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SABATO 11 MARZO 2017IL SECOLO XIX 37
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L’INIZIATIVA PROMOSSA DAI CINQUE STELLE
DINO COFRANCESCO
LE TRICOTEUSES erano le vecchiette che animate dall’odiodi classe più che dall’ardorerivoluzionario, ai piedi della ghigliottina, assistevano sadicamente all’esecuzione capitale dei nemici di Robespierre. A ricordarmele è stata la recente richiesta deipentastellati a istituire comegiorno della memoria dellevittime del Risorgimento, il13 febbraio, caduta di Gaeta efine di quel Regno delle DueSicilie che Gladstone avevadefinito la “negazione diDio”. Uno stato, un regime
politico in crisi, si sa, sonopreda di iene, di sciacalli, diavvoltoi che sfoderano tuttoil loro coraggio maramaldesco nella denuncia indignatadelle tragedie del passato.
In questo caso, i grillinihanno, come si dice a Genova, la loro convenienza: pensano di sottrarre voti settentrionali alla Lega, temibileconcorrente nello sfruttamento del filone aurifero populista, e, nello stesso tempo,si presentano al Sud comei vendicatori dei torti subitiprima ancora che dai Piemontesi, dal conterraneo diBeppe Grillo, il garibaldino
Nino Bixio. Ci si chiede, però:se vogliamo rendere un doveroso omaggio alle vittimedel passato, perché limitarcialle guerre contro il brigan
taggio? E i Sanniti trucidatidai Romani, e i Sassoni pagani annientati da Carlo Magno?E avvicinandoci ai nostri secoli: perché non dedicare un giorno della memoriaai morti della Vandea, dellaguerra civile americana, delle feroci repressioni borboniche del 1799 e del 1848?
In realtà, il Risorgimentonon fu la conquista di uno straniero ma una vera e propria guerra civile: tra gli italiani che volevano ricongiungersi all’Europa vivente e gli italiani genuflessi al PapaRee fedeli al despota borbonico.Forse è bene non dimentica
re che i meridionali erano così numerosi tra i primi da fardire che, se i piemontesi unificarono la penisola con laspada, furono soprattutto gliintellettuali del Sud a unificarla con l’intelligenza daLuigi Settembrini, a Francesco De Sanctis, da PasqualeStanislao Mancini a Silvio Spaventa. A nord il braccio, alsud la mente. E la mente, dopo l’unificazione, continuò afunzionare a pieno ritmo,sfornando i più grandi storiciitaliani e i più profondi studiosi della questione meridionale: da Gioacchino Volpe a Benedetto Croce, da
Adolfo Omodeo a Rosario Romeo, da Giustino Fortunato aFrancesco Saverio Nitti, unitari tutti e taluni persino nazionalisti. Il diritto di pentastellati e di leghisti a coltivare le memorie del “vecchioSud” non li autorizza affatto aconsiderare, più che ingenui,autentici “traditori” scrittori,pensatori, poeti, uominid’azione, economisti che aNapoli, a Palermo, a Bari volevano che loro terre fosseroil Meridione dell’Europa nonil Settentrione del Mediterraneo. “La crisi dell’idea diNazione” ha scritto Romeo“ha indotto molti italiani a rinunciare al rispetto di se stessi come collettività e come civiltà” ma “il rispetto dise stessi è il primo principiodella vita morale”.cc BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
Francesco De Sanctis
BIA SARASINI
HA UNA DOPPIA motivazione il premio “Montale Fuoridi Casa sezione Mediterraneo” che oggi alle 16, all’auditorium del Galata Museodel Mare di Genova, viene consegnato Eraldo Affinati,“per la sua attività di scrittoree di fondatore delle scuolePenny Wirton” recita la motivazione del Premio. «Non solo è un onore» commentaAffinati, il cui ultimo libro è“L’uomo del futuro. Sullestrade di don Milani”, pubblicato da Mondadori «EugenioMontale è un mio fondamentale riferimento letterario,ho dedicato un capitolo aMonterosso nel mio libro“Peregrin d’amore”. Sonocontento che alla mia scrittura si unisca il lavoro con lascuola. Si vede che la direzione è giusta».
Il suo ultimo libro è dedicato a Don Lorenzo Milani.Figura luminosa, eppure direcente anche molto discussa. Quali erano le sueintenzioni?
«Penso che nel nostro paese ci sia un vuoto etico. Io insegno, lo vedo negli occhi deiragazzi. Sono smarriti. Comese non avessero riferimenti.Neanche un nemico, col quale confrontarsi».
Chi era don Lorenzo?«Un uomo radicale, che ha
fatto una rivoluzione dentrose stesso. Era figlio di una famiglia benestante, si è messodalla parte degli ultimi. Ilbambino che scende a Castiglioncello con la camicia bianca immacolata in unadelle ville di famiglia, si trasforma nel prete che vuoleessere seppellito con gli scarponi sporchi di fango a Barbiana. Con gli ultimi degli ultimi. Era anche intransigente, caparbio, burbero. Ma iomi sono innamorato di questo prete difficilmente incasellabile. Solo Papa Bergogliolo ha additato come esempio»∙
Lei non ha scritto solo diDon Lorenzo, però...
«Ho cercato i Don Milani dioggi. Li ho trovati in tutto ilmondo. Racconto di una suora che ho conosciuto a Benares, in India. Racconto un maestro arabo, incontrato in
Marocco, racconto il maestrodi un villaggio africano. Racconto un educatore berlinese, che mi ha fatto giocare apallone con Manfred, un naziskin berlinese. Sono andatoin Russia a conoscere un disertore russo, perché Don Lorenzo è stato il padre dell’obiezione di coscienza in
Italia. L’ho cercato in tutto il mondo. Anche a Ellis island.Ho visitato il museo dell’isoladi fronte a New York, ho ritrovato tanti Affinati, maognuno di noi potrebbe ritrovare il suo nome se andasselì».
L’ultimo capitolo del libro è dedicato alla scuola
Penny Wirton. Come mai?«Siamo rimasti senza sede
e per un anno non sapevamodove andare. Molti preti,molti conventi mi hanno detto di no. Solo uno mi ha dettodi sì, don Francesco, ma lospazio era troppo piccolo. Gliho chiesto quali fossero i suoipunti di riferimento. E lui mi
LA CERIMONIAAL MUSEODEL MAREll Premio Montale Fuori di Casa - Sezione Medi-terraneo sarà consegna-to a Eraldo Affinati oggi alle 16 al Galata Museo del Mare di Genova. Una seconda cerimonia si terrà a Roma, alla Came-ra di Deputati, il 30 mar-zo. Oggi interverrannola presidente del Museo, Maria Paola Profumo, la vice presidente del Premio, Barbara Sussi, e l’imprenditore Umber-to Costamagna.
ha parlato di don Lorenzo. Allora ho capito che il libro erafinito. Finito nel momento incui questo prete mi diceva:sono diventato prete grazie adon Lorenzo. Il cerchio sichiudeva».
Cosa è la scuola PennyWirton?
«Per noi la Penny Wirton,
che prende il nome daun romanzo di SilvioD’Arzo, è la Barbianadi oggi. Don Lorenzodiceva: Barbiana èmorta con me, non potrà più risorgere. Ma seci saranno un marito euna moglie, che nella loro piccola casa accoglieranno i bisognosi, forsepotrà rinascere in forma
nuova. Io e mia moglie, Annalucia Lenzi, siamo entrambiinsegnanti. Insegniamo italiano a Moahammed e agli altri. Cioè minori arrivati in Italia non accompagnati. Pen
siamo che la linguapossa rendere uguali,come diceva il priore.Adesso il problemalinguistico dei bambinidel Mugello lo troviamo dovunque. Però nonci accontentiamo. Vogliamo incidere sui ragazzi italiani, e riusciamo a farlo con l’alternanza scuolalavoro. Portan
do i ragazzi a insegnare lanostra lingua ai loro coetaneiimmigrati. Quando vedoLaura, del liceo Virgilio di Roma, che insegna italiano a Arshdur, che viene dal Bangladesh, mi sembra di rivederedon Lorenzo Milani».
Come è organizzata lascuola?
«Insegniamo uno a uno,niente classi, niente voti, assurdo mettere voti a Mohammed, analfabeta nella linguamadre. Senza burocrazia. Accogliamo tutti, in qualsiasimomento dell’anno, in qualsiasi giorno. Non abbiamo finanziamenti, lavoriamo sulla gratuità. Siamo presenti intutte le regioni italiane».
Come tiene insieme loscrittore e l’insegnante?
«I miei libri nascono daesperienze. Non sono uno scrittore di invenzione. E sono uno scrittore insegnante. Il mio primo libro, che ci tengo a dire è stato pubblicatoproprio a Genova da Mariettiper le cure di quello che è diventato il mio agente letterario, Stefano Tettamanti, è dedicato alla scuola fondata daTolstoj per i contadini, si intitola “Veglia d’armi”. Il primogrande scrittore insegnante».cc BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
“Vegliad’armi”
Il primo libro diEraldo Affinati,
“Veglia d’ar-mi”, è stato
pubblicato nel1992 dalla ca-
sa editricegenovese Marietti ed è di-
sponibile negli Oscar Mon-dadori. La letteratura,
la guerra e la natura umanaanalizzate attraverso
le opere di Tolstoj
“L’uomodel futuro”
L’ultimo libro diEraldo Affinati,pubblicato daMondadori, e
giunto secon-do al Premio
Strega 2016, èdedicato a
don Lorenzo Milani(1923-1967): Affinati ha
compiuto un viaggio per ri-trovare nel mondo gli inse-
gnamenti del sacerdote
Eraldo Affinati, 61 anni, scrittore e insegnante, si è classificato secondo all’ultimo Premio Strega
Intervista a Eraldo Affinati
Nel nostro Paesevedo un vuoto eticoLo scrittore riceve oggi a Genova il Premio
Montale: i ragazzi a cui insegno sono smarriti, senza riferimenti, nemmeno un nemico
Scoperta al Cairouna statua gigante
del faraone Ramses II
Riportata alla luce la testa UNA STATUA gigante del faraone Ramses II è stata scoperta da un gruppo di archeologi egiziani e tedeschi in un sobborgo del Cairo. Il colosso di circa 8 metri era sommerso nel fango del quartiere operaio di alMatariya. Per sollevare l’enorme testa, trovata separata dal busto, è stato usato un carrello elevatore, mentre il resto, del peso di sette tonnellate, sarà riportato alla luce lunedì.
Il giorno della memoria per le vittime del Risorgimentotradisce la Storia e l’impegno degli intellettuali del Sud