Fernando, questo era il suo nome, nacque in una nobile famiglia e, dopo un'intensa vita ascetica...

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Fernando, questo era il suo nome, nacque in una nobile famiglia e, dopo un'intensa vita ascetica presso i Canonici regolari agostiniani

di Coimbra, passò ai Minori di S.Francesco d'Assisi. I due Santi si incontrarono, almeno una volta,

presso la Porziuncola nel 1221.

S.Antonio di Padova Sacerdote e Dottore della Chiesa

13 giugno - Memoria

Lisbona, Portogallo, 1195 - Padova, 13 giugno 1231

Predicò il Vangelo nell'Italia

settentrionale e nella Francia meridionale,

combattendo le eresie. Della sua

predicazione restano testimonianze nei

suoi scritti. Fu taumaturgo, maestro di dottrina spirituale

e di teologia. Coniugò la vita

contemplativa e la vita attiva. Fu

canonizzato nel 1232, dal papa Gregorio IX.

Nel 1946 Pio XII lo proclamò Dottore

della Chiesa.

Dai “Discorsi” di S.Antonio di Padova

Chi è pieno di Spirito Santo parla in diverse lingue. Le diverse lingue sono le varie testimonianze su Cristo: così parliamo agli altri

di umiltà, di povertà, di pazienza e obbedienza, quando le mostriamo presenti in noi stessi. La predica è efficace, ha una sua

eloquenza, quando parlano le opere. Cessino, ve ne prego, le parole, parlino le opere.

Purtroppo siamo ricchi di parole e vuoti di opere, e così siamo maledetti dal Signore, perché egli maledì il fico, in cui non trovò

frutto, ma solo foglie. ……. Gli apostoli “cominciarono a parlare in altre lingue come lo Spirito Santo dava loro il potere di esprimersi”

(At 2, 4). Beato dunque chi parla secondo il dettame di questo Spirito Santo e non secondo l'inclinazione del suo animo.

Trentadue anni dopo la sua morte, durante la traslazione delle sue spoglie, S.Bonaventura da Bagnoregio trovò la lingua del Santo

incorrotta: questa viene ancora conservata nella basilica, nella cappella del Tesoro.

Le reliquie del Santo sono custodite a Padova, vicino al convento di Santa Maria Mater Domini, nella basilica omonima,

meta di continui pellegrinaggi.

Patronato: affamati, oggetti smarriti, poveriEmblema: giglio, pesce

S.Antonio di Padova universalmente noto e venerato, secondo forse solo a S.Giuseppe, è stato rappresentato da molti artisti.

… i miracoli di Cristo e dei santi, le profezie e la diffusione e la santità della Chiesa, la sua fecondità e la sua stabilità “sono segni certissimi

della divina Rivelazione …. sono motivi di credibilità”…. (n. 156 in Catechismo della Chiesa Cattolica, 1993)

Liberando alcuni uomini dai mali terreni della fame, dell’ingiustizia, della malattia e della morte, Gesù ha portato dei segni messianici; egli non è venuto tuttavia per eliminare tutti i mali di quaggiù, ma per liberare gli

uomini dalla più grave delle schiavitù: quella del peccato … (n. 549 in Catechismo della Chiesa Cattolica, 1993)

Sisto V, papa francescano, ha fatto scolpire il

cosiddetto motto di S.Antonio, alla

base dell'obelisco fatto da lui erigere in Piazza S.Pietro a

Roma. Questa breve preghiera è

un piccolo esorcismo, infatti,

la tradizione popolare ricorda

che S.Antonio diede tale prece ad una povera donna, che cercava aiuto

contro le tentazioni del demonio.

Anche noi possiamo recitarla!

Ecce Crucem Domini!Fugite partes adversae!Vicit Leo de tribu Juda,Radix David! Alleluia!

Ecco la Croce del Signore!Fuggite forze nemiche!

Ha vinto il Leone di Giuda,la radice di Davide!

Alleluia!

Trovandosi una volta in una città a predicare, il Santo venne ospitato da un abitante del luogo. Questi

spiandolo di nascosto, vide comparire tra le sue braccia un

bimbo bellissimo e gioioso. Il Santo lo abbracciava e lo baciava,

contemplandone il viso incessantemente:

si trattava di Gesù Bambino.

“In virtù e in nome del Creatore, che io, per quanto ne sia indegno, tengo

veramente tra le mani, ti dico, o animale, e ti ordino di avvicinarti prontamente con umiltà e di prestargli la dovuta

venerazione, affinché i malvagi eretici apprendano chiaramente da tale gesto

che ogni creatura è soggetta al suo Creatore, tenuto tra le mani della dignità

sacerdotale sull'altare”. La bestia, digiuna, trascurando il

foraggio, si accostò, genuflettendosi, davanti all’Eucaristia.

“Dal momento che voi dimostrate di essere indegni della parola di Dio, ecco, mi

rivolgo ai pesci, per confondere più apertamente la vostra

incredulità”. I pesci incominciarono a unirsi e

avvicinarsi a lui e lo stettero a sentire attentissimi, come esseri

dotati di ragione, né si allontanarono dal posto, se non

dopo aver ricevuto la sua benedizione.

“Ti scongiuro in nome di Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo,

nato da Maria Vergine, di dirmi a voce chiara, così che tutti

sentano, chi è tuo padre”. Con voce nettamente comprensibile fissando gli occhi sul genitore, giacché non poteva muovere le mani, legate dalle fasce, disse: “Ecco, questo è mio padre!”.

Appena gli portarono il corpo, gli comandò di alzarsi e di dire se a

ucciderlo fossero stati i suoi parenti. Il ragazzo si destò da morte e

affermò che i familiari del Santo erano del tutto estranei al delitto. Di conseguenza, essi furono prosciolti

e liberati dal carcere.

Appena il Santo accostò il piede alla gamba

tracciandovi il segno di croce, il piede dell'uomo

restò inserito nella gamba così celermente, che tosto

colui si alzò allegro e incolume, e si mise a

camminare e saltare, lodando e magnificando Dio e

rendendo grazie infinite al Santo, che lo aveva risanato .

“O nemico di Dio, tiranno spietato, cane rabbioso, fino a quando continuerai a versare sangue innocente di cristiani?

Ecco, ti pende sopra il capo la sentenza del Signore, terribile e durissima!”. Il

tiranno, colpito da quelle parole dell'uomo di Dio, depose ogni ferocia e

diventò simile a un agnello.

In Toscana, un giorno, si stavano celebrando con solennità, le

esequie di una persona molto facoltosa. Al funerale era

presente anche S.Antonio. Aprirono il petto al defunto e non vi trovarono il cuore, secondo la predizione del Santo, che indicò

una cassaforte dov'era conservato il denaro ed

il cuore stesso.

Si levò dal vicino stagno un noioso gracidio di rane che obbligò S.Antonio ad alzare la voce

mentre stava spiegando la Sacra Scrittura a un gruppo di giovani. Preoccupato per gli scolari,

ammonì le bestiole: “Per favore, mie buone sorelle, state zitte finché spiego la parola di

Dio.”. Subito si fece un grande silenzio.

Per il troppo lavoro e le dure penitenze, il Santo cadde ammalato.

La febbre lo opprimeva, ma s’accorse ugualmente che il frate infermiere era

tormentato da continue tentazioni. Con molta carità lo convinse a

indossare un poco la sua tonaca e subito il frate si trovò

miracolosamente guarito.

Un giorno mentre stava predicando a Limoges, si stava preparando un temporale e i fedeli impauriti

si stavano allontanando. Il Santo li rincuorò promettendo che non si sarebbero bagnati.

Quando fecero ritorno a casa scoprirono meravigliati che la pioggia era caduta a torrenti.

Stava predicando nel duomo di Montpellier e si ricordò che doveva

cantare contemporaneamente l’Alleluia nella chiesa dei frati minori.

Si coprì il capo col cappuccio e chinò la testa sul pulpito. Rimase

immobile per più di mezz’ora. Infine, terminò la predica come se nulla fosse successo, ma il giorno dopo tutti seppero cosa aveva fatto

in quel lasso di tempo.

Una donna stava servendo S.Antonio e un suo

confratello quando si ricordò che per la fretta aveva

chiuso male lo zipolo della botte. Corse in cantina e la trovò allagata. S.Antonio, vedendo il suo dolore, si

raccolse in preghiera e subito i frantumi della coppa

si ricomposero perfettamente ed il vino

tornò nella botte lasciando il pavimento della cantina

asciutto.

Un giorno, un contadino disperato corse a chiedere aiuto a S.Antonio

perché il suo frumento era stato calpestato dai fedeli accorsi per la

predica. Il Santo lo rassicurò: “Sta’ tranquillo, non hai subito

alcun danno!”. Era vero: il campo non era mai stato così rigoglioso.

Non tutti gli eretici si erano convertiti. “Invitiamolo a pranzo e avveleniamo le

pietanze destinate a lui.” Il Santo accettò l’invito. “Perché volete farmi

morire?” Il Santo tracciò allora sul piatto un segno di croce, poi incominciò a mangiare tranquillamente.

Vedendo ciò, gli si buttarono ai piedi

sinceramente pentiti.

Un giorno un donna rientrò a casa tardi, per ascoltare una sua predica e fu aggredita dal marito, che con rabbia le afferrò i capelli e

glieli strappò. La poveretta corse da S.Antonio per invocare aiuto. Mentre Il Santo pregava, le

orribili ferite si rimarginarono e i capelli ritornarono lunghi e fitti come prima.

In vita il Santo operò vari esorcismi, profezie,

guarigioni e, dopo la sua

morte, quando la salma fu portata nel convento di

Mater Domini, iniziarono

nuovi miracoli.

S.Antonio continua a donare due generi di grazie: orienta il senso religioso di molta gente verso Cristo, sostiene la fede vacillante tra le

vicende della vita, sollecita verso il sacramento del perdono e dell’Eucaristia, sorprende chi è lontano o disinteressato nei confronti di

Dio con il fascino interiore della conversione.

Inoltre, S.Antonio prolunga nel mondo il cuore stesso di Dio, donando fiducia e speranza, quando gli uomini si sentono impotenti. Il Santo, così

attento durante la sua vita ai bisogni di tutti, continua ad essere nella Chiesa mediatore concreto e privilegiato presso Dio.

Signora nostra,unica speranza nostra,ti supplichiamo di illuminare le nostre menticon lo splendore della tua grazia,di purificarcicon il candore della tua purezza,di scaldarcicon il calore della tua visitae di riconciliarci con il Figlio tuo,perché possiamo meritare di giungereallo splendore della sua gloria.Con il suo aiuto,lui che, con l'annuncio dell'angelo,assunse da te la gloriosa carnee volle abitare per nove mesi nel tuo grembo.A lui l'onore e la gloriaper i secoli eterni.

Amen.