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PRINCIPI DI EDUCAZIONE SANITARIA
Prof. Silvano Monarca
Università degli Studi di PerugiaFACOLTÀ DI SCIENZE POLITICHE
- CORSO DI MEDICINA SOCIALE -
Università degli Studi di Perugia
FACOLTÀ DI FARMACIA
- CORSO DI IGIENE E SANITA’ PUBBLICA -
Indice
• Stili di vita e salute
• Fattori patogeni e fattori salutogeni
• Che cos’è l’educazione sanitaria
• Metodi e strumenti per l’ES
• Informazione sanitaria e ES
• Caratteristiche di una comunicazione efficace
• Partecipazione e rilevazione dei bisogni
• Il marketing sociale
• Mass media e salute
Gli stili di vita condizionano
notevolmente la nostra salute
Gli stili di vita che influenzano la salute
Malattie cardiovascolari
Cardiopatie
Attacco cardiaco
Ipertensione
Aliment. sbagliata o eccessiva
Abuso dialcol
Tabagismo Mancanza di
eserciziofisico
Stress Inquinam. atmosfer
.
+ +
+ + + + + + + +
+ ++ ++ ++
+
+ + + + + + + ++
Cancro
Colon-retto
Polmone
Bocca
Stomaco
+ +
++ +
+ + +
+
Malattie respiratorie + + + +
Gli stili di vita che influenzano la salute
Cirrosi
Aliment. sbagliata o eccessiva
Abuso dialcol
Tabagismo Mancanza di
eserciziofisico
Stress Inquinam. atmosf.
+ +
+ + + + + + + +Diabete
Osteoporosi
Ulcera gastrica
Disturbi alimentari
+ + ++ + ++
++ + + +
+ ++ ++ +
+ +
DALY = disability-adjusted life years
Evoluzione degli interventi di sanità
pubblica• Interventi di prevenzione sul singolo (vaccinazioni,
igiene personale, alimentazione) e sulla comunità (igiene ambientale, acqua potabile, fluoro,ecc.)
• Interventi di educazione sanitaria rivolti al cambiamento degli stili di vita personali
• Presa di coscienza dell‘azione sociale (Alma-Ata, 1978)
• Servizio Sanitario Nazionale (1978): la prevenzione ha un ruolo fondamentale
• Promozione della salute (Carta di Ottawa, 1986)
• considera i determinanti sociali molto influenti
Prevenzione primaria e ES
Malattie infettive Malattie croniche Incidenti e infortuni
Educazione sanitaria Educazione sanitaria Educazione stradale
Vaccinazioni Campagne contro il fumo Cinture di sicurezza e uso del casco
Disinfezione Limitazioni all’uso di alcol Controlli dell’alcolemia
Sterilizzazione Lotta alla droga Norme antincendio
Notificazioni casi Norme antinquinamento Protezione dei lavoratori
Controlli alimenti (HACCP) Impianti elettrici a norma
Controlli acque potabili Limiti di velocità
Prevenzione secondaria e terziaria
e ES
• Educazione sanitaria dei pazienti
incentrato sulle esigenze dell‘individuo (es.
group care per il diabete)
• Adesione alle terapie (compliance)
• Counseling
• Gruppi di auto-aiuto (AA e alcol)
COS'E' l'EDUCAZIONE SANITARIA
L'Educazione Sanitaria (ES) è una componente essenziale della difesa e della promozione della salute
"L'ES è un processo educativo che tende a responsabilizzare i cittadini nella difesa della salute propria e altrui”
(Seppilli, 1980)
"L'ES è l'insieme degli interventi di informazione, educazione e formazione che sono rivolti a sviluppare stili di vita che
promuovono la salute e di comportamenti positivi nei confronti della salute sia a livello individuale che comunitario”
(OMS, 1985)
Altre definizioni
• Più recentemente l‘OMS ha definito l‘educazione sanitaria come ―ogni combinazione di esperienze educative programmate per aiutare gli individui e le comunità a migliorare la propria salute, aumentando le loro conoscenze o influenzando i loro atteggiamenti”. http://www.who.int/topics/health_education/en/
• Inoltre l‘OMS l‘ha definita anche come “un insieme di opportunità educative di comunicazione allo scopo di migliorare l’alfabetizzazione sanitaria (health literacy), lo sviluppo di abilità per la vita (life skills) volte alla salute dell’individuo e della comunità”.
Evoluzione dell‘educazione
sanitaria• Sviluppo notevole negli anni ’60 (focus su comportamenti
individuali)
• Viene introdotta l‘ES in Italia dal Prof. A. Seppilli dell‘Università di Perugia
• Conferenza di Alma-Ata (1978) inizio della trasformazione in senso sociale
• Servizio Sanitario Nazionale (1978): l‘ES ha un ruolo fondamentale
• Carta di Ottawa (1986) enfasi sui determinanti sociali di salute: l‘ES sposta l‘interesse dall‘individuo alla società; ES non solo come strategia per cambiare gli stili di vita, ma anche come mezzo per capire le influenze sociali sul comportamento e per chiedere trasformazioni sociali
• L’ES è una componente della promozione della salute e si interessa non solo dei fattori patogeni ma anche dei fattori salutogeni: che cosa fa bene alla salute?
Storia dell‘ES:Approcci diversi
• L’ approccio direttivo (o prescrittivo-esortativo), modello storicamente più noto e diffuso. Si fonda sull’idea che l’educazione sanitaria debba essere intesa come una relazione asimmetrica tra chi (l’operatore sanitario) sa che cosa la gente dovrebbe fare per tutelare la propria salute e chi invece (l’ individuo) ha bisogno di essere persuaso a fare certe cose ritenute utili e ad evitarne altre ritenute dannose.
• L’ approccio “educativo” mira a fornire conoscenze e a garantire la comprensione dei problemi di salute (comunque scelti dall’educatore), in modo tale da favorire l’analisi autonoma da parte del destinatario dei propri comportamenti e delle proprie abitudini ed a prendere decisioni consapevoli per la propria salute.
• L’approccio centrato sul destinatario presenta una caratteristica peculiare, cioè quella di operare sul destinatario dell’intervento educativo partendo proprio dai suoi bisogni di informazione e di conoscenza, allo scopo di favorire scelte consapevoli ed autonome prese dal destinatario sulla base dei propri interessi e valori.
• L’approccio volto al cambiamento sociale si propone di modificare l’ambiente in modo da permettere o facilitare le scelte per una vita più sana, intervenendo a livello politico e sociale.
Interventi integrati: •politici •legislativi •sociali •sanitari •culturali
Stili di vita
Ambiente
SALUTEQualità della vita
Si basa su:-una visione positiva della salute- partecipazione
PROMOZIONE DELLA SALUTE
Sistema sanitarioPolitica
LegislazioneEconomia
Educazione
Si rivolge:alla popolazione intera
Educazione Sanitaria
PROMOZIONE DELLA SALUTE
Prevenzione
IL SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE
Legge n. 833 del 23 dicembre 1978
ART. 1
La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della
collettività mediante il servizio sanitario nazionale………..
ART. 2
Il conseguimento delle finalità è assicurato mediante:
1. la formazione di una moderna coscienza sanitaria sulla base di un'adeguata educazione
sanitaria;
2. la prevenzione delle malattie e degli infortuni in ogni ambito di vita e di lavoro;
3. la diagnosi e cura degli eventi morbosi;
4. la riabilitazione degli stati di invalidità e di inabilità somatica e psichica;
5. la promozione e la salvaguardia della salubrità e dell'igiene dell'ambiente naturale di
vita e di lavoro;
6. l'igiene degli alimenti e delle bevande;
7. la disciplina della sperimentazione, produzione, immissione in commercio e
distribuzione dei farmaci;
8. la sicurezza del lavoro;
9. le scelte responsabili di procreazione;
10. la promozione della salute nell'età evolutiva;
11. la tutela della salute degli anziani;
12. la tutela della salute mentale;
13. l'identificazione e l'eliminazione degli inquinamenti.
OPERATORI ED ORGANISMI CHE INTERVENGONO NELL’EDUCAZIONE SANITARIA
MediciFarmacisti
Associazioni sportivee del tempo libero
Volontariato
Mass media
UniversitàASL
Parrocchie
Sindacati
Famiglia
Scuola
Assistenti socio-sanitari
Convinzioni errate
sull’educazione sanitaria• L’educazione sanitaria è un’attività
semplice, facile da realizzare
• L’educazione sanitaria non serve a
prevenire le malattie
• L’educazione sanitaria è sempre utile
•L’educazione sanitaria = promozione
della salute
•L’educazione sanitaria = informazione
sanitaria
I comportamenti sono la risultante di vari fattori:
• informazioni provenienti dalle nostre passate
esperienze
• struttura di personalità
• atteggiamenti, valori, opinioni, competenze,
conoscenze ecc.
•ambiente fisico e sociale
Non basta informare per cambiare i
comportamenti
INFORMAZIONE E EDUCAZIONE SANITARIA
L'Informazione Sanitaria è un processo di
comunicazione che trasmette:
• conoscenze teoriche (il sapere)
L'Educazione Sanitaria è un processo di
comunicazione più complessa che trasmette:
- conoscenze teoriche (il sapere)
- azioni, abilità tecniche o manuali (il saper fare)
- valori, capacità comunicative e relazionali (il saper
essere)
Obiettivi dell’educazione
sanitaria• a) obiettivi cognitivi (area del sapere), quando lo scopo è,
ad esempio, quello di migliorare il patrimonio di conoscenze e di informazioni posseduto dall’individuo (es.: aumentare le sue conoscenze circa i possibili danni legati all’abuso di alcol);
• b) obiettivi affettivi (area del saper essere), quando ciò che si intende mutare sono gli atteggiamenti o i valori di un individuo, i significati emotivi che egli attribuisce a certe abitudini o alcune sue capacità relazionali (es.: aumentare la capacità di rifiutare l’offerta di alcol da parte degli amici, senza che questo determini la paura di sentirsi rifiutato o non apprezzato da loro);
• c) obiettivi di comportamento (area del saper fare) quando il mutamento che si intende produrre nell’individuo riguarda le sue abilità, il suo comportamento, le sue abitudini (es.: ridurre il consumo giornaliero di bevande alcoliche; miglirae l’igiene orale, ecc.).
FINALITA' EDUCATIVEDELL'EDUCAZIONE SANITARIA
- Acquisire la coscienza della propria salute
- Aumentare le conoscenze (aggiornate,
complete, chiare, comprensibili)
- Migliorare la consapevolezza dell'individuo
- Aiutare l'individuo a prendere decisioni
- Aiutare l'individuo a cambiare i
comportamenti
- Promuovere un cambiamento sociale in senso
migliorativo
Livelli di ES
• Esistono due livelli o modalità di educazione sanitaria:
• 1. formale (o esplicita): si realizza ogni volta che qualcuno, in maniera esplicita e soprattutto intenzionale, cerca di insegnare a qualcun altro cosa sapere o come comportarsi per tutelare la propria salute;
• 2. informale (o implicita): passa in modo non intenzionale (assorbita spesso in modo inconsapevole) attraverso le relazioni quotidiane, i discorsi di tutti i giorni, l‘osservazione del comportamento altrui, l‘identificazione con persone- modello, ecc.
Fattori che intervengono nel determinare
i comportamenti relativi alla salute
• conoscenze sull’argomento
• percezione del rischio
• attitudine al rischio
• autostima (valutazione sulle informazioni riguardanti se stessi)
• autoefficacia (percezione della propria abilità ad attuare un comportamento)
• locus of control (responsabilità/fatalismo; persone con locus interno si sentono capaci di determinare gli eventi della loro vita, mentre persone con locus esterno tendono a dare colpa o merito di ciò che gli succede a cause esterne da sé )
• competenza comunicativo-relazionale
• fattori ambientali (influenze sociali e culturali, religiose, normative, ecc.)
I comportamenti sono influenzati da
diversi fattori• fattori individuali (l‘atteggiamento dell‘individuo
influenza il suo comportamento;
• fattori interpersonali (influenza di amici o parenti):
• fattori istituzionali o organizzativi (influenza dell‘ambiente di lavoro o del quartiere);
• fattori comunitari (influenza dell‘organizzazione del quartiere);
• fattori politici, sociali ed economici (influenza delle politiche per la salute, incentivi economici per scelte sane, pubblicità).
I comportamenti relativi alla salute
(health behavior)• I comportamenti riferiti alla salute (health
behavior) secondo l‘OMS sono ―ogni azione intrapresa da un individuo, senza prendere in considerazione il proprio stato attuale o percepito di salute, allo scopo di proteggere, promuovere o mantenere la salute‖. David Goochman lo ha definito come “quegli attributi personali, quali credenze, aspettative, motivi, valori, percezioni, e i modelli comportamentali e abitudini che sono correlate con il controllo, il recupero ed il miglioramento della salute ( ).
I determinanti degli stili di vita
Caratteristiche della
gente
Caratteristiche del
luogo
Salute della popolazione
Stili di vita della popolazione
I comportamenti riferiti alla salute
• comportamenti preventivi nei confronti della salute, ogni comportamento di un individuo che si reputa sano e che cerca di prevenire le malattie o di diagnosticarle precocemente;
• comportamenti di chi si crede malato (illness behavior): ogni attività intrapresa da un individuo che si percepisce malato, per definire il proprio stato di salute e per scoprire un rimedio adatto;
• comportamenti del malato (sick-role behavior): ogni attività di chi si considera malato, allo scopo di stare bene (adesione alle terapie).
I comportamenti si possono
cambiare
http://www.prb.org/pdf05/promotinghealthybehavior_eng.pdf
Modello della “azione pianificata
PERCEZIONE DEL RISCHIOconoscenze:
comportamenti a rischio,
probabilità di ammalare,
gravità
COMPORTAMENTO
SALUTARE
conoscenza degli interventi
convinzione dell’efficacia
autoefficacia
Influenze sociali
(giudizi, aspettative,
accessibilità ecc.)
CALCOLO COSTI/BENEFICI
I modelli di cambiamento degli stili
di vita
Modello trans-teorico degli stadi nel
cambiamento degli stili di vita (1)Modello di cambiamento in 5 fasi*
1. Pre-ContemplazioneL‘individuo non ha intenzione di modificare il proprio comportamento ad alto rischio in prevedibile futuro (6 mesi) perché:
- non è cosciente del rischio a lungo termine
- è scoraggiato circa la propria capacità di operare il cambiamento e preferisce non pensarci
- Ha un atteggiamento di difesa nei confronti della pressione sociale a cambiare
E‘ uno stadio molto stabile
2. ContemplazioneL‘individuo intende seriamente modificare il proprio comportamento entro i sei mesi successivi. Nonostante questo rimangono in questo stadio per lunghi periodi (anni) sostituendo il pensiero all‘azione. I soggetti in questa fase NON DOVREBBERO entrare in programmi di modifiche dello stile di vita (cessazione del fumo, esercizio fisico, dieta).
Insistere sull‘informazione e le motivazioni per muoverli allo stadio successivo.
* Prochaska JO et al. Americ Psychologist 1992;47:1102-14
Modello trans-teorico degli stadi nel
cambiamento degli stili di vita li (2)
3. PreparazioneL‘individuo intende attivarsi rapidamente (entro il mese successivo). Ha un piano di azione ed ha iniziato a mettere in atto piccoli cambiamenti: sul numero di sigarette o sulla dieta. In questa fase deve essere spinto il passaggio all‘azione attraverso la dimostrazione dell‘associazione tra i sintomi e lo stile di vita, la malattia in altri membri della famiglia etc..
4. AzioneModifica evidente dello stile di vita nei 6 mesi precedenti (ad es. cessazione del fumo). Stadio ad alto rischio di instabilità per fattori:
intra-personali (auto-efficacia percepita)
inter-personali (supporto sociale)
ambientali (esposizione ad es. al fumo)
5. MantenimentoDa 6 mesi a 5 anni dopo la modifica comportamentale (per il fumo 1 anno di astinenza è considerato ―successo‖)
Precontemplazionenon si pensa di cambiare
Contemplazionesi pensa di cambiare
Preparazioneci si prepara a cambiare
Azionesi cambia
Mantenimento
Si mantiene il cambiamento
Ricaduta
Modello degli stadi del cambiamento (Di Clemente Prochaska)
Processi di
cambiamento
Bilancia
decisionale
autoefficacia
sedentarietàattività fisica
Come si apprende?
Spiegare apprendere
La maggioranza dell’apprendimento avviene
Osservando
Ascoltando ponendosi domande
cercando risposte
sperimentando
La strategia esperienziale è
solitamente più efficace
• Intervento di igiene orale nel Minnesota
• Intervento di educazione alimentare con software
per il calcolo dei nutrienti
• Interventi contro il tabagismo con esperimenti
• Interventi di educazione ambientale basati sulla
ricerca, azione e su dilemmi
• Interventi nei quali i destinatari diventano
educatori (peer education)
Il curricolo nascosto è più “educativo”
di quello esplicito
Strategia sistemica per promuovere
comportamenti salutari
• rafforzare l’autostima: avere interesse, considerazione e rispetto. Essere attenti a dare gratificazioni
• rafforzare l’autoefficacia: addestramento per tappe
• rafforzare la responsabilità personale
• sviluppare le competenze comunicativo-relazionali
L'EDUCAZIONE SANITARIA E' COMUNICAZIONE
L'ES si concretizza attraverso un processo di comunicazione di informazioni, di esperienze e di ricerca di soluzioni:
EMITTENTE RICEVENTE
MESSAGGIO
CODICE
canale condizionidi ricezione
codifica decodifica
MODELLO DI COMUNICAZIONE
DI SHANNON E WEAVER
EMITTENTEun individuo
o un gruppo
INTERFERENZE
MESSAGGIO
Trasmesso attraverso un CANALE e
sottoforma di un CODICE RICEVENTE
contesto
Strategia comunicativa
- comunicazione unidirezionale: emittente → ricevente
(manifesti, opuscoli, spot televisivi e radiofonici ecc.)
- comunicazione bidirezionale: emittente ↔ ricevente
(operatore sanitario-paziente, insegnante-classe ecc.)
- comunicazione di gruppo:
1. NON SI PUÒ NON COMUNICARE
2. TUTTO E’ COMUNICAZIONE
(ogni comunicazione è comportamento e ogni
comportamento è comunicazione)
3. COMUNICAZIONE EFFICACE
(il fine della comunicazione risiede nel risultato
ottenuto e non nelle intenzioni)
LE TRE LEGGI FONDAMENTALI
DELLA COMUNICAZIONE
I LIVELLI
DELLA COMUNICAZIONE UMANA
VERBALE
parole, concetti espressi, contenuto vero e
proprio della comunicazione
PARAVERBALE
tono, timbro di voce, sequenza,
durata delle pause
NON VERBALE
il linguaggio del corpo
(posture, movimenti, gesti, espressioni del volto)
Il 90%
della
comunicazione
è
non verbale
Health Communication
La comunicazione è una strategia chiave per fornire informazioni alla popolazione sui temi della salute e per mantenerli in primo piano nelle agende pubbliche.
… la comunicazione sta divenendo sempre più un importante fattore per dare maggiore empowerment alle singole persone e alle comunità.
Health Promotion Glossary, OMS 1998
Il processo della comunicazione e
le variabili coinvolte
EMITTENTEcredibilitàetà/sesso
culturalinguaggiocapacità
comunicative
MESSAGGIconsigli personali
non verbaliscritti
immagini
CANALIradio & TV
giornaliopuscoli
colloqui personalipiccoli gruppi
canzoniteatro e cinema
internet
RICEVENTEeducazione
alfabetizzazionecultura
interessifonti credibili
feedback
L‘efficacia del processo di comunicazione dipende da numerose
caratteristiche della fonte emittente, del tipo di messaggio e dei canali scelti
per comunicare e dalle caratteristiche del soggetto ricevente
PROCESSO DI COMUNICAZIONE INFORMATIVO
Comunicazione unidirezionale o indiretta che si realizza senza prevedere la possibilità di un ritorno (feed back) da parte dei riceventi.
La comunicazione di massa (radio, TV, film, stampa) fa parte della comunicazione unidirezionale ed è utilizzata per l'educazione sanitaria per l'elevato numero di persone che può raggiungere.
EMITTENTE DESTINATARIO
MESSAGGIO
Comunicazione unidirezionale
è sostanzialmente informativa
raggiunge molte persone in poco tempo
raggiunge chi ne ha meno bisogno ma è
più propenso a raccogliere il messaggio
è poco efficace (ma può essere molto
efficiente)
La conoscenza va data,
ma per essere utile o produttiva
deve tenere conto di questi processi:
dissonanza cognitiva
attribuzione causale
difensiva
• La conoscenza di per sé non motiva al cambiamento• La conoscenza è una precondizione necessaria ma non sufficiente
QUINDI
INSUFFICIENZA APPROCCIO INFORMATIVO
1
2
ESEMPIO
• Un individuo fuma e struttura un insieme dicredenze coerenti con questo comportamento
• È costretto a confrontarsi con una nuova
conoscenza sulla nocività del fumo
A questo punto ci sono due possibilità
1
1) La nuova conoscenza mette in crisi
il sistema di coerenza dell’individuo
e mobilita il cambiamento
l’individuo decide di smettere di fumare, ovvero cambia il suo comportamento:
il disagio è risolto
RIPORTA COERENZA TRA IL SUO PENSIERO ED IL SUO COMPORTAMENTO
1
2) La nuova conoscenza mette in crisi
il sistema di coerenza dell’individuo
ma non riesce a mobilitare il cambiamento
l’individuo decide di non smettere di fumare,
quindi lo stato di DISSONANZA
(tra il sapere che il fumo fa male
ed il continuare a fumare)
sarà risolto in altro modo
1
LA PERSONA SELEZIONA LE INFORMAZIONI SUL FUMO CHE
GIUSTIFICANO IL SUO COMPORTAMENTO :
FUMARE FAMALE, DEVE SMETTERE!
Conosco un sacco di medici che
fumano….
1
L’ATTRIBUZIONE CAUSALE DIFENSIVA
… tendenza a:
• attribuire la causa all’esterno e non al proprio comportamento
• selezionare i ricordi del passato in questo senso
• negare la prevedibilità delle conseguenze
2
ESEMPI DI ATTRIBUZIONE CAUSALE DIFENSIVA:
Non possofar niente per
evitare il cancro
Non ho mai fattoniente di
rischioso eppure mi sono
ammalato lo stesso
2
PROCESSO DI COMUNICAZIONE EDUCATIVO
Comunicazione bidirezionale o diretta che si attua nella comunicazione interpersonale e che permette di valutare se il messaggio è stato ricevuto ed interpretato correttamente (decodifica) dai riceventi (feed-back).
DESTINATARIOEMITTENTE
MESSAGGIO
Permette di adeguare il messaggio al riceventePermette di modulare la comunicazione in tempo reale
Presupposti per una
comunicazione efficace
• avere interesse per il soggetto con cui
comunichiamo come persona
• volere ascoltare e quindi imparare a stare
zitti
• avere consapevolezza che non è semplice
comunicare bene
Alcuni consigli per ascoltare
• dare tempo all’interlocutore
• aiutare a parlare tramite:
- il silenzio attento
- domande aperte (“Come va?”, “Che mi dici?” ecc.)
- invogliare a continuare quando si interrompe
- riformulare (es. studente “In teoria è giusto ma poi uno come fa!?”, educatore “Pensi che ti sia difficile seguire questi consigli, in particolare quali?”)
- riassumere chiedendo conferma dell’interpretazione
Elementi per una comunicazione
persuasiva e convincente
• Emittente:
- autorevolezza: professione, ruolo, storia, linguaggio, sicurezza look
- simpatia: interesse, capacità d’ascolto, giovialità
• Messaggio:
- comprensibilità
- veridicità
- numerosità delle argomentazioni
- forza delle argomentazioni
Barriere comunicative
-Fisiologiche (difficoltà auditive, età)
-Psicologiche (disturbi emotivi)
-Culturali (lingua, conoscenze,
istruzione, abitudini, credenze, religione)
Caratteristiche di una comunicazione
efficace• E’ accurata
• E’ chiara
• Prende in considerazione il background culturale del target
• Raggiunge il target
• E’ coerente: informazioni univoche, non contraddittorie nel tempo o fra fonti diverse
• E’ ripetuta: informazione continua o ripetuta per mantenere e rinforzare l’impatto sul pubblico e raggiungere nuove generazioni
• Presenta sia i rischi che i benefici
• E’ basata su prove scientifiche
• Proviene da una fonte credibile (assistente fumatore?)
Comunicazione di massa o
comunicazione interpersonale?
• La COMUNICAZIONE DI MASSA favorisce
la ricezione del messaggio.
• La COMUNICAZIONE INTERPERSONALE
permette una miglior elaborazione del
messaggio. In tal senso si tratta di
modalità complementari tra loro.
L’approccio centrato sul destinatario
• Caratteristica peculiare di questo approccio è quella di operare sul destinatario dell‘intervento educativo partendo anzitutto dai suoi bisogni di informazione e di conoscenza, allo scopo di favorire scelte consapevoli ed autonome prese dal destinatario sulla base dei propri interessi e valori. Si tratta dunque di un approccio per molti versi assai simile all'approccio educativo, con un‘unica fondamentale differenza: i bisogni e le tematiche affrontate sono scelti dall’utente e non dall‘educatore.
L’approccio volto al cambiamento
sociale• L’approccio volto al cambiamento sociale si
propone di modificare l’ambiente in modo da permettere o rendere più agevoli le scelte per una vita più sana, intervenendo a livello politico e sociale. Questo tipo di approccio, dunque, raccoglie al proprio interno interventi ed iniziative che più spesso non sono rivolte direttamente a singoli destinatari e che frequentemente non consistono in azioni “educative”; l’approccio volto al cambiamento sociale è da ritenersi un’azione parallela e facilitante rispetto all’azione educativa vera e propria.
• Esempi di azioni volte al cambiamento sociale:il divieto di fumare nei luoghi pubblici e sui mezzi di trasporto, l’obbligo di esplicitare in etichetta tutti i componenti di ogni prodotto di consumo, la creazione di piste ciclabili, l’obbligo di fornire ai lavoratori tutti i dispositivi di protezione individuale, ecc…
Percezione
del problema
Cambiare i comportamenti è un processo
difficile e complesso
Sono necessari interventi partecipativi
Educare alle competenze psico-sociali o capacità utili per la vita
“Sviluppo di abilità cognitive, emotive e relazionali che consentono all’individuo di operare con competenza sia sul piano individuale che sociale…”
sfera relazionale
sfera relazionale
sfera dell'affettività
sfera cognitiva
sfera cognitiva
Gestione dell’emotività
Gestione dello stress
Autocoscienza
Empatia
Comunicazione efficace
Capacità di relazioni
Pensiero creativo
Pensiero critico
Decision making
Problem solving
E‘ una strategia educativa che mette il
soggetto in grado di:
Tradurre conoscenze, atteggiamenti e
valori in vere e proprie abilità
http://www.who.int/school_youth_health/media/en/sch_skills4health_03.pdf
How ‗Life Skills‘ lead to primary
prevention of health problems?
Knowledge
Attitudes
Values
Life Skills
Behavior reinforcement or change
Positive Health Behavior
Prevention of Health Problems
ww
w.ia
pin
dia
.org
/iapfile
s/A
FS
I_M
OD
ULE
/life_skill
s.p
pt
‘Life skills’ ….
• are applied
– in various aspects of life
– in human relationships, learning about rights &
responsibilities
– in health issues:
•Mental Health-Stresses
•HIV-AIDS /STD Prevention
•Drug abuse,
•Sexual violence
•Teenage pregnancy
•Suicide Prevention
training in resistance skills
normative education
life skills: communication
life skills: decision making
life skills: emotional communication
life skills: impulse control
life skills: self esteem
trained teachers
interactive methods / reliable information
CHE COSA FUNZIONA PER LA PREVENZIONE
Faggiano et al., Cochrane 2005
www.unodc.org/documents/commissions/WG-GOVandFiN/TP_health_presentation.ppt
Rapporto tra progetti scolastici e skills-based health
education
http://www.who.int/school_youth_health/media/en/sch_skills4health_03.pdf
• Raccontami, e me ne
dimenticherò,
• Mostrami, e potrei ricordarlo.
• Coinvolgimi e capirò
• — Vecchio proverbio cinese.
Educazione sanitaria per il
paziente (counseling)• Dite le cose importanti per prime.
• Date consigli precisi e mirati.
• Evitate di usare una terminologia tecnica e frasi lunghe
• Addestrate all'impiego corretto di un ausilio o di una procedura con un approccio a tre stadi:
- dimostrare (far vedere al paziente come si fa),
- far ripetere (chiedere al paziente di elencare a voce le cose da fare),
- far esercitare (chiedere al paziente di provare ad eseguire sotto i nostri occhi le cose da fare).
TIPI di counselling
- Informazioni e consigli spot (da 5 a 10-20 min)
- breve serie di appuntamenti sullo stesso tema
- programma strutturato (5-10 sessioni)
Canadian Task Force on Preventive Health Care, Counselling for Risky Health Habits: A Conceptual Framework for Primary Care
Practitioners, 2001
Strategie per migliorare la
comunicazione
1. Utilizza un linguaggio semplice e chiaro
2. Focalizza l’attenzione su messaggi
chiave e ripetili
3. Assicurati di essere stato capito
4. Sollecita domande
5. Usa materiale educativo semplice ed
efficace per aumentare l’interazione con
il cliente
1. Utilizza un linguaggio
semplice e chiaro
• Parla lentamente e scandisci le parole
• Usa un linguaggio chiaro non medico
• ―Pillola per la pressione‖ al posto di―antipertensivo‖
– Fai attenzione ai termini che usa il clientee utilizzali a tua volta
– Evita termini vaghi
– ―Prendi la medicina 1 ora prima dellacolazione‖ al posto di ―Prendi la medicinaa stomaco vuoto‖
2. Focalizza l‘attenzione su
messaggi chiave e ripetili
• Limita le informazioni
– Focalizza 1-3 punti chiave
• Prepara brevi spiegazioni su comuni problemi sanitari e effetti dannosi
• Focalizza l‘attenzione su specifici comportamenti anziché su concetti generali
– Cosa deve fare il cliente
• Fai una sintesi finale dei vari punti
4. Sollecita domande
• Non dire:
– Domande?
– Qualche domanda?
• Dì invece:
Ha qualche dubbio?
Posso esserle utile?
5. Usa materiale educativo
semplice ed efficace
• Contenuto appropriato
• Linguaggio chiaro
• Schemi
• Figure
In sintesi il farmacista
dovrebbe :- tenere un atteggiamento neutrale ma attivo e
stimolante
• - instaurare un processo di comunicazione
bidirezionale, che tenga conto delle
conoscenze e esperienze del cliente
• - favorire e rispettare l‘autonomia dell‘utente
• - favorire la capacità di assumere responsabilità
(EMPOWERMENT)
• - favorire un atteggiamento positivo verso se
stesso
Caratteristiche essenziali dell‘ES
• è una applicazione programmata e sistematica che si può definire una scienza applicata alla salute;
• gli interventi utilizzano una serie differente di metodologie comunicative, quali brochure, video, questionari, colloqui, lavori di gruppo, giochi di ruolo, utilizzo di nuove metodologie computerizzate, internet, ecc., basate essenzialmente sulla partecipazione
• il momento essenziale dell‘educazione sanitaria consiste nell‘assunzione di responsabilità, consapevole e non delegata, nella difesa del proprio equilibrio fisico, psichico e sociale.
• lo scopo principale è influenzare gli antecedenti del comportamento (presa di coscienza, informazioni, abilità, credenze, valori, atteggiamenti), al fine di produrre comportamenti sani volontari;
• può essere effettuata a diversi livello nel colloquio tra individui, con discussioni di gruppo o a livello comunitario;
• è importante a tutti i livelli della prevenzione delle malattie;
• è la base della promozione della salute.
Percorso per programmare un intervento socio-sanitario
2) Identificare i bisogni dell’utente
3) Stabilire le finalità educative
4) Formulare gli obiettivi specifici
5) Individuare le risorse
6) Individuare le alleanze
7) Programmare dettagliatamente contenuti e metodi
8) Valutare l’efficacia
1) Identificare i destinatari e le loro caratteristiche
La partecipazione della
comunità nell‘individuazione
dei bisogni di salute
La gerarchia dei bisogni
Valutazione dei bisogni
• bisogno identificato in base a valori soglia: bisogni identificati da un esperto, ma l‘opinione dell‘esperto può variare rispetto al livello di accettabilità dello standard oppure i valori dell‘esperto possono essere differenti da quelli dell‘utente
• bisogno percepito: è un bisogno che le persone sentono e che influenza conseguentemente la domanda che le stesse rivolgono ai servizi. Non sempre però il bisogno percepito corrisponde ad un bisogno reale.
• bisogno espresso: è un bisogno percepito che si è trasformato in domanda o richiesta.
• Una volta effettuata la conoscenza della situazione di partenza è importante compiere un‘analisi dei bisogni più rilevanti e valutare a quali di questi sia necessario dare priorità. L‘operatore deve quindi porsi delle domande chiave per riconoscere tali priorità. Queste domande riguarderanno il gruppo di utenti destinati all‘intervento, l‘età delle persone che dovrebbero essere coinvolte, la probabilità di efficacia del progetto sull‘area prescelta, la possibilità di realizzazione dello stesso e la presenza di persone-gruppi che possano collaborare.
REGOLE PER LA COSTRUZIONE DI
UN QUESTIONARIO
• Definire le informazioni che si vogliono raccogliere
• Stabilire un numero limitato di domande
• Evitare domande ambigue,troppo lunghe, astratte, imbarazzanti,tendenziose
• Utilizzare termini semplici e comprensibili
• Evitare un eccessivo numero di possibili categorie/scale di risposta
• Evitare, l’opzione “altro” nelle possibilità di risposta
• Verificare l’adeguatezza del questionario tramite una somministrazione pilota
Questionario su salute e
giovani
Vero o falso?
Questionario in uscita
Il profilo di comunità
• Il profilo di comunità costituisce una lettura ragionata e partecipata dei bisogni di salute e di benessere della popolazione e, come tale è uno strumento di supporto nella individuazione delle criticità e delle priorità da considerare all‘interno della programmazione e delle politiche territoriali sociali, socio-sanitarie e sanitarie. È pertanto uno strumento essenziale per mettere in evidenza le peculiarità di un territorio, dal punto di vista sia del volto che tale territorio mostra nel complesso (in riferimento alla struttura demografica, alla salute della popolazione, agli stili di vita, alla condizione socio-economica, all’assetto del mercato del lavoro e della struttura produttiva, ai rapporti di genere), sia delle problematiche da affrontare e, infine, delle risorse disponibili e/o attivabili. Il profilo di comunità quindi aumenta la conoscenza della comunità locale dei propri bisogni, ma anche delle proprie risorse, in quanto soggetto portatore di bisogni ma anche di soluzioni.
• Conoscere e quindi saper leggere le esigenze della propria comunità è un elemento indispensabile per poter progettare e migliorare le politiche sociali e sanitarie di un territorio.
http://sociale.regione.emilia-romagna.it/entra-in-regione/piano-sociale-e-sanitario/il-profilo-di-comunita
Come fare un profilo di comunità
http://sociale.regione.emilia-romagna.it/documentazione/pubblicazioni/piano-sociale-e-sanitario/il-profilo-di-comunita/Indicazioni_per_la_costruzione_del_profilo_di_comunita.pdf
Il capitale sociale del territorio:
una risorsa fatta di legami, reti di aiuto, solidarietà
• Il capitale sociale è un concetto sociologico oggetto di dibattito dagli anni ‘90 ad oggi. Secondo il sociologo Putnam per capitale sociale si intendono le caratteristiche della vita sociale (reti, norme e fiducia), che mettono i partecipanti nelle condizioni di agire più efficacemente nel perseguimento di obiettivi condivisi.
• Studiare il capitale sociale di un territorio significa pertanto cercare di capire quali risorse spontanee, più o meno organizzate, concorrono a mantenere coeso il tessuto di una società: legami tra le persone, relazioni di amicizia, solidarietà, associazionismo, rappresentanze sindacali, ecc.
• Pur risultando difficile poter quantificare in modo univoco e dettagliato il capitale sociale di un territorio, alcune ricerche hanno fornito una valutazione approssimativa per provincia, considerando oltre 50 indicatori, tra i quali cultura, sicurezza, cooperazione, non profit, relazioni, associazionismo, numero di donatori di sangue, percentuale di votanti alle elezioni.
http://www.ausl-cesena.emr.it/Approfondimenti/ProfilodiComunit%C3%A0/tabid/523/Default.aspx
Capitale sociale per provinciahttp://www.provincia.pc.it/Allegati/SottoLivelli/ProfiloPCperSito1260525032.pdf
Focus group
• E‘ uno degli strumenti di raccolta dati più utilizzato nelle scienze umane e sociali. E‘ una tecnica qualitativa di rilevazione dati basata sulle informazioni che emergono da una discussione di gruppo su un tema . Il focus group viene utilizzato per analisi dei bisogni (profili di comunità) e per applicazioni nell‘ambito territoriale, in particolare per lo studio dell‘efficacia di interventi di ES, degli atteggiamenti nei confronti della prevenzione, dei servizi di sanità pubblica, degli stili di vita, ecc.
Esempio di utilizzo del focus group nel
profilo di comunità
60 operatori sociali e sanitari divisi in 4 focus group hanno analizzato le criticità presenti nel territorio di PIACENZA http://www.provincia.pc.it/Allegati/SottoLivelli/ProfiloPCperSito1260525032.pdf
MASS MEDIA E SALUTE
Scegliamo liberamente?
Il fumo al cinema
FUMO E CINEMA
Increasing Evidence Points to Link Between Youth
Smoking and Exposure to Smoking in Movies • Adolescents who see smoking depicted in movies are more likely to become
established smokers, according to a study funded by the National Cancer
Institute . The study, which could have broad implications for efforts to
reduce smoking among youth, appears in the November 2005 issue of the
journal Pediatrics and was updated in the September 4, 2007 issue of
Archives of Pediatric Adolescent Medicine. James Sargent, M.D., of
Dartmouth-Hitchcock Medical Center in Lebanon, N.H., and colleagues are
the first to utilize a nationally representative sample of youth in the United
States to examine the influence of adolescents' exposure to movie smoking
on their smoking behavior.
• Prior research has established that social influences, such as family and
peer smoking and tobacco advertising, are important determinants of
smoking in adolescents. More recently, research has focused on the
impact of smoking in entertainment -- including the effect of celebrities who
smoke -- on youth smoking.
I messaggi sulla salute nei
mass media
Mass media e salute: > 2 h davanti
alla TV=stili di vita a rischio
Marketing sociale e
Messaggi educativi
Marketing sociale
• L‘uso dei principi e delle tecniche del
marketing per influenzare gli individui perchè
essi possano VOLONTARIAMENTE
accettare, rifiutare, modificare o
abbandonare un comportamento per il bene
degli individui, dei gruppi o della società
Differenze tra marketing sociale
marketing commerciale
Marketing Sociale Marketing Commerciale
Promuove idee e comportamenti
Fa cambiare opinioni, modifica
comportamenti
La concorrenza è rappresentata
dagli stili di vita e dalle opinioni
antagoniste
I benefici sono a medio/lungo
termine
I costi sono di tipo psicologico e/o
fisico
Il target è attivo
Promuove prodotti (beni o servizi)
Convince ad acquistare
qualcosa, modifica comportamenti
di acquisto
La concorrenza è rappresentata
dalle altre marche e prodotti
I benefici sono immediati o a
breve termine
I costi sono di tipo monetario (ma
anche psicologico e fisico)
Il target è passivo
Marketing sociale
• Il marketing sociale a differenza del marketing commerciale ―vende‖ idee, atteggiamenti e comportamenti.
• Cerca di influenzare i comportamenti sociali per il bene degli individui e della società e non del venditore.
• E‘ stato utilizzato con successo in programmi diversi (abuso di droghe, MCV, donazione degli organi, ecc.)
Le 5 P: il prodotto
• Non necessariamente un prodotto
fisico
•
– Prodotti fisici – condom
– Servizi – diagnosi precoci
– Pratiche – allattamento al seno,
alimentazione corretta
– Idee – protezione dell‘ambiente
Il prezzo
• Il "Prezzo" è cosa deve fare il consumatore per ottenere il prodotto
• Può essere monetario, ma anche essere intangibile (tempo, sforzi, disapprovazione, ecc.).
• SE il costo percepito è > dei benefici percepiti = probabilmente non verrà adottato.
• SE il costo percepito è < dei benefici percepiti = probabilmente verrà adottato.
• Il costo non deve essere né troppo basso né troppo alto
Il ―posto‖
Il "Posto" è dove il prodotto arriva al consumatore
Prodotto intangibile
- Ambulatorio medico
– Centri comerciali
– Mass media
– Servizi sociali e sanitari
L‘idea è di assicurare l‘accessibilità
―Promozione‖ e ―positioning‖
PROMOZIONE
La ―promozione‖ del
prodotto consiste nell‘uso
integrato di:
• Pubblicità
• Relazioni pubbliche
• Promozioni
• Uso strategico dei mass
media
• Rapporti personali
• Veicoli di intrattenimento
POSITIONING
• Fa sì che i benefici del
prodotto siano più
desiderabili della
alternativa (es. Mangiare
cibi poco grassi può
essere considerato una
forma di amore verso se
stesso; l‘attività fisica
come momento
rilassante)
Il marketing sociale
Applicazioni per la sanità
pubblica
• Promuovere comportamenti sani
• Promuovere servizi
• Aumentare i tassi di utilizzazione
• Migliorare la soddisfazione del
cliente
• Aumentare la adesione
(compliance)
Le Campagne del Ministero della
Salute, biennio 2004-2005
Messaggi educativi
ansiogeni=scarsa efficacia
• http://posters.globalink.org/
http://posters.globalink.org/
Role of Mass Media
Messaggi per effetti estetici
Fornire alternative
Stimolare la ricerca di alternative:
Bevande sane
FAQ
1. Che cosa si intende con Educazione Sanitaria?
2. Che differenza c‘è tra informazione sanitaria ed educazione sanitaria?
3. Quali sono gli obiettivi dell‘Educazione Sanitaria?
4. Come si programma un intervento di Educazione Sanitaria?
5. Qual è il ruolo del farmacista nell‘ES?
6. Quali possibili interventi di ES può effettuare il farmacista?
7. Come si effettua un profilo di comunità?
8. Qual è il ruolo dei mass media sull‘ES?
9. Che cos‘è il marketing sociale?
Siti
• www.aslmn.it/docs_file/edsal_P_appunti_educa
zione_sanitaria.pdf
• www.unipg.it/~ssissegr/trasv_igiene_06.pdf