Friedrich Schelling - presentazione sintetica

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Friedrich Wilhelm Joseph Schelling

(1775-1854)

Cenni su Filosofia della Natura, Idealismo

Trascendentale e Filosofia dell’Identità

Notizie biografiche

La formazione

• Studiò teologia a Tubinga insieme a Hölderlin e a Hegel;

• dopo un periodo di studi scientifici passò a Jena, dove fu uditore e collaboratore di Fichte,

• di cui prese il posto nel 1799.

Apogeo e tramonto

• Nel 1800 Raggiunge il vertice della fama tra i romantici con il Sistema dell’idealismo trascendentale.

• La sua fortuna è presto oscurata dal successo di Hegel (l’amicizia con il quale si era rotta dal 1807).

• Dopo la sua morte (1831) capitanò a Berlino la reazione all’hegelismo.

La filosofia della Natura (1797-99)

A 19 anni, quando comincia la sua produzione filosofica, Schelling è fichtiano. Ben presto però

matura il suo distacco dal maestro. Il suo interesse si concentra anzitutto sulla natura. Infatti la natura

(vedi il riferimento a Spinoza) ha vita e razionalità in se stessa e deve avere in sé un principio

autonomo, lo stesso che spiega il mondo della ragione e della storia. Dunque l’Assoluto è identità

o indifferenza di natura e spirito (Fichte).

Oltre Fichte

• Per Schelling sia il dogmatismo che l’idealismo fichtiano propongono una prospettiva parziale:

Il dogmatismo, riducendo tutto a oggetto, non può spiegare l’intelligenza e la libertà,

ma anche Fichte, che riduce tutto a soggetto, non è in grado di giustificare pienamente l’origine del mondo naturale, che è visto come pura negatività, “non-Io”.

L’Assoluto e la Natura

• Il primo principio non è un Io puro, ma un Assoluto che è unità indifferenziata di soggetto (Spirito) e oggetto (Natura).

• La Natura, quindi:

non è solo non-Io, ha una realtà a sé; è intelligenza inconscia che si innalza gradatamente verso lo spirito cosciente;

è attività che, come l’Io fichtiano, si sviluppa attraverso il superamento di un limite.

Schelling rifiuta le due tradizionali esplicazioni della natura: meccanicismo scientifico e finalismo teologico. Vi contrappone un modello organicistico finalistico e immanentistico: ogni parte è in relazione con il tutto, in esso si manifesta una finalità superiore e interna alla natura stessa. La natura è un organismo che organizza se stesso: in essa agisce un’anima del mondo, una forza vivificatrice e inconscia. La natura è spirito inconscio, attività spontanea e creatrice che si dialettizza in due principi: attrazione e repulsione; è la logica delle forze opposte. Questa polarità si concretizza nel magnetismo, nell’elettricità e nel chimismo. Essa è uno spirito inconscio in moto verso lo spirito, un progressivo emergere dello spirito (preistoria dello spirito).

Le due vie della filosofia

• Se l’Assoluto è sia Spirito che Natura, può essere indagato da due punti di vista:

la Filosofia della Natura ha il compito di trovare il soggetto a partire dall’oggetto

La Filosofia Trascendentale quello di trovare l’oggetto a partire dal soggetto.

• Dopo aver indagato la Natura, nel Sistema dell’idealismo trascendentale, Schelling ritornò sul secondo percorso.

L’Idealismo Trascendentale(1800)

La filosofia trascendentale ripropone, in nuova ottica, lo stesso cammino indagato da Fichte. Egli vuole dimostrare come lo spirito si risolve

nella natura. Egli parte dall’idealismo per giungere al realismo.

L’aspetto più innovativo è il particolare significato che vi assume l’arte.

La ricerca dell’autore risulta esser una sorta di anamnesi filosofica dell’io cioè la presa di coscienza di quel produrre inconscio dello spirito in cui è da ricercarsi la radice soggettiva degli oggetti. La filosofia pratica inizia con il culmine dell’attività teoretica. La volontà si concretizza come morale (libertà e spontaneità) e come diritto (legalità e necessità). L’antitesi tra necessità e libertà chiede una sintesi superiore: una prima composizione si ha nella storia in cui esiste un disegno che si attua nel tempo (provvidenzialismo romantico).

La rivelazione storica dell’assoluto avviene in tre periodi: destino, natura, provvidenza.

Idealismo estetico• L’attività teoretica e pratica non sono in grado di

cogliere l’Assoluto, che è Natura e Spirito, inconscio e conscio, soggetto e oggetto. La storia rimanda al futuro l’armonia tra i termini in gioco.

• Per Schelling esso è invece attingibile nella sua unità nell’attività artistica che, infatti, riunisce l’inconscio dell’ispirazione con l’agire cosciente e meditato dell’artista. Nelle forme finite il genio si concretizza generando infiniti significati e infinite letture.

• L’arte diventa perciò il culmine e l’ “organo” della filosofia poiché è produrre spirituale in modo naturale o produrre naturale in modo spirituale.

La filosofia della Identità (1801-1804)

Una volta ridisegnata la filosofia della natura e la filosofia

trascendentale, Schelling si dedicò all’Assoluto, concepito come

Identità indifferenziata di Spirito e Natura.

Finito e infinito• L’Assoluto è il tutto, l’unità infinita in cui

sussiste ogni realtà finita;

• ciascuna scaturisce dal differenziarsi di soggettivo e oggettivo in seno all’Assoluto:

Nell’identità infinita si manifestano realtà in cui prevale la soggettività e quelle in cui prevale l’oggettività;

ma dove emerge una delle polarità, l’altra è sottintesa, così che l’identità si conserva nella totalità e in ogni differenziazione.

Il problema più grande

• Resta da spiegare: perché dall’Identità debbano scaturire differenti realtà, perché dall’infinito si origini il finito, come si produca l’opposizione soggetto-oggetto.

Oltre Schelling

Non seguiremo Schelling nelle ulteriori fasi del suo pensiero:

proprio dalla critica della concezione dell’Assoluto come Identità si sviluppa una nuova filosofia: l’idealismo hegeliano.