conseguenze sociali e psicologiche.
Molti ricercatori sottolineano come l'insicurezza possa divenire un fattore critico nei
processi che determinano ansia e stress, determinando una limitazione dei comportamenti
e dei movimenti delle persone nonché modificando sostanzialmente le relazioni sociali
degli individui.
Inoltre, l'affiorare del problema dell'insicurezza si correla in profondità alle scelte politiche
delle amministrazioni locali ed influenza le relazioni fra i diversi gruppi sociali nonché
l'assetto urbanistico delle città.
I dati di una recente indagine di vittimizzazione, relativa ai comportamenti illeciti che nel
linguaggio comune vengono definiti "microcriminalità" ma la cui gravità è spesso tutt'altro
che minima, evidenziano in modo incontrovertibile che anche in Italia il senso di
insicurezza per la criminalità non solo esiste fra la popolazione, ma è diventato un
fenomeno sociale che non si può continuare ad ignorare.
I ricercatori hanno evidenziato due dimensioni principali del senso di insicurezza: la fear of
crime, cioè la paura personale della criminalità, ed il concern about crime ovvero la
preoccupazione sociale per la criminalità o preoccupazione per l'ordine.
La prima è una risposta fisica ed emotiva ad una minaccia che può essere effettiva oppure
potenziale, derivando, in questo caso, dalla rappresentazione anticipata di una situazione
di rischio, legata alla percezione sia delle probabilità che tale situazione si verifichi che
della gravità delle conseguenze possibili. La paura sociale per la criminalità, invece, è un
senso di inquietudine che si prova per la sua diffusione nei luoghi in cui si vive.
È interessante notare come la paura per la criminalità non si distribuisce in modo uniforme
nella popolazione, ma varia a seconda del genere, dell'età, del tipo di comune di residenza o della zona geografica in cui si vive.
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I dati delle ricerche mostrano che la variabile più importante è la prima, dato che la paura
risulta essere molto più diffusa fra la popolazione femminile che fra quella maschile. La
relazione fra età e paura personale, invece, appare curvilinea cosicché ad aver maggior
paura sono le persone più anziane, seguite dai giovanissimi, mentre gli adulti di mezz'età
risultano i soggetti che si sentono più sicuri.
Altre considerazioni interessanti si possono trarre altresì dall'esame delle ricerche
riguardanti i gruppi a rischio, ossia quell’insieme di individui che, per le loro
caratteristiche, hanno maggior probabilità di subire un reato. Questi studi consentono di
indagare in una prospettiva completamente nuova e maggiormente attenta al reato, al tipo
di situazione in cui viene commesso, nonché di evidenziare eventuali occasioni che lo
favoriscono unitamente alla struttura delle opportunità connesse a quell'azione delittuosa.
È interessante notare come queste indagini smentiscano altrettanti luoghi comuni cui
spesso si sente far riferimento da parte dei media, circa le caratteristiche dei gruppi a
rischio di vittimizzazione.
Il primo dato concerne l'età ed il sesso delle potenziali vittime e smentisce lo stereotipo
che vuole le donne e gli anziani vittime privilegiate di borseggiatori ed aggressori. In realtà
la ricerca empirica mostra che il rischio è distribuito in modo diseguale fra i vari strati della
popolazione: in particolare le donne corrono rischi maggiori di subire scippi o borseggi,
mentre gli uomini di essere vittime di rapine o aggressioni personali. Il rischio di
vittimizzazione varia anche in funzione dell'età, ma in modo diverso a seconda del tipo di
reato, diminuendo all'aumentare dell'età, per quanto riguarda rapine ed aggressioni
personali.
Inoltre, considerando tutti insieme i reati predatori, si può notare che il rischio di rimanerne
vittima diminuisce con l'aumentare dell'età.
Un altro dato molto interessante è quello relativo ai rapporti fra tasso di vittimizzazione ed
aree metropolitane. La ricerca ha sempre dimostrato - da cinquant'anni a questa parte -
una stretta correlazione fra tasso di criminalità ed urbanizzazione.
I risultati della ricerca internazionale mostrano che la paura della criminalità è molto più
diffusa della vittimizzazione (criminalità reale) ed i gruppi demografici più insicuri sono, in
realtà, i meno vittimizzati.
La ricerca internazionale ha messo in evidenza che le dimensioni del comune di residenza
influiscono sulla paura della criminalità, ma solo relativamente a quella di strada.
È interessante esaminare anche la relazione esistente fra esperienze di vittimizzazione
e paura personale. Le molte ricerche condotte in proposito negli Stati Uniti, in Gran
Bretagna e in altri Paesi occidentali sono giunte a risultati contrastanti.
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Alcuni autori, nel valutare i risultati delle ricerche che non mostravano relazioni fra le
variabili, hanno ritenuto che l'esperienza personale di vittimizzazione possa giocare solo
un ruolo limitato nello spiegare l'incidenza generale della paura della criminalità, oppure
che l'aver subito un reato abbia reso gli individui più cauti e meno esposti ai rischi,
riducendo al contempo la loro paura.
Secondo la routine activity approach l'attività criminale è correlata a fattori ecologici e,
perché si realizzi, vuole la necessaria compresenza di tre elementi: un soggetto
disponibile e capace a commettere un reato, un obiettivo (oggetto o persona) facilmente
raggiungibile ed aggredibile e la mancanza di efficaci mezzi atti a contrastare l'azione
delittuosa.
Questa teoria analizza le attività rutinarie compiute dalle persone e si propone di spiegare
non solo le variazioni dei rischi nello spazio, ma anche nel tempo.
Poiché è sufficiente l'assenza di uno solo di questi elementi perché il reato non si compia
si sono analizzate le attività rutinarie dei soggetti maggiormente vittimizzati per evidenziare
le abitudini che possono esporli a potenziali criminali (prossimità) e la loro posizione
strutturale - lavoro, reddito, luogo di residenza - che li rende bersagli privilegiati
(remuneratività) e poco difesi (accessibilità). Questi ultimi tratti dipendono a loro volta dalle
caratteristiche socio-demografiche delle persone quali l'età, il sesso, la classe sociale.
Alcuni autori sono dell'opinione che la paura per la criminalità sia un sentimento irrazionale secondo due significati diversi: che la paura è sproporzionata ed eccessiva
rispetto al rischio effettivo di subire un crimine (irrazionalità rispetto alle cause) oppure che
tende ad ostacolare ed influire negativamente sul comportamento delle persone
(irrazionalità rispetto agli effetti).
Per quanto riguarda l'irrazionalità riferita alle cause, varie ricerche condotte in Gran
Bretagna e negli Stati Uniti nel corso degli anni '80 hanno sottolineato l'irrazionalità della
paura, ponendo in rilievo come i gruppi fra i quali era maggiormente diffusa - donne ed
anziani - fossero anche quelli che correvano meno rischi, mostrando un più basso tasso di
vittimizzazione. I ricercatori spiegavano questo risultato all'apparenza paradossale
ritenendo che la paura fosse alimentata da informazioni sbagliate, diffuse dai mass media,
circa i rischi concreti di subire un reato.
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Altre ricerche condotte in alcuni Paesi occidentali hanno posto in evidenza come la paura
della criminalità nasca, si diffonda e cresca anche a causa del ripetersi - nella zona in cui
si vive - di azioni ed eventi, apparentemente di poco rilievo, talvolta semplicemente al
limite del reato, che vengono denominati atti d'inciviltà e nel loro insieme vengono
percepiti dai cittadini come segni che l'ordine morale della comunità è crollato.
Si è notato, infatti, che il senso di insicurezza dei cittadini dipende più dalle inciviltà che dai
reati, a causa della loro maggiore frequenza.
Altri autori hanno sottolineato come si tenda troppo spesso a trascurare "la paura di
essere importunati da persone che violano l'ordine sociale" (disorderly people). Tali
soggetti non sono necessariamente criminali né violenti, ma vivono senza regole o
appaiono imprevedibili ed equivoci - tossicodipendenti, prostitute, ubriachi, eccetera - ed in
quanto tali inquietano ed impauriscono i cittadini suscitando anche sentimenti di
indignazione ed un forte senso di ingiustizia e di impotenza.
Tutti gli studi, dunque, dimostrano che una grossa fonte di insicurezza è data da quello
che molti ricercatori chiamano "il disordine", ossia quell'insieme di segni di inciviltà che
sono presenti nella zona in cui una persona vive, che possono essere sociali o fisici. I
primi sono connessi ad eventi o specifiche attività quali ad esempio i comportamenti di
diverse categorie di persone: spacciatori e clienti, prostitute, mendicanti, eccetera; i
secondi, invece, mostrano aspetti duraturi dell'ambiente in cui si vive: edifici abbandonati o
trascurati, scritte sui muri, cabine del telefono danneggiate, lampioni rotti, strade sporche
eccetera.
Le inciviltà, infine, possono essere attive o deliberate - vandalismo, graffiti eccetera -
oppure passive ed involontarie come gli edifici trascurati o la spazzatura non raccolta.
Queste situazioni e comportamenti così diversi fra loro, hanno tuttavia in comune l'aspetto
di costituire una violazione delle norme condivise dalla popolazione riguardo la gestione e
l'utilizzo degli spazi pubblici.
Alcuni ricercatori hanno sottolineato come i segni di inciviltà sociali e fisici mostrano
quanto i comportamenti antisociali sono più facilmente tollerati dalle forze dell'ordine e
dalle altre agenzie formali di controllo della comunità, accrescendo al contempo la
preoccupazione dei residenti per la propria sicurezza personale, nonché il livello di paura
ed il senso di isolamento, ed indebolendo, di conseguenza, la fiducia nelle capacità delle
strutture informali ed istituzionali di prevenire la criminalità.
Le norme violate dalle varie "inciviltà", sebbene siano ampiamente condivise dai cittadini,
tuttavia spesso non sono codificate, sicché soltanto alcune finiscono per costituire dei
reati.
La forte correlazione esistente fra inciviltà e senso di insicurezza è stata dimostrata - oltre
che dalle ricerche - anche da alcuni esperimenti.
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Il più importante è il Foot Patrol Experiment condotto a Newark (New Jersey) a metà degli
anni '70 con pattuglie a piedi della Polizia, anziché in auto.
Gli effetti positivi sul senso di sicurezza dei cittadini erano prodotti essenzialmente dal fatto
che le pattuglie affrontavano in modo diverso e più efficace il problema del disordine
sociale. Infatti, i poliziotti, immersi nella vita e nei problemi della gente comune dei vari
quartieri, meglio conosciuti e stimati dai cittadini, negoziavano con i residenti, attraverso
una positiva opera di mediazione sociale, le regole di condotta riguardanti l'uso degli spazi
pubblici, stabilendo delle “soglie di disordine” e riducendo il numero delle inciviltà.
Secondo alcuni ricercatori il disordine è contagioso e si autopropaga favorendo, col
passare del tempo, l'aumento della criminalità, del numero di furti e rapine. Il fenomeno si
spiega attraverso il fatto che il senso di insicurezza provocato dai segni di inciviltà può
ridurre, col tempo, l'interazione e la cooperazione fra i residenti, scoraggiandoli dal
proteggere se stessi e la propria comunità.
Questa è, in sostanza, la tesi di fondo della broken window theory secondo la quale se in
un edificio vi sono dei vetri infranti e nessuno li sostituisce, dopo poco tutte le finestre
subiranno la stessa sorte. Ciò accade non perché il quartiere sia invaso da vandali o da
delinquenti, ma perché quelle finestre rotte indicano che nessuno dei residenti nel
quartiere è disposto a difendere i beni degli altri contro gli atti di vandalismo.
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Si è potuto notare come l'aumento del senso di insicurezza e la corrispondente
diminuzione del senso di solidarietà e di coesione fra i cittadini fanno decrescere anche il
controllo sociale informale, secondo un processo a spirale che finisce per ribaltare il
tradizionale rapporto secondo cui più criminalità più insicurezza e divenire piuttosto
più insicurezza più criminalità. Altri esperimenti hanno confermato quanto si è detto a
proposito dei broken windows. È famoso quello dello psicologo americano Philip Zimbardo
che alla fine degli anni '60 vagliò empiricamente la validità di questa teoria sulle strade
americane dove lasciò abbandonate, la prima volta nel Bronx a New York e la seconda a
Palo Alto in California, due auto senza targa e con il cofano alzato. Verificò in tal modo che
le reazioni dei passanti e dei residenti, nei due quartieri, si rivelarono in parte diverse. Nel
Bronx, dopo soli dieci minuti dall'abbandono, l'auto, è stata presa d'assalto dai componenti
di una famiglia tanto che in ventiquattro ore tutti i pezzi di qualche valore erano stati
asportati da varie persone, in genere bianche, ben vestite e dall'aria rispettabile. A Palo
Alto, invece, per ben una settimana nessuno si è avvicinato alla macchina. L'ottavo giorno
lo stesso Zimbardo si è avvicinato all'auto con una mazza in mano ed ha iniziato a colpirla
e tanto è bastato perché dopo poco i passanti si unissero a lui ed iniziassero a distruggere
l'auto.
Quest'ultimo esperimento conferma appieno la teoria che sostiene la contagiosità e
l'autopropagazione del vandalismo ed in genere degli atti di inciviltà.
Questi contributi si distinguono per considerare la paura della criminalità un effetto della
percezione dei cambiamenti strutturali della comunità e non un processo esclusivamente
individuale di valutazione di un rischio esterno.
In sintesi si può affermare che sono tre le ipotesi sottoposte a verifica dalle varie ricerche:
secondo la prima la paura della criminalità dipende dal numero dei reati predatori, per la
seconda è dovuta anche al disordine sociale o fisico presente nella comunità e per la terza
il disordine genera paura sia direttamente, sia indirettamente, favorendo l'aumento della
criminalità predatoria.
Il fenomeno della paura del crimine è dunque inserito in un contesto sociale che
contribuisce, attraverso proprie caratteristiche a dinamiche, alla diffusione o alla
diminuzione dell'insicurezza.
Questa lettura del fenomeno considera la paura della criminalità legata sia all'andamento
dei tassi di criminalità reale (anch'essi conseguenti ad un aumento della disorganizzazione
sociale ed intrecciati al senso di insicurezza) che al concetto di vulnerabilità personale, per
cui il senso di insicurezza e di paura sono considerati atteggiamenti conseguenti la
percezione da parte dell'individuo di reali "indizi di incivility" che vengono valutati
razionalmente dalla singola persona.
Va sottolineato, infine, come il disordine, ed in generale l'insieme delle inciviltà, abbiano
importanti conseguenze sociali.
Innanzitutto suscitando l'indignazione nei residenti, che appaiono ingiustamente
penalizzati dai costi di quella situazione di degrado e conseguentemente incrementando la
paura della criminalità, perché pur essendo soltanto dei soft crimes, le inciviltà ripetute in
un quartiere danno - a chi vi abita - la sensazione che nessuno sappia far rispettare le
norme più importanti riguardanti la convivenza e che dunque tutto possa succedere.
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LA PROVINCIA DI PIACENZA: LA CITTÀ E I COMUNI
Dimensioni della Provincia, struttura del territorio, evoluzione demografica e distribuzione della popolazione.
Sotto il profilo numerico, dagli anni ’90, la dinamica demografica della Provincia di
Piacenza risulta caratterizzata da una fase di relativa stazionarietà che ha seguito una
lunga fase di regresso che ha portato la popolazione residente a passare da circa 290.000
abitanti nel 1961 a poco meno di 270.000 abitanti nel 1991 (-8%).
La popolazione della Provincia di Piacenza rappresenta, nel 20011, il 6,65% del totale
della popolazione della Regione Emilia Romagna, popolata da 3.961.000 abitanti. Dei
263.000 abitanti della Provincia di Piacenza, 127.000 sono maschi e 136.000 sono
femmine.
Tabella 1. Popolazione residente nella Provincia di Piacenza ed in Emilia Romagna
Anni Provincia di Piacenza Regione Emilia Romagna % Piacenza sul totale della Regione
Censimento 1961 291.000 3.667.000 7,94 Censimento 1991 268.000 3.910.000 6,85 Censimento 2001 263.000 3.961.000 6,65 Fonte: elaborazione su dati ISTAT
Al censimento del 2001 il complesso della Provincia risulta avere 263.872 abitanti di cui
95.594 residenti nel Capoluogo. Il resto della popolazione è distribuito nei restanti 47
comuni di cui:
- 9 hanno una densità di popolazione inferiore ai 1.000 abitanti (Besenzone,
Caminata, Cerignale, Corte Brugnatello, Ottone, Pecorara, Piozzano, San Pietro in
Cerro e Zerba);
- 27 hanno una densità di popolazione tra i 1.000 ed i 5.000 abitanti (Agazzano,
Alseno, Bettola, Bobbio, Calendasco, Caorso, Castellarquato, Castelvetro, Coli-
111 Fonte: elaborazione dati ISTAT
Perino, Cortemaggiore, Farini d’Olmo, Ferriere, Gazzola, Gossolengo, Gragnano,
Gropparello, Lugagnano, Morfasso, Nibbiano, Pianello, Pontedellolio, Sarmato,
Travo, Vernasca, Vigolzone, Villanova e Ziano);
- 9 hanno una densità di popolazione tra i 5.000 ed i 10.000 abitanti (Borgonovo,
Cadeo, Carpaneto, Monticelli, Podenzano, Pontenure, Rivergaro, Rottofreno e San
Giorgio);
- 2 hanno una densità di popolazione tra i 10.000 ed i 15.000 abitanti
(Castelsangiovanni e Fiorenzuola).
L’intera Provincia, quindi, è popolata per il 36,22% da residenti in Piacenza e per il
restante 63,78% da residenti negli altri Comuni.
Morfologicamente i 47 Comuni che, insieme a Piacenza, costituiscono la Provincia, si
distribuiscono su:
- pianura (Agazzano, Alseno, Besenzone, Borgonovo, Cadeo, Calendasco, Caorso,
Carpaneto, Castelsangiovanni, Castelvetro, Cortemaggiore, Fiorenzuola, Gazzola,
Gossolengo, Gragnano, Monticelli, Podenzano, Pontenure, Rottofreno, San
Giorgio, San Pietro in Cerro, Sarmato, Vigolzone, Villanova);
- bassa collina (Bettola, Castellarquato, Gropparello, Lugagnano, Pianello,
Piozzano, Pontedellolio, Rivergaro, Travo, Vernasca e Ziano);
- alta collina (Bobbio, Caminata, Cerignale, Coli-Perino, Corte Brugnatello, Farini
d’Olmo, Ferriere, Morfasso, Nibbiano, Ottone, Pecorara, Zerba).
Caratteristica comune a tutta la Regione dell’Emilia Romagna è il fenomeno del maggior
livello di mortalità rispetto al minor livello di natalità dimostrato dal fatto che, nell’anno
2000, il saldo naturale tra nati/morti per 1.000 abitanti era di –2,9. Da questo dato, in
particolare, la Provincia di Piacenza si discosta registrando un tasso inferiore al 5-10%
rispetto alla media regionale per quanto riguarda la natalità e per un tasso superiore al 10-
15% rispetto alla media regionale per quanto riguarda la mortalità.
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La Provincia piacentina non sembra essere estranea alle grandi trasformazioni
demografiche tipiche del nostro tempo dove, il forte e perdurante calo della fecondità si
accosta ad un sostanziale allungamento dell’esistenza. A questo proposito sembra
interessante sottolineare come l’intensità e le modalità con cui è andata consolidandosi la
realtà demografica nella Provincia di Piacenza negli ultimi 20 anni hanno avviato
significative trasformazioni sia nella struttura per età, sia nella consistenza e nella
composizione dei nuclei familiari; trasformazioni che sono destinate ad accentuarsi nei
prossimi anni modificando l’immagine della popolazione, rendendo necessaria la
definizione di nuovi equilibri nel sistema economico e sociale, la ricerca di nuovi modelli
nell’organizzazione della vita e nelle stesse relazioni familiari ed interpersonali.
Negli ultimi 20 anni, dove la Regione Emilia Romagna ha visto scendere la componente
giovanile dal 17,0% all’11,4% ed ha visto elevare la componente degli
ultrassessantacinquenni dal 16,3% al 22,1%, la Provincia di Piacenza, allineandosi con la
tendenza generale, ha assistito ad un calo della prima componente del 5% ed un aumento
della seconda del 5-6%. Oggi, su 100 abitanti piacentini, 11 sono bambini, 9 sono giovani,
58 sono adulti e 22 sono anziani. Piacenza si configura come una delle Province più
invecchiate sia rispetto alla sua regione di appartenenza, sia rispetto al panorama
dell’Italia Centro-Settentrionale. In base ai dati del 2001 essa occupa, nella graduatoria
nazionale della province più invecchiate, l’ottava posizione dopo Savona, La Spezia,
Trieste, Genova, Alessandria, Siena e Ferrara.
Tabella 2 Struttura per età della popolazione residente nella Provincia di Piacenza ed in Emilia Romagna (composizione percentuale) 0-14 15-24 25-44 45-64 65-74 > 74
1981 Provincia di Piacenza Emilia Romagna
15,7 17,0
13,2 13,7
25,8 27,0
26,8 26,1
11,7 10,5
6,8 5,8
1991 Provincia di Piacenza Emilia Romagna
11,1 11,5
12,6 13,4
27,3 28,7
27,7 26,8
11,3 10,8
9,9 8,8
2000 Provincia di Piacenza Emilia Romagna
11,0 11,4
8,6 9,0
29,8 31,1
26,4 26,3
12,6 11,6
11,5 10,5
Fonte: elaborazione su dati ISTAT
Diversa è invece la situazione per quanto riguarda il saldo migratorio (immigrati meno
emigrati) dove il valore della Provincia di Piacenza, accresciuto negli ultimi 10 anni, è di 7-
8 per 1.000 abitanti nel biennio 1999-2000.
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La specificità del comportamento demografico nella Provincia di Piacenza, rispetto alle
altre aree del territorio emiliano, consiste in un più accentuato deficit sotto il profilo della
dinamica naturale che trova tuttavia parziale compensazione nella persistente forza
attrattiva, soprattutto nei riguardi della componente estera. Come il resto dell’Italia, anche
la Provincia di Piacenza sta vivendo profonde trasformazioni socio-demografiche che sono
tipiche del nostro tempo e che introducono l’esigenza di prospettare nuovi equilibri sul
piano economico e sociale.
Tabella 3 Cittadini stranieri residenti in Emilia Romagna e nella Provincia di Piacenza 31 dicembre Emilia Romagna % su Italia Piacenza % su Emilia Romagna
1997 81.300 8,2 4.500 5,5 1998 93.600 8,4 5.400 5,7 1999 110.200 8,7 6.700 6,1 2000 130.300 8,9 8.200 6,3
Fonte: elaborazione dati ISTAT
La presenza straniera in Provincia di Piacenza si è ulteriormente accentuata negli ultimi
anni in riferimento alla provenienza dal complesso dei Paesi in via di sviluppo o dall’Est
Europa. In generale, più della metà degli stranieri provenienti dai Paesi in via di sviluppo o
dall’Est Europa e residenti in un comune della Provincia di Piacenza al 31 dicembre 2000
si concentra in tre soli gruppi: gli albanesi (21,1%), i marocchini (20,5%) ed i macedoni
(8,1%). A questi seguono gli stranieri provenienti dalla Bosnia-Erz (5,4%), dall’India
(5,1%), dalla Jugoslavia (5,0%), dalla Tunisia (3,9%), dalla Croazia (2,4%), dalla Romania
(2,3%) e dalla Burkina Faso (2,1%).
La città di Piacenza accentra il 44% del totale degli stranieri residenti e si caratterizza,
rispetto al resto della Provincia, per una minor quota di minorenni (19% a fronte del 22% a
livello provinciale).
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La delittuosità nella Provincia di Piacenza
Tabella 4. Delitti denunciati all’Autorità Giudiziaria dalla Polizia di Stato, dall’Arma dei Carabinieri e dalleGuardia di Finanza2
TOTALE PROVINCIA
COMUNE CAPOLUOGO
RESTO DELLA PROVINCIA
TIPOLOGIA DI DELITTO Gen.-Apr.
2003 Gen.-Apr.
2002 Var. % Ge.-Ap. 03/02
Gen.-Apr. 2003
Gen.-Apr. 2002
Var. % Ge.-Ap. 03/02
Gen.-Apr. 2003
Gen.-Apr. 2002
Var. % Ge.-Ap. 03/02
STRAGE TOT. OMICIDI DOLOSI CONSUMATI A scopo di furto o rapina Motivi di mafia, camorra, ‘ndrangheta Per motivi di onore o passionali A scopo terroristico Per altri motivi INFANTICIDI OMICIDI PRETERINTENZIONALI TENTATI OMICIDI OMICIDI COLPOSI Di cui da incidente stradale LESIONI DOLOSE TOTALE VIOLENZE CARNALI Contro minori di anni 14 Contro maggiori di anni 14 TOT. FURTI SEMPLICI E AGGRAVATI Abigeato Borseggio Scippo In uffici pubblici In negozi In appartamenti In auto in sosta In ferrovia Di opere d’arte e materiale archeologico Di merci su automezzi pesanti Di autoveicoli Altri TOTALE RAPINE In banche In uffici postali In gioiellerie e laboratori di preziosi A rappresentanti di preziosi A trasportatori di valori bancari A trasportatori di valori postali A danno di coppie o prostitute Su automezzi pesanti con targa italiana Su automezzi pesanti con targa stranieraAltre (abitazioni, negozi, ecc.) ESTORSIONI TOTALE SEQUESTRI DI PERSONA A scopo estorsivo Con presa di ostaggio a scopo rapina Con presa di ostaggio per sola fuga Per motivi sessuali A scopo terroristico Per altri motivi ASSOCIAZIONI PER DELINQUERE ASSOCIAZIONI DI STAMPO MAFIOSO INCENDI DOLOSI ATTENT. DINAMITARDI / INCENDIARI TRUFFE CONTRABBANDO PROD. / COMM. STUPEFACENTI SFRUTT. / FAVOREGG. PROSTITUZ. ALTRI DELITTI
0 0 0 0 0 0 0 0 0 3
11 6
13 9 3 6
1.387 0
232 2
23 285 168 276
2 0 4
98 397 28 4 3 0 0 0 0 1 0 0
20 3 3 0 1 0 1 0 1 1 1
21 0
53 0
46 1
958
0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 2 2
32 2 0 2
1.429 3
207 12 12
149 216 257 10 5 3
117 438 36 6 3 0 0 0 0 6 1 0
20 4 2 0 1 0 0 0 1 1 0
11 0
52 0
29 3
825
200,00 450,00 200,00 -59,38 350,00
200,00 -2,94
-100,0012,08 -83,33 91,67 24,16 -22,22 7,39
-80,00 -100,0033,33 -16,24 -9,36
-22,22 -33,33 0,00
-83,33 -100,00
0,00
-25,00 50,00
0,00
0,00 0,00
90,91
1,92
58,62 -66,67 16,12
0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 1 0 3 7 3 4
808 0
167 2
19 93 61
178 2 0 3
55 228 20 2 2 0 0 0 0 1 0 0
15 2 2 0 0 0 1 0 1 1 0 7 0
38 0
31 1
444
0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0
11 1 0 1
783 2
155 10 4
63 55
162 6 2 1
60 263 23 4 2 0 0 0 0 5 1 0
11 3 1 0 1 0 0 0 0 0 0 2 0
18 0
14 2
349
-72,73 600,00
300,00
3,19 -100,00
7,74 -80,00 375,00 47,62 10,91 9,88
-66,67 -100,00 200,00 -8,33
-13,31 -13,04 -50,00 0,00
-80,00 -100,00
36,36 -33,33 100,00
-100,00
250,00
111,11
121,43 -50,00 27,22
0 0 0 0 0 0 0 0 0 2
10 6
10 2 0 2
579 0
65 0 4
92 107 98 0 0 1
43 169
8 2 1 0 0 0 0 0 0 0 5 1 1 0 1 0 0 0 0 0 1
14 0
15 0
15 0
514
0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 2 2
21 1 0 1
646 1
52 2 8
86 161 95 4 3 2
57 175 13 2 1 0 0 0 0 1 0 0 9 1 1 0 0 0 0 0 1 1 0 9 0
34 0
15 1
476
100,00 400,00 200,00 -52,38 100,00
100,00 -10,37
-100,00 25,00
-100,00 -50,00 6,98
-33,54 3,16
-100,00 -100,00 -50,00 -24,56 -3,43
-38,46 0,00 0,00
-100,00
-44,44 0,00 0,00
-100,00 -100,00
55,56
-55,88
0,00
-100,00 7,98
TOTALE GENERALE
2.538
2.429
4,49
1.366
1.207
13,17
1.172
1.222
-4,09
Ente: Dipartimento della Pubblica Sicurezza – modello 165
152 Tabella fornita alla Provincia di Piacenza dal Dottor Giovanni Sacchini
Le iniziative della Provincia Alla fine degli anni ’50, a seguito di un consistente decentramento amministrativo, molte
funzioni prima gestite direttamente dallo Stato vengono trasferite ai Comuni e ad altri Enti
Locali. In questa sede vengono attribuite all’Ente Provincia competenze specifiche tra le
quali figura la vigilanza in materia di caccia e pesca.
Nel 1962 la Provincia di Piacenza, per adempiere alle nuove disposizioni legislative,
istituisce un Servizio di Vigilanza, assumendo le prime guardie ittico-venatorie incaricate di
verificare l’osservanza delle normative delegate all’Ente di appartenenza.
Nel 1986 con l’introduzione della “Legge quadro per la Polizia Municipale”, viene
riconosciuta anche alle Province, oltre che ai Comuni, la possibilità di disciplinare
l’esercizio delle funzioni di polizia locale nell’interesse della collettività. Oltre ai vigili
municipali, quindi, anche gli addetti alla vigilanza provinciale ottengono un primo
riconoscimento giuridico.
Con l’entrata in vigore della Legge n. 157 del 1992 in materia di protezione della fauna
selvatica, le guardie provinciali ottengono un secondo e definitivo riconoscimento giuridico.
Il Servizio di Vigilanza, sorto originariamente con funzioni specifiche e tradizionali in
materia di caccia e pesca, nel corso degli anni, a seguito dell’entrata in vigore di numerose
norme, viene ad ampliare il proprio raggio di azione acquisendo nuove competenze in
materia di vigilanza ecologica, tutela e protezione dell’ambiente, sorveglianza della
sicurezza stradale, eccetera.
Si comincia così a parlare della trasformazione delle “Guardie ittico-venatorie” in “Polizia
Provinciale”.
La Polizia Provinciale di Piacenza nasce nel 1995 con l’approvazione da parte del
Consiglio del “Regolamento per l’esercizio delle funzioni di Polizia Provinciale”. Tale
regolamento disciplina l’esercizio delle funzioni di polizia nelle materie di competenza
provinciale e nelle materie delegate.
La Provincia di Piacenza espleta le funzioni di polizia attraverso i propri dipendenti che
assumono il profilo professionale di ufficiali o agenti di polizia provinciale. Detto personale
riveste la qualifica di Pubblico Ufficiale, ai sensi dell’articolo 357 del Codice Penale e
svolge il proprio servizio entro l’ambito territoriale dell’Ente di appartenenza.
16
Il personale, nei limiti delle proprie attribuzioni, esercita:
- funzione di polizia giudiziaria, rivestendo la qualifica di agente o ufficiale di polizia
giudiziaria, ai sensi dell’articolo 57, c. 2 lett. B e c. 3 del Codice di Procedura
Penale;
- funzione di pubblica sicurezza, per quanto previsto dalle Leggi, rivestendo la
qualifica di agente di pubblica sicurezza, previo riconoscimento di tale qualità da
parte del Prefetto.
La Polizia Provinciale, in quanto organo di polizia locale, è investita di una serie di
attribuzioni e di funzioni istituzionali di notevole estensione e di notevole importanza per la
collettività locale. Tali funzioni consistono nello svolgimento di:
- azioni di prevenzione dirette a garantire la sicurezza e a tutelare gli interessi di
competenza dell’Ente;
- azioni di repressione consistenti nell’applicazione di sanzioni amministrative o
penali in relazione ad infrazioni a leggi, regolamenti, ordini, eccetera.
La Polizia Provinciale svolge principalmente funzioni di vigilanza e controllo finalizzate a
garantire l’osservanza delle leggi, dei regolamenti e delle altre disposizioni emanate dallo
Stato, dalla Regione, dalla Provincia e dai Comuni in materia di:
- attività faunistico-venatorie;
- attività ittiche;
- tutela della fauna, della flora e dei prodotti del sottobosco;
- tutela delle riserve e dei parchi naturali;
- protezione e igiene dell’ambiente, tutela e valorizzazione del patrimonio naturale
paesistico, difesa del suolo;
- tutela della sicurezza stradale per quanto di competenza provinciale;
- attività economiche di competenza provinciale (attività delle agenzie di viaggi,
attività delle autoscuole, attività ricettizie quali alberghi, campeggi, agriturismo,
eccetera).
Il personale appartenente alla Polizia Provinciale svolge, oltre alle funzioni di vigilanza
nelle materie sopra citate, altre attività importanti quali:
- prestare opera di soccorso in occasione di pubbliche calamità e disastri, d’intesa
con le autorità competenti;
- collaborare con le forze di Polizia dello Stato e con la Protezione Civile in casi di
emergenza di competenza provinciale e/o di interesse collettivo;
17
- collaborare con l’Autorità Giudiziaria in attività delegate di indagine, interrogatori,
notifiche di provvedimenti, sequestri, eccetera, nelle materie di competenza;
- assolvere compiti di informazione, raccolta di notizie, accertamenti, indagini ed altri
compiti previsti da leggi o regolamenti;
- coordinare, per quanto disciplinato nelle apposite convenzioni, gli operatori di
vigilanza volontaria operanti nelle materie di competenza;
- vigilare sul rispetto delle disposizioni concernenti il patrimonio ed il demanio
provinciale;
- prestare servizi d’ordine e di scorta necessari per l’espletamento delle attività
istituzionali della Provincia;
- svolgere servizi di rappresentanza dell’Ente fornendo la scorta d’onore al Gonfalone
della Provincia in occasione di pubbliche funzioni, manifestazioni, cerimonie ed in
ogni altra particolare circostanza;
- provvedere alle notifiche degli atti relativi alle materie di competenza;
- garantire le entrate sanzionatorie di competenza.
La Provincia di Piacenza, nello specifico l’Assessorato alla Sicurezza, è ispirata dalla
filosofia che la tutela dell’ordine pubblico, la prevenzione e la repressione dei reati,
competono alle Forze dell’Ordine, ma che anche le Polizie Locali possono, ed anzi
devono, dare il loro contributo limitando al massimo la loro permanenza negli uffici e
cercando di essere presenti il più possibile sul territorio, di giorno e di notte, facendo così
da deterrente contro la microcriminalità ed effettuando così una costante operazione di
monitoraggio, segnalando tempestivamente alle Forze dell’Ordine fatti e persone sospette;
grazie a questo presupposto la Provincia ha messo in atto, negli ultimi anni, varie
iniziative.
Tra queste, il Corso di Formazione trimestrale presso la qualificata Scuola Allievi Agenti di
Polizia di Stato di Piacenza ha permesso alla Polizia Provinciale di crescere
professionalmente. Quella di Piacenza è stata la prima, tra tutte le Polizie Provinciali
d’Italia, ad usufruire di tale importante opportunità formativa presso una Scuola Allievi
Agenti di Polizia di Stato.
18
In seguito si sono quindi instaurati proficui rapporti di collaborazione con diverse Polizie
Municipali, soprattutto con quelle dei Comuni di Alseno, Carpaneto, Castel San Giovanni,
Gazzola Gossolengo, Pianello, Rivergaro e Villanova. In moltissime occasioni, per
sfruttare al meglio le non numerose risorse umane disponibili, il lavoro è stato svolto da
pattuglie miste, formate cioè da Agenti dalle Polizia Provinciale ed Agenti delle Polizie
Municipali. Nell’estate 2003 la Polizia Provinciale ha anche partecipato ad un servizio di
vigilanza stradale sulla Statale 45, tristemente famosa per i numerosi e gravi incidenti,
promosso e finanziato dalla Comunità montana dell’Appennino Piacentino.
Quando le è stato richiesto, la Polizia Provinciale ha puntualmente collaborato con le
Forze dell’Ordine in operazioni notturne e diurne di tutela dell’ordine pubblico, come in
occasione di un incontro di calcio svoltosi allo stadio della Galleana.
Agenti della Polizia Provinciale hanno fermato a Piacenza, in Via Roma, alle tre di notte,
uno straniero accusato di aver ferito poco prima una barista, e sempre di notte, nei pressi
di Fiorenzuola, hanno segnalato alle Forze dell’Ordine la presenza di una persona che è
stata arrestata pochi minuti dopo perché ricercata per gravi reati.
Tutto ciò non ha distolto la Polizia Provinciale dai suoi tradizionali compiti in materia di
ambiente, caccia e pesca che continuano ad avere un ruolo prevalente e prioritario.
Sono stati colti sul fatto e denunciati alcuni bracconieri, e ciò è stato il frutto di numerose
notti trascorse dagli Agenti della Polizia Provinciale in paziente e disagevole
appostamento. Sono stati recuperati quintali di pesci rimasti intrappolati nelle secche,
trasportandoli più a monte negli stessi corsi d’acqua. Sono state disattivate centinaia e
centinaia di lacci, una pratica barbara posta in essere dai bracconieri, che espone gli
animali che vi incappano ad una morte tra atroci sofferenze.
Questi risultati sono stati resi possibili dalla grande disponibilità e dall’encomiabile spirito di
servizio dimostrati quotidianamente dagli Agenti che in tanti momenti hanno lavorato ben
più di ciò a cui sono contrattualmente tenuti, come in occasione della esondazione del Po,
quando il loro impegno è stato premiato con il Diploma di Benemerenza della Presidenza
del Consiglio dei Ministri.
Altre iniziative assunte dall’Amministrazione provinciale, Assessorati alla Sicurezza e
Formazione ed offerte ai cittadini ed al loro benessere sono da ritrovarsi in diversi Servizi a
favore di una maggiore tutela e protezione dei diritti alla sicurezza dei cittadini e delle
cittadine dove si è volti a sperimentare azioni che favoriscano la diminuzione del
sentimento di insicurezza attraverso politiche di prevenzione sociale che incidano sulle
cause. Tra questi Servizi offerti dalla Provincia di Piacenza si possono citare:
19
- “Occhio al truffatore”. In collaborazione con la Questura di Piacenza e la
Federconsumatori, è stata attuata una campagna pensata e scritta per gli studenti e
le studentesse delle scuole medie inferiori e superiori della Provincia contenente
consigli utili per riconoscere, e quindi evitare, le trappole degli esperti in raggiri e
truffe.
- “L’ABC della sicurezza al femminile”. In collaborazione con l’Assessorato Pari
Opportunità, la Fondazione di Piacenza e Vigevano, Città Sicure e la Regione
Emilia Romagna, l’iniziativa si è proposta di sperimentare azioni che favoriscano la
diminuzione del sentimento di insicurezza. Questa pubblicazione, rivolta alle donne
che, in misura maggiore vivono il sentimento di insicurezza, offre una guida in cui
poter trovare una serie di semplici, ma non scontati, suggerimenti volti a prevenire
possibili problemi: una sorta di vademecum per vivere più sicuri nella propria
abitazione, mentre si viaggia in autobus o in auto, si cammina per strada o si sta
facendo la spesa.
- “Accoglienza e sicurezza per i bambini a Piacenza”. In collaborazione con
l’Assessorato al Commercio di Piacenza, l’Unione Commercianti di Piacenza e la
Banca di Piacenza, sono stati sparsi un po’ ovunque tanti piccoli “punti di
accoglienza” per i bambini. Bar, negozi, le filiali della Banca di Piacenza ed altri
locali siti lungo le strade principali di Piacenza, esponendo all’ingresso un adesivo
riportante il simbolo dell’iniziativa, mettono al corrente i bambini che lì possono
trovare qualcuno che, in caso di difficoltà, può fornire loro un aiuto (naturalmente
gratuito).
20
IL SENTIMENTO DI INSICUREZZA: INDAGINE SUL TERRITORIO DI PIACENZA E PROVINCIA
Lo studio che presentiamo, che ha come oggetto l’analisi del sentimento di insicurezza
della popolazione sul territorio della provincia di Piacenza è stato realizzato, nell’ultimo
trimestre del 2003, grazie alla collaborazione del Servizio Polizia Provinciale, Vigilanza,
Caccia e Pesca, Protezione Civile della Provincia di Piacenza che da tempo si occupa
delle problematiche riguardanti la sicurezza dei cittadini.
Questo sondaggio che coinvolge la popolazione del Comune capoluogo e di altri Comuni
della Provincia, si propone di fornire delle aggiornate indicazioni per le politiche di
sicurezza della Amministrazione Provinciale e delle Amministrazioni Comunali, alla luce
della recentissima legge Regionale n. 24 del 4 Dicembre 2003 e del processo devolutivo in
atto a livello nazionale in tema di Polizie Locali.
L’indagine ha coinvolto alcuni comuni ubicati in zone di pianura, in zone collinari e molti
abitanti della città di Piacenza.
Si è pensato di realizzare un campione formato per circa metà dai cittadini di Piacenza e
per l’altra metà dai soggetti residenti in provincia: lo scopo è stato quello di effettuare un
confronto tra gli abitanti delle diverse zone (Piacenza, zone di pianura e zone di collina)
riguardo ai timori legati alla criminalità. Altro criterio di scelta del campione è stato
individuato nell’età e nel sesso, in quanto sono state scelte tre fasce d’età (tra i 18 e i 30,
tra i 31 e i 64 e oltre i 64 anni) cercando di mantenere il più possibile un’omogeneità tra i
sessi, proprio per vedere quale tipologia di soggetto è più fortemente correlata alla paura
della vittimizzazione.
È stato scelto di utilizzare come strumento d’indagine il questionario perché, a differenza
dell’intervista, essendo questo autosomministrato, comporta un inferiore livello di
interazione tra intervistatore ed intervistato e quindi un minore coinvolgimento emotivo che
permette di ridurre le resistenze a rispondere.
I questionari, da compilare in forma anonima e composti esclusivamente da domande
chiuse, erano strutturati in tre sezioni:
- una parte introduttiva anagrafica;
21
- una parte sulla sicurezza collettiva, contenente domande sulle problematiche generali
della società, sull’andamento della criminalità nella nazione e nel proprio comune e
sulla presenza di indici legati al crimine e reati presenti nella zona di residenza;
- una parte sulla sicurezza individuale, contenente domande sugli atti di criminalità
subiti, sui luoghi percepiti come insicuri e fattori che aumentano la sicurezza.
Il questionario è stato concepito in questo modo, partendo quindi dagli aspetti sociali a
quelli individuali proprio perché alcune domande della terza sezione riguardano alcuni
aspetti della vita quotidiana e possono sembrare a volte un po’ intrusive e si cercato quindi
di garantire un passaggio non troppo brusco a domande più personali.
Per ciò che riguarda la somministrazione si è provveduto alla distribuzione nella città di
Piacenza in vari enti, pubblici e privati e direttamente ai cittadini; negli istituti superiori sono
stati incaricati per la somministrazione agli studenti delle quinte alcuni professori; infine per
la distribuzione agli abitanti delle zone della provincia sono stati coinvolti i sindaci dei vari
comuni.
22
ANALISI DEI DATI
Anagrafica
Il totale dei questionari somministrati agli abitanti della Provincia di Piacenza è di 520, di
cui:
- 302 maschi e 218 femmine;
- 226 giovani (dai 18 ai 30 anni), 232 adulti (dai 31 ai 64 anni) e 62 anziani (dai 65
anni in su);
- 228 abitanti della città di Piacenza, 211 abitanti dei comuni della pianura e 81 abitanti dei comuni della collina.
Le percentuali, quindi, sono così distribuite:
Distribuzione dei questionari somministrati per quanto riguarda il sesso degli intervistati
58%
42%MaschiFemmine
23
Distribuzione dei questionari somministrati per quanto riguarda l'età degli intervistati
43%
45%
12%
Dai 18 ai 30 anniDai 31 ai 64 anniDai 65 anni
Distribuzione dei questionari somministrati per quanto riguarda il territorio di residenza degli intervistati
43%
41%
16%
PiacenzaResto della pianuraCollina
24
Sicurezza collettiva Tra le problematiche sociali che destano maggiore preoccupazione nei 520 soggetti
intervistati emerge il timore per il terrorismo (31,34%), seguito da:
- disoccupazione (28,84%);
- immigrazione (28,46%);
- piccola criminalità (28,07%);
- droga (25,57%);
- incidenti stradali (21,9%);
- criminalità organizzata (19,65%);
- recessione economica (19,23%);
- inquinamento ambientale (19,23%);
- instabilità politica (11,34%);
- traffico urbano (10%).
Esaminando i questionari che riguardano la popolazione più giovane (18-30 anni), i dati
sono piuttosto simili a quelli del campione intero e tra i primi tre aspetti preoccupanti della
società emergono ancora il terrorismo, l’immigrazione e la disoccupazione.
25
Aspetti della societa` piu` preoccupanti(campione intero)
0
10
20
30
40
% 31,34 28,84 28,46 28,07 25,57 21,9 19,65 19,23 19,23 11,34 10
Terrorismo Disoccupazione Immigrazione Piccola criminalita`
Droga Incidenti stradali Criminalita` organizzata
Recessione economica
Inquinamento ambientale
Instabilita` politica Traffico urbano
Per ciò che riguarda la popolazione adulta (31-64 anni) è la piccola criminalità, seguita da
disoccupazione e droga, a destare maggiori timori negli intervistati.
Anche nei i soggetti con più di 65 anni ciò che preoccupa maggiormente è il problema
della piccola criminalità, seguita da droga e da disoccupazione/terrorismo/incidenti
stradali/immigrazione (con la stessa percentuale).
26
Aspetti della societa` piu` preoccupanti (fascia 18-30)
0
50
% 40 30,67 26,67
Terrorismo Immigrazione Disoccupazione
Aspetti della societa` piu` preoccupanti (fascia 31-64)
28
30
32
34
% 33,62 31,46 30,17
Piccola criminalita` Disoccupazione Droga
Analizzando le differenze di genere, i 218 soggetti di sesso femminile hanno risposto di
essere più preoccupati per disoccupazione/piccola criminalità e, a seguire, incidenti
stradali e droga. I soggetti di sesso maschile, invece, hanno maggiori timori per il
terrorismo, l’immigrazione e la disoccupazione.
27
Aspetti della societa` piu` preoccupanti (fascia oltre i 64 anni)
0
10
20
30
40
50
% 40,32 38,71 27,41 27,41 27,41 27,41
Piccola Droga Disoccupazi Terrorismo Incidenti Immigrazion
Aspetti della societa` piu` preoccupanti (femmine)
26
28
30
32
34
36
% 35,32 35,32 32,11 30,27
Disoccupazione Piccola Incidenti stradali Droga
È stato chiesto ai soggetti intervistati di indicare la loro percezione riguardo l’andamento della criminalità in Italia durante l’ultimo anno.
I dati del campione totale indicano una percezione di aumento della criminalità in Italia,
cosi come quelli della città di Piacenza e dei comuni di pianura e collinari.
28
Aspetti della societa` piu` preoccupanti (maschi)
0
10
20
30
40
% 35,43 28,8 24,17
Terrorismo Immigrazione Disoccupazione
Aspetti della societa` piu` preoccupanti (maschi)
0
10
20
30
40
% 35,43 28,8 24,17
Terrorismo Immigrazione Disoccupazione
29
Criminalita` in Italia (comuni delle zone di pianura)
Aumentata58%
Rimasta ai livelli precedenti
25%
Non so valutare11%
Diminuita6%
Criminalita` in Italia (comuni delle zone collinari)
Aumentata70%
Non so valutare20%
Rimasta ai livelli precedenti
10%Diminuita
0%
Criminalita` in Italia (campione intero)
Aumentata63%
Rimasta ai livelli precedenti
20%
Non so valutare14%
Diminuita3%
Criminalita` in Italia (citta` di Piacenza)
Aumentata66%
Rimasta ai livelli precedenti
18%
Non so valutare15% Diminuita
1%
Riguardo alla percezione della criminalità nel proprio comune di residenza l’unico dato
che si differenzia è quello dei cittadini di Piacenza che percepiscono un aumento della
criminalità in città, rispetto ai soggetti appartenenti al campione totale o ai comuni collinari
e di pianura che ritengono che il livello di criminalità si sia stabilizzato.
30
Criminalita` nel comune di residenza (comuni delle zone collinari)
Rimasta ai livelli precedenti
53%Aumentata27%
Non so valutare19%
Diminuita1%
Criminalita` nel comune di residenza (campione totale)
Rimasta ai livelli precedenti
41%
Aumentata38%
Non so valutare16%
Diminuita5%
Criminalita` nel comune di residenza(citta` di Piacenza)
Aumentata51%
Non so valutare
16%
Diminuita1%
Rimasta ai livelli
precedenti32%
Problema della criminalita nella zona in cui si vive (campione intero)
Poco grave54%Abbastanza grave
22%
Per niente grave19%
Molto grave5%
Il problema della criminalità nella zona in cui si vive è considerato come poco grave
dal campione totale e dalle altre tre zone della provincia di Piacenza. Inoltre il fenomeno
criminale è percepito come ugualmente grave rispetto ad altri comuni della provincia,
fatta eccezione per la zona collinare i cui abitanti lo ritengono meno grave.
31
Problema della criminalita`nella zona in cui si vive (comuni delle zone collinari)
Poco grave58%
Abbastanza grave23%
Per niente grave17%
Molto grave2%
Problema della criminalita` nella zona in cui si vive (campione intero)
Poco grave54%Abbastanza grave
22%
Per niente grave19%
Molto grave5%
Problema della criminalita` nella zona in cui si vive (citta` di Piacenza)
Poco grave55%Abbastanza
grave20%
Per niente grave17%
Molto grave8%
Problema della criminalita` nella zona in cui si vive (comuni delle zone di pianura)
Poco grave53%Abbastanza grave
24%
Per niente grave21%
Molto grave2%
32
Problem a de lla crim inalita` r ispetto ad altr i com uni de lla provincia (cam pione intero)
Ugualmente grave 43%
Meno grave30%
Non so valutare18%
Piu` grave9%
Problema della criminalita` rispetto ad altri comuni della provincia (citta` di Piacenza)
Ugualmente grave 46%
Meno grave20%
Non so valutare17%
Piu` grave17%
Problema della criminalita` rispetto ad altri comuni della provincia (comuni delle zone di pianura)
Ugualmente grave 43%
Meno grave33%
Non so valutare20%
Piu` grave4%
Problema della criminalita` rispetto ad altri comuni della provincia (comuni delle zone collinari)
Meno grave53%Ugualmente grave
24%
Non so valutare19%
Piu` grave4%
Attraverso i questionari e le interviste somministrati, si è voluto analizzare quali potrebbero
essere i fattori maggiormente correlati alla percezione della criminalità. E` stato
chiesto quindi ai cittadini di indicare quali fattori sociali e ambientali fossero più presenti
nella loro zona di residenza attraverso una scala contenente tre tipi di risposte, “non
presente”, “alcuni” e “molti” e per analizzare gli “indicatori” più diffusi state prese in
considerazione solo le risposte “molti”.
Tra i fattori maggiormente correlati alla percezione della criminalità (incivilities ambientali e
sociali) sono stati individuati dal campione totale, nell’ordine:
- extracomunitari irregolari;
- inquinamento ambientale;
- luoghi bui;
- inquinamento acustico;
- rifiuti in giro;
- zingari per le strade;
- drogati;
- case vuote;
- atti vandalici;
- edifici degradati;
- scritte sui muri;
- bande giovanili;
- ubriachi;
- barboni;
- auto abbandonate.
33
Fattori correlati alla percezione della criminalita` (campione intero)
0
5
10
15
20
25
30
% 24,61 19,42 15,96 15,19 12,11 11,92 11,92 9,2 9,03 8,07 7,88 6,92 6,53 2,3 1,92
Extracomunitari irregolari
Inquinamento ambientale
Luoghi buiInquinamento
acusticoRifiuti in giro Zingari Drogati Case vuote Atti vandalici Edifici degradati Scritte sui muri Bande giovanili Ubriachi Barboni
Auto abbandonate
Esaminando i primi cinque fattori che sono direttamente collegati alla percezione della
criminalità da parte soggetti intervistati, si può osservare quanto segue:
- per i soggetti residenti a Piacenza e nei comuni delle zone di pianura fattori come la
presenza di extracomunitari irregolari e l’elevato inquinamento ambientale/acustico
possono essere indicatori dell’esistenza di fenomeni criminali;
- per i soggetti residenti nei comuni delle zone collinari la presenza di criminalità è
percepita attraverso fattori come l’esistenza di case vuote e strade o zone poco
illuminate.
34
Fattori correlati alla percezione della criminalita` (citta` di Piacenza)
0
10
20
30
% 26,75 23,24 19,73 15,78 10,96
Extracomunitari Inquinamento Inquinamento Drogati Rif iuti in giro
Fattori correlati alla percezione della criminalita` (comuni delle zone di pianura)
0
10
20
30
% 22,85 18,09 18,09 12,38 11,9
Extracomunitari Inquinamento Luohi bui Inquinamento Rif iuti in giro
Per quanto riguarda le differenze tra le varie fasce d’età è stato rilevato che, mentre i
soggetti più giovani e quelli più anziani percepiscono la presenza di extracomunitari come
indice maggiore di criminalità, i soggetti adulti ritengono l’inquinamento ambientale il
fattore maggiormente correlato alle zone in cui è più elevata l’attività criminale. Anche la
presenza di rifiuti in giro è un indice di zone legate al crimine, in particolar modo per gli
adulti ed i soggetti più anziani.
35
Fattori correlati alla percezione della criminalita` (fascia 18-30)
28,44
22,2217,77 15,55 14,22
05
1015202530
Extracomunitariirregolari
Luoghi bui Inquinamentoambientale
Drogati Zingari nellestrade
Fattori correlati alla percezione della criminalita` (comuni delle zone collinari)
0
10
20
30
% 24,69 23,45 23,45 16,04 12,34
Case vuote Luoghi bui Extracomunitari Rif iuti in giro Edifici degradati
36
Fattori correlati alla percezione della criminalita` (fascia 31-64)
22,84 22,4118,1
13,79 12,5
05
10152025
Inquin. ambient. Extracomun.irreg.
Inquin. acust. Rif iuti in giro Luoghi bui
Fattori correlati alla percezione della criminalita` (fascia oltre i 64 anni)
19,3516,12
12,9 11,29 11,29
0
5
10
15
20
25
Extracomunit.irreg.
Inquin. acust. Inquin.amb. Rifiuti in giro Zingari nellestrade
Tra i principali autori di reato i 520 intervistati individuano primi fra tutti gli
extracomunitari, seguiti da:
- tossicodipendenti;
- nomadi;
- bande giovanili;
- criminali organizzati;
- persone con problemi psichiatrici;
- barboni.
I dati sulle ipotesi degli autori di reato differiscono di poco osservando i questionari delle
tre zone prese in considerazione: vengono indicati gli extracomunitari come principali
autori di reato ed una forte presenza di tossicodipendenti devianti nella città di Piacenza,
mentre in provincia (pianura e collina) si avverte maggiormente la presenza di nomadi in
quanto rei.
37
Autori di reato (campione intero)
71,5353,65 51,92
27,88 24,619,03 4,03
020406080
%Extracomunitari Tossicodipendenti
Nomadi Bande giovanili
Criminali organizzati Persone con problemi psichiatrici
Barboni
Autori di reato (citta` di Piacenza)
68,85 61,8450,83
25,87 23,247,01 2,63
020406080
%Extracomunitari TossicodipendentiNomadi Criminali organizzatiBande giovanili Persone con problemi psichiatriciBarboni
38
Autori di reato (comuni delle zone di pianura)
74,7655,23 49,04
38,0926,19
8,57 4,760
20406080
%Extracomunitari Nomadi
Tossicodipendenti Bande giovanili
Criminali organizzati Persone con problemi psichiatrici
Barboni
Autori di reato (comuni delle zone collinari)
71,6
48,24 43,2
17,28 16,04 14,816,17
0
20
40
60
80
%Extracomunitari Nomadi
Tossicodipendenti Criminali organizzati
Persone con problemi psichiatrici Bande giovanili
Barboni
Per quanto riguarda le differenze nelle tre fasce d’età, i dati sono piuttosto simili dal
momento che vengono indicati come autori di reato anche qui gli extracomunitari, con
percentuali piuttosto significative (come dimostra la tabella) nel gruppo dei giovani
intervistati. I soggetti tra i 31 e i 64 anni percepiscono inoltre anche una forte presenza sul
territorio di nomadi come autori di crimini.
39
Autori di reato (fascia 31-64)
0
20
40
60
80
Serie1 69,82 59,48 56,03 25,86 19,82 6,46 1,29
Extracom Nomadi Tossicodi Criminali Bande Pers con Barboni
Autori di reato (fascia 18-30)
0
20
40
60
80
Serie1 71,55 46,22 44 36,44 24,88 13,33 7,55
Extracomunitari
Tossicodipendenti
Nomadi Bande giovanili
Criminali organizz
Pers con probl
Barboni
40
Autori di reato (fascia oltre i 64 anni)
0
20
40
60
80
100
Serie1 77,41 70,96 51,61 27,41 19,35 3,22 1,61
Extracom Tossicodi Nomadi Bande Criminali Pers con Barboni
Sicurezza individuale
Attraverso i questionari e le interviste somministrati ai cittadini della Provincia di Piacenza,
si è esaminato il sentimento di sicurezza individuale partendo da quella che è, per loro, la
percezione dei luoghi sicuri o, viceversa, dei luoghi insicuri. Riguardo a questo
argomento è stata fatta una valutazione qualitativa che quindi, invece di esaminare i dati
statistici, esamina la tendenza degli abitanti del territorio della città e della Provincia a
sentirsi sicuri o insicuri nei luoghi che abitualmente frequentano. Agli abitanti è stato
chiesto “Quanto si sente sicuro in questi luoghi?” e, a questa domanda, ognuno aveva la
possibilità di rispondere “Per nulla”, “Poco”, “Molto”; per analizzare la percezione di
insicurezza nei luoghi elencati sono state prese in considerazione solo le risposte “Per
nulla”.
Quello che è emerso, dai dati dei 520 questionari somministrati, è un’escalation di luoghi
in cui le persone non si sentono per niente sicure di cui riportiamo la graduatoria:
- stazione (225 intervistati si sentono per niente sicuri);
- treno (176 intervistati si sentono per niente sicuri);
- strada (165 intervistati si sentono per niente sicuri);
- stadio (136 intervistati si sentono per niente sicuri);
- parchi (119 intervistati si sentono per niente sicuri).
Ci sono poi luoghi in cui le persone si sentono poco sicure:
- bus e tram (82 intervistati si sentono per niente sicuri);
- mercati (78 intervistati si sentono per niente sicuri).
E i luoghi in cui le persone si sentono maggiormente sicure:
- casa (solo 14 intervistati si sentono per niente sicuri);
- circoli e luoghi di ritrovo (solo 24 intervistati si sentono per niente sicuri);
- scuola e palestra (dove, rispettivamente, 26 intervistati si sentono per niente sicuri);
- garage (47 intervistati si sentono per niente sicuri).
41
0
50
100
150
200
250
1
Percezione di insicurezza nei luoghi frequentati dagli intervistati
CasaGarageScuolaCircoli/luoghi di ritrovoPalestraCampo sportivoStadioStradaBus/tramStazioneTrenoMercatiParchi
In modo particolare i luoghi percepiti dagli abitanti come più insicuri sono, in ordine,
• nella città di Piacenza:
- stazione (percepita “per nulla sicura” dal 48,68% degli intervistati);
- treno (percepito “per nulla sicuro” dal 34,21% degli intervistati);
- strada (percepita “per nulla sicura” dal 32,02% degli intervistati);
- parchi (percepiti “per nulla sicuri” dal 25% degli intervistati);
- stadio (percepito “per nulla sicuro” dal 20,61% degli intervistati);
- mercati (percepiti “per nulla sicuri” dal 17,54% degli intervistati);
- bus e tram (percepiti “per nulla sicuri” dal 17,11% degli intervistati);
- garage (percepito “per nulla sicuro” dal 10,96% degli intervistati);
- campo sportivo (percepito “per nulla sicuro” dal 9,65% degli intervistati);
- casa (percepita “per nulla sicura” dal 3,95% degli intervistati);
- circoli e luoghi di ritrovo (percepiti “per nulla sicuri” dal 3,95% degli intervistati);
- scuola (percepita “per nulla sicura” dal 0,45% degli intervistati);
- palestra (percepita “per nulla sicura” dal 0,45% degli intervistati).
42
• nei comuni della pianura:
- stazione (percepita “per nulla sicura” dal 37,44% degli intervistati);
- strada (percepita “per nulla sicura” dal 31,28% degli intervistati);
- treno (percepito “per nulla sicuro” dal 30,81% degli intervistati);
- stadio (percepito “per nulla sicuro” dal 29,86% degli intervistati);
- parchi (percepiti “per nulla sicuri” dal 20,38% degli intervistati);
- mercati (percepiti “per nulla sicuri” dal 12,32% degli intervistati);
- bus e tram (percepiti “per nulla sicuri” dal 11,85% degli intervistati);
- garage (percepito “per nulla sicuro” dal 7,58% degli intervistati);
- campo sportivo (percepito “per nulla sicuro” dal 6,16% degli intervistati);
- scuola (percepita “per nulla sicura” dal 5,68% degli intervistati);
- casa (percepita “per nulla sicura” dal 4,76% degli intervistati);
- palestra (percepita “per nulla sicura” dal 4,27% degli intervistati);
- circoli e luoghi di ritrovo (percepiti “per nulla sicuri” dal 3,79% degli intervistati).
• nel territorio collinare:
- stazione (percepita “per nulla sicura” dal 43,21% degli intervistati);
- treno (percepito “per nulla sicuro” dal 40,74% degli intervistati);
- strada (percepita “per nulla sicura” dal 33,33% degli intervistati);
- stadio (percepito “per nulla sicuro” dal 32,1% degli intervistati);
- parchi (percepiti “per nulla sicuri” dal 23,46% degli intervistati);
- bus e tram (percepiti “per nulla sicuri” dal 22,22% degli intervistati);
- mercati (percepiti “per nulla sicuri” dal 14,81% degli intervistati);
- campo sportivo (percepito “per nulla sicuro” dal 9,88% degli intervistati);
- circoli e luoghi di ritrovo (percepiti “per nulla sicuri” dal 8,64% degli intervistati);
- palestra (percepita “per nulla sicura” dal 8,64% degli intervistati);
- garage (percepito “per nulla sicuro” dal 7,41% degli intervistati);
- scuola (percepita “per nulla sicura” dal 4,94% degli intervistati);
- casa (percepita “per nulla sicura” dal 4,94% degli intervistati).
43
05
101520253035404550
Piacenza Pianura Collina
Percezione di insicurezza nei luoghi frequentati dagli intervistati
in rapporto al luogo di residenzaCasaGarageScuolaCircoli/luoghi di ritrovoPalestraCampo sportivoStadioStradaBus/tramStazioneTrenoMercatiParchi
Come dimostra il grafico:
- il garage, per gli abitanti del capoluogo, rappresenta un luogo meno sicuro di
quanto lo sia per gli abitanti dei comuni;
- tendenzialmente, gli abitanti dei comuni della pianura, considerano la scuola un
luogo meno sicuro di quanto lo considerino gli abitanti di Piacenza e del territorio
collinare;
- dagli abitanti della collina i circoli, i luoghi di ritrovo e la palestra sono luoghi
percepiti meno sicuri rispetto a come sono percepiti dagli abitanti di Piacenza e del
resto della pianura;
- gli abitanti dei comuni percepiscono lo stadio meno sicuro di quanto lo
percepiscano gli abitanti di Piacenza;
- i mezzi di trasposto pubblici quali i bus, i tram ed anche i treni, sono percepiti
maggiormente insicuri dagli abitanti del territorio collinare di quanto lo siano dagli
abitanti di Piacenza e degli altri comuni della pianura;
- gli abitanti di Piacenza si sentono meno sicuri in stazione rispetto agli abitanti dei
comuni della Provincia;
44
- le zone dei mercati e dei parchi sono percepite come luoghi insicuri in modo
particolare dagli abitanti della città.
Per quanto riguarda invece l’età degli intervistati, i luoghi frequentati, percepiti come meno
sicuri sono, in ordine (per quanto riguarda questo dato è importante mettere in evidenza
che ognuno ha risposto soltanto riferendosi ai luoghi che frequenta, quindi, per esempio la
scuola, non è frequentata dagli adulti e dagli anziani, la palestra, raramente è frequentata
dagli anziani, la stazione ed il treno non sono frequentati da tutti, eccetera):
o dai giovani: - stazione (percepita “per nulla sicura” dal 52,21% degli intervistati);
- treno (percepito “per nulla sicuro” dal 38,94% degli intervistati);
- strada (percepita “per nulla sicura” dal 37,17% degli intervistati);
- stadio (percepito “per nulla sicuro” dal 30,07% degli intervistati);
- parchi (percepiti “per nulla sicuri” dal 23,01% degli intervistati);
- bus e tram (percepiti “per nulla sicuri” dal 17,7% degli intervistati);
- mercati (percepiti “per nulla sicuri” dal 13,27% degli intervistati);
- campo sportivo (percepito “per nulla sicuro” dal 10,62% degli intervistati);
- palestra (percepita “per nulla sicura” dal 10,18% degli intervistati);
- garage (percepito “per nulla sicuro” dal 9,73% degli intervistati);
- scuola (percepita “per nulla sicura” dal 8,85% degli intervistati);
- circoli e luoghi di ritrovo (percepiti “per nulla sicuri” dal 7,96% degli intervistati);
- casa (percepita “per nulla sicura” dal 1,77% degli intervistati).
o dagli adulti: - stazione (percepita “per nulla sicura” dal 36,21% degli intervistati);
- treno (percepito “per nulla sicuro” dal 30,17% degli intervistati);
- strada (percepita “per nulla sicura” dal 29,31% degli intervistati);
- parchi (percepiti “per nulla sicuri” dal 23,71% degli intervistati);
- stadio (percepito “per nulla sicuro” dal 22,41% degli intervistati);
- mercati (percepiti “per nulla sicuri” dal 16,81% degli intervistati);
- bus e tram (percepiti “per nulla sicuri” dal 13,36% degli intervistati);
- garage (percepito “per nulla sicuro” dal 9,05% degli intervistati);
- campo sportivo (percepito “per nulla sicuro” dal 6,03% degli intervistati);
- casa (percepita “per nulla sicura” dal 2,16% degli intervistati);
- scuola (percepita “per nulla sicura” dal 1,29% degli intervistati);
45
- palestra (percepita “per nulla sicura” dal 0,86% degli intervistati);
- circoli e luoghi di ritrovo (percepiti “per nulla sicuri” dal 0,86% degli intervistati).
o dagli anziani: - stazione (percepita “per nulla sicura” dal 37,1% degli intervistati);
- treno (percepito “per nulla sicuro” dal 29,03% degli intervistati);
- strada (percepita “per nulla sicura” dal 22,58% degli intervistati);
- parchi (percepiti “per nulla sicuri” dal 19,35% degli intervistati);
- bus e tram (percepiti “per nulla sicuri” dal 17,74% degli intervistati);
- mercati (percepiti “per nulla sicuri” dal 14,52% degli intervistati);
- stadio (percepito “per nulla sicuro” dal 11,29% degli intervistati);
- casa (percepita “per nulla sicura” dal 8,06% degli intervistati);
- campo sportivo (percepito “per nulla sicuro” dal 8,06% degli intervistati);
- circoli e luoghi di ritrovo (percepiti “per nulla sicuri” dal 6,45% degli intervistati);
- garage (percepito “per nulla sicuro” dal 6,45% degli intervistati);
- scuola (percepita “per nulla sicura” dal 4,84% degli intervistati);
- palestra (percepita “per nulla sicura” dal 1,61% degli intervistati).
0
10
20
30
40
50
60
Giovani Adulti Anziani
Percezione di insicurezza nei luoghi frequentati dagli intervistati
in rapporto all'età CasaGarageScuolaCircoli/luoghi di ritrovoPalestraCampo sportivoStadioStradaBus/tramStazioneTrenoMercatiParchi
46
Tenendo presenti i luoghi che, in genere, sono frequentanti da tutte le fasce d’età, dal
grafico emerge che:
- la casa è maggiormente percepita come luogo insicuro dalla popolazione anziana;
- gli adulti, rispetto ai soggetti delle altre fasce d’età, hanno una bassa percezione di
insicurezza nei luoghi di ritrovo o circoli;
- la strada è percepita come luogo insicuro sia dai giovani, che dagli adulti, che dagli
anziani; questa percezione di insicurezza diminuisce con l’aumentare dell’età;
- giovani ed anziani, rispetto agli adulti, hanno una maggiore percezione di
insicurezza dei mezzi di trasporto quali bus e tram, ma questo potrebbe dipendere
anche dal fatto che sono proprio queste due categorie di età a farne maggiore
utilizzo;
- i giovani, che molto probabilmente sono anche quelli che ne fanno maggiore uso, si
sentono molto insicuri in treno ed anche in stazione; questa percezione, anche se in
forma minore, è presente anche negli adulti e negli anziani;
- gli anziani, rispetto ai giovani ed agli adulti, si sentono meno insicuri nei parchi;
dalle interviste è emerso che questo dipende non solo dai parchi frequentati ma
anche dagli orari in cui ci si reca.
Per quanto riguarda il dato di criminalità nella Provincia di Piacenza, tra tutte le persone
a cui è stato somministrato il questionario:
- 202 hanno subito reati;
- 312 non hanno mai subito reati;
- 6 non hanno risposto a questa domanda.
47
Distribuzione percentuale degli abitanti della Provincia di Piacenza che sono stati vittime di reato
39%
60%
1%
Subito reatoMai subito reatoNon risposto
La tipologia di reato subito dagli abitanti della Provincia di Piacenza si colloca
principalmente nei
- furti nelle abitazioni; 108 dichiarati di cui 26 avvenuti nell’ultimo anno e 82 in
precedenza;
- furto del mezzo di trasporto (auto, moto o bicicletta); 65 dichiarati di cui 21 avvenuti
nell’ultimo anno e 44 in precedenza;
- borseggio; 50 dichiarati di cui 15 avvenuti nell’ultimo anno e 35 in precedenza;
- furto nell’auto; 38 dichiarati di cui 10 avvenuti nell’ultimo anno e 28 in precedenza;
- truffa; 36 dichiarate di cui 17 avvenute nell’ultimo anno e 19 in precedenza;
- scippi; 27 dichiarati di cui 9 avvenuti nell’ultimo anno e 18 in precedenza;
- aggressioni; 24 dichiarate di cui 10 avvenute nell’ultimo anno e 14 in precedenza;
- rapine; 17 dichiarate di cui 3 avvenute nell’ultimo anno e 17 in precedenza.
Tipologia dei reati subiti dagli abitanti della Provincia di Piacenza
29%
18%14%10%
10%
7%7% 5% Furto in casa
Furto del mezzoBorseggioFurto nell'autoTruffaScippoAggressioneRapina
48
Per quanto riguarda i furti nelle case, i reati sono distribuiti sul territorio piacentino nel
seguente modo:
- 53 furti nella città di Piacenza (su un totale di 228 questionari somministrati);
- 42 furti nei comuni di pianura (su un totale di 211 questionari somministrati);
- 13 furti nel territorio collinare (su un totale di 81 questionari somministrati).
Quindi, statisticamente:
- il 23,24% della popolazione della città di Piacenza è stato vittima di furto nella
propria abitazione;
- il 19,90% della popolazione dei comuni della pianura è stato vittima di furto nella
propria abitazione;
- il 16,05% della popolazione del territorio collinare è stato vittima di furto nella
propria abitazione.
Per quanto riguarda il furto in abitazione il dato più allarmante è quindi quello riferito alla
città di Piacenza.
Distribuzione territoriale del totale dei furti in abitazione
39%
34%
27%
PiacenzaRestante pianuraCollina
49
Per quanto riguarda le denunce esposte sul totale delle 202 persone intervistate che
hanno subito reato:
- 143 hanno sporto denuncia;
- 47 non hanno sporto denuncia;
- 12 non sempre hanno sporto denuncia.
Percentuale delle persone che, vittime di reato, hanno sporto denuncia
71%
23%6%
Sporto denuncia
Non sporto denuncia
Non sempre hannosporto denuncia
I risultati mettono in evidenza qual è la tendenza ad esporre o meno denuncia dei cittadini
di Piacenza, del resto del territorio pianeggiante e del territorio collinare. Infatti:
- sul totale delle persone che hanno subito reato, a Piacenza, 76 hanno esposto
denuncia, 21 non hanno esposto denuncia e 7 non sempre hanno esposto
denuncia;
- sul totale delle persone residenti nei comuni della pianura che hanno subito reato,
51 hanno esposto denuncia, 21 non hanno esposto denuncia e 5 non sempre
hanno esposto denuncia;
- sul totale delle persone del territorio della collina che hanno subito reato, 16 hanno
esposto denuncia e 5 non hanno esposto denuncia.
Tendenzialmente, quindi:
50
- a Piacenza ha esposto denuncia il 73,08% delle persone che hanno subito reato
(mentre non lo ha fatto il 20,19% delle persone ed il 6,73% delle persone non lo fa
sempre);
- nel territorio della pianura ha esposto denuncia il 66,23% delle persone che hanno
subito reato (mentre non lo ha fatto il 27,27% delle persone ed il 6,5% delle
persone non lo fa sempre);
- nel territorio collinare ha esposto denuncia il 76,19% delle persone che hanno
subito reato (mentre non lo ha fatto il 23,81% degli intervistati).
01020304050607080
Città diPiacenza
Resto delterritorio della
pianura
Territoriocollinare
Tendenza dei cittadini ad esporre denuncia in seguito a reato subito
Esposto denunciaNon esposto denunciaA volte esposto denunica
I principali motivi che spingono gli abitanti di Piacenza e della Provincia ad esporre la denuncia di reato sono, nell’ordine:
- evitare che possa succedere ad altri;
- dovere di informazione verso le Forze dell’Ordine e, ugualmente, stimolare un
maggiore controllo da parte delle Forze dell’Ordine;
- riottenere i documenti;
- essere risarcito dall’assicurazione;
- gravità del danno subito;
- evitare coinvolgimenti in eventuali reati;
51
- altro.
Motivi che spingono le persone ad esporre denuncia di reato
20%
19%
11%13%9%
19%6% 3%
Evitare che possasuccedere ad altri
Dovere di informazioneverso le Forzedell'OrdineEssere risarcitodall'assicurazione
Riottenere i documenti
Gravità del dannosubito
Stimolare un maggiorecontrollo da parte delleForze dell'OrdineEvitare coinvolgimentiin eventuali reati
Altro
I principali motivi che spingono gli abitanti di Piacenza e della Provincia a non esporre la denuncia di reato sono, nell’ordine:
- il danno non era grande;
- non serve a niente;
- altro;
- non ho fiducia nella legge e nella giustizia;
- comunque, i delinquenti la fanno sempre franca;
- timore di subire ritorsioni;
- non volevo perdere tempo.
52
Motivi che spingono le persone a non esporre denuncia di reato
6%19%
5%
11%13%
30%
16%
Timore di subire ritorsioni
Non serve a niente
Non volevo perderetempoComunque i delinquenti lafanno sempre francaNon ho fiducia nella leggee nella giustiziaIl danno non era grande
Altro
Per quanto riguarda le paure, le persone, che avevano la possibilità di esprimere, nel
questionario, più di una risposta, hanno così espresso i loro timori:
- il 73,46% della popolazione ha paura che qualcuno entri in casa sua;
- il 39,81% della popolazione ha paura di subire un furto dell’auto, della moto o della
bicicletta;
- il 32,69% della popolazione ha paura di essere aggredito per strada;
- il 27,31% della popolazione ha paura di essere derubato o scippato per strada;
- il 19,62% della popolazione ha paura di essere truffato.
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Distribuzione delle paure degli abitanti della Provincia di Piacenza
Qualcuno entri in casa
Essere derubato oscippato per stradaSubire furtodell'auto/moto/biciclettaEssere aggredito perstradaEssere truffato
Dove:
• a Piacenza
- il 69,3% della popolazione ha paura che qualcuno entri in casa sua
- il 42,11% della popolazione ha paura di subire un furto
dell’auto/moto/bicicletta
- il 38,6% della popolazione ha paura di essere aggredito per strada
- il 36,41% della popolazione ha paura di essere derubato o scippato per
strada
53- il 19,3% della popolazione ha paura di essere truffato
• nei comuni della pianura
- il 75,83% della popolazione ha paura che qualcuno entri in casa sua
- il 37,91% della popolazione ha paura di subire un furto
dell’auto/moto/bicicletta
- il 30,33% della popolazione ha paura di essere aggredito per strada
- il 22,27% della popolazione ha paura di essere truffato
- il 21,8% della popolazione ha paura di essere derubato o scippato per
strada
• nei comuni della collina
- l’80,25% della popolazione ha paura che qualcuno entri in casa sua
- il 38,27% della popolazione ha paura di subire un furto
dell’auto/moto/bicicletta
- il 22,22% della popolazione ha paura di essere aggredito per strada
- il 16,05% della popolazione ha paura di essere derubato o scippato per
strada
- il 14,81% della popolazione ha paura di essere truffato
54
0102030405060708090
Piacenza Pianura Collina
Distribuzione delle paure dei cittadini nelle diverse zone del territorio della Provincia di Piacenza
Qualcuno entri in casa
Essere derubato oscippato per stradaSubire furtodell'auto/moto/biciclettaEssere aggredito perstradaEssere truffato
Dal grafico si vede come, rispetto alle altre zone della Provincia, per gli abitanti della città
di Piacenza è maggiore la paura di essere aggrediti per strada ma soprattutto di essere
derubati o scippati per strada.
Nelle zone di pianura e collina della Provincia, rispetto alla città, è invece maggiore la
paura che qualcuno entri in casa.
Alla domanda “Cosa potrebbe aumentare il suo senso di sicurezza?” le diverse risposte
indicano quale potrebbe essere la condizione che aumenterebbe la percezione di
sicurezza:
- per il 43,65% della popolazione “limitare l’accesso degli extracomunitari”;
- per il 43,65% della popolazione “un maggiore controllo del territorio”;
- per il 39,23% della popolazione “una maggiore applicazione della Giustizia”;
- per il 31,92% della popolazione “leggi più severe”;
- per il 31,73% della popolazione “possedere animali, sistemi di allarmi o armi da
difesa”;
- per il 29,81% della popolazione “più Carabinieri”;
- per il 28,27% della popolazione “maggiore collaborazione tra i cittadini”;
- per il 19,42% della popolazione “più Polizia Statale”;
- per il 15,38% della popolazione “maggiore illuminazione”;
- per il 15% della popolazione “una città più pulita e curata”;
- per l’11,92% della popolazione “più Polizia Municipale”;
- per il 4,04% della popolazione “più Polizia Provinciale”;
- per il 2,5% della popolazione “più Guardia di Finanza”;
- per il 2,31% della popolazione “più Vigili del Fuoco”.
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Fattori che aumenterebbero la sicurezza dei cittadini della città e della Provincia Possedere animali-sistemi di
allarme-armi da difesaUna città più pulita e curata
Maggiore illuminazione
Più Polizia Statale
Più Carabinieri
Più Polizia Provinciale
Più Polizia Municipale
Più Guardia di Finanza
Più Vigili del Fuoco
Maggiore controllo del territorio
Limitare l'accesso agliextracomunitariLeggi più severe
Maggiore applicazione dellagiustiziaMaggiore collaborazione tra icittadini
Dove:
• a Piacenza:
- per il 47,81% della popolazione “un maggiore controllo del territorio”;
- per il 42,11% della popolazione “una maggiore applicazione della
Giustizia”;
- per il 41,67% della popolazione “limitare l’accesso degli extracomunitari”;
- per il 31,58% della popolazione “maggiore collaborazione tra i cittadini”;
- per il 30,7% della popolazione “leggi più severe”;
- per il 28,51% della popolazione “possedere animali, sistemi di allarmi o
armi da difesa”;
- per il 25% della popolazione “più Carabinieri”;
- per il 23,68% della popolazione “più Polizia Statale”;
56- per il 17,98% della popolazione “una città più pulita e curata”;
- per il 17,54% della popolazione “maggiore illuminazione”;
- per il 9,65% della popolazione “più Polizia Municipale”;
- per il 2,19% della popolazione “più Guardia di Finanza”;
- per l’1,75% della popolazione “più Polizia Provinciale”;
- per l’1,75% della popolazione “più Vigili del Fuoco”.
• nei comuni della pianura:
- per il 42,65% della popolazione “un maggiore controllo del territorio”;
- per il 42,18% della popolazione “limitare l’accesso degli extracomunitari”;
- per il 37,91% della popolazione “una maggiore applicazione della
Giustizia”;
- per il 35,07% della popolazione “più Carabinieri”;
- per il 33,18% della popolazione “possedere animali, sistemi di allarmi o
armi da difesa”;
- per il 33,18% della popolazione “leggi più severe”;
- per il 24,17% della popolazione “maggiore collaborazione tra i cittadini”;
- per il 16,59% della popolazione “più Polizia Statale”;
- per 15,64% della popolazione “più Polizia Municipale”;
- per il 15,17% della popolazione “una città più pulita e curata”;
- per il 14,22% della popolazione “maggiore illuminazione”;
- per il 6,16% della popolazione “più Polizia Provinciale”;
- per il 2,84% della popolazione “più Vigili del Fuoco”;
- per il 2,37% della popolazione “più Guardia di Finanza”.
• nel territorio collinare:
- per il 53,09% della popolazione “limitare l’accesso degli extracomunitari”;
- per il 38,27% della popolazione “possedere animali, sistemi di allarmi o
armi da difesa”;
- per il 34,57% della popolazione “un maggiore controllo del territorio”;
- per il 34,57% della popolazione “una maggiore applicazione della
Giustizia”;
- per il 32,1% della popolazione “leggi più severe”;
- per il 29,63% della popolazione “più Carabinieri”;
57- per il 29,63% della popolazione “maggiore collaborazione tra i cittadini”;
- per il 14,81% della popolazione “più Polizia Statale”;
- per il 10,35% della popolazione “maggiore illuminazione”;
- per 8,64% della popolazione “più Polizia Municipale”;
- per il 6,17% della popolazione “una città più pulita e curata”;
- per il 4,94% della popolazione “più Polizia Provinciale”;
- per il 3,7% della popolazione “più Guardia di Finanza”;
- per il 2,45% della popolazione “più Vigili del Fuoco”.
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Piacenza Pianura Collina
Fattori che aumenterebbero la sicurezza dei cittadini delle diverse zone
del territorio della Provincia
Possedere animali-sistemi di allarme-armida difesa
Una città più pulita e curata
Maggiore illuminazione
Più Polizia Statale
Più Carabinieri
Più Polizia Provinciale
Più Polizia Municipale
Più Guardia di Finanza
Più Vigili del Fuoco
Maggiore controllo del territorio
Limitare l'accesso agli extracomunitari
Leggi più severe
Maggiore applicazione della giustizia
Maggiore collaborazione tra i cittadini
Dal grafico è evidente come:
58
- un maggiore controllo del territorio, una maggiore applicazione della giustizia,
insieme ad un limitare l’accesso degli extracomunitari sono i fattori che
renderebbero maggiormente sicuri i cittadini di tutto il territorio della Provincia; in
modo particolare, nella città di Piacenza, è richiesto un maggiore controllo del
territorio, mentre i cittadini della collina vorrebbero, più di tutti, limitare l’accesso agli
extracomunitari;
- anche l’esistenza di leggi più severe ed una maggiore collaborazione tra i cittadini
consentirebbero ai cittadini di sentirsi più sicuri anche se, per quanto riguarda la
collaborazione tra i cittadini, gli abitanti di Piacenza e della collina ne sentono una
maggiore esigenza rispetto agli abitanti dei comuni della pianura;
- il possedere animali - sistemi di allarmi - armi da difesa sia una necessità
maggiormente presente nella Provincia rispetto alla città;
- desiderare una città più pulita e curata è un sentimento maggiormente presente in
città e poco presente nel territorio collinare;
- la richiesta di una maggiore illuminazione arriva maggiormente dagli abitanti di
Piacenza;
- gli stessi abitanti di Piacenza sono quelli che, per sentirsi maggiormente sicuri,
vorrebbero che ci fosse più Polizia Statale;
- una maggiore presenza dei Carabinieri è invece richiesta dagli abitanti della
provincia, in modo particolare da quelli che risiedono in pianura che, rispetto agli
abitanti di Piacenza e della collina richiederebbero anche una maggiore presenza
della Polizia Municipale;
- in tutto il territorio della Provincia di Piacenza (città e comuni) i corpi della Guardia
di Finanza e dei Vigili del Fuoco sono considerati sufficientemente presenti.
59
Conclusioni L’aver accostato i nostri studi di psicologia della sicurezza urbana all’esperienza di
somministrazione diretta dei questionari ci ha permesso di estrapolare non solo un’analisi
statistica dei risultati ma altresì un riscontro qualitativo della percezione di insicurezza dei
cittadini.
Nei casi in cui è stato direttamente somministrato il questionario (per persone anziane o
che comunque preferivano questa procedura) si sono potute cogliere diverse esperienze,
più o meno variopinte, a proposito di fatti delittuosi vissuti in prima persona (o capitati ad
altri) od ancora opinioni personali circa la possibile prevenzione di atti criminali.
Dicendo questo si vuole sottolineare come il fenomeno dell’insicurezza urbana si
caratterizzi per una notevole complessità, presentandosi variamente correlato con
parametri individuali e collettivi, psicologici, sociali, culturali, oggettivi e soggettivi,
esperienze personali, talora significativamente coinvolgenti, ma anche con “voci”,
chiacchiere, pregiudizi e vere e proprie fantasie.
Ciò significa che, oltre a fenomeni conclamati di criminalità organizzata e di criminalità
quotidiana diffusa, che costituiscono l’aspetto principale e, per certi aspetti, più facilmente
percepibile e misurabile, concorrono alla genesi dell’insicurezza gli episodi di vandalismo e
di inciviltà, e le forme di degrado in generale.
A questi fenomeni se ne aggiungono altri legati all’anomia, alla perdita di rapporti umani, di
conoscenze, di solidarietà, di collaborazione e di fiducia che segnano il nostro vivere
quotidiano.
È necessario, quindi, che tutti, professionisti o volontari, siano in grado di fornire risposte
competenti, specifiche e motivate, non dimenticando mai che nelle occasioni d’intervento
l’intera realtà con cui operiamo – interlocutori, destinatari e “problemi” – sono esseri
umani, portatori di una dignità da riconoscere e tutelare.
60
Bibliografia P. Amerio, Il senso della sicurezza, Edizioni Unicopli, Milano 1999
M. Barbagli, U. Gatti, La criminalità in Italia, Il Mulino, 2002
Lewis D. A., Maxfield M.G “Fear in the Neighborhoods: an Investigation on the Impact of
Crime”, Journal of Research in Crime and Delinquency, 160, 1980
M. Santinello, P. Gonzi, L. Scacchi, Le paure della criminalità. Aspetti psicosociali di
comunità, Giuffre` editore, Milano 1998
Wilson J.Q., Kelling G.L., “Broken Windows”, Atlantic Monthly, 1982
Ministero dell’Interno, Rapporto sullo stato della sicurezza in Italia, febbraio 2001
Delitti denunciati all’autorità giudiziaria dalla Polizia di Stato, dall’Arma dei Carabinieri e
dalle Guardia di Finanza, periodo gennaio-aprile 2003
Le statistiche della delittuosità nelle province dell’Emilia Romagna, Fascicolo 8, Bologna,
maggio 2003
Da internet: www.istat.it
www.provincia.piacenza.it
www.mininterno.it
61
Ringraziamenti Si ringraziano per la preziosa collaborazione le Amministrazioni omunali di: C Borgonovo Val Tidone
Cadeo
Carpaneto Piacentino
Castell’Arquato
Castel San Giovanni
Castelvetro Piacentino
Caorso
Coli
Farini
Fiorenzuola d’Arda
Gossolengo
Gazzola
Gragnano Trebbiense
Morfasso
Rottofreno
Vigolzone
Villanova sull’Arda
Ziano Piacentino
Si ringraziano inoltre:
L’Istituto Statale d’Istruzione Industriale “G. Marconi”
Il Comitato degli Amici dei Giardini Margherita e Merluzzo
Il Circolo FENALC Primavera
I Commercianti del Centro Storico di Piacenza
62
Si ringraziano soprattutto i 520 cittadini che hanno compilato il
questionario
APPENDICE Questionario PROFILO ANAGRAFICO
ETÀ
Dai 18 ai 30 anni Dai 31 ai 64 anni Dai 65 anni
SESSO
Maschio Femmina
SCOLARIZZAZIONE
Analfabeta Licenza elementare Licenza media inferiore Licenza media superiore Laurea
OCCUPAZIONE – PROFESSIONE
Studente Artigiano Imprenditore Impiegato Casalinga Insegnante Commerciante Libero professionista Operaio Agricoltore Dipendente pubblico Militare Forze dell’Ordine Pensionato Disoccupato
COMUNE DI RESIDENZA: …………………………………………………………………. Da quanto tempo abita in questo Comune? (indichi il numero di anni) ……………………………….. Quante persone vivono con lei? (indichi il numero delle persone che vivono a casa con lei) ……….….
63
SICUREZZA COLLETTIVA
1. TRA QUESTI ASPETTI DELLA SOCIETÀ QUALE LA PREOCCUPA DI PIÙ?
Disoccupazione Piccola criminalità (furti, borseggi, scippi, aggressioni) Droga Terrorismo Instabilità politica Inquinamento ambientale Traffico urbano Incidenti stradali Immigrazione Recessione economica Criminalità organizzata (mafia, camorra, sfruttamento della prostituzione)
2. A SUO AVVISO, NELL'ULTIMO ANNO, IN ITALIA LA CRIMINALITÀ È:
Aumentata Rimasta ai livelli precedenti Diminuita Non so valutare
3. SECONDO LEI, NEL SUO COMUNE DI RESIDENZA, LA CRIMINALITÀ È:
Aumentata Rimasta ai livelli precedenti Diminuita Non so valutare
4. NELLA ZONA IN CUI ABITA LA CRIMINALITÀ È UN PROBLEMA:
Per niente grave Poco grave Abbastanza grave Molto grave
5. RISPETTO AD ALTRE ZONE DELLA PROVINCIA RITIENE CHE IL PROBLEMA DELLA
CRIMINALITÀ NEL SUO COMUNE DI RESIDENZA SIA:
Più grave Ugualmente grave Meno grave Non so valutare
64
6. RITIENE CHE NELLA SUA ZONA CI SIANO:
Non presente Alcuni Molti
Rifiuti in giro 1 2 3
Atti vandalici 1 2 3
Case vuote 1 2 3
Auto abbandonate 1 2 3
Edifici degradati 1 2 3
Scritte sui muri 1 2 3
Luoghi bui o appartati 1 2 3
Inquinamento ambientale 1 2 3
Inquinamento acustico 1 2 3
Zingari nelle strade 1 2 3
Bande giovanili 1 2 3
Barboni 1 2 3
Ubriachi con atteggiamenti molesti 1 2 3
Drogati 1 2 3
Extracomunitari irregolari 1 2 3
7. NELLA SUA ZONA, QUANTO PENSA SIANO PRESENTI I SEGUENTI REATI:
Non presente Poco Molto
Scippi 1 2 3
Borseggi 1 2 3
Rapine 1 2 3
Furti nelle case 1 2 3
Furti di auto, moto o biciclette 1 2 3
Aggressioni/risse 1 2 3
Molestie sessuali 1 2 3
Truffe / usura / racket 1 2 3
Spaccio di droga 1 2 3
Sfruttamento prostituzione 1 2 3
Atti vandalici 1 2 3
8. CHI RITIENE SIANO I PRINCIPALI AUTORI DI REATO NEL SUO COMUNE DI RESIDENZA?
Tossicodipendenti Nomadi Extracomunitari Persone con problemi psichiatrici Barboni/senzatetto Bande giovanili
65 Criminali organizzati
SICUREZZA INDIVIDUALE
9. QUANTO SI SENTE SICURO IN QUESTI LUOGHI?
Per nulla Poco Molto
Casa 1 2 3
Garage 1 2 3
Scuola 1 2 3
Circoli/luoghi di ritrovo 1 2 3
Palestra 1 2 3
Campo sportivo 1 2 3
Stadio 1 2 3
Strada 1 2 3
Bus/tram 1 2 3
Stazione 1 2 3
Treno 1 2 3
Mercati 1 2 3
Parchi 1 2 3
10. È MAI STATO COLPITO PERSONALMENTE DA QUALCHE ATTO DI CRIMINALITÀ?
Sì No
11. SE SÌ, QUALE?
Nell'ultimo anno In precedenza
Borseggio / Tentato borseggio
Scippo / Tentato scippo
Aggressione
Furto in abitazione / Tentato furto
Furto di auto o moto / Tentato furto
Furto nell'auto / Tentato furto
Rapina / Tentata rapina
Truffa
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12. DOVE È AVVENUTO IL REATO?
Casa Via / Piazza / Parco Stazione / Treno Autobus Mercato / Negozio / Supermercato Chiesa / Cimitero Luogo di lavoro / Luogo di studio Banca / Ufficio pubblico Cinema / Teatro / Ristorante / Bar / Discoteca Parcheggio / Garage Stadio / Palestra / Altri luoghi di sport
13. IN SEGUITO AL REATO, HA SPORTO DENUNCIA?
Sì No Non sempre
14. (SE HA RISPOSTO SÌ) A CHI SI È RIVOLTO?
Polizia Carabinieri Guardia di Finanza Polizia Municipale
15. SE HA ESPOSTO DENUNCIA, INDICHI LA MOTIVAZIONE CHE L’HA SPINTA A FARLO:
Per evitare che possa succedere ad altri Per dovere di informazione verso le Forze dell’Ordine Per essere risarcito dall’assicurazione Per riottenere i documenti Per la gravità del danno subito Per stimolare un maggior controllo da parte delle Forze dell’Ordine Per evitare coinvolgimenti in eventuali reati Altro
16. SE NON HA ESPOSTO DENUNCIA, INDICHI LA MOTIVAZIONE CHE L’HA SPINTA A
NON FARLO:
Per il timore di subire ritorsioni Perché non serve a niente Non volevo perdere tempo Perché, comunque, i delinquenti la fanno sempre franca Non ho fiducia nella legge e nella giustizia Il danno non era grande Altro
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17. HA PAURA DI ESSERE COLPITO DA ALCUNI DI QUESTI REATI? SE SÌ, QUALI?
Che qualcuno entri in casa mia Di essere derubato o scippato per strada Di subire un furto dell’auto / moto / bicicletta Di essere aggredito per strada Di essere truffato
18. COSA POTREBBE AUMENTARE IL SUO SENSO DI SICUREZZA
Possedere animali / sistemi di allarme / armi da difesa Una città più pulita e curata Maggiore illuminazione Più Polizia Statale Più Carabinieri Più Polizia Provinciale Più Polizia Municipale Più Guardia di Finanza Più Vigili del Fuoco Maggiore controllo del territorio Limitare l’accesso degli extracomunitari Leggi più severe Maggiore applicazione della Giustizia Maggiore collaborazione tra i cittadini
19. NEL SUO COMUNE DI RESIDENZA, QUANTO RITIENE SIANO PRESENTI:
Non presente Poco presente Molto presente
Un’adeguata illuminazione 1 2 3
Polizia Statale 1 2 3
Carabinieri 1 2 3
Polizia Provinciale 1 2 3
Polizia Municipale 1 2 3
Guardia di Finanza 1 2 3
Vigili del Fuoco 1 2 3
Controllo del territorio 1 2 3
Leggi severe 1 2 3
Applicazione della Giustizia 1 2 3
Collaborazione tra i cittadini 1 2 3
Grazie per la Sua collaborazione 68