Post on 01-May-2015
Campagna Educazionale Regionale ANMCO Toscana
“ Difendiamo il cuore “
L’efficacia della prevenzione secondaria tra Ospedale e Territorio
Lido di Camaiore9 febbraio 2008
ALESSANDRO COMELLAMASSIMO MAGNACCA
UO Cardiologia –VERSILIA
I numeri del “cuore” (HCF 1999)• 4 milioni di vittime/anno nei paesi dell’Unione Europea• 180 miliardi di euro/anno il loro costo• 235.000 vittime/anno in Italia• 1.149.000 ricoveri/anno (1986)• 1.000.000 di italiani soffre di scompenso cardiaco• 160.000 persone/anno hanno un attacco cardiaco, uno
ogni quattro minuti, uno su quattro muore
•Tantissimi, per fortuna, ogni giorno si innamorano
NUMERI DI CASA NOSTRA
•Nell’anno 2000•7.600 nuovi cas di IMA (4.900 nei maschi, 2.700 nelle donne)•1.900 decessi per IMA (56% nei maschi)•3.150 decessi da forme di ischemia subacute•CAD responsabile del 12-13 % di tutti i decessi•IMA responsabile del 4-5 % di tutti i decessi
EUROASPIRE
I II 1995-96 1999-2000
Smoking Smoking 19%19% 21%21%Overweight (BMI>25)Overweight (BMI>25) 78%78% 81%81%Obesity (BMI>30) Obesity (BMI>30) 25%25% 33%33%HypertensionHypertension 55%55% 50%50%HyperlipidemiaHyperlipidemia 67%67% 59%59%
AntiplateletsAntiplatelets 81%81% 84%84%AnticoagulantsAnticoagulants 7% 7% 8%8%BetablockersBetablockers 54%54% 66%66%ACE inhibitorsACE inhibitors 30%30% 43%43%Lipid-lowering agentsLipid-lowering agents 32%32% 63%63%
EUROASPIRE II, Lancet 2001
LA BRUTTA NOTIZIA
FUMO DIABETE HTA DISL. 1+2+3 4 +OBESITA’ TUTTI
5122561286432168421
Od
ds
rati
o
Fattori di rischio
Il rischio di IMA si impenna dopo i primi 4 fattori di rischio
Lancet 2004;364:937-52
…LA BUONA NOTIZIA
NO FUMO FRUTTA/VERD SPORT ALCOL 1+2 1+2+3 1+2+3+4
1.O
0.5
0.25
0.125
0.0625
Od
ds
rati
o
Fattori di rischio
No fumo+Sport+Alcol+Dieta<80%
Rischio di IMA
Lancet 2004;364:937-52
JAMA, December 16, 1998—Vol 280, No. 23
Circulation 2004;109:1101
AMI %Trombolysis 2.1 ASA 3.2PTCA 0.1 2ry PREVENTIONASA 2.0CABG 3.0COMMUNITYASA 1.6-------------------------------------HEART FAILURE 12.6-------------------------------------TOT.TREAT.EFFECT 41.8
DE
AT
H P
RE
VE
NT
ED
/PO
ST
PO
NE
D
Circulation 2004;109:1101
OBESITY > 186%DIABETES > 66%PH. ACTIVITY < 30%
Secondary prevention interventions to impact and control risk factors in older patients with CHD, including habitual cigarette smoking, hypertension, abnormal blood lipids, elevated blood glucose, obesity, various psychological concerns, and physical inactivity, appear effective to an extent similar to that observed in younger patients. Greater involvement of the elderly in these programs is needed to fully realize the therapeutic and secondary preventive potential.
Circulation 2002;105:1735-1743
“THE NARROWER THE WAIST,THE LONGER THE LIFE”
EFFETTI BENEFICI DELL’ESERCIZIO FISICO MODERATO
RIDUZIONE GRASSO VISCERALERIDUZIONE PRESSIONE ARTERIOSARIDUZIONE TRIGLICERIDEMIAAUMENTO COL-HDLAUMENTO SENSIBILITA’ INSULINICAMIGLIORE FUNZIONE ENDOTELIALEEFFETTI ANTITROMBOTICIRIDUZIONE MARKERS FLOGOSIPREVENZIONE DIABETE TIPO 2
DOPO IMA 80% SOGGETTI SEDENTARI !(EUROASPIRE)
IN USA SOLO 30% SOGGETTI SVOLGE30 MIN/DIE DI ATTIVITA’ MODERATA
NO PAIN, NO GAIN ?
ICEBERG ANALOGY
INTERVENTIONAL CARDIOLOGYDRUG THERAPIES
SECONDARY PREVENTION
IDENTIFICATION SUBJECTS AT RISK
PRIMARY PREVENTION
POPULATION-BASED INTERVENTIONS
Elementi basilari della continuità assistenziale
Passare dalla competizione e conflittualità alla collaborazione e relazione
Strutture competenti ad intercettare il paziente nelle varie fasi della malattia
Denominatore comune: qualità delle prestazioni ed uso razionale delle risorse
Quale è lo scopo del nostro lavoro?
SSN
erogazione
prestazione sanitaria““mezzo
”
mezzo”
““fine”fine”…come valutare
la qualità?
Un’auto di qualità…
La Qualità di una
prestazione sanitaria si
valuta in base alla sua
capacità di risolvere il
problema sanitario del
paziente
Erogare una prestazione sanitaria
Risolvere un problema sanitario
Vendere automobiliRisolvere un
bisogno di mobilità
Sistemi Sistemi “erogativi” “risolventi”
•Prestazione come “mezzo”
•Focus su paziente
•Tendenza alla personalizzazione
Ricerca dell’efficacia
•Sistema premiante su risultati
•Prestazione come “fine”
•Tendenza alla standardizzazione
•Ricerca dell’efficienza
•Sistema premiante su produttività
•Focus su prodotto
Ice
rtifi
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ità
Adozione di Sistemi per la Qualità: un’occasione per “riorientare” la propria organizzazione
A GLOBAL MEDICAL APPROACH
50 ys OLD MALE
TYPICAL ANGINA
80% MID-LAD STENOSIS
THERAPY TARGET:
NO ANGINA
LDL 80 MG/DL
HDL > 40 MG/DL
BP 116/80 MMHG
O’Rourke RA, et al. Circulation 2001; 103:2315
Piano Nazionale della Prevenzione
triennio 2005 – 2007
la delibera di Giunta regione Toscana
n° 70 del 06-02-2006
recidive di accidenti cardiovascolari
CARDIOLOGIA RIABILITATIVA
Cardiologia Riabilitativa è un intervento costo efficace dopo un evento coronarico acuto:
negli ultimi dieci anni le indicazioni alla Cardiologia Riabilitativa si sono estese, in rapporto all’evoluzione demografica e alle caratteristiche dei pazienti, anche ai pazienti postinfartuati, con complicazioni o dopo un intervento di bypass
aortocoronarico o di angioplastica coronarica.
in conseguenza del progressivo invecchiamento della popolazione, è aumentato considerevolmente il numero dei pazienti anziani avviati alla Cardiologia Riabilitativa, molti dei quali affetti da coronoropatia severa, diffusa patologia
vascolare, e da gravi comorbilità e disautonomie.
l’implementazione della Cardiologia Riabilitativa è risultata particolarmente utile nei pazienti con scompenso cardiaco cronico, aritmie minacciose e
portatori di stimolatori cardiaci.
Errori nella gestione della prevenzione secondaria
Difficoltà ad incidere sulla prevenzione e sugli stili di vita P.S. basata su raccomandazioni, generiche ed empiriche, al
momento della dimissione ospedaliera o durante i successivi controlli ambulatoriali
Delegata alla sola terapia farmacologica Incapacità di garantire la continuità assistenziale per l’
assenza di collegamenti tra gli attori della Prevenzione Carente politica di prevenzione con priorità all’acuzie
EpidemiologiaOsservatorio Epidemiol.
EducazioneHCF
Clinica
RicercaCNR
UniversitàCentro Studi ANMCO
Mario Negri
Il mondo medico della Prevenzione Cardiovascolare in Italia
Medici di Medicina Generale
Ambulatori Cardiologici per la Prevenzione Cardiovascolare
Strutture di Cardiologia Riabilitativa e Preventiva
Il ruolo clinico
Errori nella gestione della prevenzione secondaria
Difficoltà ad incidere sulla prevenzione e sugli stili di vita P.S basata su raccomandazioni, generiche ed empiriche, al
momento della dimissione ospedaliera o durante i successivi controlli ambulatoriali
Delegata alla sola terapia farmacologica Incapacità di garantire la continuità assistenziale per l’
assenza di collegamenti tra gli attori della Prevenzione Carente politica di prevenzione con priorità all’acuzie
lo scenario cardiologico di riferimento si è fortemente modificato
la progressiva riduzione della durata della ospedalizzazione ed una degenza molto breve orientata alla soluzione esclusiva del problema acuto non consentono:
•un adeguato intervento di stratificazione del rischio esistente•la valutazione funzionale e globale•l’ottimizzazione terapeutica•l’educazione/informazione sanitaria•la ripresa di un’adeguata attività fisica in regime di sicurezza•l’impostazione di significative modificazioni dello stile di vita.
SINERGIA OSPEDALE – TERRITORIOper garantire la completezza dei trattamenti più adeguati
continuità assistenziale
l’uniformità di criteri di valutazione indipendentemente dalla singola sede o soggetto con cui il paziente viene in contatto
l’uniformità dei criteri di trattamento, secondo piani di cura seguiti e/o rivisti con criteri condivisi
STRATIFICAZIONE DEL RISCHIO
diversificazione delle risorse
razionalizzazione delle risorse disponibili
GESTIONE CORRETTA DELLA PREVENZIONE SECONDARIA
cardiologo/riabilitatoreMMG
internista
dietista
nefrologo
fisiatrapsicologo
PAZIENTE
•Linee guida facilmente consultabili, ugualmente impiegate da tutte le figure coinvolte nel percorso diagnostico-terapeutico del paziente
•Percorsi assistenziali condivisi sulla base delle disponibilità/potenzialità/ professionalità presenti sul territorio e nelle strutture ospedaliere
•Facile accessibilità alle strutture di riferimento•Creazione di registri •Definizione di indicatori di risultato
STRUMENTI OPERATIVI COMUNI
• la diagnosi
• i fattori di rischio
• l’esito degli esami
• la condizione di rischio del paziente
• la dieta suggerita …
• l’attività fisica consigliata con indicazione di f.c. allenante e modalità di esecuzione
• il profilo psicologico del paziente
• la terapia suggerita
• il calendario dei prossimi appuntamenti
STRUMENTI OPERATIVI COMUNI
La lettera di dimissione