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Aggiornamento sulla situazione idrologica in Italia e sintesi delle attività di gestione della crisi idrica nei bacini delle regioni centro-settentrionali (al 15 giugno 2007)
Servizio Rischio idro-geologico,
idraulico, idrico, marittimo e costiero
Roma, 20 giugno 2007
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TRALE
2
Indice
Sintesi ..................................................................................................3
Precipitazioni .........................................................................................6
Bacino Fiume Po e bacini romagnoli.........................................................13
Attività del Gruppo tecnico per la prevenzione della crisi idrica 2007 nel
bacino del Po .....................................................................................22
Bacino Fiume Adige...............................................................................25
Bacino Fiume Arno e bacini toscani .........................................................27
Bacino Fiume Tevere.............................................................................30
Regioni meridionali ed insulari ................................................................32
In copertina: Il Ticino a Pavia (foto Protezione Civile Provincia di Pavia).
Sintesi
Nell’ultima settimana di maggio e nella prima metà di giugno,
significativi afflussi meteorici hanno riguardato l’intero territorio
nazionale, ed in particolare le regioni settentrionali. Il mese di
maggio 2007 è stato caratterizzato da precipitazioni che in buona
parte d’Italia sono state uguali o poco superiori alle medie storiche
relative allo stesso mese, mentre nei primi quindici giorni di giugno
i sensibili apporti meteorici, generalmente a carattere
temporalesco, nelle aree nord-occidentali hanno già superato gli
apporti medi storici dell’intero mese di giugno (figg. 1-2).
Nelle aree nord-occidentali del territorio nazionale tali contributi,
pur non annullandolo completamente, certamente hanno mitigato il
deficit complessivo cumulato tra il periodo 1° settembre 2006-15
giugno 2007 e le corrispondenti medie storiche dell’intero periodo,
riducendolo mediamente a circa il 10% (fig. 5), ma soprattutto,
sono intervenute come contributo propizio nel periodo di maggior
vulnerabilità per le attività produttive, sia per i cicli colturali irrigui
che per l’invasamento montano deficitario dell’apporto nivale in
quota. Analizzando gli scarti di precipitazione in tale periodo si
evidenziano nei territori nord-occidentali delle aree, benché
limitate, in cui gli scarti si sono pressoché annullati sì da consentire
non solo il raggiungimento dei valori massimi di regolazione dei
laghi, ma addirittura il loro superamento, previa deroga, come nel
caso del Lago Maggiore.
Altresì hanno beneficiato degli apporti pluviometrici la Lombardia e
l’Emilia Romagna nord-occidentale.
Tuttavia rimangono deficitari il Trentino, alcune aree del Veneto,
del Friuli Venezia Giulia, dell’Emilia Romagna orientale, l’alta
Toscana ed il grossetano, l’Umbria nord-orientale e le Marche
occidentali.
La situazione di carenza idrica richiamata nel D.P.C.M. 4 maggio
2007 che ha dichiarato lo stato di emergenza nei territori dell’Italia
4
centro-settentrionale e ravvisato “…la necessità di misure di
carattere straordinario ed urgente finalizzate a governare in modo
unitario e maggiormente incisivo l’utilizzo delle scarse risorse
idriche disponibili per i diversi usi...” permane quindi, anche se di
molto attenuata, nel bacino del Po e nelle aree centrali e nord-
orientali.
A partire da gennaio 2007 i risultati del monitoraggio sono stati
raccolti e pubblicati in diversi rapporti, di cui il presente costituisce
il 6° aggiornamento.
Le suddette valutazioni sono state effettuate dal Centro Funzionale
Centrale del Dipartimento della protezione civile (in collaborazione
con le Regioni e le Autorità di bacino), che attua con continuità il
monitoraggio dei dati idropluviometrici e delle disponibilità idriche a
livello nazionale, evidenziando i contesti territoriali caratterizzati
dalle criticità più rilevanti.
A seguire si riportano alcuni indicatori, aggiornati al 15 giugno
2007, che descrivono la situazione idrologica e la disponibilità della
risorsa idrica a livello dei principali bacini dell’Italia centro-
settentrionale, con particolare riferimento al bacino del Po.
Particolare attenzione va ancora prestata al bacino dell’Adige per la
sua vulnerabilità alla risalita del cuneo salino alla foce che si
manifesta quando le portate risultano inferiori a 80 m3/s.
Tra gli altri grandi bacini nazionali, quelli dell’Alto Adriatico, del
Tevere e dell’Arno, non presentano situazioni di crisi acuta, ma una
criticità latente e diffusa, per la quale, ed al fine di prevenire e
fronteggiare tempestivamente la manifesta insorgenza, è
comunque necessario continuare l’attività di vigilanza e
coordinamento preventivo di tutti i soggetti interessati.
Per quanto riguarda il Mezzogiorno, anche gli ultimi dati
confermano situazioni di disponibilità idrica superiori, o per lo
meno pari, alla media storica.
Appare infine utile sintetizzare quanto emerso nel corso dell’ultima
riunione del Gruppo Tecnico scientifico per le previsioni
5
meteorologiche stagionali istituito presso il Dipartimento, tenutasi
in data 19 giugno u.s., dove sono stati rappresentati i risultati di
diversi modelli che mostrano una convergenza generale
nell’indicare per il trimestre luglio-agosto-settembre un segnale di
debole anomalia positiva di temperatura e precipitazioni non
significativamente differenti rispetto alle medie climatiche
stagionali (fig. 6). Secondo alcuni modelli che consentono una
previsione a scala mensile, agosto è atteso presentare forti
caratteristiche di instabilità.
In conclusione, stante la situazione in atto ed alla luce della
dichiarazione dello Stato di emergenza nei territori delle regioni
centro-settentrionali, si ritiene che la situazione di disponibilità
idrica, benché notevolmente migliorata, vada comunque
sorvegliata in un quadro di insieme unitario e coordinato,
attraverso metodologie omogenee, che consentano di seguire
l’evoluzione del bilancio idrico, in quanto è da ritenersi che il mese
di luglio possa ancora essere un periodo critico, da governare in
modo da minimizzare i risentimenti sia per le produzioni
idroelettriche, ma soprattutto per le colture irrigue di Emilia
Romagna e Veneto.
6
Precipitazioni
Per quanto riguarda le precipitazioni, le analisi effettuate sui dati
relativi ai primi quindici giorni di giugno ed al periodo 1° settembre
2006 – 15 giugno 2007 hanno messo in luce i seguenti aspetti:
- i primi 15 giorni di giugno 2007 sono stati caratterizzati nelle
regioni nord-occidentali da precipitazioni di 100-150 mm, che
già ad oggi hanno superato i valori medi storici dell’intero mese
di giugno, mentre nella rimanente parte d’Italia sono comunque
superiori al 50% di tali valori (fig. 1).
- i corrispondenti scarti percentuali medi dei primi quindici giorni
di giugno 2007 risultano positivi quasi ovunque (fig. 2);
- se si esamina quindi l’evoluzione degli scarti percentuali
cumulati mensili da settembre ad oggi risulta evidente come i
deficit massimi si siano registrati nei mesi di ottobre, novembre
e gennaio, che l’evoluzione positiva del deficit nei mesi di
febbraio e marzo non ha interessato significativamente l’Italia
nord occidentale, mentre nel mese di aprile gli scarti sono stati
nuovamente negativi in maniera rilevante nell’Italia centro-
settentrionale. Come sopra riportato, nei mesi di maggio e
soprattutto di giugno gli apporti meteorici nel Nord Italia hanno
determinato una significativa inversione di tendenza (figg. 3 e
4);
- complessivamente nell’intervallo temporale 1° settembre 2006
– 15 giugno 2007, gli scarti percentuali cumulati registrano un
deficit complessivo medio di circa il 10% nel bacino del Po e
variabile, nelle diverse zone del paese, dallo 0 al 30%, con
l’esclusione della Sicilia. Se si confronta il deficit relativo al
periodo settembre 2006 – maggio 2007, con quello di
settembre 2006 – 15 giugno 2007, risulta evidente come le
ultime precipitazioni hanno ridotto il deficit di almeno il 20 %
(fig. 5).
13
Bacino Fiume Po e bacini romagnoli
Alla data del 18 giugno le portate fluenti nel Po alla stazione di
misura di Pontelagoscuro (FE), rappresentate nel grafico che segue
(fig. 7), ammontano a 1813 m3/s. Tale valore è al momento
superiore agli omologhi valori del 2003 e del 2006 (pari
rispettivamente a 453 e 233 m3/s), a causa delle precipitazioni
avvenute nei giorni precedenti che hanno determinato un
significativo aumento di portata, che ha raggiunto il valore
massimo di circa 2520 m3/s il giorno 11 giugno, ed è destinato ad
esaurirsi in un periodo più o meno lungo in funzione degli eventuali
ulteriori apporti meteorici e comunque non prima del mese di
luglio. Il valore medio della portate riferito ai primi 15 giorni di
giugno 2007 è di circa 1800 m3/s pari al valore medio storico
(1923-2006) del mese di giugno.
Po a PontelagoscuroDati Regione Emilia Romagna
0
1000
2000
3000
4000
5000
6000
1/1 15/1
29/1
12/2
26/2
12/3
26/3 9/4 23
/4 7/5 21/5 4/6 18
/6 2/7 16/7
30/7
13/8
27/8
10/9
24/9
8/10
22/10 5/1
119
/11 3/12
17/12
31/12
mc/
s
200320062007
Fig. 7
Tale innalzamento dei livelli idrometrici è esteso all’intera asta
principale del Po anche a monte di Pontelagoscuro e si registra
14
anche nelle stazioni di Piacenza, Cremona, Boretto e Borgoforte
(fig. 14).
Le precipitazioni degli ultimi giorni di maggio e dei primi quindici
giorni di giugno hanno determinato un notevole aumento dei livelli
idrometrici del lago Maggiore, del lago di Como e del lago di Iseo.
Il lago di Garda, pur evidenziando ancora oggi un livello
idrometrico inferiore alle medie storiche, ha superato i livelli
registrati nel 2005.
Se si confrontano poi i valori delle altezze idrometriche e degli
afflussi ai laghi con i livelli di riferimento, in particolare con le serie
storiche e con i valori degli anni 2003 e 2006 (fig. 8), la situazione
al 18 giugno 2007 è la seguente:
− Lago Maggiore: i livelli idrometrici a Sesto Calende sono
superiori ai valori medi (circa 110 cm); gli afflussi al lago sono
compresi tra valori medi e massimi (figg. 9a-b). Il livello ad
oggi è pari a 171,6 cm, nel 2006 alla stessa data era pari a 4
cm e nel 2003 a 44 cm. I valori attuali sono superiori ai valori
massimi di concessione, pari a 100 cm, a cui evidentemente è
stato necessario derogare al fine di garantire un maggiore
accumulo preventivo.
− Lago di Como: i livelli idrometrici a Malgrate sono uguali ai
valori medi (circa 100 cm); gli afflussi al lago al momento sono
quasi uguali ai valori medi (figg. 10a-b). Il livello è pari a 100,7
cm, nel 2006 alla stessa data era pari a 8,5 cm e nel 2003 a 50
cm;
− Lago d’Iseo: i livelli idrometrici a Sarnico sono pressoché
coincidenti con il limite massimo di concessione, gli afflussi al
lago sono compresi tra valori medi (circa 90 cm) e minimi
(figg. 11a-b). Il livello è pari a 109,8 cm, nel 2006 alla stessa
data era pari a 47 cm e nel 2003 a 20 cm;
− Lago di Garda: i livelli idrometrici a Peschiera sono superiori ai
valori minimi; gli afflussi al lago mostrano oscillazioni molto
ampie, ma al momento sono compresi tra i valori minimi e
15
quelli medi (figg. 12a-b). Il livello è pari a 59,9 cm, nel 2006
alla stessa data era pari a 75 cm e nel 2003 a 66 cm.
17
Fig. 9a – Lago Maggiore a Sesto Calende: altezze idrometriche (valori storici 1942-2006)
Minimi
Medi
Massimi
2007
Fig. 9b – Lago Maggiore a Sesto Calende: afflussi al lago (valori storici 1942-2006)
. Minimi Medi
Massimi
2007
18
Fig. 10a – Lago di Como a Malgrate: altezze idrometriche (valori storici 1946-2006)
Minimi
Medi
Massimi
2007
Fig. 10b – Lago di Como a Malgrate: afflussi al lago(valori storici 1946-2006)
Minimi
Medi
Massimi
2007
19
Fig.11a – Lago di Iseo a Sarnico: altezze idrometriche (valori storici 1933-2006)
Minimi
Medi
Massimi
2007
Fig. 11b– Lago di Iseo a Sarnico: afflussi al lago (valori storici 1933-2006)
Minimi
Medi
Massimi
2007
20
Fig. 12a – Lago di Garda a Peschiera: altezze idrometriche (valori storici 1950-2001)
Minimi
Medi
Massimi
2007
Fig. 12b – Lago di Garda a Peschiera: afflussi al lago (valori storici 1950-2001)
Minimi
Medi
Massimi
2007
21
L’invaso di Ridracoli, nel territorio comunale di Santa Sofia (FO)
che garantisce l’uso idropotabile di 47 comuni della pianura
romagnola, oltre che della Repubblica di S. Marino, per circa 1
milione di residenti, attualmente, dopo una fase di notevole
diminuzione del livello, dispone di un volume utilizzabile di circa 22
milioni di m3, pari al 67% circa del volume invasabile, ma si
presenta nuovamente in fase decrescente dovuta al combinarsi del
deficit pluviometrico persistente ed al contemporaneo aumento dei
consumi (fig. 13).
Fig. 13
22
Attività del Gruppo tecnico per la prevenzione della crisi idrica 2007 nel bacino del Po
Si ricorda che nella riunione svoltasi a Milano il 31 maggio u.s., è
stata portata a termine l’istruttoria del Gruppo Tecnico di cui fanno
parte i rappresentanti di Dipartimento della Protezione civile,
Ministero dello Sviluppo Economico, Ministero delle Politiche
agricole, alimentari e forestali, Ministero dell’Ambiente e della
Tutela del territorio e del mare, Autorità di bacino del fiume Po,
Regioni Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia
Romagna e Provincia Autonoma di Trento, Terna s.p.a., ANBI,
AIPo, Consorzio del Ticino, Consorzio dell’Adda, Consorzio
dell’Oglio, Commissario regolatore del lago d’Idro.
L’obiettivo principale è stato quello di individuare e assumere tutte
le iniziative possibili al fine di evitare che a Pontelagoscuro (sezione
di chiusura del bacino del Po) la portata scenda al di sotto di 250
m3/s: tale portata consente sia alle centrali termoelettriche di
Sermide e Ostiglia di prelevare l’acqua per il raffreddamento, sia di
contrastare, almeno in parte, la risalita del cuneo salino nel Delta
del Po. Inoltre, in base all’esperienza pregressa, tale portata
dovrebbe garantire anche i livelli minimi necessari per l’esercizio
delle derivazioni per gli altri utilizzi lungo il fiume Po a monte di
Pontelagoscuro (fig. 14).
Per raggiungere tale obiettivo, in prima approssimazione si è
valutato necessario che, nei mesi di giugno e luglio 2007,
defluiscano nel Po a Pontelagoscuro 130 Mm3 di acqua in più
rispetto al 2006, quando sono transitati 1465 Mm3 circa. Per
cercare di raggiungere la disponibilità di tale volume d’acqua
aggiuntivo, nel periodo aprile – maggio 2007 è stata condotta una
gestione degli invasi idroelettrici e dei grandi laghi volta a
conservare quanta più risorsa possibile negli invasi stessi, da
rilasciare nel periodo 1° giugno – 12 agosto 2007 secondo
programmi concordati di gestione dei grandi laghi, delle grandi
derivazioni e degli invasi ad uso idroelettrico.
23
Nell’ultima riunione svoltasi a Parma il giorno 15 giugno 2007, nel
prendere atto dell’evolversi positivo della situazione di disponibilità
della risorsa si è valutato opportuno, sulla base degli indirizzi di cui
al suddetto programma già concordato, di procedere alla gestione
della risorsa su base settimanale, almeno per i successivi quindici
giorni, tempo minimo stimato di esaurimento degli effetti delle
precipitazioni dell’ultimo periodo. Il monitoraggio continuo
dell’evoluzione della situazione consentirà nella prossima riunione
prevista per la fine di giugno, di modulare un nuovo programma di
utilizzo della risorsa sulla base della situazione in atto.
25
Bacino Fiume Adige
Per quanto riguarda il bacino dell’Adige, sulla base dei dati forniti
dalla Autorità di bacino, il volume invasato all’interno dei serbatoi
artificiali è in linea con i valori medi di riferimento del periodo
1996-2006 (fig. 15).
Fig. 15
Le precipitazioni registrate a partire dal 27 maggio hanno
incrementato le portate defluenti alle sezioni di monitoraggio del
fiume. Attualmente la portata dell’Adige a Boara Pisani si mantiene
al di sopra dei 100 m3/s ed è superiore ai valori minimi registrati
nell’ultimo decennio (fig. 16).
In sintesi, sulla base delle elaborazioni effettuate dall’Autorità di
bacino, pur non essendo stato ancora colmato il deficit di
precipitazione dei mesi autunnali ed invernali dalle recenti
precipitazioni, il valore della portata registrata a Boara Pisani allo
stato attuale è superiore al valore critico per la risalita del cuneo
salino.
27
Bacino Fiume Arno e bacini toscani
Nel bacino dell’Arno le precipitazioni dei primi quindici giorni di
giugno hanno registrato uno scarto medio positivo tale da ridurre il
deficit complessivo (1° settembre 2006 - 15 giugno 2007) rispetto
alla media storica (1960-1990) all’attuale 10-15%.
Dai grafici resi disponibili dal Centro Funzionale della Regione
Toscana si evidenzia che le portate ad oggi registrate alla stazione
idrometrica di Nave di Rosano a monte di Firenze, dopo l’aumento
rilevato a seguito delle precipitazioni verificatesi negli ultimi giorni
sono nuovamente attestate su valori dell’ordine di 5 m3/s (fig. 17).
E’ comunque opportuno sottolineare, come si evidenzia anche dal
grafico seguente, che le portate fluenti in Arno sono quasi
completamente regolate dai rilasci degli invasi idroelettrici di
Levane e La Penna e del serbatoio del Bilancino.
I valori medi mensili risultano comunque inferiori ai valori medi
dello stesso periodo degli anni 2001-2006.
Dall’analisi delle disponibilità idriche dell’invaso del Bilancino nel
Mugello resa possibile sulla base dei dati della rete di monitoraggio
della Regione Toscana e del gestore dell’invaso Publiacqua, risulta
che i volumi invasati si sono attestati su 64 Mm3, quindi 5 Mm3 al di
sotto del volume di massima regolazione (69 Mm3) (fig. 18).
28
Fig. 17
La situazione del bacino dell’Arno viene monitorata dal 1998 dalla
Commissione Tutela delle Acque che si riunisce periodicamente con
il coordinamento dell’Autorità di bacino al fine di individuare, se
necessario, strategie di gestione della risorsa straordinarie per
contrastare eventuali carenze idriche.
Fig. 18
29
Per quanto riguarda i deflussi negli altri bacini della Regione, il
generale abbassamento delle falde sotterranee risultante dal
monitoraggio operato dal Centro Funzionale Regionale ha portato a
valutare possibili ripercussioni sulla disponibilità idrica per l’uso
idropotabile in tutte le province, ad eccezione della piana di
Firenze, garantita comunque dal Bilancino, tanto che in data 16
maggio 2007 è stata approvata in Consiglio Regionale della
Toscana una legge che dichiara lo stato di emergenza idrica
regionale per il 2007 e modifica la norma regionale L.R. 81/95 che
recepisce la legge 36/94 c.d. “legge Galli”.
Tale legge regionale introduce norme che impongono ai gestori dei
Servizi idrici Integrati la predisposizione di “Piani operativi di
emergenza per la crisi idrica idropotabile” che devono prevedere
sia misure in prevenzione che interventi urgenti finalizzati a
fronteggiare la situazione di emergenza idropotabile. In tale legge
si considera acclarata l’emergenza quando la dotazione pro capite è
inferiore a 100 l ab/giorno.
30
Bacino Fiume Tevere
La relativa scarsità di precipitazioni che emerge dai dati sopra
riportati fa registrare portate inferiori alla media stagionale anche
nel bacino del Tevere con associata scarsa ricarica delle falde
acquifere.
In Umbria i dati resi disponibili dalla Regione mostrano che le
portate erogate dalle sorgenti continuano ad essere inferiori
rispetto ai valori registrati negli ultimi anni (fig. 19).
Quale ulteriore indicatore dello stato idrologico del bacino del
Tevere si riporta nel seguito il diagramma delle portate alla
stazione di Ripetta nel centro storico di Roma, registrate nel mese
di giugno dalla rete dell’Ufficio idrografico della Regione Lazio. Si
ricorda che a maggio si è registrato un deficit idrico caratterizzato
da portate medie di circa 100 m3/s, contro i 228 m3/s che
costituiscono la media storica del mese (1921-1990) Tale
andamento era stato già registrato nell’anno 2006 e conferma un
trend negativo delle portate medie decennali del Tevere. Tale
tendenza si conferma anche nei primi quindici giorni di giugno con
una portata media di 107 m3/s contro i 174 m3/s che rappresenta
la media storica mensile di giugno (fig. 20).
Fig. 19 Umbria: portata sorgente San Giovenale. Dati Regione Umbria.
31
Fig. 20
Per quanto riguarda l’approvvigionamento idropotabile della città di
Roma, non si registrano criticità poiché le sorgenti sono alimentate
da falde profonde che risentono in modo significativo solo di periodi
di siccità molto prolungati.
Portate alla stazione di Ripetta
0
20
40
60
80
100
120
140
1/6/07 6/6/07 11/6/07 16/6/07 21/6/07
m3 /s
Livelli alla stazione di Ripetta
3
4
5
6
7
1/6/07 6/6/07 11/6/07 16/6/07 21/6/07
m
32
Regioni meridionali ed insulari
Per quanto riguarda le regioni meridionali, che nel 2002 erano
state interessate da una grave crisi idrica, sono stati presi in
considerazione i volumi di invaso di alcuni bacini artificiali presi a
riferimento.
Nel Mezzogiorno sono stati rilevati volumi di invaso compresi tra
quelli registrati nel 2002 e quelli degli anni 2004-2006 (Sicilia,
Basilicata, invaso dell’Occhito in Puglia). In Sardegna i valori dei
volumi invasati sono superiori a quelli degli ultimi anni. Quindi,
tenendo conto degli afflussi meteorici registrati nel mese di
maggio, si conferma come poco probabile l’innesco di situazioni di
criticità di particolare gravità ed estensione (figg. 21-24).
Sicilia: volumi di invaso
Confronto tra i volumi invasati negli anni 2001-2007 e la media dei volumi mensili d'invaso 1996-2000
(Regione Siciliana - Servizio Tecnico Idrografico Regionale)
0
100
200
300
400
500
600
genn
aio
febbra
iomarz
oap
rile
maggio
giugn
olug
lio
agos
to
sette
mbre
ottob
re
nove
mbre
dicem
bre
Mili
oni d
i met
ri cu
bi (M
mc)
media 1996-20002001200220032004200520062007
Fig. 21
33
Sardegna: volumi di invaso
Sardegna - volumi di invaso(Dati Regione Sardegna)
0
200
400
600
800
1000
1200
1400
1600
1800
2000
Gennaio Febbraio Marzo Aprile Maggio Giugno Luglio Agosto Settembre Ottobre Novembre Dicembre
Mm
c
2001200220032004200520062007
Fig. 22
Basilicata: volumi di invaso
Confronto tra i volumi invasati negli anni 2002-2007
0
100
200
300
400
500
600
700
800
Gennaio Febbraio Marzo Aprile Maggio Giugno Luglio Agosto Settembre Ottobre Novembre Dicembre
Mm
c
200220032004200520062007
(Dati Autorità di Bacino della Basilicata)
Fig. 23
34
Puglia: volumi di invaso del Fortore-Occhito
Confronto tra i volumi dell'invaso del Fortore - Occhito negli anni 2002-2007(Dati Regione Puglia)
0,00
50,00
100,00
150,00
200,00
250,00
Genna
io
Febbra
ioMarz
oApri
le
Maggio
Giugno
Lugli
o
Agosto
Settem
bre
Ottobre
Novem
bre
Dicembre
Mm
c
200220032004200520062007
Fig. 24