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Università degli Studi “Magna Graecia” CORSO DI LAUREA IN OPERATORE DEL SERVIZIO SOCIALE Sociologia giuridica della devianza e del mutamento sociale La tautologia della paura docente Maurizio BORTOLETTI a.a. 2007 - 2008

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Università degli Studi “Magna Graecia” CORSO DI LAUREA IN OPERATORE DEL SERVIZIO SOCIALE

Sociologia giuridica della devianza

e del mutamento sociale

La tautologia della paura

docente

Maurizio BORTOLETTI

a.a. 2007 - 2008

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La tautologia della paura La ragione è una serva della paura?

“La più antica e potente emozione umana è la paura, e la paura più antica e potente è la paura dell’ignoto “

esiste un rapporto tra paura e ragione

“ … gli esseri umani non sono privi di ragione, ma la ragione è una schiava delle passioni … “ ( Parsons )

Ø  che sta subendo oggi un'altra evoluzione particolare, legata

alla fine della guerra fredda e all’avvento della cosiddetta terza ondata,

Ø  l’età contemporanea è caratterizzata da una forza di regolamentazione della paura assai inferiore, rispetto al passato delle società industriali e preindustriali,

Ø  favorisce la regressione a comportamenti presociali o antisociali,

Ø  il riemergere di tendenze ataviche, primitive, non civilizzate e non razionali può facilmente portare a una ricerca del capro espiatorio, a politiche dell’odio e dell’intolleranza.

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La tautologia della paura La calcolabilità della paura. Ø  esistono paure diverse, provocate da cause diverse e

avvertite da soggetti diversi, Ø  distinzione tra paura e ansia:

l  tutte e due sono delle reazioni di difesa, •  la prima sarebbe connessa ad un evento reale; •  la seconda sarebbe connessa ad un evento indefinito,

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La tautologia della paura un continuum differenziato di sensazioni vulnerabilità-

pericolo-paura-ansia-angoscia-panico-terrore, l  la paura è la conseguenza di una situazione di incertezza

interpretata come razionalizzabile l  dopo la paura c’è una rinuncia sempre più accentuata

alla possibilità di calcolare l  caratterizzata dall’intensità crescente della sensazione

di insicurezza e da un livello decrescente di controllo razionale della situazione,

l  la capacità di interpretare adeguatamente l’incertezza è una caratteristica dell’arte del comando

l  paura : una sensazione fondata su un calcolo ragionevole delle probabilità e delle situazioni, •  insufficiente: nella realtà le sensazioni di paura non

sono soltanto il risultato di una ragione calcolante, che può decidere in situazioni ottimali di conoscenza perfetta dei dati e delle alternative,

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La tautologia della paura la paura resta un sentimento di natura assai personale e

soggettiva, Ø  la paura dovrebbe nascere dal calcolo razionale del rischio,

che è il risultato di un computo del danno, moltiplicato per la sua probabilità, ma nella pratica questo calcolo è assai difficile,

Ø  per tutta una serie di ragioni, noi spesso definiamo come paure delle condizioni di insicurezza che non sono chiare a noi stessi e che presentiamo determinate concretamente, con una forzatura razionalizzante a volte consapevole e a volte inconsapevole,

Ø  il calcolo che produce la paura è il risultato di un processo complicato, in cui c’è un aspetto razionale, orientato a soppesare esattamente costi e benefici, ma ci sono anche molti altri aspetti: storici, religiosi, ideologici, culturali, sociali, anche biologici e psichiatrici

Ø  messa al centro di un continuum che va dalla vulnerabilità al terrore, la paura può oscillare da un massimo di calcolo razionale ad un’assoluta mancanza di calcolo razionale.

Ø  è per definizione il risultato di un calcolo razionale, Ø  ma nella pratica invece è quasi sempre una razionalizzazione

precaria e spesso inconscia,

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La tautologia della paura il passaggio dalla “galassia Gutenberg” alla “galassia telematica”, Ø  la rivoluzione nella tecnologia delle comunicazioni e il

bombardamento delle informazioni l  porta alla cd. ansietà informativa, l  porta ad una trasformazione radicale del nostro mondo

sensorio l  causa una crescente precarietà del nostro mondo cognitivo,

Ø  il villaggio globale non si è rivelato come si pensava o si sperava un posto ameno,

Ø  l’avvento del nuovo disordine mondiale : sembra una specie di villaggio assediato e senza uno sceriffo,

Ø  il risultato è un rischio altissimo di eccedenza e di incoerenza, Ø  la sovrabbondanza di informazioni viene sopportata male dagli

esseri umani : più aumentano le informazioni, più è difficile padroneggiarle, con vari aspetti patologici :

l  una crescente incapacità giovanile di controllare emozioni e paure : molte scorciatoie e fughe dalla realtà vengono interpretate in questo modo,

l  l’ “ effetto Madonna “, cioè la preminenza dell’eccesso, che permette di farsi ascoltare meglio,

l  l’ “effetto blasé “, formulato da Simmel per indicare quella reazione psicologica che induce gli individui bombardati dagli stimoli ad una sostanziale indifferenza emotiva,

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La tautologia della paura più si allarga la capacità cognitiva dell’umanità in generale e : Ø  la crescita delle conoscenze, delle possibilità e delle opportunità è

accompagnata dalla crescita dell’ignoranza, della caoticità, dell’incertezza,

Ø  aumentano le cosiddette discrasie cognitive, cioé quelle varie forme di pazzia, paranoia, fissazione, oltranzismo, che sono forme moderne di devianza,

Ø  fondamentale la capacità di ridurre l’ambiguità di situazioni, Ø  la nostra razionalità è fortemente limitata e disturbata, Ø  la moltiplicazione delle risorse, delle aspettative e delle frustrazioni ci

lascia in balìa di obiettivi complessi, ambivalenti, contrastanti, instabili,

Ø  aumentano continuamente e paradossalmente le carenze di informazione e sempre più spesso siamo sovrastati dall’urgenza o dalla necessità di dare comunque una risposta interpretativa in situazioni di emergenza o cariche di ambiguità,

Ø  nella galassia telematica la nostra dimensione cognitiva è nevrotizzata dalla cosiddetta ansietà informativa: la nevrosi provocata da un eccesso di informazione, l’ansia derivante dall’essere bombardati giorno e notte,

Ø  è sempre più problematica la capacità di stabilire una gerarchia di valori, principii, norme,

Ø  provoca paradossalmente una diminuzione delle capacità cognitive dell’individuo che è sopraffatto da una crescita vertiginosa della conoscenza e dei problemi conoscitivi,

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La tautologia della paura il tema della paura non sembra avere nella letteratura sociologica una

codificazione ampia e precisa, l  fondamentale punto argomentativo: in società diverse sono prevalenti

tipologie diverse di paura, •  società premoderne, società moderne e società postmoderne, •  società agricole, società industriali e postindustriali,

l  la nuova civilizzazione del turbocapitalismo, •  il nostro mondo sarebbe “ … un aereo guidato dal pilota automatico,

la cui velocità è in continua accelerazione, ma senza una meta definitiva … “ ( Brezinski ),

•  velocità, globalizzazione, destabilizzazione delle classi sociali e estremizzazione delle differenze economiche,

l  anche i sistemi di definizione e di incanalamento delle emozioni subiscono trasformazioni altrettanto profonde,

l  sono in arrivo anche emozioni di tipo nuovo, connesse con le novità che incalzano, rappresentate certo dai grandi progressi, ma inevitabilmente anche da preoccupazioni che sono assai diverse da quelle antiche o sono una riproposizione di paure antiche, ma in veste molto più minacciosa : •  le vere e proprie narrazioni da thriller del virus Ebola, considerato

come uno dei possibili stratagemmi escogitati dalla Natura per sfuggire ad un’aggressione degli esseri umani.

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La tautologia della paura

la tradizionale paura di Dio ha dominato x secoli l’immaginario umano, Ø  poi un processo storico di laicizzazione : sostituita da altre prevalenti

definizioni di pericolo e di insicurezza, Ø  “libertà dalla paura “ ( F. D. Roosevelt, Congresso degli Stati Uniti, 6

gennaio 1941 ) l  una delle 4 libertà fondamentali : di parola, di religione, dal bisogno, l  codificata la distinzione tra libertà from e libertà to, l  la paura come fattore sociale talmente condizionante da potere indicare

nella “libertà dalla paura “ una meta politica primaria, l  Roosevelt fa riferimento alla paura tipica del mondo moderno,

Ø  passaggio da una definizione prevalentemente metafisica a una definizione prevalentemente politico-sociale

l  generale processo di disincantamento del mondo e di laicizzazione del cosiddetto “problema del male nel mondo”,

l  imperfezione etica del mondo : nell'esperienza umana la distribuzione di piacere e dolore, malattie, sofferenze, sfortune, torto, stupidità, non corrisponde a criteri di giustizia remunerativa (Weber ),

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La tautologia della paura

la tradizionale paura di Dio ha dominato x secoli l’immaginario umano, Ø  le religioni sono (soprattutto, in un certo senso sono state) grandi

complessi culturali che hanno tra l’altro la funzione o lo scopo di fornire un’integrazione culturale e quindi di governare, controllare, esorcizzare le sensazioni di insicurezza legate alla percezione dell'esistenza nel mondo di un male radicale ( Weber ),

l  dall’autunno del Medioevo la naturale paura della morte diventa una paura ossessiva del Giudizio : la Chiesa avrebbe deliberatamente scelto una strategia del terrore, preferendo un Dio giustiziere a quel Dio misericordioso che invece è ben più caro a tanti fedeli,

l  la pastorale della paura forse usata anche a fini di potere: attraverso la confessione, coltivare il senso di colpa poteva diventare uno strumento di controllo dei credenti,

Ø  il crollo della societas christiana coincide con il crollo di quella pastorale della paura, che diventava meno verosimile quanto più miglioravano le condizioni della vita materiale,

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La tautologia della paura la tradizionale paura di Dio ha dominato x secoli l’immaginario

umano, Ø  società industriale e marxismo : passaggio da una

definizione del male in termini metafisici a una definizione in termini politico-sociologici,

l  per decenni l'Europa e in generale l'immaginario politico moderno sono stati ossessionati dallo spettro del comunismo, che era una delle tante versioni (certo la più preoccupante) di una paura che aveva ragion d'essere,

Ø  l'Ottocento : le paure dei borghesi diventano in qualche modo parallele alle paure proletarie :

l  fu attraversato dall'atmosfera di pericolo, l  esisteva un fortissimo e socialmente diffuso sentimento di

incertezza, l  i borghesi avevano paura del comunismo, l  gli operai avevano paura della fame : la migliore

motivazione per costringere gli esseri umani a rapporti sociali molto diversi da quelli praticati nelle società preesistenti all’industrializzazione,

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La tautologia della paura nella società industriale : Ø  l'innovazione tecnologica è fonte di trasformazione sociale, Ø  i conflitti sono naturale conseguenza dei processi di

cambiamento, Ø  più le strutture istituzionali sono differenziate,

complesse, sofisticate, più sono in grado di affrontare e assorbire le tensioni e le sensazioni socialmente diffuse di insicurezza;

Ø  le società che reprimono sistematicamente i conflitti, sembrano stabili e omogenee, ma in effetti sono rigide e vulnerabili,

Ø  democrazia parlamentare come metodo migliore per la r ego lamentaz ione pac i f i ca de l con f l i t t o , che è istituzionalizzato, cioè diluito, ingabbiato e disciplinato mediante meccanismi come il ricorso alle votazioni,

Ø  nel tipo ideale di società aperta l'intensità del conflitto politico è ridotta al minimo (Dahrendorf),

Ø  per questa via è stata neutralizzata la maggiore fonte di insicurezza sociale.

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La tautologia della paura

LA PAURA DEL FUTURO E DI NOI STESSI. Ø  diminuisce sempre più la Paura, si moltiplicano le

paure, l’ansia, l’angoscia, i fenomeni di panico e di terrore,

Ø  la prevalente sensazione di insicurezza assume progressivamente connotati molto diversi rispetto al passato,

l  diventa più indeterminata (perché non più incanalata dentro i tradizionali contenitori)

l  si caratterizza per un’accentuata incertezza nei confronti del futuro e di noi stessi, fino al limite estremo dell’incertezza rispetto alla nostra integrità fisica e psichica,

Ø  la società contemporanea è caratterizzata da una regolamentazione delle sensazioni di incertezza assai inferiore rispetto al passato,

l  favorisce la regressione e il riemergere di tendenze irrazionali,

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La tautologia della paura

Non c’è una prevalente definizione del male nella società postindustriale, con la conseguenza di una ubiquità del male che diventa onnipresente,

l  ce n’era una prevalente nella società contadina e in quella industriale, •  gli argomenti non mancano : •  dal collasso tecnologico al disastro ecologico, •  dall'apocalisse nucleare alla bomba demografica, •  le masse dei diseredati dei paesi in via di sviluppo, sia che

premano ai confini sia che come immigrati vivano dentro i paesi sviluppati,

l  le varie culture sarebbero diversamente caratterizzate dal tema della paura :

l  in tutte le culture le trattazioni del tema della paura sono innumerevoli e hanno trattato le infinite sfumature del continuum dalla vulnerabilità al terrore, cogliendo tanti aspetti e tante facce dello stesso argomento

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La tautologia della paura

il grande successo mondiale del film dell'orrore è uno degli avvenimenti che caratterizzano gli anni Ottanta :

l  lo spostamento della paura da sentimento proveniente da fattori per così dire esterni al mondo della quotidianità, a sentimento proveniente direttamente dall'interno della quotidianità, anzi addirittura dalla propria corporeità,

l  la parabola del mostro-scienza che sfugge dalle mani dell'uomo-apprendista stregone, da Frankstein a Golem, ha poco da spartire con opere come Hellraiser di Clive Barker o a Halloween di John Carpenter,

l  così come gli assassini potenziali di Agatha Christie hanno poco a che spartire con gli psicopatici di James Ellroy,

l  il grande successo internazionale di Stephen King è legato alla capacità di svelare un abisso nascosto della vita ordinaria: di volta in volta, in ogni suo libro un archetipo viene rivisitato e svelato di tutto un potenziale spaventoso, reso oggi possibile dalla nostra specifica maniera di intendere la quotidianità costituiscono ormai per gli adolescenti un rito di passaggio,

l  l'esperienza dell'orrore sarebbe diventata per i teen-agers ciò che le favole sono per i bambini,

l  l'esperienza dell'orrore sarebbe come la guida ad alta velocità o come una scarrozzata sulle montagne russe

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La tautologia della paura La paura confina con tanti altri sentimenti.

l  tra paura e odio : il bisogno del nemico sarebbe radicato dentro di noi sotto molti profili,

l  attraverso l’individuazione del nemico si possono scaricare le tendenze aggressive e rafforzare la volontà di sopravvivenza,

l  è semplicemente impossibile un mondo sociale senza ideologie e senza nemici,

l  l’odio può diventare un sostituto dell’angoscia : l’individuazione del nemico è intimamente connessa alla possibilità di trovare un colpevole; i nostri sentimenti di ansietà possono in questo modo scaricarsi o attenuarsi,

l  la localizzazione fuori di noi della origine delle frustrazioni,

il controllo della paura e dell’odio è un enorme problema

politico, il tema del rapporto tra paura e ragione si confonde con il

tema del rapporto tra istituzioni e paura,

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La tautologia della paura la paura : un limite e una risorsa, Ø  viene usata al di là di ogni prudenza per giustificare politiche

che altrimenti sarebbero state accettate con grandi difficoltà, Ø  nel corso della terza ondata tecnologica, la lista dei fattori che

caratterizzano la crescita dell’insicurezza è quasi interminabile: l  ritmi di aumento della popolazione mondiale che secondo

alcuni calcoli potrebbe aumentare quasi del 50 per cento nei prossimi 35 anni,

l  il turbocapitalismo che porterà a redditi da fame per larghe fasce della popolazione, a milioni di disoccupati, ad una destabilizzazione sociale esplosiva, al degrado delle condizioni di vita, ad una guerra civile permanente;

Ø  veri o meno, importa sottolineare che molti problemi sono effettivamente sentiti e discussi in questi termini, come nell’imminenza di una svolta ineluttabile,

Ø  “ … uno dei compiti principali dei liberali alla fine del XX secolo sta nel dover creare istituzioni che diano alla libertà il suo senso. Non istituzioni purchessia, ma tali che il loro senso sia evidente … “ ( Ralf Dahrendorf )

l  le istituzioni della democrazia parlamentare sono state uno strumento di controllo delle sensazioni di paura.

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La tautologia della paura

a partire dai primi anni novanta la stampa quotidiana dedica all'immigrazione:

l  un'attenzione costante e crescente, l  mediante l'uso costante di titoli a effetto, di scelte stilistiche che

sembrano calcolate per provocare un disgusto "oggettivo" nei lettori, l  l'appartenenza "etnica", "nazionale" e "razziale" è una costante

assoluta nella definizione di migranti fermati o arrestati per qualsiasi reato o infrazione

l  in gran parte concentrata su notizie negative, che comunicano un'immagine dell'immigrazione come problema sociale "grave" •  su 824 articoli relativi agli immigrati pubblicati su 7 quotidiani

nazionali negli anni 1992/1993 : l  il 47% riporta notizie di reati commessi da immigrati o di

provvedimenti di ordine pubblico che li riguardano, l  l'8% episodi di razzismo o di xenofobia,

trent'anni fa, un criminologo americano notava come

l'etnicizzazione del crimine da parte dei media si stesse attenuando, grazie alla pressione dei movimenti per i diritti civili e all'autoregolamentazione che impone alla stampa americana di non citare il "colore" degli arrestati o dei sospettati quando si riportano fatti di cronaca nera,

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La tautologia della paura Ø  dagli anni novanta :

l  l'immigrazione viene quasi esclusivamente definita in termini di illegalità e di degrado,

l  la fonte privilegiata delle notizie è costituita da un nuovo attore sociale, il cittadino che protesta contro il degrado, cioè contro l'immigrazione,

Ø  come in un meccanismo stabile di produzione mediale della paura, l  "tautologico" perché la semplice enunciazione dell'allarme (in questo

caso "l'invasione di immigrati delinquenti") dimostra la realtà che esso denuncia,

l  un meccanismo "autopoietico" ( W. Thomas) : "se gli uomini definiscono le situazioni come reali, esse sono reali nelle loro conseguenze",

l  Erving Goffman : “ ( … ) il termine [allarme] è un esempio di quella fastidiosa classe di parole che nell'uso comune indicano sia ciò che causa una condizione del soggetto che la percepisce sia la condizione stessa ( … ) “,

Ø  la capacità di una definizione allarmistica di diventare oggettiva, e quindi predominante, dipende :

l  dall'accordo degli attori incaricati a qualsiasi titolo di produrre definizioni,

l  dalla loro legittimità, cioè dal loro diritto : nel caso di un crimine con vittime, sono queste ad avere il diritto di definire ciò che è accaduto,

l  dalla capacità della stampa di imporre la "definizione della situazione", la costruzione del campo di ciò che è rilevante o di pubblico interesse,

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La tautologia della paura

processo di costruzione tautologica dell'allarme può essere rappresentato :

l  Risorsa simbolica: "Gli stranieri sono una minaccia per i cittadini" (perché genericamente "clandestini", criminali eccetera).

l  Definizioni soggettive degli attori legittimi: "Abbiamo paura. Gli stranieri ci minacciano" (come dimostra il degrado dei nostri quartieri, singoli episodi di violenza, eccetera).

l  Definizione oggettiva dei media: "Gli stranieri sono una minaccia, come risulta dalle voci degli attori [legittimi] (sondaggi, inchieste eccetera), nonché dai fatti che stanno ripetutamente accadendo".

l  Trasformazione della risorsa simbolica in "frame" dominante : (è dimostrato che gli immigrati clandestini minacciano la nostra società, e quindi "le autorità devono agire" eccetera).

l  Conferma soggettiva degli attori legittimi: "Non ne possiamo più, che fanno i sindaci, la polizia, il governo?".

l  Intervento del "rappresentante politico legittimo": "Se il governo non interviene, ci penseremo noi a difendere i cittadini eccetera".

l  Eventuali misure legislative : politiche e/o amministrative che confermano il "frame dominante".

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La tautologia della paura

comparsa del cittadino che protesta, e cioè della "vittima dell'immigrazione",

l  le reazioni o conferme soggettive si traducono inevitabilmente in risorsa politica,

l  alimentano le retoriche dei gruppi politici che "rappresentano" i cittadini, •  l'opposizione deve dimostrare che il governo è insensibile alla voce dei

cittadini, •  il governo deve dimostrare, con determinati provvedimenti, di essere

consapevole, sollecito, "in guardia", .. perché la risorsa sia utilizzabile dai diversi attori politici e istituzionali,

l  non è necessario che essa corrisponda a un sentimento di massa, diffuso o radicato,

l  basta che sia evocata dall'informazione e confermata dalla viva voce dei "protagonisti",

le notizie sulle proteste dei cittadini l  sono sufficienti a fare delle proteste una realtà indiscutibile, dominante, e

soprattutto rappresentativa di ciò che la "gente" pensa, l  l'innesto di imprenditori politico-morali fa sì che la risorsa politica locale

conquisti il rango di risorsa primaria e globale nell'agenda politica, l  così l`emergenza immigrazione", cresciuta come una sorta di magma o

"blob" politico-mediale negli anni recenti, è divenuta una verità indiscutibile,

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La tautologia della paura Ruolo dei media nella produzione del senso comune. Ø  una specie di “influenza ipodermica”: i messaggi dei media sarebbero

come una sostanza medicinale che noi assorbiamo, tanto più quanto più siamo esposti

Ø  per teorie successive l’esposizione non basta: ciascuno spettatore decodifica il messaggio in base alla sua condizione sociale, alla sua cultura, interessi, … : l’influenza dipende dal rapporto che si crea fra i produttori del messaggio e i suoi ricettori, rapporto mediato da complessi processi di codifica e decodifica differenziate,

Ø  agenda setting : teoria che tenta di conciliare le due esigenze : l  l’influenza dei media non riguarda tanto i contenuti che vengono

trasmessi, quanto le priorità, la scala d’importanza sociale e personale delle diverse questioni,

l  l’insistenza su particolari temi influenza il pubblico sulla “rilevanza” dei temi stessi,

Ø  la stampa – poiché si presenta come luogo dell’oggettività, della scrittura, della razionalità; a causa della stessa forma stampata: consequenziale, “razionale” almeno formalmente – ha un impatto superiore ad altri media come la televisione,

l  la stampa richiede attenzione, sforzo, concentrazione, esercizio delle facoltà logico-razionali : ciò che appare sulla stampa ha quindi maggiori possibilità di imporsi,

Ø  la TV non ha la stessa capacità di imporre: il suo uso pervasivo, non basta ( disordinati e confusi i messaggi; distratto chi la ascolta ).

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La tautologia della paura

Il senso comune si avvale di autorità indiscusse, in grado, con la loro sola opinione di stabilire la verità,

esiste una pluralità di tali personaggi nella cultura

contemporanea : in virtù della loro popolarità le loro affermazioni hanno di per sé un valore determinante nella costruzione del senso comune,

l  i cd. Testimonials : le loro opinioni sugli eventi più disparati sono religiosamente raccolte e diffuse dalla stampa, televisione, attraverso appositi canali,

l  tali personaggi autorevoli e decisivi possono anche essere virtuali : è il caso della produzione, attraverso i media, del "cittadino" •  una figura ideale che dovrebbe rappresentare i sentimenti,

le paure, i bisogni, le richieste della grande maggioranza degli "italiani",

•  i sentimenti, i giudizi di questo personaggio virtuale filtrano e definiscono l’immagine dell’immigrato in termini di paura, criminalità, degrado, alterità e quindi, disordine; un’immagine che nessuna persona "di buon senso" si sentirà autorizzata a mettere in dubbio.

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La tautologia della paura

La produzione del senso comune avviene attraverso routine, abitudini che si cristallizzano e si oggettivano in rappresentazioni condivise,

l  la routine garantisce, col suo riprodursi indefinitamente, che ciò che essa dice corrisponde alla realtà,

l  il potere di tali procedure consiste nella capacità di trasformare ciò che è arbitrario, contingente, relativo in fatto indiscutibile, assoluto, universale,

l  la produzione del senso comune si fonda su meccanismi che si autolegittimano per il fatto stesso di essere ripetuti e accettati:

l  procedimenti quindi, autopoietici nei quali l’enunciazione serve a dimostrare ciò che è enunciato e assume così carattere performativo, producendo la stessa realtà enunciata,

la produzione del senso comune imita il ragionamento logico - fatto di enunciati, dimostrazioni di quanto affermato, deduzioni sulla verità dell’enunciato - ricorrendo però ad una pseudo-logica di tipo tautologico,

la dimostrazione non è altro che la ripetizione dell’enunciato

assunto già come vero e dimostrato per il modo stesso in cui si presenta .