ECONOMIA DEI MEDIA - Unibg 3-4.pdfintercettare la domanda di prodotti audiovisivi favorendo una...

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ECONOMIA DEI MEDIA Facoltà di Lettere, Filosofia, Comunicazione

Corso di Laurea in Scienze della Comunicazione

paolo.carelli@unibg.it

TENDENZE CONTEMPORANEE

DELL’ECONOMIA DEI MEDIA

Integrazione: le imprese mediali tendono a inglobare

attività editoriali diverse al proprio interno

acquisizione

fusione

sviluppo interno

Diverse tipologie di integrazione:

orizzontale (es. Mondadori-Rizzoli)

verticale (es. Mediaset-Medusa)

trasversale (Il Sole 24 Ore-Radio 24)

Crescita: media giants, grandi conglomerati. Meno imprese, ma più grandi

Vantaggi…

o disponibilità finanziaria e investimenti

o economie di scopo (es. product placement)

o cataloghi ampi

o sinergie cross-mediali

… e rischi

o monopoli/oligopoli

o standardizzazione/appiattimento della creatività

TENDENZE CONTEMPORANEE

DELL’ECONOMIA DEI MEDIA

Globalizzazione: le imprese mediali tendono

ad assumere una prospettiva sempre meno

legata ai confini nazionali

saturazione dei mercati nazionali

aggiramento dei vincoli legislativi

condividere costi di produzione (es. co-

produzioni nel cinema e nella serialità)

TENDENZE CONTEMPORANEE

DELL’ECONOMIA DEI MEDIA

Concentrazione: tendenza alla fusione di diverse aziende in tutti i settori mediali (musica, editoria, audiovisivo)

non avviene solo a livello globale, ma anche a livello locale

troppa concentrazione genera dei problemi dal punto di vista economico e culturale

tutti i settori mediali sono caratterizzati dalla presenza di poche imprese (oligopolio)

esempi classici:

- cinema hollywoodiano (majors)

- industria musicale

- digital & social media

TENDENZE CONTEMPORANEE

DELL’ECONOMIA DEI MEDIA

Concentration Ratio (indice di concentrazione)

meccanismo di calcolo del potere di concentrazione di un settore mediale

calcolato prendendo come riferimento le prime 4 imprese o le prime 8

imprese di un settore

TENDENZE CONTEMPORANEE

DELL’ECONOMIA DEI MEDIA

CR4 > o = 50%; CR8 > o = 75%: SETTORE MOLTO CONCENTRATO

CR compreso tra 34% e 49%; CR8 compreso tra 51 e 74%:

SETTORE MODERATAMENTE CONCENTRATO

CR < o = 33%; CR8 < o = 50%: SETTORE POCO CONCENTRATO

TENDENZE CONTEMPORANEE

DELL’ECONOMIA DEI MEDIA

Regolazione: intervento pubblico finalizzato alla «correzione» del libero mercato nel settore dei media (sempre più di carattere sovranazionale)

concorrenza e tutela del settore: es. Protocollo di Amsterdam (1997)

pluralismo: garantire e proteggere la libertà d’espressione e impedire la formazione di monopoli (antitrust)

diritto d’autore: rispetto della «proprietà intellettuale» (copyright) e lotta alle varie forme di «pirateria»

liberalizzazione delle reti di telecomunicazioni

protezione del consumatore: es. norme in materia di pubblicità e di prassi commerciali sleali tra imprese e consumatori

Un esempio di regolazione europea: Televisione senza Frontiere

(direttiva 89/552 «relativa al coordinamento di determinate disposizioni legislative, regolamentari e amministrative degli Stati membri concernenti le attività televisive»)

Esito di una ricerca e di una riflessione che aveva evidenziato:

integrazione verticale: assenza di una produzione indipendente e conseguente dipendenza dagli Stati Uniti

crescita della domanda: nuove disponibilità tecnologiche creano nuovi canali (necessità di una migliore gestione dell’offerta)

industria elettronica: sviluppo e richiesta di nuove dotazioni tecnologiche (es. videoregistratore) con impatto sull’intero settore

la fine del monopolio: emersione di nuovi modelli di competizione e concorrenza

TENDENZE CONTEMPORANEE

DELL’ECONOMIA DEI MEDIA

Televisione senza Frontiere: armonizzare le differenze tra le nazioni

intercettare la domanda di prodotti audiovisivi favorendo una produzione europea

creare nuovi sbocchi per la produzione audiovisiva (non solo i mercati nazionali, ma gli altri paesi membri…)

favorire la nascita di contenuti «europei» in un’ottica di costruzione di un’identità condivisa

TENDENZE CONTEMPORANEE

DELL’ECONOMIA DEI MEDIA

art. 4: assicurare che le emittenti televisive riservino la maggior parte del loro tempo a produzioni europee art. 5: riservare 5% del tempo di trasmissione o 10% del budget a opere europee di produzione indipendente

PRODUZIONE

CONFEZIONAMENTO (packaging)

DISTRIBUZIONE

VENDITA

LE FASI DI CREAZIONE DEL VALORE

Ogni settore mediale (e ogni impresa) gestisce in maniera differenti le fasi:

INDUSTRIA CINEMATOGRAFICA:

mercato internazionale (produzione/confezione)

mercato nazionale (distribuzione)

mercato locale (esercenti; sala)

INDUSTRIA TELEVISIVA:

gestione in-house di tutte le fasi / funzioni (es. Rai-Mediaset)

INDUSTRIA LIBRARIA:

alcuni colossi editoriali gestiscono tutte le fasi: dalla produzione alla vendita (es. Mondadori, Feltrinelli)

LE FASI DI CREAZIONE DEL VALORE

INTEGRAZIONE A MONTE : assumere funzioni precedenti della catena del valore (es. da confezionamento a produzione)

INTEGRAZIONE A VALLE: assumere funzioni successive della catena del valore (es. da produzione a distribuzione)

LE FASI DI CREAZIONE DEL VALORE

LA PRODUZIONE

analisi di mercato per individuare il tipo di prodotto da realizzare

selezionare l’idea e il team creativo cui affidare lo sviluppo e la

realizzazione

organizzare le risorse artistiche, tecniche e gestionali

reperire e organizzare le risorse finanziarie necessarie

gestire e stipulare accordi con le fasi successive

LE FASI DI CREAZIONE DEL VALORE

IL CONFEZIONAMENTO

organizzazione dei contenuti e

gestione dell’offerta

consiste in una forma di

“mediazione” (linguistica, culturale,

operativa)

LE FASI DI CREAZIONE DEL VALORE

LA DISTRIBUZIONE E LA VENDITA

copertura del territorio nazionale vs. diffusione locale

sistema di integrazione o separazione tra le due fasi

crescita del modello degli abbonamenti e delle sottoscrizioni

- frammentazione dei pubblici (nicchie)

- contenuti gratuiti vs. contenuti «pregiati» (premium)

LE FASI DI CREAZIONE DEL VALORE

Il consumo finale:

dotazione culturale: alfabetizzazione, conoscere i linguaggi del mezzo

dotazione tecnica: avere a disposizione le strumentazioni necessarie

dotazione economica: disponibilità economiche per acquisire l’accesso ai

contenuti

dotazione di tempo: risorsa scarsa per eccellenza, negoziazione continua

con altri ambiti della vita quotidiana

LE FASI DI CREAZIONE DEL VALORE

MERCATO DELL’ATTENZIONE!!!

L’adozione delle tecnologie (curva di Rogers, 1962)

LE FASI DI CREAZIONE DEL VALORE

L’adozione della tecnologia (Rogers, 1962)

LE FASI DI CREAZIONE DEL VALORE

ADOPTERS CARATTERISTICHE MOTIVAZIONE

Innovators Alta propensione al rischio;

«scoperta»

Esperienziale /

Sperimentale

Early adopters Basso rischio, alta influenza

sociale

Utilitaristica

Early majority Tempi decisionali lunghi;

ponderazione delle risorse

Utilitaristica

Late majority Scetticismo e diffidenza Pressione sociale

Laggards /

late mass

Scarsa influenza sociale,

indifferenza

Inerzia

Produzione Aggregazione

e distribuzione

Infrastruttura fisica

Telecomunicazioni

Pay tv

Majors

OTT Streaming

Informatica (elettronica di consumo)

Social media

pirateria

2. IL SISTEMA TELEVISIVO

LA TELEVISIONE DEGLI ALTRI

TIPOLOGIA MODELLO CARATTERISTICHE CANALI

Network

Commerciale

- Broadcast - generalista - tradizione e storicità

NBC, ABC, CBS, Fox

Basic cable Pay-lineare - cavo - tematizzazione

AMC, CNN, FX

Premium cable Pay-lineare - cavo - quality television

HBO, Showtime, Starz, …

On demand services

Pay-vod

- streaming - legati a broadcasters oppure stand-alone

Hulu, Crackle, Netflix

GRAN

BRETAGNA

GERMANIA SPAGNA

Public Service

Broadcasting

BBC

ARD;

ZDF

TVE

Commerciali

free

ITV RTL;

ProSieben

Mediaset Espana;

Atresmedia

Misto Channel 4

Pay Sky UK Sky

Deutschland

Movistar+

LA TELEVISIONE DEGLI ALTRI