Post on 17-Feb-2019
Epidemiologia e prevenzione delle
patologie tumorali
(B)
Prof. Silvano Monarca
Università degli Studi di Perugia FACOLTÀ DI FARMACIA
- CORSO DI IGIENE E SANITA’ PUBBLICA
Epidemiologia del cancro al colon-
retto in Italia Nel periodo 1998-2002 il tumore del colon-retto, come sede aggregata,
è risultato al 4° posto negli uomini in termini di frequenza fra le neoplasie diagnosticate rappresentando l’11,3% del totale dei tumori,
e al 3° posto nelle donne rappresentando l’11,5% del totale.
Fra le cause di morte tumorale il colon-retto è stata la seconda in ordine
di frequenza sia fra gli uomini (10,4% di tutti i decessi tumorali)
sia fra le donne (12,4%).
Nell’area dei Registri Tumori (AIRT) sono stati diagnosticati in media ogni anno 88,8 casi di tumore del colon-retto ogni 100.000 uomini e 70,3 ogni 100.000 donne.
Le stime per l’Italia indicano un totale di 20.457 nuovi casi diagnosticati
fra i maschi ogni anno e 17.276 fra le femmine, mentre per
quanto riguarda la mortalità nel 2002 si sono verificati 10.526 decessi
per tumore del colon-retto fra i maschi e 9.529 decessi fra le femmine.
Tumore dello stomaco Vs. Tumori colon/retto
SI NO SCREENING
VALIDATO
In aumento In diminuzione TREND
migliore peggiore SOPRAVVIVENZA
Si prevede screening
Non si prevede screening
PIANO ONCOLOGICO NAZIONALE
COLON/RETTO STOMACO
Sopravvivenza
• I dati del 2003 mostrano che a un anno dalla diagnosi il tasso di sopravvivenza relativa è del 79% per gli uomini e del 77% per le donne. Questo valore decresce col passare del tempo e a distanza di 5 anni la probabilità di sopravvivere a un tumore del colon-retto si riduce al 57% per i maschi e 58% per le femmine.
• In particolare, la probabilità di sopravvivenza diminuisce con l'avanzare dell’età del paziente: a un anno dalla diagnosi, un adulto di 15-44 anni ha l’86% di possibilità di salvarsi, mentre un anziano di oltre 75 anni il 68%. A 5 anni dalla diagnosi, i tassi diminuiscono drasticamente: l’adulto fino a 44 anni presenta un tasso di sopravvivenza del 65% e l’anziano ultrasettantacinquenne il 49%.
Fattori genetici
• Esistono delle forme ereditarie nelle quali il
numero dei familiari ammalati è elevato e l’età
d'insorgenza del cancro insolitamente giovanile.
• La familiarità, in ogni caso, analogamente a
quanta succede per molte altre malattie -
diabete, ipertensione, ulcera gastroduodenale -
rappresenta UN RISCHIO, non un destino
obbligato.
Incidenza cumulativa di CRC in rapporto all’età e presenza o assenza di familiarità
Familiarità si
Età (anni)
Incidenza cumulativa
casi/100.000
30 35 40 45 50 55 60 65 70
600
500
400
300
200
100
0
Fuchs C.S., NEJM 1994
Familiarità no
“La PREVENZIONE PRIMARIA e SECONDARIA del CA COLORETTALE (CCR)”
Corso di aggiornamento per MMG - ASL 1 Bergamo 2003
Fattori dietetici
• Il cancro colon-rettale colpisce maggiormente coloro che adottano una dieta RICCA DI GRASSI ANIMALI e POVERA DI VEGETALI.
• L’incidenza è massima in Europa settentrionale e nel Nord America, minima in Africa.
• L'Italia ha una incidenza intermedia, probabilmente grazie agli effetti protettivi della cosiddetta "dieta mediterranea", ricca di pane, pasta, pesce, frutta e verdura.
I grassi aumentano il rischio di
cancro
• Studi di popolazione hanno rivelato che le popolazioni con più elevati consumi di grassi alimentari sono anche quelle con più alte percentuali di morte per cancro dellla mammella e del colon. Per contro, le percentuali più basse sono state riscontrate in gruppi etnici con il più basso consumo di grassi. Studi sui flussi migratori contribuiscono ad escludere l'influenza di fattori genetici.
• Nonostante sia importante prendere in considerazione la quantità totale di grassi presente nell'alimentazione, esistono evidenze che i grassi animali sono molto più dannosi dei grassi vegetali.
• Incrementano la produzione di ormoni e quindi aumentano il rischio di cancro, stimolano inoltre la produzione degli acidi biliari, che sono stati correlati al cancro del colon.
Prevenzione primaria del CCR • DIETA – Ridurre le proteine ed i grassi. Aumentare le fibre (una dieta al
alto tenore di fibre riduce il rischio neoplastico di oltre il 40%) e i cereali –Lancet 2003;361:1487,1491 e 1496).
• FUMO – Abolire il fumo (cui si associa una aumentata incidenza di adenomi e CCR).
• SEDENTARIETA’ –Praticare un’attività’ fisica costante (riduzione del rischio).
• SOVRAPPESO- Evitare l’obesità’ (si associa ad aumento di insorgenza degli adenomi del colon).
• ABUSO DI ALCOLICI- Segnalare che l’alcol è fattore aggiuntivo di rischio di CCR (effetto mutageno).
• AZIONE PREVENTIVA DI:
- VITAMINE A C E (attività antiossidativa da parte dei radicali liberi sul DNA)
- VITAMINA D (inibisce la proliferazione cellulare)
- FANS (Inibitori selettivi COX2)* (inducono apoptosi, inibiscono la neo-angiogenesi e la sintesi di prostaglandine)
- SELENIO (attraverso inibizione della proliferazione cellulare, incremento della risposta immunitaria e attività antiossidante riduce sensibilmente il rischio di adenomi)
- ACIDO FOLICO (impedisce la demetilazione del DNA che espone a rischi mutageni )
* impiego consigliabile solo nelle patologie ereditarie e familiari
Attività anticancerogena
• I cibi vegetali non sono solo poveri di grassi e ricchi di fibre, ma contengono anche molte sostanze che combattono il cancro. E' stato dimostrato che i carotenoidi, i pigmenti che conferiscono a frutta e verdura il colore scuro, aiutano a prevenire il cancro. Il Beta-carotene, presente nelle verdure gialle e verde scuro, contribuisce a proteggere dal cancro del polmone e sembra anche aiutare a prevenire il cancro della vescica, della cavità orale, della laringe, dell'esofago, della mammella ed altri tipi di tumore.
• Verdure come cavolo, broccoli, ravizzone, rapa, cavolfiore e cavolini di Bruxelles contengono flavoni ed indoli, che si ritiene posseggano attività anticancro.
• La Vitamina C, che si trova negli agrumi ed in molte verdure, può abbassare il rischio di cancro dell'esofago e dello stomaco. La Vitamina C agisce come antiossidante, neutralizzando i composti chimici cancerogeni che si formano nell'organismo. Blocca inoltre la conversione nello stomaco dei nitrati nelle nitrosamine cancerogene.
• Il Selenio si trova nei cereali integrali e ha lo stesso effetto antiossidante della Vitamina C e del Beta-carotene. Anche la Vitamina E ha un'azione analoga.
Alimenti da preferire
• Frutta cruda, verdura cruda, specie colorata
gialla o rossa, riso integrale, cereali integrali
senza aggiunta di grassi e sale, legumi, patate
al forno, soia e prodotti derivati (tofu, latte di
soia, yogurt di soia, bistecche di soia etc.).
Chemioprevenzione con spezie • A spice common to India and the surrounding regions, is turmeric,
derived from the rhizome of Curcuma longa. Pre-clinical studies in a
variety of cancer cell lines including breast, cervical, colon, gastric,
hepatic, leukemia, oral epithelial, ovarian, pancreatic, and prostate
have consistently shown that curcumin possesses anti-cancer activity
in vitro and in pre-clinical animal models. The robust activity of
curcumin in colorectal cancer has led to five phase I clinical trials
being completed showing the safety and tolerability of curcumin in
colorectal cancer patients. To date clinical trials have not identified a
maximum tolerated dose of curcumin in humans with clinical trials
using doses up to 8000 mg per day. The success of these trials has
led to the development of phase II trials that are currently enrolling
patients. Overwhelming in vitro evidence and completed clinical trials
suggests that curcumin may prove to be useful for the
chemoprevention of colon cancer in humans.
Cancer Letters 255, Issue 2, October 2007, Pages 170-181
Dieta scorretta aumenta
recidive in malati di tumore al
colon
• Association of dietary patterns with cancer
recurrence and survival in patients with
stage III colon cancer.
• Higher intake of a Western dietary pattern may
be associated with a higher risk of recurrence
and mortality among patients with stage III
colon cancer treated with surgery and adjuvant
chemotherapy.
• JAMA. 2007 Aug 15;298(7):754-64.
L’attività fisica previene i
tumori?
Dimostrati Possibili
Riduzione rischio cancro del colon Riduzione rischio
cancro del retto
Riduzione rischio cancro della
mammella
Riduzione rischio
cancro di: testicolo,
prostata, utero,
polmone, rene, tumori
emopoietici
Miglioramento qualità di vita nei pazienti affetti da
cancro
Riduzione delle ricadute
nei pazienti affetti da
cancro
Riduzione di altre patologie (m. cardiovascolari,
diabete, obesità, depressione, demenza, impotenza)
Aumento sopravvivenza
nei pazienti affetti da
cancro
Prevenzione secondaria
– Il cancro colo-rettale, salvo alcune eccezioni, nasce dalla
cancerizzazione di un preesistente tumore benigno, il polipo
adenomatoso (esistono polipi non adenomatosi e, in questo
caso, non sono pericolosi).
– I polipi adenomatosi sono molto frequenti e si ritiene che
circa il 10% di essi degenerino in cancro.
– Si ritiene che il passaggio da polipo a cancro avvenga in
circa 8 anni (la stima è teorica ed il processo può essere,
in realtà, molto più veloce o molto più lento). In questo
periodo la prevenzione del cancro viene effettuata
efficacemente asportando i polipi, quando possibile per via
endoscopica.
storia naturale del cancro colo-rettale
fattori genetici e ambientali
POLIPECTOMIA ENDOSCOPICA
interruzione sequenza adenoma-carcinoma
mucosa normale
piccolo adenoma adenoma
a rischio adenoma cancerizzato
carcinoma avanzato
carcinoma del colon-retto
• patologia “silente” con diagnosi
spesso tardiva
• colpisce > 30.000 persone l’anno
in Italia
• la prevenzione può ridurre del
75% l’incidenza
Prevenzione secondaria (1) Ricerca del sangue occulto fecale (SOF):
• La ricerca del sangue occulto fecale è un metodo semplice, poco costoso, ha una sensibilità elevata su sanguinamenti intestinali anche minimi, da parte di un polipo anche di piccole dimensioni.
• E’ consigliato a partire dai 50 anni di età in tutti i soggetti senza altri fattori di rischio; se negativo viene ripetuto ogni uno o due anni. La colonscopia viene consigliata a tutti i positivi.
• Il metodo immunologico su tre campioni, non necessita di dieta acarnea e presenta una maggiore specificità per sanguinamenti di origine colica rispetto al test al guaiaco-reidratato che necessita invece di una dieta prima del test. La riduzione di mortalità è del 33% se eseguito una volta l’anno e del 15-20% ogni due anni.
Prevenzione secondaria (2)
Colonscopia • Rappresenta l’esame di riferimento (Gold Standard) per la
prevenzione e la diagnosi precoce del CCR, essendo in grado di diagnosticare la presenza di polipi con una accuratezza diagnostica prossima al 100%.
• La colonscopia eseguita in un paziente asintomatico esclusivamente a scopo preventivo deve avere particolari caratteristiche di qualità (raggiungimento del cieco, esecuzione in sedazione, minimo rischio di complicanze).
• Se negativa può essere ripetuta dopo 10 – 15 anni.
• In assenza di altri fattori di rischio familiare per CCR si può considerare la possibilità di eseguire una sola colonscopia, se negativa, una volta nella vita dopo i 50 anni.
Tumori del colon, nuovo test
diagnostico in vista • I tumori del colon rappresentano la seconda causa di morte per tumore. La
sopravvivenza a 5 anni per questa patologia si aggira attorno al 65% e sale al 90% se i tumori sono rilevati ad uno stadio iniziale, di qui l'importanza della diagnosi precoce. Il test del sangue occulto nelle feci (Fobt) rappresenta la procedura non invasiva più comunemente utilizzata e in grado di ridurre la mortalità del 13-33%, ma la sua accuratezza in termini di sensibilità e specificità richiede un ulteriore miglioramento. L'analisi delle alterazioni del Dna, presenti nelle cellule tumorali esfoliate nelle feci, rappresenta un'importante alternativa nell'ambito degli approcci non invasivi. Questo è quanto emerge dagli studi di un gruppo di ricercatori italiani operante presso i laboratori dell'Istituto scientifico romagnolo per lo studio e la cura dei tumori (Irst) di Forlì diretto da Dino Amadori. I risultati degli studi portati avanti da diversi anni, e recentemente pubblicati su Cancer Epidemiology Biomarkers & Prevention hanno inequivocabilmente dimostrato che la quantificazione del Dna contenuto nelle feci può meglio identificare la presenza di tumori colorettali e determinare il rischio di un paziente di essere portatore di una lesione pre- o neoplastica. Questo è quanto è emerso da uno studio condotto su un'ampia serie di pazienti Fobt positivi reclutati nell'ambito del programma di screening in corso presso l'Unità oncologica di prevenzione dell'ospedale Morgagni di Forlì, per gli individui di età compresa tra 50 e 69 anni. «Si avvicina la prospettiva di utilizzare questo test molecolare, ed evitare eventualmente l'esame invasivo della colonscopia, nei pazienti con presenza di sangue nelle feci. Cancer Epidemiol Biomarkers Prev, 2010; 19:2647-54
Lo stile di vita corretto può
salvare il colon più del test
• La modifica dello stile di vita può prevenire più decessi da
tumore colorettale rispetto all'implementazione di strategie di screening: modifiche realistiche che coinvolgano dieta ed esercizio fisico porterebbero ad una riduzione del 26 percento nel numero di casi di tumore colorettale, il che in base alle proiezioni porterebbe ad un declino almeno equivalente nei decessi. Si tratta di un decremento molto superiore a quello che ci si attende con i programmi di screening: si stima infatti che l'implementazione di un programma che preveda il test del sangue occulto nelle feci due volte all'anno porti ad una riduzione della mortalità da tumore colorettale del 13-15 percento nell'arco di 20 anni fra i soggetti che vi hanno preso parte. L'approccio basato sulla modifica dello stile di vita inoltre comporta anche il vantaggio di poter prevenire la mortalità da altre cause, fra cui tumori della mammella o del tratto gastrointestinale superiore, malattie cardiovascolari e diabete. (Eur J Cancer Prev online 2009, pubblicato il 4/4)
Marzo=mese della prevenzione
del cancro al colon-retto
Una malattia "silenziosa": colpisce 34.000 persone l'anno. La prevenzione può ridurre del 75% l'incidenza della patologia. CANCRO COLO-RETTALE: LA PREVENZIONE PUO' SALVARE LA VITA
http://www.cancrocolon.it/ccr/
• 06 Marzo 2007 - SETTIMANA NAZIONALE DI PREVENZIONE DEL CANCRO DEL COLON RETTO
• Dal 5 all’11 marzo sarà possibile sottoporsi a visite gratuite per difendersi dal rischio di un tumore al colon retto e ricevere allo stesso tempo anche materiale informativo. L’obiettivo della Settimana è quello di sottolineare l’importanza della diagnosi precoce nella prevenzione di questo tipo di tumore, che ogni anno colpisce, solo nel nostro Paese, 30mila persone.
CANCRO DELLO STOMACO
Mondo
Femmine Maschi
3,9
4,4
5,7
7,6
10,7
11,3
14,6
0 10 20 30 40
Nord America
Oceania
Africa
Europa
Italia
Centro e Sud
America
Asia
8,3
8,7
9,9
16,7
21,6
22,0
31,0
0 10 20 30 40
Africa
Nord America
Oceania
Europa
Italia
Centro e Sud
America
Asia
CANCRO DELLO STOMACO
Europa
Femmine Maschi
8,2
8,6
10,5
11,0
12,6
12,8
13,1
13,3
14,7
15,4
17,3
20,6
20,7
21,4
21,6
23,8
31,9
0 5 10 15 20 25 30 35
Danimarca
Svezia
SVIZZERA
FRANCIA
Finlandia
Irlanda**
Olanda
REGNO UNITO
GERMANIA
SPAGNA
Repubblica Ceca
AUSTRIA
POLONIA
Slovacchia
ITALIA
Slovenia
Estonia
3,6
4,3
4,4
5,0
5,1
5,2
5,9
6,5
7,0
7,8
8,4
8,7
9,0
10,2
10,4
10,7
14,8
0 5 10 15 20 25 30 35
Danimarca
FRANCIA
Svezia
SVIZZERA
REGNO UNITO
Olanda
Irlanda**
SPAGNA
Finlandia
POLONIA
GERMANIA
Repubblica Ceca
Slovacchia
AUSTRIA
Slovenia
ITALIA
Estonia
CANCRO DELLO STOMACO
Italia
Femmine Maschi
10,9
11,9
15,9
15,9
16,0
16,5
19,8
20,6
20,9
21,6
23,6
26,7
26,7
27,3
28,4
32,3
0 5 10 15 20 25 30 35
Sassari
Ragusa Provincia
Biella Provincia
GENOVA Provincia
Torino
Veneto
Nord Est
Modena Provincia
Ferrara Provincia
ITALIA
Varese Provincia
Macerata Provincia
Parma Provincia
Umbria
Firenze
Romagna
5,3
5,5
7,0
7,6
7,9
8,1
8,2
9,5
10,7
10,9
11,2
12,8
13,5
13,6
14,6
17,8
0 5 10 15 20 25 30 35
Sassari
Ragusa Provincia
Torino
GENOVA Provincia
Ferrara Provincia
Veneto
Biella Provincia
Modena Provincia
ITALIA
Nord Est
Varese Provincia
Umbria
Parma Provincia
Firenze
Macerata Provincia
Romagna
Cancro dello stomaco in Italia
In Italia, le neoplasie gastriche costituiscono la quarta causa di morte per tumore, nonostante la sua incidenza sia in riduzione. Inoltre esiste un gradiente geografico nord-sud molto spiccato (il rischio è molto basso in tutte le regioni meridionali e insulari) con una concentrazione di aree ad alto rischio intorno al confine tra Toscana, Romagna, Marche ed Umbria (Firenze, Forlì,Arezzo, Pesaro), e al confine tra Emilia e Lombardia.
Tumore dello stomaco Si assiste negli ultimi decenni ad un trend in
diminuzione a livello mondiale e nazionale sia dell’incidenza che della mortalità da tumore allo stomaco .
Il tumore dello stomaco rimane tuttavia una malattia importante per numerosità di casi, costituendo la 2° causa di morte per neoplasia nelle zone ad alta endemia.
Le cause della diminuzione “naturale” del tumore dello stomaco rimangono ancora non chiarite.
Dagli studi condotti si ipotizza una influenza legata al cambiamento della dieta ed associata al miglioramento delle condizioni socio-economiche.
Tumore dello stomaco Vs. Tumori colon/retto
SI NO SCREENING
VALIDATO
In aumento In diminuzione TREND
migliore peggiore SOPRAVVIVENZA
Si prevede screening
Non si prevede screening
PIANO ONCOLOGICO NAZIONALE
COLON/RETTO STOMACO
Fattori di rischio Dieta con insufficiente presenza di
verdura e frutta fresca (Importanza in età pediatrica)
Eccesso di cibi salati
Infezione da Helicobacter pylori
Lesioni precancerose ???
Prove di evidenza di causalità sono ancora insufficienti o mancanti
Helicobacter pylori • Il nuovo trattamento per sconfiggere l’infezione da H.
pylori, che associa inibitori della pompa protonica ed antibiotici, è estremamente efficace e ha rivoluzionato la gestione dei disturbi gastroduodenali: oltre il 90 % dei pazienti viene trattato con successo. Solo il 2 % presenta casi di recidiva. Invece il tasso di recidiva durante la terapia convenzionale è del 40 - 60 % durante il primo anno e del 100 % in 2 anni.
• Gli esperti dell’OMS hanno indicato l’H. pylori come un fattore indiretto nell’insorgenza del tumore dello stomaco. Si stima che debellandolo si possa ottenere una riduzione del 60-80% del carcinoma dello stomaco (causa mondiale n° 2 delle morti per cancro). Oltre il 2 % della mortalità in occidente si può attribuire in ultima analisi alle infezioni da H. pylori.
Screening cancro dello stomaco
• L'identificazione di una lesione tumorale
localizzata alla sola parte superficiale della
parete gastrica consente un'elevata
percentuale di guarigione con la sola chirurgia.
Un programma di screening, con frequenti
esami endoscopici e radiologici, esiste solo in
Giappone ed ha portato ad una significativa
riduzione della mortalità per questo tumore.
CANCRO DEL POLMONE
Mondo (Incidenza su 100.000)
Femmine Maschi
2,3
7,2
10,5
13,8
15,1
17,8
32,2
0 20 40 60 80
Africa
Centro e Sud
America
Italia
Asia
Europa
Oceania
Nord America
14,4
27,7
38,1
42,9
56,3
56,9
60,8
0 20 40 60 80
Africa
Centro e Sud
America
Asia
Oceania
Nord America
Europa
Italia
CANCRO DEL POLMONE
Europa
Femmine Maschi
22,0
42,3
44,7
45,5
48,9
51,0
51,2
52,1
53,0
60,8
63,6
64,5
65,9
71,0
72,3
72,7
78,4
0 20 40 60 80 100
Svezia
Irlanda
Finlandia
SVIZZERA
Danimarca
AUSTRIA
SPAGNA
FRANCIA
REGNO UNITO
ITALIA
GERMANIA
Olanda
Slovenia
Slovacchia
Repubblica Ceca
Estonia
POLONIA
4,3
7,0
8,1
8,6
8,8
10,1
10,5
12,2
12,3
12,9
13,4
13,4
16,3
17,7
17,9
23,2
29,7
0 20 40 60 80
SPAGNA
FRANCIA
Slovacchia
Estonia
Finlandia
Slovenia
ITALIA
Repubblica Ceca
AUSTRIA
Svezia
SVIZZERA
GERMANIA
Olanda
Irlanda
POLONIA
REGNO UNITO
Danimarca
CANCRO DEL POLMONE
Italia
Femmine Maschi
4,6
5,8
6,4
8,8
9,7
9,8
10,0
10,1
10,5
10,6
11,1
11,3
11,7
11,9
11,9
12,4
0 10 20 30 40
Ragusa Provincia
Macerata Provincia
Sassari
Umbria
Varese Provincia
Parma Provincia
Biella Provincia
Firenze
ITALIA
Modena Provincia
Romagna
Nord Est
Torino
GENOVA Provincia
Ferrara Provincia
Veneto Regione
36,5
47,5
49,1
52,0
55,9
57,5
59,2
60,3
60,8
63,8
63,8
66,5
67,5
67,9
70,1
71,9
0 10 20 30 40 50 60 70 80
Ragusa Provincia
Umbria
Macerata Provincia
Sassari
Nord Est
Firenze
Parma Provincia
Romagna
ITALIA
Torino
Modena Provincia
GENOVA Provincia
Ferrara Provincia
Varese Provincia
Biella Provincia
Veneto Regione
POLMONE
In Italia l’incidenza è di 25.800 casi per gli uomini e di 5.400 per le donne
Rappresenta il 20% di tutte le morti di tumore in Italia
E’ al primo posto come causa di morte per tumore negli uomini
Il fumo di sigaretta ne è la causa principale
POLMONE
E’ in aumento nelle donne, in seguito dell’acquisizione dell’abitudine al fumo
In diminuzione tra gli uomini in seguito alla diminuzione del consumo di tabacco
Carcinoma polmonare Il carcinoma polmonare è da sempre la neoplasia più diffusa nella popolazione maschile di età superiore ai 40 anni. Attualmente l'incidenza del cancro del polmone è in diminuzione negli USA mentre in Italia la curva di incidenza è in calo negli uomini, in tutte le classi di età, ed in aumento nelle donne. Questo andamento è imputabile alle campagne anti-fumo effettuate in America e al diffondersi dell'abitudine al fumo di sigaretta nelle donne; infatti, tra i fattori di rischio, il fumo di sigaretta svolge un ruolo predominante, essendo responsabile dell'80% dei nuovi casi. Esiste una correlazione diretta, statisticamente provata, fra insorgenza di neoplasie polmonari, fumo di sigarette, numero di sigarette fumate e durata all'abitudine del fumo. Il fumo passivo è associato ad un aumento del rischio di sviluppare un carcinoma polmonare di circa il 30 %.
Un uomo che fuma ha 23 volte più probabilità di ammalarsi di cancro al polmone di uno che non fuma, mentre per le donne il pericolo è 13 volte maggiore. Se un tabagista smette di fumare, il rischio di sviluppare la malattia si riduce progressivamente e dopo 10-15 anni le possibilità che si ammali si avvicinano a quelle di una persona che non ha mai fumato.
Considerando che l'80-90% dei tumori polmonari è dovuto all'abitudine del fumo di sigaretta, l'unica prevenzione primaria
attuabile è l'astensione dal fumo
Carcinoma a grandi cellule (o
tumori non a piccole cellule)
•
• - Carcinoma a cellule squamose: è il tipo più diffuso negli uomini, origina dalle cellule che rivestono le vie respiratorie;
• - Carcinoma a cellule grandi: il nome deriva dalle grandi cellule tondeggianti che si evidenziano quando si esamina un campione bioptico al microscopio.
• - Adenocarcinoma: si sviluppa dalle cellule che secernono il muco;
Carcinoma a cellule piccole
• il carcinoma a cellule piccole o "a chicco d'avena", così definito dalla caratteristica forma delle cellule.
•Negli ultimi decenni la variante squamosa è in diminuzione, mentre si osserva un aumento relativo degli adenocarcinomi, verosimilmente in rapporto all'aumentata incidenza di tumore polmonare nelle donne, ove questo istotipo ha maggiore frequenza.
Mesotelioma pleurico
Un altro tipo meno comune di tumore polmonare è il mesotelioma, una forma che ha origine della pleura, il foglietto che riveste i polmoni.
Esposizione professionale ad amianto
50-80% dei casi
Esposizione extraprofessionale ad amianto
(ambientale o residenziale)
Altre cause: terapia radiante, familiarità,
alterazioni cromosomiche etc
Mesoteliomi Maligni: eziopatogenesi
problemi aperti
2020 2030
750
500
250
0
1970 1980 1990 2000
1000
2010
ITALIA - Proiezione N
um
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di casi
mo
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pe
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Anni
“The European mesothelioma epidemic” J. PETO et Al.
British Journal of Cancer1999
Fattori di rischi per cancro
polmonare
• - Fumo attivo ++++++
• - Fumo passivo ++
• - Radon ++
• - Ambiente di lavoro ++
• - Inquinamento atmosferico +
• - Ridotta assunzione di frutta e verdura
+
Sinergismi per cancro polmonare
• Fumo + Radon
• Fumo + Amianto
• Fumo + Inquinamento atmosferico
• Fumo + Ambiente di lavoro
CANCRO E FUMO RISCHIO RELATIVO
(NON FUMATORE=1)
Cancro del polmone 17,15
Cancro vie aeree superiori 15
Cancro vescica e vie urinarie 2,7
Cancro pancreas 2,2
Cancro esofago 10
Cancro rene 2,2
Fumo passivo e cancro
• Il fumo di tabacco presente negli ambienti contiene circa 7000 sostanze chimiche, di cui più di 60 sono riconosciute come cancerogene e molte sono agenti tossici. Non è stato possibile determinare una soglia di esposizione al di sotto della quale il fumo passivo sia da considerarsi privo di rischi né si ritiene probabile che nuove ricerche, in futuro, permettano di stabilire tale soglia.
• Il fumo passivo è stato classificato come noto agente cancerogeno per l’uomo dall’Agenzia per la protezione dell’ambiente degli Stati Uniti nel 1993, dal Dipartimento della sanità e i servizi sociali degli Stati Uniti nel 2000 e dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro dell’OMS nel 2002. della California ha classificato il fumo di tabacco un "inquinante tossico dell'aria".
• In Italia si stimano circa 800 morti l’anno per cancro polmonare da fumo passivo
Il radon è un gas radioattivo incolore estremamente volatile prodotto dal decadimento di tre nuclidi capostipiti che danno luogo a tre diverse famiglie radioattive; essi sono il Thorio 232, l'Uranio 235 e l'Uranio 238. Il Radon viene generato continuamente da alcune rocce della crosta terrestre ed in particolare modo da lave, tufi, pozzolane, alcuni graniti etc. La via che generalmente percorre per giungere all'interno delle abitazioni e' quella che passa attraverso fessure e piccoli fori delle cantine e nei piani seminterrati.
E’ considerato cancerogeno per l’uomo
IL RADON
G Ital Med Lav Erg 2004; 26:4, 353-363, “Qualità dell’aria indoor e medicina del lavoro, ieri e oggi” M. Maroni, Dipartimento
di Medicina del Lavoro, Sezione Ospedale Sacco, Università degli Studi di Milano.
Valutazione dei rischi in Italia
Song et al., Carcinogenesis 22 : 11 - 16, 2001
Fumo e tumore al polmone
Effetti del metabolismo del CYP1A1
Studio caso-controllo - valori di OR -
Sigarette fumate/anno CYP1A1*1A Gene selvaggio
Non fumatori 3.2 1.0
Fumatori < 20 pacchetti/anno > 20 pacchetti/anno
3.6 11.4
2.6 4.2
PREVENZIONE PRIMARIA
CANCRO POLMONARE
PREVENZIONE
Non fumare
Non esporsi ad agenti cancerogeni ambientali
L’abolizione del fumo di sigaretta consentirebbe l’eliminazione di oltre l’80% dei tumori al polmone
Seguire una dieta sana
DIAGNOSI PRECOCE
POLMONE
DIAGNOSI PRECOCE
I fumatori di oltre 20 sigarette al giorno si dovrebbero sottoporre appena sarà finita la sperimentazione alla TAC Spirale nei tempi e con le modalità che verranno stabiliti
Tumore al polmone: allo Ieo di
Milano il "Test salva vita" • 26 novembre 2010
• Umberto Veronesi lo ha definito «una svolta epocale». I dati del Cosmos (Continuos Observation of Smoking Subjects), ricerca condotta dall'Istituto europeo dei tumori di Milano su 6.200 grandi fumatori (un pacchetto di sigarette al giorno da 20 anni) in 10 anni, ha dato risultati incoraggianti: grazie alla Tac spirale (la Tac gira intorno al paziente e lo avvolge come in una spirale) è possibile diagnosticare precocemente anche i tumori più piccoli, con una riduzione - stando alle cifre del Cosmos - del tasso di mortalità del 20%. L'esame dura pochi secondi, con bassi livelli di esposizione alle radiazioni.
• I ricercatori dello Ieo, in 10 anni, hanno eseguito circa 40mila Tac spirali, diagnosticando 297 carcinomi polmonari, nel 75% dei casi allo stadio iniziale. Inoltre, l'89% dei tumori è risultato asportabile chirurgicamente: «La sopravvivenza globale di tutti i pazienti è stata del 70%, rispetto a un 10 - 15% della popolazione generale non sottoposta a diagnosi precoce», commenta Giulia Veronesi, direttore dell'Unità di ricerca sulla diagnosi precoce e la prevenzione del tumore polmonare allo Ieo.
• «Così come le donne fanno regolarmente la mammografia per combattere il tumore al seno o il pap-test per il tumore del collo dell'utero - spiega Umberto Veronesi - i grandi fumatori dovranno fare regolarmente la Tac spirale per vincere il tumore al polmone». Per ora, però, questo tipo di esame non è coperto dal Servizio sanitario nazionale ed è eseguibile solo privatamente.
Test del sangue contro il tumore al
polmone
• 9 maggio 2012 L´oncologo Umberto Veronesi annuncia la prima ricerca italiana che consentirà di individuare il tumore al polmone con un semplice esame del sangue. E' questa la nuova frontiera della diagnosi precoce in campo oncologico. Il tumore al polmone è la prima causa di morte per neoplasia nei paesi industrializzati. Veronesi, direttore scientifico dell'Istituto europeo di oncologia, ha presentato ieri Cosmos II, il nuovo studio italiano sul tumore al polmone, la prima ricerca Cosmos, Continuous observation of smoking subjects è del 2004.
• Parte oggi il reclutamento di diecimila volontari, fumatori o ex fumatori, che abbiano più di 55 anni e abbiano fumato almeno 20 sigarette al giorno per un periodo minimo di 30 anni. Per aderire telefonare al numero unico
• 02-64107700 02-64107700 , WWW.IEO.IT.
• «È al via una nuova era per il cancro polmonare per il quale ci aspettiamo tra 10 o 15 anni un crollo della mortalità». Pier Paolo di Fiore, direttore del programma di medicina molecolare spiega: «I microRNA sono quantità misurabili di frammenti genetici che i tumori polmonari, nel loro processo di formazione, rilasciano nel sangue. Non vengono rilasciati liberi, ma incapsulati in vescicole che li proteggono. Per questo sono particolarmente stabili. Non sappiamo ancora perché le cellule tumorali rilascino grandi quantità di questi frammenti. Quello che è certo è che per noi sono interessantissimi indicatori della presenza del tumore. La semplicità del test e il suo costo, sicuramente più basso di quello richiesto per una Tac a basso dosaggio, lo rendono un ottimo candidato per lo screening iniziale della popolazione a rischio».
Frutta e verdura sono protettive
Cancer No. of Studies Protective Harmful RR (95% CI) (high intake) low vs. high intake
All Sites 170 132 6 2.2 (1.2-7.0) Lung 25 24 0 2.3 (2.1-2.8) Larynx 4 4 0 2.0 (1.7-2.5) Oral, pharynx 9 9 0 2.5 (0.5-5.8) Esophagus 16 15 0 1.9 (0.7-4.8) Stomach 19 17 1 2.5 (0.5-5.8) Colorectal 27 20 3 1.9 (0.3-3.3) Bladder 5 3 0 2.1 (1.6-2.1) Pancreas 11 9 0 2.8 (1.4-6.4) Cervix 8 7 0 2.0 (1.2-6.4) Ovary 4 3 0 1.8 (1.1-2.3) Breast 14 8 0 1.3 (1.1-2.8) Prostate 14 4 2 1.3 (0.6-3.5)
Block et al., Nutr Cancer 1992
Fumo attivo e patologie
Tumori - Polmone - Cavo orale/faringe - Laringe - Esofago - Stomaco - Pancreas - Rene - Vescica - Cervice - Leucemia - Seno - Colon-retto - Naso - Vulva e vagina
Fumo attivo
Cardio-vascolari - Malattia cardiaca ischemica -Ictus – Demenza vascolare - Malattia vascolare periferica
- Aneurisma aortico addominale - Impotenza
Respiratorie - Bronchite - Enfisema - Polmonite - Asma poco controllabile
Riproduttive - Basso peso alla nascita - Complicanze in gravidanza - Riduzione della fertilità - SIDS (morte in culla)
Altro - Parodontopatie - Perdita di denti - Ulcera peptica - Cataratta - Fratture del femore - Esiti chirurgici/cicatrizzazione sfavorevoli - Densità ossea bassa
Tabacco e cancro Fumo di sigaretta Polmone
- Cavo orale/faringe
- Laringe
- Esofago
- Stomaco
- Pancreas
- Rene
- Vescica
- Cervice
- Leucemia
- Seno
- Colon-retto
- Naso
- Vulva e vagina
Sigari o pipa • labbra • polmone • bocca
Tabacco da masticare • bocca
Tabacco + alcol • esofago • bocca
Distretto Toscano Delegazione di Firenze
TUMORI CUTANEI
Il tumore cutaneo più largamente diffuso è il Melanoma, rappresenta l’ 1-2% di tutti i tumori e causa oltre 1.000 morti l’anno in Italia
Non esporre al sole i neonati e con molta attenzione i bambini sotto i tre anni e quelli con molti nei
Applicare le creme protettive
TUMORI CUTANEI
Tumori cutanei: I tre tipi più comuni di cancro cutaneo sono: Carcinoma delle cellule basali
Di solito si manifesta come una papula rossa o un’area ulcerata. Si
presenta lentamente e di rado si estende in altre zone del corpo.
Carcinoma delle cellule squamose
Si manifesta come una spessa macchia rossa nelle regioni del corpo
più esposte ai raggi UV quali le orecchie, il viso, il collo e gli
avambracci. Va incontro a un lento ingrossamento ed è molto
pericoloso poiché spesso dà metastasi.
Melanoma maligno
E’il più raro ma il più pericoloso tra i tumori della pelle. Può essere
rialzato come un nuovo neo o può essere il prodotto del cambiamento
di colore, di forma o di dimensione di una vecchia macchia, lentiggine
o neo.
SKIN CANCER
Skin Cancer Cases in the US (2002)
– Basal Cell Carcinoma 900,000
– Squamous Cell Carcinoma 300,000
– Melanoma 54,000
Major Cause: Sunlight • UVB radiation (290 - 320 nm) leads to DNA photoadducts
• CC TT transitions is the molecular signature of sunlight exposure
• UVA radiation (320 - 400 nm) leads to oxidation reactions • Cellular photosensitizers generate 1O2
and O2
• UVA photons penetrate deeper into the epidermis layer than the higher-energetic UVB radiation
• –
FATTORI DI RISCHIO I RAGGI
UV
http://www.who.int/uv/health/en/
Piccole dosi di radiazione
UV sono benefiche ed
essenziali perché
necessarie alla produzione
di vitamina D.
Le radiazioni UV sono anche usate per
trattare diverse malattie, tra le quali il
rachitismo, la psoriasi e l'eczema.
FATTORI DI RISCHIO Secondo l’Oms, ogni anno muoiono nel mondo circa 60 mila persone a causa
della sovraesposizione a raggi UV, di cui 48 mila per melanoma e 12 mila per
carcinomi della pelle.
Sulla base della letteratura scientifica, l’Oms ha identificato nove malattie, tra cui il melanoma, strettamente legate
all’esposizione a radiazioni ultraviolette.
Circa il 90% del carico totale di malattia per melanoma e gli altri tumori cutanei
è attribuibile ai raggi UV.
COMPOSIZIONE DEI RAGGI SOLARI
Le differenti radiazioni solari non hanno gli stessi effetti. E' utile conoscerli meglio per goderne i benefici in tutta sicurezza.
UVB Abbronzatura, sintesi della Vitamina D "antirachitica"
Eritemi, arrossamenti, scottature, insorgenza di nei, tumori cutanei
UVA Abbronzatura "passeggera" Invecchiamento cutaneo, rughe, tumori cutanei,
fotosensibilizzazioni,allergie solari
Luce
visibile Antidepressiva, regola le
funzioni ormonali Invecchiamento cutaneo
Infrarossi
(IR) Calore, benessere Disidratazione, colpi di calore, insolazioni
Lampade e lettini ad alto rischio
cancro
• L'esposizione ai raggi UV può risultare molto dannosa per la salute e indurre la formazione di tumori molto gravi. A stabilirlo è l'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc) che ha spostato le radiazioni, utilizzate nei lettini abbronzanti, dal gruppo 2A al gruppo 1 delle sostanze cancerogene, ossia nella categoria a più alto rischio. La decisione è stata presa alla luce dei risultati di una recente metanalisi che ha evidenziato un aumento del 75% del rischio di sviluppare melanoma nelle persone che si sono esposte a radiazioni allo scopo di abbronzarsi, prima dei 30 anni. Alla base della recente decisione dell'Iarc ci sono, inoltre, i dati relativi ad alcuni studi clinici caso-controllo che mostrano un'associazione diretta tra esposizione a radiazioni e sviluppo di melanoma oculari. Ma la nuova classificazione non riguarda solo i raggi UV. Da oggi, infatti, tutti i tipi di radiazioni ionizzanti, sia quelle che producono ioni in modo diretto (particelle alpha e beta) sia quelle che producono ioni in modo indiretto (neutroni, raggi gamma e raggi X), apparterranno alla categoria più rischiosa delle sostanze cancerogene. Lancet Oncol 2009; 10: 751-752
La quantità di radiazioni ultraviolette che raggiunge la terra dipende anche dalle condizioni ambientali, dalla stagione e soprattutto dallo spessore dello strato di ozono.
L'assottigliamento di questo prezioso "scudo" protettivo è conseguente all'immissione nell'atmosfera dei clorofluorocarburi e di altre sostanze chimiche riducenti ed è tra le cause di importanti modificazioni dell'ecosistema terrestre ed acquatico ed anche di un documentato aumento dei fattori di rischio sull'incidenza di alcune neoplasie, danni a livello dell'apparato oculare e la riduzione delle difese immunitarie dell'organismo.
LUCE SOLARE E BUCO DELL'OZONO
L'erosione dello strato di ozono, secondo proiezioni provenienti da modelli computerizzati, avviene ad un ritmo di 1-6% l’anno e porterebbe le aree popolate della Terra nel giro di quarant'anni a ricevere una dose supplementare di radiazioni compresa tra il 5 e il 20%, la maggior parte nella banda UVB.
INDICE degli UV
L'Indice Universale della Radiazione UV Solare (UVI) descrive il
livello di radiazione UV solare sulla superficie terrestre.
Categorie di
esposizione
Valori dell'UVI
bassa <2
moderata 3 - 5
alta 6 - 7
molto alta 8 - 10
estrema 11 +
http://www.iss.it/site/sole/uvin/sche.html
L'UVI è chiaramente uno strumento
educativo, ed il suo uso deve basarsi
su una comunicazione efficace con il
pubblico e con i mezzi di informazione.
L'UVI può:
• Salvare vite.
• Proteggere la salute.
• Aiutare a preservare l'aspetto
giovanile.
SCOPRI IL TUO FOTOTIPO!
FOTOTIPO CAPELLI CARNAGIONE
TENDENZA
ALLA
COMPARSA
DI ERITEMA
ABBRONZATURA
I Rossi LatteaCostante+++
Sempre presenteNo
II Biondi Chiara Costante++Leggermente
abbronzato
III Castani Chiara Frequente Abbronzatura chiara
IV Bruni Olivastra Rara Scura
V Neri Olivastra Eccezionale Molto scura
VI Neri Nera No Nera
Per indurre la comparsa di un tumore cutaneo si
ritiene sufficiente un periodo di esposizione solare di
10-15 anni.
Un’esposizione frequente e non
adeguatamente protetta al sole
durante l’adolescenza
incrementa significativamente il
rischio di sviluppo di cancro
cutaneo nel corso della vita.
Melanoma Sulla pelle di ogni persona sono comunemente presenti numerose macchie colorate costituite da cellule chiamate melanociti o nevociti, tali macchie sono dette nei o nevi. I nevi sono formazioni benigne, si presentano come macchie di colore variabile dal marrone chiaro al nero, a superficie piana o rilevata, di forma regolare rotondeggiante o ovalare. Di regola hanno dimensioni piccole, inferiori a 6 mm. Raramente sono presenti dalla nascita (nevi congeniti), più spesso insorgono in giovane età fino a 20/30 anni (nevi acquisiti). I nevi possono aumentare molto lentamente in dimensione o rilievo: questa trasformazione è fisiologica, ossia normale, e rappresenta la “maturazione” del nevo. L’asportazione chirurgica di un nevo non è assolutamente pericolosa e deve essere sempre seguita dall’esame istologico. L’importanza dei nevi è riconducibile al loro rapporto con il melanoma: infatti alcuni nevi possono simularlo.
D’altro canto il melanoma può essere associato al nevo o nascere su di esso. Il melanoma è il tumore maligno che nasce dai melanociti. Si tratta di un tumore aggressivo, con frequenza in netto aumento in tutto il mondo. In Italia, secondo alcune statistiche, ha un’incidenza annuale di 35 casi ogni 100.000 abitanti. Il melanoma compare soprattutto tra i 30 e i 60 anni, con una leggera prevalenza nel sesso femminile, dove è spesso localizzato agli arti inferiori, mentre nei maschi è più frequente al tronco. Nei giovani di età inferiore ai 15 anni è molto raro. Vengono riconosciuti quali fattori predisponenti la carnagione chiara, l’appartenenza a famiglie in cui si sono verificati più casi di melanoma, la presenza di numerosi nevi congeniti o acquisiti di grandi dimensioni.
EPIDEMIOLOGIA
L’incidenza del melanoma tende ad incrementare
continuamente nei soggetti di sesso maschile più rapidamente
rispetto a qualunque altra neoplasia.
Attualmente il melanoma rappresenta la quinta neoplasia
come incidenza nel maschio e la sesta nella femmina.
Nell’Unione Europea l’incidenza di melanoma è di 9 casi/100.000 per
anno.
Il rischio di avere un
melanoma cutaneo é di
8,4 ‰ fra i uomini
8,1 ‰ fra le femmine
Tassi di mortalità per melanoma in Italia negli anni 1980-1998 (dati ISS)
0
0,5
1
1,5
2
2,5
3
1980 1985 1990 1995 1998
maschi femmine totale
Controverso è invece il ruolo dell’esposizione alla luce solare: sembra infatti assodato che non sia tanto la prolungata esposizione durante il corso della vita (abitanti di paesi del bacino del Mediterraneo o tropicali), quanto l’esposizione intermittente e intensa soprattutto in età infantile (bagni di sole estivi in spiaggia) a rappresentare un fattore di rischio importante per l’insorgenza del melanoma. Il rischio che il melanoma possa diffondersi e dare metastasi è tanto maggiore quanto più alto è il suo spessore. Lo spessore sopra il quale questo rischio comincia ad aumentare è 1 mm. Il melanoma è perciò sicuramente guaribile solo se viene asportato chirurgicamente nella sua fase iniziale, quando ancora confinato negli strati più superficiali della pelle. Le metastasi possono essere presenti al momento della diagnosi, oppure comparire a distanza di tempo: per questo è importante che il paziente si sottoponga a visite di controllo periodiche negli anni successivi alla diagnosi. Quando compaiono metastasi l’obiettivo delle terapie è quello di controllarne la crescita, prolungando in questo modo la sopravvivenza.
FATTORI DI RISCHIO
Fattori
Costituzionali
Numero di nevi
Presenza di nevi displastici o
atipici
Familiarità per melanoma
Altri
Ambientali Raggi UV
FATTORI DI RISCHIO Secondo l’Oms, ogni anno muoiono nel mondo circa 60 mila persone a causa
della sovraesposizione a raggi UV, di cui 48 mila per melanoma e 12 mila per
carcinomi della pelle.
Sulla base della letteratura scientifica, l’Oms ha identificato nove malattie, tra cui il melanoma, strettamente legate
all’esposizione a radiazioni ultraviolette.
Circa il 90% del carico totale di malattia per melanoma e gli altri tumori cutanei
è attribuibile ai raggi UV.
DECALOGO CONTRO IL MELANOMA
• 1. evitare le esposizioni eccessive e le scottature da sole, soprattutto
nei bambini e in soggetti con cute pallida che si abbronza
con difficoltà e si scotta facilmente
• 2. non esporre al sole i bambini fino al 6° mese
• 3. evitare le esposizioni al sole dalle ore 11 alle ore 14
• 4. utilizzare cappelli con visiera, camicie, magliette, occhiali
• 5. utilizzare l’ ombra naturale (alberi etc.) e creare protezioni
con ombrelloni
• 6. ricordare che la miglior fotoprotezione è l’ ombra e che un indumento
appropriato protegge più di qualunque crema solare
• 7. usare, specie se si ha la cute pallida, creme solari ad alta protezione
che contengano filtri bloccanti sia gli UVB che gli UVA
• 8. le creme solari devono essere resistenti all’ acqua ed applicate
più volte al giorno
• 9. alcune sedi sono da proteggere in modo particolare: naso, orecchie,
petto, spalle, dorso, piedi , cuoio capelluto (specie se
calvi, ma non solo)
• 10. evitare le abbronzature artificiali (lettini UVA) che oltretutto
invecchiano precocemente la pelle
TUMORI CUTANEI
PREVENZIONE
Evitare esposizioni eccessive ai raggi solari, soprattutto nelle ore centrali della giornata, in particolare nei bambini e nei soggetti con pelle chiara
Utilizzare creme solari ad alta protezione
Eseguire la mappatura dei nei con il dermatoscopio
Sole e tumori cutanei • Esporsi in maniera graduale e progressivamente ripartita inpiù giorni,
evitando, specie nei primi giorni, di rimanere immobili per ore al sole;
• Evitare di esporsi nelle ore in cui i raggi UV sono più intensi (dalle 11 alle 15);
• Usare sempre creme con f attori di protezione elevata o totale (oltre 15) rinnovando frequentemente l'applicazione (ogni 2-3 ore);
• Idratare la pelle dopo esposizioni intense e prolungate;
• Non usare "specchi" che concentrano i raggi UV potenziandone l'effetto lesivo;
• Ricordate che alcune sostanze come determinati antibiotici, antinfiammatori, profumi e i deodoranti possono aumentare la sensibilità della pelle ai raggi del sole, causando arrossamenti, irritazioni, prurito, ecc.;
• Per evitare eccessive esposizioni utilizzate indumenti, copricapo e occhiali da sole;
• Ricordate che non utti gli indumenti offrono la stessa protezione contro i raggi solari, e che comunque non danno protezione assoluta contro di essi.
•
Riconoscere i nei «a rischio»
• Bisogna controllare la simmetria, i bordi, il
colore e il diametro: seguendo uno schema
riassumibile nella sigla «ABCD»
• La diagnosi spetta al dermatologo, ma
esiste un criterio, relativamente semplice,
per orientarsi:
• A sta per asimmetria,
• B per bordi irregolari,
• C per colori diversi nello stesso neo e
• D per diametro oltre i 6 millimetri. Uno solo
di questi parametri è «sospetto».
Le creme solari contengono sostanze che impediscono ai raggi UV di
penetrare all’interno della pelle.
Queste sostanze, a seconda di come agiscono, vengono suddivise in:
Nello scegliere una crema solare è necessario rivolgersi sempre a creme con
fattore di protezione superiore a 15. Affinché la protezione si mantenga è
necessario applicare il prodotto almeno ogni ora - ora e mezza.
In genere, infatti, la crema solare viene applicata solo all'inizio
dell'esposizione al sole: partendo da un fattore di protezione più alto si
garantirà una protezione media per un tempo più lungo.
schermanti:
agiscono come veri e
propri specchi,
impedendo l’ingresso
dei raggi UV
riflettendoli (solo negli
schermi totali).
filtranti:
assorbono e
intrappolano l’energia
dei raggi UV
(nelle creme a fattore
medio – basso e negli
schermi totali)
CREME SOLARI
FATTORI PROTETTIVI (SPF) The sun protection factor (SPF) is a widely accepted method of measuring sunscreen effi cacy. SPF is defined as the sun radiation dose (mainly UVB) required to produce the minimum erythemal dose (MED; the threshold dose that can produce sunburn) after application of 2 mg/cm² of sunscreen divided by the dose producing 1 MED on unprotected skin. Thus an SPF of 2 absorbs 50% of ultraviolet radiation, SPF 8 sunscreen can fi lter out 87·5% of UVB radiation, SPF 16 93·6%, SPF 32 96·9%, and SPF 64 98·4%.26 Although there is a recognised way of measuring protection from UVB, there is not a standardised method to measure the effi cacy of UVA blocking.14 The Australian/New Zealand Standard is based on in-vitro testing. This standard specifies that a “broad spectrum” claim can be made if the product fulfi lls one of the following criteria: either an 8-μm layer of the product does not transmit more than 10% of radiation between 320 and 360 nm or an 20-μm layer of the product does not transmit more than 1% of radiation between 320 and 360 nm.
Creme solari: le nuove regole
Dal 2008 in vigore normative diverse per l'etichettatura delle creme solari.
Dal 2008 entreranno in vigore le nuove regole per l'etichettatura delle creme solari. Una specialista spiega quali sono le novità: spariranno i numeri, sostituiti da definizioni come «protezione bassa», «media», «alta» e non sarà più ammessa la definizione «schermo totale». Inoltre sarà introdotta obbligatoriamente una protezione contro gli Uva equivalente ad almeno un terzo del grado di protezione contro gli Uvb.
Chemoprevention by dietary botanical agents: Dietary botanicals (green tea polyphenols, grape seed proanthocyanidins and silymarin) have been shown to inhibit UV-induced immune suppression and photocarcinogenesis.
Tumore epatico
• Il più frequente è il carcinoma epatocellulare che è la più comune neoplasia maligna nel mondo (almeno 1.000.000 di nuovi casi all'anno). La maggior parte di questi tumori insorge in pazienti con cirrosi epatica (incidenza annuale di circa 3-4%). Fa eccezione l'Africa dove , invece, questa neoplasia compare in fegati normali. Il colangiocarcinoma è il secondo più frequente tumore maligno primitivo del fegato e non compare in pazienti cirrotici, ma più frequentemente in corso di infiammazione delle vie biliari (origina dalle cellule biliari).
• L’Italia non raggiunge le percentuali dei paesi africani e asiatici ma è il paese del mondo occidentale con il più alto numero di carcinomi epatocellulari. Ciò è dovuto all'alto numero di cirrosi (di origine virale o alcolica).
U.S. Gov. “Nono Rapporto sui
Cancerogeni, 2000” : l’alcol è
cancerogeno
• Il Governo degli Stati Uniti nell'ultimo rapporto governativo sulle cause principali del cancro, scientificamente accertate, aggiunge alla lista degli agenti cancerogeni l’alcol (consumato come vino, birra, ecc.). Aflatoxins, Alcoholic Beverage Consumption, Arsenic Compounds, Asbestos, Azathioprine, Benzene, Cadmium, Environmental Tobacco Smoke, Ethylene Oxide, Radon, Smokeless Tobacco, Solar Radiation and Exposure to Sunlamps, Sulfuric Acid, Tamoxifen, Tobacco Smoking.
Alcohol & Cancer Risk
0 20 40 60 80 100
Rela
tive risk
Grams of alcohol/day
Stomach
Colorectal
Esophagus
Breast
Liver
Oral
Pharynx
Larynx
Duffy & Sharples. In: Alcohol & Illness. Edinburgh Univ. Press 1992
2.6 2.4 2.2 2 1.8 1.6 1.4 1.2 1
Larynx
Pharynx
Oral
Liver
Breast Esophagus
Colorectal Stomach
Alcol e tumore epatico
• L'associazione tra etanolo e cancro del fegato è stata documentata in migliaia di pazienti e nella maggior parte degli studi l'effetto dell'alcool risulta dose-dipendente e correlato con lo sviluppo di cirrosi. Nelle aree geografiche a bassa prevalenza di epatite B come gli USA, il rischio di CE è aumentato del 40% nei forti consumatori di alcol, mentre è dubbio se il moderato consumo di alcol è associato a significativi incrementi di rischio tumore. L'assunzione giornaliera di 40-60 g nell'uomo e 20-40 g nella donna per diversi anni può causare cirrosi ed aumentare di conseguenza il rischio tumore. In Italia il rischio tumore è 13 volte maggiore nei bevitori rispetto ai non bevitori.
Alterazioni epatiche dopo eccessiva
e prolungata ingestione di alcol
• Le principali conseguenze sono qui riassunte :
• 1) Steatosi epatica (fegato grasso): la prima conseguenza dell'abuso di alcol è l'accumulo di grasso nelle cellule epatiche. Tale accumulo è reversibile se il paziente smette di bere.
• 2) Epatite: continuando l'abuso alcolico è facile andare incontro alla steatoepatite: si tratta di un accumulo di grasso accompagnato da infiammazione: esiste una forma acuta e più frequentemente una forma cronica.
• 3) Cirrosi epatica: la cirrosi è caratterizzata da presenza di fibrosi diffusa del fegato e noduli di rigenerazione.
Sinergismo tra alcol e virus epatitici
• E’ stato riscontrato un sinergismo di
potenziamento tra alcol e virus HBV e
HCV.
Prevenzione del cancro epatico
• Prevenzione delle epatiti B e C da infezione virale;
• evitare il consumo eccessivo di alcol e la contaminazione da aflatossina B1.
• Lo screening del tumore epatico con gli ultrasuoni ed i markers tumorali (alpha-fetoproteina) può essere efficace nei soggetti ad alto rischio dove le infezioni da HBV/HCV e i tumori epatici sono frequenti e vi sono risorse mediche disponibili.
Prevenzione delle epatiti
- Screening del sangue e dei suoi derivati - Impiego di aghi e siringhe monouso - Adeguata sterilizzazione di strumenti chirurgici e dentali - Uso di precauzioni e barriere come l'impiego di guanti, protezione degli occhi e viso, ecc. - Educazione nel rischio di usare per più persone materiale non sterilizzato (forbicine, rasoi, ecc.)
- Vaccinazione anti HBV
Tumore alla prostata
• Nella popolazione maschile il tumore della prostata ha un’incidenza seconda solo alla neoplasia del polmone. In Italia si registrano circa 11.000 nuovi casi ogni anno e tra questi i decessi sono pari a circa 6.300 (circa il 7% delle morti per tumore negli uomini). Il 60% circa dei casi di decesso avviene nel Nord del Paese forse a causa delle abitudini alimentari e delle condizioni ambientali differenti. Il tumore della prostata rappresenta pertanto la seconda causa di morte per neoplasia nella popolazione maschile italiana, dopo il cancro al polmone. Attualmente ogni italiano con più di 65 anni ha circa il 3% di probabilità teorica di morire per questa malattia. Bisogna evidenziare come la malattia aumenti in maniera esponenziale con l’aumentare dell’età della popolazione.
INCIDENZA DEL CANCRO DELLA PROSTATA
MONDO EUROPA
9,1
13,1
37,1
40,2
52,8
87,1
96,7
0 20 40 60 80 100
Asia
Africa
Italia
Europa
Centro e Sud
America
Oceania
Nord America
19,5
24,6
26,7
29,3
29,9
32,0
35,8
37,1
39,8
44,4
49,4
53,9
55,4
62,4
62,8
63,0
88,8
0 20 40 60 80 100
POLONIA
Slovacchia
Slovenia
SPAGNA
Danimarca
Repubblica Ceca
Estonia
ITALIA
REGNO UNITO
Irlanda
GERMANIA
Olanda
FRANCIA
SVIZZERA
Finlandia
Svezia
AUSTRIA
INCIDENZA DEL CANCRO DELLA PROSTATA Italia
20,1
23,6
26,2
29,3
33,1
35,1
36,5
37,1
37,1
37,4
37,7
38,4
39,3
40,7
43,0
51,6
0 10 20 30 40 50 60
Ragusa Provincia
Sassari
Ferrara Provincia
Parma Provincia
Modena Provincia
Firenze
Umbria
Veneto Regione
ITALIA
Macerata Provincia
Torino
GENOVA Provincia
Romagna
Varese Provincia
Biella Provincia
Nord Est
Prevenzione primaria tumore alla
prostata
• Non si conoscono le cause del tumore della prostata ma è stato provato che alcuni fattori dietetici e comportamentali sono spesso associati a questa malattia. Un’alimentazione ricca di grassi (specie quelli saturi) così come l’ingestione di carne rossa ne aumentano l’incidenza. L’azione dei grassi si potrebbe collegare ad un aumento della produzione del testosterone ed una diminuzione dell’assorbimento della vitamina A. Al contrario una dieta vegetariana, in particolar modo verdure gialle e verdi, olio d’oliva e frutta, sembrerebbe svolgere un’azione protettiva sulla formazione della neoplasia prostatica attraverso sostanze con azione antiossidante.
Fattori di rischio possibili
• Età
• Etnia afro-americana
• Familiarità
• Dieta ricca di grassi,carni rosse e
prodotti caseari
Fattori di rischio accertati
• Bassa introduzione di prodotti derivati dai pomodori (licopene) , selenio, vit. E e soia
Rischio relativo di carcinoma della prostata (ed intervalli di confidenza al 95%) in relazione a diversi fattori. Da uno studio basato su 166 casi e 202 controlli, Pordenone, 1980-83 (da Talamini et al., 1986).
L’abbondante assunzione di multivitaminici aumenta il rischio di carcinoma della prostata avanzato o fatale Gli uomini che assumono regolarmente i multivitaminici, presentano un rischio raddoppiato di tumore della prostata, avanzato o fatale, rispetto a chi non ne fa uso. Lo studio ha analizzato i dati di 295.344 uomini che stavano partecipando allo studio AARP ( American Association of Retired Person ) Diet and Health Study. Al momento dell’arruolamento, ai partecipanti non era stato diagnosticato alcun tumore. Nel corso del periodo osservazionale di 5 anni, u totale di 10.241 partecipanti ha sviluppato il carcinoma della prostata. Di questi, 8.765 hanno presentato un tumore localizzato e 1.476 un tumore in forma avanzata.Un’analisi del periodo osservazionale a 6 anni ha riscontrato 179 casi fatali di tumore della prostata. Dall’esame di un questionario autosomministrato, non è stata osservata alcuna relazione tra assunzione di multivitaminici e del rischio di tumore alla prostata localizzato, mentre è emerso che gli uomini che facevano uso abbondante di multivitaminici, presentavano un maggior rischio di tumore della prostata in fase avanzata ( rischio relativo RR= 1.32 ) e fatale ( RR = 1.98 ). Lo studio Cancer Prevention Study II ha concluso che l’assunzione di multivitaminici è associata ad un più alto rischio di carcinoma prostatico fatale. (J Nat Cancer Institute, 2007)
Prevenzione secondaria tumore
alla prostata • Il PSA (Prostatic Specific Antigen) è un normale esame che prevede un prelievo di
sangue per individuare i livelli di antigene prostatico specifico, una glicoproteina prodotta dalla prostata. In presenza di cancro, infatti, i valori del PSA aumentano perché le cellule ghiandolari malate, infiammate o tumorali producono molto più PSA delle cellule normali. Il superamento del valore soglia di 4 nanogrammi per ml deve destare l’attenzione del medico in quanto possibile segno di patologia neoplastica. La conoscenza di questa glicoproteina si è sviluppata ulteriormente analizzando una frazione della stessa (PSA libero) ed il suo rapporto con la quantità totale (PSAtot/PSAfree); quando questo risulta essere basso siamo probabilmente in presenza di una patologia tumorale. Tutto ciò risulta essere particolarmente utile specie nei casi con PSA compreso tra 4 e 10 nanogrammi per ml. Il PSA si è dimostrato il più attendibile fra tutti i marcatori di carcinoma prostatico.
• L’Esplorazione Rettale (ER) è l’altro accertamento indispensabile per la diagnosi precoce del tumore alla prostata. E’ un esame semplice grazie al quale l’urologo può individuare la presenza di noduli prostatici sospetti.Questo esame viene spesso evitato dalla maggior parte della popolazione maschile - probabilmente per ragioni di pudore - anche se si tratta di una visita semplice e indolore che tuttavia richiede una buona esperienza da parte dell’urologo.
Prostate Cancer
• Both the prostate-specific antigen (PSA) blood test
and digital rectal examination (DRE) should be offered
annually, beginning at age 50, to men who have at
least a 10-year life expectancy. Men at high risk
(African-American men and men with a strong family
of one or more first-degree relatives [father, brothers]
diagnosed before age 65) should begin testing at age
45. Men at even higher risk, due to multiple first-
degree relatives affected at an early age, could begin
testing at age 40. Depending on the results of this
initial test, no further testing might be needed until age
45. http://www.cancer.org/docroot/PED/content/PED_2_3X_ACS_Cancer_Detection_Guidelines_36.asp
Linee guida
• L’American Urological Association propone il
dosaggio del PSA e una ER una volta l’anno
per tutti i soggetti maschi sani di età tra i 50 e i
70 anni.
• Per i soggetti a rischio (razza nera e familiarità)
lo screening dovrebbe iniziare a 40 anni.
Tumore prostatico: nuova
applicazione PSA
• Negli uomini con livelli sierici di PSA pari a 2,5 ng/ml o meno, la percentuale di PSA libero rappresenta un accurato fattore predittivo di tumore prostatico alla biopsia. Recentemente le associazioni urologiche ed oncologiche hanno abbassato il livello soglia del PSA totale per la biopsia da quattro a 2,5 ng/ml, ma più del 17 percento degli uomini che non giungono a questo valore potrebbe avere comunque un tumore prostatico. L'uso di routine della percentuale di PSA libero dunque andrebbe fortemente raccomandato nello screening del tumore prostatico o nelle misure per la diagnosi precoce onde meglio stratificare la probabilità di tumore alla biopsia. (Cancer 2008; 113: 2695-703)
Test del Psa: lo screening che non
si deve fare
• 29 marzo 2010 La Società di urologia oncologica prende posizione sull'esame del Psa sulla scia delle dichiarazioni rilasciate dell'American Cancer Society che ribadisce come sia 50 volte più probabile vedere la propria vita rovinata dal test del Psa (antigene postatico specifico).
• La Società di urologia oncologica sostiene che ad oggi non ci siano elementi per giustificare l'uso del test del Psa come screening di massa. I benefici non valgono i costi connessi allo screening. Occorre fare il test a 1.400 uomini, trattarne 48 per poter salvare una vita. Significa che 47 uomini possono subire una prostatectomia anche se non sarebbero mai morti per tumore alla prostata. Nel 50-70% dei casi, il tumore alla prostata è indolente, cresce cioè lentamente ed è poco aggressivo.
• «Con lo screening di massa è facile scoprire tumori che non hanno significato clinico - conferma Giuseppe Martorana, presidente della SIUrO - il test del Psa non va fatto a tappeto, ma solo a chi ha parenti stretti che hanno avuto un tumore, perché la familiarità è l'unico fattore di rischio su cui c'è la certezza scientifica, e in chi ha sintomi urinari».
Prostata, nuove scoperte
sull’analisi precoce
• 8 aprile 2011
• Fanno prospettare un futuro dove i dosaggi del Psa saranno meno frequenti e dove si ridurranno anche le biopsie della prostata. I risultati di uno studio condotto da ricercatori svedesi e statunitensi mostrano infatti che basterebbe un solo esame del marcatore tumorale prima dei 50 anni per escludere o prevedere il pericolo del cancro, anche dopo 30 anni.
• La ricerca, pubblicata sulla rivista scientifica Cancer, riprende un precedente studio compiuto tra il 1974 e il 1986, e che aveva coinvolto più di 21 mila uomini tra i 33 e i 50 anni. L'indagine già aveva mostrato come un singolo test del Psa, effettuato tra i 44 e i 50 anni, in una popolazione non sottoposta a screening, potesse diagnosticare precocemente il cancro. A 30 anni di distanza, sono stati misurati di nuovo i livelli di Psa sul 93% degli uomini con tumore, e su un campione di soggetti sani. Il confronto dei due studi, a distanza di tempo, ha mostrato una correlazione tra livelli aumentati di Psa e tumore della prostata. Nel dettaglio, il cancro è stato rilevato nei soggetti tra i 44 e i 50 anni con valori di Psa iniziali tra 0,70 e 0,74 ng/ml, mentre metastasi sono state riscontrate nei soggetti con Psa superiore a 0,75 ng/ml.
• I risultati, ora, richiedono ulteriori verifiche, ma già suggeriscono un uso precoce del dosaggio del marcatore, così da sottoporre poi gli uomini a rischio a controlli più ravvicinati.
Screening and prostate-cancer mortality in a
randomized European study.
.
BACKGROUND: The European Randomized Study of Screening for Prostate Cancer was initiated in the early 1990s to evaluate the effect of screening with prostate-specific-antigen (PSA) testing on death rates from prostate cancer. METHODS: We identified 182,000 men between the ages of 50 and 74 years through registries in seven European countries for inclusion in our study. The men were randomly assigned to a group that was offered PSA screening at an average of once every 4 years or to a control group that did not receive such screening. The predefined core age group for this study included 162,243 men between the ages of 55 and 69 years. The primary outcome was the rate of death from prostate cancer. Mortality follow-up was identical for the two study groups and ended on December 31, 2006. RESULTS: In the screening group, 82% of men accepted at least one offer of screening. During a median follow-up of 9 years, the cumulative incidence of prostate cancer was 8.2% in the screening group and 4.8% in the control group. The rate ratio for death from prostate cancer in the screening group, as compared with the control group, was 0.80 (95% confidence interval [CI], 0.65 to 0.98; adjusted P=0.04). The absolute risk difference was 0.71 death per 1000 men. This means that 1410 men would need to be screened and 48 additional cases of prostate cancer would need to be treated to prevent one death from prostate cancer. The analysis of men who were actually screened during the first round (excluding subjects with noncompliance) provided a rate ratio for death from prostate cancer of 0.73 (95% CI, 0.56 to 0.90). CONCLUSIONS: PSA-based screening reduced the rate of death from prostate cancer by 20% but was associated with a high risk of overdiagnosis.
N Engl J Med. 2009 Mar 26;360(13):1351-4
Quale prevenzione? Prevenzione è una delle parole chiave per sconfiggere il cancro. Ciò significa non solo evitare i comportamenti a rischio, come il fumo di sigaretta, l'abuso di alcool o l'alimentazione errata, come quella troppo ricca di grassi (prevenzione primaria), ma sottoporsi agli esami necessari a favorire l’anticipazione diagnostica (prevenzione secondaria). Prevenzione primaria Sono gli accorgimenti e le iniziative che hanno lo scopo di eliminare quei fattori che portano allo sviluppo del cancro. Modificando la dieta quotidiana, praticando regolarmente attività fisica, evitando di esporsi troppo a lungo ai raggi del sole, conoscendo gli agenti cancerogeni e cercando di evitarli (soprattutto sul luogo di lavoro), smettendo di fumare per non fare del male a se stesso e agli altri (leggi fumo passivo)… Sul fronte alimentare è il trionfo della cosiddetta "dieta mediterranea", caratterizzata da un corretto equilibrio fra i diversi nutrienti e dalla scarsa presenza di grassi animali.
Importante è l'elevato apporto di frutta e verdura da mangiare ad ogni pasto. L'assunzione di alcune sostanze naturali può rallentare infatti la comparsa del cancro a livello cellulare. Fra queste il beta-carotene, (presente nelle carote), la vitamina C, lo zinco o il selenio. Vale la pena sottolineare però che il consumo di antiossidanti isolati e purificati non dà risultati nella prevenzione dei tumori: studi clinici hanno dimostrato che solo il consumo di alimenti e delle loro combinazioni, e non di elementi isolati, riduce realmente il rischio di contrarre una malattia neoplastica. All'attenzione verso ciò che si mangia va aggiunta quella al consumo di alcolici che deve essere limitato (un bicchiere di vino a pasto), mentre vanno eliminati i superalcolici. In più, se è vero che chi vive in città è esposto suo malgrado all'inquinamento, è anche vero che c'è un inquinamento che ognuno si può risparmiare: il fumo di sigaretta. L’abolizione del fumo di sigarette consentirebbe infatti l’eliminazione oltre l’80% dei tumori al polmone: un dato che lascia poco spazio alle interpretazioni.
Visto che è la prima causa di morte per tumore negli uomini e purtroppo risulta in aumento nelle donne, sia in Italia che in Europa in seguito all’acquisizione della cattiva abitudine al fumo. Ricade nell’ambito della prevenzione primaria anche la tutela della salute sul luogo di lavoro. Secondo uno studio del Cnel l'incidenza italiana è più alta della media europea e si è attestata al 10-15% del totale dei tumori. Per questo ogni lavoratore deve pretendere un luogo di lavoro salubre - senza fumo di sigaretta, agenti chimici o tossici dispersi nell'aria o a contatto con sostanze cancerogene.
Prevenzione secondaria La prevenzione secondaria coincide con la diagnosi precoce e tempestiva. Questo è possibile solo se, dopo una certa età, ci si sottopone a esami di controllo per individuare in fase iniziale i tumori più frequenti e prevedibili, quelli noti come i “4 big killer”: polmone, mammella, colon retto e prostata. Non bisogna inoltre sottovalutare nessun sintomo sospetto, che va riferito tempestivamente al proprio medico curante. Oggi sono state affinate molte tecniche e metodiche che permettono l'anticipazione diagnostica. Rimane ancora da accertare però se l'individuazione precoce del tumore si traduca sempre in un reale allungamento della vita del paziente, ed eventualmente a quali costi. Molti studiosi ritengono infatti che spesso venga sottovalutato il carico di stress a cui è esposto chi si sottopone a un esame. Questo vale soprattutto per i "falsi positivi", per quei pazienti cioè a cui viene diagnosticata una neoplasia poi non confermata.
Altri studiosi fanno notare che se alla realizzazione di test predittivi non corrisponde un'efficacia della cura per il tumore individuato, allora l'anticipazione diagnostica rischia di non essere giustificata. Unanime è invece il parere positivo sui programmi di diagnosi precoce per il carcinoma della mammella, del colon retto, della cervice uterina, del melanoma e della prostata.
E nel futuro ci sarà la “prevenzione totale” Individuare i soggetti a rischio prima che sviluppino la malattia, è questo l'obiettivo della prevenzione totale. A partire dalla genetica, per ogni tumore si potrà individuare il danno causato dalla malattia nel DNA. Facciamo un esempio: il fumo di sigaretta danneggia un particolare cromosoma il quale, attraverso almeno 20 passaggi (mutazioni) diversi, arriva a produrre delle cellule pretumorali nel tessuto del polmone. Non si tratta ancora di cancro ma di una sua anticipazione: infatti, da questo momento potrebbero passare anche anni prima che la patologia si possa manifestare. È questo allora il momento giusto per intervenire con delle molecole "intelligenti" che colpiscano il bersaglio e ripristino le funzioni perse o alterate del patrimonio genetico, bloccandone lo sviluppo in cellule cancerose. In questa ottica, per l'anticipazione del tumore al polmone si sta lavorando, per la messa a punto di un test che andrà a individuare materiale genetico prodotto dalle cellule tumorali.
Così attraverso un semplice prelievo di sangue si riuscirà a snidare il tumore al polmone proprio al suo esordio. Nel caso del tumore al colon questo test potrebbe sostituire l'endoscopia, esame fastidioso che non viene praticato quanto sarebbe necessario. Per i tumori causati da infezioni virali si procederà invece sempre più servendosi della vaccinazione. Un esempio è dato dai virus dell'epatite B e C, cause della cirrosi epatica, che può a sua volta sfociare in cancro. Il vaccino, obbligatorio in Italia dagli anni novanta per tutti i neonati, può essere considerato il primo vaccino anticancro. Allo stesso modo in futuro sarà possibile vaccinarsi contro il Papiloma virus, responsabile nelle donne dell'insorgenza del tumore al collo dell'utero e di quello contro l'Helicobacter pylori, concausa del cancro allo stomaco. L'obiettivo finale è quello di arrivare a una mappa del rischio personale, elaborazione che tiene conto della predisposizione genetica, dell'ambiente e delle abitudini di ogni paziente.
ALIMENTAZIONE E TUMORI Abitudini alimentari errate, protratte giorno dopo giorno per anni, spiegano l'aumento di incidenza di alcuni tipi di tumore nei Paesi sviluppati, molto più rari nelle popolazioni rimaste fedeli a modelli nutrizionali tradizionali. Si tratta soprattutto dei tumori dello stomaco, del colon, dell'esofago, della mammella, dell'utero, dell'ovaio, della prostata, del pancreas e del fegato. Inoltre un'alimentazione corretta gioca un ruolo decisivo nella prevenzione di malattie cardiovascolari e metaboliche.
Errori Alimentari Sono sotto accusa soprattutto l'eccesso di grassi e calorie, la carenza di fibre, di vitamine e di minerali, l'elevato consumo di bevande alcoliche e di alimenti affumicati o conservati sotto sale. Nutrirsi bene non significa sempre fare delle rinunce: frutta e verdura, oltre ad essere i migliori alleati della salute, portano gusto e allegria sulla nostra tavola. Il nostro corpo è costituito da quantità variabili di acqua, proteine, grassi, zuccheri e sali minerali. Ognuno di questi elementi è indispensabile per il buon funzionamento del nostro organismo. Il sistema per mantenere costante l'equilibrio fra le sostanze che compongono il nostro corpo è quello di un giusto apporto delle stesse tramite l'alimentazione. Un’alimentazione bilanciata è la migliore prevenzione ai cancerogeni veicolati con gli alimenti; essa deve essere varia e prediligere i cibi poco raffinati o manipolati. La dieta tipica delle popolazioni mediterranee è già di per sé varia e completa a differenza di quella delle popolazioni nordiche o americane in cui gli zuccheri raffinati ed i grassi sono preponderanti.
Carenze e cancro Un basso quantitativo di vitamine A e C può favorire l’insorgenza dei tumori della pelle e dell’apparato digerente; una grossa carenza di proteine facilita il cancro allo stomaco; una carenza di fibre vegetali facilita l’insorgenza del cancro all’intestino. Eccessi e cancro Un eccesso di grassi favorisce l’insorgenza del cancro del colon-retto e anche una dieta troppo ricca di proteine di origine animale può causare diversi guai, aumentando tra l’altro il rischio per alcuni tipi di tumore. Infine, l’eccesso alimentare è la prima causa del sovrappeso e dell’obesità, a loro volta responsabili di causare svariati problemi. Uso del sale Un altro punto importante è di utilizzare modiche quantità di sale per condire gli alimenti. Elevati consumi di sale favoriscono l’insorgenza delle malattie cardiovascolari e di tumori allo stomaco, all’esofago e ad altri organi dell’apparato digerente
L'importanza delle fibre Nella dieta è necessario tenere conto anche di un giusto quantitativo di fibre vegetali, vitamine e sali minerali. Una regolare assunzione di tali alimenti costituisce un buon fattore protettivo per quanto riguarda alcune neoplasie ed altre malattie. Tutti i vegetali sono ricchi di queste sostanze, quindi è consigliabile consumare quote elevate di frutta, verdura e cereali. Una buona regola per garantire un sufficiente apporto di fibre è quella di consumare tutti i giorni almeno cinque porzioni di frutta, verdura o cereali integrali. Non è difficile, se si tiene presente che una 'porzione' può essere ad esempio un frutto di medie dimensioni, un contorno di verdura, un piatto d'insalata, un bicchiere di spremuta. Questi alimenti assicurano anche l’assimilazione di diverse vitamine che svolgono un’importantissima funzione di protezione.
Vitamine e salute Alcune vitamine hanno un effetto protettivo verso molti tipi di tumore, in particolare quelle con azione antiossidante come la A, la C e la E. L'effetto protettivo pero' si ottiene assumendo le vitamine con il cibo, e non sotto forma di integratori e di supplementi.
OVERWEIGHT AND OBESITY ACCOUNT FOR 10% to 20% OF CANCER DEATHS IN THE US
Men RR
• Prostate 1.34 • Non-Hodgkin’s 1.49 lymphoma • All Cancers 1.52 • Kidney 1.70 • Multiple Myeloma 1.71 • Gall Bladder 1.76 • Colorectal 1.84 • Esophagus 1.91 • Stomach 1.94 • Pancreas 2.61 • Liver 4.52
Women RR
• Multiple Myeloma 1.44 • Colorectal 1.46 • Ovarian 1.51 • Liver 1.68 • All Cancers 1.88 • Non-Hodgkin’s 1.95 lymphoma • Breast 2.12 • Gall Bladder 2.13 • Esophagus 2.64 • Pancreas 2.76 • Cervix 3.20 • Kidney 4.75 • Uterus 6.25
Calle and Thun, Oncogene 2004; RRMortality comparing BMI 30-40 versus 18.5-24.9
COVERGENCE OF ADIPOCYTE AND
MACROPHAGE FUNCTIONS IN OBESITY
Obesity and Chronic Inflammation
Adipocyte & Macrophage: Lipid storage , Cytokine
Xu et al., J Clin Invest 2004
Increase of circulating C-reactive protein Indicates a persistent low-grade inflammation in adipose tissue in conditions of overweight & obesity
USO DEL SALE
• Un altro punto importante è di utilizzare modiche quantità di sale per condire gli alimenti, tenendo conto che essi già ne contengono naturalmente una quota e prestare attenzione a tutti quei cibi che vengono conservati anche con l’aiuto del sale. Elevati consumi di sale favoriscono l’insorgenza delle malattie cardiovascolari e di tumori allo stomaco, all’esofago e ad altri organi dell’apparato digerente.
CONSERVANTI E ADDITIVI
• Per prima cosa bisogna sottolineare il fatto che l'aggiunta di additivi alimentari, quando effettuata a regola d'arte, consente di conservare i cibi in modo da evitare ben più pericolose contaminazioni da parte di batteri, funghi, parassiti, ecc., responsabili di malattie a volte molto gravi e in alcuni casi addirittura mortali (es. il botulismo o il cancro al fegato per aflatossine). Tuttavia, alcuni conservanti possono venire usati anche per scopi puramente estetici, come i nitrati e nitriti che vengono utilizzati per dare un colore rosso a carni lessate in scatola e insaccati e che possono reagire nello stomaco con ammine e amidi formando composti nitrati dotati di attività cancerogena (nitrosammine).
Alimenti e cancro
EVIDENCE DECREASED RISK INCREASED RISK
Convincing Physical activity (colorectum) Overweight and obesity (oesophagus,
colorectum, breast, endometrium, kidney)
Probable
Fruit and vegetables (oral cavity, stomach,
colorectum). Physical activity (breast)
Preserved meat (colorectum) oesophagus. Salt-preserved foods
and salt (stomach). Very hot (thermally) drinks & food (oral
cavity, pharynx, oesophagus
Possible/ insufficient
Fibre, soya, fish, n-3 fatty acids, carotenoids,
vitaminsB2, B6, folate B2, B6, folate, B12, C,D,
E, calcium, zinc, selenium,non-nutrient plant constituents, (eg
allium, lignans, compounds, flavnoids,
isoflavones)
Animal fats, heterocyclic amines, polycyclic aromatic hydrocarbons,
nitrosamines
http://www.who.int/dietphysicalactivity/publications/facts/cancer/en/
Vegetali e sostanze anticancro
ISOTIOCIANATI Sono enzimi che convertono gli estrogeni in sostanze meno nocive e possono bloccare la produzione di steroidi.Si trovano nei broccoli, cavolini di Bruxelles, cavolfiori e verze oltre che nei semi di senape.
POLIFENOLI Sono contenuti nelle mele, nelle cipolle, nel tè verde e possono essere utili per i loro effetti antiossidanti.
LICOPENE E' contenuto nei pomodori e ha proprietà anticancro.
ACIDO FOLICO Secondo studi recenti ha un effetto protettivo. E’ contenuto negli avocado, nelle banane, nei piselli e fagiolini ma soprattutto nelle verdure a foglia verde (spinaci ed erbette). VITAMINA D Bassi livelli di vitamina D aumentano il rischio. Questa vitamina si produce con l’esposizione alla luce solare.
VITAMINA C Ha un effetto antiossidante e quindi è protettiva.
FITOESTROGENI Si tratta di sostanze simili agli estrogeni prodotti dal corpo umano, ma presenti nei vegetali, soprattutto nella soia e nei suoi derivati. Hanno un effetto più blando sulla mammella e inibiscono la produzione di estrogeni nell’organismo, quindi ne limitano l’effetto negativo sul seno.
RADICALI LIBERI
Sottraggono elettroni ad altre molecole per
completare il loro ottetto
Molecole o frammenti di molecole che hanno
uno o più elettroni spaiati negli orbitali esterni
MOLECOLE
BERSAGLIO:
Acidi nucleici
Proteine
Membrane biologiche
STRESS OSSIDATIVO
FATTORI CHE INFLUENZANO UN’
IPERPRODUZIONE DI RADICALI LIBERI
DIETE SBILANCIATE
FUMO
ALCOOL INQUINAMENTO
RAGGI SOLARI
ESERCIZIO FISICO
INTENSO
RADICALI LIBERI
ridotta fluidita’ di membrana
perossidazione dei PUFA
(poliunsatured fatty acid)
compromessa attività cellulare
NEOPLASIE
Malattie
CARDIOVASCOLARI
INVECCHIAMENTO
MECCANISMI DI SMALTIMENTO
DEI RADICALI LIBERI
ENDOGENI
Sistemi enzimatici:
• Superossidodismutasi
• Catalasi • Glutatione perossidasi
• Desaturasi
• Ac.lipoico Molecole chelanti i metalli:
• Albumina • Ferritina • Transferrina • Ceruloplasmina
ESOGENI
Dieta:
• Antiossidanti • Grassi polinsaturi
ANTIOSSIDANTI SOLUBILITA’ RDA M/F DOVE
vit. A
Vit. C
Vit. E
Licopene
Bioflavonoidi
GTE (green tea extract)
Sali di Mg,Zn
Se, Cr
Grassi poliinsaturi
Acidi grassi (Omega 6)
Acidi grassi (Omega 3)
liposolubile
idrosolubile
liposolubile
liposolubile
Idrosolubile
1000/800RE
60/60 mg
10/8 mg
1.7/1.3 mg
5 gr
5-6 gr
Frutta gialla, arancione o verde scura
Frutta acidula, ortaggi a gemma
Fegato,uova
Pomodoro
Cereali,carne,latte,
Te’ verde
Olio d’oliva
Semi vegetali
Pesce
Percentuali di tumori prevenibili con dieta, attività fisica
e peso regolare (World Cancer Research Fund, 2009)
PERCENTAGE OF CANCERS THAT COULD BE PREVENTED VIA HEALTHY DIET, REGULAR PHYSICAL ACTIVITY AND HEALTHY WEIGHT
US UK Brazil China
Endometrium
(lining of the uterus) 70 56 52 34
Esophagus 69 75 60 44
Mouth, pharynx & larynx 63 67 63 44
Stomach 47 45 41 33
Colon 45 43 37 17
Pancreas 39 41 34 14
Breast 38 42 28 20
Lung 36 33 36 38
Kidney 24 19 13 8
Gallbladder 21 16 10 6
Liver 15 17 6 6
Prostate 11 20 n/a n/a
These 12 cancers
combined 34 39 30 27
Recommendations for Cancer
Prevention
1.Be as lean as possible without becoming underweight. 2.Be physically active for at least 30 minutes every day. 3.Avoid sugary drinks. Limit consumption of energy-dense foods (particularly processed foods high in added sugar, or low in fiber, or high in fat). 4.Eat more of a variety of vegetables, fruits, whole grains and legumes such as beans. 5.Limit consumption of red meats (such as beef, pork and lamb) and avoid processed meats. 6.If consumed at all, limit alcoholic drinks to 2 for men and 1 for women a day. 7.Limit consumption of salty foods and foods processed with salt (sodium). 8.Don't use supplements to protect against cancer. Special Population Recommendations
1.It is best for mothers to breastfeed exclusively for up to 6 months and then add other liquids and foods. 2.After treatment, cancer survivors should follow the recommendations for cancer prevention. And always remember – do not smoke or chew tobacco.
Ruolo del Farmacista nella
prevenzione dei tumori • - Consigliare i clienti alla dissuefazione dal
fumo di sigaretta e ad un uso moderato dell’alcol
- Costruire una mappa del rischio personale,
tenendo conto della predisposizione genetica,
dell'ambiente e delle abitudini di ogni
paziente.
- Dare indicazioni sugli alimenti protettivi
- Dare consigli sulla prevenzione del melanoma e dei cancri cutanei
- Partecipare attivamente alle giornate nazionali e mondiali e alle attività di prevenzione delle ASL
FAQ • Descriva l’epidemiologia e la prevenzione del
cancro colo-rettale
• Descriva l’epidemiologia e la prevenzione del
cancro dello stomaco
• Descriva l’epidemiologia e la prevenzione del
cancro polmonare
• Descriva l’epidemiologia e la prevenzione del
cancro epatico
• Descriva l’epidemiologia e la prevenzione del
cancro cutaneo e del melanoma
• Qual è il ruolo del farmacista nella prevenzione
dei tumori?