CAMARGUE Autori : Bonavia Gianluca (ricerca informazioni,scrittore) Balestra Oscar (ricerca...

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CAMARGUE

Autori : Bonavia Gianluca (ricerca informazioni,scrittore)Balestra Oscar (ricerca informazioni,scrittore)Gravagno Marco ( ricercaImmagini)

I.T.C.G Ruffini a.s 2008/2009

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INDICE

Pagina 1: Parco naturalistico della Camargue

Pagina 2: Influenza umana

Pagina 3: Il mostro e le tre Marie

Pagina 4: Caccia, canneti, pascolo e fauna

Pagina 5: Paesaggi disegnati dal fiume e dal mare

Pagina 6: La collocazione

Pagina 7: Archivio fotografico

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LA PERLA NATURALE DELLA PROVENZA

La Camargue è una zona umida incastonata nel delta

del Rodano, tra i due rami del fiume ed il mar Mediterraneo. Conosciuta in tutto il mondo

per i suoi paesaggi. Il parco naturale della

Camargue è stato ufficialmente istituito come parco nazionale e riserva

nazionale nel 1972, il, parco regionale della Camargue

copre 820 km2. Qui si possono trovare alcuni degli

animali selvatici maggiormente protetti di tutta Europa. Esiste anche un museo che aiuta a comprendere flora, fauna e

storia dell’area; costruito per la salvaguardia delle ricchezze

della regione. Gli obbiettivi perseguiti dal

parco sono: promuovere un agricoltura

compatibile per l’ambiente proteggere la natura

gestire le risorse idriche accogliere e sensibilizzare i

visitatori Il parco naturale è un territorio

naturale rurale fragile e l’organizzazione si fonda su un

progetto che garantisce lo sviluppo economico e sociale

dell’area protetta. Il parco naturale aspira anche a proteggere il patrimonio naturale di quel territorio.

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L’INFLUENZA UMANA

Gli uomini hanno vissuto per secoli nella Camargue, influenzandola notevolmente con bonifiche, argini, risaie e

saline. Gran parte della Camargue esterna è stata drenata per fini agricoli. La Camargue ha la sua omonima razza di cavalli,

il famoso camarguis bianco cavalcato da gardiens che allevano tori da combattimento da esportazione verso la

Spagna, così come le pecore. Ci sono alcune città di varia grandezza nella Camargue. La sua capitale è Arles, che si

trova all’estremo nord del delta, all’altezza della biforcazione principale del Rodano.

Le sole altre città notevoli sono Saintes-Maries-de-la-Mer, a circa 45 km a sud-ovest, che è metà dei pellegrinaggi annuali

del popolo Rom in venerazione di Santa Sara, e la città-fortezza medievale di Aigues-Mortes sul bordo occidentale della zona, nella Petite Camargue. I confini della Camargue sono costantemente modificati dal Rodano che trasporta a valle enormi quantitativi di melma – circa 20 milioni di m3

l’anno. Alcuni etangs sono proprio ciò che rimane di antichi bracci del fiume. La tendenza generale è l’estensione della

terra emersa all’interno del mar Mediterraneo. Così Aigues-Mortes per esempio - sulla costa quando fu

costruita – è ora circa a 5km all’interno. Il passo del cambiamento si è modificato negli ultimi tempi a causa di barriere artificiali, come dighe sul Rodano e marine, che tuttavia non impediscono il verificarsi delle alluvioni che

rimangono un problema che caratterizza la regione.

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IL MOSTRO DELLE TRE MARIE

La leggenda vuole che le donne seguaci di Gesù di Nazaret,

Maria Maddalena, Maria di Betania, sua sorella Marta e la madonna Maria, sua madre; approdassero su questi lidi dopo

le prime persecuzioni in patria, e qui portassero il credo cristiano. Accadde, questo, nel 48, a Saintes-Maries-de-la-

Mer. La leggenda vuolo anche che le paludi della Camargue fossero abitate da un terribile mostro, la tarasque che passava il tempo a terrorizzare la popolazione. Santa Marta, con la sola

preghiera, lo fece rimpicciolire in dimensioni, così tanto da renderlo innocuo, e lo condusse nella città di Tarascon. Qui

però i cittadini terrorizzati uccisero la creatura.

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CACCIA, CANNETI, FLORA E FAUNA

Le paludi ricche di canneti contribuiscono al valore internazionale del patrimonio

naturale della Camargue.Esse costituiscono inoltre dei luoghi per la

nidificazione di specie rare (tarabuso , basettino….) e per l’alimentazione di migliaia di anatre in inverno. Questa ricchezza è esposta a diverse attività

che perturbano le specie e il loro habitat: la caccia da agosto a

gennaio, il taglio dei canneti da novembre a febbraio, il pascolo. Tutte queste attività, d’altronde, sono poco

compatibili tra di loro. Le attività di caccia sono disturbate dalla presenza di bestiame negli acquitrini e dal livello basso delle acque richiesto dal taglio

dei canneti. Quest’ultima attività, invece, risente delle attività di

pascolamento, poiché il bestiame, brucando, provoca una rapida

diminuzione delle estensioni dei canneti.

In questo contesto, trovare una gestione che renda compatibili tutte queste

attività si rivela cosa particolarmente delicata. Lo Stato, tramite il Parco,

concede aiuti finanziari ai proprietari di canneti che diminuiscono la

pressione delle attività umane(regolazione del taglio dei

canneti, abbandono delle attività di pascolo o pascolamento estensivo, gestione idraulica più efficiente), in modo da sviluppare una migliore

sinergia tra agricoltura e ambiente.

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PAESAGGI DISEGNATI DAL FIUME E DAL MARE

Fenicotteri rosaFenicotteri rosa

I paesaggi del delta possono essere suddivisi in tre zone definite dall’influenza più o meno rilevante del fiume Rodano e del

mare.Nella parte più settentrionale del delta l’influenza del fiume predomina su quella marina modellando un territorio composto

da stagni d’acqua dolce, brughiere e boschi, detto anche Camargue fluvio-

lacustre.Nella parte centrale, la cosiddetta Camargue

lagunare-marittima, i paesaggi sono invece maggiormente influenzati dal mare

e dal sale e associano dune e lagune a delle steppe salate, dette “sansouires”.

Nella Camargue costiera, infine, vince l’azione del mare.

Tuttavia, queste tre zone sono spesso molto più sfumate e i paesaggi devono essere contestualizzati caso per caso. Il delta

presenta infatti un’amplia compenetrazione di ambienti che lo

rendono un mosaico di ricchezze naturali.

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LA COLLOCAZIONE

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INSIEME DI SCOGLI

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AIRONE CENERINO

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LA DELTA DEL PICCOLO RODANO

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I TORI

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SALICORNIA GLAUCA

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CANNETO

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FONTI

• WWW.WIKIPEDIA.IT

• WWW.IGOOGLE.IT

• WWW.GOOGLE.IT