Post on 10-Mar-2016
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contrà
Torre
San Martintre dì e un tochetin
Ritualità e contratti di mezzadrianel giorno di San Martino
Quel mattino la sveglia suona non troppo di buon’ora, dato che il grosso dei lavori da fare è terminato. Dopo
aver acceso il fuoco in casa, inizia la nuova giornata. A metter il naso fuori dalla porta, ci si imbatte in un’at-
mosfera a dir poco incantevole. Il cielo è grigio e dietro alle nuvole il sole non riesce a spuntare; una fitta neb-
bia ricopre ogni cosa, assopisce qualsiasi rumore e riducendo la vista a pochi passi. Il respiro di un’ aria fredda e umida, quasi pungente, e il silenzio che regnano sovra-
ni ne sono la conferma: è il giorno di san Martino.
Iniziava così uno tra i più rappresentativi se non il più importante giorno della vita
rurale; si chiudeva un anno agrario per cominciarne uno nuovo. Nel giorno di
san Martino, l’11 novembre, si faceva il bilancio dell’annata: scadevano i con-
tratti d’affitto e arrivava il momento di tirare le somme dei raccolti, delle entrate
e delle uscite. Si metteva “nero su bian-co”; nessun conto poteva essere lasciato aperto o sospeso! Il contadino, fittavolo o mezzadro, correva sempre il rischio di dover lasciare il fondo che, bene o male,
gli permetteva di vivere. La sua sorte era sempre in balia della signorile bontà o della bieca grettezza del suo padrone.
L’importanza di questa giornata masche-rava, dietro angosce e paure, il futuro di
molte povere famiglie contadine che spesso, purtroppo,
dovevano spostarsi altrove.
Una vecchia carretta, trainata da un asino, carica di masserizie;
qualche stramasso e alcune pentole, un po’ di farina e poche cose da
mangiare era tutto quel che i aveva.
Così si iniziava questa migrazione che suscitava tanta pena nell’animo di tutti; un viaggio incerto,
verso nuove terre da coltivare, con nuove speranze nel cuore ma tanta nostalgia d’affetti e di passato.
quadro: 1890 circa, particolare di olio su tela “Gli emigranti” dell’artista Noè Bordignon (Castelfranco V.to 1841 – San Zenone degli Ezzelini 1920)
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contrà
Molinetto
Nea cortese vivea cossì
Balli popolari veneti e antichi mestieri nea corte dei Tonea Angeo dei Dori
Soe case de na corte so nassesto,e par ventisinque ani gò vivesto.
Dopo me so maridà, ma no me gò de serto desmentegà.
Soa corte, tuto se spartia, doeori e contentessa,
che al dì de oncò la saria na gran beessa.
Via dai canpi, tuto el lavoro gera sol so saiso,
dal desgrafoiar, al trebiar, al far strope e doparar el tamiso.
A corte gera de tuti, par i grandi e i putei,
che gò passà par vero i me ani pì bei. Soe porte dee fameie,
ghe gera soeo el saltareo, altro che desso, alarmi, seraure,
robe che dà de volta el serveo.E e sere de istà, sentai soe banche,
i veci se contava,e noaltri boce co’ gnente se dugava.
Bandiera, bigaron scondiroea, gera na gran festa,
ani bei, sensa tanti gri-i par a testa.E i matrimoni soto el portego,
tra magnar, cantar e baear, che par on paro de dì,
e disgrassie se podea desmentegar. Co’ rivava i sposeti, freschi de marido,
oncora festa, che no ve digo.De inverno in staea, fiò, tonboea e rosari,
parchè cossì ne gavea insegnà i nostri pari. Se penso aea corte, me vien i oci mori,
no me desmentego de chi ani bei ………..
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contrà
Zaghi
A CalsinaFiliera della calce e
della terracotta
Bepi: Ciò, ghetu mai fato caso che passando par roman d’ezein se vede un gran camin
tuto fato de quarei e pì alto dee case ?Mario: Si….sii… E ghì né anca par n’dar su
in vae e anca fora par Simonso ! Bepi: Ciò ma dime, cosa cusinavei là?
Poeastri forse ?
Mario: Ma nò, nòò…I cusinava i sassi dea vae Santa Feisita !
Bepi: I sassi! Ma sito gnanca matto ?Mario: Ma no che non so matto! Pensa che dopo coti i deventava bianchi come a neve
e pì lejeri de prima.Bepi: Ah si! E cossa ghin
fasevei dei sassi coti?Mario: eh, rivava i careteri, li cargava sui
carri tirai dai mussi e li portava in tei can-tieri dove che i faseva su e case nove .
Bepi: e dopo?
Mario: e dopo i li butavein tee buse scavae par tera o anca in dei bagnoi de lamieron, i ghe butava sora
dee seciae de acqua e così i sassi tacava boiare da soi sensa el fogo
fin che i sé squaiava tutiBepi: e dopo?
Mario: e dopo i diventava na bea crema bianca e i la butava a sbaiae in meso a
un mucio de sabia fina , na secià de aqua e coa sapa, e
onto de gomio i la menava puito fin che a diventava malta , così dopo
i murari i tirava su i muri dee case.Bepi: ah sii? Ma come ?
Mario: ehh …. Cò nà casoeà de malta e un quareo, n’al-tra casoeà e n’altro quareo e vanti cussita par tuto el dì.
Bepi: ah siii …… mi no go mai visto na roba cusita!!!!!!!
Mario: eora scoltame mì : te ve su roman alto el primo de majo cossita te vedarè tuto questo e
tante altre bee robe !! ghetu capio!!!
foto: centro di Romano, fornace Panizzon (aperta tutto il giorno)
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contrà FarronatiSignoriValle
Chi xè qua?Ambulanti di un tempo
C’era un tempo in cui piccoli artigiani e venditori anda-vano per strade, per borghi, con la gerla sulle spalle a
barattare le loro merci per un po’ di pane e qualche soldo.
Col talento delle loro mani lavoravano passando per le contrade e per le piazze.
Artigiani che nello stesso tempo erano artisti arrangiandosi con pochi e
semplici utensili e tanta passione, disposti a qualunque sacrificio,
ricchi solo di miseria.
Artigiani e venditori anche stagionali, quando passavano per le contrade
facendosi notare gridando a squarcia-gola il loro arrivo. Questi oltre al loro
lavoro o alle loro merci portavano allegria, gioia di stare assieme e anche
notizie e novità da altri paesi vicini e lontani. Raccontavano storie lunghe
e divertenti, che a puntate, duravano il tempo di una vita.
Uomini, donne, umanità, dignità, lotta per la sopravvivenza, ma anche
calore, solidarietà, felicità per le piccole cose, tanta fatica
e magri guadagni per l’andare faticoso di contrada in contrada.
Come per incanto oggi riappaiono nella borgata, in una domenica che
profuma di storia, in una domenica fatta di colori caldi, in una domenica
che ascolta le voci lontane e oramai dimenticate di uo-mini e donne che hanno fatto la storia e che oggi
ci fanno assaporare il gusto di tempi lontani.
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contrà
CastelloImmersi nel XIII secolo, nel medioevo
ezzeliniano che caratterizzò il colle Bastia e il nord Italia, la contrada
approfondisce l’astrologia, argomento molto caro ad Ezzelino III da Romano
che tanti successi gli ha indicato.
Storia di magia e astrologia dunque, ma come ogni storia d’altri tempi na-
sconde anche qualche diavoleria.
Messer Gherardo affida un suo pro-getto grandioso alle previsioni del suo
astrologo di corte, Salione.
Tutto sembra andare per il meglio, finchè.....
Magia, astrologiae stregonerie
medioevo ezzelinianoesoterico Immagine: La posizione degli astri nel tema di nascita di Ezzelino III,
Livio Montanaro ed Enrico Ruscalla, www.levante.org
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contrà
Marchi
Mestierie Mestieranti
Prima che la Rivoluzione Industriale coinvolgesse anche i nostri territori, l’economia romanese ruotava attorno al
lavoro dei campi e artigianale.
Nelle famiglie contadine dove i figli erano numerosi anche per bisogno di manodopera, ogni oggetto,
attrezzo, suppellettile e mobile veniva costruito all’interno della fattoria.
Tutto quindi prendeva forma grazie alla maestria e all’ingegno dei componenti della famiglia. Non mancava poi chi si
dedicava alla costruzione delle “ crivoe“, gerle per trasporto quali fieno, paglia, fo-glie e qualche volta utili come “box” per
i bambini piccoli o gabbia per chiocce. Oppure chi andava a cercare il “salda-
me”, la sabbia che si trovava nei piccoli anfratti rocciosi delle nostre montagne,
che serviva da abrasivo per le pentole.
Un rituale era la distillazione della grap-pa, eseguita clandestinamente , “fàta
senpre de ‘scondòn” in luoghi non facilmente rintracciabili dalle
famigerate “ Guardie”
Le donne, oltre ad assolvere i classici compiti si cimentavano nel fare il sa-
pone da utilizzare come “lavandare”.
Artigiani ambulanti periodicamente si presentavano nelle cascine per pro-porre la loro arte, come il materassa-
io, il batiràme, il careghèta. Infine l’avvento della corrente elettrica
rivoluzionò la vita delle famiglie che per una lampadina accesa si improvvisavano elettricisti.
Spezzoni di economia del ‘900 finalizzati al facile apprendimento del visitatore, perché come è risaputo,
“chi non conosce il proprio passato, non può aver futuro”.
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contrà CarlessiPragalera
el dì xè pì beo xè te ghe xonti
un putèonascita del bambino
E’ nata! E’ nata la nuova storia di Contrà Carlessi e Pragalera! E’ nata la storia che ha come prota-
gonista la nascita. Un angolo rustico dal titolo un po’ misterioso che a differenza degli anni passati
narra di come sono nati i nostri nonni.
Ecco che compare la levatrice, la donna che con rara maestria aiutava le mamme del paese
a dare alla luce il nascituro, le cunete ove i neonati dormivano, la nonna che con
infinita pazienza prepara la cuertina per il nipotino che sta arrivando, e ancora i
caregoti, le fasce in lino usate al posto dei più moderni pannolini o panesei.
Quante nostalgiche immagini che raccontano di una vita nuova
guardando al passato.
E per dar vita a queste immagini le con-trade racconteranno questa nuova storia
che ha per protagonisti gli storici amici, Nino e Maria, attori di una vicenda che narra della rigidità della cultura di un
tempo, che portava a matrimoni ripara-tori in abito scuro se la donna aspettava
un bimbo, una cultura che portava a parlare di settimini per far credere di un
bimbo nato prematuro per limitare il vociferare di paese.
Ma come tutte le belle storie, questa ha nel suo finale una particolare ironia e leggerezza
adottando un modo divertente per fare cultura e vivere i ricordi tutti assieme.
Ah, se il visitatore ha timore di trovare l’angolo, non abbia da temere: basta seguire la strada
colma di fiocchi azzurri e rosa!
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contrà Cà Cornaro
Me barba me contava a storia dea contradà
racconti coi burattini
La contrada, attraverso un brillante quanto origi-nale spettacolo di burattini, desidera, quest’anno,
accompagnare i propri visitatori in un viaggio che ripercorre la storia passata insieme ai contradaioli
e soprattutto rievocare le sue figure più rappresentative con i mussi che
ascoltano ed osservano la rievocazione degli angoli rustici.
Di grande effetto la prima presenta-
zione del Matrimonio che nel 1993 ha esaltato e qualificato la tradizionale
messa in scena degli angoli rustici, con tutti i personaggi del momento. Ci si addentra poi nel tema del foto-grafo, del battesimo per soffermarsi con doveroso rispetto all’arrivo del
Vescovo Corner, sapientemente pro-postoci dall’indimenticabile Mario.
Si arriva in seguito a riproporre le gioie e dolori dei nostri contadini
che, dopo aver lavorato sodo si scontravano con l’arrivo del “San Martin”
dovendo lasciare la loro casa ed i loro ambienti, ma avendo grande rispetto per la terra e con il forno
proponevano come oggi un ottimo pane fragrante e saporito.
Torna a far visita il Pievan, e molte, molte altre sor-prese aspettano i visitatori in Contrà Ca’ Cornaro per
godere di burattini a dir poco unici!
Romano d' EzzelinoPalio 2011
Bassanodel Grappa,
Pio X
Bassanodel Grappa,
Ca’Sette
Pove del Grappa
Mussolente
SanGiacomo
Crespano
Monte Grappa
VIA R
OMA
VIA FOSCOLO
VIA MARCELLO
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MON
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VIA ALIGHIERI
VIA
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CASTELLO
GHIAIA
VIA CARLESSI
VIA BIANCHIN
VIA Ca’CORNARO
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VIA VALSUGANA
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MUNICIPIO
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Palio2011Domenica 1° Maggio “21a edizione Angoli Rustici”
1. Torre: San Martin2. Molinetto: Nea corte se vivea cossì3. Zaghi: A calsina4. Castello: Magia, astrologia e stregonerie5. Farronati, Valle, Signori: Chi xè qua?6. Ca’ Cornaro:
Me barba me contava a storia dea contrà7. Marchi: Mestieri e mestieranti8. Carlessi, Pragalera:
El dì xè pi beo se te ghe xonti un putèo9. ArtistiinpiazzaeFilo-filò10. Stand gastronomico aperto dalle ore 11.30
Specialità: spezzatino di musso e baccalà alla vicentina11. Concorso nazionale di pittura
Domenica 8 Maggio“41o Palio delle Contrade”
10. Stand gastronomico aperto dalle ore 11.30 Specialità: spezzatino di musso e baccalà alla vicentina
11. Concorso nazionale di pittura12. Percorso sfilata Palio 2011, ore 14.3013. Mussodromo “41a corsa dei mussi” ore 17.00
Si consiglia di fare il percorso a piedi, in bicicletta o con i BUS NAVETTA gratuiti
In caso di maltempo il programma del 1° Maggio verrà spostato al 8 Maggio con variazione di programma
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